40xVenezia documento "politico" 2010

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appunti e riflessioni sulla città

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appunti e rifl essioni sulla città

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l’arcipelago

la comunità che lavora

la comunità che vive

la comunità che si muove

la comunità e la cultura

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l’arcipelagoLa costruzione di un’idea di città, della sua immagine, è alla base dell’identità urbana e del suo rapporto con le comunità che vi vivono, lavorano, studiano o semplicemente la visitano e attraversano: il progetto di xVenezia nasce dalla desolante constatazione degli esiti ai quali ha portato la volontà politico-amministrativa degli ultimi vent’anni che per governare il passaggio da città insulare a Venezia metropolitana – nel tentativo di controllare e dare identità alle trasformazioni – ha imposto l’idea di città bipolare, agglomerato delle artico-late realtà del territorio comunale, semplicisticamente riassunte in Mestre e Venezia.

Non c’è che da prendere atto del fallimento di questo disegno, con la città bipolare ridotta oggi ad una sorta di enorme clessidra, a scandire il lento, inesorabile svuotamento di at-tività, residenza e servizi dall’acqua alla terraferma: travaso che ha portato ad una crisi di identità dell’una e dell’altra anima della città.

La proposta dell’associazione xVenezia disegna una prospettiva radicalmente diversa di Idea di città: una prospettiva che vede al centro il riconoscimento e la promozione delle identità, vocazioni, sinergie che costituiscono il territorio della città metropolitana, in dia-logo tra loro attraverso una nuova rete di relazioni a scala territoriale vasta. Relazioni e area vasta proprie della città metropolitana di Venezia, arcipelago di terra e di acqua.

L’arcipelago urbano è il simbolo di questo approccio, con il quale si realizza una nuova geografi a che – aff ondando le proprie origini nella storia stessa del territorio veneziano – sia in grado di dare risposta alle potenzialità, tensioni, bisogni della realtà metropolitana e delle comunità di persone che la animano e che, ancor più, la potranno animare se la clessidra della città bipolare sarà fermata e sostituita da una un sistema di connessioni fi siche e sociali capaci di far assumere a ogni parte dell’arcipelago un ruolo da protagonista nel sistema urbano.

Non c’è che da prendere atto del fallimento del disegno di città bipolare, ridotta oggi ad una sorta di enorme clessidra a scandire il lento, inesorabile svuotamento di attività, residenza e servizi.

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Questo progetto di città che si è formato sulla base di elaborazioni, dibatti e confronti, non vuole proporre un’astratta “città ideale”: si con-fronta invece con il già fatto, con i programmi in essere e con quelli futuri cercando le leve per una risposta nuova ed organica a temi che si-nora non hanno trovato soluzione. Dalla visione generale all’intervento locale, dall’area vasta della città metropolitana per giungere a risposte puntuali e concrete.

È evidente che, partendo dal tessuto sociale, questo progetto di cit-tà vede come attore principale la comunità degli abitanti e la sua partecipazione consapevole alla gestione e allo sviluppo del territorio. Dagli incontri pubblici al protocollo Onu di Agenda , la comunità sociale – nelle sue varie accezioni – è la struttura stessa del progetto che intendiamo proporre e che riteniamo si debba realizzare partendo dal cittadino.

documento n.14Arcipelago urbano

la città bipolare tendenza attuale proposta 40xVenezia

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la comunità che lavora Le attuali condizioni della realtà economica veneziana sono note a tutti: una crisi irreversi-bile del settore chimico che impone di ripensare la vocazione di Porto Marghera in funzione logistica e di servizio; una monocultura turistica imperante che fa di questa indubbiamente grande e insostituibile risorsa un grande argine allo sviluppo “altro” dell’economia venezia-na; un Porto in costante crescita, strategico per l’occupazione e perché dalle sue decisioni sinora unilaterali in materia di nuove infrastrutture, dipende lo sviluppo e la destinazione futura di grandi aree di città.

Se Venezia metropolitana vuole ambire ad essere la nuova Capitale del nord-est – inverten-do così l’attuale deriva fatta di spopolamento e di vera e propria fuga delle attività produt-tive – deve reinterpretare il territorio quale centro di studio e sperimentazione di sistemi produttivi innovativi, promuovendo una politica di distretti e metadistretti regionali. Così, a Marghera potrebbero trovare collocazione il terziario dell’innovazione e del leisure: il polo di tutto ciò che è innovazione e cultura troverebbe così ampi sbocchi di sviluppo e contaminazione di conoscenze, fondamentali per formare un substrato di competenze di eccellenza.

Il nuovo sviluppo produttivo, suppor-tato da una mobilità effi ciente, con-sentirà ad ogni cittadino di risiedere nell’area metropolitana indipenden-temente dal luogo di lavoro. Venezia può diventare la capitale dei “talenti” in un’epoca in cui qualità della vita e rapporto umano avranno una sempre maggiore incidenza su un Occidente sempre meno manifatturiero e sempre più digitale.

Venezia può diventare la capitale dei “talenti”.

a Marghera potrebbero trovare collocazione il terziario dell’innovazione e del leisure.

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I xVenezia si ritrovano nell’innovazione e nella tecnologia applicate alla produzione indu-striale – che proprio a Venezia potrebbe promuovere il binomio design e sostenibilità – alla base di uno sviluppo economico cittadino al di fuori delle mere logiche turistiche. In poche parole: l’obiettivo è realizzare una Innovation lagoon, una laguna urbana che faccia tesoro del proprio sapere, proiettandolo nel futuro crescendo e accogliendo nuovi talenti.

Porto Marghera Le grandi aree ex-industriali ed industriali della gronda lagunare debbono essere viste in un’ottica di pianifi cazione estesa non solo geografi ca, ma anche temporale. Va subito programmato il passaggio dalle attività industriali in dismissione alle nuove attività logistiche cui l’area è naturalmente vocata. A Marghera esiste, infatti, la possibilità di realizzare – oltre ad un grande polo logistico e direzionale – un vero porto turistico in relazione al sistema stradale/ferroviario/aereo, che non può più avere come unico fulcro la città d’acqua. Ogni riconversione passa attraverso la bonifi ca dei siti industriali: deve perciò essere ricer-cata con forza una sinergia pubblico-privato per far sì che i costi delle bonifi che siano per quanto possibile resi sostenibili, considerando anche la realizzazione di parchi tematici che off rano alternative turistiche.

Con Venezia riferimento per il territorio, Marghera potrà essere nuovo crocevia della rete dei trasporti, di centri di ricerca, di concentramenti direzionali e del leisure capace così di innescare un nuovo processo di promozione della produzione su scala territoriale.

Nell’ottica di governo del territorio pare, perciò, miope la visione che vede l’espansione di attività ricettive sui terreni vergini della gronda di Tessera, con l’operazione Quadrante, quando è invece necessario dare un senso alle enormi distese da bonifi care per le quali non si è ancora progettato un quadro generale.

... è invece necessario dare un senso alle enormi distese da bonifi care per le quali non si è ancora progettato un quadro generale.

documento n.30Quadrante

allegato

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Vega – Parco Tecnologico Scientifi co Deve essere interpretato come “cerniera” indu-striale e direzionale tra la città storica e la terraferma, recuperando le aree dismesse e con una accessibilità facilitata, che l’attuale sistema dei trasporti locali ha sinora trascurato inspiega-bilmente. Il Vega in questi ultimi anni ha compiuto un notevole salto di qualità, ma perso il treno della net-economy di fi ne anni ’: ora la competizione si chiama web . e c’è oggi un mondo che si muove in città con assolute eccellenze nel campo delle nuove tecnologie informatiche rivolte al turismo e alla cultura.

Porto L’aumento del traffi co passeggeri e merci, unito alla crisi indu-striale di porto Marghera, apre nuove necessità e prospettive alla Venezia metropolitana. La volontà manifestata dall’Autorità Portuale di realiz-zare una nuova stazione passeggeri in Vallone Moranzani, può risultare da catalizzatore di nuove iniziative per il fronte lagunare. Pensiamo a strutture connesse ad un effi cace collegamento ferrovia-gomma, capaci di dare risposta all’aumentata gestione del traffi co merci e – con la sta-zione passeggeri – avviare quell’azione di riqualifi cazione territoriale per un nuovo ruolo di Marghera.

Date le strette connessioni con la Venezia insulare, lo sviluppo di Marghera in chia-ve portuale può essere favorito dalla realizzazione in terraferma di un vero e proprio Hub turistico a scala territoriale: la proposta concreta è quella di realizzare una grande struttura per accogliere i turisti già in terraferma, per proporre loro tutto il ventaglio delle possibilità e potenzialità del territorio, alleggerendo la pressione sulla città insulare, che oggi vive come soff ocante quella che dovrebbe essere una risorsa culturale ed economica.

Per Venezia ciò signifi cherebbe nuove opportunità per le aree dell’attuale Stazione Maritti-ma e del Tronchetto, che potrebbero diventare un vero e proprio “settimo sestiere” in chiave residenziale, commerciale e direzionale della città insulare.

Sul fronte dello scalo commerciale, la bonifi ca dei siti in connessione con la rete ferroviaria presente può costituire il sito ottimale per la realizzazione di nuove banchine per navi ferry e Ro-ro (vedi progetto Sava) e del terminale della nuova idrovia per il Centro intermodale di Padova.

Marittima e Tronchetto, potrebbero diventare un vero e proprio “settimo sestiere” in chiave residenziale, commerciale e direzionale della città insulare.

oggi

quadrante

proposta 40xVenezia

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Turismo È indubbiamente l’industria attualmente più produttiva della città, un polmone economico che – però – è stato lasciato crescere in maniera esponenziale, incontrollato, fi no al punto di accettarne gemmazioni nel mercato nero e dell’abusivismo, dannose per l’economia, il mondo del lavoro, la residenzialità, la città tutta e i suoi stessi ospiti, utile solo al lucro dei promotori.

Il turismo è una risorsa da governare da un punto di vista sia economico che culturale. In particolare, è evidente che lo sviluppo ricettivo della città d’acqua ha avuto come conse-guenza diretta un impoverimento e degrado della vocazione ricettiva in terraferma, dove vive una crisi quasi paradossale. È necessario aff ermare con chiarezza che nella città d’ac-qua deve cessare a tutti i livelli la realizzazione di nuove attività ricettive e che debbono essere perseguiti con fermezza tutti gli abusi in atto. Tale scelta consentirà di liberare spazi, creando opportunità residenziali e produttive nella città d’acqua e spostando la domanda di ospitalità da Venezia alle strutture ricettive già presenti in terraferma ed oggi in crisi profonda: anche qui, comunque, è necessario porre sin d’ora un limite alla realizzazione di nuove strutture ricettive, per sostenere le attività esistenti e non creare con la nuova off er-

ta ulteriori processi di promozione turistica che fi nirebbero con l’aumentare un affl usso che, nel caso del territorio veneziano, ha già raggiunto e superato il livello di guardia. L’eventuale nuova concessione di licenze per attività ricettive dovrà confrontarsi con un’approfondita analisi che ne valuti la sostenibilità.

Deve cessare a tutti i livelli la realizzazione di nuove attività ricettive e vanno perseguiti con fermezza

tutti gli abusi.

comunicato n. 10no al condono mascherato

comunicato n. 5VE non è un albergo

comunicato n. 22legge 315 osservazioni

allegato

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Arsenale I profi li più strettamente urbanistici devono trovare coordinamento con rigorose politiche di incentivo al trasferimento nella città antica di abitanti, servizi e imprese diverse dall’industria turistica. In questa ottica l’Arsenale può diventare luogo di insediamento di industria e ricerca specializzata collegata al tema del mare, dalla scienza naturale e ambien-tale all’innovazione di trasporti e logistica su vie d’acqua.

I grandi spazi consentirebbero inoltre la creazione di un polo espositivo di riferimento per l’Adriatico, capace di ospitare manifestazioni in cui si off ra alle imprese e all’artigianato – legati alla tradizione e alle ricchezze ambientali della città – la possibilità di esibire i risultati della ricerca prodotta nella città metropolitana e nel Triveneto. Ad esempio: servizi e pro-dotti legati all’ambiente lagunare e biomarino, alla logistica navale e portuale, alla diporti-stica, alla nautica e ai materiali.

L’Arsenale può diventare luogo di insediamento di industria e ricerca specializzata collegata al tema del mare.

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Le risorse Una incisiva azione di governo del territorio non può prescindere da un’idea chiara sul reperimento delle risorse per la sua attuazione. La fase economica attuale – unitamente alla corrente evoluzione legislativa e di riforma costituzionale – ha condotto i xVenezia a individuare alcune linee guida per un’effi cace e coerente azione amministrativa. Un’azione politico-economica espansiva che, rimodulati gli attuali regimi impositivi fi scali, caratterizzi un intervento pubblico locale dotato di autonomia tributaria.

• per le aree soggette a bonifi ca (es. Marghera, Marittima), una diversa gestione della leva fi scale attraverso una aliquota age-volata o un diff erimento dell’Iva, parametrizzati sui costi dei terreni da recuperare ad attività produttiva;

• l’inserimento nei piani di manutenzione delle barriere alle bocche di porto anche di fon-di per gli interventi di salvaguardia del tessuto urbano che le opere stesse sono chiamate a proteggere, compresa la promozione della residenzialità nella città d’acqua. Si deve, in-fatti, tenere conto del concetto di “specifi cità di Venezia” ribadito anche nella Legge na-zionale per la salvaguardia di Venezia e nel progetto di legge regionale sul turismo;

• introduzione della “tassa di scopo”, al fi ne di operare per ambiti ed aree in maniera spe-cifi ca, con risorse provenienti direttamente dal territorio a cui si rimanda la funzione di controllo per la corretta gestione della spesa;

• una effi cace azione di controllo nel rispetto del principio di equità etico-sociale al fi ne di garantire, da parte di tutti e a benefi cio di tutti, un equilibrio del gettito e una verifi ca delle politiche di investimento;

• ritorno sul territorio di una parte consistente del gettito Iva, da indirizzare in via priorita-ria agli interventi di bonifi ca da condurre per mano pubblica e agli interventi di recupero e investimento per nuova residenza, e servizi relativi, in quelle aree del territorio comu-nale che denunciano una maggior soff erenza, città d’acqua e isole in primis.

All’interno della Venezia metropolitana è la città antica che manifesta le maggiori soff erenze.

Una effi cace azione di controllo al fi ne di garantire un equilibrio del gettito e una verifi ca delle politiche di investimento.

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la comunità che vive Abitare, relazionarsi, lavorare, avere accesso a servizi adeguati, da una sanità qualifi cata ad asili nido che accompagnino i più piccoli nella loro crescita, a una rete di trasporti che in-terconnetta tutte le diverse anime della città: tutto questo è “residenzialità”, il concetto che ha guidato xVenezia in questi anni, nel suo approccio con lo sviluppo e la crescita della città metropolitana. Residenzialità è quell’insieme di funzioni e opportunità che permette a una comunità di insediarsi e di svilupparsi come serbatoio di lavoro e di idee: senza abitanti la città si dissolve.

La città antica è una realtà storica, urbana, ambientale d’impareggiabile bellezza e dove la qualità di vita può essere altissima, ma come in un circo-lo vizioso, l’impoverimento del tessuto residenziale – tagliato fuori da un mercato inaccessibile per prezzi e inesistente quanto ad affi tti – porta come conseguenza l’impoverimento di tutte le anime della città: dalla chiusura di attività produttive al silente spostamento in terraferma di servizi per la cura, formazione, sport, mobilità, intrattenimento. Senza abitanti (eff et-tivi non equivalenti!) non si perpetua cultura, non si tramanda memoria, non si creano movimenti innovativi che rendono possibile lo sviluppo del-la città: un’emergenza – quella residenziale – che attualmente colpisce in particolare la città d’acqua, ma ha interconnessioni con la città di terra.

Per questo la prima emergenza da aff rontare è – al momento – quella abitativa: perché si porta appresso la contrazione di funzioni, di relazioni, attività, servizi. È perciò necessario passare da una politica di difesa ad una politica di promozione della residenza che attragga nuovi abitanti, a partire proprio da quei lavoratori pendolari e studenti che le condizioni attuali escludono.

La città viva, dinamica, pulsante che xVenezia immaginano per Venezia e Mestre passa attraverso una serie di decisioni ed interventi non più procrastinabili a tutela della legalità, d’incentivo all’affi tto, di stimolo al vivere e lavorare in città.

Senza abitanti (eff ettivi non equivalenti!) non si perpetua cultura, non si tramanda memoria, non si creano movimenti innovativi che rendono possibile lo sviluppo della città.

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Affi ttacamere E’ necessario che la normativa regionale sul turismo riconosca la specifi cità di Venezia stabilendo l’obbligo di cambio di destinazione d’uso da residenziale a turistico/ricettiva per gli immobili adibiti ad affi ttacamere sul territorio comunale.

Incentivi al privato che affi tta a residenti o ad attività di artigianato qualifi cato e di servizio alla residenza (alimentari, calzolai, parrucchieri, materiale elettrico ed idraulico...). Incentivi che variano dalla detassazione (Ici) a priorità nei fi nanziamenti pubblici per i restauri (legge speciale o altro) o nell’accesso ad altre agevolazioni sui servizi cittadini (ad esempio Imob e car-sharing).

Lotta all’abusivismo, con verifi ca attenta del pagamento degli oneri concessori per i cambi d’uso per le attività ricettive e delle caratteristiche dei Bed&breakfast, attività strettamente legata alla residenza del titolare. Introduzione di una “tassa di scopo” legata anche al semplice utilizzo a B&B sulla falsa riga del “contributo di costruzione” attinente alle nuove edifi cazioni.

Negozi di vicinato Convenzioni con la grande distribuzione per incentivare l’apertura di piccoli punti vendita con prezzi calmierati nella città storica a fronte di sgravi fi scali, fi nanziamenti o prestiti per eventuali lavori di messa a norma dei locali e incentivi alla eff ettuazione della spesa a domicilio, per titolare e proprietario del fondo. E, ancora, possibilità di avere per i residenti nella città d’acqua la spesa a domicilio e la possibilità di servizio di noleggio di imbarcazioni (boat sharing).

Stop alla vendita di patrimonio Riuso e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, interrompendo immediatamente la vendita dei prestigiosi palazzi comunali. Si potrà valutare l’affi tto del palazzo o la concessione trentennale, con esclusione di un utilizzo alberghiero. In tal senso andranno sperimentate forme di co-housing (abitazioni collettive) che potrebbero essere particolarmente compatibili con il recupero dei prestigiosi palazzi, nei quali la sala passante centrale potrebbe essere lo spazio di soggiorno/studio/festa/ritrovo comune ai singoli alloggi.

Graduatoria Creazione di una graduatoria unifi cata ed aperta per l’intero Comune, sia per gli assegnatari di case pubbliche, già in possesso dell’alloggio che per i richiedenti futuri.

Banca dati alloggi Formazione di una banca dati degli immobili ad uso residenziale di proprietà di tutti gli enti pubblici e privati – come fondazioni, Curia, istituti caritatevoli, associazioni, banche – presenti nel territorio per avere un esatto scenario delle disponibilità e dello stato del patrimonio residenziale.

comunicato n. 8documento casa

comunicato n. 28residenza

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Interventi Se a Mestre l’amministrazione comunale ha avviato un ampio ventaglio di progetti in campo residenziale, con operazioni Ive di social housing, molto resta da fare a Venezia, dove prendono il via solo ora i primi interventi, in misura ampiamente minimale. In una prospettiva medio-lunga è necessario individuare le aree da destinarsi alla realizzazione di nuova residenza pubblica (social housing), convenzionata o attraverso cooperative. A titolo esemplifi cativo:

Area Italgas progetto di edilizia convenzionata e social housing, ad esempio attraverso lo strumento delle cooperative di costruzione. L’associazione xVenezia ha già presentato pubblicamente un possibile intervento che può essere realizzato con il coordinamento del Comune di Venezia, mettendo in luce la possibilità di una realizzazione con l’acquisizione e bonifi ca dei terreni a prezzi di mercato.

Area di Sant’Elena (cantieri Actv), con avvio dello spostamento delle attività di cantiere, si dovrà dare il via ad una pianifi cazione di nuova residenza, anche di tipo innovativo, in regime di social housing, completata da una rete di nuovi servizi, quali commercio, sanità e mobilità;

Area di San Giobbe e Scalera, lo stato dei lavori e dell’iter burocratico dovrebbe essere ormai avanzato, ma non si hanno notizie certe né sul cantiere né su qua-li siano i criteri di formazione della graduatoria degli aventi diritto all’acquisto a prezzo convenzionato dei nuovi appartamenti.

comunicato n. 23ex Italgas

allegato

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sanitàPur comprendendo la necessità di un mirato e ottimale utilizzo delle risorse, a più di un anno dall’inaugurazione il nuovo ospedale all’Angelo stenta a decollare, probabilmente an-che perché costruito in un’area decentrata sulla base di un errore strategico. A fronte di ciò, l’ospedale civile di Venezia vive in una situazione di incertezza e prosegue ormai da troppo tempo la mancanza – o non comunicazione – della strategia dell’Ulss a governo dell’of-ferta di sanità nella città d’acqua. Urgono alcune risposte:

• è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, conoscere i programmi di pianifi cazione strategica della struttura ospedaliera di SS. Giovanni e Paolo e della sua permanenza (o meno) in città: ovvero dove e con quali servizi. Si ritiene indispensabile una chiara programmazione delle azioni di sviluppo delle strutture principali, sia di terraferma che della città d’acqua, attraverso una politica di concertazione attiva tra Co-mune, Regione e Ulss , con prospettiva a - anni. Essenziale sarà poi procedere ad una adeguata divulgazione di tale programmazione alla città, oggi del tutto assente;

• è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, procedere alla pianifi cazione dei servizi sul territorio (ambulatoriali, diagnostici ecc.) e concordare con gli altri Enti quali dovranno essere smantellati, ridimensionati, incrementati, approntati a supporto dello spostamento di settori dell’Ospedale civile verso l’Ospedale all’Angelo;

• è prioritario e inderogabile, per la città d’acqua e le isole, approntare un piano di gestio-ne dei trasporti per i pazienti nei casi di emergenza (come per il Lido o Pellestrina), di trasporto regolare (ospedale-casa) e anche per i lavoratori nelle strutture sanitarie (poiché infl uenza la diffi coltà nel reperire impiegati, infermieri ecc.).

... conoscere i programmi di pianifi cazione strategica della struttura ospedaliera ...

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la comunità che si muoveUna comunità insediata nel territorio si sposta, viaggia, si relaziona con il contesto: non può mancare una rete effi ciente di collegamenti e di relazioni dirette tra le diverse identità del territorio metropolitano. La stessa conformazione urbana e ambientale veneziana, unita alla vocazione della città ad essere riferimento per un’area vasta, spinge alla realizzazione di una rete di sistemi di trasporti, dall’aereo all’alta velocità sino alla rete regionale e locale su ferro, acqua e gomma. Un sistema che non sia l’obiettivo della pianifi cazione, ma lo strumento per realizzarla.

Nell’ambito di un progetto di “città arcipelago”, la scelta di confermare le direttrici già esi-stenti senza porre alternative può voler dire rinunciare ad una grande occasione di sviluppo armonico.

Riteniamo quindi che, nell’ottica “della rete dei collegamenti”, il sistema internazionale ad alta velocità debba essere innervato al sistema regionale Sfmr (sistema ferroviario metropo-litano regionale) e alla rete dei collegamenti locali: al contrario, la recente decisione di rea-

lizzare un nodo di interscambio a Tessera può condurre ai margini vaste aree di Mestre ipotecando il futuro di Marghera.

La proposta dei xVenezia per un Hub turistico in terra-ferma tra Mestre e Marghera ha questo doppio obiettivo: ri-allocare e controllare i fl ussi e “dedicare” ai residenti il Ponte della Libertà, dedicando la rete ferroviaria del ponte translagunare a collegamenti veloci con l’area della terraferma attraverso Sfmr e tram.

In quest’ottica, la previsione di capolinea del tram a San Basilio è completamento necessario ad una rete di mobi-lità locale diff usa ed effi cace.

... la recente decisione di realizzare un nodo di interscambio a Tessera può condurre ai margini vaste aree di Mestre ipotecando il futuro di Marghera.

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La necessità di creare fi nalmente un’adeguata interconnessione fi sica e sociale tra i cittadini, per consentire anche grazie alle infrastrutture la nascita dal basso di un vero senso di appar-tenenza, richiede che siano completati in tempi brevi tutti i progetti già in fase esecutiva in tutto il territorio metropolitano, senza stralciarne o ritardarne alcuni.

Per questo dev’essere una priorità per l’Amministrazione comunale l’intervenire presso l’Amministrazione regionale affi nché sia sbloccato al più presto lo stallo dei lavori per il cavalcavia di San Giuliano, consentendo così il tempestivo completamento del percorso del tram sino alla città antica.

Anche l’incentivo e il miglioramento del servizio di car sharing potrà essere utile a consentire una reale libertà di movimento nel territorio, superando sia i problemi connessi alla costruzio-ne di nuovi parcheggi, sia quelli legati al costo proibitivo dei parcheggi nella città antica.

Per quanto riguarda la sublagunare, crediamo che in un ambiente così fragile come quello anfi bio non vi possa essere confusione tra strumento e scopo. Va quindi richiamata l’atten-zione sul fatto che il dibattito attuale sia troppo focalizzato sulla soluzione tecnologica e non sulla necessità di raggiungere il risultato.

I cittadini hanno il diritto ad una mobilità rapida e circolare nell’area vasta, da ottenere con la più idonea soluzione tecnologica, qualunque essa sia.

Ciò che è chiaramente inutile, se non potenzialmente dannoso, è il prevedere una mera spola tra Tessera e Venezia (Fondamente Nuove) che non risolverebbe alcuna delle istanze della città.

Ciò che è necessario è la realizzazione di un vero circuito che colleghi tra loro Tessera/Mu-rano / Venezia / Lido / Marghera-Fusina, capace quindi di connettere aree dell’”arcipelago” che da troppi anni soff rono ai margini, se non alla frontiera, dell’area metropolitana, come ad esempio l’area di S. Elena e il Lido.

È quindi necessario procedere senza indugio all’analisi e studio dell’intero sistema dei tra-sporti e ad eff ettuare seri studi sull’impatto ambientale di un’opera sotterranea.

Tutto ciò, in netta discontinuità con quanto sino ad oggi accaduto, dovrà avvenire con la massima trasparenza dell’iter procedimentale e con il reale coinvolgimento democratico dei cittadini.

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Qualora l’opera si dimostri oggettivamente non attuabile, sarà possibile e necessario procedere alla valutazione di altri mezzi ad avanzata innovazione per raggiungere il medesimo scopo.

Per quanto riguarda il sistema di navigazione lagunare, dato il suo impatto sulla conservazione della città e dell’ecosistema, dovranno essere seguite queste linee guida:

Trasporto pubblico di linea i mezzi dovrebbero avere obbligatoriamente nuove carene antimoto ondoso e motori non inquinanti, con una diversa sistemazione degli ingressi (entrata diversa dall’uscita come sui bus) per accelerare i tempi di imbarco, privilegiando inoltre l’accesso da parte dei residenti. Prevediamo inoltre la rimodulazione tariff aria con l’introduzione di nuove categorie (famiglia, scolaro residente, collegamenti Tronchetto-Via Righi - S.Giuliano), l’esenzione per i bimbi sotto i 6 anni, l’abolizione della tariff a di bordo e la semplifi cazione delle fasce orarie.

Trasporto pubblico non di linea partendo dalle nuove licenze che dovessero essere rilasciate e programmando, in un arco temporale medio-lungo, la sostituzione di tutte le unità esistenti, prevedere unità più piccole, costruite dalla cantieristica minore locale con

materiali non inquinanti, con carene antimoto ondoso e motori ibridi od elettrici.

Grandi navi arrivo in Marittima, fi no ad una data e certa dimensione, con obbligatorio allaccio elettricità a terra, per le navi superiori l’ingresso dal canale di Malamocco con ormeggi attrezzati in zona San Leonardo.

Interscambio ottimizzazione distribuzione merci con magazzino centralizzato al Tronchetto (in esecuzione), a San Giuliano (da costruire nell’isola delle Statue) e a Tessera (merci aviotrasportate) con relativo porticciolo in tutte e tre le aree per le imbarcazioni da trasporto.

Terminal diversifi cazione dei terminal turistici da quelli per residenti, lavoratori e studenti.

comunicato 13riforma servizio taxi acqueo

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la comunità culturale

Si può certamente dire che Venezia sia un organismo vivente, in continua evoluzione, luogo di produzione prima che di conservazione. Invece, si parla spesso di conservazione e quasi mai di innovazione, produzione, fruizione e trasmissione culturale, riferendosi ad una ge-nerica “cultura del territorio” .

Venezia “città della cultura” implica prima di tutto uno sguardo prospettico in chiave di Distretto culturale, con pieno coinvolgimento della terraferma. Il sistema della cultura genera un’ampia gamma di ricadute sull’ambiente metropolitano: dall’impatto economi-co – misurabile in termini di spesa, occupazione e conseguenti moltiplicatori diretti e indiretti – fi no ad eff etti più diffi cilmente misurabili di animazione e miglioramento della qualità della vita.

Per i xVenezia, la dimensione cultura dev’essere considerata una “invariante”, ma non può essere ridotta all’esclusiva dimensione storico-monumentale che insiste su una defi -nizione della cultura da un punto di vista puramente conservativo, con la città ridotta a contenitore o vetrina fungibile solo in senso turistico.

La condivisione del patrimonio culturale come diritto da tutelare favorisce la costruzione di solidi legami interpersonali e sociali ancorati ad un insieme di valori che ne moltiplicano nel tempo gli eff etti positivi.

documento 1Fondazione musei

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L’invariante culturale va intesa – a nostro modo di vedere – almeno nelle seguenti sei accezioni: L’invariante culturale va intesa – a nostro modo di vedere – almeno nelle seguenti sei accezioni: L’invar

• patrimonio artistico-architettonico, conservazione e valorizzazione museale;

• formazione: scuole, istituti, enti di ricerca, istituti stranieri, fondazioni culturali, atenei, consorzi, scuole professionali, enti per l’artigianato, istituzioni nazionali e internaziona-li, archivi e biblioteche sia pubblici che privati, comitati.

• cultura nel signifi cato più ampio; non soltanto promozione delle arti e della letteratura ma anche delle scienze che si sono enormemente sviluppate nell’ultimo secolo;

• cultura dell’artigianato e professionale, associazionismo;

• produzione di eventi culturali di largo impatto (Biennale, Mostra del Cinema per dire dei più noti);

• produzione di eventi culturali di medie e piccole dimensioni (per incoraggiare una dif-fusione capillare della cultura).

il progetto del Comune

Sin qui, l’agire del Comune è parso contraddittorio. Il Piano strategico approvato dal Consiglio comu-nale con la delibera del marzo – basato sul documento Venezia città metropolitana, – parlava di valorizzazione delle capacità artistiche e produttive del sistema locale, di relazione tra cultura ed economia, favorendo attività in grado di innescare processi di sviluppo.

Veniva poi ribadita la necessità di una rigenerazio-ne culturale puntando:

• sull’interpretazione di Venezia come rete cultu-rale;

• sulla promozione di una visione condivisa di Ve-nezia come Città della cultura e sulla sua valoriz-zazione pluriarticolata attraverso la ricognizione delle risorse culturali disponibili;

• sulla necessità di fare sistema attraverso un co-ordinamento permanente delle attività;

• sulla costruzione di polarità urbane per la pro-duzione culturale;

• sulla programmazione del marketing territoriale e del fund raising destinato alle risorse culturali;

• sullo sviluppo di off erte culturali specializzate.

Eppure, questa condivisibile articolazione viene omessa nell’attuale documento preliminare al Pat (Piano di assetto territoriale) del Comune di Vene-zia, nel quale la “dimensione cultura” è aff rontata in modo inadeguato e poco sistematico.

Riteniamo indispensabile che vadano invece re-cuperate le osservazioni proposte in origine nel Piano strategico.

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Come si può facilmente constatare queste accezioni mettono in gioco fattori e soggetti attivi che non solo diventano volano di economia diretta o indotta, ma un vero e proprio argine al defl usso della popolazione.

Contro il rischio di un impoverimento della complessità sociale e dello stesso tessuto eco-nomico della città storica se viene appiattita sulla “monocultura turistica”, la Convenzione di Faro (vedi box) permette di considerare il patrimonio culturale come una risorsa e non come un costo, in termini di qualità della vita, di coesione sociale, di etica della politica. Una visione strettamente “monumentale” e “turistica” del patrimonio ha fi nora avuto un impatto negativo sul versante della qualità della vita, della coesione sociale e della polis ve-neziana intesa come cittadinanza partecipe prima di tutto del proprio destino.

Il patrimonio culturale è ciò che la popolazione considera come tale e dunque anche un campo, un’osteria, una piazza, una tradi-zione: sottrarre le occasioni e le pratiche culturali dalle mani della comunità cittadina signifi ca impoverire il tessuto sociale e depau-perare di fatto la città. Preservare questo patrimonio ampiamente inteso è obbligo imprescindibile per una comunità cittadina dav-vero attiva, se non altro nella rivendicazione di alcuni suoi precisi diritti. Una comunità che però va formata in tal senso: serve una rete di interazione davvero multipolare ed intelligente per collega-re tutti i soggetti che possono contribuire allo scopo (scuole, enti di ricerca, università, istituzioni).

comunicato n. 26passeggiate patrimoniali

Convenzione di Faro

Diventa interessante a questo punto far interagire le rifl essioni con-dotte fi n qui con il testo della Convenzione di Faro sul “Diritto al pa-trimonio culturale”, tenendo presente il termine inglese heritage che contempla il diritto/dovere di accesso a un bene comune anche in as-senza di proprietà privata.

La Convenzione di Faro defi nisce patrimonio culturale come “l’insie-me di risorse ereditate dal passato che alcune persone identifi cano, indipendentemente dalla proprietà, come una rifl essione sui, ed espressione dei, propri valori, credenze, conoscenze e tradizioni co-stantemente in evoluzione e che comprende tutti gli aspetti di un ambiente derivati dall’interazione fra le persone e i luoghi nel tempo”. I soggetti che accedono al patrimonio culturale sono defi niti comunità patrimoniale, e cioè “persone che valorizzano specifi che funzioni del patrimonio culturale, che esse desiderano sostenere e trasmettere alle generazioni future, nel quadro di un’azione pubblica”.

Tutto ciò ci permette di considerare i tanti e diversifi cati operato-ri culturali di Venezia non solo come conservatori del patrimonio o gestori economici dello stesso in un’ottica di puro management del patrimonio medesimo, quanto piuttosto come tessuto di connessione socio-culturale della stessa città. Il soggetto del patrimonio culturale è l’insieme della popolazione: la comunità attiva dei cittadini e gli ope-ratori culturali diventano l’interlocutore privilegiato (nonché una parte costitutiva) di quella comunità.

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Obiettivo: produrre un network conoscitivo fra i vari soggetti (correla-zione soft) e favorire l’esistenza di tali soggetti (correlazione hard: pra-tiche urbanistiche e politiche pensate a questo specifi co scopo, agevo-lazioni fi scali, immobiliari, specifi cazione delle destinazioni d’uso). Un esempio fra molti di questo nuovo modo d’intendere il rapporto tra la comunità e il suo patrimonio culturale, potrebbe riguardare proprio le destinazioni d’uso: un edifi cio adibito a funzioni culturali non potrà essere ceduto per un utilizzo sostanzialmente diverso; un edifi cio che ospita un’istituzione culturale potrà essere alienato solo per un utilizzo a fi ni culturali. Paradigmatico a tal proposito il lavoro svolto dall’associa-zione a sostegno dell’uso pubblico del Fontego dei Tedeschi.

Così intesa, la cultura:

• stimola una massa critica della residenzialità urbana, specie nella città storica che non può contare su un’industria e su un terziario che sempre più si spostano in terraferma;

• funge da punto di incontro per tutta quell’area che ha in Venezia il suo epicentro cul-turale (e fi sico) ideale: comunità ampia che si riconosce “compartecipe” del patrimonio culturale;

• produce un vasto indotto economico, non solo per il mondo del turismo, ma anche per i suoi operatori, dal guardasala al direttore di museo;

• contribuisce a fare di Venezia una “piazza” in cui la cultura è prodotta, gestita e fruita, e non solo presentata in passerella;

• richiama soggetti che interagiscono, anche economicamente, con la città, spingendoli a restarvi per svolgere le proprie attività e contribuendo in tal modo a invertire il trend negativo di “emorragia residenziale” che Venezia ha subìto negli ultimi decenni.

comunicato n. 27fontego dei Tedeschi

comunicato n. 24fontego dei Tedeschi

Una visione strettamente “monumentale” e “turistica” del patrimonio ha fi nora avuto un impatto negativo sul versante della qualità della vita, della coesione sociale e della polis veneziana intesa come cittadinanza partecipe prima di tutto del proprio destino.

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Così intesa, la fi liera culturale ha molte declinazioni possibili.

fi liere artistico-produttive dai fondaci della cultura a fi liere tematiche capaci di con-tenere e produrre creatività, comunicazione, catalogazione, conservazione, riproduzione, innovazione. Venezia potrebbe attivare una “cittadella della cultura” per associazioni, sul modello degli incubatori d’impresa già realizzati, prevedendo agevolazioni anche per le attività culturali diff use sul territorio urbano;

fi liere formative: vanno individuate aree per le attrezzature culturali, come già oggi lo sono per l’università le zone di S. Basilio o di via Torino. Va realizzato un portale, che metta in connessione la variegata off erta formativa presente sul territorio, e debbono essere so-stenuti con agevolazioni amministrative e fi scali enti e istituzioni che vogliano operare sul piano della formazione. Il Comune di Venezia (specie la città d’acqua) va concepito come un vasto e capillare campus formativo, perciò adeguati collegamenti dovranno essere garan-titi per assicurare il contatto diretto tra soggetti che vi interagiscono. Un esempio? L’inten-sifi cazione e miglioramento dei contatti tra i principali poli universitari e istituti cittadini di cultura (Ca’ Foscari, Iuav, Accademia di Belle Arti, Conservatorio, Venice International University), ma anche quelli fra centro Candiani a Mestre e istituti scolastici, oppure fra Candiani e città d’acqua.

In particolare bisognerà chiedere alle amministrazioni competenti, prima fra tutte quel-la del Comune, di farsi carico di implementare la formazione scolastica ad ogni livello predisponendo ed incentivando la preparazione, ove occorra, di programmi integrativi: si deve rifondare, in sostanza, l’“impresa culturale” nella prospettiva del raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’art. della Costituzione senza dimenticare di rimuovere gli “ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’eff ettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La scuola è, e resta, la principale agenzia di socializzazione e acculturazione che promuove la crescita personale e collettiva di una cittadinanza consapevole del proprio ruolo, dei propri diritti e dei propri doveri.

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fi liere professionali va promossa la formazione di laboratori nella città d’acqua per le attività artigianali e le professioni legate al territorio, al fi ne di evitare il trasferimento di questi laboratori in terraferma o al di là dello stesso comune di Venezia (senza concentrare l’attenzione esclusivamente sul parco scientifi co-tecnologico).

internazionalizzazione delle fi liere i processi sinora descritti dovrebbero trovare nel Comune e nelle altre istituzioni cittadine un’interfaccia fra realtà veneziana e internazio-nale, con la creazione di sportelli per lo scambio di studenti, ricercatori, formatori, artisti, operatori culturali.

La traduzione sul piano urbanistico di queste fi liere può essere molteplice, a partire dalle agevolazioni per individuare zone di conservazione non solo artistico-architettoniche, ma più largamente culturali: spazi della produzione culturale da articolare in maniera organica, con il recupero della residenzialità e il sistema dei trasporti pubblici, migliorando decisa-mente la qualità della vita.

Resta, fondamentale, il carattere invariante della cultura (dall’etimo colere, vale a dire coltivare) senza la quale il luogo pubblico, la polis della civitas, si riduce a banale contenitore per visitatori di passaggio che possono certamente portare moneta sonante, ma che – senza una “comunità attiva” e consapevole ad accoglierli – rischiano di impoverire e degradare il tessuto sociale e urbano: unico e reale patrimonio vivo della città.

Arcipelago urbano, allegato 02attività culturali, associative, ricreative

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40xVeneziac/o Ateneo Veneto,San Marco 189730124 Veneziafax 041 [email protected]

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sito internet www.40xvenezia.it

DirettivopresidenteClaudio Paggiarin

consiglieriAndrea CasadeiDavide FedericiSamantha LenardaMarco MalafanteSabina TutoneFrancesco Versace

Questo documento è una proposta alla Città da parte dell’Associazione 40xVenezia ed è il frutto della sintesi di quanto elaborato in due anni di lavoro dagli oltre 1.700 iscritti al social network. Persone diverse performazione culturale, professione, estrazione sociale e preferenze politiche, unite dalla volontà di essere Cittadini attivi.

chiuso in redazione nel febbraio 2010