0604 - N11 Mondo Vegetariano - Aprile 2006

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA. A NNO 4, N UMERO 2. A PRILE 2006. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://www.vegetariani-roma.it [email protected]

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA. http://www.vegetariani-roma.it [email protected] Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta.

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA.

ANNO 4, NUMERO 2. APRILE 2006. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://www.vegetariani-roma.it [email protected]

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Mondo Vegetariano. Pagina 2. Gennaio 2006.

C H I S I A M O . L’Associazione Vegetariana Animalista “Armando D’Elia”, già Gruppo Vegetariano “Armando D’Elia”, nasce nell’anno 2002 co-me Movimento Indipendente di ispirazione o-listica. Il nostro interesse nasce dal ripudio di ogni espressione violenta nei confronti del-l’uomo, degli animali e della natura, dall’amo-re verso la Vita e dalla consapevolezza che so-lo da un corretto modo di vivere e di alimen-

tarsi (secondo le leggi naturali conformi alle nostre esigenze fisiologiche di esseri fruttaria-ni) è possibile conservare la salute del corpo, l’equilibrio mentale, i valori morali e spirituali. Infatti la pratica del vegetarismo favorisce lo sviluppo di una coscienza umana piú giusta e sensibile, una mentalità di pace e di disponibi-lità verso il prossimo, il superamento dello sfruttamento degli animali e delle risorse natu-rali, e l’eliminazione della fame nel mondo.

C O L L A B O R A Z I O N E . La collaborazione a Mondo Vegetariano è gratuita. Le opinioni degli articolisti possono non coincidere perfettamente con la filosofia che anima l'Associazione. Ogni articolista resta, pertanto, responsabile delle sue affermazioni. Coloro che intendono collaborare con il Bollet-

tino possono inviare i loro articoli per posta or-dinaria a Franco Libero Manco, in Via Cesena 14, 00182 Roma, oppure per posta elettronica a: [email protected]. Quanto ricevuto non verrà restituito e la Redazione si riserva di ridurre, in caso di uti-lizzo, la sua lunghezza.

Per ricevere il bollettino occorre iscriver-si all’Associazione per un anno. Socio sosteni-tore: 60 Euro; socio ordinario: 30 Euro; stu-denti, pensionati, disoccupati e minori: 20 Eu-ro. Sede: Via Cesena 14, 00182 Roma, tel. 06

7 022 863. E-mail: [email protected]. Conto corrente postale: 58 343 153 intestato ad Associazione Vegetariana Anima-lista, Via Cesena 14, 00182 Roma.

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A R G O M E N T I E L O R O P A G I N E . Nostra cronaca. 2. Lettere spedite. 3. Alimentazione e salute. 4. Devastazione e salute. 7. Istanze sociopolitiche. 10. Dalla stampa prevalente. 13. L’angolo della poesia. 15. Ricette di cucina vegetali. 15. Indirizzi di nostri amici. 16.

N O S T R A C R O N A C A .

Col passare del tempo, come in ogni fa-miglia tendenzialmente sana, aumentano, per quanto modestamente e forse impercettibil-mente, le nostre attività e le nostre iniziative. Oltre le nostre conferenze periodiche dei Gio-vedí in Via Celsa a Roma, siamo riusciti a te-nere discorsi e discorsetti anche in altri luoghi.

Per esempio in un liceo a Bracciano, nel quale a due gruppi di tre classi ciascuno abbiamo po-tuto illustrare diffusamente il tema dell’ali-mentazione e del vegetarismo. Per esempio nella sede dell’Associazione Fruit a Ostia. Per esempio nel Centro Culturale di Via Galileo Galilei 57 a Roma.

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Mondo Vegetariano. Pagina 3. Aprile 2006. Per la terza volta Martedí Quattordici Marzo abbiamo impegnato tutto il giorno e con discreto successo un’aula del Campidoglio per la nostra conferenza annuale, assistita an-che da un ottimo e abbondante spuntino vege-tariano in Via Celsa. Il tema centrale è stato far confluire gli sforzi, di coloro che cerchino di affermare un mondo migliore piú o meno in sintonia coi nostri principî, in qualsiasi forma

di aggregazione, collaborazione, risonanza, compartecipazione o comunicazione. Ne ripor-tiamo in questo bollettino un paio di interventi. Intanto ci prepariamo alla nostra quarta festa annuale, che impegnerà dalla mattina alla sera il giardino di Piazza Re di Roma la prossi-ma Domenica Sette Maggio. Qualunque mo-mento della giornata sarà buono per venire a vedere e sentire.

L E T T E R E S P E D I T E .

A L D I R E T T O R E D E L G I O R N A L E “I L T I R R E N O ” .

Franco Libero Manco. Caro Direttore, mi consenta di replicare agli articoli dell’Avvocato Fabrizio Bonuccel-li, in difesa della caccia e dell’alimentazione carnivora, pubblicati di recente sul Suo giorna-le. Per ciò che riguarda la caccia, mi limito a citare Tolstoi. «Non v’è fetore al quale l’ol-fatto non finisca con l’abituarsi, non v’è crimi-ne che l’uomo non ha imparato a considerare con indifferenza.... Nel costante suicidio mora-le è il male supremo della caccia». E se per l’Avvocato quarantadue morti ammazzati nel-l’ultimo anno sono pochi provi a fare la vitti-ma. Mentre per quello che riguarda la critica all’animalismo e alla dieta vegetariana mi per-metto di chiarire all’avvocato alcune sue lacu-ne in modo da evitargli di parlare di cose di cui non è bene informato. Studî di anatomia comparata, istintolo-gia, immunologia ed embriologia dimostrano

chiaramente che l’essere umano è un animale frugivoro come le scimmie antropoidi, non strutturato a mangiare animali, e che quindi non ha alcuna necessità di introdurre proteine di origine animale, come dimostra l’ottima sa-lute dei molti grandi uomini nella storia che sono stati e sono vegetariani. Se l’uomo man-gia di tutto prima o poi ne paga le conseguen-ze, come affermano quegli scienziati di chiara fama mondiale che non fanno gli interessi del-le industrie zootecniche o chimico-farmaceuti-che, dimostrando che gli alimenti carnei e gli altri ricavati dagli animali non solo non sono necessarî per la salute della persona, ma che sono responsabili di moltissime patologie, comprese quelle tumorali. La statura delle persone è aumentata a causa dell’eccessivo utilizzo di cibi iperprotei-ci e del latte vaccino, il quale possiede una sor-ta di «carica propulsiva anabolica» adatta a far crescere rapidamente il vitello per consentirgli di fuggire anche da cucciolo in caso di perico-lo, non adatta al cucciolo d’uomo che nel pri-mo anno di vita viene portato in braccio. Quando il latte vaccino viene usato dall’uomo agisce come un farmaco anabolizzante, stimo-latore, che disturba la crescita normale del bambino. I cibi iperproteici hanno accorciato di circa cinque anni il periodo di sviluppo della razza umana. Piú alta è la percentuale proteica di un alimento, piú alta è la velocità di cresci-ta. Ma un eccesso proteico impegna in un su-perlavoro fegato, reni, sistema neuro-endocri-no, ipofisi, tiroide e surreni. La vita media è aumentata non in virtú della carne e del pesce che sono entrati nella dieta quotidiana (anzi, questo è un fattore che l’accorcia), ma perché sono aumentati l’igiene,

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Mondo Vegetariano. Pagina 4. Aprile 2006. il tempo libero, la cura del corpo, e sono dimi-nuite la fatica giornaliera e la mortalità infanti-le. Il padre dell’avvocato non era al corrente che la malattia della pellagra si sviluppa a cau-sa della carenza di alimenti vegetali consumati crudi, che contengono sostanze vitali non re-peribili nella carne, che inoltre deve quasi ne-cessariamente essere cotta (e per esempio le vitamine e gli enzimi si uccidono con la cottu-ra). Secondo l’avvocato «è una fandonia ave- re un’alimentazione sana e corretta senza l’ap-porto delle proteine animali». Sicuramente non è al corrente che le piú grandi persone della Terra di ogni tempo e paese sono state e sono vegetariane, come Pitagora, Platone, Plotino, Plutarco, Socrate, Seneca, Porfirio, Cicerone, Orazio, Ovidio, Plinio, e poi Leonardo da Vin-ci, Schopenhauer, Schweitzer, Tolstoi, oltre un lunghissimo elenco di santi del calibro di San Girolamo, Sant’Ambrogio, Santa Caterina da Siena, San Benedetto, San Gregorio Magno, Sant’Antonio, San Filippo Neri, per arrivare fi-no a noi con Gandhi, Einstein, Capitini, Um-berto Veronesi e un esercito di studiosi e per-sonalità contemporanee del mondo della scien-

za, dell’arte, dello spettacolo, dello sport. Tra questi ultimi vale la pena ricordare Dave Scott, Miles, Deriaz, Zanella, Venturato, Maiorca, Crooks, Lewis. Insomma il meglio dell’umani-tà, tutti in ottima salute, alcuni vissuti fino a cent’anni. Le proteine animali non sono necessarie in nessuna fase dell’esistenza umana. Special-mente i bambini non dovrebbero essere conta-minati con alimenti contrarî alla loro natura. L’esperienza dimostra la salute di molti nostri associati nati da genitori vegetariani e alimen-tati da decennî in modo vegetariano con enor-mi benefici fisici, mentali e morali. Quindi escludere carne e pesce dalla no-stra dieta è il solo modo per tornare a vivere secondo la nostra vera natura. Infatti carne e pesce non fanno solo male agli animali ma an-che alla salute umana, alla coscienza della gen-te, all’ambiente e all’economia. Caro Direttore, mentre La prego di voler pubblicare questa lettera, spero che nel Suo giornale non vi sia in seguito posto per affer-mazioni provocatorie, fuorvianti e dannose co-me quelle del Dottor Bonuccelli, il quale, a mio avviso, farebbe meglio a fare l’avvocato.

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A L I M E N T A Z I O N E E S A L U T E .

I G I E N I S M O , V E G E T A R I S M O E M A N C A N Z A D I V O C E .

Mauro Damiani. (Dal nostro congresso al Campidoglio).

Grazie a Franco Libero Manco, animo del vegetarismo romano, e grazie alla Dotto-

ressa Cirinnà, vicepresidente del Consigno Re-gionale, che ci ospita ormai da tre anni, e gra-zie per tutti gli sforzi che fa nella nostra comu-ne battaglia per la natura e la dignità. Io vi par-lerò di un argomento un po’ raro, penso, per voi. Avete mai sentito parlare di igienismo? Io mi occupo appunto di igienismo, me ne occu-po ormai da una quindicina di anni, e ho fon-dato un’associazione, l’Associazione per la Scienza della Salute. Questa disciplina è nata intorno al 1820 - 1830 negli Stati Uniti in un momento di parti-colare sviluppo dell’applicazione del metodo scientifico. È in quegli anni che inizia il prodi-gioso sviluppo della chimica, della biologia, delle scienze naturali in genere, della geologia, proprio come applicazione del metodo scienti-fico. L’igiene naturale nasce in un gruppo di quattro o cinque medici e un non medico che erano, diciamo, dispiaciuti, disgustati dei risul-

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Mondo Vegetariano. Pagina 5. Aprile 2006. tati che otteneva allora la medicina appunto di due secoli fà. La medicina di due secoli fà vie-ne definita anche la medicina eroica; si faceva-no delle cure molto brutali. Molto piú brutali delle attuali brutali pratiche mediche. Si faceva un grande uso di oppio, si faceva un grande u-so di sali velenosissimi come sali di arsenico e sali di mercurio, si faceva una pratica esagera-ta di emissione di sangue dalle arterie (i famosi salassi), si faceva uso di sanguisughe sempre per lo stesso discorso e insomma era una medi-cina particolarmente violenta. Questo gruppetto di medici e, ripeto, un non medico, applicando i principî appunto del metodo scientifico, tende a definire che cosa? Una cosa molto semplice: le regole naturali per mantenersi in salute. Questo è l’obiettivo di questo gruppo di persone. Non c’è bisogno secondo loro di ricorrere a quelle pratiche cosí violente, cosí oscene: ci dovrebbero essere dei criterî, dei metodi, delle regole naturali per mantenersi in salute. Loro sono partiti sicuramente da infor-mazioni orientali, hanno avuto influenze yoga, influenze ayurveda, anche influenze diciamo classiche, si rifacevano in qualche modo a Ip-pocrate, il grande maestro della medicina della Grecia classica, e appunto sviluppano nel giro di qualche decina di anni questa disciplina, branca della scienza, appunto scienza della sa-lute, che si occupa appunto di definire le con-dizioni per mantenersi in salute. Condizioni che poi verranno scoperte tutte naturali, cioè nessuna aggressione dall’esterno, nessun im-piego di sostanza tossica, solo la scoperta e l’uso delle regole naturali per mantenersi in sa-lute. La disciplina ebbe presto in America un rapido successo, anche perché riuscí a contra-stare un fenomeno gravissimo che appariva nei primi decennî del Secolo Diciannovesimo, cio-è le epidemie di colera. Successe molto presto che coloro che seguivano queste metodiche, queste regole naturali, non subivano l’infezio-ne del colera o la subivano in una forma molto piú leggera. Questo fatto di essere riusciti a contrastare le epidemie di colera portò a gran-de sviluppo e diffusione della pratica igienista. A seguito di questi sviluppi si crearono in America molte scuole di salute igienista,

scuole appunto di igiene naturale, e si ebbero anche università nelle quali venivano diploma-ti medici igienisti. Intorno al 1860, con la guerra di secessione, ebbene: la metà dei me-dici arruolati sia nell’esercito del Nord che nell’esercito del Sud erano appunto di matrice igienista. L’igiene naturale continuò a svilup-parsi per tutto il Diciannovesimo Secolo sia in America che in Europa; si ebbe sviluppo di scuole igieniste in Inghilterra, in Francia, in Belgio, in Italia, in Germania, e questo svilup-po procedette in maniera continua e massiccia fino alla fine del Diciannovesimo Secolo. Con l’inizio del Ventesimo Secolo e l’af-fermarsi di una innovazione nel campo medico - nel 1903 il principale magnate del petrolio, John Davison Rockefeller, decise di investire una montagna di soldi che aveva fatto diven-tando appunto il monopolista del petrolio.... Diventò monopolista del petrolio con un siste-ma particolare, criminale: per esempio dava fuoco ai depositi dei concorrenti, faceva salta-re le loro linee ferroviarie e cosí via, insomma decise di investire buona parte di questo capi-tale racimolato in un nuovo «business», che consisteva praticamente nello sviluppo dell’in-dustria farmaceutica. E della successiva chimi-cizzazione, cioè trasformazione in materia chi-mica, di tutta l’arte medica: di tutta la classe medica. Questa decisione viene presa nel 1903, e in quel momento arruolò un chimico, si chiamava Abraham Flexner, per questo pro-getto. Siamo dunque all’origine dell’industria farmaceutica. L’industria farmaceutica prima non esisteva, il farmacista stava nel suo nego-zio e dietro il negozio aveva un piccolo labora-torio dove pestava le varie sostanze naturali, erbe e minerali, per preparare le famose ricet-te: sviluppare le ricette del medico. Bene; in-vece con questo impegno di grandi capitali della Rockefeller Foundation si dà sviluppo al-l’industria farmaceutica. Collegata alla fondazione Rockefeller è la fondazione di un altro grande monopolista americano, un certo Andrew Carnegie, che era diventato il monopolista dell’industria dell’ac-ciaio. Le due fondazioni Carnegie e Rockefel-ler da quegli anni si impadroniscono completa-mente del sistema medico mondiale. E la tec-

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Mondo Vegetariano. Pagina 6. Aprile 2006. nica usata fu quella di inserirsi a controllare le scuole di medicina. Il chimico Abraham Flex-ner visitò tutte le scuole presentando la possi-bilità di fortissime donazioni. Venivano fatte donazioni del-l’ordine di un milione di Dollari alle scuole che si adeguavano ai nuovi criterî: ai nuovi protocolli. A quelle che non potevano o non volevano adeguarsi fu detto che avreb-bero dovuto chiudere con le buone e se non a-vessero chiuso con le buone avrebbero dovuto chiudere con le cattive. L’obiettivo era impedire che si fabbri-cassero medici delle classi diciamo piú basse della popolazione americana: si dovevano evi-tare le donne in medicina, si doveva evitare che ci fossero medici negri, il medico doveva essere «wasp», cioè bianco e non ricordo bene che altro, comunque anglosassone e con occhî azzurri. E quindi doveva essere un maschio ap-partenente alle classi medie, alla borghesia. Bene: le accademie igieniste che non si adeguarono a questo nuovo criterio, a questo nuovo ordine, chiusero e quelle che restarono aperte vennero chiuse con la forza da manife-stanti, ovviamente pagati da Rockefeller, che provvidero a distruggerne le strutture. Da allo-ra, dal 1903 - 1910, l’igienismo, questa scienza della salute, è una cosa completamente soffo-cata: non se ne può parlare, non se ne deve parlare, è difficile pubblicarne qualche cosa sui giornali, perché è troppo concorrente della medicina industriale, della medicina farmaceu-tica che si è affermata e si è impadronita di tut-to il settore della salute. Ma veniamo a parlare di che cos’è l’igie-ne naturale e quali sono i suoi principali risul-tati. Il messaggio serve per tutti noi, per tutti gli esseri umani. È possibile evitare le malattie facilmente. Basta rispettare le regole naturali, che sono state tutte definite e sono semplicissi-me. Non c’è bisogno di ricorrere ai medici, ai farmaci, ai farmacisti, agli ospedali che sono la fabbrica della morte. Non c’è bisogno poi di ricorrere alle cure degli anatomo patologi, che sono cure finali, cioè sul cadavere, sul corpo morto. È sufficiente rispettare le regole natura-li per mantenersi in salute. Le regole naturali sono semplici. Dovete cercare di mangiare prevalentemente frutta e verdura, possibilmente cruda. Prevalentemente

significa che un 50 - 60 % di quello che man-giate normalmente dovrebbe essere frutta e verdura, possibilmente cruda. Pochi cereali, pochissimi legumi, poco di tutto, evitare com-pletamente la carne, che è tossica, che è vele-nosa. Evitate qualunque prodotto animale; non a caso io sono qua in un’associazione vegeta-riana. Il vegetarismo è una fonte di salute. Voi sapete che secondo il punto di vista vegetaria-no i motivi per essere vegetariani sono di tre tipi. Uno, ovviamente, etico: la difesa degli a-nimali. Due: ambientale, perché essendo vege-tariani si difende l’ambiente. Ma terzo, e anche questo è importante del pari degli altri: siete piú sani, siete piú in salute. Quindi evitate qua-lunque prodotto animale. Evitate sia la carne degli animali terrestri che quella dei volatili e degli animali marini detta altrimenti pesce, e-vitate gli alimenti di origine animale, i formag-gi che sono una vera e propria peste, evitate il latte, evitate le uova, evitate qualsiasi cosa connessa con gli animali. Fare del moto quotidiano è importantis-simo. Un’ora al giorno di passeggiata veloce è fondamentale per la vostra salute. Prendete il Sole. È importantissimo, soprattutto d’inverno. Almeno due ore di bagno solare è fondamenta-le, è l’unico modo per avere la vitamina D che, come sapete, è fondamentale per l’acquisizio-ne del calcio e quindi avere ossa abbastanza robuste. Che piú? Cercate di rilassarvi. Se siete stanchi riposate. Non prendete caffè per stare svegli se siete stanchi. No: se siete stanchi il vostro organismo vi sta dicendo che dovete ri-posarvi, che dovete dormire, che dovete ricari-care le batterie. Evitate i veleni, ripeto, evitate il caffè, evitate qualunque sostanza eccitante, la cioccolata. Maledetta cioccolata: contiene caffeina che sta nel caffè, contiene la teobro-mina che è un altro veleno potentissimo. Chi smette la cioccolata, il caffè e il tè smette di a-vere il mal di testa, sappiatelo, eh? Un altro componente importante del mal di testa è il formaggio, quello fermentato, quello vecchio. Il famoso parmigiano, considerato il piú gran-de formaggio del mondo, in realtà è un vero e proprio insulto alla salute e all’evitare il mal di testa.

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Mondo Vegetariano. Pagina 7. Aprile 2006. Comunque sia, queste sono le regole. Poi se avete gravi problemi e volete in qualche modo migliorare la vostra situazione, smettete di mangiare. Digiunate. Un giorno, due, tre: vi sentirete subito meglio. Questa è la strada. È da quindici anni che io la pratico, chi mi cono-sce lo sa. Franco Libero Manco a proposito del tema del mio intervento parlava anche di coe-renza personale: igienismo, coerenza personale e coordinamento, bene, sappiatelo: questa è la strada. Io sono a vostra disposizione e caso mai vi do il mio numero di telefono se volete consigli. Ci vorrà del tempo perché una disci-plina in dieci minuti è impossibile raccontarla. Scusatemi se ho fatto un discorso un po’ com-plicato, ma ho cercato di renderlo piú semplice possibile, e comunque l’applicazione della di-sciplina è semplicissima, non richiede nessuno sforzo mentale, non richiede nessuna particola-re conoscenza, chiunque la può attuare: è la strada naturale per la salute. Mangiare bene, mangiare semplice, e se non si risolve non mangiare per niente. Due parole sul coordinamento. È fonda-mentale. È indispensabile. Secondo un’indagi-ne giornalistica pubblicata sul “Venerdí di Re-pubblica” nell’Autunno 2004, il 10 % degli i-taliani è vegetariano. Come l’hanno scoperto? Hanno telefonato a ventimila persone e duemi-la di quelle che hanno risposto erano vegeta-

riane. Quindi si parla di sei milioni di vegeta-riani. Ma avete visto voi qualche cosa nelle i-niziative di coordinamento pubblico, anche a livello locale, qualcosa di vegetarismo? Nien-te. Quindi noi siamo sei milioni di senza voce. Come d’altronde, come sapete, gli igienisti so-no da piú di un secolo un grosso numero di persone senza voce. È necessario che si realizzi questo coor-dinamento. In maniera da poter incidere sulle decisioni governative e sulle decisioni a livello locale. Non è possibile andare avanti senza un coordinamento. Otterremo quello che otterre-mo, ma almeno avremo la possibilità di comin-ciare a chiedere, perché al livello attuale que-sta molteplicità di associazioni piccole o me-diopiccole che si sono realizzate è importante ma non è incisiva. È importante che siano tan-te, perché una è pericolosa, può essere facil-mente controllata il che dà luogo a risultati ne-gativi; mentre tante associazioni sono una ric-chezza. Però è bene che si realizzi un sia pur piccolo e semplice meccanismo di coordina-mento. Fin da adesso io sono a disposizione e non a caso faccio parte del comitato promotore di questa iniziativa. E la mia associazione è a disposizione fin da adesso per tutto quanto possibile in ambito di coordinamento delle as-sociazioni animaliste, vegetariane ed igieniste. Grazie, e scusate la fretta.

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D E V A S T A Z I O N E E S A L U T E . Riproponiamo questo articolo cosí come lo abbiamo visto approdare sospinto dalle onde dell’“Internet”.

CANCRO: GLI ESPERTI MENTONO? Edward Goldsmith.

(3 Aprile 2006). La patologia neoplastica colpisce oggi u-na persona su tre e piú o meno tutti ne cono-scono, anche grazie alla diffusione di innume-revoli studî sull'argomento, le cause principali: l'esposizione a sostanze chimiche cancerogene presenti nel cibo che mangiamo, nell'acqua che beviamo e nell'aria che respiriamo, le radiazio-ni ionizzanti, dai raggi X usati per scopi medi-ci alle emissioni radioattive prodotte dagli e-sperimenti atomici e dagli impianti nucleari. Tuttavia le istituzioni del cancro, il «can-cer establishment», capeggiato negli Stati Uni-

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Mondo Vegetariano. Pagina 8. Aprile 2006. ti dal “National Cancer Institute” e nel Regno Unito dall'“Imperial Cancer Research Fund”, non lo ammetteranno mai. Né lo ammetteran-no le industrie chimiche, farmaceutiche e nu-cleari che finanziano quasi tutta la ricerca sul cancro e si dicono certe che l'attuale «epide-mia» sia attribuibile a tutto fuorché all'esposi-zione a sostanze chimiche o alla radioattività: ciò le porta fino al punto di non pubblicare i ri-sultati degli esperimenti che rivelano la cance-rogenicità delle sostanze chimiche prodotte dalle stesse industrie, come ha recentemente rivelato l'Agenzia per la Protezione dell'Am-biente negli Stati Uniti. Per non parlare dei vecchî argomenti fasulli, costantemente riesumati. Il primo argomento, esposto da Sir Rich-ard Doll, decano del «cancer establishment» degli Stati Uniti, sostiene che il tasso di tumori non è in crescita, fatta eccezione per il tumore polmonare, il melanoma e il linfoma non-Hodgkin; o, peggio ancora, che il suddetto in-dice è in realtà calato del 15 % dal 1950 in poi. Per quanto possa sembrare sorprendente, que-sta affermazione è in netto contrasto con i dati ufficiali pubblicati dallo stesso “National Can-cer Institute”, secondo cui l'incidenza generale dei tumori nella popolazione bianca degli Stati Uniti è aumentata tra il 1950 e il 1988 del 43,5 % e tra il 1950 e il 1994 del 54 %. Ovvero in media di circa l'1 % all'anno. Ma c'è di piú: l'incidenza di tumori è continua-mente in aumento fin dall'inizio dell'era indu-striale, visto che i casi di cancro registrati pre-cedentemente erano piuttosto rari e, in alcune aree, del tutto inesistenti. Un ricercatore che ha lavorato per me nel 1973 ha evidenziato, sulla base di statistiche dell'Organizzazione Mon-diale della Sanità, che tra 1967 e il 1968 il tas-so di tumori in paesi differenti - in questo caso le Mauritius, lo Sri Lanka, il Portogallo e gli Stati Uniti - era, in sostanza, direttamente pro-porzionale al Prodotto Interno Lordo. Il secondo argomento esposto dal «can-cer establishment», per bocca del dottor John Emsleyo dell'“Imperial College of Science, Technology and Medicine”, consiste nel soste-nere che «le sostanze chimiche utilizzate in a-gricoltura e nella produzione di cibo sono per norma sottoposte a severi controlli che ne ga-

rantiscono la sicurezza». Il che, naturalmente, non potrebbe essere piú lontano dalla verità. Tanto per cominciare, solo una parte insignificante dei circa settanta-mila agenti chimici già introdotti nel nostro ambiente e delle circa mille nuove sostanze e-messe ogni anno viene testata. Gli strumenti atti a sperimentare tante sostanze chimiche co-sí diverse semplicemente non esistono, né ne-gli Stati Uniti, né nel Regno Unito. Ma c'è di piú: quando i test sono real-mente eseguiti non potrebbero essere meno «severi»; essi vengono infatti condotti su so-stanze chimiche isolate, mentre ognuno di noi è continuamente esposto a un vero cocktail di agenti diversi, e tutto sembra suggerire che in varie combinazioni le sostanze chimiche pos-sono diventare decine, se non centinaia di vol-te piú cancerogene di quanto lo siano se prese separatamente le une dalle altre. Per esempio una piccola quantità di DDT, equivalente a quella rilevata negli uomini, fa aumentare di molto il danno epatico prodotto da una piccola quantità di carbonio-tetracloride, mentre gli ef-fetti tossici di questo solvente aumentano an-che di cento volte se si aggiunge il comune farmaco Phenobarbital; - inoltre le sostanze chimiche si trasformano negli anni: spesso si alterano e i prodotti di un simile deterioramen-to sono, in genere, piú nocivi della sostanza o-riginaria. È il caso, ad esempio, del pesticida eptacloro, che deteriorandosi origina un altro agente chimico, l'epossido di eptacloro, e quin-di si trasforma ancora in un altro chiamato e-possido di eptacloro-ketone, ognuno dei quali è piú cancerogeno della forma precedente. Un altro problema consiste nel fatto che tende ad esserci un lungo periodo di latenza, che può arrivare fino a quaranta anni, tra l'e-sposizione ad una sostanza cancerogena e lo sviluppo di una neoplasia. Alcuni tipi di can-cro possono addirittura manifestarsi soltanto nella generazione successiva: come, ad esem-pio, nel caso del DES, un ormone un tempo prescritto alle donne in gravidanza, le cui fi-glie, in alcuni casi, sviluppano una rara forma di tumore vaginale. Naturalmente è «economi-co» effettuare test per periodi molto piú brevi, al massimo di qualche anno, e, anche utiliz-zando dosi piú elevate, è improbabile che i ri-

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Mondo Vegetariano. Pagina 9. Aprile 2006. sultati ci dicano quali effetti a lungo termine è possibile che si manifestino. Il terzo argomento sostiene che la gran parte del cibo che consumiamo contiene can-cerogeni naturali in misura molto maggiore di quelli artificiali, introdotti dall'uomo (per e-sempio nei funghi e nel formaggio con muffe blu). Questo è l'argomento preferito di Bruce Ames, professore di Biochimica e di Biologia Molecolare all'Università della California a Berkeley. Naturalmente, perché questa teoria sia in qualche modo credibile, il ben noto au-mento dell'incidenza di tumori non può essere accettato: perché mentre la produzione di so-stanze chimiche sintetiche è aumentata di cin-quecento volte dal 1950 in avanti, dubito che si possa affermare la stessa cosa del nostro consumo di funghi o di questi tipi di formag-gio. Il quarto argomento è che c'è piú cancro perché semplicemente viviamo piú a lungo. Il cancro è una malattia della vecchiaia, ci spiega Bate. Chiaramente, se aumenta il numero degli anziani aumenterà anche l'incidenza del can-cro. Ma questo, che un tempo poteva essere vero, non lo è piú. Il cancro infatti è diventato una delle maggiori cause di mortalità anche tra i bambini. Secondo le cifre ufficiali del “Na-tional Cancer Institute”, i tumori infantili sono aumentati del 21,3 % nella popolazione bianca degli Stati Uniti tra il 1950 e il 1988, e il can-cro dei testicoli, una patologia nuova che col-pisce in prevalenza i giovani dai venti ai trenta anni, è aumentato del 96 % nello stesso perio-do. Il cancro infantile sta insomma aumen-tando esattamente allo stesso ritmo del cancro nel suo complesso, al tasso dell'1 % all'anno. Il professor Epstein dell'Università dell'Illinois, che combatte coraggiosamente contro il «can-cer establishment» da quarant'anni, mostra che, a dispetto di chi afferma il contrario e dei miliardi di dollari spesi nella ricerca, si è pro-gredito ben poco sulla strada della cura. In verità molti scienziati concordano oggi nell'af-fermare che si dovrebbe spostare l'attenzione sulla prevenzione. Molti credono che prevenire significhi solo promuovere cambiamenti nello stile di vi-ta degli individui. Ma prevenzione per il pro-

fessor Epstein e per altri scienziati serî signifi-ca molto di piú. Se anche mangiassimo solo verdura e frutta biologica fresca saremmo lo stesso esposti ad agenti chimici cancerogeni di tutti i tipi nell'aria che respiriamo, nelle piogge che cadono sui nostri raccolti e nell'acqua che scorre dai rubinetti. Un grosso e impellente problema delle industrie è come affrontare la gestione dei rifiuti. Visto che le discariche si riempiono e rimangono pochi posti per co-struirne di nuove, cresce la tendenza a incene-rire i rifiuti, compresi i materiali plastici, con dispersione nell'ambiente di diossine, altamen-te cancerogene, e di altre sostanze tossiche: - si assiste ad un aumento nell'uso come combusti-bili dei rifiuti chimici che sono spesso forniti gratuitamente per essere bruciati nei forni di cemento, il che significa anche dispersione di queste sostanze tossiche nel terreno; - i rifiuti radioattivi vengono inceneriti, o, piú precisa-mente, viene incenerito il materiale in cui sono contenute particelle radioattive le quali non possono venire distrutte dal fuoco e si disper-dono ancora una volta sulla campagna e natu-ralmente sulle città e sui villaggi ad essa circo-stanti. In molti paesi è del tutto legale introdur-re rifiuti chimici nei materiali da costruzione, come mattoni e blocchi di calcestruzzo, e, per quanto possa sembrare incredibile, aggiungerli al fango e perfino ai fertilizzanti artificiali che vengono sparsi sui terreni agricoli, visto che alcuni scienziati governativi hanno avuto per-fino l'impudenza di assicurarci che questo mi-gliora la fertilità della terra. Forse ancora piú incredibile è la nuova direttiva della Commis-sione Europea che legalizza l'inclusione dei ri-fiuti radioattivi nei prodotti di consumo; già a-desso il “British Nuclear Fuels” (Carburanti Nucleari Britannici) permette l'uso dei rifiuti radioattivi nella manifattura di vasi e pentole in terracotta. Vivremo dunque sempre di piú in un ambiente pieno di sostanze chimiche e ra-dioattive in cui la percentuale dei malati di cancro non può che aumentare fino a interessa-re alla fine tutta l'umanità. Per queste ed altre ragioni, prevenzione - almeno per coloro con un minimo di senso di responsabilità - può significare soltanto netta inversione e rapida trasformazione di queste

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Mondo Vegetariano. Pagina 10. Aprile 2006. tendenze. Semplicemente non si può piú con-cedere agli industriali di avvelenare il nostro ambiente con i loro materiali cancerogeni. De-vono smettere di produrli. È necessaria una va-

sta campagna popolare per obbligarli a questo. Non esiste nessun'altra alternativa socialmente o moralmente accettabile.

* * * *

I S T A N Z E S O C I O P O L I T I C H E .

LA R I V O L U ZI O N E I N C O M P R ES A. Bruno Fedi.

(Dal nostro congresso al Campidoglio). Cari amici, sono almeno trent’anni che si discute se scegliere la politica dei piccoli passi oppure una svolta rivoluzionaria. La svolta ri-voluzionaria è sempre stata considerata da tutti un atto impossibile. Impossibile a ottenere e impossibile a realizzare. Era inattuabile. Si è scelta di fatto la politica dei piccoli passi. Do-ve ci ha portato la politica dei piccoli passi? A nulla. Si sono sempre fatti due passi avanti e quattro indietro. Si è creata una classe, una ca-tegoria di persone che fanno i vegetariani, i pa-cifisti, gli ecologisti, gli animalisti e via di-scorrendo, ma lo fanno a vita. Molti lo fanno per professione, alcuni con grande successo personale. Altri invece, e ne rimangono pro-fondamente frustrati, con insuccesso addirittu-ra. Qual è la conseguenza? Si crea un gruppo di persone che fingono di fare ed impediscono ad altri di fare veramente. E questo è assai piú grave che aver finto di fare e basta. Ora qual è la verità al fondo di tutto que-sto? La verità è che l’etica attuale, quella che tutti praticano, è assolutamente inadeguata ai tempi. L’etica di duemila anni fà non può esse-re adatta alla situazione energetica di oggi, non può essere adatta all’intelligenza artificiale. Fi-

no a centocinquant’anni fà ogni cosa, ogni la-voro si faceva con l’energia delle braccia op-pure l’energia degli animali. Poi siamo passati all’energia dell’acqua, e già era una cosa un po’ turbante, ma non molto gravemente. Ma oggi si fa sfruttando l’energia del Sole accu-mulata attraverso gli eoni di milioni di anni nel carbone e nel petrolio. Questa energia finirà. Ritornerò su questo argomento. Non può esse-re adatta all’intelligenza artificiale. Non può essere adatta agli organismi geneticamente modificati, mentre prima sembrava che tutto fosse immutabile, che il mondo esistesse da quattromila anni. Invece esiste da quattro mi-liardi e mezzo di anni. Non può essere adatta alle nanotecnologie. Con un elettrone si può andare a colpire in una molecola un anello molecolare, spinge-re questo anello avanti o farlo tornare indietro e creare un motore molecolare. Non un motore meccanico che viene spinto con l’energia delle braccia oppure del petrolio. L’etica attuale non è adatta per un mondo di sei miliardi e mezzo di persone; era adatta nell’epoca di Cristo per un mondo di cento o duecento milioni di per-sone al massimo: oggi non può esserlo. Tutto questo deve cambiare, e cambierà per forza, perché l’energia del petrolio finirà. Però tutti coloro che occupano posti importantissimi, di-rigenziali, sanno tutto, sanno quanti ministeri ha ricoperto Andreotti, quanti mesi e quanti giorni è stato al governo, ma non sanno questi fatti elementari: questi non li conoscono. Quindi, siccome tutto cambierà, dobbia-mo essere preparati al cambiamento. Ciò che deve cambiare è fondamentalmente il modo di interagire. Muoversi, vivere, senza togliere, o togliendo il meno possibile. Ebbene: questa società è disponibile a ricevere un messaggio di questo genere? Sicuramente no. Ma era di-sponibile a ricevere il messaggio di Cristo ba-sato sull’amore in un’epoca in cui tutto ciò che dominava la società era il principio della vio-

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Mondo Vegetariano. Pagina 11. Aprile 2006. lenza del piú forte? Era il principio della spada romana che dominava il mondo di Cristo. La società non e-ra preparata. Era cosí totalmente impreparata che tutti sanno che cosa successe a Cristo. Era preparata la società del 1850 alle idee di Maz-zini? Non era preparata. Non era preparata alle idee di Mazzini e al sacrificio di Carlo Pisaca-ne, ma queste spianarono la strada a ciò che fe-cero poi i discepoli di Cristo e di ciò che fece poi Garibaldi. Garibaldi è stato possibile per-ché c’è stato prima Pisacane. Non lo sarebbe stato se Pisacane non fosse andato a morire in Calabria. Dunque quella che noi dobbiamo fare è una operazione culturale. Una operazione cul-turale di élite, esattamente come furono quelle di Mazzini, di Pisacane, di Garibaldi, che con-quistò mezza Italia con mille persone. Sarebbe possibile anche oggi. È un’operazione etica, scientifica, di pochi. Che devono divenire mol-ti, evidentemente. E come fare per ottenere questo? Possiamo pensare con la politica dei piccoli passi di salvare cani e gatti? È assurdo. Possiamo pensare di fare da soli? È altrettanto assurdo. Noi dobbiamo parlare in nome di tutti i diseredati. I bambini diseredati che sono dieci milioni e piú, e forse sono cento o duecento, forse sono seicento milioni, nessuno li può contare. Le donne schiavizzate. Ma non vedo-no questa gente le file di donne costrette a pro-stituirsi lungo le strade? Da Padova a Venezia, da Venezia fino a Treviso c’è una fila ininter-rotta lunga quaranta chilometri di donne tutte pronte a prostituirsi. Sono tutte delle schiave. Chi va con quelle è un padrone di schiavi, e-sattamente come se usasse la frusta. I lavorato-ri sfruttati: lavorano per pochi soldi, lavorano nei campi di Tarquinia, qui a due passi, a rac-coglier pomodori dalla mattina alla sera per tre Lire. E poi alla fine magari li buttano via per-ché non c’è mercato. I popoli mantenuti nell’i-gnoranza e nella miseria. Ho speso un po’ di fiato tempo addietro per dimostrare che tutta la politica dell’indu-stria farmaceutica è fatta per mantenere alti i prezzi. Mi ero chiesto per vent’anni perché fa-cessero ciò che fanno. Fanno ciò che fanno per tenere alti i prezzi. La ricerca su animali viene

fatta per la politica dei prezzi alti, per tenere Asia e Africa fuori del mercato, perché non possano fare ricerca, e siano ignoranti e pove-rissimi, e quindi sotto il pollice di chiunque li vuole schiacciare come un pidocchio. Dobbiamo essere i rappresentativi di tut-ti, e non di qualcuno. L’etica può essere per tutti oppure non è etica. Perfino un personag-gio molto discutibile che è il Cardinale Riche-lieu disse piú o meno la stessa cosa: «non si può andare in Paradiso da soli». Lo pensava perfino Richelieu; se lo pensava un uomo tale, figurarsi noi. In realtà già trovandoci qui noi stiamo prefigurando un nuovo modello di società, che sembra una cosa enorme, impossibile. Invece perfino già in questa sala c’è abbastanza crea-tività e abbastanza intelligenza per costruire questo nuovo modello. Per esempio per la ri-cerca: qui ce ne sono per lo meno tre di per-sone che io conosco che se ne intendono gran-demente. Per esempio per il modello univer-sitario, per esempio per la sanità, per l’energia, per i trasporti, per lo sfruttamento del sottosuo-lo, quelle riserve di energia solare, e il sopra, le foreste brasiliane. Ma per fare tutto questo è necessario riunire le forze di tutti. E dobbiamo farci conoscere. Ma come? Da trent’anni sto dicendo che dobbiamo lanciare un referendum. Lo perderemo. Sicura-mente lo perderemo, ma ricordatevi che cosa successe a Mario Segni, che era un personag-gio semisconosciuto, conosciuto come Mariot-to perché era il figlio del Presidente. Diventò per un brevissimo periodo, non fu capace di approfittarne, il padrone dell’Italia, perché vin-se il suo referendum. Noi lo perderemo, però tutti ci conosceranno. Ora la verità è che noi ci sottostimiamo. Ho letto recentemente una ricerca stati-stica fatta dal Professor Cheli, un sociologo dell’Università di Siena. Il 60 % dei cittadini intervistati ha dimostrato alte doti di creatività. Penso che Cheli sia un po’ troppo ottimista. Però anche se invece del 60 % i creativi fos-sero il 30 % il popolo italiano sarebbe un po-polo fulminante rispetto a tutti gli altri. Ci so-no, è vero, delle piccole differenze, ma non si-gnificative, fra il Nord, il Centro e il Sud. C’è addirittuara dove i creativi sono lo zero per

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Mondo Vegetariano. Pagina 12. Aprile 2006. cento. Non vi dirò in quale città, ma è una città dove le risposte alle domande sono state gene-ralmente: non so, non m’interessa, son discorsi pericolosi, non voglio sapere, non voglio dire, non voglio parlare. Non vogliono dire la pro-pria opinione: è troppo pericoloso. Ma in genere noi ci sottostimiamo. Que-sto 60 % di creativi ritiene, nel 4 % di essi, che i loro problemi non siano interessanti per tutti gli altri. E cioè tutti noi pensiamo che uscendo da qui i romani se ne fregano di quello che noi diciamo e pensiamo. Invece non è cosí. Ebbe-ne: otto milioni di italiani si dedicano al volon-tariato. Il 47 % degli intervistati da Cheli dedi-ca una parte rilevante del proprio tempo alla propria crescita intellettuale. Il 57 % ritiene che sia importante dedicare una parte della propria vita a migliorare la società. È una so-cietà evoluta, che si muove, anche se ritengo un po’ ottimistiche le statistiche di Cheli. Il 59 % dei politici ad alto livello intervi-stati ritiene fondamentali i problemi ecologici. Peccato che nei programmi dei partiti di tutto questo non si trovi traccia. Evidentemente essi stessi si sottostimano. Stimano che quella loro idea sia poco importante. La scelta dei candi-dati viene fatta su basi «familistiche»: quasi tutti hanno personaggi di famiglia che seguono la loro strada. Su basi mafiose: appartenenza allo stesso gruppetto. Su basi demagogiche: c’è un tale che sa tutto dell’energia, dell’aspet-to agricolo dei problemi italiani, però si sceglie un altro, che però è un immigrato e allora es-sendo un immigrato attira la simpatia di tutti perché poveretto evidentemente è uno che è stato gravemente colpito dalla sorte. È vero, ma anche la meritocrazia ha qualche significa-to, eh? Scegliere su queste basi è una degene-razione mafiosa della società, quella che Gior-gio Bocca chiama una degenerazione familisti-ca della società italiana. Ora noi siamo portatori di questa idea semplice. Il mondo progredisce tutto a forza di idee elementari, semplici, che però hanno una grande forza. Siamo portatori di una idea rivo-luzionaria e sovvertitrice, nonviolenta. Dob-biamo prendere coscienza della nostra forza. Dobbiamo riunirci tutti quanti, dobbiamo im-pedire ai professionisti della politica di conti-nuare a comportarsi come fanno pur essendo

consapevoli di come stanno le cose. Cheli stes-so mi raccontava di aver espresso le sue idee a un gruppo di politici, che lo sono stati a sentire in religioso silenzio. Alla fine il piú importante di loro, non mi ha voluto dire chi, si è alzato e ha detto: «Lei ha detto delle cose di straordina-rio interesse e straordinaria importanza. Però ora torniamo al concreto: noi dobbiamo sce-gliere i candidati della Regione Calabria». E questo è il concreto. Il concreto vero è quello che dicevamo prima: questa è la degenerazione mafiosa della società. Noi dobbiamo essere i creatori di que-sta svolta etica e scientifica. Della svolta scien-tifica ho parlato tantissime volte, non posso parlare sempre delle stesse cose, per cui questa volta non ne parlerò affatto. Questa svolta e-tica e scientifica determinerà un cambiamento della società. Siamo noi i portatori di questa svolta del Terzo Millennio. Non è stata nean-che, e non lo sarà, neppure la sinistra, la quale ha preso coscienza non dell’aspetto scientifico ed etico dei problemi, ma ha preso coscienza dell’aspetto economico. Quando vuol fare una cosa altamente in-tellettuale la sinistra parla del «PIL». Ma tutte le volte che si aumenta il «PIL», tutte le volte che la “Fiat” produce centomila macchine di piú, che si ottiene il successo di altre centomila macchine vendute, fabbricare ognuna di quelle centomila macchine costa in energia tanto pe-trolio quanto ci vuole a farla funzionare nei primi trentamila chilometri, ovverosia ci sono almeno sette od otto milioni di vecchie Lire spesi per la sola energia per produrre quella macchina. Quindi è un grave depauperamento del complesso globale. Questo aspetto etico scientifico non è stato visto. Noi non possiamo letteralmente portare un miliardo e mezzo di cinesi e un miliardo di indiani al nostro livello di consumi. Tenderanno ad arrivarci da soli, ci vorranno andare da soli, ma noi non possiamo: il mondo non se lo può permettere di portarce-li. Il consumo dell’energia sarà tale e l’inqui-namento sarà tale che le riserve di petrolio ver-ranno prontamente esaurite. Allora quando queste risorse saranno fi-nite o sulla strada di finire il nuovo modello e-nergetico che dovrà sostituire nel giro dei prossimi venti o trenta anni quello attuale si-

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Mondo Vegetariano. Pagina 13. Aprile 2006. gnificherà anche un nuovo modello sociale, si-gnificherà un nuovo modello etico, un nuovo modello anche di ricerca scientifica, che è quello al quale ho accennato. Per esempio i

motori molecolari e le nanotecnologie. Noi siamo i portatori di questo nuovo modello eti-co oppure non siamo nulla. Grazie.

D A L L A S T A M P A P R E V A L E N T E .

Anche se l’atteggiamento prevalente è ancora una specie di ostilità, si sta parlando di vegetariani sempre di piú e con crescente sim-patia. Nelle riviste e rivistine sulle mode salu-tistiche, che dilagano per informare piú o me-no superficialmente su curiosità piú o meno e-sotiche o nuove o ritenute tali, le descrizioni del mondo dei vegetariani stanno arrivando a riempire anche cinque o sette pagine alla volta. In questo mese di Aprile quel personag-gio fortunato della televisione che si chiama Alberto Angela (quello che indispettí qualche vegetariano dichiarando che l’intelligenza u-mana sia scaturita nel passaggio dai comodi a-limenti vegetali della foresta alla ricerca della carne nella savana) ha mostrato una panorami-ca delle tradizioni alimentari nel mondo, la quale arrivata in India si è dilungata su quella che era in effetti la tradizione piú normale del subcontinente, chiamandola letteralmente «l’a-limentazione vegetariana». E l’ha trattata pro-prio bene, mostrandone vedute tanto attraenti quanto riccamente variate. (Quell’altro personaggio che occupa nel-la televisione una posizione in un certo senso parallela, Mario Tozzi, si dichiara direttamente vegetariano). E, venendo a che cosa ne dica la stampa prevalente, ecco l’articolo che riprodu-ciamo, da “Il messaggero di Roma” di Giovedí 16 Marzo.

IL BOOM DEI VEGETARIANI: IN ITALIA SONO SEI MILIONI.

Licia Granello. Raddoppiati in tre anni. Diete senza car-ne e cibi crudi: uno stile salutista in tutto l’Oc-cidente. In aumento anche in Italia i «fan» di un’alimentazione «meat free». Già trecento i ristoranti vegetariani. Vegetariani. I vegetariani hanno scelto di non mangiare né carne né pesce. Ma consu-mano uova, latte e derivati, da cui ricavano parte delle proteine necessarie. Vegani (vegetaliani). Non mangiano al-cun prodotto di origine animale. Un tabú molto severo. Rifiutano quialsiasi cibo derivato dal-l’uccisione o dallo sfruttamento degli animali. Crudisti. Adottano una dieta vegetariana a base di cibi crudi (migliore apporto vitamini-co). La massima temperatura consentita è di 57 ˚C (corrispondente alla massima insolazione). Macrobiotici. Evitano gli alimenti indu-striali, gli zuccheri, il latte e i derivati, le solo-nacee, il sale e il caffè. Privilegiano frutta, ver-dure e legumi. Sí a carne e pesce in quantità minime. Una mela al giorno toglie il medico di torno. Magari insieme a un’insalata, un piatto di fagioli, del farro, una minestra di alghe e tofu. Meglio se tutto crudo o cotto a bassa temperatura. Salutare e dietetico, se è vero, come sostiene una nuovissima ricerca inglese, che l’aumento di peso è proporzionale al consumo di carne. Il mondo dei vegetariani (dal latino «ve-getus»: vigoroso) è in festa: mai come negli ul-timi mesi, ricerche ed analisi statistiche stanno confortando la scelta piú o meno radicale, a se-conda delle convinzioni etiche, sociali e reli-giose, di astenersi dal consumo di carne, prati-ca che coinvolge centinaia di milioni di perso-

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Mondo Vegetariano. Pagina 14. Aprile 2006. ne nel mondo. Gli indicatori economici sono tutti al rialzo, dall’Inghilterra, dove il «busi-ness» del cibo «meat free» è cresciuto del 38 %, agli Stati Uniti, arrivati ormai a quasi due miliardi di Dollari e con un incremento del gi-ro d’affari previsto nei prossimi due anni pari al 61 %. Anche in Italia, dove i vegetariani so-no passati dai tre milioni del 2002 ai sei milio-ni del 2005, il mercato dei cibi compatibili con la dieta vegetariana è in aumento costante: proliferano i centri di alimentazione naturale, si moltiplicano i corsi di cucina dove l’uso di frutta e verdura è alla base delle ricette, nasco-no associazioni monodedicate. Il guru dell’alimentazione crudista Aris Latham (tra i suoi pazienti Prince, Barbara Streisand, Sidney Poitier, Gwineth Paltrow) ha sostenuto all’ultimo congresso europeo dei ve-getariani la necessità di consumare grandi quantità di verdure crude, meglio se biologi-che, «perché il 20 % del cibo crudo, grazie ai suoi enzimi intatti, dà la possibilità di digerire piú facilmente il rimanente 80 % di cibo cot-to». Il fondatore del “Firedsun food”, l’asso-ciazione dei crudisti americani, va oltre. «Ab-biamo imparato che si possono ottenere ottimi patè usando noci o mandorle al posto della car-ne, e che le ricette di frullati e centrifugati so-no squisite; basta usare fantasia e materie pri-me freschissime. La cottura ad alta temperatu-ra sta diventando una tecnologia obsoleta». Ma ai vegetariani non basta, soprattutto se interpreti rigorosi della disciplina: banditi i formaggi realizzati con caglio animale, il pane impastato con lo strutto, le gelatine a base di colla di pesce. L’Associazione Vegetariana ha recentemente stilato un disciplinare da sotto-porre alle aziende per garantire l’assenza di so-stanze proibite dai varî prodotti vegetariani. Altro comandamento dei vegetariani, il biologico. Perché il fenomeno del vegetarismo corre parallelo a quello del «naturale»: difficile immaginare un assertore convinto della dieta priva di proteine derivate da animali morti, fe-lice di sapere che gli ortaggi nel suo piatto so-no contaminati da pesticidi, OGM, fertilizzan-ti. La loro presenza, del resto, è stata accertata nel sangue dei bambini appena svezzati (tracce scomparse dopo due mesi di alimentazione

biologica). Ricerca avvalorata dal biochimico americano Donald Davis, scienziato dell’uni-versità di Austin. Sua la scoperta secondo la quale almeno sei delle tredici principali sostan-ze nutritive contenute nella frutta e nella ver-dura piú usate sulla tavola del mondo occiden-tale sono diminuite del 40 % negli ultimi anni, colpa delle colture intensive e del conseguente uso e abuso della chimica in agricoltura. Se ancora non vi basta, potete iscrivervi al club angloamericano dei «freeganisti», sco-perto qualche giorno fà da un’intrepida croni-sta del quotidiano inglese “Independent”. La parola inglese è composta da «free», libero, e «vegan». Gli adepti del movimento si incon-trano la sera per fare il giro dei bidoni dell’im-mondizia e riutilizzare i cibi gettati via, «per opporci allo spreco vergognoso della nostra società». Ovviamente la carne resta in fondo ai cassonetti. Vegetariani in Italia: tre milioni nel 2002, sei milioni nel 2005. Tre milioni seguo-no la dieta in maniera rigorosa. Le donne sono il 70 % dei vegetariani in Italia. Trecento è il totale dei ristoranti vegetariani. Seicentomila i vegetariani «vegan». Non mangiano alcun pro-dotto di origine animale e rifiutano qualsiasi oggetto derivato da uccisione o sfruttamento di animali. [La sparata finale dei «freeganisti» e dei cassonetti è l’imprescindibile inchino di osse-quio, dovuto prima o poi per non far torto a nessuno, alla commiserazione pur sempre isti-tuzionale.]

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Mondo Vegetariano. Pagina 15. Aprile 2006.

L ’ A N G O L O D E L L A P O E S I A .

D I O N O N P U Ò C H E E S S E R E U N F I O R E .

Franco Libero Manco.

Disse un giorno il Sole insuperbito: «Colui che ha fatto il Mondo e l’Universo

non può essere che a somiglianza di un astro caldo e raggiante;

come potrebbe altrimenti permeare ogni recondita particella del Cosmo

e rendere feconda la notte degli abissi stellari?»

Allora disse l’Aquila:

«Io dispiego le mie ali possenti oltre lo spazio inesplorato delle rupi a simbolo che il cielo mi appartiene:

per questo Dio non può essere che a somiglianza di un uccello;

come potrebbe altrimenti spaziare da un confine all’altro della Terra?»

Rispose la Gazzella: «Il mio incedere è segno

di beltà discreta ed armonia formale: per questo Dio non può

essere che a somiglianza del mio simile; come potrebbe altrimenti

avere occhî traboccanti di dolcezza?»

Disse il Delfino: «Io sono signore degli oceani,

colui che domina l’onda e cavalca le maree: per questo Dio non può essere che a somiglianza del pesce;

come potrebbe altrimenti regnare sovrano nel mare da cui sboccia la vita?»

Riprese la Rosa:

«In quale nero abisso sarebbe l’Universo

senza i colori che io effondo nell’iride? Davanti a me si eclissa ogni bellezza:

per questo Dio non può essere che un fiore.»

Allora replicò l’Uomo: «Colui che è Intelligenza Suprema

non può che essere ad immagine dell’uomo:

come potrebbe altrimenti plasmare con logica sublime

ogni dimensione universale?»

E nell’illusione di un giorno senza tempo caddero in un sopore ipnotico le cose

sognando di essere ad immagine di Dio.

R I C E T T E D I C U C I N A V E G E T A L I .

FUNGHI PORCINI

AL CARTOCCIO CON LO ZENZERO. Nella cottura al cartoccio il cibo cuoce dentro un involucro sigillato, in un ambiente u-mido del suo stesso liquido, per cui c’è poco bisogno di inserirci grassi o condimenti che ne agevolino la cottura. Essendo sigillato, l’invo-lucro non lascia uscire profumi, e alla cottura lenta ed omogenea nel suo interno sono suffi-

cienti temperature piú basse con conseguente minore alterazione. In questa ricetta usiamo la carta da for-no, che si può trovare facilmente in vendita. È importante riuscire a infagottare il preparato nella carta in modo che resti ben chiuso, stu-diando eventualmente con cura come tagliare il foglio. Per unire il lembi si può anche usare una comune pinza cucitrice a punti metallici di quelle che si usano in tutti gli uffici. O even-

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Mondo Vegetariano. Pagina 16. Aprile 2006. tualmente si potrebbe anche legare il pacco con filo metallico. I funghi porcini si trovano anche conge-lati, ma se si usano quelli congelati sarebbe meglio scongelarli diverse ore prima della cot-tura, perché se pur essendo scongelati sono an-cora freddi diventa difficile capire quanto deb-ba durare la permanenza nel forno acceso. Ricapitolando l’attrezzatura consiste dunque in un forno, magari di quelli mitici dotati di termometro, la carta da forno e un at-trezzo o un accorgimento per chiuderla bene. Ed ecco gli ingredienti per quattro perso-ne. 600 grammi di funghi porcini puliti. Olio d’oliva. Due spicchî d’aglio. 10 o 15 grammi di zenzero. Rosmarino. Sale, eventualmente (e piano). Pepe, eventualmente (è già piccante lo zenzero).

Rughetta, eventualmente (a Roma la chiamano cosí, altrove la chiamano rucola, do-vrebbe essere un’erba saporitissima, nei «su-permercati» di solito non sa di niente e se ne trova solitamente di ottima fra i ruderi delle nostre antichità). Sminuzzate e tritate separatamente l’a-glio e lo zenzero. Tagliate a pezzetti i funghi puliti. Disponeteli sul foglio di carta e cospar-geteli dell’olio (meglio senza abbondare), del rosmarino e dell’aglio tritato. Aggiungete lo zenzero ed eventualmente il sale e il pepe. Rimescolate il tutto e chiudete il pacco. Tenetelo nel forno a 180 ˚C per circa venticinque minuti. Eventualmente sminuzzate la rughetta e aggiungetela cruda al risultato caldo della cot-tura dopo aver aperto il pacco. Mangiate prima che si raffreddino ma a-spettando che finiscano di scottare.

I N D I R I Z Z I D I N O S T R I A M I C I .

(In ordine di «codice postale»).

Jaya Sai Ma. Cucina vegetariana e musica etnica. Via Angelo Bargoni 10, 00153 (Viale Trastevere, Via Ippolito Nievo). 06 5 812 840. Arancia Blu. Cucina vegetariana ed enoteca. Via dei Latini 55, 00185 (inizio Via Tiburtina). 06 4 454 105. Bibliothé. Cucina ayurvedica vegetaria-na. Via Celsa 5, 00186 (Piazza Venezia, Largo Argentina). 06 6 781 427. Amí. Prodotti alimentari incruenti per cani e gatti. Corso Milano 5, 35139 Padova.

049 7 801 712.

Tutti i numeri precedenti di questo bollet-tino sono leggibili e scaricabili nel nostro «sito Internet» www.vegetariani-roma.it. A richiesta possiamo fornirne copie su carta, per consegna a mano da concordare pre-ventivamente, in uno qualsiasi dei nostri incon-tri, al prezzo simbolico di due Euro ciascuna.

Q U E L L I C H E S I T R O V A N O P I Ú A V A N T I V E R S O L E S O L U -Z I O N I D I T U T T I I P R O B L E M I S O N O I V E G E T A R I A N I .