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Lunedì, 25 Settembre 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it I n autunno in Puglia. Un modo diverso di viaggiare. Che significa? In Puglia è possibi- le fare una esperienza di viaggio in pieno stile mediterraneo anche in autunno, grazie alla dolcezza del clima, allo splendore della campagna e degli ulivi millenari, alla trasparen- za del mare, ai riti, alle sagre e alle feste, alla mu- sica e alla cultura. Una esperienza da vivere in una dimensione autentica e al di fuori dai cir- cuiti di massa. Viaggiare in Puglia in autunno significa in- contrare il mare con i suoi colori trasparenti, ma senza l’ansia di immergersi. Lo si guarda, lo si «annusa» e non vieni deluso mai dai suoi colori, dai profumi della costa scogliosa, dagli approdi di pescatori nei borghi marinari. Il mare puglie- se è godibile anche in autunno se diventa pae- saggio o «trabucco» storico dove degustare un aperitivo in un percorso di trekking. In Puglia in autunno si incontrano i boschi che assumono colori più caldi: è il momento più bello per esplorare le faggete secolari della Fore- sta Umbra, diventate Patrimonio dell’Umanità, o le vigne dorate o i campi gialli e marrone dietro la cortina dei muretti a secco. E’ l’occasione mi- gliore per conoscere la natura attraverso percor- si di trekking, itinerari ciclabili, come quello per esempio dell’Acquedotto Pugliese, o anche ip- povie a pochi passi dal mare. Con i Parchi nazio- nali del Gargano e dell’Alta Murgia, nonché gli altri parchi naturali, con le riserve marine delle Isole Tremiti e di Torre Guaceto, la Puglia vanta un paesaggio naturale davvero vasto ed eteroge- neo, godibile anche nella stagione autunnale. Fra campagna e colline si scoprono i borghi, che in Puglia chiamiamo paesi, in onore della nostra cultura rurale. Sul mare o nell’entroterra, fortificati o marinari, ricchi di palazzi antichi e di castelli o di chiese medievali e barocche, in questi «paesi» pugliesi la bellezza dei luoghi si sposa con la storia, con la cultura e con le preli- batezze alimentari. Sono mete ideali in autunno per gli appassionati di storia e gli amanti della buona cucina che si arricchisce di elementi tipi- ci di questa stagione a km 0. Passeggiare per i borghi della Valle d’Itria o del Salento, o per la Puglia insolita dei Monti Dauni, della Magna Grecia o della Puglia imperiale, è una esperien- za unica. E si scoprono tanti particolari che nella frenetica vacanza estiva possono sfuggire: le masserie storiche e quelle didattiche, i frantoi ipogei, le gravine, i puli e le doline, i siti archeo- logici e le numerose grotte del territorio carsico, luoghi di grande suggestione che raccontano I borghi Oltre ai siti Unesco di Castel del Monte, Alberobello e Monte S. Angelo, tanti borghi fra i più belli d’Italia ancora oggi il passaggio dell’uomo dalla prei- storia all’età moderna. Le più famose sono sicu- ramente le Grotte di Castellana dove in autunno riprendono le repliche dello spettacolo «Hell in the Cave». La Puglia in autunno è tutta da scoprire. Oltre ai siti Unesco di Castel del Monte, Alberobello e Monte Sant’Angelo, tante le bandiere arancione o i borghi più belli d’Italia come Alberona, Bovi- no, Cisternino, Corigliano d’Otranto, Locoro- tondo, Oria, Otranto, Orsara di Puglia, Pietra- montecorvino, Presicce, Rocchetta Sant’Anto- nio, Sant’Agata di Puglia, Roseto Valfortore, Specchia, Troia, Vico del Gargano. Ma sono una scoperta anche tanti altri piccoli centri storici, ognuno con la sua piazza, la sua chiesa, la sua at- mosfera. Scorci di natura, di paesi, di cultura, di cibo e di gente. La gente pugliese è sicuramente un elemento fondamentale di una esperienza di viaggio, per- ché come dice il presidente di Slow Food Carlo Petrini, il turismo «parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di es- sere felici, dalla loro cura verso la terra che abi- tano». E la particolarità della Puglia è che ovun- que si sente il rapporto fra uomo e territorio, ovunque i luoghi esistono nella realtà ma sono anche raccontati dalla gente che li vive. La natu- ra si lascia condurre dalla mano dell’uomo negli edifici storici, oggi spesso importanti conteni- tori d’arte destinati ad accogliere biblioteche, musei e pinacoteche, e nella tenuta dei terreni coltivati. E’ piacevole immergersi nella cultura contadina che ha saputo evolversi nel tempo, va- lorizzando le strette vie dei centri storici, con nuovi arredi urbani, con hotel e B&B che valoriz- zano gli edifici storici. Un fascino antico ma mo- derno. Per questo autunno 2017, già a partire dalla metà di ottobre, Pugliapromozione lancia tante attività gratuite per i viaggiatori in cerca della qualità e dell’autenticità dei luoghi. Il program- ma «InPuglia365 – Sapori e colori d’autunno», infatti, riguarda l’enogastronomia e il turismo slow, con tante attività esperienziali in grado di promuovere uno stile di vita sano all’insegna della natura, della cultura e della tradizione enogastronomica. Insomma la Puglia in autun- no è una scoperta continua. Anche per gli stessi pugliesi! Responsabile dell’ufficio stampa di Pugliapromozione di Bianca Tricarico La stagione più bella Storia, borghi, mare, collina, colori, buona cucina: questo è il periodo migliore per scoprire la nostra regione Autunno Sul web Questo numero di Autunno luoghi e sapori è consultabile anche online sul sito www.corrieredel mezzogiorno.it LUOGHI E SAPORI Il racconto e la realtà Si sente il rapporto fra uomo e territorio, i luoghi esistono nella realtà ma sono anche raccontati da chi li vive Benvenuti in Puglia terra dai mille volti

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Lunedì, 25Settembre2017 www.corrieredelmezzogiorno.it

In autunno in Puglia. Un modo diverso diviaggiare. Che significa? In Puglia è possibi-le fare una esperienza di viaggio in pienostile mediterraneo anche in autunno, graziealla dolcezza del clima, allo splendore della

campagna e degli ulivi millenari, alla trasparen-za delmare, ai riti, alle sagre e alle feste, allamu-sica e alla cultura. Una esperienza da vivere inuna dimensione autentica e al di fuori dai cir-cuiti di massa.Viaggiare in Puglia in autunno significa in-

contrare ilmare con i suoi colori trasparenti, masenza l’ansia di immergersi. Lo si guarda, lo si«annusa» e non vieni delusomai dai suoi colori,dai profumi della costa scogliosa, dagli approdidi pescatori nei borghi marinari. Il mare puglie-se è godibile anche in autunno se diventa pae-saggio o «trabucco» storico dove degustare unaperitivo in un percorso di trekking.In Puglia in autunno si incontrano i boschi

che assumono colori più caldi: è ilmomento piùbello per esplorare le faggete secolari della Fore-sta Umbra, diventate Patrimonio dell’Umanità, ole vigne dorate o i campi gialli e marrone dietrola cortina dei muretti a secco. E’ l’occasione mi-gliore per conoscere la natura attraverso percor-si di trekking, itinerari ciclabili, come quello peresempio dell’Acquedotto Pugliese, o anche ip-povie a pochi passi dal mare. Con i Parchi nazio-nali del Gargano e dell’Alta Murgia, nonché glialtri parchi naturali, con le riserve marine delleIsole Tremiti e di Torre Guaceto, la Puglia vantaun paesaggio naturale davvero vasto ed eteroge-neo, godibile anche nella stagione autunnale.Fra campagna e colline si scoprono i borghi,

che in Puglia chiamiamo paesi, in onore dellanostra cultura rurale. Sul mare o nell’entroterra,fortificati o marinari, ricchi di palazzi antichi edi castelli o di chiese medievali e barocche, inquesti «paesi» pugliesi la bellezza dei luoghi sisposa con la storia, con la cultura e con le preli-batezze alimentari. Sonomete ideali in autunnoper gli appassionati di storia e gli amanti dellabuona cucina che si arricchisce di elementi tipi-ci di questa stagione a km 0. Passeggiare per iborghi della Valle d’Itria o del Salento, o per laPuglia insolita dei Monti Dauni, della MagnaGrecia o della Puglia imperiale, è una esperien-za unica. E si scoprono tanti particolari che nellafrenetica vacanza estiva possono sfuggire: lemasserie storiche e quelle didattiche, i frantoiipogei, le gravine, i puli e le doline, i siti archeo-logici e le numerose grotte del territorio carsico,luoghi di grande suggestione che raccontano

I borghiOltre ai siti Unesco diCastel del Monte,Alberobello e MonteS. Angelo, tanti borghifra i più belli d’Italia

ancora oggi il passaggio dell’uomo dalla prei-storia all’età moderna. Le più famose sono sicu-ramente le Grotte di Castellana dove in autunnoriprendono le repliche dello spettacolo «Hell inthe Cave».La Puglia in autunno è tutta da scoprire. Oltre

ai siti Unesco di Castel del Monte, Alberobello eMonte Sant’Angelo, tante le bandiere arancioneo i borghi più belli d’Italia come Alberona, Bovi-no, Cisternino, Corigliano d’Otranto, Locoro-tondo, Oria, Otranto, Orsara di Puglia, Pietra-montecorvino, Presicce, Rocchetta Sant’Anto-nio, Sant’Agata di Puglia, Roseto Valfortore,Specchia, Troia, Vico del Gargano. Ma sono unascoperta anche tanti altri piccoli centri storici,ognuno con la sua piazza, la sua chiesa, la sua at-mosfera. Scorci di natura, di paesi, di cultura, dicibo e di gente.La gente pugliese è sicuramente un elemento

fondamentale di una esperienza di viaggio, per-ché come dice il presidente di Slow Food CarloPetrini, il turismo «parte dai cittadini residenti,dalla loro qualità della vita, dalla capacità di es-sere felici, dalla loro cura verso la terra che abi-tano». E la particolarità della Puglia è che ovun-que si sente il rapporto fra uomo e territorio,

ovunque i luoghi esistono nella realtà ma sonoanche raccontati dalla gente che li vive. La natu-ra si lascia condurre dallamano dell’uomo negliedifici storici, oggi spesso importanti conteni-tori d’arte destinati ad accogliere biblioteche,musei e pinacoteche, e nella tenuta dei terrenicoltivati. E’ piacevole immergersi nella culturacontadina che ha saputo evolversi nel tempo, va-lorizzando le strette vie dei centri storici, connuovi arredi urbani, con hotel e B&B che valoriz-zano gli edifici storici. Un fascino anticomamo-derno.Per questo autunno 2017, già a partire dalla

metà di ottobre, Pugliapromozione lancia tanteattività gratuite per i viaggiatori in cerca dellaqualità e dell’autenticità dei luoghi. Il program-ma «InPuglia365 – Sapori e colori d’autunno»,infatti, riguarda l’enogastronomia e il turismoslow, con tante attività esperienziali in grado dipromuovere uno stile di vita sano all’insegnadella natura, della cultura e della tradizioneenogastronomica. Insomma la Puglia in autun-no è una scoperta continua. Anche per gli stessipugliesi!

Responsabile dell’ufficio stampadi Pugliapromozione

di Bianca Tricarico

La stagione più bellaStoria, borghi, mare, collina,colori, buona cucina: questoè il periodo miglioreper scoprire la nostra regione

Autunno

Sul webQuesto numero diAutunno luoghi esapori èconsultabile ancheonline sul sitowww.corrieredelmezzogiorno.it

LUOGHI E SAPORI

Il racconto e la realtàSi sente il rapporto frauomo e territorio, iluoghi esistono nellarealtà ma sono ancheraccontati da chi li vive

Benvenuti in Pugliaterra dai mille volti

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BA2 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA3

Natura e cultura

Il tour

L’associazionedi promozionesociale «PugliaFedericiana»promuove i«CamminiFedericiani».Il prossimoappuntamentoin calendario, il«Cammino diFederico»,inizia sabatoprossimo e siconclude l’8ottobre. Ilprogrammaautunnale diPugliaFedericiana,peraltro,include anchealtreescursioni. Il 17ottobre, inoccasione della«Giornata dicammini per laVia AppiaAntica»

Q uando il solleòne siallontana, il clima tor-na ideale per mettersiin cammino. E il terri-torio pugliese certo

non lesina itinerari da percor-rere a piedi, circondati da na-tura e storia. Di escursioni èricco il programma autunnale2017 dell’associazione di pro-mozione sociale «Puglia Fede-riciana», attiva nel settore turi-stico-culturale slow e green.Tra i suoi progetti, spicca

«Cammini Federiciani», chepunta a strutturare e promuo-vere itinerari turistici perma-nenti di mobilità lenta, colle-gando Castel del Monte, la«Corona di pietra», con le re-gioni limitrofe, con realtà ter-ritoriali definite di turismominore, spesso escluse daigrandi circuiti turistici. Pro-muovendo iniziative sosteni-bili per l’ambiente, infatti, in-tende diversificare e destagio-nalizzare l’offerta, e valorizzareil patrimonio delle vie storiched’Europa, un attrattore ormaiimportante per i viandanti eu-ropei, insieme alla Via Franci-gena del Sud.Il prossimo appuntamento

in calendario, il «Cammino diFederico», inizia sabato pros-simo e si conclude l’8 ottobre.L’associazione lo promuovecon «ViaggieMiraggi Puglia»,tour operator e cooperativa so-

ciale composta da una rete disoggetti e associazioni in Italiae nel mondo.L’itinerario, riservato ai soci

(il tesseramento si è aperto loscorso primo settembre), se-

guirà le tracce lasciate dall’im-peratore Federico II. È articola-to in otto tappe. Il 30, è previ-sto il raduno a Gioia del Colle;il primo ottobre c’è la primatappa fino a Cassano Murge; il2 si raggiunge la Foresta diMercadante; il 3, Altamura; il4, Gravina in Puglia; il 5, Pog-giorsini; il 6, un agriturismoad Andria; il 7 Castel del Mon-te; e l’8 Trani, fino alla metadel viandante, la Cattedrale inriva al mare, costruita tra il XII

e il XIII secolo in onore di SanNicola Pellegrino. È possibilepartecipare a tutte le tappe osolo ad alcune. In totale si per-corrono 130 chilometri nelcuore della Puglia Imperiale.Il cammino, dal ritmo lento,

all’insegna del rispetto della

natura, tra paesaggi, storia etradizioni, è accompagnatodalle guide abilitate di PugliaFedericiana.Prevede momenti di con-

fronto, scambio e narrazionecon abitanti ed esperti di que-sti luoghi tanto amati dall’im-

peratore del Sacro romano im-pero.È, pertanto, un’occasione

per riscoprire le origini bizan-tine del Castello di Gioia DelColle, i boschi di CassanoMurge, l’Altamura federicia-na, gli habitat rupestri e il ca-stelli di Gravina, ma anche laRocca del Garagnone e Casteldel Monte, così come la viabi-lità storica che attraversa il ter-ritorio, dall’Antica via AppiaTraiana agli impervi sentierimedievali, fino ai tratturi dellatransumanza, strade calcateda Imperatori e guerrieri dietà romana, da pellegrini del-l’età cristiana, bizantini, nor-manni, svevi e angioini, direttida Roma ai più importantiporti pugliesi, da cui si salpavaper raggiungere spesso la Ter-ra Santa.Il programma autunnale di

Puglia Federiciana, peraltro,include anche altre escursioni.Il 17 ottobre, in occasione della«Giornata di cammini per laVia Appia Antica» da Roma aBrindisi 2017, propone «Acontrollo della Via Appia: suiCammini Federiciani», uncammino di 25 chilometri traPuglia e Basilicata, dal Castellodi Monteserico (a Genzano diLucania, nel Potentino) al Ga-ragnone (Poggiorsini, nel Ba-rese), l’uno visibile in lonta-nanza dall’altro, entrambi po-

sti a presidio dell’antica viaAppia. Il 22 ottobre, invece, sicammina sul massiccio delGargano per raggiungere Ca-stel Pagano (vicino Apricena,nel Foggiano), che risale vero-

similmente alla seconda metàdel IX secolo, mentre il 19 no-vembre sarà il turno di Spinaz-zola e del Parco nazionale del-l’Alta Murgia, alla scoperta delBosco Acquatetta e del pano-rama mozzafiato del Cavone edelle Cave di bauxite.Il 17 dicembre, infine, si pre-

vede un viaggio a Jesi, la cittàche nel 1194 diede i natali al«puer Apuliae».

Giuseppe Daponte© RIPRODUZIONE RISERVATA

In cammino nei luoghi dell’imperatoreFra Puglia e Basilicata le tappe per scoprire la storia del grande Federico II di SveviaDa Gioia del Colle a Cassano Murge, da Castel del Monte a Trani, ma anche Genzano e Apricena

ItinerariTornano le iniziativedell’associazione Puglia Federicianache ripropone i suoi itinerari nellaregione e oltre

Un’immaginedi Federico IISopra, laForesta diMercadante,nelle Murge

In alto e quisopra, Casteldel MonteSotto,la cattedraledi Trani

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BA4 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Enoturismo

L a ricorrenza religiosa diSan Martino, sin dall’an-tichità, è stata l’occasio-ne per festeggiare il rac-

colto buono, esorcizzare lospettro delle carestie e propi-ziare un futuro più prospero.Nell’ultimo dell’anno del ca-lendario agricolo, in particola-re, i contadini aprivano «ozze»(anfore di creta) e botti per as-saggiare il «vino nuovo» otte-nuto dall’ultima vendemmia,simbolo di ricchezza e benes-sere. Da cui il proverbio «a SanMartino ognimosto diventa vi-no». Nel solco di questa tradi-zione si è inserito un appunta-mento autunnale ormai fisso,promosso dal Movimento turi-smo del vino (Mtv), «CantineAperte a San Martino» (in pas-sato «San Martino in Canti-na»), che sarà ospitato in can-tine di varie regioni italiane,tra sabato 11 e domenica 12 no-vembre prossimi. In Puglia, lanona edizione dell’evento siterrà il 12. Le cantine socie delMtv Puglia riapriranno le porteagli enoturisti dal mattino finoall’imbrunire, offrendo un’oc-casione imperdibile per degu-stare «in anteprima» nuoveannate ed etichette storiche,incontrare i produttori e visita-re le aziende, che organizze-

ranno, come di consueto, an-che eventi speciali, di mostred’arte e artigianato a degusta-zioni di prodotti tipici di sta-gione del territorio. Per orga-nizzare gli itinerari di visita,conoscere orari di apertura eprogramma delle attività, eraggiungere le cantine autono-mamente, come nelle prece-denti manifestazioni, ci si po-trà avvalere di un supportospeciale, disponibile sul siste-ma di navigazione GoogleMaps e accessibile con tablet osmartphone dal sito mtvpu-

glia.it. È in corso, intanto,«Cantine aperte in vendem-mia», l’altro evento organizza-to dal Mtv, che celebra uno deimomenti più affascinanti dellastagione vitivinicola, in cuicantine e vigne sono in fer-mento per la raccolta dell’uvada vino, che dà l’abbrivio alnuovo anno enologico. Da set-tembre e fino a ottobre la ma-nifestazione coinvolgerà 150cantine di 14 regioni italiane,in date diverse in base alla spe-cificità dei tempi di raccoltadelle varie regioni e zone (a

«La Puglia è ormai terra di vini eccellenti - dicel’assessore all’Industria turistica e culturale,Loredana Capone – Le degustazioni, le cantineaperte, gli itinerari fra i vitigni e le miglioriproduzioni sono tra le gemme del turismoesperienziale della regione». E il continuo trend dicrescita del vino pugliese, riferisce Coldiretti Puglia,offre opportunità di lavoro in vigne, cantine, nelladistribuzione commerciale, nell’indotto e in attivitàdi servizio. Grande exploit nella regione dei rossi,

degli spumanti e dei rosati. Questi ultimi in 3 anniregistrano un balzo record del + 122% (fonte Uiv),ossia il 40% della produzione nazionale, con oltreun milione di bottiglie l’anno. E fanno registrareuna crescita dei consumi di oltre il 13%, incontrotendenza rispetto al dato generale, secondocui negli ultimi 50 anni il consumo di vino in Italia èscivolato da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 e lamedia continua a scendere dell’1% annuo. (g. d.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’assessoraConsumi in crescitaCapone: «Una terradi eccellenze»

Cantineaperte, isegretidelvinoFino a novembre c’è la possibilità di entrare nei luoghi della produzioneLa Puglia offre a turisti e appassionati lo «spettacolo» della vendemmia

Una piccola sagra, cresciuta col tempo fino adattirare nelle ultime edizioni oltre 100.000visitatori, tra cui un numero crescente di forestieri.È «Bacco nelle gnostre», una delle manifestazionipiù attese dell’autunno pugliese, giunta ormai alla18esima edizione, quest’anno in programma dal10 al 12 novembre nel Paese dei tre campanili,Noci (Bari). Formula vincente non si cambia. Ilvino novello e le gnostre (ossia i piccoli cortili delcentro storico condivisi da più abitazioni, luogotradizionale di socializzazione), restano la punta didiamante dell’appuntamento curato dal ParcoLetterario «Formiche di Puglia» con il Comune diNoci.Peraltro, nel piatto della festa, ospitata nelborgo antico e lungo l’intero estramuralecittadino, ci sono anche altri ingredienti gustosi,dalle specialità gastronomiche tipiche delterritorio alle iniziative culturali, dagli artisti distrada alla musica e alle danze popolari. Adaccogliere gli ospiti c’è sempre lo staff di«Formiche di Puglia» e tanti collaboratori, circa200, tra cui sommelier, hostess, chef e moltivolontari. Acquistando un kit di degustazione saràpossibile assaporare nei vari stand vini dellecantine pugliesi e tante proposte appetitose,come caldarroste, ricette della tradizione pugliesea base di carne, primi con orecchiette o altra pastafresca, zuppe, prodotti da forno, funghi,mozzarelle, pasticceria fresca e secca, e cioccolatoa chilometro zero. (giuseppe daponte)

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A Noci dal 10 al 12 novembre

La diciottesima voltadi «Bacco nelle gnostre»

Eventi

«CantineAperte a SanMartino» (inpassato «SanMartino inCantina») saràospitato in

cantine di varieregioni italiane.In Puglial’evento si terràil 12. In corsoanche «Cantineaperte invendemmia»,eventoorganizzato dalMtv. Dasettembre aottobre lamanifestazionecoinvolgerà150 cantine di14 regioni

vantaggio anche di uno scam-bio di visite tra territori). In Pu-glia la 19esima edizione si è te-nuta con successo proprio ieri.Dodici aziende pugliesi sociedel Mtv Puglia hanno condivi-so il lavoro della vendemmiacon gli enoturisti, cui hannoofferto l’opportunità di degu-stare i vini e di visitare le canti-ne, invase dal profumo delleuve e del mosto, ma anche lapossibilità di godersi mostre espettacoli e di partecipare ainiziative di solidarietà per lepopolazioni del Centro Italiacolpite dal sisma, come «Botti-glia Solidale», progetto ideatodal Mtv Marche e adottato an-che dalle altre regioni italiane.«Gli enoturisti – ha detto ilpresidente del Mtv, Carlo Pie-trasanta – sono sempre più nu-merosi, giovani, preparati eappassionati, e arrivano in ge-nere con la famiglia. Non si li-mitano a degustare vino mavogliono vivere intensamentel’esperienza rurale. Per questo inostri produttori vanno messinelle condizioni di asseconda-re la domanda, attraverso ladefinizione del Ddl enoturi-smo, all’esame della Commis-sione Agricoltura del Senato».

Giuseppe Daponte© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA5

Il Fornello da Ricci«In questo periodoabbiamo la melanzanapiccola, fiori di zucca,lumache, funghi»

selvatica con una vellutata dicavolfiori. Come primo idealeè la pasta fatta in casa, le “sa-gnapente” più spesse e rettan-golari, con il baccalà e il po-modorino regina e la mollicadi pane leggermente fritta conil prezzemolo. Il secondo? Gal-letto ruspante farcito o cottonel sugo come si faceva unavolta, o uno spiedo di angioli-ni, involtini piccolissimi confesa di maiale, arrostiti suspiedo verticale, con all’inter-no pecorino, capperi, pepe-roncino e sedano fresco. Tuttoaccompagnato dal primitivo“Papale” della cantina Varva-glione». Anche i dolci del For-nello da Ricci sono legati al-l’autunno: «Sforniamo i primi

Ricette d’autore

C on l’autunno cambianoi colori della natura, lefoglie degli alberi di-ventano rosse, arrivano

i primi freddi e anche la cucinadella Puglia si riallinea alla sta-gione, costruendo piatti sulledelizie del periodo, tra terra emare.Antonella Ricci, chef del

Fornello da Ricci di CeglieMessapica, tempio dei saporicon una stella Michelin da 25anni e una tradizione di eccel-lenza che prospera da ben 51anni, ci presenta un saggio dimicro-cucina regionale, «le-gata al nostro territorio, traOstuni, Cisternino e la stessaCeglie». «In questo periododell’anno abbiamo lamelanza-na piccola, gli ultimi fiori dizucca, le lumache, funghi car-doncelli e i porcini silvani, labietola selvatica cicoria a pun-ta, i pomodori regina di TorreCanne e un po’ di tomboloniramati a grappoli. Tornano nelmenù anche il maiale e il coni-glio».La magia dello chef trasfor-

ma poi i frutti della terra pu-gliese in un originale menù:«Per antipasto - spiega Anto-nella Ricci, in cucina con Vi-nod Sookar - proponiamo unamillefoglie di pane e bietola

fichi mandorlati, presentaticon un cono e una colata di ca-cao amaro».Anche la cucina di mare

cambia volto con la fine del-l’estate. Nicola De Girolamo,titolare del ristorante “Il Sale”a Bari, in viaMarchese diMon-trone, descrive così le deliziedi stagione preparate dallochef Giovanni Liuzzi: «Chi ap-prezza la gastronomiamarina-ra predilige creazioni legate aiprodotti tipici di questo perio-do». Bando alle cozze, tornanosulla tavola i ricci e soprattuttogli “allievi”, particolari seppio-line che si gustano crude.«Non possono mancare nellanostra proposta - aggiunge DeGirolamo - le cicale e le triglieche, pescate dalle paranze, so-no di piccole dimensione e perquesto definite agostinelle».Se l’antipasto di mare può

essere integrato anche conostriche concave dei miglioriallevamenti pugliesi, sono iprimi piatti a esaltare la creati-vità dello chef: «Piatto dai sa-pori intensi è lo spaghetto conle cicale sfilettate ai tre pomo-dori: il sugo, infatti, è realizza-to grazie alla contaminazionetra il sapore del pomodoro alfilo rosso, unito al giallo diTorre Canne e al cuore di bue

di montagna».Anche i ricci di mare si spo-

sano con la pasta: «In questocaso si accompagnano con lospaghettino». La preparazio-ne: «Si prepara una padellacon olio, aglio “messo e tolto”e un cucchiaio di polpa di ric-cio. In questo sugo si spadella-no gli spaghetti, e si componeil piatto con polpa di ricciocruda».I secondi hanno sempre al

centro le triglie: «Un classico èla frittura di triglie di paranza,che possono anche essere pre-sentate arrosto o al cartoccio,ricetta nella quale sono ac-compagnate dal pomodoro ci-liegino, dai capperi, dal prez-zemolo, da un pizzico di sale edall’olio extravergine di oliva”.Capitolo a parte i vini: «Con iprimi di mare si accompagnamolto bene il bianco “Edda”,uno chardonnay di Feudi diSan Marzano, e della stessacantina viene “Tramari”, pri-mitivo Igp, vinificato in rosa-to». Anche i dolci sono legatiall’arrivo dell’autunno: «Si puòterminare la degustazione conuna torta di noci, accompa-gnata da un rosolio di noci-no», conclude De Girolamo.

Michele De Feudis© RIPRODUZIONE RISERVATA

Terra o mare, i piatti degli chefAntonella Ricci: «Per antipasto una millefoglie di pane e bietola selvatica»Nicola De Girolamo: «Metto in tavola spaghetti con le cicale ai tre pomodori»

Il Sale«Un classico è lafrittura di triglie diparanza, presentatearrosto o al cartoccio»

Chi sono

● AntonellaRicci, chef delFornello daRicci di Ceglie,tempio deisapori,tradizione dieccellenza da51 anni

● Nicola DeGirolamo ètitolare delristorante “IlSale” a Bari, invia Marchese diMontrone,

Antonella Ricci con Vinod Sookar in cucina. In basso,Nicola De Girolamo

La carne unaspecialità del«Fornello daRicci» di CeglieMessapica. Adestra, glispaghetti conle cicaledi Nicola DeGirolamo

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BA6 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Itinerari

P er i cavalieri Templariera un porto sicuro, dalquale partire alla voltadella Terra Santa e dove

trovare rifugio e accoglienza inun albergo dotato di darsenaporticata per ricoverare le ga-lere e gli attrezzi marinari. Erala città dove edificarono rico-veri, ospedali e luoghi sacri edove abitarono in ricche di-more. Era Brindisi, porta versol’Oriente già dai tempi dell’Im-pero romano e città dove an-cora oggi si può ripercorrerel’itinerario dei cavalieri delSanto sepolcro, dai periodi piùfastosi a quelli del processoche ne decretò lamessa al ban-do e la fine. Itinerario ideale,dunque, per chi volesse orga-nizzare una gita nel capoluogomessapico in questi giorni incui il caldo lascia il posto atemperature più gradevoli.Il primo segno visibile della

permanenza a Brindisi dei ca-valieri crociati è proprio sulporto, nell’attuale Casa del Tu-rista, edificio sicuramente co-struito su commissione deglistessi Templari dove c’era unavera e propria base operativa

attiva già dalla fine del 1100.Costruita dai Templari anchela domus presumibilmenteubicata nella chiesa di SanGiorgio del Tempio, situatanei pressi dell’attuale stazioneferroviaria, laddove esisteva ilbastione denominato SanGiorgio. Tappa immancabileper i Templari era la chiesa diSan Giovanni al Sepolcro, edi-ficata sopra un’antica domusromana della quale ancora og-gi si può ammirare il pavimen-to a mosaico. La forma archi-tettonica della chiesa riporta aimodelli diffusi nell’Italia delMedioevo delle chiese circola-ri o di forma ottagonale. Que-ste ultime erano spesso ispira-te alla Rotonda dell’Anastasis,l’edificio circolare costruito,sempre nel Medioevo, intornoal Santo Sepolcro a Gerusa-lemme, oggetto di secolareprotezione da parte dei Crocia-ti. Proprio all’interno dellachiesa sconsacrata, che i brin-disini chiamano semplice-mente «il tempietto», sonostati scoperti i simboli nasco-sti del passaggio dei cavalieriTemplari. Inciso su un muroc’è il «nodo di Salomone o deitemplari». Altri simboli visibi-li sono la croce di Lorena, latriplice cinta composta da tre

Dal 5 giugno scorso, i pellegrini che arrivano aBrindisi, e per i quali il tempio di San Giovanni alSepolcro è tappa imprescindibile, possonocertificare il loro passaggio grazie a un timbrofatto realizzare dall’associazione «Brindisi e leantiche strade». Il timbro è stato consegnato adAngelo De Luca (nella foto), una delle guide deltempio, in occasione dell’incontro di studi per lapresentazione della Via Francigena del Mare, chesi è svolto a Brindisi proprio il 5 giugnoorganizzato dalla Società di storia patria per laPuglia in collaborazione con il Circolo della vela,l’associazione B&B terra di Brindisi e il Comune.Tutte le testimonianze sulla Via Francigena delMare saranno raccolte in un volume storico-scientifico che sarà di supporto alla candidaturadella rotta all’Associazione europea delle vieFrancigene e al Consiglio d’Europa per il suoriconoscimento ufficiale. «I visitatori del tempio —spiega De Luca — chiedevano spesso che il loropassaggio venisse in qualche modo registrato.Grazie al timbro, adesso possiamo farlo». Ilprolungamento della via Francigena fino a Brindisiha riconosciuto il ruolo e l’importanza della città

messapica nel percorso compiuto dai pellegriniverso la Terra santa. La richiesta diriconoscimento della via Francigena del marecompleterebbe e arricchirebbe il quadro storicoriconoscendo anche la rotta che da Brindisipassava per Corfù, Cerigo, Creta, Rodi, Cipro conultimo approdo, prima della meta finale, il porto diSan Giovanni d’Acri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Donato dall’associazione «Brindisi e le antiche strade» a giugno scorso

Al «tempietto» il timbro dei pellegrini

Il passaggio dei cavalieri Templari da Brindisi èvisibile e documentato anche in almeno due edificiprivati della città. Il primo e più importante si trovan via Marco Pacuvio ed è l’abitazione di unelettrauto. Gli esperti non hanno alcun dubbio sulfatto che proprio quella fosse la domus deiTemplari e il centro operativo dell’ordine. «Leevidenze della presenza dei cavalieri crociati sonomacroscopiche — spiega Giacomo Carito, storicobrindisino e dirigente pugliese della Società di

storia patria —. La documentazione sui Templari esui loro beni è andata distrutta dopo loscioglimento dell’ordine e noi possiamo lavoraresolo sui pochi elementi rimasti. Brindisi era l’unicopunto di transito verso la Terra Santa e il businessdei pellegrini era troppo ghiotto. I cavalieri non selo lasciarono sfuggire». Vi è poi l’Ospitale di SanMartino, oggi residenza privata e sede di un b&b,dove alloggiavano pellegrini e Templari in attesadell’imbarco verso la Terra santa.

Edifici privatiLa domusdei soldati di Cristoin via Pacuvio

Brindisi, luoghi e simboli segretidei misteriosi cavalieri Templari

Nella città numerosetestimonianze del loropassaggio, dai fastial processo per eresia

quadrati o cerchi concentriciche rappresentava un messag-gio inciso per altri templari dipassaggio a Brindisi. Simbo-leggia la cinta muraria a prote-zione del sepolcro di Cristo.Suggestivi i segni di spada la-sciati sulle colonne del tem-pietto, all’interno del quale icavalieri entravano a cavallo.Toccare le colonne con la pun-ta della spada serviva a bene-dire l’arma.A Brindisi si è scritto anche

uno degli ultimi capitoli dellastoria dei Templari. All’iniziodel XIV secolo, a seguito dellabolla di papa Clemente V, l’or-dine fu soppresso inmodo pe-renne e irrevocabile. I Templa-ri furono accusati di apostasia,idolatria, eresia e sodomia e, altermine di lunghi processi econfessioni estorte con la tor-tura, molti di loro finirono sulrogo. Uno dei processi si cele-brò a Brindisi, nella chiesa diSanta Maria del Casale, le cuipareti affrescate ancora con-servano traccia delle figure deicavalieri. Dal maggio 1310, lachiesa e i locali annessi furonoutilizzati come cancelleria delprocesso contro i Templari delRegno di Sicilia.

Francesca Mandese© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tre luoghi simbolo die Templari

La storia

● Sononumerosi iluoghi aBrindisi chericordano lapresenza deicavalieriTemplari

● Dal portomessapico, isoldati di Cristopartivano allavolta dellaTerra santa perscortare ipellegrini

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA7

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BA8 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Alimentazione

D al micro ravanello almicro cavolo e alle mi-cro cime di rapa. Pic-coli segreti coltivati a

Terlizzi, in provincia di Baridove la giovane Milena Ma-stropierro ha creato la Mi Gre-en Food la startup che ha fattodel suo business i «micro-or-taggi», ossia delle piantulecommestibili che rispondonoalla necessità di un cibo soste-nibile e coltivabile anche incittà e in orti urbani, e alle esi-genze dei clienti alla ricerca di«super-alimenti». «Questoperché – spiega Milena Ma-stropierro - queste micro-piantine hanno in media ildoppio delle proprietà nutri-zionali tipiche degli ortaggimaturi con i quali sono impa-rentate: più vitamine, minera-li, sostanze bioattive e fibre».La Mi Green Food è nata, a lu-glio 2016, dal desiderio dellaMastropierro proprio di trova-re un business che sfruttasseal meglio il trend in evoluzio-ne degli orti urbani. «A questo– continua – si è unito l’inte-resse il cosiddetto cibo del fu-turo visto che ormai da qual-

che anno a questa parte si è re-sa chiara l’esigenza di trovarefonti alimentari alternative.Secondo le stime delle NazioniUnite entro il 2050 la popola-zione passerà dagli attuali 7miliardi a 9,7 miliardi. In po-che parole oltre 2,5miliardi inpiù di bocche da sfamare. E ilfuturo dell’alimentazione ini-zia da oggi. Bisogna raddop-piare la produzione di cibo ri-ducendo sprechi e trovandovalide alternative». Alternativecome i micro-ortaggi che han-no fatto anche un figurone al

gettonatissimo Seed&Chipsche ha visto anche l’attesa pre-senza dell’ex presidente UsaObama. «C’ero anche io, con imiei micro-ortaggi. Un’occa-sione per Mi Green Food di af-facciarsi a unmercato interna-zionale. Sebbene, devo dirlo,l’idea di base ha già un qualco-sa di americano, per così dire.Infatti per la creazione di MiGreen Food sono partita dallostudio di un gruppo di ricerca-tori del Dipartimento di Nutri-zione e Scienze Alimentaridell’università del Maryland

che si è concentrato propriosulle capacità nutrizionali deimicrortaggi. In definitiva han-no scoperto che presentanoun’elevata concentrazione divitamina E, C e K: ben cono-sciute per i benefici per la sa-lute in generale e la prevenzio-ne dimalattie come quelle car-diovascolari. A questo ho ag-giunto una buona dose diinnovazione anche dal puntodi vista della produzione. Unacoltivazione che avviene indo-or con un metodo intensivograzie all’uso di un sistemamultistrato di circa 2 metri emezzo di altezza dotato di ledspecifici. Il tutto alimentato daenergia fotovoltaica per rende-re la produzione più sostenibi-le».Una produzione che è an-che rapida. «Il ciclo produttivodura tra i 10 e i 15 giorni, a se-conda del micro-ortaggio chepoi è immesso sul mercato invaschette con un substrato,dalle quali i clienti possono ta-gliare con le forbici o anchecon lemani le deliziose foglio-line. Foglioline deliziose e di-verse anche nei sapori, sia benchiaro. Rotonde, sottili e aquadrifoglio e dei colori piùvariegati ogni varietà ha un gu-sto particolare: acidulo, pic-cante, dolce e una consistenzatenera e croccante. Il consiglioal momento è ovviamente diutilizzarli crudi, nelle insalate,sulle bruschette, nei panini.Ma in futuro chissà».

Paola Cacace© RIPRODUZIONE RISERVATA

A Terlizzi la micro cima di rapaDai ravanelli ai cavoli super vitaminici, ecco gli ortaggi da coltivare anche in cittàLa Mi Green Food e il business del cibo. «Servono fonti alimentari alternative»

I l cibo del futuro ha un pizzicodi storia Azteca e tanta Puglia.Il tutto grazie ad Apulia Kundistartup di Grumo Appula, in

provincia di Bari che unisce bio-logia a gusto in un ingredientestraordinario: la «Spirulina», unamicro-alga dalle straordinarie ca-pacità nutritive e che gli Aztechiavevano definito «il cibo deglidei». «Non a caso – spiega il CeoRaffaele Settanni – la Fao ha rico-nosciuto proprio nella spirulina ilcibo del futuro, sia per le sue ca-pacità nutraceutiche che per lasostenibilità di un’eventuale pro-duzione. Considerate che contie-ne circa il 65% di proteine soloche a differenza di quelle che sitrovano nella carne che anzi necontiene molte di meno, circa il20%. E non solo . Cont ieneOmega3, è ricchissima di antios-sidanti. Quarantacinque volte ilferro contenuto negli spinaci, 35volte il betacarotene delle carote,10 volte il calcio del latte. Si trattasul serio di un superfood in gradodi fornire tutto quello di cui ab-biamo bisogno». Un integratoredunquema ii teamdi Apulia Kun-di composto oltre che da Settannianche da Danila Chiapperini, Ma-ra Zacchino e Leo Lo Cicero, nonproduce pillole.«Oggi produciamo e commer-

cializziamo – continua Settanni -spirulina pura, che coltiviamo aBitetto dove abbiamo le nostrevasche in una serra. E poi graziead alcune partnership strategichelavoriamo sulla creazione dei piùsvariati prodotti. Come la pasta,creata grazie alla collaborazionecon Senatore Cappelli che ci per-mette di avere una filiera traccia-ta e sicura. Trafilata al bronzo è

anche l’ideale per chi ama i piattidella tradizione, associando al sa-pore la leggerezza e la salubritàdella spirulina». Ma la pasta è so-lo l’inizio. Un inizio che quasi sipuò far risalire all’Expo quandoApulia Kundi era un gruppo di ri-cerca e non ancora una startupeppure conquistò i big del foodcon le proprie idee.«Ora stiamo lavorando anche

alla birra di spirulina, in collabo-razione con un birrificio di Lati-na. E con due altre aziende pu-gliesi stiamo portando avanti al-tre sperimentazioni interessanti.La prima si occupa di produzionee trasformazione di mele e stia-mo studiando il modo miglioreper fare un ottimo succo energe-tico Diciamo un energy drink, so-lo del tutto naturale e salutare. Epoi con un’altra realtà stiamo te-stando un miele verde. Un mielealla spirulina».

P. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’azienda

● La Mi GreenFood è nata, aluglio 2016 daun’idea diMilenaMastropierro. Ilbusinessdell’aziendasono i «micro-ortaggi», ossiadelle piantulecommestibiliche possonoesserecoltivate in cittàe negli ortiurbani. Questiortaggi offronopiù vitamine ,minerali,sostanzebioattive e fibre

Dopo la pasta nascerà la birraa base di alga spirulinaApulia Kundi, da Grumo Appula il «cibo degli dei»

Il team di Apulia Kundi,startup di Grumo AppulaSotto le vasche con l’algaspirulina: questa sostanzacontiene Omega3 ed èricca di antiossidanti

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA9

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BA10 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Benessere

I n Nordamerica, così comein alcuni Paesi dell’Europadell’est (Russia e Polonia intesta), vengono considera-

te da oltre un secolo vere e pro-prie piante medicinali. Ma so-no anche gustose, caratteriz-zate da un sapore intenso. InItalia, invece, le bacche di aro-nia solo adesso cominciano adessere coltivate e commercia-lizzate. Il merito è tutto diun’azienda pugliese, la Masse-ria Fruttirossi di Castellaneta,che ha dedicato quattro ettaridei suoi terreni a una pianta-gione di 9mila arbusti. Il risul-tato è sotto gli occhi di tutti, inparticolar modo di chi fa laspesa nei supermercati setten-trionali della grande distribu-zione. Da qualche giorno lebacche di aronia curate daFruttirossi, riconoscibili dalmarchio LoMe Super Fruit, so-no in vendita in vaschette dacento grammi. Non solo: nelleprossime settimane, con lostesso brand, approderannosugli scaffali anche le confe-zioni di succo di aronia. La di-stribuzione è curata dalla B&BFrutta di Verona con cuil’azienda agricola tarantina hasiglato, cinque mesi fa, un ac-cordo strategico per il mercatoesclusivo delle sue produzio-

ni. L’intesa ratifica il comple-tamento sostanziale di una fi-liera cortissima, che a brevesarà perfezionata dal battesi-mo di un moderno stabili-mento di essiccazione, trasfor-mazione e confezionamento.Il fiore all’occhiello di un’im-presa decollata sotto il segno

dell’innovazione.Specializzata nella coltiva-

zione di melograno, di cui è ilprincipale produttore in Italiacon una lavorazione che siestende lungo 230 ettari, laMasseria Fruttirossi ha volutocrearsi un’area di nicchia pun-tando sulle bacche di Goji (40

mila piante, otto ettari) e - ulti-me arrivate - sulle bacche diaronia. Ricche di flavonoidi,vitamina K e vitamina C, que-ste ultime sono anche dense disali minerali e polifenoli. Ma,soprattutto, costituiscono unodegli antiossidanti naturalipiù efficaci in virtù di unagrande concentrazione di an-tociani (1,480 grammi ognicento). Qual è il risultato perchi le mangia? L’aronia raffor-za le difese immunitarie neiconfronti di batteri e virus, haun elevato potere antinfiam-matorio, contribuisce alla sa-lute dell’apparato urinario, fa-vorisce la funzione mnemoni-ca, agevola i processi gastrici estimola l’organismo alla pro-duzione di lipoproteine ad altadensità, il cosidetto “coleste-rolo buono”.Il clima mite e soleggiato

della Puglia, peraltro, conferi-sce alle bacche un tasso zuc-cherino leggermente superio-re agli standard tradizionali(22% anziché il 18), rendendo ilsapore ancora più gradevole.Benefiche e stuzzicanti, sulletavole degli italiani ora va ag-giunto un posto alle bacche diaronia targate Castellaneta.

Michele Pennetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quattro ettariE’ il terrenodedicato dallaMasseriaFruttirossi allacoltivazionedelle bacche diaronia

Bacche di aronia made in PugliaUn’aziendadiCastellanetaprimainItaliaacoltivareilfruttodioriginenordamericanaAromaticaalpalato,fralesueproprietàhaancheunfortepotereantinfiammatorio

Pianta medicaRafforza le difeseimmunitarie, agevolai processi gastrici,stimola la produzionedel colesterolo buono

Con il marchio LoMe Super FruitNei supermercati già in vendita in vaschette da cento grammiNei giorni scorsi è stata avviata nei supermercati del nordItalia la commercializzazione delle bacche di aroniaprodotte nelle campagne di Castellaneta dall’aziendaMasseria Fruttirossi. L’impresa agricola tarantina hadestinato a questa coltivazione - praticamente unica inItalia - quattro ettari impiantandovi oltre 9 mila arbusti.Sul mercato le bacche di aronia sono vendute con il

marchio LoMe Super Fruit in vaschette da cento grammi. Astretto giro, riconoscibili dal medesimo brand, arriverannosugli scaffali anche le confezioni di succo di aronia. Ladistribuzione è curata dalla B&B Frutta di Verona con cuiFruttirossi ha firmato, cinque mesi, un accordo per lacommercializzazione dei suoi prodotti. (m.p.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Esclusive

Per la primavolta le bacchedi aroniavengonocoltivate emesse invendita daun’aziendaitaliana.Originarie delNordamerica,sonosoprattuttocoltivate inPolonia e inRussia

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA11

Escursioni

R iscoprire la civiltà con-tadina, riappropriarsidi una storia dal li-gnaggio greco, condi-

videre un nobile frutto dellaterra tra borghi in festa cheaprono al pubblico i favolosiricettari dei piatti «poveri» diuna volta: ogni autunno la Ba-silicata onora e incorona la ca-stagna come regina propizia-toria nell’attesa dell’inverno.Dal Melfese al Lagonegrese,dal Pollino al parco della Vald’Agri, la gioiosa invasione dicercatori dei ricci delle casta-gne conquista boschi e terretanto da spingere enti e asso-ciazioni del territorio a crearesempre più occasioni d’aggre-gazione e a riscoprire itinerariculturali per intercettare que-sto flusso autunnale di turi-smo di prossimità. Non è uncaso, infatti, che negli ultimianni in Lucania siano cresciu-te le escursioni nelle «casta-gnare», dove s’inoltrano scola-resche e famiglie guidate da«specialisti» di biodiversità,per conoscere la differenzache corre tra ilmarrone e la ca-stagna, per imparare a deter-minare la qualità del frutto at-traverso il numero dei semicontenuti nella buccia esterna,per riscoprire la magia del ca-

stagno, un tempo detto «l’al-bero del pane», per il suo de-terminante contributo all’eco-nomia della montagna. Se èvero che il sistema Italia stapuntando a scalare posizioninell’economia mondiale delcibo con la valorizzazione diuna cucina sana e a «chilome-tro zero» e la riscoperta deiprodotti tipici locali, c’è da di-re che la Basilicata e l’interoMezzogiorno s’inserisconocon autorevolezza in questoprocesso di rafforzamento delbrand «food» pur senza anco-ra una programmazione siner-gica e definita. Eppure, graziealle iniziative di pro loco, asso-ciazioni e amministrazionilungimiranti, la Lucania riesceogni anno a superare ostacoliorganizzativi e ad allestire ilmeritato trono a Sua AltezzaCastagna, sia essa della casata«Varola» o «Munnaredda».Sulla magica mappa di paesiraccolti come scrigni su montio in vallate, immersi in oasinaturali, custodi di monu-menti e storie che meritereb-bero la penna di Marquez,tracciamo un itinerario del gu-sto e della cucina rustica in tretappe. Il 7 e 8 ottobre i saporidel primo autunno esplodononel Parco Urbano delle Canti-

ne di Rapolla, luogo arcadiconel Vulture, dove si tiene la Fe-sta della Castagna. In un pro-fumo selvatico di funghi e cal-darroste, il percorso enoga-stronomico nel parco aprescenari da fiaba, in cui possibi-le alternare alle degustazionila visione di spettacoli tra lesuggestive grotte-cantine co-me quella di Fosso Tiglia e divia Monastero. AMelfi, invece,il 21 e 22 ottobre è tempo dellaSagra della Varola, in cui vienecelebrato il marroncino diMelfi, castagna molto ricerca-ta per la produzione dei mar-rons-glacés che pare sia stataimportata dalla Turchia dal-l’imperatore Federico II. Epi-centro della festa il centro sto-rico dove visitare i caratteristi-ci stand con la forma dei tipicirifugi montani e conoscere lespecialità del luogo come il ca-stagnaccio melfitano, il gelatodimarroni e la strabiliante piz-za al marroncino.Per gli amici della castagna

e dei suoi mille derivati, il 2122 e 29 ottobre si consiglia unpassaggio a Trecchina. In unpercorso di stand agroalimen-tari ed esposizioni d’artigiana-to locale, sarà possibile intra-prendere un viaggio originalenell’eclettismo del frutto eprovare, ad esempio, il miele ela birra di castagna. Sagrasconsigliata agli amanti dellahouse music: si ballerà tra sa-pori e saperi antichi al ritmomemorabile degli organetti.

Laura Cocozza© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli spettacolari colori delle castagne e dei castagneti,una delle sapide attrazioni della Basilicata

Nel mondo delle castagneGite nei boschi, sagre, degustazioni: la Basilicata apre le sue «porte»:da Melfi a Lagonegro, dal Pollino alla Val d’Agri le opportunità per chi ama la natura

Passione

● Negli ultimianni inBasilicata ècresciuto ilnumero degliescursionistinel periododelle castagne.I «cacciatori» dicastagne sisonomoltiplicati siatra le famigliesta tra lescolaresche,spesso guidateda specialisti dibiodiversità.

AppuntamentiA Melfi il 21 e 22ottobre è tempo dellaSagra della VarolaLa festa nel centrostorico, con gli standE a Trecchina il mielee la birra di castagna

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BA12 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Tradizioni

A d ottobre sono tante le«ghiotte» occasioniper gustare le eccel-lenze eno-gastrono-

miche legate alla tradizionerurale regionale e divertirsi asuon di musica. Il primo diquesti appuntamenti è per sa-bato 30 settembre e domenica1 ottobre prossimi a Sammi-chele di Bari dove si svolgerà la51esima edizione della Sagradella Zampina, del Bocconci-no e del Buon Vino. I buongu-stai che giungeranno da ogniangolo di Puglia e non solo perassaporare l’ormai famosa sal-siccia di carne arrotolata a spi-rale e cotta sulla brace potran-no anche assistere gratuita-mente sabato al concerto diRenzo Arbore con l’OrchestraItaliana e ballare domenica inpiazza Vittorio Veneto con djAlbertino di Radio Deejay. Lasagra che si tiene a Bovino, ilsecondo sabato di ottobre, ilgiorno che precede i festeggia-menti per il patrono, San Cele-stino Martire, offre invece l’oc-casione di gustare un prodottotipico dei Monti Dauni, il fa-giolo, inserito nell’elenco dei

prodotti agroalimentari tradi-zionali, in accoppiata vincentecon le castagne. Il quartiere«sotto le mura» del borgo ru-rale diventerà scenario di ban-chetti e tavolate. Tornando inprovincia di Bari, nello stessoweek end, dal 6 all’8 ottobre,attorno al Castello Normanno

Svevo di Sannicandro, c’è la sa-gra delle olive. Durante le tregiornate della Sagra i visitatoripotranno acquistare e degu-stare olive e derivati, tra cui lefamose olive dolci fritte, e visi-tare l’interno del castello.Sempre in territorio barese,dal 13 al 15 ottobre ad Acquavi-

va delle fonti si celebra, comeogni anno dal 1971, la sagra delCalzone. Tra stand gastrono-mici, concerti e spettacoli, sipossono assaporare le caratte-ristiche sfoglie di pasta imbot-tita di cipolla, ricotta forte epecorino. In provincia di Lec-ce, invece, ogni quarta dome-nica di ottobre, da ormai di-versi secoli, Ortelle divienemeta di decine di migliaia divisitatori provenienti da tuttoil meridione attirati dalla tra-

Il Castello diSannicandro diBari, intorno alquale si tiene lasagra delleolive. A destra, iprodotti diAcquavivadelle Fonti

C’è una sagra per tutti i gustiA Sammichele la zampina, a Sannicandro le olive, ad Acquaviva il calzoneE la salentina Ortelle ritrova la Fiera di San Vito, tra le più antiche del Sud

Il centro storico di Orsara di Puglia a novembre, inoccasione della commemorazione dei defunti, èteatro di evento molto suggestivo, la festa dei«Fuca coste e cocce priatorje». Il primo novembre,non appena fa buio, in ogni angolo del paeseappaiono grandi falò di arbusti di ginestra cherestano accesi per tutta la notte e accanto alleabitazioni si appendono le zucche antropomorfecon una candela accesa all’interno. Le anziane delposto, prima di andare a dormire, portano a casaun po’ di brace dei falò e la depongono nel caminoo in un braciere. La leggenda narra che le animedei defunti ritornano fra i vivi per raccogliere leceneri dai fuochi ed espiare così i peccaticommessi in vita. In occasione della festa si puògustare la Muscitaglia, un dolce tipico realizzatocon grano bollito, vino cotto, chicchi di melograno,gherigli di noce e pezzi di cioccolata, tutti simbolidi fertilità ed abbondanza ma anche di rispettoper i defunti ai quali si chiede protezione edabbondanza. (l. c.)

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Il giorno dei defunti a Orsara

Falò, zucche, dolci tipiciEcco l’anima di Orsara

Supplemento della testata

Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente

Direttore responsabile: Enzo d’Errico

Redattore capo centrale: Carmine Festa

Redattore capo centrale: Paolo Grassi

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Distribuito con ilDirettore responsabile: Luciano Fontana

Dal 13 al 15 ottobre scorreranno fiumi di vino a Venosa,epicentro del «saper bere» e del «carpe diem» - quinacque e trascorse la sua adolescenza il poeta latinoOrazio – con l’edizione 2017 di Aglianica Wine Festival,manifestazione che, di anno in anno, rafforza la suaproposta enogastronomica nel segno di un’antica arteculinaria in cui a trionfare sono i piatti «poveri» dellamigliore tradizione dei sapori mediterranei. Ad animare lakermesse saranno sommelier e chef che tra i monumentidel centro storico, enoteche e stand espositivi

guideranno i visitatori in un viaggio stimolante che avràcome luogo centrale di divertimento il suggestivoCastello ducale del Balzo. Qui, tra degustazioni, seminarie spettacoli sarà possibile conoscere meglio l’artigianatolocale e soprattutto appassionarsi al sapore decisodell’Aglianico, vitigno rosso tipico del sud Italia, moltodiffuso in Basilicata, da cui vengono prodotti gliapprezzatissimi Aglianico del Vulture Superiore (Docg) eAglianico del Vulture (Doc).(l. c.)

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VenosaVino e artigianatoall’AglianicaWine Festival

«La Volia cazzata»Così Martanofesteggia le olive

È dal 1986 che a Martano, in provincia diLecce, durante la terza settimana di otto-bre, si celebra un rito propiziatorio per ilbuon raccolto delle olive. È la sagra de la

Volia cazzata, unmomento di festa per ricordarele proprie origini e le tradizioni popolari. La 28°edizione della Sagra quest’anno si svolgerà dal 12al 15 ottobre in Largo 1° Maggio. Un appunta-mentomolto atteso dell’autunno salentino, vistala sua tipicità dovuta anche al gemellaggio avve-nuto nel 1996 tra questa e un’altra festa popolare,apparentemente molto lontana per tradizioni eluoghi geografici. La sagra de la Volia cazzata èinfatti gemellata con la festa del risotto di Villim-penta (Mantova) che si tiene ogni anno la prima,la seconda e la terza domenica di giugno all’om-bra del castello scaligero, dove vengono cucinatiquintali di riso Vialone nano, usando attenta-mente strumenti, modalità e ingredienti dellatradizione: paiolo di rame di fabbricazione arti-gianale, cottura a vapore e pisto di maiale.In occasione della manifestazione gastrono-

mica di Martano, dunque, i visitatori potrannogustare non solo le tipiche ulive schiacciate amanoquindici giorni primadella sagra e lasciatematurare in acqua e i tanti prodotti tipici dellacucina salentina (pittule, pezzetti di cavallo, ar-rosti, carne dimaiale lessa, cicoreddhe con legu-mi). Ma anche i piatti tipici della tradizionemantovana, come il risotto alla Villimpentese (lacui ricetta tradizionale è stata addirittura depo-sitata presso un notaio nel 1990), la polenta, gliinsaccati e i formaggi. Il tutto sempre accompa-gnato da un buon vino e da musica popolare sa-lentina, spettacoli dal vivo emusica rock italianaanni ’70 e ‘80. Nonmancherà anche quest’anno iltradizionale appuntamento con il pranzo di de-gustazione della domenica, a menù fisso (costo15 euro), che come ogni anno si svolgerà pressogli stand della sagra. Per gustare al meglio e co-modamente i prelibati piatti, sono stati predi-sposti dall’associazione culturale organizzatrice«Cosimo Moschettini», strutture coperte chepossono ospitare fino a 2mila posti a sedere eche permettono lo svolgimento dell’evento an-che in caso di pioggia.

L. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

dizionale Fiera di San Vito,una delle più antiche del sudItalia. Quest’anno l’appunta-mento è dal 19 al 22 ottobre.Protagonista indiscussa è lacarne dei maiali allevati, se-condo tecniche antiche, nelterritorio di Ortelle e Vignaca-strisi. Oltre alle prelibatezzeculinarie la Fiera offre ancheassaggi di arte, cultura,musicae riti sacri.

Laura Cocozza© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo show

● RenzoArbore el’OrchestraItalianadomenica 30settembre inpiazza Vittorioa Sammicheledi Bari dove sisvolgerà la51esimaedizione dellaSagra dellaZampina, delBocconcino edel Buon Vino

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA13

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BA14 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Gastronomia Vedere i cuochi all'opera nelle cucine professionalidei ristoranti pugliesi, fare domande e gustaregratuitamente ciò che prepareranno al momento. Èquanto permetterà «Cucina aperte», che si terrà il30 settembre in tutta la Puglia, nelle 26 strutturedell'ospitalità e della ristorazione aderenti alConsorzio «La Puglia è Servita». Dal Gargano alSalento una giornata, ideata da da Tirsomedia,all'insegna dell'enogastronomia di qualità, la cura, laprofessionalità, l'etica in cucina. «Cucine Aperte»,

sottolinea il presidente del Consorzio Beppe Schino,patron del ristorante `Per Bacco´ di Bari «vuolemostrare a tutti gli appassionati del gusto quello chequotidianamente avviene in cucina». «Tutti coloroche il 30 settembre visiteranno le nostre strutturepotranno toccare con mano il lavoro che c'è dietroalla creazione di un piatto e nella gestione diun'attività di ristorazione». Le cucine che aderisconoall’iniziativa nel sito www.lapugliaeservita.com.

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L’iniziativaIl tour in cucinaper vedere all’operai grandi chef

N on c’è luogo miglioreper conoscere un terri-torio che a tavola. Nesembrano convinti tu-

risti e visitatori che non rinun-ciano ad assaggiare i piatti tipi-ci. E non c’è miglior passaparo-la del web. Se ne sono accortianche a TheFork, brand di Tri-pAdvisor, piattaforma leader inEuropa per le prenotazionionline di ristoranti, con unnetwork di oltre 40000 risto-ranti a livello globale e quasi14milioni di visite al mese. Lacostola di TripAdvisor ha ana-lizzato l’andamento delle pre-notazioni durante l’ultima esta-te e ha registrato che in Italia ibooking online dei ristorantihanno registrato a luglio edagosto un +187% rispetto allostesso periodo del 2016. E a be-neficiare del turismo sono stateanche le regioni del Sud, Pugliacompresa. «Pochi giorni fa, De-moskopica ha pubblicato il Re-gional Tourism Reputation In-dex che ha analizzato orienta-menti, comportamenti e richie-ste di informazioni online daparte degli utenti delweb e turi-sti - spiega Almir Ambeskovic,

Head of Italy, Netherlands,Sweden, Denmark di TheFork -E la Puglia ha riscontrato buoneperformance dal portale istitu-zionale, dai social media e dalposizionamento online delledestinazioni. Anche l’anda-mento delle prenotazioni onli-

Ristoranti, ecco chi è al top secondo TheForkAmbeskovic: «Amo riso, patate e cozze»

I voti dei clientidal Gargano al Salentonel rapporto statistico

ne dei ristoranti va nella stessadirezione con un’ottima perfor-mance dei ristoranti pubblicatisu TheFork in termini di cresci-ta delle prenotazioni nei mesiestivi. Siamo convinti che il set-tore ristorativo della regionepossa trarre grandi beneficidalla prenotazione online». Ead incoronare i migliori risto-ranti del tacco d’Italia ci pensa-no gli utenti. Che recensiscono,più o meno bene, i ristoranti incui sono stati decretandonespesso le future fortune. A Barie provincia i ristoranti «Top3»per popolarità, ossia con piùopinioni positive, secondo i da-ti del team di The Fork sono inordine di classifica Black &White, Desideria e Paoletti -Norcineria ToscoPugliese. E perchi si dirà sorpreso dell’influen-za toscana c’è sempre Taranto.La top 3 di dove mangiare se-condo gli utenti di TheFork vedein cima Sud, Brezza Marina, eMoletto. A Lecce invece i primitre sono Le Quattro SpezierieGourmet Restaurant & RoofGarden, Alex, e Vita Restaurant.Per chi si trovasse a Brindisi in-vece le recensioni degli utenti

vedono primeggiare. OsteriaTranquilla, Rendez-Vous Cafè &Bistrot, e Oktagona. Nella zonadi Bat imperdibili invece VelenoFish Restorart, La Kambusa, eBeltrani 29. Invece a Foggia daassaggiare i piatti di Al PrimoPiano, Pulpett’ e Sant’Anna Labuona forchetta. «Al buon posi-zionamento delle strutture ri-storative sul web – continuaAmbeskovic - è essenziale farseguire la possibilità di renderleprenotabili in pochi clic. Solocosì si trasforma effettivamentel’utente in cliente. Ed è quelloche TheFork permette di fare.Personalmente, dal lancio diTheFork nel 2015 a oggi ho sem-pre creduto nella crescita deimercati delle regioni del sudItalia e sono felice di constatareche i numeri mi stanno dandoragione. Lo dico comemanager,ma anche come estimatore del-la cucina locale. Il mio piattopreferito? Difficile a dirsi, sonouna buona forchetta e mi piac-ciono tutte le cucine regionaliitaliane. Tra le specialità puglie-si? Riso, patate e cozze».

Paola Cacace© RIPRODUZIONE RISERVATA

V alorizzare l’economiaagricola locale grazie ai le-gumi. Puntare all’autosuf-ficienza sostenibile delle

materie prime, con una produzio-ne proveniente interamente dalterritorio dell’Alta Murgia. E nelfrattempo trovare anche una solu-zione per chi soffre di celiachiacreando una pasta senza glutineultra-innovativa a base proprio dilegumi pugliesi. È l’ambiziosoprogetto di Andriani, azienda pu-gliese con sede in Gravina in Pu-glia considerata tra le più impor-tanti realtà nel settore dell’Innova-tion food, specializzata nella pro-duzione di pasta senza glutineinnovativa a base di legumi, Mais,Quinoa, Grano Saraceno e altrematerie prime alternative. Il grup-po pugliese punta a creare una Fi-liera controllata per i Legumi, len-ticchie, ceci, piselli, che parta dal-le imprese agricole del territorio eche, passando per partnershipuniversitarie e non solo arrivinosulle tavole degli italiani. «La col-laborazione tra industria, ricercauniversitaria e mondo agricolorappresenta - commenta MicheleAndriani, presidente di Andriani -per tutto il territorio dell’AltaMurgia, la sfida nei prossimi annidel tessuto economico che guardaad un futuro più sostenibile riba-dendo così il proprio ruolo prima-rio nell’agroalimentare italiano».Presentato sabato scorso all’in-

terno di Murgia è Fiera il progettodi Filiera controllata di Legumidella Adriani punta entro il 2020di coinvolgere agricoltori di Pu-glia e Basilicata per una superficieminima di 8000 ettari. «Ciò per-metterà - continua Andriani - diridurre del 20% le emissioni di

CO2, e di aumentare del 20 percento le rese in campo e la profit-tabilità per gli agricoltori di un ul-teriore 20%». Partner di questoimportante progetto è Horta,spin-off dell’Università Cattolicadel Sacro Cuore che fornisce con-sulenza e servizi nel campo delleproduzioni vegetali, finalizzati adaccrescere la competitività delleimprese agricole e agro-alimenta-ri. La spin-off universitario hamesso a punto l’utilizzo di stru-menti e servizi informatici per ilsupporto alle decisioni in grado didare indicazioni operative fruibilidalle aziende agricole circa la tec-nica di coltivazione, e consentiredi misurare inmaniera semplice ecompleta la sostenibilità dei pro-cessi produttivi. Dalla semina alraccolto fino all’impacchettamen-to e al controllo qualità. Un nuovoapproccio che permetterà agliagricoltori di superare le tecnicheintensive tradizionali e ai consu-matori di avere una pasta di legu-mi 100%Murgia.

P. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai legumi la pasta senza glutineL’«invenzione» di AndrianiFiliera della Murgia grazie alla ricerca universitaria

Michele Andrianicon un agricoltore esaminail raccolto. Andriani,azienda pugliese con sedein Gravina in Puglia è unadelle interessanti el settoredell’Innovation food

Cos’è

● TheFork èuna costola delfamosoTripAdvisor,piattaformaleader inEuropa per leprenotazionionline diristoranti nelmondo.

● Può contaresu un networkdi oltre 40.000ristoranti alivello globale esu quasi14milioni divisite online almese.

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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 25 Settembre 2017BA15

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BA16 Lunedì 25 Settembre 2017 Corriere del Mezzogiorno