113 14 05 2017 - STEFANO LORENZETTO

2
La Verità Anno II - Numero 113 www.laverita.info - Euro 1 O Quid est veritas? O QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 14 maggio 2017 y(7HI1B4*LMNKKR( +/!z!,!=!& SodaStream POWER Black sodastream.it I NOSTRI FIGLI MALATI DI IAD E DI FOMO, NUOVE PATOLOGIE Uomini e pantegani, la peste degli smartphone Ora li vietano nelle gite. Battaglia persa: guardare (ed essere guardati) è un vizio antico di STEFANO LORENZETTO n Il noto indu- striale del ramo avicolo da due giorni era diven- tato anche edi- tore del quoti- diano di provincia in cui la- voravo. Verso le 2 di notte (a quei tempi le chiusure in ti- pografia avvenivano tardissi- mo), telefonò al direttore, che si trovava ancora in reda- zione, e gli disse: «Indovini che cosa sto facendo?». «Non saprei», rispose quello. E l’al- tro: «Sto leggendo il giornale, mentre mia moglie dorme. E la vuol sapere una cosa? È la prima volta da quando faccio l’imprenditore che posso controllare un’azienda stan- do a letto!». Mutatis mutandis, i pos- sessori di cellulari - ormai da tre anni nel mondo si conta- no più telefonini che abitanti e l’Italia è in cima alla classi- fica: 97 contro 60, parlo di milioni - potrebbero dire la stessa cosa. È la prima volta nella storia che gli uomini s’illudono di tenere in pugno il pianeta attraverso aggeggi da taschino che, fra le altre cose, consentono di comuni- care a distanza con la voce, anche se questa sta diventan- do la meno appetibile delle loro funzioni. E credono, i possessori, di sapere tutto, di poter monitorare in tempo reale qualsiasi evento della vita, sempre attivi, sempre connessi, sempre informati, senza più bisogno di fre- quentare gli altri esseri vi- venti, le piazze, le bibliote- che, le chiese, gli uffici pub- blici, le edicole, le banche, i cinema, gli ambulatori dei medici, le sedi di partiti e as- sociazioni. Almeno in parte, è davvero così, fino al giorno in cui ti bloccano la carta di credito perché qualcuno te l’ha clonata e dalla Master- card ti dicono: «Deve (...) segue a pagina 17 BABBO BOSCHI E BABBO RENZI OPERAZIONE INSABBIAMENTO Il Rottamatore e Delrio provano a sbianchettare le manovre dell’ex ministra su Banca Etruria. I giornali puntano a smontare l’inchiesta Consip. Vogliono il porto delle nebbie GUAI Pier Luigi Boschi GRANE Tiziano Renzi GUIDA PRATICA PER DIFENDERSI DAGLI OSPEDALI Come impedire le dimissioni selvagge di anziani e disabili di MAURIZIO BELPIETRO n C’era una volta il porto delle nebbie: così venivano chia- mati in tempi non lontani gli uffici giu- diziari di Roma per la densa foschia che regnava sulle in- chieste riguardanti i potenti di turno. Oggi la nebbia, lungi dall’essersi diradata, si è estesa a molte redazioni, in cui invece di cronisti allenati a fiutare le notizie soggiornano spesso giornalisti pronti a bersi ogni frottola. Sono d’esempio gli articoli su due vicen- de in questo momento molto di- scusse. La prima riguarda la Con- sip, cioè la centrale di acquisti del- la pubblica amministrazione, e il babbo dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano. L’inchiesta, in cui il celebre genitore è indagato per traffico d’influenze, dovrebbe ac- certare l’esistenza di un comitato d’affari che si spartiva appalti mi- liardari. Al momento sembra però che più che sui soldi spartiti fra le aziende con l’aiuto di pubblici funzionari interessi indagare su chi fa le indagini. Nel mirino è fini- to il comandante del nucleo dei ca- rabinieri incaricato delle investi- gazioni, il quale è sospettato di aver preso qualche abbaglio scam- biando fischi per fiaschi. In realtà, qui a prendere fischi per fiaschi sono certi giornalisti, i quali ieri hanno scritto lunghi ar- ticoli per smontare la tesi princi- pale dell’inchiesta, e cioè che bab- bo Renzi fosse a conoscenza in an- ticipo delle indagini perché infor- mato da uomini delle istituzioni. A spifferare tutto non sarebbero sta- ti alti ufficiali o uomini di governo, no, sarebbe stato un cronista del Fatto quotidiano. Questa per lo meno la tesi dello stesso Tiziano Renzi, il quale sapendo di essere nel mirino degli inquirenti tanto da misurare le parole, al telefono avrebbe raccontato a un interlocu- tore (...) segue a pagina 3 La Torino del sindaco Appendino capitale dell’islam italiano Fermano per legge la fuga all’estero dei pensionati Emendamento alla manovra: l’Italia in gara con gli altri Paesi europei per attrarre gli over 65 a colpi di sgravi fiscali «Nel mar Mediterraneo di troppo umanitarismo si muore» VITALIANO TREVISAN di MAURIZIO CAVERZAN a pagina 19 «Ho passato una vita a indagare sulla fine di Mussolini» GIORGIO CAVALLERI di GIORGIO GANDOLA a pagina 15 di CLAUDIO ANTONELLI n La manovra arriva alla Ca- mera e spunta una legge che mira a fermare la fuga dei pensionati italiani all’estero. Prevede per 15 anni solo il 10% di tasse per tutti quegli over 65 stranieri che prende- ranno la residenza nel Bel- paese. Esattamente quanto fanno Portogallo o Spagna. Varrà anche per gli italiani, che dopo 9 anni di buen retiro al di fuori dai confini decida- no di tornare a casa. a pagina 8 STATISTI SENZA BEBÈ Europa guidata da leader sterili di CATERINA GIOJELLI n C o s’hanno in comune la Merkel, Macron, Juncker e la May? Non hanno figli. E se è vero che i leader sono lo spec- chio della società, ci saranno sempre più culle vuote. a pagina 11 di CARLO PIANO a pagina 13 di FRANCESCO BORGONOVO a pagina 7

Transcript of 113 14 05 2017 - STEFANO LORENZETTO

LaVer itàAnno II - Numero 113 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 14 maggio 2017

y(7HI1B4*

LMNKKR( +/!z

!,!=!&

Sod

aStr

eam

PO

WE

R B

lack

sodastream.it

I NOSTRI FIGLI MALATI DI IAD E DI FOMO, NUOVE PATOLOGIE

Uomini e pantegani, la peste degli smartphoneOra li vietano nelle gite. Battaglia persa: guardare (ed essere guardati) è un vizio anticodi STEFANO LORENZETTO

n Il noto indu-striale del ramoavicolo da duegiorni era diven-tato anche edi-tore del quoti-

diano di provincia in cui la-voravo. Verso le 2 di notte (aquei tempi le chiusure in ti-pografia avvenivano tardissi-mo), telefonò al direttore,che si trovava ancora in reda-zione, e gli disse: «Indovini

che cosa sto facendo?». «Nonsaprei», rispose quello. E l’al-tro: «Sto leggendo il giornale,mentre mia moglie dorme. Ela vuol sapere una cosa? È laprima volta da quando facciol’imprenditore che possocontrollare un’azienda stan-do a letto!».

Mutatis mutandis, i pos-sessori di cellulari - ormai datre anni nel mondo si conta-no più telefonini che abitantie l’Italia è in cima alla classi-fica: 97 contro 60, parlo di

milioni - potrebbero dire lastessa cosa. È la prima voltanella storia che gli uominis’illudono di tenere in pugnoil pianeta attraverso aggeggida taschino che, fra le altrecose, consentono di comuni-care a distanza con la voce,anche se questa sta diventan-do la meno appetibile delleloro funzioni. E credono, ipossessori, di sapere tutto, dipoter monitorare in temporeale qualsiasi evento dellavita, sempre attivi, sempre

connessi, sempre informati,senza più bisogno di fre-quentare gli altri esseri vi-venti, le piazze, le bibliote-che, le chiese, gli uffici pub-blici, le edicole, le banche, icinema, gli ambulatori deimedici, le sedi di partiti e as-sociazioni. Almeno in parte,è davvero così, fino al giornoin cui ti bloccano la carta dicredito perché qualcuno tel’ha clonata e dalla Master-card ti dicono: «Deve (...)

segue a pagina 17

BABBO BOSCHI E BABBO RENZIOPERAZIONE I N SA B B I A M E N TOIl Rottamatore e Delrio provano a sbianchettare le manovre dell’ex ministra su BancaEtruria. I giornali puntano a smontare l’inchiesta Consip. Vogliono il porto delle nebbieG UA I Pier Luigi Boschi GRANE Tiziano Renzi

GUIDA PRATICA PER DIFENDERSI DAGLI OSPEDALICome impedire le dimissioni selvagge di anziani e disabili

di MAURIZIO BELPIETRO

n C’era una volta ilporto delle nebbie:così venivano chia-mati in tempi nonlontani gli uffici giu-diziari di Roma per la

densa foschia che regnava sulle in-chieste riguardanti i potenti diturno. Oggi la nebbia, lungidall’essersi diradata, si è estesa amolte redazioni, in cui invece dicronisti allenati a fiutare le notiziesoggiornano spesso giornalistipronti a bersi ogni frottola. Sonod’esempio gli articoli su due vicen-de in questo momento molto di-scusse. La prima riguarda la Con-sip, cioè la centrale di acquisti del-la pubblica amministrazione, e ilbabbo dell’ex premier MatteoRenzi, Tiziano. L’inchiesta, in cuiil celebre genitore è indagato pertraffico d’influenze, dovrebbe ac-certare l’esistenza di un comitatod’affari che si spartiva appalti mi-liardari. Al momento sembra però

che più che sui soldi spartiti fra leaziende con l’aiuto di pubblicifunzionari interessi indagare suchi fa le indagini. Nel mirino è fini-to il comandante del nucleo dei ca-rabinieri incaricato delle investi-gazioni, il quale è sospettato diaver preso qualche abbaglio scam-biando fischi per fiaschi.

In realtà, qui a prendere fischiper fiaschi sono certi giornalisti, iquali ieri hanno scritto lunghi ar-ticoli per smontare la tesi princi-pale dell’inchiesta, e cioè che bab-bo Renzi fosse a conoscenza in an-ticipo delle indagini perché infor-mato da uomini delle istituzioni. Aspifferare tutto non sarebbero sta-ti alti ufficiali o uomini di governo,no, sarebbe stato un cronista delFatto quotidiano. Questa per lomeno la tesi dello stesso TizianoRenzi, il quale sapendo di esserenel mirino degli inquirenti tantoda misurare le parole, al telefonoavrebbe raccontato a un interlocu-tore (...)

segue a pagina 3

La Torino del sindacoAppendino

capitaledell’islam

italiano

Fermano per legge la fuga all’estero dei pensionatiEmendamento alla manovra: l’Italia in gara con gli altri Paesi europei per attrarre gli over 65 a colpi di sgravi fiscali

«Nel marMediterraneodi troppoumanitarismosi muore»

VITALIANO TREVISAN

di MAURIZIO CAVERZANa pagina 19

«Ho passatouna vitaa indagaresulla finedi Mussolini»

GIORGIO CAVALLERI

di GIORGIO GANDOLAa pagina 15

di CLAUDIO ANTONELLI

n La manovra arriva alla Ca-mera e spunta una legge chemira a fermare la fuga deipensionati italiani all’e s te ro.Prevede per 15 anni solo il10% di tasse per tutti quegliover 65 stranieri che prende-ranno la residenza nel Bel-paese. Esattamente quantofanno Portogallo o Spagna.Varrà anche per gli italiani,che dopo 9 anni di buen retiroal di fuori dai confini decida-no di tornare a casa.

a pagina 8

STATISTI SENZA BEBÈ

Europa guidatada leader sterilidi CATERINA GIOJELLI

n C o s’hanno in comune laMerkel, Macron, Juncker e laMay? Non hanno figli. E se èvero che i leader sono lo spec-chio della società, ci sarannosempre più culle vuote.

a pagina 11

di CARLO PIANOa pagina 13

di FRANCE SCOB O R G O N OVO

a pagina 7

LaVer ità 17DOMENICA14 MAGGIO 2017

Z IL VIRUS SMARTPHONESegue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) rivolgersi alla sua agen-zia». Agenzia? Chi era costei?Soltanto in quell’istante tirendi conto che da vent’anninon ci metti piede e non vediin faccia un impiegato.

Sarà stato il 1985, o forse il1986, quando m’imbattei nelprimo esemplare di Motoro-la. Lo brandiva un direttore digiornale e le lucette verdolinedel display e dei tasti, balugi-nanti nella notte all’uscita daun ristorante, gli conferivanol’aspetto di un Ufo in miniatu-ra. Mai avrei pensato all’av -vento, passati 30 anni, di undio privo della barba bianca,impersonato da un vetro neroin cui si specchiano le nostrefacce (processo di sostituzio-ne?), finché, sfiorato da un di-to che non è certo quello mi-chelangiolesco della CappellaSistina, la nuova divinità si ac-cende e si spegne, s’i l lu m i n ad’icone che tremolano per av-vertirci di essere intercam-biabili a piacimento, sitramuta in pagine chescorrono e che si apro-no a cascata, si popoladi immagini fisse e inmovimento, si sdoppiain testi da inviare o dac e s t i n a re.

Sì, è il cellulare, nel-la sua versione più evo-luta chiamata smart-phone, il dio di que-s t’epoca e non devemeravigliare se i gran-d i s ac e rd ot i c h el’hanno inventato e neofficiano i riti - Apple, Google,Facebook, Microsoft, Ama-zon, Twitter, Whatsapp, You-tube, Instagram - sono diven-tati i padroni dell’u n ive r s o,apparentemente invincibili eintoccabili, come Al Capone, ameno che non incontrino sulloro cammino un intrepidoEliot Ness che li costringet utt’al più a pagare le tasse.

Qualche settimana fa sonotornato a visitare dopo moltianni le Fosse Ardeatine. Alle10 di mattina non vi ho trovatoanima viva, a parte un gruppodi studenti che recitava il Pa-drenostro nella caverna in cui335 italiani furono ammazzatiper rappresaglia dalle Ss delcomandante HerbertKappler. Dopo aver so-stato sulle tombe didon Pietro Pappagallo,del colonnello Giusep-pe Cordero Lanza diMontezemolo, di AldoFinzi, l’ebreo già sotto-segretario agli Interninel governo Mussolini,e degli altri martiri, misono avviato verso ilpiccolo museo che so-vrasta il sepolcreto. Lascolaresca orante in-contrata un quartod’ora prima dentro lecave adesso era spapa-ranzata lungo la gradi-nata di accesso. Nessu-no dei giovanotti appariva ra-pito dalla solennità del luogo:stavano tutti, dico tutti, digi-tando in modo compulsivosulle tastiere dei loro telefoni-ni. Una trentina di zombie.Eppure sono certo che fosserobravi ragazzi e che si sarebbe-ro di nuovo commossi se, anzi-ché trafficare all’esterno con iloro smartphone, gli inse-gnanti li avessero portatiall’interno dell’esposizione, asostare davanti alla vetrinettad ov ’è custodito il testamentospirituale che uno dei 335 eroi,Sabato Martelli Castaldi, ge-nerale di brigata della RegiaAeronautica, incise sul murodella cella numero 3 del fami-

gerato carcere di via Tasso, do-po aver subìto efferate tortu-re: «Quando il tuo corpo nonsarà più, il tuo spirito sarà an-cora più vivo nel ricordo di chiresta. Fa’ che possa esseresempre di esempio».

Che i nostri figli siano di-ventati appendici in carne eossa di questi roditori che tirosicchiano la vita (non a casoSergio Saviane i telefonini liaveva ribattezzati profetica-mente pantegani), appare piùche evidente. «È un fenomenocomplesso, ci stiamo attrez-zando per capirlo», ha dichia-rato Alessio Vieno, docenteall’Università di Padova nel di-partimento di psicologia dello

sviluppo. La patologia ha giàun nome: Iad, acronimo di In -ternet disorder addiction.L’Organizzazione mondialedella sanità non l’ha ancorapresa in considerazione, maintanto si sa che colpisce l’8,4per cento dei ragazzi tra i 15 e i19 anni e il 4,5 per cento delleragazze. Secondo il professorVieno, la Iad ha le caratteristi-che di tutte le dipendenze, ti-po droga, alcol, gioco d’azzar -do. Produce isolamento, in-sonnia, scarso rendimento ascuola o nel lavoro, alimenta-zione sregolata, stili di vitamalsani.

Uno studio dell’Un ive r s i tàdi Firenze ha accertato che 62

bambini su 100 navigano inInternet all’insaputa dei geni-tori, il 13% in più della mediaeu ro p ea . E diventano Web ad-d ic te d . Già avanza una nuovamalattia chiamata Fomo, ab-breviazione di fear of missingo ut , paura di perdersi qualco-sa. A inocularne il virus sonogli stessi padri e madri, cheusano lo smartphone in fun-zione di ciuccio: lo danno aipargoli per tenerli buoni. È ungenere di ansia da aggiorna-mento continuo. Fa il paio conil multitasking, che disorientagli individui e li rende menoconcentrati. E anche menoproduttivi in ufficio: basti direche, dopo essere stati inter-rotti da una mail, ci voglionoalmeno 64 secondi per torna-re ad applicarsi sull’att iv i tàche stavamo svolgendo.

Purtroppo, avendola inven-tata ed essendone vittime a lo-ro volta, gli adulti si sono per-suasi che questa epidemia siaincurabile. Ora che la tecnolo-gia è disponibile per ricchi epoveri, chi mai riuscirebbe apermettersi il lusso di rifiu-tarla? E com’è possibile nega-re gli infernali dispositivi mo-bili agli adolescenti quandotutti i loro coetanei ne dispon-gono? Equivarrebbe a farnedei disadattati.

La sindrome Fomo alimen-

ta comportamenti irrazionali.Se un figlio non risponde allenostre chiamate, subito scattail presagio di una disgrazia. Seun professionista non si è maidotato di apparato ricetra-smittente, crolla la fiducia cheriponevamo in lui. Se una mo-glie non è lesta a farsi raggiun-gere via etere, nella mente delconiuge s’insinua il sospettoche stia facendo le capriole inun motel anziché sospingereun carrello all’E s s e lu n ga .

L’errore sta tutto qui: nelconsiderare ineluttabile lacondizione di robot che i mo-nopolisti della Silicon Valleyhanno apparecchiato perl’u m a n i tà . Qualche esempiodi ribellione si comincia a in-travedere. Una guida turisticami ha raccontato d’aver ac-compagnato in giro per Vero-na una scolaresca di Roma chela stava ad ascoltare estasiataper un motivo assai semplice:gli studenti (terza media) era-no privi di smartphone, la-sciati a casa per ordine deiprofessori. Un docente comu-nicava alla sera con un solorappresentante dei genitoriper informarlo che nessunodei pargoli era in pericolo div i ta .

Senza saperlo, quella scuo-la romana ha aderito all’au taut lanciato dallo psichiatra

Paolo Crepet («O si va in gitasenza cellulare o salta la gi-ta»), ancora scioccato da unascena vista a Venezia, doveuna comitiva di liceali era tal-mente assorta a controllare ilcellulare da costringere il pro-fessore alla guida della carova-na a prendersi la briga di se-gnalare a voce alta la presenzadi ostacoli e pericoli: «cana-le», «scalini», «buca»...

Si cerca, tardivamente, dicorrere ai ripari. In provinciadi Treviso numerose associa-zioni di genitori si sono accor-date per evitare che ai bimbidelle scuole elementari ven-gano regalati i telefonini in oc-casione di prime comunioni,

promozioni di fine anno ecompleanni. A Vigonza, nelPadovano, oltre 200 allievidella scuola media Don Loren-zo Milani hanno aderito allaseconda edizione del concor-so «Una settimana senza cel-lulare», lanciata l’anno scorsodal sindaco Nunzio Tacchetto.Gli ardimentosi che si asten-gono per sette giorni da Faccee bocche (vulgo Facebook) econsegnano il loro smartpho-ne in municipio, vincono unagita premio a Gardaland paga-ta dal Comune.

Iniziative intelligenti, dai n c o ra g g i a re. Ma che si scon-treranno sempre con un biso-gno antico degli uomini, quel-

lo di contemplare una realtàfantastica fatta di immagini,specie se in movimento, comedimostrano le lanterne magi-che inventate in Cina fin dalSeicento. I ragazzi di oggi, ir-resistibilmente attratti da ciòche vedono sui display dei lorocongegni portatili, non sonopoi così diversi dal bambinoche anch’io fui, stupefatto difronte ai giochi che Santa Lu-cia aveva portato al mio amicoAlberto Ferrari, oggi già de-funto, purtroppo: il proiettoreper diapositive Festacolor e ilMinicinex per filmini Super8, entrambi prodotti dallaHarbert, e il giradischi Movi-ton della Mamil di Milano, cheal centro del piatto montavauna pagoda dal tetto rosso,fatta di specchi che rifletteva-no i disegni stampati sull’et i-chetta dei 45 giri, creando l’i l-lusione ottica dei cartoni ani-mati come nel fenachistosco-pio inventato nell’O tto c e nto,il cui nome deriva da un verbogreco che significa ingannare,illudere. Appunto.

Una generazione va, unagenerazione viene, in-segna l’E c cl e s i a s te,ma la curiosità restasempre la stessa. A l-trimenti qualcuno do-vrebbe spiegarmi perquale motivo una serad’inverno, di nascosto,uscii di casa con il cap-potto sopra il pigiamaper recarmi in un vici-no distributore dellaEsso (negli anni Ses-santa i benzinai tene-vano aperto fino alle22) a mendicare alcu-

ne figurine plastificate a dop-pio riflesso della campagnapubblicitaria «Metti un tigrenel motore», quelle in cui il fe-lino strizzava o spalancava unocchio - miracoli della stampalenticolare - a seconda del-l’angolazione da cui lo osser-vav i .

Alla rivoluzione del guarda-re, introdotta da Joseph Nicé-phore Niépce con la fotografiae dai fratelli Lumière con il ci-nema, gli smartphone hannosemmai aggiunto quella del-l’essere guardati. Che è la veradisgrazia del terzo millennio,come dimostrano i recenti ca-si limite dello psicopatico sta-tunitense che si è ripreso

nell’atto di ammazza-re un anziano scelto acasaccio, per poi po-stare su Internet lascena del crimine, odel padre thailandeseche ha impiccato la fi-glia di 11 mesi, filman-dola per 4 minuti men-tre penzolava nel vuo-to, fino all’ultimo ran-tolo, il tutto a uso e con-sumo della vasta pla-tea di Facebook, sem-pre affamata di laides c o n c ez ze.

Viene allora dachiedersi a che servacon una mano strap-pare gli smartphone

dalle dita degli adolescenti ingita e con l’altra erogare mi-lioni di euro a pioggia con ilPiano nazionale per la scuoladigitale varato dal ministerod el l ’Is tr u z io n e. Ormai persi-no le suore orsoline, nel lorogiardino d’infanzia a Sirmio-ne, offrono agli alunni dai 3(tre!) ai 5 anni corsi di appren-dimento con macchine foto-grafiche, telecamere, compu-ter, lavagne multimediali, inquanto «giocando s’i m pa ra » .Non capisco perché lamentar-si se, una volta cresciuti, que-gli stessi bambini dimostre-ranno d’aver imparato fintroppo bene la lezione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Una scolaresca alle FosseArdeatine: tutti concentratisui display. Studentidi Roma in gita a Verona:tutti ad ascoltare la guida,essendo banditi i cellulari

”“Il fascino delle immaginicominciò nel 1600 in Cinacon le lanterne magiche, poivennero il fenachistoscopio,Niépce, i Lumière. Oggila patologia è farsi guardare

M O DA U n’adolescente disegna modelli su uno smartphone gigante. Ormai comunicare con la voce è la funzione meno utilizzata nei telefonini

I pantegani rosicchiano la vitaai nostri figli: chi li ferma più?Avanzano nuove patologie. All’Università di Padova si studia la Iad, colpisce l’8,4% dei ragazzitra i 15 e i 19 anni. Il 62% dei bimbi è «Web addicted», il 13% in più rispetto alla media europea

IERI Il Moviton, grammofono degli anni Sessanta con un disco animato