[10-11-2013] Casoriadue - N.36

1DOMENICA10 NOVEMBRE 2013

Settimanale di InformazioneDistribuzione gratuita - E-mail: [email protected] ANNO XIII - N° 36 - DOMENICA 10 NOVEMBRE 2013

OTTICA AURIEMMA

PD comeFort Alamo...

...SOTTOASSEDIO

2 DOMENICA10 NOVEMBRE 2013


Questa settimana abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con il consigliere comunale Pasquale Fuccio che ci ha reso partecipi della sua idea di politica, delle speranze per il futuro che conserva nel cassetto e dei progetti che ha in serbo per Casoria.Ecco cosa ha detto ai nostri microfoni:Che cosa ne pensa dell’attuale si-tuazione politica di Casoria e quale contributo intende elargire al fine di migliorarne le condizioni?La situazione presente non è molto diversa da quella di tre anni e mezzo fa, anzi, la verità è che Casoria vive in uno stato di continuità da almeno un decennio, nel quale, di fatto, non si è vista alcuna inversione di tendenza ri-spetto a quelle che erano le speranze e i sogni legati alla candidatura dell’attuale sindaco.Noi pensavamo di poterne essere gli artefici mirando la nostra attenzione,

come partito democratico, a pochi ma essenziali obiettivi, in primis la riduzio-ne drastica dei costi non solo della poli-tica in senso stretto, ma di ogni genere di spreco attuato dall’intera macchina comunale. Il denaro risparmiato doveva poi essere reinvestito in attività nate e finalizzate alla tutela delle fasce più deboli e, laddove era possibile, allo svi-luppo delle attività di impresa, soprat-tutto a favore dei giovani. Dall’elezione di Carfora ad oggi, purtroppo, non solo non è cambiato niente ma, passando il tempo ed essendo commessi gli stes-si errori, la situazione risulta essere peggiorata.Nessuno è in grado di invertire la ten-denza. L’azione di governo attuale non è altro che un’azione legata con un filo conduttore a quella di dieci anni fa, con in campo, tra l’altro, gli stessi soggetti politici con la stessa logica del territorio.In passato abbiamo avuto dei piani di

lottizzazione risultati molto fruttuosi grazie al fatto che tutti quei soggetti politici che permangono ancora oggi hanno provveduto in prima persona alla realizzazione di nuovi manufatti edili su questo territorio.Avevamo cinque, sei piani di lottizza-zione e si faceva credere ai cittadini che erano tutti ad uso ufficio quasi come se Casoria stesse diventando una nuova New York. Di fatto questi uffici, con lo stesso dirigente, la stessa politica, gli stessi protagonisti, oggi sono diventati case.L’attuale amministrazione continua con lo stesso tipo di meccanismo, la stessa logica secondo la quale sui territori dove è stato già costruito e dove si trova ad esempio una fabbrica si possono ef-fettuare delle trasformazioni, dei cambi d’uso, facendo nascere nuove case.

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L’inversione di tendenza di Pasquale Fuccio

ALESSIA FRAIESE


SEGUE DA PAG. 3

Questa idea del territorio non può esse-re condivisa perché tende ad aggravarne le minime condizioni di vivibilità. Le soluzioni sarebbero tantissime e tutte pretenderebbero una riorganizzazio-ne della macchina organizzativa del sindaco, che, è evidente, non ha alcuna intenzione di modificarla.Il mio anno di presidenza è stato ani-mato dall’esigenza di dover modificare l’assetto regolamentare portando le 8 commissioni consiliari a 4 e i 14 mem-bri di ogni commissione ad un massimo di 5-7. Dopo che è stato approvato que-sto nuovo regolamento, mi sono dimesso per ovvie ragioni ma il nuovo presidente ha come prima cosa ripristinato proprio quelle vecchie consuetudini che io avevo cercato, riuscendoci, di regolamentare.Non voglio entrare nel merito, dico solo che questo è un palese segno di quanto la pensiamo diversamente.Se si vogliono ridurre i costi bisogna farlo con serietà.Il mio era stato solo un primo passo in vista di ulteriori riduzioni sia al nume-ro di assessori sia al numero di dirigen-ti, per poi reinvestire quei risparmi in attività produttive, in attività dedite a rilanciare il nostro territorio, non per costruire casa, perché queste ultime servono solo ad aumentare il potere e le finalità speculative dell’imprenditore che le costruisce, non a produrre ricchezza.Non succede in nessun paese del mondo, non succede a Casoria.I giovani sono forse coloro che più di tutti si stanno allontanando dalla po-litica. In questi giorni si sta parlando molto di tesseramento e della possi-bilità di potersi iscrivere al partito anche attraverso la piattaforma on line, e questo ci fa credere che le fasce a cui si mira siano proprio quelle più giovani. Ebbene, perché un giovane dovrebbe tesserarsi ad un partito, qual è l’utilità del tesseramento, c’è ancora la speranza che i giovani possano ritrovare qualcosa di buono nella politica?Io parto da un concetto generale che è quello di democrazia. La democrazia è un concetto a cui tutti crediamo, è evidente, ma essa ha bisogno di regole, di rispetto delle regole, perché non deve diventare libertà per tutti di fare ciò che si vuole, altrimenti degenera in confu-sione e possibilità per i furbi e per i più

possidenti di poter occupare degli spazi del potere della politica, che è una cosa diversa dalla politica vera e propria.Detto questo, io credo che i giovani sono un problema a parte in quanto il loro rapporto con la politica è da sempre molto delicato. La politica, un po’ per il suo linguaggio, un po’ per la sua pesan-tezza ha sempre allontanato le genera-zioni giovani. La necessità e l’obiettivo di chi sta oggi al governo è quello di appassionare i giovani, di coinvolgerli in un’idea di città, di spronarli a cercare soluzioni ai problemi che li riguardano.

I giovani hanno bisogno di una classe di governo che li faccia riaffezionare alla politica. Questo è ciò che serve adesso, non la tessera, perché la tessera è solo uno strumento che serve a quelli che la politica già la fanno per consolidare oppure no il proprio potere.E’ evidente che una lista nutrita di politici consolidati, e direi bocciati dalla storia di questa città, intravedono nel partito democratico una possibilità di rinascita, di collocazione utile e neces-saria per ripulire la propria immagine e apparire ai cittadini con un abito nuovo, ma la politica non deve essere fatta così. Se neanche noi credessimo nella politica permetteremmo a tutti di tesserarsi, accettando però la necessaria conseguenza dell’allontanamento da parte dei giovani meritevoli, di coloro che veramente credono in quello che fanno. E invece no, il partito deve avere anche una funzione di filtro; sarebbe impensabile ammettere nel nostro

partito coloro che magari fino a qualche tempo fa erano nostri accesi oppositori.So che l’8 dicembre si terrà un congresso del partito? Me ne vuole parlare?Il partito democratico è l’unico parti-to che fa ancora primarie e congressi. L’unico che in qualche modo si sforza di far avvicinare le persone alla politica attraverso strumenti burocratici.La democrazia e la libertà del tessera-mento finisce quando ci sono soggetti che, facendo propri degli atti illeciti, come ad esempio l’acquisto della tessera,

tentano di inquinare un principio che rimane necessario e fatto salvo che è quello fondamentale della democrazia.Ci auguriamo che il nuovo segretario, chiunque sia, ci consenta di poter co-struire un partito democratico indiriz-zato in tal senso.Per concludere, si sente di voler ag-giungere qualche altra cosa?Io sono convinto che Casoria ha grandi e gravi difficoltà, alcune difficilmente sanabili e quanto più continua questa politica poco seria, più avremo difficoltà anche solo a sperare di venirne fuori.Il nostro paese purtroppo già è uno di quelli sfiancati dalla camorra e da qual-sivoglia organizzazione contro lo Stato. Proprio per questo motivo la politica deve attuare una rivoluzione interna, deve rivoluzionare e reinventare se stessa. Solo così lo Stato potrà sopravvi-vere serenamente. Forse non riusciremo a farlo noi, ma confido fortemente nelle nuove generazioni.


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Il Partito Democratico è nel caos e il congresso è andato in panne.L’assemblea del Pd si è conclusa con un nulla di fatto. Il tutto è finito al vaglio della Commissione Regionale per presunte incompatibilità di iscrizione, una sfilza di segnalazioni per la verifica del tesseramento precongressuale effettuato dalla sezione di Arpino nella quale alcuni rappresentati si sareb-bero resi responsabili di anomali accertamenti sui nomi, e il paradosso che il tutto sia partito da alcune adesioni inviate on-line. Formula con la quale anche lo stesso sindaco Vin-cenzo Carfora, sembra abbia utilizzato.Finisce a rotoli il congresso dello scorso 28 ottobre, in cui il Pd doveva varare l’inizio del congresso e la ripartenza dopo mesi di scontri e incomprensioni. Ma intanto, aldilà delle controversie sia pure legittime, il Partito Democratico sembra aver avuto un vera è propria emorragia di consensi. A riprova, il tesseramento di circa 200 iscritti nella fase precongressuale, a fronte di altri co-muni che segnalano punte che vanno dai mille alle duemila adesioni. Molti simpatizzanti e cittadini comuni, hanno lamentato la scarsa pubblicità data alla campagna adesioni. Ancora una volta, per l’ennesima volta, il Pd in città si divi-de, si spacca in un momento decisivo.Lo stesso Sindaco di Casoria, dott. Vincenzo Carfora, ha in-

viato una nota al Segretario Nazio-nale del Pd, On. Guglielmo Epifa-ni, alla Segreteria Regionale e Provin-ciale, alle Commissioni per il Congresso, e ai candidati alla Segreteria Nazionale e agli organi di stampa per avere un sano dibat-tito politico, dichiarando “..momentaneamente congelata la convinta adesione ad un partito che si professa democratico ed aperto a tutti, ma che nei fatti, almeno a Casoria non ha dimostrato di esserlo”.E’ il ritornello di questo 2013: davanti ad ogni snodo politico i democratici rischiano di diventare una maionese impazzita. Dai vertici provinciali e regionali, assicurano che entro il 5 novembre sarà riconvocata un’assemblea per far finalmente ripartire il partito.

Pd nel caos, congresso in panne..LUNANERA


VALENTINA IACONO

Quale impressione si è fatto su l l’attuale ammi-nistrazione nazionale? Og gi , l ’ impressione che si percepi sce , è quel la di v ivere in una democra-zia di ssoc iativa in at tesa del le tante e di scusse r i forme costituzionali , iv i compresa quel la elet -torale . Un’ impressione , la mia, nata soprattutto dal le note v icende polit iche ver if icatesi in questi ult imi mesi ; basta pensare al le profonde diver-genze “polit iche” nate al l’ interno del le mag gior i forze polit iche . Ricordiamo ad esempio, quel la del segretar io del PdL Angelino Alfano contro la leadership di Si lv io Berlusconi ; i di st ingui sempre più marcati di Renzi nei confronti del la segrete-r ia del Par tito Democratico di Epifani ; così come i l di ssenso manifestato da un gruppo di deputati e senator i del Movimento 5 Stel le contro Beppe Gr i l lo. In questi mesi , inoltre , la classe polit ica si è di st inta più per la contrapposiz ione tra fazioni del t ipo “guelf i e ghibel l ini” piuttosto che confron-tarsi e approvare una leg ge di stabi l ità credibi le e accet tabi le , che vada incontro al le reali esigenze del la popolazione, ormai stremata dal la reces-sione economica e da un insoppor tabi le e odiosa pressione f i scale . Tutto c iò, di conseguenza, ha por tato di fat to, al la di sag gregazione dei par tit i . Inf ine , non va dimenticato la drammatica emer-genza del la di soccupazione g iovani le , che ormai è arr ivata a toccare punte del 40% a l ivel lo nazio-nale e addir it tura punte super iore al 50% nel le reg ioni del sud. Inve ce p er quanto riguarda l’amministrazione lo c ale? In questi due anni , l’operato del l’at tuale amministrazione del Sindaco Car fora ha fat to vedere molte più ombre che luci . Sicuramente i l cammino del s indaco non è stato agevole , basta pensare al la profonda cr i si polit ica provocata dal le r i sse tra le forze polit iche f idei ste al Sindaco, e le forze polit iche che in modo “opi-nabi le” invocavano una inversione di tendenza, r i spet to a taluni provvedimenti presi dal s indaco (vedi nomina dei dir igenti , assessor i , ecc . ) , che condizionò pesantemente i l governo c it tadino. Tale incresc iosa situazione culminò, come tutti sanno, con la fuor iusc ita del par tito democratico dal la mag gioranza e la formazione, contestua-le , di una nuova mag gioranza polit ica grazie al

sostegno di alcuni consig lier i comunali transfughi dal l’opposiz ione. Comunque, due erano g li aspet t i qualif icanti sui quali un’amministrazione, at ten-ta al le problematiche del ter r itor io, poteva dare prova di e f f ic ienza, capacità e competenza: i l piano di investimento di c irca 20 milioni di euro a valersi sui fondi comunitar i FERS 2007/2013 del PIU’ Europa “Programmi Integrati Urbani” per l’ammodernamento del le opere inf rastrutturali e di r iqualif icazione del centro urbano c it tadino, e i l nuovo PUC (Piano Urbano Comunale) . Pur trop-po, propr io su questi aspet t i , l ’amministrazione comunale ha ev idenziato le propr ie zone d’ombra, palesando confusione, incer tezze e r itardi neg li adempimenti polit ic i , tecnic i ed amministrativ i . Nel pr imo caso, contrar iamente a quanto dichia-rato, con enfasi , da autorevoli esponenti di questa mag gioranza, dif f ic i lmente s i potranno “contrat-tualizzare” , entro l’anno, tutte le opere prev i ste nel programma PIU EUROPA. Per i l semplice motivo che per alcune di queste opere , anche di una cer ta impor tanza, sono ancora in it inere , salvo imprev i st i , le procedure di ag g iudicazione. Nel secondo caso, c i s i aspet tava un’ inversione di tendenza, r i spet to al passato, che ha pre fer ito una polit ica di edi l iz ia residenziale r i spet to a quel la commerciale ed industr iale , senza che c i fosse al -cuna r icaduta in termini economici ed occupazio-nali sul ter r itor io. Invece , la stesura e l’adozione del nuovo PUC è stata una mera e propr ia opera-zione di tecnic i smo volto a sanare esclusivamente g li indic i standard del lo strumento urbanistico. In questo piano, a mio modo di vedere , manca completamente una v i sione polit ica deci sionale e complessiva del ter r itor io, in par ticolare , per quanto r iguarda la questione del le aree di smesse che , ancora una volta , è stata r imandata a future memorie . In conclusione, però, sono del l’avv i so che , indipendentemente dal le congetture polit iche , è sempre meglio avere un piano urbanistico, muni-to dei parer i di approvazione da par te deg li Enti sovra comunali , che possa l iberare , in tal modo, r i sorse uti l i per la c it tà . Inf ine , penso in tutta onestà , che questa amministrazione abbia badato più al l’apparenza che al la sostanza.

L’intervistato di questa settimana è l’ex Assessore della precedente Amm.ne di centro destra, Ernesto Valiante, che volentieri ha risposto ad alcune domande di carattere politico

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Fernanda Manganelli, già dirigente scolastico del III Circolo didattico “Carduc-ci”, da quest’anno dirige anche la scuola media pri-maria “Martin Luther King”.Ci parla della scuola di oggi, quella reale fatta di persone e non numeri, troppo spesso diversa dall’i-dea che, della scuola, si ha ai piani alti dei ministeri.

In Campania sono state molte le scuole accorpate. Quali sono le maggiori conseguenze negative?Innanzitutto vi è una mag-giore difficoltà gestionale: è difficile gestire e guidare un numero maggiore di docenti e alunni. Inoltre si sono persi numerosi posti di lavoro come dirigente scolastico e come direttore di servizi generali.Personalmente, quali nuo-ve difficoltà si è trovata ad affrontare nel dover diri-gere un altro istituto oltre al III Circolo didattico?Unica difficoltà sta nel fatto che devo giostrarmi tra alunni di età diversa, in quanto quelli dell’istituto “Martin Luther King” sono più grandi e, dunque, hanno problematiche ed esigenze diverse.Dal punto di vista orga-nizzativo, non c’è alcuna difficoltà.Cosa significa per lei ga-rantire una buona istru-zione?Significa far sì che gli alunni vengano in classe con piace-re, col sorriso sulle labbra e che non vivano la scuola con monotonia. Per ottenere ciò, è necessario andare incontro agli studenti con situazioni e progetti che stimolino la loro

curiosità.All’istituto “Carducci” ci sia-mo riusciti con insegnamenti diversificati e molte attività.Anche alla “Martin Luther King” ciò avviene: questa è l’unica scuola ad indirizzo musicale presente sul terri-torio.Per quest’anno abbiamo predisposto diverse attività, tra le quali una collabo-razione col conservatorio di Napoli e col teatro San Carlo. Inoltre per il periodo natalizio è previsto, oltre al classico concerto di Natale, un mercatino di Natale: il ricavato servirà ad acqui-stare un defibrillatore per la “M.L. King” e uno per il “Carducci”.Si parla, recentemente, di guerra alle mafie attraver-so l’istruzione. Ci sono, nelle scuole che dirige, progetti volti a stimolare gli studenti alla legalità e alla lotta alla criminalità?Organizziamo spesso proget-ti di legalità. Stiamo anche pensando di indirizzare la gita di cinque giorni della terza media in posti simbolo della lotta alla criminalità.Altra battaglia che, come istituto, combattiamo è quel-la contro il bullismo. Stiamo agendo attraverso vari interventi interni ed esterni proprio per prevenire questi fenomeni.Molto spesso, soprattutto a Casoria, viene alla luce il problema delle strutture non agibili o ai limiti della legalità.Qual è la situazione strutturale dell’istituto “Carducci” e della “M.L. King” ?Purtroppo in tutti questi anni nulla è cambiato per

entrambi gli istituti.Non abbiamo il certificato di agibilità né la prevenzio-ne antincendio. Sono stati fatti molti sopralluoghi, ci sono state promesse molte cose, ma nulla è stato fatto concretamente.Abbiamo avuto un verbale di ispezione dall’Asl. La responsabilità diretta è del Comune, ma, da un punto di vista umano, la situazione coinvolge molto me e gli altri docenti che ci battiamo, da anni, per la sicurezza dei nostri studenti.A settembre “Save The Children” ha diffuso i dati su una ricerca sulla scuola italiana evidenziando come lo Stato non garan-tisca sempre strutture adeguate e fondi così che spesso sono le famiglie degli studenti a dover finanziare l’acquisto del materiale didattico.Ciò avviene anche nelle sue scuole?Alla M.L. King viene versata una quota per il funziona-mento scolastico. Al Carduc-ci ancora no.A breve, eleggeremo il consi-glio di istituto che sarà unico per entrambi gli istituti: attraverso una decisione congiunta tenteremo di porci in modo diverso.In quale direzione dovreb-be andare, secondo lei, la scuola italiana nei prossi-mi anni?Bisogna garantire ai docenti una maggiore formazione e aggiornamento.Inoltre, si deve tentare di ampliare il tempo pieno: non è giusto che ci sia una dispa-rità di ore settimanali tra scuole del nord e del sud.Altro elemento fondamen-

tale è quello della sicurezza. Tutte le scuole devono essere messe a norma: in passato le scuole erano i luoghi dove la gente si rifugiava in caso di terremoti, oggi è il primo luogo da cui fuggire.Inoltre vorrei aggiungere che, nell’ambito della sicu-rezza, partiranno da dicem-bre dei corsi di I soccorso per tutte le scuole di Casoria, con la partecipazione di medici e formatori.Pochi giorni fa, è stato approvato alla Camera il decreto scuola che ora deve essere approvato al Senato. Con esso vi sono numerose novità, come maggiori collegamenti tra scuola e lavoro e il divieto di fumo anche nelle aree aperte.Inoltre è prevista l’assun-zione di 60.000 precari in tre anni, ma a costo zero (senza progressioni, a sti-pendio base, per otto anni con busta paga da precari).Pensa si tratti di un primo, seppur debole, passo verso uno sblocco oppure solo di un vano tentativo di accontentare i precari?Non è sicuramente un segno di sblocco. Il decreto preve-de, addirittura, l’abolizione dell’insegnamento della sto-ria dell’arte in molti istituti: in ciò non riesco a vedere alcun progresso.Oltre alla terribile situazio-ne in cui versano i precari, anche gli attuali docenti e dirigenti si ritrovano da anni con lo stipendio bloc-cato.Lo sblocco si sarebbe potuto avere facendo riferimento alle graduatorie già esistenti e non andando a istituire nuovi concorsi.

GIANLUCA GRIMALDI

Intervista a Fernanda Manganelli


LUIGI IPPOLITO

L’intervista a Gaetano De Rosa: l’ex difensore ci parla dell’attuale Napoli e dei suoi progetti futuri!

L’ultima partita l’ha giocata ormai anni fa, esattamente nel 2008 con la maglia del Genoa in Serie A, ma Gaetano De Rosa ha sempre forti attenzioni per il calcio italiano. Proprio grazie

alle sue tante esperien-ze, specialmente con le maglie di Napoli, Bari e Reggina oltre a quelle con il grifone rossoblù, si può dire che abbia passato una vita intera nel massi-mo campionato naziona-le. Per questo e per la sua ottima conoscenza in ma-

teria calcistica, abbiamo voluto affrontare con lui temi sulla nuova stagione di A, come l’attuale sfida scudetto e in particolare sul nuovo Napoli targato Benitez.Lei conosce molto bene

il campionato italiano. Attualmente Roma, Na-poli e Juventus sembra-no avere una marcia in più rispetto alle altre. La lotta al tricolore è solo fra loro tre? Inoltre, chi è per lei la favorita?“Anche se la posizione della Roma è vantaggiosa

rispetto a Napoli e Juven-tus, resto del parere che i bianconeri siano la squa-dra da battere! La Juve ha più esperienza, vanta di qualche anno in più di progettazione e riesce sempre a mettere innesti importanti in squadra: così facendo consolida ancor di più la propria realtà. I giallorossi e gli azzurri, poi, hanno una cosa in comune: sulle loro panchine siedono nuovi allenatori che stanno im-ponendo la loro filosofia e credo calcistici, ma per questo hanno bisogno di tempo. Ci sono comunque altre concorrenti che pos-sono avvicinarsi a tutte loro durante il percor-so, Fiorentina e Inter su tutti. Di certo, il Napoli di Benitez in pochi mesi ha già fatto tanto, ma ripeto che ci vuole ancora un po’ per vederlo competitivo al massimo. C’è anche da scrutare come verran-no gestiti dalla società e dall’allenatore le pressioni dall’esterno e i momenti di cali fisici dovuti soprat-tutto all’elevato numero di partite che si giocheranno

quest’anno. Sono fiducioso però specialmente nella figura del tecnico spagno-lo, che saprà sicuramente poi lavorare sotto questo aspetto. Il mercato di gen-naio, inoltre, può essere importante per rendere più forte la squadra, ma sotto l’aspetto mentale ci vuole il lavoro proprio del mister”.La Roma alla prima fre-nata, ma domenica sera c’è il big match Juventus – Napoli. Che gara si aspetta e chi la spunterà?“Io dico sempre che la Juve resta la favorita. Sono napoletano e tifoso del Napoli, ma bisogna essere obiettivi: la vecchia signora ha qualcosa in più rispetto a noi. Non mi sorprenderei, però, se il team di De Laurentiis facesse il colpaccio a Tori-no, perché stanno crescen-do molto, di giornata in giornata. Si muovono in maniera diversa, sono più uniti e i reparti si stanno consolidando. La cosa più importante è disporre di tanti uomini: questo non è solo un bene per il cammi-no e per arrivare fino in


fondo con la giusta ener-gia, lo è anche per creare la giusta competizione fra i calciatori: in tal modo, infatti, chiunque scenda in campo ha una gran voglia di dimostrare il proprio valore e di voler convince-re lo staff tecnico di essere insostituibile”.Un suo giudizio riguar-do il cammino degli azzurri fino ad oggi, sia per il campionato che per la Champions League. Chi poi la sta convincendo più di tutti?“Il voto che do è un bel 7, speranzoso poi che possa crescere pian piano con il raggiungimento di altri ottimi risultati. Poi, il lavoro di Benitez è la cosa più convincente: ha fatto una grandissima rivolu-zione, soprattutto negli schemi di gioco e questo gli va riconosciuto. Inoltre c’è Higuain, un calciatore che fa bene a questo grup-po non solo come ruolo ma anche come spessore. È un ottimo bomber di elevata caratura! L’unica nota che personalmente ritengo stonata è stata la perdita di Campagnaro, uno dei difensori più pre-stigiosi e di alto livello sul piano internazionale…”.Da ex difensore centrale vuole dare un consiglio alla difesa del Napoli che spesso sembra avere qualche piccola amnesia?“Non mi sento di dar-lo. Qualche sbandata è

normale, chiunque le fa. All’inizio ci sono stati allenamenti individuali perché il mister dove-va conosce meglio ogni componente del reparto e per questo, secondo me, c’è stato qualche errore di troppo. Adesso però sembra che la difesa si stia definitivamente consoli-dando. Le disattenzioni poi fanno parte del gioco e ci possono essere. L’errore c’è sempre e nessuno ne è esente!”.Ora qualche domanda più personale: l’esperien-za che ricorda con più affetto e la società con la quale ha legato di più?“Sono legato ad ogni esperienza che ho fatto. Nel particolare, quella di formazione professiona-le, ossia la scuola calcio Napoli che mi ha dato la soddisfazione di realiz-zare il sogno di giocare in prima squadra. Poi co-munque ricordo la prima esperienza da professioni-sta nel Palermo. Bari poi è una città con la quale ho instaurato un rapporto speciale e molto forte: ho giocato con i biancoros-si sette stagioni fra A e B. Infine sono andato a Genova, dove ho concluso la mia carriera. Qui ho il ricordo più bello, quan-do a Marassi all’ultima giornata Genoa e Napoli, con le tifoserie gemellate, ritrovarono la massima serie dopo svariati anni.

Ricorderò per tutta la vita quella festa e quell’emo-zione immensa!”.Oggi di cosa si occupa? Ha lasciato definiti-vamente il calcio o ha

qualche progetto futuro, magari con un nuovo incarico?“C’è sempre un occhio per il calcio perché è una cosa che mi appartiene. Ora non mi occupo di niente in particolare ma sono alla ricerca di un progetto che si avvicina alla mia filo-sofia di intendere lo sport. Il mio desiderio sarebbe lavorare in prima persona con i giovani. Un progetto che sia un mix fra sociale e attività sportiva: mette-re su una struttura dove occuparmi dei ragazzi ma non solo con fini sportivi, ma anche utile nella socie-tà. L’immagine dello sport a volte viene storpiata,

il calcio in particolare viene fatto vedere come una meta, un qualcosa dal guadagno stratosferico: ci si pone perciò male nei confronti di questo gioco

creandosi false aspetta-tive. Invece, si dovrebbe far intendere la disciplina agonistica già come una grande vittoria e che non contano i risultati e i tra-guardi. Bisognerebbe poi lanciare il messaggio alle famiglie che i figli sono già dei vincenti. Attraver-so lo sport, oltretutto, ci si può allontanare dalle cattive strade della vita, inserendosi magari in cammini più formativi grazie al senso della com-petizione e all’educazione. Così si costruiscono le basi e le fondamenta per un futuro migliore, capace di contrastare questa dura realtà di oggi”.

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per il sito del Comu-ne di Casoria (www.comune.casoria.na.it) risultava una situazione 1 indicatore su 65 con esito positivo, posizio-nandoci, in classifica, tra gli ultimi comuni italiani.Dal 22/10/2013, grazie allo sforzo del respon-sabile del Servizio Si-stemi Informativi, An-tonio Verola, si è giunti al risultato di 66 su 66 indicatori positivi in riferimento al “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, denominato “decreto trasparenza”.“Continua il lavoro intrapreso dall’inizio – afferma il Sin-daco, Dr. Vincenzo Carfora – della consiliatura da parte mia per la trasparenza e la legalità”.

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E’ di questi giorni la notizia che a Casoria è nata una nuova squadra di podisti, o meglio, come amano definirsi, un iniziativa di aggregazione sportiva che nasce di base come podistica ma che ha nel suo d.n.a. la facoltà di proporsi come movimento di atletica leggera. Difatti, uno dei punti cardine del programma, è quello di creare un attività propedeutica per i ragazzi, che così potranno essere iniziati ad un attività sportiva consona alle pro-prie predisposizioni sia fisiche che tecniche, oltre che a distoglierli per qualche ora dai soliti giochini virtuali o elettronici. Il gruppo ha come denominazione Città di Casoria Runners, con Presi-dente il Prof. Pasquale Celardo, Vice Presidente Guida Salvatore (Affermato fisioterapista ) e De Rosa Pasquale, con il supporto Area tecnica di Giuseppe Santomenna, preparatore atletico di fama Nazionale ( già alle dipendenze di Sannino, attuale allena-tore Chievo Calcio) e Cervo Alberto, uno sportivo doc, che ha attraversato varie discipline sportive, dal calcio alla podistica, e quindi conoscitore delle problematiche inerenti il mondo dello sport, ed è per questo motivo che, sentendosi solo numeri e non avendo una identità propria, hanno deciso la nascita di questo nuovo gruppo. La Podistica a Casoria, fatta salva una piccola parentesi ad opera di Mauro Grieco, nasce nel 1999, per mano di Laurenza Sabatino che, messo quasi alle strette da uno sparuto

gruppetto di persone, non fece altro che riunirli sotto la stessa “bandiera “, dando vita alla Podistica Casaurea e poi Casoria ed aggregan-do decine di persone anche provenienti da altri paesi limitrofi. Sotto la Presiden-za del Dott. Rota, nacque Casoria Corre, grazie anche all’importante collaborazio-ne di Casoria Due e della famiglia Buonaurio in testa, e dello spirito motivatore di Vincenzo Montani-no, Raffaele Russo e altri amici, senza altro scopo se non quello di far crescere il movimento di podisti. Altri tempi si direbbe, ma con piglio nostalgico, mi verrebbe da dire…..migliori. “ Casoria Corre” continua, ma non ha più verve, si trascina per forza di inerzia, e solo grazie ai soliti irrinuncia-bili sponsor. La podistica Casoria si è stabilizzata e rispetto ad altri gruppi in Regione, rimane sempre una delle tante…senza infamia e senza lode. Sulla scorta di queste riflessioni, il Città di Casoria Runners, vuole dare una svolta e per farlo ha convinto a ritornare ad essere operativo Sabatino Laurenza, affidandogli la Segreteria. Città di Casoria Runners non si sente alternativa e non vuole assolutamente entrare in competizione con altre realtà sportive, ma semplicemente affermare la propria identità dando una scossa all’ambiente sportivo, con proposte e progetti. Quanto prima, adempiuti i compiti istituzionali, ci sarà la presentazione della squadra alla cittadinanza ed alla stampa a mezzo di una conferenza. E quindi, per il momento, non verranno svelati i programmi per l’anno a venire…un po’ di suspance non guasta. Ma solo una cosa è quasi d’obbligo, i colori sociali: Richiamano alla memoria dei Casoriani i tempi d’oro….Lo stemma della città ma su sfondo viola, il colore beneamato, sperando che sia di buon auspicio, oltre che affermare un identità quasi perduta.

Nonostante la mancanza atavica di strutture idonee alla pratica di alcune discipline sportive, il movimento culturale che fa suo

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Riceviamo e Pubblichiamo

Egr. Direttore ho letto con piacere un tuo editoriale dal titolo “dalla mondezza e dal letame può nascere un fiore?”.Dopo aver spiegato ai pochi lettori che ancora non sapevano che l’espressione del titolo era tratta da un brano di Fabrizio De Andrè “Via Del Campo” hai illustrato con la solita franchezza la montagna di “letame” rovesciatasi sulla nostra città. Alla fine hai concluso l’intervento invo-cando una risposta alla domanda iniziale. Caro Nando, dispiace deluderti ma credo che la tua invocazione sia destinata a sva-nire nel vuoto e per vari motivi. In primo luogo faccio notare che l’ac-costamento con la metafora del grande Faber è senz’altro sbagliata o, quantomeno, irriverente. Infatti tu sai bene che “Via Del Campo” era il luogo simbolo degli eroi di De Andrè, cioè di qui personaggi costretti a vivere ai margini della società borghese ma che riescono ad ottenere quel riscatto di dignità, loro negato dallo Stato, Chiesa e politica ben pensante, solo attraverso la poesia di Fabrizio. Non è un caso che nel testo della canzone scritta nel 1967 ritro-viamo due affermazioni : “ Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”.

Invece, per i personaggi che esprimono il “letame” che invade la nostra città non vi è alcuna possibilità di riscatto. Essi non sono eroi ma accattoni politici da condannare senza alcuna possibilità di appello e con esecuzione (politica) nella pubblica piazza. Contro di essi la nostra indignazione deve essere forte e travolgente senza inutili slogan propagandistici ma con compor-tamenti rigorosi fermi sì da risvegliare le assopite coscienze popolari. Ricorda caro amico, che non può esserci sciagura più grande per un popolo che l’assuefazione e l’oblio rispetto ai soprusi del tiranno. Non so se hai notato, ma è da tempo, che non ci meravigliamo più!! Viviamo in un paese e, soprattutto in una città- Casoria – stracolma di fannullo-ni incapaci e delinquenti seduti su una montagna di “monnezza”, ma non ci mera-vigliamo.Vediamo amministratori che si vendono per pochi denari o per una zuppa di pesce; altri che organizzano gite turistiche con annesse escort per conseguire un mini-mo di consenso ed altri ancora, disperati “pronti a vendere per 3000 lire la madre ad un nano” (De Andrè “La città vecchia”) Eppure non ci meravigliamo!!.

Vi è una corte sbrindellata di ruffiani, reg-gicoda e cortigiani che assiste indifferente all’avvelenamento dell’aria che respiriamo, al saccheggio del territorio e alla distru-zione sistematica del patrimonio artistico della nostra città. Ma tutto ciò è normale! La cosa però che maggiormente mi scon-volge e mi indigna è vedere i tanti giovani che animati da nobili propositi si sono af-facciati alla ribalta politica quali portatori della “buona novella”, ma, invece, assistono con ignavia e colpevole indifferenza all’i-gnobile saccheggio della nostra città; anzi in alcuni casi partecipano come protago-nisti attivi e interessati alla spartizione del bottino. Verso questi giovani sarei tentato di rivolgermi con la stessa virulenza di “amico fragile” ma non oso perché proba-bilmente, per motivi generazionali, potrei non essere capito. Pertanto parafrasando il titolo di un bel libro di Maurizio Viroli (“La libertà dei servi” Ed. Laterza) mi ri-volgo a loro dicendo che se essere cittadini liberi vuol dire non essere sottoposti ad un potere enorme e assoluto, è evidente che essi non possono dirsi liberi; ossia sono si liberi ma liberi nel senso della libertà dei sudditi e dei servi.

Mariano Russo


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Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita.Questo numero è stato chiuso il 7 NOVEMBRE 2013

Impaginazione Grafica di Giuseppe Mascioli

Direzione, Redazione, Amministrazione e PubblicitàVia Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817597271

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Editore CASORIA DUE s.a.s

Suono per le strade e sotto i ponti quando piove:il freddo non lo avverti quando il cuore è pura neve;

dei tanti sacrifici e dei miei sogni cosa resta?Un goffo menestrello e troppe idee nella sua testa.La musica trasporta l’uomo in un altro mondo,

lo eleva alle vette e poi lo butta nel profondo,chi disse”tu hai la stoffa” e poi sparì senza ritegnoadesso venga qui che lo ringrazio per l’impegno.

Un sognatore stupido che prova compassioneper le valigette nere degli schiavi del padrone,

che vende e poi ricompra tutto il mondo in un secondo,che ha case e grandi macchine ma per me vive a stentoperché non ha più il tempo di cantare a squarciagola,perché non ha più il tempo per amare una persona.Ha solo il giusto tempo per contare i suoi guadagni,tempo che impiegherei per bere con i miei compagni.

I soldi li guadagno grazie a questo vecchio legnodi una chitarra classica , che addosso porta il segno

delle ore che un bambino colorava con le note,di mille e più canzoni e di parole mai svanite.Le dita consumate come se fossi un santo,che porta le ferite,le sue stimmate nel vento,di una Parigi povera,nascosta dalla torre,

di un mondo che cammina ed io osservo con sgo-mento.

Guardo fuori dalla finestra,

troppa gente che si perdenei pensieri più profondi,ma banali in fin dei conti.Tutti corrono per strada,

sull’asfalto della vita,mentre scorre svelto il tempo

e finisce una giornata.

Lascio gli occhi sul mio banco,mentre osservo un foglio bianco,

sembra vuoto ,ma in realtàscritta ha in sé la verità.L’ho chiamata fantasia,l’ho chiamata libertà,

tutto il mondo è ancora bianco:i colori siamo noi.

Siamo noi che accendiamo una luce,siamo noi che tracciamo una strada,

noi iniziamo un’autobiografiacon una penna che sa di magia,una penna che si chiama idea,che ci eleva su tutto e su tutti.

Ogni uomo può dare più gustoa una vita che sa di rimorso.

Siamo noi,dipingiamo un bel quadro,che ci segue per sempre e dovunque,in fondo al cuore rimane nascostoe si chiama emozione di un uomo.

Distruggiamo e creiamo un sorriso,un istante ci cambia la vita,

non possiamo tornare mai indietro:ciò che hai scritto non va mai riletto.

Poesie di Mariano Menna

Un sognatore

Un foglio bianco

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[10-11-2013] Casoriadue - N.36

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