AirPlus Travel Management Study 2010

18
AirPlus International Travel Management Study 2010 Un raffronto delle tendenze globali, dei costi e della gestione dei viaggi d’affari.

description

Sesta edizione dell\'AirPlus International Travel Management Study

Transcript of AirPlus Travel Management Study 2010

Page 1: AirPlus Travel Management Study 2010

AirPlus International Travel Management Study 2010Un raffronto delle tendenze globali, dei costi e della gestione dei viaggi d’affari.

Page 2: AirPlus Travel Management Study 2010

USA

Messico

Brasile

NorvegiaSveziaFinlandiaRegno UnitoDanimarcaPaesi BassiBelgioGermaniaAustriaSvizzeraFranciaSpagnaItalia

RepubblicaSudafricana

Cina

Australia

Singapore

Un totale di 1700 Travel Manager provenienti da 20 mercati mondiali per i viaggi d’affari ha partecipato al sesto AirPlus International Travel Management Study.

Page 3: AirPlus Travel Management Study 2010

3 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

I Travel Manager oggi sono consapevoli della ritrovata valorizzazione del loro ruolo

Cari lettori,

Abbiamo il piacere di presentarvi la sesta edizione dell’AirPlus International Travel Management Study. Nello studio di quest’anno sono stati inseriti il Belgio e quattro Paesi nordici: Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, per un totale di 1700 Travel Manager intervi-stati, rendendolo quindi lo studio più ampio e completo nella storia del corporate travel a livello mondiale.

Lo studio dell’anno scorso vedeva la luce al culmine del periodo di recessione. Quest’anno ci sono chiari segnali di ripresa, anche se si tratta pur sempre di una ripresa parziale. Appena poco più di un terzo degli intervistati (35%) prevede un aumento del volume dei viaggi nei prossimi 12 mesi. È anche vero che solo il 14% degli intervistati prevede di viaggiare meno, ma rimane pur sempre per differenza un 51% di intervistati che prevedono una situazione invariata nell’anno che verrà.

Confido nel fatto che i segnali di crescita saranno più numerosi al momento di pubblicare la settima edizione del nostro studio nel 2011. Tuttavia ci sono veramente segnali di cambiamenti a lungo termine già in atto. Nei mercati altamente sviluppati dal punto di vista dei viaggi d’affari, primi tra tutti gli USA e l’Europa occiden-

tale, si prevede che il ritmo di crescita sarà più lento rispetto al culmine raggiunto cinque anni fa. Nei nuovi mercati come la Cina, da cui proviene un gruppo di Travel Manager intervistati per il presente studio, il numero di viaggi effettuati dalle aziende è destinato a salire rapidamente.

Poiché alcuni Paesi come la Cina spendono di più per i viaggi d’affari, in futuro investiranno anche maggiore tempo e risorse per gestirne i costi. Tuttavia lo studio di quest’anno evidenzia il notevole margine per le aziende di migliorare la loro struttura di travel manage-ment, a prescindere dal Paese in cui hanno la loro sede o dal loro volume di spesa. A titolo di esempio, il 61% di tutti gli intervistati pensa di poter risparmiare ancora qualcosa nelle spese per i viaggi aerei, ma la percen-tuale di aziende che dispone di direttive relative a tutti gli aspetti del loro programma viaggi è scesa dal 70% al 64%.

Se qualcosa di positivo è scaturito dalla recessione, questo è stato sicuramente lo stimolo ai Travel Mana-ger a controllare meglio i loro programmi di viaggio. Addirittura il 77% degli intervistati intende mantenere le politiche di riduzione delle spese introdotte negli ultimi due anni. C’è il pericolo che, con la fine della recessione, le aziende che non hanno avviato politiche di controllo strategico e mirato dei loro programmi si vedano precluse di nuovo molte opportunità. Sarà interessante vedere, l’anno prossimo, quante aziende avranno intrapreso e mantenuto la strada del cambia-mento.

Diane LaschetAmministratore Delegato Italia AirPlus InternationalSettembre 2010

Page 4: AirPlus Travel Management Study 2010
Page 5: AirPlus Travel Management Study 2010

5 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

Lo studio L’indagine è stata condotta nel 2010 dall’Istituto internazionale di ricerche di mercato 2hm, su inca-rico di AirPlus International. In totale sono stati intervistati 1705 Travel Manager nei seguenti Paesi: Australia, Austria, Belgio, Brasile, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Messico, Norve-gia, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica sudafri-cana, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Sviz-zera. La suddivisione in aziende con basso, medio o elevato volume di viaggi era sempre relativa al Paese specifico di provenienza. Ad esempio, in Italia per aziende con un limitato volume di viaggi si inten-dono quelle aziende il cui volume di spesa annuale è compreso tra 25.000 e 100.000 Euro, quelle medie hanno un volume compreso tra 0,1 e 0,5 milioni di Euro, le aziende con elevati volumi di viaggi spendono annualmente oltre 0,5 milioni di Euro. Negli Stati Uniti, invece, le aziende con volumi limitati si collocano in un range compreso tra 0,25 e 1 milione di dollari, i volumi medi si intendono compresi tra 1 e 10 milioni di dollari, i volumi elevati superano i 10 milioni di dollari.

I partner intervistati Nello studio gli intervistati sono sempre denominati “Travel Manager”, anche se spesso, ufficialmente, ricoprono un ruolo diverso nelle attività dell’azienda. La maggioranza degli intervistati (59%) lavora come segretario/a o assistente di direzione, anche se que-sta percentuale scende al 32% per gli intervistati operanti in aziende con elevati volumi di spesa.

10 % Consulente

59 % Assistente di direzione/Segretario-a

13 % Altro

9 % Responsabile Ufficio

9 % Direzione/ Amministra-tore Delegato

Qual è la sua funzione all’interno dell’azienda?

Page 6: AirPlus Travel Management Study 2010
Page 7: AirPlus Travel Management Study 2010

7 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

8 Riepilogo dei risultati

01 Numero di viaggi e relative spese

11 La ripresa – il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

12 La scelta dell’aereo 13 Tariffe negoziate in primis con gli hotel

02 Le direttive per i viaggi

16 Lo sviluppo delle direttive subisce una battuta d’arresto

17 I duri giocano ancora più duro 17 I Travel Manager fanno tesoro

dei vantaggi acquisiti con le direttive

03 Soluzioni e processi del travel management

19 Un’attenzione maggiore alla riduzione delle spese

19 Una maggiore gestione centralizzata dei programmi di viaggio

20 Ai Travel Manager piace analizzare i dati... 20 La fatturazione elettronica guadagna terreno

04 Il ruolo del Travel Manager e la situazione del travel management

23 La recessione alimenta il risparmio 24 Le aziende con elevati volumo di spesa

raccolgono i frutti della pressione sui costi 24 Più poteri, meno lamentele 27 Alla ricerca di maggiore supporto

05 Nuove sfide

29 Donazioni a compensazione delle emissioni di CO2: il treno perde velocità...

29 ...ma riprendono slancio le politiche verdi nel travel management

30 La sicurezza dei pagamenti con carta rimane in cima alle priorità

30 Anche la sicurezza dei viaggiatori è importante

33 Conclusioni

Indice

Page 8: AirPlus Travel Management Study 2010

AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 20108

Riepilogo dei risultati

La ripresa: buone e cattive notizieAppena poco più di un terzo dei Travel Manager di tutto il mondo prevede un aumento dei viaggi che i loro dipendenti effettueranno nei prossimi 12 mesi. Benché questa percentuale superi di gran lunga il numero di Travel Manager che prevede una diminuzione del volume di viaggi (14%), rimane pur tuttavia un 51% di intervistati che non prevede cambiamenti dopo un anno di drastici tagli ai viaggi in un numero considere-vole di aziende. Esistono variazioni notevoli da un mer-cato all’altro: in Europa solo il 27% prevede un aumento dei viaggi, ma negli Stati Uniti ben il 49% dei Travel Manager crede in questa evoluzione positiva.

I viaggi aerei sono la voce più importante nei budget di spesa per i viaggi…Il settore viaggi aerei rappresenta il 47% del budget medio di spesa per i viaggi; il 39% degli intervistati pre-vede un aumento delle spese aeree nel prossimo anno, l’aumento maggiore rispetto a qualsiasi altra voce di spesa per i viaggi. Le spese alberghiere rappresentano il 20% del budget, seguite dalle spese per il noleggio auto (10%), dalle spese ferroviarie (9%) e dalle spese per meeting e convention (8%).

… ma le aziende ottengono un numero mag-giore di tariffe negoziate con gli hotelAnche se i viaggi aerei sono considerati la spesa mag-giore, solamente il 59% dei Travel Manager dispone di tariffe negoziate con le compagnie aeree. Questo dato

è in aumento (+ 6 punti percentuali rispetto a due anni fa), ma sempre indietro rispetto alla voce hotel, con i quali il 69% degli intervistati dichiara di avere tariffe speciali negoziate. Oltre la metà delle aziende (52%) hanno inoltre tariffe speciali con le compagnie di noleggio auto.

Nessun miglioramento per quanto riguarda gli sconti praticati dai fornitoriNonostante la recessione abbia creato condizioni di mercato favorevoli per chi acquista, nel corso dell’ul-timo anno i Travel Manager non sono riusciti ad otte-nere percentuali di sconto migliori sulle tariffe corpo-rate. Lo sconto medio ottenuto per tariffe negoziate con le compagnie aeree e gli hotel è del 18%, per il noleggio auto è del 15% e raggiunge il 14% nel settore meeting e convention.

L’adozione di direttive per i viaggi non segna altri punti di vantaggio…La recessione non ha comunque impedito alla percen-tuale di aziende sprovviste di direttive per i viaggi di salire leggermente dal 21% al 23% rilevato quest’anno. Dalle risposte fornite in altre parti dello studio si evince che la maggior parte dei Travel Manager sta control-lando i programmi di viaggio. La somma dei dati otte-nuti evidenzia ancora un divario tra i Travel Manager che controllano efficacemente i programmi di viaggio all’interno della loro organizzazione aziendale e quelli il cui potere di controllo è ancora debole.

Come evolverà in futuro la quantità di viaggi d’affari?Totale: 100 %

40

23

35

2009

35

51

14

2010

57

348

2008

Non so/ Nessuna risposta

Diminuirà Rimarrà allo stesso livello Aumenterà

Page 9: AirPlus Travel Management Study 2010

9 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

... ma il gioco si fa più duro per chi è già in partitaTra le aziende che dispongono di direttive, l’88% afferma di controllarne anche l’ottemperanza da parte dei dipendenti in viaggio. Anche se la fase peggiore della recessione mondiale sembra ormai finita, il 45% dei Travel Manager prevede un ulteriore inasprimento delle direttive per i viaggi, un dato comunque in dimi-nuzione rispetto al 58% dell’anno scorso. Solo il 4% dei Travel Manager prevede un allentamento delle direttive.

La gestione centralizzata dei programmi di viaggioLa percentuale di aziende che dispone di una gestione centralizzata dei programmi di viaggio è balzata dal 63% al 70%. Tale crescita è particolarmente accentuata nelle aziende con volumi medi di spesa per i viaggi.

I Travel Manager continueranno ad attuare la loro politica di controlli anche dopo la recessionePer i Travel Manager la recessione ha avuto alcuni effetti positivi, in quanto li ha aiutati a trovare nuove strategie di risparmio sui costi (77% degli intervistati) che continueranno ad essere messe in atto anche con la ripresa economica. Inoltre il 69% degli intervi-stati ritiene che l’importanza del suo ruolo sia stata valorizzata.

I Travel Manager diventano dei dipendenti con potere Sulla base di alcuni quesiti relativi alle necessità di tempo e di potere decisionale in seno all’azienda,

nell’identikit del Travel Manager individuato nella cate-goria del “dipendente con potere” rientra oggi una per-centuale maggiore di intervistati rispetto a due anni fa (con un aumento dal 33% al 45%), mentre i cosiddetti “superlavoratori stressati” sono scesi dal 26% al 18% .

Tiene la compensazione delle emissioni di CO2 e aumentano le politiche verdiDopo una crescita ininterrotta per due anni, la percen-tuale di aziende che compensa le proprie emissioni prodotte dai viaggi è rimasta sostanzialmente stabile (17% contro il 19% dell’anno scorso). Inoltre il 21% delle aziende prende in considerazione la protezione del clima nelle proprie direttive per i viaggi e il 16% dichiara di volerlo fare nei prossimi 12 mesi. I dati numerici relativi a direttive rispettose dell’ambiente sono molto più elevati in Scandinavia, in Brasile e nel Regno Unito rispetto agli altri Paesi.

La sicurezza dei pagamenti con carta, un tema di grande attualità La sicurezza dei pagamenti effettuati con carta interessa molto i Travel Manager; il 73% ritiene che il potenziamento della sicurezza delle transazioni con carta di credito sia una questione di particolare importanza nei viaggi d’affari.

Com’è ripartito il budget per le spese di viaggio nella sua azienda? Totale: 100 %

47 % Voli

8 % Meeting e Convention

6 % Altre spese

20 % Hotel

9 % Treno

10 % Noleggio auto

Page 10: AirPlus Travel Management Study 2010
Page 11: AirPlus Travel Management Study 2010

11 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

Considerazioni generali Poco più di un terzo dei Travel Manager (35%) prevede un aumento del numero di viaggi della propria azienda nei prossimi 12 mesi, mentre il 14% si aspetta una riduzione e il 51% non prevede alcun cambiamento. Le previsioni di crescita dei viaggi sono molto più ridotte in Europa rispetto al resto del mondo. Le maggiori perplessità sulla possibilità di crescita nel numero di viaggi e nelle relative spese riguardano il settore aereo, ma le aziende hanno maggiori possibi-lità di ottenere tariffe negoziate con gli hotel piuttosto che con le compagnie aeree. La percentuale di sconto concessa ai clienti aziendali dai fornitori di servizi di viaggi non è aumentata negli ultimi due anni di con-giuntura economica negativa.

La ripresa: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?Se l’aumento del numero di viaggi d’affari è conside-rato il sintomo di un’economia in ripresa, allora sia gli ottimisti che i pessimisti troveranno riscontri validi a supportare le loro tesi nei risultati dell’AirPlus Interna-tional Travel Management Study di quest’anno. Gli otti-misti punteranno sulla percentuale confortante di Tra-vel Manager (35%) che prevede un aumento dei viaggi

nella loro azienda nei prossimi 12 mesi, percentuale in netto aumento rispetto al 23% dell’anno scorso, anche se non al livello del 57% rilevato prima dell’ini-zio della recessione due anni fa.

Previsioni di “ calma piatta” per il mercato a lungo termineD’altro canto, i pessimisti insisteranno su quel 51% di Travel Manager che non prevede un aumento del volume di viaggi e che, sommato al 14% di coloro che prevedono una diminuzione ulteriore, porta a conclu-dere che i due terzi delle aziende non prevedono alcun miglioramento. Alcuni indizi evidenziano sicura-mente il fatto che la crescita nei viaggi d’affari non sarà così sostenuta come prima della recessione. L’anno scorso il 40% dei Travel Manager dichiarava di prevedere stabilità nei loro volumi di viaggi, mentre l’anno prima questa percentuale si assestava al 34%.

Questa tendenza suggerisce il fatto che il mercato si stia appiattendo a lungo termine, il che potrebbe essere motivo di preoccupazione per i fornitori, anche se questi saranno lieti di apprendere che la percentuale di coloro che prevedono una riduzione del volume dei viaggi (14%) è di molto inferiore a quella dell’anno scorso (35%).

Una lenta ripresa in EuropaL’Europa è molto meno ottimista rispetto agli altri continenti. Solo il 27% degli intervistati europei pre-vede un aumento dei viaggi, un dato che deve raffron-tarsi con il 49% dei Travel Manager statunitensi. Que-sta tendenza non fa altro che confermare i riscontri oggettivi ottenuti da altre fonti, secondo cui il mer-cato dei viaggi d’affari negli USA sta uscendo dalla recessione molto più in fretta dei Paesi che si affac-ciano sull’altra sponda dell’Atlantico. Al momento della stesura del presente studio, l’Europa risulta essere l’unica area dove compagnie aeree subiranno perdite collettive nel 2010 secondo le previsioni dell’International Air Transport Association.

01 Numero di viaggi e relative spese Le previsioni di crescita dei viaggi sono molto più moderate in Europa rispetto agli altri Paesi del mondo.

Come evolverà la spesa per i viaggi d’affari all’interno della sua azienda?Totale: 100 %

58

30

39

2535

48

10 33 15

2008 2009 2010

Non so/ Nessuna risposta

Diminuirà Rimarrà allo stesso livello Aumenterà

Page 12: AirPlus Travel Management Study 2010

AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 201012

Focus ItaliaCon il 18% dei Travel Manager che si aspettano una crescita della spesa per viaggi d’affari nei prossimi mesi l’Italia appare meno ottimista dell’Europa (25%). Meno Travel Manager italiani si aspettano un aumento della spesa per i pernottamenti in hotel (13%), viaggi in treno (11%) e Meeting & Conventions (10%) rispetto alla media dei Travel Manager europei (rispettivamente 23%, 21% e 18%). Aspettative simili invece per quanto riguarda l’aumento della spesa per voli e autonoleggio.

La scelta dell’aereo Il 38% dei Travel Manager prevede l’acquisto di un maggior numero di biglietti aerei da parte della loro azienda nei prossimi 12 mesi. Si tratta di un aumento più consistente rispetto alle altre sottocategorie, anche se la percentuale di intervistati che prevedono un numero maggiore di prenotazioni alberghiere segue a stretto giro (32%). Ancora una volta sono gli Stati Uniti a guidare la classifica (52%) dei Paesi che prevedono un aumento dei viaggi aerei, distac-cando di molto l’Europa (32%). Nella previsione di un aumento dei viaggi aerei, alcuni Paesi europei evidenziano percentuali molto basse, ad esempio la Francia (20%) e il Belgio (26%). Ciò lascia intendere che il clima di austerità rimarrà costante in quei Paesi almeno per un altro anno.

A livello globale, rimane la tendenza per un numero maggiore di Travel Manager di non prevedere cam-biamenti nel loro volume di viaggi aerei per l’anno a venire (48%), rispetto a coloro che ne prevedono l’aumento (38%) o la diminuzione (12%). Ancora una volta gli ottimisti potranno intravedere segnali inco-raggianti in tali dati numerici, e cioè che la propor-zione tra coloro che prevedono un aumento dei viaggi aerei e coloro che prevedono una diminuzione è di 3 a 1.

La tendenza di massima è analoga anche per i settori noleggio auto, treno e meeting e convention. Un dato notevole per il settore ferroviario è rilevabile in Bel-gio, Paese “new entry” nello studio di quest’anno, dove il 31% dei Travel Manager prevede un aumento del numero dei viaggi in treno. Questo dato è la per-centuale massima rilevata rispetto a qualsiasi altro

Paese, e quasi sicuramente scaturisce dalla recente apertura di un collegamento ferroviario ad alta velo-cità tra Bruxelles e Amsterdam. Questo è un dato particolarmente rilevante perché per in Belgio le pre-visioni di crescita del volume di viaggi aerei sono ben al di sotto della media.

Spesa e volume perfettamente allineatiLa percentuale di Travel Manager che prevedono un aumento delle spese per i viaggi aerei è del 35%, in crescita rispetto al 25% dell’anno scorso, ma ben al di sotto del 58% di due anni fa. Questa percentuale rispecchia perfettamente le aspettative relative all’aumento del volume delle transazioni.

I viaggi aerei sono la maggiore fonte di preoccupazioneCome per il volume dei viaggi, le preoccupazioni principali relative all’aumento delle spese riguardano ancora una volta i viaggi aerei. Il 39% degli intervi-stati prevede un aumento delle spese aeree. Segue distaccato di poco il comparto alberghiero (32%), quindi il settore meeting e convention con il 23%.

I motivi per cui il settore aereo è in vetta alla classi-fica potrebbero essere in parte le preoccupazioni risentite dalle compagnie aeree per le politiche di consolidamento, a seguito dell’annuncio di impor-tanti fusioni su entrambe le sponde dell’Atlantico. È inoltre diffusa l’opinione che le compagnie aeree non intendano sicuramente mettere a repentaglio i progressi compiuti quest’anno sul fronte dei prezzi, mettendo in gioco nuove consistenti potenzialità con la ripresa del settore viaggi dopo la recessione.

Tuttavia il motivo principale delle preoccupazioni puntate sul settore aereo potrebbe essere ben più semplice, e cioè che le aziende spendano di più per i voli rispetto a qualsiasi altra componente del viag-gio. I viaggi aerei coprono il 47% del budget medio di spesa per i viaggi dichiarato dai partecipanti allo studio, valore che sale al 53% per l’Italia, una percen-tuale di gran lunga superiore alle spese per hotel (20%), noleggio auto (10%), treno (9%) o meeting e convention (8%). Queste percentuali sono quasi iden-tiche anche scorrendo i vari livelli di spesa per viaggi.

Page 13: AirPlus Travel Management Study 2010

13 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

Basta tagli al budgetA livello globale, solo il 15% degli intervistati prevede una diminuzione delle spese nei prossimi 12 mesi, e questo dato varia di poco da una subcategoria all’al-tra. Ad esempio, il 15% prevede una diminuzione delle spese per i viaggi aerei e il 14% prevede una riduzione delle spese per gli hotel. Risulta evidente che le aziende non prevedono di tagliare le spese per i viaggi il prossimo anno, e ciò non sorprende visto che sono in pochi a prevedere di viaggiare meno.

Tariffe negoziate in primis con gli hotelMolte aziende intervistate ai fini dello studio nego-ziano accordi con i fornitori di servizi di viaggio. Ben il 69% dichiara di avere tariffe speciali con gli hotel, seguiti dalle compagnie aeree (59%) e dalle compagnie di noleggio auto (52%). È sorprendente notare che sono più numerosi gli accordi con gli hotel piuttosto che con le compagnie aeree, anche se la spesa per i viaggi aerei è più del doppio rispetto a quella per le prenotazioni alberghiere. Esistono molte ragioni per spiegare questo fenomeno, prima fra tutte probabilmente il fatto che gli hotel risentono di più della concorrenza dei singoli mercati, mentre molte rotte aeree sono servite da una sola o da due compa-gnie aeree, che sono quindi meno motivate a conce-dere sconti a i clienti corporate.

Un’altra valida spiegazione è che anche le aziende con un basso volume di spesa per i viaggi possono disporre di un potenziale di spesa piuttosto elevato

per il settore ricettivo, in un numero ristretto di mer-cati, ad esempio nella zona in cui hanno la loro sede principale. Ne consegue che tali aziende sono “cor-teggiate” dagli hotel, anche se non effettuano abba-stanza voli per poter ottenere tariffe aeree agevolate. Dall’ulteriore analisi dei dati si rileva che il 65% delle aziende con bassi volumi di spesa dispone di tariffe alberghiere privilegiate, ma solo il 49% ottiene tariffe negoziate per i viaggi aerei. Tale divario è minore per le aziende con elevati volumi di spesa: l’81% dispone di tariffe alberghiere speciali e il 79% ha tariffe nego-ziate con le compagnie aeree.

Decollano le tariffe negoziate per i viaggi aerei…È comunque interessante notare che, a prescindere dal loro volume di spesa, il numero di aziende che dispone di tariffe negoziate per i viaggi aerei è aumentato negli ultimi due anni (2008: 53%), mentre per gli hotel quest’anno c’è stata una diminuzione del 4%. Tra le possibili spiegazioni potrebbe esserci la maggiore propensione delle compagnie aeree a con-cedere tariffe speciali ai clienti minori durante un periodo di crisi economica, oppure il numero mag-giore di Travel Manager che sceglie le migliori offerte scontate disponibili per gli hotel.

… mentre rimangono in stallo quelle per i meetingUn settore di spesa in cui le aziende sembrano aver subito una battuta d’arresto è quello dei meeting e convention. Solo il 38% degli intervistati dichiara di avere tariffe speciali negoziate; questa percentuale

Quali percentuali di sconto ha ottenuto l’anno scorso nelle tariffe negoziate con i fornitori? in %

15

18 18

Voli Hotel Noleggio auto

13

Treno

14

Meeting e Convention

2010

Negozia con i fornitori per ottenere tariffe speciali per la sua azienda?Totale: 100 %

43

5259

39

69

27

Voli Hotel Noleggio auto

10

18

72

Treno

755

38

Meeting e Convention

Non so/ Nessuna risposta

No Sì

Page 14: AirPlus Travel Management Study 2010

AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 201014

è rimasta quasi invariata negli ultimi tre anni. Chiara-mente le aziende con bassi e medi volumi di spesa arrancano di fronte a quelle con volumi più elevati di spesa; il 51% di queste ultime dispone di tariffe nego-ziate. Tuttavia, il fatto che l’81% delle aziende con ele-vati volumi di spesa disponga anche di tariffe nego-ziate per gli hotel, spesso nella stessa sede che ospita i meeting, porta a pensare che ci sia ancora margine per migliorare il potenziale di negoziazione delle tariffe per meeting e convention, e questo per le aziende di qualsiasi livello di spesa.

Le percentuali di sconto rimangono invariate Un dato sorprendente che emerge dallo studio di quest’anno è la percentuale stabile di sconto ottenuto dai Travel Manager nella negoziazione di tariffe spe-ciali, a dispetto della recessione. Lo sconto medio per le tariffe aeree e alberghiere è del 18%, mentre è del 15% per il noleggio auto, del 14% per meeting e con-vention e del 13% per il numero esiguo di aziende che ottiene tariffe negoziate per i viaggi in treno.

Un’opportunità mancata?A livello aneddotico esistono molte storie di aziende che, a quanto pare, hanno ottenuto sconti molto più alti. Ciò porta a pensare che forse alcune aziende non si adoperano in modo attivo e strategico per ottenere tariffe agevolate dai fornitori dei servizi di viaggi, ma accettano invece gli sconti corporate minimi e non negoziati che i fornitori offrono comunque a tutte le aziende. Si tratta forse di un’occasione persa? Le aziende non riescono a far meglio perché non dispon-gono degli strumenti indispensabili per gestire la situazione, ad esempio di dati strutturati e accurati?

È difficile trovare una risposta a questa domanda, ma è sicuramente vero che i Travel Manager riconoscono la possibilità di risparmi più consistenti. Il 61% ritiene di poter risparmiare di più nei viaggi aerei, il 65% sugli hotel, il 48% sui meeting e convention e il 46% sul noleggio auto.

Il dato relativo al settore aereo è praticamente inva-riato rispetto all’anno scorso, e ciò suggerisce che i Travel Manager ritengono di poter fare di più per ottenere risparmi, a dispetto del fatto che il mercato si orienti di più in favore dei fornitori con la fine della recessione. Se i buyer ritengono di poter migliorare le tariffe anche in periodi in cui la legge della domanda e dell’offerta non è dalla loro parte, ciò significa che lo ritengono potenzialmente possibile migliorando il travel management, ad esempio utiliz-zando dati più accurati per rafforzare la loro posi-zione al tavolo dei negoziati.

Guardando all’Italia, i Travel Manager italiani nego-ziano di più con le compagnie aeree (83%) rispetto alla media dei Travel Manager europei (54%) mentre negoziano meno (64%) con gli hotel rispetto ai colle-ghi europei (71%). La più alta percentuale di rispar-mio con la negoziazione è relativa ai voli (32%), viaggi in treno (26%) e hotel (24%). L’85% dei Travel Mana-ger italiani si aspetta ulteriori risparmi sui voli e il 70% sugli hotel. Per tutti i servizi di business travel in Italia le aspettative di risparmio sono superiori a quelle europee.

Negozia con gli hotel per ottenere tariffe speciali per la sua azienda?Totale: 100 %

69 65

26

70

27 33 17

81

Tutte le categorie Basso Medio Elevato

Non so/ Nessuna risposta

No Sì

Negozia con le compagnie aeree per ottenere tariffe speciali per la sua azienda?Totale: 100 %

5949

37

61

39 49 20

79

Tutte le categorie Basso Medio Elevato

Non so/ Nessuna risposta

No Sì

Page 15: AirPlus Travel Management Study 2010

15 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

Più del 60% ritiene di poter ottenere ulteriori risparmi nei viaggi aerei.

Page 16: AirPlus Travel Management Study 2010

AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 201016

02 Le direttive per i viaggi È finita l’epoca in cui si doveva stringere la cinghia, ma il 45% degli intervistati ritiene tuttora che le direttive per i viaggi si inaspriranno ulteriormente.

Considerazioni generaliDopo il grande balzo in avanti dell’anno scorso, la percentuale di aziende che attua direttive per tutti gli aspetti relativi al viaggio è diminuita quest’anno dal 70% al 64%. La percentuale di aziende con bassi volumi di spesa e sprovvisti di direttive (32%) è molto più alta delle aziende con elevati volumi di spesa (14%). Tuttavia, le aziende che attuano direttive, a prescindere dal loro volume di spesa, ne verificano anche sicuramente l’ottemperanza (88%), mentre solo il 4% sta prendendo in considerazione l’ipotesi di allentare le direttive nei prossimi 12 mesi.

Lo sviluppo delle direttive subisce una battuta d’arrestoIn generale, lo sviluppo di direttive per i viaggi è uno strumento indispensabile per qualsiasi azienda che intenda gestire efficacemente le spese per i viaggi. Tuttavia, anche se la maggioranza delle aziende intervistate attua effettivamente delle direttive, non esistono segnali di diffusione generalizzata di tale politica. Se mai, la tendenza è contraria.

L’anno scorso la percentuale di aziende sprovviste di direttive era scesa dal 28% al 21%. Quest’anno è leggermente risalita al 23%. In particolare è diminuita la percentuale di intervistati che dichiarano di attuare direttive per tutti gli aspetti del viaggio (dal 70% al 64%), a seguito di un grande aumento due anni fa dal 57% al 70%, anche se coloro che attuano direttive solo per alcuni aspetti relativi al viaggio sono leggermente aumentati dall’8% all’11%.

Le percentuali sono diminuite a dispetto del fatto che i Paesi scandinavi, nuovo mercato nello studio di quest’anno, hanno la massima percentuale di aziende che attuano direttive per alcuni o per tutti gli aspetti del viaggio (89%). Ciò lascia pensare che una piccola percentuale di aziende potrebbe aver già ridimensionato i costi per i controlli nella linea delle priorità per il comparto viaggi, in conseguenza della recessione. Il dato suggerisce inoltre che molte aziende dispongono ancora di un margine di potenziamento dei controlli sui loro viaggi rispetto alla loro situazione attuale.

Mancanza di direttive anche per alcune aziende con elevati volumi di spesaLe direttive evidenziano quanto il volume di spesa faccia la differenza. L’80% delle aziende con elevati volumi di spesa dispone di direttive per tutti gli aspetti relativi al viaggio, rispetto al 57% delle aziende con bassi volumi. Viceversa, il 14% delle aziende con elevati volumi di spesa non attua direttive, rispetto al 32% delle aziende con bassi volumi. Ovviamente il dato relativo alle aziende con elevati volumi di spesa negligenti in fatto di direttive è il più sorprendente, se si considera quanto le spese per i viaggi abbiano un impatto notevole sui loro bilanci.

Page 17: AirPlus Travel Management Study 2010

17 AIRPLUS INTERNATIONAL TRAVEL MANAGEMENT STUDY 2010

I duri giocano ancora più duroConforta di più sapere che le aziende che dispongono di direttive si adoperano per gestirle seriamente: l’88% degli intervistati dichiara di controllarne l’ottemperanza da parte dei viaggiatori. Fa eccezione la Cina, un mercato ancora giovane per i viaggi d’affari: solo il 62% delle aziende cinesi effettua controlli.

Il 45% dei Travel Manager prevede un inasprimento delle direttive attuate dalla propria azienda, nei 12 mesi che verranno. Tale percentuale è in ribasso rispetto all’anno scorso (58%), periodo in cui le aziende, in fatto di stringere la cinghia, erano al culmine dei sacrifici. Il dato più sorprendente che emerge è che poco meno della metà ritiene di poter ancora trovare strategie per usare la mano pesante in fatto di direttive. Questa tendenza è particolar-mente accentuata tra le aziende con elevati volumi di spesa (57%) rispetto al 45% delle aziende con volumi medi e al 40% di quelle con bassi volumi di spesa. Poiché le prime di solito dispongono di programmi e processi con una gestione più effi-cace, hanno anche gli strumenti per individuare e attuare più facilmente le direttive.

I Travel Manager fanno tesoro dei vantaggi acquisiti con le direttiveA livello generale, comunque, i Travel Manager delle aziende che dispongono di direttive non mostrano alcuna intenzione di allentarle. Solo il 4% afferma di non escludere anche un ammorbidimento delle direttive, una percentuale praticamente invariata rispetto all’anno scorso (3%). Coloro che non prevedono cambiamenti sono balzati dal 38% al 49%. Sembrerebbe che quasi tutti i Travel Manager che sono riusciti ad effettuare migliori controlli durante la recessione intendano mantenere tale nuovo potere, come si deduce anche da altre risposte fornite nella sezione 4 (Ruolo del Travel Manager e situazione del travel management).

Guardando alle aziende italiane, complessivamente il 78% ha una travel policy (almeno in una se non in tutte le aree). In Europa il livello è appena inferiore, al 73%, anche se sono di più le aziende europee che prevedono una travel policy in tutte le aree (62%) cosa che in Italia avviene solo per il 43% delle aziende. Per quanto riguarda i controlli, in Italia il 95% delle aziende che hanno una travel policy ne verifica il rispetto.

La sua azienda dispone di direttive specifiche nella gestione dei viaggi?Totale: 100 %

Non so / Nessuna risposta

No Sì, ma non per

tutti gli ambiti Sì, per tutti gli

ambiti

6557

13

19

67

23

1110

32

6

14

80

Tutte le categorie Basso Medio Alto

Secondo lei, come evolveranno in futuro le direttive per i viaggi attuate dalla sua azienda?Totale: 100 %

58

38

45

43

49

2009 2010

Non so / Nessuna risposta

Rimarranno invariate Saranno più rigide Saranno meno rigide

Page 18: AirPlus Travel Management Study 2010