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1 ETICA E DEONTOLOGIA • La questione dell’etica non è un optional •“L’esperienza comunitaria è in ogni momento un’esperienza propositiva che valorizza la persona nella sua integrità senza violenza psicologica e morale” (doc. Covest) • Anonimato – Gratuità – Libertà/Volontarietà del trattamento

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ETICA E DEONTOLOGIA

• La questione dell’etica non è un optional• “L’esperienza comunitaria è in ogni

momento un’esperienza propositiva che valorizza la persona nella sua integrità senza violenza psicologica e morale” (doc. Covest)

• Anonimato – Gratuità – Libertà/Volontarietà del trattamento

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ETICA E DEONTOLOGIADEGLI OPERATORI

DELLE TOSSICODIPENDENZE 

 Contratto tra la Commissione Europeaed ERIT 2000-2001

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FINALITÀ DEL LAVORO

creare una “Carta Etica”

nella quale gli operatoridelle tossicodipendenze europei

POTESSERO RICONOSCERSI

E TROVARE INDICAZIONICONCRETERISPETTO AL LORO LAVORO

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METODOLOGIA DI LAVORO

1. costituzione di un Gruppo di lavoro

2. ricerca e raccolta dei documenti già esistenti

3. studio dei documenti raccolti

4. individuazionedi quesiti critici dal punto di vista etico

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Esiste nell’ambito dei trattamentidelle dipendenze patologiche

IL RISCHIO CHE TALORA SIANO ADOTTATE

MISURE ARBITRARIE VESSATORIE ECOMMESSI ABUSI.

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INCONTRO TRA ETICA E PRATICHE

  ETICA

PRAGMATISMO

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SERVIZI SOCIETA’

QUALITA’ DEL PRAGMATISMO

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ETICALinee guida per il

comportamento deontologicamente fondato

Qualitàdelle pratiche ed etica

PRAGMATISMO 90°

CARTA DEI SERVIZI

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Giustizia

Sistema CLIENTETerapeutico

Comunità

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PRINCIPI ETICI E LIMITI PRATICI

A. Esiste una disomogeneità tra i diversi Paesi

B. Rapporto tra tossicodipendenza,etica degli operatori e leggi dello stato

C. I doveri dei servizi e degli operatorinon combaciano

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PRINCIPI E VALORIFONDAMENTALI

Uguaglianza dei cittadini/utenti

Rispetto per la dignità della persona

Integrità ed onestà

Libertà di scelta tra le alternativedi cura, interne ed esterne al servizio

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COMMENTI E RICHIAMIALLE “LINEE GUIDA”

E ALLA “CARTA DEI SERVIZI”

La denominazione della carta etica

Addiction o tossicodipendenza?

Paziente, utente o cliente?

Punti 2, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 16

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LINEE – GUIDA PERIL COMPORTAMENTODEONTOLOGICAMENTEFONDATO DEI PROFESSIONISTIDELLE TOSSICODIPENDENZE

I diritti dell’uomo sonoil riferimento obbligatorio di ogni intervento, sia esso terapeutico, educativo o sociale. Pertanto, il professionista è tenuto a rispettarela dignità personale del cliente e ad evitarequalsiasi forma di discriminazione relativaall’appartenenza etnica, culturale o religiosa, così come all’orientamento sessuale, del cliente.

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Il professionista deve possedereuna formazione di base sulle dipendenze patologicheed una sufficiente esperienza, che gli consentano di incontrare il clientecon gli strumenti appropriati per valutare correttamente la situazione, per approntare un progetto terapeutico adeguato e per produrreil tipo di trattamentoappropriato ai bisogni del cliente.

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Il professionista è interessatoal processo della valutazione continua dei suoi interventi.

Gli obiettivi di questo processo di valutazionesono la misurazione dei risultati,la conoscenza degli effetti del trattamentoe la conseguente evoluzione delle pratiche di lavoro

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La condizione di dipendenza,la mancanza di motivazione al trattamento e le patologie associatenon devono costituire cause di discriminazione.

Il professionista deve trattare il tossicodipendentecome un qualsiasi altro cliente. Se il cliente non è motivato al trattamento, l’atteggiamento del professionista deve contribuire allo sviluppo della motivazione.

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Lo scopo di ogni intervento risiedenel miglioramento delle condizioni di vita del cliente.Ogni decisione che implica una sceltao un orientamento clinico deve basarsisu criteri esistenti relativi all’efficacia dei trattamenti e alla qualità delle cure.

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La relazione con i clienti si deve sempre mantenere nei limitistrettamente professionali.

Il professionista non può, ad esempio, accettare regali, né servigi, né eventuali profferte sessuali che potrebbero comprometterela relazione professionista – cliente. Nessuna forma di convenienza particolare, sia essa di ordine personale, professionale, economico, scientifico o politico, può interferire nelle decisioni cliniche o terapeutiche.

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Il professionista ha l’obbligo di risponderealle domande che il cliente gli pone sulla sua dipendenza, sullo stato fisico, sulle eventuali patologie associate.

Le risposte devono essere il più possibile chiare e complete, espresse in un linguaggio che risulti comprensibile al cliente.Il professionista inoltre ha il dovere di offrireopzioni terapeutiche che tengano in considerazioneil livello di motivazione ed i valori culturali del cliente;egli cerca di promuovere le risorse personali del cliente.

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Il professionista è tenuto al rispetto del segreto professionale. I professionisti delle tossicodipendenze devonofar riferimento ai codici deontologici che regolanole loro professioni (medici, psicologi, assistenti sociali e altri qualora esistenti).Essi inoltre devono tenere in considerazionele disposizioni legali specifiche relativeal segreto professionale con i minori.

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Perché il professionista possaprendere alcune decisioni durante il percorsoterapeutico,come ad esempio cercare la collaborazione di familiari o di altre persone nel processo di cura,è necessario che il cliente sia d’accordo,se è maggiorenne, o che lo siano i suoi tutori, se è minorenne.

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Il professionista è tenuto a proteggerei dati relativi al cliente(cartella clinica, referti, oggetti creati dal clientenel corso di terapie,…),in modo tale che nessuna persona estraneaal progetto terapeutico ne venga a conoscenza. Tali informazioni possono essere comunicate,in caso di necessità, solo previo accordo con l’interessato.

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Il cliente deve avere la possibilitàdi accedere liberamente ai trattamenti proposti e deve poter parteciparealla scelta di un trattamento appropriato alla sua persona e alla sua situazione

Si deve stabilire un contratto terapeutico(di preferenza scritto) con il cliente; inoltre il cliente deve essere informato sull’evoluzione del suo percorso terapeutico e deve poter esprimere il proprio parere in merito.

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Il professionista deve rispettareil principio del segreto professionalesecondo quanto autorizzato dalla legge.

Egli può decidere eventualmentedi condividere con il giudice alcune informazionirelative al cliente, dopo aver valutatoin modo approfondito la situazione nel suo insieme:le eventuali ricadute (positive e negative)sul cliente e sul trattamento, la situazione medica, psicologica e sociale del cliente,lo stato della relazione tra il professionista e il cliente.

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È dovere di ogni professionistacomponente dell’équipe pluridisciplinarefacilitare la realizzazione dei percorsi terapeuticie la coesione dell’équipe,attraverso un atteggiamento collaborativoe attraverso l’ascolto.

Ogni professionista deve aderire ad un principiodi eguaglianza nelle relazioni di lavoro con colleghi appartenenti ad altri servizi e/o ad altre professioni, riconoscendo loro pari dignità.

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Il professionista ha l’obbligo di collaborarecon la comunità e con la società(istituzioni sanitarie e sociali, giustizia, polizia,…).

Tuttavia, queste collaborazioni possonorealizzarsi solo nel rispetto delle specificitàdi ciascuno e nel rispetto del segreto professionale.