Adeste 20 domenica 15 maggio 2016c

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D on LUIGI ORIONE, pr ete piemontese (Pontecurone - AL) è stato definito da Pio XII "Apostolo della carità, padre dei poveri, benefattore dell'umanità afflitta ed abbando-

nata". Papa Giovanni Paolo II, che lo dichiarò beato nel 1980, disse di lui "Ebbe il cuore e la tempra dell'Apostolo Paolo. Nato nel 1872 da famiglia povera, imparò presto e sperimentò la vita del povero, aiutando la madre nei lavori dei campi ed il padre nella dura fatica del selcia-tore di strade. Una vita avventurosa che lo vide prima, a 13 anni, aspirante Francescano a Voghera, dove per grave ma-lattia viene dimesso dopo appena sei mesi; poi aspiran-te Salesiano a Torino (vi conosce Don Bosco, ne diven-ta, per i tre anni di ginnasio, alunno e lo assiste sul letto di morte). Don Bosco gli rimarrà sempre nel cuore co-me punto di riferimento per la purezza, l'amore alla Madonna e al Papa e soprattutto ai ragazzi. Tornato in famiglia, entra nel seminario di Tortona ove, per pagar-si la retta, dorme sul voltone del duomo e fa il sacresta-no. Lì diventa prete, ma, col permesso del Vescovo Mons. Igino Bandi dà vita ad una sua fondazione . E' ancora seminarista, ha 20 anni: inizia con un orato-rio festivo per ragazzi. A 21 anni, studente di teologia, apre un collegio per adolescenti poveri che non posso-no frequentare il seminario vescovile. Per avviare al lavoro ragazzi orfani apre colonie agri-cole e pensa, in un primo tempo, di farle guidare da un ramo di consacrati che chiama Eremiti della Divina Provvidenza. Il Vescovo di Tortona, Mons. Bandi, nel 1903 dà l'ap-provazione diocesana all'opera di Don Orione che si chiamerà Piccola Opera della Divina Provvidenza, avrà come motto la frase di San Paolo "Instaurare omnia in Christo" (ricapitolare tutto in Cristo) e come programma "Gesù, Papa, Ani-me, Maria". Il Papa Pio X lo stimò molto, ne ricevette la professione per-petua (I Voti di castità, povertà, obbe-dienza) e gli affidò compiti importan-ti, specialmente in occasione di gravi calamità quali il terremoto di Messina (1908), e della Marsica (1915). Lo nominò Vicario Generale di Messi-na, dove ebbe anche tante prove e sofferenze: nei due terremoti, accor-se per soccorrere in modo particolare i tanti bambini rimasti orfani per la grave targedia e per essi aprì alcuni Istituti. I primi suoi seminaristi di-ventarono suoi collaboratori ancora durante i loro anni di studio, Don Orione li coinvolgeva nell'assisten-zadei poveri. "Fabbricati" i suoi primi preti, pensò subito alle missioni e nel 1913 ne invia alcuni ad aprire una tenda in Brasile, poi in Pale-stina, a Rodi ... Dal 1915 dà inizio anche ad una fonda-zione femminile che si articolerà presto in tre rami (Piccole Suore Missionarie della Carità, Suore Sacra-

mentine Adoratrici non ve-denti e Suore Contemplative del SS.mo Crocefisso). Con le Suore inizia l'attività cari-tativa dei Piccoli Cottolengo per i poveri più poveri, di ambo i sessi, abbandonati, malati, rifiutati e senza pos-sibilità di assistenza. Fece suo il motto "La nostra Carità non serra porte" e sta-bilì che a chi bussa alle sue Case non si chieda se ha sol-di o se è credente, ma solo se ha un dolore. Altre Case aprì in Polonia (1923), poi negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Albania e, personalmente, nel 1921 e nel 1934, in Sudamerica per attivare istituzioni a servizio degli emigranti, degli orfani e dei poveri. Amò e divul-gò l'amore più tenero alla Madonna (per lei costruì il grande Santuario-Basilica della Madonna della Guardia in Torto-na) ravvivando le devozioni popolari, rilevando chiese abbandonate o cadenti per ridonarle al culto. Lavorò moltissi-mo per riportare alla Chiesa sacerdoti vittime del mo-dernismo ed anche sacerdoti in difficoltà. L'ultima sua opera, nel 1939, a Genova per signore Nobili, ma per varie circostanze ridotte in povertà e abbandono. Morì a Sanremo il 12 marzo 1940, all'età di 68 anni, lasciando un grande rimpianto ed una ragguardevole costellazione di opere: 120 Istituti, 820 religiosi

(Sacerdoti, Fratelli Coadiutori, Ere-miti). Di questi, i sacerdoti erano 220; le suore erano alcune centinaia. Umile, dimesso, attivissimo nono-stante la condizione di una salute precaria, capì ed interpretò la pover-tà del suo tempo ed ebbe intelligente conoscenza della storia e del suo cammino: il suo carisma è ancora attuale e fresco. Si era proposto, e lo fece con tutto l'ardore, il progetto di aiutare il povero, le classi lavoratri-ci, nel binomio religione-patria. Alle sfide del liberalismo, del so-cialismo e del positivismo tese a scristianizzare la società, oppose il linguaggio della carità. Don Orione fece suo l'anelito di Cristo "Siano tutti una cosa sola". Nelle Costituzioni della sua Con-gregazione è scritto: "E' proprio del nostro Istituto l'impegno di prega-re, lavorare e sacrificarsi per ripri-stinare, nella Chiesa, l'unità spezza-ta e favorire con ogni mezzo quello

slancio ecumenico che lo Spirito ha suscitato nella sua Chiesa". Giovanni Paolo II dopo la beatificazione nel 1980, lo canonizzò il 16 maggio 2004.

San Luigi Orione riposa a Tortona (Al)

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::: I suoi insegnamenti per esempi::: L'asino e don Orione

LLLL ’asino è stato da sempre l’amico della povera gente’asino è stato da sempre l’amico della povera gente’asino è stato da sempre l’amico della povera gente’asino è stato da sempre l’amico della povera gente. Narra

una leggenda popolare greca: Satana si oppose fin dall’inizio

a Dio; creata da Dio una cosa, Satana tentava di contrappor-

gliene un’altra; fu così che un giorno egli fece un asino. Ma

non fu capace di dargli la vita. Allora si mise in cammino, andò

dal Signore, chiedendo: «Dagliela tu, la vita». Dio l’ascoltò, ma a

suo modo: «Alzati, asino – disse – e sii d’ora in avanti il braccio

destro del povero». Continua la leggenda: i poveri, che non pos-

sono mantenere un mulo o un cavallo, possiedono un asino. Lo

caricano di fascine di legna, e gliele fanno portare a casa; lo carica-

no di grano, e lo porta al mulino; lo caricano di concime, e l’asino

lo porta nei campi. L’asino è il loro migliore aiuto; senza di lui la

vita dei poveri sarebbe troppo dura. Che dire ora, se persone di

grande valore si propongono di essere nient’altro nella vita che

“asinelli” dei poveri? Ignazio Silone, in una pagina indimenticabi-

le, racconta come incontrò, lui ragazzo, che da Roma doveva pas-

sare in un collegio ligure, don Luigi Orione alla stazione. Notò,

per badare a lui e ad altri ragazzi, un piccolo prete qualsiasi; si in-

dispettì per il fatto che non fosse venuto il famoso don Orione in

persona, e lasciò che il prete si caricasse delle sue valigie e dei suoi

fagotti, senza alzare un dito per aiutarlo. Una volta in treno, il

piccolo prete gli chiese, se desiderava un giornale. «Sì, l’“Avanti!”»,

rispose Silone in tono provocatorio. Il prete scese dal treno, poco

dopo riapparve e gli portò l’“Avanti”. Più tardi, sempre in treno,

il ragazzo chiese: «Perché don Orione non è venuto?». Risposta:

«Sono io don Orione, e scusami se non mi sono presentato ».

«Rimasi male – confessa Silone – mi sentii spregevole e vile..., bal-

bettai alcune scuse per avergli lasciato trasportare le mie valigie e

il resto. Egli sorrise e mi confidò la sua felicità di poter talvolta

portare valigie per ragazzi impertinenti come me... Mi confidò

anche: «La mia vocazione sarebbe di poter vivere come un auten-«La mia vocazione sarebbe di poter vivere come un auten-«La mia vocazione sarebbe di poter vivere come un auten-«La mia vocazione sarebbe di poter vivere come un auten-

tico asino di Dio, come un autentico asino della provvidenza».tico asino di Dio, come un autentico asino della provvidenza».tico asino di Dio, come un autentico asino della provvidenza».tico asino di Dio, come un autentico asino della provvidenza».

Bello, specialmente oggi, quando i poveri sono tanti, tanti anche

coloro che parlano o scrivono per gli “emarginati”, ma pochi so-

no gli autentici “asinelli” che accettano di caricarsi dei fardelli degli

altri. Che pena, a volte, trovare famiglie, che potrebbero tenere

senza gran disagio i loro vecchi a casa, e invece se ne sbarazzano,

“scaricandoli” alla casa di riposo. Tante volte, lo so, non è possibi-

le fare diversamente. Ma, allora, è doveroso

stare vicini a questi congiunti con le visite, con

l’affetto: spesso, invece, non si va mai o quasi

mai a trovarli, lasciandoli nel dolore di sentirsi

dei dimenticati.

O.O. 8, 339 O.O. 8, 339 O.O. 8, 339 O.O. 8, 339 (Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I)

GIOVANNI PAOLO IGIOVANNI PAOLO IGIOVANNI PAOLO IGIOVANNI PAOLO I (Papa dal 03/09/1978

al 28/09/1978).

Albino Luciani nasce a Forno di Canale (ora Ca-nale D'Agordo), diocesi di Bellu-no, il 17 ottobre 1912, da Gio-vanni Luciani e Bortola Tancon. Nel 1923 entra nel Seminario

Minore di Feltre, poi, nel 1928, in quello di Belluno. Il 7 luglio 1935 riceve l'ordinazione sacerdotale. Svolge il suo ministero come cap-pellano della parrocchia del suo paese natale e poi in quella di Agordo. Nel 1937 è nominato Vi-cerettore del Seminario di Belluno. Il 27 Febbraio 1947 si laurea in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 1954 viene nomi-nato Vicario Generale della diocesi di Belluno e il 15 dicembre 1958 Vescovo di Vittorio Veneto. Il 15 dicembre 1969 è nominato Patriar-ca di Venezia. Morto Paolo VI, il 26 agosto 1978 viene eletto 263° successore di San Pietro, prenden-do per la prima volta nella storia dei papi un doppio nome: Giovan-ni Paolo. È tornato alla Casa del Padre il 28 settembre 1978, dopo 33 giorni di pontificato.

Don Orione cavalca un asino. Sul margine basso della foto, Don

Orione scrive di pugno suo: “ Lui ed io siamo...due”

Ecco qua “ L’asino della Divina Provvidenza”

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Ê uno dei più famosi episodi della vita di don Orione predicato-re. Lo raccontò egli stesso più volte. Gli cediamo volentieri la parola. « La misericordia dì Dio è più grande del

cielo, è più grande del mare; la misericor-dia di Dio è più grande dei nostri peccati. Tanti anni fa, predicavo le missioni a Ca-

stelnuovo Scrivia. Castelnuovo si può dire che è stato il mio campo di battaglia: spesso vi predìcai per feste, novene, quaresìmali e vi feci parecchie missioni, tanto che ero chiamato "il predicatore". Allora ero più gio-vane e forte: facevo quattro prediche al giorno e alla sera confessavo per ore e ore. E la gente mi voleva bene, e anche adesso ci vo-gliamo bene; quelli di allora sono morti ma, forse per il ricordo del po' di bene che là si è fatto, ora ci ricordano ancora volentieri. A Castelnuovo mi avvenne, dunque, questo fatto. Era arrivata l'ultima sera di predicazione, che finiva per la festa dell'Immacolata. Avevo parlato, quella sera, sulla confessione: la chiesa, che è più grande del duomo di Tortona, lunga uguale ma più larga, era piena: tutta una testa. Durante la predica, non so neppur io come, o senza che me ne fossi accorto, perché non avevo mai pensato ad una simile cosa, mi uscì una espressione alla quale non avevo prima riflettuto. Dissi: "Se anche qualcuno avesse messo il veleno nella scodella di sua madre e l'avesse così fatta morire, se è veramente pen-tito e se ne confessa, Dio, nella sua infinita misericor-dia, è disposto a perdonargli il suo peccato...". Finita la predica, mi fermai a confessare fino a mezza-notte; poi andai in sacrestia e là c'era altra gente che voleva confessarsi; c'erano altri confessori, ma tutti volevano confessarsi da me, sapevano che avevo la manica larga..., e poi perché tanti amano confessarsi da un forestiero: dal parroco o dal curato, che li cono-scono, non vanno a dire certi peccati... Al mattino c'e-ra già stata la comunione quasi generale, ma alla sera, dopo la benedizione col crocifisso, ritornando in sa-crestia, il predicatore trovò che ancora c'erano tanti uomini che, toccati dalla grazia di Dio, dall'ultima predica, si volevano confessare. Sicché finii di confes-sare molto tardi. Dovevo tornare a Tortona perché avevo da insegnare, da far scuola: in quel tempo face-vo scuola d'italiano ai nostri ragazzi. Benché stanco, mi avviai sulla strada che da Castelnuovo Scrivia vie-

ne a Tortona. Il tempo era pessimo: si era d'inverno e c'era all'intorno tutto coperto di neve, la neve era alta, anzi nevicava. Io m'incamminai, a piedi, si capisce.... a quell'ora non c'era più il tram; ed io del resto facevo spesso quei nove-dieci chilometri a piedi. Avvolto nel mio man-tello, uscii dal paese senza che si vedesse anima viva: erano tutti a letto, era notte alta, ero solo sulla strada. Ed ecco che, fuori dal paese, vedo muoversi davanti a me un'ombra nera, che si avvicinava verso il mio sen-

tiero, da in mezzo al bianco della neve. Era l'una dopo la mezzanotte. Era un uomo ammantellato, avvolto in un tabarro, con il cappello calcato sulla testa: camminava anche lui ver-so Tortona, ma in un modo che sem-brava aspettasse qualcuno. Ogni tan-to si voltava indietro e mi accorsi che l'aspettato ero io. "Basta, chissà che cosa mi va a capi-tare, che cosa vorrà!?". Pensai che fosse un cascinaio che tornava a casa dalla chiesa. "Vorrà forse derubar-

mi...: che cosa mi può prendere?..." Soldi veramente non ne avevo, perché andavo alla leggera...; se facevo la strada a piedi, era perché non avevo cinque lire per una carrozzella, oppure volevo risparmiarle per com-perare il pane ai miei ragazzi: certo ne avevo pochi...; avevo al più alcune lire: tutt'al più gli avrei dato quel-le. Tuttavia un certo timore l'avevo... Vi ricordate don Abbondio, quando incontrò i bravi? Anch'io feci l'esa-me di coscienza per vedere se avessi peccato contro qualcuno: dei peccati ne trovai, ma non di quelli che chiamassero vendetta dagli uomini. Come fare? Case, allora, in quel tratto di strada, non ce n'erano; ora vi sono, ma furono fabbricate dopo. In breve, perché camminavo svelto, raggiunsi l'uomo e, passandogli accanto, gli diedi la buona notte, pieno però di paura nel cuore, temendo che quel viandante fosse un poco di buono. Lo salutai per primo: "Buona notte, brav'uomo!". Qualche momento dopo, però, mi sentii chiamare; mi voltai e quello disse: "Reverendo, vorrei dirle una pa-rola...". "Siete anche voi di viaggio? Andate a Torto-na?...", dissi subito anch'io. "Veramente no ...".

Don OrioneDon OrioneDon OrioneDon Orione

“la Misericordia di Dio” “la Misericordia di Dio” “la Misericordia di Dio” “la Misericordia di Dio”

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"Allora aspettate qualcuno forse? Avete forse bisogno di qualche cosa?". "Veramente sì ...". Aveva detto due volte "veramente". Veramente no, veramente sì. "Ci siamo", pensai. "Senta, mi disse finalmente, lei è don Orione? è lei il predicatore? quello che ha predicato in chiesa stasera?", "Sì, brav'uomo...". L'avevo chiamato, capite, per la seconda volta, brav'uomo. Egli continuò: "Io ho sentito la sua ultima predica: lei questa sera ha detto una parola...". "Che parola?". "Lei stasera ha parlato della confessione, della misericordia di Dio...". "Sì...". "Ecco, vorrei sapere se quello che ha detto questa sera è proprio vero". "Ma sicuro! Credo di non aver detto nulla che non si trovi nel Vangelo. Io ho detto che il sacramento della confessione è stato istituito da Gesù Cristo; che dopo la sua resurrezione ha soffiato sugli apostoli dicendo: Ricevete lo Spirito Santo: a coloro ai quali rimetterete i peccati, saranno rimessi...". Io pensavo che egli volesse sapere se fosse vero che la confessione è stata istituita da Nostro Signore. "No, que-sto; non è questo che voglio sape-re...". "Che cosa allora?". "Io ero alla predica... Ma lei crede proprio a quello che predica, che ha det-to?". "Quello che predico, risposi, lo credo e, se non lo credessi, non lo predi-cherei". "Vorrei sapere, insistette l'altro, se è pro-prio vero che, se anche uno avesse messo il vele-no nella scodella di sua madre, potrebbe essere ancora perdonato del suo grande peccato...". Però non mi ricordavo proprio di aver detto quelle paro-le; tuttavia gli dissi: "Ma sì che è vero! Basta che sia veramente pentito, do-mandi perdono al Signore e si confessi; qualunque peccato, per quanto gros-so sia, sarà perdonato; se è pentito, ci sarebbe per lui misericordia e perdo-no...". "Allora, disse, io sono proprio quello che ha messo il veleno nella scodella di mia madre: vi era discordia fra mia mo-glie e mia madre, ed io ho ucciso mia madre... Posso ottenere perdono? ...". E si mise a piangere. Mi raccontò la sua storia, e poi mi si gettò ai piedi: "Padre, mi confessi, mi confessi: io sono proprio quel-

lo della scodella...". Poi soggiunse: "Da quel momento non ho avuto più pace. Sono tanti anni...". Pensate che quell'uomo aveva potuto portare sempre con sé il suo terribile segreto; la giustizia umana nulla sapeva; nes-suno aveva mai dubitato di nulla su di lui, ma il rimor-so c'era... Era già di età. Quanto dico me lo disse fuori di confessione: nessuno potrà mai individuare quella persona, che credo sarà morta. "Ebbene, gli dissi subi-to, confortandolo, per l'autorità ricevuta da Dio, io vi posso rimettere questo peccato. È tanto tempo che non vi confessate?". "Da allora non mi sono più confessa-to". "Venite qua". Mi avvicinai ad un paracarro, levai il cappello di neve che c'era sopra: anche per terra spazzai un po' di neve e dissi sedendomi sul paracarro: "Venite qua, confes-sate tutte le vostre colpe dall'età della ragione fino ad

ora, confessate anche quel peccato di aver messo il veleno nella scodella di vostra madre". Si inginocchiò e poi si confessò piangendo e gli diedi l'assoluzione; poi si alzò e mi abbracciava e strin-

geva, sempre pian-gendo, e non sapeva staccarsi da me, tan-ta era la consolazio-ne da cui era inon-dato... Anch'io pian-si e lo baciai in fronte e le mie lacri-me si confondevano con le sue... Volle accompagnarmi fi-no quasi a Tortona e, solo per le mie insistenze, tornò finalmente indietro, ed io continuai la mia strada con una grande consolazio-ne, con una gioia nel cuore che mai uguale provai nella mia vita. Io non so di dove fosse, se del paese o delle casci-ne; veniva alla pre-dica molta gente anche dalle cascine. Di lui non seppi più nulla. Arrivai a Tor-tona tutto bagnato;

quella notte mi levai le scarpe e mi gettai sul letto, e sognai... Che cosa sognai?... Sognai il cuore di Gesù Cristo; sentii il cuore di Dio, quanto è grande la mise-ricordia di Dio...» (DO 111, 121 ss.).

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N el 1991, Don Luigi Tibaldo e i primi Confratelli

si stabiliscono a Oradea in un ex convento e

celebrano la Santa Messa nella vicina chiesa di

Santa Maria, l’unica Messa ca�olica in lingua

rumena di tu�a la ci�à. Viene aperto, come fece Don Orio-

ne ancora chierico, un Oratorio, parola ed esperienza che

diverrà poi popolare in Romania, aperto a tu' ragazzi e po-

veri di ogni appartenenza religiosa.

Già dopo un anno, con l’acquisto di un vasto terreno nella

periferia della

ci�à, si avviano

i lavori di co-

struzione di una scuola che apre come “Liceo Don Orione” nel

1995. Oggi il Centrul Don Orione è frequentato da più di 400

alunni, con classi dalla scuola materna fino alle scuole superiori,

in un clima di convivenza ecumenica, esempio di posi2va inte-

grazione tra da ortodossi, greco-ca�olici, ca�olici romani ed

evangelici di varia denominazione. Tra le a'vità del Centro sono

ancora da segnalare l’Oratorio, frequentato quo2dianamente da

circa 100 ragazzi e il movimento Scouts che conta 150 membri.

A poca distanza dalla scuola, dal 2006, c’è la nuova chiesa parrocchiale di “Ognissan2”, in cui si lavora non

solo per la cura pastorale della comunità, nella liturgia e catechesi, ma anche a�raverso la carità dire�a alle

persone che vivono in un quar2ere poverissimo presso la discarica, a bambini con gravi problema2che fami-

liari, a persone con dipendenza da alcool.

Nel 1994 inizia un’a�vità carita�va a Bucarest, des2nata all’accoglienza di coloro che non hanno mai avuto

una vera e propria casa, prima con don Lazzarin prima e con don Graziano poi, avendo come centri di riferi-

mento la Chiesa Italiana di Via

Maghiero e il Centro “Don Orio-

ne” di Voluntari.

Nel se�embre del 1999 vengono

accolte a Voluntari 30 ragazze or-

fane ed alcune signore anziane:

da qui inizia la storia del Centrul Don Orione, inaugurato il 23 giu-

gno 2007. Il Centro ospita un centro per bambini e adul2 disabili, un centro diurno per bambini disabili, la

casa di riposo Don orione, la Chiesa dedicata a San Luigi Orione. Tu�o questo è stato realizzato sopra�u�o

con il sostegno dell’Italia mediante la Congregazione, vari amici e benefa�ori, la partecipazione di organismi

di solidarietà. Quasi nulla è venuto dall’amministrazione statale.

Nel 1998 a Iasi, ci�à di oltre 300.000 abitan2, capitale

della Moldavia, viene costruito un seminario, Manas2rea,

Monastero, su una vasta area di terreno prevedendovi

anche alcuni servizi di aiuto sociale. Accoglie una ven2na

di seminaris2 ed ha degli spazi apposi2 per poter accoglie-

re sia gruppi di giovani che adul2 per incontri vari (sia for-

ma2vi che spirituali). Vi sono poi degli spazi interni con

terreni da gioco esterni per un a'vità di oratorio fre-

quentato sopra�u�o da giovani e bambini di etnia rom,

tre case�e per giovani orfani o con genitori alcolis2 e un

centro per il recupero di persone alcool dipenden2.

La Congregazione di San Luigi Orione di Iasi è incaricata

dalla Fondazione Migrantes, organismo della C.E.I., per la pastorale dei migran� in Romania. A Bucarest ed a

Iasi la Congregazione si occupa della celebrazione domenicale della Messa in lingua italiana.

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C hi nel periodo estivo degli ultimi 8 anni, per qualsiasi motivo si è recato all’Istituto

San Luigi Orione di Iasi, ha potuto incontrare la Vil-ma, infaticabile volontaria del Movimento Laicale volontaria del Movimento Laicale volontaria del Movimento Laicale volontaria del Movimento Laicale Orionino Orionino Orionino Orionino che passava le sue vacanze a servizio di quella comunità.

Se volete però incontrare la Vilma ad ogni ora del giorno e per tutto l’anno ( eccetto il periodo ru-meno), andate in Italia al Piccolo Cottolengo a Mila-no ovvero nella Parrocchia di San Benedetto Abate annessa ( Ndr: dove dirige ora Don Valeriano) e non fallirete l’incontro perché lei passa là tutta la sua gior-nata in varie occupazioni. Ma la Vilma è una persona consacrata? No! La Vilma è una mamma di famiglia, purtroppo vedova ma con figli e nipoti ed una casa anche da mandare avanti. Ma dove trova tutta questa energia? Certamente c’è “lo zampino di San Luigi Orione”.. Basti pensare che ha passato i vent’anni da quasi 6 decenni….. Vilma ti aspettiamo in Romania Vilma ti aspettiamo in Romania Vilma ti aspettiamo in Romania Vilma ti aspettiamo in Romania anche questo 2016!anche questo 2016!anche questo 2016!anche questo 2016!

EEEECCOCCOCCOCCO LLLL’’’’ESPERIENZAESPERIENZAESPERIENZAESPERIENZA DELDELDELDEL 2015201520152015 CECECECE LALALALA RACCONTARACCONTARACCONTARACCONTA LEILEILEILEI STESSASTESSASTESSASTESSA

M ai co-me que-st'anno

ho fatto tardi nel deci-dere il periodo del mio consueto viaggio estivo in Romania. Rimandavo di setti-mana in settimana, facendo le solite con-siderazioni legate alla preoc-cupazione di non essere all'altezza del servizio che con tanta gioia mi porta ogni anno, e questo è stato l'ottavo, a condividere un pezzettino di vita familiare che quotidianamente si svolge presso quel seminario di Jasi. Poi, come sempre, ha vinto il desiderio di vi-vere ancora una volta la bellissima esperienza, il co-raggio di affrontare nuovamente il viaggio (forse an-che con una piccola dose di incoscienza ), di mettermi ancora in gioco per potere essere utile e, soprattutto, la volontà di vedere i ragazzi, di conoscere i nuovi entrati all'inizio di questo anno scolastico, di rincon-trare ormai parecchi amici, insomma, di far parte, an-

cora una volta, anche se per un breve periodo, di quel-la porzione di Famiglia Orionina che è il " mio" semi-nario. II mio servizio, inoltre, doveva essere in aiuto

alla Suora della cucina, quindi un apporto, e inve-ce... all'arrivo ho scoperto che sarei stata la "mamma" di casa, come al solito, del resto! La co-sa non mi ha colto del tutto di sorpresa e... ne sono stata anche contenta. L'atmosfera è quella di sem-pre, affettuosa, gioiosa, i ragazzi nuovi un po' timi-

di all'inizio, anche per il mio romeno pressoché inesi-stente nel sostenere una conversazione, al contrario del Direttore, don Alessandro, che ho trovato bravissi-mo, quasi padrone della lingua. Non faccio fatica ad ambientarmi, ormai, e subito mi sento "a"casa e "di" casa e questo grazie soprattutto all'accoglienza e alla grande disponibilità di tutti nel far sentire chiunque arrivi perfettamente a proprio agio. Ritrovo anche la piccola comunità di Suore di Maria Bambina, le assi-stenti sociali che seguono il progetto degli alcoolisti, e questi, in quel momento, presenti in numero di sei; insomma, ci sono proprio un po' tutti i componenti di quella grande famiglia che è stata anche la mia per il tempo in cui mi sono fermata. Anche quest'anno, ho partecipato, una domenica, alla giornata conclusiva di uno dei "grest" organizzati dai nostri seminaristi in una parrocchia fuori Jasi e più precisamente a Luncas. E' sempre una bella esperienza di comunione: la S. Messa concelebrata, molto partecipata e con grande

devozione - non ho mai visto le chiese così piene di gente come in Romania ! - tutti arrivano con grande anticipo e, nell'attesa, recitano il S.

Rosario; quanti bambini e giovani. di tutte le età e tutti pregano, cantano... Al temine della S.Messa la premiazione dei bimbi che a squadre hanno partecipato ai giochi del grest, poi il pranzo, ospiti del Parroco. Dopo i ringraziamenti e i saluti , si riparte e lungo la strada del ritorno lasciamo in famiglia qualcuno dei nostri ragazzi e così per me è l'occasione per conoscerne i genitori, sorelle o fratelli e non è la prima volta: sempre mi ha colpito la corte-sia, la premura, l'affettuosa accoglienza di quella gen-te. Il tempo è volato, le preoccupazioni iniziali sono svanite, dopo tutto anche quest'anno "è andata", e, credo anche bene! Deo gratias! (Vilma Rotoli)

VILMAVILMAVILMAVILMA Dalle Alpi ai Carpazi

DEO GRATIAS

IASI: sacerdoti, suore, chierici, seminaristi e Vilma

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(11.02.2014 Sabina Gobbo Famiglia Cristiana)

Q uando qualche anno fa, sono entrata al centro “Don Orione”, a Voluntari, per i-feria di Bucarest, sono rimasta impressiona-ta. In una stanza c'era tutta la sofferenza del

mondo, quella che fa più male, quella dei bambini, quella alla quale anche papa Francesco fatica a trova-re una spiegazione. Una ventina di bambini, dai 5 ai 15 anni, con handi-cap fisici e psichici, stavano lì, alcuni con le stampel-le, qualcuno seduto sul tappeto, altri allettati. Ales-sandro, sei anni, con disabilità motoria grave e un lieve ritardo mentale. Anca, tre anni e mezzo, con la sindrome di Down. Le due bimbe autistiche, invece, erano nella loro camera da letto, perché vivo-no in un mondo tutto loro. Poca empatia con gli altri bambini, nessuna empatia con me, persona estranea. Dura da accettare per me, abituata ad essere rincorsa da stuoli di bimbi africani. I piccoli ospiti del centro Orione sono perseguitati due volte dalla vita, perché, non bastasse la disabilità, che in Romania è ancora stigmatiz-zata, spesso sono abbando-nati, oppure orfani, a volte letteralmente prelevati dalle fogne della capitale. A Vo-luntari , grazie alle suore, della congregazione del-le Piccole Sorelle della Carità, ben temprate, perché hanno alle spalle l'esperienza del Cottolengo di Tori-no, i bimbi acquisiscono un minimo di autonomia: i meno gravi imparano a mangiare, camminare e parla-re. Per tutti, ci sono prima l'amore e le carezze, dopo vengono medicine e terapie. Ecco perché mi piace “It's Donkey Time”, il pro-getto della Onlus milanese Save The Dogs and Other Animals, avviato nel 2011. L'asinello ha un ruolo importante nella vita dell'uomo, specie da quando scalda Gesù bambino. E quattro asinelli oggi “scaldano” il cuore dei bimbi rumeni del “Don Orio-ne”. Animali sottratti a padroni che li maltrattavano, oppure abbandonati perché rendevano poco, o perché anziani. L'ani-male e il bambino: la stessa sorte. «I deboli sono deboli sempre, e vanno protetti - dice Sara Tu-

retta, fondatrice e presidente di Save The Dogs, un passato lavo-rativo in un'importante agenzia pub-blicitaria, fino alla scelta di cambiare vita. Alla gente di-ciamo che de-ve avere uno sguardo diver-so nei con-fronti degli animali, non di sfruttamento, ma

di mutuo soccorso, sinergia, collaborazione. E agli animali, considerati scarti, diamo una se-conda opportunità: diventare amici dei bambini bisognosi.

«Dal rapporto tra umani a due e quattro zampe, può nascere uno scambio carico di valori. Asini e bambini insieme possono fare cose straordinarie: combattere la disabili-tà e il disagio sociale. Ci sono, dun-que, due risvolti: un beneficio tera-peutico oggettivo e uno culturale, poiché contribuiamo alla sensibiliz-zazione della popolazione». Sui terreni della Congregazione, è

sorto un maneggio, dove si pratica - prima esperienza in Romania - la pet therapy con gli asini, detta onote-rapia. Occhioni grandi, orecchie lunghe, una schiena solida e comoda e, soprattutto, un temperamento dol-ce, di chi sa di svolgere un servizio fondamentale. I piccoli su quella schiena devono stare seduti bene, con il supporto di attrezzature speciali, magari anche con agganciata la sedia a rotelle. Gli asini provengono da Cernavoda, distretto di Co-stanza, dove Save The Dogs dal 2002 gestisce un ri-

fugio per animali. Due asini sono stati addestrati per l'equitazione, uno sport che aiuta il bambino a livello muscolare, gli altri due per interagire con i piccoli fantini, i quali, accarezzando quel pelo arruf-fato, ricevono stimoli psicologici positivi. Si rompe, così l'isolamento emotivo del bambino, e si avvia un percorso di miglioramento percetti-vo e sensoriale.

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Adeste 2016Adeste 2016Adeste 2016Adeste 2016---- 5°/205°/205°/205°/20

27 Febbraio 2016: 27 Febbraio 2016: 27 Febbraio 2016: 27 Febbraio 2016: il Superiore Generale della famiglia di San Luigi il Superiore Generale della famiglia di San Luigi il Superiore Generale della famiglia di San Luigi il Superiore Generale della famiglia di San Luigi

Orione, Don Flavio Peloso ha avuto un breve incontro con il Santo Orione, Don Flavio Peloso ha avuto un breve incontro con il Santo Orione, Don Flavio Peloso ha avuto un breve incontro con il Santo Orione, Don Flavio Peloso ha avuto un breve incontro con il Santo

PadrePadrePadrePadre: Sup.Gen.:Sup.Gen.:Sup.Gen.:Sup.Gen.: “Santo Padre, porto la comunione e la fedeltà della FamiGlia di Don Orione. Le siamo vicini con l’affetto e la preghiera”. PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO: “Oh, la Famiglia di Don Orione, Don Orione",“Oh, la Famiglia di Don Orione, Don Orione",“Oh, la Famiglia di Don Orione, Don Orione",“Oh, la Famiglia di Don Orione, Don Orione", ….ha commentato Papa Francesco con un cenno di chi guarda in su ad ….ha commentato Papa Francesco con un cenno di chi guarda in su ad ….ha commentato Papa Francesco con un cenno di chi guarda in su ad ….ha commentato Papa Francesco con un cenno di chi guarda in su ad esprimere ammirazione, devozione e qualcosa di caro.esprimere ammirazione, devozione e qualcosa di caro.esprimere ammirazione, devozione e qualcosa di caro.esprimere ammirazione, devozione e qualcosa di caro. PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO: "Come va la Famiglia di Don Orione”? "Come va la Famiglia di Don Orione”? "Come va la Famiglia di Don Orione”? "Come va la Famiglia di Don Orione”? Sup.Gen.:Sup.Gen.:Sup.Gen.:Sup.Gen.: ““““Tra poco avremo il Capitolo Generale. Speriamo di venirLa a incontrare”. PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO:PAPA FRANCESCO: “Bene, bene vi attendo. Dio vi benedica”.“Bene, bene vi attendo. Dio vi benedica”.“Bene, bene vi attendo. Dio vi benedica”.“Bene, bene vi attendo. Dio vi benedica”.

COMPOSIZIONE DELLA FAMIGLIA ORIONINA: La Piccola Opera della Divina Provvidenza fondata da

San Luigi Orione è come una pianta formata da tan2

rami, vivifica2 dall'unica linfa: l’amore alla Chiesa e al

Papa a�raverso le opere di carità.

• SACERDOTI

• EREMITI

• FRATELLI

• PICCOLE SUORE MISSIONARIE DELLA CARITÀ

• SUORE SACRAMENTINE ADORATRICI NON VE DENTI

• SUORE CONTEMPLATIVE DI GESÙ CROCEFISSO

• ISTITUTO SECOLARE ORIONINO

• MOVIMENTO LAICALE ORIONINO

• EX ALLIEVI, AMICI DI DON ORIONE • MOVIMENTO "TRA NOI", ISTITUTO "MARIA DI NAZARET"

• SERVIZIO ESPERTI VOLONTARI (SEV) - ORIONE 84

• MOVIMENTO ORIONINO DI VOLONTARIATO (MOV) • ASSOCIAZIONE ITALIANA NOMADI DELL'AMORE (AINA) • OBLATI ORIONINI

“ Resti ben determinato che la Piccola Opera è

per i poveri”.

(San Luigi Orione)

Scrive il Padre Superiore don Flavio Peloso:

…..Davanti all'urna di Don Orione, guarderemo anco-ra una volta quelle sue scarpe vecchie e sformate, con il buco nella suola. Guardando quelle scarpe ri-penserò a quanto ho ascoltato dalla Dot.sa Maria Venturini, dell'équipe medica del Prof. Mons. Gian-franco Nolli che trattò il corpo di Don Orione.

“Quando lo rivestivamo – racconta l'esperta anato-mopatologa -, i sacerdoti ci diedero un paio di scar-pe nuove per i suoi piedi. Gliele mettemmo ma, stranamente, al mattino le trovammo sfilate. Riprovammo la sera seguente e, al mattino, le vedemmo di nuovo uscite dai piedi. Don Ignazio Terzi, con una motivazione che a noi par-ve un po' devota, ci disse che forse Don Orione non voleva scarpe nuove, ma scarpe usate, da povero. Gli mettemmo un vecchio paio di scarpe. Gli calzarono bene. Sono quelle che ancora rimangono ai piedi di Don Orione”.

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Rimanere, insegnare, ricordare

I l Padre vi darà un altro 'Paràclito': nome che

significa 'Colui che è chiamato accanto', 'Uno

accanto a noi', a nostro favore, non 'contrò

di noi; perché quando anche il cuore ci accu-

si, ci sia qualcuno più grande del nostro cuore:

nostro Difensore. Perché quando siamo sterili e

tris2, sia accanto come vento che porta pollini di

primavera, come fuoco che illumina la no�e: Creatore e Consolatore. Perché quando siamo soli, di solitudine nemica,

sia colui che riempie la casa, il Dio vicino, che avvolge, penetra, fa volare ad altezze nuove i pensieri, dà slancio a ges2

e parole, sulla misura di quelli di Cristo.

Rimarrà con voi per sempre, vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà tu�o quello che vi ho de�o. Tre verbi pieni di bel-

lissimi significa2 profe2ci: «rimanere, insegnare e ricordare». Che rimanga con voi, per sempre. Lo Spirito è già qui, ha

riempito la casa. Se anche io non sono con Lui, Lui rimane con me. Se anche lo dimen2cassi, Lui non mi dimen2cherà.

Nessuno è solo, in nessuno dei giorni.

Vi insegnerà ogni cosa: lo Spirito ama insegnare, accompagnare oltre verso paesaggi inesplora2, dentro pensieri e co-

noscenze nuovi; sospingere avan2 e insieme: con lui la verità diventa comunitaria, non individuale.

Vi ricorderà tu�o: vi riporterà al cuore ges2 e parole di Gesù, di quando passava e guariva la vita e diceva parole di cui

non si vedeva il fondo.

Pentecoste è una festa rivoluzionaria di cui non abbiamo ancora colto appieno la portata. Il racconto degli At2 degli

Apostoli lo so�olinea con annotazioni precise: venne dal cielo

d'improvviso un vento impetuoso e riempì tu�a la casa.

La casa dove gli amici erano insieme. Lo Spirito non si lascia

sequestrare in luoghi par2colari che noi diciamo riserva2 alle

cose del sacro. Qui sacra diventa la casa. La mia, la tua, tu�e le

case sono ora il cielo di Dio.

Venne d'improvviso, e i discepoli sono col2 di sorpresa, non

erano prepara2, non era programmato. Lo Spirito non soppor-

ta schemi, è un vento di libertà, fonte di libere vite. Apparvero

lingue di fuoco che si posavano su ciascuno. Su ciascuno, su

ciascuno di noi. Nessuno escluso, nessuna dis2nzione da fare.

Tocca ogni vita, è creatore e vuole creatori; è fuoco e vuole per

la sua Chiesa coscienze accese e non intorpidite o acquiescen-

2.

Lo Spirito porta in dono un sapore di totalità, di pienezza, di

completezza che Gesù so�olinea per tre volte: insegnerà ogni

cosa, ricorderà tu�o, rimarrà per sempre. E la liturgia fa eco:

del tuo Spirito Signore è piena la terra.

In Lui l'uomo, e il cosmo, ritrovano la loro pienezza: abitare il

futuro e la libertà, abitare il Vento e il Fuoco, come nomadi

d'Amore.

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.Altenburg, Austria, 17 maggio 1888 – Sighetul Marmatiei, 10 dicembre 1951

M ons. Durcovici nacque ad Altenburg (Austria) il 17 maggio 1888. Fu ucciso in odio alla Fede nel carcere di Sighet (Bucarest, Romania), il 10 dicembre 1951, durante il regime comunista rumeno, dopo aver

subito indicibili sofferenze per due anni in un lager della Moldavia durante la prima guerra mondiale, in quanto originario dell’Austria. Negli anni della dura persecuzione anticristiana rumena, nonostante le minacce del regime, svolse una fervida attività di apostolato visitando le parrocchie della Diocesi e annun-ciando il Vangelo. Venne arrestato nel 1949 e rinchiuso nel duro carcere di Si-ghet, dove morì a 63 anni. Il regime della Romania, come per tanti altri martiri della Chiesa, ha voluto cancellare ogni memoria del vescovo di Iaşi, non rimane alcun ricordo delle sue sofferenze durante la prigionia. E’ stato beatificato a Iasi il 17 Maggio 2014.

D urante la sua Vi-sita Apostolica in Romania, papa Giovanni Paolo II non esitò a

rammentare ai cattolici di tale nazione la necessità di ricordare i martiri del XX secolo, che si sarebbero sicuramente poi rivelati “seme di nuovi cristia-ni”. Sabato 8 maggio 1999, nell’omelia della Divina Liturgia in rito greco-cattolico celebrata presso la cattedrale di San Giuseppe in Bucarest, il pon-tefice ricordava: “Vengo ora dal cimitero cattolico di questa città: sulle tom-be dei pochi martiri noti e dei molti, le cui spoglie mortali non hanno neppu-re l'onore di una cristiana sepoltura, ho pregato per tutti voi, ed ho invocato i vostri martiri e i confessori della fede, perché intercedano per voi presso il Padre che sta nei cieli. Ho invocato in particolare i Vescovi, perché conti-nuino ad essere vostri Pastori dal cielo: Vasile Aftenie e Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Alexandru Rusu. Il vo-stro martirologio si apre con l'ideale concelebrazione di questi vescovi che hanno mescolato il loro sangue con quello del sacrificio eucaristico che quo-tidianamente avevano celebrato. Ho invocato anche il Cardinale Iuliu Hos-su, che preferì restare con i suoi fino alla morte, rinunciando a trasferirsi a Roma per ricevere dal Papa la berretta cardinalizia, perché questo avrebbe significato lasciare la sua amata terra”. Per questi sette vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Romena unita con Ro-ma, che non esitarono a versare il loro sangue per Cristo e per il suo gregge

al tempo del regime comunista, sin dal 28 gennaio 1997 si era ottenuto dalla Congregazione per le Cause dei Santi il nulla osta per l’avvio della loro comune causa di canonizzazione, che ora procede spedita per giungere presto al riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa del loro martirio. Dalla lettera apostolica di Papa Giovanni Paolo II in occasione del terzo centenario Dalla lettera apostolica di Papa Giovanni Paolo II in occasione del terzo centenario Dalla lettera apostolica di Papa Giovanni Paolo II in occasione del terzo centenario Dalla lettera apostolica di Papa Giovanni Paolo II in occasione del terzo centenario dell’unione della chiesa grecodell’unione della chiesa grecodell’unione della chiesa grecodell’unione della chiesa greco----cattolica con Romacattolica con Romacattolica con Romacattolica con Roma ………...………...………...………...In questa "moltitudine immensa" (Ap 7, 9) vestita di bianco (cfr Ap 7, 13) di martiri e di con-fessori della vostra Chiesa, "che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello" (Ap 7, 14) e che "stanno davanti al trono di Dio" (Ap 7, 15), risplendono i nomi illustri di Vescovi come Vasile Aftenie, Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Alexandru Rusu e del Cardinale Iuliu Hossu. Essi, come gli oranti che "prestano servizio giorno e notte nel santuario di Dio" (Ap 7, 15), intercedono insieme con gli altri martiri e confessori per il loro popolo, godendo da parte di questo una venerazione vera e profonda. La testimo-nianza del martirio e la professione di fede nel Cristo e nell'unità della sua Chiesa salgano come l'incenso del sacrificio vespertino (cfr Sal 141, 2) al trono di Dio nel nome di tutta la Chiesa, della quale godono la stima e la devozione!

E come non ricordare il martirio dei Venerabili E come non ricordare il martirio dei Venerabili E come non ricordare il martirio dei Venerabili E come non ricordare il martirio dei Venerabili

7 Vescovi greco7 Vescovi greco7 Vescovi greco7 Vescovi greco----cattolici in attesa di beatificazionecattolici in attesa di beatificazionecattolici in attesa di beatificazionecattolici in attesa di beatificazione

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per cele-brare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. (Breve pausa di riflessione)

Signore, che ci doni il tuo Spi-rito per la remissione dei peccati, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, che tutto sostieni con la potenza della tua Parola, abbi pie-tà di noi. Cristo, pietà. Signore, che doni lo Spirito di santità, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter-na. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benedicia-mo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signo-re Dio, Agnello di Dio, Figlio del Pa-dre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra sup-plica; tu che siedi alla destra del Pa-dre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spi-rito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cri-sto... A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli Mentre stava compiendosi il gior-no della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si ab-batte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su cia-scuno di loro, e tutti furono colma-ti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cie-lo. A quel rumore, la folla si radu-nò e rimase turbata, perché cia-scuno li udiva parlare nella pro-pria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non so-no forse Galilei? E come mai cia-scuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Par-ti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e del-la Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Pan-fìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cre-tesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R/ Manda il tuo Spirito, Si-gnore, a rinnovare la terra. Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Quante sono le tue ope-re, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. R/. Togli loro il respiro: muoio-no, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. R/. ia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. R/.

Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo ai Romani Fratelli, quelli che si lasciano do-minare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qual-cuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la

vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abi-ta in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri car-nali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, me-diante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue soffe-renze per partecipare anche alla sua gloria. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio SEQUENZA (in piedi) Vieni, Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua lu-ce. Vieni, padre dei poveri, / vieni, datore dei doni, / vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; / ospite dol-ce dell'anima, / dolcissimo sollie-vo. Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto. O luce beatissima, / invadi nell'in-timo / il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, / nulla è nell'uomo, / nulla senza colpa. Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sànguina. Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch'è sviato. Dona ai tuoi fedeli / che solo in te confidano / i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna.

Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.Alleluia

VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Giovanni A. Gloria a te o Signore. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserve-rete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE:At 2,1-11 Sal 103 Rm 8,8-17 Gv 14,15-16.23-26

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con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora pres-so di lui. Chi non mi ama, non os-serva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Pa-ràclito, lo Spirito Santo che il Pa-dre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorde-rà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipo-tente, creatore del cielo e della ter-ra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cri-sto, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mez-zo di lui tutte le cose sono state crea-te. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incar-nato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepol-to. Il terzo giorno è risuscitato, se-condo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuo-vo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apo-stolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Il Signore ci ricorda il suo an-nuncio ogni giorno con la voce dello Spirito. Tuttavia, ascoltare ed obbe-dire alla sua parola, vivendola, rima-ne il frutto di una nostra libera scel-ta. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici voce dello Spirito. 1. Perché abbiamo sempre il coraggio di modificare il nostro lin-guaggio per mantenere la sostanza del tuo messaggio. Preghiamo. 2. Perché l’ascolto della tua parola ci spinga a coinvolgerci inte-ramente in ciò che facciamo ogni giorno, senza mai alienarci da noi stessi. Preghiamo. 3. Perché il nostro corpo sia sempre il tempio in cui dimora il tuo

Spirito. Preghiamo. 4. Perché anche nell’imperfe-zione e nella miseria l’amore per te sia sempre una via sicura per essere liberi. Preghiamo. C. O Padre, ogni giorno il mondo è un posto ricco sia di segni di speran-za sia di cose orribili da accogliere e migliorare. Fa’ che il tuo Spirito ci aiuti a vedere sempre i primi per crescere nella speranza, e a non sco-raggiarci di fronte alle seconde per saperle correggere. Te lo chiedia-mo per Cristo nostro Signore. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Manda, o Padre, lo Spirito Santo promesso dal tuo Figlio, perché riveli pienamente ai nostri cuori il mistero di questo sacrifi-cio, e ci apra alla conoscenza di tutta la verità. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno. Oggi hai portato a compi-mento il mistero pasquale e su coloro che hai reso figli di adozio-ne in Cristo tuo Figlio hai effuso lo Spirito Santo, che agli albori della Chiesa nascente ha rivelato a tutti i popoli il mistero nascosto nei secoli, e ha riunito i linguaggi della famiglia umana nella profes-sione dell'unica fede. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'in-no della tua gloria: Santo, Santo. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-

sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e ri-metti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debi-tori e non ci indurre in tentazio-ne ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la po-tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C O Dio, che hai dato alla tua Chiesa la comunione ai beni del cielo, custodisci in noi il tuo dono, perché in questo cibo spirituale che ci nutre per la vita eterna sia sempre operante in noi la potenza del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda-te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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Giovanni Paolo II data di nascita: martedì 18 maggio 1920 (96 anni fa) data morte: sabato 2 aprile 2005 (11 anni fa)

Giovanni Paolo IIGiovanni Paolo IIGiovanni Paolo IIGiovanni Paolo II: Recentemente proclamato santo della Chiesa cattolica insieme con Giovanni XXIII, viene ricordato come il pontefice dei numero-si viaggi apostolici, del profondo rapporto con i giovani e della lotta al comunismo e al consumismo. Nato a Wadowice, nel sud della Polonia e morto a Città del Vatica-no il 2 aprile del 2005, da giovane s'interessò di letteratura e di lingue straniere, arrivando a parlare 11 idiomi diversi, aspetto che fu determinan-te durante il suo apostolato. Ordinato sacerdote nel 1946, salì al soglio petrino il 16 ottobre del 1978, succedendo a Giovanni Paolo IGiovanni Paolo IGiovanni Paolo IGiovanni Paolo I, morto do-po solo 33 giorni di pontificato. Primo papa non italiano dopo 455 anni, e primo pontefice polacco della storia, guidò la Chiesa in una fase storica delicata, caratterizzata all'esterno dalla fine della guer-ra fredda, dalle stragi mafiose in Italia e dal terrorismo islamico; all'interno dagli scandali dei preti pedofili e dello IOR. Innovatore sul piano della comunicazione, dal punto di vista morale confermò le posizioni conservatrici su temi come aborto, eutanasia, omosessualità e celibato dei preti.

B�������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��.: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] *°* C8�9: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A8;� I�8.�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 *°* T.=.�>���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00.

15151515 D������� PentecostePentecostePentecostePentecoste

16161616 L���� s. Luigi Oriones. Luigi Oriones. Luigi Oriones. Luigi Orione

17171717 M����� ss. Pasquale Baylonss. Pasquale Baylonss. Pasquale Baylonss. Pasquale Baylon

18181818 M������� s. Giovanni I Papas. Giovanni I Papas. Giovanni I Papas. Giovanni I Papa

19191919 G����� s. Celestino V Papas. Celestino V Papas. Celestino V Papas. Celestino V Papa

20202020 ������ s. Bernardino da Sienas. Bernardino da Sienas. Bernardino da Sienas. Bernardino da Siena

21212121 S����� s. Vittorios. Vittorios. Vittorios. Vittorio

I SANTI DELLA

SETTIMANA

Lunedì In ufficio Dopo un week end rilassante….