Alternativa edizione straordinaria

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PdL – Mentre da parte di larghi strati del mondo politico, anche internazio- nale, si intensifica il pressing sul premier Mario Monti, affinché sciol- ga la riserva nel senso di una sua ricandidatura a Palazzo Chigi, il Popolo della Libertà vive la sua giornata campale, che porta alla luce del sole una dialettica interna mai così articolata, ed intensa.Dopo l’endorsement fatto a favore del Pro- fessore dai vertici del PPE, e il rilan- cio di Silvio Berlusconi, sulla sua disponibilità a fare un passo indietro, qualora Monti scendesse aperta- mente in campo, una parte consi- stente del PdL “chiama” l’attuale primo ministro, considerandolo co- me il fattore determinante, in vista dell’unità dei moderati. Una posizione, questa, che non tro- va affatto d’accordo un’altra fetta del PdL, che oggi si è scoperta non cer- to inconsistente, e che si è stretta intorno all’ex Ministro della Gioven- tù, Giorgia Meloni, e all’ex sottose- gretario di Stato alla Difesa, Guido Crosetto. La rappresentazione di questa spac- catura è andata in scena in due di- verse location di Roma, nella matti- nata di domenica. Il Teatro Olimpico ha visto venire alla luce “Italia Popo- lare”, la corrente “montiana” del PdL, alla presenza del segretario politico degli “azzurri”, Angelino Alfa- no, diAlemanno, Quagliariello, Cic- chitto ed altri esponenti della maggio- re formazione di centrodestra. Silvio Berlusconi è intervenuto attraverso un messaggio scritto, nel quale riba- diva la sua apertura alla candidatura di Monti. Ma la convergenza sul Pro- fessore è rimasto l’unico dato certo della giornata. Per il resto, la confusione è sembrata regnare sovrana. Se l’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha sollecitato Alfano ad assumere la guida del partito, l’altrettanto “ciellino” Maurizio Lupi ha ribadito che solo Silvio Berlusconi può rap- presentare l’alternativa a Monti. Tutt’altro clima all’Auditorium della Conciliazione, scenario della manife- stazione ispirata da Crosetto e Melo- ni, dal titolo “Senza paura – Le prima- rie delle idee”. Insieme con tanti altri protagonisti della scena politica, an- che locali, i due deputati, che negli ultimi tempi hanno rappresentato con grande forza il loro dissenso rispetto alla deriva del partito, hanno ragiona- to di contenuti, dell’Italia che sogna- no,e di un centrodestra capace di realizzare questi sogni. Crosetto e Meloni, entrambe candi- dati alle primarie poi annullate del Pdl, hanno rimarcato la necessità che il partito si apra ad una partecipazio- ne popolare, la più ampia possibile. segue a pag. 2 LA LUNGA DOMENICA DEL PDL! La pubblicazione non ha caratte- re di periodicità e non rappresen- ta "prodotto editoriale". Il materiale è riprodotto a scopo puramente informativo e illustra- tivo e resta di proprietà dei legit- timi titolari Contatti Il nostro sito: www.assaltoalfuturo.com La nostra e-mail: [email protected] Siamo presenti anche su Facebook E Twitter ALTE ALTE RNA RNA TIVA TIVA ASSALTO AL FUTURO ASSALTO AL FUTURO

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PdL – Mentre da parte di larghi strati del mondo politico, anche internazio-nale, si intensifica il pressing sul premier Mario Monti, affinché sciol-ga la riserva nel senso di una sua ricandidatura a Palazzo Chigi, il Popolo della Libertà vive la sua giornata campale, che porta alla luce del sole una dialettica interna mai così articolata, ed intensa.Dopo l’endorsement fatto a favore del Pro-fessore dai vertici del PPE, e il rilan-cio di Silvio Berlusconi, sulla sua disponibilità a fare un passo indietro, qualora Monti scendesse aperta-mente in campo, una parte consi-stente del PdL “chiama” l’attuale primo ministro, considerandolo co-me il fattore determinante, in vista dell’unità dei moderati. Una posizione, questa, che non tro-va affatto d’accordo un’altra fetta del PdL, che oggi si è scoperta non cer-to inconsistente, e che si è stretta intorno all’ex Ministro della Gioven-tù, Giorgia Meloni, e all’ex sottose-gretario di Stato alla Difesa, Guido Crosetto. La rappresentazione di questa spac-catura è andata in scena in due di-verse location di Roma, nella matti-nata di domenica. Il Teatro Olimpico ha visto venire alla luce “Italia Popo-lare”, la corrente “montiana” del PdL, alla presenza del segretario politico degli “azzurri”, Angelino Alfa-

no, diAlemanno, Quagliariello, Cic-chitto ed altri esponenti della maggio-re formazione di centrodestra. Silvio Berlusconi è intervenuto attraverso un messaggio scritto, nel quale riba-diva la sua apertura alla candidatura di Monti. Ma la convergenza sul Pro-fessore è rimasto l’unico dato certo della giornata. Per il resto, la confusione è sembrata regnare sovrana. Se l’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha sollecitato Alfano ad assumere la guida del partito, l’altrettanto “ciellino” Maurizio Lupi ha ribadito che solo Silvio Berlusconi può rap-presentare l’alternativa a Monti. Tutt’altro clima all’Auditorium della Conciliazione, scenario della manife-stazione ispirata da Crosetto e Melo-ni, dal titolo “Senza paura – Le prima-rie delle idee”. Insieme con tanti altri protagonisti della scena politica, an-che locali, i due deputati, che negli ultimi tempi hanno rappresentato con grande forza il loro dissenso rispetto alla deriva del partito, hanno ragiona-to di contenuti, dell’Italia che sogna-no,e di un centrodestra capace di realizzare questi sogni. Crosetto e Meloni, entrambe candi-dati alle primarie poi annullate del Pdl, hanno rimarcato la necessità che il partito si apra ad una partecipazio-ne popolare, la più ampia possibile.

segue a pag. 2

LA LUNGA DOMENICA DEL PDL!

La pubblicazione non ha caratte-re di periodicità e non rappresen-ta "prodotto editoriale". Il materiale è riprodotto a scopo puramente informativo e illustra-tivo e resta di proprietà dei legit-timi titolari

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Questo al fine di recepire le istanze più profonde di un Paese che, come ha detto Crosetto, “non ce la fa più”. Non inseguire le oligarchie finanziarie europee non significa essere anti-europeisti: questo, in sintesi il senso dell’intervento di Crosetto. Secondo il deputato cuneese, l’Europa va costruita garantendo parità di condizioni a tutti i cittadini europei. Per esempio, “non è giusto che un Guido Crosetto tedesco vada in ban-ca, trovi i soldi e li paghi al 2%; mentre un Guido Cro-setto italiano va in banca, non trova i soldi, e se li trova li paga al 7%”, spiega colui che in molti hanno definito “il gigante”, che accompagna “la bambi-na” Meloni. La quale, con piglio tutt’ altro che bambinesco, rinca-ra la dose, e sbarra il passo, con un “no” secco, ad ogni ipotesi di sostegno a Monti da destra. E poi, fa partire un duro attacco ai poteri for-ti,Massoneria compresa, raccontando l’Italia che so-gna insieme alla sua gente. Affermazione dellacultura

del merito, rimozione di privilegi odiosi, come le pensioni d’oro, occuparsi delle generazioni sacrifi-cate ad una politica scellerata di spesa pubbli-ca. “C’è una generazione che ha banchettato con le risorse statali, alzandosi da tavola senza pagare il conto. All’oste i politici dell’epoca devono aver det-to: “Aspettate un paio di decenni e qualcun altro pagherà il conto”, ha detto l’ ex Ministro. Per raggiungere questi obiettivi, per realizzare que-sti sogni, ci vuole un nuovo centrodestra, “perché quello che c’è oggi non va bene, e noi non voglia-mo accontentarci. Nel nostro centrodestra non ci si deve vergognare dei propri compagni di viag-gio”, ha affermato Giorgia Meloni. “Vogliamo un luogo giusto dove poterci battere. Se quel luogo è il Pdl noi lo dobbiamo e lo vogliamo sapere subito. Altrimenti siamo pronti a costruirne uno con chiun-que voglia starci dentro e da subito”, ha concluso, facendo scattare l’ovazione dell’Auditorium gremito in ogni ordine di posti.

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LA LUNGA DOMENICA DEL PDL!

A L T E R N A T I V A

Oggi è un giorno speciale. Era destino che ci ritrovassimo a migliaia per celebrare una gran-de festa di partecipazione. L'annullamento del-le elezioni primarie dopo l'annuncio, il ripensa-mento, la decisione, l'approvazione di una deli-bera da parte dell'ufficio di presidenza, le can-didature, la raccolta delle firme, l'annullamen-to, la riconferma e la definitiva cancellazione con un paio di telefonate, viene riscattata qui, in una manifestazione che ci ha dato il proble-ma di doverci trasferire nelle ultime ore nel più grande teatro coperto della capitale, molto più grande di qualunque altro. Noi siamo qui, sen-za colonnelli né generali, senza superbia né arroganza, perché oggi deve essere il giorno

La trascrizione integrale del discorso tenuto da Giorgia Meloni presso

l'Auditorium della Conciliazione, in occasione dell'incontro "Le primarie delle idee".

del nostro popolo. Il giorno della rabbia, del riscatto, della spe-ranza. Pensavamo non ci fossero dubbi, visto il nome da cui si parte, sulla necessità di ridare al popolo del centrodestra la libertà di sceglie-re il proprio destino, ma qualcosa è andato storto e, anche questo, ha causato il venir me-no della fiducia della gente verso il PdL. Abbiamo creduto all'idea di un grande partito conservatore, come ce ne sono in Europa. Partiti che non dipendono solo dal consenso di un leader perché si fondano su un patrimonio di valori da costruire ogni giorno, ma abbiamo solo assaporato il gusto di ciò che avrebbe po-tuto essere.

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La trascrizione integrale del discorso tenuto da Giorgia Meloni ….

E ancora una volta vale la pena ribadire che noi non facciamo politica per il gusto di far vin-cere un partito su un altro. Noi siamo impe-gnati a rendere concreti i nostri sogni, la no-stra idea di società e, per farlo, in democrazia c'è bisogno dello strumento dei partiti. Uno strumento, non l'obiettivo dell'impegno politi-co. Ecco perché siamo qui. In un numero che fa impressione vedere. Ci siamo per dire che se pure oggi non sceglie-remo alcun candidato premier, non abbiamo paura di dire forte all'Italia intera che sceglia-mo un nuovo centrodestra. Perché quello attu-ale non ci piace e noi non vogliamo acconten-tarci. Nel nostro centrodestra non ci si deve vergognare dei propri compagni di viaggio, quelli che possiedono una casa senza sapere chi gliel'ha comprata vengono accompagnati alla porta, quelli che si fregano centinaia di migliaia di euro degli italiani non si autoso-spendono ma vengono cacciati a brutto muso, quelli condannati per reati di mafia non vengo-no rimessi in lista finché non dimostrano la loro innocenza. Quelli condannati con sentenza definitiva per reati contro la pubblica ammini-strazione vengono interdetti dai pubblici uffici e sono incandidabili a vita a qualunque livello. E non si tratta di giustizialismo, ma di recupe-ro della solennità del ruolo di chi deve occu-parsi del bene comune. Perché non c'è niente di più bello che dedicarsi all'Italia, è un privilegio enorme, e chi finge di farlo per intascare soldi illecitamente deve pa-gare per tutta la vita. Nel nostro centrodestra si afferma il primato del merito in ogni angolo di questa straordinaria nazione. Dall'imprendi-toria al lavoro, dalle libere professioni alle car-riere pubbliche come l'insegnamento, o la ma-gistratura, nelle quali si continua con l'assurda progressione per anzianità di servizio e non per capacità dimostrata nell'esercizio di una funzione sacra. E per questo nel nostro centrodestra non c'è la ver-gogna di cinque persone chiuse in una stanza che nominano centinaia di parlamentari in nome e per

conto del popolo italiano. Perché il problema non è rottamare le persone, o intere generazioni, come semplicisticamente si è sostenuto dall'altro lato del campo; il problema casomai è rottamare le degene-razioni. Come quella di mettere le persone a ricoprire incarichi per caratteristiche che nulla hanno a che fare con l'impegno politico, di sceglierle sulla base dei casting televisivi e non sulla ba-se di quello in cui credono e che sanno fare. E' arrivato il tempo di smetterla con la teoria "anche se è un cretino è mio amico e quindi può ricoprire questo incarico" per affermare la teoria opposta: "anche se è mio amico è un cretino e quindi questo incarico non lo può ri-coprire". E non si tratta neanche di cacciare la gente sulla base dell'anzianità di servizio, ma sulla base della qualità del servizio. Perché se sei Ottone Bismarck e assicuri 30 anni di pace e prosperità all'Europa nessuno potrà rotta-marti. Ma se sei Paolo Cirino Pomicino, hai fat-to il ministro del Bilancio negli anni '80 raggiun-gendo il record di debito pubblico e ancora pontifichi, o sei Giuliano Amato e vieni nominato dal Governo dei tecnici consulente per i tagli ai costi della politica quando prendi 31 mila euro di pensione, la gente si arrabbia. E ha ragione! Quello che vogliamo non è rottamare dei coop-tati fedeli a un leader con altri cooptati, magari più giovani o fedeli ad un altro leader. Quello che vogliamo è che si torni alla partecipazione popolare, al consenso. Perché l'Italia non ha bisogno di yesmen, ha bisogno di idee e di persona libere che sappiano difenderle e rap-presentarle. Il nostro centrodestra è un luogo della partecipazione vero e diverso anche dai partiti di protesta come quello di Grillo. Che è nato per valorizzare la democrazia orizzontale della rete ma ben presto si è rivelato una mo-narchia assoluta, impermeabile a qualunque confronto interno. Gente che viene espulsa a mezzo blog per aver banalmente organizzato delle riunioni. E' questa la risposta ai limiti dei parti-ti della seconda repubblica o ne è piuttosto una e-saltazione? Segue a pag 4

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La trascrizione integrale del discorso tenuto da Giorgia Meloni ….

E deve farci rabbia che tanti giovani italiani in gamba si siano lasciati conquistare il cuore da un comico livoroso, perché in lui hanno visto l'unica proposta trasparente, schietta ed inno-vativa della politica italiana. Il nostro centro-destra esiste per difendere e costruire l'Italia che sogniamo. Perché sogniamo un'Italia che non si faccia dettare l'agenda dall'Europa, non prenda ordini né abbia la presunzione di dar-ne, ma grazie alla sua forza, all'autorevolezza, alla solidità, alla capacità, al genio creativo, abbia una centralità nel continente. Sogniamo un'Italia che non accetti interferenze, che quando un Capo di stato straniero si azzarda a denigrare o, peggio, a ridicolizzare il nostro Presidente del Consiglio, a qualunque partito appartenga, scatti in piedi in sua difesa, come un sol uomo. Che s'indigni quando il proprio presidente del Consiglio viene convocato a Bruxelles per in-durlo a candidarsi. Nessun premier di un paese rispettato e indipendente può essere scelto da personalità straniere. Ce lo ha detto Ernesto Galli Della Loggia in un editoriale sul Corriere, ma prima ancora ce lo sussurrano nelle orec-chie i ragazzi sepolti a Redipuglia, Goffredo Mameli e i giovanissimi eroi risorgimentali che hanno dato la vita per l'Italia, le decine di mi-gliaia di persone che non sono mai tornate dal-le trincee per difendere la terra dei padri, gli uomini in divisa che hanno combattuto il terro-rismo, un'altra arma utilizzata per strapparci la sovranità. No, nessuno può calpestare la no-stra indipendenza: è un valore che precede la stessa democrazia. Sogniamo un'Italia, insomma, che non faccia l'inchino. Ha portato male farlo all'Isola del Gi-glio, figurarsi alla Germania. E allora sceglia-moci un premier che non sia Schettino. So-gniamo un'Italia popolare costruita intorno ai valori della famiglia, della centralità della per-sona, della sacralità della vita, della sussidia-rietà, dell'equità e della solidarietà verso i più deboli, Un'Italia popolare che chieda al Ppe di concretizzare la sua carta dei valori, mettendo all'angolo finanza e burocrazia, e di non farsi

superare dal socialista Hollande. Un'Italia che chieda più Europa, ma dei popoli, della cultura, delle patrie. Dell'altra non sappiamo che farce-ne. Sogniamo un'Italia che alzi la testa di fron-te a questa crisi maledetta, che torni a produr-re e a crescere. Perché bisogna avere il corag-gio di dire che se l'economia è ferma e tu con-tinui ad aumentare le tasse a un certo punto ti ritrovi a tassare la povertà, mentre quello che dovresti fare è produrre ricchezza per poi po-ter tassarla. Certo, lo spread è sceso, ma è una vittoria così significativa? Si può dire davvero che si sta vincendo perché si abbassa il differenziale con i bund tedeschi quando aumentano le tasse, il debito pubblico, la disoccupazione e crollano i consumi e il PIL? Sogniamo un'Italia credibile sullo scacchiere internazionale, capace di pre-tendere e ottenere, adesso, il ritorno in patria di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone! Non è più tollerabile da parte dell'India la vio-lazione del diritto internazionale e da parte del governo italiano l'incapacità di far valere le proprie ragioni. Ma se qualcuno pensa che ci si possa dimenticare dei nostri due marò, beh si sbaglia di grosso. Noi non dimentichiamo e li rivogliamo a casa. Sogniamo un'Italia che rico-nosca i poteri forti, non li criminalizzi, ma non li faccia comandare. E sogniamo un'Italia dove la massoneria, visto che è ovunque, conceda almeno la par-condicio ai non massoni. E' una richiesta di buon senso, siamo stanchi di essere discriminati. Sogniamo un'Italia nella quale lo Stato esca dal mercato di beni e servi-zi. La macchina pubblica deve svolgere poche cose, quelle che le riescono bene, e a un giu-sto costo, senza abbandonare le funzioni vitali: sanità, giustizia, istruzione, sicurezza, difesa, servizi essenziali e strategici. Il resto deve andare alla libera concorrenza. Sogniamo un'Italia amica dei giovani che introduca in Costituzione il principio di equità tra le generazioni e la valutazione d'impatto generazionale per le leggi in via di approvazione, per stabilire che nessuno può vivere al di sopra delle proprie possibilità a scapito di chi verrà dopo,…. Segue a pag 5

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La trascrizione integrale del discorso tenuto da Giorgia Meloni ….

….come avvenuto negli ultimi decenni. Nessu-no potrà mai più mangiare al ristorante e, al momento del conto, dire all'oste: pagherà chi verrà tra vent'anni. Sogniamo un'Italia che revochi le pensioni d'oro, retaggio della prima Repubblica, pagate con i soldi pubblici. Non ci possono essere più privilegi che resistono nella r i v o l u z i o n e s o c i a l e i n a t t o . Certo, lo spread è sceso, ma è una vittoria così significativa? Si può dire davvero che si sta vincendo perché si abbassa il differenziale con i bund tedeschi quando aumentano le tasse, il debito pubblico, la disoccupazione e crollano i consumi e il PIL? Sogniamo un'Italia credibile sullo scacchiere internazionale, capace di pre-tendere e ottenere, adesso, il ritorno in patria di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone! Non è più tollerabile da parte dell'India la vio-lazione del diritto internazionale e da parte del governo italiano l'incapacità di far valere le proprie ragioni. Ma se qualcuno pensa che ci si possa dimenticare dei nostri due marò, beh si sbaglia di grosso. Noi non dimentichiamo e li rivogliamo a casa. Sogniamo un'Italia che rico-nosca i poteri forti, non li criminalizzi, ma non li faccia comandare. E sogniamo un'Italia dove la massoneria, visto che è ovunque, conceda almeno la par-condicio ai non massoni. E' una richiesta di buon senso, siamo stanchi di essere discriminati. Sogniamo un'Italia nella quale lo Stato esca dal mercato di beni e servi-zi. La macchina pubblica deve svolgere poche cose, quelle che le riescono bene, e a un giu-sto costo, senza abbandonare le funzioni vitali: sanità, giustizia, istruzione, sicurezza, difesa, servizi essenziali e strategici. Il resto deve an-dare alla libera concorrenza. Sogniamo un'Ita-lia amica dei giovani che introduca in Costitu-zione il principio di equità tra le generazioni e la valutazione d'impatto generazionale per le leggi in via di approvazione, per stabilire che nessuno può vivere al di sopra delle proprie possibilità a scapito di chi verrà dopo, come avvenuto negli ultimi decenni. Nessuno potrà mai più mangiare al ristorante e, al momento del conto, dire all'oste: pagherà chi verrà tra

vent'anni. Sogniamo un'Italia che revochi le pensioni d'oro, retaggio della prima Repubbli-ca, pagate con i soldi pubblici. Non ci possono essere più privilegi che resistono nella rivolu-zione sociale in atto. Quelle che superano una determinata soglia devo-no essere calcolate col metodo contributivo. Sognia-mo un'Italia che sconfigga l'evasione fiscale delle grandi realtà economiche, il lavoro sommerso e l'e-conomia criminale. Nella quale si possa chiedere che le banche paghino le tasse, come tutti, e, se evadono, vengano punite con interessi appropriati, oppure commissariate. Perché è inaccettabile, men-tre il governo dei tecnici istituisce fondi di garanzia pubblici agli istituti di credito con soldi reperiti tas-sando la povera gente, scoprire che le banche han-no evaso per cinque miliardi di euro e ne hanno sborsato uno solo, patteggiando con lo Stato. Basta. Ma perché lo stato deve continuare ad aiutare le banche se le banche non aiutano gli italiani? Pren-dano rischi investendo sulle imprese o su qualche giovane talento e non giocando con i titoli tossici, inquinando l'economia e i risparmi degli italiani. Sogniamo un'Italia che riesca finalmente ad offrire alternative a chi vede nell'aborto l'unica soluzione alla propria gravidanza. Nella quale la scienza sia al servizio dell'uomo e non viceversa. Nella quale la fine di una vita non sia stabilita dalla sentenza di un tribunale e alle giovani coppie che scelgono la re-sponsabilità del matrimonio venga offerta una mano d'aiuto. Un'Italia nella quale la maternità non sia un lusso per pochi, ma l'architrave di una nazione con una lunga e gloriosa strada ancora da percorrere. Questo è quello che vogliamo costruire. Ma non vogliamo neanche sottrarci alle domande più gettonate. Sono giorni che ci si domanda: state con Monti? State con Berlu-sconi? Fate un vostro partito? E allora rispondiamo insieme Guido, vieni qui, avvicinati. Prima risposta: no, non stiamo con Mario Mon-ti, per i tanti motivi che abbiamo elencato fino-ra. Per quello che ci riguarda, su questo tema ci sentiamo perfettamente rappresentati dall'intervento tenuto la scorsa settimana alla Camera dei Deputati dal segretario Angelino Alfano, in seguito al quale… Segue a pag 6

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La trascrizione integrale del discorso tenuto da Giorgia Meloni ….

...il Presidente del Consiglio si è recato al Qui-rinale. L'operato di questo governo è pieno di falle e il solo miglioramento dello spread, parametro che interessa più la finanza che le famiglie, non può essere sufficiente a trasformare tante, troppe persone in veri e propri hooligans del professore. E quelli che auspicano la sua nuo-va leadership dell'intero centrodestra, soprat-tutto nel pdl, ci lasciano francamente di sasso. Perché la guida di uno schieramento conserva-tore, liberale, cattolico, identitario, laico e ri-formista è qualcosa di più ampio di una ottima conoscenza della macroeconomia e della finan-za o di una maniacale attenzione per il 'rigore', che sono gli elementi che caratterizzano Mario Monti. Dove sono gli altri valori che hanno fon-dato il popolarismo europeo: Famiglia, solida-r i e t à , s u s s i d i a r i e t à ? Seconda risposta: a noi non serve Monti per ribadire a Berlusconi, che ringraziamo sincera-mente per quello che ha fatto fin qui, che sa-rebbe un errore decisivo la sua ricandidatura alla Presidenza del Consiglio. Perché ricordia-mo di come spiazzò tutti quando, oltre un an-no fa, mise in campo un quarantenne, deci-dendo di fare l'allenatore invece che il centra-vanti. E noi riteniamo che la strada da perse-guire sia confermare quella scelta. Terza rispo-sta: Noi vogliamo un luogo giusto dove poterci battere, dove poter trasformare i sogni in real-tà. Se questo luogo è il Popolo della Libertà è lì che staremo ed è lì che lotteremo. Ma vogliamo saperlo, subito, perché il balletto a cui stiamo assistendo ci ha consumati. Non vogliamo dare ultimatum perché non è nel nostro stile, ma se il Popolo della Libertà non è questo luogo allora noi siamo pronti a costruirne uno, con le idee che avete ascoltato e con i sentimenti che si addensano in que-sto auditorium. E con tutti coloro che vorranno darci una mano. A partire da domani. Ma voglio dire una cosa importante, per concludere: noi sentiamo ad-dosso la responsabilità di un pezzo di storia italiana che deve preservarsi e rigenerarsi. Vogliamo fare la nostra parte, sapendo che oggi non ci sono certezze

per nessuno. Significa che chi decide di starci lo fa per un'idea, non per un posto. Per dirla con le parole del buon vecchio Clint Eastwood "chi vuole una garanzia, si compri un tostapa-ne". In ogni caso, ci sarà da lottare duramente per convincere in così poco tempo gli italiani a se-guirci su quella strada. Spero che nessuno de-gli uomini e delle donne che sono in questo auditorium si lascerà spaventare dalla batta-glia. E se accadrà, nessun rimorso… Direbbe San Francesco: "cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e alla fine vi scoprirete a fare l'impossibile.

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La nostra comunità militante saluterà tutti gli amici giovedi 20 dicembre alle 19:30

presso la sede di ALLEANZA PER CASORIA in via T. Tasso n°16.

PER GLI AUGURI DI NATALE …

Senza PAURA!