1977 - Sebastiano A. Patanè - Momenti

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Sebastiano A. Patanè M O M E N T I Catania 2011

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poesia sociale

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Sebastiano A. Patanè

M O M E N T I

Catania 2011

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Proprietà letteraria di

Sebastiano A. Patanè

Catania 2011

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Momenti Catania 1977

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Il giullare

Solo ed in silenzio

il giullare del nostro tempo,

cammina per le strade confuse.

“Sto pensando” dice

a chiunque lo disturbi,

“non mi parlate

mentre guido il mondo”.

“Roma è sul tram

e non ha pagato il biglietto.”

Io sono italiano medio

e sono molto stupido.

Ma Roma dorme

e chi dorme piglia carta bollata!

20 aprile 1977

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Il campanello…

Il campanello strilla

e come un aguzzo stiletto

ferisce i miei silenzi.

“Chi è, per la miseria?”

“Luce, per la madonna!”

“Non ho madonne io,

solo una borsa d’acqua calda.”

……………

“La infili sotto la porta.”

L’Ente Universale per la Luminosità

mi ha mandato la bolletta.

Per fortuna non si paga in soldi.

Grazie Dio!

30 aprile 1977

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Divagazione (1)

Non guardo oltre il ponte,

potrei vederci un esattore

o un pignolo agente

e non guardo oltre il ponte.

E’ l’una, coi trampoli risalgo

l’arteria cittadina…

ma il contratto sta per scadere

e non mi resterà che bruciare i legni.

Dio che rabbia che mi fanno

quei signori con la frusta!

Li detesto. Loro danno da mangiare

ai sazi e non vogliono darmi i fiammiferi…

Ma io non firmerò!

Non guardo oltre il ponte,

potrei vedere imprenditori

che coi mitra minacciano

rotoli di carta o pulsanti inattivi

e magari hanno tutti la mia faccia.

no, non guardo oltre il ponte.

6 maggio 1977

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Divagazione (2)

Tic, tac,

tic, tac,

tic, tac,

tic, tac,

tic, tac,

………

la squallida voce del tempo.

7 maggio 1977

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Un attimo di sconforto

Io, che non penso,

io, fumetto grottesco,

girasole disorientato,

carta da macero, io.

Animale ambiguo,

io, due facce in un quadro,

stella mutilata,

aranceto senz’acqua,

occhi giallo limone

(finestre chiuse senza vasi),

io, acqua morta,

io, attore pessimo,

io, jena insaziabile,

io, homo sapiens ridiculus,

io, poeta di inerte poesia,

io, testamento vuoto di Dio!

15 giugno 1977

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Cosa provo adesso

Cosa provo, adesso

per ciò che prima mi uccideva?

Rancore, indifferenza, non lo capisco.

Ciò che importa è che non riesco

a plasmare questa mia esistenza

ancora informe.

Spesso mettiamo da parte

ciò che è degno di essere scordato

e per negligenza, ritorna, spesso,

l’errore che non è più eccezione.

La mosaicità di questa vita

mi lascia solo l’amara necessità

di rubare frammenti altrui per compormi.

Si, siamo dei compositori,

scriviamo giorno per giorno

la nostra realtà strappandola

a chiunque, distratto, si lascia derubare

il già derubato.

Se mi fermassi, se guardando un muro

mi ricordassi della mia mobilità,

ucciderei un grande parassita, il tempo.

Su di noi, il tempo, vive la sua immortalità

e ripensando a cosa provo adesso,

per ciò che prima mi uccideva,

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dico che una volta sapevo solo amare

e mettevo da parte ciò che era obbligatorio

scordare.

5 giugno 1977

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Ad un passo dalla morte (preludio)

Il tempo mi sfiora

con la sua breve enormità

e dalla vetta della rupe

avvoltoio impaziente

attende una conclusione

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Ad un passo dalla morte (1° ricordo)

Ehi! amico mio,

sei tu o il tuo fantasma?

Com’è bello ritrovarsi

dopo tanti secoli…

la lontananza ti ha inghiottito

e di te rimane chiara, l’immagine

del “così” e non del “chissà”

per non essere confuso con gli altri.

Ma sai che attorno a me non ci sono gli altri

e t’avvicini sempre, vecchio fantasma,

per infrangere con un gesto qualsiasi

“cosa fare”. Basta restare in silenzio

e sminuzzare un pezzetto di carta

per capire la giusta soluzione.

a Elio Di Prima

5 agosto 1977

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Ad un passo dalla morte (2° ricordo)

Giro giro tondo

quant’è bello il mondo

viene l’alluvione

è una grande occasione

per fare una gita

ai confini della vita.

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Ad un passo dalla morte (3° ricordo)

Regina della vita,

la mia speranza copre

inutili percorsi.

A volte si posa su una roccia antica

e vibra il suono della sua disperazione.

Ma improvvisamente poi,

il magma furioso del tuo lontano amore

scioglie quella pietra e la trascina

in profonde valli, dove si raffredda

e diventa appiglio per un’altra mano.

Quella roccia con la sua mente di pietra,

ora non t’ama più.

ad Anna Barbato con rimpianto

5 agosto 1977

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Ad un passo dalla morte (4° ricordo)

Marco Polo,

marcopolando

giunse in Cina

trotterellando.

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Indice

Momenti 1977

Il giullare

Il campanello…

Divagazione 1

Divagazione 2

Un attimo di sconforto

Cosa provo adesso

Ad un passo dalla morte - preludio

1° ricordo

2° ricordo

3° ricordo

4° ricordo

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