Adria ott2013 n136

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di Adria Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 136 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Adria

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Adria ott2013 n136

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 136 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 136 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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L’Intervento

Le recentissime modifiche legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio-

ne del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determinato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

Il Sindaco ha tolto le deleghe a Maltarello

Palazzo Tassoni

pag. 8-9

Tribunale, destino segnato ma si va avanti

Giustizia

pag. 12

Bottrighe: lavori puBBlici “vogliamo chierezza”

La stagione del nuoto master è ripartita Domenica 27 Ottobre 2013

dal polo acquatico di Rovigo con la 17a edizione del Trofeo Nazionale Master

Rovigo Nuoto, inserito nel circuito nazionale Supermaster e prima tappa

del Trofeo Veneto 2013/2014

pag. 18Nuoto, trofeo master. adria

ciNque volte sul podio

Vogliono chiarezza gli aderenti della lista civica “Ora Cambia” in merito agli annunciati impegni su Bottrighe. Chie-

dono, dopo aver raccolto 240 firme, la convocazione di un consiglio comunale. Alberto Bergo, inoltre, cerca risposte sul

progetto relativo al rifacimento di via Vittorio Veneto

pag. 24

Pd e Pdl alle prese con il proprio futuro

Politica

pag. 15

pagg. 4-5

Ospedale, in due anni il taglio di 38 posti lettoRidimensionato anche l’ospedale di Porto Viro, ha perso lo status di presidio ospedaliero

Le schede ospedaliere prevedono ampi ta-gli anche per l’Ulss 19. L’azienda sanitaria di Adria e del Basso Polesine, infatti, alla

luce del percorso previsto dalla Regione, da oggi al 2015 vedrà i posti letto passare dagli attuali 216 a 178, con una diminuzione di 5 apicalità, che passeranno dalle 17 attuali a 12. Dati, questi, che danno il quadro completo delle modifiche che saranno operate all’inter-no dell’ospedale di Adria, l’unica struttura pubblica del Basso Polesine. Passando a esa-minare reparto per reparto quelle che saranno

i cambiamenti previsti, si vede che l’area me-dica vedrà la diminuzione di sette posti letto, che costituiscono il saldo tra il taglio di 17 a Medicina generale e l’incremento, invece, di 8 in cardiologia e di 2 in psichiatria. Sparirà, in quest’area, anche una apicalità. Ridimensio-namento in arrivo per l’area chirurgica, dove i posti letto diminuiranno di 21, mentre le apicalità saranno confermate a quota quattro. Chirurgia generale vedrà la diminuzione di 10 posti letto, mentre otorinolaringoiatria sarà quasi dimezzata, con un passaggio da 11 a

5. Il taglio, nell’area materno infantile, sarà di 7 posti letto, tutti a pediatria, mentre non cambierà il numero delle apicalità. Discorso si-mile per terapia intensiva, con una sforbiciata di 5 posti letto. Per quanto riguarda i servizi i diagnosi e cura, questi non prevedono, alla luce delle specialità in questione, posti letto.

Infine, l’area riabilitativa che da un lato vedrà l’assegnazione di due posti letto in più per i lungodegenti, dall’altro il taglio dell’unica apicalità al momento presente.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 136 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

“Davanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate

in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren-ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifi ca i favori piccoli e grandi, gli “ag-giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub-blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic-colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifi ca tutti gli altri, fi no ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”?

continua a pag. 3

Da pag 19 a pag 22 trovi l’inserto Dentalcoop UNITÁ DI occHioBello (ro)

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EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti Perché fare i moralisti e continuare a puntare i dito contro imprenditori e politici che hanno comunque fatto “girare” l’economia?

Avranno anche rubato qualcosa - è la linea di pensiero che serpeggia nemmeno tanto sotterranea nel Nordest degli affari - ma se questo è il prezzo da pagare per permettere ad una azienda di lavorare perché vogliamo fare del terrorismo?

Perché accanirci contro il funzionario che ha comunque dato il suo “contributo”, discutibile ma reale, a sostenere qualche impresa che deve impiegare i suoi lavoratori?

E’ il sistema con il quale, continua chi è convinto di saperla lunga, dobbiamo fare i conti, voglia o non voglia. Altrimenti non si va da nessuna parte, altrimenti non si sta sul mercato.

Affermazioni che suonano come un grande alibi collettivo e un’autoassoluzione equivoca, anche se molto di moda in questo diffi cile e confuso periodo.

Ecco allora che bastano 50 euro per corrompere un funzionario, oppure un fi ne settimana a Milano Marittima “all inclusive” regalato ad un dipendente pubblico che dovrebbe essersi limitato a fare il suo dovere.

E’ a causa del “dio palanca” e delle tante “piccole eccezioni” ad esso collegate se nel nostro Paese un’opera pubblica costa uno proposito e se ci vogliono anni per portarla a termine. Va da sé che ci si muove in una specie di giungla senza regole, in cui ha la meglio non il più bravo ma il più furbo, o il più “amico” del politico di turno.

E’ questa scuola di pensiero che arriva a giustifi care ogni forma di illegalità, non solamente i cosiddetti “peccati veniali”. Perché alla fi ne il “dio palanca” perdona tutto, basta assecondarlo.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

Adria Provincia Regionelavori puBBlici

pag. 6

Il cantiere di piazza Garibaldi slitta al 2014

servizi

pag. 12

Polacque ha debiti con il Comune per 549 mila euro

commercio

pag. 14

Adria Shopping già a lavoro per le iniziative di Natale

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

è un marchio registrato di proprietà

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 ottobre 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

srldi

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www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Controlli dei carabinieriiNfrazioNi per 20 mila

euro Nei Bar e tavole calde

Oltre ai controlli sulla strada, i militari dell’Arma della Compagnia di Adria, coadiuvati dalla Guardia di finanza e carabinieri del Nas di Padova, sono

stati impegnati nei giorni scorsi in una serie di accertamenti che hanno avuto come oggetto gli esercizi commerciali

della città etrusca. Diverse le violazioni di natura amministrativa e sanitaria

riscontrati nei bar e tavole calde. Dalla mancata esposizione delle licenza alla presenza di prodotti alimentari scaduti,

dal piano di autocontrollo Haccp non aggiornato alla cattiva pulizia delle

attrezzature, le ammende comminate agli esercenti ammontano a circa 20

mila euro. I controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni.

Volontariato 10 mila euro grazie

alle mele aism

Quasi 10 mila euro raccolti in due gior-ni, 1.155 sacchetti di mele distribuiti

in 40 postazioni, con un centinaio di volontari attivati. L’Aism di Rovigo

traccia un bilancio dell’iniziativa che il 12 e 13 ottobre ha portato in decine di piazze polesane i banchetti con le

tradizionali mele, a sostegno della ricerca scientifica sulla sclerosi multipla.

Il ringraziamento dell’associazione va ai volontari e alle organizzazioni che

hanno allestito i banchetti, oltre che ai cittadini che hanno dato una donazio-ne.Complessivamente sono state circa 40 le postazioni e 30 i comuni in cui

quest’anno i polesani hanno potuto incontrare i volontari dell’Aism e contri-buire a progetti di ricerca scientifica con una donazione, ricevendo un sacchetto

di mele, simbolo dell’iniziativa. In un solo week end, sono stati distribuiti ben 1.155 sacchetti e raccolti 9.969 euro.

Il ricavato della campagna sosterrà i servizi dell’Aism locale per i malati di

sclerosi multipla, in provincia di Rovigo si stimano almeno 400 persone colpite

da questa malattia.

Polo Tecnicoprogetto roBotica a scuola

È partito il progetto Robotica a scuola all’interno del istituto d istruzione superiore Polo Tecnico di Adria, in quello che era l’ex ITI, Istituto tecnico industriale. Grazie a questo progetto un moderno robot entrerà a scuola, nei laboratori dell’ indirizzo tecnologico, permettendo ai docenti di realizzare con le classi delle lezioni inno-vative, al passo con la stessa tecnologia che gli studenti incontreranno nel mondo del lavoro dopo il diploma. Appuntamento di grande interesse per il Progetto sarà l’istallazione della cella robotica Comau, nel laboratorio di meccatronica della sede di via Aldo Moro del Polo, cui seguirà il prossimo 9 novembre, l’ inaugurazione ufficiale con un convegno nell’Auditorium Saccenti. Teatro “sul palco d’iNverNo“

Per il quinto anno consecutivo, dall’8 novembre al 7 dicembre, viene riproposta la manifestazione “Sul Palco d’Inverno”, rassegna teatrale itinerante promossa dalla Provincia di Rovigo con il Comitato provinciale F.I.T.A. e la collaborazione dei Comuni che ospitano gli spettacoli, nonché il contributo della Cassa di Risparmio del Veneto. Queste le rappresentazioni, ad ingresso libero alle 21.00, rimaste in cartellone: sabato 16 Novembre al Teatro Casa del Popolo di Frassinelle Polesine la Compagnia Teatrale “I Girasoli” di Rovigo ”La ricompensa” commedia brillante in due atti; domenica 1 Dicembre al Teatro Comunale Ferruccio Martini di Trecenta con il Gruppo Teatrale ”I 7 Moli Ars et Bonum” di Polesella ”Cercasi erede” commedia brillante in tre atti; sabato 7 Dicembre al Teatro Parrocchiale di Loreo con la Compa-gnia Teatrale ”Le Briciole D’Arte” di Canaro ”Italiani” commedia brillante in due atti.

politica

pag. 26

Ministro Delrio, countdown per le Province

spazi aperti

pag. 28

Fai Marathon,il percorso tra arte e storia

cultura

pag. 31

“Antichi organi del Polesine”, rassegna itinerante

trasporti

pagg. 32-33

Nuovi orari dei treni, una rivoluzione

femmiNicidio

pag. 34

No alla violenza di Genere: finalmente una nuova legge

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4 Argomento del mese

Per valutare appieno la portata dei tagli alle Ulss, sa-rebbe necessario avere un quadro completo della si-tuazione e, soprattutto, avere i dati delle schede di

dotazione territoriale che, al momento, ancora la Regione non ha pubblicato. Questo perché, secondo la tabella di marcia messa a punto da Palazzo Balbi, al taglio di posti letto negli ospedali pubblici avrebbe dovuto fare da contral-tare il potenziamento della sanità territoriale, con una serie di strutture intermedie che andassero a farsi carico delle necessità di quei pazienti che, non urgenti, non per forza di cose necessitano di una ospedalizzazione.

Un principio che in sé - è stato sottolineato da più parti - non sarebbe sbagliato. A patto che si conoscano le reali intenzioni del governo di Venezia su questo fronte. E’ stato proprio questo uno dei temi affrontati nell’incontro, che si è tenuto ad Adria, sul tema “Schede ospedaliere: come cambia il sistema socio-sanitario nel basso Polesine”, organizzato dal gruppo regionale del Pd e dal circolo locale.

Erano presenti, tra gli altri, il vicepresidente della Com-

missione regionale sanità Claudio Sinigaglia, il consigliere regionale Graziano Azzalin, la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili, la presidente della conferenza dei sindaci Marina Bovolenta e, come moderatore, il segretario del circolo adriese del Pd Claudio Monti.

“La mancata presentazione delle schede di dotazione territoriale - ha detto Sinigaglia - che come Pd avevamo ri-chiesto fosse contestuale a quella delle schede ospedaliere, non consente di esprimere un giudizio definitivo su quella che dovrebbe essere l’attuazione del Piano socio-sanitario, approvato da più di un anno e ancora bloccato da giochi politici: senza sapere quanti e quali saranno i posti letto nelle strutture intermedie oggi possiamo solo parlare di tagli ai posti letto ospedalieri ed ai primariati”.

“La provincia di Rovigo è stata fortemente colpita dai tagli – ha proseguito Azzalin – e paga un prezzo maggiore rispetto agli altri territori, ma il vero tema non sono i posti letto per acuti, bensì quello dei posti letto nelle strutture intermedie: una maggiore appropriatezza delle prestazioni

può passare anche dalla deospedalizzazione, ma solo se a questa fa riscontro l’attivazione di degli ospedali di comuni-tà che, invece, al momento sono solo sulla carta”.

“Il principio della riduzione dei posti letto per acuti – ha quindi concluso Sinigaglia – si doveva sposare con l’atti-vazione di un numero maggiore di posti letto nei cosiddetti ospedali di comunità. Ad oggi abbiamo solo i tagli e, se non si provvede alla riorganizzazione della medicina territoriale, in grado di offrire risposte appropriate, i principi contenuti nel Piano sociosanitario regionale verranno completamente disattesi”.

Insomma, non una condanna a priori, ma una sospen-sione del giudizio in attesa di verificare la seconda tornata di dati che la Regione dovrebbe comunicare a breve. Il tutto, però, avendo ben chiaro in mente che il Polesine ha in ogni caso pagato, a questa riforma, un prezzo ben più alto rispet-to a quello di altre province.

di Lorenzo Zoli

Azzalin: “La provincia di Rovigo paga

un prezzo maggiore rispetto agli altri territori”

Sinigaglia: “Solo tagli, se non si

provvede alla riorganizzazione della medicina territoriale”

SanitàSecondo la tabella

di marcia messa a punto da Palazzo Balbi,

al taglio di posti letto negli ospedali pubblici avrebbe dovuto fare

da contraltare il potenziamento

della sanità territoriale, con una serie

di strutture intermedie.Ad oggi, però, le schede

non sono state pubblicate Senza schede di dotazione territoriale, pesano i tagli

aperture NotturNe degli ospedali

Azzalin: “Operazione inutile e costosa”

Una delle innovazioni delle quali spesso si era parlato, a parziale compensazione dei tagli disposti nelle schede ospedaliere, era

stata quella degli “ospedali aperti la notte”. Ossia della possibilità, per gli utenti, di ottenere visite e prestazioni ambulatoriali anche in orario serale e notturno. Secondo i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Claudio Sinigaglia, tuttavia, si tratterebbe di null’altro che un bluff: in mancan-za di personale, ci si limiterebbe a fare lavorare medici e infermieri in altri orari, con l’aggravante di dovere pagare straordinari che, a questo punto, sarebbero inutili. Il tutto, hanno affermato i due

consiglieri, che annunciano anche una interrogazione, per un costo di 30 milioni di euro circa. La vicenda è stata oggetto di una inchiesta di Report. “Il servizio andato in onda su Rai Tre - chiudono Azzalin e Sinigaglia - ha squarciato il velo d’ipocrisia: il tentativo di Zaia di trovare un colpevole diverso da se stesso fa quasi sorridere, per questo presenteremo un’interrogazione per chiedere conto dei risultati ottenuti con un’iniziativa della quale, chi se n’è assunto gli onori, si deve assumere anche gli oneri”.

Lo.Zo.

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5Argomento del mese

di Lorenzo Zoli

Il nosocomio ha perso lo status di presidio ospedalieroRidimensionato l’ospedale di Porto Viro

E’ un caso che sta montando in questi giorni, quello della casa di cura “Madonna della salute” di Porto Viro, privata ma convenzionata. Da una parte, infatti, le nuove schede ospedaliere hanno previsto, per la struttura, la possibilità di attivare un 15% di posti letto in più per i pazienti provenienti da fuori Regione. Dall’altro, tuttavia, la riforma ha anche messo nero su bianco la perdita dello status di

presidio ospedaliero, che portava con sé anche la concessione di importanti sgravi fiscali. E la previsione di un pronto soccorso. E, immedia-tamente, la mobilitazione del territorio e dei suoi referenti politici è iniziata. Il presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo Francesco Noce, per esempio, ha scritto al governatore Luca Zaia, invitandolo a rivedere questo passo. “Riconoscendo l’importanza di quella struttura per un territorio così vasto e lontano da altre strutture sanitarie - ha spiegato Noce - per la sua vicinanza ad una strada ad alta percorribilità ed incidentalità, per l’alta affluenza turistica nei periodi estivi, la presenza di un Pronto soccorso e di una struttura di qualità, cui solo il manteni-mento di presidio ospedaliero può consentire, costituisce una garanzia per la salute dei cittadini del Bassopolesine e non solo”. Sulla stessa linea anche il sindaco di Porto Viro Geremia Gennari, letteralmente infuriato per questa situazione. “La casa di cura - ha detto - è un punto di riferimento per quasi 50mila persone, in Basso Polesine, che, nella stagione balneare, sostanzialmente raddoppiano”. In quest’ottica, allora, la perdita del pronto soccorso costringerebbe a viaggi di un’ora e oltre, per raggiungere la struttura più vicina al punto del Delta nel quale ci si trova. Uno di questi casi, in cui l’opposizione è stato bipartisan, con anche il consigliere comunale del Pd Thomas Giacon che ha constatato come “Il territorio non possa essere sguarnito di un servizio essenziale”.

Senza schede di dotazione territoriale, pesano i tagli

I numeri del riordino

Posti letto In due anni da 216 a 178 Le schede ospedaliere prevedono ampi tagli anche per l’Ulss 19. L’azienda sani-

taria di Adria e del Basso Polesine, infatti, alla luce del percorso previsto dalla Regione, da oggi al 2015 vedrà i posti letto passare dagli attuali 216 a 178, con

una diminuzione di 5 apicalità, che passeranno dalle 17 attuali a 12.Dati, questi, che danno il quadro completo delle modifiche che saranno operate

all’interno dell’ospedale di Adria, l’unica struttura pubblica del Basso Polesine. Pas-sando a esaminare reparto per reparto quelle che saranno i cambiamenti previsti, si vede che l’area medica vedrà la diminuzione di sette posti letto, che costituiscono il saldo tra il taglio di 17 a Medicina generale e l’incremento, invece, di 8 in cardiologia e di 2 in psichiatria. Sparirà, in quest’area, anche una apicalità. Ridimensionamento in arrivo per l’area chirurgica, dove i posti letto diminuiranno di 21, mentre le apicali-tà saranno confermate a quota quattro. Chirurgia generale vedrà la diminuzione di 10 posti letto, mentre otorinolaringoiatria sarà quasi dimezzata, con un passaggio da 11 a 5. Il taglio, nell’area materno infantile, sarà di 7 posti letto, tutti a pediatria, mentre non cambierà il numero delle apicalità. Discorso simile per terapia intensiva, con una sforbiciata di 5 posti letto. Per quanto riguarda i servizi i diagnosi e cura, questi non

prevedono, alla luce delle specialità in questione, posti letto.

In quest’area, infatti, trovano collo-cazione quelle specialità come la farma-cia, il laboratorio analisi, la radiologia e la medicina trasfusionale. A questo livel-lo, quindi, si parla esclusivamente di api-

calità, che verranno comunque ridimensionate, con un passaggio previsto da 7 a 4.Infine, l’area riabilitativa che da un lato vedrà l’assegnazione di due posti letto

in più per i lungodegenti, dall’altro il taglio dell’unica apicalità al momento presente.Se, come detto, l’ospedale di Adria è l’unica struttura pubblica del Basso Polesine

e della sua azienda sanitaria, non per questo si deve dimenticare la casa di cura di Porto Viro, privata ma comunque convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. Ossia autorizzata ad operare in sua vece, ricevendo quindi un rimborso per l’opera prestata.

In questo caso, i tagli appaiono abbastanza contenuti, con i posti letto che pas-seranno dagli attuali 130 ai futuri 125. Tra i reparti che subiranno le maggiori modi-fiche, recupero e riabilitazione funzionale, che vedrà i propri posti letto raddoppiare, con il passaggio da 13 a 26, mentre, per quanto riguarda chirurgia, se da un lato è vero che chirurgia generale vedrà la decurtazione di 10 posti letto, è altrettanto vero che questi saranno in parte compensati dalla creazione di un day surgery mul-tidisciplinare.

Tagli che, quindi, nel complesso appaiono decisamente più contenuti rispetto a quelli preventivati, invece, per gli ospedali di Rovigo e Trecenta e che hanno scatenato reazioni politiche furenti. Anche se, pure nel caso del Basso Polesine, non è mancato chi ha fatto notare come la maggior parte dei tagli colpisca la struttura pubblica, piuttosto che quella privata. Lo.Zo.

Tagliate anche 5 apicalità, passeranno dalle 17 attuali a 12

In alto Graziano Azzalin, sotto Claudio Sinigaglia

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6 Adria

Il tema dei lavori pubblici e degli interventi prioritari ad Adria genera ancora molti scon-tri. Minoranza e amministrazione stentano a

trovare un accordo su quali siano le priorità a riguardo. Dopo il rinvio del progetto di Piazza Garibaldi al 2014 siamo andati dalle minoran-ze consiliari a sentire quali siano, a loro avviso, le opere necessarie e come potrebbero trovare spazio all’interno del bilancio comunale. Rosa Barzan, sentita a riguardo, lancia critiche de-cise verso l’operato della maggioranza “Alcuni lavori pubblici finora messi in atto dall’Am-ministrazione Barbujani sono esclusivamente di facciata , opere non necessarie alla città e troppo costose. Basti ricordare il ponte cosiddetto Calatravino, per il quale abbiamo depositato un ricorso alla Corte dei Conti, con l’importo finale dei lavori note-volmente superiore al preventivato, oppure la scelta di rifare il look di Corso Vittorio Emanuele con la motivazione, discutibile, di rilanciare

il commercio del centro storico.” Insomma la polemica dell’assessore Barzan è concentrata sulle priorità che a suo avviso riguardano so-prattutto la viabilità interna. “Se i nostri ammi-nistratori percorressero a piedi o in bicicletta i

marciapiedi e le strade sia della città che delle frazio-ni, anziché girare solo in scooter o con il fuoristra-da, si renderebbero conto del bisogno immediato di interventi piccoli ma

irrinunciabili. Città e frazioni non hanno bisogno nell’immediato di grandi opere, ma di nuovi marciapiedi, senza barriere architettoniche, di strade che garantiscano sicurezza a chi le per-corre, ai ciclisti e ai motociclisti, senza perico-lose voragini lungo il tragitto. Sono necessarie

piste ciclabili che garantiscano percorrenze sicu-re da e verso le scuole, o lungo tratti di strade attualmente pensate solo per auto e camion, come ad esempio Viale Risorgimento e il ponte del grattacielo . Il rifacimento di Via Badini non ha colto questa priorità, perdendo l’occasione di spendere soldi pubblici con il fine non di ab-bellire ma di fornire utilità ai cittadini. Su piaz-za Garibaldi la “consigliera” dell’Idv a chiuso il suo intervento. “La città non ha bisogno di una nuova piazza, perché altre sono le priorità delle quali dobbiamo farci carico. Se si afferma che la città è la porta del Parco del Delta del Po, dobbiamo salvaguardare i gioielli di casa nostra. Li dobbiamo valorizzare anziché svilire, come è successo ai giardini Scarpari, un tempo “suggestivi”, ora penosamente ridotti ad essere anonimi giardinetti senza identità”.

di Martina Celegato

La polemica dell’esponente dell’Idv si è concentrata sulla viabilità, che a suo avviso meriterebbe maggiori cure

Opere pubbliche La consigliera Barzan biasima le scelte dell’Amministrazione

“Basta interventi di facciata, servono tanti piccoli cantieri”

Nella foto piccola il consigliere dell’Idv, Rosa Barzan

Piazza Garibaldi i lavori slittano al 2014. L’opera era stata annunciata ma

oggi pare proprio che scavi e transenne inizieranno a vedersi solo dal prossimo anno, se non più tardi. “Non c’è ancora alcun progetto - afferma l’assessore Federico Simoni - ci sono tante idee che vaglieremo e che pren-deremo in considerazione”. E’ evidente che tutte le incognite sulla realiz-zazione dell’opera sono da ricondurre ad un unico comune denominatore: il bilancio, come ha precisato il primo cittadino.

“Negli ultimi anni – conferma il sindaco, Massimo Barbujani - abbiamo avuto tagli nei trasferimenti dello Stato pari a 4 milioni di euro. Una situazione drammatica, quindi, che ogni giorno ci spinge a trovare nuove soluzioni per garantire i servizi essenziali ai cittadini. Sottolineo che ad Adria, a differenza di altri comuni anche a noi vicini, non sono stati ta-gliati servizi, scelta che ci ha portato a limitare le spese in altri settori in particolare nelle ge-stione delle risorse interne al Municipio”. Con-tinuando a riguardo Barbujani sottolinea come “Non ci sono regole certe, c’è una continua variazione delle imposte (vedasi la questione Imu si o Imu no) che ci spinge ad avere una programmazione sempre più a breve termine e incertezze fino alla fine”.

Nonostante l’incertez-za però nel corso del 2013 l’Amministrazione ha dovuto affrontare numerose critiche da parte della minoranza so-prattutto per le scelte relative alle opere pubbliche che, per l’intera opposizione, rappresen-tano delle opere di facciata e non indispensabili. Uno su tutti l’intervento al Corso Vittorio

Emanuele II che sta procedendo spedito e che secondo le previsioni si concluderà entro la pima metà di novembre con l’arrivo a Ponte Castello. Slitterà al 2014, invece, per evitare ritardi dovuti al maltempo e alla rigida stagio-ne invernale, l’intervento sul rifacimento della copertura di Palazzo Tassoni che sarà oggetto di una riqualificazione necessaria per inglobare al suo interno anche gli altri uffici comunali che ora si trovano dislocati in diversi punti della cit-tà in locali in affitto. Un’operazione che andrà a rimpinguare le casse comunali permettendo di risparmiare sui canoni di locazione ma an-che a dare un servizio più efficiente ai cittadini che potranno trovare all’interno dello stesso stabile tutti i servizi e gli uffici a loro disposizio-ne. Fra gli interventi nel 2013 vanno inseriti inoltre i cantieri allestiti per il miglioramento delle condizioni degli istituti scolastici e quelli relativi alla viabilità, come a Bottrighe e in via Badini.

PIAZZA GARIbALDI SLITTA AL 2014

Ma.Ce.

Anche il Nuovo Polo per Adria attraverso la capogruppo consiliare Stefania Tescaroli critica la situazione degli interventi pubblici ad Adria. “Assistiamo spesso ad Opere

pubbliche programmate dall’amministrazione comunale e poi rinviate ad anni successivi, con il rischio di non venire realizza-te, lasciando la città in stato di degrado. A nostro avviso le pri-orità per la nostra città sono rappresentate dalla necessità di provvedere alla manutenzione e rifacimento delle strade del centro e delle frazioni ridotte ormai a colabrodo”. E a seguire Tescaroli elenca una serie serrata e prioritaria di interventi che secondo il Nuovo Polo dovrebbero trovare spazio nel bilancio comunale ossia “Piazza Oberdan annuncia-ta più volte, e a tutt’oggi non ancora realizzata. Piazza della Libertà a Bottrighe annunciata ma ancora il progetto non c’è e comunque a nostro avviso anche se ci fosse andrebbe condiviso con i cittadini. Poi c’è la strada Cà Garzoni non funzionano i lampioni, strada trafficata e pericolosa e anche qui si renderebbe urgente un intervento”. Il consigliere del Nuovo Polo non ha mancato di stigmatizzare la situazione politica che è venuta a crearsi dentro alla maggioranza.

E continuando Tescaroli commenta ”Alla luce di questa situazione appare sempre più evidente lo spreco per il rifacimento del Corso. Del resto il Sindaco e la maggioranza sono impegnati a risolvere le continue crisi interne. Vedasi da ultimo l’estromissione dell’assessore Maltarello, che rende questa Amministrazione, spesso in crisi, vicina al capolinea. Dovrebbe il Sindaco avere il coraggio di ammetterlo pubblicamente.

focus

Tescaroli, nuovo polo: “le priorità soNo piazza oBerdaN, piazza della liBertà e cà garzoNi”

Le incognite sulla realizzazione dell’opera sono da ricondurre ad un unico comune denominatore: il bilancio

Stefani Tescaroli

Federico Simoni

“Giardini Scarpari, un tempo “suggestivi” ora penosamente anonimi”

Ma.Ce.

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8 Adria

Tanto tuonò che piovve. Alla fine l’as-sessore Maltarello è stato sollevato dal suo incarico dal Sindaco Massimo

Barbujani che ha agito su mandato del Pdl provinciale. La notizia ha rombato come un tuono ma infondo non si può dire che sia stato un lampo a ciel sereno. Già qualche anno fa la sedia dell’ex assessore sembra-va essere traballante, quando la delega al personale era passata nelle mani del Vice-sindaco D’Angelo, ed era tornata a tremare di recente quando le posizioni all’interno del Pdl hanno cominciato a radicalizzarsi. Secondo lo stesso Maltarello, infatti, la sua defenestrazione è imputabile al fatto che da molti veniva considerato un “protetto” di Isi Coppola e che questo protettorato al coordinatore Mauro Mainardi non sarebbe piaciuto.

Tutto dunque sarebbe riconducibile all’interno delle tensioni che sta attraversan-

do il Pdl, tensioni che non sono ancora state sciolte in quanto non si sa ancora se il parti-to di Berlusconi polesano rimarrà come forza politica oppure se confluirà in Forza Italia. Intanto la sede che affacciava sul Corso del Popolo a Rovigo è stata dismessa e il futuro annuncia sicuramente cambiamenti. Forse Maltarello è già da annoverare tra questi. Diversa invece la versione dei fatti fornita dal primo cittadino Massimo Barbujani che per l’avvicendamento del suo assessore ha parlato di un accordo pre elettorale. “Sul piano personale mi dispiace, perché dopo anni di collaborazione nasce inevitabilmente anche un rapporto di amicizia e rispetto re-

ciproco ed inoltre Maltarello era stato il più votato fra tutti gli assessori - ha affermato Barbujani a riguardo - sul piano politico ho agito come mi è stato chiesto di fare dalla segreteria provinciale del Pdl.

Tutti gli assessori incaricati al momento della creazione della Giunta hanno firmato un documento che prevede delle linee guida di partito e che quest’ultimo possa chiede-re la revoca dell’incarico quando mancano i presupposti. Purtroppo Maltarello è stato “abbandonato” dal partito, personalmente ho dato a lui l’occasione per difendersi o per rassegnare le dimissioni ma ha preferito, per ovvi motivi, che fossi io a sollevarlo dall’in-carico”.

A riguardo agli attacchi dei vari gruppi consiliari di minoranza effettuati a mezzo stampa nei giorni scorsi e la richiesta di spiegazioni attraverso la convocazione di un consiglio comunale straordinario Barbujani

risponde “Gli attacchi delle minoranze sono demagogia pura che non si legano ai com-portamenti che negli scorsi periodi hanno caratterizzato le reazioni verso l’operato di Maltarello. Le persone che ora chiedono spiegazioni sulla revoca di Maltarello sono le stesse che ne hanno criticato l’operato in varie occasioni con attacchi sul Pat, sul giu-dice di pace e le altre aree di competenza”.

“E’ necessario un dialogo fra mino-ranza e maggioranza, con la situazione economica che ci troviamo ad affrontare, i tagli costanti e i servizi da mantenere la

politica deve caratterizzarsi per fatti e non per discussioni sterili e fini a sé stesse. Per questo, anche all’interno della squadra che forma la giunta, reputo fondamentale una costante collaborazione e confronto per gestire al meglio ogni singolo settore e per portare a termine attività o mantenere attivi servizi verso i cittadini.”

Ad amministrare le aree relative all’Ur-banistica, Patrimonio Pubblico ed Edilizia Pubblica è ora chiamato David Busson che si troverà a gestire una situazione delicata e di particolare interesse pubblico.

di Martina Celegato

La minoranza ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario. Il Sindaco: “Pura demagogia”

Amministrazione Novità in Giunta, ritirate le deleghe a Maltarello

Barbujani: “Ho fatto ciò che mi ha chiesto il partito”

Nella foto il primo cittadino Massimo Barbujani

“Il più votato fra tutti gli assessori, è stato abbandonato dal partito”

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9Adria

“Alla chiusura della mia intensa e battagliata presenza sul panorama politico adriese, mi è stato chiesto da più parti di spiegare i motivi

della mia esclusione dalla Giunta Comunale.Questa non giunge inaspettata anzi, era in un

certo senso preventivata sin dall’assunzione dell’in-carico di assessore per via del mio carattere franco e schietto, e della nota situazione politica sin dal primo mandato Barbujani.

La cessazione del mio incarico, dovuta alla volontà del Sindaco e non certo a mie dimissioni, dipende da questioni importanti di cui pretendevo il rispetto come era doveroso che fosse, perché questo era il mandato conferitomi dai cittadini che mi hanno voluto all’assessorato all’Urbanistica, all’Edilizia Po-polare ed al Patrimonio. Ritengo che non mi sia stato perdonato di aver attivato una pratica che dormiva, sostanzialmente da anni, sollecitando il Comune di Adria a recuperare vantaggi economici pari ad alme-no 350.000 euro.

All’interno di una amministrazione comunale vengono infatti decise le sorti di molte attività, anche di rilevante entità economica. Sta alla buona volontà di chi è cosciente del proprio incarico attivarsi sapen-do che l’interesse del Comune altro non è che quello dei cittadini di Adria.

E questo è stato quello che io ho fatto. Stanco, come migliaia di tanti altri, di assistere all’allonta-

namento che aumenta costantemente, tra cittadini e politica, e, che è sempre di più affare di pochi, nell’ignavia e nell’impotenza di molti.

La politica in generale, ha una funzione “neces-saria” di coordinare gli uomini, le idee e gli obiet-tivi da raggiungere. Questa deve essere al servizio dell‘uomo e delle sue idee e non dei personalismi di piccole cerchie di uomini di potere.

Altrimenti il risultato è l’Italia di oggi, ricca di bei proclami e lontana miglia dalle reali necessità di tutti noi.

Vengo allontanato, ma posso dire di andarme-ne con orgoglio, perché ho rispettato esattamente e fino in fondo il mandato istituzionale che mi era stato conferito. Se questo mi ha fatto diventare una spina nel fianco di chi preferiva che occhi ed orecchie restassero chiusi, il mio proposito è di continuare ad esserlo, nei confronti di coloro che perseguono con indomita tenacia la realizzazione dei propri esclusivi interessi.

Contrapporsi apertamente a chi comanda in modo indiscusso un partito equivale a scalare una montagna, ma non solo.

Gli attacchi mirati alla mia persona sono ini-ziati dall’assunzione dell’incarico e mi divenne chiaro, giorno dopo giorno, che se volevo rimanere in “piedi” dovevo diventare quell’animale politico, che è capace soprattutto di non vedere e di voltarsi

dall’altra parte. Ad esempio l’individuazione, di un soggetto capace e competente che avrebbe potuto predisporre il Pat rispetto ai molti che avrebbero po-tuto incarnare specifici interessi di parte, è stata una battaglia silenziosa, durata mesi, che alla fine ho vinto, nonostante le difficoltà.

Mi viene tolto l’incarico per essere stato solerte e attento, ma chi mi conosce sa che io sono esatta-mente così. Vi può essere la speranza di un’Italia migliore solo se si intende l’agire secondo coscienza come un imperativo che ci interpella in prima per-sona e non come una questione che riguarda solo gli altri.

A chi resta formulo un caldo invito alla riflessio-ne sul senso del ruolo pubblico che si riveste. Quanto a me continuerò, come sempre, nella vita quotidia-na e nella professione la battaglia al servizio della gente e, se richiesto non mi sottrarrò ad un pubblico confronto”.

Comunicazione Il commento dell’assessore

“Mi viene tolto l’incarico per essere stato solerte e attento”

Lorenzo Maltarello

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’ex Assessore Maltarello in seguito alla revoca del suo mandato

La “defenestrazione”, come lui stesso l’ha defi-nita, di Lorenzo Maltarello dalla giunta di Adria non arriva inaspettata. Già due anni fa’, nell’ot-

tobre del 2011 l’ormai ex assessore aveva rimesso nelle mani del Sindaco la delega al personale poi passata al Vicesindaco D’Angelo, e lo scorso anno, proprio nell’ottobre del 2012, la carica di Maltarello era apparsa sempre più precaria tanto che si erano sospettate e dimissioni o comunque una revisione delle cariche all’interno della giunta adriese. Il ritiro

delle deleghe a Maltarello da parte del sindaco Bar-bujani è stata giustificata alla stampa dallo stesso primo cittadino come una scelta obbligata da effet-tuare su mandato della segreteria provinciale del Pdl.

Una decisione che arriva quindi dall’alto e che era prevista dagli accordi di inizio mandato formati da tutti i componenti della maggioranza una volta entrati in carica in seguito alle scorse elezioni. Per Adria però la cacciata di Maltarello ha un significato particolare se si considera che fra tutti i consiglieri era

stato il più votato, 253 voti, con un notevole vantag-gio, di ben 106 voti, rispetto a Simoni, secondo più votato dell’attuale giunta. A Maltarello subentra ora David Busson già capogruppo consiliare Pdl e molto vicino a Isi Coppola.

Tutt’altro che serene sono state le reazioni della minoranza consiliare che a gran voce e gruppi riuniti ha chiesto un consiglio comunale straordinario per chiarire le motivazioni di tale scelta politica.

focus L’avvicendamentoa maltarello suBeNtra BussoN e la miNoraNza chiede spiegazioNi

Ma.Ce.

David Busson

segue da pag. 1

Sono stati introdotti strumenti giuridi-ci per prevenire le violenze: il legislatore ha previsto delle aggravanti nei delitti di maltrattamenti, violenza sessuale ed atti persecutori. Ma non solo. L’intento è stato quello di attuare un regime di preven-zione, e ciò sia aggravando le pene per coloro che commettono i reati ma soprat-

tutto prevedendo una serie di strumenti giuridici che consentano di impedirne la consumazione. Chi commetterà violenza domestica (percosse, lesioni, ovvero i cosiddetti reati sentinella), potrà essere inizialmente ammonito dal Questore. Quest’ultimo potrà chiedere al Prefetto di disporre la sospensione della patente di guida del destinatario dell’ammonimento, da uno a tre mesi. E ciò in assenza di querela: sarà suffi ciente che i fatti vengano segnalati (purché in modo non anonimo) alle forze dell’ordine. Il Questore, procederà ad informare il soggetto ammonito della presenza dei servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze): lo scopo è di eliminare, direttamente nell’auto-re, la spinta alla violenza. Coloro che subiscono reati di maltratta-menti in famiglia saranno poi maggiormente informati dello status del procedimento penale che le vede vittime, e potranno godere del patrocinio a spese dello Stato in deroga ai limiti reddituali. Esse potranno formulare istanza affi nché la loro audizione venga resa in regime protetto. Questa modalità, eviterebbe la testimonianza di fronte all’autore del reato. Potrebbe vincere le resistenze di molte vittime a sporgere la querela. La querela nei casi di stalking, potrà esser rimessa unicamente avanti al Giudice, mentre nel caso vi si-ano state minacce aggravate non potrà esser ritirata. Le ipotesi di maltrattamenti sono state introdotte fra i reati per i quali è previsto l’arresto in fl agranza, e comunque potrà essere applicata la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offe-sa. Il responsabile potrà esser controllato mediante il braccialetto elettronico e potranno esse disposte intercettazioni telefoniche. La nuova legge ha introdotto il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ove le vittime dei reati di violenza sessuale e di genere potranno trovare ausilio di operatori specifi catamente formati. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

L’Intervento

di Silvia Giuriato*

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

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10 Adria

di Martina Celegato

E’ l’alcol a rappresentare il maggior pericolo sulla strada. In Polesine l’abuso di alcolici è una piaga mai risolta che coinvolge la fasce più giovani della popolazione

Sicurezza Contrasto ad ogni forma di guida pericolosa da parte di chi si mette al volante

Continuano i pattugliamenti dei carabinieri sulle strade

Sempre più frequenti sono i controlli da parte dei Carabinieri della Compagnia di Adria che nell’ultimo periodo stan-

no pattugliando intensamente tutto il terri-torio bassopolesano per prevenire, limitare e contrastare ogni forma di guida pericolo-sa da parte di chi si mette al volante della propria auto. Numerose le sanzioni che sono state verbalizzate e molto diverse fra loro: dalla guida in stato di ebbrezza, all’u-tilizzo del telefonino, passando per tutte le altre infrazioni sulla strada più comuni che denotano poca attenzione e prudenza e che nella maggior parte dei casi rappresentano le maggiori cause di incidenti in carreggiata.

E’ l’alcol tuttavia a rappresentare il maggior pericolo sulla strada. In Polesine l’abuso di alcolici è una piaga mai risolta e che coinvolge, qui più che altrove, la fasce più giovani della popolazione. Una situazione grave, dunque, che posiziona la provincia Rodigina ben al di sopra della media nazionale per gli incidenti a causa dell’alcol, malgrado non manchino momen-ti di informazione e di dibattito all’interno delle scuole sia nelle altre istituzioni. Il pro-blema dell’alcool continua ad essere inat-taccabile e i numeri delle sue vittime, nel territorio del nord est, emergono periodica-

mente dai rilevamenti demoscopici condotti su campioni di giovanissimi. Un quarto dei quindicenni consuma regolarmente alcoolici e in particolar modo la bevanda regionale, ossia lo spritz, sembra essere immancabile ad ogni uscita. I dati, divulgati dalla Direzio-ne del Sistema Statistico regionale eviden-ziano inoltre un aumento sostanziale del consumo occasionale di bevande alcoliche anche ad alta gradazione e anche quando si è al volante. Il 55% della popolazione fra i 14 e 34 anni infatti consuma almeno una volta a settimana alcolici anche se rincuora il fatto che tale comportamento non sia su scala giornaliera dove la percentuale scende drasticamente al 13%.

Allarmante rimane comunque il quadro delineato soprattutto per i più giovani, la fascia dai 15 ai 18 anni, che conferma il consumo di bevande alcoliche su scala set-timanale con un particolare picco nel week

end dove la percentuale sale addirittura al 49%. Le motivazioni riportate sono mol-teplici, dalle problematiche genitori figli a scolastiche, ma molto alta è la percentuale di chi vede nell’alcol e nell’ebrezza da esso causata un irrinunciabile divertimento e mo-mento di condivisione con i coetanei.

Il 55% della popolazione fra i 14 e 34 anni consuma alcol almeno una volta a settimana alcolici

Un ’ u l t e -r i o r e informa-

zione sulle c on seguenze dell’alcol arriva dalla ULSS 19 che sottolinea come il consu-mo di bevande alcoliche in gra-vidanza possa causare danni al bambini in particolare per quanto riguarda distur-bi comportamentali e cognitivi.

L’appello, lanciato da Andrea Fines-si Direttore del dipartimento dipendenze della Ulss in occasione della Giornata Internazionale di sensibilizzazione della sindrome fetale e disturbi correlati, pun-ta alla consapevolezza dei danni che il consumo di alcol durante i nove mesi di gravidanza può portare ai bambini con particolare attenzione per la FAS (fetal alcohol syndrome), terza causa di ritar-do mentale nei piccoli, che compromette in maniera tragica la crescita neurologica del feto e di conseguenza la crescita di tutte le facoltà intellettive del bambino. Una consapevolezza che deve essere fatta propria e che non ammette un quantitativo minimo di alcol ammesso.

focus

Alcol in gravidanzail coNsumo Nei Nove mesi porta alla fas, la terza causa di ritardo meNtale Nei piccoli

Il picco degli ubriachi nei week end. Il bere sembra un irrinuncia-bile divertimento tra i più giovani

Ma.Ce.

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12 Adria

Un debito verso i cittadini che ammon-ta a più di 13 milioni di euro dovuti in buona parte alla serie di mutui con-

tratti nel corso degli anni e ai vari lavori e interventi effettuati per le varie reti idriche e fognarie del Polesine e che a tempo debito sono stati finanziati proprio dagli enti pub-blici coinvolti. Somme considerevoli e da non sottovalutare e il cui dettaglio suddiviso per comune è stato presentato all’Assem-blea dei Sindaci in occasione del Consiglio di Bacino (organo che è andato a sostituire l’Ato Acque), tenutasi lo scorso ottobre. In tale assemblea è stata anche approvata la restituzione delle somme a tutti i cittadini in parti eguali per tutti i comuni con somme pari a 2,32 euro per ogni singola bolletta.

La componente tariffaria infatti è sta-ta abrogata con il referendum del giugno 2011 e, in base ai calcoli relativi a questi cambiamenti la somma dovuta ai soli utenti polesani sarebbe 215.495,08 euro. Adria si differenzia però dal resto dei comuni in quanto verranno risarciti ai cittadini solo gli importi relativi a servizi legati alle fognature e alla depurazione delle acque ad uso do-mestico.

Ciononostante il credito vantato dal Co-mune di Adria risulta essere notevole ossia

549 mila euro anche se il primato in questa direzione va ad uno dei comuni non polesa-ni che rientrano nel Consiglio di Bacino ossia Cavarzere con 834.793 euro. Anche Lendi-nara vanta notevoli somme ma comunque tutti i comuni del polesine si trovano ad avere dei crediti verso Polacque. A guidare tutti rimane il capoluogo, ossia Rovigo, con quasi tre milioni di euro da veder restituiti.

Sui dubbi, che inevitabilmente possono sorgere a riguardo dell’appianamento dei debiti, è intervenuto il Presidente di Polac-que Alessandro Mazzoni che ha spiegato come tali somme debbano essere restituite anche se le condizioni economiche della società non ne permettano il risarcimento totale immediato. Secondo le previsioni i debiti dovrebbero iniziare ad essere saldati da gennaio 2014.

POLACquE DEbITO CON IL COMuNE 549 MILA EuRO DA RENDERE AI CITTADINI

Ma.Ce.

Ad Adria verranno risarciti ai cittadini solo gli importi relativi ai servizi fognari e di depurazione delle acque ad uso domestico

Ancora non si sblocca, la situazione del tribunale di Adria. La sezione distaccata del palazzo di giustizia di Rovigo, la cui sop-pressione è divenuta legge lo scorso 13 settembre, vive ancora

di una vita artificiale che, tuttavia, non si sa sino a quando potrà durare. Allo stato, infatti, nell’impossibilità di trovare, a Rovigo, spa-zi sufficienti per dare attuazione all’accorpamento prescritto dalla normativa, la presidente del tribunale del capoluogo ha disposto che l’attività giudiziaria, nella città etrusca, prosegua.

Il tutto, alla luce di una richiesta in questo senso - la seconda, tra l’altro - presentata al ministero della Giustizia. E, nelle more della rispo-sta, la decisione di non chiudere i battenti. Non appena, però, da Roma arriverà la comunicazione attesa - a meno di colpi di scena francamente impensabili è scontato un “no” - non ci sarà più nulla da fare: il palazzo di giustizia cittadino, per quanto carico di storia e di grandi processi, soprattutto in tema ambientale, dovrà chiudere una volta per tutte i battenti.

Il problema principale, a Rovigo, non è tanto trovare lo spazio per i dipendenti. Quan-to, piuttosto, quello per lo sterminato archivio della sezione distaccata di Adria. Qualcosa come 14mila fascicoli, che costituiscono veramente una marea di carta. E’ proprio questa la difficoltà alla cui soluzione si sta cercando di lavorare. A complicare il tutto, il fatto che l’amministrazione comunale di Rovigo di certo non ha avuto, come

priorità, quella di cercare di rispettare i tempi dettati dalla legge che ha ridisegnato la geografia giudiziaria del paese.

Su un fronte, tuttavia, non ci si deve fare illusioni: di nessuno tipo: Adria chiuderà. Come hanno fatto tutte le altre sezioni distaccate di tri-bunale nel nostro Paese. Quella che, al momento, ancora tiene in vita il palazzo di giustizia, è una specie di animazione sospesa, resa necessaria dal-le difficoltà logistiche. Ma non durerà. Una pagina

di storia cittadina sta per essere girata per sempre. E un importante servizio per la cittadinanza e per il Delta per sparire del tutto.

di Lorenzo Zoli

A Rovigo non sono ancora stati individuati gli spazi per accogliere cancelleria e archivio

Giustizia La situazione è ancora bloccata da problemi logistici

Tribunale, destino segnato ma si va avanti

La loro situazione è grottesca. E non è bello che un lavoratore si trovi costretto a fare le spese di una condizione creata dai politici, o, meglio, dall’inerzia dei politici. I dipendenti del ministero della Giustizia in servizio al tribunale di Adria, infatti, sono

quasi costretti a una inattività forzata.Se, infatti, le udienze proseguono, comunque a scartamento ridotto, lo stesso non

può dirsi della normale attività amministrativa o di cancelleria, dal momento che, per esempio, le iscrizioni a ruolo delle cause non si fanno più nella sede distaccata di tribu-nale della città etrusca, quanto, piuttosto a Rovigo. E non è finita qui, dal momento che, inoltre, il personale amministrativo neppure può avere accesso al sistema informatico interno, la cui connessione è già stata disabilitata.

Proprio per protestare contro questa situazione, i tre sindacati di Cgil, Cisl e Uil, nei giorni scorsi, hanno indetto una manifestazione, sia a livello locale, che regionale, che nazionale, per protestare contro la legge di riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Soprat-tutto, per la maniera in cui ha disposto accorpamenti, chiusure e soppressioni, senza che fossero state individuate modalità e logistica.

Ci sono responsabilità, comunque, come precisato più volte dalla magistratura rodi-gina e polesana, anche da parte dell’amministrazione comunale di Rovigo che, pur aven-do avuto un anno circa per individuare gli immobili nei quali avrebbero dovuto trovare spazio la sezione distaccata di Este e quella di Rovigo, non lo ha fatto. Costringendo, ora, a una corsa contro il tempo. Della quale, al momento, fanno le spese i dipendenti amministrativi.

focus

Inattività forzatasolo le udieNze proseguoNo, il resto è tutto fermo

Lo.Zo.

Una pagina di storia cittadina sta per essere girata per sempre

La sede del tribunale di Adria

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14 Adria

Il più grande pattugliatore marittimo mai realizza-to nella storia per la Guardia di Finanza è salpato dal cantiere navale Vittoria il 7 ottobre scorso. Si

chiama P01 Monte Sperone e coi suoi 58 metri di lunghezza e 460 tonnellate di dislocamento è l’ulti-mo mezzo tecnologico per la sicurezza e il controllo del mare, sia di merci sia di uomini, volta alla re-pressione dei traffici illeciti. E’ di cruciale attualità, purtroppo, la tragedia degli sbarchi a Lampedusa: questo mezzo ha come compito monitorare le fron-tiere marittime. Il varo è un primo passo nel per-corso di attuazione dell’accordo tra cantiere navale adriese e guardia di finanza continuato il 5 novembre scorso con il varo dell’unità gemella P02 Monte Cimo-ne. Per il cantiere navale Vittoria, che ha realizzato l’imbarcazione in partnership internazionale con l’olandese Damen, si tratta di un notevole traguardo che conferma l’azienda pole-sana tra i leader internazionali nella produzione di navi e imbarcazioni a elevato contenuto tecnologico per la difesa, il salvataggio, la sicurezza. Radioso e soddisfatto il presidente: ‘’Abbiamo battuto la

concorrenza di competitor molto blasonati – ha dichiarato Luigi Duò - vincendo un’importantissima sfida e rompendo un monopolio, presentando un modello innovativo in un settore dove l’evoluzione è piuttosto lenta’’. Presenti al varo dello scorso ottobre il sindaco Barbujani, il prefetto Francesco Provolo, il questore Eugenio Russo, il comandante provinciale del carabinieri Giovanni Baudo, il sindaco di Rovigo Bruno Piva e il Comandante Generale della Guardia di Finanza e Generale di Corpo d’Armata Saverio Capolupo, che ha espresso gratitudine e apprez-zamento ‘’per questo lavoro encomiabile di un

progetto di elevato spessore tecnico’’. ‘’L’equipaggio - ha spiegato Capolupo - opererà in piena sicurezza in ogni condi-zione, per mantenere in mare ordine in un impegno sempre più grande per fronteggiare i

traffici clandestini. Sono oltre 5.000 le persone nel nostro contingente marittimo, colgo l’occasione per esprimere cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime di trafficanti di essere umani e gratitudine per chi si impegna nelle operazioni di soccorso e vigilanza’’. La capacità operativa di Monte Sperone

è stata potenziata grazie alla gestione integrata dei sensori di scoperta per la visione diurna e notturna, le cui immagini possono essere selezionate e inviate alle altre unità navali. Migliorati anche i sistemi di bordo per il rilevamento e l’identificazione dei natan-ti, grazie agli strumenti per l’analisi delle situazioni sospette e all’impiego dei sistemi di comunicazione radio e satellitari per lo scambio dati nave-nave e nave-terra. Fondata nel 1927 e gestita da tre ge-nerazioni Duò, il cantiere Vittoria si è affermato non solo come impresa competitiva e tecnologicamente avanzata, ma ha rafforzato altresì la propria cen-tralità nel mercato internazionale per l’attenzione rivolta non solo alla qualità dei prodotti, ma estesa alla sicurezza dei lavoratori e ambientale, rispettan-do le più rigide normative vigenti per la salvaguardia dell’ambiente marino.

Cantieristica Varati il P01 Monte Sperone e il P02 Monte Cimone

Parte da Adria il controllore dei mari Dai cantieri Vittoria sono salpati i due pattugliatori che serviranno alla Guardia di Finanza per monitorare le frontiere marittime La basilica di Santa Maria Assunta della Tomba ha un

nuovo parroco: Padre Ave Maria Lorzzer ha accolto la comunità dei credenti di tutte le parrocchie adriesi

lo scorso 30 settembre, nella sua prima celebrazione uf-ficiale, contornata dalla curiosità dei fedeli per l’ingresso dei frati francescani dell’Immacolata che hanno sostituito i padri cappuccini, da un secolo insediati nella basilica. Alla cerimonia hanno concelebrato fra Romano Ceran-tola, parroco uscente dell’Ordine dei Cappuccini, e il delegato del Vescovo, Monsignor Gatti, che con la lettura del decreto di nomina ha simbolicamente consegnato la parrocchia al nuovo Ordine. I cappuccini sono stati salutati calorosamente dalla co-munità, con il merito di avere accresciuto la partecipazione e il senso di appartenenza dei fedeli, grazie anche al modo di praticare la fede, che ha saputo stare al passo coi tempi e con il contesto generazionale. Il momento è stato vissuto come un incontro di esperienze consapevoli e mature: quello della comunità parrocchiale e quello dei nuovi incaricati. Significativa la scelta dei doni offerti: oltre al pane e al vino, è stata presentata la pianta della città di Adria, proveniente dalle campagne di Cà Garzoni, assieme ad uno zaino in segno del radicato gruppo scout, simbolo delle nuove strade da percorrere nel percorso di crescita comune. Durante l’assemblea, alla presenza delle autorità cittadine, tra cui l’assessore Mara Bellettato, il referente per la biblioteca Livio Crepaldi, il comandante di polizia Lucio Moretti e il luogotenente dei carabinieri Rocco Cannabona, e alle corali locali, padre Ave Maria Lozzer ha condiviso l’emozio-ne del primo saluto con i confratelli Davide Maria Stallone, vicario, Giuseppe Maria di Maso, Cappellano dell’ospedale, e Fra Ivo Senores. Il parroco ha sottolineato il carisma di fondazione del proprio istituto religioso, che si caratterizza per lo stile di vita povero e dedito alla questua per il proprio sostentamento, devolvendo ogni entrata ai più bisognosi. Il giovane parroco (classe ‘75) con la grande passione per la musica si è diplomato in violino al Conservatorio di Musica Bomporti di Trento; al suo attivo c’è una lunga carriera di organista in vari santuari, così come di orchestrale e concertista in Italia e all’estero.

NeWs

basilica della Tombai fraNcescaNi suBeNtraNo ai cappucciNi Nella guida della chiesa

Una mostra di oggettistica per sostenere lo “Sportello ascolta donna”. Dall’11 al 16 dicembre presso la sala Cordella verrà allestita una mostra di oggettistica il cui ricavato andrà a sostenere l’attività dello sportello donna, il servizio di ascolto gratuito gestito dal C.I.F. (Centro Italiano Femminile) di Adria, in convenzione col Comune

di Adria. I destinatari delle prestazione dello sportello sono tutti i cittadini: donne e uomini, in situazioni di difficoltà e disagio di qualsiasi tipo, come ad esempio, nell’ambito familiare, di coppia, mobbing, abusi e maltrattamenti, problemi di relazione genitori e figli. Nato nel 1999 col supporto finanziario del Centro Servizi del Volontariato di Rovigo. Dal 2004 è diventato un servizio comunale, con la stipula di una Convenzione, rinnovabile, con il Comune di Adria, che ha messo a disposizione un ufficio presso lo stabile in Piazza Bocchi n. 2, già sede dell’Informagiovani e dell’Internet Point gratuito. Lo sportello, Aperto ogni giovedì dalle 16.30 alle 18.30, si avvale della consulenza di esperti legali e psicologici nel pieno rispetto della privacy. Inoltre prestano servizio gratuito, presso lo Sportello Ascolta Donna, sei sportelliste, due consulenti legali e due consulenti psicologiche, tutte volontarie e associate C.I.F. (Centro Italiano Femminile) di Adria. Chi volesse maggiori informazioni circa l’attività dello Sportello Ascolta Donna, può contattare le operatrici C.I.F. (Centro Italiano Femminile) di Adria al numero 0426.42503. La segreteria attiva è tutti i giorni allo stesso numero.

Servizi socialiuNa mostra per sosteNere lo “sportello ascolta doNNa”

iN Breve

Il nuovo compagno di classe degli studenti dell’Iti di Adria è niente meno che un robot. Non è un romanzo di fan-tascienza, ma si tratta del nuovissimo progetto che ufficialmente è decollato il 9 novembre scorso, coinvolgendo in prima istanza gli alunni del Polo tecnico. Gli studenti dell’indirizzo tecnologico potranno infatti usufruire delle

potenzialità della nuova postazione robotica. Non capita tutti i giorni di avere un robot come compagno di lezione. In pratica, un moderno robot entrerà a far parte della scuola, nei laboratori dell’indirizzo tecnologico, facendo sì che i professori siano in grado di realizzare delle lezioni fortemente innovative, che sono al passo con la tecnologia che gli studenti, una volta usciti dal mondo scolastico, troveranno nelle aziende e nelle imprese. Il protocollo d’intesa del progetto è stato siglato dal dirigente scolastico Antonio Gardin, dal presidente della Cciaa Lorenzo Belloni, presidente della sezione metalmeccanici di Unindustria Rovigo Franco Gallato, l’assessorato all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan, l’università di Padova con i professori Francesco a Bariani e Aldo Rossi. All’interno del progetto è prevista l’istallazione della cella robotica Comau nel laboratorio di meccatronica della sede ubicata in via Aldo Moro.

Iti di AdriaiN classe coN il roBot Adria Shopping, l’associazione fra commercianti e artigiani adriesi, si sta attivando per una nuova manifesta-

zione, che sarà presentata all’interno della kermesse “Adria di Natale”, prevista nei fine settimana dal 7 al 24 dicembre. A questo proposito, il neo presidente Enrico Franzoso anticipa che si tratterà di una rassegna

di cori dal titolo “Una città che canta il Natale” e che sarà realizzata lungo le vie del centro storico di Adria. Alla rassegna, prevista grazie alla collaborazione dell’associazione Adria.com e il patrocinio del Comune, sono invitate a partecipare tutte le corali, ossia i cori parrocchiali, i gruppi di canto giovanili e meno giovani, appartenenti al territorio di Adria. “Scopo di questa prossima iniziativa -spiega Franzoso - è quello di accendere i riflettori su tutte le realtà locali, spesso nascoste ma meritevoli, valorizzandone il talento e premiandone la generosa disponibilità a favore di tutta la comunità. L’evento infatti non è basato sul confronto, ma sullo spirito che anima le persone al Santo Natale e alla gioia del cantare in coro e dello stare insieme. Per questo motivo, invitiamo i cori a partecipare numerosi, con la convinzione che solo attraverso esperienze di questo genere si è stimolati a crescere e a continuare con entusiasmo nel proprio cammino intrapreso”. La prima riunione ha avuto luogo martedì 22 ottobre per fare il punto sulle adesioni, e per il momento pare che le corali della città siano molto allettate dall’idea. E ora che il nuovo sponsor di Adria Shopping è Asm Set, sembra che l’associazione abbia una marcia in più per accrescere i propri risultati ed iniziative. “Si tratta di un’azienda valida e molto attiva per sostenere numerose realtà ed iniziative del territorio”, ha dichiarato Enrico Franzoso.

Adria Shoppinggià a lavoro per le iNiziative di Natale

di Melania Ruggini

Me.Ru.

Il presidente Duò: “Abbiamo battuto la concorrenza di competitor molto blasonati”

Me.Ru.

Me.Ru.

Il Pattugliatore P01 Monte Sperone durante il varo

Dal 22 ottobre al 19 novembre il circolo Arci “Mediterraneo Dena” ospita una inedita e ghiotta rassegna di film dedicati al cibo. La manifestazione è organizzata dal Circolo del Cinema di Adria. Le serate saranno accompagnate da thé iraniano e Celò Koresh. L’ingresso è riservato ai soci Arci. Ogni martedì alle ore 21:30 l’appuntamento è dedicato ai film che hanno fatto la storia del

cinema e la storia del gusto. Si parte martedì 22 ottobre con il poetico film Il pranzo di Babette, presentato da Silvia Nonnato. Si prosegue il 29 ottobre con Super Size Me presentato da Bruna Giovanna Pineda. Il film è un vero e proprio esperimento portato avanti dal regista: per un mese ha mangiato solamente cibo della nota catena mondiale McDonald’s, tre volte al giorno (colazione, pranzo e cena), interrompendo contemporaneamente ogni attività fisica e documentando tutti i cambiamenti fisici e psicologici avvenuti. Il 5 novembre tocca al simpatico film d’animazione Ratatouille allietare la serata, presentato da Mirco Bellini, e consgliato a randi e bambini mentre il 12 sarà la volta del film Un tocco di zenzero, presentato da Francesco Zennaro. ll professore di astronomia Fanis, greco di origine con l’hobby della cucina, in occasione della visita del nonno, ripercorre la sua vita sul filo dei ricordi, fino a rincontrare la sua amica d’infanzia – di cui era innamorato – per scoprire che le loro strade, separate dalla deportazione dei greci dalla Turchia, non potranno mai più incontrarsi. A concludere il calendario in programma, il giorno 19 novembre, Mangiare Bere Uomo Donna, presentato da Alessio Simoni. Un cuoco vedovo, il miglior chef di Taipei, riacquista il suo gusto una volta che le sue tre figlie se ne vanno di casa. I due temi centrali sono la cucina (il cibo come mezzo di comunicazione, metafora dell’esistenza, offerta di affetto che ne diventa il sostituto) e il mangiare insieme come rito familiare che esorcizza l’incapacità di comunicazione verbale dei sentimenti.

Circolo Arci “Mediterraneo Dena”film dedicati al ciBo

Me.Ru.

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15Adria

Non è passata, la linea di una candidatura unica alla segreteria provinciale del Pd, partito che si avvia al proprio congresso. L’11 ottobre scorso, infatti, il giorno fissato per le candidature, sono emersi due aspiranti: Julik Zanellato e Filippo Silvestri. Il

segretario uscente, il deputato Diego Crivellari, nei giorni precedenti la data decisiva si era speso per cercare la convergenza su una sola candidatura, che avrebbe dovuto essere, nell’ottica della convergenza, quella di Zanellato. Alla fine, però, questa linea non è passata e, dovendo scegliere, il primo nome dei democratici in Polesine si è di fatto schierato per Silvestri. Candidato che, dalla sua, ha anche gli ex Ds che si riconoscono nella guida del consigliere regionale Graziano Azzalin, gli ex Margherita che fanno capo all’ex deputato Federico Frigato e la parte di “renziani” del sindaco di Canaro, Nicola Garbellini. Zanellato, dalla sua, ha la componente socialista del partito, la corrente renziana e un folto gruppo di sindaci della sinistra Po, in testa il primo cittadino di Occhiobello Daniele Chiarioni. Nella propria presentazione, Zanellato, 40 anni, manager nel settore dei servizi ambientali, ex amministratore sia comunale che provinciale, ha spiegato di non mirare alle poltrone, forte della propria professione, ma di avere intenzione di voltare pagina, nel partito, in nome del rinnovamento e dell’avvicinamento alla base. Tra i suoi sostenitori non sono comunque mancati gli accenni polemici a quello che è stato visto come un passo indietro da parte del

segretario Crivellari. Il modello è il sindaco di Firenze Matteo Renzi, al quale riconosce il grande merito di tenere vivo il partito. E, all’indomani dei veleni e delle polemiche che han-no contraddistinto la fase precedente le candidature, ha lanciato un richiamo all’unità ricor-dando a tutti che i nemici sono all’esterno del partito, non al suo interno. L’altro candidato, come detto, è Filippo Silvestri, 31 anni, ex segretario regionale dei giovani democratici nel 2009 e, nel 2010, eletto presidente della direzione nazionale dei giovani democratici. Ha presentato la sua squadra come quella che avrà, come missione, quella di cambiare il grup-po dirigente del Pd. Ma, come sostenitori, ha anche due “grandi vecchi” del partito, come Azzalin e Frigato. Anche in questo caso, non manca il richiamo all’unità, dal momento che, assicura Silvestri, terminato il congresso “lavoreremo tutti assieme e uniti”. Le questioni da affrontare, per i democratici polesani, del resto, non sono di poco conto. Individuata la guida a livello provinciale, sarà già il momento di pensare a due scadenze di fondamentale importanza: la tornata elettorale delle amministrative 2014, quando saranno una trentina i Comuni del Polesine ad andare al voto. E le regionali del 2015, tutte da interpretare, alla luce dei repentini cambiamenti che si sono manifestati all’interno del centrodestra negli ultimi mesi. Il tutto, chiaramente, senza dimenticare che la possibilità che si debba andare a un voto anticipato per le politiche è tutto fuorché fantascienza.

di Lorenzo Zoli

Politica Congresso del Partito Democratico

Due i nomi in lizza per la segreteria provinciale Se non è la fine di un’era, poco ci manca. Lo hanno pensato in molti,

quando, a fine settembre il coordinatore provinciale del Pdl e con-sigliere regionale Mauro Mainardi (nella foto) ha annunciato che

la sede del Pdl di Corso del Popolo, a Rovigo, doveva chiudere i battenti e liberare gli spazi entro l’inizio del mese successivo. E non si è trattato di una decisione logistica, legata semmai a un futuro trasferimento in altri locali: nossignore, è stato un “antipasto” del possibile scioglimento del partito. L’invito a “liberare gli spazi” - che rischia di assomigliare sin troppo a un “rompete le righe” - è infatti arrivato, come ha spiegato lo stesso Mainardi, direttamente dal coordinamento nazionale, alla luce delle traversie che sta vivendo in questo periodo il partito. L’ipotesi, infatti, è quella di un possibile scioglimento. E, in questo caso, il futuro sarebbe tutto da scrivere, senza grandi certezze. Una delle possibilità, infatti, è la confluenza in Forza Italia, ma non si tratta comunque di una soluzione scontata o sicura. Il problema, all’interno del partito di Berlusconi, sta tut-to nell’appoggio al governo guidato dal democratico Letta. Il sostegno a questo esecutivo ha spezzato il Pdl in due anime: quella delle cosiddette “colombe”, guidate da Angelino Alfano, che lavorano per proseguire sul-la strada delle riforme condivise; e quella dei cosiddetti “falchi”, guidati da Daniela Santanché, che premono per fare cadere Letta e andare al voto. In mezzo, Berlusconi, che deve decidere.

politicaPdlchiusa la sede iN corso del popolo

Lo.Zo.

Nelle due foto, Filippo Silvestri e Julik Zanellato

Forse con la candidatura unica al congresso per il rinnovo delle segreterie provinciali, il Pd Veneto intendeva scon-giurare esattamente quanto è poi successo a Rovigo con

due pretendenti alla carica di segretario. Diversamente da Padova, infatti, dove alla guida della segreteria si è presentato solo Massimo Bettin, o da Venezia e Verona dove si sono

candidati rispettivamente Marco Stradiotto e Alessio Alberti-ni, a Rovigo i pretendenti in lizza sono due: Julik Zanellato e Filippo Silvestri, entrambi protagonisti di uno scontro che è andato ben oltre il mero confronto tra pretendenti in campa-gna elettorale, portando, pure, alla sospensione dei congressi. Nel momento in cui questo giornale è andato in stampa non

è ancora chiaro quale sarà l’epilogo della vicenda, la direzione regionale del partito non si è ancora pronunciata, e non è an-cora chiara la natura dei provvedimenti che verranno presi nei confronti delle irregolarità contestate. Al congresso di Adria, ad esempio, pare che il numero dei voti sia stato superiore a quel-lo di coloro che avevano diritto ad esprimere la preferenza,

Congresso del Pd coNfroNto sospeso, riscoNtrate irregolarità ai seggimentre a Porto Viro e Castelmassa sembra che il tesseramento (il quale dava di fatto la possibilità di candidarsi e di esprimere il proprio voto) sia stato condotto con diverse irregolarità. Accuse, smentite, contro accuse, altre smentite stanno continuando a tenere banco rendendo incerto l’esito del confronto e anticipan-do quanto potrebbe ripetersi l’8 di dicembre quando si terranno le primarie per il segretario nazionale.

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16 Bottrighe

Il coro femminile “Eco del Fiume” di Bottrighe aggiunge un’altra trasferta memorabile nella sua storia. Le coriste di Chiara Casazza hanno ottenuto infatti un nuovo gran-

de successo a Santa Maria di Sala, nel veneziano. Invitate dal coro femminile “Magnificat”, nella suggestiva cornice del teatro di villa “Filippo Farsetti”, le coriste polesane si sono esibite nell’ambito dei festeggiamenti per il quarante-

simo anniversario di fondazione della locale biblioteca. Un concerto presentato dalla corista Alessia Ventura con tanti brani popolari tratti dalle composizioni di Bepi De Marzi e Marco Maiero. Moltissimi gli applausi del pubblico che af-follava la platea. Durante lo scambio dei presenti, l’Eco del Fiume ha consegnato agli organizzatori una tegola decora-ta a mano dalla corista Doris De Cia e pubblicazioni su Bot-

trighe e Delta. “Una giornata da ricordare” ha commentato entusiasta la direttrice Casazza al ritorno, mentre si profila già fitta di impegni e novità l’agenda del suo coro, tra que-sti la programmazione a Bottrighe dell’annuale rassegna corale “Autunno in Canto”, a scopo interamente benefico, che si terrà nella chiesa di San Francesco con inizio alle 21 di sabato 23 novembre.

CORO “ECO DEL fIuME” APPLAuSI A SANTA MARIA DI SALA

Su ciò che sta accadendo nelle varie realtà territoriali po-lesane, in merito alle proposte di fusione dei comuni, interviene il dottor Paolo Zerbinati, giovane attivista

del Comitato per la Ricostituzione del Comune di Bottrighe. In particolare il riferimento è su quella che sembra indirizzarsi verso una concretezza, previo referendum popolare, ovvero la nascita di Civitanova Polesine, che accorperà sei Comuni. Altri, dall’Alto Polesine al Delta, stanno ipotizzando il loro futuro, come un unico municipio per l’Isola di Ariano con Cor-bola e Taglio di Po. “Se è pur vero che la mancanza di risorse impone giocoforza delle alternative per amministrare, come l’unione dei servizi- afferma Zerbinati- invitiamo i sindaci dei comuni interessati alle fusioni a venire in visita turistica a Bot-

trighe. Noi del Comitato saremo ben lieti di accompagnarli in tour nel “paese del rovescio sviluppo”. Vengano i signori sin-daci a vedere che cosa ha significato la mancanza di un’au-tonomia in un paese che sino al 1929, anno in cui il gerarca adriese Marinelli decise di sopprimerlo per tutte le questioni che già conosciamo, era il secondo comune più importante del Delta, subito dopo Adria. Vengano a vedere le strade da sesto mondo - prosegue Zerbinati - che attraversano quella che rimarrà per sempre una frazione destinata a scomparire, senza alcun sviluppo. E di esempi ce ne sono a iosa, come la recente chiusura delle scuole medie”. Ed ancora “Vengano ad informarsi e a rendarsene conto personalmente anche tutti i cittadini che lo desiderano di quanto sia evidente l’ab-

bandono che da sempre è sotto gli occhi di tutti. Certo a Bottrighe abbiamo l’ufficio della delegazione comunale con il suo delegato - puntualizza Zerbinati - ma essere comune, decidere e gestire il proprio territorio, è tutt’altra cosa. Lo capiranno presto i cittadini di quei comuni che diventeranno, voglia o non voglia, frazioni di Arquà Polesine, l’unico centro che cambierà davvero il nome e a cui arriveranno davvero i vantaggi. Quel giorno del “mea culpa” non tarderà, ne siamo certissimi”. “E’ fin troppo comodo - conclude il mem-bro del Comitato - quando ci pongono l’esempio di Porto Viro! Erà già un unico comune, quando sempre Marinelli, nello stesso periodo fascista, decise di dividerlo temendo un declassamento di Adria”.

di Roberto Marangoni

Non è favorevole alle fusioni. A suo avviso i comuni perdendo l’autonomia perderanno anche le risorse

Fusione dei comuni Il parere del giovane attivista del Comitato per la Ricostituzione

Paolo Zerbinati: “Civitanova Polesine? Si pentiranno”

Paolo Zerbinati, Comitato per la Ricostituzione

del Comune di Bottrighe

Ro.Ma.

Il coro “Eco del Fiume” di Bottrighe durante il concerto a Santa Maria di Sala

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di Roberto Marangoni

Da tantissimi anni sono emigrati e ogni tanto tornano nella terra natia. Ed è qui che ci hanno raccontato la loro

storia. Dove si sono trasferiti, hanno lavorato e costruito famiglia, impegnandosi anche nel volontariato, onorando sempre la loro terra veneta. Antonio Ferri è nato a Corbola nel 1941, a vent’anni anni si trasferisce a Grugliasco (Torino) e nel 1969 sposa Paola Maddalena di Bottrighe. Dalla loro unione sono nati due figli. E’ stato impiegato alla Lancia di Torino, quindi alla Italdiesel e sino al pensionamento, impiegato nell’ufficio tecnico del comune di Grugliasco. In questa città, di quarantamila abitanti, mille sono polesani. Assai stimato e conosciuto, ha organizzato svariate iniziative per gli emi-grati. Nel 2001, nel 50° dell’alluvione, una mostra fotografica ed uno spettacolo del gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpa-tica Compagnia” di Bottrighe. Nel 2011, nel 60° della tragica alluvione, ha nuovamente invitato i Bontemponi per uno spettacolo e per l’inaugurazione di Largo Polesine in una piazza della città piemontese. Nel 2012 ha promosso il gemellaggio a Porto Viro tra le due bande musicali delle rispettive città e recentemente il ritorno del gemellaggio

di Porto Viro a Grugliasco. Torna spesso a Bottrighe con la famiglia nell’abitazione di proprietà della moglie. Claudio Ferro è nato a Bottrighe nel 1952, a diciotto anni, si trasferisce in Germania a Karlsruhe, vicino a Monaco, lavorerà come gelatiere e nel 1973, sempre in qualità di gelatiere, a Mun-chen, poi nel 1978 farà il saldatore in una fabbrica di pompe elettriche, poi l’assicurato-re ed ancora impiegato presso un’azienda. Si è sposato nel 1978 con Rosaria, di origine siciliana, conosciuta in un negozio di abbi-gliamento dove lavorava come commessa. Dalla loro unione sono nati tre figli. E’ stato presidente di un circolo Acli, membro di Ri-nascita Culturale e dell’associazione Italiani per la scuola, vice presidente di un circolo culturale e componente direttivo di una squa-dra di calcio.

fERRI E fERRO, EMIGRATI CHE ONORANO LA NOSTRA TERRA

Ro.Ma.

• Chi màssa tira indrìo, fnisse col culo sul canale• Meio n’amigo che sento parenti • El debito l’è un ladro in cà

LE TRE S-CIOPTA’ di Roberto Marangoni

Vogliono chiarezza gli aderenti della lista ci-vica “Ora Cambia” in merito agli annuncia-ti impegni su Bottrighe. Chiedono, su ciò,

dopo aver raccolto 240 firme, la convocazione di un consiglio comunale. Alberto Bergo, tra i referenti della lista, chiede in particolare, lumi sul progetto relativo al rifacimento di via Vitto-rio Veneto, circa 90 mila euro, pochi secondo loro, in quanto la strada ha bisogno di un lavoro radicale, dall’abbassamento del manto al rinno-vo delle condutture dell’acqua, oggi colabrodo, altrimenti fra pochi anni la strada tornerà alle medesi-me condizioni.

Sul progetto di riqualifi-care piazza Libertà “Ci sono validi professionisti anche a Bottrighe - afferna Bergo - che avrebbero preparato un loro progetto e che dovrebbe essere confrontato in loco con la popo-lazione. Bergo chiede insomma rispetto per chi risiede qui “Affinchè non accadano più decisioni

cadute dall’alto come Val d’Inferno, la storica località cambiata in via del Veneto, ascoltando un residente senza chiedere all’intera comunità”.

Ma problemi irrisolti ci sono anche in via Stradoncello con una fognatura che scarica a cielo aperto. Infine la questione Polychimica che “Bottrighe non ha mai voluto e che fu – ricorda Bergo - proprio il comune di Adria a portare que-sta discarica, ed è dallo stesso che ci attendiamo la bonifica”.

Di replica Nicola Gennari, delegato del sindaco per Bottrighe. “In soli tre anni- spiega Gen-nari- l’amministrazione ha investito un milione e 520 mila euro a Bottrighe, mol-to di piu che in vent’anni dalle precedenti ammini-

strazioni”. Gennari ricorda i recenti lavori per 30 mila euro, nei i bagni delle scuole, un milione e 300 mila euro impegnati per la bonifica della ex Polychimica, 90 mila per via Vittorio Veneto i cui

lavori partiranno tra brevissimo e 100 mila euro per piazza Libertà. “In questi ultimi due anni - conclude Gennari - i cittadini sono stati indotti a pensare che questa amministrazione non si sia mai interessata del paese, ciò a causa dell’azio-ne di disinformazione da parte di figure di alto tono politico, ma con poco amore per il proprio territorio”.

Raccolte 240 firme per ottenere maggiori attenzioni dagli amministratori di palazzo Tassoni. Gennari: “Questa giunta ha fatto più di quanto fatto dagli altri negli ultimi vent’anni”

Amministrazione La lista civica “Ora cambia” polemica nei confronti della Giunta Barbujani

Chiesto un consiglio straordinario sui lavori pubblici

Bergo: “Non vorremmo si ripetesse quanto successo con Val d’Inferno”

Bottrighe in festa per la sua seconda centena-ria. Dopo Linda Beretta, che in ottima salute ha compiuto centouno anni, raggiunge il tra-

guardo del secolo anche la signora Mari Lodo che vive nel paese rivierasco da settantotto anni, da quando si sposò, a ventidue anni, con Paolo Tosin Tessin di Bottrighe. La seconda nonnina di Bottri-ghe, terza di sei figli, è nata ad Adria il 19 settembre 1913. Risiede oggi in via del Risorgimento, ospite della figlia Adriana. In ottima salute, ha la fortuna di avere ancora una mente ancora lucida, guarda la televisione ed è preoccupata per la grave disoccupazione. Si dedica anche alla lettura, nonostante abbia fatto solo mezzo anno della classe prima elementare, in quanto doveva accudire i tre fratellini più piccoli. Ha sempre fatto la casalinga, ma in gioventù lavorò molto in campagna e in diverse campagne saccarifere. Si sposò nella Cattedrale di Adria il 28 settembre 1935, con il calzolaio Paolo, di cui è vedova dal 2002. Dalla loro unione sono nati sei figli: Mafalda, Virginia, Lauretta Adriano, Adriana e Fabrizio, quest’ultimo morì a soli due mesi dalla nascita. Mari Lodo è attualmente nonna di dieci nipoti, otto pronipoti e due trisnipoti. Per lei si è svolta una grande festa con il presente del comune consegnato dal delegato del sindaco Nicola Gennari. Nella chiesa di Bottrighe, attorniata da ottanta parenti, è stata celebrata una messa in suo onore e battezzata in contemporanea Alice Quinto, sua seconda tris nipote, di cinque generazioni, giunta per l’occasione da Verona. Poi i festeg-giamenti con la conviviale in un locale ristorante.

NeWs

Compleanni mari lodo, ha speNto 100 caNdeliNe

Nella foto Alberto Bergo della li-sta civica “Ora Cambia” e il dele-gato del Sindaco Nicola Gennari

Ro.Ma.

Antonio Ferri e Claudio Ferro

18 Bottrighe

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23Cultura locale

Quest’anno il concorso nazionale di pittura Via Ruzzina ha esordito con il vento in poppa. Merito delle 110

opere in concorso, degli 80 artisti parteci-panti - provenienti da varie regioni tra cui Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio - e del ricco bottino. L’associazione adriese è cer-tamente soddisfatta dei risultati, a partire dall’incremento di livello qualitativo delle opere in mostra.

Tra le sorprese, la prima riguarda il premio Bancadria che quest’anno è andato in Toscana; i 1.500 euro in buoni acquisto spettano infatti al fiorentino Piero Paoli con l’opera “La sosta”. Molto sentita la moti-vazione che evidenzia “l’originalità del linguaggio pittorico unita all’uso di colori dal forte impatto cromatico ci conducono in un mondo dove il reale si intreccia con l’onirico”.

Non ha avuto dubbi la commissione giudicatrice, composta da Gianni Farinella, pittore e restauratore di Codigoro, Lucio Scardino, critico d’arte ed editore di Ferra-ra, Giampaolo Gasparetto, direttore di Cà Cornera, Lucia Andriotto, restauratrice e Claudio Lorenzi, consigliere della Fondazio-ne Franceschetti e Di Cola. Altra sorpresa ha coinvolto la sezione speciale Adriatic LNG “La città dell’energia: sguardi d’artista sul terminale”.

“Per la prima volta – ha dichiarato Adriano Gambetta, Shore Base Manager dell’azienda– abbiamo messo al centro del premio speciale la nostra realtà industriale perché ritenevamo utile da una parte riflet-tere in termini artistici sulla infrastruttura come città e luogo a sé stante e autosuf-ficiente seppure fortemente collegato alla terra ferma e alla vita di tutti noi tramite il servizio fornito. Dall’altra volevamo rin-novare e rinforzare il nostro impegno nella promozione della vita culturale, sociale e ricreativa del Polesine legandolo, anche vi-sivamente alla nostra attività e alla nostra realtà produttiva”. Vincitori ex aequo: il to-scano Paolo Fedeli di Gambassi Terme con l’opera “Adriatic City” per “il sapiente uso del pennello rappresenta una città tecnolo-gica, un vero e proprio sguardo d’artista sul terminale” e l’adriese Paolo Franzoso poi-ché “grazie all’utilizzo di tecniche plastiche miste, l’interessante opera offre la visione di una città tecnologica che pullula di vita”.

Il premio offerto dalla Fondazione

di Melania Ruggini

Il primo premio è andato in Toscana; i 1.500 euro in buoni acquisto sono stati aggiudicati al fiorentino Piero Paoli con l’opera “La sosta”

Arte 110 opere in concorso e 80 artisti partecipanti

Concorso Via Ruzzina, ecco i vincitori

Nella foto la premiazione del pittore toscano Pietro Paoli e le due opere ex aequo al quale sono andate il premio Adriatic Lng

Franceschetti e Di Cola in memoria di An-gelo Raffaele Di Cola, consistente in 1.000 euro, è andato ad Attilio Golberti di Monte-bello Vicentino con “7/9/13”, mentre il premio Pro Loco Adria di 500 euro è stato assegnato al cesenate Carlo Panzavolta con l’opera “Terra arsa”, e il premio città di Adria se lo è aggiudicato l’opera “Nuvola e altro” di Diego D’Ambrosi di Casale sul Sile.

Questi i nomi degli autori delle opere classificatesi ex aequo: Ivano Fabbri di Bologna, Diego Palasgo di Noale, Tiziano Calcari di Gardone Val Trompia, Ruggero Mazza di Ferrara, Gian Manet di Rovigo, Doriano Tosarelli di Villamarzana, Renato Vitali di Copparo ai quali è stato assegna-to un buono acquisto di 250 euro offerto rispettivamente da Nuova Tipografia di Cor-bola, Luciano Braga di Adria, Leonardo Bo-nato di Adria, Farmacia Alla Croce di Malta di Adria, Logistica F.lli Ferrara s.r.l. di Can-tarana di Cona, Simone Chieregato agente generale Fondiaria SAI Adria, Azienda Agri-cola Eredi Destro di Cona. Ultima novità: vista la numerosa adesione, la Pro Loco ha deciso di assegnare un ulteriore premio di 250 euro dedicato alla memoria del proprio consigliere, Athos Manesco, recentemente scomparso e di attribuirlo all’opera di un pittore adriese sulla base della classifica scaturita dal conteggio dei voti di ogni singolo giurato. Il vincitore è stato Roberto Cheula con “Adria etrusca”.

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Lo SPoRT in PRIMo PIANo

La stagione del nuoto master è ripartita Domenica 27 Ottobre 2013 dal polo ac-quatico di Rovigo con la 17a edizione

del Trofeo Nazionale Master Rovigo Nuoto, inserito nel circuito nazionale Supermaster e prima tappa del Trofeo Veneto 2013/2014.Alla manifestazione hanno partecipato 761 atleti dai 25 anni in su appartenenti a 48 squadre iscritte, provenienti prevalentemen-te dal Nord Italia. Alla competizione natato-ria hanno partecipato anche 14 atleti master di Adria Nuoto, allenati dal coach Marco Piva, vincendo 5 medaglie e ottenendo si-gnificativi piazzamenti che hanno contribuito al buon risultato complessivo della squadra. Questi i migliori piazzamenti dei nuotatori adriesi: Ilaria Crepaldi 3a nei 200 misti e 4a nei 200 stile libero, categoria M 30; Dino Barboni 1° nei 50 delfino e 2° nei 200 mi-sti, categoria M 60; Michele Capanna 2° nei 50 delfino, categoria M 50; Paola Guerrini 3a nei 50 stile libero e 4a nei 50 dorso, categoria M 60; Monica Sandri 4a nei 100

rana, categoria M 45. E’ importante sotto-lineare le prestazioni del sessantenne Dino Barboni, roccioso “lupo di mare” di Goro, che alla sua età è sempre sugli allori. Basti ricordare che è arrivato ventesimo ai campio-nati mondiali di Riccione del 2012 nei 200 metri delfino (primo tra gli italiani). Questo per ricordare che anche persone di età non più “verde”, se sorrette da una forte volontà e sottoposte ad adeguato allenamento, pos-sono raggiungere risultati straordinari. Anche gli altri nuotatori della squadra, pur non arrivando al podio, hanno contribuito con il loro impegno a mantenere alto il nome della società. Si tratta di Bruno Roccato, Michele Permunian, Lino Pavarin, Beatrice Guerzoni,

Alessio Canessa, Massimo Rosatti, Camillo Barillari, Mauro Gatti, Giovanni Zanella. Il pa-norama dei nuotatori master si compone di atleti provenienti da mondi molto diversi tra loro. Ex agonisti, triatleti prestati al nuoto, persone che provengono dai corsi di nuoto e vogliono provare a cimentarsi nelle gare. An-che le motivazioni e gli obiettivi che stanno alla base della pratica sportiva di ogni atleta master sono numerose. Ci sono master che inseguono quasi esclusivamente il risultato agonistico, altri che nuotano per il piacere di farlo e per rimanere in buona forma fisica, altri ancora che trovano nell’ambiente dei master un motivo di socializzazione e con-divisione di passioni comuni.

Cinque medaglie per Adria Nuoto NeWs

Sorride l’atletica leggera rodigina ai campionati italiani svoltisi a Jesolo. Dopo la medaglia di bronzo di Luca Trambaiolli (at-leta dell’Assindustria Rovigo), categoria allievi, nella specialità

lancio del giavellotto, Emma Girardello, della Rhodigium team, ha vinto la medaglia d’argento nella staffetta 4x100 del Veneto, la massima espressione dell’atletica italiana per la categoria cadetti. La giovane atleta adriese, classe 1998, ha affrontato la seconda frazione ricevendo il testimone in quinta posizione e restituendolo alla compagna in seconda posizione che sarà tenuta fino al traguardo dalle altre due frazioniste. Inoltre Emma, dopo l’oro negli 80 mt piani e l’argento sui 300 mt piani ottenuti ai campionati regionali veneti, ha conquistato anche un bronzo sui 300 metri. Sempre a Jesolo, un’altra atleta dell’Assindustria, si è messa in evidenza: si tratta di Lucrezia Contiero che pur non arrivando nei primi tre posti, ha guadagnato la medaglia assegnata per il suo settimo posto nella finale del salto in lungo nella categoria Cadette al limite dei 15 anni. La giovane studentessa del Paleocapa di Rovigo ci ha provato nei tre salti di finale a migliorare il suo 4,93, ma è riuscita ad arrivare “solo” a 5,00 proprio nell’ultimo salto che le è valso il 7° posto, e premiazione sul podio dal professor Dino Ponchio, guru dell’atletica e commentatore per la Rai ai recenti mondiali. Il prossimo anno, nella categoria allieve, Lucrezia potrà spaziare fra diverse discipline che le sono congeniali come la velocità, i salti e gli ostacoli diventando anche lei come Luca Trambaiolli un’altro talento nato nella terra polesana dove l’atletica leggera da sempre fa fatica ad essere considerata uno sport importante. Anche in casa Rhodigium, l’entusiasmo è alle stelle per le prestazioni di Emma Girardello. “In questi due anni oltre a coltivare un talento - dice Paolo Negrini responsabile del progetto atletica - abbiamo lavorato anche sulla sua capacità di affrontare le situazioni, la pressione, lo stress generato dagli allenamenti e dall’ambiente”. Ora con il passaggio alla categoria Allieve per Emma e per Rhodigium Team si aprono grandi opportunità di crescita e successo con un occhio di riguardo anche ai primi appuntamenti internazionali”.

Campionati italiani di atleticaBottiNo di successi, grazie atramBaiolli, girardello e coNtiero

Il Coni Rovigo ha assegnato 10 tra pal-me e stelle, le massime onorificenze sportive a chi, per tanti anni, ha dedi-

cato la propria attività extra lavorativa allo sport, permettendo di costruire la grande e vivace base sportiva che anima oggi la no-stra “affusolata” provincia. “E’ sempre un onore - ha detto Marco Bonvento, dele-gato provinciale del Coni - per noi arrivare a questo evento ed è emozionante ricono-scere ai nostri tecnici i loro meriti sportivi. Siamo una piccola provincia, ma riusciamo a farci distinguere a livello sportivo come tante altre realtà più grandi. Lo sport è amore e passione per molti polesani ed è giusto riconoscere il loro grande lavoro, a volte decennale, per la crescita delle di-verse discipline sportive nella provincia di Rovigo”.

Le onorificenze del Coni hanno com-piuto quest’anno gli 80 anni. Era il 20 dicembre 1933 quando vennero istituite per premiare “i presidenti di federazioni sportive che più si siano distinte, durante un biennio, in affermazioni di carattere internazionale”.

L’assegnazione fu successivamente estesa, durante il Ventennio, anche a “fa-scisti, corpi armati, enti che abbiano svolto lodevole attività sportiva”. In seguito fu concessa l’autorizzazione per premiare atleti, tecnici, dirigenti e società che si fossero particolarmente distinti nel dare lustro allo sport italiano.

L’onorificenza della stella al merito sportivo ha tre distinti gradi: d’oro, d’ar-gento e di bronzo.

Un’altra onorificenza è la Palma al merito tecnico, anche questa ha i tre gradi oro, argento e bronzo. Hanno ricevuto la Stella d’argento Erino Brazzarotto e Gio-vanni Veronese, la Stella di bronzo l’Asd ciclistica Villadose, Gianfranco Frigato, Giuseppe Bicego, Angelo Rondina, Luigi Milan e Giuseppe Canazza, la Palma di bronzo a Valterino Pinato per l’anno 2009 e a Luciano Zanella per l’anno 2010.

Coni Rovigopalme e stelle per chi ha resograNde il polesiNe attraverso lo sport

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2623

VIAGGIo IN PRoVINCIARoVIGo

110 edifi ci nel Polesine inseriti nel maxi progetto da 61 milioni di euro per interventi energetici, assieme alla provincia di Padova, attraverso un fi nanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio

di Padova e Rovigo in collaborazione con le due Province di Rovigo e di Padova. A presentarlo, a Palazzo Celio, la presidente Tiziana Virgili e l’as-sessore provinciale all’ambiente Giuliana Gulmanelli che hanno descritto il crono-programma degli interventi di effi cienza energetica, che saranno realizzati in sette comuni e nella provincia, grazie all’approvazione del progetto 3 L - Less Energy, less cost, less impact - fi nanziato con 61 milioni di euro dalla European Investment Bank e che ha come capofi la la Provincia di Padova. “L’obiettivo è di intervenire sui due settori prioritari in tema di politiche energetiche e ambientali - afferma la presidente Virgili - l’effi cienza energetica degli edifi ci e il miglioramento degli impianti di illuminazione pubblica. In questo modo si potranno dare risposte sia per la messa in sicurezza dei luoghi pubblici, dalle scuole alla viabilità, sia per il lavoro e l’occupazione.

E’ stato dato il via alla fase esecutiva con la fi rma del contratto re-lativo al fi nanziamento stanziato, il quale prevede che 31 milioni siano destinati all’effi cienza energetica di 646 edifi ci tra scuole, immobili desti-nati allo sport, agli uffi ci amministrativi e a servizi culturali e sociali, di cui 536 in provincia di Padova e 110 in provincia di Rovigo, e 20 milioni al miglioramento degli impianti di illuminazione pubblica per un’estensione

di oltre 1.045 km e 100.980 punti luce, il tutto da realizzarsi in 35 mesi. La Commissione Europea ha inoltre deliberato un fi nanziamento di 2 milioni circa, pari al 90% dell’importo, per le spese di assistenza tecniche. Oltre alla Provincia di Rovigo, al progetto hanno aderito i comuni di: Bergantino, Castelnovo Bariano, Costa di Rovigo, Lendinara, Melara, Occhiobello e Rovigo. Bisogna cogliere le molteplici opportunità che da questo progetto possono nascere - dichiara l’assessore Gulmanelli - in particolar modo per quanto riguarda l’importanza dell’effi cientamento energetico del patrimonio edilizio, spesso bisognoso di manutenzione.

Non va poi dimenticato che questa potrebbe essere un’occasione per qualifi care le nostre imprese, creando al tempo stesso nuove opportunità economiche, in questo momento fondamentali, anche per dare un aiuto concreto al nostro territorio.

Previsto un piano di effi cientamento energetico per scuole, immobili destinati allo sport, uffi ci amministrativi e a servizi culturali e sociali

Risparmio energetico Maxi progetto da 61 milioni di euro per interventi a Rovigo e Padova

Nella foto la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili e l’assessore all’ambiente Giuliana Gulmanelli

Taglio delle province, il Polesine guarda in due direzioni diverse. Opposte. Infatti se da una parte il Comune capoluogo ha individuato nella fi gura del direttore di Unindustria, Renzo Moro, il redattore dell’emendamento per il riconoscimento dell’area vasta, Vivero, insieme

a Vicenza e Verona, dall’altra la Provincia si fa forte della ricerca condotta da Renato Mannhei-mer, raccogliendo le opinioni dei sindaci dei piccoli comuni sulla riforma varata dal governo, per tenere duro. Secondo i dati esposti di recente all’assemblea delle province del nord, il 65% dei sindaci dei piccoli comuni, quelli con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti ossia l’85% delle amministrazioni comunali italiane, non considera la riforma delle province una priorità, il 64% sa che non porterà alcun risparmio, il 63% pensa che farà indebolire i territori. “Basta bugie ai cittadini – è stato il commento del presidente nazionale Antonio Saitta, intervenendo all’as-semblea – parte l’operazione verità. Se un 61% la vede come un’opportunità di razionalizzare competenze, non di eliminare, il 57% ha capito che perderà un riferimento e il 63% è molto più preoccupato dalla mancanza di risorse che dalle riforme. La maggioranza dei sindaci poi è cosciente di non avere personale (53%) e competenze (34%) idonee per svolgere le funzioni delle province, oltre ad essere questo un peso in più di cui dovrà sobbarcarsi (28%). Si dichiara-no poi molto preoccupati, i sindaci dei piccoli comuni di ricevere le funzioni tipicamente di area vasta: in particolare l’80% dichiara che avrebbe diffi colta’ a garantire il servizio di trasporto extraurbano, il 72% il mercato del lavoro, il 68% la formazione del personale, il 57% la gestione del territorio e la tutela ambientale, il 55% i serivzi per la scuola. Mentre non hanno problemi a riprendersi quelle tipicamente comunali: sport, turismo e cultura. Il 51%, infatti non crede che sarà in grado di gestire i servizi delle province. Per quanto riguarda le elezioni, il 55% crede serva un modello elettorale che preveda elezioni dirette da parte dei cittadini o totali (37%) o almeno del Presidente (18%)”.

Taglio delle Province

i soNdaggi dicoNo che i comuNi soNo preoccupati110 edifi ci consumeranno meno

Taglio delle province, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali Graziano Delrio non transige e spiega che il Governo sul tema è vicino ad una svolta. “Stiamo per affrontare la discussione nella

commissione affari costituzionali della Camera, - ha spiegato il ministro confermando che l’idea è quella di ridurre le varie materie di competen-za oggi assegnate alle Province - parallelamente al testo in esame alla Camera, ci sarà un disegno di legge per una modifi ca costituzionale che verrà presentato entro l’anno. A maggio non si voterà più per le Province perché nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno cioè elette dai cittadini. Delle province faranno parte i sindaci dei Comuni del territorio, che tutti assieme formeranno un’assemblea in seno alla quale verrà scelto il nuovo presidente a costo zero. Saranno cioè i sindaci a scegliere il presidente, non più i cittadini. Si tratta di una riforma molto importante”. Il ministro ha fornito una tempistica anche per quanto riguarda le Città metropolitane. “Arriveranno dal primo di gennaio. Nelle aree metropolitane le Province saranno assorbite della Città metropolitane via via che andranno a costituirsi e insediarsi”.

Da province a enti di secondo grado

Recuperare una casa e dedicarla a recupero di minori che vivono situazioni di forte disagio familiare e alle attività di ragazzi diver-samente abili? Si può fare. Certo, “Si può fare” è il nome del

progetto portato avanti dalla cooperativa Titoli Minori e che lo scorso 19 ottobre si è concretizzato con l’inaugurazione di un nuovo “centro” per l’accoglienza a Porto Viro. Da una decina d’anni la cooperativa la-vora nel territorio della diocesi di Chioggia e come sempre anche questa volta ha accolto la sfi da mettendosi a disposizione di chi si trova in una situazione di emarginazione e di chi nel proprio percorso di vita ha incontrato la fragilità. Per la cooperativa e i suoi soci che credono e lavorano al progetto è questo il semplice modo di fare accoglienza e comunità, credendo in un idea di prossimità e creando rete per una cittadinanza responsabile e consapevole. Proprio grazie alla condivisione di realtà come l’associazione Orcio di Elia, Consvipo, la fondazione Enel Cuore, la fondazione Cariparo, è stato possibile raggiungere l’obiettivo preposto.

Socialedelrio ha fatto partire il couNtdoWN

recuperare uNa casa e metterla a disposizioNe dei meNo fortuNati, “si puÒ fare”

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IL DIRITTO DI CAMBIARE

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25Spazi aperti

Dal Messico, Russia, Olanda, Romania, Spagna, Bielo-russia, Austria, Grecia, venti imprenditori del ramo luna park, lo scorso 16 ottobre hanno raggiunto il Polesine

occidentale per tre giorni di visita alle imprese del Distretto del-la Giostra, aderendo all’iniziativa denominata “Meeting della Giostra” sostenuta dalla Camera di Commercio, dalla Regione Veneto e dagli enti locali. Il tour di conoscenza delle aziende produttrici è stato anticipato da una conferenza stampa presso la Camera di Commercio, dove – presenti, oltre al direttore De Stefani, Vitaliano Bressanin per la CCIAA, Giorgio Cuoghi per il comune di Bergantino e Franco Cestonaro della CNA, in qualità di rappresentante del Distretto Veneto della Giostra – sono state illustrate le motivazioni dell’iniziativa fi nalizzata a far conoscere ai possibili acquirenti la varietà e soprattutto la qualità dell’offerta produttiva del distretto esteso da Calto a Melara. Un’attività che in Polesine interessa oltre 60 imprese (più l’indotto), con un fatturato stimabile di circa 250 – 300 milioni di euro (che raddoppia considerando l’indotto) garantendo una occupazione a circa 500 addetti. Una risorsa economica fondamentale soprattutto per i comuni di Melara e Bergantino, ed anche una vera eccellenza a livello internazionale, tanto che oggi, anche a causa della contrazione dei consumi interni, la quasi totalità della produzione viene esportata all’estero. Una attività imprenditoriale che richiede professionalità specifi che estese a vari campi: dall’ingegneria all’informatica, dall’elettronica alla carpenteria specializzata. Nonché inventiva e attenzione al look, perché per attrarre le giostre devono essere belle, colorate, luminose e sempre più innovative; in grado di offrire emozioni forti ed affascinare una clientela sempre più esigente, qual è quella dei giovani del terzo millennio alla ricerca di divertimenti inediti. Tutto ciò offrendo nel contempo standard di qualità e sicurezza elevati, fondamentali per la tranquillità dei fruitori delle complesse strutture per il divertimento, oggigiorno progettate per creare sollecitazioni, assorbire spinte e, in defi nitiva, assicurare emozioni forti. Positivi i riscontri del tour da parte degli impresari esteri, che hanno apprezzato la varietà e la qualità dei prodotti del distretto della giostra, manifestando anche attenzione per gli standard di sicurezza, oggetto di sottolineature da parte dei produttori, che oggi si trovano a far fronte ad una concorrenza soprattutto asiatica con limitate garanzie proprio sul piano della qualità. Sul mercato si trovano infatti prodotti spesso copiati, a prezzi più vantaggiosi non solo per il costo ampiamente competitivo della manodopera dell’est, ma soprattutto per la trascuratezza dei sistemi di sicurezza, di cui invece sono dotate le giostre del distretto polesano. Una cena di gala, animata da uno spettacolo pirotecnico della Parente Fireworks, ha chiuso in bellezza il meeting della giostra, da cui si attendono positive ricadute per l’economia polesana.

In Polesine, da varie parti del mondo, venti impresari dei parchi del divertimento

IL DISTRETTO DELLA GIOSTRA SI fA CONOSCERE

Li.Se.

di Lino Segantin

Iniziative Molto partecipata la giornata organizzata dal Fondo Ambiente Italiano

Crescono gli aderenti alle iniziative del Fai, il Fondo Ambiente Italiano interessato non solo alla tutela del patrimonio architettonico e naturalistico gestito diret-

tamente dall’associazione, ma più in generale attivo nell’or-ganizzare iniziative di conoscenza e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali dell’intera penisola.

Ben 220 persone hanno preso parte domenica 13 ottobre alla “Fai Marathon”, una scarpinata per le vie del capoluogo alla scoperta di alcune chicche d’arte e storia poco note. Si è iniziato con la suddivisione dei partecipanti in gruppi di 20 persone presso il Teatro Sociale. Costoro, dotati per l’occasione di uno zainetto FAI , sono stati accolti nella sala del ridotto affre-scata a metà ottocento con motivi architettonici e scultorei (colonne e statue di foggia classica) in modo da conferirle l’idea di monumentalità. Sul soffi tto una magnifi ca imma-gine di Apollo e le Muse opera di Sebastiano Santi, nelle teche gli abiti da scena indossati da Beniamino Gigli nella Gioconda di Ponchielli.

La seconda tappa della maratona di conoscenza ha

contemplato una vera curiosità: la visita al rifugio antiaereo approntato nel parco del Palazzo del Prefetto al tempo del-la seconda guerra mondiale, sviluppato su due piani ed in grado di offrire sicura protezione in caso di bombardamento aereo ad una quarantina di persone. L’itinerario è quindi pro-seguito raggiungendo via Angeli, con sosta presso il palazzo settecentesco che fu del conte fi lantropo Domenico Angeli.

Un edifi cio prestigioso, non sempre utilizzato al meglio e destinato, a con-clusione dei lavori di restauro tuttora in corso, a sede principale e di rap-presentanza dell’Università rodigina.

Si è quindi raggiunto il cinque-centesco Palazzo Roncale, della

Fondazione CaRiPaRo, fresco di restauro, per una visita al piano nobile: le pareti del salone si presentano arricchite da pregevoli arazzi del ‘700, mentre nelle sale laterali campeg-giano grandi tele attribuite a Mattia Bortoloni e quadri che illustrano momenti storici della Serenissima. Imboccato il Corso del Popolo, ricordando la storica presenza dell’Adiget-to e dei ponti un tempo importanti punti di riferimento per la città, la Fai Marathon è proseguita alla volta dell’Istituto

per Geometri, ovvero Palazzo Patella Montalti. La professo-ressa Zennaro ha ricordato la storia del palazzo che affonda le sue radici nel ‘700, allorché i nobili Patella acquistarono alcuni edifi ci contigui di scarso valore per costruire la loro prestigiosa residenza. Il palazzo, passato nell’ ‘800 alla fa-miglia Montalti, fu in seguito utilizzato dagli austriaci come sede della Gendarmeria (come tuttora si legge all’esterno nell’architrave del Frontone), e ristrutturato a fi ne ‘800 per divenire sede della Prefettura. Poi, nella prima metà del ‘900, fu trasformato in Istituto scolastico, con la destina-

zione del salone (inopinatamente distrutto negli anni ’50) a Sala della Memoria con la collocazione di alcune statue recentemente ritrovate nei depositi dell’Istituto e fi nalmente restaurate. Piena soddisfazione per l’iniziativa ha espresso la capodelegazione Chiara Tosini, che ha sottolineato con piacere il moltiplicarsi delle adesioni alle iniziative del FAI, in questa occasione in particolare caratterizzate anche dal-la presenza di bambini. Il che fa ben sperare per il futuro dell’associazione e la condivisione degli ideali di salvaguar-dia del patrimonio artistico ed architettonico.

La Fai Marathon, a spasso tra arte e storia Il percorso, partito dal ridotto del Teatro sociale, ha toccato poi il rifugio antiaereo approntato nel parco del palazzo del prefetto, palazzo Angeli, palazzo Roncale e palazzo Patella Montalti

Ben 220 persone hanno preso parte alla scarpinata per le vie del capoluogo

Nella foto un particolare di Palazzo Angeli, un momento della visita al rifugio antiaereo nel palazzo della Prefettura e il busto di Giovanni Mia-ni, opera dello scultore Virgilio Milani

25Spazi aperti

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25Spazi aperti

Dal Messico, Russia, Olanda, Romania, Spagna, Bielo-russia, Austria, Grecia, venti imprenditori del ramo luna park, lo scorso 16 ottobre hanno raggiunto il Polesine

occidentale per tre giorni di visita alle imprese del Distretto del-la Giostra, aderendo all’iniziativa denominata “Meeting della Giostra” sostenuta dalla Camera di Commercio, dalla Regione Veneto e dagli enti locali. Il tour di conoscenza delle aziende produttrici è stato anticipato da una conferenza stampa presso la Camera di Commercio, dove – presenti, oltre al direttore De Stefani, Vitaliano Bressanin per la CCIAA, Giorgio Cuoghi per il comune di Bergantino e Franco Cestonaro della CNA, in qualità di rappresentante del Distretto Veneto della Giostra – sono state illustrate le motivazioni dell’iniziativa fi nalizzata a far conoscere ai possibili acquirenti la varietà e soprattutto la qualità dell’offerta produttiva del distretto esteso da Calto a Melara. Un’attività che in Polesine interessa oltre 60 imprese (più l’indotto), con un fatturato stimabile di circa 250 – 300 milioni di euro (che raddoppia considerando l’indotto) garantendo una occupazione a circa 500 addetti. Una risorsa economica fondamentale soprattutto per i comuni di Melara e Bergantino, ed anche una vera eccellenza a livello internazionale, tanto che oggi, anche a causa della contrazione dei consumi interni, la quasi totalità della produzione viene esportata all’estero. Una attività imprenditoriale che richiede professionalità specifi che estese a vari campi: dall’ingegneria all’informatica, dall’elettronica alla carpenteria specializzata. Nonché inventiva e attenzione al look, perché per attrarre le giostre devono essere belle, colorate, luminose e sempre più innovative; in grado di offrire emozioni forti ed affascinare una clientela sempre più esigente, qual è quella dei giovani del terzo millennio alla ricerca di divertimenti inediti. Tutto ciò offrendo nel contempo standard di qualità e sicurezza elevati, fondamentali per la tranquillità dei fruitori delle complesse strutture per il divertimento, oggigiorno progettate per creare sollecitazioni, assorbire spinte e, in defi nitiva, assicurare emozioni forti. Positivi i riscontri del tour da parte degli impresari esteri, che hanno apprezzato la varietà e la qualità dei prodotti del distretto della giostra, manifestando anche attenzione per gli standard di sicurezza, oggetto di sottolineature da parte dei produttori, che oggi si trovano a far fronte ad una concorrenza soprattutto asiatica con limitate garanzie proprio sul piano della qualità. Sul mercato si trovano infatti prodotti spesso copiati, a prezzi più vantaggiosi non solo per il costo ampiamente competitivo della manodopera dell’est, ma soprattutto per la trascuratezza dei sistemi di sicurezza, di cui invece sono dotate le giostre del distretto polesano. Una cena di gala, animata da uno spettacolo pirotecnico della Parente Fireworks, ha chiuso in bellezza il meeting della giostra, da cui si attendono positive ricadute per l’economia polesana.

In Polesine, da varie parti del mondo, venti impresari dei parchi del divertimento

IL DISTRETTO DELLA GIOSTRA SI fA CONOSCERE

Li.Se.

di Lino Segantin

Iniziative Molto partecipata la giornata organizzata dal Fondo Ambiente Italiano

Crescono gli aderenti alle iniziative del Fai, il Fondo Ambiente Italiano interessato non solo alla tutela del patrimonio architettonico e naturalistico gestito diret-

tamente dall’associazione, ma più in generale attivo nell’or-ganizzare iniziative di conoscenza e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali dell’intera penisola.

Ben 220 persone hanno preso parte domenica 13 ottobre alla “Fai Marathon”, una scarpinata per le vie del capoluogo alla scoperta di alcune chicche d’arte e storia poco note. Si è iniziato con la suddivisione dei partecipanti in gruppi di 20 persone presso il Teatro Sociale. Costoro, dotati per l’occasione di uno zainetto FAI , sono stati accolti nella sala del ridotto affre-scata a metà ottocento con motivi architettonici e scultorei (colonne e statue di foggia classica) in modo da conferirle l’idea di monumentalità. Sul soffi tto una magnifi ca imma-gine di Apollo e le Muse opera di Sebastiano Santi, nelle teche gli abiti da scena indossati da Beniamino Gigli nella Gioconda di Ponchielli.

La seconda tappa della maratona di conoscenza ha

contemplato una vera curiosità: la visita al rifugio antiaereo approntato nel parco del Palazzo del Prefetto al tempo del-la seconda guerra mondiale, sviluppato su due piani ed in grado di offrire sicura protezione in caso di bombardamento aereo ad una quarantina di persone. L’itinerario è quindi pro-seguito raggiungendo via Angeli, con sosta presso il palazzo settecentesco che fu del conte fi lantropo Domenico Angeli.

Un edifi cio prestigioso, non sempre utilizzato al meglio e destinato, a con-clusione dei lavori di restauro tuttora in corso, a sede principale e di rap-presentanza dell’Università rodigina.

Si è quindi raggiunto il cinque-centesco Palazzo Roncale, della

Fondazione CaRiPaRo, fresco di restauro, per una visita al piano nobile: le pareti del salone si presentano arricchite da pregevoli arazzi del ‘700, mentre nelle sale laterali campeg-giano grandi tele attribuite a Mattia Bortoloni e quadri che illustrano momenti storici della Serenissima. Imboccato il Corso del Popolo, ricordando la storica presenza dell’Adiget-to e dei ponti un tempo importanti punti di riferimento per la città, la Fai Marathon è proseguita alla volta dell’Istituto

per Geometri, ovvero Palazzo Patella Montalti. La professo-ressa Zennaro ha ricordato la storia del palazzo che affonda le sue radici nel ‘700, allorché i nobili Patella acquistarono alcuni edifi ci contigui di scarso valore per costruire la loro prestigiosa residenza. Il palazzo, passato nell’ ‘800 alla fa-miglia Montalti, fu in seguito utilizzato dagli austriaci come sede della Gendarmeria (come tuttora si legge all’esterno nell’architrave del Frontone), e ristrutturato a fi ne ‘800 per divenire sede della Prefettura. Poi, nella prima metà del ‘900, fu trasformato in Istituto scolastico, con la destina-

zione del salone (inopinatamente distrutto negli anni ’50) a Sala della Memoria con la collocazione di alcune statue recentemente ritrovate nei depositi dell’Istituto e fi nalmente restaurate. Piena soddisfazione per l’iniziativa ha espresso la capodelegazione Chiara Tosini, che ha sottolineato con piacere il moltiplicarsi delle adesioni alle iniziative del FAI, in questa occasione in particolare caratterizzate anche dal-la presenza di bambini. Il che fa ben sperare per il futuro dell’associazione e la condivisione degli ideali di salvaguar-dia del patrimonio artistico ed architettonico.

La Fai Marathon, a spasso tra arte e storia Il percorso, partito dal ridotto del Teatro sociale, ha toccato poi il rifugio antiaereo approntato nel parco del palazzo del prefetto, palazzo Angeli, palazzo Roncale e palazzo Patella Montalti

Ben 220 persone hanno preso parte alla scarpinata per le vie del capoluogo

Nella foto un particolare di Palazzo Angeli, un momento della visita al rifugio antiaereo nel palazzo della Prefettura e il busto di Giovanni Mia-ni, opera dello scultore Virgilio Milani

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31Cultura provinciale 31Cultura provinciale

Il bando della seconda edizione è atteso già tra la fi ne di novembre e l’inizio di dicembre, a distanza di appena un mese dalla premiazione

della prima edizione: al suo esordio, infatti, il con-corso internazionale “Locanda del Doge” 2013 è stato un successo e, forte dei risultati conseguiti, l’iniziativa avrà un seguito. Riservato alle opere edite, esso si articola in tre sezioni corrispondenti ad altrettanti generi letterari: la narrativa, la poesia e la saggistica. La partecipazione è stata straordi-naria: circa quattrocento autori con oltre seicento volumi pro-venienti dall’Italia e dall’este-ro. Oltre agli scrittori italiani, infatti, una ventina sono stati i francesi, gli olandesi, gli slo-veni, gli spagnoli, gli svizzeri, i tedeschi e gli ungheresi, che hanno presentato le loro opere in lingua originale in un confronto di respiro mondiale. Alcuni dei libri in concorso sono stati editi da case editrici italiane di spicco, come Baldini e Castoldi, Feltrinelli e Mondadori. Molti anche gli scrittori giovanissimi, tra 16 e 25 anni, e alcuni di loro sono stati premiati. L’ideatrice e coordinatrice del concorso, Angioletta Masiero, è soddisfatta non solo dei risultati quantitativi ma anche qualitativi: almeno l’80% degli autori ha presentato opere pregevoli, di grande valore lette-rario, e i quarantadue premi consegnati sono una

conferma di ciò. La manifestazione è stata realiz-zata grazie a una rete di collaborazione, composta dall’associazione “Renzo Barbujani”, dalle riviste “Athesis”, “Ventaglio novanta”, “La nuova tribuna letteraria”, e dalla “Accademia veneta dello spetta-colo”, ma Angioletta Masiero ha sottolineato anche l’importanza degli sponsor, il dottor Luciano Zanfor-lin, membro del forum nazionale “Wealth adviser Fineco bank”, e la “Biblioteca Guerrato”, che con un signifi cativo contributo economico hanno reso

possibile il buon esito dell’i-niziativa culturale. Nel titolo il richiamo alla storia veneta è evidente nel riferimento al doge, mentre l’allusione alla taverna evoca un luogo, legato alla tradizione loca-

le, in cui le persone si riunivano per parlare e per fare cultura. La medaglia consegnata ai premiati riproduce un disegno del dottor Alberto Cristini, re-alizzato appositamente per questo concorso: l’im-magine stilizzata di un doge con la laguna e il delta sullo sfondo. L’organizzazione ha voluto intitolare diversi premi delle varie sezioni a personalità di importanza locale e nazionale, che si sono distinte nel campo della cultura e del sociale e che rara-mente vengono ricordate. Inoltre, la premiazione ha registrato la presenza di persone provenienti da tutta l’Italia e anche dall’estero. Questo concorso

letterario, grazie alla straordinaria partecipazione di scrittori, ha avuto quindi inevitabilmente l’effetto di promuovere l’immagine di Rovigo e del Polesine, centrando uno degli obiettivi che l’ideatrice si era proposta: Angioletta Masiero, infatti, è convinta che la cultura polesana meriti di essere esportata e conosciuta oltre ogni confi ne.

di Mattia De Poli

Sono stati circa quattrocento gli autori che hanno preso parte alla selezione con oltre seicento volumi provenienti dall’Italia e dall’estero

Letteratura Angioletta Masiero soddisfatta del concorso internazionale

“Locanda del Doge”, record di presenze e qualità

Nella foto piccola l’ideatrice e coordinatrice del concorso, Angioletta Masiero

L’80% degli autori ha presentato opere pregevoli, di grande valore letterario

Lo scorso ottobre è inizia-ta una rassegna musica-le che attraversa tutto

il Polesine, da Ca’ Venier di Porto Tolle a Giacciano con Baruchella, sulle note della musica per organo. “Antichi organi del Polesine”, giunta alla sua undicesima edizione, continua nell’intento di valorizzare un patrimonio culturale da scoprire e da ascoltare. Nel corso delle dodici tappe in calendario diversi musicisti faranno risuonare anche le canne di alcuni pregevoli strumenti realiz-zati da Gaetano Callido, celebre organaro originario di Este, allievo di Pietro Nacchini, insigne rappresentante della scuola organara veneta e attivo nella seconda metà del Settecento fi no ai primissimi anni dell’Ottocento. A lui subentrarono i fi gli: Antonio, in particolare, prose-guì l’attività fi no al 1830, quando la fabbrica fu rilevata da Giacomo Bazzani. In occasione dei duecento anni dalla morte di Gaetano Calli-do la rassegna intende valorizzare soprattutto gli strumenti realizzati dal maestro: a Loreo presso la chiesa di santa Maria Assunta (26 otto-bre), a Guarda Veneta presso la chiesa di san Domenico (27 ottobre), a Costa di Rovigo presso la chiesa di san Rocco (9 novembre), a Porto Viro presso la chiesa di san Bartolomeo (16 novembre) e a Rovigo presso il tempio della Rotonda (23 novembre). Un organo di Antonio Callido è presente nella chiesa di sant’Ippolito martire di Giacciano con Baruchella (7 dicembre), mentre altri strumenti realizzati da Bazzani si trovano nella chiesa di san Nicolò vescovo di Ca’ Venier (10 no-vembre) e nella basilica di san Bellino del comune di San Bellino (24 novembre). La chiusura della rassegna è prevista a Lendinara presso la chiesa di san Biagio (14 dicembre), dove è conservato un organo del 1926 realizzato dalla fabbrica padovana Malvestio. Tutti i concerti iniziano alle ore 21 e l’ingresso è libero.

“antichi organi del polesine”

M.D.P.

La Rassegna che attraversa tutto il territorio

Venerdì 15 novembre alle ore 18 a Ro-vigo, nella sala d’onore di palazzo Ca-salini, nella via omonima al civico 10,

presso la sede di Rovigo Banca è previsto il “Memorial Loredana Capellazzo”. L’evento, aperto al pubblico, è promosso dall’asso-ciazione culturale “Renzo Barbujani, e in particolare dagli allievi del “Laboratorio di scrittura creativa”, creato dalla stessa Ca-pellazzo. L’incontro, coordinato da Stefania Paron e da Luciana Bernardinelli, proporrà la lettura di poesie dell’autrice scomparsa un anno fa e la presentazione di opere pittoriche realizzate dai corsisti del “Laboratorio di pittura” e ispirate dalle stesse opere poetiche. Amante della scrittura sia in versi che in prosa, Loredana Capellazzo ha scritto opere apprezzate a livello nazionale: l’ultimo romanzo, pubblicato pochi mesi prima della sua scomparsa, è “Quando fi nisce l’estate”. A Rovigo, impegnata in diverse realtà di volontariato come l’associa-zione “Renzo Barbujani” e il “Gruppo autori polesani”, ha saputo trasmettere la sua passione per la scrittura alle molte persone che l’hanno conosciuta e che hanno potuto ascoltare i suoi insegnamenti e i suoi consigli. Memori di questa esperienza, le organizzatrici dell’incontro hanno scelto come tema la poesia, il suo nascere da un sentimento, la sua capacità di varcare ogni limite e di aprire prospettive nuove: “La poesia nasce dal cuore del poeta, continua a parlare nel tempo, al di là d’ogni confi ne, al di là del mistero della vita, e fa germogliare nuove rifl essioni, nuove speranze”.

Venerdì 15 novembre

iN Breve

E’ stato pubblicato per la prima volta nell’ottobre dello scorso e a distanza

di meno di un anno viene ri-stampato il volume “El Zélese”, scritto da Antonio Carlizzi. L’ini-ziativa, promossa dall’associa-zione “Renzo Barbujani”, di cui Carlizzi è stato socio fondatore insieme ad Arnaldo Pavarin, e realizzata grazie al contributo della fondazione Banca del monte di Rovigo, mette a disposizione un’ope-ra estremamente curata nella scrittura, chiara e piacevole, che attraverso le vicende familiari e personali dell’autore racconta uno spaccato della storia polesana tra la fi ne della Grande Guerra e l’8 settembre del 1944. Nel dia-letto polesano il “zélese” è il nome dell’aia di mattoni, che in campagna si trova davanti alla casa padronale: il titolo del libro evoca in particolare lo “spazio riservato dove nacquero i primi sogni ad occhi aperti” del piccolo Antonio nella natia Frassinelle. La prima parte del volume è ambientata in questo mondo dai contorni quasi fantastici. All’età di otto anni la famiglia di Carlizzi si trasferisce a Grignano e, in seguito, a Rovigo: a questo periodo (il periodo della “ubriacatura fascista” dell’autore), fi no all’8 settembre del 1943, è dedicata la seconda parte del volume, intitolata “Transizio-ne”. Nel frattempo è scoppiata la Seconda guerra mondiale. L’ultima parte, intitolata “Diario di guerra”, è una testimonianza degli orrori dei bombardamenti e delle fucilazioni del periodo successivo all’armistizio, quello del fuoco incrociato fra alleati, nazifascisti e partigiani.

Antonio CarlizziNuova ristampa per “el zÉlese”

La biblioteca “Antonio Carlizzi” festeggia quest’anno il primo de-cennale della sua fondazione. Nel

2003 l’associazione “Renzo Barbuja-ni” ha raccolto l’eredità delle biblioteche di quartiere, in particolare di quella di San Bortolo, che fi no a quel momento riuscivano a funzionare grazie all’attivi-tà degli obiettori di coscienza. Con la scomparsa di questa fi gura molte real-tà, anche ben avviate, furono costrette a chiudere. Oggi, invece, la “Carlizzi” grazie all’impegno di alcuni volontari garantisce l’apertura della biblioteca tre pomeriggi alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. L’associazione “Barbujani” è nata con scopi culturali e sociali: il locale concesso dal Comune di Rovigo, attiguo alla scuola media “Cesare Parenzo”, non raccoglie solo un discreto patrimonio librario organizzato per argomento e disponibile al prestito, ma costituisce un importante luogo di ritrovo e di aggregazione. Qui, ad esem-pio, si svolgono gli incontri del laboratorio di pittura e del laboratorio di scrittura creativa, sia in prosa che in versi. Quest’ultimo, nato dieci anni fa per volontà di Loredana Capellazzo e di Paola Trivellato, continua ad essere completamente gratuito ed oggi è coordinato da Giuliano Visentin e da Roberta Fava: ogni quindici giorni alle ore 20.45 si riuniscono partecipanti provenienti non solo da Rovigo ma da tutta la provincia e anche da fuori. Il presidente Pavarin sottolinea che questa iniziativa offre alle persone la possibilità non solo di uno scambio culturale ma anche di esprimersi e di uscire di casa.

biblioteca “Antonio Carlizzi”ricorre il primo deceNNale

M.D.P. M.D.P.M.D.P.

“memorial loredaNa capellazzo”

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3210

IL VENEToin PRIMo PIANo

Sulla carta sembra la soluzione de-fi nitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno do-

vuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-to sempre in itinere della metropolitana di superfi cie, che fi no ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i cittadini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà uffi cialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali.

Ideato nell’arco di due anni da un ingegnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato prevede dei treni a fre-quenza regolare: stes-so posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili.

Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minu-to 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53.

Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni.

Una vera rivoluzione del sistema re-

gionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni dieci minuti. Se così sarà la rete ferroviaria complessivamente verrà rafforzata, tanto che, promettono dalla Regione, nessun pas-seggero trascorrerà più di un’ora senza un treno per la sua destinazione.

“L’obiettivo è migliorare il servizio, - spiega l’assessore regionale alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso - fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coincidenze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su com-portamenti per così dire consolidati – ag-

giunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente

strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei fl ussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”.

La novità che rende contenti tutti, so-prattutto i pendolari, riguarda l’incremento

di Germana urbani

Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

La Regione ha già acquistato venti nuovi treni svizzeri e ne comprerà altri nove

Tutti di corsa per non perdere la coincidenza

delle corse possibile anche grazie ad un par-co convogli che comprenderà 20 nuovi com-plessi Stadler, 9 nuovi convogli Vivalto, 14 nuove carrozze doppio piano e il revamping di 316 vetture Trenitalia a Media Distanza.

L’unico neo che si può ravvisare potreb-be essere colto nella necessità di fare diversi cambi per un unico viaggio. Ma, consideran-do che il modello è la metropolitana delle grandi città, i veneti nell’usare il treno do-vranno ricordare come per spostarsi a Parigi da un posto all’altro occorra scendere anche più volte da un convoglio e prenderne un altro.

Il nuovo orario prevede, infatti, che i di-versi convogli siano tra loro “sincronizzati”. In questo modo sarà possibile transitare da un regionale veloce (che ferma solo nelle

stazioni principali) a un regionale lento (che ferma ovunque) e lungo direttrici dove oggi il servizio è non solo spezzettato ma non esistono coincidenze (Conegliano – Treviso – Vicenza, per esempio). Questo peraltro elimina le interferenze oggi esistenti fra tratte non elettrifi cate e tratte non elettri-fi cate, che sono più razionalmente servite da convogli a trazione dedicata a fronte di interferenza quando il transito è misto.

Con questi cambiamenti epocali è lecito dire che la mobilità veneta si adegua agli standard europei e non è facile per una Re-gione che ha un sistema di mobilità non a raggiera, ma diffuso da e verso città che si collocano appunto in un contesto policentri-co e metropolitano, dove l’attuale servizio fi no ad oggi non è riuscito a dare le risposte

che chiedevano i viaggiatori e soprattutto i pendolari.

“Per tutti noi – ribadisce Renato Chisso – in primo luogo Regione ma anche Treni-talia, il cadenzamento è una scommessa, nella quale crediamo, che abbiamo deciso di accettare e che vogliamo vincere. Siamo di fronte ad una nuova fi losofi a della mobilità pubblica – continua l’assessore regionale – che non coinvolgerà solo il treno ma anche il trasporto su gomma, all’interno di un si-stema integrato al cui centro ci sono non gli aggiustamenti di un sistema ereditato dal passato, ma le esigenze e le richieste degli utenti, dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti e la necessità di dare le migliori ri-sposte possibili in un quadro di compatibilità economica”.

Renato Chisso

I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico

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33Il Veneto in primo piano 11Il Veneto in primo piano

Pendolari sul piede di guerra e una raccolta fi rme che ha già superato quota 25.000 e serve per spingere la Regione Veneto a riconsiderare la decisione di soppri-

mere dal 15 dicembre, come deciso la scorsa estate, gli 8 “treni dei pendolari interregionali” Venezia-Milano utilizzati da 36 mila passeggeri ogni giorno. A quanto pare, per colpa dei tagli dallo Stato, il Veneto non ha più soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di treni interregionali veloci Milano – Venezia. Né la Lombardia stanzierà i 4 milioni di euro necessari a salvare i convogli di Trenitalia che saranno, quindi, can-cellati. Per l’assessore regionale Chisso si tratta di un falso problema: i convogli saranno sostituiti da 13 coppie giorna-liere di “Frecce” regionali Venezia – Verona che oggi non

ci sono, che si affi ancheranno ai treni cadenzati Milano – Verona di TreNord. Secondo l’assessore, dunque, i pendolari veneti vedranno più che triplicato il servizio veloce, oltre ad avere un servizio orario che fermerà in tutte le stazioni. Il cambiamento, paradossalmente, scontenta i pendolari ma

costa molto di più alla Regione. Le 13 coppie di Frecce regionali, il cui costo a catalogo a carico del Veneto sarà di circa 16,7 milioni l’anno a fronte dei 10,7 milioni pagati oggi dalla Regione per le quattro coppie di in-terregionali, potranno tranquillamente

collegarsi in coincidenza con i già esistenti treni orari regionali lombardi Milano – Verona (oggi sono 11 nel corso della giornata, oltre ai quattro interregionali in questione). “Se-condo Trenitalia – ha ricordato l’assessore – la coincidenza

è facilmente realizzabile nel capoluogo scaligero sul mede-simo marciapiede per quanti sono interessati a proseguire il viaggio lungo questa direttrice, tenuto altresì conto che il Veneto ha previsto il prolungamento oltre Verona di un paio di regionali non veloci”. Studenti e lavoratori pendolari però sembrano non voler sentir ragioni e sulle coincidenze avan-zano forti dubbi. “Aspettare un’ora in più il treno successivo – dicono dal Comitato -, forse, è scomodo ma accettabile per una persona che decide di farsi un weekend fuori città, ma di certo non per un pendolare, non per un lavoratore che deve rendere conto di un’ora di ritardo al proprio datore, non per uno studente che perde una lezione, un giorno sì e l’altro pure”. E se non bastasse del cambiamento ne risentirà anche il portafogli. “Da dicembre saremo costretti a sborsare quasi il doppio del costo del nostro biglietto per una Freccia, o accontentarci di un ancora più sovraffollato regionale, affi -

dandoci alle care e amate coincidenze. Purtroppo, chiunque abbia mai preso un treno sa, ed è proprio il caso di dirlo, che le coincidenze non esistono. Troviamo inaccettabile che la regione Veneto abbia preso questa decisione con un atto di forza sul presupposto cinico che un lavoratore, oggi, non ha alternative: o rinuncia al lavoro, o paga di più, perché uno stipendio, anche se decurtato del costo spropositato di un abbonamento mensile di una Freccia, in una famiglia, è meglio di niente”.

di Germana urbani

Soppressi otto treni interregionali che collegano Venezia con Milano

Pendolari: “La Regione ci ripensi”

Gli abbonamenti per le Frecce veloci costeranno molto di più

le priorità

I 152 milioni di tagli sui servizi pubblici universali previsti tra le misure dell’ultima legge di Stabilità preoccupano non poco Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, inter-venuto ad un convegno veneto proprio sul tema dei trasporti. “Se le cose restano così - ha

commentato – non mi resta che stilare una relazione sui servizi che non si possono più fare”. Occorre, dunque, una programmazione oculata e un concorso maggiore dei cittadini nelle spese per il servizio.“Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice - ha affermato Moretti - ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti”. Secondo l’ad di Trenitalia, per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare “quella

normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprendito-ri - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo”. E per risolvere o almeno arginare il problema del sovraffollamento dei treni non vi è altra via che stanziare “più risorse - ha affermato - perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima effi cienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfi lacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tempo per una program-mazione dei servizi a medio-lungo termine”.

uNa BuoNa politica dei trasporti su rotaia va fiNaNziata BeNe

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12 Il Veneto in primo piano

Il 24 novembre, come ogni anno, si cele-bra la triste giornata contro la violenza di genere che sempre più spesso sfocia in

femminicidio. Ad ottobre la Camera ha fi -nalmente dato il via libera alle nuove norme sul contrasto alla violenza di genere. Oltre alle norme che introducono maggiori tutele sul piano penale, il cuore dell’impegno di tante deputate è stato fornire uno strumen-to valido per dare avvio ad un vero piano nazionale antiviolenza, costruito con il con-tributo delle associazioni e degli operatori. Sono previste politiche di formazione, poli-tiche di prevenzione, la costituzione di un Osservatorio, la sperimentazione di progetti per la presa in carico degli uomini violenti; inoltre - con l’articolo 5bis - si riconosce e si rafforza, anche attraverso la previsione

di uno specifi co fondo, l’attività dei centri antiviolenza che in questi anni hanno ga-rantito non solo l’indispensabile servizio di accoglienza delle donne vittime ma sono stati dei veri e propri laboratori dove, attra-verso una metodologia dell’accoglienza, si è fatta prevenzione e cultura, troppo spesso in solitudine.

Delia Murer, deputata veneziana del Pd e componente della commissione Affari sociali, sottolinea l’importanza del passo che si è compiuto, ricordando il lavoro fatto per migliorare il testo del governo attraver-so i numerosi emendamenti accolti: “Un passo importante, un buon provvedimento. C’ è ancora da fare ma per combattere la violenza di genere, in Italia, abbiamo uno strumento in più.

Abbiamo lavorato intensamente, nel-le commissioni, per migliorare il testo del Governo che, nella sua versione originaria, era carente. Siamo riuscite ad ottenere, con emendamenti mirati, norme di maggiore tu-tela per le donne, fi nanziamenti per la rete di centri antiviolenza e case rifugio con il Piano che sarà costruito in modo partecipa-to e il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità che sarà fi nanziato in automatico. La legge – conclude la de-putata – è per noi solo un primo passo. La convenzione di Istanbul, che abbiamo

di Germana urbani

Maggiore tutela, fi nanziamenti per la rete di centri antiviolenza e case rifugio e il Fondo per le politiche su diritti e pari opportunità fi nanziato in automatico

Il Veneto si era dotato di una propria legge contro la violenza di genere ad inizio primavera

No alla violenza di genere: fi nalmente la nuova legge

ratifi cato ad inizio di legislatura, comincia a trovare concreta attuazione. C’è ancora da lavorare e lo faremo a partire dalla legge di Stabilità. Ma il tema è ormai una chiara priorità per l’agenda politica”.

In assenza di una legge nazionale, il Veneto si era dotato di una propria legge contro la violenza di genere ad inizio pri-mavera. Con voto unanime il Consiglio regionale aveva approvato la Legge “In-terventi regionali per prevenire e contrasta-re la violenza contro le donne”. Un lavoro di sintesi di due precedenti progetti di legge presentati rispettivamente dal consigliere del Pdl Leonardo Padrin e dal consigliere del PD Piero Ruzzante, che avevano entrambi trovato un’adesione trasversale. Con que-sta legge quadro il Veneto, riconosceva, prima ancora dell’I-talia, che ogni forma di violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani fonda-mentali alla vita, alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all’in-tegrità fi sica e psichica della persona e che le donne, anche quelle di minore età, sono spesso esposte a gravi forme di violenza, che costituiscono grave violazione dei diritti umani oltre che principale ostacolo al rag-giungimento della parità tra i sessi.

Con la stessa legge sono state defi nite anche le tipologie delle strutture necessarie rivolte alle donne vittime di violenza e ai loro fi gli minori: i centri antiviolenza che offrono assistenza, sostegno e percorsi di superamento del disagio, le case rifugio e le case di secondo livello, ovvero strutture di ospitalità in grado di offrire accoglienza e protezione. “Si è trattato – spiega il consi-gliere del Pd Piero Ruzzante - di un percorso che ha coinvolto il mondo del volontariato e

dei centri antiviolenza della nostra Regione e per questo siamo molto soddisfatti. E’ importante ora che le risorse che verranno stanziate consentano un percorso di raffor-zamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, perché ciò rappresenta una reale prevenzione per tutte quelle violenze che si consumano all’interno delle abitazioni o nella vita quotidiana e che possono sfociare in femminicidio”

“Si tratta - ha aggiunto Padrin - di un provvedimento composito, ma calato sulla realtà veneta e quindi applicabile e operativa. Si va dal coordinamento di tutti i soggetti che ope-rano sul fronte della violenza di genere al coinvolgimento degli enti locali, vere sen-tinelle del territorio”. Le reti che i vari sog-getti sono chiamati a sviluppare saranno il cuore pulsanto dell’o-peratività di questa legge: i centri e le case dovranno man-tenere costanti e fun-zionali rapporti con le forze dell’ordine, l’au-torità giudiziaria a cui compete l’assistenza,

la prevenzione e la repressione di reati, nonché con enti locali, aziende sanitarie e istituzioni scolastiche operanti nel territorio al fi ne di garantire risposte adeguate alle diverse condizioni personali di provenienza nel rispetto delle rispettive competenze e attribuzioni istituzionali.

Con l’approvazione della Legge regio-nale erano stati stanziati 400.000 euro a copertura delle attività del 2013.

Ora, l’ultimo decreto nazionale mette in campo dieci milioni di euro che saranno erogati attraverso le Regioni e la com-missione Pari opportunità del Veneto ha pubblicato da poco i bandi per domande e progetti.

La prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio

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Gli spazi espositivi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova sulle Zattere, direzione Punta della Do-

gana, propongono in concomitanza della Biennale due eventi espositivi fi no al 24 novembre: “Roy Lichtenstein Sculptor” curata da Germano Celant al Magazzino del Sale e “Emilio Vedova … Cosìdetti Carnevali …” curata da Celant e Fabrizio Gazzarri allo Spazio Vedova. La mostra de-dicata a Lichtenstein, uno tra gli esponenti della Pop Art americana, ha focus sulla pro-duzione scultorea dell’artista. Quarantacin-que opere suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di

bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997. E’ proprio dalla metà degli anni sessanta che le immagini interpretate dai mass-media, in special modo dall’ambientazione del fumetto, diventano fonte di creazione. I bicchieri, le esplosioni, le tazze e le teste tridimensionali sono alcuni aspetti di tali lavori.

Invece le opere di Emilio Vedova rac-colgono nello stesso titolo, Carnevali, lavori realizzati tra il 1977 e il 1991 a testimo-nianza di un periodo originale per l’artista. Legno, plastica, metallo, maschere, graffi ti, combustioni, stampe, corde, carte sono uni-ti secondo la sperimentazione del collage e dell’assemblaggio. Storicamente il coinvol-gimento del Maestro e il Carnevale si data con la premiazione alla Biennale di San Paolo nel 1954, al di la di una tradizione veneziana in cui l’utilizzo di maschere era costume di vita. Situazioni irreali fatte di mistero, contraddizione, confusione che in Vedova diventano reali nell’esecuzione informale.

di Alain Chivilò

Alle opere dell’americano, suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997, fa da contrappunto la serie Carnevali dell’artista veneziano

Arte a Venezia Due eventi espositivi fi no al 24 novembre

Vedova/Lichtenstein: coppia vincente

Il futuro è virtuale. Detto così sembre-rebbe un’ovvietà, il domani è sempre ipotetico e addirittura se interpretato

con pessimismo, virtuale, potrebbe anche signifi care inconsistente. Tuttavia è solo di museo virtuale che vogliamo parlare e vir-tuale, nella fattispecie, va inteso come tec-nologico, nella massima espressione in cui può intendersi oggi: ossia come sinonimo di “web”. Attraverso internet, da pc, tablet e smartphone, sarà, infatti, possibile compiere un “virtual tour” e conoscere da vicino 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale presenti a Venezia. Il progetto, che proba-bilmente farebbe rabbrividire Goethe, già dalla presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre, promette la realizzazione del più grande museo virtuale in Italia. Utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografi che ad altissima qualità fi nalizzate alla rappre-sentazione tridimensionale di quattrocento capolavori veneziani, i virtual tour avranno come oggetto il Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissi-ma, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e lo spazio tra l’area marciana e Piazza San Marco con le sue sculture. La visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, riper-correndo la storia e l’evoluzione iconografi ca del simbolo per antonomasia dell’antica Se-renissima. L’intervento è realizzato nell’am-bito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimo-nio condiviso”, di cui la Regione Veneto è partner, fi nanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

NeWs

L’assessore Sernagiotto“dal goverNo almeNo 18 milioNi al sociale”

A metà degli anni ’60 le immagini interpretate dai mass-media diventano fonte di creazione

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ad esso (in tutto o in parte) attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, e così procurarsi e/o procurare ad altri un indebito vantaggio (es. ottenendo credito con false credenziali, compiere azioni illegali) o di recare un danno (es. perdere la propria reputazione di buon pagatore e rendere difficile se non quasi impossibile ottenere nuovi finanziamenti o mutui).Come fare per tutelarsi? Quali accorgimenti adottare?Innanzitutto, quando si naviga in rete bisogna essere cauti e aver attenzione massima nel fornire i propri “identificatori personali” – ovvero i propri dati personali e le credenziali di accesso ai conti correnti- in quanto i ladri di identità sono in agguato e non attendono altro che una nostra disattenzione.Gli accorgimenti che i singoli soggetti possono adottare per proteggersi dai furti di identità sono molteplici e tra questi possono annoverarsi: la modifica con continuità delle password, la distruzione particellare dei propri documenti personali (es. estratti conto, bollette pagate, contratti assicurativi,…) prima di essere gettati nella spazzatura, fornire i propri dati identificativi solo se effettivamente necessario, non conservare insieme carta di credito o bancomat con i relativi codici di accesso, controllare frequentemente il proprio conto corrente, mantenere sempre aggiornati i programmi e in esecuzione il software antivirus e il firewall.E se rubano l’identità cosa fare?Innanzitutto bloccare immediatamente le carte di credito e tutti i conti correnti, avvertire la propria banca, il proprio provider e tutti i soggetti con i quali si usava la carta di credito, sporgere una denuncia querela avanti l’autorità.Quale tutela dà il nostro ordinamento giuridico?Il comportamento illecito di chi ruba l’identità di un altro soggetto con le finalità e conseguenze sopra indicate integra il reato di cui all’art. 494 del codice penale che prevede la punizione sino a un anno di reclusione. A titolo esemplificativo segnalo anche che secondo la Cassazione integra il medesimo reato anche il comportamento di chi apre un account di posta elettronica intestandolo al nome di un altro soggetto. Al riguardo, infatti, non vi è dubbio che ciò determina l’induzione in errore di chi si trova ad interloquire che è convinto, giustamente, di farlo con persona diversa da quella che allo stesso viene fatta credere. Analoga considerazione giuridica va fatta per chi, una volta rubate le credenziali di accesso di un profilo facebook di un altro soggetto, lo utilizza indebitamente.

affari di famiglia

Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto un tema purtroppo sempre più attuale ovvero il furto di identità in rete e le sue conseguenze. Sino a qualche anno fa i modi attraverso i quali poteva essere rubata l’identità di una persona erano per lo più legati al furto del suo portafoglio e all’apertura dei sacchetti dell’immondizia nei quali, rovistando, venivano carpite informazioni importanti sull’identità del soggetto. Ora, con l’uso dilagante della rete e in particolare dei social network da parte pressoché di chiunque, il rischio del furto di identità o sostituzione di persona si è incrementato in maniera esponenziale anche nei confronti delle aziende. Ma andiamo con ordine. Cosa esattamente è il furto di identità? Il furto di identità consiste nell’ottenere informazioni personali riservate di un soggetto privato e/o giuridico al fine di sostituirsi

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Furto di identità in rete di privati e aziendeCOCKTailS

I consIglI dI Paolo sogno d’autunno

IngredIentI:ingredienti: 6/10 vodka WiboroWa, 2/10 auruM, 2/10 banana d.kuyper, gocce blu curacao bols, chucchiaino di gelato al liMone.shakerare con ghiaggio e servire nella coppa cocktail con alcune gocce di sciroppo di rosa Fabbri. il colore è un quadro Futurista, il proFuMo è di coMposta di Frutta, il sapore è avvolgente, piacevolMente dolce. un cocktail da dopo cena.

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gr. di burro Fuso. seMiFreddo: 125 gr. di latte, 3 rossi d’uovo, 100 gr. di zucchero, 40 gr. di acqua, 40 gr. aceto di laMponi, 24 belle Fragole, un piccolo cornetto con cioccolato Fuso.esecuzIone biscotto: a neve i bianchi, Mescolare le due Farine, lo zucchero e setacciarli nei bianchi Mescolando delicataMente, unire per ultiMo il burro e Mettere in una placca antiaderente - rivestita di carta Forno, iMburrata e inFarinata - di cM. 25 x15. cuocere per 20 Min. a 160°. quando sarà cotto, girare il biscotto su un tagliere e Farlo raFFreddare. seMiFreddo: bollire il latte ed unire l’anice, lasciare in inFusione 1 ora; sbattere i rossi con Metà zucchero, Far ribollire il latte, versare l’altra Metà di zucchero sui rossi e Mescolare, riMettere sul Fuoco e portare a circa 90°, Fino al priMo accenno di bollore. Filtrare con un colino e sbattere veloceMente con uno sbattitore per 15 Min.: diMinuire la velocità e continuare a sbattere per altri 15 Min., Fino a coMpleto raFFreddaMento, Mettere in FrigoriFero per alMeno Mezz’ora Ma non più di 2 ore per portare ad una teMperatura bassa. trascorso questo teMpo Montare la panna per unirla al coMposto. coppare il biscotto nella ForMa degli staMpini che andranno a contenere i seMiFreddi, dividere il coMposto in 4 staMpini e girarvi sopra i pezzi di biscotto. Mettere in congelatore a -18° per alMeno 2 ore. caraMellare lo zucchero con l’acqua, bagnare con l’aceto di laMponi e cuocere Fino a coMpleto sciogliMento del caraMello, tenere in disparte Ma seMpre nella pentola. girare i seMiFreddi su 4 piatti, scaldare il caraMello all’aceto di laMponi ed unirvi le Fragole, lavate e private del picciolo, Farle intiepidire e disporle attorno ai seMiFreddi con un pò di sciroppo, una guarnizione di cioccolato aMaro e una Foglia di Menta.

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