18 Cronache Domenica4giugno2006 TIPIITALIANI · gnere chimico di origine cagliarita-na, porta ora...

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STEFANO LORENZETTO S i chiamava Sdi ma non aveva niente a che vedere con i so- cialisti di Boselli: stava per Strategic defense initiative, iniziativa di difesa strategica. Gli scienziati lo definivano «fascio di particelle», i politici «scudo spazia- le», gli esperti del Pentagono «can- none a raggi». Avrebbe dovuto indi- viduare e disintegrare i missili bali- stici intercontinentali lanciati con- tro il territorio degli Stati Uniti. Nel mondo fu subito ribattezzato Star wars, guerre stellari, e a tutti parve evidente che si trattava di un’evolu- zione della guerra fredda. Tenne banco per dieci lunghi an- ni. Il presidente americano Ronald Reagan lo presentò nel 1983 come un progetto mirato «non a uccidere gente ma a distruggere armi». Il suo successore George Bush senior lo so- stenne con convinzione. L’avversa- rio di entrambi, Bill Clinton, lo sep- pellì nel 1993 senza funerali, un po’ perché nel frattempo era caduto il Muro di Berlino e s’era sgretolata l’Unione Sovietica, un po’ perché le ricerche per metterlo a punto sareb- bero costate alla fine non meno di 27 miliardi di dollari. Oggi che hanno visto quanto sia facile violare dal cie- lo la loro sicurezza nazionale, gli americani lo rimpiangono. In realtà era solo un raggio laser. Lo stesso che Arnaldo Meloni, inge- gnere chimico di origine cagliarita- na, porta ora in Italia allo scopo di salvare vite umane e soprattutto im- pedire che ogni anno a 8.500 malati vengano segati in sala operatoria di- ta, piedi, gambe. «Lombardia, Vene- to e Sicilia sono le tre regioni che de- tengono il macabro record delle am- putazioni chirurgiche», spiega. L’ingegner Meloni, 56 anni, sposa- to, due figli, rappresenta la Spectra- netics, che ha la sede italiana a Pra- to e la casa madre a Colorado Sprin- gs. Fu fondata da Robert Golobic, og- gi defunto, un fisico dell’Us Air For- ce che al Pentagono aveva lavorato sul pro- getto dello scudo spa- ziale e non si rassegna- va a gettare al vento anni di studi. Si dimise perciò dal Dipartimen- to della Difesa, traslo- cò nel Colorado e co- struì sulle pendici del Pikes Peak, a quasi 4.000 metri d’altitudi- ne, la Spectranetics. E lì, mettendo a parte dei suoi segreti un cir- colo iniziatico che per ovvie ragioni compren- de a tutt’oggi non più di 150 collaboratori, aprì la strada per ri- convertire al servizio della salute la tecnolo- gia militare propugna- ta da Reagan. È nato così il laser a eccimeri Cvx 300, o la- ser freddo, un raggio di luce in grado di ri- muovere fino a polve- rizzarle le ostruzioni che inevitabilmente si formano all’interno della rete vascolare, cioè dell’autostrada più lunga che esista al mondo: 160.000 chilometri di arterie e vene – quattro volte la circonferenza del- la Terra – che trasportano il sangue nel nostro corpo. Un risultato che prima d’ora era stato immaginato solo al cinema, in un film di 40 anni fa, con una spedizione a bordo di un sommergibile miniaturizzato inietta- to nel circolo sanguigno per andare a riparare l’ematoma nel cervello di uno scienziato in coma. Solo che quello si chiamava Viaggio alluci- nante, questo di Meloni è reale; quel- lo richiedeva che i medici fossero ri- dotti a lillipuziani più piccoli di un microchip, questo che se ne stiano seduti davanti a un monitor; quella era fantascienza, questa è scienza. Nel film s’imbarcava anche un agente segreto. Non sarà che face- va parte della Spectranetics? «Si sbaglia, era dell’Fbi». Certo che il nome della sua azienda ricorda la Spectre, l’organizzazio- ne criminale contro cui si batteva James Bond. «Questa dell’agente 007 è l’obiezio- ne che mi fanno tutti». E lei come risponde? «Il suffisso Spectra ha a che fare so- lo con la spettrografia e con lo spet- tro atomico, cioè l’insieme di radia- zioni emesse da un atomo eccitato, visto che laser è l’acronimo di light amplification by stimulated emis- sion of radiation, amplificazione del- la luce per mezzo di emissione stimo- lata di radiazione». Com’è stato reclutato dalla Spectranetics? «È accaduto il contrario: sono stato io a sceglierla. Ero responsabile per l’Italia della linea ospedaliera di Ci- ba Geigy, dopo aver lavorato in John- son & Johnson. Alla fine ho pensato che la mia professione mi imponeva un dovere morale: trovare per i pa- zienti il meglio del meglio. Perciò mi sono messo a cercare in proprio i prodotti più innovativi sul mercato». Perché ha pensato che fosse que- sto il suo dovere? «Forse perché mia madre, che a 75 anni fa ancora la volontaria in ospe- dale e assiste i malati terminali, avrebbe voluto che diventassi medi- co. O forse perché ho provato più vol- te sulla mia pelle che cosa significhi non poter essere curati con mezzi ap- propriati e tecnologicamente al- l’avanguardia». Cioè? «Da studente, nel 1966, si ruppe la cinghia elastica che legava i libri di un compagno di scuola: mi arrivò nell’occhio sinistro come una fucila- ta. Contusione del bulbo. Intervento chirurgico per ridurre l’ematoma. Oggi, col laser, per un distacco di re- tina ti rimandano a casa in due ore. Allora ti tenevano immobile a letto per 30 giorni, in posizione supina, e alla fine ti alzavi con le piaghe da decubito. Io me la cavai in 15. Ma m’è rimasta per sempre la pupilla midiatrica, cioè più dilatata del nor- male. Mi entra troppa luce. Perciò soffro di fotofobia». Che altro le è capitato? «Nel 1992 calcolosi a stampo del re- ne destro. Come avere un corallo ra- mificato all’interno dell’organo. Con i litotritori laser di ultima generazio- ne lo frantumerebbero. A me tolsero direttamente il rene. Le risparmio le altre disavventure: dal ramo che mi attraversò da parte a parte l’ascella quand’ero bambino, lasciandomi ap- peso a un albero, alla labirintite che mi colse d’improvviso a 30 metri di profondità mentre facevo pesca su- bacquea a Villasimius, per cui persi all’improvviso l’orientamento, non capivo più se la superficie dell’ac- qua era sopra, sotto, a destra o a sini- stra. Mi salvò un espediente: lasciai cadere la fiocina, per vedere da qua- le parte agisse la forza di gravità, e nuotai nella direzione opposta. An- zi, diciamo che mi ha salvato l’ange- lo custode, come le altre volte». Ma in che modo è arrivato alla Spectranetics? «Partecipando a un congresso medi- co. Ho visto che se ne stava col suo stand in un angolino. Era considera- ta un’inezia e per giunta poco affida- bile. Colpa del laser». Che cosa c’era che non andava nel la- ser? «Per più di vent’anni ha dato problemi ap- plicativi enormi. I ca- teteri per introdurlo nelle arterie erano molto grossi, spesso perforavano i vasi. E il raggio a oltre 100 gradi era l’equivalen- te della fiamma ossi- drica: bruciava le ar- terie, le carbonizza- va. Tutti punti di criti- cità che Golobic ha sconfitto avvalendosi dell’esperienza matu- rata lavorando al pro- gramma delle guerre stellari. Oggi il laser freddo non supera i 40 gradi, cioè la tem- peratura corporea». Come agisce questo laser freddo? «Cominciamo col di- re che ogni laser è un raggio di luce. Il suo funzionamento si ba- sa sul fenomeno del- l’emissione stimolata di fotoni da parte di atomi eccitati. In virtù del gas utilizzato, per esempio elio, neon, argon, olmio, si ottengo- no laser diversi. Attualmente ve ne sono più di 60 tipi, che in chirurgia vengono impiegati come bisturi di precisione, in oculistica per correg- gere difetti refrattivi quali miopia, astigmatismo e ipermetropia, in gi- necologia per l’escissione di condilo- mi vaginali o per riparare le lesioni del collo dell’utero causate da papil- loma virus. Il nostro laser freddo si utilizza invece solo per la disostru- zione dei vasi arteriosi, dal cervello fino al piede. Funziona col cloruro di xeno, eccitato da una potenza pari a 50.000 watt che va erogata per un tempo massimo variante fra i 120 e i 180 nanosecondi». Un nanosecondo corrisponde a un milionesimo di secondo, ricordo be- ne? «Ricorda male: a un miliardesimo di secondo». Molto meno di niente. «Se il laser a eccimeri venisse eroga- to in continuo, il suo calore supere- rebbe di gran lunga quello sviluppa- to dalle bombe atomiche che distrus- sero Hiroshima e Nagasaki». E se restasse acceso per un nanose- condo di troppo? «Impossibile. È tarato in modo tale per cui, arrivato al massimo tempo e alla massima energia, s’arresta da solo». E se la taratura va a ramengo? «Si blocca automaticamente. Non può funzionare, si guasta». In pratica che cosa fa? «Dissolve le placche trombotiche e aterosclerotiche. Il catetere laser è largo un millimetro e mezzo, quanto una punta di matita. Lo si fa entrare per via percutanea nell’arteria femo- rale con un ago cannula. Guidando- ne il percorso radiograficamente, si spinge fino al punto in cui c’è l’ostru- zione. Agisce per contatto, quindi non vi è neppure l’emissione del rag- gio, che, a differenza degli altri la- ser, resta imprigionato in un fascio di 130 fibre ottiche ognuna delle quali ha lo spessore di un ca- pello di una bambina di 5 anni. Bionda. Per- ché le brune li hanno già più grossi». Costruite come, que- ste fibre ottiche? «A mano, una per una, assottigliando il vetro zaffiro. Lei con- sideri che i primi la- ser avevano una sola fibra ottica. Per que- sto la Spectranetics ha sede in alta monta- gna: è una lavorazio- ne che richiede un’ec- cezionale purezza del- l’aria». Che applicazioni ha il laser a eccimeri? «Infinite. Solo per ci- tarne alcune: occlu- sioni totali dei vasi ar- teriosi, infarto acuto del miocardio, aneuri- smi cerebrali, stenosi dell’arteria renale. Ma soprattutto si di- mostra pressoché in- fallibile nel salvatag- gio degli arti inferiori dei pazienti afflitti da diabete. Le ar- terie sono larghe ed elastiche: l’aor- ta, che è la più importante, al ventri- colo sinistro del cuore, da dove pren- de origine, ha un diametro di due- tre centimetri, ci passano dentro tre dita di una mano. Ma si guastano e si chiudono. È la malattia del benesse- re. L’arteriopatia provoca prima ischemia, poi ulcere, infine gangre- na. Tra Europa occidentale e Stati Uniti ogni anno vengono amputate le gambe a 250.000 persone. Un da- to spaventoso di cui nessuno parla». La dilatazione col palloncino non ri- solve? «Le metodiche tradizionali schiac- ciano la placca contro le pareti del vaso e liberano il tratto di arteria. Ma dove va a finire un trombo frantu- mato? Chi garantisce che poi non sa- rà causa di ictus ed embolie?». Il laser freddo non frantuma il trombo? «Il Cvx 300 non si limita all’ablazio- ne: lo nebulizza in particelle che mi- surano non più di 5 micron». Un millesimo di millimetro. «Stavolta ricorda bene. Tenga conto che un globulo rosso è più grande, per l’esattezza 7,3 micron, e che nel- l’ultima diramazione della rete va- scolare, i capillari, ove avvengono gli scambi di metaboliti e di gas fra sangue e tessuti e fra tessuti e san- gue, ne passa uno solo per volta. Quindi le particelle del trombo vapo- rizzate col laser freddo, essendo più piccole di un globulo rosso, non inta- sano neppure i capillari». E funziona sempre? «La percentuale di successo sui pa- zienti che per non morire dovrebbe- ro subire l’amputazione degli arti in- feriori entro pochi mesi è del 93%». Straordinario. «Le dico solo questo: la signora ses- santenne di cui parlarono tutti i gior- nali, che due anni fa morì per un pie- de in gangrena essendosi rifiutata di farsi amputare all’ospedale San Pao- lo di Milano, col laser a freddo proba- bilmente non solo avrebbe ancora il suo piede ma sarebbe viva. Lo stesso dicasi per i casi analoghi saliti alla ribalta della cronaca di recente». Vivaddio, e perché non sono stati curati così? «Il Cvx 300 in Italia non c’era. Ma sarebbe bastato mandarli dal dottor Marc Bosiers, all’ospedale St. Bla- sius di Dendermonde, in Belgio, che è il centro pilota di Spectranetics per l’Europa». Com’è possibile che in Italia non ci fosse? «Non lo chieda a me, lo chieda agli operatori sanitari diffidenti. Solo ora gli ospedali cominciano a sve- gliarsi. Ho ricevuto ordini per tre la- ser a Roma, due a Milano, uno a Bre- scia, uno a Padova. Ma sto parlando degli ultimi 15 giorni, ancora non li abbiamo installati». Dipenderà dal costo. «Lo escludo. Il primo era regalato: lo donava una fondazione bancaria. E comunque si tratta d’un macchina- rio da 250.000 euro. Meno di un eco- cardiografo. Una Tac ne costa 800.000. Per una Pet ci vogliono due milioni di euro. Prova ne sia che, a parte gli Stati Uniti, dove ce ne sono ormai alcune centinaia, in Europa ne abbiamo già venduti 40, addirittu- ra una decina in Turchia, due a Ci- pro, uno a Khanty Mansiysk in Sibe- ria, uno a Rostov in Crimea, uno a Riad in Arabia Saudita. La cosa che più mi fa arrabbiare è che le Asl but- tano miliardi per le aiuole fiorite, i marmi, le pensiline, cioè per l’appa- renza che consente di far bella figu- ra con i cittadini, e invece lesinano su ciò che può salvare i malati. In Toscana e nelle Marche siamo arri- vati al punto che risultano assunti due amministrativi per ogni medi- co». Ma chi garantisce le Asl sull’affida- bilità del Cvx 300? «È l’unico laser al mondo approvato dalla Fda, l’organismo di controllo per la salute del governo americano. Al congresso mondiale di patologia vascolare, svoltosi a Parigi due setti- mane fa, abbiamo mostrato a 11.000 medici quattro interventi di salvataggio degli arti inferiori ese- guiti in diretta col nostro laser a Lip- sia, in Germania, tutti perfettamen- te riusciti. Ci sarà pure un motivo se le azioni della Spectranetics, quota- ta al Nasdaq, a ottobre erano a 7 dol- lari e adesso ne valgono 13». Allora come si spiega questo scan- dalo dell’Italia più arretrata di Si- beria e Turchia? «Guardi, ogni paziente amputato, a parte il trauma raccapricciante, co- sta oltre 40.000 euro l’anno per tut- to il resto della sua vita. Ci sono mala- ti costretti a mettersi l’ascensore o a cambiare casa, dopo l’intervento. In- somma, vengono tagliate le gambe anche alle famiglie. Da qualche par- te finiranno questi quattrini, qualcu- no ci guadagnerà». A chi può dar fastidio il suo laser? «Soprattutto a quei medici che non hanno alcuna voglia d’aggiornarsi e preferiscono adagiarsi nel tran tran. In prospettiva potrebbe far diminui- re la richiesta di trombolitici, fibrino- litici, antitrombotici, vasodilatatori, antidiabetici, ferri chirurgici, aneste- tici, fili da sutura, materiale per me- dicazioni, protesi vascolari sinteti- che, arti artificiali, carrozzine, arti- coli sanitari, ossigenoterapia. In compenso accorcia le giornate di de- genza ospedaliera, visto che col la- ser a eccimeri il paziente viene trat- tenuto in corsia per precauzione 48 ore e poi torna a casa guarito». Musica per le orecchie del ministro della Salute. «Se penso che il 50% delle amputa- zioni avviene senza nemmeno un esame angiografico quando la situazione clinica è irreparabil- mente compromes- sa... Comunque biso- gna aver fiducia nella vita: alla fine il bene vince sempre. Il 20 giu- gno presenteremo per la prima volta in Italia il laser freddo nel cor- so di un congresso me- dico mondiale al Poli- clinico di Verona, con dimostrazioni dal vivo sui pazienti. Interver- rà anche sir Peter Bell, presidente della Socie- internazionale di chirurgia vascolare, che insegna all’Univer- sità di Leicester ed è il chirurgo di fiducia del- la regina Elisabetta II d’Inghilterra». Perché proprio a Ve- rona? «Perché è la città dove opera il dottor Carlo Adami, il chirurgo che per primo in Europa, nel 1994, cominciò a ri- parare gli aneurismi dell’aorta con un inter- vento mini invasivo e incruento, entrando dall’arteria fe- morale e piazzando nel tratto lesio- nato una protesi endovascolare. La metodica era stata inventata da un italo-argentino, il professor Juan Carlo Parodi, oggi docente di chirur- gia alla Washington University di Sa- int Louis, che all’epoca dirigeva l’Isti- tuto cardiovascolare di Buenos Ai- res e l’aveva sperimentata con suc- cesso sui cani. La comunità scientifi- ca internazionale lo evitava come un appestato. A un simposio a Tokyo il medico veronese fu l’unico ad avvici- narlo e a invitarlo a cena per farsi spiegare la sua tecnica. Nella vita ci vuole sempre un uomo che crede in un altro uomo quando si combina qualcosa di buono per gli altri. Ades- so Parodi e Adami sono entrambi convinti che il futuro della chirurgia mini invasiva sia nel laser a freddo». E lei non ha paura che i cinesi rie- scano a clonarglielo? «No. Dovrebbero prima clonare il cervello di chi l’ha creato». (333. Continua) [email protected] , , Arnaldo Meloni mostra un inizio di gangrena nelle dita del piede in un paziente diabetico: il laser eviterà di amputargli la gamba TIPI ITALIANI Il Cvx era nato per le guerre stellari Robert Golobic, un fisico che lavorava per il Pentagono, lo riconvertì a usi sanitari quando Clinton mise al bando lo scudo spaziale. Dentro le arterie entra per 120 nanosecondi la potenza della bomba atomica di Hiroshima Il piede della foto di sinistra, a sei mesi dal trattamento col laser: è perfettamente guarito. Un amputato costa 40.000 euro l’anno «Ogni anno amputano 8.500 italiani: li salverò col laser freddo di Reagan» E ra ingegnere chimico. In sala operatoria ha perso un rene e (quasi) un occhio. D a allora ha deciso di procurare il meglio del meglio ai malati. E così sul Pikes P eak, a 4.000 metri di quota, ha trovato... La percentuale di successo è del 93% Le placche che causano la gangrena si dissolvono in particelle più piccole di un globulo rosso. Purtroppo le Asl spendono più soldi per i giardini che per i pazienti. Avrò per «testimonial» il chirurgo della regina d’Inghilterra MA NON È LA SPECTRE Arnaldo Meloni, 56 anni, che rappresenta in Italia la Spectranetics di Colorado Springs. Tutti gli chiedono se c’entra con la Spectre dell’agente 007... «Abbiamo venduto il laser persino in Siberia, ma i nostri ospedali si sono svegliati 15 giorni fa. Fra Europa e Usa si amputano 250.000 malati l’anno» ARNALDO MELONI 18 Cronache il Giornale Domenica 4 giugno 2006

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STEFANO LORENZETTO

S i chiamava Sdima non avevaniente a che vedere con i so-cialisti di Boselli: stava perStrategic defense initiative,

iniziativa di difesa strategica. Gliscienziati lo definivano «fascio diparticelle», i politici «scudo spazia-le», gli esperti del Pentagono «can-none a raggi». Avrebbe dovuto indi-viduare e disintegrare i missili bali-stici intercontinentali lanciati con-tro il territorio degli Stati Uniti. Nelmondo fu subito ribattezzato Starwars, guerre stellari, e a tutti parveevidente che si trattava di un’evolu-zione della guerra fredda.Tenne banco per dieci lunghi an-

ni. Il presidente americano RonaldReagan lo presentò nel 1983 comeun progetto mirato «non a uccideregentema a distruggere armi». Il suosuccessoreGeorgeBushsenior lo so-stenne con convinzione. L’avversa-rio di entrambi, Bill Clinton, lo sep-pellì nel 1993 senza funerali, un po’perché nel frattempo era caduto ilMuro di Berlino e s’era sgretolatal’Unione Sovietica, un po’ perché lericerchepermetterlo apunto sareb-bero costate alla finenonmenodi 27miliardi di dollari. Oggi che hannovistoquanto sia facile violaredal cie-lo la loro sicurezza nazionale, gliamericani lo rimpiangono.In realtà era solo un raggio laser.

Lo stesso che Arnaldo Meloni, inge-gnere chimico di origine cagliarita-na, porta ora in Italia allo scopo disalvare vite umane e soprattutto im-pedire che ogni anno a 8.500malativengano segati in sala operatoria di-ta, piedi, gambe.«Lombardia,Vene-to e Sicilia sono le tre regioni che de-tengono ilmacabro recorddelle am-putazioni chirurgiche», spiega.L’ingegnerMeloni, 56anni, sposa-

to, due figli, rappresenta la Spectra-netics, che ha la sede italiana a Pra-to e la casamadre a Colorado Sprin-gs. Fu fondatadaRobertGolobic, og-gi defunto, un fisico dell’Us Air For-ce che al Pentagonoaveva lavorato sul pro-getto dello scudo spa-zialeenonsi rassegna-va a gettare al ventoanni di studi. Si dimiseperciòdalDipartimen-to della Difesa, traslo-cò nel Colorado e co-struì sulle pendici delPikes Peak, a quasi4.000 metri d’altitudi-ne, la Spectranetics. Elì, mettendo a partedei suoi segreti un cir-colo iniziatico che perovvie ragionicompren-de a tutt’oggi non piùdi 150 collaboratori,aprì la strada per ri-convertire al serviziodella salute la tecnolo-giamilitarepropugna-ta da Reagan.È nato così il laser a

eccimeri Cvx 300, o la-ser freddo, un raggiodi luce in grado di ri-muovere fino a polve-rizzarle le ostruzioniche inevitabilmente siformano all’internodella rete vascolare,cioè dell’autostradapiù lunga che esista al mondo:160.000 chilometri di arterie e vene– quattro volte la circonferenza del-la Terra – che trasportano il sanguenel nostro corpo. Un risultato cheprima d’ora era stato immaginatosolo al cinema, in un film di 40 annifa, con una spedizione a bordo di unsommergibileminiaturizzato inietta-to nel circolo sanguigno per andarea riparare l’ematoma nel cervello diuno scienziato in coma. Solo chequello si chiamava Viaggio alluci-nante, questodiMeloni è reale; quel-lo richiedeva che i medici fossero ri-dotti a lillipuziani più piccoli di unmicrochip, questo che se ne stianoseduti davanti a un monitor; quellaera fantascienza, questa è scienza.Nel film s’imbarcava anche unagente segreto. Non sarà che face-va parte della Spectranetics?«Si sbaglia, era dell’Fbi».Certo che il nomedella sua aziendaricorda la Spectre, l’organizzazio-ne criminale contro cui si battevaJames Bond.«Questa dell’agente 007 è l’obiezio-ne chemi fanno tutti».

E lei come risponde?«Il suffisso Spectra ha a che fare so-lo con la spettrografia e con lo spet-tro atomico, cioè l’insieme di radia-zioni emesse da un atomo eccitato,visto che laser è l’acronimo di lightamplification by stimulated emis-sionof radiation, amplificazionedel-la lucepermezzodi emissione stimo-lata di radiazione».Com’è stato reclutato dallaSpectranetics?«È accaduto il contrario: sono statoio a sceglierla. Ero responsabile perl’Italia della linea ospedaliera di Ci-baGeigy,dopoaver lavorato inJohn-son & Johnson. Alla fine ho pensatoche la mia professione mi imponevaun dovere morale: trovare per i pa-zienti il meglio del meglio. Perciò misono messo a cercare in proprio iprodotti più innovativi sulmercato».Perché ha pensato che fosse que-sto il suo dovere?«Forse perché mia madre, che a 75

anni fa ancora la volontaria in ospe-dale e assiste i malati terminali,avrebbe voluto che diventassi medi-co.O forseperchéhoprovatopiùvol-te sulla mia pelle che cosa significhinonpoteresserecurati conmezzi ap-propriati e tecnologicamente al-l’avanguardia».Cioè?«Da studente, nel 1966, si ruppe lacinghia elastica che legava i libri diun compagno di scuola: mi arrivònell’occhio sinistro come una fucila-ta. Contusione del bulbo. Interventochirurgico per ridurre l’ematoma.Oggi, col laser, per un distacco di re-tina ti rimandano a casa in due ore.Allora ti tenevano immobile a lettoper 30 giorni, in posizione supina, ealla fine ti alzavi con le piaghe dadecubito. Io me la cavai in 15. Mam’è rimasta per sempre la pupillamidiatrica, cioè più dilatata del nor-male. Mi entra troppa luce. Perciòsoffro di fotofobia».Che altro le è capitato?«Nel 1992 calcolosi a stampo del re-ne destro. Comeavere un corallo ra-mificato all’interno dell’organo. Con

i litotritori laser di ultimagenerazio-ne lo frantumerebbero.Ame tolserodirettamente il rene. Le risparmio lealtre disavventure: dal ramo che miattraversò da parte a parte l’ascellaquand’erobambino, lasciandomiap-peso a un albero, alla labirintite chemi colse d’improvviso a 30 metri diprofondità mentre facevo pesca su-bacquea a Villasimius, per cui persiall’improvviso l’orientamento, noncapivo più se la superficie dell’ac-quaera sopra, sotto, adestraoa sini-stra. Mi salvò un espediente: lasciaicadere la fiocina, per vederedaqua-le parte agisse la forza di gravità, enuotai nella direzione opposta. An-zi, diciamo chemi ha salvato l’ange-lo custode, come le altre volte».Ma in che modo è arrivato allaSpectranetics?«Partecipandoauncongressomedi-co. Ho visto che se ne stava col suostand in un angolino. Era considera-taun’inezia eper giuntapocoaffida-

bile. Colpa del laser».Che cosa c’era chenon andava nel la-ser?«Per più di vent’anniha dato problemi ap-plicativi enormi. I ca-teteri per introdurlonelle arterie eranomolto grossi, spessoperforavano i vasi. Eil raggio a oltre 100gradi era l’equivalen-te della fiamma ossi-drica: bruciava le ar-terie, le carbonizza-va.Tutti punti di criti-cità che Golobic hasconfitto avvalendosidell’esperienzamatu-rata lavorandoal pro-gramma delle guerrestellari. Oggi il laserfreddo non supera i40 gradi, cioè la tem-peratura corporea».Come agisce questolaser freddo?«Cominciamo col di-re che ogni laser è unraggio di luce. Il suofunzionamento si ba-sa sul fenomeno del-l’emissione stimolata

di fotoni dapartedi atomi eccitati. Invirtù del gas utilizzato, per esempioelio, neon, argon, olmio, si ottengo-no laser diversi. Attualmente ve nesono più di 60 tipi, che in chirurgiavengono impiegati come bisturi diprecisione, in oculistica per correg-gere difetti refrattivi quali miopia,astigmatismo e ipermetropia, in gi-necologiaper l’escissionedi condilo-mi vaginali o per riparare le lesionidel collo dell’utero causate da papil-loma virus. Il nostro laser freddo siutilizza invece solo per la disostru-zione dei vasi arteriosi, dal cervellofino al piede. Funziona col cloruro dixeno, eccitato da una potenza pari a50.000 watt che va erogata per untempomassimo variante fra i 120 e i180 nanosecondi».Un nanosecondo corrisponde a unmilionesimodi secondo, ricordobe-ne?«Ricordamale: a unmiliardesimo disecondo».Moltomeno di niente.«Se il lasera eccimeri venisse eroga-to in continuo, il suo calore supere-

rebbe di gran lunga quello sviluppa-todalle bombeatomichechedistrus-sero Hiroshima e Nagasaki».Eserestasseaccesoperunnanose-condo di troppo?«Impossibile. È tarato in modo taleper cui, arrivato almassimo tempoealla massima energia, s’arresta dasolo».E se la taratura va a ramengo?«Si blocca automaticamente. Nonpuò funzionare, si guasta».In pratica che cosa fa?«Dissolve le placche trombotiche eaterosclerotiche. Il catetere laser èlargo unmillimetro emezzo, quantouna punta di matita. Lo si fa entrareperviapercutaneanell’arteria femo-rale con un ago cannula. Guidando-ne il percorso radiograficamente, sispinge fino al punto in cui c’è l’ostru-zione. Agisce per contatto, quindinonvi èneppure l’emissionedel rag-gio, che, a differenza degli altri la-ser, resta imprigionato in un fasciodi 130 fibre otticheognuna delle quali halo spessore di un ca-pello di una bambinadi5anni.Bionda.Per-ché le brune li hannogià più grossi».Costruite come, que-ste fibre ottiche?«A mano, una peruna, assottigliando ilvetro zaffiro. Lei con-sideri che i primi la-ser avevano una solafibra ottica. Per que-sto la Spectraneticsha sede inaltamonta-gna: è una lavorazio-necherichiedeun’ec-cezionalepurezzadel-l’aria».Che applicazioni hail laser a eccimeri?«Infinite. Solo per ci-tarne alcune: occlu-sioni totali dei vasi ar-teriosi, infarto acutodelmiocardio, aneuri-smi cerebrali, stenosidell’arteria renale.Ma soprattutto si di-mostra pressoché in-fallibile nel salvatag-gio degli arti inferioridei pazienti afflitti da diabete. Le ar-terie sono larghe ed elastiche: l’aor-ta, che è la più importante, al ventri-colo sinistrodel cuore, dadovepren-de origine, ha un diametro di due-tre centimetri, ci passano dentro treditadi unamano.Ma si guastano e sichiudono. È lamalattia del benesse-re. L’arteriopatia provoca primaischemia, poi ulcere, infine gangre-na. Tra Europa occidentale e StatiUniti ogni anno vengono amputatele gambe a 250.000 persone. Un da-to spaventoso di cui nessuno parla».Ladilatazionecolpalloncinononri-solve?«Le metodiche tradizionali schiac-ciano la placca contro le pareti delvaso e liberano il tratto di arteria.Madovevaa finireun trombofrantu-mato?Chi garantisce chepoinon sa-rà causa di ictus ed embolie?».Il laser freddo non frantuma iltrombo?«Il Cvx 300 non si limita all’ablazio-ne: lo nebulizza in particelle chemi-surano non più di 5micron».Unmillesimo dimillimetro.

«Stavolta ricorda bene. Tenga contoche un globulo rosso è più grande,per l’esattezza7,3micron, e chenel-l’ultima diramazione della rete va-scolare, i capillari, ove avvengonogli scambi di metaboliti e di gas frasangue e tessuti e fra tessuti e san-gue, ne passa uno solo per volta.Quindi le particelledel trombovapo-rizzate col laser freddo, essendo piùpiccoledi unglobulo rosso, non inta-sano neppure i capillari».E funziona sempre?«La percentuale di successo sui pa-zienti che per nonmorire dovrebbe-rosubire l’amputazionedegli arti in-feriori entro pochi mesi è del 93%».Straordinario.«Le dico solo questo: la signora ses-santennedi cui parlarono tutti i gior-nali, chedueanni famorì perunpie-de in gangrena essendosi rifiutata difarsi amputareall’ospedaleSanPao-lodiMilano, col lasera freddoproba-bilmente non solo avrebbe ancora il

suopiedemasarebbe viva. Lo stessodicasi per i casi analoghi saliti allaribalta della cronaca di recente».Vivaddio, e perché non sono staticurati così?«Il Cvx 300 in Italia non c’era. Masarebbe bastatomandarli dal dottorMarc Bosiers, all’ospedale St. Bla-sius di Dendermonde, in Belgio, cheè il centropilota di Spectranetics perl’Europa».Com’è possibile che in Italia non cifosse?«Non lo chieda a me, lo chieda aglioperatori sanitari diffidenti. Soloora gli ospedali cominciano a sve-gliarsi. Ho ricevuto ordini per tre la-seraRoma,dueaMilano,unoaBre-scia, uno a Padova. Ma sto parlandodegli ultimi 15 giorni, ancora non liabbiamo installati».Dipenderà dal costo.«Loescludo. Il primoera regalato: lodonava una fondazione bancaria. Ecomunque si tratta d’un macchina-rioda250.000euro.Menodi uneco-cardiografo. Una Tac ne costa800.000. Per unaPet ci vogliono duemilioni di euro. Prova ne sia che, a

parte gli Stati Uniti, dove ce ne sonoormai alcune centinaia, in Europaneabbiamogiàvenduti40, addirittu-ra una decina in Turchia, due a Ci-pro, uno a Khanty Mansiysk in Sibe-ria, uno a Rostov in Crimea, uno aRiad in Arabia Saudita. La cosa chepiùmi fa arrabbiare è che le Asl but-tano miliardi per le aiuole fiorite, imarmi, le pensiline, cioè per l’appa-renza che consente di far bella figu-ra con i cittadini, e invece lesinanosu ciò che può salvare i malati. InToscana e nelle Marche siamo arri-vati al punto che risultano assuntidue amministrativi per ogni medi-co».Machi garantisce leAsl sull’affida-bilità del Cvx 300?«È l’unico laser al mondo approvatodalla Fda, l’organismo di controlloper la salute del governoamericano.Al congresso mondiale di patologiavascolare, svoltosi a Parigi due setti-mane fa, abbiamo mostrato a11.000 medici quattro interventi disalvataggio degli arti inferiori ese-guiti in diretta col nostro laser a Lip-sia, in Germania, tutti perfettamen-te riusciti. Ci sarà pure unmotivo sele azioni della Spectranetics, quota-taalNasdaq, a ottobreeranoa7dol-lari e adesso ne valgono 13».Allora come si spiega questo scan-dalo dell’Italia più arretrata di Si-beria e Turchia?«Guardi, ogni paziente amputato, aparte il trauma raccapricciante, co-sta oltre 40.000 euro l’anno per tut-to il restodella suavita.Ci sonomala-ti costretti amettersi l’ascensore o acambiarecasa,dopo l’intervento. In-somma, vengono tagliate le gambeanche alle famiglie. Da qualche par-te finirannoquesti quattrini, qualcu-no ci guadagnerà».A chi può dar fastidio il suo laser?«Soprattutto a quei medici che nonhanno alcuna voglia d’aggiornarsi epreferisconoadagiarsi nel tran tran.In prospettiva potrebbe far diminui-re la richiestadi trombolitici, fibrino-litici, antitrombotici, vasodilatatori,antidiabetici, ferri chirurgici, aneste-tici, fili da sutura, materiale perme-dicazioni, protesi vascolari sinteti-che, arti artificiali, carrozzine, arti-coli sanitari, ossigenoterapia. Incompensoaccorcia le giornatedide-genza ospedaliera, visto che col la-ser a eccimeri il paziente viene trat-tenuto in corsia per precauzione 48ore e poi torna a casa guarito».Musicaper le orecchie delministrodella Salute.«Se penso che il 50% delle amputa-zioni avviene senza nemmeno un

esame angiograficoquando la situazioneclinica è irreparabil-mente compromes-sa... Comunque biso-gna aver fiducia nellavita: alla fine il benevincesempre. Il 20giu-gno presenteremo perla prima volta in Italiail laser freddo nel cor-sodi un congressome-dico mondiale al Poli-clinico di Verona, condimostrazioni dal vivosui pazienti. Interver-ràanche sir PeterBell,presidentedella Socie-tà internazionale dichirurgia vascolare,che insegnaall’Univer-sità di Leicester ed è ilchirurgodi fiduciadel-la regina Elisabetta IId’Inghilterra».Perché proprio a Ve-rona?«Perché è la città doveopera il dottor CarloAdami, il chirurgo cheper primo in Europa,nel1994, cominciòari-parare gli aneurismidell’aortaconun inter-vento mini invasivo e

incruento, entrando dall’arteria fe-morale e piazzando nel tratto lesio-nato una protesi endovascolare. Lametodica era stata inventata da unitalo-argentino, il professor JuanCarloParodi, oggi docente di chirur-giaallaWashingtonUniversity di Sa-intLouis, cheall’epocadirigeva l’Isti-tuto cardiovascolare di Buenos Ai-res e l’aveva sperimentata con suc-cesso sui cani. La comunità scientifi-ca internazionale lo evitava comeunappestato. A un simposio a Tokyo ilmedicoveronese fu l’unicoadavvici-narlo e a invitarlo a cena per farsispiegare la sua tecnica. Nella vita civuole sempre un uomo che crede inun altro uomo quando si combinaqualcosadi buonoper gli altri. Ades-so Parodi e Adami sono entrambiconvinti che il futuro della chirurgiamini invasiva sia nel laser a freddo».E lei non ha paura che i cinesi rie-scano a clonarglielo?«No. Dovrebbero prima clonare ilcervello di chi l’ha creato».

(333. Continua)[email protected]

,‘ ,ArnaldoMeloni mostraun iniziodi gangrenanelle dita delpiede in unpazientediabetico:il laser eviteràdi amputarglila gamba

TIPI ITALIANI

Il Cvx era nato per le guerre stellariRobert Golobic, un fisico che lavoravaper il Pentagono, lo riconvertì a usisanitari quando Clinton mise al bandolo scudo spaziale. Dentro le arterieentra per 120 nanosecondi la potenzadella bomba atomica di Hiroshima

Il piededella foto disinistra, a seimesi daltrattamentocol laser: èperfettamenteguarito. Unamputatocosta 40.000euro l’anno

«Ogni anno amputano 8.500 italiani:li salverò col laser freddo di Reagan»

Era ingegnere chimico. In salaoperatoriahapersounrene e (quasi) unocchio.Daallorahadecisodi procurare ilmegliodelmeglioaimalati. E così sul PikesPeak,a4.000metri di quota, ha trovato...

La percentuale di successo è del 93%Le placche che causano la gangrenasi dissolvono in particelle più piccoledi un globulo rosso. Purtroppo le Aslspendono più soldi per i giardini cheper i pazienti. Avrò per «testimonial»il chirurgo della regina d’Inghilterra

MA NON È LA SPECTREArnaldo Meloni, 56 anni,che rappresenta in Italia

la Spectranetics diColorado Springs. Tutti glichiedono se c’entra con laSpectre dell’agente 007...«Abbiamo venduto il laser

persino in Siberia, mai nostri ospedali si sono

svegliati 15 giorni fa. FraEuropa e Usa si amputano

250.000 malati l’anno»

ARNALDO MELONI

18 Cronache il Giornale � Domenica4giugno2006