1985/86 - Sebastiano A. Patanè - La piramide disabitata

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Sebastiano A. Patanè La piramide disabitata Catania 2011

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poesia d'amore

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Sebastiano A. Patanè

La piramide disabitata

Catania 2011

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Proprietà letteraria di

Sebastiano A. Patanè

Catania 2011

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La piramide disabitata Catania 1985/86

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Grumi di pensiero

Grumi di pensiero,

corpi si agitano

in acque gelate,

incollando cocci d’anime

e rivendicando immortalità.

Nella notte, lampare

scrutano disperati cordogli.

E’ tardi per accendere miracoli…

occhi d’amore sono ormai

baionette chiuse nel silenzio.

21 gennaio 1985

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Profili di vento

Profili di vento,

occhi d’acqua pura e labbra,

si confondono con note d’amore.

Sul palcoscenico improvvisi

graffi al cuore;

applausi e sorrisi nascondono lacrime

e, mentre il sipario scende,

maschere cadono in frantumi…

Dietro la scena rimani diva

ed il copione è dentro te.

Profili di vento,

i tuoi occhi scrutano

attimi di disattenzione…

ma ti amo, in ogni istante.

27 gennaio 1985

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Profumi di baci

Come diamanti,

sguardi d’edera

tagliano emozioni.

Cristalli di gioia

si ammucchiano

su ramoscelli di speranza,

soffocando parole

mentre si affrettano, onde,

a bagnarmi i piedi.

Rimangono appesi nel vuoto

stalattiti di passione

che gocciolando

su amori liquefatti,

con tonfi,

scuotono calme insopportabili.

Specchi d’aria

riflettono pensieri

mentre giacciono, più in la,

profumi di baci.

Augusta (SR) 29 gennaio 1985

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Con brina d’alba si sciolgono desideri

Cumuli di piombo coprono vastità di cieli,

comprimendo sensazioni.

Focolai di passione sparsi qua e la nel corpo,

teorizzano nuove battaglie

e si preparano a scendere in campo

la musa e l’odalisca.

Archi pronti a scagliare dardi

si tendono nei cuori di ognuno,

mentre tavole imbandite

attendono nuovi sodalizi.

Con brine d’alba si sciolgono desideri.

Augusta (SR) 16 aprile 1985

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La piramide disabitata

Si flettono rami

e, parlando piano

spiegano, con note di vento,

voglie nascoste…

Con cuore consumato,

rispondo oasi di pace

e dondolando sogni

nella stanza colma di niente

volo nella mia piramide:

vuoto di mani sugli occhi.

Scivolano silenzi

dalle pareti di pietra

mentre si cancellano speranze

ed ombre inesistenti si cullano

negli occhi di luna. Mani accarezzano

tesori dissepolti e giacciono,

parole morte, sogni

agli angoli delle labbra…

solo il cuore parla e vibranti desideri,

fra ansia e paura,

emergono dalla pelle di sabbia.

Dove sei amore inghiottito

da mari di dolore;

non affiori tra flutti mortali delle città…

Ti cerco per strade di silenzio

chiamandoti col nome segreto;

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scruto negli insiti bui dell’anima

e, solo eco, ritorna la mia voce.

*

Conosce, la betulla, la tua bellezza

e ti guarda, fogliame d’occhi,

con sorrisi di sole…

dal mio nulla nascono le parole più belle

e cadendo ai tuoi piedi diventano margherite.

*

Profumi di brezza africana,

scure di pietra

che tagli queste parole

cogliendone linfe immortali.

Ti darò respiri di bosco

e l’immenso abbraccio

del mare ti darò…

a te dedico la vita, amore.

*

Brillano i tuoi occhi

fra i muschi dell’Anapo

che cresce nel mistero

di quest’anima.

Pensieri, come diamanti,

incidono la roccia

e, quale resina d’amore,

ne sgorga l’essenza

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della mia purificazione.

Geme la pietra e si contorce

sotto l’enorme cappa del cielo

che convertendo atomi in sogni,

mi lascia intravedere il tuo corpo

avvolto da numerosi abbracci…

ma non ci sei anima mia

e solo muffa e scorpioni rimangono

nella piramide disabitata.

*

Mi darà ancora, la sera,

immagini di te.

Forze di vento ed acqua

porteranno spore d’amore

ed in questo corpo

risorgeranno fiori e poesie.

Mi aiuterà, la sera,

a nascondere la pietra

che, statua di fredde effusioni,

non palpita né si rattrista

al sopraggiungere dell’aurora

che disperderà occhi, mani, farfalle,

cancellando radure d’amore

e vestendo la ninfa di muschio e polvere.

Valle d’Anapo (SR) 21 giugno 1985

S. Gregorio (CT) 23 giugno 1985

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Con rullio d’argani

emergono àncore dal fondo;

ali di tela giocano col vento

e, cuore di legno-ferro,

salpa veliero d’amore.

Sinfonia

Scorre fra onde accese d’alba,

chiglia d’ansia,

mentre mutate alberi,

braccia sorreggono vele illimitate.

Brillano di luce stive colme di speranza

e, più in la, bisbigliano, legate,

noia ed indifferenza…

Sorsi di sole curano ferite antiche

mentre gioia e vita saltano fuori

dal ventre dell’oceano.

Il vento teme spade di dolore

ma in lontananza scorgo su mani di donna

l’amore che attende vestito da bambino.

24 luglio 1985

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Meteore di mente

Messaggi d’occhi si protendono

verso bui misteri,

protetti da sguardi di luce…

Onde graffiano spiagge di cenere,

nel vano tentativo

di aggrapparsi a granelli di sabbia.

E viaggiano nell’infinito

meteore di mente,

mentre gridano, cervi,

canti d’amore.

Ora precipitano le pulsazioni

e, per assenza di sogni, cadono

in pozze d’acqua,

anneriti da incoerenti

passioni nascoste.

Isola Magnesa (SR) 17 agosto 1985

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Ti rivedo infinita…

…Si confusero, d’un tratto,

pastelli di natura e sorrisi…

Eri distante amore mio

e sei riapparsa dalle fresche

radure primaverili,

quando giaceva, malata nel cuore,

cantilena di ricordi.

Ora, guerriero vinto

dalle lance verdi dei tuoi occhi,

mi inginocchio all’amore

negando forsennate grida

e con drappi di desiderio

avvolgo le dorate sfumature

della tua bellezza.

Adesso che il mattino

ha sciolto fasci d’aurora,

ti rivedo infinita,

centuplicata bellezza naturale,

mentre sorrido al dolore

di quest’amore impossibile.

30 ottobre 1985

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Un antico amore

Vivevo da solo,

pastore di parole,

costruendo muri

di malinconia

a ridosso del cielo,

finché occhi di mare…

*

Non creare rimpianti

per domani anima mia,

se morire non vale vivere,

non uccidere le labbra

col bacio vietato dalla mente.

Infinite mani possono

accarezzarti il corpo

ma è il mio soffio

che ti lascia vivere.

*

Da sempre dura

questa pioggia

nell’anima…

*

E’ lontano profumo di pini

tra panini e sorrisi…

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erano attimi di felicità compressa,

con speranza di riutilizzo.

Poi abbaiarono lupi sanguinari

e piansero, cieli, viole e realtà,

mostrando occhi d’amore

e morte che accarezza

in banali vesti di donna.

*

Richiudi i pugni Venere,

non è amore,

solo vastità di emozioni.

A lungo vortici di desiderio

hanno imprigionato ali,

a lungo ho pianto…

Avvilite, parole inconsuete,

cadono da mani

consumate dalla terra

e crescono frattanto,

altri fiori nel prato.

No musa, non è amore,

ma neanche indifferenza…

10 novembre 1985/20 gennaio 1986

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Dove volano…

Dove volano adesso

quelle gocce di mare…

Vibrano per simpatia

parole di sopravvivenza,

mentre basse temperature,

per inerzia,

risalgono grovigli di carne.

Dove volano adesso

scogliere di corallo

o spiagge di luna…

Sogni scavalcano giorni innocui,

creando confusioni

di organismi spirituali

ma, all’orizzonte, il sole

è fermo da tempo,

lasciando marcire, in ombra,

versi…

5 febbraio 1986

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Canzone triste

a Luisa Millo

L’airone cercava tramonti

e libri dissepolti e limiti…

Si inoltra, il mio canto,

fra i mille vuoti della notte

spezzando l’ala della solitudine,

il mio canto selvaggio.

L’airone cerca un sole da ricamare

nel suo tessuto di cielo,

nella sua casa d’erba fresca di rugiada,

sulle parole che si levano ad est

e muoiono nel vecchio quaderno dell’anima.

Un sole cerca l’airone.

Nel mio cuore soffocato dalle edere,

ristagna un ricordo sfuggito all’esodo

e, mentre si posa sulla mia spalla

un silenzio, svolazzano, più in la,

chiassosi tulipani appena recisi.

I miei occhi sono bolle di sapone.

L’airone vola entro un discorso vago,

cercando una virgola da dove scappare.

Vola, l’airone trascinato da negazioni

e nel pugno chiuso, code di lucertole

2 luglio 1986

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Passato amore

Ricordo, ferii ali di uccello

che volavano verso primavere…

Dritto dinnanzi a me, il sole,

severo padre di luce,

protegge ancora fughe d’orizzonti,

ma le interminabili valanghe di parole,

ricordo, furono vane.

*

Quando scelse il buio,

il mio dolore,

tu eri già scomparsa

oltre il sentiero.

Nonostante la mia pena

impoverii il suolo dell’oro

e forgiandolo nell’anima

ne feci un idolo.

Non bastò, no!

Scoprii dalla gente

che eri tutto ciò che avevo.

*

Quando il fuoco bruciò

le ultime radici

ed il pianto spense

i candelabri della notte,

allora, volai verso tempeste

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d’organi e di cuori.

Ebbi ciò che volevo

non quello che desideravo.

Tu, allora, svanisti

fra le righe di una poesia

per diventare sogno.

Caddi, senz’ali

su pagine bianche.

*

Altra gente mosse filigrane di capelli

ed il cigno azzurro della tua voce

batté il becco

sul silenzio della terra…

mi incamminai verso labirinti d’anima,

cogliendo solo fastidiose oasi di conforto,

mentre si stringevano pugni di sentimento

condensandosi in tormentose spire di passione.

In tutto il cielo una stella soltanto.

Il gioco dei papaveri al vento

è colmo di mistero,

ma la verginità del buio mi rassicura.

*

S’infuocarono le girandole dei tuoi sorrisi

e si spezzò il giuramento dei gigli.

Rovinarono torri di sogni

e la polvere raggiunse l’amarezza

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delle notti senza stella.

Oh! cuore mio, cuore, mia sola poesia,

sentimento annidato in corone di spine,

versione pura della mia imprudenza,

sentiero d’aurora…

E tu, giovane gazzella,

non ero un leone io, non lo ero…

*

Ti ho dato il corpo rosato del tramonto

nei baci che sapevano di terra

e la tua bocca, annunziata dai fiori,

esauriva le gemme sanguigne

delle spine antiche.

Erano cicogne

quelle che mordevano la neve,

ma parvero ai miei occhi,

mani sporche d’anima appena recisa.

Seguiva di poco, l’assurdo svuotarsi

della notte dalla pelle fredda,

del fragore del silenzio scavato nella roccia,

dell’infinita bontà dei gerani d’autunno,

mentre le guance azzurre del mare

sparivano nei tuoi occhi.

Ti ho dato il corpo rosato del tramonto

nei baci che sapevano di morte.

Il silenzio è un bue smarrito nell’anima.

*

Passato amore,

mai passato amore mio,

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giglio di calce,

corna di toro selvaggio,

nella tua voce soffre la mano

che spezzò i petali dell’aurora

e, mutata carne,

l’estasi accecò la mente di passione.

Vorrei morire un’alba qualunque

dopo aver bevuto la tua rosa,

domani, per esempio…

*

Sperai, nei giorni bui,

di non smarrirmi

nel calice di ogni bocca.

Nell’immagine del cucciolo

che non si può tradire,

misi i tuoi occhi tristi;

con legacci di passione

mi attaccai alla tua pelle

e dal flauto sommesso

della tua voce, creai l’aria

che fa sbocciare il cactus

nel mistico fiore.

Non trova specchi per cui morire,

l’allodola,

solo briciole d’alba.

27 settembre - 20 ottobre 1986

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Indice

La piramide disabitata 1985-86

Grumi di pensiero…

Profili di vento…

Profumi di baci

Con brina d’alba si sciolgono desideri

La piramide disabitata

Sinfonia

Meteore di mente

Ti rivedo infinita…

Un antico amore

Dove volano

Canzone triste

Passato amore

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