Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

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11 11 WWW.AGENDACOSCIONI.IT MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO V NUM. 11 SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNA Direttore Rocco Berardo “La scienza può catalizzare un cambiamento sociale senza prece- denti" in materia di droghe: parola di " The Lancet ", una delle più au- torevoli riviste scientifiche al mondo, che chiama alla mobilitazione la comunità medica contro la criminalizzazione dei consumatori. Proibizionismo significa più mafie, più violenza, più detenuti , più corruzione, meno giustizia, meno democrazia. E' una guerra contro i diritti umani di tutti gli abitanti del pianeta. Il Partito radica- le è impegnato, con la nonviolenza, perché questa guerra finisca. La scienza è un alleato prezioso, perché si basa sui fatti. In Messico, il proibizionismo ha scatenato la guerra civile: in 4 anni 28 mila morti Scientificamente antiproibizionisti

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Agenda Coscioni - novembre 2010

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WWW.AGENDACOSCIONI.ITMENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO V NUM. 11

SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNA Direttore Rocco Berardo

“La scienza può catalizzare un cambiamento sociale senza prece-denti" in materia di droghe: parola di "The Lancet", una delle più au-torevoli riviste scientifiche al mondo, che chiama alla mobilitazionela comunità medica contro la criminalizzazione dei consumatori.Proibizionismo significa più mafie, più violenza, più detenuti,più corruzione, meno giustizia, meno democrazia. E' una guerracontro i diritti umani di tutti gli abitanti del pianeta. Il Partito radica-le è impegnato, con la nonviolenza, perché questa guerra finisca.La scienza è un alleato prezioso, perché si basa sui fatti.

In Messico, il proibizionismo ha scatenato la guerra civile: in 4 anni 28 mila morti

Scientificamente antiproibizionisti

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Eutanasiala libertà in uno spotAssociazione Luca Coscionie Partito Radicale in Italiarompono il tabù (dellapolitica e non della gente).Bloccato dall'autorità per leComunicazioni australiane,lo spot sull'eutanasia,prodotto dall'associazioneExit international, è statomesso online sul nostro sito.Ora apriamo la raccoltafondi. Aiutaci: per ogni eurodonato, un euro destinatoalla sua diffusione. Laversione italiana dello spot èinterpretata dalla voce diToni Garrani. MarcoCappato: “Neanche il no delgarante ci fermerà.Trasmetteremo dall’estero esu internet”.

Guarda il video suwww.lucacoscioni.it/spot-eutanasia(consultabile anche per i non udenti e iciechi)

EUTANASIA

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Avvenire/1 “Pubblicità mortale. I radicali ci provano,contro cuore e legge”

Avvenire/2“Eutanasia, uno spot da bocciare”

Avvenire/3“C’è fame di cure, non di morte”

Maurizio Gasparri“Lo spot sull’eutanasia è intollerabile.L’eutanasia nel nostropaese è un reato.”

Eugenia Roccella“Non deve esistere diritto a morire”

on line www.lucacoscioni.it

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“Eutanasia:

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erno no”.

Lo spot per la

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LA NORMATIVAITALIANA SUGLISTUPEFACENTI

Claudia Sterzi

1975, Italia: le droghe diffuse sonofumo marocchino o indiano, erba,eroina, LSD, anfetamine, cocaina; perla legge italiana, che risale al 1954 e alcaso Montesi ( una ragazza mortadurante un festino sesso droga e rockand roll al quale partecipavanogiovani uomini politici D.C. ), non c'èdifferenza tra droghe leggere epesanti, né tra spacciatore econsumatore.Questa legge, superficiale eproibizionista, nel 1975 ha giàprodotto centinaia di morti e migliaiadi crimini, ed è in modo chiaro tra ifattori che facilitano lo strepitososuccesso commerciale dell'eroina daiceti alti ai bassi, dalle città ai paesi,fino a diventare la "piaga sociale" checonosceremo negli anni seguenti.

Analizziamo qualche dato, anche semolti dei dati, trattando di fenomeniillegali quindi clandestini, sono inrealtà stime; una relazione delMinistero degli Interni, che consideragli anni dal 1990 al 2006, ci dà ilnumero di 500.000 circatossicodipendenti segnalati, opersone segnalate cometossicodipendenti. Il 1990 è l’anno diemanazione della Iervolino Vassalli,legge proibizionista che distingue tradroghe e cannabis e tra consumatoree spacciatore, ma che, nel titolodedicato alla repressione dellesostanze illecite, inizia con le parole:“È vietato l'uso personale di sostanzestupefacenti o psicotrope” ( comma1, poi abrogato, per referendumradicale, vinto nel 1993 ). Dal 1990 al2006, la progressione è in nettaascesa, non solo nel numero deisegnalati, ma anche delle sanzionierogate. Dopo 15 anni diproibizionismo, il numero deisegnalati si è triplicato (12000 nel1990, 37000 nel 2006), il numerodelle sanzioni è quasi decuplicato(850 nel 1990 7200 nel 2006); fra letendenze degli ultimi anni, che sonotendenze non solo italiane, maeuropee e internazionali, si

confermano la diminuzione dell’etàdi approccio, l’aumento del consumodi cocaina e del consumo di droghesintetiche, il poliuso, cioè l’usocontemporaneo di sostanze diverse,legali ed illegali.L’Osservatorio europeo stima in 4,5milioni il numero di adulti che, inEuropa, ha consumato cocaina nel2008; la cocaina attualmente sicontende il secondo posto fra ledroghe più diffuse in Europa, dopo lacanapa e alla pari con le droghesintetiche. Il meccanismo attraverso ilquale l’uso di cocaina è statoincentivato da parte dei distributori èlo stesso già collaudato più volte,quello che permise una rapida ascesadel consumo di eroina negli anni ’70.D’improvviso vengono a mancare glialtri tipi di droga in commercio eviene proposto un nuovo prodotto aprezzo promozionale; in realtà ilmercato delle droghe illegali èsaldamente organizzato a livellomondiale e ben poco sfugge ad unferreo controllo centralizzato.Non stupiscono quindi i recentisequestri di psicofarmacicontrabbandati illegalmente ed usatiinsieme all’alcool; infatti la differenzatra psicofarmaco e sostanzapsicoattiva non c’è, psicofarmaci,droghe e doping sono sfaccettature diuno stesso mercato, quello chimico-farmaceutico; le prime droghe disintesi furono inventate nei laboratoridelle industrie farmaceutiche esarebbe assai ingenuo non ipotizzareuno scambio di informazioni traindustria legale e industria illegale.Le distinzioni classiche tra drogheleggere e pesanti, tra spacciatore econsumatore, tra droga dopingpsicofarmaci sono fuorvianti;distraggono.La distinzione tra uso e abuso nonviene sottolineata, mentre èfondamentale; non si può parlare ditossicodipendenza in presenza di unuso saltuario di farmaci o di droghe.

La legge che oggi, nel 2010, ciportiamo sulle spalle, modificata nel2006 dal decreto Fini Giovanardi

(vedi Box) non è molto migliore,anzi. Reintroducendo la confusionetra droghe leggere e pesanti haprodotto disinformazione, vicinanzadei mercati, oltre ad essere diincentivo per la vendita di droghepesanti, più leggere e comode datrasportare e più redditizie a parità dirischio. La distinzione traconsumatore e spacciatore restalegata ad una quantità troppo ridottadi sostanza, o di principio attivo, efacilmente il semplice consumatoredi cannabis viene etichettato cometossicodipendente.

Claudia Sterzi è segretariadell'Associazione RadicaleAntiproibizionista

www.antiproibizionistiradicali.blogspot.com

/In rete

Legislazione POLITICHE SULLE DROGHE

Dal “CasoMontesi” a oggi: è la stessa politica

TriplicatoDal 1990 al2006 dopo15 anni diproibizionismo,il numero deisegnalati perle forzedell'ordine ètriplicato:12000 nel1990,

37000 nel2006

Decuplicato

Dal 1990 al2006 ilnumerodelle

sanzioni èaddiritturadecuplicato850 nel

1990, 7200nel 2006

STADERINI: BASTA PROIBIZIONISMO,NON FUNZIONA E NON CONVIENE

I dati dell’Agenzia europea delledroghe confermano, se ancorace ne fosse bisogno, ilfallimento delle politicheproibizioniste. Il proibizionismonon funziona e non conviene,provocando immensi costi civili,economici, e sociali. È unaforma di repressione sociale dimassa che garantisce fiumi didenaro a terrorismo enarcomafie. Solo in Italia sonooltre 11 i miliardi di euroassicurati alla criminalità dalla

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ANTIPROIBIZIONISMO

È contenuta nel Dpr n. 309/1990, il«Testo unico delle leggi in materia didisciplina degli stupefacenti e sostanzepsicotrope, prevenzione, cura eriabilitazione dei relativi stati ditossicodipendenza». Il Testo unico hasubito notevoli modifiche nel tempo,alternando atteggiamenti più o menorigidi, di cui non è possibile dare contoin questa sede. Questa disciplinaaltalenante ha però recentemente vistoaccentuato l’approccio repressivo, inparticolare attraverso le modificheintrodotte dalla legge n. 49/2006, legge

di conversione del Decreto legge 30dicembre 2005, n. 272, emanato per ilfinanziamento delle Olimpiadiinvernali di Torino, e fortemente volutada Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi.Il nuovo assetto normativo, che si ponein sostanziale continuità con lacampagna proibizionista statunitensedella war on drugs, si caratterizza perl'inasprimento delle sanzioni per lecondotte di produzione,traffico,detenzione illecita ed uso di sostanzestupefacenti, e soprattutto perl’abolizione di ogni distinzione tra

Fra le tendenze degli ultimi anni siconfermano la diminuzione dell’età di approccio, l’aumento del consumo dicocaina e del consumo di droghe sintetiche

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Valentina Stella

Guido Blumir, sociologo epresidente del ComitatoLibertà e Droga, è intervenuto

nella seconda giornata del IXCongresso di Radicali Italiani, dal tema‘Antiproibizionismo! Legalità! Onestà!‘. Riportiamo di seguito uno stralciodel suo intervento: “ Cocaina: landrangheta incassa 30 miliardi di eurol’anno da questa robetta. Sapete ognimese quante persone vengonoarrestate a Reggio Calabria, dovepossono attraccare navi che possonocontenere anche mille tonnellate diquella roba? 6 in gennaio, 8 infebbraio, 11 in marzo. Ma c’è una basesolidissima per tutto questo: iconsumatori sono 1 milione. Chiconsuma in quantità industriali e chiuna volta a settimana. Ma la spesamedia di questo milione di personesono da 200 euro in su alla settimana.Tanto costano 2 o 3 grammi di cocainabuona. Ci sono le cifre di Lisbona suiconsumatori, ci sono le relazioniparlamentari sui consumatori: e lìstiamo, perché 30000 euro l’anno perconsumatore fanno 30 miliardi. Con30 miliardi si compra un terzodell’economia italiana, si compramezza Milano, si compra mezzaRoma. La marijuana costa meno, nonè necessario prenderla tutti i giorni, senon c’è non muore nessuno. Quindi10 miliardi è la cifra per i 4 milioni diconsumatori di canapa. Casomai lecifre sulla cocaina sono sottostimate:

pensate al consumo tra gli immigraticlandestini che non sono registrati danessuna parte. Quanto costano allostato le decine di migliaia, con picchidi 50 e 60 mila, di consumatori dimarijuana fermati, perquisiti, a cui èbuttata per aria la casa, cani anti droga,i mitra, gli zainetti, i motorini, lemacchine e magari due o tre giorni incaserma o in carcere perché queste cosesi fanno il venerdì e il sabato? Èabbastanza semplice: per una piccolaoperazione da 100 ore sono pochemigliaia di euro, ma per un’operazione

di due mesi per trovare 7 grammi condecine e decine di uomini, le unitàcinofile, i pedinamenti, gliaccertamenti e quanto altro: siamo sui20000 euro ad operazione; siccome leoperazioni sono 30000 all’anno, ilconto è presto fatto: soltanto per laparte polizia siamo a più di mezzomiliardo, sei, settecento milioni.Quanto costa il carcere, quantocostano i tribunali, quanto costa tuttoil sistema mostruoso, le prefetture ,migliaia di verbali e di carte? Non lo hacalcolato nessuno. Soltanto sulle uscitegrosse la relazione parlamentare di dueanni fa diede la cifra di un miliardo e

300 milioni di euro. E quanto costa iltribunale, il processo fino inCassazione? Noi calcoliamotranquillamente in 2 o tre miliardi dilire la spesa annua. I benefici dellalegalizzazione: uno, più denaro pertutti, i 10 miliardi di fatturato l’annodalla marijuana legale sono una nuovaindustria: agricoltura, trasporti,grossisti, negozi, bar, erboristerie, intempi di crisi sono un volano; due,posti di lavoro, 5000 punti venditalegali, nuovi, anche di nuovo tipo econ materiale informativo per chicompra, vogliono dire 20000 posti dilavoro; tre, più denaro dalle tasse, 10miliardi di euro, 2 miliardi di Iva, e x,y, miliardi da irpef, e quanto altro; 3bis, meno spese, 2-3 miliardirisparmiati ogni anno da questeoperazioni ridicole e criminali”. Laquestione economica, tuttavia, nonrappresenta l’unico elementofondamentale della discussione sulledroghe. Così conclude, infatti, ilprofessor Blumir: “L’argomentoeconomico è molto importantesoprattutto per un mondo che permetà è in crisi economica. Però nondobbiamo fissarci solo su questoperché domani potrebbe esserci unboom economico e le questionieconomiche passerebbero in secondopiano. Non dobbiamo dimenticarel’argomento principe: è lo Stato chenon può avere il diritto di perseguirein alcun modo i consumatori diqualche cosa che fa parte del loro stiledi vita”.

L’INTERVENTOIl professorBlumir

L’intervento al Congresso. IL PROFESSOR BLUMIR

Sotto lo scacco del narcotraffico

GuidoBlumir

Sociologo,presidentedel ComitatoScientifico“Libertà eDroga”.Autore eproduttore difiction TV findagli AnniSettanta, harealizzato ilfilm AmoreTossico(distribuitodallaGaumont).

Chi è

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on line www.lucacoscioni.it

droghe leggere, come lacannabis, e droghe pesanti,come eroina o cocaina.Questo spiega l’elevatissimapresenza ditossicodipendenti in carcere,ma anche l’elevata presenzadi soggetti condannati acondanne brevi obrevissime, in molti casianche inferiori all’anno, exart. 73 Tu, una norma cheprevede come pena lareclusione da sei a venti anni.

Di fatto il rischio a cui siamoesposti è quello di unapenalizzazione di massa deiconsumatori, che pur nonessendo tra le finalitàdichiarate dai promotoridella legge, è tra leconseguenze prevedibili ditutte le politiche ispiratealla war on drugs.

DA LIBRO BIANCO SULLA LEGGEFINI GIOVANARDI, REALIZZATO DAALESSIA SCANDURRA PERANTIGONE E FORUM DROGHE.

droga proibita, mentre quattromilioni sono i consumatoritrasformati in criminali, 250 milagli spacciatori e 28 mila i detenutiper violazione della legge suglistupefacentiNon ha alcun senso spenderemiliardi di euro per la lotta alladroga quanto la stessa Agenziadenuncia la mancanza di risorseper i trattamenti sanitari deitossicodipendenti.Il sottosegretario Giovanardi, poi,smetta di vantarsi per dei datiche sono scientificamente fasulli,visto che l’88% del campionedella sua indagine non harisposto alle domande.

I dati parlano chiaro: la malavita è il secondo stato economico,grazie ai proventi dei traffici illegali di droga, in Italia e all’estero.La legalizzazione li priverebbe del denaro e procurerebbe piùlavoro a tutti e meno spese graverebbero sui cittadini.

È lo Stato che non puòavere il diritto di perseguirein alcun modo iconsumatori

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ANTIPROIBIZIONISMO

Simonetta Dezi

Nel 1975 il commissario Enniodi Francesco e il leaderradicale Marco Pannella

avevano qualcosa in comune: entrambierano convinti che la legge sulla droga,allora in vigore, andava cambiata e cheil metodo repressivo non potevafunzionare per risolvere il problema.Quando il commissario fu costretto afar scattare le manette ai polsi diPannella che, mettendo in atto unadisobbedienza civile aveva fumato uno“spinello” in pubblico, decise, la serastessa dell’arresto, di inviargli in carcereun telegramma di solidarietà. Ecomincia così una piccola storia cheripercorriamo dopo oltre 35 anniinsieme ad uno dei protagonisti.

Commissario Di Francesco, cosaevoca per lei il nome Marco Pannella?Mi ricorda, con un misto di nostalgiaed emozione, tempi lontani,precisamente il luglio 1975 quando lasorte mi ha fatto incontrare questocarismatico “personaggio” che alloranon conoscevo. Ho vissuto, tramite lui,un’esperienza straordinaria che oggi,con la forza del tempo, credo abbiasegnato un mutamento importante nelmodo di affrontare la problematicadroga.

Lei lo ha arrestato...Sì, l’arresto di Pannella ho dovutoeffettuarlo in forza ad una legge, allorain vigore, che obbligava ad arrestare“chiunque comunque detengasostanze stupefacenti” e di fatto apriva,anche per consumatori casuali otossicodipendenti, spesso ragazzi, duesole vie obbligatorie: il carcere, perchécriminali, o il ricovero manicomiale,perché pericolosi per se stessi e per glialtri. L’incontro con Pannella e il suoarresto mi permise di mettere inevidenza tutta l’assurdità di questalegge, attraverso un telegramma,riservato, inviatogli a Regina Coeli, mache doveva restare l’espressione di unasolidarietà personale. Ingenuamentenon avevo tenuto conto dell’abilitàpolitica del “personaggio” che lo resesubito pubblico. Di qui il miotrasferimento immediato e la denunciaal magistrato nei miei confronti per“presunto reato” in queltelegramma. Ovviamente era unpretesto dell’amministrazione persbarazzarsi di un funzionarioscomodo: in quello stesso periodoavevo promosso conaltri “carbonari” il Movimento per la

democratizzazione e la riforma dellaPolizia.

Pentito?No. Per questo dico che esistonomomenti della vita in cui si è comespiritualmente guidati a fare qualcosaed oggi, tra gli eventi della mia nonfacile avventura professionale, ritengoche quell’episodio sia scaturito daquegli incontri di affinità o di catarsiche in fondo arricchiscono un po’ lasocietà di qualche cosa. Per cui sonoancor più convinto che l’idealità diPannella, in tutti i suoi comportamentisociali e politici che trascendono lecontingenze, stranamente andava acoincidere con la sensibilità e l’idealitàsociale di uno “sbirro” che appartenevaad un’istituzione di per se conservatrice,se non repressiva come la polizia , mache, per analogo sentire, era sulla stessalunghezza d’onda.

Parla di valori comuni …Ci sono valori spirituali esistenziali chevanno al di là degli stereotipi, inparticolare di quelli di poliziotto. Tant’èche quell’episodio per il clamore cheebbe e per gli interventi di riflessioneche ci furono a livello giuridico efilosofico - intervennero in sensopositivo verso di me il filosofo GuidoCalogero, il presidente della Corte

costituzionale Giuseppe Branca,Stefano Rodotà - accelerò l’iter didiscussione e approvazione, cheavvenne nel dicembre del ’75, dellanuova legge. Con le norme introdotte sieliminò un approccio meramenterepressivo e si introdusse maggiorattenzione per la prevenzione:insomma una nuova impostazione euna maggiore attenzione verso ilmondo della droga e una più incisivaazione di contrasto contro il traffico

delle organizzazioni criminali che siarricchiscono sulla pelle di tanti giovani.

Cosa aveva a che fare lei con il mondodella droga?

Come dirigente della “sezione narcotici” aGenova nel ’73 e poi a Roma avevodovuto applicare quella normaanacronistica e ingiusta a tanti ragazzicaduti nel tunnel della droga, inparticolare dell’eroina. Ero maturo dentroper cogliere la suggestione di MarcoPannella, pur non essendo ioassolutamente a favore dellaliberalizzazione della droga. Ne avevo vistidiversi naufragare e persino morire. Avevoquesta sensibilità sulla mia pelle. Questi

ragazzi non avevano altra colpa se nonquella di essersi imbattuti nell’ingannevoleideologia secondo cui nella drogaavrebbero trovato la liberazione dalloro malessere esistenziale. Un’ideologiameritevole forse di essere certoapprofondita, ma su cui si inserivanospietatamente le holding criminali, taloracon la sospetta connivenza di apparatiistituzionali dei paesi “produttori” didroga. La nostra polizia da una parte siconfrontava solo repressivamente conla realtà del consumo giovanile e dall’altranon era affatto organizzata in maniera dapoter minimamente scalfire il vero trafficodi droga nazionale e internazionale.

Si può dire che l’incontro con Pannella leha distrutto la carriera?No, ma certo non l’ha favorita: mi haattaccato addosso un’altra etichetta dipersonaggio gerarchicamente “nonaffidabile” e questo in un’amministrazionecome quella dipolizia non può esseretollerato. Il mio trasferimento dallasezione narcotici portò, dopo l’arresto diPannella, all’interruzione di un’indagineche proprio in quei giorni stavoconducendo sulla “banda dei marsigliesi”che si stava insediando a Roma percommettere reati che andavano dalsequestro di persona al trafficointernazionale di droga ed armi. Riusciicomunque a far ritardare il trasferimentodi un giorno e l’ultimo giorno arrestammodiversi marsigliesi con il più grosso

Ennio Di Francesco

Nasce nel1942 asant’Eufemiad’Aspromonte.Si laurea inleggeall’Universitàdi Genova conuna tesi incriminologia.Ufficiale deicarabinieri efunzionario dipubblicasicurezza èpromotorenegli anni ’70delMovimentoper lademocratizzazione e la riformadella Polizia.Ricopreincarichi dicapo dellanarcoticiprima aGenova e poia Roma.Lavora alministerodegli AffariEsteri, alministerodegli AffariSociali e allaPresidenza delConsiglio deiMinistri, poidirige l’UnitànazionaleEuropol.

Chi è

Io, lo "sbirro" chearrestò Pannella35 anni fa

Disobbedienze civili

✁Condannati

e assolti14 condannat

i in via definitiva; 17 assolti; 8

sottoposti a misure di restrizi

one delle libertà

personali; 9 coloro che hann

o ancora

procedimenti in corso. Questi sono alcu

ni dei dati

che riguardano i radicali prota

gonisti delle

disobbedienze civili, dal 1995

ad oggi, per

cambiare la legislazione vigente s

ulla droga.

Si inizia con la condanna def

initiva in Cassazione

a 4 mesi di reclusione inflitti a Marco Pannella,

per

fatti avvenuti nel 1995. Si con

tinua con 4 giorni di

galera per Marco Cappato: nel dicembre 2001, per

protestare contro una lunga s

erie d'arresti per

possesso di piccole quantità d

i droghe leggere,

avvenuti in Gran Bretagna in

quel periodo,

distribuisce cannabis insiem

e

all'europarlamentare britann

ico Chris Davies.

Viene condannato ad una multa di 100 ster

line

(circa 150 Euro) o sette giorni

di carcere, oltre alla

copertura integrale delle spese

processuali e di

polizia. Cappato paga tutte le

spese processuali e di

polizia, ma si rifiuta di pagare la multa: per

questo viene rinchiuso in cell

a.

Oggi ci sono ancora diverse ind

agini in corso,

soprattutto nei confronti di R

ita Bernardini, per

cessione di sostanze stupefac

enti. Per

approfondimenti consultare i seguenti link

:

old.radicali.it/view.php?id=4

8884

old.radicali.it/view.php?id=4

8978

www.radicali.it/organi/25pro

poste/21art.htm

http://old.radicali.it/view

.php?id=48884

Intervista al poliziotto dapprimacostretto da una legge "assurda" e poiperseguitato da una burocrazia ottusa

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on line www.lucacoscioni.it

quantitativo di eroina mai sequestratonella Capitale in quegli anni.Quell’indagine aveva peraltro toccatostrane connessioni tra criminalitàorganizzata, come la futura bandadella Magliana, e consorteriemassoniche. Ci furono poi manifestazioni in suosostegno anche da parte radicale.Marco Pannella, che passò primadell’arresto alcune ore nel mio ufficiorespirando l’atmosfera diquell’indagine, dovette rendersi contodel danno provocatomi. Arrivò alministero una lettera di Spadaccia chespiegava che il telegramma era statoreso pubblico per sbaglio el’indomani, mentre venivo trasferito,

ci fu una manifestazione sotto laquestura di Roma in mio sostegno. E’significativa la foto pubblicata poi daPanorama con una ragazza ( mipiacerebbe rintracciarla) che porta uncartello con la scritta “Di Francesco ècolpevole di pensare”. Il dibattitofilosofico-culturale apertosinell’opinione pubblica sul fatto cheun funzionario, pur applicandorigorosamente una legge ne avevadenunciato l’incongruenza, portòanche il ministero a non insistere sulladenuncia. Peraltro il magistrato labloccò, com’era prevedibile, perinsussistenza di alcun reato. L’obiettivogerarchico di eliminarmi già alloraquindi non riuscì.

Quel telegramma le valse non solol’allontanamento ma fu anchedefinito sindacalista di sinistra eaddirittura filo-radicale, due etichettepolitiche che nonsembrano appartenerle.L’applicare etichette su qualcuno cheappare dissonante rispetto alle verità diun “sistema” basato su piùtranquillizzanti culture e poteritradizionali è“paradossalmente” fisiologico. Ciòrivela, al di là del mio caso, unadifficoltà reale ainterpretare il concetto di “senso diservizio verso la collettività” cometendenza esistenziale

autonoma inquadrabile in unaconcezione trascendente, verso unavisione di rispetto assoluto dellapersona. In fondo una visione allaTiziano Terzani, alla Aldo Capitini, eperché no, alla Marco Pannella.

La legge poi, proprio nel 1975, vennemodificataSì, ma le modifiche introdussero, quasia compensazione frettolosa, ilconcetto quasi di “un diritto adrogarsi” attraverso la dizioneequivoca di non punibilità per“modica quantità”. Questo hadeterminatouna complicata gestioneapplicativa e giuridica, portando anchea incertezze ed eccessi

giurisprudenziali. Per taluni, adesempio, è diventata modicaquantità la detenzione di chili diqualsiasi sostanza, anche cocaina,per uso prolungato nel tempo. E’stato pertanto facile, poi, colmutare di ideologie filosofiche epolitiche tornare a una concezionerigida come quella della leggeattuale, abolendo ogni distinzionetra droghe leggere e pesanti,creando meccanismi di difficileapplicazione e dando unapproccio sostanzialmenterepressivo, psichiatrico edepidemiologico del fenomeno piùche di analisi olistica edesistenziale.

La storia

LA SOLITUDINE

DELLO SPINELLO

Le volanti sempre più spessoaccompagnavano in ufficio giovanineppure diciottenni trovati in possessodi spinelli di marijuana, siringhe, dosidi eroina. Cercavo di far lorocomprendere che stavanoimboccando un tunnel sovente senzauscita, e cercavo io stesso di capire leragioni. Ascoltavo tante motivazioni:tutte nascevano da una profondasolitudine dell’anima.

LA PREOCCUPAZIONE

PER PANNELLA

La sera mi trattenni in ufficio perriordinare i risultati dell’indagine suimarsigliesi. Tuttavia mi era impossibilenon pensare a quell’uomo che era finitoin carcere per avere affermato delle veritàimportanti per tutti quei giovani cadutinella trappola della droga. Dietro lesbarre la vita gli sarebbe stata resa ancorpiù dura da quelli contro cui voleva unalotta più decisa: i trafficanti. D’impulsoscrissi il telegramma.

IL SOSTEGNO

DEI GIURISTI

Insigni giuristi e filosofi del diritto, daGuido Calogero a Stefano Rodotà, daPaolo Barile a Giuseppe Branca,sostennero non solo la legittimità, mail diritto di un pubblico ufficiale acriticare la legge, purché l’applicassecorrettamente. Un similecomportamento doveva essereconsiderato come uncontributo costruttivo e non giàpassibile di sanzioni amministrative etantomeno penali

LA COSCIENZA

DI UN COMMISSARIO

Mai si era verificato che un commissario di polizia,generalmente considerato acritico esecutore,esprimesse un proprio parere per di più diversoda quello dominante ed ortodosso. Questo fattoaveva messo in crisi l’Amministrazione: di qui ilsuo livore repressivo. Di fronte alla reazionedell’opinione pubblica il vertice ministeriale tentòpoi di dare una giustificazione addirittura”morale”. Quel trasferimento, così si arrivò a dire,era stato disposto affinché «il funzionario nonfosse in conflitto con la sua coscienza».

❝Il primo luglio 1975 per sostenere lalegalizzazione delle droghe e porrel’attenzione sull'assurdità della leggeantidroga che invece di colpire i trafficantisi accaniva contro i tossicomani, MarcoPannella e i compagni radicaliintraprendono una iniziativa didisobbedienza civile : viene dato unappuntamento a giornalisti e forzedell’ordine all’hotel Minerva di Romaassicurando che il leader radicale quelpomeriggio avrebbe commesso unreato riguardante la droga. Il telegrammaarrivato al questore, al comandante delgruppo Carabinieri e al procuratore dellaRepubblica conclude: “Intervenitealtrimenti vi denuncerò per omissioned’atti d’ufficio”.Quel giorno la disobbedienza non vaa buon fine. Nonostante giornalisti,fotografi, militanti, curiosi siano radunatiin attesa dello spettacolo, Pannellarinuncia a metterla in atto. Come sonoandate le cose lo racconta il dottor EnnioDi Francesco che quella mattinainterviene in qualità dicommissario, nel capitolo del libro “Uncommissario scomodo: “Gli feci notare –scrive Di Francesco - che stava abusandodella buona fede del direttore, il qualesarebbe incorso in sanzioniamministrative ora che sapeva il vero usoper il quale era stata affittata la sala.Pannella ascoltò con attenzione e quindi,dopo essersi consultato con l’avvocato DeCataldo che l’aveva seguito, informò glispettatori che la ”cerimonia” era rinviata”.La disobbedienza è solo rinviata. Unnuovo telegramma convoca tutti per ilgiorno dopo nella sede del partito: stessoprogramma .Il 2 luglio, nell’affollato salone di TorreArgentina n.18, davanti a giornalisti efotografi e alle forze dell’ordine, Pannellaseduto dietro il tavolo della presidenzaaccanto a Loris Fortuna, GianfrancoSpadaccia, Franco De Cataldo, RobertoCicciomessere, Mauro Mellini mette inscena la sua disobbedienza. Sisusseguono vari interventi di militantisulla questione droga, poi prende laparola. “Dopo circa mezz’ora diarringa, - scrive Di Francesco - tirò fuoridalla tasca una sigaretta che accese,quindi annunciò drammaticamente,rivolgendosi a me: «Questo é unospinello di marijuana! Invito ilrappresentante della legge ad arrestarmi».Il capitano Mazzotta del NudeoAntidroga dei Carabinieri, giunto nelfrattempo, scattò verso Pannella conquell’intenzione mentre la gente in sala

scandiva il suo disappunto con slogancontro di noi. Pregaicon decisione l’ufficiale di lasciarmidirigere l’operazione. Dal microfonochiesi il silenzio alla sala: mi feciconsegnare da Pannella il ”corpo delreato”, lo misi con calma in una busta,la chiusi apponendo la firma sul retro edomandai al leader stupito che facessealtrettanto: non avevo mai arrestato-dissi- nessuno con leggerezza e nonavrei certo iniziato allora. Il fatto che inquella sigaretta ci fosse della marijuanaera da appurare e ciò proprio per amordi giustizia. Pannella, se voleva, eralibero di venire con noi. Si consultòconcitatamente con i suoi legali e miseguì mentre uscivo tra fischi e insulti”.La sigaretta effettivamente contienemarijuana, Pannella viene arrestato eportato nel carcere di Regina Coeli. Maal commissario di Francesco rimane untarlo: aver fatto scattare le manette alpolso di un uomo che forse, almeno inparte, la pensa come lui: quella leggesulla droga va cambiata. Così invia aPannella un telegramma disolidarietà: “Se come funzionario hodovuto applicare una leggeanacronistica e iniqua, come cittadinomirante a una società più giusta eumana, non posso non esprimertistima e ammirazione».Il telegramma viene pubblicato lamattina dopo dal quotidiano“Momento Sera” con il titolo “Ilcommissario che ha arrestato Pannellagli esprime solidarietà”.Come conseguenza immediata DiFrancesco riceve il seguentefonogramma: “E’ stato redattorapporto alla Procura della Repubblicadi Roma riscontrandosi elementi direato nel comportamento del dottor DiFrancesco. Con effetto immediato sidispone che il citato funzionario cessidal servizio presso la Squadra Mobile,in attesa delle decisioni adottate dalMinistero dell’Interno- firmato UgoMacera,Questore di Roma”.La denuncia da partedell’amministrazione nei confronti delcommissario è poi archiviata con unasentenza del giudice Santacroce. Mentresotto la spinta dell’opinione pubblicarichiamata in maniera così diretta dal“leader radicale” al drammaticoproblema della droga, il Parlamentoaccelera i tempi di discussione dei varidisegni legislativi da anni fermi aMontecitorio e nel dicembre del ’75approva la nuova legge.

Uno spinello sbloccò il Parlamento

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ANTIPROIBIZIONISMO

Valter Vecellio

Notizie dal carcere che nonsono, evidentementeritenute "notiziabili", forse

perché, chissà, non sonosufficientemente “divertenti”, peressere “interessanti”. Fatto è che suquesti temi nessun “Porta a porta”,nessun “Ballarò” o “Anno zero”…E sìche…Cominciamo con i numeri, che nondicono tutto, ma rivelano molto.Dall’inizio dell’anno, al momento incui scriviamo, si sono tolti la vita nellecarceri italiane 57 detenuti.Attenzione: sono quelli ufficiali. Inrealtà, sono molti di più. Se peresempio un detenuto cerca diimpiccarsi, ma all’ultimo minuto, icompagni di cella o gli agenti dipolizia penitenziaria lo salvano, malui entra in coma, e viene ricoverato inospedale; e lì, dopo un’agonia diqualche giorno non ce la fa, e muore,allora il suo caso, questo suicidio nonviene rubricato tra quelli in carcere.Perché è morto fuori…Ad ogni modo, il numero dei suicidinelle carceri italiane è 24 voltesuperiore a quello della popolazionelibera, si suicidano 11,1 detenuti ogni10mila. Il fenomeno riguarda anche ilpersonale della polizia penitenziaria,il cui tasso di suicidi è di 1,3 ogni10mila addetti, contro una medianazionale dello 0,6. I dati sono ufficiali, e sono ladimostrazione solare di come siafondata e urgente la questione cheMarco Pannella pone con il suosatyagraha, lo sciopero della fameiniziato il 2 ottobre scorso, e cheintende porre alla nostra attenzione lacondizione in cui versa la giustiziaitaliana, e delle carceri in particolare. Il

Dipartimento per l’AmministrazionePenitenziaria riferisce che a metà delmese di ottobre nelle nostre carcerisono richiusi 43.325 italiani e 25.211stranieri. I condannati sono 24.313. Oltre ai suicidi, sono impressionante idati relativi all’autolesionismo,dimostrazione della situazioneinsostenibile: dall’inizio dell’anno sene sono censiti ben 4.537. I tentatisuicidi sono 911. A fronte di questasituazione, le dichiarazioni ilari delministro della Giustizia AngelinoAlfano, che la politica del governo sta“seminando bene”.Il fatto è che non germoglia e nonlievita nulla. Il ministro assicura che sista investendo per risolvere ilproblema del sovraffollamento;emendando – vedi mai – in modosostanzioso leggi criminogene comela Bossi-Fini sull’emigrazione, o laFini-Giovanardi sulletossicodipendenze? Assolutamenteno. Piuttosto costruendo nuovecarceri.Quello dietro le sbarre è un vero eproprio inferno, come hanno potutotoccare con mano, nei giorni diFerragosto, centinaia di parlamentari econsiglieri regionali che hannoraccolto l’invito di Rita Bernardini edei radicali di trascorrere qualche oraispezionando le carceri italiane. E’ una“Spoon River” del dolore e dellasofferenza, quella che emerge dairacconti resi a “Radio Radicale”, unarealtà fatta di celle vecchie, sporche,sovraffollate, di cure mediche negate,di malattie in aumento. Non è soloun’emergenza, è una vergogna, fatta diuna illegalità quotidiana che siconsuma ogni giorno in nome dellalegge, e chi commette questa illegalitàè lo Stato, quella che emerge dallecentinaia di interrogazioni presentate

da Rita e dagli altri parlamentari, e chenon hanno risposta, perché il ministroAlfano e i suoi collaboratori sonoimpegnati in “lodi” più o menoretroattivi e in leggi salva-Berlusconi. Eperò qualcosa, sia pure lentamente, simuove. Giorni fa, il sito di “FareFuturo”, il gruppo che fa capo aGianfranco Fini, pubblicava uneditoriale nel quale si sostiene cheoccorre “studiare alternative alladetenzione preventiva”; e a propositodella proposta di amnistia e diindulto, prima di dire no,bisognerebbe almeno fare una stimadei costi e dei benefici, che nonservono battaglie ideologiche, mavisioni pratiche capaci di trovaresoluzioni a problemi che non sipossono lasciare ulteriormenteincancrenire”.Ecco: proprio perché occorre unospirito laico e pragmatico, forsesarebbe utile un monitoraggio deirisultati delle leggi Fini-Giovanardisulle tossicodipendenze, e Bossi-Finisugli extracomunitari, così da sapere

quali sono i costi e quali i benefici.Magari si scoprirà che i benefici non cisono, e i danni sono tantissimi. Siscoprirà forse che queste due leggihanno dato un buon contributoall’attuale situazione nelle carceri, eche ci possono essere altre soluzioni.La mamma di un tossicodipendentedetenuto nel carcere fiorentino diSollicciano implora: “Mio figlio ha giàtentato di uccidersi tre volte. È malatoe ha bisogno di cure: aiutatemi a fargliscontare la pena in una comunità.Chiedo di valutare la situazione allaluce delle numerose patologie di cuisoffre. La carcerazione non lo aiutasicuramente, credo che ci debba essereun’alternativa al carcere. Noi nonchiediamo di liberarlo, ma di avere lapossibilità di andare in una comunitàterapeutica che sarebbe pronta adaccoglierlo a Pistoia”. Fategliela leggere, questa lettera, alministro Giovanardi, che va dicendoin giro che con la sua legge in galeranon ci va nessuno!

Dati allarmanti dagli istituti di detenzione

La strage dei colpevoli

68.527DETENUTI

44.568 i postidisponibili,29.991 inattesa digiudizio, 113,04euro il costomedio di undetenuto nellecarceri italiane,2,7 miliardi dieuro il bilancioper le carceriitaliane.

30%TOSSICODIPENDENTI

Il 30% circa deidetenuti ètossicodipendente.18 mila sonoaffetti da epatiteC, il 25% sonoHIV positivi.Sono dati fornitidallaFederazionedegli operatoridei servizipubblici per ledipendenze.

Droga e carceriLe percentuali

Secondo il Rapporto Antigone le carceri italianesono sempre più piene di tossicodipendenti epiccoli spacciatori, mentre le comunità di recu-pero sono sempre più vuote. Nel 2008 un terzodegli ingressi in carcere ha riguardato tossicodi-pendenti (30.500 su 92 mila ingressi) e le san-zioni amministrative sono aumentate del18,5%. Tra il 2004 e il 2008 le sanzioni ammi-nistrative sono aumentate del 76,9%. Negli ul-timi 4 anni, invece, le richieste di programmaterapeutico sono diminuite di quasi il 90%, dal-le 12.096 del 2005 alle 1.078 del 2008. I tossi-codipendenti in carcere sono aumentati del 6%rispetto al 2007. Dall’entrata in vigore della leg-ge cresce il numero delle persone annualmen-te segnalate (+ 11%), soprattutto per quanto ri-

guarda le segnalazioni per il reato di spaccio(+13%), mentre sono in calo le segnalazioniper il più grave reato di associazione a fini dispaccio (-15,5%). Crescono inoltre particolar-mente le segnalazioni in stato di arresto(+18,4%) e soprattutto le segnalazioni deglistranieri (+26,3%). Questi dati, assieme alla cre-scita ancora maggiore dei sequestri di hashish(+47%), indicano come le nuove norme, an-che per l’equiparazione tra droghe leggere e dro-ghe pesanti, abbiano orientato i processi di cri-minalizzazione verso i soggetti dal profilo cri-minale più basso. Delle 92.800 entrate in carce-re nel 2008, 30.528 erano tossicodipendenti,un numero mai così elevato, sia in termini asso-luti che in percentuale rispetto al totale degli in-gressi, mentre 28.795 persone sono entrati incarcere per reati previsti dal Testo Unico suglistupefacenti, ed anche questo è un numeromai raggiunto prima.

I dati 2008 rispetto al 2007un terzo degli ingressi in carcere riguardano tossicodipendenti+18,5% delle sanzioni amministrative-90% delle richieste di programma terapeutico+6% i tossicodipendenti in carcere30% dei detenuti è tossicodipendente18.000 detenuti tossicodipendenti sono affetti da epatite C25% dei detenuti tossicodipendenti sono hiv positivi+11% le persone segnalate+13% reato di spaccio-15,5% reato di associazione a fini di spaccio+18,4% segnalazioni per stati di arresto+26,3% segnalazioni per stati di arresto di stranieri+47% sequestri di hashish

Nelle carceri si muore così spesso perchésono diventate il ricettacolo di tutti i disagisociali, con detenuti tossicodipendenti,malati di mente, sieropositivi. Lo denuncial’Osservatorio nelle carceri. Lerassicurazioni del Ministro e il silenziomediatico non incoraggiano le persone‘sepolte’ dietro le sbarre

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Angiolo Bandinelli

Quando si parla di antiproibi-zionismo ci si intende rife-rire, in generale, alla lotta

contro leggi, norme e disposizioniche vietano l’uso di determinate, spe-cifiche sostanze, ritenute dannose so-cialmente e/o sul piano della salute.Negli anni tra il 1919 e il 1933 negliStati Uniti venne praticato, in virtùdel XVIII Emendamento e del “Vol-stead Act”, un ferreo divieto nei con-fronti della fabbricazione, lo spaccioe l’uso di alcolici. Come è noto, quel-la forma di proibizionismo - defini-to, con animo puritano, “The NobleExperiment” - venne abbandonataquando ci si rese conto che stava pro-ducendo più danni che benefici. Og-gi il proibizionismo vuole colpire - esu scala mondiale - il traffico e l’usodi droghe, senza peraltro fare distin-zione tra i diversi prodotti, chimici onaturali, smerciati sotto quel nome,quell’etichetta unica e dunque gene-rica. Il proibizionismo delle drogheha finora fallito i suoi ambiziosi o-biettivi, cioè l’estirpazione del consu-mo.

In questa sede, a noi interessa avviareun approccio diverso al tema dell’an-tiproibizionismo. Lo faremo attraver-so una interpretazione, che riteniamosia la più adeguata, alle ragioniprofonde della politica e delle inizia-tive radicale. L’antiproibizionismo ra-dicale infatti esprime, a nostro avviso,una concezione complessiva del rap-porto tra cittadino e Stato, secondo laquale lo Stato non può e non deve in-terferire nell’attività del singolo, del-l’individuo, se non nel momento incui questa può essere, o diventare,

dannosa per l’altro, e comunque ec-cezionalmente. Ciascun individuo (osoggetto) è invece tenuto a compor-tarsi responsabilmente, secondo re-gole che egli stesso intende darsi, inpiena libertà, anche di espressione. Iradicali sono per un’etica della re-sponsabilità, e l’assunzione di droghe(chiamiamole così, genericamenteintese) è questione strettamente per-sonale, riguardante appunto la re-sponsabilità individuale. Lo Stato po-trà emanare leggi e norme che regoli-no lo scambio, il commercio di quel-le sostanze, così come per qualsiasi al-tro prodotto o farmaco. Per moltiprodotti farmaceutici è necessaria laprescrizione medica, non in ossequioa norme morali, ma per evitare usiimpropri o inadeguati della sostanzastessa. I radicali da tempo sostengo-no che il commercio di sostanze de-finibili come droghe vada assoggetta-to a leggi emanate dallo Stato, innan-zitutto per debellare la piaga sociale(ed economica) dello spaccio “vieta-to” e dunque, in realtà, libero e incon-trollato: una formula che ha come u-nico risultato quello di favorire la spe-culazione e la criminalità organizza-ta, anche con rischi per la salute delconsumatore.

Ai radicali interessa innanzitutto farcresce una società in cui sia, come es-si si esprimono, “vietato vietare”.Questa è anzi la loro “ragione socia-le”. Ogni divieto fondato su basi chesi definiscano etiche è una sopraffa-zione della libertà individuale e l’im-posizione di una morale fondata sulfattore “potere”, dunque ingiusta inpartenza. L’unica forma di etica am-missibile per e nello Stato, secondo iradicali, deve essere quella della co-

scienza e della responsabilità in-dividuale. La battaglia per il divor-zio, come quella per l’aborto, par-tirono da questo presupposto, daquesta concezione “antiproibizio-nista”. Non ha senso tenere unitiper forza, solo per forza di legge,due persone che non intendonopiù vivere come marito e moglie,così come è inutile forzare unadonna a tenere un feto non volu-to o già condannato da una incu-rabile anomalia. I due separati incasa finiranno con tentare di co-struirsi nuovi affetti diventando,come si disse durante la battagliadivorzista, “fuorilegge del matri-monio”, la donna che, per ragionicomprensibili ed accettabili, desi-dera disfarsi del feto lo farà a ri-schio anche di sottoporsi a prati-che pericolose. Così avveniva pri-ma della introduzione della leggeche consente, sia pure attraversotortuosità formali e sostanziali, diabortire, quando della donnamorta per aborto clandestino lastampa dava notizia in due righestereotipe: “deceduta per praticheillecite”.

La società per la quale si battono,fin dalla loro nascita, i radicali, èla società della responsabilità, lasocietà che affida ai singoli il sen-so stesso della loro vita, delle scel-te che essi vorranno fare per rag-giungere quella “felicità” che lacostituzione americana sostienepossa essere l’obiettivo esistenzia-le del singolo. Lo “Stato minimo”deve valere non solo nell’econo-mia ma anche - se non in primoluogo - sui temi dell’etica o, perdirla meglio, dei diritti civili.

Antiproibizionismo e diritti civili

Droga: vietato vietare

Angiolo Bandinelli

Dirigente di“Radicaliitaliani” edell’Ass.“LucaCoscioni”.Segretarionazionale delPartitoRadicale nel‘69, ‘71 e‘72. Deputatonella 9^legislatura,consiglierecomunale aRoma nel1979.Collabora agiornali eriviste.

Chi è

L’appello.Il proibizionismo è guerraalla scienza e alle persone“La comunità scientifica internazionale chiede ilriconoscimento dei limiti e dei danni dovuti allaproibizione delle droghe. Ci sono ora prove in-confutabili, di come gli sforzi impiegati nell’ap-plicare la legge non siano riusciti a frenare la di-sponibilità di droghe illecite all’interno delle co-munità dove esiste una domanda. Inoltre, non visono prove che l'aumento della ferocia all’inter-no delle strategie di applicazione della legge ridu-ca in maniera significativa l’estensione del consu-mo di droghe. Con la “Dichiarazione di Vienna”Scienziati e medici impegnati nella lottaall’AIDS si mobilitano affinché la politica sulledroghe si basi su dati scientifici. I Radicali sotto-scrivono”.

L’INTERVENTOAngioloBandinelli

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Etica della responsabilità, stato minimo, ricerca dellafelicità: questi i principi alla base della lotta radicale alproibizionismo.

Lo scienziatoINTERVISTA A DAVID NUTT

David Nutt è professore di medicina,nell’unita di psicofarmacologia,all’università di Bristol ed ha unacattedra anche all’Imperial College diLondra. Era il principale consigliere delgoverno, nello specifico del Ministrodella salute Alan Johnson, e presidentedell’Advisory Council on the Misuse ofDrugs (ACMD), un organo incaricato difornire al governo l’assistenza di tecnicied esperti del settore. Il 30 ottobre, èstato invitato a dimettersi dopo averdichiarato che ecstasy e LSD sonomeno pericolosi dell’alcol. Nel 2009,nella città messicana di Ciudad-Juarez,sul confine tra Messico e Stati Uniti, cisono stati 2200 morti violente percause legate al traffico della droga.Alcuni membri del Consiglio municipaledella città messicana hanno alloraproposto la depenalizzazione delpossesso di cannabis. Ma il sindaco visi è opposto. Cosa ne pensa? Credoche dovremmo affrontare il problemadella droga a mente aperta. Certamentenel Regno Unito dovremmo considerarestrategie come la depenalizzazioneperché l’attuale tentativo di mantenere ilregime di controllo sta recando danno alnostro paese e non solo. E’ evidenteche non stiamo vincendo la guerra alladroga, anzi miete sempre più vittime.Dunque forse dovremmo provare in altrimodi, anche se non penso che esistauna strategia sicura al 100% per quantoriguarda il problema della droga.(L’intervista integrale è consultabile sulnumero di dicembre 2009 di AgendaCoscioni)

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ANTIPROIBIZIONISMO

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Diego Galli

Come ti chiami?Mauro Zanella.Quanti anni hai? Sessantatre Il tuolavoro? Lavoratore autonomo pressouna ricevitoria di giochi e servizi. Latua situazione giudiziaria qualè?Attualmente sono libero daimpegni con la giustizia, salvo il fattoche non godo più dell’elettoratopassivo per le cariche amministrative.Non hai altri processi in corso?No,in corso attualmente no. E cosa èsuccesso nel 1997? Per l’esattezza cihanno condannato per i fatti del 12ottobre 1997. A piazza Navona,insieme a Marco Pannella, RitaBernardini ,Olivier Dupuis, Pier LuigiCamici, Alessandro Caforio eCristiana Pugliese, distribuimmodiverse bustine di hashish, perincardinare dei processi. Andavamoin giro un po' tutti noi, mescolati allafolla, a dare, a chi si poteva,innanzitutto non minorenni, unabustina con una dose miserrima dihashish. Nel frattempo dal palco, RitaBernardini e Marco Pannellaaizzavano la polizia, come a dire‘guardate ci sono dei pericolosicriminali, prendeteli’. Tu hai maifumato hashish o marijuana? Si masporadicamente, quando mi ècapitato, credo la prima volta inBelgio, dove andammo a raccoglierele firme per presentarci alle europee.Ci pensasti alle conseguenze? Si, siper il bene della società lo rifareianche oggi. Ma loro che tidissero? Ti dissero che si potevafinire in carcere? Si, si c’è unprocesso, di conseguenza puoifinire anche in carcere. Torniamo alladisobbedienza civile: tu distribuiviqueste buste e la gente comereagiva? Era tra l’incuriosito el’interessato. Quando i ragazzi siavvicinavano io li mandavo verso ilpalco, perché riconoscevo ormai ipoliziotti in borghese. Quindi cometi hanno preso? In un momento unpoliziotto fu più sveglio di me:mentre stavo dando una bustina adun ragazzo mi sentì preso da due,quattro braccia. E poi come fu ilrapporto con i poliziotti, tiportarono in commissariato?Nonricordo se per i fatti di piazza Navonao per quelli di largo Goldoni, ci

portarono alla questura di viadi san Vitale: fu un momento,diciamo, surreale, noi in quelmomento tecnicamenteeravamo dei delinquenti, chedovevano essere processati.Invece ci trattarono tutti, dalresponsabile della narcotici,che poi seppi essere anche luiantiproibizionista, ai poliziotticome se noi fossimo degliospiti. Nella sala grande, dovediciamo c’era il questore, io,Marco e gli altri fummo trattatibene. Poi, in un’altra stanzettapiù piccola, alcuni poliziotti cioffrirono anche da bere e deipasticcini. Il clima era, travirgolette, simpatico. E invececome ricordi il processo?Ricordo i diversi gradi deiprocessi: l’accusa che dicevauna cosa e i nostri avvocatiun’altra. Ricordo con simpatiaun episodio in cui il pubblicoscoppiò in una mezza risataquando il pubblico ministeromi chiese qualcosa e io risposiche avevamo fatto quelloperché fossero incardinati iprocessi. E invece ci furonodelle reazioni da parte diamici e parenti che seppero dite dalla tv o daigiornali? Credo per il secondoepisodio, quello di LargoGoldoni, perché ero recidivo, ciportarono agli arrestidomiciliari. Anche lì con tutti iriguardi del caso. Se la poliziafosse sempre così, potremmodire di avere la migliore polizianel mondo; nel senso cheovviamente sapevano che lofacevamo per un fine superiore.A Radio Radicale andava a pallala trasmissione sulla nostravicenda e sui nostri arrestidomiciliari, mi chiamavano datutta Italia. Visto come sonoandate le cose fin’ora,secondo te è valsa la pena farequesta iniziativa? È davverodifficile dirlo. Non so pentito,quindi almeno in parte ne èvalsa la pena. Per i risultatireali, i riscontri sono come ineconomia, ad onde: ci sonomomenti in cui la società ha

maggiore consapevolezzaantiproibizionista e capisce chene è valsa la pena, e momentiin cui un perbenista potrebbeadditarmi come un idiota chesi è messo a distribuire drogatra i giovani. Forse si, chi puòdirlo. Hai imparato qualcosada questa vicenda, qualcosa dipreciso che hai capito anchenegli anni successivi alladisobbedienza? Si, secondome molto. Innanzitutto hoimparato meglio come sirispetta la legge: se non larispetti devi sapere i rischi checorri, altrimenti lo faiplatealmente proprio perché,come nel caso nostro, vuoi chela legge sia cambiata. Ho poivisto molta umanità nellagente, anche tra i poliziotti, nelquestore stesso, e, episodiorecente, nel direttore del carceredi Velletri, dove siamo andati invisita a Ferragosto. Gli hochiesto cosa si potrebbe fareper il sovraffollamento nellecarceri e lui candidamente miha risposto che comincerebbe atirar fuori tutti quelli chestanno dentro per droga. E notabene che non ha detto perdroghe leggere, ma per droga.Lui da persona saggia,intelligente ed esperta dellamateria capisce chel’antiproibizionismo serve soloa fomentare il mercato delladroga e riempire le carceri.Ultima cosa: cosa diresti adun ragazzo che fumahashish? La vita è tua, quindise ti piace fumarti uno spinellova benissimo, come vabenissimo se piace fumarti unasigaretta o berti una bottiglia dibirra. Ma se la cosa ti piacetroppo può causartidipendenza, non dicofarmacologica perché è provatoche non la determina, adifferenza dell’eroina e forsedella cocaina, ma nonesagerare perché ti fa male,come ti farebbe male mangiareogni giorno tre etti dicioccolata.

Radicali LE DISOBBEDIENZE CIVILI SULLA DROGA/1

Io, radicale-ignotoe disobbediente

Mauro Zanella

è unmilitanteradicale. Giàconsiglieremunicipaleradicale aRoma, haraccoltomigliaia difirme intantecampagnereferendarieed è statoprotagonistadidisobbedienze civili sulledrogheleggere

Chi è

I l riconoscimento dell’obiezione di co-scienza e l’abolizione dei Tribunali mi-litari

Il riconoscimento legislativo dell’obiezionedi coscienza viene introdotto in Italia dopoche per vent’anni gli obiettori, con i radicaliin prima linea, affrontano detenzioni, proces-si e condanne per affermare il principio mo-rale civile o politico di non collaborare congli eserciti. È solo grazie a questa lotta che siarriva nel 1972 alla legge sull’obiezione di co-scienza(la cosiddetta “Legge Marcora”). Lalotta per l’obiezione di coscienza è anche lot-ta contro l’incostituzionalità dei tribunali mi-litari. Con la legge 180 del 7 maggio 1981 vie-ne approvata una profonda riforma dell'or-dinamento giudiziario militare di pace, cheassimila i tribunali militari a quelliordinari,sottoponendoli sostanzialmente al-

la stessa disciplina.

Aborto, da reato di massa a legge dello Sta-to. Come evitare i referendum

Fino al 1978, in Italia l’aborto è consideratoun reato,punito dal codice penale fra i “De-litti contro la integrità e la sanità della stirpe.Già dal 1973 l’aborto diventa un tema cen-trale nell’azione politica dei Radicali, che in-sieme al Movimento per liberazione delladonna (Mld) promuovono azioni di disob-bedienza civile. Il 13 gennaio viene arrestatoil segretario del Pr, Gianfranco Spadaccia,suc-cessivamente saranno arrestate Adele Faccioed Emma Bonino. Il 15 aprile parte in tutta I-talia la raccolta delle firme. Si riescono a racco-gliere per la prima volta le firme necessarie,che alla fine saranno 750.000. Con le elezio-

Gli anni 70: la rivoluzione dei diritti civili

Una grande risata al processo: perché l'hai fatto? Chiese ilPm. Risposi... per essere processato.

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Era il 12 ottobre 1997.Con il fiato in golacercavo un telefono

pubblico per chiamare miamadre. Ero appena statarilasciata – dopo il sequestrodella “sostanza”,l’identificazione e la denunciaper violazione della legge sullesostanze stupefacenti - dallaQuestura centrale di Roma eimmaginavo che i telegiornaliavessero già diffuso la notiziadella disobbedienza civile diMarco Pannella e dei radicaliin Piazza Navona. Trovo iltelefono, chiamo mia madreche risponde subito con vocesquillante senza farmi fiatare“ho visto tutto alla televisione,so tutto e ho capito perché lohai fatto!” Quando Marcoripete che sono state le nonnead aver compreso per prime ildivorzio e l’aborto e a farvincere all’Italia quellabattaglia che molti intellettualidavano per persa e prematura,ripenso a mia madre alloraultrasettantenne, che per suoconto aveva intuito ilsignificato della lottaantiproibizionista. Oggi lecose non sono diverse daglianni settanta quanto amaturità del popolo italiano.La diversità di allora con ora èche gli italiani hanno sulle

loro spalle – e questo pesorischiano di trasmetterlo allenuove generazioni in termini discoramento e sfiducia – decennidi smantellamento del votopopolare e referendario,decenni di tradimenti, dimenzogne, di falsitàpropagandate sguaiatamente daun sistema partitocratico che,per salvare se stesso eperpetuarsi , non ha esitato a farpagare ai cittadini prezzipesantissimi in termini di dirittie di libertà civili chenecessariamente si fondanosulla responsabilità dellapersona. Si può ripartire con lalotta? Io credo di sì.Innanzitutto perché è un doverenei confronti dell’intelligenzache non possiamo sacrificare

sull’altare dell’ipocrisia di chi –per ottusa convenienzapersonale - sta consegnandoquesto Paese nelle mani della

criminalità mafiosa che semprepiù si confonde fino a divenireun tutt’uno con la criminalitàpolitica. Semplici elementi ciaiutano a comprendere larealtà: 4 milioni di consumatoridi sostanze rese illegali - e perciòincontrollate - dalproibizionismo; l’equivalentedi tre o quattro finanziarie ognianno di fatturato dellacriminalità organizzata che hala necessità spasmodica diconvertire questi profitti inattività lecite; decine dimigliaia di agenti delle forzedell’ordine impiegatenell’attività di contrasto allospaccio e al consumo;ventottomilatossicodipendenti nelle carceri;15.923 segnalazioni ai prefettiin un anno con annessepesanti sanzioniamministrative; tribunalisommersi di procedimentipenali e famiglie distrutte peraffrontare i processi; fondidrasticamente tagliati per lacura dei tossicodipendenti. Cen’è di che per non dismettereuna lotta che richiedeinformazione, conoscenza,ragionamento e non sloganinefficaci in termini dideterrenza e dannosi tantoquanto il proibizionismo che liispira come “la droga fa male”.

Radicali LE DISOBBEDIENZE CIVILI SULLA DROGA/2

Tre o quattrofinanziarie ogni annoper la criminalitàorganizzata

RitaBernardini

giàsegretariadell'Ass.LucaCoscioni dal2002 al2004 èstatasegretaria diRadicaliItaliani dal2006 al2008, dal2008 èdeputataradicale.

Chi è

Con il fiato in golacercavo un telefonopubblico perchiamare miamadre. Ero appenastata rilasciata

A COLLOQUIORita

Bernardini

ni anticipate nel ’76, il referendum slitta al’78. Per evitare a tutti i costi lo scontro sul-l’aborto, viene varata a maggio la legge194,frutto di un compromesso fra Dc e Pci. Ideputati radicali votano contro, reclaman-do una legge più liberale, fondata sul prin-cipio di autodeterminazione della donna,che ispirerà il referendum abrogativo par-ziale del 1981.

Le riforme di liberazione sessuale “GLBT”

La questione omosessuale assume una di-mensione pienamente politica durante ilcongresso radicale di Milano del novem-bre‘74, quando il Fuori! (il primo movi-mento organizzato degli omosessuali) e ilPr sottoscrivono un patto federativo. Lapresentazione nel 1976 - per la prima vol-

ta al mondo in elezioni politiche naziona-li - di candidati esplicitamente omosessua-li, e la loro elezione. La manifestazione adifesa degli omosessuali nei paesi in cui l’o-mosessualità è punita con il carcere o conla morte: Pezzana a Mosca nel ‘77, Franco-ne a Teheran nel ‘79 e di nuovo a Moscanell’80. Le numerose iniziative in sede O-nu e Ue che vedono i Radicali impegnati agarantire l’accesso alle istituzioni dei rap-presentanti delle organizzazioni GLBT. In-fine, la prima legge italiana di riconosci-mento delle persone transessuali(164/1982).

La depenalizzazione del consumo per-sonale di droghe

Dalle “contro-inaugurazioni” dell’anno

giudiziario del ’65, in cui denunciano intutte le procure della Repubblica il falli-mento del proibizionismo,al convegno su“Libertà e droga” del ‘72, alla lettera di Mar-co Pannella al Messaggero dopo l’arrestodi 17 giovani romani accusati di aver fuma-to hashish, tutta la politica radicale è fina-lizzata alla richiesta di un grande dibattitopubblico per favorire decisioni democrati-che e consapevoli intorno alle leggi in vi-gore. il 2 luglio 1975 Marco Pannella an-nuncia che fumerà pubblicamente uno“spinello” I presidenti delle Camere accon-sentono all’apertura del dibattito sul temaenel dicembre del ‘75, è approvata una leg-ge che distingue lo spacciatore dal consu-matore,depenalizzando l’uso di alcune so-stanze.

I referendum lo hanno dimostrato, le mamme e lenonne sull'antiproibizionismo sono più avanti dellapolitica italiana

Page 12: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

L’INTERVISTALe lotte radicali di venti anni fa

Dai reati senzavittima alla forzadel narcotrafficoL'antiproibizionismo è il più possenteincentivo di mercato ai trafficanti, facendosalire il prezzo della droga proibita a livellistratosferici.

I paesi antiproibizionistiBELGIO

nella seconda metà del 2003, un cambiamento dellalegge e una nuova direttiva penale hanno introdotto ilconcetto di ‘usa problematico da stupefacente’ ( perPDU, problem drug use, si intende ‘l’assunzione didroghe, come oppiacei, cocaina, anfetamina, per viaendovenosa durante periodi regolari o di lunga durata’.Questa definizione non include l’uso raro o irregolare, nél’uso di ecstasy e cannabis) e di disturbo della quietapubblica, differenziando altresì la cannabis dalle altresostanze stupefacenti. Ciò ha permesso al pubblicoministero di non procedere contro qualcuno senza unaprova di uso problematico da stupefacente o di disturbodella quiete pubblica. Una nuova direttiva pubblicata nel2005 ha stabilito una piena incriminazione soltanto in

caso di turbamento dell’ordine pubblico o perconseguenti circostanze aggravanti. Questo include ilpossesso di cannabis nei o vicino luoghi dove gli scolaripotrebbero radunarsi e il possesso ‘palese’ in luoghipubblici o edifici. Per le droghe diverse dalla cannabis, ildiritto belga punisce il possesso, la produzione,l'importazione, l'esportazione, la vendita o con lareclusione da tre mesi e cinque anni e / o una multa.

PORTOGALLO

il decreto 15/93 del 22 gennaio è la principale legge inmateria di droga che definisce il regime giuridicoapplicabile al traffico e il consumo di stupefacenti e disostanze psicoattive. Il quadro giuridico in vigore dalluglio 2001 ha depenalizzato l’uso di droghe illecite eatti connessi, ma mantiene il consumo di droga comecomportamento illecito e mantiene lo status di illegale

per tutte le sostanze incluse nelle convenzioni delle NazioniUnite. Tuttavia, una persona trovata in possesso di unapiccola quantità di droga per uso personale (questo nondeve superare il quantitativo necessario per un consumomedio individuale per un periodo di 10 giorni), senza alcunsospetto di essere coinvolto nel traffico di droga , saràvalutata da una Commissione locale per la dissuasione ditossicodipendenze, composta da un avvocato, un medico eun assistente sociale.

SPAGNA

la legge sulla tutela della sicurezza dei cittadini del 1992ritiene che il consumo di droga in pubblico, così come ilpossesso illegale, sia un reato punibile solo con sanzioniamministrative. La legge prevede che l’esecuzione dellamulta può essere sospesa se la persona frequenta unprogramma di trattamento farmacologico

Annalisa Chirico

S ono passati 20 anni da quando tu edEmma Bonino finiste in carcere a NewYork per distribuzione illegale di siringhe

in istrada. Denunciavate la carenza di politichedi prevenzione contro la diffusione dell’Aids nelcuore degli Stati Uniti. Che ricordo hai di queglianni?

Erano gli anni più tragici della diffusionedell'eroina e dell'Aids legato all'uso di siringheinfette, gli anni della trasformazione della mafiada associazione criminale a organizzazionefinanziaria, che attraverso i proventi del traffico didroga ristrutturava le relazioni col potere politico ecol sistema economico in Italia e fuori dall'Italia;erano gli anni della crescita inarrestabile dellatrasformazione delle foglie di coca in cocaina, equindi della nascita di forme devastanti delcontrollo del territorio attraverso formazioniparamilitari nei paesi dell'America Centrale, edella nascita di un network internazionale dellamalavita che cominciava a inquinare le radicistesse della liberaldemocrazia. Ed erano gli annidella grande controffensiva proibizionista, chedall'America reaganiana si espandeva con la forzadi una valanga legislativa in tutti i paesidell'Occidente, con la mediazione e poi la guidadell'Onu. La valanga seppellì ogni forma concreta

e realistica di contenere la diffusione della droga,ogni tentativo intelligente di curarne i dannisanitari e al tempo stesso fornì il più possenteincentivo di mercato ai trafficanti, facendo salire ilprezzo della droga proibita a livelli stratosferici.Così si moltiplicarono i crimini di strada, siimpedì una seria politica sanitaria perfronteggiare l'Aids e non si ridusse di un sologrammo la quantità delle merci proibite in

circolazione. Alla fine il proibizionismo si èarreso culturalmente, e ha smesso di sbandierarele sue vittorie immaginarie e le sue velleità diimminente trionfo definitivo, ma l'ignavia delleclassi dirigenti non ha sottoposto ad alcunarevisione la legislazione che continua aprodurrre i suoi effetti devastanti nella vita

www.lucacoscioni.it

In rete

Il proibizionismo di oggi è,non solo in Italia, lariproduzione passiva di unmodello che ha una suaeconomia fatta distanziamenti, posti di lavoro,carriere

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ANTIPROIBIZIONISMO

Page 13: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

quotidiana di milioni di persone investitedalla guerra alla droga.

In Italia la droga è di fatto liberalizzata daquarant’anni. L’illusione repressiva, che sirifiuta di governare fenomeni socialiritenuti moralmente “scorretti”, continua aprovocare uno scempio di diritto e di viteumane. Intanto la criminalità della drogadilaga.

Non c'è dubbio che la vita quotidiana dellevarie mafie italiane, nonostante i notevolissimirisultati ottenuti dalle forze di polizia, non ècambiata sostanzialmente. Oggi vengonospesso decapitati i vertici, i rami alti, a differenzadel passato, ma il fertilizzante del denaro delladroga rende di fatto invulnerabile il sistemamafioso. La sua capitale può spostarsi diqualche centinaio di chilometri, dalla Sicilia allaCalabria alla Puglia alla Campania e viceversa, aseconda dei tempi, ma il bilancio dello Statodella Droga resta implacabilmente attivo.Mentre le carcei si popolano di giovanidefinitivamente sottratti a una vita normale dalloro precipitare nei circuito criminale-carcerarioo di immigrati che hanno sostituito lamanovalanza criminale italiana o si sonoaffiancati alle cosche nella gestione dei piccolitraffici.

I dati del World Drug Report 2010dell’ONUdicono che il 20% dell’eroina afghanasmistata in Europa passa da noi, come pure il19% del mercato europeo della cocaina. Diecianni fa il Portogallo ha depenalizzato l’usodelle sostanze stupefacenti, e oggi registra ilpiù basso tasso di consumo di marijuana euno dei più bassi di cocaina a livello europeo.Ti sembra un modello esportabile nel restod’Europa?

La depenalizzazione è certamente un passoavanti, contribuisce a migliorare la qualità dellavita sociale e individuale ed elimina alcuneingiustizie insopportabili che derivano dalsistema proibizionista, come la privazione dellalibertà per gli autori di reati senza vittima. È unaforma di legalizzazione debole, che riduce laforza del mercato illegale perché da un latoincentiva il senso di responsabilità individuale edall'altro allenta il legame fra spacciatore econsumatore. Ma intacca solo parzialmente laforza del narcotraffico.

Il proibizionismo è l’ideologia dominante. Labattaglia antiproibizionista, invece, oggisembra in crisi. Disobbedienze civili, arresti ereferendum non hanno più la forzacomunicativa e politica di un tempo. Come sipuò incidere sulla realtà politica?

È detto bene: è una ideologia dominante. Ma nonè una 'cultura' né una politica. . Droga erepressione sono socialmente accettati, per cosìdire, e di conseguenza è socialmente accettato ilfatto che alcune regioni italiane siano controllatein parte dalle organizzazioni mafiose.Drammatico, no? Il proibizionismo di oggi è,non solo in Italia, la riproduzione passiva di unmodello che ha una sua economia fatta distanziamenti, posti di lavoro, carriere. È unaspetto dell'apparato burocratico dello stato.Questo rende paradossalmente più difficile che inpassato riproporre oggi una strategia alternativa. Ilproibizionismo non fa notizia, e questo rendemolto difficile organizzare campagne per unsistema diverso di controllo. Ma non è detto checerte situazioni di assoluta emergenza nonriportino la questione nel campo della politica.Penso al Messico dove l'ex presidente VicenteFox, proibizionista quando era in carica, all'iniziodi agosto ha ribaltato la sua posizione, dopo chenei quattro anni di presidenza del suo successoreCalderòn oltre 28 mila persone sono rimasteuccise nella guerra per il controllo dei traffici o perla sua repressione. Quello che dobbiamo fare -hascritto - è legalizzare la produzione, la vendita e ladistribuzione, così il consumo di droghe èresponsabilità della persona che consuma, dellafamiglia che è responsabile dell’educazione, e delsistema educativo e del contesto socio-economico". Fox ha espresso il concetto di fondodell'antiproibizionismo, che latossicodipendenza e le violenze legate alla drogadevono essere trattate come sfide distinte eseparate.

In Italia il proibizionismo sulle droghe va dipari passo con la criminalizzazione deltossicodipendente, cui si nega un’ adeguataassistenza medica. Dei circa 69mila detenutinelle carceri italiane il 30% ètossicodipendente, e di questi il 25% sono HIVpositivi. Si può uscire da questa spirale?

I tossici vanno in carcere generalmente perchécommettono reati legati alla lorocondizione, spesso anche gravi, che possonoincidere in modo drammatico sulla vita delle lorovittime. Esiste l'alternativa della comunità ma èchiaro a tutti che la comunità deve avere unafunzione terapeutica, e per molti non è una viapraticabile. La soluzione non c'è se non cambia lapolitica sulla droga. E se il carcere viene trattatocome una discarica sociale, per usare le parole diPannella, che corrispondono esattamente allasituazione.

Oggi sei un esponente del PDL.Antiproibizionista. E’ un connubio difficile?

Il Pdl deve trasformarsi per non declinare. Eriprendere a ruminare politica senza temere diincrinare per questo il consenso del suo leader.

La sinistra italiana, nonostante un approcciopiù morbido, non si è distinta dalla destra sulpiano delle politiche messe in campo. Diciamoche non hanno smentito il loro essere “buoni anulla”, come direbbe Pannella. Ma a destra,Marco, la furia proibizionista sembra undogma indiscutibile.

Non vedo furia, vedo pigrizia.

Erano gli anni della grandecontroffensivaproibizionista, chedall'America reaganiana siespandeva con la forza diuna valanga legislativa intutti i paesi occidentali: cosìsi moltiplicarono i criminidi strada, si impedì unaseria politica sanitaria perfronteggiare l'Aids e non siridusse di un solo grammola quantità delle merciproibite in circolazione.

MarcoTaradash

già deputato eeurodeputatoradicale, è statosuccessivamente eletto inparlamentonelle liste diForza Italia.Negli anni '80come radicalepromuove lelisteantiproibizioniste che loporteranno alParlamentoeuropeo. Oggiè consigliereregionale delPdl in Toscanae conduce laRassegnastampa diRadio Radicaleogni sabatomattina.

Qui accanto inuna foto di 20anni fa quandocon EmmaBonino vieneportato incarcere a NewYork perdistribuzioneillegale disiringhe. Sidenunciava lacarenza dipolitiche diprevenzionecontro ladiffusionedell’Aids nelcuore degliStati Uniti .

Chi è

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on line www.lucacoscioni.it

Per salvare le personeaffette da HIV che fannouso di droga.L’uso delle droghe per iniezione è il fenomeno più nascostodell’epidemia globale dell’HIV. L’uso delle droghe si sta espandendoancora attraverso il mondo. Ben 16 milioni di persone si iniettanodroga in almeno 148 paesi. Intorno ai 3 milioni (ma potrebberoessere ben 6,6 milioni) di persone iniettano droga e sono positivealla HIV. Fuori dall’Africa sub-sahariana, circa un terzo delle malattiecorrelate all’HIV possono essere attribuite all’iniezione di droga.Anche in Africa, l’uso della droga sta diventando un conduttore increscendo dell’epidemia. Molti paesi hanno usato il sistema digiustizia penale, non quello della salute, per raggiungere le personeche usano droghe. Tuttavia questi approcci legali hanno fallito. Lacriminalizzazione ha ridotto l’accesso alle cure per le persone arischio di uso di droghe. Gli approcci legali a nulla servono perandare alla radice del problema o per affrontare gli ambienti a

rischio di uso di droghe ( in realtà potrebbero peggiorarli). In sintesi,rinchiudere la gente non funziona. I governi dovrebbero rifiutare diadottare queste leggi e invece considerare soluzioni sanitarie, omeglio delle politiche sanitarie, di riduzione del danno. Il casodell’accesso universale a questi programmi di prevenzionescientificamente fondati è moralmente urgente. L’HIV non è solo unproblema di salute pubblica. È anche una sfida in termini di dirittiumani. In aggiunta all’accesso alle cure integrate si devonoaffrontare anche questioni di stigmattizzazione e didiscriminazione. Mai più i consumatori di droga dovrebbero essereobbligati ad affrontare il diniego di accesso ai servizi o alleinformazioni che riguardano le cure. Mai più dovrebbero essereobbligati ad accettare una scarsa offerta di servizi. Mai piùdovrebbero affrontare la criminalizzazione o pene legalisproporzionate. Mai più dovrebbero essere obbligati a subirel’abuso perpetrato sotto la falsa forma di ricerca (solo l’anno scorso irapporti hanno rilevato la partecipazione forzata di consumatori didroga alla sperimentazione di una cura erboristica per la lorotossicodipendenza). La soluzione a questi fallimenti comincia conun ‘non me ne occupo politico’ tra i governi nazionali ma anche trale agenzie internazionali compresa l’OMS. Anche qui la società

civile è importante. Ma lo è anche la comunità medica che continuaa perdere occasioni di formare e modificare le opinioni pubblica epolitica a proposito del consumo di droga per iniezione el’infezione da HIV. La comunità medico scientifica deve giocare unruolo cruciale e non da ultimo rafforzare conoscenza affidabile,concernente la riduzione del danno e le politiche sulle droghe.Vogliamo vedere la più recente evidenza scientifica promuovere unarisposta umana a questo fenomeno, una delle cause di HIV piùfacilmente prevenibili, e vogliamo vedere l’ostilità nei confronti deiconsumatori di droghe, inappropriatamente aggressiva esponsorizzata dalla stato, rimpiazzata da atteggiamenti illuminati escientificamente fondati e da risposte sociali più eque.Riconosciamo che le barriere a queste speranze sono molte eaffondano radici profonde tra i continenti e le culture. Ma sappiamoanche che la scienza può catalizzare un cambiamento sociale senzaprecedenti. Il cambiamento sociale senza precedenti è ciò di cui c’èbisogno per i milioni di persone marginalizzate infette da HIV cheusano droghe.

(traduzione dell’articolo di Richard Horton e Pam Das, apparso sullarivista Lancet, www.thelancet.com)

Page 14: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

Ritratto di Richard Lee L'IMPRENDITORE DELLA MARIJUANA

Dietro il referendumdella California

Carmen Sorrentino

“Di pochi non-criminali si può dire a ragioneche sono imprenditori della marijuana, maquesto è Richard Lee”. Così la rivista TheAtlantic, che ha pubblicato un’intervista acolui che è divenuto una vera e propriaautorità nel commercio della marijuana inCalifornia, da quando nel 1996 ne è statolegalizzato l’uso a fini terapeutici. Da alloraLee ha aperto tutta una serie di attività “legali”attorno al fumo dell’erba: nel 1999 ha apertoil Bulldog Coffeeshop che ha raddoppiato leproprie vendite come fornitore di marijuana ascopi terapeutici per gli aventi diritto. Nel2007 ha fondato la Oaksterdam University,un college dove si insegna come coltivare evendere la marijuana nei campus di Oakland,Sebastopol, Los Angeles e Flint nel Michigan.In tutto questo tempo egli ha promosso lalegalizzazione, sostenendo l’approvazione diuna legge a Oakland che effettivamente hadecriminalizzato la marijuana e ha chiestouna tassazione a livello cittadino. LaProposition 19 per la legalizzazione dell’erbache è appena stata votata e non approvata inCalifornia prendeva spunto proprio daquell’esempio. Lee stesso aveva scritto labozza di proposta e chiesto di sottoporla areferendum nel 2010, sebbene i membri dellacomunità per la legalizzazione dellamarijuana fossero contrari, sostenendo che il2012 sarebbe stato un anno migliore per viadelle presidenziali. Ha dichiarato Lee: “Credoche il problema non possa aspettare.Abbiamo avuto ragione a fare della campagnaun problema politico legittimo”. Altrisostengono che la Prop. 19 fosse scritta male,in quanto avrebbe legalizzato solo il possessoe la coltivazione personale in tutto lo Stato,mentre avrebbe rimandato alle singole città econtee la facoltà di permettere, regolare etassare la coltivazione a fini commerciali e lavendita, così come autorizzare locali tiponightclub dove fumare in pubblico. Leesostiene che questo non sia vero e che unmodello a livello statale più ampio - unregime obbligatorio che tratti il fumo come

l’alcool in tutto lo Stato, e dove sia lo Stato ariscuotere le tasse – sia l’unico modo per faraccettare dal pubblico l’idea dellalegalizzazione. In realtà, scrive Lee,“innanzitutto abbiamo dovuto fare in questomodo perché non potevamo entrare inconflitto con la legge federale sulla droga,altrimenti il nostro provvedimento sarebbestato rigettato. Capite la differenza tra farequalcosa contro la legge federale oppuremodificare la legge dello Stato cosicché sianole città e le contee ad infrangere la leggefederale. Quindi, in realtà, non abbiamoavuto scelta. Per quanto riguarda l’accusa dieterogeneità di legislazioni, questo avviene pertutto. Tutte le città deliberano la lorozonizzazione e tutti i generi di leggi, cosìl'argomento che quello che proponiamo èfolle non è affatto vero. Abbiamo delle leggisull’alcol diverse, dove sono le città a deciderecosa possono vendere bar e ristoranti. Ilgoverno federale non può cambiare le leggidello Stato. Essi non possono obbligare loStato a cambiare le sue leggi”. Insomma,principalmente sarebbero state le contee atrarre dei vantaggi fiscali dalla nuova legge,tuttavia secondo Lee essa avrebbe avuto unimpatto positivo sul bilancio dello Stato intermini di imposte dirette ma anche indirette,ad esempio quelle pagate dalle migliaia distudenti della Oaksterdam University. Quantoalle circostanze per cui il governo federalepotrebbe privare la California deifinanziamenti in risposta alla Prop. 19,bisogna dire che essa è divenuta un modelloper altri Stati che si preparano a consultazionisimili nel 2012 , tipo il Colorado e lo Stato diWashington - che riproverà dopo che non èriuscito a raccogliere abbastanza firme per il2010 – oltre a Oregon, Michigan e forseMassachusetts. Insomma, Lee ha ignorato leopinioni contrarie e ha investito 1,45 milionidi dollari del denaro delle sue società sulreferendum che è stato accolto lo scorsogiugno dopo aver raccolto 433.971 firme.Eppure non è riuscito nel suo intento, sebbeneavesse ragionevoli chance di farcela il 2novembre scorso, che è stata anche la data

delle elezioni di mid-term. Secondo il sito TheFront Page, contrario alla liberalizzazione, oltre algovernatore californiano, sarebbe Barack Obama,che però “non sembra voler impegnare in questabattaglia le stesse risorse che uno dei suoipredecessori, Clinton, impiegò per contrastare lalegalizzazione della marijuana per scopi medici,nel 1996”. Continua The Front Page: “LaProposition 19 cambierebbe non poco le cose,anche perché la California non è la piccolaOlanda e difficilmente le pressioni politiche degliStati confinanti sarebbero in grado di farla tornare

http://w

ww.thefrontpage.it/2010/10/18/e-tem-

po-di-legalizzare-la-cannabis/In

rete

RICHARD LEE

nel 1992fonda aHouston ilLegalMarijuana, ilprimonegozio aldettaglio dicanapa negliUsa. Nel1997 aOakland èco-fondatoredellaSocietà diRicerca sullaCanapa. Nel2007 hafondato ilprimocollege dicannabisnegli StatiUniti,OaksterdamUniversity. Nel 2008 hafinanziatol'avvio dellarivistamensiledella WestCoastCannabis,attualecircolazione30.000.

Chi é

ReferendumLA CALIFORNIA DICE NO

La Proposition 19, nota anche comeRegulate, Control and Tax Cannabis Actof 2010 (atto per la regolamentazione, ilcontrollo e la tassazione della cannabis,

2010) era la proposta direferendum tenutosi il 2novembre 2010nell’intero Stato dellaCalifornia. L’attoproponeva di legalizzarevarie attività legate allamarijuana, permettere aigoverni locali diregolamentare tali

attività, di tassare attività legate allamarijuana nonché autorizzare asanzionare penalmente e civilmentealcuni illeciti. Per essere approvato l’attorichiedeva una maggioranza semplice esarebbe entrato in vigore il giornoimmediatamente successivo alreferendum. I propositori sostenevanoche l’atto avrebbe aiutato a risanare lecasse dello Stato della California – chepare sia in deficit per 6 miliardi di dollari

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DAL MONDO

Dalla fondazione di un college dove si insegna a coltivare evendere la marijuana all’apertura del Bulldog Coffeeshop: ilcommerciante di cannabis più famoso d’America spiega i pro e icontro della Proposition 19.

Europa

Obiezione di coscienza: gli anti-abortistiindeboliscono la risoluzione delConsiglio d’Europa

I l 7 ottobre l'Assemblea del Consiglio d'Europa (PACE) ha ridotto laportata della risoluzione diretta a disciplinare l'uso dell’obiezione

di coscienza nella fornitura di servizi di salute riproduttiva. Larisoluzione non è passata nella formaproposta: la risoluzione PACE, come erastata originariamente proposta,raccomandava ai governi di sviluppareregolamenti miranti a garantire il dirittoall'obiezione di coscienza soltanto agliindividui, non alle strutture sanitarie

pubbliche. Essa inoltre raccomandava alle strutture pubbliche difornire ai pazienti informazioni su tutte le opzioni mediche e ditrattamento disponibili in caso di emergenza, indipendentemente daldissenso di un singolo medico (fonte Center for Reproductive Rights

Gran Bretagna

Sterilizzare chi si droga

S terilizzare i tossicodipendenti per evitare chegenerino figli ai quali rischiano di trasmettere la loro

dipendenza. Il progetto, partito dagli USA e sbarcato in GBè stato proposto dall’ associazione americana beneficaProject Prevention, la quale offre 200 sterline ai drogatiche accettano di sottoporsi a vasectomia. Il primo che ha

accettato è un 38enne che hainiziato a prendere droghequando aveva 11 anni. L'idea èvenuta all'americana BarbaraHarris dopo aver adottatoquattro bambini cui era statapassata la dipendenza dalle

droghe dai loro genitori. In America la Harris è riuscita asottoporre a sterilizzazione 3.500 americani, ora vuoleprovarci anche in Gran Bretagna (fonte ADUC)

Polonia

Fecondazione assistita: la Chiesa

minaccia scomuniche

I n Polonia la conferenza episcopale minaccia di

scomunica i parlamentari che voteranno qualsiasi

legge a favore della fecondazione in provetta. In una

lettera aperta i vescovi definiscono la fecondazione in vitro

«una sorellina dell`eugenetica». A

fine ottobre il Sejm (Camera dei

deputati) esaminerà alcune

proposte di legge in merito.

«Queste minacce - ha detto il

portavoce del liberale Tusk

replicando alla Chiesa -

accelereranno anziché fermare il processo legislativo».

Contemporaneamente, a Lodz, un uomo armato, al grido

di «morte a Kaczynski», ha assaltato una sede del PiS

uccidendo una persona e ferendone un’altra. Kaczynski ha

subito accusato il governo Tusk parlando di "campagna

d`odio che equivale all`incitamento all`omicidio" (fonte La

Repubblica)

Page 15: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

indietro”. Infatti, se il referendum passerànel 2012, sostiene Lee, “si darà speranza aun sacco di persone fuori dalla California,che aspettano che le leggi cambino nelresto del Paese, proprio perchéstoricamente le cose iniziano dallaCalifornia, com’è successo con lamarijuana medica, e un sacco di altrequestioni relative ai diritti sociali”.

all’anno - nonché avrebbe aiutato aridurre i guadagni dei violenti cartellidella droga e a concentrarsi sullalotta a crimini più pericolosi, mentregli oppositori protestavano che lesue lacune avrebbero avuto serieconseguenze - oggi impreviste - sullasicurezza pubblica, i posti di lavoroe i finanziamenti federali.Nonostante l’approvazione delreferendum della Prop. 19, lamarijuana era rimasta comunqueillegale in California ai sensi dellalegge federale ControlledSubstances Act. L’ideatore dellaProp. 19 è Richard Lee. Ilgovernatore della California ArnoldSchwarzenegger aveva dichiarato amaggio 2009: “Penso che siatempo per un dibattito e penso chedovremmo studiare accuratamenteciò che altri Paesi, che hannolegalizzato, stanno facendo”. Conpiù di 3.400.000 voti a favore, ilreferendum comunque non èpassato, ma l’ideatore Richard Leeha assicurato ai suoi sostenitori checi riproveranno nel 2012.

Eutanasia IN SCOZIA PRESENTATO UN DISEGNO DI LEGGE

MargoMacDonald

è una politicascozzese, unex deputatoper il Partitonazionalescozzese, edè attualmenteun membroindipendentedelparlamentoscozzese perla regione diLothian. Nelluglio 2008,ha collaboratocon la BBCScotland perlarealizzazionedi undocumentariosulla morteassistita.

Francesco Sani

La prima domanda che vorrei farleriguarda il suo disegno di leggesulle scelte di fine vita. Vi sonostati alcuni precursori al suo ddl,l’ultimo era stato quello di LordFalconer, l’anno scorso.Considerati anche i tentativiprecedenti di Lord Joffe, michiedevo quali speranze lei avessedi far passare il suo ddl.

Beh, ho più speranze ora che nonl’anno scorso, perché adesso c’ètalmente tanta evidenza neisondaggi, e potrei dar prova diquanto interesse pubblico vi sia equanto supporto. Un gran numerodi organizzazioni, come la BMA [=British Medical Association] hannodetto che non approvano, ma nonhanno mai discusso il mio ddl, ilquale non è una carta bianca per ilsuicidio assistito, bensì è assaispecifica nell’identificare due gruppidi persone: malati terminali opersone con una malattiaprogressivamente degenerativa, perle quali la vita è diventataintollerabile nel momento in cui siavvicina quella che potrebbe essereun’esperienza terribile di fine vita,per esempio pazienti affetti dasclerosi multipla – persone con unavariante di sclerosi multipla chedeteriora rapidamente – o altrecondizioni neurologiche come ilParkinson o l’Huntington, personeaffette da malattie come queste, chesanno che con molta probabilitàandranno incontro ad una bruttafine. Questo, quindi, è il primogruppo, e l’altro è composto dapersone con malattie terminali chesanno che non c’è via d’uscita evogliono non percorrere l’ultimotratto.

Una delle mie domande è moltospecifica: c’è stato molto dibattitosulle tutele previste e il tentativo di[Lord] Joffe di far passare il suoddl è stato stroncato proprio pervia di queste tutele, e lui ne fuscosso perché, come ebbe modo di

dire, aveva previsto tante tutelequante ne esistevano nell’Oregon edera provato che fossero sufficienti aifini della procedura. Sembra che Leine abbia previste?

Sì, l’ho fatto e per questo ho presospunto dalla legge olandese e dalmodo degli olandesi di applicarequesta legge. Non solo: sono andataoltre, sono stata ancor più rigorosa,più precisa degli olandesi.

Crede che una tale legge possapassare questa volta?

Sì, e dipende interamente dal pesodell’opinione pubblica: se si rendessenoto ai membri del parlamentoscozzese il peso dell’opinionepubblica sono convinta che il ddlpotrebbe passare. Ora, la ragione percui dico potrebbe è che ci stiamoavvicinando alle elezioni per ilparlamento scozzese e tutti i partitidiventano sempre un po’ più

conservatori in queste occasioni, sipreoccupano soltanto di non spostarsial di fuori del territorio a lorofamiliare, anche se, dal sostegno cheho ricevuto da organizzazioni che inteoria dovrebbero invece opporsi alddl, in particolar modo membri delclero, privatamente – e parlo anche diministri del culto e preti (non possofar nomi) – so che credono che tuttele persone siano uguali, e che esiste unforte senso all’interno della fedecristiana secondo il quale Dio èpresente nel momento finale dellavita, se una persona chiede aiuto amorire per un motivo e uno solo, cioèche la sua vita sia divenutaintollerabile e che non abbia paura dimorire, a condizione che chiunque lo

assiste lo faccia per motivi caritatevoli.Quello che molti credenti mi dicono,

e che non dicono pubblicamente, èquesto: stai facendo la cosa giusta, vaiavanti, poco importano le questionidi gerarchia. Se il potere della gente siaffermasse, allora il ddl potrebbepassare, ma mi rifiuto di usare questocome un normale strumento dicampagna politica in quanto noncredo che lo sia, è fatto di tutt’altrasostanza (…). E’ sempre unaquestione di autodeterminazione:ciascuno decide se il proprio codicemorale ed etico,le direttive con lequali vive la propria vita e la propriareligione (…) possano conciliarsi conle proprie convinzioni. Ciò significache non ho affrontato il discorso conarroganza, decidendo invece dilasciare alla gente la libertà di pensare.

Kier Starmer [il Capo delle ProcureBritanniche] ha lanciato unaconsultazione pubblica a cui hannoaderito circa 5.000 persone: moltipartecipanti hanno dato a intendereche in un caso di suicidio assistitobisognerebbe porre attenzione a chiaiuta [il soggetto] al suicidio.

Per quanto mi riguarda, la personache assiste un suicidio deve essere unmembro del personale medico,perché credo che scegliendo amici opersone di famiglia si potrebbe dareloro un grande peso con il rischio dispaccature e dissensi all’interno dellefamiglie.

Leggi l’intervista integrale suwww.lucacoscioni.it

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on line www.lucacoscioni.it

In Scozia è stata presentata una proposta di legge per la legalizzazione dell'eutanasia. AgendaCoscioni intervista la deputata che l'ha promossa fra l'appoggio della popolazione e il disinteressedella politica

UNESCO

Diciassettesima sessione delComitato Internazionale di Bioetica

I l 26 e il 27 ottobre si terrà presso il quartiergenerale dell’UNESCO, a Parigi, la diciassettesima

sessione ordinaria del Comitato Internazionale diBioetica che sarà seguito da una sessione congiuntadel CIB e del comitato in cui siedono i rappresentanti

governativi. Tre gliargomenti trattati: lavulnerabilità umana el’integrità personale, lamedicina tradizionale e lesue implicazioni etiche, laclonazione umana con una

proposta di moratoria da parte del Bureau (fonte sitoUNESCO)

Belgio

Eutanasia, solo la metà dei casi regolarmente denunciati

S econdo un'indagine della Vrije Universiteit Brussel, solo lametà dei casi di eutanasia vengono regolarmente denunciati

alle autorità così come previsto dalla legge che ha legalizzato lapratica. Secondo lo studio, il numero stimabile di casi di eutanasianelle Fiandre nel 2007 è di 1040, pari all'1,9% di tutti i decessi.

Circa la metà di questi casi (549) sonostati denunciati alla Commissionefederale di controllo e valutazione, a cuispetta il monitoraggio dell'applicazionedella legge. I medici che ritengono di averpraticato l'eutanasia hanno riportato illoro operato nel 93,1% dei casi. Nei casi

non riportati di eutanasia i medici risultano meno fiscali sulrispetto degli obblighi di legge come la presenza di una richiestascritta del paziente e la consultazione di uno specialista inmedicina palliativa (fonte ADUC)

Australia

Eutanasia, conferenza mondiale per la legalizzazione a Melbourne

A Melbourne si è tenuta la conferenza biennale della federazionemondiale delle società per il diritto a morire con dignità, proprio

mentre in Australia è divampato il dibattito sull'eutanasia a seguito dinumerose proposte di legge a livello federale e statale. Tra gli altri èintervenuta Margaret Otlowski, preside della facoltà di Legge

dell'Università della Tasmania, che haattaccato l'attuale legislazione in quantopromuove la clandestinità, l'incertezza deldiritto e pratiche pericolose per i pazienti.L'ex primo ministro dello Stato dei NorthernTerritories, Marshall Perrin, ha affermatoche “il mondo occidentale in futuro

giudicherà barbarico il periodo che stiamo vivendo in cui obblighiamo lepersone a subire morti atroci contro la loro volontà”. Preoccupate leassociazioni religiose pro-life, che sono state invitate a partecipare allaconferenza (fonte ADUC)

Se si rendesse noto aimembri del parlamentoscozzese il peso dell’opinionepubblica sono convinta cheil ddl potrebbe passare

Quello che molti credentimi dicono, e che nondicono pubblicamente, èquesto: stai facendo la cosagiusta, vai avanti

Scozia: i sondaggi e i credenti dalla partedell'eutanasia

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LA CARICA DEI 501.ECONOMISTI

PRO-LEGALIZZAZIONEDELLA MARIJUANA

Milton FriedmanNewsweek, 1 maggio 1972

“Il regno delle lacrime è tramontato.Presto i bassifondi saranno solo unricordo. Trasformeremo le nostreprigioni in fabbriche, le nostre carceriin magazzini e granai. Ora gli uominicammineranno diritti, le donnesorrideranno e i bambini rideranno.L’inferno resterà per sempre nonabitato”.Ecco come Billy Sunday, il famosoevangelista e leader della crociatacontro il Demone Rum, salutòl’avvento del proibizionismo, neiprimi anni Venti. Oggi sappiamocome le sue speranze fosserotragicamente destinate al fallimento.Fu necessario costruire nuove carceriper accogliere i criminali generatidall’aver fatto diventare il consumo dialcolici un crimine contro lo Stato. Ilproibizionismo minò il rispetto per lalegge, corruppe i poliziotti, creò unclima di decadenza morale, ma nonfermò il consumo di alcol.Nonostante questa tragicadimostrazione pratica, sembra che lanostra tendenza sia quella di ripetereesattamente lo stesso errore, quandoci occupiamo di droghe.

Etica e convenienza

Sul piano etico, abbiamo il diritto diusare la macchina dello Stato perimpedire che una persona diventialcolista o tossicodipendente? Per ibambini, quasi tutti risponderebberoalmeno con un convinto sì. Ma per gliadulti responsabili, io - perlomeno -risponderei di no. Ragionare con iltossicodipendente potenziale, sì.Spiegargli le conseguenze del suocomportamento, sì. Pregare per lui econ lui, sì. Ma io credo che nonabbiamo il diritto di usare la forza,direttamente o indirettamente, perimpedire a un altro uomo disuicidarsi, figuriamoci di consumarealcol o droghe.Riconosco senz’altro che l’aspettoetico è complesso, e che uomini dibuona volontà potrebbero non essere

d'accordo. Per fortuna non abbiamobisogno di risolvere l'aspetto etico,per essere d'accordo su una politica. Ilproibizionismo è un tentativo disoluzione che rende le cose peggiorisia per il tossicodipendente che pertutti noi. Quindi, anche se siconsidera l’attuale politica sulledroghe giustificata dal punto di vistaetico, la convenienza dovrebbe farlaconsiderare del tutto insensata.Prendiamo prima in considerazioneil tossicodipendente. Legalizzare ledroghe potrebbe far aumentare ilnumero di tossicodipendenti, maquesto non è certo. Il frutto proibito èattraente, soprattutto per i giovani.Cosa più importante, moltitossicodipendenti sonodeliberatamente resi tali daglispacciatori, che all'inizio danno loroalcune dosi gratis. Allo spacciatoreconviene fare così, perché una voltaattirato, il tossicodipendente divieneun cliente che è un prigioniero. Se ledroghe fossero disponibililegalmente, scomparirebbe ogniprofitto da attività così inumane,perché il tossicodipendente potrebbecomprare dove trova il prezzomigliore.Qualsiasi cosa accada al numero ditossicodipendenti, il singolotossicodipendente starebbecertamente meglio se le droghefossero legali. Oggi le droghe hannoun prezzo incredibilmente alto, e laqualità è fortemente incerta. Itossicodipendenti sono indotti adassociarsi con i criminali per ottenerela droga, a diventare essi stessicriminali per pagare ciò di cui hannobisogno, a rischiare continuamentemalattie e morte.Prendiamo poi in considerazione lealtre persone. Qui la situazione èchiarissima. Il danno che ci porta latossicodipenza altrui derivatotalmente dal fatto che le droghesono illegali. Recentemente unacommissione dell’Associazione degliAvvocati ha stimato che itossicodipendenti sono responsabilida un terzo a metà di tutti i reaticommessi nelle strade degli Stati

Uniti. Legalizziamo le droghe e icrimini di strada crolleranno. Inoltre,tossicodipendenti e spacciatori nonsono gli unici corrotti. Sono in giocosomme immense. E' inevitabile chealcuni poliziotti e funzionari statalisottopagati, e anche alcuni benpagati, facilmente soccombano allatentazione del denaro facile.

Legge e ordine

Legalizzare le droghecontemporaneamente diminuirebbeil crimine e aumenterebbe la qualità

delle forze di polizia. Riuscite aimmaginare altre misure chepotrebbero fare così tanto per la leggee per l’ordine? Ma, potreste dire,dobbiamo accettare la sconfitta?Perché semplicemente nonmettiamo fine al traffico di droga?Ecco dove l'esperienza accumulatadurante il Proibizionismo risulta piùimportante. Non riusciamo a porrefine al traffico di droga. Possiamoeliminare l'oppio dalla Turchia, maci sono moltissimi altri posti dovecresce l'oppio. Con la collaborazionedei francesi possiamo rendere

nobelprize.org/nobel_prizes/

econom

ics/laureates/1976/

friedm

an-autobio.htmlIn rete

1976IL PREMIO NOBEL

MiltonFriedman(1912-2006),professorepresso lacelebreUniversità diChicago, nel1976 ha vintoil premioNobel perl’Economia.Esponente dipunta delpensieroliberale, èstato ancheconsigliere delpresidenteamericanoRonaldReagan.

1972L’INIZIATIVAANTIPROIBIZIONISTA

Questo articolo fuoriginariamente pubblicatonel 1972 sulsettimanaleamericanoNewsweek:così Friedmaninteserispondereall’ennesimoannuncio di“guerra alladroga” daparte delpresidenterepubblicanoRichard Nixon.

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ANTIPROIBIZIONISMO

Così Friedman attaccava la guerra alle droghe

Perché lalegalizzazione è da Nobel

Rimpiazzare il proibizionismo sulla marijuana con un sistema diregole legale farebbe risparmiare circa 7,7 miliardi di dollari attual-mente spesi da Washington e dagli Stati federati per far applicare ildivieto. Se poi la vendita di marijuana fosse tassata come gli altribeni, lo Stato potrebbe incassare 2,4 miliardi di dollari di gettito o-gni anno; se l’aliquota fosse invece la stessa che si applica a alcol etabacco, addirittura si arriverebbe a 6,2 miliardi di dollari di entra-te ogni anno. Questi sono soltanto alcuni dei numeri contenuti inun celebre rapporto stilato nel 2005 da un economista dell’Uni-versità di Harvard, Jeffrey Miron, e finanziato con il contributo del-l’organizzazione no profit Marijuana Policy Project. Per sostenerequel documento, che allora fu inviato anche al Presidente repubbli-cano George W. Bush, arrivarono le sottoscrizioni di oltre 500 eco-nomisti statunitensi. Tra loro anche i premi Nobel per l’EconomiaMilton Friedman, George Akerlof della University of California diBerkeley, e Vernon Smith della George Mason University.www.prohibitioncosts.org/

Per l’economista di Chicago legalizzare nonè solo “etico”, ma anche “conveniente”

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DEPENALIZZARE PER CREDERE. IL CASO PORTOGHESE

Luigi Zingales

L’Espresso, 16 novembre 2007

Nel 1966 l’economista “con-servatore” Milton Friedmanstupì i suoi studenti dichia-

randosi a favore dell’abolizione dellaleva obbligatoria e della liberalizza-zione della droga. Meno di dieci annidopo, la leva obbligatoria negli StatiUniti fu abolita, ma l'idea di liberaliz-zare la droga rimane anatema.In aggiunta alle tipiche argomentazio-ni libertarie - attività che non danneg-giano gli altri non devono esser proi-bite - ci sono tre ragioni a favore dellaliberalizzazione che anche i conserva-tori più tradizionali non possono i-gnorare. Primo: è inutile sprecare ri-sorse in una guerra che non può esse-re vinta. Secondo: la criminalizzazio-ne della droga aiuta a finanziare lamafia e il terrorismo. Terzo: la neces-sità di procurarsi i soldi per drogarsi èalla base della criminalità diffusa cherende insicure le nostre città. Contro questa stringente logica, però,c’è il peso dell'evidenza. Gli esperi-menti di liberalizzazione parziale, dal-la Svizzera all'Olanda, si sono rivelatidei disastri. E l'esperienza con il tabac-co dimostra che la legalizzazione nonelimina gli incentivi a promuovere ilconsumo tra i minorenni, ma rendepiù difficile tenere costoro lontani dalpericolo. Se la liberalizzazione non funziona,lo status quo neppure. Esiste una viad'uscita? Almeno per le droghe pesan-ti la risposta è affermativa: basta stu-diare gli spacciatori e fare... esattamen-te il contrario. Gli spacciatori devono affrontare undifficile problema di marketing. Nonsolo il loro prodotto uccide, ma - midicono - al primo tentativo non è nep-

pure gradevole. La loro fortuna è chela droga causa una forte dipendenzafisica. Quando riescono a convincereun potenziale cliente a provare per unpaio di volte, lo hanno in pugno persempre. Senz’alcun corso di marketing glispacciatori hanno realizzato che il mi-gliore sistema di vendita per un simi-le prodotto si basa sulla differenzazio-ne di prezzo. La droga è offerta gratui-tamente a chi la prova, ma viene fattapagare a caro prezzo a chi ne è dipen-dente. Gli enormi profitti realizzatisui drogati abituali finanziano la '-campagna promozionale'. E siccomeil costo zero spesso non basta a cattu-rare i clienti, gli spacciatori usano lepiù sofisticate tecniche di marketingdiretto. Non c'è nulla di così accatti-vante che l'esempio di persone '-trendy' alle feste dei giovani. E gli spac-ciatori hanno accesso a un fedelegruppo di venditori: drogati abitualiin cerca di soldi per finanziare il pro-prio consumo. L’unica speranza di sconfiggere la dro-ga è invertire la discriminazione diprezzo fatta dagli spacciatori. Vorrem-mo un sistema che imponga un costoelevatissimo ai clienti che la provanoper la prima volta, ma un prezzo bas-sissimo per coloro che ne sono dipen-denti fisicamente. Purtroppo la sem-plice liberalizzazione proposta daFriedman non basta. Non solo nonaumenta il prezzo per chi prova ladroga, ma non riduce a zero i profittiottenuti sui tossicodipendenti. Comel'esperienza sulle sigarette dimostra, iproduttori continuano a fare suffi-cienti profitti sui clienti abituali da fi-nanziare campagne di promozione(dirette o indirette) del fumo tra i piùgiovani. Non azzerando i profitti la li-beralizzazione riuscirebbe solo a ri-

durre, ma non eliminare, questecampagne promozionali. E questobeneficio parziale sarebbe pagatocon un più facile accesso alla drogaper tutti i giovani. Per invertire la discriminazione diprezzo è necessaria una politica didistribuzione regolamentata. A chiè disposto a registrarsi in un elenconazionale di tossicodipendenti, ladroga dovrebbe essere distribuitagratuitamente, purché consumatanei locali del centro di distribuzio-ne. Per chi drogato non è, il costoper registrarsi è elevatissimo. Perchi è tossicodipendente, il costo èminimo. Questo meccanismo per-metterebbe di mantenere una bar-riera all'entrata, eliminando altempo stesso totalmente i profittidegli spacciatori. Permetterebbeanche di evitare che tutti i drogatid’Europa venissero da noi, comesuccesso in Olanda o Svizzera.Gestiti dal sistema sanitario nazio-nale, questi centri sarebbero suffi-cientemente squallidi da renderenon attraente l'idea della droga. InAmerica l’arma più efficace controil fumo non è stata la proibizione,ma la ghettizzazione e lo stigmasociale. Senza la promozione deiconsumatori-spacciatori e senza ilfascino del frutto proibito, drogar-si diverrebbe tanto attraente quan-to farsi una flebo in ospedale.Questo sistema avrebbe molti deibenefici della liberalizzazione(meno spese in polizia, meno cri-minalità) senza i costi relativi, inparticolare senza esporre una fettacrescente di giovani al rischio delladroga, un problema che sta assu-mendo i connotati di un’emergen-za nazionale.

Marsiglia un posto sconsigliabile per produrreeroina, ma ci sono moltissimi altri posti dove lesemplici operazioni necessarie per laproduzione possono essere svolte. Finché sonoin gioco grandi somme di denaro - econtinueranno ad esserlo, se le droghe restanoillegali - è letteralmente senza speranza l'attesadi porre fine al traffico, o anche di ridurlo inmaniera significativa. Per le droghe, come peraltro, è assai probabile che la persuasione el’esempio siano più efficaci che impiegare laforza per rendere gli altri uguali a noi.Traduzione dall'inglese di Antonio Grippo

PROIBIZIONISMOL’economia dice no

Se il proibizionismo è fallito

Meglio impararedagli spacciatori

Luigi Zingales

Professore diEntrepreneurship andFinance allaChicagoBooth Schoolof Business.Si occupaprincipalmente di teoriadell’impresa,cause edeffetti dellosviluppofinanziario edi corporategovernance.Scrive per ilSole 24 Ore eL’Espresso

Chi è

on line www.lucacoscioni.it

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Lucio Scudiero, sul sito dell’associazione Libertiamo, riassumecosì le conclusioni di uno studio pubblicato dal think tank ame-ricano Cato Institute sulle politiche della droga in Portogallo:“Prima di depenalizzare l’uso personale di stupefacenti, il Por-togallo aveva un alto tasso di tossicodipendenze. Oggi, scriveGreenwald, ‘ha il più basso tasso di consumo di marijuana inEuropa e uno dei più bassi di cocaina” che “hanno diminuito,ovviamente, anche gli effetti delle patologie connesse all’uso distupefacenti, come la trasmissione di Hiv, epatiti e morti da abu-so’. Da quando in Portogallo non è più un problema di politi-ca criminale, l’uso di droga è divenuto un problema di naturamedico-assistenziale. ‘Le persone trovate in possesso di stupefa-centi – scrive Greenwald – non sono più arrestate o trattate co-me criminali. Al contrario, vengono inviate davanti una com-missione di esperti medici, che gli offre l’opportunità, senza ob-bligarli, di accettare un trattamento di recupero finanziato dal-lo Stato’”. www.cato.org

Perché quella di modulare prezzi e incentivi è la politica migliore

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LINUX DAY

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A cura di:

Password, il progettodiffuso sulle "libertàdigitali"

C os'è Password? Due pagine ogni mesesu Agenda Coscioni. Per ora. Un luogo

per elaborare politica per la libertà diinnovare, e per l'affermazione dei diritti civiliin Rete. Un progetto che nascedall'associazione radicale ma da questa sivuole distaccare per coinvolgere giornalisti,appassionati di tecnologie, attivisti, hacker,grafici, illustratori, scrittori. Contattateciall'[email protected]

Agorà Digitale,l'associazione radicale per le libertà digitali

A gorà Digitale, fondata il 6 Settembre 2009, si èoccupata in questi mesi di diritto d'autore e

legalizzazione del file sharing, di software libero eformati aperti, di open data, privacy e liberoaccesso. Una lista esaustiva di attività e di fronti sucui puoi entrare in azione anche tuall'indirizzo www.agoradigitale.org/10motivi .Presidente, segretario e tesoriere dell'associazionesono, rispettivamente, Marco Cappato, Luca Nicotrae Gianpiero De Martinis. Del consiglio direttivo fannoparte anche i parlamentari radicali Marco Beltrandi,Rita Bernardini, Matteo Mecacci e Marco Perduca.

www.agoradigitale.org/password

www.agoradigitale.org/video

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www.agoradigitale.org

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dossier scuola:http://www.dossierscuola.it/PaginaIniziale

sistema operativo Linux:http://it.wikipedia.org/wiki/Linux

Linux Dayhttp://www.linuxday.it/

raccolte firme: http://www.agoradigitale.org/al-linux-day-raccolte-meta-delle-firme-necessarie-linterrogazione-sul-software-libero-ora-lo-sprint

Agora Digitale :http://www.agoradigitale.org/

Linux Day: Software libero in ItaliaIl 23 ottobre, alladecima edizione delLinux Day (per ladiffusione disoftware liberocome l'OS Linux oOpen Office) è statopresentato il“dossier scuola” perla diffusione del freesoftware all'internodegli istituti

didattici. Durantel'evento AgoràDigitale ha iniziatola raccolta firmenecessarie perinterrogare ilComune di Romasullo stato dimigrazione deipropri sistemiinformatici verso ilsoftware libero.

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on line www.lucacoscioni.it

A Senigallia il temadegli “Open Data”

I l 20 novembre si terrà aSenigallia il convegno “Fammi

Sapere. La trasparenza dellaPubblica Amministrazione: internet,Open Data, Anagrafe pubblica degliEletti”. Tra i temi, gli Open Data(dati di Enti ed istituzioni pubblicheda rendere liberamente accessibilisenza limiti previsti da copyright ebrevetti). All'evento parteciperannotra gli altri, la deputata radicale RitaBernardini e Agorà Digitale

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http://www.igf-

italia.it/igf-italia10

http://fammisapere.info/

convegno-2010/

3A Cinisello Balsamo per discutere di “Digital learning”

Il 18 e 19 novembre nel Centro diFormazione per insegnanti della

Bicocca di Cinisello Balsamo (MI), siterranno il Convegno InternazionaleDigital learning e i dieci workshop“demo”.Si parlerà di One to One, CultureParecipative, OLPC, Scuola 2.0, LIM,Nativi digitali, Dieta Mediale degliStudenti, con Bottani, Biondi (MIUR),Rivoltella, Calvani, Cerri, Pedrò (OCSE),Battro (OLPC), Cavallo (MIT),Manchester(Maine Uni).

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http://www.linuxday.it/

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Il free softwarenella PA

L 'iniziativa di diffonderenella Pubblica

Amministrazione l'utilizzodei software liberi èsupportata dai vantaggi cheda essa deriverebbero, ovverorisparmi in termini di costi(riduzione delle spesederivanti dall'utilizzo dilicenze), la maggioresicurezza del sistema, laprivacy più tutelata.

Perchè il softwarelibero?

Un programma softwarelibero permette agli

utenti di usarlo, modificarlo,copiarlo, anche a pagamento.Differentemente dai sistemiproprietari, gode di vantaggieconomici e sociali rilevanti:abbattimento dei costi dilicenza, maggiore sicurezzacibernetica, lotta ai monopolinel mercato informatico,know how liberamenteaccessibile, maggiore rispettodella privacy e in generale deidiritti civili degli utenti.

Il free software nella scuola

L a diffusione del software libero nelle scuole è unapriorità del Linux Day 2010. Nelle scuole, oltre ai

vantaggi di costi e sicurezza, si otterebbero guadagni intermini di formazione (condivisione della conoscenzae cultura della legalità), di costi e tempi contenuti perla manutenzione dei sistemi e last but not least, crescitae aggiornamento tecnologico.

Stallman e le 4 libertà

N egli anni OttantaRichard M. Stallman

(l'inventore del softwareGNU) definì il concetto disoftware libero attraverso laformulazione delle quattrolibertà: la libertà di utilizzareil programma per qualunquescopo, senza limiti d'uso; lalibertà di studiare emodificare il programma; lalibertà di distribuirlo; lalibertà di migliorarlo.

Raccolta firme per l'interrogazione alComune di Roma

A ll'Linux Day 2010, Agorà Digitale ha raccolto firmesull'interrogazione popolare al Sindaco di Roma dove

si chiede di valutare i vantaggi del passaggio al softwarelibero e di fornire informazioni circa la dotazioneattualmente in uso. Le 128 firme raccolte sono un ottimorisultato che ci porta già a metà strada. Chiunque siainteressato a contribuire firmando l'interrogazione, potràvenire in sede (via di Torre Argentina n° 76 [zonaPantheon] a Roma) tutti i giorni dal lunedì al venerdì(dalle 9 alle 14) o chiamare al 06 68979271.

FREE SPEACH

InternationalGovernance ForumItalia

I l 29-30 novembre 2010 nella salaconvegni del CNR a Roma ci sarà la

terza edizione dell'InternetGovernance Forum Italia, volto afavorire il ruolo di internet nell'ambitopolitico, economico e sociale, sull'usoregolamentato del servizioinformatico, sui diritti e principi dellacibernetica, la sicurezza di Stati,aziende e individui, la libertà diespressione, la proprietà intellettuale,i software liberi e proprietari

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SEGNALAZIONI

SEVERINO MINGRONI*

[email protected]

Disabili Filo-LinuxMa altro è "viveredavvero"

S ono stato usciere presso il Di-partimento di Matematica Pu-ra ed Applicata della Università

aquilana dal 7 ottobre 1986 fino al 31gennaio 1991; poi mi sono voluto tra-sferire alla Università di Chieti. A L'A-quila vivevo in una casa in affitto conquattro studenti di Informatica, maguardavo quasi con disprezzo i com-puter: ora non posso farne a menopurtroppo, perché il 22 ottobre 1995ho avuto una trombosi alla arteria ba-silare con conseguente sindrome dilocked-in! Mi è infatti rimasta solo lapossibilità di comunicare per mezzodi un computer. Ecco cosa ho tra l'al-tro scritto: “sono più di 13 anni chesono a casa, ma non ho visto mai u-na terapista occupazionale, ancheinformatica, né ho mai ricevuto assi-stenza informatica ufficiale, nemme-no nei momenti topici! Ovvero, ad e-sempio: quando ho problemi colcomputer, e quando devo passare adun S O, acronimo di sistema operati-vo, successivo di Windows. In questicasi, devo ricorrere a mio cognatoGianni, o al mio tecnico informaticoprivato Marco. E ciò è di una gravità i-naudita, perché io, senza il computer,esisterei solo per la mia famiglia. E'vero che, nell'agosto 2006, la RegioneAbruzzo ha varato una Legge che pre-vede un rimborso massimo di 3000euro per gli acquisti informatici, nonprevisti dal Nomenclatore, di noi di-sabili abruzzesi, ma tale legge ha ungrosso limite temporale: essa, infatti,

avete pure provveduto a dotare que-sto computer di una scheda tv note-vole, tanto che da molti anni possovedermi digitale satellitare, terrestree televisione analogica sul desktop;se non c'eravate voi due con mam-ma, papà e sorella, la mia vita sareb-be infinitamente infelice, poiché loStato è in sostanza assente per me.Comunque, se i miei ausili informa-tici e la mia televisione virtuale fos-sero compatibili con Linux, stareisempre col medesimo sistema ope-rativo gratuito, e la Regione rispar-mierebbe assai. Eppure, nonostanteio debba molto ma molto alla infor-matica, e che tuttora non possa farea meno del pc, dopo 12 anni di esso,vorrei, caro Marco, non aver più bi-sogno del computer! Si, vorrei scom-parire dalla faccia della terra quantoprima, perché la vita non è la virtua-lità di Internet, ma ben altro: essa èabbracciare le persone care, amare u-na donna, mangiare un bel piatto dispaghetti, bere un po' di vino, farsialmeno una doccia al giorno e cosìvia. Insomma, vorrei vivere davveroo scomparire per sempre....”Vi sto scrivendo questo post su di unfoglio virtuale della applicazione W-riter di Openoffice, che è un Softwa-re GRATUITO, che voi leggete comefile doc. Poichè sono stanco di rin-correre sistemi operativi a pagamen-to, vi chiedo: col mio HeadMouse,non potrei stare per sempre con Li-nux grazie ad una tastiera su schermocon mouse virtuale, softwares gratui-ti creati appositamente per “disabilifilo Linux”? E se possibile anche unsoftware -gratuito o meno, ma com-patibile con Linux- per controllare latv, sul desktop o meno? Grazie e ciao.Severino

prevede che, una volta usufruito delrimborso massimo di 3000 euro, ildisabile debba far passare tre anni peraver di nuovo diritto ad usufruire diuna tale somma. Mi spiego megliocon un esempio personale: un mesefa, per la terza volta dal 2006, ho chie-sto un rimborso con il quale arrivo ai3000 euro previsti dalla legge regio-nale; potrò chiedere il prossimo rim-borso, quindi, solo a partire dal 1°gennaio 2014. Quando ho spiegatotutto ciò a Marco, lui mi ha detto:“Nel tuo caso soprattutto, una cosadel genere è inammissibile: e se tu a-vessi bisogno del rimborso prima del2014? Io, ad esempio, quanto primavorrei farti passare al sistema operati-vo Mac: vedrai che ti troverai moltomeglio, ti riposerai e mi ringrazierai!”.Io avrei voluto dirgli: caro Marco, so-no stufo di rincorrere sistemi operati-vi, soprattutto senza l'aiuto di nessu-no dello Stato; ciò vuol dire che trop-pe volte mi sono già dovuto preoccu-pare io stesso della compatibilità del-la mia tastiera su schermo con emu-latore di mouse con i vari S O; senzaparlare dei troppi programmi che hodovuto studiare da solo; tu e Gianni

SATELLITE HOTBIRD

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UN LIBRO DI ALBERTO ZULIANI*

La statistica:“strumento dicittadinanza”

2009 e via dicendo. Questo –argomenta Zuliani - aiuta a va-lutare l’ordine di grandezza difenomeni collegati e a non ab-boccare a dati riferiti estempo-raneamente e strumentalmen-te. Ho capito l’importanza diquesta raccomandazionequando, di fronte al dato di120 miliardi di evasione fisca-le, sono andato a raffrontarlocon il PIL o con il numero to-tale dei poveri in Italia (ottomilioni) ed ho realizzato checon quei 120 miliardi, se recu-perati, si potrebbero dare oltre1.000 euro al mese a ciascunodi quei nostri sfortunati con-nazionali. Più di recente,quando Tremonti ha afferma-to che le province costano “so-lo” 200 milioni l’anno, mi èstato molto utile sapere checon quella cifra, che al mini-stro sembra irrisoria, si potreb-be quadruplicare lo stanzia-mento (peraltro ancora senzacoperura finanziaria) di 50 mi-lioni annui per la terapia deldolore, dove l’Italia si collocaall’ultimo posto in Europa. Echiunque di noi potrebbe fareinfiniti diversi esempi.Zuliani offre anche, in pochema intense pagine, lo spaccatodi alcuni aspetti della nostrasocietà, smentendo molti luo-ghi comuni (in particolare sul-la presunta maggiore attitudi-ne al crimine degli “irregola-ri”) ed evidenziando l’impor-tanza di problemi come la di-soccupazione, molto superio-re ai dati ufficiali, o la disabi-lità. Ma le parti più vivaci del librosono quelle in cui l’autore sidiverte a dimostrare la non at-tendibilità di strumenti comel’Auditel, sui cui pure si basa-no le principali scelte degli in-vestitori pubblicitari. Oppurea demolire alcuni casi clamo-rosi di diffusione di dati chealimentano il già diffuso qua-lunquismo nazionale. L’esem-pio più efficace è quello relati-vo alle “auto blu”. Zuliani cita ildato fornito dal vicedirettoredi un quotidiano, “ospite fissoin un talk show domenicale”(574.215: una precisione inve-rosimile, la fonte del dato noncitata) e quello analogo(607.918) fornito poco tempodopo da una associazione dicontribuenti. Zuliani elencapuntigliosamente le posizionidi rilievo, tali da poter ragione-volmente dar diritto ad un’au-to di servizio, presenti nel Par-lamento, nel governo,, neglienti locali (regioni, province,comuni), negli enti e nelle a-ziende pubbliche, nelle forzearmate ed in quelle dell’ordi-ne, nelle varie magistrature egiunge alla cifra di 20/30mila:un dato che coincide conquello fornito da Brunetta,

non tenero con la P A, che par-la di 30 mila auto blu (più cir-ca 60 mila “auto grigie”, nondi rappresentanza ma destina-te a necessità operative).Il libro – troppo ricco di spun-ti pe poterlo riassumere effica-cemente in breve spazio – siconclude con alcune paginededicate alla statistica “stru-mento di cittadinanza”. “Peraffrontare un problema, scri-ve Zuliani, per prendere unadecisione, per capire cosa stasuccedendo intorno a noi ènecessario servirsi di informa-zioni di tipo statistico... quin-di essere capaci di trovarle, didiscriminare quelle affidabilidalle altre, di valutarne la per-tinenza e la completezza ri-spetto alle esigenze. I cittadini,per essere pienamente tali, de-vono essere in grado di inter-pretare e servirsi delle statisti-che ufficiali, prodotte per il lo-ro uso e con il loro finanzia-mento, attraverso la fiscalitàgenerale”.

*membro di direzione dell’Asso-ciazione Luca Coscioni

Carlo Troilo

“Statistiche come e perché. A cosa servono,come si usano”: il titolo del libro di Alber-to Zuliani sintetizza efficacemnete i messag-gi che l’autore vuole inviare ai lettori ma an-che alla classe dirigente, che mostra di sape-re poco dei dati statistici e soprattutto ten-de a piegarli alle proprie tesi ed esigenze. Equesto contro l’insegnamento di GoffredoAchenwall, creatore nel 1700 del termine“statistica”, il quale affermava che “la poli-tica insegna come gli Stati devono essere; lastatistica descrive come essi sono realmen-te” (è una delle molte citazioni cui Zulianidedica una serie di gustosi “box”). Nel libro vi sono utili “istruzioni per l’uso”della statistica. La più significativa mi sem-bra questa: avere sempre in mente alcuni ag-gregati di riferimento. Ad esempio: la popo-lazione residente in Italia, pari a 60 milionia fine 2008; il prodotto interno lordo, pari acirca 1.500 miliardi di euro nel 2009; il de-bito pubbico, pari a crica il 115% del PIL nel

Scrivono esottoscrivono

In linea conl’Europa

L'Italia deve sottrarsiall'egemonia vaticana eapprovare una leggesull'eutanasia come lamaggior parte dei paesieuropei

ADRIANO PACIFICI10 Euro

LAURA ARCONTI20 euro

PAOLO PELLIZZARI100 euro

Alberto Zuliani

ordinario diStatisticaallaUniversità diRoma “LaSapienza”, èstatopresidentedell’ISTATper ottoanni. Sioccupaattivamente,comepresidentedellaFondazione“HandicapDopodinoi”,dei problemidei disabili edelle lorofamiglie. E’anchecoordinatoredel gruppodi lavorodellaAssociazione Coscionisulladisabilità

Chi è

Presente ad ogni appello

Sono iscritta da sempre, miiscriverà anche nel 2011 apacchetto a tutta la galassiaradicale. - ma ogni volta chefate un appello, rispondo. Sonocon voi sempre.

Capire per agire

Mi iscrivo per non dimenticare che laricerca scientifica è una delle formepiù alte di libertà. Ci consente dicapire, di agire e di cambiare ilmondo senza paure, pregiudizi eideologie. Voglio credere anche che laricerca offra speranza a chi soffre e diaargomenti a chi si batte per i diritti

Page 21: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

on line www.lucacoscioni.it

I n cinquanta saggi, brevi ma chiaried esaurienti, il libro espone i

concetti basilari della genetica, unadisciplina giovane ma che ha fattopassi da gigante negli ultimi anni.

Partendo dalla teoriadell'evoluzione di Darwin econcludendo con le piùrecenti e controversequestioni etiche escientifiche, l'autoremostra come l'analisi delcodice genetico degliesseri umani e deglianimali abbia cambiato lanostra visione della vitasulla Terra. Conl'aiuto di citazioni, didivertenti aneddotie di un utile

glossario, scopriremo isegreti dei cromosomi, delDNA e del genoma umano,impareremo che la geneticapuò essere di aiuto nella lottacontro il cancro, l'AIDS, lamalaria, i batteri antibiotico-resistenti, e ciinterrogheremo insiemeall'autore sui temi scottantidella bioetica edell'ingegneria genetica, neltentativo di intravedere che cosa ilfuturo potrebbe riservare al genereumano.

Gli ultimi giorni di Eluana ècomposto dall'alternarsi di capitoliscritti dal medico anestesistaAmato De Monte, colui che haseguito Eluana Englaro nei suoiultimi giorni alla clinica La Quietedi Udine, e da sua moglie CinziaGori, tra gli infermieri che sisono offerti di adempiere aquanto la legge italiana avevastabilito con il decreto dellaCorte d'Appello di Milano, inbase al quale si autorizzava ladisattivazione della nutrizioneartificiale.

Nel ripercorrere quelle giornate De Monte e Gorinon solo ci forniscono i dettagli medici sulla situazioneclinica della giovane donna e descrivono con minuzia tuttele precauzioni prese affinché la sua storia potessechiudersi con la massima dignità e attenzione, maraccontano anche l'atmosfera che si viveva attorno allaclinica della piccola cittadina assediata dai giornalisti e, piùin generale, nell'intero Paese. Malgrado siano entrambi abituati ad affrontare situazionisimili quel che mi ha colpito è come essi rimangano scossinel vedere Eluana per la prima volta e nel constatarel'abisso esistente tra quello che la donna è diventata,dopo 17 anni di stato vegetativo, e l'immagine che i mezzidi comunicazione avevano costruito ad uso e consumo diun pubblico desideroso di credere nel lieto fine, quello diuna donna che, malgrado il suo stato fisicocompromesso, può ancora comunicare con chi le staattorno e avere così una sorta di vita sociale e affettiva(per non parlare della possibilità di avere figli!). Come diceMaurizio Mori nella prefazione vi era il desiderio “dialimentare in tutti i modi la speranza nel “miracolo” e dinegare recisamente la dura realtà”.Uno degli interessi primari del libro è quindi quello diricondurre il “caso Eluana” alla sua realtà fattuale, al corpodi una donna che per anni è stato manipolato e tenuto invita malgrado la sua volontà fosse espressamentecontraria, una donna che “non era più consapevole di sé edel mondo circostante”, la cui vita biografica si era fermatala notte dell'incidente.Il lavoro di De Monte e Gori è corredato da duetestimonianze, quella del sindaco di Udine, Furio Honsell,e quella della presidentessa della clinica La Quiete, InesDomenicali.

Sugli scaffali

A CURA DI MARIA PAMINI

Amato DeMonte

e Cinzia GoriGLI ULTIMI GIORNI

DI ELUANAEdizioni

Bibliotecadell'Immagine

2010PP. 255,

EURO 12,00

Mark HendersonCINQUANTA GRANDI IDEE DI GENETICADedalo, 2010PP. 208EURO 18,00

N ella notte tra il 15 e il 16ottobre 2009, Stefano

Cucchi viene arrestato perchétrovato in possesso di una modicaquantità di stupefacenti. Esce dacasa in normali condizioni disalute e i Carabinieri dicono aifamiliari di stare tranquilli. Il 22ottobre viene notificata alla madrela sua morte attraverso il decretocon cui il Pubblico Ministero neautorizza l'autopsia. Nell'ottobre2010 i pm chiedono il rinvio agiudizio per 12 persone, medici,infermieri e guardie carcerarie. Lasorella Ilaria ripercorre quei giorni

in cui una colpevoleindifferenza hacalpestato la suafamiglia e i giorniseguenti, in cui trovareun senso inafferrabilenella vicenda è parsol'unico modo perreagire. In paralleloIlaria ricostruisce la vitadi Stefano, senzatacerne il caratteredifficile e le insicurezzee soprattutto latossicodipendenza, da

cui ha cercato più volte di uscire.

Ilaria Cucchi e Giovanni BianconiVORREI DIRTI CHE NON ERI SOLO. STORIA DI STEFANO MIO FRATELLORizzoli, 2010PP. 290EURO 16,00

21

BRUNO CAVALLAROI10 euro

CRISTIANO BARDUCCI20 euro

ELIANO CRUCIANI5 euro

Gli ultimi giorni di Eluana

Per sapere tutto di me

voglio imparare aconoscere meglio mestesso e ciò che mi staintorno con unocchio piùconsapevole ediverso.

La causa comune

Un piccolissimo contributo per unagrande causa. Grazie.

La scelta contro la dittatura

"Vivir es elegir cada momento" è stato lo slogandella Comunidad del Sur di Montevideo, voceanarchica di resistenza alla dittatura. "Viveresignifica operare una scelta momento permomento", fino all'ultimo respiro, fino a decideredella propria morte o di dare mandato a un altroindividuo di aiutarti a morire anzitempo, qualorale tue condizioni non ti permettessero altro che disubire il mondo, magari inconsapevolmente.

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DAI LETTORI

Mi chiamo Isabella e ho 39 anni. Hofatto tre ICSI eterologhe all'estero. Duefallite e una terza con aborto sponta-neo al secondo mese. Totale euro spesiin 18 mesi per i tre tentativi: circa30.000 (mutuo). Totale sofferenzaspesa per aver voluto esporre ogni per-corso alla luce del sole a medici privatie pubblici, a parenti, conoscenti eamici per raccogliere forza e per lottareancora: indefinibile! Oggi, dopo un anno, sono in mutuaper operazione all'utero: troppi farma-ci, dicono! Dopo dodici anni di matri-monio sono separata: percorsi difficili,dicono! Più semplicità e più umanitàmi avrebbero reso tutto più naturale,anche dove il naturale, per natura,manca. Io e il mio ex marito siamo arrivatialle fecondazione eterologa per la suatotaleazoospermia: nessuna possibilità, pre-sente o futura, di poter procreare. Ciòche però mi preme dire è che prima digiungere alla sofferta e difficile accetta-zione da parte di entrambi di una

fecondazione eterologa abbiamo fattodue percorsi completi per l'adozionenazionale e internazionale. Abbiamo partecipato e concluso il per-corso per diventare genitori adottivicon l'ULSS n.4 della provincia diVicenza, due anni di massacrantemessa in discussione fatta di colloquipsicologici e corsi su corsi. Alla fine,per precedenti penali di mio marito(furto) che risalgono a quando eraminorenne e che aveva ampiamentepagato, non ci hanno danno l'ido-neità: poteva creare un precedente sco-modo per la reputazione dei servizisociali. All'età di 45 anni mio maritopoteva dirsi, ma SOPRATTUTTO sen-tirsi, una persona diversa dal ragazzodi allora, riscattando con dignità diuomo, di marito, di lavoratore,di amico il suo passato vissuto connove fratelli e una famiglia disagiataalle spalle. Naturalmente due anni di pressantianalisi non lasciano indifferenti e laperdita di un bambino che psicologi-camente, durante il percorso adottivo,

ti obbligano ad immaginare già pre-sente in casa, facendoti cambiare addi-rittura stile di vita e scelte, ancoraprima di una possibile idoneità, mi hainnescato la forza di andare oltre e farericorso al Tribunale di Venezia. Ricorsovinto con il giudice che ci dice di insi-stere e di crederci.Ci iscrivono in un altra ULSS, sempredella provincia ma lontana da casa.Altri due anni in cui, alla fine, un altrogiudice ci esorta a firmare la resa per-ché, pur essendoci una relazione anostro carico molto positiva e scrupo-losa per attenzione e sensibilità, "inquesto periodo così critico per l'Italianon possiamo permetterci, dice, cheall'estero pensino che qui siamo facilinell'offrire, a uno che ha avuto proble-mi con la giustizia, l'idoneità di esserepadre". La sentenza è definitiva.Allora pesavo 62 kg, dopo tre mesisono arrivata a 48! Era l'accettazioneincondizionata e impotente di nonpoter mai più adottare un bambino.Lavoro, alleno una squadra femminiledi calcio, sono presente nella vita

sociale del paese, la mia famiglia misostiene, riprendo la vita alla grande ei chili ritornano. Dopo due anni misento pronta per la fecondazione ete-rologa e non credo a ciò che vedointorno a me: omertà, ipocrisia, prima-ri di ginecologia che mi esortano afarmi una storia al sabato sera invecedi spendere soldi. Denuncio verbal-mente la poca professionalità di medi-ci e ospedali italiani, inconsapevoli diuna percentuale di infertilità che crescea dismisura, nel vicentino arriva quasial 27%! Io parlo, al lavoro, allo stadio,per strada, informo tutti su cosa misuccede e viene fuori che amiche,conoscenti, parenti, una quantitàincredibile di casi, stanno lottandonella solitudine e nella incapacità diavere strumenti di conoscenza, in uncampo in grado di ferirti psicologica-mente e fisicamente.Ora la mia vita è cambiata, grazie allamia volontà di riscatto nell'amore perla vita e per l'Amore che sento nuovo,grande e ricambiato del mio compa-gno.

Isabella: Spero che la mia storia sialetta da chi guarda le cose per cambiare il mondo.

ISCRITTI AL “PACCHETTO AREA RADICALE”Si sono iscrittiall’AssociazioneLuca Coscioni con laformula del“Pacchetto arearadicale” (iscrizionea tutti i soggetticostituenti il PartitoRadicaleNonviolento,Transnazionale eTranspartito, quota590 euro)

Corrado Bohm,Antonio Busi,Lorenzo Cantone,Giovanni Dapiran,Riccardo Fichera,Raffaele Fortino,Carlo Loi, FrancescoDavide Mauro,Alfredo Pauciulo, EvaRomanin JacurBohm, ChristopheSanchez, NicolinoTosoni

ISCRITTI (per cui valeabbonamento a Agenda Coscioni)Maurizio Angelini120, IvanoArcangeloni 175,Cristiano Barducci20, Lelio Dona'100, MassimilianoFrascino 100,Ferdinando Frattini125, Luca Osso 100

ISCRITTI DI OTTOBRE22

Scrivono esottoscrivono

L’iscrizione come megafono

Il mio semplicecontributo per aiutarequanti non hanno lavoce per poterrivendicare i propridiritti di personeumane.

FLAVIA BIFFIS100 Euro

Per una consapevolevisione del mondo

Voglio imparare a conosceremeglio me stesso e ciò chemi sta intorno con un occhiopiù consapevole e diverso ...

CRISTIANO BARDUCCI20 euro

La ricercacome offerta di speranza

Mi iscrivo per non dimenticare chela ricerca scientifica è una delleforme più alte di libertà. Ciconsente di capire, di agire e dicambiare il mondo senza paure,pregiudizi e ideologie. Voglio credereanche che la ricerca offra speranzaa chi soffre e dia argomenti a chi sibatte per i diritti.

PAOLO PELLIZZARI100 euro

Page 23: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

on line www.lucacoscioni.it

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Acconto iscrizioniAlda Baldanzi(pacchetto), BernardoBassoli 20, NazzarenoCiucciomei (pacchetto),Mauro Piva 50, MarcoScotto 50

ContributiAlberto Azzena 10,Pasquale Calvario 30,Giuseppe Cigna 30,Antonio Corapi 50,Roberto De Longhi 30,Annamaria La Ferla 20,

Lorenza Laganga 0,25,Leonora Massardi 20,Paolo Perani 20, TullioRatossa 50, GerardoRigoni 20, GianbattistaRomeda 7, MarcoSalituro 30, PaolaScarin 20, GianluigiSirolli 10

Aumenti quotaPio Ausiello 25, AndreaCavaggioni 50, PietroColombo 500, VezioDella Valle 100, Sergio

Memoli 320, ArmandoPitotti 10, AnnaCristina PontaniCoscioni 300, PaolinaMaria Salmaso 50,Anna Maria Schmidt50, Gesuina AmbroginaSomaschini 20,Giuseppe Suppa 200,Marirosa Toscani Ballo100, Enrico Zicavo 50

Aumenti quotacontributiMarco Basset 40,

Ettore Coppola 5,Stefano Costa 30,Francesco De Liberato10, Vera De Pascale20, Pierluigi Di Pisa15, Valerio Di Porto 20,Roberta Doppieri 6,Antonio Ferrante 10,Fausto Leonardi 20,Giuseppe Lorrai 15,Mario Mei 5, CarlaMinerbi 20, FrancescaMotolese 20, OresteNarmucci 20, StefaniaNiccoli 10, Claudio

Pagnani 30, GiuseppePaudice 20, CarminePesce 5, Dante Pini50, Italo Pizzuto 40, R.Rathman 10, VittorianoRomanelli 15, PeterPaul Scheiterle 20

[email protected] lettori di Agenda Coscioni ci possono scrivere all’indirizzo [email protected] oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma

I numeri arretrati di“Agenda Coscioni” sono liberamente

scaricabili all’indirizzo: www.agendacoscioni.it

Commenta gli articoli sul sito! Emerita ass. Luca Coscioni,

Vi scrivo perché sono moltodispiaciuta che la favolosascoperta del prof. Zamboniriguardo alla sclerosimultipla sia stata bloccataprobabilmente dalla sanità edalle industrie farmaceiticheper i troppi interessi dadifendere con gli attualimedicinali in commercio.Ho cercato in diversi siti maè molto difficiletrovare un'aspedale italianoche sioccupi di diagnosticare conl'ecodopler ecurare la CCSVI.Vi scrivo perchè vorrei saperese voi come associazionestate facendo qualchebattaglia per sostenere lasperimentazione curascoperta dal prof. zamboni.Nell'attesa si una Vostragrazie compunque perl'impegno della Vostraassociazione.

A. Galleani

Cara A, con riguardo allacura di cui lei scrive,l'attività dell'associazione èprincipalmente finalizzataalla trasparenza deldibattito medico-scientificoche, ci pare, non sia giunto

a conclusioni univochepersino da parte dello stessoZamboni. Siamo certo aconoscenza di una lista dicentri curata da varieassociazione tra cuiquesta http://ccsvism.xoom.it/index.html#strutture_italiane_diagnosi_trattamento,vogliamo però comunquemettere in guardia dapossibili decisioni avventatesul piano medico, adesempio abbiamo notizia diinterventi di angioplasticache non corrispondevano auna reale necessità. Cipermettiamo pertanto disuggerirle prudenza e diintraprendere ogni passo inconsultazione con medici difiducia. Cordialmente.

Volevo capire ilfunzionamento delladonazione del cordoneombelicale, conoscerereferenti a Milano,associazioni o enti. Se sipotesse avere un telefonoa cui rivolgersi perchiarire iter e procedure.Grazie,

fs

Gentile F,innanzitutto ti copio qui di

seguito il link dell'associazione Coscioni alquale puoi trovareinformazioni utili alla tuadomanda:

http://www.lucacoscioni.it/conservazione_di_tessuti_e_cellule_umani

Comunque c'è unaprocedura da seguire, è sulsito del Ministero della Salute, bisogna essereautorizzati all'esportazionedelle cellule emopoietiche,la struttura dopo non sipotrà rifiutare.

L' Associazione OsideaOnlus si occupa di fornireinformazioni e aiuto perla donazione e laconservazione del cordone ombelicaleEcco il link: www.cordoneombelicale.it/index.php?lingua=ita

E ancora:http://www.bioinst.com/?gclid=COqSiPm_maQCFcsf3wodDBpqGQ

Il numero 11/2010 di“Agenda Coscioni” è stato chiuso venerdì 12 novembre 2010.Il mensile è giunto al suo 51esimo numero.

direttoreRocco Berardo

graficaMihai Romanciuc

hanno collaboratoMarco Aurelio, MarcoCappato, Valentina Stella,Elisabetta Badolisani, MariaPamini, Carmen Sorrentino,Alessia Turchi, PatriziaValenza, Josè De Falco

illustrazioniPaolo Cardoni

progetto graficoRoberto Pavan

Dal “cordone” a cura Zamboni

L’iscrizione che mi fa stare bene

Perché m’iscrivo? Perché … , perché... e perché no?Verrebbe spontaneo dire. Forse perché ho avuto purtroppoprova di quanto giuste siano le battaglie dall'associazioneperseguite. Ma poi alla fine che m'importa, mi fa stare bene:-) Io ricordo ancora le parole di un certo Marco chesosteneva che l'opportunità ce l'abbiamo innanzitutto noinel dare sostegno a ciò in cui crediamo, con unarivalutazione della questua ormai in disuso. Io neapprofitto. Un abbraccio.PAOLO LUIGI PONTI200 euro

L’esperienza che conta

Sono un due voltetrapiantato di rene. Lacausa dell'associazioneLuca Coscioni mi sta acuore personalmente e pertutte le persone che comeme soffrono di un maleincurabile

PAOLO SCHIATTARELLA20 euro

Page 24: Agenda Coscioni anno V n.11: novembre 2010

FATECELAPAGARE!

La campagna per la pubblicità dello spot per la legalizzazione dell'eutanasiaha un costo. Ogni euro ricevuto a questo scopo lo useremo per la suadiffusione. L’eutanasia è un tabù per il potere da rompere anche in tv.

È una campagna che costa. Fatecela pagare!

CON CARTA DI CREDITOsu www.lucacoscioni.it/contributo

oppure telefonando allo 06 68979.286

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Associazione Luca Coscioni

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cap 00186, Roma

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LE QUOTE DI ISCRIZIONESocio ordinario almeno 100 euro

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