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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA. A NNO 1, N UMERO 1. 15 O TTOBRE 2003. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://web.tiscali.it/gruppovegetariano [email protected]

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Bollettino trimestrale dell'AVA - Associazione Vegetarina Animalista

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA.

ANNO 1, NUMERO 1. 15 OTTOBRE 2003. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://web.tiscali.it/gruppovegetariano [email protected]

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C H I S I A M O . L’Associazione Vegetariana Animali-sta “Armando D’Elia”, già Gruppo Vegeta-riano “Armando D’Elia”, nasce nell’anno 2002 come Movimento Indipendente di i-spirazione olistica. Il nostro interesse nasce dal ripudio di ogni espressione violenta nei confronti dell’uomo, degli animali e della natura, dall’amore verso la Vita e dalla con-sapevolezza che solo da un corretto modo di vivere e di alimentarsi (secondo le leggi naturali conformi alle nostre esigenze fisio-logiche di esseri fruttariani) è possibile con-servare la salute del corpo, l’equilibrio mentale, i valori morali e spirituali. Infatti la pratica del vegetarismo favorisce lo svi-luppo di una coscienza umana piú giusta e sensibile, una mentalità di pace e di dispo-nibilità verso il prossimo, il superamento dello sfruttamento degli animali e delle ri-sorse naturali, e l’eliminazione della fame nel mondo.

C O L L A B O R A Z I O N E . La collaborazione a Mondo Vegetaria-no è gratuita. Le opinioni degli articolisti possono non coincidere perfettamente con la filosofia che anima l'Associazione. Ogni articolista resta, pertanto, responsabile delle sue affermazioni. Coloro che intendono collaborare con il Bollettino possono invia-re i loro articoli per posta ordinaria a Fran-co Libero Manco, in Via Cesena 14, 00182 Roma, oppure per posta elettronica. a: [email protected] Quanto ricevu-to non verrà restituito e la Redazione si ri-serva di ridurre, in caso di utilizzo, la sua lunghezza. Per ricevere il bollettino occorre iscri-versi all’Associazione. Socio sostenitore: 50 Euro; socio ordinario: 25 Euro; studenti, pensionati e minori: 15 Euro. Sede: via Ce-sena 14, 00182 Roma, tel. 06 7 022 863. E-mail: [email protected]. Conto corrente postale 37 741 048 intestato a Gruppo Vegetariano Armando D’Elia, Via Venosa 42 00178 Roma.

N O S T R E C O N F E R E N Z E dei Giovedí alle 17 e 30 nell'Anno 2003, a Roma in Via Celsa 5 (fra Piazza Venezia e Largo Argentina; l'ingresso è gratuito). 16 Gennaio: Avvocato Domenico De Simone, autore di testi di economia etico sociale. “Globalizzazione, economia e ve-getarismo”. 2 Febbraio (Domenica): Lea Massari, attrice, cultrice di vegetarismo e diritti degli animali. “Impatto emotivo e scelta vegeta-riana”. 27 Febbraio. Dottor Franco Libero Manco, studioso di antropologia morale. “Il segreto della felicità e della salute”. 20 Marzo: Dottor Piergiorgio Lucarini, medico chirurgo, omeopata, agopuntore. “Guarire con l’alimentazione vegetariana”. 10 Aprile: Dottoressa Annamaria Pro-cacci, ex Parlamentare Verde, pioniera dei diritti degli animali. “È possibile una socie-tà vegetariana?” 8 Maggio: Dottor Pino Caruso, attore, vegetariano dalla nascita, difensore dell'eti-ca animalista. “Esperienze di vita vegetaria-na”. 29 maggio: Dottoressa Mariateresa Maresca, medico chirurgo, naturopata, die-tologa. “Inquinamento da pesticidi e ali-mentazione naturale”. 19 giugno: Walter Caporale, Presiden-te degli Animalisti Italiani. “La nonviolen-za del movimento vegetariano - animali-sta”. 2 ottobre: Dottor Luca Colombo, membro responsabile di sezione di “Green Peace”. “Impatto dell’alimentazione carni-vora sull’ecosistema e sull’economia”. 23 ottobre: Adolfo Sansolini, Presiden-te della “Lega Antivivisezione, LAV”. “Ve-getarismo e diritti di tutti i viventi”. 13 novembre: Dottor Bruno Fedi, pri-mario patologo Docente all’Università La Sapienza. “Alimentazione e comportamen-to umano”. 4 dicembre: Dottoressa Michela Troia-ni, biologa, esperta di alimentazione natura-le. “Aspetti pratici di cucina vegetariana”.

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Mondo Vegetariano. Pagina 3. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________

AR GOM E NTI E L OR O P AGI N E. Scienza e coscienza. 3. Medicina naturale. 4. Alimentazione e salute. 6. Etica universale. 7. Ecologia e ambiente. 9. Pesticidi e inquinanti. 10. Spiritualità e religione. 10. Cultura vegetariana. 13. Pensieri dei grandi. 13. L'angolo della poesia. 14.

Ricette di cucina vegetariana. 14.

S C I E N Z A E C O S C I E N Z A . M A C C H I N E A N I M A L I .

Professor Armando D'Elia. L'Associazione Vegetariana Italiana nasce nel 1952 sulla base dell'etica della non violenza che animava il pensiero del suo fondatore e primo presidente Aldo Ca-pitini, il Gandhi italiano. L'affermarsi sempre piú incisivo di una cultura olistica della natura e quindi di ogni interdipendenza vitale, la dilagante diffu-sione del vegetarismo, l'accentuato supera-mento dello specismo, l'attenuazione sem-pre piú marcata delle differenze tra interessi di animali umani e interessi di animali non umani in questi ultimi anni hanno fatto pro-gressi sensibili. L'attuazione su scala mon-diale del sistema vegetariano aiuterebbe de-cisamente la soluzione della fame nel mon-do e influirebbe altrettanto decisamente nel-la instaurazione di rapporti pacifici tra gli uomini e tra questi e gli altri animali. Il ve-getarismo è in realtà portatore di giustizia e di pace. Il vegetarismo sta per uscire dalla ne-bulosità dell'utopia nella quale alcuni cre-devano di poterlo collocare, per calarsi e concretizzarsi nella realtà viva dei popoli,

fino a livello planetario. È maturo il tempo di generalizzare il vegetarismo e inserirlo nel quadro di una strategia alimentare glo-bale. Intanto una breccia si è aperta in quel massiccio muro dell'antropocentrismo, che ha sempre caratterizzato la cultura cattolica e che ha condizionato e che condiziona an-cora negativamente, e pesantemente, il rap-porto tra l'uomo e gli altri animali. Per la prima volta nella storia del cattolicesimo u-na autorità religiosa, Monsignor Mario Canciani, Consultore per la Congregazione per il Clero, ha lanciato in chiesa un appello al vegetarismo, secondo una piú aggiornata rilettura dei testi sacri. Il prelato, che ha ri-badito di essere diventato vegetariano per comando biblico, ha bandito una autentica crociata a favore del vegetarismo invitando i fedeli a divenire vegetariani o a rifiutarsi di uccidere animali innocenti. Questa lode-vole iniziativa contribuirà notevolmente al-la diffusione degli ideali vegetariani. Non illudiamoci però che sul portone di bronzo del Vaticano compaia un cartello con la scritta «Da oggi è abolito l'antropo-centrismo», oppure «Ripudiamo Cartesio». Il vegetarismo costituisce la migliore rispo-sta non solo all'antropocentrismo ma anche

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Mondo Vegetariano. Pagina 4. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ alle nefandezze degli allevamenti industria-li, anche di quelli tradizionali, essendo tutti in sostanza finalizzati a un brutale e crude-le sfruttamento dell'animale che termina con il suo assassinio. Il vegetarismo è un sistema di vita che si propone di rendere l'individuo «vegetus», che in latino vuol dire «sano», «pieno di vi-ta», «forte», sia fisicamente che moral-mente. La condizione basilare per conse-guire tale meta è il ripristino del rispetto delle esigenze nutrizionali naturali, desunte dalla anatomia comparata, dalla fisiologia comparata, dallo studio degli istinti e cosí

via. Queste discipline ci dicono che l'uomo non è un carnivoro, né un onnivoro, né un erbivoro, ma è un frugivoro. La prima ne-cessità è quindi rappresentata dalla elimina-zione della carne. Poi molti aderenti al vegetarismo, ovo-latteo-vegetariani, pur rifiutando il cadavere dell'animale continuano a nutrirsi dei sotto-prodotti della vita dell'animale: latte e deri-vati, uova e miele, mentre altri rifiutano an-che questi sottoprodotti: i «vegani», punta avanzata del cammino vegetariano lungo la strada del rispetto per la propria vita, quella degli animali e della natura tutta.

M E D I C I N A N A T U R A L E .

CA R E N ZE D I F I B RE A L I -M E N T A RI E L O R O C U R A.

Dottor Piergiorgio Lucarini. Cancro del colon, malattie cardiova-scolari, obesità, diabete, vene varicose, e-morroidi, diverticoliti, appendiciti: sono al-cune delle malattie che possono essere cau-sate da una dieta priva di fibre. Nel sistema del nostro mercato la maggior parte dei no-stri bisogni nutritivi ci viene da alimenti po-veri di fibre: televisione, giornali e pubbli-cità considerano questo tipo di alimentazio-ne sufficiente e necessario per apportare e-nergia e indispensabile per la nostra salute. Invece carni, pesci, cereali e zuccheri raffi-

nati non contengono assolutamente le fibre vegetali utili per la motilità del nostro inte-stino. Le persone si lamentano spesso di sti-tichezza, ma non comprendono quanto im-portante è un decisivo cambiamento nella loro dieta. Una alimentazione integrale è fonda-mentale per l'apporto di sali minerali, vita-mine e fibre vegetali. I cereali, per esempio, vengono di solito privati della loro scorza e del loro germe vitale. Esiste una relazione indiscutibile fra l'ingestione di cibo raffina-to e l'insorgenza di malattie. Un'alimenta-zione squilibrata e carente di fibre rende il nostro processo digestivo particolarmente difficoltoso e il nostro ambiente interno i-nadatto a far funzionare al meglio i varî en-zimi preposti ai processi digestivi. Il pro-blema ultimo è che i prodotti non assimilati restano per troppo tempo a contatto con le pareti interne dell'intestino, danno inizio a un processo di putrefazione e le irritano fi-no a lesionarle. Con gli alimenti che ingeriamo intro-duciamo anche sostanze chimiche, additivi, coloranti e conservanti che sono potenzial-mente cancerogeni: queste sostanze se ri-

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Mondo Vegetariano. Pagina 5. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ maste per troppo tempo senza essere espul-se possono in parte essere riassorbite. Ciò determina un inquinamento del sangue e degli organi che esso irrora. La causa della tossiemia è proprio nella nostra errata ali-mentazione. Il fegato dell'uomo produce bile, fon-damentale per la emulsione dei grassi. La bile è composta da acidi biliari. Con una dieta ricca di fibre questi acidi vengono fa-cilmente eliminati; nel caso contrario ri-mangono a contatto con la parete interna dell'intestino e trasformati in due potenti cancerogeni, dei quali uno è il 3-metil-coloantrene. Inoltre chi usa quotidianamen-te alimenti integrali si garantisce fra i batte-ri del suo colon una prevalenza di quegli streptococchi e lactobacilli che diversamen-te dagli altri non attaccano gli acidi biliari e non li trasformano in sostanze cancerogene. I tassi ematici di colesterolo sono un altro elemento importante a favore di una alimentazione di base integrale. Sappiamo che il colesterolo è un fattore insostituibile nell'equilibrio interno del nostro organismo, ma in eccesso è causa di tanti processi car-diovascolari invalidanti. La ragione è che il colesterolo, prodotto dal fegato, viene con-vertito in acidi biliari. I batterî antiacidi bi-liari, presenti a miliardi nel colon di chi si nutre con una dieta povera di fibre, scindo-no questi acidi in una sostanza cancerogena e in una sostanza tossica, l'acido litocolico. Quest'ultimo costringe il fegato a ridurre la conversione di colesterolo in acidi biliari. Invece di essere espulso questo colesterolo passa nel sangue e si accumula col tempo nelle arterie, ostruendole. Un’alimentazione ricca di fibre mantiene invece il tasso di co-lesterolo entro i limiti adatti a non creare si-tuazioni patologiche. Con l'assunzione di fibre vegetali le feci, le sostanze tossiche e i batterî in esse

contenute vengono eliminati, col ripristino di una valida funzione intestinale e una vera pulizia interna. La lignina, la cellulosa e l'e-micellulosa sono gli elementi cardini com-ponenti le fibre vegetali: rivolgiamoci a es-se per prevenire disturbi futuri e migliorare la nostra salute, senza assumere farmaci dannosi che abituano il nostro intestino a lavorare artificialmente. Cosí, se vogliamo mettere in pratica quanto appena detto, appena alzati, con il corpo ancora caldo, pratichiamo una frizio-ne con acqua fredda in tutto il corpo, con le mani o un asciugamano bagnato e strizzato; ricopriamoci immediatamente e muovia-moci per avvertire la reazione di calore. Passiamo poi alla cura del limone. Cominciamo con il bere il succo di un li-mone per tre giorni, passando poi a due per altri tre giorni, fino a cinque. Scaliamo in seguito un limone ogni tre giorni, arrivando a due e continuando con due al giorno per trenta giorni. A colazione, un'ora dopo il succo di limone, consumiamo solo frutta cruda di stagione, possibilmente di un solo tipo alla volta, o dello yogurth intero non zucchera-to. A pranzo, insalata mista con verdure ed ortaggi crudi: lattuga, spinaci, verza, ca-rote, sedano, zucca, cicoria, ravanelli, ci-polle, pomodori, peperoni, radicchio, il tut-to condito con pochissimo olio e sale. A questa «crudité» può essere aggiunto un uovo sodo, o una frittata preparata senza o-lio, o sette noci, o quindici mandorle, o una porzione di ricotta, o una porzione di moz-zarella. Infine, a cena, solo frutta o solo verdu-re ed ortaggi crudi, oppure come il pranzo, tenendo presente che non si devono man-giare le stesse cose, eccetto frutta, verdura e ortaggi, due volte nello stesso giorno.

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A L I M E N T A Z I O N E E S A L U T E . CIB I BI OL OGI CI: L A SOL U -ZI ON E P E R L A S A L UT E.

Dottoressa Maria Teresa Maresca. I cibi da agricoltura biologica proven-gono da coltivazioni nelle quali non si fa u-so di pesticidi, erbicidi, concimi chimici di sintesi e neppure di OGM. Prevenire è meglio che curare. L’elemento biologico che arriva sulle nostre tavole viene certificato come tale da un organismo di controllo, e la certificazio-ne garantisce che proviene da una agricol-tura di tipo «biologico» esente da sostanze chimiche, comprendendo tutte le fasi della preparazione fino al confezionamento. Tutti i cibi non biologici, di cui oggi ci nutriamo, contengono sostanze chimiche piú o meno tossiche. Queste sostanze sono consentite dalla legge entro dosi dette «tol-lerabili», che si riferiscono a una deter-minata quantità di sostanza chimica che un uomo di settanta chili può assumere ogni giorno senza avere danni evidenti. Tuttavia non si tiene conto che in ogni alimento pos-sono essere presenti da tre fino a nove so-stanze chimiche differenti che, interagen-do tra loro, possono diventare mille volte piú tossiche e cancerogene rispetto alla sin-gola sostanza chimica. Inoltre, nel tempo, nel nostro corpo queste sostanze si accumulano diventando molto concentrate. In un anno un uomo medio, con alimentazione non biologica, accumula circa tre chili di sostanze chimi-che. L’organismo, pur avendo sistemi di trasformazione ed eliminazione delle so-stanze tossiche, non riesce a far fronte alla quantità di queste sostanze introdotte con gli alimenti. Per cui esse si fermano per mesi o anni nell’organismo depositandosi soprattutto nei tessuti grassi e nelle ghian-

dole endocrine, provocando squilibri che si ripercuotono su tutte le sue funzioni (ciclo mestruale, pressione arteriosa, metabolismo e cosí via). Anche i neonati vengono a contatto con tutti questi veleni nei primi mesi di vi-ta, quando il sistema immunitario non è an-cora maturo, causando danni ancora mag-giori. Perché alimentarsi con cibi biologici? Per mantenere un corpo piú forte, per non sovraffaticare fegato e reni, per non di-struggere intestini, flora batterica intestinale e difese immunitarie, per evitare il rischio di sentirsi sempre piú stanchi, esauriti e de-pressi, per non avere allergie ed un’infinità di disturbi e malattie piú o meno gravi. Il cibo biologico ha, inoltre, un elevato valore nutritivo, è piú digeribile e piú buo-no in quanto conserva intatte le sue caratte-ristiche organolettiche. Solo con l’agricoltura biologica la Ter-ra e i suoi abitanti possono essere protetti dall’inquinamento e dalle malattie causate dalle sostanze chimiche che, oltretutto, en-trano nelle falde acquifere e poi nei nostri corpi attraverso l’acqua dei rubinetti. Anche le costose acque minerali pos-sono contenere gli stessi metalli pesanti (cadmio, mercurio e piombo) tossici e can-cerogeni. I metalli pesanti, come il mercu-rio, sono componenti per la fabbricazione di pesticidi usati in varietà e quantità spro-positate nelle coltivazioni industriali: po-tentissimi veleni cancerogeni, teratogeni e mutageni. Invece l’agricoltura biologica, grazie ai suoi metodi naturali, rispetta la vita dell’uo-mo e del pianeta. L’uomo è infatti formato da terra (sali minerali), e il suo sangue ed i suoi liquidi sono simili, come composizio-ne, all’acqua del mare. Per questo ciò che noi diamo alla terra la terra lo dà a noi.

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Mondo Vegetariano. Pagina 7. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ MA I L P E S CE N O N F A B E N E.

Franco Libero Manco. Vista la inarrestabile riduzione del consumo di carne, per motivi etici oltre che salutistici, i grandi centri di produzione a-limentare (vere e proprie potenze economi-che) cercano di recuperare il mercato invo-gliando la gente a consumare piú pesce, e-saltando qualità, che molto spesso sono im-maginarie, ed eludendo, volutamente, ogni possibile effetto negativo. Trascurando l’aspetto etico del pro-blema, e cioè che il pesce è un animale ca-pace di soffrire e accusare l’agonia della morte (credo che la morte per asfissia sia tra le piú atroci che si possono immagina-re), il pesce è tra le sostanze piú putrescibili esistenti in natura: basta lasciarlo per qual-che ora fuori dal frigo per rendersene conto. Inoltre le sue presunte virtú dovute ai grassi polinsaturi sono altrettanto abbondanti nella

frutta e nella verdura e queste, per il loro al-to contenuto di acqua e fibra, anche se e-ventualmente trattate (purtroppo) con pro-dotti chimici, risultano essere sicuramente piú utili e meno dannose per il nostro orga-nismo. Non va trascurato che, con gli scari-chi industriali nel mare e i liquami di ogni sorta, il pesce risulta contaminato da metalli pesanti, come il piombo, il mercurio, il ra-me e cosí via, sicuramente nocivi alla no-stra salute. Se poi si sommano gli ormoni e altri prodotti chimici aggiunti nel mangime degli allevamenti intensivi, il quadro si completa. Se il pesce fosse utile o necessario, come i nutrizionisti di turno cercano di far credere alla gente, coloro che non ne fanno uso (come il sottoscritto da trenta anni) do-vrebbero accusare una qualunque patologia da carenza. Invece mai sono stato in ottima salute come da quando ho escluso dalla mia dieta il pesce, la carne ed i derivati animali.

E T I C A U N I V E R S A L E .

L A R I V O L U Z I O N E D E L -L ’ E T I C A U N I V E R S A L E .

Franco libero Manco. L’universalismo è uno stato di perce-zione della coscienza piú ampio, è la visio-ne unitaria delle cose, è la consapevolezza che tutto ciò che esiste è parte inscindibile

di un solo grande organismo. L’universali-smo riconosce il valore intrinseco di ogni singolo componente come unico e irripeti-bile e trascende ogni parzialismo e ogni concetto isolazionista. Esalta l’integrazione armonica delle differenti culture, l’intera-zione sinergica delle forze vitali. Nella sua attuazione pratica richiede al soggetto una coscienza individuale piú giu-sta, una mentalità di pace e di giustizia piú ampia e profonda degli schemi convenzio-nali marcatamente antropocentrici, la capa-cità di estendere il diritto al rispetto, alla li-bertà e alla vita dall’uomo a ogni essere senziente. Questo non vuol dire che tutte le cose siano sullo stesso livello, che il com-portamento del criminale abbia, sul piano dell’etica, lo stesso valore del comporta-mento dell’uomo giusto e onesto; non si-

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Mondo Vegetariano. Pagina 8. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ gnifica che l’essere umano abbia l’obbligo giuridico di trattare allo stessa stregua un uomo e una zanzara, ma che ha l’esigenza morale di rispettare le esigenze vitali di o-gni creatura, perché tutte appartenenti alla medesima realtà in continuo divenire, con l’identico diritto di esistere e di attuare il proprio destino evolutivo, nella consapevo-lezza che piú un essere è debole e indifeso e piú ha il diritto di essere tutelato dal piú forte. L’universalismo, pur conservando il valore delle proprie identità culturali, supe-ra il concetto di patria, di nazione, di appar-tenenza a un gruppo etnico, l’assolutismo dogmatico del concetto dualistico tra bene e male. Ciò che occorre è superare le divisioni mentali, fittizie, virtuali, capire che non c’è nulla di assoluto nell’universo, che tutto è in continuo mutamento. Che nulla di ciò che viene detto o fatto ha valore imperituro, che tutto è in relazione al contesto storico sociale in cui si verificano i fatti e che solo ciò che mira alla conservazione della Vita e all’armonica compenetrazione tra le cose resta come punto di riferimento oggettivo. Per i credenti può essere Dio, per i non cre-denti sarà la speranza nel bene, nella demo-crazia, nella giustizia, nella vita, che, a mio avviso, sono la stessa cosa. Occorre capire che il bene ed il male sono intrinsecamente legati al punto che l’uno non può esistere senza l’esistenza del-l’altro. Infatti se dovesse essere abolita la violenza dalla dimensione terrestre, per il fatto che ogni specie esiste in virtú della sopraffazione di quella piú debole di cui si nutre, ogni cosa sul Pianeta cesserebbe di esistere. La strada da seguire sta nel perfet-to equilibrio delle due realtà: ma quanto piú un uomo opera nel bene tanto piú si avvici-na ai margini dell’equilibrio. Se il bene si identifica con la vita e con

l’evoluzione integrale di ogni essere viven-te, il male è tutto ciò che si oppone alla vi-ta, alla gioia, all’armonia, e si manifesta con la sofferenza, il caos, la morte. Ma se l’essere umano arrivasse, un ipotetico gior-no, ad abolire ogni forma di violenza e di ingiustizia tra i suoi simili e verso gli ani-mali fino a realizzare il mitico Paradiso Terrestre, nulla cambierebbe per le altre specie viventi che esistono solo in virtú del-la violenza che esercitano a danno di altre creature spinte dalla necessità di sopravvi-venza. L’essere umano è il solo che ha il pri-vilegio di potersi opporre alla inesorabile legge naturale, accettando di essere «vega-no»: in questo modo vince la legge della violenza alla quale sono soggetti impotenti gli altri esseri che per esistere devono ne-cessariamente uccidere. Anche se sarà im-possibile abolire del tutto la violenza del-l’uomo verso le altre creature. Pensiamo a quanti piccoli animali vengono uccisi nella coltivazione dei campi o nella realizzazione delle strade o dei palazzi. Nell’ottica dell’universalismo qualcun-que schieramento è errato. Chiunque si po-siziona in una corrente di pensiero o ab-braccia le teorie di una qualunque dottrina o ritiene preminenti i valori di una cultura su un’altra cade nell’errore di una cultura se-gregazionista, antropocentrica, razziale, specista. Convinto che la sua verità sia quella a cui le altre devono uniformarsi cer-cherà il trionfo della stessa. Chiunque dice «questo è mio fratello» sbaglia perché no-stri fratelli non sono solo quelli della nostra stessa specie ma tutti gli esseri senzienti. Chiunque dice «io sono donna» sbaglia per-ché nel maschio ci deve essere, e c’è, anche la dimensione della parte femminile e vice-versa. Chiunque dice «io sono rosso», «ver-de», o «bianco», chiunque dice «io sono cristiano», «induista» o «buddista» tenta di

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Mondo Vegetariano. Pagina 9. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ affermare la supremazia della corrente del suo pensiero sulle altre, ma chi dice «arco-baleno» è piú vicino alla realtà delle cose. Chiunque guarda in una sola direzione si priva della percezione di un orizzonte piú vasto, ma chi guarda in modo circolare, an-

zi sferico, prima di fermarsi e dire «questa è la parte che io prediligo, in cui meglio mi i-dentifico», preclude a sè stesso, alla sua a-nima e alla sua mente la possibilità di cono-scere le differenti realtà che lo arricchisco-no e che compongono la Vita.

E C O L O G I A E A M B I E N T E .

E C O L O G I A : L A V I S I O N E D E L L A G L O B A L I T À .

Paolo D’Arpini. L'ecologia del profondo non ipotizza il ritorno al primitivismo, bensí individua nel-le attuali condizioni della società avanzata l'occasione di un riequilibrio. La continuità della nostra società, in quanto specie, richiede una chiave evoluti-va, una visione globale per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevo-lezza di condividere con l'intero pianeta l'«esperienza vita». Questa visione è l'ecologia del profon-do: la scienza dell'inscindibilità della vita. Ne consegue che l'economia umana può e deve tener conto dell'ecologia per av-viare un progresso tecnologico che non si contrapponga alla vita e che sia in sintonia

con i processi vitali del pianeta. La scienza e la tecnologia in ogni campo di applicazione devono rispondere alla domanda: «È ciò economicamente compatibile?» I macchinarî, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti dovranno es-sere realizzati in termini di sostenibilità e-cologica. Verrà avviato un rapido processo di ri-conversione e riqualificazione industriale ed agricola che già di per sè stesso sarà in grado di sostenere l'economia. Infatti la sola riconversione favorirà il superamento dell'attuale stato di «enpasse» impartendo grande «input» allo sviluppo economico e sociale. Una grande rivoluzione umana com-prendente il nostro far pace con la «via globale» del pianeta.

Io penso che gli uomini saranno uccisi e torturati finché gli animali saranno uccisi e torturati, e che fino allora ci saranno guer-re, poiché è moralmente e tecnicamente ne-cessario che l’addestramento all’uccidere e

il perfezionamento dell’uccidere siano pra-ticati su esseri meno preziosi dei praticanti stessi.

Edgar Kupfer Koberwitz.

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P E S T I C I D I E I N Q U I N A N T I . A P R O P O S I TO D I P E S T I C I D I.

Professor Giovanni Battista Baratta. Per avere un quadro corretto della si-tuazione, oltre che dei micidiali pesticidi è necessario parlare anche di altre sostanze non meno dannose, che vengono sommini-strate sistematicamente nel terreno e alle piante, quali gli xenoestrogeni e le diossine, che sono potentemente nocive già a con-centrazioni dell’ordine di parti per miliardo. Ogni anno vengono irrorati sulle piante e sul terreno veleni agricoli artificiali in quantità milioni di volte superiori a quelle dei pesticidi naturali. Questi veleni persi-stono poi nell’ambiente anche per parecchî anni e nella grande maggioranza dei casi penetrano in profondità nelle piante e nella frutta e diventa impossibile «lavarli via». Inoltre oggi vengono correntemente e sistematicamente usati circa 66.000 diffe-renti prodotti chimici artificiali, per il 73 % dei quali le conoscenze degli effetti tossico-logici sono limitate o inesistenti; in partico-lare, vengono usati almeno ottanta pesticidi

cancerogeni e almeno quaranta tipi diversi di micidiali xenoestrogeni. Nel corpo di chi vive vicino alle zone industriali sono stati ritrovati oltre cinquan-ta tipi diversi di diossine. I veleni agricoli artificiali, gli xenoestrogeni e gli altri pro-dotti industriali stanno rapidamente e pe-santemente rovinando l’ambiente e gli esse-ri viventi. Alcune loro conseguenze devastanti, accertate sull’uomo e sugli altri animali, sono: aumento dei casi di allergie, di asma, di intossicazione, di cancro, danni all’appa-rato riproduttivo, malformazione nei feti e nella prole, distruzione degli animali impol-linatori. Come già avvenuto per il famigerato DDT, i pesticidi artificiali non garantiscono piú non solo l’aumento ma nemmeno la co-stanza dei raccolti agricoli. Perciò la conclusione è che i pesticidi, gli erbicidi, gli xenoestrogeni, devono esse-re aboliti. È necessario tornare a rispettare l’ambiente e usare i metodi agricoli natura-li.

S P I R I T U A L I T À E R E L I G I O N E .

AN IM A L I S T I , V E GE T A R IA N I , C A T T OL I CI E R I S P ET T O.

Ernesto Bianchi. Domenica Due Febbraio, in una delle

nostre conferenze che almeno una volta al mese allestiamo gratuitamente a Roma die-tro Piazza Venezia, la valorosa ex attrice Lea Massari ha illustrato esaurientemente le situazioni e gli interessi nei quali si sente piú impegnata. Come nessuno può far finta di non sa-pere, il pianeta è soverchiato da maltratta-menti orrendi di animali, che quanto meglio si sintonizzano con agonie e maltrattamenti di umanità disperata e maltrattamenti di pu-rezze violentate; ma intanto si potrebbe già arrivare a mostrare documentazioni cine-matografiche comunque esistenti, minuzio-samente approfondite nel collezionamento

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Mondo Vegetariano. Pagina 11. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ di orrori piú al di là di qualsiasi immagina-zione, tali che, se esibite e riesibite, riusci-rebbero a nauseare e sconvolgere popola-zioni intere. Quelle scene, che di solito non si ve-dono, che Lea Massari ha visto e noi ancora no, sono tutte collegate piú o meno diretta-mente all'alimentazione umana. Il che mi riconferma ancora una volta nella mia opinione che non ostante tutto nell'attività dei cacciatori c'è comunque me-no malvagità intrinseca che in quella degli allevatori. (Dal punto di vista ecologico la gra-duatoria, almeno in apparenza, si inverte, ma anche l'etica e l'ecologia sono cose di-verse, e questo sarebbe ora di cominciare a capirlo). E, avanzando verso l'etica e la conclu-sione della conferenza, è riemerso il solito punto dolente: l'«indolenza» della Chiesa Cattolica. Per la quale tutto quell'orrore sembre-rebbe praticamente encomiabile e un suo maggiore sviluppo addirittura auspicabile. Una religione con un simile atteggia-mento non può essere etica, e la stessa os-servazione si può tranquillamente ritorcere anche sulla maggioranza dell'attuale intero cristianesimo. Ma, e qui interviene il mio personale punto di vista, anche i cattolici possono es-sere etici, e in realtà addirittura ce ne sono. Perfino fra i vegetariani, perfino fra quei vegetariani che frequentano le nostre locali iniziative, ci sono cattolici, i quali an-zi di solito mostrano la stranezza di non ri-bellarsi né offendersi nemmeno alle piú in-fuocate valanghe di denunce della nefan-dezza cattolica in tutta la storia del cattoli-cesimo, e addirittura di condividere e sotto-scrivere tutte quelle stesse denunce. I quali però non ostante tutto questo ci chiedono educatamente il permesso di con-

tinuare a essere serenamente cattolici se-condo le loro coscienze, vegetariani fra noi vegetariani. Li abbiamo sentiti ripetutamente e so-no nostri amici e dobbiamo rispettarli. Allora si potrà rispondere che li ab-biamo rispettati sempre ma questo non si-gnifica rispettare anche la loro chiesa che va nella direzione opposta alla loro. Il centro dell'avversione al cattolicesi-mo sarebbe insomma il fatto che la Chiesa Cattolica coi suoi comportamenti, scorretti o presunti tali, mancherebbe addirittura di rispetto verso le moltitudini di quei cattolici che sono bravi davvero, monache e preti compresi. Ma anche per questo la Chiesa Cattoli-ca è un ambiente complicato, come questo nostro mondo è un ambiente complicato, e dunque ripeto ancora che, invece di imma-ginare di circoscriverlo in quanto ambiente infetto, dobbiamo spingerci con le nostre idee anche nell'interno di quell'ambiente. Comunque, appunto, un ambiente va-rio: per esempio c'è una meravigliosa suora calabrese che ripetutamente dalla televisio-ne, rispondendo al nome di Suor Bertilla, ha diffuso idee che risultano essere esatta-mente nostre, cosí mirabilmente come noi non saremmo stati capaci di esprimerle. E oltre tutto nel cattolicesimo l'alimen-tazione vegetariana non è una novità. In quel capolavoro del latino medioe-vale che risulta essere l'epistolario degli sventurati ex amanti parigini Eloisa e Abe-lardo, l'argomento preponderante delle let-tere è il problema che le povere monache sono donne (Eloisa è superiora di un con-vento), cioè presumibilmente persone meno vigorosamente incrollabili dei monaci ma-schî, e dunque meno resistenti o addirittura idonee all'astinenza per esempio dalla car-ne. Insomma Eloisa vorrebbe ottenere una

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Mondo Vegetariano. Pagina 12. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ dispensa per il suo convento, grazie alla quale poter praticare una religione meno in-transigentemente vegetariana. E Abelardo, se non ricordo male, insi-ste incoraggiandola invece a favore di quel-l'intransigenza. Di passaggio, da quell'epistolario risul-terebbe che razza di malvagio infame sa-rebbe stato quel cialtrone di San Bernardo Di Chiaravalle. Anche lui comunque, a quanto sembra, intransigentemente vegetariano. I nostri colleghi vegetariani piú inclini alla critica diranno che quel modo di essere vegetariani delle sofferenze degli animali se ne infischiava quanto piú altamente. Difatti, mentre per esempio i buddisti dall'anima girano alla larga e un libro cri-stiano della Chiesa Del Regno Di Dio de-nuncia l'invenzione dell'anima immortale come l'errore piú nocivo dopo quello di A-damo, i cattolici l'anima la stimano e se la coltivano, e quel vegetarianismo concepito come astinenza, cioè privazione, cioè ma-gari in un certo senso addirittura autolesio-nismo, rischiava di diventare piú una prati-ca a vantaggio della propria individualità, di immaginario rinvigorimento della pro-pria anima tramite la solita decrepita ubria-catura del sacrificio, che un ovvio rispetto degli esseri senzienti. Ubriacatura del sacrificio già denun-ciata dal Budda Storico nel Cinquecento Avanti Cristo. Il sacrificio poi secondo me è una stol-tezza antica: è il contrario del rispetto, è, dai classici sacrifici di animali che pervase-ro tutto il pianeta, la pratica della magia ne-ra. Di nuovo piú in auge che mai in questo momento nodale coi sacrifici umani dei ter-roristi suicidi. Quanto a me e al mio senso del sacrifi-cio, i vegetali mi piacciono, e ne sono

ghiotto, e assaggiare, elaborare e sperimen-tare ricette mi diverte come un matto, e quando mangio se il cibo è come dico io indiscutibilmente ne godo, e sono convinto che quel godimento è giusto, anche perché non mi sembra di averlo levato dal piatto di qualcun altro, e che è addirittura un godi-mento dovuto, e che se cosí non fosse si capovolgerebbe il significato della vita e si nuocerebbe deliberatamente alla salute. E sono convinto che questo stesso i-dentico mio modo di sentire si possa sinto-nizzare nel modo piú gratuitamente auto-matico con qualsiasi sincero buon cattolico. Poi sindacare sulle intenzioni dei catto-lici che mangiarono vegetali sarebbe d'altra parte il famigerato processo alle intenzioni, e intanto danno comunque per assodato che gli eremiti vissero in media piú a lungo dei loro contemporanei, e decidere se rivolgere o non rivolgere attenzione sulle anime non ostante tutto non sposta la maggior parte dei problemi. E invece, a proposito di rispetto, l'etica è un sostantivo che si risolve in un altro so-stantivo: il rispetto. E se pensiamo al rispetto di qualche cosa, al rispetto delle donne o al rispetto dei gatti o al rispetto dei palestinesi, allora stiamo già cercando di fare i furbi: di pren-dere un pezzetto del rispetto e buttare via tutto il resto del rispetto. Perché il rispetto deve essere il rispetto e basta, e se non è intero non è rispetto, e in fondo a tutti i ragionamenti è l'unica cosa che occorra, e se mai fosse realizzato dav-vero, allora automaticamente ci si troverei-be già nel famoso Paradiso Terrestre. Intanto nefandezza, infamia, malvagi-tà, orrore, pazzia e, soprattutto, scavalca-mento di qualsiasi rispetto continuano pro-prio adesso a esplodere con esplosività geo-metricamente crescente, perché proprio a-desso siamo arrivati a un nodo di saturazio-

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Mondo Vegetariano. Pagina 13. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ ne. E intanto, e forse i piú non se ne stan-no accorgendo, anche l'etica sta percorren-do una sua crescita parallela. In giro in mezzo al letamaio chi voglia può riuscire a vedere sempre piú etica sprizzare qua e là come scintille. E anche nel cattolicesimo si è vista ad-dirittura una parte preponderante, sospinta addirittura dal suo capo supremo, prendere

posizione contro niente meno che il gover-no degli Stati Uniti, tentando di fermare in-sieme a tutte le folle del pianeta con la sola forza della voce il sopraggiungere di una guerra. Dunque anche nel cattolicesimo au-mentano, senza sapere e senza volere, sem-pre piú gli individui maturi per la medita-zione sul rispetto.

C U L T U R A V E G E T A R I A N A .

L A M A D R E D E L V I T E L L O U C C I S O .

Tito Lucrezio Caro. Davanti al tempio degli dei magnifica-mente ornato, ai piedi degli altari fumanti d’incenso, sovente un vitello cade immola-to, fuor dal petto esalando un caldo fiume di sangue. E, orba del figlio, la madre cercando per le balze erbose ne riconosce al suolo l’impronta degli zoccoli forcuti, frugando con gli occhî ogni luogo, sperando di scor-

gervi il cucciolo perduto, e ferma al margi-ne del bosco frondoso lo riempie dei suoi pianti, e senza sosta torna a vedere presso la stalla, trafitta dall’ansia di riavere il suo giovenco. Né i teneri salici, né le erbe vive di ru-giada, né i fiumi scorrenti tra le rapide sponde possono distogliere l’animo e strap-pare l’improvvisa ansia che l’affanna; né la vista degli altri vitelli per i pascoli allegri può distrarre l’animo e liberarlo dalla sua pena: perché è quello il suo, che lei cerca e a lei sola conosciuto.

P E N S I E R I D E I G R A N D I .

T O M B E V I V E N T I .

George Bernard Shaw. Siamo le tombe viventi di animali as-sassinati, massacrati per saziare la nostra a-vidità. Non interrompiamo un attimo i nostri banchetti per chiederci se gli animali, al pa-ri degli uomini, possano avere diritti. La domenica preghiamo perché una lu-ce guidi i nostri passi sul sentiero che per-corriamo. Aborriamo la guerra, non vogliamo batterci (il solo pensiero ci colma il cuore

di terrore), e, tuttavia, ci ingozziamo di morte. Come avvoltoî, viviamo e ci nutriamo di carne, indifferenti alle sofferenze e al do-lore che in tal modo provochiamo, cosí co-me quando ci serviamo di animali indifesi per sport o guadagno. Come possiamo sperare di ottenere al mondo quella PACE che affermiamo di de-siderare tanto: preghiamo Dio, per essa, su ecatombi di uccisi, infrangendo ogni legge morale. E la crudeltà genera il suo frutto: la GUERRA.

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L ’ A N G O L O D E L L A P O E S I A . T I A M O , N A T U R A .

Franco Libero Manco.

Ti amo, Natura. Come una sposa la tua bellezza

mi appaga e ristora. Amo l’argentea scogliera

che solenne contempla il tramonto sugli orizzonti curvilinei del mare mentre stanca ansima la risacca sulla losanga umida del molo.

Amo il raggio che fende l’acqua dai bagliori improvvisi

e quel residuo di tempesta che sfuma nella dolce penombra della sera

mentre la notte sprofonda nell’immenso cristallo

e come pianto cade la rugiada. Amo le stelle che pulsano

di sangue caldo e vermiglio nel panorama ellittico del cielo.

Amo quel fiume inquieto e sinuoso che strisciando scende dal declivio per poi stanco arrendersi nel lago.

Amo l’alba che emerge trionfante di colori

quando il Sole arde con furore prorompente ed invasivo

e quelle farfalle che danzano frivole e leggere

in un tripudio di petali fragranti. Amo quel gabbiano

che nuota dentro il cielo. Amo quel vento mite e carezzevole che pigramente gioca tra le fronde

di alberi antichi e novelli. Amo la rumorosa

prateria di bisonti in corsa, i ghiacciai dal lucente biancore,

le distese di deserti mutanti e vellutati. Amo il lamento dei lupi che indugia

nell’assordante fremito dei grilli. Amo l’altezzosa giraffa,

il superbo incedere del gallo, il fiero e spavaldo galoppo dei puledri. Amo la Luna silenziosa e splendente quando trafigge la coltre della notte. Ti amo Natura, ma soprattutto amo

Colui che dal nulla informe seppe trarre tutte le cose che amo.

R I C E T T E D I C U C I N A V E G E T A R I A N A .

R A T A T O U I L L E . Dalla Francia: contorno, senza uova né latticini. Ingredienti per 6 - 8 persone. 2 peperoni rossi. 2 peperoni verdi. 5 pomodori. 3 melanzane. 4 zucchine. 2 ci-polle. 2 spicchî d’aglio. Mezzo cucchiaio di rosmarino e mezzo cucchiaio di basilico secchi. 5 cucchiaî d’olio di oliva, sale e pe-

pe bianco. 1. Lavate le verdure, privatele dei semi e affettate i peperoni. Affettate le zucchine e tagliate a cubetti le melanzane. Scottate i pomodori in acqua bollente e pelateli. Trita-te finemente le cipolle e l’aglio. 2. Fate riscaldare l’olio in una capiente padella e buttate, a imbiondire, aglio e ci-polla per 5 minuti, senza farli scurire. 3. Unite il resto delle verdure, salatele e pepatele e aggiungete le erbe aromatiche. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere dolcemente per una mezz’ora, rigirando fi-no a che la ratatouille risulterà densa e morbida. Si può servire calda o fredda.

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Mondo Vegetariano. Pagina 15. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________

NOTIZIE UTILI.

Ristoranti Vegetariani a Roma. Casa Imperiale. Ristorante cinese. Via Cristoforo Colombo Stazione Metropolitana Marconi, 00144 Roma. Casa Imperiale. Largo Leonardo da Vinci 1 A, 00145 Roma. Tel. 06 5 430 116. Ristorante Indiano. Circonvallazione Gia-nicolense 277, 00152 Roma (Ospedale San Ca-millo). Tel 06 5 826 001. Ristorante Vegetariano Indiano. Piazza Trilussa 50, 00153 Roma (Trastevere). Tel. 06 84 554. Yaiya Sai Ma. Via Angelo Bargoni 10, 00153 Roma (Trastevere). Tel. 06 5 812 840. Il Piccolo Melograno. Ristorante biologi-co. Via Imperia 9, 00161 Roma. Tel. 06 4 403 833. Ristorante D D. Ristorante egiziano. Via Adolfo Venturi 14, 00162 Roma (Piazza Bolo-gna). Tel. 06 8 611 334. Un Punto Macrobiotico. Via Umberto Moricca 100, 00167 Roma (Piazza Irnerio). Tel. 06 39 751 039. L’Albero Maestro. Alimentazione biologi-ca e biodinamica. Via Elvidio Prisco 19, 00174 Roma. Tel. 06 71 584 408. Arancia Blu. Via dei Latini 55, 00185 Ro-ma (Scalo San Lorenzo). Tel. 06 4 454 105. Zenobia. Ristorante siriano. Piazza Dante 23, 00185 Roma (Piazza Vittorio). Tel. 06 70 490 488. Al Leoncino. Via del Leoncino 38, 00186 Roma. Tel. 06 687 658. Il Pianeta Terra. Via Arco del Monte 94, 00186 Roma. Tel. 06 6 869 893. La Taverna. Via del Banco di Santo Spiri-to 18, 00186 Roma. Tel. 06 6 864 116. Le Cornacchie. Piazza Rondanini 53, 00186 Roma. Tel. 06 68 134 544. Andrea. Via Sardegna 26, 00187 Roma. Tel. 06 4 821 891. Centro Macrobiotico Italiano. Via della Vite 14, 00187 Roma. Tel. 06 792 509. Giovanni. Via Marche 19, 00187 Roma. Tel. 06 48 218 324. Il Margutta. Via Margutta 118, 00187 Roma (Piazza di Spagna). Tel. 06 32 650 577. L’Insalatiera. Taverna vegetariana. Via

Trionfale 92, 00195 Roma. Tel. 06 39 742 975. Ceppo. Via Panama 2, 00198 Roma. Tel. 06 8 419 696. Coriolano. Via Ancona 14, 00198 Roma. Tel. 06 8 551 122.

Ristoranti a Roma con i cani. “Andrea”. Via Sardegna 26, 06 4 821 891. “Ceppo”. Via Panama 2, 06 8 419 696. “Coriolano”. Via Ancona 14, 06 8 551 122. “Il Pianeta Terra”. Via Arco del Monte 94, 06 6 869 893. “La Taverna”. Via del Banco di Santo Spirito 18, 06 864 116.

Alberghi a Roma con i cani. “Atlantic”. Via Giovanni Vitelleschi 34, 06 6 879 558. “Jolly”. Via dei Gracchi 324, 06 32 499. “Pamphili”. Via della Nocetta 105, 06 5 862.

Indumenti biologici. “Vesti Natura”.Via Prisciano 39 b, 06 35 404 817.

Telefoni per problemi di animali. Ambulatorio Veterinario Comunale. 06 5 800 340. Ricerca di animali smarriti. 06 58 202 122. Segnalazione di animali morti. 06 5 810 078. Sepoltura di animali. 06 5 295 360. SOS veterinaria 24 ore. 06 58 238 488. Trasporto di animali morti. 06 58 202 122.

Alimenti biologici a Roma. “Bio Salus”. Via Santa Maria Goretti 42. “Dolce natura”. Via Aurelia 483. “Econatura”. Via Quintino Sella 2. “Il Germe di Grano”. Via Vincenzo Troya 24 B. “Il Ramo d’Oro”. Via Eroi di Rodi 240. “Il Sole e la Terra”. Via Pietro Bembo 14. “La Bottega della Natura”. Piazza Giovenale 4. “La Bottega del Naturista”.Via Eleonora Duse 31. “L’Albero del Pane”. Via S. Maria del Pianto 19. “L’Occasione Naturale”.Via Gregorio Settimo 92. “Mangianatura”. Viale dei Consoli 112. “Natural Mente”. Piazza Piero Puricelli 32 C. “Naturamica”. Via Andrea Meldola 122. “Punto Verde”. Via Bruno Rizzieri 204. “Sette Spighe”. Via Crescenzio 89 D.

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Mondo Vegetariano. Pagina 16. 15 Ottobre 2003. _______________________________________________________ Finchè gli uomini continueranno a uc-cidere gli animali essi non cesseranno nep-pure di uccidersi tra loro. Il mondo animale si vendica dell’umanità forzandola nelle guerre a divenire carnefice di sè stessa.

Max de Saxe. Dopo che Cristo è venuto non è piú consentito mangiare la carne.

San Girolamo. Finchè ci saranno i mattatoi ci saranno i campi di battaglia.

Wilhelm Johann Herrman. Finchè gli uomini si ciberanno come le tigri in essi permarrà la natura della tigre.

Anna Bonus Kingsford. Verrà il tempo in cui l’uccisione di un animale sarà considerata alla stessa stregua dell’uccisione di un uomo.

Leonardo da Vinci. La violenza sugli animali è il tirocinio per ogni crudeltà nei confronti degli uomi-ni.

Quinto Orazio Flacco. In nome di tutto ciò che è sacro nelle vostre speranze per il genere umano, esorto quelli che amano la verità e la felicità a fare ragionevole esperimento del sistema vege-tariano.

Percy Bysshe Shelley. Ci sarebbero meno bambini martiri, se ci fossero meno animali torturati; meno va-goni blindati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessi-mo fatto l’abitudine ai furgoni dove gli ani-mali agonizzano senza cibo e senza acqua diretti al macello.

Marguerite Yourcenar.

LI B RI C H E C O N S I G L I AM O E P O S S I A M O F O R N I R E. G Albert. Dieta parca e salute. A. Arrigoni. I diritti degli animali. E. Bianchi. Uomini e animali. Aldo Capitini. Vita religiosa. Armando D'Elia. Miti e realtà dell'ali-mentazione umana. Gino Ditali. I filosofi e gli animali. H. Fox. La personalità degli animali. Piergiorgio Lucarini. Mangiare vegeta-riano è la migliore medicina. Franco Libero Manco. Biocentrismo. Franco Libero Manco. Religione e questione animali. J. Oswald. Il grido della natura. J. Prieur. Gli animali hanno un'anima. Steven Rosen. Il vegetarismo e le reli-gioni nel mondo. Herbert Shelton. Il digiuno può salvar-vi la vita. Herbert Shelton. Il sistema igienistico. Herbert Shelton. Nutrizione superiore. Herbert Shelton. Tossiemia. M. Salustri. Fondamenti di alimenta-zione vegetariana. Günther Schwab. La cucina del diavo-lo. Soleil. Guarire. Ran Wal. Alla conquista del benessere. G. Zanga. Filosofia del vegetarismo.

(Esempio di spazio per eventuali inserzioni pubbli-citarie, aumentabile dimi-nuendo le citazioni qui ac-canto).