Rovigo ott2013 n137

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Tiro a segno, nuovo ostacolo per Veneto Strade Passante Nord pag. 6 La “Cittadella della giustizia” all’ex Silvestri Tribunale pag. 8 Tomanin, aspirante talento della nazionale Under 18 Calcio pag. 18 pagg. 4-5 Ulss 18 Rovigo emorragia di posti letto Nei prossimi due anni la disponibilità per il ricovero scenderà di 147 unità L e famigerate “schede ospedaliere”, appro- date in quinta commissione regionale ed approvate, hanno messo nero su bianco una verità che, in molti, già avevano prefigurato: l’ospedale di Rovigo avrà anche mantenuto la qualifica di “hub”, ma i tagli ci sono stati ec- come, molto pesanti. E il cui impatto a lungo termine rimane tutto da verificare. Lo si vede chiaramente dai particolari delle schede ospeda- liere che, struttura per struttura, reparto per re- parto, indicano quali saranno i cambiamenti che dovranno intervenire da qui al 2015. Ponendo il focus sull’ospedale di Rovigo, allora, si vede con chiarezza quale sia il trend previsto. L’area medica passerà da 186 a 148 posti letto, con una riduzione di apicalità da 12 a 10. Per alcuni reparti sono poi previsti pesantissimi tagli, come per oncologia, che passerà da 22 a 10 posti let- to, mentre altri saranno destinati alla sparizione, come quello di malattie endocrine, del ricambio e della nutrizione. Un discorso simile per derma- tologia, i cui posti letto da 4 scenderanno a 2, con la sparizione dell’unica apicalità al momento presente. Andamento simile anche per l’area chirurgica, nella quale i posti letto scenderanno a 105 da 127, con un calo anche di due apicalità, da 8 a 6. Due i reparti che dovranno salutare il Santa Maria della Misericordia: chirurgia maxillo- facciale e chirurgia vascolare, mentre oculistica subirà un taglio drastico, passando da 12 ad appena 3 posti letto. Passando all’area materno infantile, sostanziali conferme di posti letto e di apicalità per ostetricia e ginecologia e per pato- logia neonatale, mentre pediatria vedrà ridotti a quasi un terzo i posti letto, con un passaggio da 21 a 8. Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 137 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo CASA DI RIPOSO, LE RETTE SONO SALITE ALLE STELLE Giallo nelle sezioni del Pd, impegna- te nel rinnovo dei coordinatori di circolo e della segreteria provinciale. Anche il Pdl è alle prese con il futuro assetto del partito. intanto è stata liberata la sede in Corso del Popolo pag. 13 PD E PDL TENSIONI ALL’INTERNO DEI DUE PARTITI POLESANI Non sembra passarsela molto bene la casa di riposo di Rovigo Iras, a fronte di un milione di euro di interesse di mutui da pagare. Per far quadrare i conti dell’ente, dal 1 agosto le rette degli ospiti sono state considerevolmente aumentate pag. 15 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona! EDITORIALE Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano “D avanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren- ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifica i favori piccoli e grandi, gli “ag- giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub- blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic- colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifica tutti gli altri, fino ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”? continua a pag. 3 continua a pag. 8 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio L e recentissime modifiche legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzione del Con- siglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determi- nato dai delitti contro le donne. Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia di Silvia Giuriato*

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Rovigo ott2013 n137

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Page 1: Rovigo ott2013 n137

Tiro a segno, nuovo ostacolo per Veneto Strade

Passante Nord

pag. 6

La “Cittadella della giustizia” all’ex Silvestri

Tribunale

pag. 8

Tomanin, aspirante talento dellanazionale Under 18

Calcio

pag. 18

pagg. 4-5

Ulss 18 Rovigo emorragia di posti lettoNei prossimi due anni la disponibilità per il ricovero scenderà di 147 unità

Le famigerate “schede ospedaliere”, appro-date in quinta commissione regionale ed approvate, hanno messo nero su bianco

una verità che, in molti, già avevano prefigurato: l’ospedale di Rovigo avrà anche mantenuto la qualifica di “hub”, ma i tagli ci sono stati ec-come, molto pesanti. E il cui impatto a lungo termine rimane tutto da verificare. Lo si vede chiaramente dai particolari delle schede ospeda-liere che, struttura per struttura, reparto per re-parto, indicano quali saranno i cambiamenti che dovranno intervenire da qui al 2015. Ponendo

il focus sull’ospedale di Rovigo, allora, si vede con chiarezza quale sia il trend previsto. L’area medica passerà da 186 a 148 posti letto, con una riduzione di apicalità da 12 a 10. Per alcuni reparti sono poi previsti pesantissimi tagli, come per oncologia, che passerà da 22 a 10 posti let-to, mentre altri saranno destinati alla sparizione, come quello di malattie endocrine, del ricambio e della nutrizione. Un discorso simile per derma-tologia, i cui posti letto da 4 scenderanno a 2, con la sparizione dell’unica apicalità al momento presente. Andamento simile anche per l’area

chirurgica, nella quale i posti letto scenderanno a 105 da 127, con un calo anche di due apicalità, da 8 a 6. Due i reparti che dovranno salutare il Santa Maria della Misericordia: chirurgia maxillo-facciale e chirurgia vascolare, mentre oculistica subirà un taglio drastico, passando da 12 ad appena 3 posti letto. Passando all’area materno infantile, sostanziali conferme di posti letto e di apicalità per ostetricia e ginecologia e per pato-logia neonatale, mentre pediatria vedrà ridotti a quasi un terzo i posti letto, con un passaggio da 21 a 8.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 137 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo

Casa di riposo, le rette sono salite alle stelle

Giallo nelle sezioni del Pd, impegna-te nel rinnovo dei coordinatori di circolo

e della segreteria provinciale. Anche il Pdl è alle prese con il futuro assetto del partito. intanto è stata liberata la sede

in Corso del Popolo

pag. 13

pd e pdl tensioni all’interno dei due partiti polesani

Non sembra passarsela molto bene la casa di riposo di Rovigo Iras, a fronte

di un milione di euro di interesse di mutui da pagare.

Per far quadrare i conti dell’ente, dal 1 agosto le rette degli ospiti sono

state considerevolmente aumentate

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10%

40%50%30%

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offerte della tua zona!

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

“Davanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate

in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren-ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifi ca i favori piccoli e grandi, gli “ag-giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub-blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic-colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifi ca tutti gli altri, fi no ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”?

continua a pag. 3

continua a pag. 8

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

Le recentissime modifi che legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzione del Con-

siglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determi-nato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

continua a pag. 8

L’Intervento

Le recentissime modifi che legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio-

ne del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determinato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

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Rovigo Provincia Regioneamministrazione

pag. 9

Commissione d’inchiesta per la Baldetti

servizi

pag. 10

Sindacato difende gli operatori per l’asporto rifiuti

soCietà

pag. 16

Pubblicato il bando per il servizio civile

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 ottobre 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Viabilità in centroztl, sCatta il divieto

di transito

La fase di sperimentazione è finita ora chi trasgredisce paga. Dal 17 ottobre

scorso sono stati attivati gli accessi della Ztl “Corso del Popolo e centro

storico” – varchi di corso del Popolo e via Angeli. Per chi si troverà a transi-

tare senza permesso fuori dalle fasce orarie consentite nella Ztl, scatterà automatica la multa di 80 euro più

altri 15 per le spese di procedimento e notificazione. Di seguito gli orari di

chiusura al traffico non autorizzato. Ztl via Angeli: dalle ore 00 alle 24 tutti i giorni della settimana; ztl corso del

Popolo: dal lunedì al venerdì dalle 00 alle 5.30 e dalle 17.30 alle 24, il

sabato e nei giorni festivi dalle ore 00 alle 24. Per le operazioni di carico e

scarico è necessario essere in possesso di un’autorizzazione.

Stadio Battagliniun milione di euro per

tirarlo a nuovo

Un milione di euro per lo stadio Batta-glini di Rovigo. Precisamente la somma

ammonta a 969.063 euro, l’assegno è stato consegnato dall’assessore

regionale ai Lavori pubblici, Massimo Giorgetti, al sindaco Bruno Piva. Il finanziamento è stato concesso per la realizzazione di un progetto che

prevede interventi di messa a norma ed adeguamento della struttura, per renderla idonea ad ospitare compe-tizioni di rilevanza internazionale e

mondiale anche in notturna. L’accordo prevede il termine dei lavori entro il 31

gennaio 2015.

SpettacoliQuarta edizione il “Cinema in Città”

Torna con la quarta edizione il “Cinema in città”. Dopo il successo del cinema estivo proiettato al Chiostro degli Olivetani e le anticipazioni primaverili, dal 10 ottobre al 28 novembre, il cinema Don Bosco ospiterà la rassegna principale, con ben 8 appuntamenti con film di qualità. L’ini-ziativa è organizzata dall’Arci provinciale in collaborazione con gli assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Rovigo e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Di seguito gli appuntamenti rimasti in cartel-lone: 14 novembre – Faust di Alexander Sokurov; 21 novembre – Qualcosa nell’aria di Oliver Assayas; 28 novembre – Treno di notte per LisbonaPer info Arci Rovigo tel. 0425/25566

Misure anti Pm 10restrizioni al traffiCo sulle vie del Comune

Resteranno in vigore fino al prossimo 20 dicembre e poi dal 7 gennaio al 28 marzo i provvedimenti messi in campo dall’Am-ministrazione comunale per contenere l’inquinamento da polveri sottili. I veicoli alimentati a benzina non catalizzati (Euro 0), alimentati a gasolio Euro 0, Euro 1 ed Euro2 (indicativamente immatricolati prima dell’1 gennaio 2001) e motoveicoli e ciclo-motori a 2 tempi non omologati ai sensi della direttiva 97/24/CE, non potranno circolare su tutto il territorio comunale. Le eccezioni riguardano le principali direttrici di traffico.Il provvedimento sarà vigore dal lunedì al venerdì (con esclusione dei giorni festivi infrasettimanali) dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti Perché fare i moralisti e continuare a puntare i dito contro imprenditori e politici che hanno comunque fatto “girare” l’economia?

Avranno anche rubato qualcosa - è la linea di pensiero che serpeggia nemmeno tanto sotterranea nel Nordest degli affari - ma se questo è il prezzo da pagare per permettere ad una azienda di lavorare perché vogliamo fare del terrorismo?

Perché accanirci contro il funzionario che ha comunque dato il suo “contributo”, discutibile ma reale, a sostenere qualche impresa che deve impiegare i suoi lavoratori?

E’ il sistema con il quale, continua chi è convinto di saperla lunga, dobbiamo fare i conti, voglia o non voglia. Altrimenti non si va da nessuna parte, altrimenti non si sta sul mercato.

Affermazioni che suonano come un grande alibi collettivo e un’autoassoluzione equivoca, anche se molto di moda in questo diffi cile e confuso periodo.

Ecco allora che bastano 50 euro per corrompere un funzionario, oppure un fi ne settimana a Milano Marittima “all inclusive” regalato ad un dipendente pubblico che dovrebbe essersi limitato a fare il suo dovere.

E’ a causa del “dio palanca” e delle tante “piccole eccezioni” ad esso collegate se nel nostro Paese un’opera pubblica costa uno proposito e se ci vogliono anni per portarla a termine. Va da sé che ci si muove in una specie di giungla senza regole, in cui ha la meglio non il più bravo ma il più furbo, o il più “amico” del politico di turno.

E’ questa scuola di pensiero che arriva a giustifi care ogni forma di illegalità, non solamente i cosiddetti “peccati veniali”. Perché alla fi ne il “dio palanca” perdona tutto, basta assecondarlo.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

pag. 20

Ministro Delrio, countdown per le Province

sCuola

pag. 22

All’Istituto Sichirollo entrerenno nuovi soci

personaggio

pag. 24

Marco Mainardi,polesano passato dal campo al camping

politiCa trasporti

pagg. 26-27

Nuovi orari dei treni, una rivoluzione

territorio

pag. 31

Novembre, torna la paura delle alluvioni

arte

pag. 32

Verona e Vicenza, un posto al sole per il paesaggio

Page 4: Rovigo ott2013 n137

4 Argomento del mese

Ulss 18, in due anni 147 posti letto in meno

aperture notturne degli ospedali

Azzalin: “Operazione inutile e costosa”

Una delle innovazioni delle quali spesso si era parlato, a parziale compensazione dei tagli disposti nelle schede ospedaliere, era

stata quella degli “ospedali aperti la notte”. Ossia della possibilità, per gli utenti, di ottenere visite e prestazioni ambulatoriali anche in orario serale e notturno. Secondo i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Claudio Sinigaglia, tuttavia, si tratterebbe di null’altro che un bluff: in mancan-za di personale, ci si limiterebbe a fare lavorare medici e infermieri in altri orari, con l’aggravante di dovere pagare straordinari che, a questo punto, sarebbero inutili. Il tutto, hanno affermato i due

consiglieri, che annunciano anche una interrogazione, per un costo di 30 milioni di euro circa. La vicenda è stata oggetto di una inchiesta di Report. “Il servizio andato in onda su Rai Tre - chiudono Azzalin e Sinigaglia - ha squarciato il velo d’ipocrisia: il tentativo di Zaia di trovare un colpevole diverso da se stesso fa quasi sorridere, per questo presenteremo un’interrogazione per chiedere conto dei risultati ottenuti con un’iniziativa della quale, chi se n’è assunto gli onori, si deve assumere anche gli oneri”.

Le famigerate “schede ospedaliere”, approdate in quin-ta commissione regionale ed approvate, hanno messo nero su bianco una verità che, in molti, già avevano

prefigurato: l’ospedale di Rovigo avrà anche mantenuto la qualifica di “hub”, ma i tagli ci sono stati eccome, molto pesanti. E il cui impatto a lungo termine rimane tutto da verificare.

Lo si vede chiaramente dai particolari delle schede ospedaliere che, struttura per struttura, reparto per reparto, indicano quali saranno i cambiamenti che dovranno interve-nire da qui al 2015. Ponendo il focus sull’ospedale di Rovi-go, allora, si vede con chiarezza quale sia il trend previsto.

L’area medica passerà da 186 a 148 posti letto, con una riduzione di apicalità da 12 a 10. Per alcuni reparti sono poi previsti pesantissimi tagli, come per oncologia, che passerà da 22 a 10 posti letto, mentre altri saranno desti-nati alla sparizione, come quello di malattie endocrine, del ricambio e della nutrizione.

Un discorso simile per dermatologia, i cui posti letto da 4 scenderanno a 2, con la sparizione dell’unica apicalità al momento presente.

Andamento simile anche per l’area chirurgica, nella quale i posti letto scenderanno a 105 da 127, con un calo anche di due apicalità, da 8 a 6.

Due i reparti che dovranno salutare il Santa Maria della Misericordia: chirurgia maxillofacciale e chirurgia vascolare, mentre oculistica subirà un taglio drastico, passando da 12 ad appena 3 posti letto.

Passando all’area materno infantile, sostanziali confer-me di posti letto e di apicalità per ostetricia e ginecologia e per patologia neonatale, mentre pediatria vedrà ridotti a quasi un terzo i posti letto, con un passaggio da 21 a 8.

Tutto confermato, invece, per l’area di terapia inten-siva, ma non poteva essere altrimenti, visti i pesantissimi tagli annunciati, in questo settore, all’ospedale di Trecenta, pure ricadente nell’ambito dell’Ulss 18 di Rovigo e dell’Alto Polesine.

Nessun grande stravolgimento neppure per i servizi di diagnosi e di cura, per i quali non sono previsti posti letto, non essendo reparti di degenza. In quest’area, quin-di, secondo il piano della Regione dovrebbe venire tagliata unicamente una delle 11 attuali apicalità, ossia quella di

fisica sanitaria. Nessuno stravolgimento, infine, neppure per quanto

riguarda l’area riabilitativa, sebbene sia previsto il taglio di 5 posti letto nel reparto di recupero e riabilitazione funzio-nale, con conseguente taglio della corrispondente apicalità.

Tirando le somme, si vede come lo scotto che l’ospe-dale cittadino sarà chiamato a pagare alla riorganizzazione - al risparmio - voluta da Venezia non sia trascurabile: 80 posti letto e 6 apicalità in meno. I primi, infatti, passeranno da 436 a 356, le seconde da 35 a 29.

Numeri che, comunque, trovano una conferma anche a livello di Ulss.

All’interno dell’azienda sanitaria numero 18, infatti, da oggi al 2015 i posti letto passeranno da 644 a 497, con un calo di ben 147, mentre le apicalità caleranno di 5 unità, passando da 38 a 33.

Come detto, infatti, anche l’ospedale San Luca di Tre-centa non farà eccezione, dal momento che vedrà i propri posti letto diminuire di 67, calando a 141 dagli attuali 208.

di Lorenzo Zoli

Spariranno i reparti malattie

endocrine, del ricambio e della

nutrizione

Ridotta la disponi-bilità di ricoveri per l’area chirurgica, i letti scenderanno

da 127 a 105

Schede oSpedaliereL’ospedale di Rovigo

ha mantenuto la qualifica di “hub”, ma i tagli

ci sono stati ridimensionando anche in modo pesante

alcuni reparti. I tagli hanno riguardato

anche l’ospedale San Luca di Trecenta

Lo.Zo.

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Natale Aziende 2013

Page 5: Rovigo ott2013 n137

5Argomento del mese

di Lorenzo Zoli

Policlinico, i posti letto passano da 90 a 70Cambiamenti per le strutture private convenzionate

Se molto si è parlato delle modifiche che le schede regionali apporteranno agli ospedali pubblici, non altrettanto lo si è fatto per le strutture private ma convenzionate, vale a dire autorizzate a operare per conto delle Ulss, alle quali poi rimborsano i servizi e le prestazioni erogate.

Per quanto riguarda la casa di cura Città di Rovigo, nota anche come policlinico, non è più prevista l’area medica, con i suoi 10 posti letto di geriatria e i 20 di medicina generale, mentre il reparto di chirurgia generale passerà da 10 a 5 posti letto, con l’attività che sarà svolta in regime di week surgery. Verrà poi posto in essere un nuovo reparto di day surgery multidisciplinare, con 5 posti letto. Nell’area riabilitativa, i posti letto destinati a lungodegenti raddoppieranno, passando da 16 a 30, mentre resteranno sostanzialmente invariati quelli destinati al recupero e alla riabilitazione funzionale. In totale, la struttura vedrà i posti letto passare da 90 a 70.

In parte differente la situazione della casa di cura di Santa Maria Maddalena, comunque chiamata anche a svolgere un ruolo differente, alla luce del suo bacino di utenza che comprende anche pazienti extraregione, per i quali sono previsti sei posti letto.

Nessuna modifica sul fronte della medicina generale, mentre ci saranno cambiamenti per la chirurgia generale, che passerà da 20 a 4 posti letto, con il recupero dei 16 tagliati sotto forma di day surgery multidisciplinare. Saranno tagliati i sei posti letto per lungodegenti, mentre saranno aumentati di cinque unità quelli riservati al recupero e alla riabilitazione funzionale. A conti fatti, non ci saranno praticamente tagli, dal momento che i posti letto passeranno da 55 a 54.

Ulss 18, in due anni 147 posti letto in meno

Il commento

Guglielmo Brusco “Il Polesine, la provincia trattata peggio” Come noi, nessuno. Ma in negativo. E’ questa la lettura che, dell’ultima versione

delle schede ospedaliere dà Guglielmo Brusco, assessore provinciale alla Salute e vicepresidente della Provincia di Rovigo. “Ho avuto modo - spiega Brusco - di

consultare le schede ospedaliere: sono un disastro per il Polesine”.A inquietare Brusco, in primo luogo, l’entità dei tagli di posti letto. “L’ospedale di

Rovigo - prosegue - conferma il taglio di 80 posti letto, circa il 20%, mentre l’ospedale di Trecenta avrà una sorte ancora peggiore, dal momento che non solo perde 65 posti letto, quasi un terzo, ma dovrà sopportare anche la sparizione del reparto di Ginecologia e il fatto che la chirurgia d’urgenza non sarà più assicurata il sabato e la domenica”.

L’Ulss 18, poi, ha subito anche un altro affronto, vale a dire la sparizione, dall’ultima versione delle schede ospedaliere, dei 6 posti letto che, in prima battuta, erano stati previsti per l’utenza extraregionale.

“Per quanto riguarda Adria - continua Brusco - Ci troviamo pure qui davanti a un grave taglio, nell’ordine dei 30 posti letto, ai quali si aggiungono i 7 che, anche in questo

caso, erano stati previsti per l’utenza in arrivo da fuori regione. Non solo: ci sono pure altri problemi come, per esempio, il fatto che il servizio di diabetologia non è ancora chiaro come sarà organizzato e se sarà in grado di offrire a tutti coloro che lo necessitano un sostegno adeguato”.

A fronte di questo quadro, già abbastanza sconfortante, secondo Brusco, il fatto che, a questa pesante penalizzazione delle strutture pubbliche per eccellenza, gli ospedali, non abbia fatto da contraltare un analogo ridimensionamento delle strutture private ma accre-ditate, le quali, in vari casi, non hanno pagato uno scotto pesante alla riorganizzazione imposta dalle schede ospedaliere.

E, dulcis in fundo, infine, una evidenza frutto dei confronti e dei calcoli eseguiti proprio dal vicepresidente della Provincia che, fatte tutte le comparazioni del caso, non ha dubbi, e annuncia: “Tra tutte le province del Veneto, siamo senza alcun dubbio quella che è stata trattata peggio”.

E avanti con i dati per dimostrarlo. “Pensiamo a Belluno - spiega l’amministratore provinciale - la provincia che, per varie caratteristiche, maggiormente ci assomiglia. Pra-ticamente, tra Belluno e Feltre, con le schede ospedaliere non si è perso niente e allora, davvero, non si comprendono i motivi di questa disuguaglianza.

“Nel caso di Belluno - dice ancora Brusco - per quanto riguarda Ortopedia e Trauma-tologia, i posti letto sono stati addirittura aumentati, portandoli da 80 a 85 unità. All’Ulss 18, invece, sono rimasti unicamente 30. E si mettano quindi il cuore in pace gli anziani polesani che, magari anche per un problema grave coma la rottura di un femore, non avranno alternative rispetto allo spostarsi dall’Alto Polesine a Rovigo. Il tutto, ovviamente, mentre a Belluno la specialità di Ortopedia e Traumatologia è suddivisa e presente in ben tre ospedali”. Lo.Zo.

Gli anziani per problemi gravi dovranno spostarsi dall’Alto Polesine a Rovigo

Guglielmo Brusco

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Natale Aziende 2013

Page 6: Rovigo ott2013 n137

6 Rovigo

Alla fine, a stoppare tutto è arrivata la Soprintendenza per i beni architettonici. Che, come ha comunicato in una nota risalente addi-rittura a luglio, poi “doppiata” da una visita della soprintendente in

persona Giovanna Gaudini, pare davvero avere intenzione di sottoporre a vincolo l’ex tiro a segno risalente a fine 1800, che si trova a Parco Langer. E che costituisce il cuore ideale dell’ecosistema che gli è sorto attorno. Un edificio alla luce del cui valore storico e architettonico proprio l’ente di Verona, che ha la possibilità di apporre il vincolo di tutela, ha speso parole importanti, soprattutto all’indomani della visita, alla quale hanno preso parte anche il primo cittadino ed esponenti della sua giunta.

Una decisione, quella della soprintendenza, che è stata salutata con gioia - a dir poco - dai comitati cittadini da sempre contrari al Passante Nord, ossia alla strada che, per chiudere il sistema di tangenziale intorno a Rovigo, taglierebbe in due proprio parco Langer. La battaglia degli ambientalisti sembrava persa, vista la chiara volontà della giunta di portare avanti questo progetto in questo forma. Ma è a quel punto che è entrata in scena la Soprintendenza, un cui vincolo, chiaramente, sarebbe molto, molto difficile da superare. E, allo stato, il vincolo appare decisamente probabile. Perché, nel corso del sopralluogo del 9 ottobre scorso, la Soprintendente ha trovato l’ex tiro a segno in

ottimo stato. Benché dismesso ormai da mezzo secolo, nei suoi ele-menti costitutivi è apparso ancora integro, tra l’altro ancora con i totem

portabersagli al proprio posto, così come numero-se altre componenti. Che lo rendono un esempio architettonico particolare e con pochissimi eguali. Che, quindi, merita eccome di essere tutelato. Anche per un valore storico, dal momento che, nei giorni successivi alla Liberazione, vi trovarono la morte per fucilazione alcune persone accusate

di essere state fiancheggiatori del fascismo. Insomma: pare proprio che il progetto di Veneto Strade, tanto caro al Comune di Rovigo, si trovi davanti a un ostacolo decisamente inaspettato. E che potrebbe al pari rivelarsi insormontabile.

di Lorenzo Zoli

Se venisse posto il vincolo di tutela, ci sarebbero ben poche speranze di chiudere la tangenziale intorno a Rovigo con il progetto elaborato da Veneto Strade

Parco Langer L’intervento della Soprintendenza rende incerta la realizzazione della strada

Tiro a segno, ostacolo sul passante Nord

“Viva contrarietà”: è quella espressa dal sindaco di Rovi-go Bruno Piva all’idea, manifestata in modo più che concreto, da parte della Soprintendenza di sottoporre

a vincolo l’area dell’ex tiro a segno di parco Langer. Una struttura che, secondo l’ente che tutela i beni storici e architettonici, con sede a Verona, sarebbe uno dei pochi esempi, in Italia, in ottimo stato di conservazione della diffusione dei poligoni verso la fine dell’Ottocento. Una tesi, questa, che il primo cittadino, nel carteggio con la soprintenden-za, ha tentato in vari modi di smontare, in primo luogo facendo riferimento allo stato di degrado dell’area, contestando le affermazioni della soprintendente e parlando di strut-ture o crollate o molto danneggiate. Affermazioni che, tuttavia, se sono incontestabili per quanto riguarda la parte degli ex uffici amministrativi, potrebbero non esserlo altrettanto per quanto riguarda altri esempi dell’architettura dell’epoca, come i muri per i bersagli e le edicole protettive per segnare i punti. Tra le altre motivazioni addotte da Piva, anche la difficoltà a esercitare una qualche forma di controllo dell’area, che sarebbe abituale ritrovo di tossicodipendenti.

Chiaro, comunque, come la contrarietà nasca anche dal fatto che un eventuale vin-colo andrebbe a ostacolare in modo forse irrimediabile il progetto del passante Nord da 28 milioni di euro. “Per quanto esposto - conclude il sindaco la propria comunicazione all’ente di Verona - si manifesta viva contrarietà all’istituzione di un vincolo culturale tale da risultare impeditivo alle opere di completamento della tangenziale Nord”.

in Breve

Il parere del Sindaco“Contrario al vinColo è un’area in stato di degrado”

Lo.Zo.

Certo, hanno accolto con grande entu-siasmo e favore la notizia che, molto probabilmente, sarà la Soprintendenza a

smorzare l’entusiasmo del sindaco Piva e di Ve-neto Strade per l’attuale progetto del Passante Nord, vale a dire il tratto che dovrebbe andare a chiudere il sistema di tangenziale attorno a Rovigo.

Il che non toglie, comunque, che i comitati cittadini, da sempre contrari a questo proget-to, avrebbero preferito vincere con altri armi. Soprattutto, avrebbero preferito un incontro pubblico tanto con la Giunta comunale, quanto con Veneto Strade, per capire per quale motivo si insista su questo progetto che, ad avviso dei comitati, non solo è illogico, ma rischia anche di rivelarsi decisamente dannoso. Secondo que-sta posizione, infatti, le alternative non manca-no, anzi. Una, decisamente a buon mercato e che non avrebbe un elevato impatto ambien-tale, è quella di via Calatafimi, con successivo sbocco al Censer.

“Vorremmo che il sindaco Piva - recita infatti la nota stampa della Rete dei comitati cittadini - si decidesse a rispondere ad una domanda tanto semplice quanto dovuta: per-ché si vuole far passare a tutti i costi la strada proprio lì? Quali sono le reali ragioni di questo insensato accanimento? Il dovere del sindaco di rispondere a questa domanda è legato alla

necessità di motivare pubblicamente scelte che hanno così grande rilevanza per le sorti della città, sorti delle quali egli non può certo dispor-re arbitrariamente”.

Senza dimenticare un appello al presiden-te della Regione che, lamentano i comunicati, a oggi ancora non ha risposto alle varie solle-citazioni che gli sono state inviate su questo argomento.

La posizione è netta: l’attuale progetto del Passante, così come è stato elaborato da Veneto Strade, rappresentante semplicemente il “massimo danno” che sarebbe possibile ar-recare. Viene definito illogico, fonte di impatto ambientale e dannoso per parco Langer che, al contrario, spiegano i comitati, potrebbe essere finalmente quel parco cittadino che Rovigo at-tende da sempre.

COMITATI CITTADINI “ILLOGICO INSISTERE Su PARCO LANGER”

Lo.Zo.

Al progetto di Veneto Strade esiste la variante di via Calatafimi. Avrebbe minori costi ed un impatto ambientale accettabile

Nel sopralluogo del 9 ottobre lo stabile è stato ritenuto in ottimo stato

Nella foto Parco Langer dall’alto, se venisse realizzato il Passante Nord l’area verde verrebbe divisa in due

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8 Rovigo

Il “caso tribunalone” potrebbe essere vicino ad una svolta. Nel senso che le frenetiche consultazioni tra magistratura e amministrazione comunale, alle quali

si sono aggiunte, vista la serietà e l’urgenza del proble-ma, negli ultimi giorni anche Camera di commercio e Unindustria, paiono avere partorito, se non la soluzione al problema, almeno alcune ipotesi percorribili.

La questione è sempre la stessa: individuare immo-bili che possano consentire l’allargamento dell’attuale palazzo di giustizia di Rovigo, chiamato ad assorbire, alla luce della legge che ha ridisegnato la geografia giudiziaria in Italia, anche le sedi distaccate di Adria e di Este, la seconda già soppressa, la prima avviata co-munque verso questo destino.

Il problema è duplice: perché da un lato serve, nell’immediato, una soluzione veloce che possa consen-tire di assorbire il personale e l’archivio di Adria. Si parla di circa cinque dipendenti e di qualcosa come 14mila fascicoli. Dall’altro lato, però, in città è anche avvertita l’esigenza di individuare, in un’ottica di medio - lungo periodo, una sede definitiva. L’auspicio è che in questa possano trovare sistemazione tutti gli uffici giudiziari della nostra provincia, compresi quelli del giudice di pace che, entro la prossima primavera, pure saranno destinati a confluire nel capoluogo.

L’onere di trovare una collo-cazione stabile al nuovo palazzo di giustizia ricadeva sull’ammi-nistrazione comunale di Rovigo. Che, tuttavia, non è riuscita, autonomamente, a farlo. Si è quindi arrivati alla scadenza pre-vista, il 13 settembre scorso, senza un’ipotesi davvero realistica.

Di qui l’esigenza di individuare una soluzione tam-pone, prima di iniziare a lavorare per il futuro. Soluzione

tampone che pareva potere essere individuata nell’ex ufficio del registro di via Mazzini. Un immobile di oltre mille metri quadrati, su tre piani, che pareva fatto appo-

sta per assorbire la sezione civile del tribunale. A metterci lo zampi-no, tuttavia, è stata la complessità dell’operazione immobiliare ne-cessaria: il Comune, infatti, non può acquistare direttamente lo sta-bile. Serve un privato che si accolli

la spesa iniziale, nell’ordine del milione e 200mila euro, per poi affittare al Comune, con un canone oscillante tra i 60 e i 75mila euro annui.

Il privato, da parte sua, ha chiesto la garanzia di un

minimo di annualità sicure di affittanza. Una promessa che difficilmente una amministrazione può fare, soprat-tutto se si parla di un termine che vada al di là della naturale scadenza della legislatura. La trattativa, quindi, si è arenata. Ed è in questa fase che è spuntata l’opzio-ne dell’ex sede del Consorzio di bonifica di via Verdi che potrebbe mettere tutti d’accordo. Dal momento che, in questo caso, la locazione avverrebbe tra ente pubblico ed ente pubblico. La fattibilità è allo studio, ma le pre-messe paiono davvero esserci tutte.

Infine, per il progetto a lungo termine, due le op-zioni sul tavolo: il vecchio carcere, una volta che sarà trasferito nella nuova struttura in zona tangenziale, e l’ex caserma Silvestri.

di Lorenzo Zoli

“Caso tribunalone” Amministrazione a lavoro per trovare una soluzione al problema

La sede rimbalza dall’ex ufficio del registro all’ex Consorzio di bonifica

Nella foto la sede dell’ex consorzio di bonifica di Rovigo

Si tratta ancora di una soluzione tampone, per quella definitiva è stata presa in esame l’ipotesi del vecchio carcere o dell’ex caserma Silvestri

Serve un posto per cinque dipendenti e 14mila fascicoli

La direzione ormai è chiara: in un’ottica di medio - lungo periodo, per la sistemazione definitiva degli uffici giudiziari del Polesine si sta pensando a costi-

tuire, in città, una “cittadella della giustizia”. Vale a dire un polo nel quale possano trovare sistemazione non solo il tribunale, ma anche i giudici di pace, gli ufficiali giu-diziari, la polizia giudiziaria. Individuare la collocazione esatta non è semplice: perché, all’esigenza di garantire spazi sufficienti e, allo stesso tempo, posteggi, requisito

fondamentale ora che la competenza del tribunale si è allargata anche a 32 Comuni della Bassa padovana, per quasi 110mila persone, si unisce anche la necessità di non allontanarsi troppo dal centro, poiché la creazione di questa cittadella viene vista anche come una occasione di creare indotto in città.

Al momento, la soluzione che appare più percorri-bile e verso la quale sono già arrivate manifestazioni di interesse è quella della ex caserma Silvestri. Caldeggiata,

in primis, dagli avvocati della Camera penale di Rovigo, ma che non pare dispiacere neppure agli industriali e alla Camera di commercio, che hanno partecipato attivamen-te agli ultimi incontri tra amministrazione comunale e magistratura rodigina. Certo, i lavori da fare sarebbero tanti, dal momento che l’immobile, nato per scopi esclu-sivamente militari, sarebbe da riadattare in gran parte. Il gradimento, tuttavia, c’è. E si sta per entrare nella fase dello studio di fattibilità.

foCus Cittadella della Giustizia prossimi al progetto di fattiBilità per la Caserma silvestri

Lo.Zo.

segue da pag. 1

Sono stati introdotti strumenti giuridi-ci per prevenire le violenze: il legislatore ha previsto delle aggravanti nei delitti di maltrattamenti, violenza sessuale ed atti persecutori. Ma non solo. L’intento è stato quello di attuare un regime di preven-zione, e ciò sia aggravando le pene per coloro che commettono i reati ma soprat-

tutto prevedendo una serie di strumenti giuridici che consentano di impedirne la consumazione. Chi commetterà violenza domestica (percosse, lesioni, ovvero i cosiddetti reati sentinella), potrà essere inizialmente ammonito dal Questore. Quest’ultimo potrà chiedere al Prefetto di disporre la sospensione della patente di guida del destinatario dell’ammonimento, da uno a tre mesi. E ciò in assenza di querela: sarà suffi ciente che i fatti vengano segnalati (purché in modo non anonimo) alle forze dell’ordine. Il Questore, procederà ad informare il soggetto ammonito della presenza dei servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze): lo scopo è di eliminare, direttamente nell’auto-re, la spinta alla violenza. Coloro che subiscono reati di maltratta-menti in famiglia saranno poi maggiormente informati dello status del procedimento penale che le vede vittime, e potranno godere del patrocinio a spese dello Stato in deroga ai limiti reddituali. Esse potranno formulare istanza affi nché la loro audizione venga resa in regime protetto. Questa modalità, eviterebbe la testimonianza di fronte all’autore del reato. Potrebbe vincere le resistenze di molte vittime a sporgere la querela. La querela nei casi di stalking, potrà esser rimessa unicamente avanti al Giudice, mentre nel caso vi si-ano state minacce aggravate non potrà esser ritirata. Le ipotesi di maltrattamenti sono state introdotte fra i reati per i quali è previsto l’arresto in fl agranza, e comunque potrà essere applicata la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offe-sa. Il responsabile potrà esser controllato mediante il braccialetto elettronico e potranno esse disposte intercettazioni telefoniche. La nuova legge ha introdotto il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ove le vittime dei reati di violenza sessuale e di genere potranno trovare ausilio di operatori specifi catamente formati. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

L’Intervento

di Silvia Giuriato*

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

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9Rovigo

Una commissione d’inchiesta per capire per quale motivo il Comune di Rovigo si trovi a rischiare un esborso da 6 - 7 milioni di euro.

La prima riunione dell’organismo formato da un consigliere comunale per ogni schieramento politico si è tenuta lo scorso tre ottobre, con i componenti della commissione che hanno ricevuto i faldoni e, ora, avranno 60 giorni di tempo per visionare il com-plesso materiale per stilare le proprie conclusioni.

La vicenda è quella relativa all’ex piscina Baldet-ti di viale Porta Adige e all’accordo stretto tra Comu-ne e privati per la costruzione del nuovo polo natatorio di viale Porta Po. Un accordo in project financing che vedeva le imprese edili impegnarsi a costruire la nuova struttura, ricevendo, in cambio, la disponibilità dell’a-rea dell’ex Baldetti. Un accordo che prevedeva, come sempre accade in queste stipule, anche una pe-nale per quella parte che si fosse resa inadempiente.

Un ruolo, quest’ultimo, che pare spettare a Palazzo Nodari, perlomeno a detta dei privati che, dopo avere fatto la propria parte, costruendo il nuo-vo impianto, hanno lamentato gravi ritardi da parte dell’amministrazione comunale nel mettere loro a di-sposizione il terreno di viale Porta Adige. Un ritardo

le cui conseguenze sono state messe nero su bianco e calcolate in termini economici. Il risultato, e quindi la pretesa dei privati, non è decisamente incorag-giante: si parla di 3 milioni di euro per il ritardo in sé.

A questa somma va poi aggiunta anche quella che, secondo questa impostazione, dovrebbe andare a coprire il mancato guadagno e che oscilla tra i 3 e i 4 milioni di euro. E pare sarebbe potuta andare anche peggio, se non fosse che, dal 2010 a oggi, il mercato immobiliare è crollato, il che ha consentito di limitare le pretese dei privati.

Il che non toglie il problema dal tavolo e, proprio per capire se e in capo a chi sussistano precise responsabilità, è stata nominata la commissione di inchiesta.

A comporla, sono i consi-glieri comunali Monica Nale, Silvia Menon, Nadia Romeo, Giovanni Nalin, Matteo Masin, Barbara Businaro, Antonello Contiero, Michele Brusaferro, Michele Martinello e Flavio Gioachin.

Come detto, un nome per ognuno degli schiera-menti rappresentati nell’assemblea civica.

Sempre sul fronte della ex Baldetti, nei giorni scorsi si è registrata una importante novità: a seguito dell’ordinanza del sindaco che imponeva a Veneto

Nuoto la messa in sicurezza dell’area, la società sportiva ha chiesto e ottenuto, dall’amministrazione comunale, il permesso per procedere allo smantella-mento dell’immobile.

Operazione, questa, evidentemente ritenuta più conveniente rispetto agli adempimenti che erano stati indicati come necessari, sia per fermare il de-grado dell’area, che per fare cessare l’occupazione dell’immobile dismesso da parte di persone senza fissa dimora. Una fine veramente ingloriosa per una piscina che ha accompagnato le estati di tantissimi rodigini, e non solo.

Amministrazione Il Comune rischia un esborso da 6 - 7 milioni di euro

Una commissione d’inchiesta per “l’affaire Baldetti”Su Palazzo Nodari pesa l’accusa di inadempienza dei patti del project financing che ha portato alla realizzazione della nuova piscina

Il contratto numero 1 fu firmato dal primo cittadino di Rovigo, Bru-no Piva. Ora, a tre mesi di distan-

za dallo sbarco di Asm Set sul mer-cato dell’energia elettrica, i contratti di fornitura hanno superato quota 1000. “E’ un risultato senza dubbio importante - commenta il presidente Massimo Bergamin - ma non inaspettato, dal momento che siamo consapevoli sia delle nostre potenzialità che della convenienza della nostra offerta economica”.

In ogni caso, un traguardo da festeggiare, con la società che ha voluto farlo venendo incontro agli utenti, soprattutto quelli futuri. In particolare, è stato deciso il prolungamento sino alla fine dell’anno dello sconto del 10% sulla fornitura. Destinato a chi, già abbonato al servizio di erogazione del gas, sottoscriva un contratto anche per l’energia elettrica. O comunque a chi, ex novo, stipuli un contratto per entrambe le forniture. Negli altri casi, lo sconto applicato è co-munque del 5%.

Offerte che, secondo i calcoli dell’azienda, potrebbero consen-tire a ogni famiglia di realizzare, in un anno, un risparmio oscillante tra i 50 e i 70 euro. Asm Set è poi impegnata anche nel sociale, come è stato ricordato nell’incontro con la stampa in occasione dei 1000 contratti dei fornitura, con 100mila euro di contributi per il sociale e altri 15mila che sono stati stanziati per le borse di studio.

Lo scorso 15 ottobre ha visto la nascita di un nuovo sportello aziendale, situato a Castelnovo Bariano e che è andato a raggiunge-re quelli di Rovigo, Adria, Lendinara e Occhiobello.

neWsEnergiaasm set supera i mille Contratti

Tante le novità sui po-steggi in centro città, contenute nel docu-

mento con il quale Andrea Debernardi e Carlo Molteni hanno risposto all’incarico, affidato loro dall’ammi-nistrazione comunale, di redigere una nuova ipotesi di assetto della viabilità del capoluogo. Un ampio ca-pitolo della loro relazione, allora, è dedicata proprio alla questione dei posteggi. Con la proposta di tornare a una tariffazione differenziata a seconda dell’area particolare, laddove oggi, invece, il costo orario è sempre e comunque di 1 euro e 20 centesimi. Lo scopo ultimo sarebbe quello di rendere maggiormente appetibili i posteggi scambiatori esistenti, come il Multipiano. Nella relazione, si adombra anche la possibilità di un impiego a questo scopo dell’ex Caserma Silvestri, ora tuttavia in predicato anche di diventare la sede del nuovo tribunale, come anche del distributore Agip di Corso del Popolo, non appe-na Eni ne deciderà la smobilitazione. Altra importante novità che è stata proposta dai due ingegneri è la “liberazione” dopo 10 anni, di Piazzale Cervi da sede provvisoria della stazione delle corriere. L’alternativa non è l’ex scalo merci ferroviario, preso in considerazione piuttosto come altro posteggio, quanto, piuttosto, l’area del deposito Sita che si trova in via Dante Alighieri. L’obiettivo è rendere il nuovo piano del traffico esecutivo entro la fine dell’anno, dopo che saranno state ottenute le necessarie approvazioni da parte della giunta e da parte del consiglio comunale.

Parcheggi in città

in Breve

Percorsi formativi per i proprietari dei cani, una serie di lezioni al termine delle quali verrà rilasciato

un apposito certificato che andrà sotto il nome di patentino. La novità - non l’unica - è contenuta in una ordinan-za ministeriale che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 6 settembre. E il cui scopo ultimo è quello di evitare infortuni e pro-blemi di varia natura derivanti dal fatto che i cani, soprattutto quelli di grossa taglia, siano affidati a persone che, per vari motivi, non siano in grado di garantirne il comportamento o che, comunque, non osservino tutte le cautele che sarebbe invece sempre necessa-rio tenere ben presenti.

Tra i nuovi obblighi, quello di impiegare sempre un guinzaglio corto, al massimo di 1,5 metri, quando si porta il cane a passeggio. Unica eccezione ammessa, eventuali aree che siano predisposte a questo scopo dai Comuni. Allo stesso modo, sarà anche necessario mantenere sempre a portata di mano la museruola, così da poterla immediatamente applicare in caso di necessità. Vale a dire quando ci sia a rischio l’incolumità di qualcuno o, comunque, quando le autorità competenti ritengano di farla indossare al cane. Il testo di legge, poi, ribadisce ancora una volta come il proprietario del cane ne sia responsabile a tutti gli effetti, tanto civili quanto penali. Infine, un punto sul quale il Comune di Rovigo ha decisamente precorso i tempi: l’obbligo, per il proprietario, di raccogliere le feci del cane.

Corsi per chi possiede un caneil patentino del Buon padrone

Un progetto avente lo scopo in primo luogo di censire le colonie feline di Rovi-

go, quindi di attrezzarle di tutto punto con quanto necessario: dalle cucce, ai copricuccia, alla cartellonistica per segnalare la zona. E’ il progetto che sta alla base della convenzione tra il Co-mune di Rovigo e l’associazione Una, Uomo, Natura e Animali. Al quale prenderanno parte anche 15 ragazzi diversamente abili. Il tutto con la colla-borazione della fattoria didattica “Sirio Lupo Celeste” di Fratta, che organizzerà una serie di laboratori, dalla falegnameria alla ceramica.

Una iniziativa che va a collocarsi in un territorio da sempre molto attento alle esigenze dei felini randagi. Lo si evince con chiarezza dai dati, che stimano circa 370 colonie feline nel solo territorio dell’Ulss 18 di Rovigo, mentre, nel 2012, il servizio veterinario dell’azienda sanitaria rodigina ha eseguito ben 2400 sterilizzazioni.

Le attività dovrebbero partire a novembre. Il primo passo, ovviamente, sarà il censimento, con il quale si mapperanno le colonie presenti sul territorio e le loro esigenze, soprattutto quelle delle realtà maggiormente degradate. Alla luce di questi dati, poi, si realizzerà quanto serve per la risistemazione della colonia, nella quale avranno un ruolo importante gli oggetti creati nei laboratori proposti dalla fattoria didattica. In entrambe le fasi, poi, saranno scattate fotografie che andranno a comporre un calendario, relativo all’anno 2015 e che, quindi, dovrebbe essere distribuito nel 2014.

Animali e volontariatoun progetto per Censire le Colonie feline

di Lorenzo Zoli

Lo.Zo. Lo.Zo.

Lo.Zo.

Nella foto aerea l’ex piscina Baldetti

un doCumento per nuovi posti e nuove tariffe

Lo.Zo.

60 giorni di tempo per visionare il materiale e stilare le conclusioni

Page 10: Rovigo ott2013 n137

10 Rovigo

In merito alla classifica riportata nel sito “Magellano”, che effettua il monito-raggio dei siti pubblici, dove il sito del

Comune di Rovigo, per quanto riguarda la voce “Amministrazione trasparente”, risulta al 66° posto, l’amministrazione comunale precisa che il suddetto sito è obsoleto con un software che non funzio-na. I parametri indicatori utilizzati sono gli elementi che costituiscono la sezione am-ministrazione trasparente, che nella home page del sito del Comune di Rovigo ha ben due titoli “Amministrazione trasparente”, nonostante ciò, sul sito “Magellano” si trova scritto: “Suggerimento, è opportuno inserire in home page un link, denominato “Amministrazione Trasparente” che riporti ad una sezione dedicata, in accordo con quanto previsto dal Decreto legislativo n. 33/2013”. Questo testimonia che il sito Magellano non legge il link e quindi nem-meno i suoi contenuti. In realtà i contenuti della Sezione Amministrazione trasparente rispondono esattamente a quanto previsto dal Decreto legislativo n. 33/2013, rispet-tando tutti i 65 indicatori previsti. Non solo, il sito del Comune di Rovigo, al contrario di Magellano, è aggiornato all’ultima versione indicata dalla circolare Civit del 30 settem-bre 2013. Inoltre, lo scorso 30 settembre,

l’Organismo interno di valutazione (OIV) ha attestato la veridicità e attendibilità in merito all’assolvimento di ciascun obbligo di pubblicazione sul sito web dell’ammini-strazione (in apposita sezione “Amministra-zione trasparente”) dei dati previsti dalle leggi vigenti, nonché dell’aggiornamento dei medesimi dati al momento dell’atte-stazione. Infine, si precisa che la Sezione in oggetto è stata arricchita di ulteriori con-tenuti, per cui le sotto-sezioni superano le 65 minime obbligatorie. L’amministrazione comunale ha, pertanto, fatto partire una segnalazione di protesta per queste infor-mazioni sbagliate pubblicate sul sito Ma-gellano, che causano confusione e falsità nei confronti degli utenti del sito, ledendo l’immagine del nostro Comune.

AMMINISTRAZIONE: “è IL SITO MAGELLANO AD ESSERE POCO AGGIORNATO”

Tutelare i lavoratori impiegati nella raccolta dei rifiuti con il metodo porta a porta: è questa l’ultima campagna che ha visto la diretta mobilita-zione dell’unione sindacale di base del Polesine, a favore della difesa

dei lavoratori della provincia di Rovigo assunti dalle aziende appaltatrici. Dopo le lamentele di sindaci di alcuni comuni del Polesine e di cittadini locali sui disservizi riscontrati specialmente per la raccolta del verde, l’Usb ha voluto recentemente precisare come esistano alcuni retroscena sulle dinamiche del servizio che in apparenza farebbero ricadere tutte le colpe sugli stessi lavoratori, mettendoli perciò in cattiva luce. Il sindacato si è schierato completamente e senza riserve dalla parte degli operatori ecologici, evidenziandone la “buona fede e l’impegno degli stessi”, nonostante si trovino a dovere contrastare una serie di problemati-che professionali sia per quanto concerne l’organizzazione del loro lavoro, sia per quanto concerne la carenza dei mezzi a loro disposizione, che si sono dimostrati spesso “insufficienti e molte volte obsoleti”. I lavoratori, secondo il sindacato, si troverebbero dunque a lavorare in situazioni rischiose per la loro sicurezza e dovrebbero altresì fare i conti con richiesta di flessibilità quasi incondizionata, dovendo in certi casi sopperire a turni di lavoro che esulano

altamente dagli orari previsti dal contratto, altre volte trovandosi invece con una carenza di ore che non copre la giornata lavorativa, e altre volte ancora dovendo prestare servizio soprattutto di notte. Nella nota diffusa dal sin-dacato si punta il dito su “appalti e micro-appalti dell’ultima ora” registrati “in altri servizi di raccolta con rocambolesche intersecazioni tra la fine di un servizio e l’altro in quanto i mezzi a disposizione sono sempre gli stessi”.

Proprio per questi motivi il sindacato intende difen-dere a spada tratta i lavoratori, per non incorrere nel rischio, pregiudiziale, di essere tacciati come il capro espiatorio a fronte di “una logica del massi-mo profitto del committente” che pretenderebbe di svolgere il servizio raccolta “con la minima spesa”. Il sindacato richiede ai committenti e agli appaltato-

ri di garantire ai lavoratori la giusta dignità; per assolvere a questo obiettivo si necessitano “appalti che permettano stipendi dignitosi, garanzia del posto di lavoro come previsto dalla legge”. Il sindacato quindi ricorda l’imminente scadenza del servizio di raccolta del verde, paventando il possibile rischio di incappare nel circolo vizioso dei micro appalti che comporterebbero come conseguenza la creazione di numerosi contratti collettivi nello stesso settore, trascinando con sé sotto-occupazione e dunque aumento di precariato.

di Melania Ruggini

La qualità del servizio è compromessa da problemi di organizzazione e dalla carenza dei mezzi a disposizione

Disservizi Sindaci e cittadini insorgono contro chi si occupa dell’asporto rifiuti

Il sindacato difende gli operatori dalle accuse Gli abitanti di Rovigo si dimostrano tra i

cittadini più altruisti d’Italia, almeno per quanto riguarda la raccolta di abiti usati.

Ad attestarlo è l’associazione internazionale Humana, secondo la quale il capoluogo pole-sano la spunta sugli altri comuni dello stivale in materia di raccolta di vestiti, piazzandosi al secondo posto della classifica. Il virtuoso riconoscimento nasce dalla raccolta del 2012; secondo i dati a Rovigo si sarebbero raccolti qualcosa come 198.000 chilogrammi di abi-ti usati, premiando dunque il comune come medaglia d’argento in Italia. Nel dettaglio for-nito dall’associazione Humana, ogni cittadino rodigino avrebbe portato negli appositi conte-nitori circa 3,8 chilogrammi di indumenti, un vero e proprio record considerate oltretutto le modeste dimensioni della città. Merito del-la generosità degli abitanti e del fatto che i rodigini ci tengono particolarmente a questo genere di beneficenza. Da anni l’associazione Humana si batte per la raccolta di indumenti usati effettuata attraverso appositi contenitori; attualmente il 25% dei progetti ottengono fondi dalla raccolta abiti, che garantisce quindi continuità al lavoro di cooperazione. Gli abiti raccolti sono infatti inviati nei paesi del Sud del mondo, dove il fabbisogno è molto elevato. In

secondo luogo gli indumenti, venduti in parte, permettono di ottenere fondi per l’autofinan-ziamento dell’attività. Da non dimenticare il carattere ecologico ed economico dell’attività; nei paesi ricchi ogni giorno migliaia di tonnel-late di abiti sono gettate fra i rifiuti con un de-gradante impatto sull’ambiente e con notevoli costi di smaltimento. Questi capi costituiscono però un bene prezioso per chi non ha possibili-tà di scelta. Perciò l’associazione svolge l’utile servizio di raccolta degli indumenti grazie agli accordi siglati con enti privati e pubblici che sono 480 sul territorio nazionale. Per Rovigo, è stato l’assessore all’ambiente Andrea Bim-batti a ritirare il premio, lo scorso 3 ottobre a Roma. Bimbatti ha così commentato la buona notizia: “E’ un riconoscimento importante per i cittadini di Rovigo; un premio nazionale come questo riconosce quanto i nostri cittadini siano attenti e virtuosi nella raccolta in generale ma anche in quella dei vestiti. Pensare al riutilizzo di questi abiti e addirittura trasformare la rac-colta in qualcosa a scopo benefico ci riempie di orgoglio. L’auspicio è che si possa sempre migliorare e l’impegno che abbiamo preso con Humana è quello di proseguire nelle campa-gne di informazione ed educazione soprattut-to nelle scuole”.

neWs

Raccolta di vestiti usatirovigo svetta per altruismo

Me.Ru.

Appalti che permettano stipendi dignitosi, garanzia del posto di lavoro come previsto dalla legge

Palazzo Nodari replica al sito che ha posizionato il portale del Comune al 66° posto per “Amministrazione trasparente”

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Non sembra passarsela molto bene la casa di ripo-so di Rovigo Iras, a fronte di un milione di euro di interesse di mutui da paga-

re e del mancato aggiornamento del personale nonché adeguamen-to alla normativa in materia di sicurezza. Per far quadrare i conti dell’ente, dal 1 agosto le rette degli ospiti sono state considere-volmente aumentate con delibera del Cda approvata nei primi giorni di settembre ma con valenza retroat-

tiva. Pertanto il 3 settembre scorso la giunta dell’Iras, presenti il presidente Albertino Stocco e i consiglieri

Arnaldo Vallin, Leda Bonaguro e Tiziano Stocco, ha sancito il rialzo del costo delle rette oltre al paga-mento totale dei vari servizi erogati agli ospiti dalla struttura. Stando ai numeri, dal 1 agosto gli ospiti auto-sufficienti con servizi in una stanza

di due letti hanno registrato un incremento di quasi 10 euro al giorno, passando da una tariffa di 43,47 euro

a 53,27 euro. Per gli ospiti non più autosufficienti con impegnativa si passa dai 48,47 euro giornalieri per un letto in una stanza da due posti ai 50,35 euro. Coloro i quali, tutta-via, hanno risentito maggiormente delle nuove tariffe giornaliere sono i nuovi arrivati non autosufficienti senza impegnativa, poiché dai 69,80 euro si è arrivati a 103 euro. Inoltre il contributo di solidarietà stanziato dalla Regione per gli ospiti non autosufficienti, che pur aven-

do i titoli sono privi di impegnativa per indisponibilità di posti e che nella competenza dell’Usll 18 sono ridotti

a 1020 complessivi, ha riscontra-to dei ritardi nella tempistica di erogazione, complicando lo stato delle cose. Nel frattempo la dire-zione dei servizi sociali di Venezia ha avviato un’indagine che da un lato vede il lavoro della Procura e

dall’altro l’approfondimento del comparto ispettivo re-gionale, che è ancora in itinere.

di Melania Ruggini

I conti dell’ente passati alla lente d’ingradimento. Ammonterebbe ad un milione di euro l’interesse sui mutui da pagare

Servizi All’Iras dallo scorso agosto il soggiorno degli ospiti è diventato più caro

Casa di riposo, rette alle stelle

Per gli autosufficienti il costo giornaliero del soggiorno è aumentato di quasi 10 euro

I consiglieri comunali del Pd non ne vogliono sapere degli aumenti sulle rette giornaliere della casa di riposo Iras. In primis gli espo-nenti del Pd ricordano l’esempio della casa di riposo di Villado-

se, in cui le rette sono dimezzate rispetto all’Iras. Per ribadire la propria posizione la capogruppo del Pd Nadia Romeo (nella foto) e il consigliere Franco Ruzzante si sono pronunciati in consiglio co-munale adducendo la piena contrarietà dell’operazione di aumento

e hanno dato le loro motivazioni. “Siamo alle solite – esordisce il consigliere Ruzzante - abbiamo appreso dai famigliari degli ospiti della casa di riposo che il consiglio di amministrazione dell’ente ha deciso di aumentare le rette con una delibera di settembre e con valenza retroattiva per di più chiedendo un pagamento anticipato”. Il consigliere sottolinea come la commissione consigliare creatasi al fine di esaminare la situazione dell’ente non sia stata coinvolta in questa cruciale decisione. Lo stesso sindaco Piva non avrebbe toc-cato minimamente l’argomento. A questo proposito, la capogruppo Romeo ha voluto sentire giustificazioni, dato che “in tutto questo pe-

riodo l’amministrazione comunale ha avuto il tempo necessario per dare le giuste direttrici alla presidenza dal cda”. E affonda il coltello nella piaga allorchè ricorda i fondi, una cifra di circa 250.000 euro, che la Regione Veneto aveva stanziato per gli ospiti dell’Iras e che non sono mai stati erogati. Il Pd pertanto propone la collaborazione con la maggioranza per porre rimedio ad una situazione alquanto problematica, invitando il sindaco Piva a chiedere un aggiornamento all’Ulss 18 circa i finanziamenti erogati all’ente, mediante una rendi-contazione dettagliata sulle spese.

Me.Ru.

250.000 euro stanziati dalla regione e mai erogati

La polemica del Pd

I non autosufficienti senza impegnativa, da 69,80 euro si è arrivati a 103 euro giornalieri

13Rovigo

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14 Rovigo

Diminuiscono gli infortuni sul lavoro. In un convegno tenutosi a Rovigo in occasione della 63ª edizione della giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro, organizzata dall’Anmil e dall’Inail sono state diffuse le statistiche sugli infortuni sul

lavoro. I dati presentati sembrano infondere ottimismo. Stando alla serie storica, tra il 2008 e il 2012, gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail sono passati da 3.767 a 2.672. Due settori su tre hanno subito un calo drastico: nell’industria sono passati da 3.334 a 2.336, mentre gli statali da 111 a 77. Nell’agricoltura invece, settore trainante in provincia, le statistiche parlano di 322 casi nel 2008 e di 259 nel 2012. Crollo anche sul fronte degli incidenti mortali: nel 2011 furono 12, di cui 7 sul lavoro e 5 nel tragitto verso il posto di lavoro. Nel 2012, invece, sono crollati a 3, uno solo sul tragitto verso l’impiego.

I dati sulle malattie professionali, al contrario, hanno registrato un aumento, seppure di poche unità. Nel 2008 i nuovi casi constatati furono 82, mentre l’anno scorso sono stati 90. A farla da padrone è il settore dell’industria e dei servizi, con 73 casi nel 2012, poi l’agricoltura con 16. Il calo, messo in evidenza anche da Michela Fortin, responsabile sede Inail di Rovigo, è frutto di una maggiore conoscenza della materia sicurezza sui luoghi di lavoro e delle politiche di prevenzione messe in campo dagli enti e dalle associazioni di categoria. Tuttavia l’assenza del lavoro in questi anni di crisi ha certamente influenzato i dati poiché non registrano un andamento economico a pieno regime.

Statistiche Inail

CALANO GLI INfORTuNI SuL LAVORO

Ro.Gi.

Risparmio in vista per le forniture di energia elettrica e gas ad uso domestico. Confartigianato Rovigo e AIM Energy S.r.l. hanno definito un accordo per la riduzione delle tariffe di energia elettrica e del gas per le utenze domestiche

fino al 31/12/2014. L’accordo prevede vantaggi per gli imprenditori iscritti alla Confartigianato, i loro dipendenti e i pensionati aderenti all’associazione ANAP. Un risparmio medio stimabile intorno ai 113 euro l’anno sui consumi energetici di ciascuna utenza domestica che, in tempi di crisi dove i budget familiari sono ristretti, si tratta di una significativa opportunità per le forniture di energia elettrica e di gas.

I numeri parlano chiaro: le imprese potenzialmente interessate dei territori che hanno sottoscritto l’accordo sono 746.835, gli addetti (imprenditori e dipendenti) 1.941.771 e quindi il risparmio totale potrebbe raggiun-gere 250 milioni di euro. “Con AIM Energy abbiamo raggiunto un accordo che riteniamo di assoluto interesse per le famiglie degli imprenditori, dei loro dipendenti e dei nostri pensionati e che potrà contribuire a migliorare la gestione dei bilanci familiari “, spiega con soddisfazione Marco Marcello, presidente di Confartigianato Rovigo. Le condizioni sono molto articolate e molto vantaggiose, con il grosso vantaggio che si tratta di contratti senza sorprese e senza costi nascosti. Alla proposta aderiscono oltre 40 organizzazioni consorelle di tutta Italia per un totale di quasi due milioni di famiglie interessate.

Confartigianato e AIM Energy S.r.l

uN ACCORDO PER RIDuRRE LE BOLLETTE

Ro.Gi.

E’ allarme sociale a Rovigo per il ritardo nell’erogazione della cassa integrazione in deroga ai lavoratori polesani delle azien-de attualmente nella morsa del concordato. A sottolineare la

problematica situazione le Organizzazioni sindacali di Cgil-Cisl-Uil e la Provincia di Rovigo che hanno lanciato un appello a tutte le forze politiche provinciali, regionali e di Governo affinché venga sbloccata la situazione che ha determinato uno stop alle liquidazioni della cassa integrazione in deroga da parte della Regione del Veneto dal-lo scorso mese di aprile. Infatti la cassa integrazione in deroga in Veneto è aumentata del 400 per cento nel 2013. Le richieste giun-te alla Regione ad agosto di quest’anno sono state oltre 12.138, 912 nella sola provincia di Rovigo, per 4.888 lavoratori, pari ad un fabbisogno complessivo di quasi 32 milioni di euro. A sottolineare la problematica situazione il vice presidente Guglielmo Brusco con Martina Zaghi, Fillea-Cgil, Fabiano Medea, Filca-Cisl e Gino Gre-ganin, Fineal-Uil a seguito di un incontro tenutosi a Palazzo Celio.

Nell’occasione è stato inoltre evidenziato, la preziosa azione svolta dalla Cassa di Risparmio del Veneto per l’anticipo della cassa stessa elargi-to e dalla Fondazione Cariparo per il pagamento degli interessi, per un importo complessivo di 6.218.000 euro che ha interessato 115 aziende e 1.612 lavoratori dal 2009 a tutt’oggi.

I concordati presentati a luglio 2013 sono stati 20, a fronte dei 14 dell’anno precedente, mentre i fallimenti alla stessa data 51 e 60 nel 2012. “Il 90% dei concordati, - ha detto Gregnanin -, vanno a finire in fallimento e ci sono soggetti come le maestranze della Morupa, che non hanno avuto ancora un soldo da dicembre 2012, se non 280 euro al mese di anticipazione dalla Fondazione”. “Gli ammortizzatori sociali vanno riconosciuti in tempi dignitosi – ha commentato Zaghi (Fillea

Cgil) - le casse in deroga sono state pagate fino a marzo, ci appelliamo ai parlamentari polesani perché si impegnino nella riforma degli ammor-tizzatori sociale”.

“La politica nicchia sui problemi concreti - incalza la stessa - c’è molta indifferenza rispetto alle problematiche del territorio. Senza lo strumento della Cig ci sarebbero molti più disoccupati. Ho firmato una

cassa in marzo e la Regione non ha ancora paga-to un centesimo. Le banche aspettano il decreto e non danno l’anticipazione. Forse non si fidano del Governo”.

“Viviamo un paradosso, ha evidenziato il segretario Filcams Piero Colombo, lo strumento della deroga fatto così non serve a nulla, l’inden-

nità di disoccupazione viene pagata in tempi più “umani”. I lavoratori della Levio Loris è da gennaio che non vedono il becco di un quattrino. Se si vuole mantenere lo strumento deve poter essere utilizzato in modo corretto”. Aumentano quindi concordati e fallimenti, intanto i lavoratori aspettano i soldi. La Regione purtroppo non è più in grado di contribuire con i fondi europei e la burocrazia di certo non aiuta. Serve, dunque, un intervento drastico e risolutivo.

di Roberta Giacomella

Aumentano concordati e fallimenti, intanto i lavoratori aspettano i soldi. La Regione non è più in grado di contribuire con i fondi europei e la burocrazia di certo non aiuta

Lavoro I sindacati lanciano l’allarme cassa integrazione

Liquidazione delle indennità ferme ad aprile

Sempre più vicina la fusione tra Unindustria Rovigo e Padova. Un’aggregazione favorita dalla riforma Pesenti che dovrebbe rivoluzionare l’organizzazio-

ne di Confindustria e capace di rivedere le rappresentan-ze delle varie articolazioni territoriali a livello nazionale. Il percorso di fusione tra le due segreterie venete si è bloccato lo scorso marzo quando il ricorso della segrete-ria rodigina ha invalidato il primo congresso. “L’ipotesi dell’aggregazione è concreta e lo studio di fattibilità c’è - ammette Gian Michele Gambato (nella foto), presi-dente di Unindustria Rovigo - ma la riforma Pesenti non dice esplicitamente che Rovigo si deve aggregare con qualcuno, ma rivede le rappresentanze sulla base dell’1% della sommatoria delle quote associative a livello nazionale, anche se la tendenza è quella di procedere ad aggregazioni per contenere i costi e migliorare la qualità dei servizi con logiche territoriali”.

A rilanciare il progetto fusione Rovigo-Padova è stato Enrico Carraro, componente della commissione Pesenti e nome forte degli industriali padovani e veneti, sottolineando che quella di Rovigo è l’unica territoriale di Confindustria sotto la soglia dell’1%, e che molte grosse realtà industriali sono presenti con stabilimenti di qua e di là dell’Adige.

In riferimento è al progetto di Vivero, l’area vasta Vicenza, Verona, Rovigo, qualcuno potrebbe trovare stonata una fusione Padova-Rovigo quando a livello istituzionale l’evolu-zione degli accorpamenti procede in altre direzioni, tuttavia il processo di aggregazione è innescato e non resta che affidarsi alle decisione dei soci.

in Breve

Associazioni di categoria unindustria, rovigo e padova sempre più viCine

Ro.Gi.

Zaghi “La politica nicchia c’è molta indifferenza rispetto alle problematiche del territorio”

Le richieste di cassa integrazione ad agosto sono state oltre 12.138, 912 nella sola provincia di Rovigo

Caro vita stabile a Rovigo. Su base nazionale l’Istat ci comunica che l’inflazione annua a settembre crolla allo 0,9% in decisa frenata rispetto ad agosto

(+1,2%), confermando così le stime preliminari. Il rallen-tamento è imputabile ai beni energetici, al netto dei quali la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo resta stazionaria all’1,3%.

Su base mensile, invece, i prezzi al consumo calano

dello 0,3%. Anche l’ufficio statistica di palazzo Nodari co-munica i dati della variazione dei prezzi al consumo regi-strata a settembre.

L’osservazione dei dati dimostra che la variazioni dei prezzi è stata del -0,4% rispetto al mese precedente men-tre la variazione annua percentuale è dello 0,5%. Nello specifico vengono poi riportate le variazioni congiunturali e tendenziali per divisioni di prodotto e quelle più significati-ve sono registrate alla voce “Trasporti”, che ha subito una diminuzione del 2,6% rispetto al mese precedente - nono-stante i numerosi aumenti che hanno interessato il settore

(es. benzina e gasolio per auto e soprattutto il biglietto dell’autobus).

Si tratta, come spiega l’ufficio Statistica, di una di-minuzione dovuta al peso statistico che alcuni prodotti a rilevazione nazionale hanno sull’indice di Rovigo (es. tra-sporto aereo e marittimo). Nonostante l’apparente tregua del caro prezzi, i cittadini hanno imparato a difendersi con le uniche armi che possiedono: i tagli. Controllo degli ac-quisti e pochi lussi all’insegna del risparmio fino all’ultimo centesimo.

Ro.Gi.

frena l’inflazione a rovigo

Caro vita

Page 15: Rovigo ott2013 n137

15Rovigo

Non è passata, la linea di una candidatura unica alla segreteria provinciale del Pd, partito che si avvia al proprio congresso. L’11 ottobre scorso, infatti, il giorno fissato per le candidature, sono emersi due aspiranti: Julik Zanellato e Filippo Silvestri. Il

segretario uscente, il deputato Diego Crivellari, nei giorni precedenti la data decisiva si era speso per cercare la convergenza su una sola candidatura, che avrebbe dovuto essere, nell’ottica della convergenza, quella di Zanellato. Alla fine, però, questa linea non è passata e, dovendo scegliere, il primo nome dei democratici in Polesine si è di fatto schierato per Silvestri. Candidato che, dalla sua, ha anche gli ex Ds che si riconoscono nella guida del consigliere regionale Graziano Azzalin, gli ex Margherita che fanno capo all’ex deputato Federico Frigato e la parte di “renziani” del sindaco di Canaro, Nicola Garbellini. Zanellato, dalla sua, ha la componente socialista del partito, la corrente renziana e un folto gruppo di sindaci della sinistra Po, in testa il primo cittadino di Occhiobello Daniele Chiarioni. Nella propria presentazione, Zanellato, 40 anni, manager nel settore dei servizi ambientali, ex amministratore sia comunale che provinciale, ha spiegato di non mirare alle poltrone, forte della propria professione, ma di avere intenzione di voltare pagina, nel partito, in nome del rinnovamento e dell’avvicinamento alla base. Tra i suoi sostenitori non sono comunque mancati gli accenni polemici a quello che è stato visto come un passo indietro da parte del

segretario Crivellari. Il modello è il sindaco di Firenze Matteo Renzi, al quale riconosce il grande merito di tenere vivo il partito. E, all’indomani dei veleni e delle polemiche che han-no contraddistinto la fase precedente le candidature, ha lanciato un richiamo all’unità ricor-dando a tutti che i nemici sono all’esterno del partito, non al suo interno. L’altro candidato, come detto, è Filippo Silvestri, 31 anni, ex segretario regionale dei giovani democratici nel 2009 e, nel 2010, eletto presidente della direzione nazionale dei giovani democratici. Ha presentato la sua squadra come quella che avrà, come missione, quella di cambiare il grup-po dirigente del Pd. Ma, come sostenitori, ha anche due “grandi vecchi” del partito, come Azzalin e Frigato. Anche in questo caso, non manca il richiamo all’unità, dal momento che, assicura Silvestri, terminato il congresso “lavoreremo tutti assieme e uniti”. Le questioni da affrontare, per i democratici polesani, del resto, non sono di poco conto. Individuata la guida a livello provinciale, sarà già il momento di pensare a due scadenze di fondamentale importanza: la tornata elettorale delle amministrative 2014, quando saranno una trentina i Comuni del Polesine ad andare al voto. E le regionali del 2015, tutte da interpretare, alla luce dei repentini cambiamenti che si sono manifestati all’interno del centrodestra negli ultimi mesi. Il tutto, chiaramente, senza dimenticare che la possibilità che si debba andare a un voto anticipato per le politiche è tutto fuorché fantascienza.

di Lorenzo Zoli

Politica Congresso del Partito Democratico

Due i nomi in lizza per la segreteria provinciale Se non è la fine di un’era, poco ci manca. Lo hanno pensato in molti,

quando, a fine settembre il coordinatore provinciale del Pdl e con-sigliere regionale Mauro Mainardi (nella foto) ha annunciato che

la sede del Pdl di Corso del Popolo, a Rovigo, doveva chiudere i battenti e liberare gli spazi entro l’inizio del mese successivo. E non si è trattato di una decisione logistica, legata semmai a un futuro trasferimento in altri locali: nossignore, è stato un “antipasto” del possibile scioglimento del partito. L’invito a “liberare gli spazi” - che rischia di assomigliare sin troppo a un “rompete le righe” - è infatti arrivato, come ha spiegato lo stesso Mainardi, direttamente dal coordinamento nazionale, alla luce delle traversie che sta vivendo in questo periodo il partito. L’ipotesi, infatti, è quella di un possibile scioglimento. E, in questo caso, il futuro sarebbe tutto da scrivere, senza grandi certezze. Una delle possibilità, infatti, è la confluenza in Forza Italia, ma non si tratta comunque di una soluzione scontata o sicura. Il problema, all’interno del partito di Berlusconi, sta tut-to nell’appoggio al governo guidato dal democratico Letta. Il sostegno a questo esecutivo ha spezzato il Pdl in due anime: quella delle cosiddette “colombe”, guidate da Angelino Alfano, che lavorano per proseguire sul-la strada delle riforme condivise; e quella dei cosiddetti “falchi”, guidati da Daniela Santanché, che premono per fare cadere Letta e andare al voto. In mezzo, Berlusconi, che deve decidere.

politiCaPdlChiusa la sede in Corso del popolo

Lo.Zo.

Nelle due foto, Filippo Silvestri e Julik Zanellato

Forse con la candidatura unica al congresso per il rinnovo delle segreterie provinciali, il Pd Veneto intendeva scon-giurare esattamente quanto è poi successo a Rovigo con

due pretendenti alla carica di segretario. Diversamente da Padova, infatti, dove alla guida della segreteria si è presentato solo Massimo Bettin, o da Venezia e Verona dove si sono

candidati rispettivamente Marco Stradiotto e Alessio Alberti-ni, a Rovigo i pretendenti in lizza sono due: Julik Zanellato e Filippo Silvestri, entrambi protagonisti di uno scontro che è andato ben oltre il mero confronto tra pretendenti in campa-gna elettorale, portando, pure, alla sospensione dei congressi. Nel momento in cui questo giornale è andato in stampa non

è ancora chiaro quale sarà l’epilogo della vicenda, la direzione regionale del partito non si è ancora pronunciata, e non è an-cora chiara la natura dei provvedimenti che verranno presi nei confronti delle irregolarità contestate. Al congresso di Adria, ad esempio, pare che il numero dei voti sia stato superiore a quel-lo di coloro che avevano diritto ad esprimere la preferenza,

Congresso del Pd Confronto sospeso, risContrate irregolarità ai seggimentre a Porto Viro e Castelmassa sembra che il tesseramento (il quale dava di fatto la possibilità di candidarsi e di esprimere il proprio voto) sia stato condotto con diverse irregolarità. Accuse, smentite, contro accuse, altre smentite stanno continuando a tenere banco rendendo incerto l’esito del confronto e anticipan-do quanto potrebbe ripetersi l’8 di dicembre quando si terranno le primarie per il segretario nazionale.

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16 Rovigo

Anche quest’anno è stato pubblicato il bando per il servizio civile nazionale, iniziativa che coinvolge anche Rovigo.

Cosa sia il Scn non tutti lo sanno: trattasi di un’opportunità formativa destinata ai giovani compresi tra i 18 e i 28 anni, che consente ai selezionati di dedicare un anno della propria vita a progetti di solidarietà, attenzione all’ambiente e al mondo che li circonda. Poter vivere un anno in servizio civile consente ai ragazzi non solo di for-marsi nel campo del terzo settore, e nello specifico dei servizi alla persona, ma ha anche una forte connotazione educativa oltre ad essere momento di crescita perso-nale. Il servizio civile nazionale volontario è la naturale evoluzione del servizio civile obbligatorio ed affonda le proprie radici nella storia dell’obiezione di coscienza. Nel 1972, grazie alla pressione dei movimenti pacifisti e alla forza di determinazione di moltissimi giovani disposti ad affrontare il carcere in nome di principi morali e/o religiosi che impedivano loro di arruolarsi nell’esercito, il governo istituì il servizio civi-le: un modo alternativo di servire la patria, che non implicava l’utilizzo di armi, bensì la messa a disposizione del proprio tempo per attività socialmente utili. Ovviamente per gli obiettori il Servizio era obbligatorio esat-tamente come la leva. Negli anni l’istituto subì notevoli stravolgimenti fino ad appro-dare all’anno epocale, il 2001, in cui venne promulgata la legge n° 64, che istituisce il Servizio Civile Nazionale; un Servizio vo-lontario aperto anche alle donne, pensato come opportunità a disposizione dei giova-ni interessati ad effettuare un percorso di formazione sociale, civica, culturale e pro-fessionale attraverso l’esperienza umana di solidarietà sociale, attività di cooperazione nazionale ed internazionale, di salvaguar-dia e tutela del patrimonio nazionale. Svol-gere il servizio civile permette di aggiun-gere al proprio curriculum un’esperienza lavorativa qualificante, quando questa non riesce poi a trasformarsi in un lavoro vero e proprio e permette al contempo un’autono-mia economica, seppur minima. Le aree di intervento nelle quali è possibile prestare il Servizio Civile Nazionale sono riconducibili ai settori: assistenza, protezione civile, am-biente, patrimonio artistico e culturale, edu-cazione e promozione culturale, servizio civile all’estero. Nel 2001 i posti messi al bando erano 396, oggi sono 15.466; il pic-co fu raggiunto nel 2006 con 57.119 posti

di francesca De Luca

Il servizio è aperto anche alle donne. Un’opportunità a disposizione dei giovani interessati ad effettuare un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale

Sociale Pubblicato il bando per il servizio civile nazionale

Rovigo, progetti ed enti coinvolti

messi al bando. Anche Rovigo aderisce, con numerosi interessanti progetti e molti enti coinvolti, ad esempio: n provincia di Rovigo sono attive 12 sedi: “Costruire socialità”, progetto promosso da Anci Veneto, nei Comuni di Canaro, Castelmassa, Costa di Rovigo, Fiesso Umbertiano, Pincara, Salara e Stienta - Progetto “Biblos”, promosso da Anci Veneto a Castelmassa - Progetto “Per-corsi di cultura”, promosso da Anci Veneto nei Comuni di Costa di Rovigo e Polesella ; Progetto “Mal’Aria”, promosso da Arci Ser-vizio Civile a Rovigo; Progetto “Il dono che serve - Veneto”, promosso dall’Avis a Rovi-go e il progetto promosso da Legambiente. Per tutti i ragazzi che volessero candidarsi è possibile reperire informazioni specifiche at-traverso il sito dedicato: www.serviziocivile.it, mediante il CSV o contattando diretta-mente gli enti promotori.

I ragazzi in servizio civile spesso han-no un ruolo strategico nell’organizza-zione delle attività dell’associazione

o ente nel quale vengono inseriti. Non raramente viene loro richiesto di im-maginare modalità di coinvolgimento per potenziali volontari, linfa vitale di molte realtà associative o cooperativisti-che. Ma la ricerca dei volontari, non è assolutamente semplice. A tal proposito il Centro Servizi per il volontariato di Rovigo organizza un corso, destinato ai Presidenti (o chi per loro) delle asso-ciazioni con l’obiettivo di gettare le basi per il potenziamento della ricerca da parte degli enti stessi. Si parlerà dunque di come e dove cercare i volontari, delle strategie comunicative e relazionali da adottare, di come utilizzare in modo proficuo ed efficace i social network e di molto altro, senza dimenticare la parte fondamentale: come valorizzare, coordinare, e “fidelizzare” chi decide di dedicare parte del suo tempo agli altri.

Il corso si terrà Lunedì 18 novembre e 9 dicembre 2013 dalle ore 17.30 alle ore 20.00, presso la sede del CSV.

foCus

un corso al Centro Servizi per il volontariatoCerCasi volontari

M.D.P.

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Lo SPoRT in PRIMo PIANo

C’era anche il polesano Thomas Toma-nin, in forza alla Berretti della Spal, allo stage della nazionale under 18 di

Lega Pro, svoltosi al Paolo Mazza di Ferrara. Il selezionatore della Lega, Valerio Bertotto, ha potuto osservare in una gara da ottanta minuti totali ben 35 ragazzi del girone B del campionato nazionale “Berretti”. Dopo le altre selezioni dei diversi gironi tricolori, lo stesso Bertotto formerà la nuova Nazionale Under 18.

E Thomas Tomanin, classe 1995 (schie-rato nella formazione dei bianchi), cresciuto nelle giovanili del Cavazzana, conta di avere prospettive di convocazione avendo avuto la bravura e l’onore di segnare la rete del pa-reggio alla mezzora del primo tempo dopo l´iniziale svantaggio subito in apertura da Giacomazzi del Bassano. Gli azzurri, dopo i classici cambi d´inizio ripresa, hanno appro-

fittato di un´ingenuità difensiva dei bianchi per prendere calcio di rigore con Cremonesi, rigore trasformato dallo stesso numero “7”. Venticinque minuti più tardi, dopo la traver-sa di Panfilo per i bianchi, Bernardelle ha triplicato, chiudendo il risultato sul 3-1 per gli azzurri.

“Per noi - dice Cristiano Romagnolo - vicepresidente della polisportiva Cavazza-na, Thomas è un orgoglio. Già nei Pulcini dimostrava qualità fisiche e tecniche sopra le media, tanto da passare prima all’Este, dove ha disputato il campionato regionale giovanissimi, per poi fare il salto tra i pro-fessionisti andando alla Spal. Le vicissitu-dini societarie della società estense di due anni fa, hanno indotto Thomas ad andare nell’altra squadra ferrarese professionista, la Giacomense, dove ha esordito anche in prima squadra in una partita di Coppa Ita-

lia. Ritornato quest’anno alla neonata Spal 2013, ha svolto tutto il ritiro con la prima squadra, e ora si divide tra Berretti e prima squadra. Sabato scorso, infine, lo stage con la nazionale under 18 di Lega Pro. Ovvia la grande soddisfazione in Polisportiva Cavaz-zana: è anche un giusto premio per i geni-tori Raffaele e Stefania, che tanti sacrifici hanno fatto e continuano a fare per il loro “bocia”. Ora l’augurio è vederlo esordire in prima squadra nella Spal”.

Thomas Tomanin, nutre speranze per la Nazionale Under 18

neWs

Sorride l’atletica leggera rodigina ai campionati italiani svoltisi a Jesolo. Dopo la medaglia di bronzo di Luca Trambaiolli (at-leta dell’Assindustria Rovigo), categoria allievi, nella specialità

lancio del giavellotto, Emma Girardello, della Rhodigium team, ha vinto la medaglia d’argento nella staffetta 4x100 del Veneto, la massima espressione dell’atletica italiana per la categoria cadetti. La giovane atleta adriese, classe 1998, ha affrontato la seconda frazione ricevendo il testimone in quinta posizione e restituendolo alla compagna in seconda posizione che sarà tenuta fino al traguardo dalle altre due frazioniste. Inoltre Emma, dopo l’oro negli 80 mt piani e l’argento sui 300 mt piani ottenuti ai campionati regionali veneti, ha conquistato anche un bronzo sui 300 metri. Sempre a Jesolo, un’altra atleta dell’Assindustria, si è messa in evidenza: si tratta di Lucrezia Contiero che pur non arrivando nei primi tre posti, ha guadagnato la medaglia assegnata per il suo settimo posto nella finale del salto in lungo nella categoria Cadette al limite dei 15 anni. La giovane studentessa del Paleocapa di Rovigo ci ha provato nei tre salti di finale a migliorare il suo 4,93, ma è riuscita ad arrivare “solo” a 5,00 proprio nell’ultimo salto che le è valso il 7° posto, e premiazione sul podio dal professor Dino Ponchio, guru dell’atletica e commentatore per la Rai ai recenti mondiali. Il prossimo anno, nella categoria allieve, Lucrezia potrà spaziare fra diverse discipline che le sono congeniali come la velocità, i salti e gli ostacoli diventando anche lei come Luca Trambaiolli un’altro talento nato nella terra polesana dove l’atletica leggera da sempre fa fatica ad essere considerata uno sport importante. Anche in casa Rhodigium, l’entusiasmo è alle stelle per le prestazioni di Emma Girardello. “In questi due anni oltre a coltivare un talento - dice Paolo Negrini responsabile del progetto atletica - abbiamo lavorato anche sulla sua capacità di affrontare le situazioni, la pressione, lo stress generato dagli allenamenti e dall’ambiente”. Ora con il passaggio alla categoria Allieve per Emma e per Rhodigium Team si aprono grandi opportunità di crescita e successo con un occhio di riguardo anche ai primi appuntamenti internazionali”.

Campionati italiani di atleticaBottino di medaglie grazie tramBaiolli, girardello e Contiero

Calcio giovanile Il selezionatore della Lega, Valerio Bertotto a Ferrara in cerca di talenti

Nella foto il giovane calciatore polesano Thomas Tomanin, in forza alla Berretti della Spal

di Cristiano Aggio

Cr.Ag.

Il Coni Rovigo ha assegnato 10 tra pal-me e stelle, le massime onorificenze sportive a chi, per tanti anni, ha dedi-

cato la propria attività extra lavorativa allo sport, permettendo di costruire la grande e vivace base sportiva che anima oggi la no-stra “affusolata” provincia. “E’ sempre un onore - ha detto Marco Bonvento, dele-gato provinciale del Coni - per noi arrivare a questo evento ed è emozionante ricono-scere ai nostri tecnici i loro meriti sportivi. Siamo una piccola provincia, ma riusciamo a farci distinguere a livello sportivo come tante altre realtà più grandi. Lo sport è amore e passione per molti polesani ed è giusto riconoscere il loro grande lavoro, a volte decennale, per la crescita delle di-verse discipline sportive nella provincia di Rovigo”.

Le onorificenze del Coni hanno com-piuto quest’anno gli 80 anni. Era il 20 dicembre 1933 quando vennero istituite per premiare “i presidenti di federazioni sportive che più si siano distinte, durante un biennio, in affermazioni di carattere internazionale”.

L’assegnazione fu successivamente estesa, durante il Ventennio, anche a “fa-scisti, corpi armati, enti che abbiano svolto lodevole attività sportiva”. In seguito fu concessa l’autorizzazione per premiare atleti, tecnici, dirigenti e società che si fossero particolarmente distinti nel dare lustro allo sport italiano.

L’onorificenza della stella al merito sportivo ha tre distinti gradi: d’oro, d’ar-gento e di bronzo.

Un’altra onorificenza è la Palma al merito tecnico, anche questa ha i tre gradi oro, argento e bronzo. Hanno ricevuto la Stella d’argento Erino Brazzarotto e Gio-vanni Veronese, la Stella di bronzo l’Asd ciclistica Villadose, Gianfranco Frigato, Giuseppe Bicego, Angelo Rondina, Luigi Milan e Giuseppe Canazza, la Palma di bronzo a Valterino Pinato per l’anno 2009 e a Luciano Zanella per l’anno 2010.

Coni Rovigopalme e stelle per Chi ha resogrande il polesine attraverso lo sport

Cr.Ag.

18

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Calcio giovanile Il selezionatore della Lega, Valerio Bertotto a Ferrara in cerca di talenti

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2023

VIAGGIo IN PRoVINCIARoVIGo

110 edifi ci nel Polesine inseriti nel maxi progetto da 61 milioni di euro per interventi energetici, assieme alla provincia di Padova, attraverso un fi nanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio

di Padova e Rovigo in collaborazione con le due Province di Rovigo e di Padova. A presentarlo, a Palazzo Celio, la presidente Tiziana Virgili e l’as-sessore provinciale all’ambiente Giuliana Gulmanelli che hanno descritto il crono-programma degli interventi di effi cienza energetica, che saranno realizzati in sette comuni e nella provincia, grazie all’approvazione del progetto 3 L - Less Energy, less cost, less impact - fi nanziato con 61 milioni di euro dalla European Investment Bank e che ha come capofi la la Provincia di Padova. “L’obiettivo è di intervenire sui due settori prioritari in tema di politiche energetiche e ambientali - afferma la presidente Virgili - l’effi cienza energetica degli edifi ci e il miglioramento degli impianti di illuminazione pubblica. In questo modo si potranno dare risposte sia per la messa in sicurezza dei luoghi pubblici, dalle scuole alla viabilità, sia per il lavoro e l’occupazione.

E’ stato dato il via alla fase esecutiva con la fi rma del contratto re-lativo al fi nanziamento stanziato, il quale prevede che 31 milioni siano destinati all’effi cienza energetica di 646 edifi ci tra scuole, immobili desti-nati allo sport, agli uffi ci amministrativi e a servizi culturali e sociali, di cui 536 in provincia di Padova e 110 in provincia di Rovigo, e 20 milioni al miglioramento degli impianti di illuminazione pubblica per un’estensione

di oltre 1.045 km e 100.980 punti luce, il tutto da realizzarsi in 35 mesi. La Commissione Europea ha inoltre deliberato un fi nanziamento di 2 milioni circa, pari al 90% dell’importo, per le spese di assistenza tecniche. Oltre alla Provincia di Rovigo, al progetto hanno aderito i comuni di: Bergantino, Castelnovo Bariano, Costa di Rovigo, Lendinara, Melara, Occhiobello e Rovigo. Bisogna cogliere le molteplici opportunità che da questo progetto possono nascere - dichiara l’assessore Gulmanelli - in particolar modo per quanto riguarda l’importanza dell’effi cientamento energetico del patrimonio edilizio, spesso bisognoso di manutenzione.

Non va poi dimenticato che questa potrebbe essere un’occasione per qualifi care le nostre imprese, creando al tempo stesso nuove opportunità economiche, in questo momento fondamentali, anche per dare un aiuto concreto al nostro territorio.

Previsto un piano di effi cientamento energetico per scuole, immobili destinati allo sport, uffi ci amministrativi e a servizi culturali e sociali

Risparmio energetico Maxi progetto da 61 milioni di euro per interventi a Rovigo e Padova

Nella foto la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili e l’assessore all’ambiente Giuliana Gulmanelli

Taglio delle province, il Polesine guarda in due direzioni diverse. Opposte. Infatti se da una parte il Comune capoluogo ha individuato nella fi gura del direttore di Unindustria, Renzo Moro, il redattore dell’emendamento per il riconoscimento dell’area vasta, Vivero, insieme

a Vicenza e Verona, dall’altra la Provincia si fa forte della ricerca condotta da Renato Mannhei-mer, raccogliendo le opinioni dei sindaci dei piccoli comuni sulla riforma varata dal governo, per tenere duro. Secondo i dati esposti di recente all’assemblea delle province del nord, il 65% dei sindaci dei piccoli comuni, quelli con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti ossia l’85% delle amministrazioni comunali italiane, non considera la riforma delle province una priorità, il 64% sa che non porterà alcun risparmio, il 63% pensa che farà indebolire i territori. “Basta bugie ai cittadini – è stato il commento del presidente nazionale Antonio Saitta, intervenendo all’as-semblea – parte l’operazione verità. Se un 61% la vede come un’opportunità di razionalizzare competenze, non di eliminare, il 57% ha capito che perderà un riferimento e il 63% è molto più preoccupato dalla mancanza di risorse che dalle riforme. La maggioranza dei sindaci poi è cosciente di non avere personale (53%) e competenze (34%) idonee per svolgere le funzioni delle province, oltre ad essere questo un peso in più di cui dovrà sobbarcarsi (28%). Si dichiara-no poi molto preoccupati, i sindaci dei piccoli comuni di ricevere le funzioni tipicamente di area vasta: in particolare l’80% dichiara che avrebbe diffi colta’ a garantire il servizio di trasporto extraurbano, il 72% il mercato del lavoro, il 68% la formazione del personale, il 57% la gestione del territorio e la tutela ambientale, il 55% i serivzi per la scuola. Mentre non hanno problemi a riprendersi quelle tipicamente comunali: sport, turismo e cultura. Il 51%, infatti non crede che sarà in grado di gestire i servizi delle province. Per quanto riguarda le elezioni, il 55% crede serva un modello elettorale che preveda elezioni dirette da parte dei cittadini o totali (37%) o almeno del Presidente (18%)”.

Taglio delle Province

i sondaggi diCono Che i Comuni sono preoCCupati110 edifi ci consumeranno meno

Taglio delle province, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali Graziano Delrio non transige e spiega che il Governo sul tema è vicino ad una svolta. “Stiamo per affrontare la discussione nella

commissione affari costituzionali della Camera, - ha spiegato il ministro confermando che l’idea è quella di ridurre le varie materie di competen-za oggi assegnate alle Province - parallelamente al testo in esame alla Camera, ci sarà un disegno di legge per una modifi ca costituzionale che verrà presentato entro l’anno. A maggio non si voterà più per le Province perché nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno cioè elette dai cittadini. Delle province faranno parte i sindaci dei Comuni del territorio, che tutti assieme formeranno un’assemblea in seno alla quale verrà scelto il nuovo presidente a costo zero. Saranno cioè i sindaci a scegliere il presidente, non più i cittadini. Si tratta di una riforma molto importante”. Il ministro ha fornito una tempistica anche per quanto riguarda le Città metropolitane. “Arriveranno dal primo di gennaio. Nelle aree metropolitane le Province saranno assorbite della Città metropolitane via via che andranno a costituirsi e insediarsi”.

Da province a enti di secondo grado

Recuperare una casa e dedicarla a recupero di minori che vivono situazioni di forte disagio familiare e alle attività di ragazzi diver-samente abili? Si può fare. Certo, “Si può fare” è il nome del

progetto portato avanti dalla cooperativa Titoli Minori e che lo scorso 19 ottobre si è concretizzato con l’inaugurazione di un nuovo “centro” per l’accoglienza a Porto Viro. Da una decina d’anni la cooperativa la-vora nel territorio della diocesi di Chioggia e come sempre anche questa volta ha accolto la sfi da mettendosi a disposizione di chi si trova in una situazione di emarginazione e di chi nel proprio percorso di vita ha incontrato la fragilità. Per la cooperativa e i suoi soci che credono e lavorano al progetto è questo il semplice modo di fare accoglienza e comunità, credendo in un idea di prossimità e creando rete per una cittadinanza responsabile e consapevole. Proprio grazie alla condivisione di realtà come l’associazione Orcio di Elia, Consvipo, la fondazione Enel Cuore, la fondazione Cariparo, è stato possibile raggiungere l’obiettivo preposto.

Socialedelrio ha fatto partire il CountdoWn

reCuperare una Casa e metterla a disposizione dei meno fortunati, “si puÒ fare”

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21Spazi aperti 25Spazi aperti

Dal Messico, Russia, Olanda, Romania, Spagna, Bielo-russia, Austria, Grecia, venti imprenditori del ramo luna park, lo scorso 16 ottobre hanno raggiunto il Polesine

occidentale per tre giorni di visita alle imprese del Distretto del-la Giostra, aderendo all’iniziativa denominata “Meeting della Giostra” sostenuta dalla Camera di Commercio, dalla Regione Veneto e dagli enti locali. Il tour di conoscenza delle aziende produttrici è stato anticipato da una conferenza stampa presso la Camera di Commercio, dove – presenti, oltre al direttore De Stefani, Vitaliano Bressanin per la CCIAA, Giorgio Cuoghi per il comune di Bergantino e Franco Cestonaro della CNA, in qualità di rappresentante del Distretto Veneto della Giostra – sono state illustrate le motivazioni dell’iniziativa fi nalizzata a far conoscere ai possibili acquirenti la varietà e soprattutto la qualità dell’offerta produttiva del distretto esteso da Calto a Melara. Un’attività che in Polesine interessa oltre 60 imprese (più l’indotto), con un fatturato stimabile di circa 250 – 300 milioni di euro (che raddoppia considerando l’indotto) garantendo una occupazione a circa 500 addetti. Una risorsa economica fondamentale soprattutto per i comuni di Melara e Bergantino, ed anche una vera eccellenza a livello internazionale, tanto che oggi, anche a causa della contrazione dei consumi interni, la quasi totalità della produzione viene esportata all’estero. Una attività imprenditoriale che richiede professionalità specifi che estese a vari campi: dall’ingegneria all’informatica, dall’elettronica alla carpenteria specializzata. Nonché inventiva e attenzione al look, perché per attrarre le giostre devono essere belle, colorate, luminose e sempre più innovative; in grado di offrire emozioni forti ed affascinare una clientela sempre più esigente, qual è quella dei giovani del terzo millennio alla ricerca di divertimenti inediti. Tutto ciò offrendo nel contempo standard di qualità e sicurezza elevati, fondamentali per la tranquillità dei fruitori delle complesse strutture per il divertimento, oggigiorno progettate per creare sollecitazioni, assorbire spinte e, in defi nitiva, assicurare emozioni forti. Positivi i riscontri del tour da parte degli impresari esteri, che hanno apprezzato la varietà e la qualità dei prodotti del distretto della giostra, manifestando anche attenzione per gli standard di sicurezza, oggetto di sottolineature da parte dei produttori, che oggi si trovano a far fronte ad una concorrenza soprattutto asiatica con limitate garanzie proprio sul piano della qualità. Sul mercato si trovano infatti prodotti spesso copiati, a prezzi più vantaggiosi non solo per il costo ampiamente competitivo della manodopera dell’est, ma soprattutto per la trascuratezza dei sistemi di sicurezza, di cui invece sono dotate le giostre del distretto polesano. Una cena di gala, animata da uno spettacolo pirotecnico della Parente Fireworks, ha chiuso in bellezza il meeting della giostra, da cui si attendono positive ricadute per l’economia polesana.

In Polesine, da varie parti del mondo, venti impresari dei parchi del divertimento

IL DISTRETTO DELLA GIOSTRA SI fA CONOSCERE

Li.Se.

di Lino Segantin

Iniziative Molto partecipata la giornata organizzata dal Fondo Ambiente Italiano

Crescono gli aderenti alle iniziative del Fai, il Fondo Ambiente Italiano interessato non solo alla tutela del patrimonio architettonico e naturalistico gestito diret-

tamente dall’associazione, ma più in generale attivo nell’or-ganizzare iniziative di conoscenza e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali dell’intera penisola.

Ben 220 persone hanno preso parte domenica 13 ottobre alla “Fai Marathon”, una scarpinata per le vie del capoluogo alla scoperta di alcune chicche d’arte e storia poco note. Si è iniziato con la suddivisione dei partecipanti in gruppi di 20 persone presso il Teatro Sociale. Costoro, dotati per l’occasione di uno zainetto FAI , sono stati accolti nella sala del ridotto affre-scata a metà ottocento con motivi architettonici e scultorei (colonne e statue di foggia classica) in modo da conferirle l’idea di monumentalità. Sul soffi tto una magnifi ca imma-gine di Apollo e le Muse opera di Sebastiano Santi, nelle teche gli abiti da scena indossati da Beniamino Gigli nella Gioconda di Ponchielli.

La seconda tappa della maratona di conoscenza ha

contemplato una vera curiosità: la visita al rifugio antiaereo approntato nel parco del Palazzo del Prefetto al tempo del-la seconda guerra mondiale, sviluppato su due piani ed in grado di offrire sicura protezione in caso di bombardamento aereo ad una quarantina di persone. L’itinerario è quindi pro-seguito raggiungendo via Angeli, con sosta presso il palazzo settecentesco che fu del conte fi lantropo Domenico Angeli.

Un edifi cio prestigioso, non sempre utilizzato al meglio e destinato, a con-clusione dei lavori di restauro tuttora in corso, a sede principale e di rap-presentanza dell’Università rodigina.

Si è quindi raggiunto il cinque-centesco Palazzo Roncale, della

Fondazione CaRiPaRo, fresco di restauro, per una visita al piano nobile: le pareti del salone si presentano arricchite da pregevoli arazzi del ‘700, mentre nelle sale laterali campeg-giano grandi tele attribuite a Mattia Bortoloni e quadri che illustrano momenti storici della Serenissima. Imboccato il Corso del Popolo, ricordando la storica presenza dell’Adiget-to e dei ponti un tempo importanti punti di riferimento per la città, la Fai Marathon è proseguita alla volta dell’Istituto

per Geometri, ovvero Palazzo Patella Montalti. La professo-ressa Zennaro ha ricordato la storia del palazzo che affonda le sue radici nel ‘700, allorché i nobili Patella acquistarono alcuni edifi ci contigui di scarso valore per costruire la loro prestigiosa residenza. Il palazzo, passato nell’ ‘800 alla fa-miglia Montalti, fu in seguito utilizzato dagli austriaci come sede della Gendarmeria (come tuttora si legge all’esterno nell’architrave del Frontone), e ristrutturato a fi ne ‘800 per divenire sede della Prefettura. Poi, nella prima metà del ‘900, fu trasformato in Istituto scolastico, con la destina-

zione del salone (inopinatamente distrutto negli anni ’50) a Sala della Memoria con la collocazione di alcune statue recentemente ritrovate nei depositi dell’Istituto e fi nalmente restaurate. Piena soddisfazione per l’iniziativa ha espresso la capodelegazione Chiara Tosini, che ha sottolineato con piacere il moltiplicarsi delle adesioni alle iniziative del FAI, in questa occasione in particolare caratterizzate anche dal-la presenza di bambini. Il che fa ben sperare per il futuro dell’associazione e la condivisione degli ideali di salvaguar-dia del patrimonio artistico ed architettonico.

La Fai Marathon, a spasso tra arte e storia Il percorso, partito dal ridotto del Teatro sociale, ha toccato poi il rifugio antiaereo approntato nel parco del palazzo del prefetto, palazzo Angeli, palazzo Roncale e palazzo Patella Montalti

Ben 220 persone hanno preso parte alla scarpinata per le vie del capoluogo

Nella foto un particolare di Palazzo Angeli, un momento della visita al rifugio antiaereo nel palazzo della Prefettura e il busto di Giovanni Mia-ni, opera dello scultore Virgilio Milani

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22 Mondo scuola 27Mondo scuola

Unico istituto paritario della provincia di Rovigo ad offrire un servizio di istruzione che dall’asilo nido arriva fi no alla scuola

secondaria di primo grado, il “Giacomo Sichirol-lo” di Rovigo si rinnova: dal primo settembre scorso, infatti, la conduzione dell’istituto è stata assunta dall’associazione omonima, che ha come soci fondatori la fondazione “San Gio-vanni Bosco” e i Frati cappuccini della provincia veneta. L’associazione “Giacomo Sichirollo” è presieduta da monsignor Claudio Gatti, ma la gestione è stata affi data alla dottoressa Patrizia Granata, che funge sia da responsabile gene-

rale che da responsabile didattico. L’istituto è attualmente frequentato da circa 250 bambini e ragazzi e si avvale del lavoro di 37 dipenden-ti e dell’impegno concreto di tre frati cappuccini del convento di Rovigo. Entro l’anno, però, l’associazione “Giacomo Sichirollo” aprirà le porte ai nuovi soci che vi vorranno aderire, a cominciare dai genitori degli iscritti che lo desi-derano. La dirigente Granata ritiene che questa associazione possa dare nuova linfa alla vita di un istituto che vanta una storia importante, avendo raccolto l’eredità centenaria dell’istituto “Sacro Cuore” e dell’istituto “Silvestri” di Ro-

vigo. Patrizia Granata è convinta che oggi sia necessario rafforzare il legame con la comunità locale e sviluppare rapporti di collaborazione e sinergia con altri enti, sia pubblici che privati: in tempi di tagli all’istruzione, le scuole pari-tarie sono costrette ad alzare le rette oppure a cercare fondi da altre fonti, pur di garantire il pagamento dello stipendio ai dipendenti e di offrire un servizio di istruzione adeguato. L’istituto “Giacomo Sichirollo” rispetta gli standard internazionali sanitari e di sicurezza e per questo si può fregiare del titolo di “scuo-la di qualità”. Da quasi un anno ha avviato

di Mattia De Poli

Dal primo settembre scorso la conduzione dell’istituto è stata assunta dall’associazione omonima, che ha come soci fondatori la fondazione “San Giovanni Bosco” e i Frati cappuccini della provincia veneta

Istruzione Novità nell’immediato futuro del plesso scolastico paritario

Istituto Sichirollo, entro l’anno porte aperte ai nuovi soci

neWs “Senza zaino” un’alternativa alla sCuola tradizionale, Basata sulla Carta

Il progetto “Senza zaino” è nato in Toscana e attualmente l’istituto “Giacomo Sichirollo” di Rovigo è l’unico in Veneto e il secondo in tutta l’Italia settentrionale ad averlo adottato. L’iniziativa è stata originariamente ispirata dalla volontà di eliminare il peso degli zaini dalle spalle dei bambini

e dei ragazzi ed ha portato all’introduzione nell’ambiente scolastico dell’i-pad. Non si tratta di una semplice innovazione tecnologica ma di una vera e propria rivoluzione del metodo di insegnamento e di apprendimento, che insiste sull’autonomia, sulla partecipazione e sulla responsabilità degli stu-

denti. Si propone un nuovo modello di scuola, fondato sull’esperienza, in cui scolari e insegnanti sono protagonisti di una autentica comunità di ricerca. Togliere lo zaino per dare importanza al corpo, alle mani, alla sensorialità attraverso una didattica laboratoriale che si avvale di aule funzionali e di spazi organizzati in modo particolare. Al bambino viene riconosciuto un ruolo centrale in un’ideale “agorà”: a volte diventa protagonista e gli viene affi data la responsabilità di fare lezione ai compagni. La scuola “senza zaino” è un’alternativa alla scuola tradizionale, basata sulla carta. M.D.P.

il progetto “Senza zaino” per le classi della primaria. Dallo scorso mese di agosto, inoltre, ha intrapreso il percorso promosso dal Coordi-namento nazionale degli insegnanti specializ-zati, per essere riconosciuta come “scuola di eccellenza”: il personale docente ha iniziato a

seguire dei corsi di formazione, coordinati dalla professoressa Daniela Lucangeli dell’Università di Bologna, per approfondire le conoscenze in ambito pedagogico e per acquisire nuovi meto-di di insegnamento effi caci.

L’istituto ha una storia importante, avendo raccolto l’eredità centenaria dell’istituto “Sacro Cuore” e dell’istituto “Silvestri”

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24 Personaggio28 Personaggio

L’ultima fi gurina sportiva di Marco Mai-nardi, risale alla stagione calcistica 2001-02, con la maglia del Due Torri

Rovigo Villadose, allenata da Enrico Resini. Quello della fusione con la società medio polesana fu un tentativo per la sopravviven-za della storica società rodigina fondata nel 1965 e con la quale Marco cominciò a gioca-re all’età di 13 anni fi no a 34. Classe 1971, Mainardi è stato un centrocampista dotato di buoni polmoni e di intelligenza tattica, e al calcio, a quel calcio, quello di quegli anni, di quel del Due Torri sensibile ad una maturazio-ne dei giovani che prescindesse dai risultati sul campo, si è ispirato nella sua storia la-vorativa. Oggi, Marco, è il direttore del cam-ping Marina di Venezia a Cavallino Treporti, in provincia di Venezia, un 4 stelle, fondato nel 1958, una delle strutture turistiche per il soggiorno all’aria aperta più grandi d’Italia e d’Europa premiato spesso con il titolo di Camping Village n.1 in Europa, 70 ettari e

12.000 presenze giornaliere, un milione al termine della stagione. Numeri da capogiro che passano sotto la lente d’ingrandimento del rodigino Mainardi, che cominciò la sua avventura al Marina di Venezia ancora quan-do era studente al liceo scientifi co. “Avevo trovato quest’opportunità, all’uffi cio cassa spiega Marco, al termine delle scuole, e per il periodo estivo facevo le valige e mi trasfe-rivo a Cavallino. E così è stato per gli ultimi due anni del liceo e anche quando mi sono iscritto alla facoltà di ingegneria a Ferrara ho continuato a conciliare le due cose. Nel 2001 dopo la laurea, la società (il camping è una Spa, ndr) , mi ha affi dato l’incarico di respon-sabile dell’uffi cio tecnico, curando parte delle

strutture e implementandone ulteriormente gli spazi, fi no al 2007, quando sono stato investito dell’incarico di direttore”. Da quasi 25 anni con la stessa azienda, quasi 20 con la stessa maglia calcistica, ti si può defi nire un fedelissimo. “Da quando ricopro l’incarico di direttore, dice Marco, applico le regole del calcio, quelle che ho appreso nei miei trascor-si nel due Torri: ad ognuno il suo ruolo, dimo-strarsi persone corrette, fare le cose per il gu-sto di farle bene e non per farsi vedere o per un secondo fi ne e soprattutto fare squadra e collaborare. Per fare un paragone, posso dire che al camping Marina di Venezia, sono en-trato giocatore e diventato allenatore.” Un po’ quello che sir Alex Ferguson è stato per il Manchester United, una manager a 360 gradi. La proprietà ha fi ducia in lui e i numeri gli danno ragione, perché in quel lembo di mare poco distante da Venezia, che attrae turisti da tutt’Europa, ci sono, in 13 km la bellezza di 30 campeggi, e quello diretto, da

7 anni, da Mainardi, è il numero 1. Un cam-ping che vede occupati 400 dipendenti, 7 dei quali, stagionali rodigini. Che seguiranno le orme di Mainardi? “Dipende da loro: io ho sfruttato l’opportunità che mi è stata data, dimostrandomi persona corretta da subito: l’atteggiamento mentale per fare carriera è una componente del successo”.

E Rovigo? “A Rovigo ho mamma e so-rella e quando posso vengo a trovarle. Così come i miei storici amici, quelli del calcio, che purtroppo ho smesso di praticare.” Anche perché (assieme alla compagna Valentina) ora c’è Alice, di nove mesi, che richiede at-tenzioni particolari.

di Cristiano Aggio

“Da quando ricopro l’incarico di direttore del camping Marina di Venezia applico le regole del calcio: ad ognuno il suo ruolo e soprattutto fare squadra e collaborare”

Carriera professionale Il centrocampista del Due Torri oggi è un affermato dirigente

Marco Mainardi, dal campo al camping

Nella foto Marco Mainardi

La sua avventura cominciò quando era studente al liceo scientifi co

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25Cultura provinciale 31Cultura provinciale

Il bando della seconda edizione è atteso già tra la fi ne di novembre e l’inizio di dicembre, a distanza di appena un mese dalla premiazione

della prima edizione: al suo esordio, infatti, il con-corso internazionale “Locanda del Doge” 2013 è stato un successo e, forte dei risultati conseguiti, l’iniziativa avrà un seguito. Riservato alle opere edite, esso si articola in tre sezioni corrispondenti ad altrettanti generi letterari: la narrativa, la poesia e la saggistica. La partecipazione è stata straordi-naria: circa quattrocento autori con oltre seicento volumi pro-venienti dall’Italia e dall’este-ro. Oltre agli scrittori italiani, infatti, una ventina sono stati i francesi, gli olandesi, gli slo-veni, gli spagnoli, gli svizzeri, i tedeschi e gli ungheresi, che hanno presentato le loro opere in lingua originale in un confronto di respiro mondiale. Alcuni dei libri in concorso sono stati editi da case editrici italiane di spicco, come Baldini e Castoldi, Feltrinelli e Mondadori. Molti anche gli scrittori giovanissimi, tra 16 e 25 anni, e alcuni di loro sono stati premiati. L’ideatrice e coordinatrice del concorso, Angioletta Masiero, è soddisfatta non solo dei risultati quantitativi ma anche qualitativi: almeno l’80% degli autori ha presentato opere pregevoli, di grande valore lette-rario, e i quarantadue premi consegnati sono una

conferma di ciò. La manifestazione è stata realiz-zata grazie a una rete di collaborazione, composta dall’associazione “Renzo Barbujani”, dalle riviste “Athesis”, “Ventaglio novanta”, “La nuova tribuna letteraria”, e dalla “Accademia veneta dello spetta-colo”, ma Angioletta Masiero ha sottolineato anche l’importanza degli sponsor, il dottor Luciano Zanfor-lin, membro del forum nazionale “Wealth adviser Fineco bank”, e la “Biblioteca Guerrato”, che con un signifi cativo contributo economico hanno reso

possibile il buon esito dell’i-niziativa culturale. Nel titolo il richiamo alla storia veneta è evidente nel riferimento al doge, mentre l’allusione alla taverna evoca un luogo, legato alla tradizione loca-

le, in cui le persone si riunivano per parlare e per fare cultura. La medaglia consegnata ai premiati riproduce un disegno del dottor Alberto Cristini, re-alizzato appositamente per questo concorso: l’im-magine stilizzata di un doge con la laguna e il delta sullo sfondo. L’organizzazione ha voluto intitolare diversi premi delle varie sezioni a personalità di importanza locale e nazionale, che si sono distinte nel campo della cultura e del sociale e che rara-mente vengono ricordate. Inoltre, la premiazione ha registrato la presenza di persone provenienti da tutta l’Italia e anche dall’estero. Questo concorso

letterario, grazie alla straordinaria partecipazione di scrittori, ha avuto quindi inevitabilmente l’effetto di promuovere l’immagine di Rovigo e del Polesine, centrando uno degli obiettivi che l’ideatrice si era proposta: Angioletta Masiero, infatti, è convinta che la cultura polesana meriti di essere esportata e conosciuta oltre ogni confi ne.

di Mattia De Poli

Sono stati circa quattrocento gli autori che hanno preso parte alla selezione con oltre seicento volumi provenienti dall’Italia e dall’estero

Letteratura Angioletta Masiero soddisfatta del concorso internazionale

“Locanda del Doge”, record di presenze e qualità

Nella foto piccola l’ideatrice e coordinatrice del concorso, Angioletta Masiero

L’80% degli autori ha presentato opere pregevoli, di grande valore letterario

Lo scorso ottobre è inizia-ta una rassegna musica-le che attraversa tutto

il Polesine, da Ca’ Venier di Porto Tolle a Giacciano con Baruchella, sulle note della musica per organo. “Antichi organi del Polesine”, giunta alla sua undicesima edizione, continua nell’intento di valorizzare un patrimonio culturale da scoprire e da ascoltare. Nel corso delle dodici tappe in calendario diversi musicisti faranno risuonare anche le canne di alcuni pregevoli strumenti realiz-zati da Gaetano Callido, celebre organaro originario di Este, allievo di Pietro Nacchini, insigne rappresentante della scuola organara veneta e attivo nella seconda metà del Settecento fi no ai primissimi anni dell’Ottocento. A lui subentrarono i fi gli: Antonio, in particolare, prose-guì l’attività fi no al 1830, quando la fabbrica fu rilevata da Giacomo Bazzani. In occasione dei duecento anni dalla morte di Gaetano Calli-do la rassegna intende valorizzare soprattutto gli strumenti realizzati dal maestro: a Loreo presso la chiesa di santa Maria Assunta (26 otto-bre), a Guarda Veneta presso la chiesa di san Domenico (27 ottobre), a Costa di Rovigo presso la chiesa di san Rocco (9 novembre), a Porto Viro presso la chiesa di san Bartolomeo (16 novembre) e a Rovigo presso il tempio della Rotonda (23 novembre). Un organo di Antonio Callido è presente nella chiesa di sant’Ippolito martire di Giacciano con Baruchella (7 dicembre), mentre altri strumenti realizzati da Bazzani si trovano nella chiesa di san Nicolò vescovo di Ca’ Venier (10 no-vembre) e nella basilica di san Bellino del comune di San Bellino (24 novembre). La chiusura della rassegna è prevista a Lendinara presso la chiesa di san Biagio (14 dicembre), dove è conservato un organo del 1926 realizzato dalla fabbrica padovana Malvestio. Tutti i concerti iniziano alle ore 21 e l’ingresso è libero.

“antichi organi del polesine”

M.D.P.

La Rassegna che attraversa tutto il territorio

Venerdì 15 novembre alle ore 18 a Ro-vigo, nella sala d’onore di palazzo Ca-salini, nella via omonima al civico 10,

presso la sede di Rovigo Banca è previsto il “Memorial Loredana Capellazzo”. L’evento, aperto al pubblico, è promosso dall’asso-ciazione culturale “Renzo Barbujani, e in particolare dagli allievi del “Laboratorio di scrittura creativa”, creato dalla stessa Ca-pellazzo. L’incontro, coordinato da Stefania Paron e da Luciana Bernardinelli, proporrà la lettura di poesie dell’autrice scomparsa un anno fa e la presentazione di opere pittoriche realizzate dai corsisti del “Laboratorio di pittura” e ispirate dalle stesse opere poetiche. Amante della scrittura sia in versi che in prosa, Loredana Capellazzo ha scritto opere apprezzate a livello nazionale: l’ultimo romanzo, pubblicato pochi mesi prima della sua scomparsa, è “Quando fi nisce l’estate”. A Rovigo, impegnata in diverse realtà di volontariato come l’associa-zione “Renzo Barbujani” e il “Gruppo autori polesani”, ha saputo trasmettere la sua passione per la scrittura alle molte persone che l’hanno conosciuta e che hanno potuto ascoltare i suoi insegnamenti e i suoi consigli. Memori di questa esperienza, le organizzatrici dell’incontro hanno scelto come tema la poesia, il suo nascere da un sentimento, la sua capacità di varcare ogni limite e di aprire prospettive nuove: “La poesia nasce dal cuore del poeta, continua a parlare nel tempo, al di là d’ogni confi ne, al di là del mistero della vita, e fa germogliare nuove rifl essioni, nuove speranze”.

Venerdì 15 novembre

in Breve

E’ stato pubblicato per la prima volta nell’ottobre dello scorso e a distanza

di meno di un anno viene ri-stampato il volume “El Zélese”, scritto da Antonio Carlizzi. L’ini-ziativa, promossa dall’associa-zione “Renzo Barbujani”, di cui Carlizzi è stato socio fondatore insieme ad Arnaldo Pavarin, e realizzata grazie al contributo della fondazione Banca del monte di Rovigo, mette a disposizione un’ope-ra estremamente curata nella scrittura, chiara e piacevole, che attraverso le vicende familiari e personali dell’autore racconta uno spaccato della storia polesana tra la fi ne della Grande Guerra e l’8 settembre del 1944. Nel dia-letto polesano il “zélese” è il nome dell’aia di mattoni, che in campagna si trova davanti alla casa padronale: il titolo del libro evoca in particolare lo “spazio riservato dove nacquero i primi sogni ad occhi aperti” del piccolo Antonio nella natia Frassinelle. La prima parte del volume è ambientata in questo mondo dai contorni quasi fantastici. All’età di otto anni la famiglia di Carlizzi si trasferisce a Grignano e, in seguito, a Rovigo: a questo periodo (il periodo della “ubriacatura fascista” dell’autore), fi no all’8 settembre del 1943, è dedicata la seconda parte del volume, intitolata “Transizio-ne”. Nel frattempo è scoppiata la Seconda guerra mondiale. L’ultima parte, intitolata “Diario di guerra”, è una testimonianza degli orrori dei bombardamenti e delle fucilazioni del periodo successivo all’armistizio, quello del fuoco incrociato fra alleati, nazifascisti e partigiani.

Antonio Carlizzinuova ristampa per “el zÉlese”

La biblioteca “Antonio Carlizzi” festeggia quest’anno il primo de-cennale della sua fondazione. Nel

2003 l’associazione “Renzo Barbuja-ni” ha raccolto l’eredità delle biblioteche di quartiere, in particolare di quella di San Bortolo, che fi no a quel momento riuscivano a funzionare grazie all’attivi-tà degli obiettori di coscienza. Con la scomparsa di questa fi gura molte real-tà, anche ben avviate, furono costrette a chiudere. Oggi, invece, la “Carlizzi” grazie all’impegno di alcuni volontari garantisce l’apertura della biblioteca tre pomeriggi alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. L’associazione “Barbujani” è nata con scopi culturali e sociali: il locale concesso dal Comune di Rovigo, attiguo alla scuola media “Cesare Parenzo”, non raccoglie solo un discreto patrimonio librario organizzato per argomento e disponibile al prestito, ma costituisce un importante luogo di ritrovo e di aggregazione. Qui, ad esem-pio, si svolgono gli incontri del laboratorio di pittura e del laboratorio di scrittura creativa, sia in prosa che in versi. Quest’ultimo, nato dieci anni fa per volontà di Loredana Capellazzo e di Paola Trivellato, continua ad essere completamente gratuito ed oggi è coordinato da Giuliano Visentin e da Roberta Fava: ogni quindici giorni alle ore 20.45 si riuniscono partecipanti provenienti non solo da Rovigo ma da tutta la provincia e anche da fuori. Il presidente Pavarin sottolinea che questa iniziativa offre alle persone la possibilità non solo di uno scambio culturale ma anche di esprimersi e di uscire di casa.

Biblioteca “Antonio Carlizzi”riCorre il primo deCennale

M.D.P. M.D.P.M.D.P.

“memorial loredana Capellazzo”

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2610

IL VENEToin PRIMo PIANo

Sulla carta sembra la soluzione de-fi nitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno do-

vuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-to sempre in itinere della metropolitana di superfi cie, che fi no ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i cittadini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà uffi cialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali.

Ideato nell’arco di due anni da un ingegnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato prevede dei treni a fre-quenza regolare: stes-so posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili.

Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minu-to 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53.

Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni.

Una vera rivoluzione del sistema re-

gionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni dieci minuti. Se così sarà la rete ferroviaria complessivamente verrà rafforzata, tanto che, promettono dalla Regione, nessun pas-seggero trascorrerà più di un’ora senza un treno per la sua destinazione.

“L’obiettivo è migliorare il servizio, - spiega l’assessore regionale alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso - fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coincidenze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su com-portamenti per così dire consolidati – ag-

giunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente

strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei fl ussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”.

La novità che rende contenti tutti, so-prattutto i pendolari, riguarda l’incremento

di Germana urbani

Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

La Regione ha già acquistato venti nuovi treni svizzeri e ne comprerà altri nove

Tutti di corsa per non perdere la coincidenza

delle corse possibile anche grazie ad un par-co convogli che comprenderà 20 nuovi com-plessi Stadler, 9 nuovi convogli Vivalto, 14 nuove carrozze doppio piano e il revamping di 316 vetture Trenitalia a Media Distanza.

L’unico neo che si può ravvisare potreb-be essere colto nella necessità di fare diversi cambi per un unico viaggio. Ma, consideran-do che il modello è la metropolitana delle grandi città, i veneti nell’usare il treno do-vranno ricordare come per spostarsi a Parigi da un posto all’altro occorra scendere anche più volte da un convoglio e prenderne un altro.

Il nuovo orario prevede, infatti, che i di-versi convogli siano tra loro “sincronizzati”. In questo modo sarà possibile transitare da un regionale veloce (che ferma solo nelle

stazioni principali) a un regionale lento (che ferma ovunque) e lungo direttrici dove oggi il servizio è non solo spezzettato ma non esistono coincidenze (Conegliano – Treviso – Vicenza, per esempio). Questo peraltro elimina le interferenze oggi esistenti fra tratte non elettrifi cate e tratte non elettri-fi cate, che sono più razionalmente servite da convogli a trazione dedicata a fronte di interferenza quando il transito è misto.

Con questi cambiamenti epocali è lecito dire che la mobilità veneta si adegua agli standard europei e non è facile per una Re-gione che ha un sistema di mobilità non a raggiera, ma diffuso da e verso città che si collocano appunto in un contesto policentri-co e metropolitano, dove l’attuale servizio fi no ad oggi non è riuscito a dare le risposte

che chiedevano i viaggiatori e soprattutto i pendolari.

“Per tutti noi – ribadisce Renato Chisso – in primo luogo Regione ma anche Treni-talia, il cadenzamento è una scommessa, nella quale crediamo, che abbiamo deciso di accettare e che vogliamo vincere. Siamo di fronte ad una nuova fi losofi a della mobilità pubblica – continua l’assessore regionale – che non coinvolgerà solo il treno ma anche il trasporto su gomma, all’interno di un si-stema integrato al cui centro ci sono non gli aggiustamenti di un sistema ereditato dal passato, ma le esigenze e le richieste degli utenti, dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti e la necessità di dare le migliori ri-sposte possibili in un quadro di compatibilità economica”.

Renato Chisso

I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico

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27Il Veneto in primo piano 11Il Veneto in primo piano

Pendolari sul piede di guerra e una raccolta fi rme che ha già superato quota 25.000 e serve per spingere la Regione Veneto a riconsiderare la decisione di soppri-

mere dal 15 dicembre, come deciso la scorsa estate, gli 8 “treni dei pendolari interregionali” Venezia-Milano utilizzati da 36 mila passeggeri ogni giorno. A quanto pare, per colpa dei tagli dallo Stato, il Veneto non ha più soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di treni interregionali veloci Milano – Venezia. Né la Lombardia stanzierà i 4 milioni di euro necessari a salvare i convogli di Trenitalia che saranno, quindi, can-cellati. Per l’assessore regionale Chisso si tratta di un falso problema: i convogli saranno sostituiti da 13 coppie giorna-liere di “Frecce” regionali Venezia – Verona che oggi non

ci sono, che si affi ancheranno ai treni cadenzati Milano – Verona di TreNord. Secondo l’assessore, dunque, i pendolari veneti vedranno più che triplicato il servizio veloce, oltre ad avere un servizio orario che fermerà in tutte le stazioni. Il cambiamento, paradossalmente, scontenta i pendolari ma

costa molto di più alla Regione. Le 13 coppie di Frecce regionali, il cui costo a catalogo a carico del Veneto sarà di circa 16,7 milioni l’anno a fronte dei 10,7 milioni pagati oggi dalla Regione per le quattro coppie di in-terregionali, potranno tranquillamente

collegarsi in coincidenza con i già esistenti treni orari regionali lombardi Milano – Verona (oggi sono 11 nel corso della giornata, oltre ai quattro interregionali in questione). “Se-condo Trenitalia – ha ricordato l’assessore – la coincidenza

è facilmente realizzabile nel capoluogo scaligero sul mede-simo marciapiede per quanti sono interessati a proseguire il viaggio lungo questa direttrice, tenuto altresì conto che il Veneto ha previsto il prolungamento oltre Verona di un paio di regionali non veloci”. Studenti e lavoratori pendolari però sembrano non voler sentir ragioni e sulle coincidenze avan-zano forti dubbi. “Aspettare un’ora in più il treno successivo – dicono dal Comitato -, forse, è scomodo ma accettabile per una persona che decide di farsi un weekend fuori città, ma di certo non per un pendolare, non per un lavoratore che deve rendere conto di un’ora di ritardo al proprio datore, non per uno studente che perde una lezione, un giorno sì e l’altro pure”. E se non bastasse del cambiamento ne risentirà anche il portafogli. “Da dicembre saremo costretti a sborsare quasi il doppio del costo del nostro biglietto per una Freccia, o accontentarci di un ancora più sovraffollato regionale, affi -

dandoci alle care e amate coincidenze. Purtroppo, chiunque abbia mai preso un treno sa, ed è proprio il caso di dirlo, che le coincidenze non esistono. Troviamo inaccettabile che la regione Veneto abbia preso questa decisione con un atto di forza sul presupposto cinico che un lavoratore, oggi, non ha alternative: o rinuncia al lavoro, o paga di più, perché uno stipendio, anche se decurtato del costo spropositato di un abbonamento mensile di una Freccia, in una famiglia, è meglio di niente”.

di Germana urbani

Soppressi otto treni interregionali che collegano Venezia con Milano

Pendolari: “La Regione ci ripensi”

Gli abbonamenti per le Frecce veloci costeranno molto di più

le priorità

I 152 milioni di tagli sui servizi pubblici universali previsti tra le misure dell’ultima legge di Stabilità preoccupano non poco Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, inter-venuto ad un convegno veneto proprio sul tema dei trasporti. “Se le cose restano così - ha

commentato – non mi resta che stilare una relazione sui servizi che non si possono più fare”. Occorre, dunque, una programmazione oculata e un concorso maggiore dei cittadini nelle spese per il servizio.“Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice - ha affermato Moretti - ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti”. Secondo l’ad di Trenitalia, per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare “quella

normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprendito-ri - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo”. E per risolvere o almeno arginare il problema del sovraffollamento dei treni non vi è altra via che stanziare “più risorse - ha affermato - perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima effi cienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfi lacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tempo per una program-mazione dei servizi a medio-lungo termine”.

una Buona politiCa dei trasporti su rotaia va finanziata Bene

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12 Il Veneto in primo piano

Il 24 novembre, come ogni anno, si cele-bra la triste giornata contro la violenza di genere che sempre più spesso sfocia in

femminicidio. Ad ottobre la Camera ha fi -nalmente dato il via libera alle nuove norme sul contrasto alla violenza di genere. Oltre alle norme che introducono maggiori tutele sul piano penale, il cuore dell’impegno di tante deputate è stato fornire uno strumen-to valido per dare avvio ad un vero piano nazionale antiviolenza, costruito con il con-tributo delle associazioni e degli operatori. Sono previste politiche di formazione, poli-tiche di prevenzione, la costituzione di un Osservatorio, la sperimentazione di progetti per la presa in carico degli uomini violenti; inoltre - con l’articolo 5bis - si riconosce e si rafforza, anche attraverso la previsione

di uno specifi co fondo, l’attività dei centri antiviolenza che in questi anni hanno ga-rantito non solo l’indispensabile servizio di accoglienza delle donne vittime ma sono stati dei veri e propri laboratori dove, attra-verso una metodologia dell’accoglienza, si è fatta prevenzione e cultura, troppo spesso in solitudine.

Delia Murer, deputata veneziana del Pd e componente della commissione Affari sociali, sottolinea l’importanza del passo che si è compiuto, ricordando il lavoro fatto per migliorare il testo del governo attraver-so i numerosi emendamenti accolti: “Un passo importante, un buon provvedimento. C’ è ancora da fare ma per combattere la violenza di genere, in Italia, abbiamo uno strumento in più.

Abbiamo lavorato intensamente, nel-le commissioni, per migliorare il testo del Governo che, nella sua versione originaria, era carente. Siamo riuscite ad ottenere, con emendamenti mirati, norme di maggiore tu-tela per le donne, fi nanziamenti per la rete di centri antiviolenza e case rifugio con il Piano che sarà costruito in modo partecipa-to e il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità che sarà fi nanziato in automatico. La legge – conclude la de-putata – è per noi solo un primo passo. La convenzione di Istanbul, che abbiamo

di Germana urbani

Maggiore tutela, fi nanziamenti per la rete di centri antiviolenza e case rifugio e il Fondo per le politiche su diritti e pari opportunità fi nanziato in automatico

Il Veneto si era dotato di una propria legge contro la violenza di genere ad inizio primavera

No alla violenza di genere: fi nalmente la nuova legge

ratifi cato ad inizio di legislatura, comincia a trovare concreta attuazione. C’è ancora da lavorare e lo faremo a partire dalla legge di Stabilità. Ma il tema è ormai una chiara priorità per l’agenda politica”.

In assenza di una legge nazionale, il Veneto si era dotato di una propria legge contro la violenza di genere ad inizio pri-mavera. Con voto unanime il Consiglio regionale aveva approvato la Legge “In-terventi regionali per prevenire e contrasta-re la violenza contro le donne”. Un lavoro di sintesi di due precedenti progetti di legge presentati rispettivamente dal consigliere del Pdl Leonardo Padrin e dal consigliere del PD Piero Ruzzante, che avevano entrambi trovato un’adesione trasversale. Con que-sta legge quadro il Veneto, riconosceva, prima ancora dell’I-talia, che ogni forma di violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani fonda-mentali alla vita, alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all’in-tegrità fi sica e psichica della persona e che le donne, anche quelle di minore età, sono spesso esposte a gravi forme di violenza, che costituiscono grave violazione dei diritti umani oltre che principale ostacolo al rag-giungimento della parità tra i sessi.

Con la stessa legge sono state defi nite anche le tipologie delle strutture necessarie rivolte alle donne vittime di violenza e ai loro fi gli minori: i centri antiviolenza che offrono assistenza, sostegno e percorsi di superamento del disagio, le case rifugio e le case di secondo livello, ovvero strutture di ospitalità in grado di offrire accoglienza e protezione. “Si è trattato – spiega il consi-gliere del Pd Piero Ruzzante - di un percorso che ha coinvolto il mondo del volontariato e

dei centri antiviolenza della nostra Regione e per questo siamo molto soddisfatti. E’ importante ora che le risorse che verranno stanziate consentano un percorso di raffor-zamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, perché ciò rappresenta una reale prevenzione per tutte quelle violenze che si consumano all’interno delle abitazioni o nella vita quotidiana e che possono sfociare in femminicidio”

“Si tratta - ha aggiunto Padrin - di un provvedimento composito, ma calato sulla realtà veneta e quindi applicabile e operativa. Si va dal coordinamento di tutti i soggetti che ope-rano sul fronte della violenza di genere al coinvolgimento degli enti locali, vere sen-tinelle del territorio”. Le reti che i vari sog-getti sono chiamati a sviluppare saranno il cuore pulsanto dell’o-peratività di questa legge: i centri e le case dovranno man-tenere costanti e fun-zionali rapporti con le forze dell’ordine, l’au-torità giudiziaria a cui compete l’assistenza,

la prevenzione e la repressione di reati, nonché con enti locali, aziende sanitarie e istituzioni scolastiche operanti nel territorio al fi ne di garantire risposte adeguate alle diverse condizioni personali di provenienza nel rispetto delle rispettive competenze e attribuzioni istituzionali.

Con l’approvazione della Legge regio-nale erano stati stanziati 400.000 euro a copertura delle attività del 2013.

Ora, l’ultimo decreto nazionale mette in campo dieci milioni di euro che saranno erogati attraverso le Regioni e la com-missione Pari opportunità del Veneto ha pubblicato da poco i bandi per domande e progetti.

La prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio

28 Il Veneto in primo piano

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15Voci da palazzo

“In tre anni la Regione ha investito a Vicenza 26 milioni di euro con-cludendo 61 interventi per la sicu-

rezza idraulica, disponendo l’iter d’appalto per 86 milioni delle due casse di espan-sione di Caldogno e Trissino e per altri 90 milioni il progetto dei tre invasi a Merola, viale Diaz a Vicenza e Montebello (oggi in fase di Via)”. Questa è stata la replica di Federico Canel e Nicola Finco, rispetti-vamente capogruppo leghista in Consiglio regionale e presidente della commissione Ambiente, alla richiesta di sollecito arrivata da Toniolo.

“Mentre Galan – sono andati giù duri i due leghisti - aveva ignorato il problema, adesso Zaia lo sta risolvendo nel pieno rispetto degli iter statali. Che, ricordiamo, sono lunghi per due motivi: evitare ricorsi che bloccherebbero le opere e scongiurare infi ltrazioni mafi ose. Costantino Toniolo, ex sindaco di Caldogno che negli anni nulla ha fatto per prevenire le esondazioni, dovreb-be ben saperlo. Ma a volte la propaganda politica si fa sulle spalle della gente, nella maniera più squallida possibile. Se Toniolo, che parla di poca trasparenza negli appalti, ha rimostranze o denunce, vada di corsa in Procura, faccia un esposto e vedremo gli esiti: diffamare in questo modo chi lavora per risolvere emergenze accantonate da 80 anni è squallido e propagandistico. Im-pressionante poi – rimarcano i due espo-nenti leghisti - la puntualità con cui Toniolo interviene sui lavori per le casse di espan-sione nel Vicentino: sempre a ridosso di un allarme meteo. Sembra quasi un mettere le mani avanti, un ‘io l’avevo detto’: tol-lerabile da un esponente dell’opposizione, meno da uno della maggioranza, che no-nostante sia presidente della commissione Affari Istituzionali pare non conoscere le leggi in materia. Invece di pontifi care su chi sta seguendo l’iter per le grandi ope-re – proseguono Caner e Finco -, Toniolo dovrebbe smetterla di fare politica sulle disgrazie della gente e su chi sta lavorando per prevenirle. Invece di vaticinare sulla stampa, Toniolo potrebbe chiedere lumi a Galan su quanto non è stato fatto in 15 anni, o meglio muovere il suo Governo a Roma e concedere al governatore Zaia i poteri speciali necessari per accelerare le opere antialluvione. Ma si sa qual è il detto veneto: a ciacoe i xe boni tuti…”.

federico Caner e Nicola finco“a CiaCoe i Xe Boni tuti…”

L’opinione

Novembre è il mese della grande paura per i veneti, l’alluvione del 2010 è ancora una ferita aperta per molte comunità della nostra regione. Aperta perché

la stagione degli indennizzi non si è ancora conclusa del tutto ma soprattutto perché molti di quegli interventi, ri-tenuti fondamentali per evitare che i fi umi tornino a fare paura, sono ancora lontani dal ritenersi conclusi. Purtroppo per il territorio compreso tra i Colli Berici, Euganei e Adige sono solo due i fi umi deputati a portare al mare l’acqua che cade in eccesso: Bacchiglione e Gorzone, su di essi è imperniata buona parte degli impianti idrovori deputati dal sollevare l’acqua dalle zone depresse del Veneto centro-meridionale. Due fi umi, va detto, le cui arginature sono quelle fatte alla fi ne dell’800 in ragione di un territorio completamente diverso da quello attuale. Un tempo fossi, scoli e canali permettevano lo sgrondo delle terre e tratte-nevano l’acqua in campagna senza far arrivare una massa d’acqua imponete alle idrovore, mandandole in sofferenza. Oggi, invece, l’eccessiva cementifi cazione ha creato le con-dizioni contrarie, ossia grandi quantitativi d’acqua arrivano agli impianti di sollevamento quasi in un solo colpo creando grandi diffi coltà per il loro smaltimento. Defl usso, tuttavia, ancora più improbabile se il Gorzone o il Bacchiglione sono già in piena con il rischio che gli ottocenteschi argini cedano di schianto. La Regione ha cercato di risolvere a monte il problema, con la creazione di due bacini di laminazione nel Vicentino. Il primo è stato previsto a Trissino, per la sicurezza dei comuni lungo l’asta idraulica Agno-Guà Fratta Gorzone, quali Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospeda-letto Euganeo, Carceri e Vighizzolo d’Este, il secondo a Caldogno sul tor-rente Timonchio in modo da mettere in sicurezza i comuni lungo l’asta del Bacchiglione, quali Vicenza, Veggia-no, Ponte San Nicolò e Casalserugo. Di che si tratta? Della realizzazione di due grandi aree da inondate per scolmare la piena dei rispettivi fi umi. Il Commissario delegato dal Presidente del Consiglio, Prefetto di Verona Perla Stancari, fi nanziò i primi

lavori ancora qualche anno fa. I lavori, però, sono andati avanti a rilento, e malgrado l’assessore regionale Maurizio Conte avesse più volte rassicurato che i cantieri rispettavano

i tempi, in realtà i lavori non sono anco-ra fi niti. Entro fi ne anno i bacini dovreb-bero essere pronti ma intanto novembre è già qui e la paura dei fi umi in piena ritorna. Anche il consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione Affari Istituzionali del Consiglio veneto,

Costantino Toniolo, ha incalzato la propria maggioranza nell’accelerare la realizzazione dei due interventi, tirandosi addosso gli strali di colleghi di coalizione. “Sono passati tre

anni dall’alluvione di Ognissanti del 2010 – questa il tono dell’interrogazione presentata dall’esponente vicentino del Pdl alla propria maggioranza - molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire la sicurezza idrogeo-logica sono stati fatti, lo riconosciamo, ma purtroppo alcune opere molto importanti come la realizzazione degli invasi di Caldogno e Trissino, sono ferme al palo nonostante sia-no fi nanziate”. “Il nostro tessuto economico e sociale, già provato dalla crisi - conclude Toniolo - non reggerebbe ad un’altra alluvione. Troppe le famiglie e le attività econo-miche che hanno subito gravi danni! Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”.

di fortunato Marinata

Territorio Sono passati tre anni dal cataclisma che ha messo in ginocchio il Veneto

Novembre, torna la paura delle alluvioniI bacini di laminazione di Trissino e Caldogno sono gli interventi strategici per mettere in sicurezza i territori lungo l’asta del Gorzone e del Bacchiglione. Il ritardo dei lavori ha messo in fi brillazione la maggioranza di Palazzo Ferro Fini

“Da amministratore pubblico mi sono sempre battuto per la difesa del ter-ritorio, sia da Sindaco e consigliere

di Caldogno, sia da assessore provinciale beri-co, sia ora che sono in Consiglio Regionale con un ruolo legislativo e di controllo rispetto all’e-secutivo di Palazzo Balbi! L’attacco in risposta ad una mia interrogazione che vuole essere costruttiva, è semplicemente personalistico e strumentale! Dobbiamo dare risposte concre-te sul problema della sicurezza idraulica ed evitare questi personalismi da parte dei consiglieri: la mia domanda era tecnica e rivolta alla giunta. In questo caso Caner e Finco sbagliano ad interpretare lo strumento dell’interrogazione - spiega Toniolo - non è un’arma ad uso esclusivo dell’oppo-

sizione, ma strumento costruttivo per sollevare temi fi nalizzati al bene comune. Il tono della mia domanda sulla situazione degli invasi che sono previsti nel Vicentino era proprio quello di fare il punto seriamente sulla situazione - precisa Toniolo - un’azione di stimolo verso la Giunta per far procedere le cose, come il padre fa con il fi glio impegnato negli studi. Pertanto la trasparenza richiesta non riguarda l’agire del-la Regione, e quindi della Giunta, che ha fatto

molto, ma chiarire assieme la situazione che c’è in questo momento: i lavori a Trissino sono bloccati e a Caldogno si è concluso l’iter, ma non si vede un cantiere. Facciamo l’elen-co di quello che manca per arrivare all’obiettivo, perché lo scopo è l’obiettivo fi nale, la sicurezza idraulica. Apprezzo

la tempistica effi ciente dell’iter procedurale, ma i cantieri non li vedo ancora. Da amministratore locale e provinciale ho sempre lavorato con gli enti “superiori” al fi ne di realiz-zare l’invaso di Caldogno. - ricorda l’esponente del PdL - Il Comune, anche con la mia presenza di amministratore, ha pensato al bene generale, alla sicurezza idraulica non solo di Caldogno, Rettorgole e Cresole, ma anche della Città di Vicenza e di tutti i territori a Sud sull’Asta del Bacchiglione. Il Comune di Caldogno con il sottoscritto amministratore – puntualizza - ha accettato un’opera importante sul suo territorio (altro che sindrome di “non nel mio giardino”), ha lavorato in una diffi cile opera di concertazione fi nalizza-ta alla realizzazione di un’opera necessaria per la sicurezza idraulica di tutto il territorio veneto. Altro che chiacchiere!”.

“Quali CiaCCole? nel viCentino non si vede un Cantiere”Costantino Toniolo (PdL)

L’alluvione di tre anni fa tra Montagnanese ed Estense

Federico Caner e Nicola Finco

Costantino Toniolo

Toniolo: “Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”

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31Voci da palazzo 15Voci da palazzo

“In tre anni la Regione ha investito a Vicenza 26 milioni di euro con-cludendo 61 interventi per la sicu-

rezza idraulica, disponendo l’iter d’appalto per 86 milioni delle due casse di espan-sione di Caldogno e Trissino e per altri 90 milioni il progetto dei tre invasi a Merola, viale Diaz a Vicenza e Montebello (oggi in fase di Via)”. Questa è stata la replica di Federico Canel e Nicola Finco, rispetti-vamente capogruppo leghista in Consiglio regionale e presidente della commissione Ambiente, alla richiesta di sollecito arrivata da Toniolo.

“Mentre Galan – sono andati giù duri i due leghisti - aveva ignorato il problema, adesso Zaia lo sta risolvendo nel pieno rispetto degli iter statali. Che, ricordiamo, sono lunghi per due motivi: evitare ricorsi che bloccherebbero le opere e scongiurare infi ltrazioni mafi ose. Costantino Toniolo, ex sindaco di Caldogno che negli anni nulla ha fatto per prevenire le esondazioni, dovreb-be ben saperlo. Ma a volte la propaganda politica si fa sulle spalle della gente, nella maniera più squallida possibile. Se Toniolo, che parla di poca trasparenza negli appalti, ha rimostranze o denunce, vada di corsa in Procura, faccia un esposto e vedremo gli esiti: diffamare in questo modo chi lavora per risolvere emergenze accantonate da 80 anni è squallido e propagandistico. Im-pressionante poi – rimarcano i due espo-nenti leghisti - la puntualità con cui Toniolo interviene sui lavori per le casse di espan-sione nel Vicentino: sempre a ridosso di un allarme meteo. Sembra quasi un mettere le mani avanti, un ‘io l’avevo detto’: tol-lerabile da un esponente dell’opposizione, meno da uno della maggioranza, che no-nostante sia presidente della commissione Affari Istituzionali pare non conoscere le leggi in materia. Invece di pontifi care su chi sta seguendo l’iter per le grandi ope-re – proseguono Caner e Finco -, Toniolo dovrebbe smetterla di fare politica sulle disgrazie della gente e su chi sta lavorando per prevenirle. Invece di vaticinare sulla stampa, Toniolo potrebbe chiedere lumi a Galan su quanto non è stato fatto in 15 anni, o meglio muovere il suo Governo a Roma e concedere al governatore Zaia i poteri speciali necessari per accelerare le opere antialluvione. Ma si sa qual è il detto veneto: a ciacoe i xe boni tuti…”.

federico Caner e Nicola finco“a CiaCoe i Xe Boni tuti…”

L’opinione

Novembre è il mese della grande paura per i veneti, l’alluvione del 2010 è ancora una ferita aperta per molte comunità della nostra regione. Aperta perché

la stagione degli indennizzi non si è ancora conclusa del tutto ma soprattutto perché molti di quegli interventi, ri-tenuti fondamentali per evitare che i fi umi tornino a fare paura, sono ancora lontani dal ritenersi conclusi. Purtroppo per il territorio compreso tra i Colli Berici, Euganei e Adige sono solo due i fi umi deputati a portare al mare l’acqua che cade in eccesso: Bacchiglione e Gorzone, su di essi è imperniata buona parte degli impianti idrovori deputati dal sollevare l’acqua dalle zone depresse del Veneto centro-meridionale. Due fi umi, va detto, le cui arginature sono quelle fatte alla fi ne dell’800 in ragione di un territorio completamente diverso da quello attuale. Un tempo fossi, scoli e canali permettevano lo sgrondo delle terre e tratte-nevano l’acqua in campagna senza far arrivare una massa d’acqua imponete alle idrovore, mandandole in sofferenza. Oggi, invece, l’eccessiva cementifi cazione ha creato le con-dizioni contrarie, ossia grandi quantitativi d’acqua arrivano agli impianti di sollevamento quasi in un solo colpo creando grandi diffi coltà per il loro smaltimento. Defl usso, tuttavia, ancora più improbabile se il Gorzone o il Bacchiglione sono già in piena con il rischio che gli ottocenteschi argini cedano di schianto. La Regione ha cercato di risolvere a monte il problema, con la creazione di due bacini di laminazione nel Vicentino. Il primo è stato previsto a Trissino, per la sicurezza dei comuni lungo l’asta idraulica Agno-Guà Fratta Gorzone, quali Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospeda-letto Euganeo, Carceri e Vighizzolo d’Este, il secondo a Caldogno sul tor-rente Timonchio in modo da mettere in sicurezza i comuni lungo l’asta del Bacchiglione, quali Vicenza, Veggia-no, Ponte San Nicolò e Casalserugo. Di che si tratta? Della realizzazione di due grandi aree da inondate per scolmare la piena dei rispettivi fi umi. Il Commissario delegato dal Presidente del Consiglio, Prefetto di Verona Perla Stancari, fi nanziò i primi

lavori ancora qualche anno fa. I lavori, però, sono andati avanti a rilento, e malgrado l’assessore regionale Maurizio Conte avesse più volte rassicurato che i cantieri rispettavano

i tempi, in realtà i lavori non sono anco-ra fi niti. Entro fi ne anno i bacini dovreb-bero essere pronti ma intanto novembre è già qui e la paura dei fi umi in piena ritorna. Anche il consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione Affari Istituzionali del Consiglio veneto,

Costantino Toniolo, ha incalzato la propria maggioranza nell’accelerare la realizzazione dei due interventi, tirandosi addosso gli strali di colleghi di coalizione. “Sono passati tre

anni dall’alluvione di Ognissanti del 2010 – questa il tono dell’interrogazione presentata dall’esponente vicentino del Pdl alla propria maggioranza - molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire la sicurezza idrogeo-logica sono stati fatti, lo riconosciamo, ma purtroppo alcune opere molto importanti come la realizzazione degli invasi di Caldogno e Trissino, sono ferme al palo nonostante sia-no fi nanziate”. “Il nostro tessuto economico e sociale, già provato dalla crisi - conclude Toniolo - non reggerebbe ad un’altra alluvione. Troppe le famiglie e le attività econo-miche che hanno subito gravi danni! Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”.

di fortunato Marinata

Territorio Sono passati tre anni dal cataclisma che ha messo in ginocchio il Veneto

Novembre, torna la paura delle alluvioniI bacini di laminazione di Trissino e Caldogno sono gli interventi strategici per mettere in sicurezza i territori lungo l’asta del Gorzone e del Bacchiglione. Il ritardo dei lavori ha messo in fi brillazione la maggioranza di Palazzo Ferro Fini

“Da amministratore pubblico mi sono sempre battuto per la difesa del ter-ritorio, sia da Sindaco e consigliere

di Caldogno, sia da assessore provinciale beri-co, sia ora che sono in Consiglio Regionale con un ruolo legislativo e di controllo rispetto all’e-secutivo di Palazzo Balbi! L’attacco in risposta ad una mia interrogazione che vuole essere costruttiva, è semplicemente personalistico e strumentale! Dobbiamo dare risposte concre-te sul problema della sicurezza idraulica ed evitare questi personalismi da parte dei consiglieri: la mia domanda era tecnica e rivolta alla giunta. In questo caso Caner e Finco sbagliano ad interpretare lo strumento dell’interrogazione - spiega Toniolo - non è un’arma ad uso esclusivo dell’oppo-

sizione, ma strumento costruttivo per sollevare temi fi nalizzati al bene comune. Il tono della mia domanda sulla situazione degli invasi che sono previsti nel Vicentino era proprio quello di fare il punto seriamente sulla situazione - precisa Toniolo - un’azione di stimolo verso la Giunta per far procedere le cose, come il padre fa con il fi glio impegnato negli studi. Pertanto la trasparenza richiesta non riguarda l’agire del-la Regione, e quindi della Giunta, che ha fatto

molto, ma chiarire assieme la situazione che c’è in questo momento: i lavori a Trissino sono bloccati e a Caldogno si è concluso l’iter, ma non si vede un cantiere. Facciamo l’elen-co di quello che manca per arrivare all’obiettivo, perché lo scopo è l’obiettivo fi nale, la sicurezza idraulica. Apprezzo

la tempistica effi ciente dell’iter procedurale, ma i cantieri non li vedo ancora. Da amministratore locale e provinciale ho sempre lavorato con gli enti “superiori” al fi ne di realiz-zare l’invaso di Caldogno. - ricorda l’esponente del PdL - Il Comune, anche con la mia presenza di amministratore, ha pensato al bene generale, alla sicurezza idraulica non solo di Caldogno, Rettorgole e Cresole, ma anche della Città di Vicenza e di tutti i territori a Sud sull’Asta del Bacchiglione. Il Comune di Caldogno con il sottoscritto amministratore – puntualizza - ha accettato un’opera importante sul suo territorio (altro che sindrome di “non nel mio giardino”), ha lavorato in una diffi cile opera di concertazione fi nalizza-ta alla realizzazione di un’opera necessaria per la sicurezza idraulica di tutto il territorio veneto. Altro che chiacchiere!”.

“Quali CiaCCole? nel viCentino non si vede un Cantiere”Costantino Toniolo (PdL)

L’alluvione di tre anni fa tra Montagnanese ed Estense

Federico Caner e Nicola Finco

Costantino Toniolo

Toniolo: “Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”

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32 Cultura veneta16 Cultura veneta

Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini

Il Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini, fi no al 24 novembre, presenta “Sarah Sze: triple point”. Come afferma

la stessa artista “al centro della mostra è la nozione di bussola e come noi ci situiamo in un mondo perenne-mente disorientante. Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la no-stra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impos-sibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”. Un grande laboratorio che la Sze compone di “resti ar-cheologici di esperimenti falliti”. Dal 1990 l’artista Sa-rah Sze, classe ‘69, ha sviluppato un’estetica scultorea che trasforma gli spazi attraverso mutamenti radicali di scala, colonizzando spazi trascurati o periferici, dialo-gando con il tessuto e la storia di un edifi cio. La perce-zione dello spettatore e l’esperienza architettonica sono spostate attraverso interventi specifi ci di grandi dimen-

sioni. A livello tecnico tutto parte dalla defi nizione che la termodinamica indica al termine “triple point” che de-signa una singolare combinazione di temperatura in cui tutte le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e soli-da) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifi co dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare stabilità e posizione. Contrariamente ad altri allestimenti di altri artisti, in questa edizione l’ingresso del Padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. All’interno lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune ap-parentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio, un pendolo e dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio.

Il laboratorio di Sze

Il motto della mostra è fatto da una somma algebrica tradotta in Arte ossia: Artisti internazionali + vetro = Glasstress. Fino al 24 novembre tre sedi, costituite da Palazzo Cavalli – Franchet-

ti / Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Campo S. Stefano), Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano) e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (San Marco), costi-tuiscono l’esposizione dedicata al vetro d’arte “Glasstress. White Light/White Heat” giunta alla sua terza edizione. Tutto ruota sul coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo per la creazione d’innovative e straordinarie opere confrontando luce e calore con aspetti intrinsechi del vetro e della sua lavorazione. A livello storico è stata la grande passione per l’arte contempora-nea e per il vetro che hanno portato Berengo a creare Glasstress. Tutto è iniziato dal 2009 riunendo complessivamente oltre 200 artisti. In questa edizione l’evento ha unito, nella propria fornace a lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo, 65 artisti di

fama internazionale. Molti di loro si sono confrontati per la prima volta con questo materiale duttile e luminoso facendo nascere opere di alto valore artistico e comunicativo. Il successo si rias-sume nelle parole di Adriano Berengo: “ho capito che Glasstress ha raggiunto un importante obiettivo quando ho visto tre artisti di nazionalità diverse, nella nostra fornace di Murano, parlare fra loro. Era la prima volta che s’incontravano e si scambiavano le loro impressioni sul vetro, sulle tecniche e sugli esperimen-ti che stavano conducendo. Il dialogo ha modifi cato in modo sostanziale i progetti di ciascuno. Ecco, questo è Glasstress: un luogo d’incontro per gli artisti di tutto il mondo che si confrontano con il vetro”. Artisti quali Mimmo Paladino, Francesco Gennari, Joana Vasconcelos, Zhan Wang, Jan Fabre, Loris Cecchini, Aldo Mondino, Thomas Schutte, Joseph Kosuth, Mona Hatoum, Tim Noble &Sue Webster, solo per citarne alcuni, illumineranno la visita con opere di luce.

fino al 24 novembre in tre sedi veneziane

uNO STRESS DI VETRO

Al.Ch. Al.Ch.

Marco Goldin propone una mostra dedicata ad un genere dell’arte. Anche quest’anno l’esposizione sarà divisa tra Gran Guardia e Basilica Palladiana

Marco Goldin e la sua Linea d’Ombra ripropongono, dopo il grande successo, una doppia esposizione divisa tra Verona e Vicenza, invertendo le sedi rispetto al recente binomio

che trattò la ricerca, nei secoli dell’arte, sulla fi gura e sul volto uma-no. Fino al 9 febbraio 2014 presso il Palazzo della Gran Guardia è di scena “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Nove-cento”. Il secondo capitolo delle esposizioni è dunque dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal ‘600 al ‘900. Uno studio della natura dal XVII secolo, per giungere ad alcuni dei mag-giori pittori del secondo ‘900. Una presenza superiore alle novanta opere condurrà il visitatore all’interno di sei sezioni. Il Seicento. Il vero e il falso della natura: opere di Lorrein, Poussin, Hobbema, Van Ruisdael, Van Goyen e Seghers narrano l’evoluzione della pittura del paesaggio dalla resa immaginaria e artefatta fi no allo studio della realtà e del vero della natura. Da questo secolo la natu-ra, da sfondo di ambientazione, emerge come fulcro dell’indagine artistica in un rapporto continuo tra la rappresentazione del vero e del falso. Il Settecento. L’età della veduta: tre nomi su tutti con Ca-naletto, Bellotto e Guardi con opere poco note al pubblico italiano. Romanticismi e realismi: l’800, ossia il secolo della natura. Una trentina di quadri di Turner, Constable e Friedrich per arrivare al realismo di Corot, Coubert e della scuola di Barbizon. La disamina

tocca la Scandinavia, l’Est Europa fi no all’America della Hudson River School. L’impressionismo e il paesaggio: venticinque opere d’impressionisti e post impressionisti quali Renoir, Sisley, Pissarro, Caillebotte, Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Dai primi contatti con i pittori del periodo precedente fi no alle esposizioni nello studio di Nadar giungendo alla negazione stessa della pittura en plein air. Monet e la nuova natura: con venticinque opere apre una vera e propria piccola monografi a alla sua arte. Il focus è maggiormente posto sugli agli anni ottanta che segnano un cambiamento verso la modernità nella rappresentazione del paesaggio. Monet ro-vescia, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto stesso di paesaggio dipinto trasformandolo in una visione spirituale e interiore anticipando le ricerche artistiche successive. Il paesaggio del Novecento: dall’evoluzione del post-impressionismo fi no alle avanguardie. Bonnard, Matisse e Picasso fi no ad alcune esperienze astratte sia europee sia americane, da De Staël a De Kooning e Pollock. Invece per il contemporaneo sono rappresenta-te per l’America opere di Diebenkorn e Wyeth mentre per l’Europa Garcia e Richter. Artisti che descrivono in chiave attuale la natura. Dunque a livello complessivo si tratta di una mostra contenitore che permette di vedere l’Arte ad ampio spettro, secondo una curatela ormai collaudata e affi dabile.

di Alain Chivilò

Mostre A Verona quattro secoli di storia dell’arte nella pittura di paesaggio

Un posto al sole per il paesaggio

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8 Sì, viaggiare

a far conquistare ai lunari di Barbanera una diffusione quasi nazionale (ne distribuiva circa 400.000 copie nell’Italia centromeridionale). La famiglia Campi è subentrata nella pubblicazione del celebre almanacco dal 1929 per iniziativa di Feliciano Campi, concorrendo insieme ad altre tipografi e alla stampa dell’opera che all’epoca era diretta dal senatore Benedetto Pasquini. Durante i principali fl ussi migratori che portarono gli italiani oltreoceano, vennero editate speciali versioni del Barbanera stampate in diverse città tra cui New York o Buenos Aires, che univano ai contenuti classici d’al-manacco indicazioni pratiche per gli emigranti, come istru-zioni per il viaggio o consigli sulle “rimesse” di denaro alle famiglie rimaste in Italia, informazioni che fanno del Barba-

nera d’oltremare uno strumento di mediazione interculturale.Fino alla metà degli anni Settanta, il lunario fu utilizzato

soprattutto dai ceti rurali, che ne apprezzavano le previsioni del tempo e i consigli per l’agricoltura. L’indicazione delle festività, le ricorrenze dei santi, i consigli ed i proverbi ne fecero - appeso in cucina o nella stalla - un indispensabile strumento per le attività domestiche quotidiane. Venduto per fi ere e mercati da cantastorie e venditori ambulanti, il Bar-banera si acquistava ogni anno a partire da settembre. Dalla metà del XX secolo i diritti di pubblicazione del calendario, dell’almanacco e del lunario di Barbanera sono di proprietà dell’Editoriale Campi. I principali canali di diffusione sono le edicole, le librerie, l’omaggio diretto da parte di aziende ai

Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffi gurato con i suoi “strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca:

un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografi ca ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo almanacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale. Una delle prime edizioni di questo piccolo frammento di cultura popolare italiana, quella edita nel 1762 a Foligno in un unico foglio (“Discorso generale del famoso Barbanera per il 1762”, edito da Pompeo Campa-na), è conservata nel museo della Fondazione Barbanera, che ora ha sede a Spello nel bel complesso rurale di San Giuseppe chiamato “Casa di Barbanera”, immerso nella campagna umbra e circondato da un giardino all’italiana e da un ricco orto botanico. Nel museo allestito dalla famiglia Campi, titolare della casa editrice di Foligno (che ora ha sede nel complesso di Spello), sono ammirabili tanti pezzi unici che permettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, perchè Barbanera è ancora molto ascoltato: le sue previsioni del tempo sono utili a chi deve scegliere, ad esempio, i giorni giusti per la semina dei campi, e vengono seguiti anche i suoi tanti consigli, legati all’agricoltura ma anche al “fai da te” domestico in materia di piante, ortaggi, frutta e altro. E poi i consigli su salute e benessere, alimentazione, oroscopi...

Il calendario, l’almanacco e le tante altre pubblicazioni di Barbanera, orgoglio della famiglia Campi, costituiscono tutt’oggi un piccolo grande patrimonio di conoscenza, o me-glio un distillato di saggezza contadina. Sì, perchè è sempre valido il motto “Gli astri il sole e ogni sfera or misura Barba-nera, per poter altrui predire tutto quel che ha da venire”.

Giambattista Campitelli (1780-1824) fu il primo editore tipografo a proporre una versione del Barbanera in opuscolo o libretto di una sessantina di pagine (il formato che poi si affermerà fi no ai giorni nostri): il primo di cui si ha notizia è del 1793 e identifi ca Barbanera come astronomo parigino. Giovambattista Bocci Campitelli riuscì, alla fi ne del XIX secolo,

IN COPERTINA L’EX BACHIFICIO ORA SEDE DELLA REDAZIONE DELL’EDITORIALE CAMPI. SEGUONO: IL CALENDARIO LUNARIO 2014 E IL FRANCOBOLLO CHE POSTE ITALIANE DEDICÒ A BARBANERA. QUINDI: SCORCI DEL PARCO E SALE DELL’ARCHIVIO STORICO DELLA FONDAZIONE. IN ALTO: SPELLO, L’ORTO BOTANICO DI SAN GIUSEPPE E UN’EDIZIONE STORICA DELL’ALMANACCO

A SPELLO NELLO SPLENDIDO COMPLESSO RURALEDI SAN GIUSEPPE (UN EX BACHIFICIO CON IL SUO PARCO)È STATA REALIZZATA LA CASA DI BARBANERADOVE LA FAMIGLIA CAMPI OLTRE A REALIZZAREI CELEBRI ALMANACCHI E LUNARI, FAMOSI DAL ‘700E OGGI DISTRIBUITI IN 2.500.000 COPIEHA CREATO UNA FONDAZIONE NEL CUI ARCHIVIO SONO ILLUSTRATI OLTRE 250 ANNI DI STORIA POPOLAREDA VISITARE ANCHE IL PREZIOSO ORTO-GIARDINO

IL VOLUMETTO CARO A D’ANNUNZIO

Nel magico mondo di Barbanera

UMBRIA

propri clienti quale strenna di fi ne anno, per un totale di oltre 2.500.000 copie. La raccolta di documenti legati alla fi gura di Barbanera, alla sua tradizione e al mondo degli almanac-chi e dei calendari in genere, ha portato alla costituzione di un archivio storico all’interno della Fondazione Barbanera 1762 che contiene oltre 6.000 almanacchi italiani ed esteri pubblicati dal XVII secolo ad oggi, oltre a 15.000 documenti di vario genere (pensieri, recensioni, bossi tipografi ci, bozze di stampa, fotografi e, aneddoti, curiosità) riguardanti Barba-nera, la sua storia, la sua fortuna e il legame con la cultura popolare e almanacchistica italiana e non solo.

Quest’anno, accanto al nuovo Almanacco 2014 in edi-cola da metà novembre e al Calendario-Lunario, Barbanera ha in serbo una novità: un calendario speciale di cui il cibo è il vero grande protagonista. “Barbanera dei cibi felici”, realizzato in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia.

Mese per mese e stagione per stagione, una vera festa del cibo, con consigli, ricette, proverbi, il dolce o la frittella del santo e le regole di una sana alimentazione. Un calendario lunario, dove la Luna sarà attenta alleata nell’orto e in cuci-na, un allegro vademecum per tutto l’anno, un caro amico cui affi darsi ogni giorno per godere di un cibo sano, buono, genuino, che non si spreca. Un cibo che sa anche raccontare la sua storia, ricordare tradizioni, simboli, usanze, per riscopri-re le meraviglie che portiamo ogni giorno in tavola.

La Fondazione Barbanera 1762 nasce con l’obiettivo di raccogliere, conservare e valorizzare con attività di ricerca, espositive ed editoriali la grande tradizione almanacchistica europea, che ha in Barbanera il suo più autorevole erede e continuatore. A partire dallo studio dei documenti conservati presso l’Archivio Storico (oltre 50mila tra lunari, almanacchi e altre testimonianze di editoria popolare dal XVI secolo ad oggi: c’è pure la lettera con cui Gabriele D’Annunzio defi nì il Lunario che teneva sempre sul comodino “Il fi ore dei tempi”), si occupa della diffusione dei valori di una tradizione attenta a interpretare i segni del tempo, che si ispira a uno stile di vita in armonia con i cicli stagionali e che guarda al rapporto tra cielo-terra-uomo e al saper fare come quotidiano esercizio al buon vivere. La Fondazione ha sede a Spello nel-lo stesso complesso rurale, il San Giuseppe, che ospita la sede dell’Editoriale Campi, storica casa editrice del Barbanera. La visita guidata al complesso di Spello consente di ammirare anche la villa padronale (un ex bachifi cio) e i giardini. Il complesso si estende su sette ettari. Da lì si gode anche una splendida vista sul borgo di Spello, la cittadina dove Pinturicchio ha affrescato la Cappella Baglioni, opera che qualcuno ha defi nito “la cappella Sistina dell’Umbria”. Info: www.barbanera.it - [email protected]

35Sì, viaggiare

Page 36: Rovigo ott2013 n137

36 Crucipiazza

Giochi e tantodivertimento!Questa pagina èofferta da:

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I Colmi

• Qual è il colmo per un falegname? Essere licenziato in tronco.• Qual è il colmo per un computer? Non avere programmi per la sera.• Qual è il colmo per due scheletri? Esse-re amici per la pelle.• Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso.• Il colmo per un riccio? Non saper dire battute pungen-ti.• Qual è il colmo per un dipendente ENEL? Essere in bolletta.• Qual è il colmo per un robot? Essere svitato.• Qual è il colmo per una sveglia? Avere le ore contate.• Qual è il colmo per uno scultore? Lavo-rare sotto il sole che spacca le pietre.• Qual è il colmo per un paio di scarpe? Le-varsi dai piedi.• Qual è il colmo per

una radice? Essere quadrata.• Qual è il colmo per due gatti? Non capirsi per un pelo.• Qual è il colmo per un geometra? Allena-re una squadra.• Qual è il colmo per un gigante? Non es-sere all’altezza della situazione.• Qual è il colmo per una giostra? Essere presa in giro.• Qual è il colmo per una giraffa? Essere nei guai fino al collo.• Qual è il colmo per una foglia? Diventare protagonista di “Via col vento”.• Qual è il colmo per un fornaio? Trovare pane per i propri den-ti.• Qual è il colmo per una gallina con la feb-bre? Fare le uova sode.• Qual è il colmo per un riccio? Avere una spina nel fianco.• Qual è il colmo per un musicista? Non ca-pire un piffero.

1) Sede BMW;2) Oktoberfest;3) Hofbräuhaus;4) Frauenkirche.

Soluzioni:

Un giretto a Monaco di Baviera

Aforismi sull’Amore

• Se tu non mi ami, non im-porta. Sono in grado di amare per tutti e due.• L’amore è più temerario che l’odio.

AMATO - ATTORECALCIATORE

CASA - DEBUTTODOPPIATOREFIGLIA - FILM

FRIDA - MADRIDMALAGA - MAMBO

MATADORMODELLO

MORO - SHREKSTATI UNITI

VAMPIRO

Antonio Banderas Il Puzzle

Chiave (8) - Ha recitato nel film....................................................................................

Sapete riconoscerequesti posti?

1) .........................................................

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1 2

3 4

l’INTARSIO

3 LETTERECRI - IME - LED - OCC - PRORIN - SIR - SUL - UMO4 LETTERENOME5 LETTEREMEDIA - MUTUO6 LETTEREAZIONI - CIVILE - COMUNEERARIO - GRANDE - INIZIOLOCALE7 LETTERECLIENTI - CONSUMOFALLITA - PICCOLA8 LETTERECAPITALE - NO PROFIT9 LETTEREGIURIDICO10 LETTEREPRODUZIONE

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IL DIRITTO DI CAMBIARE

Page 37: Rovigo ott2013 n137

CUCINA

FARROTTO ALLA ZUCCA CON BRESAOLA CROCCANTEORMAI NEL PIENO DELLA STAGIONE AUTUNNALE, LA ZUCCA NE È UNO DEI PRODOTTI PIÙ RAPPRESENTATIVI.PROPONIAMO QUINDI UN DELICATO FARROTTO, PROFUMATO CON AGHI DI ROSMARINO

FRESCHI. ABBIAMO AGGIUNTO CROCCANTE BRESAOLA AL POSTO DEL PIÙ SCONTATO SPECK, INFATTI HA UN SAPORE MENO INTENSO, CHE MEGLIO SI È COMBINATO CON QUELLO DI ZUCCA E ROSMARINO.UNA VARIANTE RISPETTO AL CLASSICO RISOTTO, PER UN PIATTO ALTRETTANTO GUSTOSO E RICCO.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 385G FARRO

2 SPICCHI DI ZUCCA MANTOVANA (CIRCA 360G)30G BRESAOLA A FETTE

1/4 CIPOLLA BIANCA

20G PECORINO ROMANO GRATTUGIATO

2 CUCCH MOSTARDA DI MELE COTOGNE

2 DADI VEGETALI OLIO EVO

ROSMARINO

SALE

CUOCERE LA ZUCCA NELLA VAPORIERA.AFFETTARE LA CIPOLLA E SOFFRIGGERLA NELLA PENTOLA CON L’OLIO, VERSARE LA ZUCCA E FAR INSAPORIRE.UNIRE POI IL FARRO E PORTARE A COTTURA CON I DADI E L’ACQUA. AGGIUNGERE IL ROSMARINO, LA MOSTARDA E REGOLARE DI SALE SE NECESSARIO.FAR ABBRUSTOLIRE LE FETTE DI BRESAOLA IN UNA PADELLA ANTIADERENTE.MANTECARE IL FARRO CON IL PECORINO ED UNIRE LA BRESAOLA SMINUZZATA.SERVIRE DECORANDO CON QUALCHE AGO DI ROSMARINO FRESCO.

MANUELA E SILVIA BIZZO

COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO SOGNO D’AUTUNNO

INGREDIENTI:INGREDIENTI: 6/10 VODKA WIBOROWA, 2/10 AURUM, 2/10 BANANA D.KUYPER, GOCCE BLU CURACAO BOLS, CHUCCHIAINO DI GELATO AL LIMONE.SHAKERARE CON GHIAGGIO E SERVIRE NELLA COPPA COCKTAIL CON ALCUNE GOCCE DI SCIROPPO DI ROSA FABBRI. IL COLORE È UN QUADRO FUTURISTA, IL PROFUMO È DI COMPOSTA DI FRUTTA, IL SAPORE È AVVOLGENTE, PIACEVOLMENTE DOLCE. UN COCKTAIL DA DOPO CENA.

by Paolo Marani

PAOLO MARANI [email protected] MESSAGGIO PUBBLICITARIO

LA RICETTA

SEMIFREDDO ALL’ANICE STELLATO

INGREDIENTI BISCOTTO: 60 GR. DI ALBUMI, 60 GR. DI ZUCCGERI, 12 GR. DI FARINA 00, 24 GR. DI FARINA DI MANDORLE, 24 GR. DI BURRO FUSO. SEMIFREDDO: 125 GR. DI LATTE, 3 ROSSI D’UOVO, 100 GR. DI ZUCCHERO, 40 GR. DI ACQUA, 40 GR. ACETO DI LAMPONI, 24 BELLE FRAGOLE, UN PICCOLO CORNETTO CON CIOCCOLATO FUSO.ESECUZIONE BISCOTTO: A NEVE I BIANCHI, MESCOLARE LE DUE FARINE, LO ZUCCHERO E SETACCIARLI NEI BIANCHI MESCOLANDO DELICATAMENTE, UNIRE PER ULTIMO IL BURRO E METTERE IN UNA PLACCA ANTIADERENTE - RIVESTITA DI CARTA FORNO, IMBURRATA E INFARINATA - DI CM. 25 X15. CUOCERE PER 20 MIN. A 160°. QUANDO SARÀ COTTO, GIRARE IL BISCOTTO SU UN TAGLIERE E FARLO RAFFREDDARE. SEMIFREDDO: BOLLIRE IL LATTE ED UNIRE L’ANICE, LASCIARE IN INFUSIONE 1 ORA; SBATTERE I ROSSI CON METÀ ZUCCHERO, FAR RIBOLLIRE IL LATTE, VERSARE L’ALTRA METÀ DI ZUCCHERO SUI ROSSI E MESCOLARE, RIMETTERE SUL FUOCO E PORTARE A CIRCA 90°, FINO AL PRIMO ACCENNO DI BOLLORE. FILTRARE CON UN COLINO E SBATTERE VELOCEMENTE CON UNO SBATTITORE PER 15 MIN.: DIMINUIRE LA VELOCITÀ E CONTINUARE A SBATTERE PER ALTRI 15 MIN., FINO A COMPLETO RAFFREDDAMENTO, METTERE IN FRIGORIFERO PER ALMENO MEZZ’ORA MA NON PIÙ DI 2 ORE PER PORTARE AD UNA TEMPERATURA BASSA. TRASCORSO QUESTO TEMPO MONTARE LA PANNA PER UNIRLA AL COMPOSTO. COPPARE IL BISCOTTO NELLA FORMA DEGLI STAMPINI CHE ANDRANNO A CONTENERE I SEMIFREDDI, DIVIDERE IL COMPOSTO IN 4 STAMPINI E GIRARVI SOPRA I PEZZI DI BISCOTTO. METTERE IN CONGELATORE A -18° PER ALMENO 2 ORE. CARAMELLARE LO ZUCCHERO CON L’ACQUA, BAGNARE CON L’ACETO DI LAMPONI E CUOCERE FINO A COMPLETO SCIOGLIMENTO DEL CARAMELLO, TENERE IN DISPARTE MA SEMPRE NELLA PENTOLA. GIRARE I SEMIFREDDI SU 4 PIATTI, SCALDARE IL CARAMELLO ALL’ACETO DI LAMPONI ED UNIRVI LE FRAGOLE, LAVATE E PRIVATE DEL PICCIOLO, FARLE INTIEPIDIRE E DISPORLE ATTORNO AI SEMIFREDDI CON UN PÒ DI SCIROPPO, UNA GUARNIZIONE DI CIOCCOLATO AMARO E UNA FOGLIA DI MENTA.

Salotto e ristorante - Piazza garibaldi, 6 Adria - www.terrazzainpiazza.it

23CUCINA

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

37A tavola

Page 38: Rovigo ott2013 n137

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO SARETE UN PO’

MENO ALGIDI E MOLTO PIÙ SCIOLTI NELL’ESTERNARE I

SENTIMENTI. LANCIATE IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO · SALUTE SARETE MOLTO SCATTANTI E CURIOSI CIÒ VI FA APPARIRE ASSAI PIÙ GIOVANI. CERCATE DI NUTRIRE CORPO, MENTE E SPIRITO

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO RECU-

PERERETE GRINTA E SEX-APPEAL. I SENTI-

MENTI PRENDERANNO STRADE APERTE E LINEARI: BANDO ALLE DIETROLOGIE · SALUTE ABITUDINI PIÙ SALUTARI, QUALCHE ATTIVITÀ ALL’ARIA APERTA E TRATTAMENTI LINFODRENANTI SORTI-RANNO EFFETTI MIRACOLOSI

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO SARETE SPUMEGGIANTI E VITALI, PERFETTAMENTE IN LINEA

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CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO L’AMORE

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ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO BELLI NEL CORPO E NELLO SPIRITO,

ATTIRERETE STUOLI DI AMMIRATORI, CON OTTIME OPPORTUNITÀ DI SVAGHI E NU-OVE CONOSCENZE · SALUTE LA GRINTA DI CUI SARETE PROVVISTI VI AIUTERÀ A FARE INCETTA DI TRAGUARDI O PER SEN-TIRVI AL RIPARO DA PROBLEMI VARI

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO VI

FARETE DESIDER-A R E MOLTO, ATTENTI PERÒ A NON TIRARE TROPPO LA CORDA POTRESTE PERDERE QUALCOSA DI IMPOR-TANTE · SALUTE GRANDE RECUPERO DI ENERGIA E VOGLIA DI FARE. SFRUTTATE LE BELLE GIORNATE PER RICARICARVI A CONTATTO CON LA NATURA

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RISERVERETE

L E VOSTRE MIGLIORI DOTI INTELLETTUALI ED ESPANSIVE AI RAPPORTI CONSOLIDATI. DIFFIDATE DEL MORDI E FUGGI · SALUTE EVITATE STRAPAZZI E ALIMENTAZIONE DISORDINATA, E CURATE PARTICOLARMENTE IL RIPOSO E IL RIL-ASSAMENTO

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO NUOVO SLANCIO PER DINAMIZZARE I MÉNAGE

PIÙ ABITUDINARI PROPOSITIVI NEI CONFRONTI DI EVENTUALI NUOVE AMICIZIE · SALUTE BUONI STIMOLI PER RENDERE CONTINUATIVO L’IMPEGNO NEL FITNESS, E I BUONI PROPOSITI CON OT-TIMI RISCONTRI

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO AVRETE VOGLIA DI FARE PRO-GETTI E DI SUPERARE BARRIERE O DISTANZE. FATELO, È QUESTO IL

TEMPO GIUSTO PER AGIRE · SALUTE SARETE IN FORMA SCATTANTE: CAPELLI BELLISSIMI, GAMBE TONICHE E LEGGERE. OCCHIO ALLA BRILLANTEZZA MENTALE, ENTUSIASMO!

VERGINEDAL 24/08AL 22/09FASCINO L’EROS PARTIRÀ IN SORDINA, CON AVANCES

PASSIONALI ALTERNATE AD ENIGMATICI DISTACCHI. SI RECUPERA IN FRETTA · SALUTE DEDICATEVI A DIS-CIPLINE LEGATE AL MOVIMENTO E ALLA SOCIALITÀ: WALKING, GINNASTICA POS-TURALE, SPORT DI GRUPPO

OroscopoPRESENTATEVI ALLE PORTE

DELL’INVERNO CON DETERMINAZIONE E

COLORI SGARGIANTI

2238 oroscopo

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