Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

8
ANNO XXX N° 36 - 27 Ottobre 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO EDITORIALE E’ proprio vero, noi siamo cresciuti con le leg- gende, forse per questo non siamo concreti come i ragazzi di oggi che tra “i piccoli brividi, i Po- kemon e Shrek”, Monster &nd co e mostri vari, sono veramente decisi e pronti ad affrontare tutte le avversità della vita! Tante volte penso che le leggende servi- vano, allora, per ad- dolcirci una realtà che non aveva bisogno di altri additivi e se poi c’era l’aggiunta di un insegnamento morale, poteva anche educarci. E mentre torno a rileg- gere con la stessa emo- zione della prima volta la “Passione di Gesù” nei Vangeli, ecco riaf- fiorarmi in mente la leggenda del pettirosso, là dove ad aggiungere beffa al condannato, misero in testa una corona di spine. Povero e gentile batuffolo di piume, che saltellando sul Golgota, si accorse della sof- ferenza di quel Crocifisso e volendo, in qualche modo alleviarne il patimento, provò con il suo lungo e sottile becco a toglie le spine dal capo. E in questo slancio di amore tinse le piume del petto con il sangue di Gesù e quel rosso divenne un segno distintivo della sua buona azione. Leg- genda delicata come delicato è il suo protagonista che ancor oggi sembra non aver timore degli uomini da trovarlo spesso a saltellare dietro gli agricoltori intenti nei lavori dei campi. Di spine sul capo di Gesù, la storia degli uomini ne ha continuato a mettere tante e ai giorni nostri non sembra si abbia voglia di desistere. Quanti missionari e quanti cristiani vengono uccisi tra l’indifferenza generale, come Afra Martinelli, missionaria in Nigeria, uccisa per rapina qualche giorno fa, come ci ha ricordato Papa Francesco nell’Angelus di domenica 20 ottobre; sono nuove spine che vanno a trafiggere Gesù. Se le membra di un corpo soffrono, chi più di ogni altra parte avverte tale sofferenza, è il capo. Le violenze, le guerre, gli esaltati che nel loro suicidio coinvolgono innocenti, sono tante spine che vanno a far male in Chi ha scelto di essere testimone di Amore. Gli omicidi, i suicidi che giornalmente si verificano,spesso tra i giovani, offendono e trafiggono chi si proclamò principalmente “Vita”, e così le assurde de- cisioni prese da par- lamenti e ultimamente da tribunali, sull’”eu- tanasia” nella convin- zione di poter mani- polare la vita secondo le proprie voglie. E possiamo aggiungere le continue violenze sulle donne che dis- sacrano le famiglie e macchiano di sangue le nostre città. Spine atroci sono quelle che superano ogni forma di umanità e di de- cenza, quando si specula su fatti spaventosi, come le tragedie di Lampedusa che hanno fatto gridare a Papa Francesco “Vergogna”, ma questa non alligna più in questa società. Spine, spine, spine, come in Siria dove i cecchini si divertono a prendere di mira le donne incinte; come in Italia dove la tratta di persone è una realtà con- solidata e strutturale dei sistemi di sfruttamento sessuale, lavorativo e a fini di accattonaggio Certe spine sono anche in alcuni luoghi della nostra città dove si continua a spacciare droga, dove i videogiochi mettono in disperazione le famiglie, dove si è persa la sensibilità verso il disagiato e l’immigrato. Cha fare? Ed ecco quel batuffolo di piume torna a dirci che sta a noi continuare a togliere le spine dal capo del Cro- cifisso, con la preghiera, prima di tutto, essendo essa vitale per uscire dall’egoismo umano. Non va trascurato il sociale con quell’accoglienza che non si esaurisce in un episodio, ma che si fa abito mentale. Portiamo ovunque il messaggio di Amore che ci viene dalla Croce del Cristo, convinti che il nostro piccolo granello di “senape”, insieme a quello di tanti altri, diventerà albero in una foresta di Pace. P.P. Segue a pag. 2 RAPPORTO CARITAS-CNCA Tratta e sfruttamento: in Italia manca una strategia di contrasto L’indagine è stata presentata venerdì 18 ottobre, a Roma, in occasione della Giornata europea contro la tratta di persone. Daniele Rocchi - Michela Mosconi “In Italia, la tratta di persone è una realtà consolidata e strutturale dei sistemi di sfruttamento sessuale, lavora- tivo e a fini di accattonaggio e, in misura minore, in atti- vità illegali come spaccio di droga, borseggi, furti in appartamento”. Seppur presente su tutto il territorio da molti anni, “non vi è stata una vera presa di coscienza collettiva né una strategia nazionale per contrastare un fenomeno fondato sulla sistematica violazione dei diritti umani delle persone coinvolte”. È, in sintesi, quanto emerge da “Punto e a capo sulla tratta. 1° Rapporto sulla tratta e il grave sfruttamento”, presentato nella Giornata europea contro la tratta di persone, a Roma e curato da Caritas Italiana, dal Coordinamento nazionale delle co- munità di accoglienza (Cnca), con il Gruppo Abele e l’As- sociazione On the Road. LA LEZIONE DEL PETTIROSSO Tutti a Comunanza a chiusura dell’Anno della Fede INVITO DEL NOSTRO VESCOVO San Benedetto del Tronto, 18 ottobre 2013 Festa di San Luca Evangelista Ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, ai fedeli tutti delle Comunità della nostra Diocesi. Carissimi, un anno fa iniziavamo l’Anno della Fede, voluto da Benedetto XVI e confermato poi da papa Francesco, con una Celebrazione nella nostra Cattedrale ed in quella occasione ci è stato consegnato ufficialmente il “Credo”. Durante questo anno nelle Parrocchie e nelle diverse Comunità abbiamo cercato di rin- novare la nostra fede nel Signore Gesù, rafforzandola nella com- prensione e condividendola con quanti abbiamo incontrato sul nostro cammino. Ora, al termine di questo anno, vogliamo vivere un momento comunitario forte e significativo, come Chiesa Truentina, ritrovandoci il prossimo 10 novembre, a Comunanza, ospiti graditi di quella Co- munità, per riconsegnare simbolicamente il “Credo” e ricevere il Mandato della missione nella Chiesa e per il mondo. Vogliamo dire a tutti che la fede è luce sul nostro cammino. Vogliamo affermare che “chi crede vede” e che il credente non teme di affrontare le fatiche della vita, perché ha anche il dono della speranza e possiede la forza per guardare con coraggio al suo futuro. Abbiamo scelto Comunanza in quanto territorio di antiche tradizioni culturali e cristiane, e tuttora ricco di fede generosa ed ardente, che però sta vivendo un lento spopolamento e dove il problema del lavoro si fa sentire pesantemente. La lontananza del luogo dal centro diocesano può essere facilmente superata anche organizzando dei pullman. Invito pertanto le Comunità Parrocchiali e le diverse Realtà Ecclesiali a promuovere fortemente questa presenza, che ha anche lo scopo di far sentire la comune vicinanza della Diocesi a queste zone dell’interno. Si coinvolgano in particolare i ragazzi e i giovani per dare buona visibilità alla comunione ecclesiale. L’appuntamento è fissato per le ore 16.00 in un luogo che verrà indicato. Con le fiaccole accese, segno della luce della fede, compiremo un breve tratto di strada e raggiungeremo un capannone, luogo del lavoro dell’uomo, per non dimenticare che la fede va vissuta nel quotidiano della nostra vita. L’Eucaristia da me presieduta e concelebrata dai nostri sacerdoti sarà il momento conclusivo alto per professare la nostra fede ecclesiale nel Signore, Parola di verità e Cibo di vita eterna. Sono sicuro che questo invito troverà quella larga e convinta partecipazione, che attesta la bellezza della nostra Chiesa diocesana. Di cuore tutti benedico +Gervasio Gestori, vescovo AVVISO Domenica 27 Ottobre in Diocesi si celebra la giornata dell’AVVENIRE: il quotidiano dei cattolici. Il giornale, che riporta una pagina con le notizie della nostra diocesi, viene distribuito gratuitamente nelle chiese. Siete pregati di prenderlo e portarlo a casa. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno I disegni dei bambini immigrati a Lampedusa

description

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Transcript of Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

Page 1: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

ANNO XXX N° 36 - 27 Ottobre 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

EDITORIALE

E’ proprio vero, noi siamo cresciuti con le leg-gende, forse per questo non siamo concreti comei ragazzi di oggi che tra “i piccoli brividi, i Po-kemon e Shrek”, Monster &nd co e mostri vari,sono veramente decisi e pronti ad affrontaretutte le avversità dellavita! Tante volte pensoche le leggende servi-vano, allora, per ad-dolcirci una realtà chenon aveva bisogno dialtri additivi e se poic’era l’aggiunta di uninsegnamento morale,poteva anche educarci.E mentre torno a rileg-gere con la stessa emo-zione della prima voltala “Passione di Gesù”nei Vangeli, ecco riaf-fiorarmi in mente laleggenda del pettirosso,là dove ad aggiungerebeffa al condannato, misero in testa una coronadi spine. Povero e gentile batuffolo di piume,che saltellando sul Golgota, si accorse della sof-ferenza di quel Crocifisso e volendo, in qualchemodo alleviarne il patimento, provò con il suolungo e sottile becco a toglie le spine dal capo.E in questo slancio di amore tinse le piume delpetto con il sangue di Gesù e quel rosso divenneun segno distintivo della sua buona azione. Leg-genda delicata come delicato è il suo protagonistache ancor oggi sembra non aver timore degliuomini da trovarlo spesso a saltellare dietro gliagricoltori intenti nei lavori dei campi. Di spine sul capo di Gesù, la storia degli uominine ha continuato a mettere tante e ai giorninostri non sembra si abbia voglia di desistere.Quanti missionari e quanti cristiani vengonouccisi tra l’indifferenza generale, come AfraMartinelli, missionaria in Nigeria, uccisa perrapina qualche giorno fa, come ci ha ricordatoPapa Francesco nell’Angelus di domenica 20ottobre; sono nuove spine che vanno a trafiggereGesù. Se le membra di un corpo soffrono, chipiù di ogni altra parte avverte tale sofferenza, èil capo. Le violenze, le guerre, gli esaltati che

nel loro suicidio coinvolgono innocenti, sonotante spine che vanno a far male in Chi ha sceltodi essere testimone di Amore. Gli omicidi, isuicidi che giornalmente si verificano,spesso trai giovani, offendono e trafiggono chi si proclamò

principalmente “Vita”,e così le assurde de-cisioni prese da par-lamenti e ultimamenteda tribunali, sull’”eu-tanasia” nella convin-zione di poter mani-polare la vita secondole proprie voglie. Epossiamo aggiungerele continue violenzesulle donne che dis-sacrano le famiglie emacchiano di sanguele nostre città. Spineatroci sono quelle chesuperano ogni formadi umanità e di de-

cenza, quando si specula su fatti spaventosi,come le tragedie di Lampedusa che hanno fattogridare a Papa Francesco “Vergogna”, ma questanon alligna più in questa società. Spine, spine,spine, come in Siria dove i cecchini si divertonoa prendere di mira le donne incinte; come inItalia dove la tratta di persone è una realtà con-solidata e strutturale dei sistemi di sfruttamentosessuale, lavorativo e a fini di accattonaggio Certe spine sono anche in alcuni luoghi dellanostra città dove si continua a spacciare droga,dove i videogiochi mettono in disperazione lefamiglie, dove si è persa la sensibilità verso ildisagiato e l’immigrato. Cha fare? Ed ecco quelbatuffolo di piume torna a dirci che sta a noicontinuare a togliere le spine dal capo del Cro-cifisso, con la preghiera, prima di tutto, essendoessa vitale per uscire dall’egoismo umano. Nonva trascurato il sociale con quell’accoglienzache non si esaurisce in un episodio, ma che si faabito mentale. Portiamo ovunque il messaggiodi Amore che ci viene dalla Croce del Cristo,convinti che il nostro piccolo granello di “senape”,insieme a quello di tanti altri, diventerà alberoin una foresta di Pace. P.P.

Segue a pag. 2

RAPPORTO CARITAS-CNCA

Tratta e sfruttamento:

in Italia manca

una strategia di contrasto

L’indagine è stata presentata

venerdì 18 ottobre, a Roma,

in occasione della Giornata europea contro la tratta

di persone.

Daniele Rocchi - Michela Mosconi

“In Italia, la tratta di persone è una realtà consolidata estrutturale dei sistemi di sfruttamento sessuale, lavora-tivo e a fini di accattonaggio e, in misura minore, in atti-vità illegali come spaccio di droga, borseggi, furti inappartamento”. Seppur presente su tutto il territorio damolti anni, “non vi è stata una vera presa di coscienzacollettiva né una strategia nazionale per contrastare unfenomeno fondato sulla sistematica violazione dei dirittiumani delle persone coinvolte”. È, in sintesi, quantoemerge da “Punto e a capo sulla tratta. 1° Rapporto sullatratta e il grave sfruttamento”, presentato nella Giornataeuropea contro la tratta di persone, a Roma e curato daCaritas Italiana, dal Coordinamento nazionale delle co-munità di accoglienza (Cnca), con il Gruppo Abele e l’As-sociazione On the Road.

LA LEZIONE DEL PETTIROSSOTutti a Comunanza a chiusura

dell’Anno della FedeINVITO DEL NOSTRO VESCOVO

San Benedetto del Tronto, 18 ottobre 2013

Festa di San Luca Evangelista

Ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose,ai fedeli tutti delle Comunità della nostra Diocesi.

Carissimi, un anno fa iniziavamo l’Anno della Fede,

voluto da Benedetto XVI e confermato poi da papa Francesco, conuna Celebrazione nella nostra Cattedrale ed in quella occasione ciè stato consegnato ufficialmente il “Credo”. Durante questo annonelle Parrocchie e nelle diverse Comunità abbiamo cercato di rin-novare la nostra fede nel Signore Gesù, rafforzandola nella com-prensione e condividendola con quanti abbiamo incontrato sulnostro cammino.Ora, al termine di questo anno, vogliamo vivere un momento comunitario forte e significativo, comeChiesa Truentina, ritrovandoci il prossimo 10 novembre, a Comunanza, ospiti graditi di quella Co-munità, per riconsegnare simbolicamente il “Credo” e ricevere il Mandato della missione nella Chiesae per il mondo. Vogliamo dire a tutti che la fede è luce sul nostro cammino. Vogliamo affermare che“chi crede vede” e che il credente non teme di affrontare le fatiche della vita, perché ha anche il donodella speranza e possiede la forza per guardare con coraggio al suo futuro.Abbiamo scelto Comunanza in quanto territorio di antiche tradizioni culturali e cristiane, e tuttoraricco di fede generosa ed ardente, che però sta vivendo un lento spopolamento e dove il problema dellavoro si fa sentire pesantemente. La lontananza del luogo dal centro diocesano può essere facilmentesuperata anche organizzando dei pullman. Invito pertanto le Comunità Parrocchiali e le diverse RealtàEcclesiali a promuovere fortemente questa presenza, che ha anche lo scopo di far sentire la comunevicinanza della Diocesi a queste zone dell’interno. Si coinvolgano in particolare i ragazzi e i giovaniper dare buona visibilità alla comunione ecclesiale. L’appuntamento è fissato per le ore 16.00 in un luogo che verrà indicato. Con le fiaccole accese,segno della luce della fede, compiremo un breve tratto di strada e raggiungeremo un capannone, luogodel lavoro dell’uomo, per non dimenticare che la fede va vissuta nel quotidiano della nostra vita.L’Eucaristia da me presieduta e concelebrata dai nostri sacerdoti sarà il momento conclusivo altoper professare la nostra fede ecclesiale nel Signore, Parola di verità e Cibo di vita eterna.Sono sicuro che questo invito troverà quella larga e convinta partecipazione, che attesta la bellezzadella nostra Chiesa diocesana.

Di cuore tutti benedico +Gervasio Gestori, vescovo

AVVISODomenica 27 Ottobrein Diocesi si celebra

la giornata dell’AVVENIRE:il quotidiano dei cattolici.

Il giornale, che riporta una pagina con le notizie

della nostra diocesi, viene distribuito

gratuitamente nelle chiese.Siete pregati di prenderlo

e portarlo a casa.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

I disegni dei bambini

immigrati a Lampedusa

Page 2: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

Anno XXX

27 Ottobre 2013

2PAG

Continua dalla prima pagina

La ricerca ha coinvolto 156 enti, 148 privatie 8 pubblici. Secondo i dati ufficiali disponi-bili, dal 2000 al 2012, oltre 65.000 personehanno ricevuto informazioni, consulenza psi-cologica, legale, accompagnamenti socio-sanitari dai progetti di protezione sociale,21.378 hanno deciso di partecipare a un pro-gramma di protezione sociale. Un fenom-

eno in rapida evoluzione. L’indagine rivelache la prostituzione forzata in strada resta latipologia di tratta più visibile e conosciuta, manel corso dell’ultimo decennio, è aumentatoil numero di casi di persone traf-ficate e sfruttate in ambito agri-colo, pastorizio, edile. DalRapporto emergono nuoveforme di tratta finalizzate all’ac-cattonaggio forzato e ad attivitàillegali coercitive e anche casi divittime soggette a sfruttamentomultiplo (donne costrette a pro-stituirsi e a spacciare; uomini ob-bligati a vendere merce aldettaglio, ad elemosinare e aspacciare o prostituirsi). Mutataanche l’organizzazione delle retie dei singoli criminali con un passaggio agruppi organizzati con collegamenti transna-zionali e radicati nei Paesi di destinazione.Notevole anche la capacità di abbinare latratta e lo sfruttamento ad altre attività illecite.Nel corso del 2012, attraverso le unità distrada, gli enti partecipanti alla ricerca hannoeffettuato 23.878 contatti, di cui 21.491 condonne e ragazze, 781 con uomini e ragazzie 1.606 con persone transgender. Nella stra-grande maggioranza dei casi, si tratta di per-sone sfruttate nella prostituzione e, in misuraminore, in agricoltura e nell’accattonaggio.Le unità di contatto al chiuso, molto inferioria quelle che operano in strada, hanno inveceeffettuato 2.936 contatti, di cui 2.617 condonne, 29 con uomini e 290 con personetransgender. Il 61% delle persone contattatesi trovava al Nord, il 25% al Centro e il 14%al Sud e nelle Isole. Per quanto riguardal’età, continuano soprattutto le giovani tra i18 e i 25 anni (più del 50%) ad essere sfrut-tate nel mercato della prostituzione, mentrele minori sono circa il 4,5%. I Paesi di origineprincipali sono Nigeria e Romania, in cre-scita Brasile, Marocco, Cina, Albania.

Le politiche anti-tratta: cambiare si deve.

La ricerca denuncia la scarsa attenzionedella politica al fenomeno della tratta seb-bene, ha affermato Tiziana Bianchini, re-sponsabile prostituzione e tratta del Cnca, insede di presentazione, “l’Italia disponga diuna legislazione e di un sistema d’interventoche ne fanno il modello più avanzato a livellointernazionale. Ma a causa di un’imposta-zione politica che riduce sempre più le ri-sorse per il welfare, il sistema dei servizianti-tratta è a grave rischio di stallo”.

Per evitarlo il Rapporto articola una serie diproposte rivolte a Enti pubblici e privati e Isti-tuzioni come il Parlamento, il Governo, i mi-nisteri. Tra queste l’istituzione di un fondounico nazionale anti-tratta, di un’Agenzia na-zionale anti-tratta, un Tavolo di confrontocomposto da rappresentanti delle Istituzionicentrali e degli Enti pubblici e privati, percorsidi formazione, realizzazione di campagne in-formative e un maggiore utilizzo dei fondi co-munitari, in particolare di quelli del Fondosociale europeo (Fse). Dal canto suo donFrancesco Soddu, direttore di Caritas Ita-liana, ha esortato “il Governo a impegnarsiin maniera diretta, efficace, coerente e con-tinuativa contro la tratta di persone in tutte lesue forme adottando un approccio fondatosui diritti umani”. Il direttore ha chiesto di “ri-considerare il ruolo assegnato al Diparti-mento per le Pari Opportunità, coinvolgendomaggiormente i ministeri che hanno un inte-resse e un obbligo istituzionale nel preveniree contrastare il fenomeno della tratta e delgrave sfruttamento”.

“Quante sofferenze do-vranno essere ancora in-flitte prima che si riescaa trovare una soluzionealla crisi?”. Così PapaFrancesco, lo scorso 4giugno, levava la suavoce per il popolo si-riano, durante un incon-tro del PontificioConsiglio Cor Unum.Una voce che è tornata alevarsi più volte nelcorso di questi ultimimesi e che ha trovato, etrova, in “Ats Pro TerraSancta”, l’organizza-zione non governativadella Custodia di Terra Santa, un valido stru-mento di sostegno agli sfollati interni siriani. Ats,infatti, è una delle poche Ong, se non l’unica, chesi occupa di coloro che in Siria, a causa del con-flitto, sono stati costretti a lasciare lavoro, terree casa per trasferirsi in altre città e villaggi delPaese in cerca di sicurezza.Un esercito di 11 frati. “La Siria - dice al Sir

Tommaso Saltini, direttore di Ats - si trova coin-volta in un conflitto sempre più crudele, moltisono riusciti a fuggire, ma sono ancora tantissimele persone che abitano il Paese. Le loro difficoltàsi fanno ogni giorno più grandi specie per trovarealimenti e medicine. Quelle che si trovano sonofatte in maniera artigianale dalla gente locale, op-pure si prendono al mercato nero”. A questo siaggiunge la “mancanza assoluta di sicurezza. Lavita quotidiana a Damasco è possibile solo nelcentro città, dove ci si può muovere, ma nonfuori del centro urbano - spiega il direttore - spo-starsi da Damasco e Aleppo è diventato perico-losissimo. Il conflitto al momento ci consente diavere contatti solo con i frati di Damasco e Lat-takiah, le altre zone, come Aleppo e i villaggidell’Oronte, nel nord della Siria, sono isolati”. IlNord del Paese - come confermato dagli stessifrati - è impossibile da raggiungere ed è tutto inmano a i ribelli. Sono proprio queste le zone piùcolpite dalla violenza, e dove i francescani ospi-tano il maggior numero di rifugiati. “Ma il costodella vita è inevitabilmente aumentato, e dar damangiare a tutti diventa ogni giorno più diffi-cile”. I frati continuano - instancabili - a pagaregli affitti delle case e a curare i malati. A volteperò diventa un’impresa. Ats è rimasta l’unica aprestare aiuto alle persone rimaste in Siria po-

tendo contare sulla presenza, lunga 800 anni, deifrancescani della Custodia di Terra Santa. Unapiccola ma ramificata presenza. Continua Saltini:“Sono 11 i frati rimasti a prendersi cura della po-polazione nelle sedi di Aleppo, Azizieh, Dama-sco, Lattakiah, Kanyeh. L’unico convento cheabbiamo dovuto abbandonare è quello di Ghas-sanie che a giugno scorso ha subito un attacconel quale ha perso la vita padre François Mourad,religioso che collaborava con i frati. Adessostiamo cercando di mandare in Siria altri due fratima è difficile. Il Custode di Terra Santa, padrePierbattista Pizzaballa, ha chiesto ai frati di re-stare e questo è un forte segno di vicinanza allapopolazione”.Una valida organizzazione. Fin dall’inizio

della guerra, i francescani hanno creato 4 centridi accoglienza, che danno da dormire a centinaiadi persone, e provvedono ai bisogni primari(cibo, vestiti e medicine) di almeno 400 personeogni giorno. Ogni mese circa 50 famiglie ven-gono aiutate a cercare nuove case. Ma si tratta dinumeri che crescono di giorno in giorno. Comei bisogni della gente. Una solidarietà che sfida learmi e la violenza e che riesce a segnare tantepiccole vittorie... Chi vuole aiutarci può farlo:con 21 euro, si può fornire un kit completo dimedicine per 4 bambini, con 35 euro è possibilegarantire il fabbisogno alimentare di una fami-glia di 4 persone per una settimana, con 63 eurosi garantisce assistenza sanitaria completa a 2neonati, con 150 euro si può sostenere una fami-glia di 3 persone per due settimane. Molte coserestano da fare - conclude Saltini - il popolo èallo stremo”. Chi volesse contribuire può consul-tare il sito www.proterrasancta.org

SFOLLATI INTERNI

Ai siriani rimasti (in gravissima difficoltà)gli aiuti francescani

Una piccola Ong ma con un grande cuore. Ats, l’organizzazione non gover-

nativa, che fa capo alla Custodia di Terra Santa, è in prima linea nell’assi-

stenza agli sfollati interni. Avvalendosi della rete dei conventi francescani

siriani, dei frati e delle religiose presenti in tanti villaggi, anche nelle zone

più pericolose e martoriate dalla guerra, cerca di dare sostegno spirituale

e materiale alla popolazione in difficoltà senza distinzioni di fede

Daniele Rocchi

RAPPORTO CARITAS-CNCA

Tratta e sfruttamento: in Italia mancauna strategia di contrastoL’indagine è stata presentata venerdì 18 ottobre, a Roma,

in occasione della Giornata europea contro la tratta di persone.

Pakistan, nei libri di testo scolastici è lecito uccidere i cristianiIn un rapporto del Middle East Media Research i libri discriminatori sono diffusi in tutte lescuole pubbliche primarie. Per legge anche i cristiani sono costretti a studiare su tali testi.

I libri di testo delle scuole pakistane pongono l’uccisione dei cristiani come “obiettivo formativo”che aiuterebbe gli stessi membri della minoranza a cercare il martirio per la fede. È quanto emergeda un rapporto pubblicato alla fine di settembre dal Middle East Media Research institute (Memri).Secondo la ricerca, i testi sono diffusi nella maggior parte delle scuole pubbliche primarie pakistanee anche i cristiani e membri di altre minoranze sono costretti a leggerli e studiarli. Gli autori deilibri guidati dai leader religiosi hanno modificato il significato del termine “minoranza”, che oraviene percepito con significato negativo. Il problema dell’educazione in Pakistan è emerso conforza nel 2011, anno dedicato dal governo alla promozione di questa tematica. In un anno sonostati pubblicati vari studi da cui è emerso che migliaia di studenti non-musulmani sono “costretti”a studiare l’islam ed elementi della religione musulmana, nel timore di discriminazioni. Nel 2012la Commissione nazionale di Giustizia e pace della Chiesa cattolica ha pubblicato un rapporto incui denuncia la legge approvata dal Parlamento del Punjab che rende obbligatorio nel piano studil’apprendimento del Corano. In un’intervista pubblicata da AsiaNews nel 2011, mons. LawrenceJohn Saldanha, arcivescovo emerito di Lahore (Punjab), affermava che il Pakistan è divenuto unostato per “soli musulmani”. I non musulmani non godono di uguali diritti.

Page 3: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

Parola del SignoreXXX Domenica Ordinaria C

dal VanGelO secondo luCa

Disse ancora questa parabola per alcuni

che presumevano di esser giusti e disprez-

zavano gli altri: “Due uomini salirono al

tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro

pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pre-

gava così tra sè: O Dio, ti ringrazio che non

sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti,

adulteri, e neppure come questo pubbli-

cano.

Digiuno due volte la settimana e pago le de-

cime di quanto possiedo.

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza,

non osava nemmeno alzare gli occhi al

cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio,

abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: que-

sti tornò a casa sua giustificato, a differenza

dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato

e chi si umilia sarà esaltato.

(VANGELO DI LUCA 18,9-14)

“CHI SI UMILIA SARA’ ESALTATO”“Ascoltino gli umili e si rallegrino ” ;- cosa debbono ascoltare ? la Parola di sal-vezza che viene dal Signore, il Vangelo che éloro annunciato;- di cosa si debbono rallegrare ? di Cristo che viene a porre la sua tenda fra noi,per partecipare della nostra stessa vita umana,per soffrire, gioire, sperare con noi ed indi-carci con il suo modo di essere e di vivere,qual è la strada più rapida e più sicura per ac-costarsi al Padre . Chi sono gli umili ? Gliumili, di cui tanto si parla, che hanno l’amici-zia di Gesù, sono i poveri. Soprattutto i poveriin spirito; Gesù nel brano della liturgia odiernaci fa capire il senso delle parole ricco e po-vero. Il fariseo (il ricco) é pieno della sua si-curezza materiale, è pieno (ricco) dellaconvinzione di essere giusto, di aver adem-piuto, bene, tutti i suoi doveri, di essere supe-riore agli altri, di poter giudicare gli altri (econdannarli), è ricco ma manca di Dio. In lui non c’è bisogno di Dio, anche se va altempio per pregare.In effetti, non prega, ma va per dire a Dio: haivisto come sono stato bravo, e se per caso nonlo avessi notato vedi di guardare bene. Il povero (il pubblicano – il peccatore ) invecesi presenta al tempio, sapendo di trovarsi alcospetto della maestà di Dio, e soprattutto conla consapevolezza di essere bisognoso del per-

dono di Dio, di essere comunque inadeguatoa rispondere, a ricambiare l’amore che vieneda Dio. Egli va a pregare: chiede perdono,chiede amore, chiede amicizia al Signore per-ché sa, è convinto, che nella sua miseria nonha nulla da offrire al Dio unico, se non la suapovertà e il suo bisogno.

Si racconta che un giorno, San Gerolamodisse al Signore: “Signore io non ho più nienteda offrirti”, e il Signore gli rispose ” non mihai ancora offerto i tuoi peccati, perché iopossa bruciarli nel fuoco del mio amore”.La Santa Vergine nel Magnificat dice che “ilSignore ha guardato l’umiltà della sua serva”,ma vogliamo sottolineare che letteralmente laparola “umiltà” sarebbe meglio tradurla con“insignificanza”, quindi Maria dice: il Signoreha guardato “insignificanza” della sua serva”.Ella dice di se stessa che è insignificante ed èsolo merito del Signore ciò che in lei si com-pie. La nostra povertà, la nostra miseria èsenza fine nei confronti dell’amore di Dio, esolo se riusciamo a riconoscerlo e a compor-tarci di conseguenza saremo giustificati e per-donati. Allora saremo veramente “poveri inspirito”, cioè consapevoli di essere somma-mente bisognosi della misericordia di Dio, delsuo perdono, della sua magnanimità, di esseresommamente debitori al Signore per tutti i be-nefici che ci ha fatto. Chiediamo al Signoreun cuore umile, povero, sempre pronto alla ri-chiesta di perdono e a perdonare i fratelli,sempre pronto a lodarlo.

Riccardo

saGGeZZa Per PensarCi su:

DAVANTI A DIO,

TUTTI SIAMO POVERI

(MADRE TERESA)

3Anno XXX

27 Ottobre 2013 PAG

Anno della Fede2012 2013

La passione interiore e orante131. LA PREGHIERA DI GESù NEL GETSEMANI

Leggiamo Mt 26,36-46. Riferisce la grandepreghiera di Gesù che conclude la sua vita libera.Con essa Matteo presenta l’obbedienza perfetta diGesù al Padre e il modello della preghiera per noi.Col ripetere per tre volte tale preghiera Matteo nesottolinea la forte intensità. Seguiamo la tripliceripartizione.

1. Primo momento della sua preghiera. “Al-

lora Gesù andò con loro in un podere, chiamato

Getsèmani, e disse ai discepoli: ‘Sedetevi qui,

mentre io vado là a pregare’. 37E, presi con sé Pie-

tro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tri-

stezza e angoscia. 38E disse loro: ‘La mia anima è

triste fino alla morte; restate qui e vegliate con

me’. 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a

terra e pregava, dicendo: ‘Padre mio, se è possi-

bile, passi via da me questo calice! Però non come

voglio io, ma come vuoi tu!’. 40Poi venne dai di-

scepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro:

‘Così, non siete stati capaci di vegliare con me

una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare

in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è

debole’” (Mt 26,37-41). Matteo mette in risalto l’importanza di tale

preghiera nel fatto che sceglie i tre Apostoli testi-moni della sua Trasfigurazione, Pietro, Giacomoe Giovanni (17,1-9) e, insieme con loro, si separadal restante delgruppo. Alla loropresenza Gesùentra in uno statodi tristezza tale cheassomiglia allamorte: La miaanima è tristefino alla morte. E’la tristezza del giu-sto sofferente:“Ero preso da tri-stezza e angoscia”(Sal 116,3); “Per-ché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me?”(Sal 42,6), tristezza che si apparenta con la morte,come nel caso del profeta Elia: “Ora basta, Si-gnore! Prendi la mia vita, perché io non sono mi-gliore dei miei padri” (1Re 19,4). In più, Gesùvuole associare i discepoli alla sua preghiera: “re-state qui e vegliate con me” per renderli partecipidella sua passione e fortificarli con la preghiera.

Poi entra nello stato di preghiera che diventarichiesta e la formula separandosi un po’ dai suoi:cadde faccia a terra e pregava, cioè, come giàAbramo: “si prostrò con il viso a terra” (Gen17,3). Gesù si inginocchiò, poi, curvandosi pro-fondamente, portò la sua faccia fino a terra: èquanto fanno oggi anche i mussulmani. Mc 14,35dice invece che “cadeva a terra” (épipten, cadevaripetutamente) sotto il peso del dolore. Matteomette sempre in luce la dignità di Gesù.

Quella di Gesù è una preghiera affettuosa,Padre mio; umile, se è possibile; di domanda,passi via da me questo calice!, è il calice della

crocifissione, che gli procura tanta tristezza e ri-pugnanza. Però non come voglio io, ma comevuoi tu!

Questa scena del Getsemani ha avuta una forteeco nella lettera agli Ebrei: “Nei giorni della suavita terrena egli offrì preghiere e suppliche, conforti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarloda morte e, per il suo pieno abbandono a lui,venne esaudito” (Eb 5,7). Il paradosso è nellafrase finale: “venne esaudito”, quando invece fucrocifisso. Qualche studioso protestante – bontàsua! – si è creduto in diritto di formulare il testocosì: “e NON venne esaudito”. Non si è resoconto che l’esaudimento di ogni preghiera consistenell’adeguarci alla volontà divina.

“Vegliate e pregate, per non entrare in tenta-

zione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”(26.41). Gesù vuole associare i discepoli alla suapreghiera: “con me”. Essi devono crescere nel ve-gliare e pregare con Gesù, perché sono deboli e latentazione che sta per abbattersi su di essi è parti-colarmente forte.

2. Secondo momento. “Si allontanò una se-

conda volta e pregò dicendo: ‘Padre mio, se que-

sto calice non può passare via senza che io lo

beva, sia fatta [precedente BibbiaCei] la tua vo-

lontà’. 43Poi venne e li trovò di nuovo addormen-

tati, perché i loro

occhi si erano fatti

pesanti” (Mt 26,42-43).La frase: Sia fattala tua volontà ingreco è del tutto iden-tica a quella del Padrenostro. Matteo fa rile-vare che Gesù prendela frase dalla suabocca e la mette nellanostra! Cristologia eecclesiologia si rin-corrono!

3. Terzo momento. “Li lasciò, si allontanò di

nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le

stesse parole (Mt 26,44). La preghiera, anche seusa le stesse formule, non è ripetitiva se fatta nelraccoglimento.

4. Alzatevi, andiamo! 45Poi si avvicinò ai di-

scepoli e disse loro: ‘Dormite pure e riposatevi!

Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene

consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, an-

diamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino’”

(26,36-46). E’ l’ andiamo dell’accettazione delvolere del Padre, è l’oblazione sacrificale del Fi-glio nell’amore. La preghiera ha dato a Gesù de-cisione, coraggio, amore. “Alzatevi, andiamo viadi qui” (Gv 14.31), scriverà Giovanni.

Concludiamo con Dante: “Come del suo volerli angeli tuoi / fan sacrificio a te, cantando osanna,/ così facciano li uomini de’ suoi (Purg. 11,10-12).Sia fatta la tua volontà come in cielo cosi in terra!

[email protected]

Mercoledì 30 ottobreOre 09.30 Cupra Marittima

S. Messa per gli alunni dell’Istituto Professionale

Venerdì 1 novembreOre 10.00 S. Benedetto Tr.

Convegno Fides Vita: S. Messa

Ore 15.30 S. Benedetto Tr. - Cimitero: S. Messa

Ore 17.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa

Sabato 2 novembreOre 09.00 Ripatransone

Cimitero: S. MessaOre 15.30 S. Benedetto Tr. - Cimitero:

S. MessaOre 17.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Messa

Domenica 3 novembreOre 11.00 S. Benedetto Tr.

S. Pio X: S. Messa

Incontri Pastorali del Vescovo

durante la settimana 27 OttOBre - 3 nOVemBre 2013

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

Page 4: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

La rinuncia di Papa BenedettoXVI al pontificato e la teologiadel “Paròn” di Giuseppina Ba-khita, proclamata santa da Gio-vanni Paolo II nell’ottobre2000, sono due dei temi di cuisi parlerà durante il convegno,organizzato dall’associazioneculturale Oriente Occidente, diAncona, dedicato alla “Restau-razione dell’Ordine”. Un ap-puntamento incentrato sul temadella “Disfatta delle potenzed’inciampo lungo le vie dellaPìetas”, ovvero la sconfitta diquelle forze d’ispirazione dia-bolica che si oppongono a chele persone, con l’aiuto dellaGrazia, incentrino l’esistenzasulla devozione verso Dio, suipilastri fondanti della vita so-ciale, famiglia e comunità incui si è nati e si è parte, sullamisericordia unita all’annunciodella Verità perché la sola mi-sericordia disgiunta dall’annuncio della Verità,enunciata da Cristo e dal Magistero, quando con-ferma la Tradizione e la Scrittura, è complicità conil peccato, il disordine, la disgregazione. Il conve-gno, reso possibile dal sostegno dell’Assemblea le-gislativa delle Marche, da Api Raffineria e da BancaMarche, si articolerà in due fasi, ambedue ospitatenella sala conferenze dell’Hotel City (Ancona, corsoMatteotti 112). Il 26 ottobre (alle 16.30) e il 27 ot-tobre (alle 10.30 e alle 16.30), si parlerà di “Restau-razione dell’ordine nell’ambito temporale”, vale adire nel contesto storico-sociale, con ampi riferi-menti all’attualità. A trattare questi aspetti, in tre di-stinte conversazioni con il pubblico, saranno MarcoRespinti, giornalista e saggista, Emmanuele Mo-randi, docente di Sociologia all’Università di Ve-rona, ed Ennio Innocenti, saggista e studioso dellaSacra Fraternitas Aurigarum di Roma. L’8, il 9 e il10 novembre, sempre all’Hotel City, il pomeriggioalle 16.30, ci si confronterà sul tema “Restaurazione

dell’ordine in ambito spiri-tuale”, con il teologo AntonioLivi, la suora canossiana, lacongregazione di Bakhita, Li-liana Ugoletti, il medico ro-mano Giuseppe Noia, amico ecollaboratore della beata Teresadi Calcutta, e vari altri relatori,tutti figure primarie di riferi-mento in relazione agli argo-menti rispettivamente trattati. Ilconfronto intende esaminare,nella prima fase, le ragioni percui nelle moderne società occi-dentali risulti molto più arduo,rispetto a quel che era possibilefin solo a pochi anni fa, prati-care uno stile di vita cristiano e,allo stesso tempo, attuare inno-vazioni, cambiamenti e pro-gressi nelle sfere individuali esociali senza compromettere,come avviene ora, i fondamentiantropologici della persona e icapisaldi dell’organizzazione

sociale. Per questo, il 26 e il 27 ottobre, il confrontosarà su quelle nozioni assolute situate oltre il diso-rientamento relativistico, la perdita del proprio cen-tro, della propria natura, che l’uomo subisce quandosi avvita nell’autoreferenzialità, il grande ingannoindotto da chi alla realtà ne vuole sovraimporreun’altra, doppia e falsa, per fuorviare la Storia e laSocietà dal Vero e dal Bene e dal Bello. Nella se-conda fase dell’iniziativa dell’associazione culturaleOriente Occidente verranno proposti esempi di fi-losofi, teologi, santi e di Benedetto XVI quali mo-delli su cui riflettere, e ai quali affidarsi, perdisinnescare le insidie distruttive operanti nella con-temporaneità e reintrodurre, invece, una rinfrescanterigenerazione spirituale. Esempi cristiani, ma uni-versali, capaci di sconfiggere, demolire, destruttu-rare comportamenti, concetti, correnti di pensiero epressioni sociali che agiscono in senso anticristianoe antiumano.

4 Anno XXX

27 Ottobre 2013PAG

TEOLOGIA: “RESTAURAZIONE DELL’ORDINE”,

LA RINUNCIA DI PAPA BENEDETTO XVI E L’ESEMPIO DI BAKHITAL’associazione culturale Oriente Occidente organizza ad Ancona due cicli di appuntamenti, il 26 e il

27 ottobre e l’8-9-10 novembre prossimi, per discutere della possibilità di vivere, oggi, secondo i prin-

cipi della Legge naturale, cristiani e cattolici a dispetto di alcuni modelli relativistici e distruttivi delle

società occidentali

Una ricerca interiore per comprendere ilpercorso dello sport da bene educativoa bene culturale e spirituale. “Una fede

che non diventa cultura è una fede non

compiutamente accolta, non intera-

mente pensata, non fedelmente vissuta”.(Giovanni Paolo II – Al movimento ec-clesiale di impegno cristiano –16.01.1982). Il Concilio Vaticano II col-loca lo sport nel settore della cultura, inquell’ambito in cui si evidenzia la capa-cità interpretativa della vita, della per-sona e delle relazioni. Una cultura dellosport fondata sul primato della personaumana perché l’attività sportiva “affini

lo spirito dell’uomo, consenta alla co-

munità umana di arricchirsi con la re-

ciproca conoscenza, aiuti a mantenere

l’equilibrio dello sport, favorisca lo sta-

bilirsi delle fraterne relazioni fra gli uo-

mini di tutte le condizioni, di tutte le

nazioni o stirpi diverse”. (Gaudium etspes). Lo sport può essere consideratoun’opportunità di incontro per tutti (cre-denti e non credenti) che non segnala li-miti o zone interdette. La Scuola diPensiero delle Marche si inserisce nel camminoin vista del 2° Convegno Ecclesiale delle Mar-che e hanno dato la loro adesione alcune diocesidelle Marche e alcune associazioni e enti(Azione Cattolica Marche, Centro Sportivo Ita-liano, US Acli, Forum degli Oratori delle Mar-che e Pastorale Giovanile regionale). Gliincontri si svolgeranno presso il Centro Gio-

vanni Paolo II – Montorso – Loreto dalle ore

19.00 alle ore 23.00 con cadenza mensile se-condo il seguente calendario: mercoledì 16 ot-

tobre 2013 - mercoledì 13 novembre 2013 -mercoledì 11 dicembre 2013 - mercoledì 15

gennaio 2014. Nutrito l’elenco dei relatori illu-stri per questa nuova stagione. Nel primo incon-

tro le relazione di S.E. Mons. Edoardo Meni-chelli Vescovo delegato dalla CEM per la Pa-storale del Tempo libero, Turismo e Sport, diPadre Lauret Mazas Diretto esecutivo del Cor-tile dei Gentili promosso dal Pontifico Consi-glio della Cultura e di Mons. Mario LusekDirettore Nazionale dell’Ufficio CEI per la Pa-storale del Tempo Libero, Turismo e Sport.L’invito a partecipare alla Scuola di Pensiero èdunque un invito a vivere questa esperienza difede nelle cose della vita e quindi anche nellapratica sportiva, illuminando della luce di Dioil proprio ed altrui cammino.

Scuola di Pensiero delle Marche: Uno sport per l’uomo aperto all’Assolutola scuola di Pensiero promossa dalla C.e.i. (ufficio per la pastorale del tempo libero, tu-

rismo e sport) e dalla C.e.m. (Commissione regionale per la Pastorale del tempo libero,

turismo e sport) riprende il suo cammino con una nuova sfida.

“Dallo sport come bene educativo e bene sociale, allo sport come rivelazione all’uomodel volto di Dio”.

Conferenza Episcopale MarchigianaCommissione Regionale

Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport

InvitoL'Ufficio Nazionale per la Pastoraledel Tempo Libero, Turismo e Sport

ha fatto propria la XXIV giornata Mondiale del Turismo sultema: "Turismo e acqua: proteggere il nostro comune futuro".Argomento importante perché si parla di un bene prezioso eindispensabile per la vita dell'uomo e le sue attività. Nell'acqua c'è la vita; l'acqua che scende dal cielo irrora la terrae la feconda; l'acqua ristora le nostre arsure; l'acqua è stradamaestra per lunghi viaggi, per il lavoro, per il divertimento.L'acqua è un bene dato da Dio Creatore a tutta l'umanità e nes-suno può far solo per sé ciò che è destinato all'umanità. Il tema investe una riflessione di carattere etico, politico ed eco-logico oltre che naturalmente la sottolineatura della sua indi-spensabilità. Purtroppo questo bene fondamentale non è rispet-tato e anche esso è stato sottoposto ad uno sfruttamento impro-prio che la rende quasi un bene per pochi. L'uomo, che usufrui-sce dei beni del Creato, è chiamato a responsabilizzarsi acchéquesti beni, compreso l'acqua, rimangano nella visione che ilCreatore ha loro dato.

Come delegato della Conferenza Episcopale marchigiana per laPastorale del Turismo e tempo libero, sono lieto che anche le nostreMarche sostino per un tempo di riflessione attorno al tema dell'acqua:anche la nostra regione ha bisogno di questa attenzione e forse ènecessario anche creare una specie di inventario delle acque perché se nepossa usare con sapienza e si possa camminare su progetti che sappianoindividuare usi razionali e intelligenti dell'acqua.L'incontro di Sarnano vuole essere l'invito ad un'attenzione econtemporaneamente una presa di consapevolezza di quanto non solosia indispensabile e preziosa l'acqua ma anche di quanto il suo uso siaregolato di modo che a nessuno manchi questo bene e tutti ne possanogiustamente godere.

"Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile ethumile et pretiosa et casta": così San Francesco parla dell'acquae ci invita a riconoscerLe la bellezza che si fa canto a Dio eall'umanità.

Così mi piacerebbe pensare che anche oggi ognuno di noipossa elevare questo cantico e godere come Francesco dellafreschezza e della purità dell'acqua.

34a

Giornata Mondialedel TurismoTurismo e acqua:

proteggere il nostro comune futuro

Sabato 26 ottobre 2013SARNANO

TEATRO DELLA VITTORIA� EDOARDO MENICHELLIArcivescovo Ancona - Osimo

Delegato CEM Pastorale Turismoancimarche

Per informazioni, iscrizione e accoglienza rivolgersi a

ANCI Marche tel. 071.55477 - Fax 071.2076847e-mail: [email protected]

Conferenza Episcopale MarchigianaS. E. Mons. EDOARDO MANCINELLI

Arcivescovo Metropolita di Ancona-OsimoDelegato per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e SportPiazza del Senato 7 - Casella Postale 41960121 Ancona

Commissione Regionale Pastoraledel Tempo libero, Turismo e Sport Resp. Don LUIGINO SCARPONI

Via Cavour 23 - 63064 Cupra Marittimatel. 0735.777118 cell. 320.2657458e-mail: [email protected]

Comune di Sarnano

Regione Marche

Convegno Nazionale AIPaS (Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria)

Assisi (PG) – 14-17 ottobre 2013

ELETTO IL PRIMO PRESIDENTELAICO DELL’AIPaS

La nomina a conclusione del Convegno Nazionale di Assisi

È Gianni Cervellera il nuovoPresidente dell’AIPaS che suc-cede a Fra Marco Fabello nellaguida dell’Associazione Ita-liana di Pastorale Sanitaria. Sposato, teologo, 52 anni, col-laboratore dei Fatebenefratellida 22, Cervellera è il primopresidente laico della rete nazionale che riu-nisce sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose elaici che svolgono stabilmente specifiche at-tività per la pastorale della salute. Una attivitàil cui scopo è quello di promuovere la pasto-rale della Chiesa nel mondo della sanità e laformazione umana e cristiana degli operatorisanitari, tutelare la dignità della persona ma-lata, curare l’assistenza religiosa e la profes-sionalità degli operatori pastorali.Rinnovato anche il Consiglio di Presidenzadell’AIPaS: Don Matteo Naletto, Vice Pre-sidente (Responsabile della Pastorale dellaSalute nella Diocesi di Padova); Don Anto-nio Martello, Segretario (Referente della Pa-storale della Salute della Regione Calabria);Fra Angelo De’ Padova, Economo (FrateMinore Francescano, di Taranto).

Page 5: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

5Anno XXX

27 Ottobre 2013 PAG

É insistente l’appello di PapaFrancesco alla missione adgentes, tanto nel messaggioper la Giornata missionariamondiale, quanto in altri nu-merosi pronunciamenti delsuo ancor breve ministero pe-trino: “Vorrei incoraggiaretutti a farsi portatori dellabuona notizia di Cristo e sonograto in modo particolare aimissionari e alle missionarie,ai presbiteri fidei donum, aireligiosi e alle religiose, ai fe-deli laici - sempre più nume-rosi - che, accogliendo la chiamata del Signore,lasciano la propria patria per servire il Vangeloin terre e culture diverse”.Egli rimarca come anche le giovani Chiese nonmancano di generare nuove energie sacerdotali,religiose e laiche per la rievangelizzazione dellechiese di antica cristianità. Tuttavia è da notarecome sia vivace lo slancio missionario verso lepopolazioni ancora ignare del messaggio evan-gelico. Il rischio di autoreferenzialità delle no-stre chiese occidentali pone in secondo pianoquell’ansia evangelizzatrice che spinge a var-care i confini del continente. Certo, anche la no-stra è terra di missione, ci ripetiamo spesso, elo sarà sempre di più. Ma le risorse umane cheabbiamo a disposizione sarebbero più che suf-ficienti se si assumesse con più radicalità lo spi-rito evangelico. Papa Francesco ci insegna chela qualità della testimonianza è molto più elo-quente di mille strategie pastorali. Di tutti, preti,religiosi e laici.Da un veloce incrocio di dati a disposizione, peresempio, risulta che se, nel mondo, per ogni sa-

cerdote ci sono 13.277 abitanti in media(27.062 in Africa, 7.561 in America, 48.672 inAsia, 7.578 in Oceania, 3.752 in Europa), in Ita-lia ce ne sono 1.260 (ma è appunto una media,con punte molto differenti!).Sono numeri che dicono la nostra grande viva-cità vocazionale, di cui essere grati al Signoree ai giovani che rispondono generosamente allasua chiamata. Ma dicono anche della ricchezzadi risorse che potrebbe essere condivisa nellacomunione della chiesa universale, non solo enon tanto come scelta personale, ma come mis-sione che la chiesa locale affida ad uno o piùsacerdoti, religiosi o laici, proprio come donidella nostra fede. É indubitabile la ricchezza ela fecondità di ritorno che questi doni avrebberoanche per essa stessa. Allora occorre ravvivaree alimentare l’animazione missionaria, ripren-dere il dialogo con i nostri missionari, preve-dere e rilanciare tale sensibilità nei camminiformativi.Missionaria non è solo la giornata, ma la vitacristiana

DIOCESI - La missio diocesana e il CentroMissionario Diocesano, diretto dal Parroco diCossignano Don Nicola Spinozzi, hanno pro-posto la Veglia Missionaria, presieduta dal Ve-scovo Gervasio Gestori, svoltasi nella serata diVenerdì 18 ottobre presso la Chiesa SS.Annun-ziata a Porto D’Ascoli, alla vigilia della Gior-nata Missionaria Mondiale 2013 di domenica20. Lo slogan scelto da Missio, organismo pa-storale della CEI è “Sulle strade del mondo”.

La Veglia ha avuto come inizio le letture dallibro del Deuteronomio e dal Vangelo secondoMatteo. Dopodiché vi è stata l’omelia del no-stro Vescovo. Le parole diMons.Gestori hanno toccato duePontefici legati alla contempora-neità e al Secolo Breve, Paolo VIe Francesco, in un messaggiosintetizzante il seguente pe-riodo: “convertire per andare

senza paura per servire” , paroleche l’attuale Pontefice pronunziòin quel di Copacabana (la cele-berrima spiaggia di Rio de Ja-neiro) nel luglio scorso.E’ stata una veglia indimentica-bile quella svoltasi a Portod’Ascoli. Cinque persone rap-presentanti altrettanti continenti, hanno portatoall’attenzione di tutti i presenti i loro doni, leloro testimonianze e le loro preghiere in linguastraniera. In primo luogo, l’Africa e la Nigeriaviste nell’esperienza di vita di Don VincentChukwumamkpam Ifeme, parroco di San Lo-renzo in Rotella; in secondo luogo l’Asia e leFilippine di Suor Josephine, delle Teresiane diRipatransone, che ha rivolto una preghiera peri terremotati del suo Paese; in terzo luogo il mo-nachesimo come fonte della civiltà europea,raccontato da Pietro, catechista della comunitàNeocatecumenale e abitante dell’Annunziata;in quarto luogo, la festa e i frutti delle Americhee dell’America Latina di Eveline e per conclu-dere, la storia di Daniele, rappresentantel’Oceania (unico non natìo dei cinque conti-

nenti), unico rappresentante diocesano allaGMG di Sydney, svoltasi nel 2008. Daniele harivolto al pubblico le parole dell’attuale PapaEmerito, Benedetto XVI. Dopo questa interes-santissima liturgia, un lavoratore, una donna,una catechista, un impiegato e un disabile, conin mano delle scarpe, hanno rappresentatol’aspetto del mandato missionario. Tra le nume-rose testimonianze, d’estremo interesse è stataquella di Attilio Ascani, direttore generale diFOCSIV (Federazione Organismi Cristiani diServizio Internazionale Volontario), la piùgrande federazione di organizzazioni di volon-

tariato d’ispirazione cristiana presente nel no-stro Paese con sessantacinque realtà coinvolte.“Oggi con gli organismi della FOCSIV aiu-tiamo giovani e adulti a vivere un’esperienzaevangelica a fianco degli ultimi e a fianco deipoveri nelle periferie del mondo, ovunque essisiano, vicine e lontane, vivendo un’esperienzadi fede che aiuta gli altri a vivere e a vedere piùda vicino Gesù negli altri, ma anche nel cercarese stessi nell’incontro con i poveri”, sono le pa-role di Attilio Ascani, che dal 1980 svolge taleattività. E’ stata una serata bella e di comunionefraterna, organizzata a puntino da Don NicolaSpinozzi, dall’ufficio missionario Diocesano edalla Parrocchia dell’Annunziata. Un’ulterioretestimonianza da ricordare nell’anno della fede.Nicolas Abbrescia

GIORNATA MONDIALE

La vita cristiana?Missionaria o non èLe risorse umane che abbiamo a disposizione sarebbero più che sufficienti se

si assumesse con più radicalità lo spirito evangelico. Papa Francesco ci inse-

gna che la qualità della testimonianza è molto più eloquente di mille strategie

pastorali. Di tutti, preti, religiosi e laiciLuigi Sparapano

“Sulle strade del mondo” la veglia missionaria Diocesana

Di fatti di cronaca nera e di tragedie collettive sono pieni i mezzid’informazione. Ne abbiamo pieni gli occhi e le orecchie, e ne ri-maniamo sempre disgustati e sconvolti. Anche se non ci toccano davicino, ci danno un senso di tristezza e angoscia, ci deprimonol’anima. In due giorni, martedì e mercoledì scorsi, due fatti sono ac-caduti nella mia Umbria in due tranquilli paesi che meriterebberoben altra notorietà. Un giovane, 28 anni, uccide la sua fidanzata, 26anni, e poi si uccide; una madre accoltella il figlio di undici anni.Ognuno reagisce a suo modo e fa le valutazioni checrede. Ma un particolare mi ha colpito nella prima tra-gica vicenda, come riportato dai giornali. Il giovane,prima di compiere quel tragico atto, invia un sms agliamici in cui dice: “Non vi dimenticherò”. Si resta sba-lorditi. Certo, è un pensiero che esalta l’amicizia chepensa debba e possa durare oltre la morte. Oltre lamorte. Come se tutto continuasse come prima e checiò potrebbe dipendere da chi muore. Come è possi-bile che non ci si renda conto di cosa significa lamorte e il morire? Probabilmente ci troviamo in una situazione incui i fatti della vita per alcuni sembrano assimilabili a quelli di unfilm: un evento tra gli altri, semplice, immediato, una soluzione allaportata per risolvere un problema, affermare un diritto. Nei casi diuccisione di una donna si dà l’affermazione di una volontà di po-tenza-violenza, di possesso, di vendetta per un sopruso o un rifiuto,il gesto del folle amore perduto per cui non rimane altra ragione diesistenza. Diverso il gesto di una madre che colpisce il figlio disabileper pura disperazione e crollo del sistema nervoso. Una riflessione

tra le mille che si possono fare, e che molti si fanno, soprattutto glieducatori, si svolge attorno alla comunicazione sociale, compresi isocial network. Sembra di dover dire che la moltiplicazione delleinformazioni tende a rendere tutto più a portata di mano, fruibileimmediatamente, ponendo le cose una accanto all’altra, quasi fos-sero tutte dello stesso peso e valore. Anche la morte s’introducecome uno strumento di cui ci si può servire per qualche ragione. Ne soffre - in questa stagione di diffusa omologazione e superficia-

lizzazione di tutto ciò che capita sotto gli occhi - lapercezione dello spessore delle cose, del loro sensoprofondo. Si sfumano e persino si distruggono ledifferenze, si perdono criteri di valutazione delleazioni umane, e perfino il senso del bene e delmale, della vita e della morte. Si è così presi dallamolteplicità, velocità e semplicità delle informa-zioni, dalla loro digitalità e facilità, che per moltine risulta una perdita di contatto con la realtà e lasua concretezza. Non è l’accecamento generaliz-

zato come fu provocato dalle ideologie del Novecento e favoritodai regimi politici dominanti, ma quella “miopizzazione” (diffu-sione della miopia) per cui tutto è sfocato, generico, annebbiato, fin-ché non emerga la coscienza con la sua luce. Questa purtroppoaffiora a galla quando la tragedia è consumata e la morte ha squar-ciato il “velo di Maya” che nasconde la verità delle cose di cui trat-tano i filosofi. Da un punto di vista cristiano - ricordiamo - la morteè la nemica indistruttibile dell’umanità che solo il Crocifisso havinto con la sua Risurrezione.

REALE & VIRTUALE

Morire due volte nella miopia del 2.0Il messaggio “Non vi dimenticherò” lanciato da un giovane prima di uccidere la fidanzata e

suicidarsi. Anche la morte diventa più vicina tramite un sms. E ci si dimentica che la morte è

la nemica indistruttibile dell’umanità che solo il Crocifisso ha vinto con la ResurrezioneElio Bromuri

Nel ricordo dell’amico Mario Castelletti

Nel trigesimo della morte invito gliamici a ricordare con la preghieraMario Castelletti, che ci fu amico findall’appartenenza all’Azione Catto-lica nell’associazione “Guido Negri”della parrocchia Santa Maria dellaMarina, dove ci formammo all’amoredi Cristo, rimanendo, con i nostri limiti, fedeli testimoni.

È quello che si può leggere, anche, dal testamento cheil figlio Marco mi ha fatto perve-nire e che l’amicoMario aveva giàpreparato molti anniprima. C’è il dono di unagrande Fede che ilSignore ha sicura-mente appagato, accogliendolo tra iBeati in Paradiso.Lo porto a conoscenza di Voi tutti.

Page 6: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

“Io sono un buon cittadino e un vero cattolico”,“Le scrivo queste letterine da buon cattolico”,“La religione cattolica che professo”, “Sonosempre stato un buon suddito e un buon catto-lico e spero di morire in questo stesso stato”:queste affermazioni epistolari sembrerebbero diun pio uomo, che, trovandosi a vivere nel XVIIIsecolo, si fa difensore del potere della Chiesacontro l’attacco dei Lumi, sempre che questoattacco si sia svolto nei modi checerta storiografia ha tramandato.Il lettore rimarrà sicuramentestupito nel sapere che quelle frasid’affetto nei confronti del catto-licesimo, e come vedremo piùavanti, dello stesso pontefice,sono di François-Marie Arouet,meglio conosciuto con il nome diVoltaire, vale a dire l’illuministaper antonomasia, colui indicatoda molti come l’anticristo dellamodernità. Che le cose non stessero esatta-mente così lo si sapeva da un pezzo, ma ora unostudioso di illuminismo, Antonio Gurrado, offrela possibilità di verificare di persona, concen-trando tutte le prove a favore di un Voltaire di-verso dall’immagine vulgata nel volume“Voltaire cattolico” (Lindau, 186 pagine). Gurrado non inventa niente: la sua non è unaipotesi, ma una raccolta ragionata di documenti,tutti autografi. Se i soliti malfidati dovesseroavanzare dubbi sulla traduzione (ogni tradu-zione, lo si sa, è un tradimento), sappiano chele lettere qui riportate sono scritte direttamentein un italiano, a volte stentato e comicamentesgrammaticato, ma pur sempre un comprensi-bile italiano del Settecento. Voltaire amava infatti la nostra lingua, e si com-piaceva di usarla in molte lettere, a scrittori, edi-tori, amanti, ma anche vescovi, e, -tenetevi!-,Papi. Sì, il mangiacristiani padre di tutti gli at-tacchi alle “superstizioni” cattoliche, scriveamorevolmente nel 1745 a Benedetto XIV, pro-fessandosi “un de j più infimi fedeli ma un de’maggiori ammiratori della virtù” che ha “l’ar-dire di sottomettere al capo della vera religione”una sua opera.

Uno potrebbe obiettare: la doppiezza c’è sem-pre stata, e, a volte, non è neanche doppiezza:quante volte fautori di ideologie anticlericalihanno avuto incontri e hanno reso omaggio for-male a cardinali o al medesimo pontefice?Bene, allora sarà opportuno riportare una letteradi qualche anno dopo, correva il 1761, ad unpontefice che gli era cordialmente antipatico(mentre stimava, e molto, papa Lambertini),

Clemente XIII, fatto oggettopiù di una volta di attacchi daparte del filosofo. Il quale, sescriveva libelli contro quelpapa, non si peritava di implo-rarlo per avere delle reliquieper una cappella che stava fa-cendo costruire in una campa-gna di sua proprietà. Intanto loscrittore si prostra e si metteassieme ai braccianti “col loroparocho, e tutti i loro vassallia j sacri piedi di sua beatitu-dine”, e poi lo supplica umil-

mente “di degnarsi di concedere loro alcunesante reliquie per l’altare della nuova chieza”,affermando, sono parole sue, che queste reli-quie hanno anche il compito “di spiegare tutti isegni della fede in faccia de gli inimici”. Insomma Voltaire, pur di fronte ad un papa nonamato, si toglie dal novero dei nemici dellaChiesa, e, anzi, si erge a suo difensore. Tra l’al-tro, non lo si può notare non senza un benevo-lente sorriso di rimprovero per lesa coerenzaideologica, Voltaire prega di poter far coltivarei suoi possedimenti anche nei giorni di festa,“doppo la santa missa”, per impedire scarsi rac-colti, “la dissolutezza” e “le risse” che alber-gano nei momenti d’ozio. È probabile -suggerisce il curatore- che se Be-nedetto XIV fosse vissuto più a lungo, la storiadei Lumi sarebbe stata diversa, e Voltaire nonavrebbe messo mano ad opere così criticheverso l’istituzione Chiesa. Ma, questo è il sensofinale del libro, anche nella sua fase più critica,il padre dei Lumi rimase sostanzialmente all’in-terno del cattolicesimo.

Marco Testi

6 Anno XXX

27 Ottobre 2013PAG

LEGGERE È PENSARE

Voltaire? Cattolico fai da teUno studioso di illuminismo, Antonio Gurrado, svela le sue lettere ai Papi Luisa: “Il Rotary non è un gruppo di snob alla

gossip girl, ma un gruppo di amici che ha il pia-cere di aiutarsi e di aiutare cercando di miglio-rare il mondo in cui viviamo”.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Inmolti non vedono di buon occhio il Rotary pertanti motivi e tante volte forse per superficia-lità. Abbiamo intervistato Luisa, una ragazzacattolica che ha il desiderio di entrare a far partedi questo club e abbiamo deciso di chiedergli ilperché.Luisa cosa sognavi di fare

da bambina?

Da quando sono piccolapenso di aver cambiatoquattro o cinque aspira-zioni: tra cui la pittrice, lamaestra, la giornalista.Adesso mi piacerebbemolto il notariato, anche seso che è una strada moltodifficile da percorrere, co-munque desidererei rima-nere nell’ambito giuridico.Come hai conosciuto il

Rotary?

Mio padre è socio del Rotary da quando sonopiccola e mia madre invece è socia dell’InnerWheel (Associazione femminile vicina al Ro-tary) e sono cresciuta sentendone sempre par-lare. Per me inizialmente il Rotary significavasoltanto che mio padre usciva abitualmente perdelle riunioni e per delle cene o delle riunionie a Natale si andava tutti insieme per l’incontrodegli auguri. Fino ai 14 anni pensavo che il Ro-tary fosse solo un gruppo di persone e di amiciche si riunivano, ma non capivo le motivazionidei loro incontri. Ho avuto l’opportunità di en-trare nel mondo del Rotary a 15 anni quando,volendo imparare l’inglese e discutendo con imiei genitori sul come fare, mio padre mi sug-gerì di scrivere ai Rotariani in Florida per farmiospitare. Ho iniziato quindi a contattare dellepersone presentandomi come figlia di un rota-riano. Poco tempo dopo, una signora della Flo-rida mi rispose e mi diede l’opportunità per dueanni di seguito di essere ospitata nella loro fa-miglia. Da li ho iniziato a capire che il Rotarynon era solo la cena, l’abito bello o l’incontroper Natale, ma era anche molta opportunità,amicizia e aiuto.

A tu per tu con Luisa che ci racconta il perché vuole entrare nel Rotary

Nel secondo anno della mia vacanza studio inFlorida, il mio periodo di permanenza comba-ciò con la convention mondiale del Rotary e lasignora che mi ospitava mi invitò ad andare conlei. È stata un’esperienza fantastica perché ebbil’opportunità di vivere il Rotary ai massimi li-velli, perché ebbi l’occasione di rendermiconto, attraverso l’illustrazione dei progetti edei risultato ottenuti, che non si aiutano solo ro-tariani, ma anche tante altre persone.Da li mi resi conto delle potenzialità del Rotary,sia a livello locale che nazionale e mondiale.

Per questo motivo sono rima-sta affascinata e da lì mi è ri-masta la voglia di entrare nelRotary così da poter dare ilmio contributo più concreta-mente.Ci sono differenze tra il Ro-

tary italiano e quello Ame-

ricano?

In Florida ho partecipato allecene dove c’erano i vari bigdel Rotary e il tutto era moltopiù informale. Le cene veni-vano organizzate semplice-mente con una grigliata: con

salsicce e hot dog ed anche se erano vestitibene, non vi era tutta questa formalità come inItalia. Se anche noi riuscissimo a superare que-sta etichetta, sicuramente ci sarebbe un rap-porto più cordiale e aperto. Questa è l’unicadifferenza.Come ti sei avvicinata?

Mi hanno proposto di aderire, e con molto pia-cere ho accolto l’invito.La mia prima esperienza concreta è stata pocotempo fa a Vasto, dove sono rimasta colpita diquanto il Rotaract fa per gli altri con i vari pro-getti e service.Ad un amico come lo presenteresti?

Con due parole: aiuto e amicizia. Il Rotary nonè un gruppo di snob alla gossip girl, ma ungruppo di amici che ha il piacere di aiutarsi edi aiutare cercando di migliorare il mondo incui viviamo. In molti ci vedono come una settao come una massoneria invece non è affattocosì. Quando mi capita di doverlo presentare achi frequento o agli amici, cerco di fargli com-prendere ciò che facciamo, cercando di sfatarei vari miti e se le persone non si fermassero allasuperficie, comprenderebbero meglio la bel-lezza del Rotary.

GROTTAMMARE – Padre Gianfranco Priori è il Rettore delSantuario della Madonna dell’Ambro in Montefortino (FM), unadelle numerose perle della cristianità presente nel territorio delParco Nazionale dei Monti Sibillini. Tullio Luciani, grandeamico di Padre Priori ha organizzato per “Frate Mago”, una bel-lissima e indimenticabile festa per i suoi sessant’anni. Siamo an-dati a intervistare Padre Gianfranco, marchigiano dell’anno2012, ecco le sue parole.

Padre Gianfranco, perché la chiamano “Frate Mago”?

“Mi hanno chiamato frate mago perché fin da ragazzo ho coniu-gato l’arte della prestigio con l’essere sacerdote. A casa mia ve-niva un fraticello, Fra Mansueto, un frate dolce e volevodiventare come lui. Fra Mansueto è un frate di Manzoniana me-moria come Fra Galdino, ma si chiamava Fra Mansueto e venivaa chiedere l’elemosina. Bussava la porta, veniva a casa e ho sem-pre desiderato di essere come quello, ma nel contempo, nella no-stra parrocchia, vicino a Smerillo, veniva un mago da CupraMarittima, denominato mago Chartou, che ci faceva giocare edivertire. Nel momento in cui sono entrato in seminario ho dettoa me stesso che voglio diventare frate e voglio diventare fratemago e da questo, anche nella formazione, ho curato diversi am-biti di formazione proprio per diventare prete, ma poi sotto ilmanico sempre un mazzo di carte, correndo qua e la per trovaretanti trucchi e per imparare. Così nel 1978, iniziando la mia at-

tività sacerdotale e pastorale,con i ragazzi dei campi-scuola,mi sono esercitato a parlare delVangelo, ma nello stesso tempotiravo ogni tanto l’asso nellamanica per far divertire i ra-gazzi. E quindi nel sorriso enella gioia, ho cercato perquanto è possibile di comuni-care la gioia di essere cristiani.Questo è stato il mio impegno.Ringrazio i Vescovi e i Sacerdoti; due volte sono stato in salaNervi in Vaticano a fare spettacoli. Ringrazio tutti quelli che mihanno aiutato in questo compito, in particolare il Lido DegliAranci, un gruppo di persone che aiuta a sorridere nei vari palchie nelle varie feste”.

Mi dica della Fede come evangelizzazione della Magia?

“La parola mago indica una varietà di cose. Potrebbe essereanche una paura per molti. Quando sono stato in Africa, appenafacevo apparire o sparire qualcosa, subito i ragazzi e le personeindietreggiavano, e quindi vivevano con la paura. Direi talvoltache non è facile mettere insieme queste cose, ma nella mia vita,devo essere sincero con me stesso, nell’arte magica, se arte, hocercato di mettere me stesso e dove ci sei tu, parte qualcosa, per-

ché la vera arte non è fare qualcosa, ma quando den-tro ci sei tu, parte qualcosa di artistico che da te sipromana alle persone che percepiscono che ami evuoi inoltre comunicare qualcosa di più importantedi quello che hai nascosto. Per cui se sai fare qual-cosa fallo. Diceva San Paolo: “tutto concorre albene” e se sai fare qualcosa, mettilo lì, al serviziodi Dio, ed è quello che ho cercato di fare nella miaevangelizzazione itinerante”.

Cosa fa oggi Frate Mago e quali sono le “magie”

per il futuro? “Attualmente sono il Rettore del San-tuario della Madonna dell’Ambro. Anche qui dal mare, partonoe vengono a trascorrere una giornata di pace nel santuario. Lìcerco di evangelizzare e far sentire i pellegrini a casa loro, nelcuore di Dio. Ogni persona di chiesa deve spalancare le porte atutti quelli che bussano in una chiesa, in una casa, in un am-biente. Il Santuario è il luogo in cui Maria accoglie tutti. Questoè il mio impegno principale. Il sogno nel cassetto che ho, è cheil signore mi dia ancora tanta voglia di vivere, tanta voglia dipartire e di andare, laddove ci sono i giovani e i ragazzi. I ra-

gazzi hanno bisogno di sentirsi amati e di poter giocare con

la vita, perché se noi riusciamo a comunicare la gioia dell’esi-

stere, un giorno daranno speranza al mondo intero”. Nicolas

Abbrescia

le sessanta magie di Frate magoA tu per tu con Padre Gianfranco Priori, rettore del Santuario della Madonna dell’Ambro, che venerdì 11 ottobre ha compiuto 60 anni.

Page 7: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

A Ripatransone, si èsvolta la Rassegna CoraleNazionale “Belvedere delPiceno”, nell’intera gior-nata di domenica 13 Otto-bre 2013. Vi hannopartecipato quattro noteCorali, provenienti dalMolise, dall’Umbria edalle Marche. Suggestivaè stata la breve sfilata daPiazza XX Settembrefino al Duomo-Basilica,dove alle ore 11.00 hannopartecipato alla messa so-lenne celebrata dal vice-parroco Don Gian LucaRosati, il quale nel salu-tare i cori partecipanti, si è augurato che il Signore faccia stare i credenti nella Chiesa in coro,ossia in piena armonia.Dopo la foto di gruppo e lo squisito pranzo servito presso la Casa perFerie e di Accoglienza “Santa Teresa”, il pomeriggio è stato dedicato, nella chiesa di San Fi-lippo, alla esibizione singola dei Cori. La Corale ospitante ed organizzatrice della Rassegna,“Madonna di San Giovanni” di Ripatransone, per dare maggiore spazio ai Gruppi ospiti,ha eseguito un breve programma con brani di musica barocca e contemporanea, con la direzionedi Nazzareno Fanesi, che si è avvalso della qualificata collaborazione della pianista Laura Mi-chelangeli e dei solisti: Ambra Vespasiani (mezzosoprano) ed Ettore Nova (baritono). La Co-rale “San Benedetto” di Norcia, diretta da Luca Garbini, ha presentato brani di polifoniaclassica e contemporanea. La Corale Polifonica Cingolana di Cingoli, diretta da Ilde Mag-giore, ha eseguito brani prevalentemente di musica contemporanea, avvalendosi della colla-borazione della pianista Melissa Mastrolorenzi e dei solisti: Micaela Ombrosi (soprano) eGabriele Bernardini (tenore). La Corale “Città di Termoli”, diretta da Carmine Mascitelli,ha presentato brani pure di musica contemporanea, avvalendosi della collaborazione del pia-nista Alessandro Di Palma. In questa edizione è stata particolarmente apprezzata la vocalitàdei coristi, espressa al massimo. Ogni brano è stato seguito da lunghi applausi. Al momentodello scambio dei doni fra i Gruppi, della consegna degli omaggi, ha preso la parola il consi-gliere comunale delegato alla cultura Prof. Paolo Polidori (il sindaco Bruni assente per malattia)che ha elogiato l’organizzazione della Rassegna Polifonica e tutta l’attività che la Corale “Ma-donna di San Giovanni” svolge ininterrottamente da 42 anni. Il presidente della Corale ripana,Antonio Giannetti, con soddisfazione ha annunciato che nel prossimo anno la Rassegna torneràad essere internazionale, con la partecipazione della corale tedesca “Emmaus Kantorei Wil-lich”, che ha già assicurato la partecipazione per i giorni sabato 11 e domenica 12 Ottobre2014. Fra le autorità sono stati notati inoltre: per la Provincia, il consigliere Paolo D’Erasmo;per la Banca di Ripatransone di Credito Cooperativo, il vicepresidente Dott.ssa Cristiana Pe-razzoli; per il clero, il parroco emerito Don Antonio Capriotti; per le Associazioni Musicali:per l’A.R.Co.M., il consigliere provinciale Vincenzo Cicchiello e il revisore dei conti AldoCoccetti. Per l’ANBIMA, il presidente regionale Dott. Nicola Fabbroni ed il consigliere pro-vinciale Prof. Giuseppe Paci; presenti inoltre il direttore de “La Cordata” di Montalto Marche,M° Patrizio Paci, quello della Corale “Beata Assunta” di Force, Prof. Coccetti e quello emeritodel “Gruppo Corale Montefiore”, Prof. Marcello Bucci. Autorità, esperti ed appassionati dicanto corale si sono complimentati con la Corale promotrice per la scelta e la validità dei Cori,che a loro volta, hanno espresso apprezzamenti per l’ottima organizzazione dell’evento. Paroleentusiastiche sono state pronunciate da una fedelissima della Rassegna, la Dott.ssa Lucia DiFeliciantonio, direttrice della Casa Circondariale di Ascoli Piceno. Inoltre i Cori ospiti hannoapprezzato le bellezze del centro storico di Ripatransone e della loro conservazione. Il nume-roso ed attento pubblico era composto in gran parte da forestieri, provenienti da varie località,quali: Roma, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Grottammare, Cupra Marittima, Mas-signano, Montefiore dell’Aso, Montalto delle Marche, Force.

da ripatransone a cura di A.G. - I.A.

7Anno XXX

27 Ottobre 2013 PAG

La biblioteca civica “Pietro Spinucci” e’ stataaperta al pubblico nel luglio 2008, gestita dallaSede Locale Archeoclub d’Italia, allestita inquattro sale del piano rialzato nel Palazzo Pa-scali in via Rossini 2. È il frutto di due cospicuedonazioni: la prima è del Prof. Pietro Spinuccigià Docente poi Rettore dell’Università di Lin-gue Straniere di Verona, nato a Comunanza emolto legato al propriopaese. Il patrimonio librariospazia tra la letteratura ame-ricana ed europea con testi inlingua e la poesia del Nove-cento, teatro, Arte e Saggi-stica. La seconda donazione,più cospicua, è quella deglieredi di Emidio SaladiniConte di Rovetino. grandeconoscitore di Arte e Ci-nema, vissuto a Roma nelmagico periodo felliniano. IlConte Saladini ha lasciato,oltre a numerosi testi di nar-rativa italiana e straniera,libri di arte, musica, teatro,cinematografia italiana e straniera. Altre donazioni hanno arricchito la biblioteca ditesti per ragazzi, storia Locale, psicologia, pe-dagogia, storia contemporanea, resistenza, filo-sofia, scienza e classici greci e latini.Il patrimonio bibliografico disponibile di 9.511testi (aggiornato al 19 ottobre 2013) compren-

denti annualità di riviste di letteratura e attualitàdal 1901 al 1945 e di scienza dal 1968 al 2002. Presso il Centro vi è anche una “Mostra Docu-

mentaria Permanente Su Giuseppe E Pier

Leone Ghezzi”: artisti di grande fama nati a Co-munanza e vissuti nella Roma Barocca dei sec.XVII – XVIII.Vi si organizzano mostre, incontri a tema, atti-

vità didattiche per scolaresche;proiezioni di pellicole originali diMuto dei primi ‘900 con proiet-tore coevo; ricerche documenta-rie, visite culturali. La struttura èattrezzata per fungere da punto in-formativo e accoglienza turisticaper tutto l’anno, allo scopo di pro-muovere le peculiarità del nostroterritorio. Visite guidate a richie-sta per tutte le realtà storico-arti-stiche e storico-naturalistiche.Una biblioteca che se pur limitataè molto dinamica sotto l’aspettodella programmazione, che lavede protagonista di eventi chespaziano dalla prosa alla poesia

con incontri a cadenza mensile, che suscitanogrande interesse. Domenica 27 ottobre alle18,00 ospiterà’ la dottoressa Rosella Pierdome-nico che presenterà il suo nuovo libro“MAMMA Hai Sempre Ragione” ,considera-zioni di una pediatra sul ruolo materno.

Massimo Cerfolio

“Percorrendo il sentiero della vita, lungo il qualenon sono mancate tempeste e venti favorevoli,sorreggendovi a vicenda, passo dopo passo avetedato vita ad una meravigliosa famiglia. Ai vostritre figli avete insegnato i valori essenziali qualil’amore, l’amicizia e la condivisione. Nel vostro rifugio, infatti, non mancanomai l’affetto, un posto a tavola ed il con-forto per il prossimo. Lo sa bene chi haavuto la fortuna di condividere un po’ distrada con voi.E finalmente, dopo tanta fatica siete arri-vati a questo primo grande traguardo. Tan-tissimi cari auguri per i vostri 25 anniinsieme!”Insieme ai figli Barbara, Gessica e Leo-nardo, alle mamme degli sposi Antonia ePia, tutta la Comunità Parrocchiale “Ma-donna di Fatima” in Valtesino di Ripatran-sone si raduna, Sabato 26 Ottobre alle ore19, per fare festa con Paolo Fares e suamoglie Mirene Malavolta che celebrano iloro 25 anni di matrimonio.A Paolo, che è anche Presidente della Se-zione di San Benedetto del Trontodell’A.I.A. (Associazione Italiana Arbitri),e Mirene rivolgiamo i nostri più cari au-

guri perché il Buon Dio li assista sempre do-nando sempre a loro ed alla loro famiglia queivalori di amore, amicizia e condivisione sui qualiessi stessi hanno costruito tutta la propria vita inquesti primi 25 anni insieme.

COMUNANZA LA CULTURA IN SCAFFALE

Successo della XXXI Rassegna Corale Nazionale di Ripatransone (AP)

Nel 2014 l’evento tornerà ad essere internazionale

Valtesino - Parrocchia Madonna di Fatima

L’ARBITRO E LA SUA SIGNORA: 25 ANNI DI AMORE

Di sabrina Bruni & Barbara Fares

F O TO C R O N A C A

Martinsicuro

ParrocchiaBeata Madre

Teresa di calcutta

Processione

del decennale

Page 8: Anno xxx n 36 27 ottobre 2013

8 Anno XXX

27 Ottobre 2013PAG

VIAGGI E TuRISMO - NOLEGGIO BuS

S. Benedetto del Tronto Tel. 0735 594456

Cupra Marittima Tel. 0735 777636

www.pertur.it

30 anni di esperienzaorganizzando viaggi per le Parrocchie

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Sabato 19 ottobre è stato sottoscritto dai soggetti ade-renti il protocollo d’intesa per l’attuazione del progetto“COSTITUZIONE DEL FONDO DI SOLIDA-

RIETA’ PER IL CONTRASTO ALLA POVERTA’

E ALL’ESCLUSIONE SOCIALE”.

Il protocollo costituisce la formalizzazione di un’intesanei principi, nei metodi e nelle finalità tra ente localee privato sociale, proprio come si esprime nei principifondamentali la legge 328/00 “Legge quadro per un

sistema integrato di interventi e servizi sociali”, e rap-presenta la sintesi di un percorso di concertazione cheil Comune ha condotto con la associazioni che nel ter-ritorio si occupano di interventi di contrasto alla po-vertà e di sostegno alla famiglia, con i parroci, icomitati di quartiere, i medici di medicina generale eculminato nel Consiglio Comunale aperto del 20 giu-gno scorso, che ha consentito di delineare obiettivi,azioni e ruoli di un percorso piuttosto complesso e ar-ticolato.

I soggetti aderenti al Protocollo, e che quindi farannoparte del relativo Coordinamento, sono:1) Comune di San Benedetto del Tronto2) Caritas Diocesana,3) Associazione “Sulle ali dell’amore - Valentina Pi-stonesi Onlus”4) Associazione “Centro Famiglia”5) Associazione “Coccinella Dina Sergiacomi Onlus”6) Associazione “Il Mattino”7) Associazione “Il Germoglio”8) Associazione “Centro di Solidarietà”9) Associazione “On the road Onlus” 10) Associazione Papa Giovanni Paolo II”11) Fondazione “Banco Alimentare Marche onlus –Magazzino di S. Benedetto del Tronto”11) Comitati di quartiere di San Benedetto del Tronto12) Medici di famiglia dell’Asur - Area Vasta 5 di SanBenedetto del Tronto.

Il Coordinamento agirà utilizzando le risorse che con-fluiranno in un apposito “Fondo di solidarietà”.

Il Fondo è stato attivato attraverso l’apertura di unconto corrente postale presso Poste Italiane denomi-

FONDO DI SOLIDARIETA’ PER IL CONTRASTO

ALLA POVERTA’ E ALL’ESCLUSIONE SOCIALE

nato “Caritas Diocesana di solidarietà”, intestato alDirettore della Caritas Diocesana e avente il seguenteIBAN: IT42V0760113500001015654575. La contabilità verrà gestita da un volontario dell’As-sociazione “Centro Famiglia”. Il Fondo sarà destinato a progetti di intervento per so-stenere le famiglie (non è dunque destinato ad ero-

gare contributi per singoli interventi). I progettipotranno essere proposti dalle associazioni che parte-cipano al Coordinamento e dai Servizi sociali del Co-mune e saranno sottoposti alla valutazione di unaCommissione (composta da un rappresentante del Co-mune e di 6 tra le associazioni aderenti) per l’ammis-sione al finanziamento. Una volta approvato, il progetto sarà interamente ge-stito da chi l’ha presentato presentando periodiche re-lazioni alla Commissione. Tutti i soggetti firmatari delProtocollo faranno parte di un Gruppo di indirizzo

che si riunirà periodicamente per valutare l’andamentodel progetto.Le associazioni aderenti al protocollo attiveranno e ge-stiranno insieme un Centro di ascolto che opererà se-condo modalità e tempi concordati con il serviziocomunale competente nei locali del Centro per le Fa-miglie di via Manzoni messo a disposizione dal Co-mune.Il Comune inoltre avrà anche il compito di pubbliciz-zare l’iniziativa sostenendo le adesioni al Fondo e digarantire la trasparenza della gestione del fondo ancheattraverso la pubblicazione periodica dei movimentidel conto corrente sul sito istituzionale, sempre nel ri-spetto della privacy. La Giunta comunale ha deliberato la partecipazionedell’Ente al Fondo con una quota iniziale di 30.000

euro provenienti da economie realizzate dal settoreServizi sociali.

FOTO: ALBERTO MARANESI

I GIOVANI UNITALSIANI

DELLE MARCHE

IN CONVEGNOA

S. BENEDETTODEL TRONTO

FOTOcRONAcA

Processione Signora Los Milagros