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GIUGNO 06 2017 VICENZA IN MISSIONE hiesa Viva ORDINAZIONI PRESBITERALI Dono e impegno per la Chiesa di Vicenza AMMISSIONE E LETTORATO La gioia di dire “sì” VITA DEL SEMINARIO Lavori in corso e seminaristi in cammino Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB Vicenza

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EDITORIALE

2 | Chiesa Viva | giugno 2017

EDITORIALE

Anno LI I

n. 0 6 / 2 0 17

Aut. Trib. di Vicenza n. 181 del 4/12/1964 Iscr. reg. naz. della stampa n. 12146 del 9/10/1987

In copertina:

Preti novelli con il vescovo Beniamino

don Carlo GuidolinRettore del Seminario Vescovile

Q uesto numero di Chiesa Viva do-vrebbe avere la stessa funzione di una boccata d’aria fresca: quando

si è in un ambiente chiuso e si sente che l’aria diventa pesante, si esce per ossige-nare il cervello, così si ragiona meglio e si vedono diversamente le cose. Così mi piacerebbe fossero sfogliate queste pagine: volti giovani e gioiosi, storie vere e con-crete di esistenze che per la nostra Chiesa Vicentina sono una “boccata d’aria fresca”. Troverete, in poche righe e foto, gli eventi che fanno gioire il Seminario e la Diocesi intera: passaggi significativi nel cammino dei giovani seminaristi (Ammissione, Let-torato); traguardi che danno una svolta nella loro vita (Diaconato e Presbiterato); appuntamenti delicati e di crescita nei di-versi Itinerari che ogni comunità ha vis-suto in questi mesi (la settimana Venite e Vedrete al Mandorlo e la loro esperienza a Bose; l’uscita della Comunità Giovanile o il fine settimana dei ragazzi del Cammino Vocazionale Davide e del gruppo Chiamati per nome). Siano questi racconti una ven-tata di freschezza, che rianimi la speranza

nel cammino non sempre facile della no-stra Diocesi impegnata ad individuare un nuovo modo di essere Chiesa nel nostro territorio. Guardate questi volti, perché sa-ranno una componente significativa della nostra Chiesa che albeggia all’orizzonte. Vi invito anche ad un’altra considerazio-ne: il numero non certo elevato dei gio-vani presenti in queste pagine (e quindi in Seminario) è anche un forte e urgente appello a mutare il nostro modo di essere comunità cristiane. Ringraziamo convin-tamente il Signore dei quattro nuovi preti che dona alla nostra Chiesa; nei prossimi anni potremo continuare a gioire forse con una, due nuove ordinazioni, ma in qual-che annata ci sarà la sorpresa di nessuna ordinazione! Grazie alle Unità Pastorali, tante nostre parrocchie possono ancora godere della presenza di preti, ma molto si deve ancora fare per mutare la mentalità di noi cristiani, per offrire a questi pochi giovani che stanno per diventare preti, un futuro di vita umana e sostenibile. Affret-tiamo insieme il passo per ridurre a tutti le fatiche del cambiamento!

Aria fresca

Redazione: Piazza Duomo, 2 - 36100 VicenzaTel. 0444 226546/7 - Fax 0444 226545

Portale Internet: www.missioni.vicenza.chiesacattolica.it

E-mail: [email protected]

c.c.p. 001006251514 intestato a: “Diocesi di Vicenza - gestione missioni”

Direttore responsabile: Lucio Mozzo

In Redazione:Direttore: Arrigo GrendeleSeminario: Massimo FrigoPagina dei ragazzi: Massimiliano BernardiMigrantes: Michele De Salvia

Progetto grafico/Impaginazione: Dilda Design - Vicenza

Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero - Vicenza

Rivista di informazione e animazione missionaria e diocesana, destinata soprattutto alle famiglie, che possono dare una offerta per le Opere Missionarie ed il Seminario (si propongono circa 10,00 euro)

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ORDINAZIONI PRESBITERALIDono e impegno per la Chiesa di Vicenza

AMMISSIONE E LETTORATO La gioia di dire “sì”

VITA DEL SEMINARIOLavori in corso e seminaristi in cammino

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3 giugno 2017 | Chiesa Viva |

Cantiere SeminarioProseguono i lavori di ristrutturazione

* Pregando per le vo- cazioni, anche tra- mite il foglio mensile di preghiera allegato a Chiesa Viva ;

* Facendo conoscere il Seminario attraverso le pagine di Chiesa Viva e il sito internet seminariovicenza.org

* Sostenendo econo- micamente la vita del Seminario con l’abbonamento annuale a Chiesa Viva, con l’offerta che si raccoglie nelle parrocchie in occa- sione della Giornata diocesana del Seminario, con borse di studio a favore dei seminaristi, con libere donazioni e lasciti testamentari.

* Per informazioni: Seminario Vescovile Borgo S. Lucia, 43 36100 VICENZA Tel. 0444.501177 seminariovicenza.org

* Per offerte tramite bonifico, codice IBAN: IT 45 M 0622 51182 0000000 720178

C ontinua il nostro aggiornamento sul cospicuo intervento strutturale che

è in corso in Seminario dal novembre 2016. Dalle foto di questa pagina potre-te vedere già qualche scorcio dei primi “risultati”: una parte del tetto è già stata ristrutturata con la sostituzione dell’inte-ro manto di copertura e l’inserimento dei vari strati isolanti. Si può intravedere anche una parte con-clusa del restauro delle facciate esterne e interne dei chiostri. Non si tratta meramente di una ritinteg-giatura, ma si risanano le malte e le pietre là dove occorre; così pure vengono sosti-tuiti tutti i pluviali e restaurati i balconi. Ringrazio quanti stanno seguendo il complesso intervento che consegnerà alla Diocesi un edificio risanato, per poter ac-cogliere nuova vita e nuovi progetti.

Come aiutare il Seminario?

L’offerta di Cristo rende possibile ad ogni uomo e ad ogni donna, l’offerta di se stessi. Tutto il senso della nostra vita consiste nel diventare un’offerta, un dono a Dio. (vescovo Beniamino)

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4 | Chiesa Viva | giugno 2017

“Corriamo... tenendo fisso lo sguardo su Gesù” (Eb 12,1-2)

don Luca Centomodella parrocchia di Locarain tirocinio pastorale nell’Unità Pastorale Torri – Lerino – Marola

C amminare, correre, arrancare, cadere, rialzarsi. Pochi verbi che descrivono il cammino fatto in questi sette anni e una quotidianità che ci accomuna tutti. Ciò che rende bella questa nostra quotidianità sono gli sguardi e i volti che ogni giorno incrociamo, volti che diventano amicizia,

amore, famiglia. Ma ciò che rende straordinaria la nostra bella storia è lo sguardo di Gesù che si posa su ognuno di noi. Con grande gioia rendo grazie a Dio Padre per avermi fatto gustare questo sguardo d'amore e poter seguirlo insieme come Chiesa. Grazie a tutti coloro con cui ho avuto la possibilità di camminare insieme attraverso la preghiera, il servizio e nella semplice gratuità.

Luca…. che dire di te? Non sappiamo se questo articolo renderà giustizia o meno a tutto quello che abbiamo vissuto assieme; noi da parte nostra abbiamo cercato di fare del nostro meglio! Sei arrivato per fare servizio nella nostra comunità di Torri di Quartesolo tre anni fa e ti sei inserito nei gruppi giovanili, dove ti abbiamo conosciuto. Sei partito subito con il botto e hai pensato bene di accompagnare i giovanissimi in campeggio a Roma, senza sapere che poi ti avrebbero “incastrato” per i due anni successivi. Infatti a settembre ti è stata affidata la prima tappa. Nonostante la tua veneranda età, ti sei messo in gioco con gli animatori più giovani e soprattutto con gli animati, che hanno visto fin da subito in te un punto di riferimento. Oltre ad essere animatore dei giovanissimi, ti destreggi in parrocchia tra chierichetti, ACR e campi estivi... E poi ti chiedi come mai hai le pile scariche?! Per non farci mancare niente, ti abbiamo sopportato e supportato durante la stesura della tesi. I tempi si allungavano sempre di più… come la tua barba! In questi ormai quasi due anni, grazie ai tuoi preziosi consigli e anche ai tuoi eloquenti silenzi, siamo cresciuti insieme. Adesso ti stiamo accompagnando nel tuo percorso, che sentiamo anche un po’ nostro, perché lo sai, quando ci si vuole bene come in una famiglia, è naturale gioire insieme dei traguardi raggiunti. La strada fatta insieme tra risate e tisane ci ha arricchiti, non solo come gruppo animatori, ma soprattutto come persone. Abbiamo anche scoperto che pregare insieme è bello e un po’ di merito va sicuramente a te... Ti giustifichi sempre che, essendo uomo e diacono, riesci a fare solo mezza cosa alla volta; sappi però che la metà che fai, ti riesce davvero bene! Una di queste è sicuramente l’ascolto, che secondo noi è il dono che ti caratterizza di più. La tua capacità di far sentire importanti le persone che hai di fronte, capendole senza giudicarle, è difficile da rendere a parole, ma è qualcosa di veramente prezioso. Sai bene che pensare a settembre non è sicuramente facile, ma è inevitabile. Quindi non ci resta che augurarti di poter esprimere al meglio l’enorme potenziale che hai, avendo la certezza che sarai un valore aggiunto per la comunità in cui andrai, come lo sei stato per la nostra. Certi che ciò che ci lega continuerà, concludiamo con una citazione, come piace a te: si può camminare accanto e crescere insieme pur percorrendo strade differenti, pur essendo distanti. Buon cammino, Luca!

gli animatori ACG di Torri

don Luca con don Fabio e alcuni animatori di Torri

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5 giugno 2017 | Chiesa Viva |

“La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,11.13)

don Stefano con i genitori

e la sorella

A bbiamo conosciuto Stefano nel 2007, quando eravamo fi-danzati, e fin da subito abbiamo notato in lui una spon-

tanea sincerità che ci ha colpiti. Sentiamo che il nostro legame con Stefano è reso saldo e profondo dalla presenza di Gesù che ci tiene reciprocamente uniti. Con il tempo Stefano è divenuto un compagno di cammino nella fede e nella vita, una presenza sicura e costante nella preghiera, con la sua vicinanza concreta che non ci ha mai fatto mancare, soprattutto nei momenti più difficili. Ci stupiamo sempre di come, nonostante i suoi molti impegni, trovi regolarmente del tempo per venirci a salutare e a giocare con i bimbi; ogni volta lo aspettano con impazienza per saltargli in braccio e fargli le loro grandi domande “teolo-gico-esistenziali”. Solo Stefano ha sempre la risposta semplice e chiara che li soddisfa! Per noi è un innamorato della vita e della famiglia, e la vocazione d’amore che ha ricevuto è una grande grazia per la Chiesa e per tutti quelli che lo incontrano. Siamo tanto felici ed emozionati Stefano! Ti vogliamo bene!

Giulio e Angela con Giovanni, Maria Grazia, Chiara e Francesco

don Stefano Guglielmidella parrocchia di Monticello Conte Ottoin tirocinio pastorale nell’Unità Pastorale San Bonifacio

Essendo un tipo di poche parole, questa volta af f ido ad alcuni amici, che negli anni hanno impreziosito la trama della mia vita, il compito di presentarmi. A voi tutti che leggete queste pagine dico “grazie” per la preghiera e la vicinanza di questo periodo, af f idandovi il nostro cammino suoi passi del Bel Pastore.

“C iao, mi chiamo Stefano, sono di una parroc-chia qui vicino. Ho iniziato il Sichem, mi faresti

da guida spirituale?». Ero prete da pochi mesi, inizia-vo da qualche settimana il mio servizio pastorale, e tu bussavi alla canonica chiedendo di me. Non ci cono-scevamo. Pensavo: «Guida spirituale? Chiede proprio a me?». Caspita che responsabilità! «Beh – devo aver risposto – se ti accontenti». E da lì quale grande avven-tura! Quella che incrocia i cammini e ci fa percepire la presenza di Dio. Sei stato importante, Stefano. Sì, per-mettimi di dirtelo senza retorica. Sei stato importante per me e il mio ministero. Grazie per aver bussato alla canonica quel giorno, per avermi aiutato ad imparare che prete è colui che ascolta, che accompagna, che si prende cura, che annuncia, che discerne, che ama…

e che impara anche a lasciar andare. Dopo il Sichem, sei entrato nella comunità Il Mandorlo per comprendere quale sequela ti era chiesta. Da allora hai camminato tanto. Nel tempo la nostra amicizia si è consolidata. A nutrirla è stato il percorso comune, ma anche le passioni per l’arte, la vita dello spirito, e quei bei con-fronti sulla nostra Chiesa, sul nostro ministe-ro.Ora diventi prete: aiutiamoci a non dimenti-care che la nostra vita è chiamata a servire la fede. Ti domanderà qualche fatica, ma, sai: è un cammino bellissimo! Cammina fiducioso. E non avere paura delle sorprese. Davanti a Gesù, ti porto in cuore! don Andrea

C aro Stefano, ci siamo fermati, insieme, a pensare al momento esatto in cui ti abbiamo incontrato, ma non siamo riusciti a tro-vare un’unica risposta: AC, scout, campeggi, messe, teatro, biblioteca civica… A dimostrazione che la tua presenza in comunità

è costante e la disponibilità preziosa per le attività di ogni giorno. Nei gruppi di AC ci hai abituato ad associare la Parola all’arte, che a te tanto appassiona. Rappresenti la guida del percorso spirituale che stiamo cercando di intraprendere nel nostro piccolo. E questo non è poco, no? E la tua fede sincera da sempre ci accompagna, tanto che don ti abbiamo sempre chiamato. Stiamo cercando un aggettivo per definirti (Tod e Giova ne hanno detti fin troppi): uno era troppo poco e abbiamo deciso che sei unicamente il nostro Stefano; e ci auguriamo tu rimanga nella tua essenza di Stefano, anche dopo essere diventato don Stefano!

Andrea, Martina e i giovani di II-III tappa

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6 | Chiesa Viva | giugno 2017

“So in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato” (2Tm 1,12)

don Andrea Pernecheledella parrocchia di Stroppariin tirocinio pastorale nell’Unità Pastorale Nove – Marchesane

C iao a tutti, sono Andrea Pernechele, ho 26 anni e provengo da Stroppari. È capitato anche me, come ad altri uomini e donne, di scoprire nella normalità di tutti i giorni una Parola, quella di Dio,

che si fa largo nel cuore fino ad abitarlo. Ho intuito pian piano in questi anni a chi dare la mia fiducia, a chi consegnare nella fede tutta la mia vita: al Signore Gesù! Il cammino è stato ricco di benedizioni, specialmente nei volti di tante persone, ma anche di fatiche e a volte di lacrime. Ma sono convinto, perché l’ho provato sulla mia carne, che solo Lui può essere il custode discreto e fedele di ciò che mi ha affidato. Chi di noi, prete, suora, sposo o sposa, può custodire bene la propria vocazione contando solo sulle proprie forze? In questi anni di risposta al Signore, mi sono reso conto che è fondamentale l’impegno concreto nel seguirlo, ma altrettanto necessario è riconoscere che la radice di tutto è Lui, e che bisogna imparare con umiltà e fatica a ‘’lasciarsi portare’’ da questa Radice, come ricorda san Paolo: ‘’Non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te’’ (Rm 11). Ora posso affermare con serena fiducia: ‘’So in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato''. Sì, ho fiducia che il Signore saprà custodire fino al mio ultimo giorno tutto ciò che mi ha affidato: la vita, le persone incontrate, il ministero con cui mi chiama a servire. Non mi resta che consegnarmi al Suo cuore con le parole del salmista: ‘’Il Signore è mia parte di eredità: nelle tue mani è la mia vita’’.

don Andrea con alcuni parrocchia-ni di Stroppari

Abbiamo conosciuto Andrea durante un corso fidanzati. Siamo entrati subito in

sintonia, grazie soprattutto alla serenità che trasmette la sua presenza e al sorriso che lo accompagna in ogni situazione. La sua generosità lo porta a calarsi completa-mente nella situazione del suo prossimo per poterlo così sostenere e aiutare nelle difficoltà che la vita mette davanti. Ha sempre una parola di conforto per aiuta-re a vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se mezzo vuoto!

Enrico ed Elena

Ho avuto la fortuna di conoscere Andrea

grazie al suo impegno in parrocchia con gli scout: ci ha dato una grossa mano con il percorso di fede che noi gli avevamo proposto. È un giovane semplice, simpatico e serio; capace di ascoltare e di intraprendere una conversazione su temi importanti anche con noi ragazzi, molto spesso incapaci di argomentare certi discorsi senza una guida. Personalmente ho potuto discutere con lui su tanti argomenti, a volte molto diversi tra loro, e in ogni occasione ho visto la sua volontà di confrontarsi per cercare di capire come la penso e solo dopo per fare affermazioni o domande, con lo scopo di riflettere o di far capire altri aspetti che non so cogliere da solo. Ho sempre visto in lui una persona affidabile, degna di fiducia, molto cordiale, sincera e disponibile al dialogo costruttivo e al contatto sociale; insomma… un punto di riferimento!

Ilario, Clan Scout di Nove

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7 giugno 2017 | Chiesa Viva |

“Simone, figlio di Giovanni, mi ami?” (Gv 21,16)

Q uando penso a Davide, mi viene sempre in mente come ci siamo conosciuti. Ci siamo incontrati, adolescenti, a un incontro regionale dei frati francescani e ci siamo subito trovati bene a confrontarci per le molte passioni

in comune, come Shakespeare e la letteratura inglese. Dopo la maturità ci incontrammo al campo estivo ad Assisi e mentre gli confidavo il desiderio di frequentare Medicina, Davide mi disse che stava pensando di entrare in Semi-nario. Una cosa che mi ha sempre colpito della nostra amicizia è stata la possibilità di parlare di fede e del nostro rapporto con Dio. Mentre gli raccontavo che pregavo perché il Signore mi concedesse di sporcarmi le mani per gli altri, servendolo come medico e come madre di famiglia, an-che Davide stava facendo lo stesso, ma intendeva sporcarsele ancor più delle mie, prendendo un impegno profondo con Dio per la vita. In questi anni ho visto Davide diventare dono per la comunità, inserirsi in una parrocchia che l’ha accolto con affetto, restando fedele a se stesso e coltivando il rappor-to con Dio, fino al sì del Diaconato. Ora, a più di dieci anni dal nostro primo incontro, guardo con meraviglia quanto ha operato il Signore nelle nostre vite. “Bussate e vi sarà aper-to!”: fedele alle nostre speranze, ha dato a entrambi quanto chiedevamo. A me di sporcarmi le mani tra le corsie di un ospedale, in Davide ha conservato la spontaneità di quand’e-ra ragazzo e ne ha accresciuto e confermato la chiamata por-tandolo a testimoniare il Risorto. Dalla nostra amicizia ho imparato che il Signore ascolta le nostre preghiere e men-tre ci avviamo rispettivamente verso il sacerdozio e verso il matrimonio, attendo di scoprire quanto ci riserverà ne-gli anni che verranno, sicura che la Roccia su cui abbia-mo fondato la nostra amicizia resterà il nostro sostegno.

Chiara

don Davide Zanonidella parrocchia di Marano Vicentinoin tirocinio pastorale nell’Unità Pastorale Malo – Molina

don Davide con la sua famiglia

C ari lettori di Chiesa Viva, sono don Davide Zanoni, ho 27 anni e con questo versetto del vangelo di Giovanni mi presento. Il brano evangelico da cui è tratto mi ha “perseguitato” durante tutti gli anni di Seminario: l’ho incontrato in vari momenti

(esercizi spirituali, cammini formativi, ritiri…) e la domanda di Gesù a Pietro rimbalzava continuamente dentro di me. A que-sto punto del mio cammino ripenso a tutta la strada fatta in questi anni: dalle prime domande sulla mia vita agli anni intensi e non sempre facili del seminario, dalle molte esperienze vissute in parrocchia alle persone conosciute e alle amicizie fiorite. Ogni momento di questo cammino è stato un tentativo di rispondere alla domanda di Gesù e credo che anche il tempo che mi sta davanti sarà il modo di rinnovare ogni giorno la mia risposta, per dire, come Pietro: “Conosci tutto, sai che ti voglio bene”.

C aro Davide, da quando sei entrato nella Comunità Capi non abbiamo mai smesso di scoprirti! Da subito ti sei di-mostrato una persona saggia e premurosa, pronta a vivere con gioia ogni momento. Il tuo cammino con noi è ini-

ziato in Clan; sulla strada hai condiviso la scoperta più importante della tua vita: la vocazione; un momento pieno di emozioni che ci fatto capire quanto fosse fondamentale per la tua vita. Il tuo servizio è continuato in Reparto, dove ti sei messo alla prova con le tecniche scout e con l’avventura che solo il Reparto sa regalare. Dopo sei entrato nel mondo dei Lupetti e ti sei di nuovo messo in gioco! Con gioia e lealtà hai colto tutte le opportunità per conoscere questa me-ravigliosa famiglia, dimostrandoti una preziosa guida spirituale per il Branco; i lupetti hanno potuto conoscerti come un fratello maggiore spontaneo e sempre pronto ad ascoltare e donare un sorriso. Quando programmiamo, riesci ad avere la battuta pronta per alleggerire l’atmosfera, nelle scenette sai stupire il pubblico intrattenendolo con la tua buffa e simpatica “disinvoltura”. Caro Davide, siamo felici di averti accompagnato nel tuo cammino di crescita: siamo stati testimoni di una fede autentica e viva che hai testimoniato nel servizio. Ti auguriamo di essere una figura di riferimento per le persone che il Signore ti farà incontrare. Buona caccia, buon volo e buona strada!

La Comunità Capi “Malo 1”

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

8 | Chiesa Viva | giugno 2017

Proclamare, educare, guidare con la Parola di Dio L’istituzione dei nuovi lettori

C ari lettori di Chiesa Viva, sia-

mo Matteo e Marco, seminaristi del IV anno di teologia e il 27 aprile scorso sia-mo stati istituiti let-tori dal nostro vesco-vo Beniamino nella chiesa di San Pietro in Vicenza. È stata per noi una gioia condi-videre questa nostra tappa con la comu-nità del Seminario, le nostre famiglie e le nostre comunità di origine (Costozza per Matteo, Marsan per Marco) e di tiro-cinio pastorale (uni-tà pastorale Valdagno centro per Matteo, unità pastorale Ca-stelgomberto – Trissino per Marco). Per spiegare il signi-ficato del nostro mi-nistero ci rifacciamo alle parole del nostro Vescovo durante l’omelia della messa di istituzione: «Sarete chiamati a proclamare la Parola di Dio nell’as-semblea liturgica, ad educare nella fede i fanciulli e gli adulti e a guidarli per ricevere degnamente i sacramen-ti, a portare l’annuncio missionario del Vangelo di salvezza agli uomini che ancora non lo conoscono». Cer-tamente per noi questo è un compito che comporta anche una responsabi-lità: quella di coltivare un rapporto personale con la Parola di Dio nella meditazione personale e nella lectio quotidiana. Ciò non solo perché la sentiamo una nostra necessità, ma anche perché essendo stati istituiti lettori è un compito che la Chiesa ci ha affidato. Sicuramente non va dimenticato che,

oltre ad essere un ministero importan-te per se stesso, il lettorato è una tappa richiesta dal cammino di preparazione al ministero presbiterale. L’annuncio della Parola, infatti, è una dimensione essenziale della vita del presbitero che è chiamato ad annunciare e ad essere testimone di una Parola che tocca i cuori di ogni uomo e donna dei nostri giorni. In questa prospettiva il gesto più significativo e forte della celebra-zione è stata la consegna e il bacio del lezionario che per noi ha significato esprimere il nostro rispetto e la nostra disponibilità ad accogliere la Parola di Dio nella nostra vita e a porla al centro del nostro percorso di giovani incam-minati verso il presbiterato.Per prepararci spiritualmente a questa tappa abbiamo vissuto alcuni giorni di ritiro, accompagnati dal nostro rettore

e dal padre spirituale presso La Cappucci-na a Lonigo. Sono stati giorni favorevoli per il riposo, la preghiera, la condivisione e nondimeno anche per il cibo! Ovvia-mente le meditazioni proposteci da pa-dre Lorenzo, della congregazione dei Pa-voniani, hanno avuto come tema centra-le il nostro rapporto con la Parola di Dio. Al termine della celebrazione non è man-cato il momento di festa con la comunità del Seminario e le nostre famiglie: è sta-to un ulteriore momento di gratuità in questo tempo nel quale non si può dare più nulla per scontato! Ringraziamo tut-ti quelli che ci conoscono, ci hanno ac-compagnato e ci accompagneranno con la preghiera, con l’amicizia e l’affetto. Anche a voi, che leggete questo articolo, chiediamo un fraterno e caloroso ricordo per il nostro cammino.

Marco Battistella e Matteo Nicoletti

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9 giugno 2017 | Chiesa Viva |

Per quanto grandi possano essere le difficoltà, in alcune parti del mondo addirittura le persecu-zioni, siamo chiamati a obbedire a Dio, a essere persone piene della fede pasquale, che si lasciano condurre dallo Spirito, indipendenti rispetto alle mode o alle correnti ideologiche, agli interessi umani, sociali ed economici. (vescovo Beniamino)

Alzati, va’ e non temere La veglia vocazionale e l’ammissione tra i candidati all’ordine

A lzati, va’ e non temere è il tema annuale della pastorale voca-zionale nazionale ed è anche il tema che ha accompagnato la

veglia diocesana in cattedrale con il vescovo Beniamino di sabato 6 maggio 2017. Ormai da anni questo appuntamento alla vigilia della quarta domenica di Pasqua mette assieme molte realtà voca-zionali come il gruppo Sichem, la pastorale giovanile e il Semina-rio per far in modo che ogni piccola attività e scelta dei giovani sia condivisa con gli altri e resa pubblica in quella cornice ideale che è la preghiera. Ogni anno, infatti, durante la veglia vengono portati al vescovo i frutti del lavoro delle singole parrocchie per la realtà giovanile, i giovani del gruppo Sichem esprimono davanti al vescovo e alla Chiesa di Vicenza il loro impegno nel coltivare il proprio cammi-no spirituale e nel rito di ammissione alcuni giovani del Semina-rio pronunciano pubblicamente il loro Eccomi!, manifestando il loro impegno a camminare in vista del ministero presbiterale. Quest’anno, guidati dalla figura biblica di Nicodemo, siamo stati in due a vivere questo momento: io, Nicola Capitello, della parroc-chia di Caldogno, e Michele Peruzzo, della parrocchia di Selvaz-zano Dentro (PD) e legato all’Operazione Mato Grosso. Davanti alla nostra disponibilità, accolta con gioia dal vescovo, la Chiesa intera si è impegnata a custodire la nostra crescita spirituale in vista, se Dio vorrà, dell’ordinazione presbiterale e – cosa ancora più importante – a sostenere il nostro cammino con la preghiera.

Nicola Capitello

È stato un regalo poter vivere il ritiro in pre-

parazione all’ammissio-ne guidati dalla vivace e preparata voce di don Bruno Marangon. Al centro delle sue pro-poste di meditazione c’è stato Gesù, sommo sa-cerdote, il suo rapporto con il popolo di Dio e la Vergine Maria a partire dalla lettera agli Ebrei, la prima lettera di Pietro e il Vangelo di Giovanni. Il ritiro si è svolto a Re-

coaro Terme, presso la casa San Giuseppe della Pia Società San Gaetano, e con me e Nicola c’era anche Loris Faggioni, che è stato ordinato diacono domenica 14 maggio. Di valore è stata la pre-senza di don Matteo Pin-ton che in occasione di una meditazione ci ha lasciato il suo pensiero: tre immagini in tre storie a riassumere il suo lungo ministero di prete. Mi ha commosso poter-

lo ascoltare e capire il profondo sguardo verso Gesù che lo accompagna ancora oggi: uno sguar-do di amore e di miseri-cordia, con il desiderio di abitare gli stessi sen-timenti di Gesù (cfr. Fil 2,5).Non meno coinvolgenti sono state le riflessioni lasciateci da don Bruno, spesso accompagnate da piccoli accaduti concre-ti e suggerimenti per la vita. Gesù, comunque,

rimane colui che più mi ha attirato. La solidarie-tà, il servizio agli uomi-ni, l’obbedienza a Dio nel suo umiliarsi in croce come gesto supremo di amore: non possono es-sere altri i valori più forti che desidero per la mia vita e che chiedo nella preghiera affinché conti-nuino ad essere per me e Nicola fonte di impegno e di speranza!

Michele Peruzzo

Sotto a sinistra:

Michele e Ni-cola con

il vescovo Beniamino

Tenendo fisso lo sguardo su Gesù, Sommo Sacerdote

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

10 | Chiesa Viva | giugno 2017

Verso Colui che ci ha chiamati amiciLa settimana di condivisione “Venite e vedrete”

Ai giovani che quest’anno hanno partecipato al gruppo Sichem è stata proposta una settimana di

condivisione presso la Comunità “Il Mandorlo” e a casa Emmaus. Nicola, Marco, Alessandro e Simone hanno deciso di partecipare a questa esperienza condividendo-la con i giovani del Mandorlo, Andrè, Daniele ed Ema-nuele. Il gruppo delle ragazze ha vissuto la settimana a casa Emmaus. In entrambe le esperienze si è cercato di condividere il tempo della preghiera ed alcuni in-contri di confronto e di crescita personale, continuando gli impegni di studio e di lavoro che fanno parte della quotidianità di ciascuno.

Quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sulla settimana, che con alcuni amici del Si-

chem ho condiviso con la comunità del Mandorlo, la prima parola che mi è venuta in mente è stata “semplicità”. Questo, però, a posteriori perché non è stato semplice decidere di aderire alla proposta per lasciarsi interrogare, mettendosi in ascolto e facendo qualche passo assieme ad altri giovani che sono in ricerca della propria vocazione. Andiamo però con ordine, partendo da quello che più mi è piaciuto di questo tempo condiviso: la naturalezza con cui siamo stati accolti e che ha caratterizzato l’intera settimana. Volendo fare un paragone mi viene in mente lo scorrere dell’acqua

di un ruscello: certamente è inesorabile e non lo si può contenere, ma se gli si lascia fare il suo percorso egli scorre naturalmente nella giusta direzione. Assieme abbiamo infilato il naso nel-la vita – anzi, nella quotidianità – di Andrè, Da-niele ed Emanuele che ci hanno regalato, oltre che ad un po’ del loro spazio, anche un po’ di sé. Tra le varie attività proposte, infatti, quella che più mi ha colpito è stata la testimonianza della loro scelta di vivere quest’anno al Mandorlo. Ci sono state altre testimonianze importanti che ci sono state regalate, ma la loro ha fatto breccia

nei miei pensieri perché in loro ho riconosciuto lo stesso desi-derio di ricerca, gli stessi dubbi, la stessa gioia, la stessa voglia di quel silenzio che è preghie-ra, dialogo e fiducia, che anche io cerco. Loro tre non si sono scelti per fare questo percorso, come io non ho scelto i ragazzi del Sichem che con me hanno condiviso questo tempo, ma essere insieme è sicuramente stato importante. Persone di-verse con carismi diversi, che singolarmente camminano insieme verso una relazione, un’amicizia con Colui che per primo ci ha chiamato amici. Un’altra cosa ha lasciato un se-gno forte in me: un passaggio del commento del vescovo Be-niamino durante la preghiera Venite e vedrete del venerdì sera.

Egli ci ha detto che ogni mattina, quando ci si sveglia, occorre scegliere di seguire Gesù. Que-sto mi ha dato fiducia perché mi ha fatto capire che davvero non siamo soli in questa strada in salita ed è proprio questa via che ci fa crescere ed essere felici. Mi perdoneranno allora i miei nuovi amici AC se, in maniera (un po’ troppo) scout, auguro a tutti quelli che hanno reso pos-sibile tutto questo “Buona strada”, oltre ad un grazie particolare a don Gianni, don Andrea e Graziano per averci accolto e accompagnato in quest’anno al Sichem e in questa settimana al Mandorlo.

Alessandro Zonta

Sotto:Un momento

di convivialita durante la settimana “Venite e vedrete”

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11 giugno 2017 | Chiesa Viva |

Sotto:Il Mandorlo a Bose

con gli amici del Seminario di Rovigo

Il Mandorlo fiorisce a BoseLa testimonianza di Andrè

D al 17 al 20 aprile noi della co-munità Il Mandorlo, insieme a

Simone della comunità propedeu-tica della diocesi sorella di Rovigo, siamo stati ospiti del monastero di Bose. La comunità monastica di Bose è famosa perchè vivono mo-naci, uomini e donne, appartenenti a diverse Chiese e comunità eccle-siali cristiane, in particolare cattoli-ci, protestanti, ortodossi e copti. Il monastero è stato fondato il giorno stesso della chiusura dei lavori del Concilio Vaticano II, l’8 dicembre 1965, da Enzo Bianchi che ne è sta-to il priore fino allo scorso anno e ha dedicato la sua vita al dialogo e alla promozione dell’unità dei cri-stiani.In questa bellissima esperienza sia-

mo stati accompagnati dal rettore del seminario don Carlo Guidolin, dal padre spirituale don Damiano Meda, dal nostro educatore don Andrea Dani e da don Luciano Bor-dignon. Il tempo passato in mo-nastero lo abbiamo dedicato alla preghiera e al discernimento spi-rituale, perchè ormai siamo giunti ad un momento importante del nostro percorso vocazionale, cioè quello di dire il nostro “eccomi” alla comunità teologica del semi-nario vescovile di Vicenza. A Bose abbiamo avuto anche l’oc-casione di incontrare alcuni mona-ci che hanno dato la loro testimo-nianza sulla vocazione, come fratel Lino, originario di Schio, e sorella Chiara, originaria di Bassano del

Grappa. Abbiamo conosciuto an-che fratel Marco, che ci ha parlato della vita del monastero e delle fra-ternità presenti in Italia a Civitella, Cellole, Assisi e Ostuni. Ci ha an-che fatto conoscere le varie attività produttive che servono per il so-stentamento delle comunità, come la produzione agricola, la falegna-meria, la cereria, la produzione di oggetti in gres e la tipografia. Fratel Fabio “invece” ci ha parlato della vita spirituale di Bose e dei momenti di preghiera che scan-discono il tempo del monastero, la preghiera comunitaria e quella personale, fondamentale per me-ditare sulla Parola di Dio. Questa esperienza ci ha dato la possibilità di riflettere sulle scelte che stiamo affrontando e di affidarci totalmen-te a Cristo con la preghiera. Chie-diamo anche a voi, carissimi lettori e lettrici di Chiesa Viva, di pregare per noi e per tutte le vocazioni del-la nostra Chiesa vicentina.

Andrè Giraldi

La preghiera educa gli inviati a vivere la missione come il lavoro di Dio: la messe non appartiene ai discepoli ma a Dio. Inoltre, attraverso la preghiera, il discepolo è educato a conformare desideri, pen-sieri, sentimenti, ai desideri, ai pensieri e ai senti-menti di Dio. (vescovo Beniamino)

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

12 | Chiesa Viva | giugno 2017

Il mio piatto per la comunitàVerifica di fine anno della Comunità GiovanileA d ogni gita in tenda che si ri-

spetti il momento focale è quello della cena a base di carne (salsiccia, pancetta, bistecca) cuci-nata sulla brace, con una bibita in mano attorno al fuoco e con uno che allieta la serata con la chitarra fino a ora tarda... E come ultima uscita dell’anno della Comunità Giovanile perché non fare un’espe-rienza del genere in un luogo mol-to suggestivo come Cereda, all’im-bocco della Valle dell’Agno? Questa uscita, però, non è un’usci-ta qualsiasi... Noi ragazzi la chia-miamo “verifica dell’anno” perché siamo invitati a ripensare all’anno di vita comunitaria quasi concluso in modo da capire come ognuno di noi si è comportato nei confronti

degli altri. L’aspetto più educativo della verifica sta nel rilevare le cose buone che ci sono state e dare sug-gerimenti per migliorare quelle che non lo sono state abbastanza. Per parlare di noi e del nostro cam-mino abbiamo preso spunto dal cibo e da come viene preparato e servito. L’attività di verifica ci ha quindi chiesto di rappresentare il nostro “piatto”, vale a dire chieder-ci cosa e come abbiamo “cucinato” durante quest’anno. Ognuno di noi poteva scegliere di raffigurare il proprio impegno con un antipa-sto o un primo o secondo, prepa-rati però con la stessa precisione e la stessa delicatezza (oppure la stessa superficialità e la stessa con-fusione) con le quali ha vissuto in

comunità. Il risultato è stato a dir poco artistico: molti colori e mol-ti “sapori”, a partire da piatti tipici (vicentini per di più) e compresi quelli più comuni e alla portata di tutti, come la mozzarella, i funghi e l’insalata. La nostra uscita è stata resa possibi-le soprattutto grazie all’accoglienza della parrocchia di Cereda che ci ha accolto nelle sue strutture. Pro-prio lì, del resto, è cresciuto il santo vescovo Giovanni Antonio Farina, fondatore delle suore dorotee: il suo ricordo ci ha fatto compagnia e ci è modello per il nostro cammino di vita.Di questa uscita a Cereda ci ricor-deremo non solo dell’attività fatta e dei frutti della verifica, ma soprat-tutto della voglia di stare insieme che ci contraddistingue: siamo ra-gazzi che, attorno a un falò, man-giano e si divertono assieme, pen-sando in grande alla propria vita con il Signore Gesù.

Francesco Bruni

Sotto:La Comunità Giovanile in

uscita a Cereda

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13 giugno 2017 | Chiesa Viva |

Attività, gioco e tanta gioia!Week-end in Seminario

S abato 22 e domenica 23 aprile scorso è stato un fine settimana

molto speciale perché circa cinquanta ragazzi hanno vissuto in Seminario un fine settimana di giochi organizzati, attività, condivisioni, partite di calcio, momenti di preghiera e molto altro. Il grande gruppo era composto dai ra-gazzi dei due percorsi vocazionali che durante l’anno si trovano in Seminario in domeniche diverse, ma che nel mese di aprile s’incontrano assieme per fa-cilitare una conoscenza reciproca. Da una parte c’è il cammino del gruppo Chiamati per Nome, rivolto ai ragazzi dalla quarta elementare alla terza me-dia che si affacciano con le loro fami-glie per la prima volta in Seminario, e dall’altra troviamo i seminaristi delle medie del Cammino Vocazionale Da-

vide che, dopo aver vissuto l’esperienza dei Chiamati per Nome, hanno scelto di impegnarsi nel cammino vocazionale proposto dal Seminario e qui trascor-rono abitualmente un fine settimana al mese. Il mese di aprile è stato dunque il tempo per far incontrare per la prima volta durante l’anno queste due espe-rienze e il risultato finale è stato sor-prendente: questi cinquanta ragazzi, che per lo più non si conoscevano, si sono ritrovati in Seminario e sembrava fossero insieme da sempre! Le attività di gioco, il clima di gioia e di festa, la fraternità dei pasti condivisi hanno via via aumentato l’affiatamento iniziale, a tal punto che domenica pomeriggio, al momento di salutarsi dopo la S. Messa con le famiglie, per qualcuno è stato difficile salutarsi e tornare a casa.

Questo momento di incontro è sta-to prezioso anzitutto per i seminaristi del Cammino Vocazionale Davide, che hanno avuto modo di raccontare la loro esperienza ai ragazzi dei Chiamati per Nome; questi ultimi, invece, hanno sperimentato per la prima volta cosa significhi vivere un fine settimana al mese in Seminario. Ecco anche perché l’esperienza del weekend è stata molto attenta a presentare e a far vivere tutti gli appuntamenti che scandiscono un normale fine settimana del Cammino Vocazionale Davide: l’arrivo, le partite di calcio, le serate, la sveglia, i pasti, le varie attività, la preghiera... Ringraziamo il Signore per questa bel-la ventata di gioia che ci ha donato e accompagniamo con la nostra preghie-ra e vicinanza tutti questi ragazzi, as-sieme alle loro famiglie. Lo Spirito di Dio non smetta di soffiare nelle nostre comunità cristiane e in modo partico-lare tra i nostri ragazzi, affinché la gioia condivisa in Seminario da questi cin-quanta possa anche essere la gioia di molti altri!

don Alberto Dinello

Attività e giochi del weekend in Seminario del Cammino

Vocazionale Davide e del gruppo Chiamati per nome

Maria ci insegna che il rapporto con Dio si gioca essenzialmente nel silenzio, nell’interiorità del nostro animo. Il che non signifi-ca, necessariamente, ritirarsi in qualche luogo deserto, isolarsi dal mondo e dalla vita concreta, ma significa vivere la nostra esistenza – quella di tutti i giorni – di fronte a Dio, nell’ascolto della Sua Parola.

(vescovo Beniamino)

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14 | Chiesa Viva | giugno 2017

Q uest’anno in un gruppo di 11 giovani abbia-mo deciso di passare la Pasqua in Giordania

e vivere un’esperienza forte. Accompagnati da Da-rio Dalla Costa, don Lorenzo Dall’Olmo, della Pa-storale Giovanile diocesana, e da Tommaso e Gio-vanni, membri dell’associazione Non Dalla Guerra e organizzatori del viaggio, abbiamo trascorso 12 giorni all’insegna della condivisione. Nelle due parrocchie dove la Caritas Giordana ci ha ospi-tato abbiamo svolto attività di animazione con i bambini siriani e abbiamo avuto la possibilità di conoscere famiglie di profughi siriani e iracheni. Ci hanno raccontato le loro storie e sofferenze, ma anche sogni e speranze, aiutandoci a comprendere la realtà, al di là di quello che i media fanno vedere. Troppo spesso, infatti, ci si dimentica che die-tro ai numeri ci sono volti, voci che chiedono di essere ascoltate e che rivendicano dignità. Dal punto di vista spirituale, abbiamo trascorso il

L a chiesa parrocchiale di Cresole accoglierà il 10 giugno, alle 20:30, i giovani che du-

rante l’estate partiranno per vivere un’esperien-za in missione. Sono giovani che provengono da diverse realtà diocesane e che desiderano vivere insieme un momento di preghiera e di riflessione prima della partenza. Da alcuni anni questo desiderio si concretizza nella “ve-glia dell’invio”, che è anche l’occasione per incontrarsi tra giovani che, pur avendo fatto percorsi diversi, nutrono lo stesso desiderio di conoscere altri popoli condividendo la vita dei nostri missionari. Per questo trascorreranno le loro vacanze (o periodi più lunghi) lontano da casa e dagli affetti, lasciando fuori dalla valigia egoismi, pregiudizi, presunzioni e altri aspetti negativi dai quali tutti rischiamo di essere abi-tati. Ognuno porta con sé le motivazioni che lo hanno spinto a mettersi in cammino verso questa esperienza, ma ciò che li unisce e li ac-comuna è la voglia di esprimere amore verso il prossimo, di conoscere con rispetto altre cultu-re, di mettere umilmente il proprio tempo e le

proprie capaci-tà a servizio di chi può offrire in cambio solo un sorriso. La radice profon-da di questo desiderio è l’incontro con il Dio di Gesù, che abbatte ogni barriera, ci fa sentire parte di una sola grande famiglia umana e ci mette in cuore il sogno di un mondo più giusto e fraterno. La presen-za del Vescovo in questo momento che precede la partenza esprime l’importanza che questa esperien-za riveste non solo per chi parte ma anche per tutta la comunità ecclesiale, chiamata oggi ad essere sem-pre più aperta, sempre più missionaria, sempre più impegnata a costruire ponti di fraternità e di pace.

Federico Costa

Giovani e MissioneCon il vescovo la veglia d’invio

Pasqua in GiordaniaUn’esperienza forte di fraternità

Triduo Pasquale con la comunità cristiana di Amman e i profughi iracheni. È stato importante per noi vede-re lingue, persone e culture differenti incontrarsi nello stesso luogo, accomunate tutte dalla stessa fede. Perché, come ha detto papa Francesco alla GMG di Cracovia, “la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chia-ma fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia”.

I giovani del viaggio di Pasqua in Giordania

“Mi vengono in mente le parole che Dio rivolse ad Abramo: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). Queste parole sono oggi indiriz-zate anche a voi, carissimi giovani! Quando Dio disse ad Abramo «Vattene», che cosa voleva dirgli? Non certamente di fuggire dai suoi o dal mondo ma di lasciare tutto per andare verso una terra nuova. Qual è per noi oggi questa terra nuova, se non una società più giusta e fraterna che voi desiderate profondamen-te e che volete costruire fino alle periferie del mondo?” (dal messaggio del Papa per il Sinodo dei giovani)

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15 giugno 2017 | Chiesa Viva |

Giugno 2017

AGENDA E APPUNTI

MISSIONARI VICENTINICORNEDO: NN 300,00 – LONIGO: REAL COLOR SRL 3.000,00 - MA-DONNA della PACE in VICENZA 900,00 - MILANO: BERTOLOTTI RUG-GERO 100,00 - S. AGOSTINO in VICENZA: in mem. di MARIA PERI-NETTO TESCARO 25,00 - VALDAGNO: BUSATO NERINO e GABRIELLA 380,00 - VICENZA: GUERRA IGNAZIO in mem. del fratello BRUNO 20,00; VALENTINA 20,00; FEDERICO 20,00; NICOLO’ 20,00; MARTA 20,00; EDOARDO 20,00; FILIPPO 20,00; MATTEO 20,00; ISABELLA 20,00; CHIARA 50,00; NN 50,00; ARCARO don GIUSEPPE in occ. del 50° di sacerdozio 1.650,00; BERTI CLAUDIA 50,00; SCARPARI GIO-VANNI BATTISTA 500,00 - VILLAGANZERLA: NN 1.975,00.

LEBBROSIS. ANTONIO in MAROSTICA: GRUPPO MISSIONARIO 200,00.

BORSE di STUDIO al CLERO INDIGENOS. ANTONIO in MAROSTICA: NN in mem. defunti 100,00 - S. BER-TILLA in VICENZA: GRUPPO MISSIONARIO 150,00 - S. URBANO di MONTECCHIO MAGGIORE 1.000,00.

OFFERTE A TUTTO APRILE 2017

RICORDIAMO CON RICONOSCENZADe Rossi Maria Zita ved. Granziero

La salutiamo e la ringraziamo insieme con le co-munità di S. Germano dei Berici, Asigliano Veneto, Villaga e Lonigo, dove ha lavorato e vissuto lascian-do ovunque il segno della sua fede semplice e forte. Esprimeva e nutriva la sua convinta appartenenza ecclesiale partecipando alla vita dell’Azione Cattoli-ca ed anche leggendo e diffondendo Chiesa viva, la

Voce dei Berici e Avve-nire, che metteva sem-pre a disposizione sui tavoli della sua attività commerciale. Ringra-ziando il Signore per la sua testimonianza di sposa e di madre cristiana, la affidiamo alle mani materne del-la Madonna di Monte Berico, della quale era molto devota.

3 giugno

10 giugno

CONVEGNO NAZIONALE DEI CENTRI MISSIONARI

Fiori di Bontà

Ordinazione sacerdotale Cattedrale di Vicenza, ore 16.00

Adorazione eucaristicaVilla S. Carlo, Costabissara, ore 15.00 - 18.00

VEGLIA D’INVIO dei giovani in partenza per un’esperienza missionaria Chiesa parrocchiale di Cresole, ore 20.30

A quasi due anni dal Convegno Ecclesiale di Firenze (novem-bre 2015) sono chiamati a riunirsi i responsabili dei Centri Missionari Diocesani per ripensare la progettualità missiona-ria della Chiesa italiana alla luce dell’Evangelii gaudium. Il tema infatti riprende le parole di papa Francesco a Firenze: “SOGNATE ANCHE VOI CON ME QUESTA CHIESA”. Un appello al quale siamo chiamati a rispondere con rinnova-to impegno, personale e comunitario. Tre saranno le parole che guideranno il Convegno, in programma a Sacrofano nei giorni 8 – 10 giugno: USCIRE, PROGETTARE, SOGNARE..

FRANCESCO RENDE OMAGGIOa don Mazzolari e a don Milani

A 50 anni dalla morte, il papa andrà a pregare a Barbia-na, in quel fazzoletto di terra che custodisce la povera tomba di d. Lorenzo Milani, il “priore” che dedicò la sua breve vita al servizio e al riscatto degli ultimi. Dopo tante richieste, è proprio Bergoglio a riconoscere la grandezza del prete Milani, maestro di fede, che da Barbiana – an-cora oggi un luogo fatto di nulla – continua a parlare e ad insegnare.Nello stesso giorno, il 20 giugno, il papa farà visita anche alla tomba di d. Primo Mazzolari, il parroco di Bozzolo. E anche questa segnerà il riscatto di una figura non sem-pre compresa nella sua radicale adesione al Vangelo; una figura a cui “si stentava a tenergli dietro”, come diceva Paolo VI. Un sacerdote tutto di un pezzo, in piena sintonia con il richiamo di papa Francesco a vedere i poveri come una ricchezza e a lasciar loro la parola.

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