2018 VICENZA IN MISSIONE hiesa Viva · popolo nuovo, variegato e unito: la Chiesa, ... “Diocesi...

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VICENZA IN MISSIONE hiesa Viva MAGGIO 05 2018 MAGGIO, MESE DI MARIA Madre della Chiesa Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB Vicenza PENTECOSTE La convivialità delle differenze NELL’AFRICA il futuro del mondo

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EDITORIALE

2 | Chiesa Viva | maggio 2018

EDITORIALE

I l dono pasquale per eccellenza è lo Spirito Santo, Spirito creatore che rea-lizza sempre cose nuove. A Pentecoste,

scendendo come “lingue di fuoco” su colo-ro che erano raccolti nel Cenacolo, prima si posa su ciascuno e poi mette tutti in comu-nicazione. Crea al tempo stesso la diversi-tà e l’unità, e plasma in questo modo un popolo nuovo, variegato e unito: la Chiesa, “segno e strumento della comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Due sono le tentazioni da evitare perché questo sogno divino si realizzi e cresca nel-la storia degli uomini. La prima è quella di cercare la diversità senza l’unità, e questo succede quando ci si chiude rigidamente in particolarismi escludenti che portano a ve-dere l’altro non come una possibile ricchez-za ma come una minaccia, un avversario. L’altra è quella di cercare una unità senza diversità, un’unità ridotta ad uniformità, senza libertà. Anche in questo caso sva-nisce il sogno divino di una “convivialità

delle differenze”, sorretta da uno sguardo nuovo che sa scoprire ovunque dei fratelli.Ho letto di un bambino di otto anni ar-rivato in Italia con la mamma. Dopo es-sersi guardato attorno chiede alla mam-ma: “Ma qui sono tutti bianchi. Che cosa hanno fatto agli altri?”. Come assistesse ad un mondo impoverito, defraudato.Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi da che cosa si potesse rico-noscere il momento preciso in cui finiva la notte e cominciava il giorno. “Forse quan-do si può distinguere con facilità un cane da una pecora?”, rispose il primo. “No” disse il rabbino. “Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?”, ri-spose un altro. “No” disse il rabbino”. “Ma quando allora?” domandarono gli allievi. Il rabbino rispose: “È quando, guardan-do il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. Fino a quel punto, è ancora notte nel tuo cuore”.È Pentecoste. Finisca la notte e inizi il giorno.

Le meraviglie della Pentecoste

L’intenzione del mese:Perché i fedeli laici compiano la loro specifica missio-ne mettendo la loro creatività al servizio delle sfide del mondo attuale

Redazione: Piazza Duomo, 2 - 36100 VicenzaTel. 0444 226546/7 - Fax 0444 226545

Portale Internet: www.missioni.vicenza.chiesacattolica.it

E-mail: [email protected]

c.c.p. 001006251514 intestato a: “Diocesi di Vicenza - gestione missioni”

Direttore responsabile: Lucio Mozzo

In Redazione:Direttore: Arrigo GrendeleSeminario: Massimo FrigoPagina dei ragazzi: Massimiliano BernardiMigrantes: Michele De Salvia

Anno LI I I

n. 5 / 2 0 18

Aut. Trib. di Vicenza n. 181 del 4/12/1964 Iscr. reg. naz. della stampa n. 12146 del 9/10/1987

In copertina: Apparizione della Vergine a Vincenza Pasini (pietra dipinta, fine del 1600)

Progetto grafico/Impaginazione: Dilda Design - Vicenza

Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero - Vicenza

Rivista di informazione e animazione missionaria e diocesana, destinata soprattutto alle famiglie, che possono dare una offerta per le Opere Missionarie ed il Seminario (si propongono circa 10,00 euro)

don Arrigo GrendeleDirettore

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3maggio 2018 | Chiesa Viva |

Preghiera a MariaMadre della Chiesae Madre della nostra fede

Aiuta, o Madre, la nostra fede!Apri il nostro ascolto alla Parolaperché riconosciamo la voce di Dioe le sue chiamate.

Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passiuscendo dalla nostra terrae accogliendo la sua promessa.

Aiutaci a lasciarci toccaredal suo amoreperché possiamo toccarlocon la fede.Aiutaci ad affidarcipienamente a Lui,a credere nel suo amore,soprattutto nei momentidi tribolazione e di croce,quando la nostra fede è chiamata a maturare.

Semina nella nostra fedela gioia del Risorto.Ricordaci che chi credenon è mai solo.Insegnaci a guardarecon gli occhi di Gesù,affinché Egli sia lucesul nostro cammino.

E che questa luce della fedecresca sempre in noi,finché arrivi quel giornosenza tramonto,che è lo stesso Cristo,il Figlio tuo, nostro Signore!

(papa Francesco, a conclusionedell’Enciclica “Lumen Fidei”)

MARIA MADRE DELLA CHIESA Papa Francesco ha stabilito che il lunedì dopo Pentecoste si cele-bri in tutta la Chiesa di rito romano la memoria di Maria col titolo di “Madre della Chiesa”. Quest’anno sarà il prossimo 21 maggio.

“L a gioiosa venerazione riservata alla Madre di Dio dalla Chiesa contempo-

ranea, alla luce della riflessione sul mistero di Cristo e sulla sua propria natura, non poteva dimenticare quella figura di Donna, la Ver-gine Maria, che è Madre di Cristo e insieme Madre della Chiesa. […] La Madre, che stava presso la croce, accettò il testamento di amo-re del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come fi-gli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in

croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepolo amato, Cristo eles-se tutti i discepoli come vicari del suo amo-re verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero. Premurosa guida della Chiesa nascente, Maria iniziò la propria missione materna già nel cenaco-lo, pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo. In questo senti-re, nel corso dei secoli, la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fede-li, dei credenti, di tutti coloro che rinascono in Cristo, e anche di “Madre della Chiesa”.

(dal testo del Decreto, 11 febbraio 2018, memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes)

D a ragazzo sono cresciuto vicino a un san-tuario mariano. Soprattutto nei terribili

anni della seconda guerra mondiale, quando in Germania eravamo costretti a trascorrere molte notti in cantina durante le incursioni aeree, an-davo spesso lì con mia madre per pregare e in-vocare protezione. La ben nota preghiera “Sot-to la tua protezione” aveva per noi, in tali circo-stanze, un profondo significato e ci era di gran-de consolazione. Così, la devozione mariana mi ha segnato sin dall’infanzia e dalla gioventù.Più tardi, da studente di teologia, ho conosciuto un influsso critico nei confronti di alcune esa-gerazioni della devozione mariana: ho impara-to che il culto mariano deve basarsi sulla sacra

Scrittura, deve rapportarsi a Gesù Cristo che è il fulcro e il criterio della nostra fede, e anche alla liturgia della Chiesa. Quando il concilio Vati-cano II ha dichiarato che Maria è l’immagine, il modello e la figura della Chiesa, eccellentis-simo modello di fede e di carità, abbiamo sen-tito Maria più vicina: non più soltanto la regina del cielo, lontana da noi, ma sorella nostra nel-la fede, la prima dei credenti, che ci accompa-gna nel cammino, che accompagna e protegge tutta la Chiesa nel suo pellegrinaggio nella sto-ria. […] Un certo rinnovamento avviene anche nelle Chiese della Riforma. Per molto tempo il tema «Maria» è stato quasi un tema tabù e un soggetto scottante, da non toccare, nel dialogo ecumenico. Oggi anche queste Chiese, pur non mancando riserve da parte di molti evangeli-ci, riscoprono la propria tradizione mariana.

(da “Meditazione su Maria”, card. Kasper)

“Donna, ecco tuo figlio!”

Maria, icona del Vangelo

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4 | Chiesa Viva | maggio 2018

Il 25 maggio è la “Giornata dell’Africa”. Festi-vità pubblica e ufficiale quasi ovunque in Afri-ca, è ricordata anche in molti altri paesi del mondo come occasione per riflettere sui mol-ti volti del Continente, non solo quelli nega-

tivi che più facilmente vengono “sbattuti in prima pagina”, ma anche sulle grandi risorse umane e spirituali e su un potenziale di svi-luppo economico, politico e sociale quasi sem-pre sottovalutato, se non del tutto ignorato.

I numeri:54:gli stati

1 miliardo e 260 milioni:gli abitanti

650 milioni:i minori di 14 anni

57 anni:la speranza media di vita

4,4:figli per donna

29:gli stati coinvolti in qualche forma di conflitto

Q uando diciamo AFRICA, dovremmo sempre chiederci di chi e di che cosa stiamo parlando. Perché l’Africa raccontata dai mezzi di comunicazione non

corrisponde alle mille Afriche che ogni giorno emergono dall’oblìo chiedendo cittadinanza ad un mondo che considera il Continente un mondo a parte e non già parte del mondo stesso. Persino nei nostri racconti missionari l’immagine che più frequentemente emerge è quella di un continente bambino, in eterna crescita, che ha sempre bisogno di essere preso per mano. Continente giovane, si dice; ed è quello che ha dato i natali all’umanità. Chiese giovani; ed è la terra che tra le prime ha visto espandersi il cristianesimo; la terra che ha potuto ospitare un im-migrato eccellente: Gesù e i suoi genitori. Tanti modi di dire che azzerano in un attimo una storia millenaria!Africa dimenticata? Magari! L’Africa è stata ed è tuttora centro nevralgico di in-teressi mondiali, politici ed economici, e paga per questo un prezzo altissimo in vite umane e in sconvolgimenti sociali. L’Africa serve, ma non da protagonista; l’Africa che vuole farcela non attira, non fa notizia. Meglio parlarne come di un continente perennemente alla deriva per poter giustificare qualsiasi tipo di so-praffazione.

Suor Elisa Kidané, missionaria comboniana

Africa dimenticata? Magari…

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5maggio 2018 | Chiesa Viva |

Visitando il Malawi, io stesso ebbi modo di dire: «Io vi lancio una sfida oggi, una sfida che consiste nel rigettare un modo di vivere che non corrisponde al meglio delle vostre tradizioni locali e della fede cristiana. Molte persone in Africa guardano al di là dell’Africa, verso la cosiddetta “libertà del modo di vivere moderno”. Oggi io vi raccomando caldamente di guardare in voi stessi. Guardate alle ricchezze delle vostre tradizioni, guardate alla fede che abbiamo celebrato insieme. Là voi troverete la vera libertà, là troverete il Cristo che vi condurrà alla verità. (Giovanni Paolo II)

L’Africa è un continente che ancora oggi resta misterioso e sconosciu-

to ai più. Quanti sanno che è grande tre volte l’Europa, che è divisa in 54 stati, che i suoi abitanti (1 miliardo e 200 mi-lioni) hanno un’età media di poco più di vent’anni, che vi si parlano circa tre-mila lingue? La storia contemporanea dell’Africa è segnata dal colonialismo europeo che con la Conferenza di Ber-lino (1884-1885) la divise arbitraria-mente in stati che non tenevano conto di storie, culture e tradizioni locali. Il sottosuolo del Continente è straordi-nariamente ricco di materie prime pre-

giate: il 90% del platino mondiale, il 50% dell’o-ro, il 50% dei diamanti, il 33% dell’uranio e poi petrolio, rame, coltan, titanio. Un patrimonio immenso che però va a vantaggio di pochi (il Niger, che è il quar-to produttore al mondo di uranio, è all’ultimo posto nella classifica dell’indice mondiale dello sviluppo umano) e che sollecita la voraci-tà delle grandi potenze politiche ed economiche mondiali, con la complicità di politici corrotti e di mafie diseredate. Ci sono in Africa 140 milioni di ricchi milionari, men-tre il 70% degli africani, soprattut-to nell’area sub sahariana, vive con meno di un dollaro al giorno, e questo segna pesantemente tutti gli aspetti della vita quotidiana delle persone e della società, dall’alimentazione alla

Nel suo viaggio in Costa d’Avorio, Giovanni Paolo II si rivolse ai

giovani con queste parole: “Custodi-te le vostre radici africane. Salvaguar-date i valori della vostra cultura. Voi li conoscete e ne siete fieri: il rispetto della vita, la solidarietà familiare, la deferenza verso gli anziani, il senso dell’ospitalità, la saggia conservazio-ne delle tradizioni, il gusto della fe-sta e dei simboli, l’importanza del dialogo per risolvere i conflitti”.Queste parole esprimono bene la serietà e la novità della sfida che le Chiese africane si trovano a do-ver affrontare in questa stagione della loro storia. Non si tratta più di “impiantare la Chiesa”, perché la pianta già c’è, ed è ormai gran-de. Possono bastare alcuni numeri tra i tanti che si potrebbero citare.

Al Concilio Vaticano II, meno di 60 anni fa, i Vescovi africani erano appe-na il 10% del totale; oggi sono molto più numerosi e soprattutto è graduale il processo di sostituzione dei Vesco-vi missionari con Vescovi locali. Nel-la R.D. del Congo la Chiesa cattolica è ramificata ovunque e ben presente sul territorio: decine di migliaia le comunità, 5mila i preti e 47 le dioce-si. L’Africa riempie i luoghi di culto, e celebra affollate liturgie gioiose e commoventi. Il modello però rischia di essere ancora quello europeo, por-tato generosamente da straordinari missionari, ma spesso ancora “stra-

niero” rispetto alle sensibilità e alle culture africane. Proprio per questo già nel 1969 a Kampala in Uganda, quando fu fondato il SCEAM (Sim-posio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar), papa Paolo VI aveva affidato due compiti fondamentali alla Chiesa in Africa: «Voi avete il diritto di avere un cri-stianesimo africano», e «Voi africani siete ormai i missionari di voi stessi». Il cammino è iniziato, non senza dif-ficoltà, resistenze e contrapposizioni. I due Sinodi dei Vescovi per l’Africa (1999 e 2009) hanno cominciato a tracciarne la direzione.

salute, dall’alfabetizzazione al lavo-ro. Segnali di cambiamento stanno arrivando da accordi che dovrebbero condurre l’Africa in un percorso di unificazione politica ed economica. Dopo la nascita dell’Unione Africana (25 maggio 1963), il 21 marzo scorso 44 capi di Stato hanno firmato l’ac-cordo che dà il via ad un grande mer-cato unico africano.

“L’intesa porterà a un mercato da 1,2 miliardi di persone. Oltre alla Nigeria, sono 11 i Paesi dell’Unione Africana che per vari motivi hanno rifiutato di aderire.”

Nell’Africa il futuro del mondo

Una Chiesa più vicina all’anima dell’Africa

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6 | Chiesa Viva | maggio 20186

S i è svolto a Roma, nel mese di marzo, il Convegno nazionale degli incaricati dio-

cesani di Missio Ragazzi, per riflettere sull’e-ducazione alla missionarietà di bambini e ragazzi. Gli spunti e gli stimoli ricevuti dai convegnisti sono stati numerosi. In parti-colare è emerso con evidenza che educare i ragazzi alla fede, nella realtà italiana di oggi, è già una missione. Senza nulla togliere alla necessità e all’importanza dell’apertura “ad gentes”, c’è bisogno dell’annuncio missiona-rio anche accanto alla porta di casa. “Poi – è stato detto – se tu annunci il vangelo a chi ti vive accanto, sei anche disposto a partire per terre lontane. Troppo spesso, come educato-ri, ci si preoccupa soprattutto delle attività e si trascura l’essenziale”. Mai come in questo

N ei racconti di noi missionari spesso prevale la fatica della carità. Raccontiamo delle no-

stre opere sociali, del riscatto dei poveri, dei pro-getti di sviluppo che portiamo avanti per dare sollievo e dignità alle persone. Rischiamo di bu-rocratizzare la missione in resoconti e uffici, e di trascurare il potenziale di comprensione e di accoglienza del mistero cristiano che la nostra gente possiede. L’ho toccato con mano accom-pagnando un gruppo di novizie cambogiane all’incontro con il Risorto, in occasione di un loro ritiro spirituale. Ho voluto cominciare dalla sepoltura di Gesù, quando Giuseppe d’Arimatea si prende la briga di chiederne il corpo a Pilato. E la sua tomba nuova diventa la prima tomba di Gesù. Spiegavo che nell’originale greco “tomba” significa anche memoriale, luogo che custodisce non solo le spoglie mortali di una persona, ma anche la memoria. E mi pareva di poter racco-gliere da questo gioco di parole l’invito a met-tere Gesù nella propria memoria/tomba, dove sono sepolte tante relazioni incompiute, lavo-ri rimasti in sospeso, parole non dette o dette

male. Mettere Gesù negli archi-vi della nostra memoria, pieni di d’amore e di pena, di verità e di menzogne, di intimità e di tra-dimenti. Papà, mamma, fratelli, amici, persone che non ci sono più… C’è un mondo dentro di noi! Ho raccomandato loro di non perde-re nessuna di quelle voci, nessuno di quei volti, e di metterci Gesù, proprio come Giuseppe d’Arimatea ha messo il corpo di Gesù nella sua tomba/memo-ria. “Metteteci Gesù”, ho ripetuto, e allora tanti spazi di memoria che assomigliano a ferite aperte possono partorire una vita nuova. Ho avuto l’impressione che capissero! Ma se noi missionari non arriviamo fin qui lasceremo il nostro lavoro a metà, dimezzata la fede, la speranza, la carità.

(da una lettera di p. Alberto Caccaro, missionario PIME in Cambogia)

Il rischio di una Fede dimezzata

C’è un insegnamento che sempre la missione ci dà: i missionari per primi scoprono e testimoniano le cose magnifiche che lo Spirito Santo opera anche fuori dal recinto visibile della Chiesa, negli uomini, nei popoli, nelle culture e nelle religioni che ancora non sono segnate dal nome di Cristo”

(Vademecum, 30)

“Farsi animare dallo spirito missionario”

momento nella Chiesa si sta parlando di dimen-sione e di conversione missionaria. Eppure mai come oggi appare in difficoltà la sensibilità mis-sionaria. “C’è tra di noi una mentalità un po’ trop-po autoreferenziale”, ha sottolineato mons. Ga-lantino, segretario generale della CEI. “Quello che non viene fatto per o dal nostro piccolo gruppo ci interessa poco. Anche se papa Francesco continua a ripeterci che la chiesa non è per se stessa ma per gli altri, facciamo fatica a pensarci come comunità più ampia. Se capissimo questo, lo spirito missio-nario ci animerebbe sempre e ovunque”.

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7maggio 2018 | Chiesa Viva |

Aprire il libro della missione significa ritrovare una narrazione inesauribile di storie, di esistenze, di volti missionari. Non per fare un’operazione nostalgica, ma per inserirci anche noi, così come siamo, dentro la grande storia missionaria della Chiesa

D al 2007, per volontà di papa Be-nedetto XVI, la festa di “Maria,

aiuto dei cristiani” che si celebra il 24 maggio, è dedicata in particolare alla preghiera per la Chiesa in Cina. La giornata infatti coincide in quel grande Paese con la festa della Ma-donna di Sheshan, unico Santuario mariano nazionale. La collina sulla quale si trova, a 40 km da Shanghai, ha sempre avuto un ruolo molto im-portante nella religiosità cinese: era infatti sede di templi taoisti e buddi-sti prima di diventare, con il permes-so dell’imperatore, sede di un edifi-cio di culto cristiano. “La Chiesa in Cina ha bisogno della preghiera della Chiesa universale, per rimanere una, santa e cattolica, fedele e ferma nel-

la dottrina e nella discipli-na ecclesiale”. Così scriveva nel 2007 papa Benedetto.La realtà della Cina di oggi è certamente molto diversa da quella degli anni di Mao, ma la libertà religiosa è an-cora un traguardo lontano. Ciò che non è cambiato, in-fatti, è proprio il tentativo di separare da Roma i cattolici cinesi, per farne una chiesa “nazionale” sgancia-ta dal Papa e controllata dal regime. Anche recentemente il presidente ci-nese è tornato a dire che “le religioni devono essere “cinesi” e senza “in-fluenze straniere”, definendo “inge-renza negli affari interni della Cina” il mandato pontificio sulle nomine

A conclusione delle celebrazio-ni per il 70° anniversario della

morte di S. Giuseppina Bakhita, le Canossiane di Schio hanno voluto raccogliere in un libro le numerosis-sime e toccanti testimonianze di chi ha direttamente conosciuto la “Ma-dre Moretta”. “Un dono che ci voleva – scrive mons. Lodovico Furian nella prefazione – per aiutarci ad annusare appieno la santità di Bakhita fin da quando quella santità era un picco-lo seme quotidiano tra le zolle del-la nostra terra. Ora capiamo meglio che c’era già tutto fin da quegli anni lontani e nascosti; c’era già tutto in carità e tenerezza, in attenzione uni-versale e libera, già tutto per la gua-rigione delle ferite dell’anima e del corpo. La santità di Bakhita è fiorita, ed è poi esplosa, con la forza del pic-colo seme. … Da una bambina, una ragazza che ha vissuto i drammi di

Bakhita ti aspetteresti alla fine una donna rancorosa, chiusa e arrabbiata, an-data a male insomma, e per sempre, con le ferite aperte. Che cosa leggiamo invece in quella piccola suora di cioccolato, che cosa leggiamo dall’alba al tramonto di ogni sua giornata? Tenerezza, com-passione, un grazie senza fine, gusto del vivere e perfino umorismo, sottile e delicato. E i testimoni ce lo fanno toccare con mano intensamente, ad ogni passo.L’autore della Lettera agli Ebrei scri-ve che quando, sull’alto del monte del sacrificio, Dio gli restituì il fi-glio Isacco preservato dalla morte, Abramo lo riebbe e fu come un sim-bolo. Dall’intreccio incredibile del suo lungo viaggio dal Darfur fino a

Schio, Dio ce l’ha restituita, figlia e creatura luminosa; dalle radici anti-che della sua terra, immensa e mar-toriata, continua a risplendere per il mondo come un simbolo, Bakhita sorella universale”. Il libro è disponibile presso il San-tuario di Santa Bakhita a Schio, via Fusinato 51. Per spedizioni rivolgersi a: centro-stampaschio s.r.l., tel 0445 575 634 [email protected]

dei vescovi. Tutte le espressioni della vita religiosa sono sottoposte ad uno stretto controllo e a pesanti limita-zioni. Ma Roma ribadisce che la mis-sione della Chiesa nella Cina attuale è quella di essere “pienamente catto-lica e pienamente cinese, per rendere il Vangelo accessibile a tutti e porsi al servizio del bene comune”.

Bakhita ci parla ancora

Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina

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8 | Chiesa Viva | maggio 2018

sociali che religiose del villaggio monta-no di Paa Pae, dove risiedono. Da tempo era debole, faticava a camminare e a parla-re. L’abbiamo accom-pagnato all’ospedale San Camillo di Bangkok (lo stesso che aveva accolto don Giuseppe Berti) per una visita accurata: la dia-gnosi purtroppo è stata impietosa. Che il Risorto della Pasqua ci aiuti ad essere uomini di fede, per-ché possiamo a nostra volta aiutare a far tener viva la speranza sempre, anche nei momenti più bui.

(don Bruno Soppelsa)

A nche in Thailandia abbiamo aperto la Set-timana Santa con la solenne celebrazione

della domenica delle Palme. Ci siamo arrivati con il cuore colmo di sentimenti contrastanti. Da una parte la fervente attesa dei catecumeni. Dall’altra che si preparano a ricevere il Battesi-mo; l’euforia e la gioia legate alla felicità ma-nifestata dai ragazzi e bambini di Chae Hom e Maetha (uno degli 8 distretti della provincia di Lamphun) nei 2 campi estivi organizzati dalle 2 parrocchie; dall’altra il velo di tristezza dovu-to alle molte e pesanti croci di alcune famiglie delle nostre parrocchie. Penso in modo parti-colare al giovane papà di un nostro ragazzo di prima media. Una famiglia serena, bella, sola-re, ricca di fede e impegnata nelle attività sia

S ono da poco ritornata a Bangui dopo un rapido rientro in Italia. In certi giorni la

vita qui in Centrafrica rasenta la disperazione e lo sconforto totale, per le notizie che arrivano dall’interno del paese ancora in preda a violen-za e morte. Ma in mezzo a tutto questo, ecco segni di vita e di speranza, come i numerosissi-mi giovani che si sono incontrati per la celebra-zione della Giornata Mondiale della Gioventù, la domenica delle Palme. Quale contrasto di tenebre e luce! Il giorno prima, dalla diocesi di Bambari la notizia di scontri e di morte di 15 persone tra le quali un nostro sacerdote, e poi tutti questi giovani che vogliono far risuscitare Gesù prima del tempo, prima della passione. Nella domenica delle Palme è stato forte il ri-cordo delle palme spezzate per l’arrivo di Papa Francesco e agitate in segno di vita e per un po’ di tempo la pace è sembrata possibile in questo paese. Da tanto ormai la nostra gente deve por-tare una croce davvero pesante e il desiderio di celebrare la risurrezione è grande. Siamo tutti col fiato sospeso in attesa di qual-

cosa di nuovo. “Le cose non possono continuare così”, diciamo, e attendiamo fiduciosi. Da parte nostra, nonostante ciò che succede, non ci stanchia-mo di invocare pace e di seminarla attraverso tutti i nostri impegni missionari. Per ora ci è impossibile raggiungere le nostre missioni al Nord, dove fratelli e sorelle che ci aspettano a braccia aperte. Ma verrà quel giorno e sarà giorno di resurrezione. Nell’attesa pensiamo a voi, alla vostra generosità nell’aiutarci a seminare gesti di amore affinché cresca la pace. Con-tinuate a volerci bene!

Suor Mariangela Piazza ci scrive dal Centrafrica

Segni di Pasqua in Thailandia

Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della Risurrezione. È una forza senza uguali. È vero che molte volte sembra che Dio non esista, vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze, crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qual-cosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto”. (Evangelii Gaudium n. 276)

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9maggio 2018 | Chiesa Viva |

Buone Pratiche di interrelazione con gli immigrati (65)Buona Pratica è: sapere a chi rivolgerci - in caso di comprovata necessità economica - per problemi di salute o per problemi legali

I POPOLI TRA NOI

1. Nella mia famiglia ho un problema di salute. Chi mi può orientare e dare un aiuto concreto?

Tutte le nostre famiglie - sia di lavoratori italiani sia di lavoratori immigrati - possono affrontare momenti di difficoltà economica, ma non sempre siamo a conoscen-za di chi potrebbe ascoltarci, darci un parere, un’indica-zione, un appoggio. In ogni Comune funziona un Assessorato ai Servizi Sociali preposto al sostegno di famiglie in necessità.

“SALUTE SOLIDALE” fornisce as-sistenza medica gratuita alla per-sone in stato di bisogno, cioè a coloro che, cittadini italiani e non, per diverse ragioni, non sono in gra-do economicamente di accedere alle prestazioni sanitarie.Vengono erogati gratuitamente la maggioranza dei servizi sanitari, in coordinazione con Collegi Medici ed altre figure professionali, contando sulla presenza di 67 specialisti. “Salute Solidale” dispone di un am-bulatorio, con annessa segreteria, sala d’attesa e palestra per fisiotera-pia, messi a disposizione dall’IPAB di Vicenza.Per coordinare l’accesso alle presta-zioni e indirizzare i soggetti bisogno-si delle prestazioni, l’Associazione si avvale di strutture esterne accreditate, tra cui l’Ufficio Migrantes Vicenza, oltre a Unione Immigrati, Caritas, Comune di Vicenza e l’Ipab dei Mi-nori.Da parte sua, l’Ufficio Migrantes ha provveduto a stampare un depliant in cinque lingue ( inglese, francese, rumeno, spagnolo, italiano) pro-muovendo il servizio di “Salute So-lidale” presso i rispettivi Centri Pa-storali distribuiti nel territorio della diocesi. Pertanto, chi è in una situa-zione di bisogno, contatti l’Ufficio Migrantes o il cappellano del pro-prio Centro Pastorale, che faranno da tramite con l’Associazione Salute Solidale, segnalando il caso e fissan-do un appuntamento presso la segre-teria di detta Associazione.Per informazioni, telefonare ad uno de seguenti cellulari dell’Ufficio Mi-grantes Vicenza: 334 75 63 705 – 333 73 14 599

A questo si aggiungono altri sportelli, ecclesiali e non, in appoggio a famiglie che temporaneamente non riescono a far fronte ai propri impegni economici rispetto a beni di prima necessità, tra i quali primeggia la salute.

In caso ci siano problemi di salute in un contesto familiare di comprovata necessità, d’intesa con l’ULSS locale, i Servizi Sociali del Comune di Vicenza ed altre istituzioni della Città, l’Associazione senza scopo di lucro

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10 | Chiesa Viva | maggio 2018

I POPOLI TRA NOI

2. Nella mia famiglia ho un problema legale. Chi mi può

ascoltare e dare un consiglio?Ci sono solitudini, povertà e bisogni che colpiscono sia italiani che immi-grati e che non possono attendere: dare loro una risposta è giustizia e solidarietà. E a darla sono associazioni vicen-tine attraverso volontari che danno il meglio delle proprie competenze professionali ed umane.La Caritas, ad esempio, mette a di-sposizione uno sportello legale sia a Vicenza (Contrà Torretti, 38) che a Schio (Centro Ascolto Madre Te-resa, via Cavour 50) con lo scopo di favorire un orientamento preciso ma all’interno di un progetto più ampio di sinergia e di lavoro in rete che cer-chino di abbracciare tutti gli aspetti connessi (familiari, lavorativi, abita-tivi, economici..).Ad Arzignano, la consulenza legale è offerta dalla Casa S. Angela (Via Cavour, 49).A Bassano del Grappa, funziona lo Sportello Informazioni di “Casa a Colori” (Viale Verci, 33)

Nel quadro della S. Vincenzo, segna-liamo l’associazione “Ozanam” che opera in vari ambiti del sociale: il Vo-lontariato Ospedaliero impegna 270 volontari in 20 reparti dell’ospedale di Vicenza, Sandrigo, Noventa Vicen-tina e Cresole; il Trasporto Malati a Vicenza e Bressanvido impegna 24 volontari; Conferenza carcerati occu-pa 6 avvocati volontari. Presso il Cen-tro d’Ascolto “Il Mezzanino” è attivo un servizio di mensa, uno sportello giuridico e la scuola di alfabetizza-zione, in tre livelli, con 85 volontari.

Dal novembre 2011 è stata inaugura-ta la filiale di Vicenza dell’Associa-zione “Avvocato di Strada” che, a livello nazionale, si occupa di varie forme di marginalità, promuovendo iniziative concrete per contrastare l’e-sclusione sociale. Oltre a Vicenza, opera in altre 46 cit-tà, con 900 avvocati volontari e tre-mila pratiche aperte, offrendo una tutela legale gratuita alle persone senza fissa dimora.

Lo Sportello Legale vicentino è aperto il martedì dalle 20,30 alle 22.00 su appuntamento presso la sede de “Il Mezzanino” (Contrà della Fascina 13)

Luciano Carpo, Migrantes Vicenza

Cel.: 334 75 63 705 Mail: [email protected]

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11maggio 2018 | Chiesa Viva |

Maggio 2018

AGENDA E APPUNTI

Adorazione Eucaristica - Villa S. Carlo, ore 15.00 - 18.00

Adorazione Eucaristica - Villa S. Carlo, ore 15.00 - 18.00

“INVIO” dei giovani in esperienza missionaria

12 maggio

9 giugno

9 giugno

Da ricordare per il mese di Giugno 2018

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICODELL’UFFICIO MISSIONARIO DIOCESANO

Fiori di Bontà

MISSIONARI VICENTINI

BASSANO del GRAPPA: PARISOTTO BRUNO 85,00 – BUTTAPIETRA

(VR): TINAZZI PIETRO e CAPPELLETTI ROSA 1.000,00 - FIMON:

GRUPPO MISSIONARIO 200,00 - SARCEDO: NN 50,00 - TIMONCHIO:

DINELLO don LIVIO 1.000,00 - UNITA’ PASTORALE di GAZZO PA-

DOVANO: 1.370,00 - VICENZA: NN 10.000,00; MG 50,00; CHIARA

15,00; VALENTINA 15,00; MARTA 15,00; FEDERICO 15,00; EDOAR-

DO 15,00; NICOLO’ 15,00; MATTEO 15,00; ISABELLA 15,00; FILIPPO

15,00.

BORSE di STUDIO al CLERO INDIGENO

S. URBANO di MONTECCHIO MAGGIORE 1.000,00 - TRISSINO

520,00.

OFFERTE A TUTTO MARZO 2018

MATTINO: dal lunedì al venerdì: ore 9.00 – 12.30

POMERIGGIO: martedì – mercoledì – venerdì: ore 14.30 – 18.00

lunedì e giovedì: chiuso

• 6 maggio: 7° incontro della Scuola di Animazione Missio- naria interdiocesana (SAM)

• 26 maggio: si riunisce la Commissione missionaria diocesana

Quest’opera, riprodotta in copertina per gentile concessione del Santuario di Monte Berico, è una rara rappresentazio-ne della prima Apparizione della Vergine a Vincenza Pasini (7 marzo 1426) ed è databile verso la fine del 1600. Realizzata in pietra tenera di Vicenza dipinta, è stata sotto-posta ad un accurato restauro, per mano di Aurelia Rampon e Chiara Bassi (Laboratorio di Schio), e recentemente donata dalle monache del monastero del Carmelo ai frati Servi di Maria del Santuario di Monte Berico.In questo intreccio di mani, un’iconografia innovativa, Ma-ria accorda la Sua protezione all’umanità nel travaglio della storia e le chiede nel contempo di collaborare al piano prov-videnziale di salvezza.

padre Giacomo PeruzzoDa molti anni era volto noto, accogliente e sorridente, della Casa dei Missionari Saveriani di Viale Trento.Originario di Malo e sacerdote dal 1954, per quasi 40 anni era stato missionario in Indonesia, terra che non potè più dimenticare. “La gente semplice mi voleva bene, perché vedeva che io le volevo bene”, ha lasciato scritto. Ha lasciato questa terra nella vigilia di Pasqua.

RICORDIAMO

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

12 | Chiesa Viva | maggio 2018

telle, babà, pastiera... Sono stati giorni belli, di autentica fraternità tra noi, arricchiti dalla visita a Scampia e dall’incontro con padre Ser-gio Sala, gesuita vicentino.

Alessio Giuriato

D al 15 al 17 febbraio, dopo la sessione di esami, i seminaristi del Biennio (I-II anno) si sono re-

galati un’uscita di fraternità a Napoli. Il racconto del viaggio è scritto a due mani: Alessio vi racconterà il fascino e la bellezza di Napoli, Emanuele l’espe-rienza a Scampia!

Cos’è Napoli? Un mix musicale improvvisato, il frastuono e lo smog delle auto bloccate nel traffico, le mille etnie di venditori ambulanti che si accalcano ai bordi delle strade, veri e propri mercati a cielo aperto, il profumo e l’aspetto del cibo che ti prende per la gola e crea da subito di-pendenza e soprattutto un’accoglienza campana di casa! Il nostro tour di Napoli non ha trascu-rato nulla di quanto c’è da vedere: piazza Plebi-scito, il Maschio Angioino, il teatro San Carlo, la galleria Umberto I, i quartieri spagnoli, il duo-mo, la cappella Sansevero, le catacombe di San Gennaro, il Museo Archeologico, il complesso di Santa Chiara, la chiesa del Gesù Nuovo, la basilica di San Paolo Maggiore, nella cui cripta riposa il “nostro” san Gaetano Thiene. Non ci siamo fatti mancare nulla nemmeno dal punto di vista gastronomico: pizza fritta, caffè, sfoglia-

Napoli e ScampiaUscita di fraternità del Biennio

V isitare Scampia non è certo consuetudine del

turista medio, che non si sognerebbe mai di adden-trarsi nella periferia nord di Napoli, in uno dei quartieri più malfamati della città. In passato, sin dalla disordi-nata edificazione di questo quartiere residenziale, fat-ti di sangue e cronaca nera hanno consacrato Scampia come un quartiere da evita-re, pericoloso, certamente non turistico. Scendendo al capolinea del-la metro di Napoli in dire-zione Piscinola, e ancor più addentrandosi nelle vie del quartiere guidati da padre Sergio Sala, si ha l’impres-sione di varcare le soglie di

una realtà parallela, fatta di contraddizioni. Da subito, a bordo del pul-mino dei padri gesuiti, ci imbattiamo in forme archi-tettoniche quanto mai cao-tiche, in un’urbanistica priva di un centro, in palazzi che sono veri e propri alveari umani, perlopiù dominati dal grigiore del cemento, in-gentilito dai graffiti che co-stellano il quartiere, inizial-mente sorto senza ombra di toponomastica. In una realtà sociale di forte disagio e in cui lo Stato sembra non esistere, abbiamo la fortuna di conoscere alcuni volti di chi a Scampia ci vive tutti i giorni, di chi quotidiana-mente affronta il disagio,

prodigandosi per rendere le cose migliori con una forza d’animo sorprendente, che grida un desiderio di risurre-zione e di riscatto mai visti prima. Timidamente e con sacro rispetto ci lasciamo condurre tra le case di Scam-pia, entrando nelle famige-rate “Vele”, teatro di spaccio e assassinii, fino a inoltrarci all’interno di un campo rom, dove appena un’ora prima del nostro arrivo una giova-ne napoletana aveva provato a togliersi la vita buttandosi dal cavalcavia che sovrasta le baracche. Visitiamo anche qualche parrocchia del po-sto, ponendoci in ascolto di chi prova a spezzare la Paro-la di Dio e a farsi pastore –

Il Biennio con padre Sergio Sala

a Scampia

tra mille difficoltà – in una realtà davvero complessa. Abbiamo trascorso poche ore, una mattinata appena, a Scampia, ma ritorniamo edificati a casa, avendo toc-cato con mano come picco-li miracoli – come il Centro Hurtado aperto dai gesuiti a sostegno del quartiere – sia-no davvero possibili. A Scampia vivono persone semplici e piene di dignità, che pur essendo nella diffi-coltà di un quartiere inospi-tale sono ancora capaci di accogliere generosamente e di pensare al prossimo: an-che questa, tra le altre, è una delle tante contraddizioni di Scampia.

Emanuele Billo

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13maggio 2018 | Chiesa Viva |

Maria ha vissuto come nessun altro le Beatitudini di Gesù. Ella è colei che trasaliva di gioia alla presenza di Dio, colei che conservava tutto nel suo cuore e che si è lasciata attraversare dalla spada. È la santa tra i santi, la più benedetta, colei che ci mostra la via della santità e ci accompagna.

(papa Francesco)

Barbiana e MarzabottoUscita di fraternità del Triennio

E ccoci qua, cari amici di Chie-sa Viva, a raccontarvi l’uscita di

fraternità che, come Triennio e VI anno, abbiamo vissuto dal 16 al 17 febbraio, subito dopo la conclusione del periodo di esami e all’inizio del tempo di quaresima. La destinazione che abbiamo scelto è stata Barbiana e Marzabotto, luo-ghi quanto mai importanti e signifi-cativi per la storia e per le persone che in questi luoghi hanno vissuto e testimoniato ciò in cui credevano. Barbiana è legata alla memoria di don Lorenzo Milani, che lì fu par-roco dal 1954 al 1967. La sua fi-gura ci ha parlato di passione edu-cativa, impegno per i giovani e per il futuro, attenzione al mondo e al Vangelo. Marzabotto, invece, è triste-mente nota per le stragi nazifasciste compiute tra fine settembre e inizio

ottobre 1944. Morirono quasi mille persone, compresi alcuni preti: don Giovanni Fornasini, don Ubaldo Marchioni e altri tre religiosi che, pienamente fedeli al loro ministero di pastori, furono accanto alla loro gente fino alla morte.Per tutti noi è stata un’uscita provo-cante e molto forte: i luoghi visitati e le testimonianze ascoltate ci hanno fatto pensare e pregare, Che dire? Ringraziamo il Signore per il dono della fraternità vissuta in questi gior-ni, ma ancor di più per l’arricchi-mento e la testimonianza di vita ri-cevuta dai protagonisti che ci hanno accompagnato – e ancora ci accom-pagneranno – con la loro interces-sione e il loro insegnamento.

Marco Battistella

È disponibile presso la portineria del Seminario il sussidio Ave Maria per l’animazione della preghiera del ro-sario nel mese di maggio. Contiene lo schema della preghiera del rosario e un itinerario di meditazione quotidiana, preparato dai seminaristi, sulle litanie lauretane. Costo: 2 euro. Per informa-zioni: 0444.501177

AVE MARIA

Il Triennio e il VI anno

con don Carlo a Barbiana

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

| Chiesa Viva | maggio 2018

Per fare spazio alle domandeSettimana di condivisione “Venite e vedrete”

partecipato alla S. Messa al Centro Myriam, dove abbiamo anche cenato e incontrato le ragazze che stavano partecipando alla loro settimana di condivisione, e nel fine settimana abbiamo avuto modo di parlare di psicologia con don Nico dal Molin. Durante alcune serate abbiamo avuto incontrato alcuni preti e diaconi: ci hanno raccontato la loro esperienza vocazionale e noi, a volte, ci siamo ritrovati nelle loro storie, maga-ri non troppo differenti dalle nostre. Venerdì sera si è svolta la preghiera Venite e ve-drete, a cui hanno partecipato – come sempre – molti giovani. Straordinaria, però, è stata la pre-senza del nostro vescovo Beniamino: dopo aver benedetto e consacrato l’altare e l’ambone della cripta, egli ci ha salutato e ci ha parlato in modo chiaro e al medesimo tempo rassicurante, rin-graziandoci della presenza e facendoci riflettere su quanto sia bello “essere destinatari del dono del Signore” e di pregarlo sempre, affinché egli “non smetta mai di toccarci con la sua Parola”. Insomma: una settimana intensa, densa di emo-zioni e preghiere che ci ha reso sensibili e dispo-sti ad ascoltare tutte le voci che abbiamo den-tro di noi. Siamo partiti con delle domande e

magari siamo tornati a casa con altre domande ancora, ma è stato bello condivide-re con altri giovani le stesse questioni che ci portiamo dentro. Il clima di fraternità e amicizia che si è creato ci ha permesso di tornare nelle nostre parrocchie pronti ad affrontare la Settimana San-ta, consapevoli dell’amore di Dio per noi. Un grazie e un forte ab-braccio a tutti i ragazzi del Mandorlo (Paolo, Abramo, Joel, Daniele, Simone e Matteo), a don Andrea Dani, al diacono Graziano e a don Gianni Magrin per la possibilità che ci avete dato e per i momenti che abbiamo condiviso insie-me.

Giacomo Repele

D al 18 al 24 marzo la comunità vocazionale Il Mandorlo, quest’anno abitata da sei giovani,

ha aperto le porte a tutti quei giovani che porta-no dentro di sé alcune domande che c’entrano con Dio, valutando anche l’idea di donare la propria vita come prete. L’invito era aperto a tutti i giovani del gruppo Sichem, ma anche a coloro che volevano trascorrere una settimana all’insegna della fraterni-tà e della preghiera: Giacomo, Paolo, Alberto, Alex, Emanuele e Isaia hanno deciso di parteciparvi. Non è facile sintetizzare con poche parole il tempo trascorso insieme... Si potrebbe provare a definir-lo, quasi paradossalmente, come una settimana di “semplicità straordinaria”. Durante questi giorni, infatti, non ci sono state attività eccezionali perché il vero scopo era di condividere la vita ordinaria della comunità, conciliando momenti di attività e preghiera a momenti di silenzio, proprio per far spazio dentro di noi a quelle domande che magari spesso ci frullano per la mente, ma che accantonia-mo per paura o per semplice mancanza di tempo.Vari sono stati i momenti condivisi insieme a ra-gazzi del Mandorlo: le lodi al mattino, le lezioni in Facoltà Teologica a Padova, colloqui spirituali, pas-seggiate, corse insieme... Mercoledì sera abbiamo

Un momento di convivialitaí durante la Settimana di condivisione al Mandorlo

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15maggio 2018 | Chiesa Viva |

Maria non accetta che quando cadiamo rimaniamo a terra e a volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica. La Madre non ha bisogno di tante parole, non le serve che ci sforziamo troppo per spiegarle quello che ci succede. Basta sussurrare ancora e ancora: «Ave o Maria…». (papa Francesco)

Novità sugli scaffaliBuone letture (non solo) per l’estate

Don Aldo Martin, attualmente direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose Arnoldo Onisto di Vicenza, ci regala una nuova pubblicazione. Dopo Fede come amicizia (Cittadella, 2013) e I para-dossi del ministero (EDB, 2016), egli si è dedicato a commentare una preghiera che gli è particolarmente cara: Anima Christi. Don Aldo prende in esame le undici invocazioni che compongono questa preghiera, commentandole una a una, e ne esce un libro che ci aiuta a riscoprire l’amicizia con il Signore Gesù attraverso questo testo tardo-medievale che, se tanta fortuna ebbe nella devozione cattolica dei secoli scorsi, oggi rischia di essere trascurato o addirit-tura dimenticato. Il libro è impreziosito dalla copertina disegnata da don Luca Lunardon, dove la preghiera dell’Anima Christi è rap-presentata graficamente con straordinaria finezza e intuito.

I testi dei ritiri spirituali dettati dal vescovo Beniamino al clero diocesano in occasione dell’inizio dei tempi di Avvento e di Qua-resima sono confluiti in questa raccolta. Il tema che li unisce è ben espresso dal titolo, che suona anche come invito a vivere la “radi-calità” del Vangelo, non anteponendo nulla e nessuno all’amore di Cristo. La centralità del Signore Gesù, ben espressa anche dal celebre dipinto del Battesimo di Cristo di Giovanni Bellini posto in copertina, tesse ogni pagina di questo libro che offre interessan-ti spunti di riflessione e di revisione di vita: “leggerlo, meditarlo e tenerlo a portata di mano come viatico del proprio cammino quotidiano – scrive il cardinale Angelo Scola nella prefazione – farà bene non solo ai sacerdoti, ma anche ai fedeli laici e a tutti co-loro che desiderano esplorare la promessa dell’Evangelii gaudium”.

Per informazioni: Seminario Vescovile – Borgo S. Lucia, 43 - 36100 VICENZA - 0444.501177 - www.seminariovicenza.org

Preghiera mensile per le vocazioni (al Carmelo)

S. Messa di istituzione dei lettori e accoliti (presso la chiesa di S. Croce ai Carmini)

CAMMINO VOCAZIONALE DAVIDE (in Seminario)

Gruppo SENTINELLE (in Seminario)

Preghiera VENITE E VEDRETE (presso la Comunità del Mandorlo)

Preghiera mensile per le vocazioni (al Carmelo)

MAGGIO

Mer. 2 dalle 20.45 alle 22.00

Ven. 11 alle 19.00

Sab. 12 - Dom. 13

Dom. 13 dalle 9.30 alle 14.00

Ven. 18 dalle 20.45 alle 22.00

GIUGNO

Mer. 6 dalle 20.45 alle 22.00

AGENDA VOCAZIONALE

Aldo Martin

Anima Christi. Commento biblico-spirituale a una preghiera intramontabile

Messaggero, 2018pp. 143, € 9

Beniamino Pizziol

Radicalità evangelica. Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo

Marcianum Press, 2018pp. 96, € 11

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