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Croazia, vendite dimezzate Astra resta la preferita

Focus, la regina del decennio e ora si rifà il trucco

Marina a secco, il «letargo»delle imbarcazioni

Opel Meriva, apriti Sesamo con le porte ad armadio

La sovrattassa è un problema ma il lavoro non manca

La Audi lancia la A1 per attaccare la Mini

Lo scorso anno paurosa fl essione del mercato

Ford la lanciò nell’ormai lontano 1998

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Abbiamo fatto visita allo «Yacht Marina Rea»

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Maggiore fl essibilità con le portiere FlexDoor

DEL POPOLODEL POPOLO

2 motori Martedì, 19 gennaio 2010

Solo dieci anni fa il mondo si è fermato tanto affascinato quanto preoccupato ad am-

mirare il salto dal XX al XXI Se-colo, in un Capodanno che tra l’al-tro ci portò anche un Millennio tut-to nuovo. Ora dovremo abituarci a cambiamenti meno epocali, secoli e millenni non si rinnovano così spesso, ma lo scoro primo gennaio ha segnato comunque un capitolo importante della nostra storia: il passaggio dagli “Anni Zero” agli “Anni Dieci”.

Anche per il mondo dell’au-tomobile si è chiuso un decennio particolare, fatto di cambiamenti, crisi, innovazioni, momenti belli ed altrettanti meno entusiasman-ti. Ecco quindi che un Magazine britannico (Auto Trader) ha vo-luto stilare un breve bilancio di questa prima decade del terzo Millennio.FOCUS Diversi i quesiti pro-

posti ai lettori inglesi che al primo posto come auto del decennio han-no incoronato la tedesca Ford Fo-cus. Nata nel 1998 (Auto dell’An-no nel ‘99) ha visto una seconda generazione nel 2004 leggermen-te rinnovata l’anno scorso con l’at-tuale modello. Familiare, media, comoda e spaziosa la tedesca stac-ca la sorellina più piccola Fiesta, al secondo posto e la nobile BMW Serie 3, medaglia di bronzo.QUALITÀ-PREZZO Tra

le vetture con il miglior rappor-to qualità prezzo troviamo, inve-

ce, un’italiana autentica come Fiat Panda. Figlia dello storico model-lo nato nel 1980, la “nuova” Pan-da arriva nella prima metà degli “Anni Zero”, nel 2003 (Auto del-l’Anno nel 2004), ed immediata-mente diviene tra le vetture più vendute d’Europa. Il gradino del podio più alto in questa categoria è quindi più che condivisibile, gra-zie al look fresco ed originale, ai motori economici e rispettosi del-l’ambiente e per il buon livello di affi dabilità raggiunto a prezzi di listino tutto sommato abbordabili. Secondo posto per Škoda Superb e

terza piazza a Citroen C1, Peugeot 107 e Toyota Aygo.AMBIENTE Ma è sicuramen-

te la sfi da per l’ambiente che ha dominato la storia dell’auto del decennio, che va a concludersi. Tra il 2000 ed oggi si sono infat-ti rincorse le più diverse soluzioni per contrastare i livelli inquinanti dell’aria con il lento (ma costante) affermarsi di carburanti alternati-vi alla benzina, primi tra tutti GPL e Metano, senza dimenticare le proposte elettriche. Ed è proprio un’ibrida ad aggiudicarsi la palma di auto “più verde” dei primi die-

ci anni del secolo, ed è la Toyo-ta Prius. Giunta ormai alla terza serie, la giapponese è stata tra le prime vetture ibride a “fare nume-ri” (di vendita) interessanti. “Auto dell’Anno” nel 2005 ha saputo convincere per essere un’ibrida elettrica, ma anche capace di sfo-derare prestazioni di guida digni-tose, vero esame per questo tipo di automobili che oggi possiamo considerare superato.DREAMCAR Ovviamen-

te non mancano le Dreamcar tra le più votate di questi primi 120 mesi, scettro che in questo caso

vede vincitrice assoluta la Bugatti Veyron. Nata nel 2005, si tratta di un autentico mostro da 400 km/h con un’accelerazione “aeronauti-ca” di appena 2,5 secondi per stac-care da ferma a 100 Km/h.

Per quanto riguarda, infi ne, le innovazioni tecnologiche di mas-sa quelle più interessanti le han-no offerte i sistemi di navigazione. Inizialmente alla portata di pochi automobilisti, grazie alla vasta of-ferta ed al crollo dei prezzi si sono rapidamente diffusi divenendo un gadget fi nalmente popolare. Una rivoluzione simile a quella porta-ta dal cellulare nel decennio pre-cedente, il navigatore satellitare ha pressoché mandato in pensio-ne cartine e stradari, contribuendo a eliminare dal gergo comune una frase storica degli automobilisti di tutto il mondo come… “fermiamo-ci a chiedere”. PROSPETTIVE E i prossimi

dieci anni come saranno? Le pro-spettive sono moderatamente po-sitive, la crisi dovrebbe regredi-re e soprattutto dovrebbero com-pletarsi ed evolversi i programmi per la produzione di motorizza-zioni meno costose e soprattut-to sostenibili. La vera incognita sono i Paesi in via di sviluppo, come Cina ed India che stan-no sostituendo biciclette e risciò con “quattro ruote” a benzina... Ci resta quindi solo da attende-re l’arrivo del 2020 per poter giu-dicare.

Breve bilancio di questa prima decade del terzo Millennio

Le migliori automobili degli «Anni Zero»

Rispetto all’anno prima le vendite si sono praticamente dimezzate

Crollano in Croazia le vendi-te di nuove automobili. Or-mai, non ci sono più dubbi:

il 2009 è stato l’anno più diffi ci-le per le concessionarie dall’indi-pendenza della Croazia. In base ai dati pubblicati dell’agenzia Pro-mocija plus, l’anno scorso sono state immatricolate 44.891 nuo-ve automobili, ossia il 49,1 p.c. in meno rispetto al 2008. Lo scorso dicembre, invece, sono state ven-dute 3.133 vetture, il 42 p.c. in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Con 4.869 nuove immatricola-zioni, la tedesca Opel è risultata la

Casa automobilistica preferita da-gli automobilisti croati. La con-trollata europea della statunitense General motors si è ritagliata una quota di mercato pari al 10,85 p.c. delle vendite, un dato in fl essione rispetto al 2008, quando la Casa di Rüsselsheim aveva piazza-to in Croazia oltre 11.400 veico-li, facendo segnare il 13 p.c. del-le vendite complessive registrate nel Paese.

Al secondo posto si è classi-fi cata la Volkswagen con 4.436 immatricolazioni (il 46,5 p.c. in meno rispetto al 2008) e una quo-ta del mercato pari al 9,88 p.c. Sul

gradino più basso del podio è sa-lita, invece, la Renault con 4.003 vendite e una quota dell’8,92 p.c. Nessun’altra Casa è riuscita a piazzare in Croazia più di 4.000 vetture. Al quarto posto, infatti,

si è classifi cata la Peugeot con 3.444 immatricolazioni. Nella top ten dei marchi più diffusi in Croazia troviamo anche Škoda (2.895), Citroën (2.760), Ford (2.530), Chevrolet (2.071), Hyun-dai (1.891) e Toyota (1.817).

Il modello più gettonato nel 2009 è l’Opel Astra con 2.984 immatricolazioni. Seguono Volkswagen Golf (1.704), Škoda Octavia (1.614), Renault Clio (1.569), Renault Megane (1.402), Ford Focus (1.224), Volkswagen Polo (1.159), Suzuki SX4 (1.087), Peugeot 308 (1.043) e Kia Cee’d (1.040).

Per quanto concerne la ven-dita di automobili di alta gamma l’ha spuntata la Mercedes con 881 vetture immatricolate, seguita da Audi (874) e BMW (776). Nel 2009 la giapponese Lexus ha ven-duto in Croazia 56 vetture, la Por-sche 47, la Jaguar 19, la Ferrari 6, l’Hummer 3 e la Bentley 2. Nel 2009 sul mercato croato ha debut-tato pure la casa automobilistica indiana Tata, riuscendo a piazzare quattro vetture.

2009, il crollo totale del mercato automobilistico croato

CASAAUTOMOBILISTICA TOTALE 2009

1. Opel 4872 10.85%

2. Volkswagen 4440 9.88%

3. Renault 4007 8.92%

4. Peugeot 3446 7.67%

5. Škoda 2895 6.45%

6. Citroen 2765 6.16%

7. Ford 2532 5.64%

8. Chevrolet 2071 4.61%

9. Hyundai 1892 4.21%

10. Toyota 1817 4.05%

11. Suzuki 1674 3.73%

12. Mazda 1544 3.44%

13. Kia 1449 3.23%

14. Fiat 1321 2.94%

15. Nissan 1181 2.63%

16. Honda 1091 2.43%

17. Seat 906 2.02%

18. Mercedes 881 1.96%

19. Dacia 878 1.95%

20. Altri 3256 7%

TOTALE 44918 100%

MODELLO TOTALE 2009

1. Opel Astra 2987 6.65%

2. Volkswagen Golf 1704 3.79%

3. Škoda Octavia 1614 3.59%

4. Renault Clio 1570 3.50%

5. Renault Megane 1404 3.13%

6. Ford Focus 1225 2.73%

7. Volkswagen Polo 1161 2.58%

8. Suzuki SX4 1088 2.42%

9. Peugeot 308 1044 2.32%

10. Kia Cee’d 1041 2.32%

11. Peugeot 207 972 2.16%

12. Škoda Fabia 941 2.09%

13. Opel Corsa 907 2.02%

14. Chevrolet Aveo 890 1.98%

15. Nissan Qashqai 809 1.80%

16. Hyundai I30 703 1.57%

17. Fiat Punto 682 1.52%

18. Ford Fiesta 680 1.51%

19. Chevrolet Spark 673 1.50%

20. Volkswagen Passat 657 1.46%

21. Altri 22166 49.35%

TOTALE 44918 100%

Nonostante la cirsi, sono state vendute 6 Ferrari, 19 Jaguar e 47 Porsche

motori 3Martedì, 19 gennaio 2010

La nuova Audi A1 arriverà soltanto tra qualche mese, per la precisione sarà pre-

sentata al prossimo Salone di Gi-nevra che si terrà a marzo, ma la Casa tedesca cerca di anticipare i tempi e così è già partita la cam-pagna di presentazione che vede per protagonista il mondo di In-ternet e dei social network. Le

prime notizie riguardanti l’Audi A1 sono state diffuse infatti tra-mite siti come YouTube, Twit-ter e Facebook, dove gli utenti potranno conoscere i segreti di questa piccola anti-Mini e dare in tempo reale le proprie valu-tazioni.

L’A1 arriverà sul mercato a un prezzo d’ingresso compre-

so tra 17.000 e 18.000 euro, più o meno in linea con i prezzi di una compatta appartenente al segmento premium di cui la A1 farà parte. Il pianale su cui sarà costruita è quello della Volkswa-

gen Polo e le dimensioni saran-no di circa 4 metri in lunghezza e di 1,75 metri in laghezza, con un passo di 2,46 metri in cui Audi ha ricavato un abitacolo destinato ad ospitare 4 persone.

I motori disponibili in parten-za saranno due benzina e un die-

sel, tutti accoppiati ad un cambio manuale a sei rapporti con la pos-sibilità di optare per l’S-Tronic a 7 marce. I benzina saranno il TSI da 1,2 litri di cilindrata e 105 CV e un più potente motore da 1,5 li-tri da 160 CV, mentre il diesel of-ferto sarà il 1.6 TDI da 105 CV, una gamma cui si aggiungeranno,

dal 2011, altre motorizzazioni tra cui una versione ibrida. Nella prima fase della commercializ-zazione l’Audi A1 sarà disponi-bile solo in versione 3 porte, ma Audi ha già annunciato che in se-guito si aggiungerà a questa la più pratica versione Sportback a 5 porte.

Quali nuove auto guidere-mo nel 2010? A sbirciare tra le novità attese appaio-

no chiare due cose: la prima è l’elevata quantità di modelli alto di gamma e costose supercar, più delle utilitarie di nuova concezio-ne, un modo forse per scongiura-re la crisi. La seconda è una vera e propria rivoluzione e riguarda la trazione elettrica, capace co-m’è di garantire emissioni zero e placare la coscienza di buona parte degli automobilisti, quelli che mettono in moto il motore per passare dal tabaccaio. Sono infatti tante le Case auto che han-no in programma di lanciare mo-delli ibridi o completamente elet-

trici nel corso di quest’anno o, al massimo, nel 2011.

A1 CONTRO GIULIETTA Ma andiamo con ordine e ini-ziamo con i modelli che saran-no i più signifi cativi del 2010, anche per il rilievo che avranno sui mercati. Si tratta della Audi A1 nel segmento B premium e dell’Alfa Giulietta in quello C. Spetta a loro la palma di novità più intriganti, insieme forse alla Citroen DS3, perché non solo an-dranno a conquistare ampie fette di mercato in Europa, ma un po’ cambieranno i nostri gusti esteti-ci. Per il resto i segmenti cittadi-ni (A e B) proporranno poche al-tre novità: la Chevrolet Spark che

manderà in soffi tta la Matiz, la nuova Nissan Micra, la Volkswa-gen Polo BlueMotion, l’italo-ci-nese DR1 e la Toyota Yaris sot-toposta a un leggero lifting. Atte-se, ma più di nicchia, saranno poi le Smart elettriche, il crossover MINI, la coupé Peugeot RC-Z.

ASTRA Nel segmento C, la rivale più temibile della Giuliet-ta sarà sicuramente la terza gene-razione della Ford Focus, il cui debutto uffi ciale è atteso a giorni al Salone di Detroit. Questa però punta soprattutto la decima serie dell’Opel Astra (da pochi giorni sul mercato) e la Golf che si pre-senterà nella nuova veste spor-tiva R (come la Scirocco). Tut-te nuove anche Dodge Caliber e Volvo C30, ma è nel segmen-to dei monovolume e delle mul-tispazio medie che si annidano le maggiori sorprese: la seconda generazione della Opel Meriva cambia completamente il volto dell’MPV, che sarà sfi dato dal-l’inedito Kia Venga e, forse, da Nissan Cube. In attesa del re-styling del binomio Idea/Musa, Fiat propone il nuovissimo Do-blò e Renault il New Kangoo.

BERLINE La Casa transal-pina proporrà anche il restyling della Laguna, per rispondere alla Peugeot 408 di nuova concezio-ne, mentre salendo di grado, le berline premium più attese sono le nuove generazioni di BMW Serie 5 e Volvo S60. In cantie-re anche il restyling della Ford Mondeo, mentre una familiare di grande sostanza sarà la Škoda Superb Wagon attesa già a feb-braio. Passiamo alle berline am-miraglie, con Infi niti che porta in Europa la nuova serie M, Jaguar farà debuttare la straripante XJ, ma la sfi da sarà soprattutto tra Mercedes e Audi: la prima pro-pone la rinnovata CLS, la secon-da la nuova serie dell’A8 e l’ine-dita A7, una berlina/coupé quat-tro porte di grande fascino. Le sorti critiche della Saab pongo-no invece un punto interrogativo sull’esordio della nuova 9-5.

SUV Sfi da come sempre ap-passionante quella tra i SUV. Dall’Asia arriveranno presto il nuovo Kia Sorento, Hyundai ix35, i rinnovati Nissan Qashqai e Mazda CX-7 e persino Mitsu-bishi opera un leggero lifting al suo Outlander. L’Europa rispon-de con la seconda serie di BMW X3, Land Rover LRX e nuovo Volkswagen Touareg, che sarà affi ancato dal primo pick-up del-la Casa tedesca, l’Amarok. In ar-

rivo anche la seconda generazio-ne di Porsche Cayenne. Da sco-prire anche Duster, primo SUV Dacia. Molte le meraviglie “sco-perte”, dalla Mercedes E Cabrio alla BMW Z4 sDrive 35is, pas-sando per la Porsche Boxster Spider. Più alla portata la Seat Exeo Cabrio. Tra le sportive pu-rosangue citiamo la Honda CR-Z, la favolosa Mercedes SLS AMG con apertura ad ali di gab-biano e la Aston Martin One 77.

Il 2010 porterà un pieno di supercar

Le prime notizie sono state diffuse tramite YouTube, Twitter e Facebook

Sarà a Ginevra l’Audi A1, l’anti-Mini di Ingolstadt

Tanti i nuovi modelli di gamma alta e decisa virata sulla trazione elettrica

L’A1 arriverà sul mercato a un prezzo d’ingresso compreso tra 17.000 e 18.000 euro

Nuova Opel AstraNuova Opel Astra

Volvo C30Volvo C30

Kia VengaKia Venga

Chevrolet SparkChevrolet Spark

4 motori Martedì, 19 gennaio 2010

Non smette di stupire il feno-meno DR, che dopo il suc-cesso tra i SUV con il mo-

dello DR5, da poco proposto an-che con la trazione integrale, gio-ca adesso la carta “italianissima” delle city car compatte. La pro-posta in tal senso è la DR1, picco-la briosa e dalle linee sicuramente gradevoli che andrà a sfi dare addi-rittura la Panda. Per l’azienda mo-lisana, che vive della riuscita sim-biosi con la cinese Chery (produce le scocche, poi importate in Italia per l’assemblaggio defi nitivo), si tratta dell’ennesima prova di di-namismo imprenditoriale. Tanto che, non sottraendosi alle attuali tendenze di mercato, proporrà la DR1 sia con motori a benzina che ibridi a gpl.

PERSONALITÀ Grandi fari anteriori e calandra trapezoidale che fanno personalità, fi ancate ro-buste con cerchi in lega da 15 pol-lici (di serie!) con pneumatici 185/

55 e maniglie posteriori quasi a scomparsa nella carrozzeria, DR1 è davvero un’auto di tendenza e di carattere. Lo dimostra anche la coda col portellone arrotondato e gli originali gruppi ottici a goccia. Stile che si abbina alla praticità, com’è giusto che sia per una uti-litaria 5 porte di appena 3,56 me-tri di lunghezza, larga 1,59 metri e molto alta, 1,56 metri, per un pas-so di 2,33 metri che si traduce in comfort interno e versatilità per 4 passeggeri. Il bagagliaio offre una capacità che va da un minimo di 180 a un massimo di 430 litri.

MOTORI Due i motori di questa nuova cittadina, in real-tà il solo 4 cilindri 16V 1.3 di 83 CV a 6.000 giri a benzina, propo-sto anche in abbinamento col gpl (79 CV in questo caso) e in futuro anche col metano. Un propulsore di buon brio, che raggiunge i 156 km/h di velocità e ai semafori farà valere la sua accelerazione: da 0 a

100 in 12 secondi. Il cambio è un classico manuale a 5 marce. Eco-nomica, registra consumi medi di 5,8 litri per 100 km ed emissio-ni di CO2 inferiori alla soglia dei 140 g/km e col gpl si scende fi no a 112 g/km. Un’auto che farà ulte-riormente schizzare le vendite del brand DR nel corso del 2010, che si stima porterà a un fatturato di 120 milioni di euro dai 50 milioni del 2009. Il break-even della DR1 è fi ssato a 6.000 unità, compito che parrebbe quasi agevole considera-to che la DR5 viaggia ormai verso le 10 mila immatricolazioni.

PREZZI Proposta in 6 colori di carrozzeria, DR1 costa in Ita-lia, chiavi in mano, 9.330 euro nella versione a benzina e 11.330 euro in quella ibrida a gpl. L’azien-da conta di vendere più del 90 per cento delle sue DR1 in versione benzina/gpl. Unico l’allestimento, ma davvero full optional: include la vernice metallizzata e i paraurti

in tinta con la carrozzeria, i sensori di parcheggio posteriori, l’autora-dio con lettore CD/MP3 e ingresso USB, cerchi in lega da 15”. Dopo

Anna Falchi per la DR5, nuovi te-stimonial promuoveranno la DR1: Christiane Filangieri e Massimo Ceccherini.

Nuova sfi da per l’azienda molisana, in collaborazione con la cinese Chery

Arriva DR1, l’utilitaria alternativa

Sarà un modello davvero globale anche se arriverà in listino soltanto il prossimo anno

La Ford Focus fa il suo de-butto mondiale al Salone Internazionale di Detroit

(11-23 gennaio) con la terza ge-nerazione (le altre due sono del 1998 e del 2004) di un modello che è stato prodotto in 9,2 milioni di esemplari e arriverà nelle con-cessionarie di tutto il mondo in contemporanea nei primi mesi del 2011, con la stessa carrozzeria e la stessa base meccanica e telaistica. La nuova Focus è, infatti, il primo vero modello secondo la strategia One Ford, ancora più di Fiesta che, se è vero che è commercia-lizzata e prodotta in tutto il mon-do, è però partita dall’Europa per poi allargarsi agli altri mercati. La sorella maggiore, invece, farà par-tire la produzione e la commercia-lizzazione in contemporanea con gli Stati Uniti, seguiti a breve dal-la Cina e dal Sudafrica entrando alla fi ne nei listini di ben 122 pae-si di tutti e cinque i Continenti.

PIATTAFORMA INEDITA Presentata con carrozzeria a due volumi a 4 porte e tre volumi a 5 porte, la nuova Focus è basata su una nuova piattaforma, che darà vita a ben 10 modelli entro il 2012 tra i quali la C-Max, anch’essa de-stinata nel 2011 a mercato ameri-cano per un totale di oltre 2 milio-ni di unità prodotte complessive.

La scocca, altamente fl essibile, è composta al 55 p.c. di acciai alto resistenziali e per il 26 p.c. di ul-traresistenziali e al boro trattati a caldo. Ne viene fuori una struttura più leggera e più rigida, fi no al 25 p.c. rispetto all’attuale americana, che era basata su una piattaforma diversa da quella europea. Inalte-rato lo schema delle sospensioni con un montante telescopico tipo McPherson davanti e il sistema Control Blade a 3 bracci poste-riore. La messa punto è stata cu-

rata in Germania e Belgio per of-frire un comportamento dinamico ai vertici, in linea con a tradizio-ne della Focus e la Ford ha fatto sapere che le tarature per i diversi mercati saranno sostanzialmente identiche. Anche in questo la Fo-cus promette di essere un modello davvero globale. La nuova piatta-forma ne sostituirà, infatti, ben tre e riuscirà a mantenere per tutti i modelli l’80 p.c. dei componenti con un risparmio di costi che si può ben immaginare.

STILE Le novità nello sti-le sono soprattutto di lato e nel-la coda. Il frontale, infatti, tranne per la calandra tagliata da un li-stello cromato, ricorda il modello attuale, ma anche Mondeo e Fie-sta. L’infl uenza di quest’ultima si vede chiaramente nella forma a cuneo della fi nestratura e del tetto discendente, mentre inedi-te sono le costolature ad arco so-pra i parafanghi e i fari posteriori che, per la prima volta, non sono verticali ma avvolgono gli spigoli del bordo del portellone. La Ford ha studiato con molta attenzione, anche attraverso i cosiddetti focus group, uno stile che fosse unifor-me e, allo stesso tempo, gradevoli per tutti i paesi dove la Focus sarà commercializzata.

KINETIC DENTRO Decisa-mente più innovativo l’abitacolo, dove lo stile Kinetic trova la sua massima espressione insieme alle applicazioni telematiche. Accan-to al sistema operativo Sync, de-butta l’interfaccia MyFord con comandi dalla logica ripresa dai telefonini e dall’iPod presenti sia sulla corona del volante sia sul centro del plancia. La strumenta-zione, con illuminazione azzurra, si avvale al centro di uno scher-mo multifunzione da 4,2 pollici, mentre quello sulla plancia, che

è molto avvolgente e raccordata con i panelli porta, del sistema multifunzionale è da ben 8 polli-ci. Come sulla nuova C-Max, ci saranno la telecamera posterio-re e il sistema semiautomatico di parcheggio simile a quello impie-gato sulle Volkswagen. Segno che la nuova Focus adotta uno sterzo elettromeccanico al posto di quel-lo attuale elettroidraulico. Natu-ralmente, l’avviamento avverrà attraverso il pulsante.

ARRIVA L’ECOBOOST Per i motori, le notizie sono an-cora vaghe. Il fulcro sarà il nuo-vo EcoBoost 1,6 litri con turbo e iniezione diretta con potenze di 150 e 180 CV, ma ci sarà un 1,3 litri da 130 CV e anche un aspi-rato da 100 CV. Naturalmente ci saranno i diesel, con cilindrate si-mili a quelle delle unità attuali da 1,6 a 2 litri, ma rinnovati per es-sere più potenti e pulite. Le po-tenze dovrebbero andare da 100 CV a 163 CV. Confermata inoltre l’indiscrezione secondo la quale la Focus è la prima Ford conce-pita sin dall’inizio per la propul-sione elettrica. La Focus elettrica comincerà ad essere prodotta già nel 2011 negli USA per arriva-re sul mercato l’anno successivo. Per l’Europa i programmi invece sono ancora incerti.

La Ford Focus lancia l’attacco alla Golf

Una sindrome che sta colpendo un numero sempre maggiore di automobilisti

Si chiama amaxofobia e il nome suona in modo strano tanto quanto il suo signifi -

cato. Si tratta della paura di gui-dare, una sindrome che negli anni sta colpendo un numero sempre maggiore di automobilisti.

I SINTOMI I sintomi riscon-trati dalle persone che soffrono di amaxofobia essenzialmente sono riscontrabili con un eleva-to stato di ansia, che nei casi più gravi diventano veri e propri at-tacchi di panico. Senza contare che a queste manifestazioni pura-mente psicologiche possono an-che affi ancarsi segnali somatici,

come l’aumento del battito car-diaco, la mancanza d’aria fi no a segnali più pericolosi con la per-dita dei sensi o la sensazione di poter svenire.

Ma quand’è che entra in gioco la paura di mettersi alla guida di un’automobile? È stato dimostra-to che l’ansia di guidare aumenta proporzionalmente all’indispen-sabilità di mettersi al volante, ad esempio quando in un lungo viaggio si deve “dare” il cambio al compagno. Pare che a contri-buire al malessere contribuisca anche la sensazione del non po-tersi disimpegnare in sicurezza

dalla guida, situazione tipica di quando si percorre una galleria o un ponte. Ma non solo. Anche le location apparentemente più tranquille come la coda ferma nel traffi co può provocare le stesse sensazioni di panico, ma in que-sto caso entra in gioco anche la claustrofobia.

SITUAZIONI Ma di cosa si ha davvero paura? Il “cosa” è molto collegato al “dove e quan-do” in una duplice paura tra ele-menti reali ed immaginari. Quel-li reali riguardano la situazione in cui ci trova come appunto un ponte o galleria che non consen-

tono possibilità di fuga (secondo i malati di amaxofobia), mentre quelli immaginari toccano la fan-tasia più catastrofi ca: altre auto che ci colpiscono, il terrore di perdere il controllo della vettura o di farsi prendere dal panico.

Il fatto che oggi la scienza ri-conosca l’esistenza di malati di amaxofobia è un passo avanti per aiutare molte persone a sconfi g-gerla e l’aiuto della psicologia è fondamentale per far accrescere la propria autostima e il senso di sicurezza di quando si è alla guida di un’automobile o di una moto.

Amaxofobia, svelata la paura di guidare

motori 5Martedì, 19 gennaio 2010

La Fiat Bravo si aggiorna. Le novità della serie 2010 cominciano dagli esterni:

sul frontale c’è la griglia di co-lore nero o in metalluro; sem-pre in metalluro è la cornice del-la calandra (su tutte le versioni, ad eccezione della Emotion, sul-la quale è cromata); per tutti gli allestimenti, specchietti e mani-glie in tinta con la carrozzeria e proiettori bruniti e trasparenti in corrispondenza degli indicatori di direzione. Arricchita la gam-ma dei colori, con l’ingresso del-la nuove tonalità grigio e perla.

INTERNI Ritocchi anche all’interno: sull’allestimento Active la plancia ha un effetto “carbon look” che la rende più

attuale ed elegante, mentre sul-la Dynamic – l’allestimento più richiesto dal mercato – i tessuti hanno un nuovo disegno e nuovi

colori, come il Sabbia, che ren-de l’abitacolo più luminoso. La gamma dei motori rimane inve-ce la stessa, anche se bisogna se-

gnalare che il 1.4 da 90 cavalli su Fiat Bravo 2010 è un Euro 5 con 146 g/km di CO2 (in largo anticipo rispetto all’applicazio-ne obbligatoria della normati-va) e che le versioni gpl sono di-sponibili anche nell’allestimento Emotion. Quanto all’equipaggia-mento, sono ora disponibili in-teressanti insiemi di optional al prezzo di 800 euro: il vantaggio economico rispetto all’acquisto separato degli accessori separa-ti è notevole.

MOLTI PACCHETTI Il pack Active Sound (per la ver-sione Active, appunto) compren-de fendinebbia, radio cd e lettore mp3. Il pacchetto Blue Dynamic (dedicato alla Dynamic) offre il

Blue&Me, i sensori di parcheg-gio posteriori e gli alzacristal-li elettrici posteriori. Nel Blue Emotion (per la Emotion) si tro-vano il Blue&Me, i sensori di parcheggio anteriori e posterio-ri, il sensore luci e pioggia, gli specchietti ripiegabili elettrica-mente. Infi ne, il Blue Sport (sul-l’allestimento Sport): Blue&Me, cerchi in lega di 18 pollici, i vetri posteriori e il lunotto oscurati.

LISTINO Invariato il listino rispetto alle corrispondenti ver-sioni 2009: i prezzi sono com-presi tra i 16.650 euro della 1.4 16v 90 cavalli Active e i 24.300 della 2.0 Multijet 16v 165 cavalli con dpf negli allestimenti Emo-tion e Sport.

In attesa di vederla dal vivo al Salone di Ginevra (4-14 mar-zo 2010), si svela in rete la

seconda generazione della Opel Meriva, la multispazio compat-ta che porta al debutto il sistema FlexDoor con portiere posteriori ad apertura contro vento. La nuo-va Meriva si presenta attraverso le prime immagini uffi ciali che evi-denziano una decisa virata stilisti-ca e concettuale rispetto all’attuale modello; la fl essibilità di utilizzo anche dello spazio interno, è posta come tema principale della nuova vettura, sottolineata dalla gran-de soglia di acceso che si viene a creare su entrambi i lati.

Il design riprende numerosi elementi “di famiglia”, a partire

dall’andamento della parte infe-riore della fi ancata che ricorda lo stile di Insignia e Astra. Il fronta-le, simile anche a quello della nuo-va Agila crea quasi un corpo uni-co con il padiglione e, a differenza della precedente Meriva, mostra un grintoso andamento a cuneo che prosegue anche sui fi anchi. La linea di cintura fortemente in-clinata in avanti presenta una sorta di scalino all’altezza del fi nestrino posteriore, utile per sottolineare la peculiarità del sistema FlexDoor e per ampliare la visuale dei passeg-geri. Anche per gli interni la Opel promette qualità e materiali deri-vati dalle sorelle maggiori.

L’idea di base è quella di creare un grande ambiente unico per gli

occupanti, non interrotto da por-tiere e montanti, ma già struttura-to sin dall’entrata come un “open space” da famiglia. La soluzione delle porte posteriori incerniera-te dietro è già stata utilizzata nel passato e viene attualmente usata su Rolls Royce Phantom/Ghost, Mazda RX-8 e MINI Clubman, ma sulla nuova Meriva possono essere aperte indipendentemente da quelle anteriori, solo a vettu-ra ferma.

Oltre al FlexDoor, visibile an-che da fuori, la rinnovata Opel Meriva propone il FlexRail, un sistema modulare che permet-

te attraverso una doppia rotaia al centro dell’abitacolo di confi gura-re in maniera fl essibile e variabile le zone abitabili e di carico. Anche il già noto FlexSpace per la rego-lazione e il posizionamento dei se-dili è stato migliorato e dovrebbe permettere di trovare ancor più fa-cilmente la confi gurazione deside-rata per i posti dietro e il vano ba-gagli. I sedili anteriori offrono ora tutte le possibilità di regolazione già disponibili su Insignia e Astra, con una escursione orizzontale di 240 mm e verticale di 65 mm.

Con la promessa di migliora-re le qualità stradali della Meriva,

è stato adottato un passo più lun-go e carreggiate più larghe, men-tre la gamma dei motori è basata su 6 unità turbocompresse con po-tenze variabili da 75 a 140 CV, sia a benzina che diesel. La maggio-re effi cienza dei propulsori e dei dispositivi per il contenimento di consumi ed emissioni permetto-no alla nuova Meriva di ridurre la CO2 del 15 p.c., vale a dire di 25 g/km sull’intera gamma. Non mancherà una versione ecoFLEX, ultra economica e pulita. Le varie Citroen C3 Picasso, Renault Mo-dus, Fiat Idea e Lancia Musa sono avvertite.

Tutta nuova la multispazio Opel MerivaE le porte si aprono «ad armadio»

Interni più luminosi e tanta elettronica, ma il prezzo resta lo stesso

Dal frontale alle livree Fiat Bravo si rifà il trucco

Le prime immagini evidenziano una decisa virata stilistica rispetto all’attuale modello

Colpo di fortuna di un riven-ditore d’auto di Malton, nel North Yorkshire, che in una

fattoria russa ha ritrovato una vec-chia auto sportiva blindata, che sarebbe appartenuta al braccio destro di Adolf Hitler, Hermann Goering.

Si tratta della Mercedes 540K Special Roadster del 1942, con-siderata la vettura più preziosa al mondo, tanto che due anni fa un modello analogo (ne vennero co-struiti solo 26 esemplari in tutto)

è stato venduto per quasi 4,5 mi-lioni di euro.

Si sa che il comandante nazista ne aveva una dotata di vetri an-tiproiettile e a prova di bomba e che dopo la guerra venne spedita negli Stati Uniti e lì restaurata. La macchina recuperata in Russia da Nick Szkiler (questo il nome del rivenditore inglese) avrebbe anco-ra ben visibili le tracce dell’antico colore della carrozzeria, ovvero il blu aviatore che era il preferi-to di Goering, anche se l’incuria

e il tempo avevano già comincia-to a fare dei danni, con molte par-ti della vettura arrugginite e che necessitano di intervento di ma-nutenzione. “Ci sono davvero po-chi dubbi sul fatto che la Merce-des fosse di Goering – ha raccon-tato Szkiler al Sun – anche se ora ci vorrà una cifra di almeno sette zeri per metterla a posto. Alla fi ne, però, il suo valore potrebbe rag-giungere i 13,5 milioni di euro”. Pare che il rivenditore stia già cer-cando un possibile acquirente.

È la 540K Special Roadster del 1942: dopo il restauro potrebbe valere 13,5 milioni di euro

Ritrovata in Russia la Mercedes di Goering

6 motori Martedì, 19 gennaio 2010

La crisi sarà anche nella sua fase discendente, ma per gli acquirenti resta ancora un

solo imperativo: risparmiare. Un obiettivo che rischiamo di falli-re, quando seduti dinanzi al nostro venditore di fi ducia lo sentiamo de-clamare con voce suadente i “mille” e più accessori ai quali (pagando) proprio non dovremmo rinunciare. E il rischio è più che altro psicolo-gico, a metà strada tra il non voler fare la fi gura dei taccagni e l’entu-siasmo del comprare l’auto nuova che ci rende distratti e predisposti a rispondere positivamente anche alle richieste più bislacche.

Ecco perché per portare a casa un’auto nuova “svestita” di inuti-li congegni o sistemi solo in appa-renza indispensabili ed intelligenti è doveroso pensare con la dovuta attenzione a quel che si sta acqui-stando.

NAVIGATORE SATELLI-TARE Al primo posto, non smet-teremo mai di dirlo, consideriamo il navigatore satellitare. Quasi sem-pre si tratta di un accessorio “bello da vedere” che senz’altro impre-ziosisce la plancia dell’auto, ma è davvero necessario spendere 2.000 euro (e oltre) per questo tipo di si-stema? A nostro parere, no. Esiste “l’After Market”, vantaggioso in questi casi ed in commercio non mancano sistemi di navigazione dai prezzi per tutte le tasche. Sen-

za contare il fatto che i navigatori in questione sono anche portatili e si rivelano particolarmente utili anche fuori dalla vettura.

VIVAVOCE Rimanendo in tema tecnologico possiamo anche rinunciare ai sistemi “vivavoce” per cellulare integrati nelle casse del-l’autoradio. Anche in questo caso non sono pochi gli euro che potrem-mo così risparmiare ed esattamente come per i navigatori satellitari por-tatili possiamo serenamente affi dar-ci ai tanti auricolari in commercio con o senza fi li (Bluetooth).

CALDO/FREDDO Esistono poi gli accessori in stile “meteo”. Tra i più originali e inutili (alme-no per il nostro clima) troviamo lo sterzo riscaldabile disponibile su alcune versione della Range Ro-ver. Apparentemente sembrerebbe un futile accessorio, ma comunque apprezzabile. Chi in una gelida giornata invernale non troverebbe confortevole scaldare le mani in-tirizzite dal freddo semplicemente “facendo manovra”? Peccato che il sistema in questione entri in fun-zione a una temperatura di -20 gra-di. Va bene che le ondate di fred-do non mancano anche nel nostro Paese, ma quanti dei clienti Range Rover “mediterranei” lo hanno vi-sto, anzi... “sentito” funzionare?

Di senso opposto la trovata tra gli optional che equipaggia-no la Toyota Prius. Opposta per-

ché riguarda il clima estivo, cioè quando le cellule fotovoltaiche che potremmo far installare sulla superfi cie del tetto catturerebbero i raggi solari per alimentare l’aria condizionata facendoci trovare la vettura fresca e confortevole an-che dopo ore di parcheggio sotto il sole d’agosto. L’idea per quan-to originale (fa parte del pacchet-to Solar Roof) costa la bellezza di 1.000 euro... Un po’ troppo forse per eliminare la sofferenza dei po-chi secondi di calore tipici dell’au-to parcheggiata sul Lungomare, in fondo potrebbe bastare abbassare i fi nestrini.

Restiamo in estate o almeno nel-le giornate in cui non piove per am-mirare l’Always Open Timer, che possiamo acquistare per la nostra Mini Cabrio nuova e fi ammante. In cosa consiste? A fronte della bellez-za di 170 euro questo sistema cro-nometra esattamente il tempo in cui avremo viaggiato a tetto scoperto... Fondamentale no?

GADGET COSTOSI Per chiu-dere impossibile non menzionare i costosissimi sistemi che memoriz-zano per ogni utilizzatore dell’auto le impostazioni di altezza di sedili e specchietti. I più costosi ne “ricor-dano” anche venti differenti e con-sentono a chiunque li abbia impo-stati di ritrovare il proprio set-up più gradito. Idea non malvagia, ma uti-le solo se condividiamo l’auto con

davvero molte persone. L’abbinata più stravagante fu quella che equi-paggiava l’Audi A8 di qualche anno fa che reimpostava il tutto ricono-scendo chi sedeva al volante dalle impronte digitali. Un gadget dal co-sto evidentemente spropositato. Che fi ne ha fatto? Sui nuovi modelli è (non casualmente) scomparso.

Il consiglio che rinnoviamo, quindi, è di fare attenzione an-che a questi dettagli e di spende-re qualche euro in più investen-do magari nei sistemi di sicurez-za, assistenza alla guida, stabilità, frenata… In quel caso se la dispo-nibilità economica non manca la regola è di non badare a spese.

A cosa si può rinunciare al momento dell’acquisto di una vettura

Gli optional più inutili dell’auto

“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol SuperinaIN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: MOTORI

Redattore esecutivo: Mauro Bernes / Impaginazione: Dean ČernekaCollaboratori: Silvano SilvaniFoto: Goran Žiković e archivioMarketing: Nirvana Ferletta (Caposettore) / Marina Juričić / Igor Vignjević

Anno II / n. 5 del 19 gennaio 2010

La pubblicazione del presente supplemento, sostenuta dall’Unione Italiana di Fiume / Capodistria e dall’Università Popolare di Trieste, viene supportata dal Governo italiano all’interno del progetto EDITPIÙ in esecuzione della Convenzione MAE-UPT N° 1868 del 22 dicembre 8, Contratto 248a del 18/10/2006 con Novazione oggettiva del 7 luglio 2009

Svernamento, assistenza e manutenzione in un posto solo

Marina a secco, il «letargo» delle imbarcazioni

«Sarò sincero. Da noi, un marina a secco nel vero senso della parola non esi-

ste. La nostra, e tutti gli altri del ge-nere esistenti nell’area, potrebbero venire, per essere più precisi, chia-mate spiazzi per lo svernamento del-le imbarcazioni”. Sono parole di Ro-bert Gržinić che, assieme alla moglie Renata, a Mattuglie gestisce il mari-na a secco “Yacht Marina Rea”. Con Gržinić abbiamo affrontato due pro-blemi che, negli ultimi tempi, assil-lano l’intero settore del turismo da diporto e della piccola navalmeccani-ca, ossia la recessione e la sovrattassa per gli articoli di lusso quali, appun-to, i natanti.

“Per noi – afferma – la sovrattas-sa non comporta alcun problema. In pratica, non abbiamo alcun punto di contatto, visto che chi cerca i nostri servizi dispone già della propria im-barcazione... Naturalmente, la crisi esiste, si rifl ette pesantemente sugli affari, ma per quanto riguarda la no-stra attività, come detto, restiamo ab-bastanza sereni”.

Robert Gržinić ci spiega che il suo marina a secco si estende su una su-perfi cie utile di 5.000 metri quadra-ti, dei quali una parte al coperto. Per quanto riguarda gli ospiti più abitua-li, rileva una massiccia presenza di sloveni, seguiti da tedeschi e italia-

ni. Quest’ultimi, comunque, preferi-scono la costa istriana. Di solito, le imbarcazioni svernano dall’inizio di ottobre fi no alla primavera. Dipende dalle condizioni atmosferiche se “tor-neranno in mare” in aprile, maggio o, alle volte, anche in giugno. A detta del nostro interlocutore, tutte le imbarca-zioni battono bandiera straniera, per cui appena arrivano al marina, de-vono assolutamente venire dichiara-te presso i competenti uffi ci doganali.

Lo “Yacht Marina Rea”, come spiegatoci, offre all’interessato la completa assistenza che riguarda il trasporto dall’ormeggio al marina e viceversa, la necessaria assistenza in loco e, ovviamente, una continua vigilanza dell’imbarcazione. Circa il trasporto, va detto che dispone di trai-ni per natanti fi no a sette tonnellate e, sul posto, di due sollevatori a for-ca. Per quanto riguarda le peculiarità di un marina a secco, Robert Gržinić afferma che è sicuramente consiglia-bile, visto che un’imbarcazione non può restare in mare “in eterno”. Infat-ti, è necessario periodicamente met-terla a secco per i lavori di pulitura delle alghe e per ovviare a eventuali danni causati dalla corrosione da sale marino. A suo dire, un marina a sec-co o area per lo svernamento delle imbarcazioni che chiamar si voglia, dovrebbe essere ubicato quanto più

lontano dal mare. Non basta ancora, visto che un periodo di “soggiorno” in un marina a secco costa molto di meno che un ormeggio.

Dando un’occhiata alle immatri-colazioni dei natanti allo “Yacht Ma-rina Rea”, vediamo che, oltre a quelli stranieri (sloveni e tedeschi in primo luogo, come detto), ci sono anche nu-merosi registrati nelle isole di Pago, Arbe, Lussino... Una prova che i ma-rina a secco sono assolutamenti ne-cessari e che ce ne vorrebbero di più per fare fronte alle esigenze.

Da rilevare che allo “Yacht Ma-rina Rea” ci sono anche natanti che non si sono mossi da diversi anni, ma anche alcuni che devono appena scendere in mare e salpare per la pri-ma volta.

Renata Gržinić che, assieme al marito Robert, Renata Gržinić che, assieme al marito Robert, gestisce lo “Yacht Marina Rea”gestisce lo “Yacht Marina Rea”

motori 7Martedì, 19 gennaio 2010

L’aienda “Kvarnepla-stika” è stata istituita a Fiume nel 2003 ed

è praticamente l’erede giuridico dell’omonima impresa di Albo-na, dalla quale ha riscattato i mo-delli e tutti i diritti di produzione. Ne parliamo in merito con Emi-lio Sušanj che, assieme ai fi gli Mate e Toni, porta avanti tutta la produzione di natanti in plastica, certifi cata e seguita dal Registro navale nazionale.

Apprendiamo, in questo modo, che il programma pro-duttivo comprende imbarcazio-ni per lo svago come “Učka” e “Vega”, il motoscafo PG 550 (ca-binato e open), il ““Primorka” e l’“Adriatik”. Si tratta di model-li dell’ex fabbrica albonese. Va detto, inoltre, che il “Primorka” e l’“Adriatic” vengono costruiti anche nella versione di lavoro. L’offerta non si ferma qui, con-siderato del fatto che comprende pure una nave ecologica “mul-tiporpouse”, della lunghezza di dodici metri.

“Naturalmente – afferma Emilio Sušanj – abbiamo anche un programma tutto proprio. La ditta a conduzione familiare im-piega complessivamente quindici persone, tutte quante professio-nalmente legate al mare e alla co-struzione di imbarcazioni di vario tipo. Siamo impegnati non solo nella produzione, ma anche nel-la ristrutturazione e nel rimessag-gio di qualsiasi natante da dipor-to. Per quanto concerne la produ-zione, sottolineo che i vari tipi di ‘barche’ vanno da una lunghezza minima di 4,10 a una massima di 20 metri. A proposito dei modelli ‘in proprio’, vorrei mettere in ri-lievo la ‘Fiumanka’”…

Soffermiamoci un po’ di più su questa imbarcazione, che sta riscuotendo notevole successo.

“È ‘nata’ poco meno di un anno fa e ha dimostrato subi-to le caratteristiche che deside-ravamo. Si tratta di un cabina-to di sei metri del tipo pilotina, progettato per un motore entro-bordo, ma nella parte della pop-pa può venire installato anche un motore fuoribordo ausiliario. Con tre persone a bordo, il moto-re dalla potenza di 75 cavalli può raggiungere una velocità di 19,5 miglia, anche se quella normale per i tragitti più lunghi si aggira sulle 15 miglia. Va detto ancora che può essere installato anche un motore di 100 cavalli. Parte dei modelli è stata già piazzata sul mercato estero”.

Oltre ad offrire imbarcazio-ni “tipizzate”, effettuate anche tutte le riconversioni necessa-rie, a seconda dei desideri del-l’acquirente. Quindi, possono essere ordinati anche natanti “personalizzati”.

“Certamente. Siamo sempre a completa disposizione del cliente e facciamo tutto il possibile per soddisfare ogni suo desiderio. Vi spiego subito. Quando una perso-na si presenta da noi, la prima cosa che chiedo è perché gli serve una barca. In altre parole se la userà solamente per lo svago, per qual-che ‘giretto’ sul Golfo, per viaggi più lunghi, ecc. Poi, quante perso-ne intende ‘imbarcare’ e tanti altri dettagli. Sentiti i desideri, presen-tiamo l’offerta e le nostre propo-ste. Naturalmente, sta al cliente fare la scelta defi nitiva ma, quasi sempre, accetta le nostre ‘visio-ni’ e, almeno fi nora, non abbiamo avuto lamentele di alcun tipo. Du-rante il periodo di costruzione, il cliente viene sempre a trovarci per cui, con il passare del tempo, si di-venta anche amici”.

E i prezzi? Com’è la situa-zione in seguito all’applicazio-

ne della sovrattassa e dell’au-mento dell’IVA?

“Innanzitutto voglio dire che la sovrattassa è una catastrofe per la piccola navalmeccanica. È sta-ta anche una delle ragioni per cui ci siamo orientati sulle riconver-sioni, visto che le nuove imbar-cazioni costano un occhio della testa. I prezzi dei nostri prodotti? È un po’ diffi cile dirlo con pre-cisione, tenendo conto del fatto che, come già affermato, tutto dipende dalla volontà del cliente, ossia dal tipo di materiale usato, dai passamani, dall’attrezzatura che si desidera installare e via di questo passo”.

Con i tempi che corrono, è soddisfatto dell’andamento dell’attività?

“Tutto sommato sì. Finora non abbiamo avuto problemi di rilievo e sono convinto che il no-stro futuro sia assicurato. Siamo riusciti a farci un nome e la clien-tela non manca. Speriamo, ov-viamente, che l’intera economia si rimetterà in sesto, che le so-vrattasse vengano presto abolite, in modo da assicurare più lavoro per tutti. Ci sarà sempre chi or-dinerà una ‘barca’ nuova, di pic-cola o media grandezza che sia. Sarò soggettivo, ma devo dire che amo questo lavoro. Sono or-goglioso quando vedo il prodotto fi nito, quando lo... ‘getto in mare’ e vedo che tutto funziona a pun-tino. Quando il cliente si congra-tula con te, la soddisfazione è re-ciproca”.

Al termine della nostra visita alla “Kvarnerplastika”, i cui im-pianti si trovano ai Pioppi di Fiu-me, Emilio Sušanj ci ha anticipa-to che, prossimamente, sarà ulti-mata la costruzione del “guzzo fi umano”, un’imbarcazione tut-ta nuova, su modello antico. Ci dice che, per il momento, i detta-gli sono segreti ma che, per tutti, sarà una bella sorpresa.

PROGRAMMA PRODUT-TIVO Circa il programma pro-duttivo, metteremo in rilievo l’“Učka K-410”” (lunghezza fuori tutto 4,10 metri, larghez-za 1,67, pescaggio 0,23 - motore consigliato 4-5 cavalli); l’“Učka

K-450 (lunghezza fuori tutto 4,50, larghezza 1,85, pescaggio 0,23, motore consigliato 7 ca-valli); motoscafo PG-550 open e PG 550 cabin (lunghezza fuori tutto 5,50 metri e larghezza 2,40

per ambedue; pescaggio 0,25 per il primo, 0,28 per il secondo; al-tezza della cabina per il secondo - 1,35 metri, potenza consigliata per il motore - da 40 a 120 caval-li); “Primorka K-630 open” e “K-630 cabin” (lunghezza fuori tutto 6,30, larghezza 2,40, pescaggio 0,60 metri per ambedue, altez-za della cabina per il secondo - 1,40 metri, motore entrobordo di 30 cavalli per ambedue). Tutte le

suindicate imbarcazioni sono co-struite in poliestere.

NAVE ECOLOGICA Al-cune parole sulla nave ecologi-ca costruita dalla “Kvarnerpla-stika”. Della lunghezza di 12 me-

tri con un pescaggio molto basso e il fondo tipo catamarano, è in-dicato principalmente per lo spe-gnimento d’incendi lungo la co-sta, ma anche per la raccolta del-l’immondizia che galleggia sul-la superfi cie del mare. Dotato di pompe per l’acqua e per la schiu-ma, grazie ai suoi particolari ma-nicotti può essere usato per do-mare le fi amme sulla terraferma, fi no a 300 metri dalla costa.

La «Fiumanka» ha fatto grande la famiglia della «Kvarnerplastika»

A colloquio con Emilio Sušanj, direttore della piccola azienda fi umana

Una fase di rimessaggio dell’”Istranka”Una fase di rimessaggio dell’”Istranka”

Un padiglione della “Kvarnerplastika”Un padiglione della “Kvarnerplastika”

Emilio e Mate SušanjEmilio e Mate Sušanj

Gli scafi della “Fiumanka”Gli scafi della “Fiumanka”

8 motori Martedì, 19 gennaio 2010