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  • 1.
    • Jean-Jacques Rousseau
    • A cura di Stefano Ulliana

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  • Panoramica
  • 1. Vita ed opere.

3. 2. IlDiscorso sulle scienze e le arti . 4. 3. IlDiscorso sulla disuguaglianza . 5. 4. La polemica con iphilosophes : Rousseau e l'Illuminismo. 6. 5. DaiDiscorsiai capolavori della maturit. 7. 6. IlContratto sociale . 8. 7. L'educazione. 9. 8. La religione naturale.

  • Jean-Jacques Rousseau

10.

  • 1. Vita ed opere.
  • Jean-Jacques Rousseau(1712-1778) perde subito la madre e poi il padre. Viene affidato al pastore Lambercier, che lo avvia agli studi biblici. A Ginevra diventa scrivano ed apprendista incisore, ma - mal sopportando le angherie che costretto continuamente a subire - si allontana dalla citt, per iniziare la sua vita di pellegrino inquieto, sempre alla ricerca della giustizia e della libert. Ad Annecy trova rifugio presso la baronessa de Warens. A Chambery ha modo di studiare filosofia, religione, matematica e scienze. A Lione diventa precettore del figlio di un magistrato. A Parigi nel 1749 redige per incarico di Diderot alcuni articoli per l' Encyclopdie . Nel 1750 compone ilDiscorso sulle scienze e le arti , in risposta al bando di concorso dell'Accademia di Digione, che chiedeva se lo sviluppo delle scienze e delle arti avesse comportato un miglioramento anche dei costumi. La risposta negativa di Rousseau lo mette in contrasto con il gruppo parigino degli enciclopedisti.

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  • Nel 1755 scrive ilDiscorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uominie la voceEconomia politicaper l' Encyclopdie . A Montmorency compone i suoi capolavori: laNuova Eloisa(1761), ilContratto sociale(1762), l' Emilio(1762). Alle polemiche con gli enciclopedisti si aggiungono ora le condanne dei suoi nuovi scritti da parte del potere politico e religioso (parigino e ginevrino). Polemizza con il consiglio ginevrino e si priva della sua cittadinanza. Trasferitosi a Moitiers, sotto le dipendenze di Federico II di Prussia, Rousseau ha modo di sperimentare la progressiva ostilit dell'ambiente calvinista. Abbandona cos la Svizzera e la Francia per trovare temporaneo rifugio presso il filosofo David Hume. Di nuovo a Parigi scrive leConfessioni , iDialoghi di Rousseau giudice di Jean-Jacques , leFantasticherie di un viandante solitario .

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  • 2. IlDiscorso sulle scienze e le arti .
  • Nel saggio redatto come risposta al bando di concorso dell'Accademia di Digione Rousseau articola e dispone il principio che poi rimarr a fondamento di tutta la sua successiva speculazione filosofica: l'azione naturale, spontanea ed intelligente, esprime nell'uomo la sua propria bont ed immediatezza attraverso gli istinti ed il desiderio, l'amor di s.sopra e contro questo principio con una contraddizione apparentemente totale ed onnicomprensiva che il processo di civilizzazione umano che ha il suo ultimo ed attuale culmine nel progresso delle scienze e delle arti depone un altro e contrapposto principio: la necessit di nascondere ed obliare tutto ci che naturale, per mostrare all'opposto lo spazio di tutto ci che risulta dall'artificio umano, dalla costruzione dell'arte (nel senso classico dellatechne ). Ma ci che le arti e le scienze dispongono ed aprono operativamente sul teatro dell'apparenza immaginativa e razionale solamente un completo inganno.

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  • L'inganno che si tenta di compiere quello per il quale tutte le forme di obbligazione che legano e vincolano reciprocamente l'uomo ad i propri simili vengono spacciate come necessarie forme di liberazione, laddove le scienze e le arti sembrano lo strumento principe della conservazione e dello sviluppo ulteriore di questa obbligazione e costrizione. Come bella apparenza esse nascondono la realt di duri rapporti di forza e di costrizione, ai quali esse stesse contribuiscono con l'uniformit ipocrita dei comportamenti, con la pura formalit degli stessi. Inganno e menzogna portano con s per il vizio e la corruzione.

14. Con questo richiamo quasi biblico alla natura profonda ed originaria, bella e buona, perfetta in se stessa, Rousseau intende mostrare una genealogia storica delle scienze dal vizio: l'astronomia nacque dalla visione superstiziosa del cosmo e delle sue forze celesti, l'eloquenza dall'ambizione per il potere, la geometria dalle necessit economiche legate alle propriet terriere, la fisica dalla curiosit nei confronti di presunte forze interne alla materia. 15.

  • La produzione di ricchezze e di potere alle quali esse hanno poi dato ultimamente luogo a vantaggio di una classe su tutte le altre ha contribuito a fortificare il senso della diseguaglianza fra gli uomini, a rompere l'unit del genere umano, facendo in tal modo perdere con l'ozio ed il lusso tutte le virt etiche e patriottiche. Le obiezioni dei polemisti e l'autonoma riflessione critica nei confronti di possibili esiti scettici e reazionari, spinsero Rousseau a rivedere l'ordine delle causalit negative. Egli quindi dispose la propria speculazione a riconoscere nello spirito di separazione e di diversificazione gerarchica nello spirito d'ordine della diseguaglianza la ragione e la causa negativa delle forme esclusive di appropriazione (le ricchezze), delle volont conservative dei godimenti raggiunti (lusso ed arti), dei desideri di incrementarli (ozio e scienze). Nasce cos ilDiscorso sulla disuguaglianza .

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  • 3. IlDiscorso sulla disuguaglianza .
  • Contro la trasformazione operata dal giusnaturalismo (Grozio, Locke, Pufendorf) l'uomo naturale e razionale l'uomo gi civilizzato e da Hobbes l' homo homini lupus l'uomo aggressivo della societ contemporanea Rousseau ritrova l'originario naturale dell'uomo, oltre tutte le sue successive acquisizioni, in una possibile condizione primaria ostato di natura , rispetto alla quale egualmente possibile argomentare tutti i successivi sviluppi e trasformazioni di civilt.

17. Nello stato di natura l'uomo viveva in un perfetto equilibrio fra bisogno e disponibilit di risorse. Vivendo relativamente isolato dagli altri, ben distribuito e senza eccessive concentrazioni di popolazione, l'uomo primitivo ha delle relazioni immediate con gli oggetti del suo desiderio, del suo pensiero e della sua azione. Egli non apre alcun tipo di rapporto dialettico (oppositivo) n con la natura, n con gli altri uomini. 18.

  • Egli pertanto gode di uno stato emotivo pre-razionale di completa beatitudine, di piena innocenza. Non oppositivo nei confronti degli altri e della natura, egli vive pienamente del proprioamor di s(volont autoconservativa) , immedesimandosi immediatamente con un senso completo dipietcon le emozioni degli altri esseri naturali e viventi (religiosit naturale). In questa sua piena e completa autonomia l'uomo primitivo pu dirsi autenticamente libero: privo di legami (anche familiari), di necessit e possibilit comunicative (assenza di linguaggio), privo di radicamento e di impiego di se stesso (senza domicilio, n occupazione), egli non gode di alcuno spazio o tempo di e per la mediazione. In questo senso non opera immaginativamente e razionalmente per elaborare e costruire qualcosa che debba essere trasmesso e tramandato (una cultura ed una tradizione). Ma l'uomo connaturalmente libero e perfettibile, dunque mutabile.

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  • Di fronte alle mutazioni dell'ambiente esterno la corporatura, la psiche ed i comportamenti dell'uomo si modificarono a propria volta: per poter far fronte alle pressioni del mondo esterno l'uomo divenne pescatore e cacciatore. Cominciarono a subentrare dei bisogni che solamente un'unione temporanea poteva soddisfare: nacque cos lo scambio reciproco attraverso il linguaggio ed una prima forma di moralit reciproca. La prima forma di stabilizzazione civile e sociale fu la famiglia, istituto designato a proteggere l'amore coniugale e quello paterno. L'invidia dell'altrui e la vanit del proprio cominciarono per ad instillare uno spirito negativo e di differenziazione, che aument nel momento in cui gli uomini cominciarono ad avere bisogno gli uni degli altri per sopravvivere e per conservarsi nell'esistenza attraverso l'azione comune e subordinata. Fu quindi la prima divisione sociale del lavoro a costituire la prima forma di differenza: con l'agricoltura e la metallurgia l'uomo costituisce le prime istituzioni e le prime armi atte a difendere/offendere.

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  • Delimita ci che proprio da ci che altrui facendo nascere la propriet privata ed esclusiva insieme all'amor proprio e cos istituisce uno stato di guerra permanente fra ricchi e poveri, con la relativa e conseguente necessit di una potenza atta a garantire l'ordine vigente: lo Stato. Rapina e violenza decretarono la fine dello stato di natura ed il passaggio obbligato allo stato civile. Ma l'ordine era imposto a vantaggio delle classi possidenti, attraverso una sorta di patto iniquo, che conservava alle classi superiori tutti i diritti (privilegi), togliendoli all'opposto ai subordinati. Nasce il regime legalizzato del sopruso e dello sfruttamento, mascherato dall'apparenza della eguale sottomissione ad un unico potere assoluto, saggio e per tutti benefico: quello della legge. Cos la legge che garant il diritto di propriet sanc la distinzione reale fra ricchi e poveri, mentre l'istituzione di un corpo separato e superiore di magistrati conferm la subordinazione dei deboli ai potenti. Nello stesso tempo il potere, che inizialmente ed apparentemente avrebbe dovuto garantire libert e sicurezza ad ognuno dei contraenti il patto, si capovolse nella schiavit dei molti ai pochi e nella costituzione di un potere dispotico e tirannico.in questo momento che si instaura uno stato di natura completamente corrotto.

21.

  • Discorso sulle scienze e le arti(1750)
  • Discorso sull'ineguaglianza(1755)

22. 4. La polemica con iphilosophes : Rousseau e l'Illuminismo.

  • Alle prime critiche di d'Alembert e di Voltaire all'apparente impostazione primitivista di Rousseau, il filosofo ginevrino replic con la durezza di alcune considerazioni di natura morale, applicate alla poesia ed all'estetica. Rousseau rimase comunque nonostante gli aspri diverbi che lo contrapposero per esempio a Voltaire - all'interno del progresso morale e civile voluto dagli enciclopedisti: per l'atteggiamento critico nei confronti dei pregiudizi tradizionali della contemporaneit; per l'uso della ragione discorsiva contro le ingiustizie del mondo; per la demolizione dei dogmi e della loro forza impositiva; per l'affermazione del principio della libert e perfettibilit dell'uomo, che lo pu condurre alla riscoperta di un'illuminazione insieme razionale, morale e naturale. Il discorso politico di Rousseau, per, lo porta a scoprire ed adottare soluzioni molto pi radicali e rivoluzionarie guardate come modello dai successivi giacobini e sanculotti repubblicani rispetto a quelle moderate e/o riformiste degli enciclopedisti.

23. 5. DaiDiscorsiai capolavori della maturit.

  • Il circolo corruttivo che nella storia porta l'uomo da un originario stato di natura puro ed innocente ad uno stato di natura totalmente corrotto, dove vige il potere del pi forte, pi o meno mascherato dall'ipocrisia borghese del migliore dei mondi possibili, pu essere invertito. Se la caduta dall'Eden primitivo opera di un particolare rapporto che si storicamente instaurato fra l'infrastruttura umana e la struttura e la considerazione del mondo e del divino, invertendo questo rapporto e rovesciandone - cio ribaltandone e capovolgendone - la logica, sar possibile riportare l'uomo ad una condizione ideale nel rapporto fra natura e ragione. I testi rousseauiani che seguono i dueDiscorsi laNuova Eloisa , ilContratto socialee l' Emilio tentano questa strada e questa soluzione: saranno una nuova politica e una nuova educazione a risolvere il problema della degenerazione e della caduta dell'esistenza e della vita umana.

24.

  • Cos la soluzione del problema del rapporto fra popolo e governanti sarebbe diventato centrale nella riflessione filosofica di Rousseau.la rivalutazione del rapporto unitario che unisce gli individui nella societ, la ridefinizione dei rapporti di codeterminazione e di reciproco vincolo, a costituire il primo passo verso la soluzione del problema. Gli individui infatti si uniscono in societ, perch vogliono perseguire l'orizzonte ideale della giustizia. Essi cos immediatamente colgono la necessit che tale ideale pone loro: il riconoscimento personale reciproco (moralit dei diritti). Questo riconoscimento deve essere sia sentimentale, emotivo, che razionale: esso infatti comporta il rispetto della personalit altrui sia nel senso della sensibilit, che in quello dell'espressione delle idee o della manifestazione delle azioni e dei desideri. In questo modo il modo dell'immedesimazione tutte le facolt dell'uomo si ampliano, si esercitano e si nobilitano.

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  • un nuovo spazio per l'immaginazione, la sensibilit e la ragione che si apre a determinare la giustezza, la reciproca necessit, dei rapporti all'interno della famiglia, della societ e come ideale individuale.lo spazio fraterno creativo e dialettico - della reciproca ed eguale libert.

26. Cos nellaNuova Eloisai giovani amanti devono superare l'opposizione stabilita contro la possibilit del loro amore dalla vecchia definizione dei rapporti amorosi e familiari.la libert e l'incontro reciproco del loro desiderio a dover debellare la costrizione e la subordinazione di quello femminile al maschile, come della donna in generale all'uomo. Il padre di famiglia (il romanopater familias ) non pu quindi ordinare per dignit nobiliare o censo la scelta e la regolazione dei rapporti della figlia o del figlio, perch perturberebbe quell'ordine naturale voluto dallo stesso creatore celeste ( la libert ad ordinare l'unione ed il reciproco riconoscimento a costituirla). 27. 6. IlContratto sociale .

  • l'ordine divino, razionale e naturale della libert a stabilire l'asse determinativo originario, fondamentale ed essenziale nella costituzione del rapporto fra realt concreta e idealit. L'orizzonte, l'ordine e l'ideale della giustizia, per il quale gli uomini si uniscono in societ, e in relazione al quale stabiliscono il piano e la sostanza dei loro reciproci rapporti, diviene il plesso determinativo dellavolont generale . NelContratto sociale(1762) Rousseau riesce cos ad incarnare i due termini dellaliberte dellaperfettibilitdell'uomo della libert e dell'ideale d'eguaglianza - come poli di uno sviluppo storico e critico che, dall'immediatezza e spontaneit dello stato di natura originario, proceda al superamento dell'attuale stato di corruzione (del sentimento e della ragione), per ristabilire in modo mediato ma egualmente spontaneo come se fosse una seconda natura (cfr. K. Marx) la sostanza rinnovata di una ragione politica e sociale comune.

28.

  • Rousseau quindi alla ricerca del fondamento della possibilit di una vita sociale e politica ordinata secondo il senso generale e particolare di giustizia. Per questo prima di tutto demolisce il riferimento alla giustificazione separata del potere: Dio, l'autorit paterna, la forza sono in serie l'applicazione di un principio di eterodeterminazione dunque di privazione sia della libert, che dell'eguaglianza che provoca l'alienazione della potenza naturale e razionale umana. Con la messa in capo la sussunzione e la cessione di questa ad un soggetto separato ed artefatto (cfr. L. Feuerbach, K. Marx). Contro questa cessione e separazione totale, Rousseau rinnova il richiamo al contrattualismo, affermando che non vi pu essere, n tanto meno sussistere, un'istituzione politica dotata di potere, che non lo ottenga, momentaneamente e relativamente, dall'unione libera dei cittadini. Il potere non viene quindi n spostato, n delegato, ma rimane nelle mani del popolo.

29.

  • Gli uomini che dunque si uniscono nel patto sociale non si subordinano ad un potere separato o delegato, ma conservano la potest della loro libert, in ogni momento ed occasione della loro vita associata. Essi possono e debbono quindi esercitarla in modo diretto, senza l'intralcio di forme rappresentative (democrazia diretta). Contro lo stato di guerra generalizzato, dovuto alla degenerazione attuale dello stato civile, gli uomini scelgono allora di riunirsi in una nuova istituzione politica, che al contrario della precedente difenda la persona ed i suoi beni. In questo modo egli anzich perdere la propria libert la riconquister. Alienando apparentemente tutti i propri diritti naturali individuali al corpo globale e molteplice della comunit, ne conserver realmente la libera e franca (eguale) fruizione. Solamente allora egli potr infatti godere della propria libera determinazione, insieme e relativamente alla libera determinazione di tutti gli altri soggetti del patto sociale (cfr. A. Negri).

30.

  • Non vi potr allora essere espressione della propria vera e reale libert se non all'interno del regime di codeterminazione reciproca delle libert stabilito dal sistema (cittadino come membro o parte indivisibile del tutto). Si genera cos un corpo morale e collettivo, che ha la sua unit, il suo io comune, la sua vita e la sua volont (volont generale). Visto che l'insieme delle forze e delle libert dei singoli che si sono coese trascende e nega il permanere di una sotterranea potenza creativa (anche comune), il corpo sociale e politico la repubblica nella sua unit ed inscindibilit si muove come un corpo solo, con un solo ed unico impeto, verso la direzione suprema stabilita dalla volont generale. La volont generale decide e determina quindi lo Stato (soggetto corale nella sua passivit), mentre il corpo corale nella sua attivit esprime la sovranit (popolare) dello Stato stesso, nel processo di individuazione della medesima volont generale.

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  • Per ci stesso il processo di individuazione della volont generale fa s necessariamente che essa tenda all' utilit generaledel corpo comune dei cittadini: essa infatti tende a realizzare le condizioni economiche, sociali e politiche (in senso tecnico) per la determinazione eguale ed all'unisono dell'interesse (per la conservazione, il benessere ed il progresso) e della felicit individuale e collettiva.Rettae determinata senza possibilit di errore ( infallibile ), la volont generale per principio anchegiusta , in quanto rispetta per tutti il criterio d'eguaglianza, e inalienabile ( indistruttibile ), in quanto rimane sempre sotto traccia, nonostante le errate valutazioni o il prevalere di forme di contrapposizione interna.

32. La volont generale espressa dalla sovranit popolare per il tramite e l'esito delle leggi. Pur essendo lasovranit popolare assoluta(sui membri e senza limiti costituzionali),inalienabile(democrazia diretta) edindivisibile(senza divisione dei poteri), la determinazione legislativa non coincide con quella esecutiva e giudiziaria della legge. 33.

  • La sovranit popolare si convoglia e si determina infatti in modo totale nella podest legislativa. La podest esecutiva, dipendente in modo totale ed assoluto dalla prima, pu per assumere forme diverse: essere una democrazia, nel caso che tutto il potere assegnato ritorni completamente e compiutamente al popolo; essere un'aristocrazia, quando il potere assegnato all'esecutivo rimanga e si trattenga nelle mani di pochi, reputati i migliori; essere una monarchia, allorquando il potere assegnato all'esecutivo rimanga nelle mani di un'unica persona. In generale, quindi, sostiene Rousseau, il sistema democratico conviene agli stati piccoli, quello aristocratico ai medi e quello monarchico ai grandi. In particolare, per evitare da un lato il prevalere dell'interesse particolare (monarchia) o all'opposto l'inabilit al proprio autogoverno delle masse popolari (democrazia), Rousseau propendette per l'aristocrazia su base elettiva (cfr. governo veneziano).

34.

  • La teoria politica rousseauiana corse il rischio quando divenne ideale e modello concreto per i rivoluzionari repubblicani francesi della Convenzione di scivolare nell'affermazione per forza di cose, ovvero a causa degli effettivi attori in campo della separatezza e della priorit dell'esecutivo (cfr. Direttorio) o dello stesso Stato nelle sue strutture principali (Stato etico idealista). Queste responsabilit devono per essere assegnate storicamente allo sviluppo particolare dei rapporti di forza vigenti all'interno dei singoli stati (la Francia o la Germania), che furono capaci di imporre questa trasformazione e travisamento dell'opera originale del pensatore ginevrino. Un punto rimase per difficoltoso nel sistema filosofico approntato da Rousseau: l'annullamento del fattore creativo naturale e razionale, in nome di un'alienazione che avrebbe dovuto ricomporre l'uomo - decaduto nello stato di guerra generalizzata - a se stesso, ad una ideale e reale condizione di potenza buona e sensata, rinaturalizzata e rirazionalizzata.

35.

  • In questo contesto diventa inevitabile una certa difficolt nel momento in cui prevalga la visione dell'esecutivo sul legislativo nella giustificazione e nella protezione dell'autonomia dei diritti individuali (alla resistenza, allo scontro ed alla contrapposizione). Un'autonomia che del resto risalterebbe solo come evento negativo e contrapposto al predominio separato dell'esecutivo. Quindi una doppia separazione ed un doppio allontanamento dalle teorie originali del pensatore ginevrino, incardinate sull'autonomia della sovranit popolare e sulla sua espressione attraverso la volont generale. Quando il popolo si muove fra i due termini della libert e dell'eguaglianza ogni bene inteso per la persona e le sue propriet diviene un prospetto ed un orizzonte ideale d'azione, quindi un'azione immaginata razionalmente come reale, protesa al completamento della felicit collettiva ed individuale. Allora solo la divisione fra il massimo della propriet totale (dello Stato) e il minimo della propriet individuale pu assicurare agli occhi di Rousseau il predominio del benessere collettivo (di tutti e ciascuno) su quello particolare.

36.

  • Per garantire infine che il bene inteso dalla volont generale sia correttamente identificato, articolato e progettato, nella propria effettiva realizzazione, bene che il corpo generale ed autonomo delle assemblee legislative sia accompagnato dalla guida esterna ed illuminata di qualche opportuno teorico del diritto e della legislazione (il Legislatore).
  • Il Contratto sociale(1762)

37. Testo in pdf 38. 7. L'educazione.

  • Il principio speculativo per il quale l'individuo trasferiva le proprie forze ed i propri diritti di libert all'interno di un orizzonte globale di codeterminazione dialettica, per ritrovare un ordine ed un ideale pratico d'esistenza e di vita, guidato dal termine della giustizia universale, vale sia come potenza destinata ad attuarsi per il cittadino adulto medio, sia come criterio di adattamento e di integrazione per il cittadino in formazione, all'interno del piano educativo e pedagogico che la nuova societ politica rousseauiana prepara per i giovani. Rousseau articola il proprio pensiero pedagogico nell' Emilio(1762), dove intende ribaltare e capovolgere la logica che regge la sovrastruttura ideologica tradizionale. Secondo questa prospettiva infatti il giovane delle classi superiori deve assoggettarsi ai poteri politici e religiosi tradizionali, assumendo come tratto caratteristico del proprio atteggiamento mentale e pratico la fedelt e l'obbedienza all'ordine costituito. Egli deve alienare la

39.

  • propria volont e libera determinazione in una volont e determinazione altrui, che costituisce l'imposizione di un atto di completa eterodeterminazione (sia per la propria mente che per la propria azione, per il giudizio e per le finalit alle quali legare i propri atteggiamenti e comportamenti). Tutto ci per Rousseau costituisce una violazione della natura originaria dell'uomo, protesa alla libera affermazione di se stessa. Una violazione che dunque costituisce un errore, sia di metodo che di contenuto. Per sradicare questa violazione negli esiti dei suoi contenuti (superstizione religiosa, subordinazione intellettuale) Rousseau quindi costretto prima di tutto a modificare, a rivoluzionare la stessa metodologia pedagogica. L'educatore dovr seguire lo sviluppo delle forze fisiche, morali ed intellettuali del giovane in formazione, garantendo la loro libera espressione, badando unicamente a che esse non siano fuorviate dall'imposizione determinata di oggetti non liberamente sperimentati e di comportamenti necessariamente predeterminati.

40.

  • Il metodo negativo dell'educatore si appogger quindi sulla necessaria e fondamentale espressione libera e creativa della spontaneit del fanciullo e del giovane, che vedr di fronte a s degli obiettivi di apprendimento e delle azioni non imposti dall'esterno, ma sorti dalla propria sensibilit, dal proprio sentimento e dalla propria volont razionale ed intellettuale, dalla propria ricerca (fondamentalmente di libert e di emancipazione) e dal proprio desiderio di conoscenza.

41. Partendo quindi dall'esercizio delle abilit sensoriali, il piano educativo rousseauiano cerca di approfondire nel giusto senso l'indirizzo complessivo dell'immaginazione (capacit di sentire e di giudicare) del soggetto in formazione.quindi la capacit e la potenza riflessiva quella che viene sin dall'inizio sviluppata, nello scambio continuo fra apparente eterodeterminazione ambientale e determinazione personale ideale. 42.

  • nell'incontro, nello scontro fra queste due opposte tendenze e nello sforzo di superamento legato al desiderio di emancipazione che si forma e si forgia dall'interno e per volont stessa del soggetto quell'apertura razionale di relazione che sar poi fondamentale nel momento del passaggio all'et adulta e nella fase dell'assunzione delle responsabilit sociali e politiche (codeterminazione della libert). Questa apertura razionale di relazione insieme ed inscindibilmente amor di s ed amore per gli altri (filantropia), sentimento universale (e quindi razionale) della propria ed altrui bont e bellezza, della propria ed altrui libert, quindi senso profondo ed alto dell'eguaglianza universale, orizzonte infinito di comprensione comune. Questa apertura razionale di relazione viene realizzata, attuata ed esercitata in continuazione grazie al comune rapporto trasformativo con la materia, grazie al lavoro manuale.

43.

  • Il lavoro comune consente uno scambio su di un livello paritario, che sar utilissimo sia quando le pulsioni sessuali cominceranno ad emergere naturalmente dal soggetto e questi si autoadatter naturalmente ad una propria disciplina sia quando il soggetto stesso entrer nella comunit dei cittadini-lavoratori. L'autodisciplina sessuale diventa poi il metro di giudizio per la formazione delle stesse valutazioni morali, secondo il criterio comune del rispetto per l'altrui eguaglianza.

44. Sulla base della propria identit in crescita di potenza (pratica, conoscitiva, sentimentale) il soggetto comincia ad avvertire che il rapporto con l'esterno gli diviene sempre pi necessario e che l'autodisciplina che prova per se stesso valido criterio comune per il complesso intero di una societ bene ordinata. Allora la serie degli accorgimenti esterni, preparati dall'educatore perch egli potesse incamminarsi verso il sentiero dell'autonomia, viene sostituita dall'autoeducazione permanente. 45.

  • Essa si instaura quando Emilio incontra e si innamora di Sofia: allora l'educatore impone ad Emilio la lontananza del viaggio, come tempo di esercizio per l'autolimitazione delle passioni e per l'autoregolazione ed autordinamento delle stesse. Infatti in questa maniera esse hanno tempo e modo di focalizzarsi sulla persona dell'amata e sulla sua identit, mostrando nel contempo ed in parallelo la possibilit reale di una relazione amorosa piena e completa con la propria personalit ed identit (affinit spirituali). Ricompare qui, ma in modo oramai consapevole, la legge della contrapposizione fra possibile ed impossibile, che aveva guidato tutto il cammino educativo di Emilio.

Jean Starobinski - J.J. Rousseau

  • Emilio o dell'educazione(1762)

46. 8. La religione naturale.

  • In conclusione si pu dire che l'originaria potenza creativa della natura razionale umana si stemperi - nel discorso attuato dalla speculazione rousseauiana nella necessit che sia la possibilit acondeterminarsi , insieme alle prove portate dall'ambiente esterno o alle libert degli altri soggetti umani. Cos la potenza viene costretta a trasformarsi in possibilit mutua e reciproca, in confinamento reciproco necessitato dalla presenza di un ordine ideale, che sia capace di contemperare le aspirazioni ed i desideri pi profondi ed insieme pi alti degli esseri umani. In questo modo la libert individuale si razionalizza nella libert comune, attuata solo seguendo la rettitudine e l'infallibilit, l'assolutezza della volont generale. Questa pu essere rischiarata ed individuata grazie all'opera del legislatore, dell'educatore e delle indicazioni della ragione, che fanno s che le passioni umane possano convergere verso l'adorazione di un Ente supremo (deismo e religione naturale).

47.

  • Esso viene ammesso necessariamente come causa prima dell'esistenza e del movimento finale di tutta quanta la materia dell'universo. Esso poi crea l'anima dell'uomo come immagine della propria libert. In questo modo Rousseau costruisce ed edifica, innalza, un ordine necessario ed ideale, che funge da architrave dell'equilibrio e della subordinazione dei soggetti umani. Per questa ragione la religione naturale diventa religione civile, pilastro dell'accettazione necessaria pena il bando e la morte della volont generale e delle leggi. Per questo il sovrano pu e deve istituire degli articoli di socievolezza, che abbiano il valore di dogmi per la sicurezza e la fiducia reciproca dei cittadini-sudditi. In questo modo il permanere della creativit e della materialit degli interessi e delle propensioni dell'anima umana vengono considerati alla stessa stregua della violazione della maest divina e civile, dell'ordinamento razionale che li congiunge e li compenetra (religione di stato).