2017 VICENZA IN MISSIONE hiesa Viva - WebDiocesi · Sap-piamo però che è davvero necessario...

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VICENZA IN MISSIONE hiesa Viva Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB Vicenza SETTEMBRE 09 2017 CONVEGNO DEI GRUPPI MISSIONARI Sabato 23 settembre, in Seminario MOZAMBICO I Vescovi a difesa della Terra ESPERIENZE Quando la fede è giovane

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CONVEGNO DEI GRUPPI MISSIONARISabato 23 settembre, in Seminario

MOZAMBICOI Vescovi a difesa della Terra

ESPERIENZEQuando la fede è giovane

EDITORIALE

2 | Chiesa Viva | settembre 2017

EDITORIALE

D obbiamo ammetterlo: noi italiani non co-nosciamo la Bibbia. Noi cattolici italiani non conosciamo la Bibbia. Tutti l’abbia-

mo nelle nostre case, forse anche in edizioni eleganti che fanno bella mostra di sé sugli scaffali, ma non la frequentiamo. Ogni domenica, è vero, la Parola di Dio viene proclamata nella comunità cristiana, ma non basta a creare quella familiarità necessaria ad illuminare i sentieri della vita. “In un tempo di alfabetizzazione generale – è stato detto in occasio-ne dell’ultimo Festival Biblico – è inaccettabile che i cattolici restino analfabeti della Bibbia”. Per questo papa Francesco, nel suo intervento di chiusura del Giubileo straordinario della Misericordia, ha espres-so “vivo desiderio che la Parola di Dio sia sempre più celebrata, conosciuta e diffusa, perché attraverso di essa si possa comprendere sempre meglio il mistero di amore che promana da quella sorgente di mise-ricordia”. E suggeriva ad ogni comunità di dedica-re “interamente alla Parola di Dio una domenica dell’anno liturgico, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo”. Raccogliendo questo invito di Francesco, la Famiglia Paolina e la Comunità di Sant’Egidio si sono fatte promotrici di una “Giornata

mondiale della Parola di Dio”, capace di coinvolgere l’intera comunità ecclesiale, suggerendo la domeni-ca più vicina al 30 settembre, memoria liturgica di S. Girolamo, il grande Padre della Chiesa che alla Scrittura dedicò tutta la sua vita. Non sappiamo se e come questa proposta verrà accolta e realizzata. Sap-piamo però che è davvero necessario ritrovare la sete e l’amore per quella Parola con la quale “Dio parla ancora oggi con noi come ad amici, si intrattiene con noi per donarci la sua compagnia e farci sperimenta-re concretamente la sua vicinanza”.Il mese di settembre ci ricorda un’altra verità, im-portante e trascurata. Si apre infatti con la Giornata per la Custodia del Creato, giunta per noi alla 12° edizione. È sotto gli occhi di tutti la necessità di mo-dificare radicalmente il nostro rapporto con il Creato e con la Terra: ne va della nostra stessa sopravviven-za. Ai credenti si aggiunge una ragione di più. “Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio” (Laudato sì, 84). Ed è solo la sua Parola che può educarci lo sguardo e il cuore e farli capaci di scoprire nel Creato un segno di Colui che ce lo dona. “Del Creatore posso leggere nelle pagine sacre, sua prima lingua, ma non ne so la voce, il corpo che la dice. L’unico indizio a sua favore è lo spargimento della bellezza, fino a scialacquarla, troppa e immeritata. Potrebbe essere la traccia di una volontà, sua firma diffusa” (Erri De Luca).

Gli alfabeti di Dio

L’intenzione del mese:Per le nostre parrocchie perché, animate da spirito mis-sionario, siano luoghi di comunicazione della fede e testimonianza della carità.

Redazione: Piazza Duomo, 2 - 36100 VicenzaTel. 0444 226546/7 - Fax 0444 226545

Portale Internet: www.missioni.vicenza.chiesacattolica.it

E-mail: [email protected]

c.c.p. 001006251514 intestato a: “Diocesi di Vicenza - gestione missioni”

Direttore responsabile: Lucio Mozzo

In Redazione:Direttore: Arrigo GrendeleSeminario: Massimo FrigoPagina dei ragazzi: Massimiliano BernardiMigrantes: Michele De Salvia

Anno LI I

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Aut. Trib. di Vicenza n. 181 del 4/12/1964 Iscr. reg. naz. della stampa n. 12146 del 9/10/1987

In copertina: Cappella della Madonna di Vitaleta, S. Quirico d’Orcia)

Progetto grafico/Impaginazione: Dilda Design - Vicenza

Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero - Vicenza

Rivista di informazione e animazione missionaria e diocesana, destinata soprattutto alle famiglie, che possono dare una offerta per le Opere Missionarie ed il Seminario (si propongono circa 10,00 euro)

don Arrigo GrendeleDirettore

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092017

CONVEGNO DEI GRUPPI MISSIONARISabato 23 settem-bre, in Seminario

MOZAMBICOI Vescovi a difesa della Terra

ESPERIENZEQuando la fede è giovane

3settembre 2017 | Chiesa Viva |

Ad ascoltare Gesù, la messe è sempre molta, ma spesso noi – che pure ci fidiamo della sua parola – fatichiamo non poco ad essere d’ac-cordo con lui. Lui alzava lo sguardo e vedeva campi biondeggianti di messe matura, e folle assetate di una parola di vita; noi ci guardia-mo attorno e a stento troviamo qualcuno che ci chieda ragione della nostra fede o che ci do-mandi Vangelo. Lui vedeva sementi capaci di produrre “ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno” nello striminzito palmo di terra che resisteva tra i sassi; noi più facilmente ve-diamo solo sassi e semente sprecata.E’ vero, i tempi sono diversi, la realtà è pro-

fondamente cambiata. Ma siamo sicuri che la stagione che Gesù ha attraversato fosse più fa-vorevole di quella che a noi è dato di vivere? Non si direbbe, a vedere l’esito della sua vicen-da terrena. E poi, è mai possibile che il vasto mondo di oggi sia terreno incapace di accoglie-re gli infiniti “semi del Regno” che Dio genero-samente non cessa di spargere in ogni tempo e dovunque? Queste sono le domande, scomo-de e belle, che ci pone il prossimo Ottobre Mis-sionario, e che cercheremo di guardare a viso aperto nel Convegno di settembre. Certi che anche “il mondo d’oggi ha essenzialmente bi-sogno del Vangelo di Gesù Cristo” ed è capace di accoglierlo, come ci mostrano innumerevoli testimonianze di riconciliazione, di fraternità e di condivisione.

IL PROGRAMMA

IL TEMA: “La messe è molta...”

Continua a seminare

Semina sempre

nelle stagioni della vita:

semina quando il sole sorge

e la luce danza nei campi.

Semina sempre

nei passaggi della vita:

quando sei giovane

e cerchi il tuo futuro

quando sei vecchio

e speri in un abbraccio.

Semina nella Chiesa

le parole del Vangelo

che diventi più povera

e contenta

mai più legata ai giochi

del potere.

Semina la tenerezza,

sempre

sana le ferite, dai il perdono

e abbraccia il tuo nemico.

Semina la giustizia

in ogni cosa

nelle piccole scelte

di ogni giorno

spezza tutte le mafie

e i sistemi di violenza.

Semina Pasqua

anche quando è inverno

semina sempre,

anche controvento:

il fiore sboccerà,

rifiorirà la terra.

Ma tu continua,

semina ancora

l’aurora nasce e il seme

ormai matura.

(Comunità di S. Nicolò all’Arena,

Verona)

IL CONVEGNO DEI GRUPPI E DEGLI ANIMATORI MISSIONARISi svolgerà nel pomeriggio di sabato 23 settembre, negli spazi del Seminario Antico. Rifletteremo insieme sul tema e lo slogan scelti dall’Ufficio Nazionale per la Cooperazione tra le Chiese per la Giornata Missionaria Mondiale 2017 e per il nuovo Anno pastorale: “La messe è molta… ma noi cosa vediamo?”. Sono invitati tutti coloro che hanno a cuore l’animazione missionaria delle nostre comunità.

QUANDO : sabato 23 settembre, pomeriggioDOVE : ospiti del Seminario Antico. Ingresso auto da via Rodolfi, fronte Ospedale S. BortoloOR ARI : 14.30 - 18.00

• 14.30: accoglienza

• 14.45: Preghiera d’inizio e introduzione

• 15.00 - 16.00: Riflessione biblica di Cristiana Santambrogio. - pausa

• 16.30 – 17.30: “IL VANGELO DELLA GIOIA”- narrazione teatrale di Marco Campedelli (Teatro Mondo Piccino – Nino Pozzo)

• 18.00: i programmi del nuovo anno pastorale - Conclusioni

4 | Chiesa Viva | settembre 2017

Per volontà di papa Francesco si celebra ogni anno il primo settembre - la stessa data in cui la cele-bra anche la Chiesa ortodossa. È il primo frutto dell’enciclica Laudato si. “La spiritualità non è di-sgiunta dalla natura, ma piuttosto vive in comu-

nione con essa”, “essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di una vita virtuosa”, ha scritto papa Francesco. Per l’occasione, noi dedichiamo queste pagine alla lettera pastorale dei Vescovi del Mozambico sui problemi della terra.

I Vescovi del Mozambico, con un coraggio profetico che ha sorpreso molti, nella loro ultima assemblea plenaria hanno affrontato con grande attenzione uno dei maggiori problemi del Paese: quello della terra. Ne è uscito un documento dal

titolo evocativo: “Ai tuoi discendenti darò questa terra” (Gn 12,7).Sollecitati dalla testimonianza di tanti uomini e donne incontrati durante le visite alle parrocchie disseminate in tutto il territorio nazionale, i vescovi stavolta hanno deciso di assumere una posizione ferma e chiara. Non per fare della politica - come loro stessi hanno dichiarato -, ma per mettersi dalla parte degli indifesi, cioè della stragrande maggioranza della popolazione.In Mozambico, a mancare non sono le leggi: la Costituzione stessa dice che la terra è proprietà dello Stato e che non può essere venduta. Eppure il commercio della terra avviene alla luce del sole, e spesso proprio da parte dalle Autorità. Quali sono gli in-teressi oscuri che stanno guidando il Paese? - si chiedono i vescovi - Perché si mira a difendere solo alcune persone o il capitale?

Mozambico: i vescovi a difesa della terra

GIORNATA PER LA CUSTODIA DEL CREATO

pagine a cura di d. Maurizio Bolzon

5settembre 2017 | Chiesa Viva |

Per la Chiesa italiana quella di quest’an-no è la 12° Giornata, la cui celebrazione sarà ospitata il 3 settembre dalla diocesi di Gubbio. Il documento elaborato per la CEI dalle tre Commissioni competenti

porta un titolo che prende spunto dallo stupore di Giacobbe: “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”: Viaggiatori sulla terra di Dio

La situazione interna del Mozambi-co e la congiuntura internazionale

sono all’origine di vaste operazioni di marketing della terra: sembra non ci sia altra soluzione per far fronte alla sempre crescente domanda di materie prime, di fonti energetiche e di terre coltivabili. L’agri-business, l’estrazio-ne delle risorse minerarie, la produ-zione di biocombustibili e la realizza-zione di mega-progetti non accenna-no a placare la loro fame di terre.«Si calcola che, dal 2000 al 2013, 56 milioni di ettari di terra africana sia-no stati venduti o ceduti a stranieri. E questo indica come le imprese e i governi dei Paesi industrializzati cer-

chino in Africa la risposta alla crisi energetica e alimentare dei propri Paesi, piuttosto che contribuire alla soluzione dei problemi degli africani e dei mozambicani.» «Nel quadro di queste politiche, molti dei nostri fratelli contadini sono “invitati” a passare da un’agri-coltura familiare all’impiego presso imprese straniere. Ma poiché la tecnologia dell’agri-business non richiede molta manodopera, la promessa di lavoro funziona solo come meccanismo di persuasione, affinché le famiglie contadine cedano i loro campi agli in-vestitori senza proteste né resistenze. D’altro lato, l’agri-business è finaliz-zato alle esportazioni, cosicché il con-tadino è destinato a rimanere senza terra, senza lavoro e senza cibo, che poi dovrà acquistare a prezzo di mer-cato.» «Inoltre, il modello economico

Dal 2000 al 2013, 56 milioni di etta-ri di terra africana sono stati vendu-ti o ceduti a stranieri

«L a terra ci chiede di tracciare li-nee di azione nella nostra vita

personale, sociale, economica e poli-tica che contribuiscano a rendere la nostra terra più abitabile e la nostra convivenza più fraterna. Non dobbia-mo accettare una società la cui eco-nomia sia centrata sull’idolatria del denaro. Non collaboriamo con un’e-conomia che uccide. Non dobbiamo accettare di assistere alla distruzione massiccia di foreste, piante e anima-li. Educhiamo le nuove generazioni ai valori, non solo alle competenze: compassione, empatia, solidarietà, senso della giustizia. Solo così riusci-remo a costruire la società di cui ab-

biamo bisogno.»«Non restiamo ciechi e sordi di fronte alla re-altà sociale, politica ed economica del Paese»: ognuno faccia la sua parte: combattiamo il “si salvi chi può”! Voi, sacerdoti, religiosi, religiose, che vive-te accanto al popolo e ne conoscete le sofferenze e le necessità, abbiate mag-giormente il coraggio di identificare le situazioni di ingiustizia nei confronti dei contadini e di operare in loro dife-sa! E voi, agenti della comunicazione sociale, siate portavoce del popolo e amplificatori delle sue preoccupazio-ni e non lasciate che vi costringano a ingannarlo con mezze verità. Diamo vita ad «una effettiva Riforma Agra-ria per correggere l’impatto negativo

delle attuali politiche agrarie sulle co-munità rurali e su tutto il Paese, una riforma agraria e sociale che riconcili tutti i mozambicani come membri di una stessa Nazione (dopo mezzo se-colo di conflitti fratricidi, ndr), e che permetta la distribuzione equa delle ricchezze concesse da Dio al Paese a beneficio di tutti.In effetti, non ci sono due crisi sepa-rate, una ambientale e un’altra socia-le, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale».

capitalista-neoliberista e la globaliz-zazione spingono a consumare sem-pre più prodotti di cui finora non si sentiva il bisogno. Consumo di mas-sa, poi, significa produzione di mas-sa: da cui l’esaurimento rapido delle risorse naturali non rinnovabili.»

La terra in agonia

La terra spera in noi

6 | Chiesa Viva | settembre 20176

F in dalla sua nascita l’Istituto dei Missionari Comboniani è composto sia da sacerdoti che

da “fratelli coadiutori”, uomini di diversa nazio-nalità, senza voti religiosi ma vincolati da un giu-ramento di appartenenza e fedeltà all’Istituto e alla sua missione. Ai Fratelli Comboni chiedeva di essere “segno del Regno di Dio” con il lavoro delle loro “ruvide mani”. Quando Comboni muore, il 10 ottobre del 1881, a soli 50 anni, i missionari sono trentacinque, e le suore, il cui Istituto viene fondato nel 1872, sono quarantuno. Nel 1885 l’I-stituto si trasforma in Congregazione religiosa, e si rende via via operante con le sue comunità in Europa, in Africa, nelle Americhe, in Asia. Oggi i missionari comboniani sono 1540, di quaranta-quattro nazionalità differenti, e operano in 43 Pa-esi (18 in Africa, 12 nelle Americhe, 9 in Europa e 4 in Asia). I comboniani di origine italiana (tra i quali numerosi quelli provenienti dalla diocesi di Vicenza) sono 592: undici vescovi, 472 sacerdoti

I missionari comboniani delle diverse circo-scrizioni, accompagnati da rappresentanti

della Famiglia Comboniana, si sono riuniti per celebrare i 150 anni dell’Istituto, nato a Verona il 1 giugno 1867 dal grande sogno di Daniele Comboni: l’evangelizzazione del continente africano. Per la realizzazione di questo sogno Comboni desiderava una fa-miglia di missionari che fossero: disposti a donare alla missione tutta la loro vita; “cat-tolici”, cioè non prigionieri di logiche nazio-nalistiche; innamorati di Dio e dei popoli, facendo causa comune con i poveri. Guar-dando alla lunga strada percorsa, i missionari comboniani hanno riconosciuto con gratitu-dine la fedeltà di Dio, riflessa nella generosa fedeltà di tanti confratelli, di ieri e di oggi, al Vangelo, a Comboni, alla missione ardua, alla preghiera, alla povertà evangelica, al po-polo di Dio e all’internazionalità.Nel messaggio messo a punto in occasione della celebrazione romana dell’anniversario, i missionari comboniani hanno guardato con coraggio e fiducia alle sfide che stanno

davanti: l’invec-c h i a m e n t o dei membri dell’istituto, il calo del-le vocazio-ni, i nuovi modi di pensare e di vivere la m i s s i o -ne, un nuovo ruolo da assu- mere all’interno del-le chiese locali. La riconfigurazione dell’istituto – hanno scritto - passa attraverso quattro cammini: la mistica, l’umiltà, la fraternità e la ministerialità. Che significano: crescita nella capacità spirituale di leggere la presenza di Dio nella storia dei popoli e nei volti delle persone; passaggio deciso dal pro-tagonismo alla testimonianza, nella convinzione che oggi più che mai conta non “fare missione”, ma “essere missione”; crescere nella qualità delle relazioni comunitarie; migliore qualificazione nei diversi campi dell’evangelizzazione.

Comboniani / 1La missione come unico orizzonte

“Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena essere buoni e onesti. Già troppo a lungo ci siamo presi gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà, ed è arrivato il

Comboniani / 2La “Famiglia” Comboniana

e 105 fratelli. Insieme con loro operano le suore mis-sionarie comboniane, le secolari missionarie combonia-ne, le laiche e i laici che camminano spinti dallo stesso sogno e carisma di Daniele Comboni. Dal 2015, per la prima volta nella storia, a guidare la Congregazione è un africano, l’etiopico Tesfaye Tadesse Gebresilasie.

FRATERNITÀ

7settembre 2017 | Chiesa Viva |

N el 2017, tredici donne sono state insignite

del Premio internazionale Donne coraggiose. Tra di loro suor Carolin Tahan, salesia-na siriana, che ha ricevuto il premio per il suo coraggio nel servire le persone colpite dal conflitto che insanguina la Siria. Nata ad Aleppo, suor Carolin è suora salesiana dal 2009; dal 2007 è responsabile della comunità di Damasco e direttrice della scuola italia-na. “Ma io sono siriana, sto lavorando per la mia patria, e non ho nessun merito, faccio le cose che devo fare”, ha dichiarato, precisando che, come lei, sono tante le donne siriane che in silenzio e con determinazione compiono quotidianamente gesti con-creti di accoglienza e cura, di ascolto e di sostegno, supe-rando il conflitto con scelte di perdono e rischiando spes-so in prima persona. Sono tanti i progetti portati avanti, rivolti soprattutto a donne e bambini. “Sono loro i prota-gonisti dei progetti, precisa ancora. Accoglienza, aper-tura, dialogo, ascolto: gesti quotidiani per costruire ponti di pace. Un lavoro paziente e tenace, e molto importante anche se non fa notizia”.

Siria / 1Padre Paolo Dall’Oglio: la profezia messa a tacere

Siria / 3Il coraggio di diffondere pace

ai suoi cari alla vigilia dell’or-dinazione diaconale: prete, nella Chiesa, in dialogo”. A questa missione – “preparare il giorno del riconoscersi di tutti i figli di Abramo nell’u-nica Via, la Misericordia del Padre” – Paolo è rimasto fe-dele con costanza e con stra-ordinario coraggio umano e spirituale, consegnando a tutti noi un’eredità durevole e preziosa.

I l primo libro collettivo sul pensiero e la vita di padre

Paolo Dall’Oglio ci sollecita e ci aiuta a non dimenticare la testimonianza di questo mis-sionario “sparito” a Raqqa, in Siria, il 29 luglio 2013. Da quel giorno nessuna notizia attendibile si è più avuta su di lui. “La Siria – si legge nel libro – è la terra che mi ha stregato fin dalla prima volta che ci sono passato da turista nel 1973, quando avevo 19 anni. Ho stampato nella mia immaginazione le asperità attraenti delle sue montagne mentre studiavo l’arabo, l’i-slam e il cristianesimo orien-tale a Damasco nel 1980”. All’epoca del suo primo ar-

rivo in Siria negli anni Ottanta, una vecchia guida della regione ave-va indicato al gesuita l’e-sistenza delle rovine di un antico monastero, a Est della strada che colle-ga Damasco con Homs. Quando vi arrivò, nell’agosto del 1982, un pò di proposi-to e un pò per caso, decise di rimanere a Deir Mar Musa. La ricostruzione del mona-stero, la fondazione di una nuova comunità monastica, la preghiera e l’accoglienza, i mille incontri e i dialoghi religiosi, sotto l’unica “tenda di Abramo”, divennero tutta la sua vita. “La mia missione è in tre parole – aveva scritto

Siria / 2L’incredibile storia di Cristina

È una storia a lieto fine quella di Cristina, la bambina irachena sequestrata all’età

di tre anni nel 2014 a Qaraqosh (Nord Iraq) dai miliziani del Daesh. Una storia che parla di orrore, e che riguarda centinaia di donne e bambine considerate “eretiche”, e perciò trattate alla stregua di oggetti. Cristiane, ma anche yazide e musulmane sciite. Ma anche la storia di una speranza che alla fine non viene delusa.Nell’agosto del 2014 Cristina viene strappa-ta dalle braccia della madre. I miliziani del Daesh intimavano ai cristiani di lasciare il villaggio, minacciavano di continuo, vole-vano che tutti si convertissero all’islam. Gli adulti vengono deportati a Erbil, e di Cristi-na si perdono le tracce: rapita e venduta. Nel 2015 una delegazione di frati della Basilica di San Francesco di Assisi incontra la madre

nel campo profughi e lancia un appello, ma per altri due

anni di Cristina non si sa nulla. Poi tutto ac-cade all’improvviso. Dopo la liberazione di alcuni quartieri di Mosul, la foto di Cristina viene riconosciuta dalla famiglia musulmana che l’aveva presa con sé, proteggendola e ri-fiutandosi di rivenderla una seconda volta. E così Zaynab, divenuta nel frattempo la decima figlia adottiva di questa famiglia musulmana che le ha salvato la vita, può riabbracciare i genitori. «Questa famiglia musulmana ha compiuto un gesto molto bello», è il commen-to del padre rogazionista che ha raccontato la storia di questa bimba, «ha sentito il dovere umano di custodirla».

momento di riconoscere che questa allegra superficialità è servita a poco.Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce per metter-ci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà” (Laudato sì, n. 229)

8 | Chiesa Viva | settembre 2017

“Cari giovani, non siamo venuti al mondo per ‘vegetare’, per passarce-la comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’impronta. E’ molto triste passare nella vita senza lasciare un’impronta… Gesù non è il Signore del comfort, della sicurezza e della comodità. Per seguire

Il movimento è cresciuto in fretta, fino a contare oggi una cinquantina di missioni e 90 case con circa 600 volontari permanenti, tra i quali anche coppie con figli e sacerdoti. Un impegno che non sarebbe possibile senza quella fitta rete di sostegno, fatta di singoli e di gruppi, assai attiva tra di noi e in Italia. Da sempre infatti OMG fa rima con fatica e sacrifi-cio, ma anche allegria e vita comunitaria. “Ma l’av-ventura della carità – ripete padre Ugo – è la via più autentica e sicura perché qualcuno possa incontrare il Signore nel cammino della vita”.

È arrivato al giro di boa del mezzo secolo di vita il movimento di volontariato mis-

sionario giovanile “Operazione Mato Gros-so” (Omg), ben presente e attivo anche nel-la nostra realtà vicentina. È nato infatti nel 1966 da un’intuizione del salesiano Ugo De Censi, a pochi mesi dalla pubblicazione della Populorum progressio di Paolo VI, l’encicl-ca che ha spalancato alla Chiesa le immani problematiche delle povertà e delle ingiusti-zie sociali. Padre Ugo, che già lavorava con i giovani, ha capito che per rispondere al loro bisogno di autenticità, di concretezza, di pro-tagonismo, di giustizia e di solidarietà, era necessario coinvolgerli direttamente e “pro-vocarli” aprendo loro gli occhi sui poveri.

P er la prima volta un Paese dove i cattolici sono una piccola mi-

noranza (meno di 8 milioni su 260 milioni di abitanti per lo più musul-mani) ha ospitato la 7° edizione della Giornata asiatica dei giovani cattoli-ci. È avvenuto nella diocesi di Sema-rang, isola di Giava, dove dal 30 luglio al 9 agosto si sono riuniti per il loro incontro con-tinentale circa duemila giovani cattolici di 24 Stati dell’Asia. I numeri non sono quelli im-ponenti di una Gmg, ma si è trattato comun-que di un evento molto significativo, perfet-tamente adeguato all’esperienza dell’Indone-sia, Paese di grande varietà etnica e religiosa alla ricerca della convivenza e dell’armonia, e del tutto in linea con l’ideale di dialogo sul quale tanto insiste papa Francesco.Lo dice chiaramente il tema scelto per la Giornata 2017: “Gioventù gioiosa dell’Asia! Vivere il Vangelo nell’Asia multiculturale”. E lo sottolinea altrettanto chiaramente la scelta della diocesi di Semarang come sede dell’ap-

puntamento. La città di Yogyakarta, che ospita la sede arcivescovile è una delle località a maggiore vocazione multiculturale dell’arcipelago, e il suo primo vescovo – uno dei cinque cattolici rico-nosciuti come “eroi nazionali” – era noto per il motto: “Cento per cento indonesiano e cento per cento cattolico. È inoltre nota come “città degli studenti” e “città della cultura”, per i tanti giova-ni che vengono a studiare nelle sue scuole e uni-versità, alcune delle quali di ispirazione cattolica. Invitando nell’arcipelago i giovani dell’Asia si è voluto testimoniare anzitutto la convinzione che camminare insieme, nel rispetto delle differenze, e affrontare insieme le sfide della vita quotidiana non solo è possibile, ma è bello ed è qualcosa che ha dell’incredibile.

IndonesiaDove la fede è giovane

Operazione Mato GrossoL’avventura della Carità

9settembre 2017 | Chiesa Viva |

Gesù bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi di cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzon-ti capaci di contagiare la gioia che nasce dall’amore di Dio”

(Francesco, GMG Cracovia 2017)

a tutti coloro che desiderano vivere questa esperien-za, a condizione che abbiano un’e-tà compresa tra i 19 anni (compiu-ti) e i 35. Ognuno porterà con sé le motivazioni che lo hanno spinto a intraprendere questo cammino, e il desiderio di mettersi in gio-co nel confronto con gli altri e con gli animatori.Chi desidera raccogliere l’invito si metta in con-tatto con il Centro Missionario Diocesano (Piazza Duomo 2, Vicenza – tel. 0444 226 546 / 7) o con p. Luciano Bicego, presso i Missionari Saveriani di Viale Trento.

R itorna anche quest’anno la proposta “IN-SIEME PER LA MISSIONE”, aperta a tutti

i giovani che desiderano conoscere e condivi-dere la vita dei missionari attraverso una bre-ve esperienza nel tempo ‘liberato’ da impegni di studio o di lavoro. Sono già molti i giovani che in questi anni hanno vissuto con entu-siasmo questa esperienza dopo un necessario percorso di preparazione. Anche attraverso questa proposta la Chiesa vicentina tiene ac-cesa l’attenzione sull’impegno missionario in tutte le sue forme.L’appuntamento d’inizio del nuovo percorso è fissato per il 15 ottobre alle ore 15.00, pres-so la casa dei Missionari Saveriani a Vicen-za, in Viale Trento 199. La proposta è aperta

A tterriamo in Africa immergendoci nel-la notte buia, all’aeroporto di Entebbe

(Uganda) dove ci accoglie p. Silvano Ruaro, felice di conoscerci. Ci impieghiamo 4 gior-ni a raggiungere la Missione di Mambasa in Congo, dove si trova invece p. Dino Ruaro.Viaggiando vediamo capanne costruite con un’anima di bambù e attorno fango. Il tetto nelle case migliori è di lamiera, nella maggio-ranza di foglie. Dieci giorni di permanenza non bastano per credere che le persone abi-tino davvero là dentro. Ovunque bambini di ogni età, donne che trasportano ceste sulla testa e che portano stoffe dai mille colori. A Nduye, nella missione di p. Silvano immer-sa nella verde e imponente foresta, madre natura è davvero evidente. I Pigmei sono alti al massimo 160 cm, hanno lineamenti duri e tatuaggi in volto. Cantano e ballano per noi, dormono dentro a delle capanne diver-se: tonde e ricoperte di foglie di banano. Se un temporale le distrugge il giorno dopo le ricostruiscono. Il dispensario è piccolo, ma i

bambini nascono lo stesso, partorire è così natura-le che non tutte le donne vi si recano, preferiscono restare nelle capanne.All’ospedale di Mambasa la calma e l’attesa del parto contraddistinguono l’evento nascita. Qui Davide installa pannelli solari per la missione, e svolge altri lavori di manutenzione: molti chiedo-no un aiuto per qualcosa. Alla fine la cosa più bella di questa esperienza non è stata solo donare tempo e competenze gratuita-mente, ma conoscere persone speciali che nono-stante tutto danno il massimo per accoglierti, per farti stare bene, per spiegarti anche quello che per noi è difficile da accettare e per volerti bene pro-prio così come sei.

Diamante Antoniazzi e Davide Dal Bianco

Giovani e missioneChi è tornato …

… e chi si prepara a partire

10 | Chiesa Viva | settembre 2017

Buone Pratiche di interrelazione con gli immigrati (58)Buona Pratica è: accompagnare e sostenere le Famiglie in trasformazione

I POPOLI TRA NOI

D al numero precedente di Chiesa Viva, stiamo riflet-tendo sul tema delle “Famiglie in trasformazione” in

vista dell’incontro organizzato in ottobre a cura degli Uf-fici della diocesi Migrantes, Famiglia eAzione Cattolica. Un tema che vede parimenti coinvolte le famiglie di la-voratori italiani come le famiglie di lavoratori prove-nienti da altri paesi del mondo ma qui residenti in for-ma stabile e legale,contribuenti regolari del nostrostesso welfare, vicini di casa e di pianerottolo, con i fi-gli “ nuovi italiani” compagni di banco dei coetanei nel-le nostre scuole. Tutte famiglie “in trasformazione” sia nel loro inter-no di coppia e nel rapporto di coppia con i figli, sia all’esterno per come vengono percepite e giuridicamente regolate.

Quando le cose vanno bene, esemplificano sugge-stive strategie di genitorialità transnazionale, in quanto continuano a prendersi cura dei propri figli pur vivendo lontano da loro, grazie so-prattutto agli straordinari progressi nel campo delle comunicazioni(internet, ski-pe, cellulari). Quando le cose vanno male, vale a dire quando il matrimonio si deistituziona-lizza, le famiglie dei migranti sono nel complesso ancora più vulnerabili.La prof.ssa Laura Zanfrini, esplorando le conseguenze che la migrazione di uno o di entram-bi i genitori determina sugli equilibri di coppia, afferma che il fenomeno migratorio costringe ad una ristruttu-razione delle relazioni di genere, con un carico sempre maggiore sulle don-ne. Con la crisi matrimoniale, per esem-pio, si verifica un nuovo “patto di fi-liazione”, cioè si consolida il rapporto madre-figlio/figlia.Ne consegue la marginalità della figu-ra paterna. Il nucleo monogenitoriale manifesta particolari difficoltà nell’e-sercitare la funzione educativa.

Questo disagio si ripercuote nei pro-cessi di costruzione identitaria delle Seconde Generazioni, che avvertono in forma ansiogena (a) il diverso gra-do di autorevolezza di cui sono inve

stiti i genitori; (b) la distanza tra le culture d’origine e quella italiana; (c) la convinzione di dover con i propri comportamenti “virtuosi” ricompensare la mamma per i sacri-fici che ha fatto per loro. Il senso di inadeguatezza si aggrava di fronte alla crisi economica e alla mancan-za di prospettive professionali. Ne consegue una generazione di adole-scenti precocemente investiti di re-sponsabilità adulte, sui quali le fa-miglie d’origine riversano specifiche attese, fino a far dipendere da essi il proprio sostentamento.

Mamme e figli si trovano allora a fare i conti con una una certa con-cezione della famiglia dove il “noi” prevale sull’io, ossia che arrivano a sacrificare se stesse per il sostenta-

mento del “noi”, del gruppo familiare al-largato, accettando condizioni di lavoro “in nero”, umilianti, degradanti e, talora, illegali in nome di una deprecabile cul-tura della migrazio-ne “costi quello che costi”, serpeggian-te in alcuni contesti del sottobosco so-ciale italiano, che la incentiva e la sfrutta.Le donne e le mam-me immigrate, che nella pratica della vita quotidiana de-

vono assumersi una gamma dispa-rata di compiti, sono spesso vittime di una forma di “triplice invisibi-lità”, dovuta al concorrere di fat-tori relativi alla classe, all’etnia e al genere. Sta ad ogni comunità educante( scuola, parrocchia, ora-torio, amministrazione comunale, ULSS, associazione della società civile) trovare le formule perchè i propri incontri siano organizzati e gestiti con sapienza e discrezione, in modo da visibilizzare il gran la-voro a carico delle donne migranti, favorendo la reciproca conoscenza e il comune impegno nell’ affrontare “la trasformazione” in atto nelle no-stre famiglie.

Luciano Carpo, Migrantes VicenzaCel.: 334 75 63 705

Mail: [email protected]

Nei confronti delle famiglie dei migranti, spesso c’è un’o-scillazione tra due poli: tra chi si dichiara ammirato e chi biasima. C’è chi celebra i migranti (e le migranti) come eroi che si sacrificano per il bene dei loro figli e della loro patria o, al contrario, chi li biasima per aver “abbandonato in patria” i propri figli (o non seguirli secondo i “canoni italiani”). Entrambi i poli manifestano modalità poco op-portune per accompagnare e sostenere le famiglie in mi-grazione.

Meglio, la disponibilita’ ad ascoltare, a comprendere la complessita’. Meglio il supporto empatico. Vediamole un pò più da vicino.

Le famiglie immigrate esasperano alcune criticità che inve-stono anche le famiglie italiane.

11settembre 2017 | Chiesa Viva |

Settembre 2017

AGENDA E APPUNTI

Adorazione eucaristicaVilla S. Carlo, Costabissara, ore 15.00 - 18.00

CONVEGNO MISSIONARIO diocesano(vedi pag. 3)

VEGLIA MISSIONARIA diocesana:Cattedrale di Vicenza, ore 20.30

a Brescia, 1° FESTIVAL DELLA MISSIONE:“Mission is possible”

Adorazione eucaristicaVilla S. Carlo, Costabissara, ore 15.00 - 18.00

iniziano gli incontri di “INSIEME PER LA MISSIONE”

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

MADRI APOSTOLICHE - AMICI DEL SEMINARIO E DI CHIESA VIVA

16 settembre

23 settembre

7 ottobre

13-15 ottobre

14 ottobre

15 ottobre

22 ottobre

29 ottobre

Da ricordare per il mese di Ottobre 2017

RICORDIAMODon Guido Petrin

La comunità di Marsan desidera ri-cordare con affetto, attraverso le pagi-ne di Chiesa Viva, don Guido Petrin, che per tanti anni ne è stato il pastore premuroso, attento soprattutto ai più deboli e agli ammalati. Tutti ricorda-no il calore con cui spezzava il Pane della Parola, trasmettendo davvero la “gioia del vangelo”, e il suo amore per le Missioni, grazie anche alla pre-senza in famiglia di un fratello mis-sionario camilliano. Una sensibilità che alimen-tava anche a t t raverso questo no-stro mensi-le diocesa-no. Grazie, don Guido!

Con l’enciclica Laudato Si’, Papa Francesco chiede a tutti di prendersi cura della “casa comune”. In questo impegno la Chiesa può svolgere un ruolo importante, potendo contare più di 220.000 parrocchie in tutto il mondo; esse hanno a loro volta chiese, canoniche, uffici, altri edifici parrocchiali e vei-coli. Perché le buone intenzioni non rimangano sulla carta, FOCSIV, in collaborazione con Retinopera e l’Uffico Nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della CEI, ha preparato per i parroci, i fedeli, gli uffici pastorali, i gruppi di lavoro per la Cura del Creato e ogni parrocchiano che voglia dare una mano una guida pratica, che è stata presentata a Bologna dal Vescovo Matteo Zuppi. La maggior parte delle azioni proposte e spiega-te dalla Guida possono essere intraprese senza spese anche da parte di volontari che non abbiano alcuna esperienza speciale rispetto alle tematiche legate al cambiamento climatico. La Guida è liberamente scaricabile da internet

1° Festival della Missione “MISSION is possible”

Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

12 | Chiesa Viva | settembre 2017

Momenti in cui mi rendo conto di non essere soloIl cammino di preghiera “Venite e vedrete” al Mandorlo

«U sciamo questo venerdì sera?» «No, mi di-spiace, questo venerdì c’è Il Mandorlo!».

Questo è il copione che si ripete puntualmente, ogni mese, quando c’è l’esperienza di preghiera Ve-nite e vedrete, ormai più brevemente definita da tutti Il Mandorlo. Per me è diventato un appuntamento fisso: da un paio di anni, quel venerdì “non si toc-ca”.Quest’anno ci sono stati dei cambiamenti poiché la comunità Il Mandorlo si è trasferita a Santa Cate-rina, accanto al centro vocazionale Ora Decima. Di conseguenza anche il Venite e vedrete ha subito uno spostamento. Devo ammettere che all’inizio ero un po’ scettico: mi ero affezionato alla cappellina dove si erano sempre tenute le veglie di preghiera, per tutti i momenti e le emozioni che lì avevo vissuto. L’idea di lasciare quel luogo un po’ mi preoccupava. La mia paura era che la nuova collocazione, un’an-tichissima cripta, non mi avrebbe dato altrettanto. Ma mi sbagliavo... L’atmosfera del Venite e vedrete non è cambiata, anzi. Nella cripta le luci soffuse, la musica di sottofon-do e il profumo d’incenso hanno reso l’esperienza ancora più totalizzante e hanno conferito alla pre-ghiera un’aura ancor più sacra e quasi numinosa.

Spesso la cripta mi dà la sensazione di fare un tuffo nel passato. Penso a tutti i cristiani che nei secoli sono stati lì e che, come me, si sono ferma-ti a rivolgere un pensiero a Dio, lo stesso Dio per cui tuttora ci troviamo per pregare. Essermi sbagliato, l’essere stato scettico, mi ha fatto capire che l’ambiente gioca solo una mini-ma parte: i protagonisti sono la preghiera stessa e noi, nulla di più. Una preghiera sempre pensa-ta nei minimi dettagli, che sa alternare in modo armonioso canti, passi del Vangelo, interventi della guida, spunti per la riflessione e tempi di silenzio. E poi ci sono tutte le persone che atti-vamente partecipano alla serata cantando, pre-gando, ascoltando. In questi momenti mi rendo conto veramente di non essere solo, che ci sono altre persone in ricerca e che sperano un giorno di incontrarLo. Ogni mese, da ottobre 2017 a maggio 2017, don Andrea con Andrè, Daniele ed Emanuele ci han-no condotto per mano verso questo incontro. Ci hanno fatto capire che anche Geremia, Giona, Abramo, Paolo sono più vicini a noi di quanto pensassimo: sono stati uomini che hanno vissuto momenti di debolezza, di sofferenza e che il loro

rapporto con Dio non è stato sempre “rose e fiori”. Basti pensare alle avventu-re che il Signore ha riservato a Giona... Anche io a volte mi sento come loro: in difficoltà, incompreso, lontano dal Signore; ma ho capito che l’unica cosa che dobbiamo fare è lasciarci comple-tamente a Lui e ascoltare la sua Parola: il Signore ha già disegnato il suo pro-getto per noi e a noi tocca solo viverlo. “La via ti ha scelto… e tu devi essere grato”, ha scritto D. Hammarskjöld nel suo diario di cui un brevissimo estratto ci è stato consegnato sotto forma di se-gnalibro qualche mese fa. Voglio concludere con un grazie sin-cero a chi rende possibile e speciale tutto questo: ai miei amici, che come me ritengono questo appuntamento fondamentale, e a tutti coloro che sono venuti, perché mi hanno permesso di sentirmi parte di una grande famiglia pregante.

Giovanni

La preghiera Venite e vedrete presso Il Mandorlo

13settembre 2017 | Chiesa Viva |

Don Primo Mazzolari ha fatto della propria umanità uno strumento della misericordia di Dio. Questo sguardo misericordioso ed evangelico sull’u-manità lo ha portato a dare valore anche alla necessaria gradualità: il prete non è uno che esige la perfezione, ma che aiuta ciascuno a dare il meglio.

(papa Francesco)

I genitori al gazebo ristoro delle Seminariadi

Seminariadi? Una festa di coloriLa testimonianza di altri due genitori

Ci siamo ritrovati nella festa per condividere soprattutto l’appartenenza a una comunità più che mai viva ed entusiasta nel prender-si cura degli altri. Festeggiare un legame così forte non deve però essere una formalità che ci relega a ruoli e compiti imposti dalle cir-costanze: siamo, infatti, una comunità, una famiglia che è in grado di pensare, pregare e operare per il bene di tutti. Per questo possia-mo dire che “crediamo sul serio” in quello che facciamo, cercando di dimostrarlo attraverso un impegno personale e comunitario; ognuno secondo la propria misura, con competenze diverse e disponibilità. Ecco quindi che, nella “festa di colori” che sono state le Seminariadi di quest’anno, il co-lore che mi ha più colpito è stato il rosso, che era il colore dello staff e che potrei definire della nostra Comunità. Rosso come lo stile dello stare insieme tra noi genitori, animatori e ragazzi, aperti comunque a tutti coloro che vogliono condividere questo cammino con la famiglia del Seminario.

Eugenia ed Erdino Ceolato

SEMINARIADI 2017

Le Seminariadi che si sono svolte il 5 maggio scor-so nel Seminario di Vicenza sono state proprio

questo: una festa di colori. Otto Seminari presenti con altrettanti colori affidati alle magliette dei ra-gazzi e animatori. Di questa gioiosa e colorata espe-rienza, già ampiamente raccontata nello scorso nu-mero di Chiesa Viva, vi scrivo qualche riga di cosa ha significato parteciparvi per me, genitore. Per me è stata la seconda esperienza, dato che ho vissuto anche l’edizione vicentina precedente delle Seminariadi, nel 2012. Anche in quella occasione ci siamo ritrovati assieme a collaborare per la riusci-ta dell’evento. Questa 18ª edizione è stata per me l’occasione di incontrare anche i genitori dei ragazzi che stanno vivendo il Cammino Vocazionale Davi-de, una proposta di questi ultimi anni che vede la partecipazione alla vita del Seminario dei ragazzi delle medie con tempi diversi rispetto al passato. La giornata trascorsa ha riunito non solo i genitori dei ragazzi delle medie e delle superiori impegnati nelle gare, bensì anche i giovani di Teologia come alcuni genitori che hanno avuto in passato il figlio in Seminario e che sono rimasti affezionati a questa realtà diocesana.

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

| Chiesa Viva | settembre 2017

Davide: un re scelto da Dio I campi estivi dei seminaristi delle medie

Il primo turno del

“Cammino vocazionale

Davide” al lago

di Braies

L a splendida cornice del Cadore ha ospitato tra la metà di giugno

e i primi di luglio i due turni di cam-peggio dei seminaristi delle medie, che vivono l’esperienza del Cammi-no Vocazionale Davide. Sono saliti alla casa del Seminario, in località Federavecchia di Auronzo di Cadore, 26 ragazzi.Il re Davide, personaggio biblico dell’Antico Testamento, ha accompa-gnato tutta l’esperienza a conoscere la figura di quest’uomo e questo re attraverso attività, giochi, scenette… e un divertentissimo musica!Il versetto biblico che più è tornato fuori tra i ragazzi nelle diverse con-divisioni è stato quello dove Dio si rivolge al profeta Samuele che, invia-to a scegliere il nuovo re d’Israele tra

i figli di Iesse a Betlemme, si sente dire: “L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore” (1 Sam 16,7).La fiducia, la lode, il ringraziamento, la richiesta di perdono… sono stati solo alcuni ingredienti che tutti han-no scoperto e conosciuto della figura e del ruolo di Davide. “È stata un’e-sperienza che ci ha aiutato ad entrare nella Vibbia e ci ha donato molto di più per ciò che abbiamo scoperto e non conoscevamo prima del cam-po”, ci ha confidato uno di loro.Accanto al re Davide, l’esperienza del campo estivo si è impreziosita di alcune camminate che ci hanno por-tato in luoghi mozzafiato: la Croda da Lago, dove abbiamo potuto am-mirare in lontananza la Marmola-da; il Lago Sorapiss, dietro il rifugio

Alfonso Vandelli; l’anello che ci ha portato al rifugio Fonda Savio, che ci ha messo davanti agli occhi le Tre Cime di Lavaredo, la Croda Rossa, il Monte Piana…Tantissime esperienze e attività di gioco, momenti di preghiera, con-divisioni, qualche bel film visto alla sera e soprattutto tanta allegria e gio-ia (e come sempre molto e molto al-tro) ci hanno fatto arrivare in poco tempo al termine del campo e alla giornata finale con i genitori.Grazie ragazzi di aver condiviso con il re Davide questo tratto di strada e la sua fiducia riposta ogni giorno nel Signore faccia nascere anche in voi una bella amicizia con Gesù. Buon cammino a tutti!

don Alberto Dinello e don Luca Luisotto

15settembre 2017 | Chiesa Viva |

Don Lorenzo Milani ci insegna a voler bene alla Chiesa, come le volle bene lui, con la schiettezza e la verità che possono creare anche tensioni, ma mai frat-ture, abbandoni. Amiamo la Chiesa, cari confratelli, e facciamola amare, mo-strandola come madre premurosa di tutti, soprattutto dei più poveri e fragili.

(papa Francesco)

Ascolta!Proposte vocazionali 2017-2018 del Seminario Minore

D io si pone sempre a fianco dell’uomo e in ogni momento della sua vita fa’ sentire la sua voce. Il verbo “Ascolta”, che poi è lo slogan della prossima Giornata del Seminario 2018, s’inserisce proprio in questo saper cogliere quanto Gesù sia vicino

al nostro cammino. Ascoltare è lasciare spazio a Gesù con tutto noi stessi, è rispondere a Lui con la nostra amicizia e simpatia. Tra le varie esperienze che il Seminario Minore propone ogni anno ne indichiamo tre; il resto degli appuntamenti li potete trovare nel nostro sito: www.seminariovicenza.org

I Chiamati per Nome e il Gruppo Betania

Sono due percorsi mensili - uno al maschile e uno al femminile - che aiutano i ragazzi a crescere nell’amicizia con Gesù e tra di loro attraverso attività, giochi, riflessioni, film… Ecco le prime tre date!

1. LA GIORNATA VICARIALE/ZONALE DEL MINISTRANTE (17ª edizione)

9.00 Attività11.00 Santa Messa

9.00 Attività (in patronato Arena)11.00 Santa Messa

DOMENICA 22 OTTOBRE• BASSANO - ROSÀ a S. Croce di Bassano

• DUEVILLE - SANDRIGO a Sandrigo

17.00 Attività19.00 Santa Messa

17.00 Attività19.30 Santa Messa

SABATO 4 NOVEMBRE• ARSIERO - SCHIO a Ss. Trinità in Schio

• VAL DEL CHIAMPO a Chiampo

8.45 Attività10.30 Santa Messa

DOMENICA 29 OTTOBRE• SAN BONIFACIO ad Arcole

17.00 Attività19.00 Santa Messa

16.30 Attività18.30 Santa Messa

17.00 Attività19.00 Santa Messa

SABATO 14 OTTOBRE• MAROSTICA a Breganze

• MONTECCHIO MAGG. - VALDAGNO a Castelgomberto

• NOVENTA VIC.NA a Noventa

9.15 Attività11.30 Santa Messa

8.45 Attività10.30 Santa Messa

9.15 Attività (in sala Scaligera, a sinistra rispetto al duomo)11.15 Santa Messa

DOMENICA 5 NOVEMBRE• RIV. BERICA - URBANO a Campedello

• MONTECCHIA a S. Caterina in Villa

• COLOGNA - LONIGO a Cologna Veneta

9.30 Accoglienza10.00 S. Messa11.00 Attività

9.00 Attività11.00 Santa Messa

DOMENICA 15 OTTOBRE• CASTELNOVO - MALO a Isola Vicentina

• CAMISANO - FONTANIVA - PIAZZOLA a San Pietro in Gu

ORARI ATTIVITÀVICARIATO o ZONA

2. I CHIAMATI PER NOME(per ragazzi dalla 4ª elem. alla 3ª media)

• PRIME TRE DATE:

1° incontro: 19 novembre

2° incontro: 17 dicembre

3° incontro: 7 gennaio 2018 (solo fino a pranzo)

Dalle 9.30 alle 16.00, pranzo offerto dal Seminario e S. Messa con i genitori alle ore 15.00. Luogo: in Seminario a Vicenza (ingresso da V.le Rodolfi - davanti al Pronto Soccorso). Tel.: 0444/501177

3. GRUPPO BETANIA (per ragazze dalla 5ª elem. alla 3ª media)

• PRIME TRE DATE:

1° incontro: 19 novembre

2° incontro: 14 gennaio 2018 (uscita a Dueville)

3° incontro: 18 febbraio

Dalle 9.30 alle 16.00, pranzo offerto dal Seminario e S. Messa con i genitori alle ore 15.00. Luogo: in Seminario a Vicenza (ingresso da V.le Rodolfi - davanti al Pronto Soccorso). Tel.: 0444/1821716; 0444/513561