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Bellezza Il look per l’estate Ambienti Pitture fai da te Salute Parodontite ecco le cure innovative Viaggi Il regno di Tonga Maristella Smiraglia MISS TAEKWONDO

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Parodontite ecco le cure innovative Bellezza Salute Viaggi Il regno di Tonga Pitture fai da te Il look per l’estate

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BellezzaIl look per l’estate

AmbientiPitture fai da te

SaluteParodontite

ecco le cure innovative

ViaggiIl regno di Tonga

Maristella SmiragliaMISS TAEKWONDO

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2 m a g g i oduemiladodici sommario

ditoriale

Questa è la storia di due donne,una molto potente un tempo, l’altraassai potente tutt’oggi. Al centroci sono una nazione ed una com-petizione sportiva molto sentita.Quella nazione è l’Ucraina, lacompetizione sono i Campio-nati di calcio europei cheproprio l’Ucraina ospi-terà a giugno. Il rischioè che scoppi una crisiinternazionale, oppure che tutto si dis-solva come un’enorme bolla di sapo-ne.

Yulia Timoshenko e AngelaMerkel. In comune hanno il fattodi essere state le prime donne a ri-coprire le più alte cariche politi-che nelle nazioni di apparte-nenza. Timoshenko è statapremier in Ucraina dal 2007al 2010. Merkel è Cancelliere dellaGermania dal 2005. La rivista sta-tunitense Forbes Magazine le haincoronate tra le prime tre donnepiù potenti al mondo.

Prima dell'entrata in politicaYulia Timoshenko era un’impren-ditrice di successo nell'industriadel gas e grazie a questa attivitàdivenne una delle donne più ric-che della nazione, guadagnando-si l’appellativo di “Principessa delgas”. Fu anche eroina della Rivolu-zione Arancione. Nel 2009, con la sualunga treccia bionda arrotolata intor-no al capo, ormai diventata tenden-za, è stata definita il leader più sexydel mondo.

Ricercatrice in chimica e fisica,Angela Merkel è entrata in politicadopo la caduta del muro di Berlino.Da Cancelliere ha promosso una se-rie di riforme sul sistema economicoe sociale tedesco. Nel 2008 ha ricevu-to il Premio Carlo Magno, per la suaopera di riforma dell'Unione europea.

Il 5 agosto 2011 il tribunale diKiev ha ordinato l'arresto di Yulia Ti-moshenko nel processo che la vedeimputata per aver stipulato un con-tratto per la fornitura di gas russo al-l'Ucraina senza aver il preventivo con-senso del governo. Negli ultimi mesila Timoshenko è stata ricoverata inospedale e sembra che abbia subitomaltrattamenti in carcere. A Kiev lagente scende in piazza per ottenernela scarcerazione.

Angela Merkel ha annunciatoche non assisterà ad alcuna gara degliEuropei in segno di protesta nei con-fronti del governo di Kiev. I presiden-ti di Austria e Slovenia hanno già ap-poggiato la sua iniziativa.

Potrà il potere di una donna, oggiin declino nella sua stessa nazione, ot-tenere quanto le proteste di piazzanon hanno ottenuto? Potrà lo sportsvolgere la funzione più nobile che locaratterizza, cioè unire e non divide-re?

Cosa farà Kiev, che per ospitarele delegazioni estere ha ripulito lestrade dai cani randagi sterminan-doli senza discriminazione alcuna?Avrà più compassione per la “Gio-vanna d’Arco della RivoluzioneArancione” o più timore per le rea-zioni della Comunità Europea? Il ti-more è che i Campionati si svolge-ranno comunque, nonostantel’assenza di qualche premier in tri-buna. The show must go on.

di ANNA RUSSO

4 Personaggio del mese• Miss taekwondo

5 Società• “Mai più senza 50 e 50”

6 Inchiesta• Italiani alle prese con l’inglese...

riderebbe anche Totò

8 Attualità• Da una vita un’altra vita

10Fashion• Diamoci un taglio

11Bellezza• Il look per l’estate

12Wedding planner• Festeggiamenti in grande stile

14Alimentazione&benessere• La dieta per i muscoli

15Interior Design• L’arte del fai da te con estro e risparmio

16Salute• Laser, nuova arma contro la parodontite

17Rubriche

21Estetica• Lipostruttura: arriva il filler biologico

22Viaggi• Il regno di Tonga

23Arte&spettacolo• “Cliscè”, dentro e fuori

il Vaso di Pandora

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3m a g g i oduemiladodici

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4 m a g g i oduemiladodici personaggio del mese

Che abbia sedici anni lo rivelala sua storia anagrafica, ma bastaguardarla e parlarle per rendersiconto che la sua presenza fisica e ilcarattere deciso ne fanno una donnaa tutti gli effetti. Maristella Smira-glia, con i suoi 182 centimetri di al-tezza, capelli lunghi, occhi grandi eprontezza di spirito sa già perfetta-mente cosa desidera dalla vita.Campionessa italiana di taekwon-do, prima classificata al concorso dibellezza “Miss Rosso Nera” 2011,genitori poliziotti, ultima di tre figli,ha le idee chiare sul futuro. E la suagiovane età fa capolino solo nellafreschezza e semplicità con cui rac-conta obiettivi e speran-ze future.

Quando nasce lapassione per il taek-wondo?

Sono cresciuta nel-l’ambiente sportivo per-chè mio padre insegnataekwondo da anni. Pianpiano mi sono appassio-nata anch’io e quest’an-no ho cominciato a prati-carlo a livello agonistico.Alla mia quarta gara hovinto il campionato ita-liano, traguardo che per-mette di entrare in na-

zionale. Con la maglia azzurra hoappena partecipato ai Mondiali ju-nior di Sharm El Sheik e agli Euro-pei senior di Manchester.

Cosa si prova ad indossare lamaglia azzurra?

Grande orgoglio perché in quelmomento sai di rappresentare la tuanazione. Ma anche grande senso diresponsabilità verso te stessa e la tuafamiglia perché è sacrificante ga-reggiare a livello agonistico. In riti-ro ci si allena almeno quattro ore algiorno. Ed è difficile perché all’ini-zio arrivi e non conosci nessuno,l’ambiente è diverso da quello dovesei cresciuta sportivamente. E vi-

vendo fuori casahai difficoltà adambientarti, di-ventare autono-ma, organizzarti,però se hai lapassione, riesci afare tutto con pia-cere. I miei, poi,sono orgogliosis-simi. Mio padrein particolare,perché prima dime è stato in na-zionale ed è co-me se mi avesselasciato in eredità

quella maglietta. Il condividere que-sta passione ci permette di passaretanto tempo insieme, cosa che forsenon sarebbe potuta accadere se nonavessi frequentato anch’io la pale-stra e lui non mi avesse allenato. In-fatti devo ancora abituarmi all’ideadi avere in nazionale altri coach concui non ho lo stesso affiatamento ecomplicità. Anche mamma è felice,ma allo stesso tempo un po’ preoc-cupata per la scuola, perché i ritiriin nazionale e le gare mi costringo-no ad assentarmi spesso.

Come ti organizzi?Il problema non sono tanto le as-

senze, ma il riuscire a restare a pas-so con il programma perché se seiconcentrata su una cosa è impe-

gnativo fare anche le altre bene. Perora riesco a gestirmi, anche se quan-do terminano gli impegni agonisticidevo lavorare molto di più per recu-perare le lezioni perse.

Vivere con due fratelli piùgrandi e due genitori in divisa deveessere complicato per una adole-scente. Chi è più geloso di te in ca-sa?

All’inizio mio padre non mi per-metteva di fare nulla. Ora mi lasciamolto più libera lui che non i mieifratelli. Anche mia madre è moltogelosa, dopotutto sono la piccola dicasa. Comunque è a momenti: ci so-no giorni in cui mi lasciano libera,altri in cui mi controllano e mi chie-dono ‘dove vai, con chi esci e a cheora torni’.

Sei nell’età dei primi innamo-ramenti. Come va l’amore?

Ho difficoltà con i ragazzi per lamia altezza, è difficile trovare coe-tanei così alti. Si spaventano per lamia fisicità. Il fatto, poi, che io prati-chi taekwondo e che sia figlia di UgoSmiraglia spesso frena anche i piùcoraggiosi.

Hai sfilato e partecipato a con-corsi di bellezza. È una strada che tipiacerebbe intraprendere?

Sfilare mi piace molto, ma le ra-gazze che gravitano intorno all’am-

biente della moda e dello spettacolosono magrissime e io non ho alcunaintenzione di dimagrire per sfilare,anche perché mangiare per me è ilpiacere principale della vita. Non va-le la pena diventare anoressiche erovinarsi la salute per qualcosa che ri-chiede così tante rinunce.

Cosa vuoi fare da grande?La fotoreporter in modo da co-

niugare le mie grandi passioni: ilgiornalismo e la fotografia. Mi vedreibene in giro per il mondo, magari inposti caldi come la California.

Come ti immagini tra dieci an-ni?

Spero di aver partecipato alleolimpiadi, di essere diventata gior-nalista e di essermi costruita un fu-turo discreto… magari una famiglianon ancora, quella verso i ventinove- trent’anni.

Lo sport è solo una parentesi?Fino all’anno scorso era diverso,

mi faceva stare bene, ma non lo prati-cavo con la consapevolezza di oggi.Ora è diventato un’abitudine, una pre-senza nella mia vita che non credo ab-bandonerò mai. Anna Russo

Miss taekwondoLo sport, la famiglia, i progetti per il futuro e in testa l’obiettivo Olimpiadi

MARISTELLA SMIRAGLIA SI RACCONTA: “COME SONO DIVENTATA CAMPIONESSA NAZIONALE”

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Facciamo 50&50. Fifty fifty. Lequote rosa ormai sono roba vecchia,ora le donne pretendono la metà deiposti a sedere. La Commissione Re-gionale Pari Opportunità con gli al-tri organismi di genere della Regio-ne Puglia, mutuando la felice

esperienza della Campania, ha re-datto una proposta di legge di ini-ziativa popolare per introdurre nel-le elezioni per il Consiglio regionalee il Governatore norme che assicu-rino la parità di accesso tra uomini edonne alle cariche elettive.

Qualora passasse la proposta,le liste dovranno avere rappresen-tanti di entrambi i sessi al 50%, e al

momento del voto si potrà esprime-re la doppia preferenza uomo-don-na: nel caso in cui si votassero duecandidati dello stesso sesso, la se-conda preferenza risulterebbe nul-la. La legge regionale dei cuginicampani ha superato il vaglio dellaCorte Costituzionale e ha portatoalle ultime elezioni quindici donnein Consiglio. Le signore della politicafoggiana tentano di forzare il por-tone di via Capruzzi e sono porta-trici sane della voglia di partecipa-zione.

“Le donne si sono attivate inmaniera trasversale – racconta Ro-sa Cicolella, PD, presidente dellaCommissione regionale Pari Op-portunità, sotto il suo gazebo - Par-liamo di un tentativo di naturaliz-zare l’accesso delle donne inpolitica e non solo. Speriamo che infuturo possa applicarsi anche neiconsigli di amministrazione e ai ver-tici, proprio quando il Parlamentosi sta attivando perché questa stes-sa norma possa essere valida nei co-muni e nelle province”.

Per loro si tratta ormai di un di-ritto acquisito. Ma lo zoccolo durosono i partiti. Pensate quanto saràdifficile reclutare il 50% delle don-ne perché la loro lista venga am-

messa. “ Le donne sono sempre lemeno garantite quando si tratta dicandidarsi: è necessario creare queipresupposti con i quali sarà natura-le farlo perché la loro non sarà unapresenza ornamentale all’internodel partito. In un momento in cuil’antipolitica è molto forte, le donnedevono continuare a picchettare ipartiti. Le battaglie si fanno nei par-titi, altrimenti rischiamo di giocarcila democrazia. È lì che dobbiamofarci spazio”.

Sono partite tutte insieme, inuna conferenza in fiera, poi è ini-ziata la corsa più o meno solitaria al-la firma, tra banchetti in piazza econvention associative. L’impres-sione è che qualora la proposta an-dasse in porto, si conteranno le sot-toscrizioni, e che i colori saranno piùche nitidi.

“Sono del parere che se questacompetitività è sana e serve a farciraggiungere l’obiettivo va benissi-mo, ma niente pagelle per le piùbrave. L’importante è l’impegnocompleto: rispetto a questo, le miepossono essere dieci, per la carrierapolitica di un’altra donna possonoessere cento. L’importante è met-tercela tutta per quella che è la pro-pria storia politica. Se continuiamo

con la logica dell’Eva contro Eva èinutile che raccogliamo le firme”.

Corre con le associazioni LuciaLambresa, ormai Udc. “Credo ci siaun bel coinvolgimento tra associa-zioni e istituzioni. È un risultato po-liticamente molto importante. Per-ché ciò che conta è che nasca laconsapevolezza della necessità diuna partecipazione attiva alla vitapubblica da parte delle donne, con-

sentita dalla legge ma soprattuttovoluta dalle donne e dagli uomini”.In maniera “democristiana”, non nefa una questione di colori. “Sono ap-prodata da poco all’Udc che si stamuovendo con la sua rete di parti-to. Come gruppo di donne abbiamovoluto dare una mano, anche sin-golarmente. È una battaglia per il

futuro, non conta “chi vince”. Nonvogliamo donne competitive”.

Ma poi quasi velatamente con-ferma che l’iniziale unità d’intentisi è sbriciolata in un nugolo di ini-ziative personalistiche. Perché sequalcosa ha da obiettare è che gliorganismi di coordinamento avreb-bero dovuto promuovere un rac-cordo.

Salomonica Rita Chinni, consi-gliere comunale: “Finalmente sia-mo unite e speriamo di esserlo finoin fondo. Essere unite è molto com-plicato, soprattutto perché sono le

idee che ci dividono. Troviamo mol-ta diffidenza da parte della gente.Ma siamo forti e non molliamo”.

Mariangela Mariani

5m a g g i oduemiladodicisocietà

Le signore dei partiti impegnate per la parità di genere in Consiglio regionale

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela CafaroGermana ZappatoreMaria Rosaria De Leonardis

Rubricheavv. Palma Rubanodott.ssa Noemi Tizzanodott.ssa Marilena Tomaiuolodott.ssa Alessandra Marinarodott.ssa Rosangela Lorisodott.ssa Tiziana Celestedott.ssa Francesca Ciocioladott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporedott.ssa Raffaella Scolozziprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Procede la sottoscrizione per la proposta di legge di iniziativa popolare

Revisione caldaie

Stop ai lunghi viaggi e alle listed’attesa per i pazienti oncologici pu-gliesi. La ASL della provinci di Fog-gia e l’A.d.O.S ‘Sergio Lombardi’ONLUS di Lucera hanno sottoscrit-to un protocollo d’intesa per l’atti-vazione del Servizio di Ipertermiaclinica ad indirizzo oncologico, at-tualmente non presente nella Re-gione Puglia, presso il Day hospitalOncologia – Senologia dell’Ospe-dale “Lastaria” di Lucera.

Il Servizio di Ipertermia è unanuova metodica terapeutica per iltrattamento integrato delle neopla-sie e consiste nel riscaldamento fi-no a 43° degli organi colpiti dal tu-more; tale riscaldamento aumental’efficacia dell’azione dei farmacichemioterapici. Il trattamento si ap-plica in associazione e non con che-mioterapia e radioterapia, in tutti icasi di neoplasie solide primitive esecondarie degli apparati respira-torio, gastroenterico, urogenitale edendocrino, su molte patologie neo-plastiche profonde o localmente

avanzate e con effetto positivo an-che sui tessuti molli. Il trattamentoè applicabile anche in tutti i casi dineoplasie non solide alle stazionilinfonodali superficiali e/o profon-de. Anche i tumori cerebrali, inol-tre, beneficiano di tale applicazio-ne. Numerosi studi hannodimostrato che l’ipertermia miglio-ra le terapie standard, aumentan-done l’efficacia e migliorando laqualità della vita dei pazienti. È una

metodica utile anche nel-la cura del paziente an-ziano che necessità di unariduzione del dosaggiodei farmaci chemiotera-pici.

L’Associazione di Vo-lontariato A.d.O.S. ON-LUS, dedita all’assistenzadei Pazienti oncologici eda tempo impegnata nel-l’acquisto della dotazione

strumentale specifica per il Serviziodi Ipertermia, ha ottenuto la dispo-nibilità da parte dell’Azienda Sani-taria Locale a disporre dell’utilizzodei locali e a fornire la Tecnostrut-tura, utili per l’attivazione del Ser-vizio.

Il Day hospital oncologico di Lu-cera sarà l’unica struttura presente inPuglia ad offrire il Servizio di Iper-termia e a diventare un valido aiutoper tutti i Pazienti che, per potersicurare, non dovranno affrontarelunghi viaggi e altrettanto lungheliste di attesa.

“Mai più senza 50 e 50”

Arrivano i rimborsiCon l’avvio della nuova

campagna di autocertificazio-ne degli impianti termici per ilbiennio 2011/2012, che richie-de l’acquisto del bollino ener-getico del costo di 18 euro, an-che l’Amgas di Foggia hamesso nuovamente a disposi-zione il fondo di solidarietà perrimborsare ai cittadini in diffi-coltà il 55% del costo del bolli-no stesso, quindi 10 euro. Il fon-do è stato costituito grazie ad unaccordo tra il Comune di Foggia,l’Amgas Spa, l’AM Service srl e leAssociazioni Adiconsum, Adoc eFederconsumatori, ma soprattut-to grazie alla disponibilità dei tan-ti manutentori che hanno decisodi aderirvi dando un contributo di1 euro per ogni verifica. Il fondoammontava lo scorso anno a circa42.500 euro, ed era destinato a cit-tadini con una fascia di reddito da0 a 6.000 euro, ma purtroppo diquesti solo una minima parte, 500euro, è stata restituita, a 1000 su3500 cittadini aventi diritto, so-prattutto a causa di una campagnadi comunicazione che ha avuto po-ca risonanza.

Quest’anno si è deciso di in-nalzare la soglia di reddito a 7.500euro. Per le istruzioni sul rimbor-so i cittadini possono rivolgersi al-le associazioni dei consumatoripresentando il modello ISEE incorso di validità, una copia dell’al-legato tecnico modello “G” con su

apposto il bollino energetico, e unacopia del documento di identitàdel titolare dell’autocertificazio-ne, o eventuale delega o copia deldocumento del delegato. Le do-mande dovranno essere presen-tate presso l’apposito sportello al-lestito nella sede degli ufficicomunali di via Gramsci 17. Sa-ranno accolte le richieste di rim-borso fino al raggiungimento del-la somma disponibile, in ordinecronologico di arrivo. Particolar-mente soddisfatta dell’iniziativa èla Presidente dell’Adiconsum, Ve-ra Scarpiello, che si è battuta in pri-ma persona per l’ottenimento delbonus: “Ho notato subito un’enor-me differenza di costo del bollinonella città di Foggia rispetto ad al-tre città, come Milano, dove è diappena 5 euro. Desideravo chequei soldi tornassero alla gente,anche se purtroppo chi è real-mente in difficoltà spesso è co-stretto a venire meno alla legge ea non effettuare affatto la revisio-ne”. Maria Rosaria De Leonardis

SALUTE

Nuove cure al “Lastaria”

Rosa Cicolella

Rita Chinni

Lucia Lambresa

Pazienti oncologici

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6 m a g g i oduemiladodici inchiesta

Giovani e laureati, ma poco inclini all’apprendimento della seconda lingua

PAROLA ALL’ESPERTO A CURA DI ANITA D’ATRI

PSICOLOGA

Conoscere le lingue straniere può esseredefinito un bisogno primario dell’essere uma-no, perché significa comunicazione, relazio-ni sociali, comprensione dell’altrui modus vi-vendi, quindi sopravvivenza della specie. Illinguaggio ed il suo apprendimento sono og-getto di fatica per il neonato e la neonata, chepresto si rendono conto che l’esprimersi conil pianto non serve più ad attirare l’attenzio-ne della mamma, di cui hanno bisogno perl’accudimento fisico ed affettivo, ma dovran-no escogitare sistemi più sofisticati per esse-re ascoltati; imparano, così, ad usare gli stru-menti idonei per comunicare con gli altri: leparole.

Queste parole potrebbero essere in va-rie lingue se il neonato avesse la fortuna diavere genitori di nazionalità diverse, dai qua-li acquisirle, fin dai tempi della gestazione.

Difatti, se una mamma bilingue (ingle-se-italiana) si rivolge al neonato e alla neo-nata indicando loro il ciuccio e nominandolo,indifferentemente, una volta in italiano edun’altra in inglese, essi non saranno confusiquando dovranno, a loro volta, chiamarlo, ma

useranno, indifferentemente il sostantivo ita-liano o quello inglese.

I programmi scolastici ministeriali han-no recepito l’importanza dell’insegnamentodi lingue straniere già nelle scuole elementari,capendo che le giovani mentisono più ricettive rispetto aquelle più adulte, propriedegli alunni e delle alunnedelle scuole medie e supe-riori. La tendenza all’inse-gnamento delle lingue stra-niere anche nelle scuolematerne non è assolutamenteerrata, solo che, se per i neona-ti e le neonate si può parlare di acquisizionedi un’altra lingua, in quanto viene inseritanel loro sviluppo cognitivo nella fase di for-mazione del linguaggio, dopo i tre anni di etàsi deve parlare di apprendimento, ossia, ac-quisita come prima lingua quella parlata cor-rentemente con i propri genitori e con il re-sto del contesto sociale in cui il bambino e labambina vivono, si passa all’apprendimen-to di quella che sarà considerata la seconda

lingua. L’apprendimento della seconda lin-gua attiva le stesse reti neurali individuateper l’acquisizione della prima, ma mentrequesta viene utilizzata dal bambino e dalla

bambina per relazionarsi quo-tidianamente con gli altri, la se-conda, molto spesso, rimaneconfinata nel contesto scola-stico in cui viene imparata;viene assimilata come no-zione e, se non esercitataquotidianamente, rischia diessere dimenticata.

È, quindi, consigliabile “l’esposizione”delle giovani menti alle lingue straniere il piùpresto possibile, cercando di non relegare lostudio di queste all’unica ora che ci proponeil calendario scolastico, bensì di integrarlecon conversazioni, visioni di films, cartonianimati e lettura di libri nella seconda lingua.

L’apprendimento delle lingue stranierein età prescolare, quindi, non solo facilita la co-noscenza della lingua stessa, ma apre nuoviorizzonti, collegati direttamente con il suostudio. Il bambino e la bambina che vengono

trasportati virtualmente in contesti sociali di-versi dai loro abituali, incuriositi e stupiti nel-lo scoprire che, dietro un diverso modo di par-lare, si nascondono culture ed usanzesconosciute, imparano a pensare ad ampioraggio, senza confini e, soprattutto, senzaschemi preordinati: la vera globalizzazione.

Le generazioni attuali, inoltre, hanno unamarcia in più rispetto a quelle di qualche de-cennio addietro: le classi scolastiche sono for-mate da bambini e bambine provenienti danazioni diverse. Molto spesso, questo nonviene visto come un valore aggiunto, ma co-me una intrusione da tollerare. Non vienecompreso di quale profonda ricchezza sianoportatori questi bambini e le loro famiglie:usi, costumi, lingue di altri popoli.

Sarebbe auspicabile, invece, che gli in-segnanti decidessero di sfruttare questo pa-trimonio, magari dedicando un’ora al giornoall’apprendimento della lingua del bambinoe della bambina stranieri presenti nella loroclasse; la classe potrebbe davvero definirsimultilingue e saremmo finalmente in pre-senza di un vero esempio di integrazione.

Italiani alle prese con l’inglese... riderebbe anche Totò

Il linguaggio, un dono per il neonato

Intelligenti e perspicaci gli ita-liani. La donna spregiudicata,“femmina” e in carriera; l’uomo“macho” e intraprendente, il clas-sico latin lover. Esemplari perfettidella razza umana con, però, ungrande difetto. Non è il carattere,non sono le buone maniere (alme-no non sempre), il loro limite è tut-to nell’evidente problema che han-no con le lingue straniere. Sarà perpigrizia, sarà per la lunga tradizio-ne latina e l’eco lontana di Roma ca-put mundi, fatto sta che tra gli ita-liani e l’inglese in particolare c’èuna guerra senza fine. E se Totònella Milano degli anni ’50 faceva ri-dere con il suo (francese macche-ronico) “Noio volevam savuar”,non è bastato mezzo secolo a ren-dere gli italiani più poliglotti.

Secondo quanto emerge dauno studio di Eurostat, il cattivorapporto con l’inglese, oramai lin-gua dell’internazionalità che congli anni ha superato in quanto a dif-fusione il francese, costituisce tut-t’ora un primato. Ed è l’inglesemaccheronico a prendere semprepiù piede.

Tra gli adulti il 38,6% degli ita-liani dichiara di non parlare nessu-na lingua estera, un dato al di so-pra della media UE che è del36,2%. Questa classifica è guidatada ungheresi (75% monolingua),portoghesi (51%), spagnoli (47%),

bulgari (44%) e greci (43%).Il 33,8% dichiara di parlare una

sola lingua straniera, sempre sottola media UE del 35,7%. In testa aquesto gruppo ci sono i britannici(65%). Il 27,6% degli italiani affer-ma di parlare almeno due lingueestere, anche qui però siamo sotto lamedia Ue che è al 28,1%. Gli adul-ti europei più poliglotti sono invecegli sloveni (72%), poi gli slovacchi ei finlandesi (68%).

Tra i giovani che frequentanola scuola secondaria le cose nonvanno molto meglio, spicchiamosolo nella classifica di quelli chestudiano una lingua straniera, con

il 73,9%, dato non consolante per-chè il “target” in Europa è ormai lostudio di almeno due lingue stra-niere. A parte gli studenti dellaGran Bretagna (che nel 51% dei ca-si non studiano altre lingue) e gli al-tri Paesi anglofoni, i nostri sono poiin vetta alla classifica di quelli chenon imparano a scuola nessuna lin-gua straniera: l’1,5%, alla pari degliaustriaci e dopo gli spagnoli, al3,9%.

Tra coloro che cercano lavoro,la situazione non è migliore. L’ulti-ma ricerca effettuata dal sito di re-cruiting Talentmanager.it, rivelainfatti uno scenario a dir poco de-

solante: il 75% dei neolaureati ita-liani in cerca di lavoro ha una co-noscenza insufficiente dell’ingle-se, solo il 15% raggiunge lasufficienza, meno del 10% può van-tare buone competenze e appenal’1% può vantare un livello ottimo.I dati, scomposti per regione, rive-lano che la maggior percentuale dianglofoni si registra in Friuli Vene-zia Giulia (il 7% si attesta su un li-vello ottimo). Se si considerano lepercentuali interne a ogni singolaregione, non sembra valere la di-stinzione tra un nord-Italia virtuosoe un centro-sud più arretrato. Quelche è certo è che, in ogni caso, nonsi tratta di una gara per i risultatimigliori, quanto piuttosto per quel-li meno deludenti.

Certo, oggi, molti giovani pos-sono vantare una qualche confi-denza con l’inglese grazie ad inter-net e alle chat che abbattono ledistanze geografiche, ma si trattadi un fenomeno illusorio perché illinguaggio usato sul web non è cer-tamente il vero inglese. Quando si

tratta di sostenere una conversa-zione vera e propria, infatti, l’80%circa dei giovani non ne è in grado,il 10% si blocca per la timidezza, esolo un 10% riesce a parlare age-volmente. La maggiore familiaritàcon l’inglese, insomma, è solo su-perficiale. Le imprese, così, sem-brano essere alla continua ricercadi neolaureati, magari con un ma-ster in meno ma con una buona pa-dronanza della seconda lingua, unadomanda enorme che purtroppo

non trova riscontro sul mercato dellavoro italiano.

Una possibile soluzione al pro-blema, al di là di corsi fatti in etàadulta, è l’apprendimento della lin-gua inglese sin da piccoli, contem-poraneamente a quella italiana. Dabambini, quando la mente umana,come una spugna, è capace di as-sorbire tutte le nozioni impartitelecon estrema facilità.

I dati sono poco confortanti: solo il 10% dei giovani è in grado di parlarlo agevolmente

Apprendere la seconda lingua è più facile da piccoli, senza il pericolo di confusione

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7m a g g i oduemiladodiciinchiesta

Oggi le nostre città sono popo-late da individui appartenenti adetnie diverse che si trovano a doversperimentare nuove forme di con-vivenza sociale e civile. Queste so-cietà sono caratterizzate da quoti-diani intrecci di molteplici culture,lingue, scambi e stili di vita. In que-sta nuova dimensione sociale la co-noscenza di almeno un’altra linguaoltre la propria diventa strumentonecessario per rendere possibili in-terazioni e nuovi percorsi di coope-razione utili sia per la dimensionelavorativa, ma, soprattutto, per lavita di ogni giorno.

E’ fondamentale che il proces-

so di alfabetizzazionenei confronti dei nuovilinguaggi inizi dai pri-mi anni di scuola per as-solvere al meglio ilcompito educativo didotare i bambini di unacompetenza linguisticache li renda capaci dimuoversi in un contestoin continuo mutamentocaratterizzato da nuoveforme di cittadinanzasociale che vadano ol-tre i confini nazionali esuperino le differenzeattraverso la reciproca compren-sione e tolleranza dell’altro.

Considerandolo da questo pun-to di vista, il bilinguismo non con-siste solo nel padroneggiare unalingua straniera senza perdere lalingua nativa, ma diventa stru-mento utile a migliorare l’integra-zione.

Insegnare una lingua stranierasin dall’infanzia contribuisce ad uncorretto e più facile sviluppo del lin-guaggio ed offre il vantaggio di ser-virsi di un terreno fertile per l’ap-prendimento perchè è proprio in

questa fase che la capacità delbambino di apprendere e di svi-luppare il linguaggio è ai massimi li-velli.

Anche se molti genitori com-prendono l’importanza di inserireil proprio figlio in un contesto chepreveda l’uso della lingua stranie-ra per agevolare sin dai primi annidi esperienza scolastica il passag-gio dalla lingua madre alla linguastraniera, molti altri credono anco-ra che imparare due lingue richie-da uno sforzo cognitivo eccessivoper il bambino e che l’esposizione a

due lingue causiproblemi.

Ricerche recen-ti sul tema hannodimostrato che nonè mai troppo prestoper esporre i bam-bini ad una secondalingua, anzi, sin dal-la nascita, il cervel-lo ha la massima ri-cettività neiconfronti del lin-guaggio ed è per-fettamente in gradodi gestire due o più

lingue simultaneamente. Inoltre al-tri studi e ricerche hanno suggeritoche più utilizziamo il nostro cervel-lo e più ne sviluppiamo le capaci-tà.

Educare ad una lingua stranie-ra comporta diversi vantaggi, lin-guistici e non: permette di averemaggiori capacità di attenzione, digestire le distrazioni e gli input di-versi, consente una maggiore co-noscenza della struttura del lin-guaggio ed una maggiore abilitànel distinguere tra forma e signifi-cato delle parole. A questi aspetti

positivi si aggiungono altri benefi-ci ben noti come una più larga vi-sione del mondo e la possibilità diconoscere nuove culture per poterandare al di là delle differenze da-te dalla provenienza.

Parlare, quindi, una secondalingua o comunque esserne a con-tatto prima dei 5 anni, dà al bambi-no la possibilità di sviluppare abi-lità, forme di pensiero e diespressione più sofisticate dei bam-bini monolingui.

I bambini bilingui riescono acapire il senso simbolico delle pa-role e a ragionare molto più velo-cemente, inoltre possiedono mag-giori strumenti per risolvereproblemi e riescono a differenzia-re più precocemente ciò che è im-portante da ciò che non lo è.

In un’epoca sempre più globa-lizzata è diventato indispensabilesapersi esprimere correttamente,per questo capire e incoraggiare ilbilinguismo sin dai primi anni discuola è il segreto per risponderead un mondo che espone gli indivi-dui alla comunicazione e alla con-taminazione di diverse culture coe-sistenti.

Conoscere più lingue significa conoscere più culture

Il bilinguismo nella società globale

La sperimentazione in classe

Sin dalla nascita il cervello è tanto ricettivo da gestire più lingue simultaneamente

A CURA DI FRANCESCA CIOCIOLA

SOCIOLOGA

Il bilinguismo in alcune regioni italiane è ormai una realtà consolidata. A Foggia èun’interessante sperimentazione da poco avviata con successo dalla scuola materna pa-ritaria “Iridella” e che proseguirà tra i banchi della scuola elementare “Santa Chiara”.

Un progetto innovativo, come conferma Fabio Daniele, presidente della FISM (Fe-derazione Italiana Scuole Materne), associazione di categoria che raggruppa tutte lescuole laiche di ispirazione cristiana: “Credo sia nostro compito portare innovazione.

Al Nord esistono tante scuole bilingue a dimostrazione del fatto che si tratta di unesperimento riuscito e quindi da promuovere. Certo, la gestione è forse più com-plessa rispetto ad una didattica monolingua, ma credo che nel tempo risulterà una scel-ta vincente. Non escludo che tra qualche anno il bilinguismo possa diventare obbli-gatorio in tutte le scuole materne”.

“Bilinguismo significa parlare due lin-gue regolarmente, d’abitudine, riuscendo apassare senza difficoltà dall’una all’altra.Questo è un vantaggio se si comincia a far-lo da piccoli quando il bambino ha il primoapproccio con il mondoesterno ed apprendesenza difficoltà nozionicome parlare, cammi-nare, relazionarsi congli altri”. Lisa Marigon-da, direttrice della scuo-la paritaria “Iridella” einsegnante madrelin-gua d’inglese, è una so-stenitrice convinta del-l’utilità del bilinguismoa partire dalle scuole materne. “Imparare dapiccoli senza sforzo due lingue è un van-taggio che rende il bambino competitivosin da subito, ma la questione va al di là del-la semplice conoscenza di due lingue”.

Il bilinguismo, infatti, aiuta il cervello asvilupparsi notevolmente perché permet-te di passare da un lingua all’altra indiffe-rentemente. “Si è dimostrato che i bambini,sin dalle prime settimane di vita, ricono-scono i suoni e le lingue diverse e le perso-ne in base al suono che emettono. Da adul-ti riescono a prendere decisioni in maniera

più rapida e ferma. Sono più propensi, inol-tre, ad apprendere anche altre lingue per-ché maggiormente abituati a vedere le co-se sotto due modalità diverse, sia nel suonoche nella costruzione della frase, e questo

aiuta la crescita intellet-tuale”.

“L’importante èmantenere una costanzaquotidiana: la lingua siimpara solo se viene ri-petuta quotidianamen-te. Così come imparal’italiano perché lo sen-te ogni giorno, il bambi-no imparerà, per lo stes-so principio, anche

l’altra lingua. Non si tratta di semplici cor-si di inglese ma di didattica vera e propriache segue i bambini dalla mattina alla sera.Al termine dei tre anni di asilo il bambino do-vrebbe sapere parlare indifferentementel’italiano e l’inglese, magari all’inizio avràun vocabolario più ristretto ma sarà in duelingue”.

Bilinguismo, poi, non significa solo im-parare un’altra lingua, ma anche un’altracultura: questo migliora anche la gestionedei rapporti interpersonali e interculturaliche avverranno da adulti.

Dalla scuola dell’infanziaStesso bacino d’utenza della Scuola del-

l’infanzia “Iridella”, la scuola elementare“Santa Chiara” ne proseguirà la sperimen-tazione sul bilinguismo. “Uno dei nostri in-teressi- conferma Mariolina Goduto, diri-gente scolastica della “Santa Chiara” - èstato sempre quello di creare reti di lavoro,con finalità di formazione ed educazioneperché riteniamo che la scuola sia un’agen-zia educativa fondamentale, un punto di ri-ferimento centrale nella vita delle personee della formazione in senso lato. Questo ruo-lo può diventare decisivo se la funzione del-la scuola diventa funzione collegata con gliinterventi di altre agenzie formative comefamiglie, enti, associazioni e altre scuole diriferimento. Il nostro ambizioso obiettivo èproprio quello di metterci in rete costante-mente con le altre agenzie di formazioneper migliorare e potenziare il servizio reso al-la città”. In questa ottica si inserisce la col-laborazione con la scuola paritaria.

“Sulla scorta degli studi pedagogici cheindicano l’insegnamento della lingua comequalcosa di funzionale e produttivo se fattoprecocemente daremo continuità al pro-getto educativo sul bilinguismo per nonbloccare la sperimentazione in atto nellascuola dell’infanzia e darle continuità nel-le classi elementari successive. Anche da

noi l’insegnante madre lingua inglese af-fiancherà quella di lingua italiana. Utiliz-zeremo inizialmente i docenti della Iridel-la, poi andremo alla ricerca di finanziamentie bandi pubblici per sostenere il progetto.La sperimentazione, se ci saranno i dovutifinanziamenti, sarà estesa il più possibile”.

In passato, con il governo Berlinguer, ri-corda la dirigente scolastica, sono stati ef-fettuati esperimenti di insegnamento pre-coce della lingua inglese nella scuoladell’infanzia statale, con risultati molto in-teressanti, grazie al progetto “Lingua 2000”.“Attualmente questa possibilità non c’è nel-la scuola statale dell’infanzia perché si co-mincia in maniera obbligatoria l’insegna-mento dell’inglese solo in prima elementaree con un’ora sola settimanale e con docentiche insegnano l’inglese per l’effetto dellafrequenza di un corso di formazione. Sicu-ramente avere un’insegnante madrelinguasarà un valore aggiunto per tutti gli alunni”.

… alle elementari

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8 m a g g i oduemiladodici attualità

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Giambattista FraticelliIn una zona di conce-

zione moderna, collocatanon poco distante dal cen-tro cittadino, si trova ViaGiambattista Fraticelli(Foggia 1717-1787). Lastrada, intitolata al teolo-go, giurista e matematico,parte da Viale Ofanto eprosegue sino a Viale Eu-ropa.

Il canonico Giambatti-sta Fraticelli nasce a iniziodel secolo XVIII e lo attra-versa nella sua interezza.Insigne personalità delclero locale, è arciprete della collegiata diFoggia, dopo un altro meritevole canoni-co Bartolomeo De Leone, già cantore del-la chiesa matrice di Foggia. Il primo Set-tecento è per lo più dovunque un’età diripensamento e di preparazione. I primirisultati concreti della rivoluzione filoso-fica si evidenziano nel campo della ricer-ca scientifica, nella ripresa di quella lumi-nosa tradizione galileiana bruscamenteinterrotta dalla repressione controriformi-stica. Giambattista Fraticelli apporta i suoicontributi alla riflessione illuministica, ri-velandosi erudito in diritto, teologia, ma-tematica e fisica. Socio dell’Accademiadelle Scienze di Napoli, pubblica un ap-prezzabile “Trattato sulla luce riflessa” in-sieme con altri importanti studi, per porreil lettore di fronte a un processo di pensie-ro organico, lineare e coerente.

Uomo enciclopedico, dal multiforme

ingegno, esperto oratore, si cimenta an-che nelle arti della musica e della poesia;“la sapienza poetica”, che si esprime informe diverse, citata da Giambattista Vico.Alcuni studiosi, come riferisce Carlo Vil-lani che approfondisce le ragioni in meri-to a tale assegnazione, lo ritengono auto-re di un panegirico, dedicato al principecardinale Francesco Maria de’ Medici, daltitolo “Il giorno del fuoco o pure la Verità ri-trovata”, per commemorare San Giustino,filosofo e martire, protettore dell’Accade-mia dei Fisiocritici di Siena nata nel 1691,insieme con altre organizzazioni cultura-li come il celebre Istituto delle Scienze aBologna tra il 1712 e il 1714.

Di Giambattista Fraticelli si conservaun riuscito ritratto nella nostra Pinacote-ca comunale, tra le pregevoli tele di con-cittadini illustri.

Rina Di Giorgio Cavaliere

L’ANGOLO DELLA CULTURA

Il RiflettorePer questo numero di 6Donna ho scel-

to di ricordare tre poeti pugliesi cari al miocuore, forse da qualcuno dimenticati, for-se sconosciuti ai giovani di oggi. Premettoche non saranno solo i letterati a tenerebanco in questa rubrica, ma qualunquepersona, evento od opera (anche artisticao musicale) che meriti la citazione ed offrail piacere della discussione. Infatti, nellasua accezione, il termine cultura com-prende vari significati, praticamente tuttociÚ che in conoscenze, in valori, in realiz-zazioni pratiche l’uomo ha saputo produr-re nel corso dei secoli.

Luigi Fallacara e Raffaele Carrieri rap-presentano nella poesia l’espressione pu-rissima dell’umano desiderio di spirituali-tà.

Certe sere d’estate,/quando il giornonon vuol morire/ e alle luci dorate/ piùaltaodi la rondine garrire,/si fa un deserto inat-teso/ pei viali della città, come vi si fossesospeso/ un silenzio d’eternità.

Sembra – dice il poeta – che, in certesere d’estate, si crei un silenzio improvvi-so per i viali della città, come se tutte le co-se si mettessero in ascolto di un evento so-prannaturale prossimo ad accadere.Sembra (sto parafrasando per ragioni dispazio i bei versi di Fallacara) che un mi-sterioso viandante stia per farsi vedere: il ta-cito angelo del nostro riposo. Ma in realtànon passano che carri colmi di fieno, i qua-li immediatamente ridanno all’uomo il sen-so del reale, richiamandolo alla febbrile at-tività del lavoro. La città è Bari, che l’autorenella sua assorta contemplazione trasfi-

gura in una visione quasi mistica. Meritoanche della musicalità affidata alla rimaalternata ed al diverso metro dei versi checreano pause e crescendi.

Ben diversa atmosfera nelle composi-zioni di Raffaele Carrieri di Taranto: so-spinto da un’impulsiva umanità, va alla ri-cerca curiosa e fantasiosa di cose, di fatti, diuomini e di mondi diversi, con un verso ori-ginalissimo che ricorda quelli di certi giul-lari del passato: In testa ho paesi bianchi/e scale a chiocciola./In testa ho clarini chevolano/ più veloci delle rondini/ che tor-nano dall’Egitto./...In testa ho un cieloaperto/con angeli a cavallo.

Suoni, voli, voci ed immagini straneriempiono i suoi sogni; tanta è la forza del-la sua fantasia che percorre terre lontane eimmagina persino le generazioni future:ho in testa dove passeggiano/ i figli deimiei figli/ e mia madre è ancora giovane.

Dedico la chiusura ad autore foggia-no, Giacomo Strizzi di Alberona, che scri-ve in dialetto, nella lingua dei miei nonni,e disegna quadretti di vita agreste, ispi-randosi alla campagna che tanto ama.

Spirito pascoliano, gode di ogni picco-la cosa, anche della presenza degli ani-mali. Ecco un passaggio de “La coniglie-ra”:Pare na conig- ghière/a casa decummare/ Bundanzie, a palettère:/ tre cì-tele rampejene/nda nache, tre zurleje-ne/p’u cane im bocca pòrte/..e Bundan-zie...truttèire p’a trippa innanze/. Lo scoprìper primo Pier Paolo Pasolini ed io gli fac-cio omaggio.

Raffaella Scolozzi

Da una vita un’altra vitaCome donare. I perché del “no” alla conservazione

Donazione del sangue del cordone ombelicale

Si scrive donazione, si legge al-truismo, solidarietà, apertura al-l’altro. Quando, poi, l’oggetto deldonare è il sangue del cordone om-belicale, allora quella solidarietàassume un valore più elevato, le-gato alla possibilità di salvare la vi-ta di un altro essere umano. Un ge-sto che non costa nulla fare. E alloraperché no? Tante sono le ragioni delsì, di cui si è discusso durante un in-teressante convegno organizzatodal Lions Club e tenutosi a Foggia loscorso 5 mag-gio. “Il sanguedel cordone om-belicale è riccodi cellule stami-nali emopoieti-che – ha spiega-to AntonioMarseglia, me-dico dell’UnitàEpatologia, Ga-stroenterologiae Trapianti pe-diatrici del-l’Ospedale diBergamo – il cuitrapianto è utile nella lotta a malat-tie tumorali del sangue come la leu-cemia e i linfomi (tumori del siste-ma linfatico) e a patologie nontumorali come, ad esempio, la ta-lassemia (malattia ereditaria delsangue), l’aplasia midollare (man-

cata produzione delle cellule delsangue) e le immunodeficienzecongenite (malfunzionamento delsistema immunitario che causa unamaggiore predisposizione alle in-fezioni). Conservare il sangue delcordone ombelicale per uso auto-logo in una banca estera è inutileperché non è stata dimostrata la suareale utilità. Per ottenere miglioririsultati nella cura di malattie comela leucemia è infatti preferibile usa-re cellule provenienti da una per-

sona diversa dal malato perché inquesto modo si accresce l’effettoimmunologico delle cellule tra-piantate e quindi la possibilità disuccesso del trapianto. E’ stato di-mostrato, inoltre, che alterazionigenetiche tipiche di alcuni sottotipi

di leucemie infantili erano già pre-senti nel cordone dei bambini chehanno successivamente sviluppa-to la malattia: in questo caso il tra-pianto autologo sarebbe del tuttoinutile. Infine, in caso di malattiagenetica, non si può ricorrere al tra-pianto autologo perché le cellulestaminali emopoietiche contengo-no anch’esse i geni malati”.

Per la raccolta delle cellule con-tenute del cordone ombelicale sonostate istituite le Banche del sanguecordonale. In tutta Italia ne sono at-tive attualmente diciotto. Tra que-ste c’è quella di San Giovanni Ro-tondo. A rappresentarla alconvegno i medici Lazzaro Di Mau-ro e Michele Santodirocco. “Dona-re è fondamentale – ha relazionatoDi Mauro - perché, dati alla mano,solo il 25% dei pazienti trova un do-natore compatibile nell’ambito fa-miliare. Circa un terzo lo trova tra idonatori volontari iscritti nei regi-stri internazionali dei donatori diMidollo (1/100.000), mentre la re-stante parte (35%) non può acce-

dere al trapianto per mancanza didonatori”.

Le procedure da seguirePer donare il cordone ombeli-

cale è necessario essere in buonecondizioni di salute e rispettare al-cune semplici procedure volte allatutela del donatore e del ricevente.

Prima della donazione è neces-sario che la gestante firmi il con-senso informato e compili il que-stionario anamnestico contenentei dati personali e familiari di en-trambi i genitori con particolare ri-guardo all’esistenza di malattie ere-ditarie e comportamenti a rischio.Inoltre la madre sarà sottoposta a

test di screening per malattie infet-tive trasmissibili per via materna,sette giorni prima o sette giorni do-po la raccolta.

Ulteriore condizione per la do-nazione è che si sia trattato di unagravidanza normale senza compli-canze come, ad esempio, la nascitadi “feto a rischio”. La donazionenon comporta nessuna modificadella normale procedura del parto.E’ indolore e privo di rischi per lamadre e per il bambino.

Angela Dalicco

Pubblico contro privatoLa conservazione di cellule

staminali da sangue del cordoneombelicale per uso autologo non èconsentita in Italia se non in casispecifici (ed è gratuita) come peruso dedicato al neonato o a unconsanguineo con patologie perle quali risulti appropriato l’uti-lizzo di tali cellule o nel caso di fa-miglie a rischio di avere figli af-fetti da malattie geneticamentedeterminate per le quali risulti ap-propriato l’utilizzo delle stamina-

li. In molte banche estere è con-sentita la conservazione (a paga-mento) ma senza alcuna sicurez-za sulla qualità e l’efficacia delletecniche di raccolta e conserva-zione. Inoltre è utile sapere che seil bambino ha una malattia gene-tica, o un difetto congenito del si-stema immunitario, o una leuce-mia acuta con alterazionecromosomica il sangue placenta-re non potrà essere utilizzato a fi-ni trapiantologici.

a cura della dott.ssaRaffaella Scolozzi

La conservazione per uso autologo

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9m a g g i oduemiladodici

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10 m a g g i oduemiladodici fashion

Eventi inaspettati come unacrisi sentimentale oppure una gio-ia intensa portano le donne diret-tamente nel salone del parrucchie-re per cambiare drasticamente illook della loro testa. Nello specifi-co, il taglio corrisponde alla fine diuna relazione; la permanente ester-na una vita soddisfacente mentreprediligere il solito dimostra unapaura di staccarsi dalle abitudini. Icapelli molto lunghi sono il look didonna con un’indole sensibile. Tin-gersi di biondo è il desiderio di sen-tirsi più deduttive, invece diventa-re more implica una voglia diconcretezza. La ricerca ha escluso icambiamenti effettuati per il puropiacere di seguire la moda, ma hamesso in evidenza la componente

istintuale della decisione: una scel-ta presa in questo modo purtropponon si traduce in un taglio o in uncolore adeguato. Il parrucchierenon deve limitarsi ad eseguire la ri-chiesta della cliente, ma ascoltarlae consigliarla su quella che potreb-be essere la scelta più idonea allasua individualità: è questa una del-le carte vincenti di AlessandroStramaglia (foto in alto), titolare

di Alter Ego Parrucchieri. Da sem-pre l’esercizio della sua professioneè volto a donare alla cliente un hairstyle personalizzato, considerandoil tipo di capelli, viso e stile di vita.Attraverso una prima consulenzagratuita, Alessandro si prende ilgiusto tempo per studiare la consi-stenza della chioma asciutta, valu-tare l’insieme e conoscere i veri de-sideri della cliente, favorendo cosìla nascita di un rapporto di fiducia.Per dare un taglio così all’atavicoterrore delle forbici: queste infattinon devono sempre accorciare, mapossono essere usate anche soloper sistemare, sfoltire e alleggeri-re; il segreto è tutto nel lasciarsi gui-dare dai consigli di un professioni-sta che ha investito nella suaformazione ed è in grado di pro-porre soluzioni alternative e al pas-so con la tecnologia. I tagli del-l’estate hanno forti richiami aglianni ’70 e puntano su colori accesicome il rosso: tuttavia non è dettoche questo look stia bene a tutte.Senza rinunciare ad una acconcia-tura trendy, Alessandro tiene pre-sente caratteristiche come la pre-senza di vertigini, la tenuta dellapiega, la praticità e i tratti somati-ci. Il taglio alla moda è geometrico,

ma sempre adatto alla forma del vi-so, il colore è sfumato ma alle pun-te per un risultato molto naturale.Quest’estate direte addio allo stresssfoggiando un look nature: i riccivanno domati con un buon prodot-to per la definizione e quelli lisciasciugati con la bassa temperatu-

ra, per entrambi minimizzandol’uso del phon. Il segreto è quello diaccorciarli di due centimetri primadell’estate e due centimetri al ritor-no dalle vacanze, dopo che inevi-tabilmente sole e salsedine avran-no fatto i loro danni. In questo modoperò, si limita il trauma del taglio esi permette al capello di ritornareal suo stato ottimale. Altrimenti cisi può concedere le extension: nelsalone Alter Ego questo trattamen-to viene realizzato con materiale diprima qualità e con ottimi risultatianche per l’infoltimento. Tuttavia iconsigli di un professionista di fi-ducia sono essenziali per sceglierei trattamenti mirati e per prolunga-re la cura della chioma anche a ca-sa, magari con prodotti e spazzoleadeguate. E poi bisogna amarlaperché - come sostenevano nel-l’epoca vittoriana – “i capelli sono lacorona delle donne”.

Dalila Campanile

Diamoci un taglioDietro un cambio di capelli c’è di più

Lasciarsi guidare da un professionista è il segreto per avereuna chioma adeguata senza rinunciare alle tendenze estive

Secondo una ricer-ca dell’Università diBologna determinateemozioni provate dalgentil sesso influenze-rebbero il cambiamen-to del taglio o del colo-re dei capelli.

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11m a g g i oduemiladodicibellezza

Il look per l’estateNella bella stagione sarà di scena il colore

Dimenticate i grigiori invernali e abbandonatevi alle calde nuance.

Per tutte tripudio di colori su viso e capelliCome canta va Alberto Rabagliati? “E’

primavera, svegliatevi bambine…”. Siamoin primavera inoltrata e l’estate è ormai alleporte. Prepariamoci allora a svegliare il no-stro corpo dal torpore invernale per conse-gnarlo alla leggerezza della bella stagione.

Cominciamo dalla pelle. Una buona pu-lizia del viso e un trattamento peeling corporealizzati con prodotti esfolianti permettonodi eliminare lo strato più superficiale del cor-neo, senza danneggiare in alcun modo leprotezioni naturali della pelle. Il colorito sa-rà riacceso e la pelle risulterà immediata-mente splendente e morbida al tatto. Perquesti trattamenti non è necessario rivolgersiad un centro estetico. Liliana Curcetti,esperta di estetica e consulente di immagi-ne, consiglia un ottimo preparato casalingoper liberare la pelle del viso e del corpo dal-le cellule morte più superficiali. “Basta pre-parare – suggerisce– un composto cremosocon miele e zucchero e massaggiarlo deli-catamente sulla pelle. Risciacquando ab-bondantemente con acqua tiepida, la pellesarà subito liscia e vellutata”. Lo zuccheropuò essere sostituito dal sale grosso, ma so-lo se non si hanno problemi legati al funzio-namento della tiroide. La pelle liberata dal-le impurità, risulterà pronta a ricevere ognialtro trattamento. “Attente al sole – consi-glia Liliana – proteggere la pelle di viso e cor-po è fondamentale”. Dunque usiamo sem-pre una crema con protezione dai raggi solariper evitare la formazione di sgradevoli e an-tiestetiche macchie scure. Un consiglio inpiù: leggiamo con attenzione il contenutodelle creme in modo da evitare quelle in cuila quantità di paraffina risulterà eccessiva.La paraffina infatti, essendo una cera, osta-cola la penetra-zione della cremanella pelle con unrisultato eviden-temente meno ef-ficace.

Ben pulita,protetta e idrata-ta, la pelle del vi-so sarà ancora piùbella se valorizza-ta dal make-uppiù giusto e tren-dy. “L’estate 2012 vede il trionfo dei colorimetallici”, suggerisce ancora. Tanto argen-to e oro non solo sugli occhi, ma anche suglizigomi per un attualissimo effetto shiny. Ok

anche per rosa e blu elettrico da sfumare sul-le palpebre; via libera ai più discreti coloripastello per un look raffinato. Un tocco decisodi fard per illuminare il viso e per le labbra il

colore più hot per la stagione estiva sarà ilrosso corallo.

Un bel viso, poi, è sempre incorniciatoda un bella chioma. Se state pensando di far-vi fare dei colpi di sole, al vostro parrucchie-re potete chiedere anche dei colpi di colore.Cosa ne pensate di qualche ciocca rosa,bluette, azzurro, blu lavanda, arancione orosso fragola? Le sfilate di moda di Milano eParigi hanno portato in passerella proprioqueste nuances davvero insolite. E non pen-sate che si tratti di una tendenza riservata

soltanto alle più giovani.Le signore con i capelli gri-gi e una buona dose di iro-nia e audacia, potrannosfumare il grigio con unvelo di rosa oppure blughiaccio. L’effetto ultra-chic è garantito. Il look perl’estate è pronto. Ancoraun suggerimento: mangia-mo sano e muoviamoci unpo’ di più; facciamo un giroin bici, una lunga passeg-

giata o, per le più volenterose, andiamo in pa-lestra. Alla nostra estate non mancherà pro-prio nulla. Buon divertimento!

Emanuela Cafaro

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12 m a g g i oduemiladodici wedding planner

DI CRISTINA CUCCI

WEDDING PLANNER

Per i vostri quesiti:[email protected]

Tel. 0881.563324Tema dell’evento, inviti, location, catering: i suggerimenti dello Chef Nicola Russo

Festeggiamenti in grande stile

Quando si deve organizzare unevento, una cena tra due o più per-sone, una festa di compleanno, unaricorrenza importante, la cosa mi-gliore sarebbe essere supportati daun professionista nel settore, in-nanzitutto per essere sicuri del ri-sultato finale e, in secondo luogo,per poter festeggiare con gli invi-tati, senza l’assillo dei preparativi.

Ogni occasione è buona per fe-steggiare, anche in assenza di unmotivo particolare: si può pensare auna festa a tema‚ dove il tema puòessere un colore, un periodo storico,un film o un musical. In tal caso sichiede ai propri invitati di indossareproprio quel determinato colore, gliabiti di quell’epoca o un costume.Se non si vogliono costringere gli in-vitati a noleggiare o acquistare unapposito vestito per la serata, si puòpensare di organizzare, ad esempio,una festa black & white: le dame ve-stiranno di nero e i cavalieri di bian-co, soluzione classica che di certonon scoraggerà gli invitati; chi di noinon ha un abito da sera nero nel-l’armadio? In tal caso anche decora-zioni, posate e bicchieri potranno es-sere in bianco e nero, sia inporcellana che monouso.

Dopo aver individuato il temasi può procedere con gli inviti. Perorganizzare una festa di successo,

l’invito deve essere consegnato al-meno due settimane prima. Sarànecessario chiedere agli invitati didare conferma così da compilare lalista completa.

Organizzare una festa signifi-ca soprattutto creare l’atmosferagiusta, pertanto la location, la casao il giardino dovranno essere mo-dificati per l’occasione, rendendotutto lo spazio vivibile edelegante con l’ag-giunta di deco-razioni varie ofloreali, pal-loncini oc a n d e l e .Provvedetea fornireposti a sede-re per i vostriinvitati; sedie etavolini possono es-sere noleggiati, così co-me le panchine o i divani se l’even-to si svolgerà all’esterno.

Bisogna considerare tutte leesigenze degli invitati, quindi unascelta musicale adatta all’occasione,e prevedere un eventuale intratte-nimento per i bambini. Dopo averpensato alla logistica dell’evento,bisogna concentrarsi su cosa servi-re ai nostri ospiti. In base al tipo di fe-sta sceglierete il menu da offrire.

Per entrarenello speci-fico ho in-

contrato lochef Nicola

Russo, proprie-tario del ristorante

“Al Primo Piano” a Fog-gia, con cui collaboro per cateringper piccoli e grandi eventi.

Il ristorante “Al primo Piano” èun posto raffinato e molto acco-gliente, aperto tutti i giorni, dispo-nibile sia per uso quotidiano cheper piccoli eventi, che vanta un rap-porto eccellente tra la qualità del-le materie prime utilizzate e costoalla clientela. “La cucina del nostroristorante” racconta Nicola “è le-

gata molto alla promozione del ter-ritorio, anche se provare uno dei no-stri piatti è un’esperienza che si po-trebbe quasi definire “mistica”. Lamia cucina non è destinata a mori-re, ma dura nel tempo, perchè nonè basata sulla nouvelle cousine, maaffonda le sue radici nella cucinaterrazzana foggiana. La peculiaritàè propria quella di reinventare i

piatti tradizionali. Per farmi capiremeglio, ad esempio, propongo fin-ger food di pancotto o barbeque dipaccanelli foggiani. Mi piace spe-rimentare sempre piatti nuovi e ab-binamenti particolari per ottenereun risultato che esalti non solo il pa-lato, ma anche gli altri sensi, in par-ticolare vista ed olfatto”.

Se la maggior parte delle per-sone quando programmano unevento importante, come ad esem-pio accade nell’organizzazione diun matrimonio, partono dalla scel-ta della bella location, chi prova lacucina di Nicola, decide di partire dacosa vuol far mangiare e quindi pri-ma di tutto sceglie il food. La cuci-na di Nicola permette di persona-lizzare tutto il menu a partire dallascelta dell’acqua (conta più di 200etichette) sia per un evento con ser-vizio al tavolo e sia per un servizio albuffet. Se volete provare la sua cu-cina, potete farlo non solo entran-do nel suo ristorante, ma ovunquevoi desideriate festeggiare. Avendogià organizzato piccoli e grandieventi, ha la possibilità di consi-gliarvi delle location esclusive, al-lestimenti esterni e tendostrutture.Infine la collaborazione di profes-sionisti nel settore eventi e matri-moni darà alla vostra festa il tocco diunicità sognato.

Ricorrenze importanti o cene tra intimi, tutto deve essere organizzato alla perfezione

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13m a g g i oduemiladodici

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14 m a g g i o duemiladodici alimentazione&benessere

Hamburger al formaggio lightGustoso secondo con solo 274 calorie a persona

La ricetta ricca di proteine

In cerca di un fisico scattante?L’esercizio comincia a tavola

I cibi ideali per la muscolatura sono quelli ricchi di proteine

animali, contengono aminoacidiessenziali che l’organismo

non è in grado di fabbricare da sè

La dieta per i muscoli

Per avere muscoli tonici e scattanti è fondamenta-le alimentarsi in modo corretto. Sport e ginnastica, purimportantissimi, spesso non bastano.

Poiché le proteine sono i mattoni indispensabili perla costruzione dei tessuti muscolari, e insieme all'ac-qua ne costituiscono la "materia prima", chi vuole au-mentare, o anche solo tonificare, la propria massa mu-scolare deve prevedere una dieta particolarmente riccadi proteine.

Tenendo però presente che questo tipo di dieta puòessere seguita per un massimo di tre settimane, e in-tervallata con periodi in cui si mangiano soprattuttocarboidrati e fibre.

Proteine animali e tanta acqua

I minerali necessari

POTASSIO: è un sale minerale che pennet-te il corretto funzionamento dell'apparatomuscolare e la trasmissione degli impulsi ner-vosi. La sua carenza può provocare debolez-za muscolare e crampi. Lo si trova in buonequantità in cereali integrali, legumi, carote,patate, cavolfiori, noci, fichi, banane, carcio-fi. pomodori.

FERRO: è il costituente principale dell'emo-globina, che a sua volta è la componente più

importante dei globuli rossi del sangue. Que-sti ultimi, a loro volta, hanno il compito fon-damentale di trasportare l'ossigeno a tutte lecellule. Il ferro si ritrova anche nella mioglo-bina, una proteina dal colore rosso che de-termina le concentrazioni dell'ossigeno neltessuto muscolare. Gli alimenti da scegliereper una dieta ricca di ferro sono il fegato, lecarni rosse, i legumi, i cereali, le verdure confoglie verde scuro (come ad esempio gli spi-naci.

Ferro e potassio: sono i minerali da non trascurare quando si dedice diintraprendere una dieta proteica e a misura di tono muscolare

I cibi ideali per migliorare la muscolatu-ra sono quelli ricchi di proteine animali, e cioèad alto valore biologico (che contengono ipreziosi aminoacidiessenziali, ovveroquelli che l'organi-smo non è in grado difabbricarsi da solo):tutti i tipi di carne, pe-sce, uova, latte e latti-cini.

Una normale, va-riata alimentazioneapporta di solito al-l'organismo da 0,7 a

1g di proteine per chilo di peso corporeo; conuna dieta proteica si può arrivare a un mas-simo di 1,5-1,7 g, sempre per chilo di peso. È

necessario, seguendoquesto tipo di alimenta-zione, bere molto, circadue litri d'acqua al gior-no, per facilitare l'elimi-nazione delle scorie azo-tate, quelle che siformano durante il me-tabolismo (cioè la tra-sformazione) delle pro-teine da partedell’organismo.

Frutta e verdura per proteggereMa una dieta che favorisca un buon tono

muscolare e una perfetta forma fisica deve inogni caso essere varia e contemplare anchevitamine e sali minerali, contenuti soprattut-to in frutta e verdura. Particolarmente adattele varietà gialle e arancioni (pesche, albicoc-che, nespole, meloni), ricche di carotenoidi,ovvero sostanze antiossidanti che l'organismotrasforma in vitamina A e il cui effetto, tra gli

altri, è quello di ridurre la nocività dei radica-li liberi (scarti del metabolismo che aumenta-no con una maggiore attività fisica e che in-ducono l'invecchiamento delle cellule).

Anche la vitamina C, contenuta soprat-tutto in agrumi, kiwi e fragole, svolgeun'azione antiossidante simile a quella del-la A, e inoltre migliora la circolazione peri-ferica e l'elasticità dei capillari.

Ingredienti• 100 gr. di carne di vitellone magra tritata • 1 tuorlo di uovo • 15 gr. di formaggio Emmenthal • 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva• 1 pizzico di pepe • 1 pizzico di sale

PreparazioneUnite in una terrina la carne magra di vi-tellone tritata insieme al tuorlo dell'uovoed a un pizzico di sale e di pepe. Una vol-ta amalgamati bene gli ingredienti, date alcomposto la classica forma dell'hamburgere disponete nel centro la fettina di em-menthal. Poi ungete la polpetta con il cuc-

chiaino di olioextravergine di oli-va e cucinatela alla griglia o in una pa-della antiaderente. Servite il cheeseburger contornandolocon prezzemolo tritato e qualche filettosottilissimo di emmenthal.

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Oggi saper realizzare qualcosacon le proprie mani è indice di crea-tività e abilità; un hobby, questo delfai da te, davvero irresistibile, chepermette di poter affermare con or-goglio: “l’ho fatto io”. Una soddi-sfazione che non ha eguali.

Tra le più diffuse arti del fai date c’è la tinteggiatura delle paretidomestiche, che permette di cam-

biar volto alle abitazioni dando li-bero sfogo al proprio estro senzaspese eccessive.

Esistono tante aziende che pro-ducono pitture e vernici per l’edili-zia. Personalmente, in questo mon-do sempre più inquinato, consigliol’utilizzo di prodotti bio, che sono a

basso contenuto di sali idrosolubi-li, molto traspiranti, anticonden-santi e con elevate capacità ter-moacustiche, praticamente deipolmoni verdi all’interno delle no-stre case.

Dalle etichette sarà possibileconstatare l’uso limitato di sostan-ze dannose ed il basso contenuto disolventi; prodotti che hanno un co-sto in più, ma credetemi, ci guada-gneremo di salute. Facili da sten-dere, asciugano in poche ore.

Poi, se siete volenterosi, potre-te crearli voi stessi, miscelando adella calce spenta (malta) acqua epigmenti colorati in vendita nelleferramenta; invece, se amate ilbianco brillante, sbriciolate all’in-terno di malta e acqua del compostomarmoreo che troverete dai riven-ditori di marmo eil gioco è fatto. Incommercio ilbianco così rea-lizzato lo trovia-mo nella lineaBrignola, dove igranelli sfaccetta-ti di quarzo a gra-na media e fine ciregalano quell’ef-fetto che in gergochiamiamo “pie-tra di luna”.

Prima di comprare litri di colo-re, portate a casa le palette scelte emettetele sul muro, accostatele al-le tende e ai tappeti per vedere co-me stanno.

Dipingete un quadrato di mu-ro, poi osservate il colore asciuttosia di giorno che di sera con luce ar-tificiale: in questo modo eviterete

di dipingere la casa del colore sba-gliato.

A proposito di colori, ecco al-cune dritte. Verde per bagni e cu-cine con arredi in legno; i toni delgiallo per la zona pranzo; rosa per lecamere da letto ma nelle nuancedel salmone o rosa antico; rosso perpiccole pareti, dove magari appen-

dere quadri con cornici in oro; bluper camere da letto padronali, inquanto colore rilassante; nero nel-le nicchie e per spezzare l’unifor-mità degli insiemi. Con un arreda-mento moderno ed etnico osarecolori forti ed accesi, mentre permobili antichi solo pareti dai colorineutri.

15m a g g i oduemiladodiciinterior design

Pittura in libertà: come dare un nuovo volto alle pareti domestiche

I materiali da scegliere. Via libera al bio e ai colori realizzati in casa

La scelta cromatica dipendedalle caratteristiche dell’ambien-te: luminosità, dimensioni, altezzae tipo di arredo. Nella scala dei co-lori esistono tinte calde (che con-tengono dall’arancio al rosso) ed al-tre fredde (dal viola al blu). Di solito

questi colori vengono usati per dif-ferenziare zone che ci devono tra-smettere accoglienza (calde) comesoggiorno, cucina, salone e salotto,ed altre che ci devono comunicaredistacco (freddo) come bagno e ca-mera; le tinte intermedie sono usa-te per la stanza degli hobby, studioe comunque quelle camere dove lapermanenza è sempre momenta-nea. Per locali orientati a nord e conpoche finestre si sceglieranno tintecalde e luminose, per quelli orien-tati a sud e ben illuminati invecetinte fredde. Se si decide di colora-re tutte le parti fisse (comprese por-te e finestre) di bianco deciso, noncrema o nuance come beige o grigioperla, occorrerà orientarsi su arre-di decisamente vivaci e coordinati

tra loro; se invece si predilige il to-tal white (tutto bianco, sia pareti chearredo) bisognerà scegliere dei mo-bili con forme complesse e cercaredi giocare con luci ed ombre. Spes-sissimo si opta per il tono su tono,raffinato ed elegante: partendo dal-l’elemento più importante e rap-presentativo, si fanno ruotare tuttele scelte cromatiche intorno ad es-so. Questa soluzione, indicata perpiccoli ambienti, prevede acco-stamenti di materiali diversi pergodere delle luci che da essi sisprigionano (pelle, tessuti, legni,piastrelle sempre dello stesso co-lore).

In ogni caso l’imperativo è ri-specchiare la propria personalità inogni scelta.

Un colore per ogni ambiente

L’arte del fai da te con estro e risparmioDI LUCIA CASTRIOTTA

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Page 16: 6Donna #5

16 m a g g i oduemiladodici salute

Grazie agli innovativi strumenti diagnostici può essere sconfitta senza ricorrere alla chirurgia

Laser, nuova arma contro la parodontiteOdontoiatria. Le tecnologie di ultima generazione

L’importanza di una buona igie-ne per proteggere la salute dellabocca e dei denti è ormai ricono-sciuta da tutti. Esistono però com-plicazioni che non sempre è facileprevenire o sconfiggere con la quo-tidiana pulizia dentale. Tra le più te-mute c’è la parodontite, volgar-mente denominata piorrea, chenelle sue forme più gravi può persi-no causare la perdita dei denti. Og-gi però esistono nuove tecniche ingrado di contrastarla efficacemen-te. Ce ne informa la dottoressa Eleo-nora Maenza, responsabile delloStudio Maenza-Stori di Bologna edella struttura Microdent Bari dicui è direttore sanitario. Specializ-zata nell’utilizzo di tecnologie di ul-tima generazione come la micro-scopia operatoria e i laser ad altapotenza, la dottoressa, che vantaun’esperienza trentennale nel set-tore, applica i protocolli innovatividi terapie parodontale minimamen-te invasiva messi a punto da Excel-lence Dental Network, a cui en-trambe le sue cliniche sono affiliate.

Cosa è la parodontite?È un’infezione batterica fre-

quente negli adulti che colpisce itessuti di supporto del dente, osso,legamento parodontale, cementoradicolare e gengiva. Quando nonviene trattata si assiste ad una pro-

gressiva distruzione delcollegamento tra la ra-dice dei denti e l’osso al-veolare causandone ilriassorbimento. Nellefasi più avanzate puòportare alla perdita deidenti.

Quali sono i sinto-mi?

Il primo stadio è lagengivite, un’infiam-mazione che si manife-sta con arrossamento,gonfiore e sanguina-mento delle gengive eche, se sottovalutata, po-ne le premesse per lo sviluppo dellaparodontite. I segni che accompa-gnano la malattia sono le recessioni(retrazioni gengivali che scoprono laradice dei denti), l’alitosi persistente,l’ipersensibilità termica, il cambia-mento di posizione dei denti e la lo-ro mobilità.

Come si può curare?È indispensabile affiancare alla

diagnosi clinica una diagnosi radio-grafica, strumentale e di laboratorioper comprendere le basi biologichesulle quali si è sviluppata la malat-tia. Oggi è possibile fare affidamen-to su sistemi diagnostici innovativicome la radiologia dentale tridi-mensionale, le analisi microbiologi-

che e genetiche eseguite con meto-diche di biologia molecolare e sulmicroscopio operatorio, strumentoprincipale anche per il trattamento.La terapia ha come obiettivo prima-rio ristabilire l’equilibrio biologicodell’ecosistema orale, eliminandol’infiammazione e creando le con-dizioni per la rigenerazione dell’os-so. La bonifica del tartaro e delle tos-sine batteriche delle radici sirealizza, grazie al microscopio, sen-za aprire chirurgicamente le gengi-ve. I risultati vengono monitorati at-traverso analisi microbiologiche enon con la sola osservazione clinica.

Quali sono i vantaggi dell’uti-lizzo del laser?

Il laser è in grado di elimi-nare selettivamente e in ma-niera non invasiva i batteri, per-sino nei tubuli dentinali, zonein cui antibiotici e colluttori nonarrivano. Già dalle prime sedu-te è possibile ridurre o elimina-re il sanguinamento delle gen-give, la mobilità dei denti,l’ipersensibilità e l’alitosi. Il trat-tamento non invasivo evita an-che il danno estetico e il fasti-dioso decorso postoperatoriolegato all’intervento chirurgicotradizionale.

I risultati sono definitivi?Lo studio preventivo della

malattia parodontale ci consente diindividuare immediatamente le for-me più aggressive e tendenzial-mente recidive, stabilendo adegua-ti protocolli di prevenzionesecondaria. Negli ultimi quindici an-ni abbiamo trattato migliaia di pa-zienti ed evitato interventi più radi-cali come devitalizzazioni,amputazioni di radici o sostituzionedi denti con impianti.

La parodontite si può preveni-re?

Lo studio di fattori genetici chedeterminano i profili di rischio con-sente di realizzare la prevenzioneprimaria già con gli adolescenti, so-prattutto se i genitori hanno mani-

festato il problema, in modo da im-pedire così che sviluppino la malat-tia.

Quali sono i costi della terapia?Parliamo di un trattamento con-

servativo: di conseguenza, anche icosti economici si riducono, soprat-tutto considerando che la sostitu-zione di un singolo elemento con unimpianto dentale può costare sino a2.000-3.000 euro.

Esistono correlazioni con altrepatologie?

Recenti studi supportano l’ipo-tesi che l’alto grado di infiammazio-ne dovuta alla parodontite o i batte-ri ad essa associati, immettendosinel torrente circolatorio, possano as-sumere un ruolo in molte altre pato-logie sistemiche, in particolare ma-lattie cardiovascolari (infarto eictus), diabete, patologie polmonarie complicanze della gravidanza.Inoltre è recente la correlazione del-la parodontite con l’infertilità fem-minile e persino l’osteoporosi, que-st’ultima verificabile anche tramitel’analisi genetica eseguita per la dia-gnosi parodontale.

Dottoressa Eleonora Maenzawww.microdentbari.itwww.excellencedentalnetwork.com

Via Calefati, 133 - BariTelefono: 080-2141954

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Il Parkinson è una malattia neu-rodegenerativa, ad evoluzione len-ta ma progressiva, che coinvolge,principalmente, alcune funzioniquali il controllo dei movimenti edell’equilibrio. La malattia fa parte diun gruppo di patologie definite “Di-sordini del Movimento” e tra queste

è la più frequente. Le strutture coin-volte nella malattia di Parkinson sitrovano in aree profonde del cervel-lo, che partecipano alla corretta ese-cuzione dei movimenti (ma non so-lo). La durata della fase che

intercorre tra l’inizio della degene-razione neuronale e l’esordio dei sin-tomi motori non è nota, ma alcunistudi la datano intorno a 5 anni. Iprincipali sintomi motori della ma-lattia di Parkinson sono il tremore ariposo, la rigidità, la bradicinesia(lentezza dei movimenti automati-ci) e, in una fase più avanzata, l’in-stabilità posturale e la perdita diequilibrio; questi sintomi si presen-tano in modo asimmetrico (un latodel corpo è più interessato dell’al-tro). Il tremore non è presente in tut-ti i pazienti. All’esordio della malat-tia, spesso i sintomi non vengonoriconosciuti immediatamente, per-ché si manifestano in modo subdolo,incostante e la progressione dellamalattia è tipicamente lenta. Tal-volta sono familiari e conoscenti chesi accorgono per primi che “qualco-sa non va” ed incoraggiano il pa-ziente a rivolgersi al medico. La ma-lattia di Parkinson è caratterizzatada un decorso evolutivo che coinci-de con un progressivo aggrava-mento della disabilità, di conse-guenza le strategie terapeutiche

riabilitative andranno definite infunzione della disabilità del pazien-te tenendo conto non solo della sta-diazione della malattia, ma anchedella situazione socio-familiare e la-vorativa che è in grado di condizio-nare tali scelte. Le tendenze attualidanno rilievo alla precocità dell’in-tervento riabilitativo che impliche-rà, inizialmente, in modo principa-le un addestramento del paziente edei suoi familiari. Il trattamento ria-bilitativo del paziente parkinsonia-no dovrà basarsi su alcuni principidi carattere generale quali l’ap-proccio multidisciplinare e la perso-nalizzazione del programma riabi-

litativo. Sulla base della stadiazionee delle condizioni cliniche del pa-ziente gli obiettivi dell’interventoriabilitativo si modificano. Il tratta-mento riabilitativo deve avere, purnelle differenti condizioni e nella di-versa intensità con cui viene eroga-to, una continuità in quanto la suainterruzione può comportare unaperdita del miglioramento ottenuto.Il programma riabilitativo, in unaprima fase, ha come obiettivi prin-cipali quello di fornire al paziente, eai familiari, consigli utili sugli eser-cizi da svolgere per mantenere il piùpossibile il proprio stile di vita ed in-coraggiare l’attività fisica contesto-dipendente fornendo anche, se ne-cessario, supporto psicologico. Inuna fase intermedia si lavora prin-cipalmente per insegnare al pa-ziente a mantenere una postura cor-retta, attraverso mobilizzazionipassive e attive, rinforzo muscolareed esercizi di pilates fisios, associa-ti ad esercizi respiratori e all’inse-gnamento dell’utilizzo di eventualiausili per la deambulazione. Infine,nella fase terminale della malattia,il nostro intervento è mirato a ritar-dare il deterioramento delle condi-zioni generali legate all’allettamen-to e a prevenire complicanzecutanee, osteoarticolari e visceraliattraverso mobilizzazioni passivequotidiane, il tentativo di mobiliz-zazione attiva e ginnastica respira-toria.

Una moderata e controllata atti-vità fisica durante la gestazione pro-duce numerosi benefici per mammae nascituro. Molte donne, quando sco-prono di essere gravide, abbandona-no l’idea di ogni tipo di sport temen-do che possa danneggiare il feto.

La gravidanza non è una condi-zione patologica, ma un evento fi-siologico che non esclude la possibi-lità di esercitare una attività sportivamoderata, purché non sussistanocontroindicazioni specifiche. L’eser-cizio fisico e lo sport sono molto indi-cati in gravidanza, perché stimolanola circolazione sanguigna e la respi-razione, garantiscono inoltre unbuon controllo del peso e della fun-zionalità intestinale. Permettono disviluppare la muscolatura e la capa-cità contrattile, quindi di migliorareil tono muscolare ed infine produco-no uno stato di benessere psico-fisi-co sia per la mamma che per il bimbo.L’importante è scegliere gli sport giu-sti e non esagerare. Stretching, mar-cia, ginnastica dolce, nuoto, yoga so-no certamente gli sport più indicatiin gravidanza, perchè si basano suuno sforzo prettamente aerobico, in-vece bisogna evitare gli sport praticatia livello agonistico e quelli che po-

trebbero danneggiare il pancione,per via di una caduta o di un traumadi qualche tipo. Inoltre, se la donnanon ha mai praticato alcuna attivitàsportiva precedentemente, è beneiniziare con un approccio soft. Comeconsigliano la maggior parte dei gi-necologi: una passeggiata giorna-liera di mezz’ora, garantisce una mo-derata attività aerobica, che migliorasoprattutto la circolazione e garanti-sce un adeguato ritorno venoso. Ov-viamente prima di iniziare qualun-que attività, il medico dovràaccertare che non ci siano precedentiproblemi fisici, che la funzionalitàcardiaca non sia alterata, che non cisiano complicanze durante la gravi-danza che possano comprometterelo stato di salute della mamma o delfeto, come minaccia di aborto o par-to pretermine, pregresso parto pre-maturo, stati di sofferenza fetale etutte le condizioni che impongono ilriposo a letto. Pertanto si devono ri-spettare alcuni accorgimenti:

- nel primo trimestre si può ef-fettuare jogging, aerobica, step,avendo però l’accortezza di ridurreal minimo i saltelli per non sollecita-re le contrazioni uterine;

- a partire dal secondo trimestre,

meglio orientarsi verso at-tività più soft: marcia, nuo-to, corsi specifici di acqua-gym per le future mamme,cyclette, stretching, yoga.

Vietati per tutti i novemesi equitazione, sci, immersioni su-bacquee e tutti gli sport che possonodanneggiare o compromettere la sa-lute di entrambi. Una menzione spe-ciale meritano l‘idromassaggio e lasauna, sono rischiose durante il pri-mo trimestre a causa delle alte tem-perature. Secondo gli ultimi studiscientifici le escursioni termicheestreme (troppo caldo o troppo fred-do) potrebbero influire negativa-mente sul feto. Gli sport consentitiquindi sono solo alcuni e devono es-sere praticati rispettando alcuni ac-corgimenti:

-non superare mai il 60-65% del-la frequenza cardiaca massima;

-lo sforzo deve essere tale da nonindurre mai il “fiatone”;

-evitare esercizi prolungati inambiente caldo-umido;

-svolgere l’attività lentamente,intervallandola con momenti di ri-poso;

-sottoporsi ad un prolungato ri-scaldamento e a un defaticamento

progressivo.Il nuoto è sicuramente lo sport

più indicato, sia perché si tratta di unottimo allenamento cardio-vascola-re, sia perché comporta una riduzio-ne del carico sulla colonna vertebra-le, ricordiamo che nella donnaincinta, a causa della modifica dellapostura (cioè la posizione abitualedella colonna vertebrale), è molto al-to il rischio di ernia al disco.

E per le future mamme lavora-trici? Certamente trovare il tempoper praticare lo sport è difficile, manon impossibile. Fare le scale anzi-chè prendere l’ascensore, scendere auna fermata prima di autobus, perfare una passeggiata e ottimizzare lavostra pausa pranzo sono solo alcuniaccorgimenti per riuscire a ritagliar-si una mezz’oretta di movimento al-l’interno di una giornata frenetica.Quindi praticare sport in gravidan-za migliora sia il benessere maternoche fetale e sicuramente garantisceun miglior rapporto con la bilancia!

17m a g g i oduemiladodici

Sporcarsifa bene

I benefici dello sporco sullanostra salute è il tema di un inte-ressante studio dei ricercatoridella Harvard Medical School ri-portato sul portale di Leonardo.Lo sporco, dicono infatti gliesperti, combatte non solo l’asmae le allergie, ma fa bene anche al-la pelle. I batteri infatti, giocanoun ruolo importante nel combat-tere le infiammazioni quando ab-biamo delle ferite. Lo stafilococ-co lavora stimolando le risposteimmunitarie del corpo e, portan-do le ferite a gonfiarsi e ad in-fiammarsi, le fa guarire. Gliscienziati di Harvard, studiandodue gruppi di topi, di cui unoesposto ai microbi e uno alleva-to in ambiente sterile, hanno evi-denziato come il primo gruppopossieda un numero minore dicellule immuni alle infiamma-zioni nei polmoni e nel colon, chesi traduce in una maggiore pos-sibilità di evitare asma ed in-fiammazioni nell’intestino nelcorso della vita. Secondo i ricer-catori, in definitiva, spesso il pu-lito fa più danno che bene. Losporco è buono per il corpo uma-no. Non dobbiamo stupirci se ibambini hanno sempre qualco-sa di sporco in bocca. Secondo ilNew York Times, questo com-portamento potrebbe avere radi-ci di tipo evoluzionistico per lanostra specie, poiché si tratta diun comportamento universale. Sichiama l’ipotesi dell’igiene, e sibasa sul fatto che milioni di bat-teri, virus e vermi che penetranonel nostro corpo con ogni “cuc-chiaiata” di suolo umano sononecessari per lo sviluppo di un si-stema immunitario sano. Addi-rittura uno studio del 2010 con-dotto al Sage Colleges di Troy,New York, sempre su due distin-ti gruppi di topi ha scoperto cheun batterio che si trova natural-mente nel suolo, il Mycobacte-rium vaccae, può accelerare l’ap-prendimento umano e migliorarel’umore, stimolando l’ormonedella crescita e la secrezione diserotonina. Nell’esperimento itopi che erano stati nutriti conquesto batterio vivo uscivano dallabirinto in cui erano stati intro-dotti in metà del tempo rispettoai topi che non avevano ingeritoil batterio e mostravano meno an-sietà rispetto a questi ultimi men-tre lo percorrevano. Lo sporcoinoltre fa bene al cervello. Gliscienziati stanno già sperimen-tando l’uso dei batteri come pos-sibile trattamento per la depres-sione: secondo il DiscoveryMagazine, provocherebbero glistessi risultati del Prozac, senzagli effetti collaterali.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

Una passeggiata giornaliera di mezz’ora migliora soprattutto la circolazione

Sport in gravidanzaIl più indicato è sicuramente il nuoto

ParkinsonL’intervento riabilitativo

I sintomi principali riguardano il movimento

Gli esordi sono lenti, la terapiasegue l’evoluzione della malattia

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Page 18: 6Donna #5

18 m a g g i oduemiladodici

Linguaggioe vitamina D

in pocheparole

“La vitamina D è fondamen-tale per la salute delle ossa”,questo concetto è risaputo, masolo di recente è stato scopertoun ulteriore valore di questo nu-triente: un suo adeguato utilizzostimola il buon funzionamentodei neuroni deputati allo svilup-po del linguaggio.

Questo è frutto di uno studiocondotto in Australia, dall’Istitu-to di Ricerca Telethon sulla Salu-te Infantile, e poi pubblicato sul-la rivista Pediatrics.

È stata una ricerca fondata eduratura, in cui i ricercatori au-straliani, nel corso degli anni,hanno ritenuto opportuno osser-vare e monitorare più di 740 don-ne durante la loro gravidanza, unquarto di queste era stata nutritacon una quantità insufficiente divitamina D, di conseguenza i pic-coli nati da queste mamme han-no mostrato un ritardo linguisti-co maggiore rispetto ai nascituridi donne non sottoposte a questarestrizione di vitamine.

In definitiva, la carenza di vi-tamina nel corso della gestazionepuò danneggiare soprattuttol’abilità ad apprendere parolenuove e comporre frasi lunghe.Questo suo ruolo, riguardante losviluppo neuro-linguistico, è unanovità in più, perché la sua ca-renza in gravidanza è stata sem-pre associata ad una serie di pro-blemi riguardanti la salute delfeto, lo sviluppo ponderale el’asma.

Cosa consigliano dunque inostri studiosi? Ci suggeriscono difare lunghe passeggiate all’ariaaperta, magari sotto un generososole, perché i suoi raggi UV atti-vano nell’organismo la vitaminaD agendo sull’ergosterolo, unasostanza naturalmente presentenella pelle che passa nel sanguee da qui arriva alle ossa. Nei me-si più caldi l’organismo riesce aprodurre più vitamina del ne-cessario, il surplus viene imma-gazzinato nel tessuto adiposo peressere utilizzato in inverno.

È possibile, anche se più dif-ficile, procurarsi quantità di vi-tamina D quotidianamente at-traverso il cibo, assumendo:pesci grassi, tuorlo d’uovo, fega-to di manzo e vitello. Un ulterio-re sostegno può essere dato dagliintegratori, ma solo se necessa-rio e dietro indicazione di un me-dico, soprattutto in gravidanza.Bisogna stare attenti perché cosìcome la carenza del nutrientepotrebbe creare seri problemi disalute, anche l’iperdosaggio ri-sulterebbe un rischio.

Luciana Grasso

DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

A distanza di quasi 16 anni dal-l’istituzione dell’Autorità Garantedella Privacy e di poco meno di 10anni dall’introduzione del Codicedella Privacy, la protezione della ri-servatezza in Italia sembra ancoraprestare il fianco a non poche que-stioni e problematiche piut-tosto delicate.

Anche se la cultura dellaprotezione dei dati personalisi sta ormai radicando sem-pre più nel nostro Paese (dif-fusa è anche la consapevo-lezza che il diritto alla privacyè un diritto fondamentale, ri-conosciuto e garantito dallaCostituzione Italiana), la con-tinua evoluzione tecnologicaed il commercio di beni e ser-vizi costringe ad affrontaresempre nuove sfide, alcune dellequali veramente problematiche.

Una fra tutte è quella relativaalle telefonate commerciali indesi-derate, il cosiddetto teleselling.

La finalità di questo contatto èsempre di tipo commerciale, e con-siste nella vendita telefonica di be-

ni e/o servizi, oppure più spesso,nella pubblicizzazione commer-ciale delle attività, dei prodotti, deibeni e/o dei servizi di un’azienda.

Difendersi da questa diffusa edin molti casi fastidiosa tecnica di te-lemarketing non è affatto semplice.

In conformità alle disposizionidel Decreto del Presidente della Re-pubblica n. 178/2010, a partire dal31 gennaio 2011 gli Abbonati aglielenchi telefonici pubblici che nonvogliono più ricevere chiamate da-gli operatori di telemarketing perattività commerciali, promozionali

o per il compimento di ricerche dimercato tramite l’uso del telefono,possono “opporsi” alle telefonateindesiderate iscrivendosi al Regi-stro Pubblico delle Opposizioni.

Ma è pur vero che a poco più diun anno di distanza dall’introdu-

zione del Registro Pub-blico delle Opposizio-ni nulla sembra esserecambiato. Il telesellingrimane ancora una tec-nica di marketing mol-to utilizzata e soprat-tutto molto fastidiosa emolesta per chi si trovaa ricevere quotidiana-mente telefonate com-merciali di tutti i tipi, adogni ora del giorno edella sera.

Invero, nonostante le lamente-le dei cittadini abbiano raggiuntoun ritmo incalzante e giornaliero,le aziende ed i loro call center con-tinuano imperterrite, munite di tut-ta l’aggressività che le contraddi-stingue, a chiamare anche chi,munito dell’iscrizione al registro

delle opposizioni, ha di fatto revo-cato esplicitamente e formalmenteil proprio consenso a ricevere tele-fonate pubblicitarie. A ciò si ag-giunge l’ulteriore comportamentoscorretto tenuto da alcune impresee consistente nell’effettuare chia-mate anonime al fine di impedire achi le ricevere di identificarne la li-nea di provenienza. A tal uopo, ri-cordiamo che di recente l’AutoritàGarante ha sanzionato tre note so-cietà operanti nel settore del tele-marketing per aver contattato per-sone iscritte nel su menzionatoregistro delle opposizioni, nonchèper aver celato la propria identitàall’utente presente dall’altra partedella cornetta. In tutti e tre i casi ilGarante ha disposto il blocco deidati raccolti e, eventualmente, uti-lizzati illecitamente.

Il commercio via telefono

Difendersi dal telemarketing non è sempliceIl registro delle opposizioni, un vero fallimento

Le ingestioni accidentali disostanze tossiche sono un even-to sempre molto frequente cheriguarda i bambini piccoli, soli-tamente da 1 a 5 anni di età. Nonè raro che il bambino sia attrat-to da liquidi o compressine, ma-gari colorate, che vengono la-sciati in casa alla loro portata: ipiccoli, per loro natura, sono cu-riosi e tendono a imitare gliadulti o a trasgredire le disposi-zioni dei genitori e dei nonni.Ecco quindi che frequentemen-te il piccolo beve sciroppi, di-sinfettanti e disinfestanti, de-tersivi liquidi, assume pillole(spesso quelle anticoncezionalidella mamma!), mastica com-presse, mangia foglie o bacche dipiante vele-nose, persi-no succhiagustose si-garette; op-pure si ro-v e s c i aa d d o s s ocaustici o sii n t o s s i c aper inala-zione di va-

pori o polveri tossiche. Quali precauzioni prendere in

una casa in cui vivono deibambini?

Essenzialmente nonsi devono lasciare a por-tata di bambino medicine,detersivi, solventi, ecce-tera. Farmaci e prodottitossici vanno tenuti chiu-si a chiave e comunque inluogo non accessibile albambino.

Cosa fare qualora un

bambino ingerisca medicine o tos-sici in genere?• Conservare la scatola o la bottiglia

del “corpo del reato”, per poterneriferire nome e composizione;

• cercare di capire la quantità diprodotto ingerito e il tempo tra-scorso dall’assunzione,

• annotare età e peso del bambino.Il latte è sempre indicato come

antidoto o no?Non sempre fa bene nelle in-

tossicazioni, anzi. Il latte è sicura-mente controindicato nelle intossi-cazioni da distillati del petrolio eidrocarburi clorurati (conoscete ladiavolina?), canfora, naftalina, pa-radiclorobenzolo (tarmicida), cereliquide e solide al solvente, lucidiper calzature in tubetto, pulitori permobili, smacchiatori, eccetera.

I Centri Antiveleni possono da-re in tempo reale i suggerimenti perun pronto intervento.

INGESTIONI ACCIDENTALI

Le precauzioni da adottare per prevenire incidenti domestici

MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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A proposito di medicinaliIl Paracetamolo è dannoso?Il paracetamolo è un

farmaco ad azione anal-gesica e antipiretica lar-gamente utilizzato. Co-munemente lo si trovada solo o in associazio-ne ad altri principi attivi(Tachipirina, Efferal-gan, Tachifludec, Zerinol ecc.). Ac-quistabile facilmente come farmacoda banco (S.O.P. Senza Obbligo diPrescrizione medica). La libera ven-dita, il mancato controllo e la scarsacomunicazione spesso provoca epi-sodi di intossicazione. Il paraceta-molo viene metabolizzato dal fega-to e può indurre tossicità epatica sesomministrato a dosi elevate o nonrispettando gli intervalli di assun-

zione (4-6 ore). L’ingestione acutadi una dose superiore a140 mg/kg nei bambini o6g negli adulti è poten-zialmente epatotossica.In caso di sovradosaggionelle prime ore si mani-festano i seguenti sinto-mi: nausea, vomito, ano-

ressia. Dopo 24-48 si verificainsufficienza epatica, encefalopa-tia e morte.

Nel 2011 l’abuso o l’erratasomministrazione di paracetamo-lo sono stati responsabili di 46 in-terventi da parte del nostro CentroAntiveleni. Si consiglia pertanto dievitare il “fai da te” e di non som-ministrare paracetamolo con su-perficialità. È un farmaco!

Dalla parte dei bambini

Teleselling, come dire noalle telefonate indesiderate

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19m a g g i oduemiladodici

Fumo e psoriasi

Il Corriere della Sera mettein guardia sui rischi delle siga-rette, tra cui vi sarebbe anchequello di favorire la psoriasi e ag-gravarne l’andamento. Un grup-po di ricercatori americani hapubblicato sul British Journal ofDermatology i possibili mecca-nismi attraverso i quali il fumominaccerebbe la pelle, il cuore,i vasi sanguigni e i polmoni. Magià nella metà degli anni ottantagli studiosi norvegesi segnalaro-no un’associazione tra il fumo e lapsoriasi. In seguito i ricercatoriitaliani trovarono una relazionetra il numero di sigarette fumateogni giorno e la probabilità dicontrarre tale malattia. Un’ulte-riore conferma arriva dal Nurses’Health Study: su quasi 80.000 in-fermiere americane, quelle de-dite a questa cattiva abitudine,all’inizio dell’indagine, aveva unrischio di sviluppare la psoriasinegli anni successivi, che cre-sceva con il numero giornaliero disigarette, ma risultava aumenta-to anche in chi era esposto soloal fumo passivo. Le sigarettepeggiorano inoltre l’andamentodella malattia quando già si èmanifestata, riducendo l’effica-cia delle cure. L’anello più im-portante di congiunzione tra ilfumo e la psoriasi sono i radicaliliberi, sostanze particolarmentereattive, prodotte dal nostro me-tabolismo, che l’organismo incondizioni normali riesce a neu-tralizzare con gli antiossidanti,prima che essi causino danni.Ogni volta che si aspira una boc-cata si introducono milioni di mi-liardi di radicali che, a livello del-le cellule, producono una seriedi effetti a catena che potrebbe-ro intervenire nella genesi dellamalattia cutanea, così come fan-no per l’arteriosclerosi. Nella pel-le dei pazienti sottoposti allo stu-dio americano, sono statirinvenuti, infatti, livelli superio-ri di radicali liberi ed inferiori al-la media di antiossidanti. La pso-riasi quindi è una malattiacaratterizzata da un’infiamma-zione cronica; gli stessi processiche la alimentano possono esse-re innescati o sostenuti dalla ni-cotina e dalle altre sostanze con-tenute nel fumo, che favorisconoanche l’infiltrazione di cellule delsistema immunitario nei tessutie le alterazioni vascolari tipichedi questa condizione. Una pellepiù sana è un motivo in più, dun-que, per smettere di fumare.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

DI PALMA RUBANO

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AVVOCATO

La salute emotiva è importante quanto l’integrità del corpo

Stalking: libertà e privacy violate

La convivenza indica generica-mente l’unione stabile e la comu-nione di vita spirituale e materialetra due persone, non fondata sulmatrimonio. Tale fenomeno è costi-tuzionalmente garantito dall’art. 2della Costituzione ed ha rilevanzasolo in ambito sociale poiché l’ordi-namento giuridico riconosce con-cretamente, e tutela in modo orga-nico, solamente la famiglia fondatasul matrimonio contratto secondole leggi civili. L’unione di fatto è ca-ratterizzata dalla libera scelta dicreare un legame affettivo stabileed esclusivo al di fuori dell’istitu-zione matrimoniale.

La creazione di una famiglia difatto assume rilievo se ed in quantola nuova convivenza assuma i con-notati di stabilità e continuità ed iconviventi elaborino un progetto edun modello di vita in comune ana-logo a quello che, di regola, carat-terizza la famiglia fondata sul ma-trimonio.

Il regime della convivenza sifonda principalmente sul principiodi solidarietà tra partner.

Difatti, il provvedere alle esi-genze del partner economicamen-te più debole, in costanza di convi-venza, è adempimento rimesso alla

morale del compagno.Il Consiglio dei Mi-

nistri con il disegno dilegge sui “Diritti e Do-veri delle persone sta-bilmente conviventi” haindividuato in modo or-ganico e sistematico, for-me idonee ad assicurarealle persone conviventiil godimento dei diritti dicittadinanza sociale.

I diritti riconosciuti e attribuitidal disegno di legge, e i conse-guenti doveri, discendono dalla si-tuazione di convivenza provata me-diante certificazione anagrafica,fatta salva la possibilità di provare ilcontrario. Sebbene fra i doveri, inambito di una situazione di assi-stenza e solidarietà materiale e mo-rale, sia stato espressamente previ-sto l’obbligo di prestare gli alimentiin favore del convivente che versiin stato di bisogno, al termine di unaconvivenza iniziata da almeno treanni, nella prassi tale obbligo nonè garantito.

Ai conviventi può ritenersi ap-plicabile la disciplina di cui agli artt.155 quater c.c. che precisa: “il go-dimento della casa familiare è at-tribuito tenendo prioritariamente

conto dell’interesse dei figli”.Relativamente al diritto al man-

tenimento o agli alimenti nei con-fronti del convivente, non esiste al-lo stato attuale alcun obbligo diversamento degli stessi, in quanto laconvivenza si concretizza in una si-tuazione di fatto, caratterizzata dal-la precarietà, dalla revocabilità uni-laterale e dalla mancanza di ogniimpegno circa la sua continuità, acui non si ricollegano diritti e dove-ri se non di carattere morale. Bastapensare che il provvedere alle esi-genze del partner economicamen-te più debole, in costanza di convi-venza, è adempimento rimesso allamorale del compagno, in quantonon esiste alcuna norma al riguardovisto che l’art. 433, nell’individuareil coniuge quale soggetto obbligato

a prestare gli alimenti, pone qualepresupposto del diritto agli alimen-ti una convivenza stabile fondatasul matrimonio.

Al contrario, sussiste l’obbligodi corrispondere un contributo peril mantenimento dei figli nati dauna convivenza, in quanto lo statusdi figli naturali è equiparato a quel-lo dei figli legittimi nati da genitoriuniti dal vincolo matrimoniale.

Il dovere di mantenere, istruireed educare la prole trova, infatti, lasua fonte nel solo fatto materialedella procreazione e non nello sta-tus formale di figlio naturale.

Il rapporto genitori-figli appa-re in tutto coincidente sia per la fi-liazione naturale che per quella le-gittima in quanto si fonda sulprincipio costituzionale sancito dal-l’art. 30 della Costituzione che, pre-vedendo per i genitori l’obbligo dimantenimento, educazione, istru-zione, non pone distinzioni in rela-zione allo status della filiazione.

Ove entrambi i genitori abbia-no riconosciuto il figlio è da ritene-re che essi debbano provvedere alsuo mantenimento, in proporzionealle proprie sostanze e capacità dilavoro in piena aderenza all’art. 148c.c.

Ove, invece, al mantenimentovi abbia provveduto integralmenteuno solo dei genitori, questi potràagire per il recupero della quotaspettante a quello inadempiente.

DI INES PANESSA

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PSICOLOGA GIURIDICA

Alla base vi è il principio di solidarietà

Convivenza: diritti e doveri

Quando l’amore degeneraLo Stalking, dall’inglese stalk,

traducibile come “caccia in appo-stamento”, “caccia furtiva”, “pedi-namento furtivo”, è definito anche“sindrome del molestatore assillan-te” e consiste in un insieme di com-portamenti anomali e fastidiosi cheproducono una sistematica violazio-ne della libertà personale. I compor-tamenti molesti possono essere co-stituiti da ininterrotti appostamentinei pressi del domicilio o degli am-bienti comunemente frequentati dal-la vittima, intrusioni nella sua vitaprivata alla ricerca di un contattopersonale per mezzo di pedinamen-ti, telefonate oscene o indesiderate,invio di fiori, sms, biglietti. La leggesullo Stalking prevede che il dannosia ascrivibile a fronte di un “perdu-rante e grave stato di ansia o di pau-ra”. Come a dire che la salute emoti-va è finalmente sdoganata ed è deltutto paragonabile al diritto all’inte-grità del corpo, confermando che laviolenza psicologica è importantetanto e quanto quella fisica. Lo stes-so reato di stalking viene infatti “mi-surato” indirettamente. Non è infat-ti lo stato di ansia della vittima cheviene direttamente constatato, ma alfine di costruire l’impianto accusato-rio è sufficiente che sia dimostratal’intrusione nella vita privata, la pre-

senza di comportamenti compulsivie insistenti dello stalker. Di solito èun conoscente, un collega, spesso unex-partner che agisce per deliberatodesiderio di vendetta oppure perconvincere la vittima a re-cuperare un rapporto. Unnumero minore di casi ri-guarda invece individuicon difficoltà psicologichee relazionali che ritengonodi poter stabilire una rela-zione imponendo la pro-pria presenza, con atteg-giamento palesementeinsistente, oppure, in alcu-ni casi limite, da personali-tà borderline che agisconosulla base della convinzio-ne (immaginaria) di avereuna relazione con la vittima. Lo Stal-king appartiene alla grande famigliadegli “atti compulsivi”, ovvero quelgenere di comportamenti che il sog-getto stesso definisce “obbligato acompiere”. Gli stalker non possonofare a meno di riempire di gentilezzel’oggetto delle loro attenzioni. Quan-do non si tratti di un deliberato attodi vendetta o di rivalsa, lo stalkingnon è altro che la degenerazione di uninsieme di comportamenti di pre-mura e cura che strutturano una re-lazione importante. La costruzione

di questo insieme di atti di sollecitu-dine può in molti casi proteggere l’in-dividuo da un profondo senso di so-litudine e vuoto personale. Lepremure e le attenzioni non sono al-

tro che una modalità di controllo del-la persona amata. Quando l’altrapersona mostra disinteresse, o anchesemplicemente dà segnali di volersiallontanare emotivamente, il futuro-stalker comincia ad entrare in unostato di emergenza emotiva. Anchei più piccoli segnali di distanza o distanchezza, reali o immaginati, pos-sono provocare una sorta di stato di al-larme a cui l’individuo deve rapida-mente porre rimedio. Le condotte dicontrollo, travestite da coccole, pos-sono a questo punto intensificarsi. Se

la persona amata accetta le atten-zioni, allora lo stato di allerta emoti-va “rientra” e i comportamenti com-pulsivi possono diminuire o anchesparire del tutto. Se invece perdura lostato di disinteresse, di distacco anchelieve, le fantasie paranoiche posso-no prendere il sopravvento e può in-nescarsi un comportamento con attipersecutori. In altre parole, lo stalkerè un individuo che non può permet-tersi una distanza emotiva dall’og-getto d’amore. Quest’ultimo lo pro-tegge dal proprio vuoto interiore edalla fantasia di essere divorato dal-le proprie angosce persecutorie.L’amata, quando corrisponde l’inte-resse o l’amore (spesso di natura sim-biotica) svolge infatti una vera e pro-pria funzione di “tampone” cheimpedisce il contatto con il senso divuoto e di abbandono. Gli atti com-pulsivi dello stalker sono una solu-zione nevrotica finalizzata, almenoipoteticamente, a riempire il doloro-sissimo senso di vuoto e abbandono,per costruire un improbabile e fan-tasmatico prolungamento del rap-porto, per controllare le angosce in-terne e proteggersi dalla paura.Illudendosi di poter controllare lapersona amata, al tempo stesso, lostalker si illude di controllare le pro-prie ansie e le proprie angosce.

Nessun obbligo di mantenimento, se non verso i figli naturali, equiparati a quelli legittimi

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E’ particolarmente diffusa tra le donne

Inestetica ritenzione idricaLa ritenzione idrica è la ten-

denza a trattenere liquidi nell’or-ganismo ed è un fenomeno che puòcausare, oltre che danni estetici, an-che gravi patologie a carico dei re-ni.

Un modo semplice per capirese si soffre di ritenzione idrica è pre-mere con forza il pollice sulla cosciaper qualche secondo: l’evidenzadell’impronta del pollice, una vol-ta rilasciata la pressione, sta a si-gnificare una sofferenza a livello diritenzione idrica.

Il sintomo principale è l’edema,un evidente gonfiore e una cattivacircolazione sanguigna, causato dalristagno dei liquidi e da numerosetossine che alterano il metabolismocellulare.

La patologia è particolarmentediffusa tra le donne per cause or-monali. Inoltre, erroneamente, sicrede che il sovrappeso sia una di-retta conseguenza dalla ritenzioneidrica. Ma in realtà è vero il contra-rio, poiché è il sovrappeso che, ral-lentando la diuresi, favorisce la ri-tenzione idrica.

Diversi sono i fattori scatenan-ti: le infiammazioni, le disfunzionicardiache o renali, i farmaci antin-fiammatori e cortisonici, la pillolaanticoncezionale, la terapia ormo-nale sostitutiva per la menopausa,

le patologie della vescica o del fe-gato, le reazioni allergiche, le stasidella circolazione venosa e linfati-ca. Ma, se non si è in presenza dimalattie importanti, il maggior re-sponsabile della ritenzione idrica ècertamente lo stile di vita assunto.Infatti l’eccessiva sedentarietà, leabitudini poco salutari (il fumo, ilconsumo eccessivo di alcol, l’abu-so di farmaci, gli alimenti ricchi disale - insaccati, formaggi, patatine-il sovrappeso, i tacchi troppo alti)contribuiscono notevolmente a fa-vorire e ad aggravare il problema.

Come curarla. Indubbiamentecorreggendo lo stile di vita. E’ mol-to importante mangiare in modo sa-no evitando i cibi salati e aumen-tando il consumo di frutta everdura, in particolare quella riccadi vitamine antiossidanti e vaso-protettrici (come la vitamina C); èindispensabile una corretta idrata-zione bevendo innanzitutto moltaacqua oligominerale (almeno duelitri al giorno), preferibilmente a ri-dotto contenuto di sodio; è ancheconsigliabile seguire, ad intervalliregolari, una dieta disintossicanteparticolarmente ricca di liquidi (uti-lizzando the, tisane drenanti, suc-chi di frutta, centrifugati vegetali).

In combinazione con un’ali-mentazione più equilibrata, l’atti-

vità fisica aiuta a combattere la ri-tenzione idrica. Infatti l’esercizio fi-sico costante e regolare – il più in-dicato è il passeggiare, l’andare inbicicletta e il nuotare - contribuiscea rinforzare il microcircolo.

E’ possibile, inoltre, utilizzareprodotti che aumentano la diuresie quindi favoriscono l’eliminazio-ne dei liquidi in eccesso. Diversi so-no i rimedi naturali con proprietàdiuretiche: l’uva ursina, l’ippoca-stano (utilizzato anche per miglio-

rare la circolazione venosa nellegambe), il tarassaco, il fucus, la pi-losella, la centella asiatica, il mirtil-lo, il carciofo migliorano il circolo erinforzano le pareti dei vasi, limi-tando la fuoriuscita di fluidi e il gon-fiore; la vite rossa, l’edera e il ruscoeliminano i fluidi accumulati neitessuti, attivando il sistema linfati-co; il ribes nero aiuta a contrastarel’infiammazione causata dal rista-gno dei liquidi. In ogni caso è benericordare che un effetto diureticoimportante comporta anche l’eli-minazione di minerali essenzialiche devono essere reintegrati.

Per ridurre gli inestetismi cau-sati da gonfiore, ritenzione idrica eadiposità locali ci sono anche altririmedi naturali molto efficaci, co-me la betulla e il faggio. Gli estrat-ti freschi di queste piante - diluitinell’acqua e applicati in bagni,massaggi e frizioni - posseggonoproprietà depurative, antisettiche,astringenti, drenanti, diuretiche esnellenti.

Nei casi di ritenzione idrica piùgrave si può ricorrere ai farmacidiuretici, sotto esclusivo e direttocontrollo medico.

In ogni caso sarà il farmacistadi fiducia a consigliare il rimediopiù adatto per eliminare la riten-zione idrica.

Per curarla è necessario correggere lo stile di vita e praticare attività fisica

20 m a g g i oduemiladodici

FARMACIAA CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITAPer i vostri quesiti: [email protected]

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Tecnicamente si parla di“maternità surrogata”: una cop-pia ricorre cioè a un’altra donna,che si sottopone ai trattamenti adhoc e porta avanti la gravidanzaal posto della futura mamma “uf-ficiale”. In Italia è una praticavietata. Ma le coppie che voglio-no un figlio pur non potendoloavere direttamente, vi ricorronosempre più spesso. E vanno al-l’estero alla ricerca di un utero inaffitto, alimentando un fenome-no che viene già definito “turi-smo procreativo”.

Gli ultimi dati (diffusi dalportare di staibene.libero.it) par-lano di una trentina di coppie ita-liane che nel 2011 hanno richie-sto la maternità surrogata incentri esteri di fecondazione as-sistita. Il dato emerge dalla quar-ta indagine dell’Osservatorio sulturismo procreativo. Il flusso diitaliani alla ricerca di un utero inaffitto è stato più volte stimato inun centinaio, ma non c’erano da-ti precisi. La ricerca ha contato lerichieste contattando i principa-li centri che forniscono questoservizio: 33 strutture-agenzie in7 Paesi (Stati Uniti, Ucraina, Ar-menia, Georgia, Grecia, Russiae India).

Sulla base delle risposte, nel2011 sono state almeno 32 le cop-pie italiane che hanno richiestola maternità surrogata. Nel det-taglio, 18 si sono rivolte alla Rus-sia, 9 all’Ucraina, 5 a Georgia-Armenia.

Sembra trattarsi di un feno-meno in continua crescita che hainteressato non solo coppie, maanche single provenienti dal-l’Italia.

Tanto che i centri si sono at-trezzati. Nel corso dell’indaginesono state trovate pagine e se-zioni dedicate agli italiani nei si-ti Internet di strutture in Ucrai-na, Russia, Grecia e Stati Uniti.

In alcuni casi, soprattutto inUcraina, al telefono si può parla-re con personale che conoscel’italiano. La possibile esposizio-ne a condanne in patria per gliitaliani che hanno fatto ricorso aquesta pratica induce molte cli-niche e agenzie a non rivelare idati sul numero dei nostri con-nazionali che hanno fatto richie-sta. Si limitano a rispondere af-fermativamente, confermando inmaniera generica di avere pa-zienti italiani. Una clinica statu-nitense, pur non volendo indica-re il numero esatto di pazientiitaliani, hanno confermato l’au-mento del 100% di coppie e sin-gle provenienti dall’Italia.

Irma Mecca

in pocheparole

Turismo procreativo

Deviazione della cartilagine del setto nasale

Complicazioni dell’intervento possono essere la perforazione settale, gli ematomi e le raccolte purulente

Chirurgia: la settoplastica

Le deviazioni della cartila-gine del setto nasale possonoessere congenite, cioè eredita-te dai genitori, oppure acquisi-te, in questo caso si possono ve-rificare sin dall’interno del-l’utero materno per traumi o bri-glie aderenziali, durante il pas-saggio nel canale del parto, op-pure successivamente nella vita,in seguito a traumi facciali, perfrattura o schiacciamento.

I soggetti con deviazione delsetto nasale non avvertono il di-sturbo allo stesso modo, infattispesso si instaura un meccanismocompensatorio di respirazione nonfisiologica, che è una sorta di adat-tamento al ridotto flusso aereo: adesempio, pazienti con importantideviazioni, iniziano una respira-zione prevalentemente orale manon lamentano fastidi, invece sog-getti più sensibili lamentano di-sturbi anche con deviazioni mini-me.

Il ciclo respiratorio nasale neibambini si chiama “solidale” cioèentrambe le narici funzionano allostesso modo, c’è una fase attiva euna passiva o di riposo, pertantogrosse deviazioni settali possonoessere invalidanti anche nei primi

mesi di vita, intralciando la corret-ta suzione.

Negli adulti invece il ciclo re-spiratorio è “alternato” per cui ledue narici funzionano alternan-dosi reciprocamente, in questocaso è frequente trovare una se-condaria ipertrofia del turbinato in-feriore (deputato al riscaldamentodell’aria inspirata) dal lato più per-vio.

La diagnosi è prevalente-mente clinica, il riscontro obietti-vo di creste settali cartilaginee oossee, è già di per sé un’indica-zione chirurgica, ma grazie allostudio della funzione nasale, me-diante la rinomanometria ante-riore attiva, la quantificazionedelle resistenze nasali apparesenz’altro più precisa.

Tuttavia, non sempre l’indica-zione è chirurgica: spesso, incasi lievi, l’uso di spray nasa-li cortisonici permette la de-congestione medica deiturbinati inferiori e inter-rompe il circolo vizioso,ripristinando un ciclo respi-ratorio funzionale.

Il trattamento chirurgico,chiamato settoplastica, vieneeffettuato in anestesia generalee permette di correggere devia-zioni della parte cartilaginea e os-sea del setto, mediante l’asporta-zione di speroni e il corretto ripo-sizionamento della cartilagine, su-turando e tamponando il pazienteper qualche giorno in modo che ilnaso si adatti alla nuova anatomia.

Si tratta di un intervento di rou-tine nei moderni reparti di Otori-nolaringoiatria e consente al pa-ziente, con pochi sforzi, di recupe-rare un flusso respiratorio corretto.

Esistono dei casi in cui, in se-guito allo scompenso respiratorio,si instaurano quadri di sinusopatiacronica, con coinvolgimento anchedei seni paranasali e dei comples-si ostio-meatali: in questi soggettiè utile eseguire una TAC del mas-siccio facciale senza mezzo di con-

trasto per accertarsi delle condi-zioni nelle quali spesso si richiededi associare all’intervento di setto-plastica una comunicazione con iseni mascellari (antrostomia) e unadecongestione dei turbinati nasa-li inferiori.

Ci sono delle minime compli-cazioni chirurgiche come la perfo-razione settale, più frequente incaso di deviazioni del setto ossee omolto angolate, gli ematomi del set-to quando la cartilagine non ade-risce bene alla mucosa nasale e leraccolte purulente per sovrinfe-zioni batteriche. Maggiore atten-zione occorre porre alla regione et-moidale soprattutto quando si cor-reggono deviazioni ossee moltoposteriori.

DI MARILENA TOMAIUOLO

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L’OTORINO

Page 21: 6Donna #5

Con il termine lipostruttura siintende il prelievo di una certaquantità di grasso da determinatezone del corpo dove questo è pre-sente in eccesso ed il suo trapianto,una volta opportunamente purifi-cato, in altre zone del viso (ma an-che del corpo), allo scopo di correg-gere rughe, solchi o depressionicicatriziali.

Tale tecnica chirur-gica, di uso consolidatoda decenni, è ormai dif-fusa e comunementepraticata da chirurghiplastici in tutte le partidel mondo.

Le sedi di prelievopiù classiche sono la re-gione addominale, i glu-tei e le cosce per ovvieragioni di distribuzione del tessutoadiposo nel corpo umano e femmi-nile in particolare.

A seconda delle necessità è in-tuitivo che questo tipo di interventosi abbina naturalmente all’inter-vento di liposuzione o liposculturache ha lo scopo di rimuovere le adi-posità localizzate in eccesso e discolpire certi aspetti del corpo die-tro specifica richiesta del paziente.

La tecnica di prelievo e purifi-cazione deve essere effettuata inmaniera rigorosa servendosi di can-nule atraumatiche che danneggianoil minor numero di cellule adiposepossibile qualora le cellule adipose

debbano essere trapiantate.La presenza di cellule stamina-

li nel lipoaspirato è stata ampia-mente documentata in studi scien-

tifici ed esistononumerose metodo-logie per concen-trare questo tipo dicellule “rigeneran-ti” nel materialeadiposo.

L’evoluzionedel lipofilling (ter-mine inglese concui viene definitatale tecnica) si basa sulle tecnichedi preparazione del tessuto adiposoda iniettare che viene prima filtratoe poi centrifugato per eliminare lacomponente superflua (olio, siero esangue) dal lipoaspirato, cercando

di concentrare la componente cel-lulare.

Nelle tecniche di iniezione ab-biamo invece assistito ad una sceltasempre più selettiva delle regioni datrattare e ad un assottigliamentodelle cannule per l’iniezione. Conmicrocannule da 0.8 o da 0.9 mm siriesce a infiltrare la regione palpe-brale e orbitaria, il contorno dellabocca, la regione zigomatica e i sol-chi naso genieri, minimizzando lecomplicazioni come l’inoculo clini-camente percettibile di accumuli digrasso e la formazione di granulomie irregolarità nonostante, in dette

zone, lostrato epi-dermicosia parti-colarmen-te sottile.Le celluletrapianta-te svolgo-no in que-sto modo

la loro azione portando volume e ri-strutturando in maniera biologica itessuti trattati.

Insomma tale tecnica trova unruolo in quasi tutti gli aspetti del ri-tocco dei tessuti molli del volto e del

corpo.Evidentemente, la nascita di ta-

le tecnica avviene storicamente inchirurgia ricostruttiva dove vienemolto utilizzata per trattare esiti diustioni, cicatrici depresse e detur-panti di regioni come la mammellaricostruita dopo mastectomia o de-pressioni create nel corso di pre-gressi interventi di liposuzione ese-guiti troppo superficialmente o inmaniera aggressiva. Da qui è statagradualmente utilizzata in chirur-gia estetica per aumentare i glutei,dare un lieve aumento di volume alseno fino ad essere utilizzata sul vol-to e sui genitali femminili che sono learee più delicate da trattare.

L’intervento si svolge nella qua-si totalità dei casi in anestesia loca-le e comunque con assistenza ane-stesiologica dopo aver fatto gliopportuni esami ematochimici e unelettrocardiogramma per garantirela sicurezza del paziente nel corsodell’intervento. Il risultato è stabilenel tempo perché le cellule trapian-tate acquisiscono una nuova propriavita nel tessuto dove sono state ino-culate diversificandosi mediantel’azione di fattori di crescita specifi-ci.

Il vantaggio rispetto ai comuni

filler a base di acido ialuronico, chetrovano comunque indicazione nel-la correzione di difetti “piccoli”, èche i risultati sono più stabili neltempo e che il materiale da inietta-re è abbondantemente disponibilenel corpo umano a un costo econo-mico decisamente inferiore.

A cura di: Dr. Roberto PanicaliSpecialista in Chirurgia PlasticaRicostruttiva ed EsteticaLibero professionista, Carpi (MO)

21m a g g i oduemiladodiciestetica

Come utilizzare nel ringiovanimento del volto iltessuto adiposo del corpo ricco di cellule staminali

È una tecnica ormai consolidata e in uso in tutto il mondo

LIPOSTRUTTURA: arriva il filler biologico

A Foggia il Dr. Panicali riceve suappuntamento presso il centromedico Leonardo Da Vinci in viaDe Dominicis NicolaPer informazioni ulteriori e per vi-sionare foto di casi clinici reali con-tattare i seguenti recapiti:Tel. 0881-568517Tel. +393404192442Fax. 0881-721241E mail: [email protected]

SediStudio di Chirurgia Plastica: Corso Roma 32, Carpi (MO)

Centro medico Leonardo DaVincivia de dominicis nicola71100 Foggia

Studio medico ParioliVia G. Antonelli 47, Roma

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Il desiderio sempre più pressante di eva-dere dai luoghi comuni e dalla routine quo-tidiana spinge alla ricerca di posti insoliti, do-ve mistero e bellezza possano fondersi in unparadiso privato; tutto questo è Tonga, unluogo dalla bellezza struggente e selvaggia,un ambiente ricco di valori umani dimenti-cati dal tempo, in cui ritrovare se stessi. Il re-gno di Tonga, nel Pacifico sud-occidentale,a circa 3.000 km dalla costa orientale del-l’Australia, comprende 4 arcipelaghi: Ton-gatapu, Ha’apai, Vava’u e Niuas. 173 isolecompletamente diverse l’una dall’altra. Chia-mate da Cook “Isole dell’amicizia” per la cor-dialità degli abitanti locali, sono state teatrodell’ammutinamento del Bounty.

Esse hanno eccentricità paesaggisticheuniche al mondo come le “Blow Holes” e mi-steriose testimonianze archeologiche. La po-polazione possiede un’inedita e genuina stra-

vaganza, oltre ad una particolare cordialità.I tongani hanno saputo preservare i loro co-stumi e tradizioni pur abbracciando diversefedi cristiane con un sistema di vita ben or-dinato. Tongatapu, l’isola principale, signi-fica “il Sacro Sud”.

Il regno di Tonga è il primo luogo al mon-do a vedere sorgere il nuovo giorno. Il climaè tropicale; il periodo migliore per andarci ètra maggio e ottobre. Il mare e l’entroterrameritano di essere esplorati, grazie alle gra-devoli temperature delle loro acque, che

oscillano sempre tra i 23° e i 30° C. Molte le at-tività praticabili, quali surf, nuoto e barca avela.

È un territorio ricco di vulcani, relitti, bar-riere coralline ed una sorprendente varietà dipesci. La visibilità marina in alcuni punti arri-va fino a 70 metri di profondità, con possibili av-vistamenti di balene; un vero Paradiso per gliamanti dello snorkeling. Anche il kayak è unosport molto diffuso, essendo il miglior mezzoper esplorare le coste e le lagune, davvero uni-che e spettacolari. Non manca la possibilità dipoter praticare escursioni a piedi attraversola foresta pluviale, fino a raggiungere laghivulcanici e bocche eruttive ancora in azione.Tonga è considerata un Paradiso per la pescad’altura. La flora e la fauna rappresentano unambiente unico nel Sud Pacifico per la sua sce-nografica bellezza; ibisco, frangipani ed altrifiori a profusione creano delle oasi coloratesotto le palme, i pandani e i banani. Ci sonochilometri di spiaggia bianca corallina di fron-te a spettacolari lagune e alcuni tra i più affa-scinanti fondali marini del mondo. La roccio-sa costiera terrazzata di Houma presenta unodei più impressionanti spettacoli di tutto il SudPacifico: per chilometri di estensione, altissi-me onde si infrangono sulla roccia corallina,formando centinaia di fantastiche fontane cheschizzano altissimi spruzzi di acqua nel cielosempre azzurro. Gli esperti ritengono che Ton-ga sia una delle zone del Pacifico dove trova-re le più belle conchiglie, soprattutto nell’ar-cipelago di Ha’apai. Inoltre ci sono i repertiarcheologici più antichi di tutto il Sud Pacifi-co e per chi ama il trekking o i percorsi natu-ralistici esiste solo l’imbarazzo della scelta.

ShoppingSi possono acquistare oggetti realizzati

a mano con la corteccia del cocco, come por-tacenere, monili e coltelli in argento; artico-li di tartaruga ed oggetti in legno intagliato,

statuette, cesti, cappelli, conchiglie, madre-perla, oggetti in corallo e di osso, parei, mo-dellini delle canoe tradizionali a bilanciere.Per i collezionisti l’ufficio filatelico del Teso-ro offre una selezione completa di francobollie monete Tongane famosi per l’originalitàdelle forme e dei soggetti. I negozi, famosiper i liquori e i profumi, vendono a prezziestremamente competitivi. Da non perderel’abbondanza di frutti tropicali quali manghi,banane, ananas, cocchi, papaie, meloni, invendita nei caratteristici chioschi locali o di-rettamente al mercato principale.

CuriositàUna delle leggende sull’origine di Tonga

narra che essa venne creata dal potente dio

polinesiano Tangaloa. Mentre stava pescan-do, al suo amo di osso di balena si agganciòun’isola sommersa; ma quando questa era or-mai uscita dall’acqua il filo si ruppe e l’isolaricadendo in mare spezzandosi in tante partiche divennero l’arcipelago di Tonga. Un’altraleggenda molto simile attribuisce invece l’ori-gine delle isole a Maui, un personaggio mito-logico comune a tutte le culture polinesiane. Ungiorno Maui stava pescando a sud delle Sa-moa e con l’amo tirò su le isole di Tonga, unaad una, dal fondo del mare. Maui schiacciò al-cune isole, rendendole piatte, mentre altre,come Vava’u ed ‘Eua, sono ancora oggi colli-nose. Elisabetta Ciavarella

22 m a g g i oduemiladodici viaggi

Vulcani, relitti, barriere coralline: paesaggi unici nelle “Isole dell’amicizia”

Il regno di Tonga

Viaggiare in sicurezzaDocumentiPer recarsi a Tonga occorre il passapor-

to valido. per almeno sei mesi dalla data diarrivo. È obbligatorio pagare la tassa di im-barco. Si può rimanere a Tonga per turismoe business per un periodo non superiore a30 giorni. È vietato importare nel paese ar-mi da fuoco e munizioni.

VaccinazioniNon è richiesta alcuna vaccinazione. A

Tonga è disponibile l’assistenza medica edentale per i residenti e i turisti.

Lingua: Le lingue ufficiali sono l’ingle-se ed il tongano.

Fuso orario12 ore in più rispetto all’Italia.

ValutaL’unità monetaria ufficiale è il paanga.

Gli euro vengono cambiati in tutte le banche.CucinaCi sono diversi ristoranti stranieri: fran-

cesi e giapponesi. La cucina locale è principalmente a ba-

se di pesce e cocco. Le specialità nazionalisono il “lu pullu”, carne con cipolle mari-nate in latte di cocco, ma anche la tartarugacotta alla griglia, il polipo condito con lattedi cocco e l’aragosta.

Ottimi sono la frutta tropicale e le varieverdure. Da provare la kava, la bevanda na-zionale, ricavata dalla radice di una piantasimile al pepe.

Primo luogo al mondo dove sorge il sole

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La prima ufficiale di “Cliscè”,la mise-en-scene firmata dall’attri-ce foggiana Tiziana Massimo, haconfermato le aspettative del pre-debutto. Molto di più che uno spet-tacolo teatrale, è un progetto piùampio, di partecipazione e condi-visione di esperienze e percorsi dif-ferenti; un progetto tutto al femmi-nile, caratteristica questa cherappresenta senza ombra di dub-bio un punto di forza e non di certoun limite. “Cliscè” (evidente stor-piatura di “Cliché”, “per riflettereanche nel titolo il livello culturalemedio-basso delle protagoniste -spiega la regista - motivo che andràa generare comici misunderstan-ding”) è lo spettacolo teatrale cheil prossimo 25 maggio, alle 21, de-butterà al Piccolo Teatro di Foggia.Uno spettacolo spumeggiante, as-solutamente sopra le righe, con unatrama solo apparentemente dimes-sa e che in realtà si rivelerà unabomba ad orologeria pronta adesplodere. Ad innescare la defla-grazione (per carità, solo simboli-ca) sarà il “contesto scenico”: ottodonne – sorelle, amiche, madre-fi-glia o vicine di casa – chiuse in unastanza per condividere una vincitastraordinaria che il fato ha volutoconcedere solo ad una di loro. Una

circostanza questa, che porterà tut-te le convenute a scoperchiare ilproprio, personalissimo, “Vaso diPandora” liberando invidie ine-spresse e gelosie latenti, dando li-bero sfogo a sentimenti di riprova-zione e biasimo, disapprovazione econdanna.

Tiziana Massimo - alla sua pri-ma regia ufficiale, ma con alle spal-le numerose co-regie ed esperien-ze teatrali di tutto rispetto -accompagnerà sulla scena le pro-tagoniste della pièce – AnnamariaCasamassima, Mariangela Conte,Cinzia Di Gioia, Ivana Esposito,Alessia Gonzalez, Lucia Savasta eViviana Soldani - nel dare voce e

corpo ad altrettanti prototipi di don-na nell’ambito di uno spettacolo “alfemminile”, ma non “femminista”.

“Si tratta di prototipi di donnaassolutamente familiari e ricono-scibili – puntualizza Tiziana –deicliché, appunto, che non vogliamoné sfatare, né ridicolizzare. Al con-trario vogliamo riprodurre quelledinamiche familiari che da decen-ni si ripetono attorno ad ogni tavo-lo che si rispetti e che costituisco-no, nostro malgrado, croce e deliziaper ognuno di noi”.

Uno spaccato senza tempo, unacarrellata di stereotipi da condivi-dere senza giudizi di sorta: dalla vi-cina consumata dall’invidia perquella fortuna che non è capitata alei, alla donna ricca, ma poco istrui-ta che si crede sempre una spannasopra le altre; dalla zitella bigottachiusa in una forzata castità alladonna perduta a causa di un amoresbagliato; dalla giovane arrampi-catrice sociale alla nuora premuro-sa ma con tanti scheletri nell’arma-dio. Sullo sfondo, il rapporto cheognuna di queste donne ha con gliuomini – padri, mariti, amanti – aiquali sono consentiti, in scena, so-lo tre piccoli interventi.

Lo spettacolo è un calderone dirimandi e suggestioni provenienti

dal mondo dell’avanspettacolo,dalla commedia dell’arte, dal tea-tro sperimentale e dal teatro del-l’assurdo, il tutto ben calibrato indialoghi serrati che rivelano tuttala tensione dello scontro in atto frail gruppo e l’individuo. “In questaregia c’è tutto il bagaglio di espe-

rienze ed insegnamenti ricevuti daquelli che sono stati i miei maestri:da Guglielmo Ferraiola ai fondato-ri del Teatro dei Limoni (RobertoGalano, Leonardo Losavio e Giu-seppe Rascio) passando per la re-cente esperienza con la Piccolacompagnia impertinente di Pier-luigi Bevilacqua”, spiega Tiziana.

“Quello che andrà in scena al Pic-colo Teatro sarà il frutto di un pro-getto nato per condividere con al-tre persone la comune passione peril teatro – continua Tiziana spie-gando come “è stato stimolante la-vorare con persone che non cono-scevo affatto. Così come è stato

gratificante constatare la fiducia ri-posta in me dalle attrici con le qua-li ho già lavorato in passato. Nel gi-ro di poco tempo si è creato ungruppo ben affiatato nonostante etàed esperienze pregresse molto di-verse. Se “Cliscè” sarà un succes-so, sarà un successo di tutte”:

Maria Grazia Frisaldi

23m a g g i oduemiladodiciarte&spettacolo

Otto attrici in scena al Piccolo Teatro, pronte a dare voce ad altrettanti prototipi di donna

“Cliscè”, dentro e fuori il Vaso di PandoraAnteprima 6Donna. Tiziana Massimo alla sua prima regia ufficiale

“Ho letto da qualche parte cheogni artista riproduce quello chemaggiormente lo attrae”. MicheleGrimaldi, grafico, illustratore e digi-tal designer foggiano, sorride e pro-va ad ironizzare sul perché al centrodelle sue opere in digitale - tele co-loratissime ed intriganti - ci sia sem-pre una donna. Poi si fa serio e tienea puntualizzare due cose. La prima:“in tutti i miei lavori traspare sem-pre un grande rispetto per la donna,quasi una devozione”, ed in effettianche nelle tele in cui il motivo sen-suale è predominante, il risultato fi-

nale è sempregarbato e maivolgare. La se-conda puntualiz-zazione, invece, ri-guarda la suaattività e “l’etichetta”che ne deriva: “Non hola presunzione di repu-tarmi un artista: la mia pas-sione per la digital art non è al-tro che una costola di quella che è lamia principale attività di grafico ed il-lustratore”. Fatte le dovute premes-se, però, quello che è innegabile èche le tele firmate da Michele Gri-maldi piacciono, e anche tanto. Alpunto che non solo vengono acqui-state quasi sempre a pochi giornidalla loro esposizione o presenta-zione al pubblico, ma in alcuni casivengono anche richieste su com-missione. “E poi - spiega - grazie al-l’immensa visibilità data oggi dai so-cial network (Facebook inparticolare), sono apprezzate ancheda artisti e colleghi europei” che

spesso lascianouna traccia, con i loro commenti lu-singhieri, in coda ai suoi ultimi lavo-ri. Proprio quelli in cui – dicevamo –protagonista assoluta è la donna.Ovvero l’essere più vicino alla per-fezione, in grado di trasfigurarsi esimboleggiare, ad esempio, i quat-tro elementi della natura (è questol’ultimo ciclo di opere al quale Gri-maldi sta lavorando: Terra, Acqua,Aria e Fuoco) o miti senza tempo (co-me la bella e misteriosa “Pandora”),solo per citarne alcuni.

L’attività di Michele Grimaldi,

infatti, si contraddistingue per unacamaleontica abilità nell’utilizzare,in tutte le situazioni creative, un lin-guaggio artistico accattivante, dascrupoloso conoscitore qual è delle

nuove tendenze nei vari ambiticulturali: dal design alla moda,dall’architettura alla tecnologiaed editoria. Da sempre affasci-nato dal mondo dell’arte digi-tale e delle sue infinite possi-bilità, il battesimo del fuocoper Grimaldi come digital de-signer è avvenuto nel 2008, con

la partecipazione ad una mostracollettiva. Da allora, esposizione

dopo esposizione, l’illustratorefoggiano ha affinato il suo stile, ormaiun marchio assolutamente ricono-scibile. “La cosache più mi gratificaè notare come i vi-sitatori presenti al-le collettive allequali ho preso par-te hanno immedia-tamente ricono-sciuto il mio stile, aprescindere dal no-me sulla targhet-ta”. Dai primi lavori ad oggi, infatti,è evidente la sua evoluzione stilisti-ca: elaborazione grafica più com-plessa, maggiore ricerca ed atten-zione nell’uso dei colori e dellesfumature, un trattamento diversodel supporto che richiede tempi di

lavorazione più lunghi ed una mag-giore attenzione ai particolari. Leopere di Grimaldi – che disegna di-rettamente con il mouse senza l’au-silio della tavoletta grafica - nasco-no da un disegno di base che puòessere un disegno tracciato a mano(frutto di un improvviso attacco d’ar-te) o direttamente da una sua illu-strazione. Possono essere soggettipiù o meno realistici o ispirati al mon-do fumettistico orientale, il suo pre-ferito. Le immagini vengono quindiacquisite e rielaborate al computercon programmi specifici ed è solo al-lora che “l’officina creativa” di Gri-maldi si apre all’ispirazione. Una vol-ta creata sullo schermo, l’opera vienestampata direttamente su tela, quin-

di viene imposto il“crisma dell’unicità”:innanzitutto la firmadell’artista, e poi alcu-ni interventi pittoricitradizionali (con colo-ri acrilici e pennello,per intenderci). “Sonointerventi che servonoad esaltare alcuni det-tagli o dare maggiore

profondità all’opera”, conclude Gri-maldi. “In questo modo si rende latela assolutamente unica ed irripe-tibile”, perché nonostante l’utilizzodelle tecnologie, l’arte digitale nonvuol dire arte seriale.

m.g.f.

In fase di ultimazione un ciclo diopere sui quattro elementi dellanatura dagli occhi di donneirresistibili e seducenti

Le infinite possibilità della Digital ArtTecnologia digitale e arte visiva. Così Michele Grimaldi dipinge l’universo femminile

Tiziana Massimo

Annamaria Casamassima

Mariangela Conte

Cinzia Di Gioia, Ivana Esposito

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