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In caso di mancato recapito restituire a : noivoiloro via S. Maurizio, 2 22036 - ERBA (CO) il mittente si impegna a corrispondere la prevista tariffa Ricorda gli indirizzi internet di Noivoiloro - www.noivoiloro.it - email:[email protected] Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Como Registrazione Tribunale di Como decreto numero 2/96 del 5/2/1996 Dir. Resp.: Alessandro Bertoglio - Redazione: v. S. Maurizio, 2 - ERBA (CO) - Stampa: Grafiche Valsecchi - Confezionamento: Lito Offset Erba N° 144 - APRILE 2011 NOIVOILORO informa Periodico Informativo delle Associazioni e Cooperative Noivoiloro Onore ai Ri-Animatori Noivoiloro di Riccardo Prisinzano a pag. 4 Basket Noivoiloro a Barcellona a pag. 5,6,7 Interviste ai volontari Settore sportivo Noivoiloro a pag. 8,9 Presentazione Spettacolo Pinocchio... per noi... per voi... per loro Ogni medaglia ha sempre due facce. Di solito si pensa che il rovescio sia il lato un po’ meno bello, ma, forse, le cose non stanno proprio così. Io ho una medaglia che è la mia fortuna: lavorare con gli adolescenti, con i giovani e con i bambini. Sono 10 anni che al Noivoiloro lavoro con gli adolescenti e di strada ne abbiamo fatta parecchio insieme: i primi adolescenti ora sono giovani ed è un piacere ritrovarsi e guardare il nostro percorso; insieme abbiamo costruito e stiamo costruendo qualcosa di bello. In un momento così delicato, in cui Noivoiloro è impegnato nella realizzazione della Nuova Sede, ci sono degli adolescenti e dei giovani che stanno mettendo il loro mattone in questa struttura: sono i ragazzi del Gruppo Animazione, i Ri-Animatori, come ci chiamiamo noi. In questi anni il Gruppo ha maturato una notevole esperienza ed il settore che si è sviluppato di più, le feste di compleanno, lo dimostrano. In questi 5 anni la crescita è stata costante ed ora siamo arrivati ad ottenere un buon successo; basti pensare che da settembre ad oggi siamo arrivati a quota 30 animazioni; dal 2005 abbiamo passato quota 100. Se questo è stato possibile è stato grazie a dei ragazzi fantastici, che hanno dedicato parte del proprio tempo al Noivoiloro; alcuni, per fare le feste al pomeriggio, hanno dovuto studiare di sera per il giorno dopo, altri hanno sacrificato il sabato o la domenica pomeriggio per far giocare i bambini; abbiamo Ri-Animatori che arrivano da Cabiate, Mariano, Cantù, Montorfano, Limbiate, mettendoci di tasca propria la trasferta e che ti dicono: “L’abbraccio di oggi e il sorriso dei bambini mi bastano”. Queste sono le persone speciali con le quali lavoro. Questo è il lato bello della medaglia. E il rovescio? È forse la fatica? O le contraddizioni dei giovani? No, quelle fanno ancora parte del lato bello. Il rovescio è rappresentato da tutte quelle persone che guardano i giovani con fastidio. Anche recentemente, in un bar della zona, dopo una serata di volontariato in compagnia, al momento di pagare il conto la cassiera ci dice in malo modo che manca da pagare un gelato, che invece avevamo regolarmente pagato. Ma se fossimo stati una combriccola di quarantenni in giacca e cravatta, saremmo stati trattati allo stesso modo? Come può un giovane credere in se stesso, se noi “grandi” non siamo disposti a credere in lui? Al Noivoiloro abbiamo la dimostrazione che ci sono giovani validi e pieni di valori e di ragazzi così è pieno il mondo. Dobbiamo continuare a gridarlo e a farlo vedere. Ma, in fondo, il rovescio della medaglia non è tanto male, se lo guardiamo da un altro punto di vista: chi non apprezza i giovani ci fa apprezzare di più chi lo fa. Un po’ come la Nuova Sede: le tante difficoltà ci faranno godere di più del risultato finale. Noivoiloro ha dimostrato di credere nei giovani, ha investito su di loro e loro stanno ripagando la nostra fiducia. E allora: grazie ragazzi, siete dei grandi, noi ci crediamo!!!

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La solidarietà, l’aiuto a chi è in difficoltà ed il servizio sociale, a favore dei disabili e dei giovani, sono lo scopo per cui tanti anni fa è nato Noivoiloro. “Noivoiloro”, scritto unito, esprime la coscienza di una realtà dove tutti abbiamo bisogno di aiuto, tutti abbiamo energia per aiutare.

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In caso di mancato recapito restituire a : noivoiloro via S. Maurizio, 2 22036 - ERBA (CO) il mittente si impegna a corrispondere la prevista tariffa

Ricorda gli indirizzi internet di Noivoiloro - www.noivoiloro.it - email:[email protected]

Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Como Registrazione Tribunale di Como decreto numero 2/96 del 5/2/1996

Dir. Resp.: Alessandro Bertoglio - Redazione: v. S. Maurizio, 2 - ERBA (CO) - Stampa: Grafiche Valsecchi - Confezionamento: Lito Offset Erba

N° 144 - APRILE 2011

NOIVOILOROinformaPeriodico Informativo delle Associazioni e Cooperative Noivoiloro

Onore ai Ri-Animatori Noivoilorodi Riccardo Prisinzano

a pag. 4Basket Noivoiloro a Barcellona

a pag. 5,6,7Interviste ai volontari Settore sportivo Noivoiloro

a pag. 8,9Presentazione Spettacolo Pinocchio... per noi... per voi... per loro

Ogni medaglia ha sempre due facce. Di solito si pensa che il rovescio sia il lato un po’ meno bello, ma, forse, le cose non stanno proprio così.

Io ho una medaglia che è la mia fortuna: lavorare con gli adolescenti, con i giovani e con i bambini. Sono 10 anni che al Noivoiloro lavoro con gli adolescenti e di strada ne abbiamo fatta parecchio insieme: i primi adolescenti ora sono giovani ed è un piacere ritrovarsi e guardare il nostro percorso; insieme abbiamo costruito e stiamo costruendo qualcosa di bello.

In un momento così delicato, in cui Noivoiloro è impegnato nella realizzazione della Nuova Sede, ci sono degli adolescenti e dei giovani che stanno mettendo il loro mattone in questa struttura: sono i ragazzi del Gruppo Animazione, i Ri-Animatori, come ci chiamiamo noi.

In questi anni il Gruppo ha maturato una notevole esperienza ed il settore che si è sviluppato di più, le feste di compleanno, lo dimostrano. In questi 5 anni la crescita è stata costante ed ora siamo arrivati ad ottenere un buon successo; basti pensare che da settembre ad oggi siamo arrivati a quota 30 animazioni; dal 2005 abbiamo passato quota 100. Se questo è stato possibile è stato grazie a dei ragazzi fantastici, che hanno dedicato parte del proprio tempo al Noivoiloro; alcuni, per fare le feste al pomeriggio, hanno dovuto studiare di sera per il giorno dopo, altri hanno sacrificato il sabato o la domenica pomeriggio per far giocare i bambini; abbiamo Ri-Animatori che arrivano da Cabiate, Mariano, Cantù, Montorfano, Limbiate, mettendoci di tasca propria la trasferta e che ti dicono: “L’abbraccio di oggi e il sorriso dei bambini mi bastano”. Queste sono le persone speciali con le quali lavoro. Questo è il lato bello della medaglia. E il rovescio? È forse la fatica? O le contraddizioni dei

giovani? No, quelle fanno ancora parte del lato bello. Il rovescio è rappresentato da tutte quelle persone che guardano i giovani con fastidio. Anche recentemente, in un bar della zona, dopo una serata di volontariato in compagnia, al momento di pagare il conto la cassiera ci dice in malo modo che manca da pagare un gelato, che invece avevamo regolarmente pagato. Ma se fossimo stati una combriccola di quarantenni in giacca e cravatta, saremmo stati trattati allo stesso modo?

Come può un giovane credere in se stesso, se noi “grandi” non siamo disposti a credere in lui?

Al Noivoiloro abbiamo la dimostrazione che ci sono giovani validi e pieni di valori e di ragazzi così è pieno il mondo. Dobbiamo continuare a gridarlo e a farlo vedere.

Ma, in fondo, il rovescio della medaglia non è tanto male, se lo guardiamo da un altro punto di vista: chi non apprezza i giovani ci fa apprezzare di più chi lo fa.

Un po’ come la Nuova Sede: le tante difficoltà ci faranno godere di più del

risultato finale. Noivoiloro ha dimostrato di credere

nei giovani, ha investito su di loro e loro stanno ripagando la nostra fiducia. E allora: grazie ragazzi, siete dei grandi, noi ci crediamo!!!

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Edito da Noivoiloro Coop. Soc. OnlusRedazione Via S.Maurizio, 2 Erba Tel. 031.640703 Fax 031.642699 e-mail: [email protected] web: www.noivoiloro.it

Dir. responsabile Alessandro Bertoglio

Responsabile di Edizione Ambrogio Ripamonti (Ampo)

CollaboratoriAlessia Ratti, Antonella Meroni, Eros Sormani, Maria Cepparo, Mario Schiatti, Natalina Riva, Paolo Villa, Pinuccia Tagliabue, Simone Massa Pinto, Riccardo Prisinzano, Valerio Anzani.

Grafica e impaginazione: Fabrizio OlmiNoivoiloro Lavoro Cooperativa Sociale Onlus

Stampa Grafiche Valsecchi snc - ErbaPiegaturaLito Offset srl - ErbaConfezionePlast-Co-Inverigo

NOIVOILOROinformaPeriodico Informativo delle Associazioni e Cooperative Noivoiloro

per mille5

AIUTA NOIVOILORO A COSTRUIRE LA NUOVA SEDE

Firma nel riquadro indicato come

“Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni

di promozione sociale...”

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dalla gente e dalle aziende abbiamo raccolto

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C/C postale numero 53543732IBAN IT51Q0832951270000000201670

Causale: Donazione a favore della costruzione Nuova Sede Noivoiloro

Raccolta FondiNuova Sede Noivoiloro

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Vivere la solidarietàdi Mario Schiatti

Quando si pronuncia la parola solidarietà si è consapevoli di pronunciare una parola nobile che contiene tutti quei valori in cui molti di noi, in modi diversi, si riconoscono.

La solidarietà porta a capire fino in fondo quanto sia importante per chi la fa e quanta ricchezza dona al cuore.

Questo modo di vivere la vita diventa ancora più importante, anche per tutte quelle persone in difficoltà. lo purtroppo nella mia vita di genitore di un figlio con non pochi problemi ho avuto molto bisogno di solidarietà.

Se in certi momenti della mia dura vita non ci fossero state persone come voi a starmi vicino, non avrei potuto dare a mio figlio tutto l’amore che nei momenti di grande difficoltà aveva bisogno.

Cari amici, penso che non siano molte le persone il cui destino li porti a vivere tutte le emozioni che la solidarietà ci dona. Penso che Dio ha voluto dare a tutti noi un dono: la possibilità di imparare a vivere con il cuore e con l’anima.

A qualcuno questo dono non gli ha ancora toccato il cuore, è normale ma, mai dire mai nella vita.

Quello che ho imparato ad apprezzare come genitore è il modo spontaneo e sincero che hanno queste persone nel farti capire che non sei solo.

La grandezza di queste persone sta proprio nella loro modestia, nella loro positività e fedeltà.

Per questi nostri amici la solidarietà è normalità, per loro è uno stile di vita essere attenti alle tante necessità, perché sanno che Dio gli ha dato una vita con meno difficoltà.

Loro da Dio hanno avuto due doni: il primo è una vita normale con una famiglia normale e felice e il secondo è riuscire a capire le differenze che ci sono nella vita, e quindi cercare con amicizia e affetto di aiutare chi è meno fortunato.

Io credo che ci siano persone che per loro scelta di vita a volte, anzi quasi sempre hanno dovuto rinunciare a qualcosa per potere dare agli altri quel qualcosa in più che non hanno avuto dalla lotteria della vita.

lo che ne ho avuto bisogno, voi che continuate ad averne bisogno potete contare su queste persone che riescono a essere umili nell’ascoltare il cuore.

Con queste umili ma sincere parole ho voluto dare il giusto spazio alle tante persone, associazioni, cooperative e comunità. Anche a costo di piccoli

sacrifici, dico piccoli in confronto ai grandi sacrifici di chi è in difficoltà permanente ricordiamoci che ogni persona deve avere uguale dignità e rispetto.

Come genitore voglio dire grazie a tutti voi per quello che avete fatto e quello che state facendo e sono sicuro che farete ancora di più con l’aiuto del vostro cuore e della vostra fedeltà.

Grazie.Spera amico, domani e ancora domani,

e ogni domani spera. E abbi sempre fiducia finchè vivi perchè quando si crede con forza nelle persone vuol dire credere nella solidarietà.

Come sempre con umiltà, affetto e solidarietà per chi ne ha bisogno.

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Noivoiloro alla Final Four di basket a Barcellonadi Eros Sormani

Se è solo di tre mesi fa la selezione “al gran completo” del nostro team unificato per i giochi Mondiali di Atene del prossimo Giugno, un altro grande appuntamento di sport entra a far parte del nostro palmares sportivo: la partecipazione allo Special Olympics Final Four Tournament che si terrà a Barcellona dal 6 all’8 Maggio sullo stesso blasonato parquet della Final Four dell’Eurolega di basket professionistico (www.euroleague.net)

Grazie alla partnership tra Special Olympics e la Turkish Airlines, l’Italia rappresentata dalla nostra squadra è stata selezionata, insieme a Spagna, Grecia e Turchia per partecipare all’evento barcellonense.

Una grande opportunità di visibilità per tutto il movimento Special Olympics ed in particolare per il nostro team che

avrà l’onore di rappresentare l’Italia in un contesto prestigioso.

L’Eurolega di Basket è uno degli appuntamenti sportivi più attesi a livello europeo e mondiale, seguito annualmente da oltre 950 milioni di telespettatori.

Sarà un’opportunità irripetibile e memorabile per tutti i nostri atleti di giocare a pallacanestro, incontrare i migliori giocatori europei, guardare le partite più ambite in Europa e vivere un’esperienza indimenticabile a Barcellona.

Sarà un’occasione unica anche per promuovere l’idea di pallacanestro “per tutti” in un contesto di alto livello. I nostri atleti saranno vestiti da Nike, sponsor dell’evento.

La nostra convocazione è giunta a seguito della partecipazione ad un concorso europeo con criteri di selezione che includevano tra l’altro la produzione di un video promozionale. Il filmato è visibile all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=hcxWL-7V2VU ed è stato realizzato grazie all’impegno di tutti ed in particolare di Alberto Santini, vero trascinatore del nostro movimento sportivo, di Marco Ripamonti in qualità di cameraman, di Luca Viganò regista, Filmmaker e montatore video.

Con la conquista di questo importante traguardo il nostro team si conferma ai vertici del panorama dello sport Special Olympics nazionale ed internazionale.

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L’inizio di una nuova avventura…di Francesca Pozzi

Coltivo la passione per il nuoto da quando ero piccola. Alla piscina della Nostra Famiglia di Bosisio Parini all’età di soli 3 anni ho mosso i miei “primi passi” in acqua.

Crescendo ho poi continuato la mia attività, praticando nuoto libero. Poi col tempo ho sviluppato la voglia di migliorarmi in questa disciplina sportiva non solo da un punto di vista tecnico ma anche e soprattutto in termini di velocità. L’incontro con Ombretta la scorsa estate e la sua proposta di entrare a far parte di una squadra di persone che come me hanno una disabilità fisica, ha rappresentato per me una risposta a questa mia voglia di miglioramento.

Così, io e i miei compagni abbiamo ad ottobre incominciato questa nuova avventura.

Abbiamo da subito creato un forte spirito di squadra. E’ molto bello trovarsi ogni settimana per condividere insieme un’attività sportiva, ma anche e soprattutto è piacevole poter stare in compagnia per fare quattro chiacchiere, sorridere insieme e impegnarsi per raggiungere ogni volta un risultato migliore.

Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno promosso la formazione di questa nuova squadra di nuoto in particolare Angelo, Ombretta ed Eros.

Un grazie anche a Francesca capace ogni volta di saperci trasmettere quella forza e quella grinta necessaria per progredire verso un risultato migliore e a tutti i miei compagni di squadra con i quali ho condiviso tanti momenti insieme.

Ricordo anch’io con molto piacere la gara tenutasi lo scorso 28 novembre alla piscina di Bione di Lecco che ha visto coinvolti gli atleti dell’altra squadra di nuoto di Noivoiloro.

Tanta era l’emozione che accomunava

tutti questi atleti e profonda la loro felicità che si poteva leggere nei loro occhi nel momento in cui venivano premiati.

Spero che anche in futuro vengano organizzate altre manifestazioni come quella di Bione. E perché no? Spero di poter partecipare anch’io, come atleta, ad una gara.

Auguro, con tutto il cuore, ai miei compagni di squadra di continuare a divertirsi e a coltivare la passione per il nuoto come abbiamo sempre fatto finora.

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Luca & Luca nuovi allenatori del basket Noivoilorodi Eros Sormani

Intervista doppia a Luca Giannoni e Luca Gerosa

Prima intervista ufficiale per i neo tecnici Giannoni Luca e Gerosa Luca a quasi tre mesi dal loro debutto come allenatori del Blue Team della nostra formazione di basket.

Il settore basket Noivoiloro ha dovuto infatti cambiare guida e al timone della squadra blu sono approdati la coppia Luca & Luca forti di una lunga esperienza nelle categorie giovanili del Basket Erba.

Entrambi i coach corrispondono perfettamente all’identikit tracciato dalla nostra Associazione: grandi conoscitori ed appassionati del basket, determinati e con ottima predisposizione a lavorare con i giovani.

Cominciamo dalle presentazioni…L.Gi. : mi chiamo Luca Giannoni e sono

nato a Como il 13 luglio di 34 anni fa. Ho frequentato il Liceo Scientifico e quindi ho conseguito il diploma ISEF presso l’università Statale di Milano. Attualmente abito ad Albavilla.

L.Ge. : il mio nome è Luca Gerosa; abito a Erba ed il 25 aprile compierò 22 anni.

Studio Economia ed insegno basket in alcune classi della Scuola Primaria di Ponte Lambro, Castelmarte e Caslino d’Erba. Sono in cerca di un lavoro stabile.

Parlaci un po’ di te, del tuo rapporto con il basket

L.Gi.: ho giocato a basket fino all’età di 14 anni; non sono mai stato un fenomeno come giocatore!

Ho preferito quasi da subito allenare. Ho conseguito il tesserino di istruttore di minibasket e sono allenatore di base tesserato FIP.

Mi piace moltissimo allenare soprattutto i bambini; credo di non smettere mai di allenare minibasket perché mi appassiona troppo e mi dà sempre stimoli a migliorarmi e migliorare gli atleti che alleno.

L.Ge.: il mio rapporto con il basket, è iniziato parecchio tempo fa.

Sono stato giocatore dalle buone capacità tecniche, ma anche io preferisco allenare piuttosto che giocare.

Con Luca alleniamo i settori giovanili del Basket Erba e come già detto insegno pallacanestro presso alcune scuole del territorio.

Hai altre passioni oltre al basket?L.Gi.: mi definisco un ragazzo eclettico:

ho molti interessi. Amo lo sport in generale ed in particolare lo sci di fondo che fino a qualche tempo fa riuscivo anche a praticare.

Sono istruttore presso una sala pesi ed insegno ginnastica artistica e ritmica.

Sono altresì volontario presso la Croce Azzurra di Como.

Amo cucinare e tenermi costantemente aggiornato: ultimamente ho frequentato un corso di Taping Neuromuscolare, una tecnica correttiva meccanica e sensoriale. Sono tifoso dell’Armani Jeans Olimpia Milano.

L.Ge.: Oltre al basket, seguo molto il calcio televisivo e sono tifoso accanito dell’Inter.

Avresti mai pensato di poter allenare una squadra Special Olympics?

L.Gi.: Sinceramente non pensavo potesse accadere almeno nel breve periodo. Mi ha sempre affascinato lo sport per atleti speciali: conoscevo il basket in carrozzina ma non avevo mai incontrato una squadra Special Olympics.

L.Ge.: No non avrei mai pensato di poter allenare una squadra Special Olympics, in quanto sono abituato a lavorare con i bambini e i ragazzi e non mi sarei mai aspettato di avere questa occasione.

Com’è nata l’idea della panchina di Noivoiloro?

L.Gi.: Ho saputo di questa opportunità da Marta Casartelli, amica di Eros e compagna di squadra di mia sorella.

Avevo sentito parlare di Noivoiloro ma ignoravo fino ad allora che il gruppo allenava una squadra di basket Special Olympics.

L. Ge.: Questa iniziativa è nata da una proposta fatta a Luca Giannoni (con cui alleno al minibasket Erba), che ha girato anche a me e io sono stato entusiasta di accettare.

Hai accettato subito la proposta del Presidente Eros?

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L. Gi.: Si assolutamente. Quando ci siamo incontrati ho subito accettato.

Mi sono sentito molto onorato e felice di essere stato scelto come tecnico di una delle più grandi squadre di basket Special Olympics . Non sarà un’eredità facile ma la cosa non mi spaventa e raccolgo la sfida con molto entusiasmo.

Ho sempre una grande voglia di mettermi in discussione: spero di dimostrarmi all’altezza.

Credo che sarò in totale sintonia con l’Associazione su ogni decisione.

L. Ge.: Quando sono stato informato di questa possibilità ho accettato subito perché poteva essere una bella esperienza da poter fare e da dove poter imparare.

Ma a proposito del tuo ruolo di coach, ci descrivi la sensazione che prova un allenatore quando raccoglie i frutti della propria semina?

L. Gi.: Fino a quando si gioca si è portati a pensare che la vittoria sia la massima espressione della gioia e della soddisfazione possibile. Poi ci si rende conto che riuscire a trasmettere concetti tattici o mentali può dare sensazioni anche superiori. E’ fantastico ed emozionante ad esempio vedere un bambino palleggiare con entrambe le mani: significa che i tuoi insegnamenti hanno fruttato!

L. Ge.: c’è tanta soddisfazione perché vuol dire che i ragazzi ti ascoltano e si impegnano per raggiungere gli obiettivi prefissati, anche se la cosa più importante resta il fatto di vedere la felicità che un bambino o che un ragazzo prova quando gioca e segna un canestro.

Raccontaci le tue prime sensazioni da nuovo allenatore del nostro team

L. Gi.: All’inizio ero preoccupato,

credevo di incontrare molte difficoltà. Di fatto invece l’accoglienza della

squadra è stata unica e calorosa. Gli atleti si sono dimostrati pronti

all’ascolto delle mie indicazioni ed ora tra di noi si è instaurato un legame di vera amicizia e stima reciproca.

L. Ge. : la prima sensazione è quella che stiamo lavorando con un gruppo di bravi ragazzi dal punto di vista caratteriale e sportivo, che si impegnano e si divertono a giocare.

Quale è stata la tua impressione dopo il primo allenamento?

L. Gi: Sono molto contento del primo approccio avuto con i ragazzi, mi sembrano ragazzi seri, con i quali sono sicuro che non avrò difficoltà a lavorare. La squadra ha una grande voglia di giocare e divertirsi.

Ho anche rilevato il grande lavoro che avete fatto in tutti questi anni, siete straordinari!

L. Ge.: Dopo il primo allenamento sono rimasto colpito da come giocano perché nonostante le loro difficoltà sanno giocare bene a basket.

Inoltre sono ragazzi davvero bravi che ascoltano e si impegnano per fare le cose che diciamo.

Chiudiamo con un grande in bocca al lupo per questa vostra nuova avventura e la speranza...

La speranza innanzitutto è quella di far bene. Poi sono sicuro che la nostra collaborazione potrà continuare anche nei prossimi anni; speriamo sinceramente di poter rimanere qui a lungo.

La speranza inoltre è di dare qualcosa ai ragazzi e di imparare qualcosa da tutti voi.

Compleanni di aprile

01/04

02/0403/0404/04

05/0406/04

07/0408/04

09/04

10/04

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12/0413/0414/04

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20/0421/04

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24/04

25/04

26/0427/04

28/04

29/04

30/04

Alborghetti Augusta, Andena Claudio, Cogliati Lorenzo, Colombo Francesco, Pontiggia Alessandra, Ripamonti Carmen, Ruberl Stella, Tavecchio GiancarlaGatti Franco, Proserpio MargheritaBruno Antonella, Grassotti FrancescoBona Egidio, Figini Michele, Fornari Irma, Frigerio SilvanaRigamonti Enrica, Ronchetti RobertoFrancisi Chiara, Frigerio Fabrizio, Magni Savina, Vaccaro Stefano, Viganò AdrianoBrambilla RitaBiondo Maria, Bucaya Desiree Kaila, Corbetta Maria, Spreafico Gianmarco, Valli ChiaraCanali Carlo, Colombo Silvio, Dobrea AndreaCossu Lorenzo, Fusi Cristian, Gallo Orsola, Meroli Giuseppe, Pozzi Laura, Sala Giancarlo, Villa AlessandroFusi Camilla, Molteni Tommaso, Sarti Carlo, Schiera Cecilia, Valli PaolaCagliani Matteo, Casartelli Elisa Anzani MarioBonacina Luigia, Esordienti Vittorio, Marelli Elisa, Rigamonti ElenaCamagni Laura, Castelletti Carlo, Lo Presti Giuseppe, Palleria Giuseppe, Redaelli Emma, Reggiani Aurelio, Riva Piera, Tardonato PaoloOriggi Carla, Redaelli Pinuccia, Sorrenti Paolo, Tentori AmedeoBassi Morena, Corti Enrico, Cuffaro Filippo, Favalli Giulia, Pontiggia Marina Biotto Graziano, Castagna Rosangela, Pappini Nadia, Riva Annamaria, Sarti Valentina, Valsecchi SaraBaruffini Valeria, Bordone Carla, Sica EnricoBorgonovo Fabio, Meroni GiovannaGualdoni Carlo, Limonta Emanuela, Riva MaurizioCalabrò Lorena, Marzorati Francesca, Spreafico AmandaLeonardi Maurizio, Mauri Mosè, Pellegata Alessandra, Pellegata Umberto, Rigoldi SimonaCorti Massimo, Locatelli Davide, Meroni Elena, Meroni Mirko, Quagliani Giorgio Binda Angela, Corsolini Chiara, Corti Mario, Molteni Caterina, Munerato Maria, Sesana RitaButti Roberta, Cappellari GretaColombo Stefano, Despota Anna, Torresan Alberto, Torresan Francesco, Uggeri KatiaColaprice Marco, Costa Francesca, Invernizzi Maristella, Molteni Cosimo Angela, Tagliabue TizianaDe Dominicis Maurizio, Marelli Laura, Molteni Rita, Ripamonti Silvia, Testori DavideFumagalli Angela Maria, Molteni Tommaso, Rigamonti Roberta

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Le iniziative e i festeggiamenti per l’Unità d’Italia possono restituirci un autentico senso d’appartenenza ad una storia e a valori condivisi, rappresentati dalla nostra Costituzione.

Ci riconosciamo nelle parole del Presidente Napolitano:

“…La memoria degli eventi che condussero alla nascita dello Stato nazionale unitario e la riflessione sul lungo percorso successivamente compiuto, possono risultare preziose nella difficile fase che l’Italia sta attraversando, in un’epoca di profondo e incessante cambiamento della realtà mondiale. …per suscitare le risposte collettive di cui c’è più bisogno: orgoglio e fiducia; coscienza critica dei problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide da affrontare; senso della missione e dell’unità nazionale….”.

Il Presidente ha richiamato tutti all’“orgoglio “e alla “ fiducia “, a non lasciarci paralizzare dall’orrore della retorica: perché per evitarla ha detto “ è sufficiente affidarsi alla luminosa evidenza dei fatti “. Nel suo discorso ho trovato fondamentale anche la sottolineatura di come, “ nella nostra storia e nella nostra visione, la parola unità si sposi

... meravigliosamente diversi e ugualia cura della Dott. Silvana Campisano - Dirigente Scolastica della Direzione Didattica Statale Di Erba

con altre: pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà”.

Ecco perché, la nostra scuola, nel promuovere le iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha pensato in modo molto naturale all’Italia dello “stare uniti“, dell’integrazione; quell’Italia che riesce sempre a trovare soluzioni ai problemi e alle difficoltà, appellandosi all’amicizia, alla solidarietà, all’impegno, alla responsabilità e all’onestà, individuale e collettiva.

Il Risorgimento non è stato appreso su

testi e commenti intrisi di retorica o poco rispettosi dei fatti.

Per noi, per i nostri 45 ragazzini e per 17 amici di Noivoiloro non è stato difficile riconoscere, all’interno della nostra Storia comune, che, come tutte le Storie possiede luci e ombre, ciò che di essa è utile ricordare, conservare e proteggere. Innanzitutto la lingua comune, il diritto all’istruzione e alla salute di tutti, la democrazia, l’integrazione nel rispetto delle diversità.

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Ci sentiamo italiani e orgogliosi di esserlo, quando vediamo e apprezziamo la fatica quotidiana delle persone disabili e delle loro famiglie, per abbattere o, più realisticamente, ridurre i pregiudizi, le paure, le ingiustizie o conquistare dei diritti, che consentono una vita più serena a tutti. Perchè siamo convinti della verità di quello che Piero Calamandrei affermava, parlando agli studenti milanesi :“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove“... Perchè si muova ...”, resti viva, io aggiungerei, ” bisogna ogni giorno rimetterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità “.

Ci siamo sentiti italiani e orgogliosi di esserlo quando abbiamo visto i nostri ragazzi e le loro famiglie accettare la sfida dello stare insieme, imparare a sconfiggere la paura di ciò che non si conosce, incontrare gli altri e realizzare questo spettacolo, di -ver -ten- do- si .

Ci sentiamo italiani e orgogliosi di esserlo quando comprendiamo lo sforzo della scuola statale imperfetta e bistrattata, per realizzare quei primi articoli così fondamentali della nostra Costituzione anche se, e ne siamo consapevoli, com’è per tutte le cose umane, essi non sono mai compiutamente realizzati e rispettati, ma ci sono e ci permettono di stare insieme qui, su questo palco, tutti meravigliosamente diversi e uguali.

Chi meglio di noi, dei nostri ragazzini

e degli amici di Noivoiloro potevano festeggiare e aiutare a comprendere il Valore dell’Unità d’Italia?

Noi, simili al burattino di legno, il comune pezzo da catasta tanto disprezzato, ma che è all’origine di una storia come quella di Pinocchio, che ha successo da 130 anni... e lo avrà per molto altro tempo ancora ….

Noi con i nostri limiti e difetti, ma anche con la magia dello stare insieme che i nostri ragazzini, le insegnanti, gli uomini e le donne di Noivoiloro e gli educatori sanno sprigionare.

Noivoiloro e i ragazzini delle nostre quinte ricordiamo a tutti, con la nostra stessa azione del fare insieme uno spettacolo, che l’integrazione è possibile se non

ci arrendiamo alla paura di ciò che non si conosce.

Senza il desiderio di andare oltre i nostri limiti, di immaginare un mondo migliore, senza l’immaginazione e il rischio neppure l’Unità d’Italia sarebbe stata possibile.

Lo spettacolo teatrale è la rivisitazione di un capolavoro letterario toscano, divenuto in Italia e nel mondo simbolo della nostra cultura nazionale, contadina e rurale, tipica della società post-unitaria.

Una particolare attenzione è riservata, alla scuola e ai giochi dell’epoca.

Com’è nella storia si scivola spesso, senza particolare reverenza verso i canoni letterari e stilistici, in una contaminazione continua tra mondo della fantasia e realtà. Siate, mi raccomando, comprensivi con la scuola di allora: in fondo è grazie a quella scuola che l’Italia ha sconfitto l’analfabetismo e molto altro ancora.

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Progetto Fourteen for ten: avanti tuttadi Ricky

Qualche mese fa vi avevo scritto che la Regione Lombardia aveva ritenuto che il nostro progetto “Fourteen for ten” era meritevole di finanziamento. Adesso siamo arrivati circa a metà cammino del progetto. Dopo aver fatto programmazione, formazione e dopo esserci organizzati, abbiamo fatto entrare nel vivo il progetto, facendo partire le prime attività per bambini.

Se le feste di compleanno ormai sono una garanzia, le nuove attività stanno riscuotendo un grande successo. Siamo partiti “soft”, con il “Gioco, danzo e mi spaparanzo”, ma adesso con “I biscotti incantati” abbiamo fatto il tutto esaurito; infatti, i posti disponibili sono andati esauriti in un baleno, addirittura un mese prima del giorno previsto. E anche la replica ha già il “sold out” un mese prima. Ed è successo anche per “L’orto in casa” che faremo presso Tagliabue Garden: già 20 iscritti e c’è ancora spazio per chi si

volesse aggregare.Per questo motivo, sono

allo studio altre proposte: a grande richiesta a fine aprile ci sarà “Il piccolo fisico” e poi altro ancora è in fase di progetto.

Ma la cosa che mi preme maggiormente, è ringraziare tutti i bambini che stanno aderendo con grande entusiasmo e che si divertono con noi.

E grazie ai loro genitori che si fidano di noi e ci affidano i loro tesori.

Per ringraziare tutti quanti e per divertirci con voi, stiamo preparando una super animazione da presentare a luglio durante la festa del Noivoiloro, con varie attività e (speriamo) qualche bella sorpresa. Vi daremo altre informazioni, intanto voi sappiate che siete tutti invitati.

Ogni novità la pubblicheremo sul sito www.noivoiloro.it/fourteenforten

Non resta che restare collegati e continuare a viaggiare con il vento in poppa. Tenetevi forte, perché noi viaggiamo a mille!!!

La Quarta Strada: il miglior castigo di sempre di Irene Pozzoli

La Quarta Strada. Sinceramente all’inizio non ero molto entusiasta di farne parte. Mia madre l’aveva usata come una punizione. Ora posso dire che è il castigo migliore di sempre.

Alcuni anni fa avevo provato a organizzarmi con delle mie amiche per animare feste di compleanno: il progetto era durato poco e eravamo riuscite a fare le animatrici solamente ai compleanni dei nostri fratelli e sorelle minori.

Quando poco tempo fa mia madre ha scoperto La Quarta Strada, non l’ho ammesso, ma subito ho pensato che era ciò che stavo cercando. Mi piaceva l’idea di fare l’animatrice, anche perché è un’esperienza utile per il corso di studi che sto seguendo, il Liceo Socio-Psico Pedagogico.

Grazie alla Quarta Strada avrei potuto superare la mia timidezza, trovare nuovi

punti di riferimento e impegnarmi in attività utili e divertenti. Sono sempre stata una ragazza sensibile e altruista, mi piace stare con gli altri e spero di riuscire a raggiungere questi obiettivi.

Dopo aver parlato con Ricky, il coordinatore, che mi ha illustrato in cosa consiste La Quarta Strada, essendo una ragazza timida, ho pensato che non mi sarei trovata a mio agio. Al contrario ho trovato persone davvero aperte e disponibili.

Se inizialmente ho creduto che mi sarebbe piaciuta di più l’attività di animazione, ora ho scoperto di adorare gli incontri di dialogo su vari argomenti riguardanti l’adolescenza.

Da circa un mese faccio parte della Quarta Strada e non me ne pento, anzi, sono molto entusiasta di appartenere a questo gruppo. Grazie Quarta Strada.

Gioco danzo e mi spaparanzo

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La FotoStoriadi Paolo Manosperti e Fabrizio Paonazzi

Questo mese la rubrica della fotostoria è dedicata a un argomento importante che riguarda tutti gli italiani.

Il 17 marzo sono stati celebrati i 150 anni dell’unità d’Italia e attraverso questo dipinto vogliamo ricordare un avvenimento di grande interesse per la nostra nazione.

L’immagine rappresenta lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, avvenuto il 26 ottobre del 1860 presso il ponte Caianello, odierno ponte San Nicola, nella frazione di Borgonuovo (Taiano) dove si concluse di fatto la spedizione dei Mille.

Con questo incontro si sancì l’adesione di Garibaldi alla politica sabauda, deludendo le aspettative delle forze democratiche che auspicavano una repubblica meridionale protesa alla conquista di Roma.

Vogliamo darvi ora qualche informazione riguardo all’uomo soprannominato eroe dei due mondi per le sue azioni compiute in Europa e in America meridionale e ci soffermeremo poi sull’impresa da lui condotta e che ha portato all’unità d’Italia.

Garibaldi nacque a Nizza il 4 luglio 1807 e già da giovanissimo si imbarcò come marinaio per intraprendere la vita sul mare.

Nel 1832 iniziò ad avvicinarsi ai movimenti patriottici europei ed italiani e ad abbracciarne gli ideali di libertà e indipendenza.

Nel 1836 sbarcò a Rio de Janeiro e fino al 1848 si impegnò in varie imprese di guerra in America Latina.

Nel 1848 tornò in Italia e prese parte alle Cinque Giornate di Milano.

La spedizione dei Mille ebbe inizio il 6 maggio 1860 da Quarto e sbarcò a Marsala cinque giorni dopo. Da Marsala

dunque iniziò la sua marcia trionfale: giunse a Milazzo, prese Palermo, Messina, Siracusa e liberò completamente la Sicilia.

La spedizione proseguì e il 19 agosto sbarcò in Calabria e conquistò Reggio, Cosenza, Salerno e il 7 settembre arrivò a Napoli.

La liberazione di quest’ultima non significò tuttavia la caduta dello stato borbonico, che avvenne solo dopo la sconfitta dell’esercito di Francesco II nella battaglia del Volturno (1-2 ottobre). Dopo un plebiscito in favore dell’annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte Garibaldi attese l’arrivo di Vittorio Emanuele II. A Teano, il 26 ottobre avvenne lo storico incontro tra il sovrano e il capo dei Mille.

Regno d’Italia fu il nome assunto dallo Stato sardo il 17 marzo 1861 quando, in seguito all’annessione da parte di quest’ultimo agli stati preunitari, si ebbe

l’unificazione politica della penisola italiana. Il regno cessò di esistere nel 1946, quando la forma di stato fu mutata in repubblica, in seguito ad un referendum istituzionale.

Una cosa importante che vogliamo sottolineare è che i volontari arruolati da Garibaldi erano ragazzi poco più che ventenni, giovani che hanno abbandonato famiglia e amici per intraprendere un’avventura di cui sapevano ben poco.

Vogliamo concludere con una frase, per noi importante, pronunciata da Giorgio Napolitano il 3 novembre 2010 in occasione della mostra “Gioventù ribelle. L’Italia del Risorgimento”: “Che cosa è la storia del Risorgimento se non una storia costellata di episodi di eroismo?

Che cosa sono questi giovani che hanno sacrificato la loro vita per la causa della libertà, dell’indipendenza e dell’Unità se non degli eroi?”

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La violenza negli stadidi Eleonora Dato

Sono contenta di poter scrivere anche in questo numero del giornalino e in quest’occasione voglio affrontare con voi un tema scottante e spesso di attualità: quello del tifo violento.

Perché così tanta violenza negli stadi? Perché si formano questi gruppi di pseudo-tifosi organizzati?

Perché questo fenomeno degli ultras e chi sono?

Qual’è la differenza tra ultras e semplice tifoso?

Con il termine ultras (o più correttamente ultrà) (derivato dal francese ultra-royaliste), si definisce il tifoso organizzato di una determinata società sportiva, più frequentemente di tipo calcistico, ma spesso anche di pallacanestro, hockey, pallanuoto ed altri sport.

L’ultras è caratterizzato da un forte senso di appartenenza al proprio gruppo e dall’impegno quotidiano nel sostenere la propria squadra, che trova il suo culmine durante le competizioni sportive.

Oggi, il fenomeno degli ultrà è tormentato da violenza e estremismo politico fino al punto che l’ideologia centrale di fedeltà alla propria squadra del cuore è stato dimenticato da molti gruppi. Il tifoso invece sostiene la propria squadra anche senza recarsi necessariamente allo stadio, non commette episodi di violenza se la sua squadra perde e non insulta i membri e i tifosi della squadra avversaria.

Dall’ inizio dell’ Ottocento fino agli anni Settanta lo stadio era visto come un luogo di ritrovo per stare insieme e passare una domenica sportiva mentre dagli anni Ottanta ad oggi lo stadio si è trasformato in un luogo di violenza.

Per molti fans è addirittura diventato un rituale e una filosofia di vita, mettono al

primo posto la squadra trascurando amici e famiglia.

Tra i loro primi pensieri ci sono le trasferte, il vestirsi con le maglie, le sciarpe e i berretti della squadra del cuore.

Ultimamente, se la loro squadra perde fanno ricadere la colpa sul “povero” arbitro e non ammettono che la sconfitta è dovuta al fatto che magari la squadra ha giocato male oppure manchi un “asso” nella squadra come ad esempio Totti per la Roma o Kakà per il Milan.

1. Questi comportamenti sono illeciti, possono portare a far del male ad altre persone e c’è anche il rischio reale della galera. Come potete vedere dall’ immagine gli ultras usano fumogeni nocivi, bombe di carta e petardi.

2. Questo è il vero tifo: non violento, fatto per trascorrere una giornata insieme, in allegria seguendo dal vivo i propri idoli, magari in compagnia dei parenti, degli amici o della fidanzata.

Cari lettori, se siete tifosi e volete sostenere la vostra squadra da vicino, osservate bene la seconda immagine e prendete esempio.

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di Samatha Rova

Nasce prima l’uovo o la gallina?

Le ricette di MartaOrata al forno

Ingredienti per 4 persone:orata intera da 1 kg pulita ed sviscerata, 2 zucchine, 1 cipolla, 2 uova sode, 2 uova sbattute, pangrattato, 1 limone, 4 cucchiai di olio d’oliva sale e pepe.

Pulite e sbucciate le zucchine quindi tagliatele a cubetti. Tritate la cipollae fatela soffriggere in una padella. Aggiungete le zucchine. Salate, pepate e mettete il coperchio. Lasciate cuocere per 20 minuti mescolando di tanto in tanto. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire. Aggiungete le uova sode, le uova sbattute, il pangrattato e il succo di mezzo limone. Mescolate tutto bene.

Riempite l’orata con la preparazione. Cucite con l’apposito filo per evitare che esca il ripieno. Mettete l’orata in una teglia da forno unta con l’olio, bagnatela con qualche goccia di olio, con il succo di mezzo limone e cuocetela in forno per circa 35 minuti a 170° c.

Premetto che in questo articolo non si parlerà, se non di sfuggita di galline, ma si affronterà solo ed esclusivamente a “tutto tondo” il tema delle uova pasquali.

L’uovo ha un forte valore simbolico, perché in sé racchiude la vita.

E’ sempre stata una figura dai marcati tratti simbolici sin dai tempi antecedenti al sorgere della religione cristiana. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità, anche molti millenni prima di Cristo.

Secondo alcune credenze in molte religioni mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati i due emisferi che andavano a creare un unico uovo, e le uova costituivano quindi la vittoria della vita.

Gli antichi Egizi, inoltre, lo consideravano come il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani,

dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile.

Anche altri popoli antichi quali gli Egizi, consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, come i Greci e i Cinesi e in quell’occasione regalavano le uova.

Spesso le uova venivano decorate a mano.

L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò nel Medioevo, come regalo alla servitù da parte dei feudatari. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, assunse un altro significato: da essere il simbolo della rinascita primaverile, andò ad intrecciarsi con il Cristianesimo divenendo il simbolo della rinascita dell’Uomo cioè di Cristo.

La diffusione dell’uovo come regalo pasquale nacque probabilmente in Germania, quando tra i tradizionali doni di Pasqua fece la comparsa il regalo di semplici uova.

Oggi le uova sono di cioccolato… ma questa è un’altra storia.

Io e le uova di PasquaMi ricordo che al tempo delle scuole

elementari, io e i miei compagni di classe, ci facevamo dei regalini…tra i quali nel periodo pasquale delle belle uova di gallina decorate con le tempere; poi alla fine della lezione ci facevamo molti auguri per il periodo di Pasqua.

Ogni anno, anche se questo rito era sempre lo stesso, ci piaceva tantissimo questo momento, forse perché era anche un po’ l’inizio della Primavera, del periodo in cui si poteva iniziare a giocare all’aperto e guarda caso anche del mio compleanno.

Ora sono grande ma le uova (di cioccolato) mi piacciono ancora tanto!!!

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Il bello della velocità: kartinga cura di Alberto Riva e Gigi Pina

Scuderia Alfa Romeodi Davide Rizzi

L‛Alfa Romeo non ha bisogno di presentazioni: la bellezza e lo stile di alcuni suoi modelli non ha rivali nel mondo intero. Questa casa, però, ha anche una grande storia di competizioni sportive alle spalle.

L‛esordio dell‛Alfa Romeo nelle competizioni avvenne nel 1911 (ormai 100 anni fa!) alla Targa Florio. I primi successi giunsero nel 1920: Giuseppe Campari vinse al Mugello ed Enzo Ferrari arrivò secondo alla Targa Florio; tuttavia è nel 1923 che l‛Alfa Romeo conquistò il primo grande successo, imponendosi con una doppietta alla Targa Florio. In questa occasione apparve per la prima volta il famoso quadrifoglio, che caratterizza molti modelli sportivi e da corsa della Casa automobilistica.

Nel 1925, l‛Alfa Romeo vinse il primo campionato del Mondo di automobilismo della storia, imponendosi nel Gran Premio di Europa a Spa-Francorchamps e nel Gran Premio d‛Italia a Monza. La “Casa del Biscione” vinse poi due campionati consecutivi con Ferdinando Minoia e Tazio Nuvolari nel 1931 e nel 1932 (i primi due della storia). Fu anche importante la partecipazione alla 24 Ore di Le Mans, vinta 4 volte con il modello 8c.

Nel 1938 fu fondato il reparto corse che si occupava della progettazione, realizzazione e manutenzione delle vetture da competizione.

L‛Alfa Romeo partecipò al campionato di formula uno dal 1950 cioè dalla prima edizione e conquistò i primi due titoli mondiali con Nino Farina e Juan Manuel Fangio. Nel primo anno l‛Alfa Romeo vinse sei gran premi su sette. Alla fine del 1951 l‛Alfa Romeo si ritirò dal campionato mondiale e vi ritornò solo negli anni sessanta come fornitrice dei motori. Nel 1979 la casa del biscione ritornò in formula uno con una vettura propria ma con scarsi risultati e ci rimase fino al 1985. Tra i piloti più importanti di questa scuderia in questo periodo ricordiamo Andrea de Cesaris e Riccardo Patrese.

Molto importante è, infine, la presenza dell‛Alfa Romeo nei campionati turismo sia italiano che europeo dove ha conquistato moltissimi successi a partire dagli anni sessanta fino a giungere i giorni d‛oggi.

Il Karting è la più semplice forma di automobilismo sportivo, corso con piccoli veicoli a quattro ruote con un telaio in tubolare d’acciaio privo di sospensioni e dotato di motore a combustione interna.I veicoli sono chiamati Kart o go-Kart.

Nei primi anni sessanta arrivò anche in Italia sull’onda di una novità che proveniva dagli USA la passione per il Kart.

E’ già trascorso quasi mezzo secolo da quando i primi Kart costruiti artigianalmente da appassionati iniziarono ad inanellare giri sulla pista d’Oro di Guidonia alle porte di Roma e sulla Pista Rossa di Milano.

L’Italia è la patria del Karting, lo si può notare dando un’occhiata alle più importanti case costruttrici e ai più rinomati team del mondo, situati per la maggior parte nel settentrione: Birel, Tony Kart, Crg, Righetti Ridolfi, All Kart, Pcr, Tiby Kart, BRM, Maranello Kart.

Ma facciamo un accenno un po’ più tecnico.

I motori 125 cc a marce di ultima generazione permettono a questi mezzi di superare i 150 Km h in gara ma, modificando il rapporto, si possono raggiungere anche velocità maggiori (fino a 200 Km /h senza scia). Le accelerazioni sono degne di una vettura di Formula 1: si accelera da o a 100 Km/ h in poco meno di 3 secondi. Nel Karting è stato calcolato che le accelerazioni laterali e longitudinali possono arrivare a picchi prossimi ai 3 g.

I kart utilizzano pneumatici slick (a battistrada liscio) di larghezza 7.1 o 6.5 (posteriori) e 4.5 pollici (anteriori). I cerchi possono essere in alluminio o magnesio; il materiale con cui è fatto il cerchio influenza le temperature delle gomme. L’ampia superficie dei pneumatici, il peso ridotto e le mescole speciali utilizzate conferiscono ai mezzi velocità di

percorrenza delle curve ed accelerazioni laterali elevatissime.

La passione di Alberto per i go-kart…

Ho sempre avuto la passione per il Go-kart. Mi ricordo che sono andato a comprare il mio Go-kart a Brescia nel 1992. Allora ero giovane e la passione per la velocità era irresistibile.

Il Go-kart è un veicolo a quattro ruote scoperto, ci sali su e ti siedi al centro, c’è un sedile tu ti siedi e lo piloti.

Ci sono due diversi tipi di Go-kart: a marce e a gas.

Sul mio go-kart, ricordo che ho montato il motore di un Fantic 125, cioè il motore di una moto, un motore a marce.

Ci sono molti ragazzi che comprano il telaio del Go-kart e poi ci montano un motore di una moto piuttosto di mettere su il motore del Go-kart per questioni economiche.

Anch’io ho messo il motore di una moto perché quando l’ho comprato non avevo i soldi abbastanza per comprare un motore fatto apposta, allora le marche più “prestazionali” erano TM o Pavesi.

Di solito andavo sempre a “girare” a Brescia, con alcuni miei amici: Fabio Corti, Vittorio, Luigi e uno di Costa Masnaga di cui non ricordo il nome.

Ricordo però che eravamo in 5 ad andare a Brescia, 4 di Rogeno e uno di Costa (Masnaga ndr). A differenza di me tutti i miei compagni avevano un motore apposta per il Go-kart.

Quando andavamo a Brescia, c’erano di solito 30 Go-kart che provavano e correvano, mi ricordo che era una bella pista.

Quando arrivavamo, tiravamo giù il Go-kart dal furgone: prima si controllava, poi ci si saliva su e si incominciava a girare a tutta velocità.

Il Go-kart è come una piccola macchinetta, però ti trovi seduto a 2 cm da terra: se non l’avete mai fatto vi consiglio di provare questo “piccolo bolide” perché è una sensazione stranissima si è quasi incollati all’asfalto da cui si è separati da una sottile lamiera e vi assicuro che si può sentire benissimo la strada sotto il sedere.

Io guidavo il Go-kart, perché mi è sempre piaciuto molto andare veloce; lo guidavo perché ero un tipo che non aveva paura di niente, a me piaceva andare sempre più lontano.

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Volandia: tra sogno e realtàcommenti dei partecipanti alla gita

Quando ero piccino mio padre mi portava a Taliedo o a Linate a vedere, da lontano, lo spettacolo degli aerei in partenza. E quando l’aereo, con i motori spinti al massimo, si alzava da terra, udivo la sua voce gridare nel frastuono: Guarda! Guarda! E la sua mano stringeva forte la mia. In seguito ho utilizzato l’aereo per lavoro e per turismo.

Ma a Volandia il nostro gruppo, girando tra i capannoni del museo, ha potuto toccare con mano le macchine volanti che hanno segnato il progresso aeronautico. Le ha persino accarezzate.

Il simpatico pilota/cicerone ci spiegava che il calabrone teoricamente non potrebbe volare… ma è testardo e a dispetto della teoria si alza e vola. Così l’uomo, tenace e coraggioso, è sempre più convinto che lo spazio non è un limite per il suo ardire.

La visita a Volandia è stata proprio una bellissima idea. Grazie agli organizzatori!

Luigi

La cortesia con la quale siamo stati accolti, la sensibilità e l’attenzione dimostrate nei confronti delle persone disabili ci hanno messo subito a nostro agio. Il percorso è stato molto interessante e reso ancor più coinvolgente dalla grande passione e dalla chiarezza con la quale ci venivano esposte le informazioni.

È stato per tutti noi un momento non solo istruttivo, ma anche entusiasmante. Ringraziamo perciò di cuore i volontari di

Volandia per i momenti di serenità e di cultura che ci hanno offerto.

Robertina, Lorenzo, Enrico e Marco

Con entusiasmo, mi sono aggregato al gruppo per la gita a Volandia. Ho trovato gli amici di sempre e lungo il percorso ho rammentato quei paraggi visti nel passato.

Dopo qualche chilometro eravamo alla meta: siamo stati divisi in più gruppi e con le guide abbiamo iniziato la visita. Un bozzetto ricavato da un’idea del grande Leonardo che con intuito disegnava un biplano con due ali azionate da una pedaliera, il modellino del monoplano di Bleriot del 1909 che attraversò la Manica in 37 minuti, i giornali del tempo che raccontavano le eroiche imprese di D’Annunzio, gli idrovolanti di Italo Balbo del 1933, le fotografie delle maestranze della Macchi e della Caproni.

Ho pure avuto la possibilità di vedere un caccia e i resti del bombardiere italiano abbattuto in terra libica (la mia mente ricordava il loro sacrificio; anch’io sono stato legato a quella terra d’Africa che ha condizionato parte della mia esistenza), i nuovi modelli e gli elicotteri. Una grande sala con giochi per i piccoli visitatori rompe il silenzio. La visita termina in un locale con modellini di aerei ed elicotteri

di ogni forma e nazionalità (ben 1200).

Remo

Il 27 febbraio 2011 siamo partiti per la visita al Parco e Museo del Volo “VOLANDIA”. E’ stato un percorso molto affascinante che ci ha immerso nei sogni, nei progetti e nella realizzazione di velivoli che nel corso degli anni hanno subito delle trasformazioni.

Dopo le testimonianze dei primi voli, con il biplano Caproni e il Bleriot XI che sorvolò le Alpi, si è proseguito con velivoli ad ala fissa attraverso un’esposizione cronologica e tematica arrivando ai moderni velivoli con motore a reazione. In ogni padiglione un responsabile rispondeva alle nostre domande e curiosità. Ex lavoratori che hanno speso parte della loro vita in questo lavoro e grandi volontari che hanno permesso la realizzazione di questo museo. Ci siamo soffermati nella zona dedicata alla simulazione del volo, dove alcuni ragazzi hanno provato con il pc a pilotare gli aerei.

Adiacenti i locali con la biblioteca, l’archivio storico, la sala convegni e proiezioni e la collezione Piazzai. La visita è terminata con un progetto futuristico del volo dedicato alla storia di Augusta Westland e al Convertiplano ba-609 un innovativo velivolo che unisce la flessibilità dell’elicottero con le prestazioni di un aereo. Grazie alle nostre guide che hanno saputo trasmetterci un ulteriore conoscenza sul mondo del volo.

Agnese, Tamara e Katia

La guida ci ha spiegato e fatto vedere la storia dell’aeronautica mondiale. Il tutto molto bello. Siamo anche saliti su un aereo. Questa gita mi è piaciuta molto perché è stata molto istruttiva, ricca di fascino e mi auguro altre gite organizzate e affascinanti, istruttive come questa.

Marta

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di Ricky

Diario di bordo

Frase nel ventodi Ricky

Abbiamo sempre bisognodi un alter ego

che ci faccia stare bene

5 marzo 2011 Festa di compleanno in sedeOggi è in programma una festa di

compleanno e, come sempre, giungo in sede un po’ prima per preparare il materiale necessario. Devo gonfiare alcuni palloncini, ma la cosa non mi preoccupa, perché c’è il compressore in officina. La porta è chiusa a chiave, ma so dove Guido la tiene, per cui mi dirigo a colpo sicuro nel posto giusto, prendo la targhetta con scritto “Officina” e…la targhetta viene su, ma non ci sono attaccate le chiavi.

Cerca dappertutto, ma niente, le chiavi non ci sono. Soluzione d’emergenza: chiamata a Guido, che mi dice: “Fra 5 minuti sono lì”. Porta aperta e compressore in azione. Niente di particolare? Leggete il prossimo pezzo.

17 marzo 2011 Festa di compleanno in sedeAltro giro, altra corsa. Servono ancora

i palloncini per una festa e quindi il compressore dell’officina. Penso: “Stavolta le chiavi ci saranno!”. Macchè. Ancora niente. Altra telefonata a Guido, che manda Fabio, suo figlio, in nostro soccorso con le chiavi.

Guido ha già detto che dovrà rifare una copia delle chiavi, ma, secondo voi, si ricorderà? Credo di sì… Sicuramente altrimenti noi continueremo a telefonare nell’ora della penichella.

19 marzo 2011 I biscotti incantati Siamo giunti ad una delle date più attese

del Progetto “Fourteen for ten”: I biscotti incantati. È un’esperienza nuova anche per me. Per fortuna ho il “salvagente”

Robertone, che mi può dare una mano, anche se è impegnato nella preparazione del rinfresco per i volontari dell’Avis che stanno facendo in contemporanea la loro riunione.

Quando giungo in sede, la prima cosa che mi dice è: “Il forno grande non funziona più. Stamattina l’ho provato ed è andato in blocco”. Nooo. È vero che ci sono gli altri 2 forni, ma non sono così belli e poi così abbiamo meno spazio totale nei forni.

L’attività è bella, ma purtroppo un po’ più lunga del previsto. Per di più la riunione dell’Avis finisce in anticipo e proprio nel momento in cui dobbiamo infornare i biscotti e dobbiamo dividerci il poco spazio nei forni. Alla fine, un po’ tirati, ma ce la facciamo e i biscotti non sono venuti nemmeno male. Ma la beffa è dietro l’angolo ed ha le sembianze di Natalina. Infatti, Robertone ogni tanto tenta di far ripartire il forno, ma niente; ci prova Natalina e subito si rimette in azione. Volete scommettere che Natalina se la sarà “bullata” un sacco? Però poteva provarci prima, così io riuscivo a fare meglio i biscotti. Comunque, tieniti libera per la seconda edizione dei biscotti incantati: non si sa mai. È sempre meglio avere un “salvagente” e un “paracadute”!

21 marzo 2011 Festa di compleanno in sede Il lunedì è il giorno in cui si ritrova

il gruppo di cucito. È un bel gruppo di volontarie che fa un sacco di lavori, che sono molto apprezzati per qualità e buon gusto. Quasi sempre si trovano al piano inferiore, raramente nel salone al piano superiore.

Raramente, sì, peccato che coincida sempre con i rari lunedì in cui faccio una

festa di compleanno. Sono state costrette ad interrompere

prima il loro lavoro, ma adesso sono un po’ preoccupato.

Temo che alla prima cena in cui cucineranno loro e io sarò presente a mangiare, possa esserci un tentativo di avvelenamento. O forse la loro vendetta sarà ancora più atroce? Mmh…credo che la prossima volta che capiterà, farò saltare la festa: motivi di sopravvivenza! (Scherzo, signore donne)

NOIVOILOROinformaPeriodico Informativo delle Associazioni e Cooperative Noivoiloro

Si ricorda a tutti i lettori che per ricevere gratuitamente il giornale a casa è necessario richiederlo attraverso la segreteria o il sito internet

Tel. [email protected]

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Benvenutatra noi

Per la gioia di mamma Giovanna e papà Michele

il 22/03/2011 è nata Manuela Pellegata

Anche quest’anno due amici di Noivoiloro hanno vinto la gara di salsa e bachata dell’Orsa Maggiore.

Congratulazioni da Noivoiloro!

Greta M. Colombo, Matteo Ledda e l’insegnante Valeria Riva I vincito

ri del concorso di

ballo

Danny Boodman T.D. Lemon29 aprile ore 20.45

presso Teatro Excelsior - Erba (CO)Liberamente ispirato a “Novecento” di Baricco

da cui è stato tratto il film “La leggenda del pianista sull’oceano”

Regia Diego Pileggicon Claudia Acerbis, Diego Pileggi,

Filippo Prina, Fabiola Tentori

Biglietto unico € 10,00

Prevendite a Erba presso Libreria Colombre, Libreria Via Volta, Shongoti

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Firma nel riquadro indicato come“Sostegno delle organizzazioni non lucra�ve di u�lità sociale,

delle associazioni di promozione sociale”

Indica il Codice Fiscale di Noivoiloro

Perché è dal 1986 che… Noivoiloro si impegna per dare importanza alle semplici azioni di aiuto, entusiasmandosi per poi cercare di fare sempre di più. Noivoiloro sensibilizza e coinvolge tanta gente per con�nuare ad aiutare le persone che si trovano diversamente in difficoltà.Perchè oggi… Noivoiloro, con i suoi circa mille soci e amici, trecento volontari e o�anta persone disabili, opera concretamente nel sociale; Noivoiloro con�nua a costruire la nuova sede con impegno, entusiasmo, trasparenza, determinazione, qualità e sopra�u�o… col cuore; Perchè domani… Noivoiloro, insieme a molta gente, avrà creato una stru�ura per tan�: aperta, solidale, u�le, importante, coinvolgente, viva, entusiasmante! … Noivoiloro andrà sempre… avan� con grinta!

AIUTA NOIVOILORO A COSTRUIRE LA NUOVA SEDE

Nel 2008 abbiamo ricevuto € 37.612,92 [so�oscrizione rela�va anno 2006] Hanno contribuito 1262 persone

Nel 2009 abbiamo ricevuto € 48.104,45 [so�oscrizione rela�va anno 2007]Hanno contribuito 1431 persone

Nel 2010 abbiamo ricevuto € 52.018,06 [so�oscrizione rela�va anno 2008]Hanno contribuito 1612 persone

Grazie di cuore a tu�e le persone che devolvono il loro 5 per mille a favore di Noivoiloro Società Coopera�va Sociale Onlus

01780780134Noivoiloro Società Coopera�va Sociale Onlus

5PER MILLE DELL’IRPEF