La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

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Tutti i candidati del Polesine a Camera e Senato Elezioni politiche pag. 4-8 Posti letto e nursery a rischio tagli Sanità pag. 14 EMERGENZA SFRATTI, 33 ESPULSIONI ESEGUITE La casa di riposo comunale è stata recentemente posta sotto i riflettori, a causa di una lettera anonima inviata al consigliere comunale Aldo Guarnieri in relazione all’operato dell’ente pag. 11 IRAS, CHIARIMENTI IN MERITO AI POSTI La combinazione esplosiva tra disoccupazione e crisi dei redditi ha fatto perdere la casa a 60 famiglie rodigine solo negli ultimi 14 mesi, con previsioni ancora più allarmanti per il prossimo anno. A dare conto dell’amaro bilancio è stato l’assessore comunale ai Servizi sociali Antonio Saccardin pag. 14 pag. 10 Il Passante Nord divide, non solo Parco Langer L’Amministrazione chiede altro tempo. Per l’opposizione serve un referendum C onsigli di maggioranza, assemblee tra comitati, riunioni di partito: attorno al tracciato del Passante Nord continua il confronto e non di rado si sconfina nello scontro. Diverbi sono nati tra esponenti del- lo stesso partito, mentre battibecchi hanno incrinato i rapporti all’interno della stessa maggioranza consigliare, evidentemente il progetto di Veneto strade divide e non solo Parco Langer. L’idea di far passare il nastro d’asfalto a Sud del Ceresolo, infatti, ha trova- to consensi e dissensi trasversali che hanno portato ad un generale stato di “empasse” decisionale. La maggioranza non ha ancora deciso. Dopo un consiglio durato diverse ore, l’unica certezza che il Primo Cittadino ha portato a casa ha riguardato lo scollamento di Aldo Guarnieri dal resto del gruppo, che nell’occasione ha presentato le sue dimissioni da capogruppo del Pdl, e la convinzione che per un’oculata scelta occorra altro tempo. Se non altro esiste la disponibilità per trovare un tracciato migliore. Ma se nella maggioranza le discussioni hanno fatto tremare qualche scranno di palazzo Nodari, nell’opposizio- ne le cose non sono andate diversamente. Anche al Pd, infatti, è servita più di qualche riunione per far riallineare le ragioni della se- gretaria comunale Elena Pavarin, in un primo momento favorevole al tracciato a Sud del Ceresolo, a quelle del partito, impegnato nel promuovere un referendum tra i cittadini. Tra i contrari non manca chi sostiene che, vista l’apertura del casello autostradale di Rovigo Sud, l’intervento sia del tutto superfluo. Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 11 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010 continua a pag. 10 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio N ell’edizione n. 151 de La Piazza del mese scorso a pagina 10 è riportata la notizia che la Provincia di Rovigo, presidente Tiziana Vir- gili, ha inviato una lettera a Veneto Strade S.p.A. nella quale esprime parere negativo per il progetto di “...collegamento tra via Porta Adige e la Statale 16 (Tangenziale Est)...” l’ultimo tratto del Passante Nord. Il Passante Nord s’ha da fare *presidente del Comitato del Quartiere Commenda Est Giovanni Boschetti* EDITORIALE L’aspirazione di diventare un paese normale di Mauro Gambin* L ’Italia della crisi, cioè quella repenti- namente scopertasi tra i paesi con più difficoltà in Europa per occupazione ed economia, pareva aver maturato la consa- pevolezza che per uscirne sarebbe servita un’inversione ad U rispetto agli ultimi 20 anni. Pareva che finalmente l’Italia avesse seriamente preso in considerazione l’ipotesi di diventare un paese normale, un paese in cui la classe dirigente è seria ed onesta, com- petente e capace, un paese in cui si pagano le tasse e non il pizzo. Anche per il mondo dell’impresa il cambio di rotta sembrava l’u- nica via percorribile. “L’Italia in ritardo con le infrastrutture e un po’ ingessata dalla buro- crazia può – si diceva – comunque farcela. L’Italia può contare sulla sua innata creativi- tà, figlia dell’antichità classica e del Rinasci- mento. La cultura - si insisteva - la cultura è il bene primario inestinguibile che nessuno può copiarci”. Basta con i complessi d’inferiorità, con la nostalgia della lira, il desiderio della new-autarchia e del protezionismo con le cortine di ferro ai confini nazionali. Nessun paese, si diceva, è come l’Italia. L’Italia è “Made in Italy” e nel mondo conta. Insom- ma la svolta era li, con il dito già umettato sul bordo della pagina della storia patria. continua a pag. 3 *[email protected] CAVARZERE (VE) Via Maestri del Lavoro, 13 Tel. 0426 311783 Fax 0426 311741 www.tirakkina.it Comm. resp.: Antonio Magnan CAMERA SENATO VALORE ALLE PERSONE Messaggio elettorale VALORE ALLE PERSONE al centro ci sei tu Comm. resp.: Antonio Magnan Messaggio elettorale

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La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

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Tutti i candidati del Polesine aCamera e Senato

Elezioni politiche

pag. 4-8

Posti letto e nursery a rischio tagli

Sanità

pag. 14

EmErgEnza sfratti, 33 Espulsioni EsEguitE

La casa di riposo comunale è stata recentemente posta sotto i riflettori, a

causa di una lettera anonima inviata al consigliere comunale Aldo Guarnieri in

relazione all’operato dell’ente

pag. 11

iras, chiarimEnti in mErito ai posti

La combinazione esplosiva tra disoccupazione e crisi dei redditi ha fatto

perdere la casa a 60 famiglie rodigine solo negli ultimi 14 mesi, con previsioni

ancora più allarmanti per il prossimo anno. A dare conto dell’amaro bilancio è stato l’assessore comunale ai Servizi

sociali Antonio Saccardin

pag. 14 pag. 10

Il Passante Nord divide, non solo Parco LangerL’Amministrazione chiede altro tempo. Per l’opposizione serve un referendum

Consigli di maggioranza, assemblee tra comitati, riunioni di partito: attorno al tracciato del Passante Nord continua

il confronto e non di rado si sconfina nello scontro. Diverbi sono nati tra esponenti del-lo stesso partito, mentre battibecchi hanno incrinato i rapporti all’interno della stessa maggioranza consigliare, evidentemente il progetto di Veneto strade divide e non solo Parco Langer. L’idea di far passare il nastro d’asfalto a Sud del Ceresolo, infatti, ha trova-to consensi e dissensi trasversali che hanno

portato ad un generale stato di “empasse” decisionale. La maggioranza non ha ancora deciso. Dopo un consiglio durato diverse ore, l’unica certezza che il Primo Cittadino ha portato a casa ha riguardato lo scollamento di Aldo Guarnieri dal resto del gruppo, che nell’occasione ha presentato le sue dimissioni da capogruppo del Pdl, e la convinzione che per un’oculata scelta occorra altro tempo. Se non altro esiste la disponibilità per trovare un tracciato migliore. Ma se nella maggioranza le discussioni hanno fatto tremare qualche

scranno di palazzo Nodari, nell’opposizio-ne le cose non sono andate diversamente. Anche al Pd, infatti, è servita più di qualche riunione per far riallineare le ragioni della se-gretaria comunale Elena Pavarin, in un primo momento favorevole al tracciato a Sud del Ceresolo, a quelle del partito, impegnato nel promuovere un referendum tra i cittadini. Tra i contrari non manca chi sostiene che, vista l’apertura del casello autostradale di Rovigo Sud, l’intervento sia del tutto superfluo.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 11 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

continua a pag. 10

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

Nell’edizione n. 151 de La Piazza del mese scorso a pagina 10 è riportata la notizia che la Provincia di Rovigo, presidente Tiziana Vir-gili, ha inviato una lettera a Veneto Strade S.p.A. nella quale esprime

parere negativo per il progetto di “...collegamento tra via Porta Adige e la Statale 16 (Tangenziale Est)...” l’ultimo tratto del Passante Nord.

Il Passante Nord s’ha da fare

*presidente del Comitato del Quartiere Commenda Est

Giovanni Boschetti*

EDITORIALE

L’aspirazione di diventare un paese normale di Mauro Gambin*

L’Italia della crisi, cioè quella repenti-namente scopertasi tra i paesi con più diffi coltà in Europa per occupazione ed

economia, pareva aver maturato la consa-pevolezza che per uscirne sarebbe servita un’inversione ad U rispetto agli ultimi 20 anni. Pareva che fi nalmente l’Italia avesse seriamente preso in considerazione l’ipotesi di diventare un paese normale, un paese in cui la classe dirigente è seria ed onesta, com-petente e capace, un paese in cui si pagano le tasse e non il pizzo. Anche per il mondo dell’impresa il cambio di rotta sembrava l’u-nica via percorribile. “L’Italia in ritardo con le infrastrutture e un po’ ingessata dalla buro-crazia può – si diceva – comunque farcela. L’Italia può contare sulla sua innata creativi-tà, fi glia dell’antichità classica e del Rinasci-mento. La cultura - si insisteva - la cultura è il bene primario inestinguibile che nessuno può copiarci”. Basta con i complessi d’inferiorità, con la nostalgia della lira, il desiderio della new-autarchia e del protezionismo con le cortine di ferro ai confi ni nazionali. Nessun paese, si diceva, è come l’Italia. L’Italia è “Made in Italy” e nel mondo conta. Insom-ma la svolta era li, con il dito già umettato sul bordo della pagina della storia patria.

continua a pag. 3*[email protected]

CAVARZERE (VE) Via Maestri del Lavoro, 13

Tel. 0426 311783 Fax 0426 311741www.tirakkina.it Comm. resp.: Antonio Magnan

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da subito.Cl. energetica GEuro 90.000.Rif. R0063

Rovigo. Commenda. Appartamento al primo piano composto da soggiorno,cucina,tre camere da letto,due bagni e terrazzo.Riscaldamento autonomo e posto auto

di proprietà.Classe Energetica G. Euro 500,00.Rif.R0209

Rovigo. Centro storico. Appartamento duplex nuovo al 2° e ultimo piano con soggiorno e angolo cottura

al piano terra,camera matrimoniale e bagno al piano superiore.Arredato a nuovo con travi in legno a vista.

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Rovigo. Zona Tassina. L’appartamento con entrata indipendente,composto da cucina

abitabile con grandi vetrate,soggiorno,due camere letto,studiolo,bagno,due posti auto esclusivi e giardi-

no privato.Cl. Energetica in via di definizione.Euro 450,00.Rif. R0210

Sarzano. Appartamento di nuova costruzione al piano terra con ingresso indipendente,garage

e giardino ad uso esclusivo.Arredato a nuovo,climatizzato e possibilità di tenere animali.

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camino,cucina abitabile,due camere da letto,due bagni,garage con lavanderia,giardino,posti auto.Cl.

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matrimoniali,uno studio,due bagni, ripostiglio,cantina con camino, garage e giardino.Cl.Energetica in

definizione. Euro 79.000.Rif. R0075

Rovigo. Centro storico. Appartamento al 4° piano con ascensore,completamente arredato e

climatizzato,composto da ingresso,soggiorno con cottura,camera matrimoniale,bagno e terrazzo.Garage.

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Rovigo. Centro storico. Appartamento situato al primo piano,in un contesto signorile.Composto da soggiorno/angolo cottura,camera letto,cabina

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Rovigo. Zona centrale. Monolocale situato al 4° ed ultimo piano di un condominio servito da ascensore.Dotato di climatizzatore e pompa di calore.L’immobile è

completamente arredato.Cl. energ. in def.Euro 260,00 comprese spese condominiali.

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doppio,due camere da letto e bagno.Al piano terra,studio,garage,cantina e disimpegno.Parco pian-tumato di 3000 mq che circonda la proprietà.Classe

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Rovigo. Commenda. In zona tranquilla a due passi dal centro casa singola disposta su tre livelli già adibita per due unità abitative composta da due appartamenti uguali.Il seminterrato è composto da cantine e garage.

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Rovigo. Commenda. Signorile villa singola su due livelli di circa 400 mq. con taverna con camino,doppi ser-

vizi e lavanderia.Lotto complessivo di 590 mq con giardino piantumato.Classe energetica in definizione.

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Rovigo. San Bortolo. In zona tranquilla villa signorile di ampie dimensioni,con quattro camere da

letto,taverna con camino e mansarda abitabile.Parco di 1000 mq.Cl. Energetica in via di definizione.

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bagni,garage e giardino.Travi a vista in zona notte,riscaldamento a pavimento e possibilità di scelta delle rifiniture interne.Cl. Energetica A.Info in agen-

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cantine, due garage, giardino e pergolato ester-no. Terrazzo con veranda.Classe energetica in

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abitabile,due camere da letto,studio,due bagni,due ripostigli,garage e giardino di proprietà.Ristrutturata

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Rovigo. Zona residenziale. Bilocale al 3° piano servito da ascensore.Arredato a nuovo e con ampio terrazzo.Palazzina ben curata con giardino condominiale.Cl. Energetica in fase di

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Rovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneDiscarica

pag. 12

Taglietto 1, servono risposte prima di procedere

licEo palEocapa

pag. 14

Slitta al 2014 il corso ad indirizzo sportivo

statistica

pag. 16

In Polesine la popolazione più anziana del Veneto

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 30 gennaio 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

Tensostruttura di via Parenzoaprirà in quEsti giorni

La tensostruttura di via Parenzo aprirà le porte agli studenti del De Amicis di Rovigo “prima della fine di febbraio”. E’ l’impegno preso dalla presidente della Provincia Tiziana Virgili coi ragazzi delle quinte dell’istituto cittadino. “I tecnici di Palazzo Celio – ha precisato la presidente – indicano febbraio come termine per la conclusione dei lavori e la successiva possibilità dell’utilizzo dell’impianto”. Socialetorna il progEtto rui

Dopo essere stato interrotto nel 2009, riparte il progetto Rui – Reddito ultima istanza. Si tratta di una serie di interventi economico-assistenziali per persone a rischio di esclusione sociale e l’istituzione di un Tavolo permanente che coinvolge associazioni imprenditoriali e di categoria e cooperative sociali. Un’iniziativa, che vede coinvolti il Comune di Rovigo, la Regione Veneto, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e 19 Comu-ni della Conferenza dei sindaci, rivolta a contrastare la povertà e l’emarginazione attraverso la possibilità di avere un contri-buto economico temporaneo e di iniziare un progetto di inserimento lavorativo o sociale. Il progetto si rivolge alle persone in assoluto più deboli, siano esse singoli o famiglie. Serviziuna tElEfonata salva la vita

Provincia, aziende Ulss 18 Rovigo e Ulss 19 Adria, Camera di commecio, Croce Verde di Adria, Confcommercio, Confeser-centi, Confartigianato, Cna, Unindustria, Confcooperative, Confagricoltura, Cia, Legacoop, Upa e le segreteria di Cigl, Cisl e Uil, per prevenire situazioni di disagio e comportamenti autolesivi di lavoratori ed imprenditori, hanno reso possibile l’attivazione dell’iniziativa “una telefonata non cambia la vita. La può salvare”. All’800180950, dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 13 il sabato il servizio sarà in funzione.

Ulss 18pronta la squaDra

Di orsini

Pronta la squadra del nuovo direttore dell’Ulss 18, Arturo Orsini. In meno di un

mese dal suo insediamento, ha provve-duto a nominare i tre direttori che hanno il compito di dirigere l’intera azienda. Si tratta di: Silvano Favaretto nel ruolo di

direttore amministrativo; Manuela Baccarin con l’incarico di direttore dei Servizi Sociali

e Ferdinando Sortino al quale aveva già conferito la funzione di direttore sanitario.

Conservatorio “F. Venezze”aDDio al profEssor

BEllinazzi

E’ morto a Roma lo scorso 30 gennaio il professor Ilario Bellinazzi, presidente del Conservatorio di Musica “F. Venezze” di

Rovigo. Si è spento nel sonno, nella camera d’albergo, dopo aver partecipato alla

Conferenza dei presidenti di Conservatorio della quale era stato eletto segretario con voto unanime. Sempre presente a tutte le manifestazioni del Conservatorio e artefice

di molte iniziative per il territorio e per l’istituto da lui presieduto, lascia un vuoto

incolmabile.

Antonio Dainese105 anni E non

Dimostrarli

Antonio Dainese: 105 anni e non dimostrarli. Nato a Villa Regia di Contarina nel 1908 lo scorso 18 gennaio ha tagliato un traguardo davvero storico. Possiede ancora una buona

memoria e un’intraprendenza invidiabile. “Mi faccio ancora la dichiarazione dei redditi

da solo – ha confessato al primo cittadino Bruno Piva e all’assessore Matteo Zangirola-

mi invitati alla sua festa di compleanno-”.

Ilham Fatihi e Diana PerciunnuovE cittaDinE italianE

Ilham Fatihi e Diana Perciun sono diventate cittadine italiane. La prima originaria del

Marocco e la seconda della Moldavia, han-no prestato giuramento di fronte al sindaco

Bruno Piva. Dopo le consuete parole, “giuro di essere fedele alla Repubblica e di osser-

vare la Costituzione e le leggi dello Stato”, il sindaco si è complimentato con loro.

EDITORIALE

L’aspirazione di diventare un paese normale Il tempo di trovare una classe dirigente in grado di traghettarci oltre vent’anni d’inedia e il salto dalla seconda alla terza repubblica sembrava bell’e

fatto. L’Italia aveva dato prova di poter accettare anche la stagione dell’austerity, pur di diventare normale. Pensioni, lavoro, Imu. Un dolore dietro l’altro ma avanti, pur di essere fi nalmente come gli altri. Basta con le promesse, i proclami, i contratti con gli italiani. No, no basta, non ci saremmo più cascati. Anzi fosse la politica a darsi una regolata: troppi scandali, troppi ladri, in troppi sia alla Camera che al Senato. Con le elezioni politiche tutto sarebbe cambiato. Questa sarebbe dovuta essere la campagna elettorale all’insegna del nuovo corso dell’Italia, la nuova stagione della politica. La crisi, lo imponeva. Si sarebbe dovuto parlare del domani, delle nuove pieghe da dare all’economia, delle speranze per i giovani: il lavoro, la scuola, i servizi. Il momento storico lo richiedeva. Invece, la politica non ce l’ha fatta a resistere e forse nemmeno gli italiani. Dopo appena un mese dall’apertura della sfi da per il governo del Paese la tentazione di promettere quattro milioni di posti di lavoro è stata troppo forte, come pure il desiderio di togliere l’Imu dopo che già l’abolizione dell’Ici i era stata una vera e propria catastrofe per comuni, rimasti senza risorse per gli scuolabus, polizia locale, asili e scuole elementari. Diffi cile anche non lasciarsi andare al bisogno fi siologico dei condoni. E il reddito di cittadinanza? Che dire del reddito di cittadinanza. Meravigliosa l’ipotesi che per tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro a fi ne mese ci sia un assegno da mille euro ad aspettarli, se non fosse che siamo in Italia e sai quanti oggi lavorano per uno stipendio con un importo che vale molto meno? E sai quanti davanti ad un prospettiva del genere prenderebbero in seria considerazione l’ipotesi di diventare disoccupati a tempo indeterminato? E poi va a dimostrare che non ne hanno diritto. Dovremmo essere in un paese normale per poterlo fare. Cioè servirebbe una burocrazia che funziona, dei funzionari che si fanno rispettare, enti e uffi ci gestiti in modo ineccepibile ma siamo l’Italia, il Made in Italy, e sono cinquant’anni che parliamo di cultura, di patrimonio artistico di turismo come settori strategici per il rilancio dell’occupazione e dell’economia. Peccato non sentirne mai parlare durante le campagne elettorali, forse perchè riesce più facile convincerci che è possibile ridurre le tasse.

segue da pag. 1

di Mauro Gambin

Il tempo di trovare una classe dirigente in grado di traghettarci oltre vent’anni d’inedia e il salto dalla seconda alla terza repubblica sembrava bell’e

provincia

pag. 16

Le osservazioni di palazzo Celio al piano di Enel

amBiEntE

pag. 17

Stop al fotovoltaico a terra di Pincara, Fiesso e Adria

artE

pag. 19

Apre la mostraal Roverella dedicata a Goupil

occupazionE

pagg. 22-23

Il lavoro siconferma un nodo critico da sciogliere

Economia

pag. 26

Maggiore potere d’acquisto per far ripartire i consumi

cortE DEi conti

pag. 27

Gli ospedali hanno troppi debiti con i fornitori

200 milioni di bambini oggi nel mondo soffrono la fame.Anche in Italia stiamo vivendo un periodo di difficoltà, ma per un bambino che non mangia neanche una volta al giorno, la vita non è difficile, è impossibile.Per questo è importante che tutti facciano qualcosa, basta veramente poco.Con soli 5 euro puoi contribuire subito a sconfiggere povertà e fame e a difendere i diritti dei bambini e dei più deboli.

foto: roberto beani

dona 5 euro per un mondo più giusto.

sul futuro, non si gioca.

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

vaDEmEcum

Come si vota

Elezioni politiche, si vota domenica 24 febbraio, dalle 8 alle 22, e lunedì 25 dalle 7 alle 15. Possono votare per l’elezione della Camera dei Deputati gli elettori che hanno compiuto 18

anni, mentre per il Senato della Repubblica gli aventi diritto al voto che hanno compiuto 25 anni entro il primo giorno della votazione

(il 24 febbraio). Sia per l’elezione della Camera dei deputati che per quella del Sena-to della Repubblica l’elettore esprime la propria preferenza tracciando un solo segno sul simbolo della lista prescelta. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il se-gno va sempre posto sul contrassegno della lista che si vuole votare e non sull’intera coalizione. Non è possibile esprimere un “voto di preferenza”: la lista di candidati è, infatti, “bloccata”, i nomi sono presentati seguendo un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa, che non è presente sulla scheda elettorale. I parlamentari risulteranno eletti in base al medesimo ordine, a seconda dei seggi ottenuti dal rispettivo partito. Per la Camera il premio di maggioranza del 55 per cento viene assegnato su base nazionale. Diversamente la legge elettorale attuale prevede per il Senato un premio di maggioranza sempre del 55 per cento dei seggi ma calcolato regione per regione. Poichè il numero dei seggi è proporzionale a quello degli abitanti, di conseguenza il premio di maggioranza acquista maggior peso nelle regioni più grandi. In Lombardia dunque si assegnano 49 seggi, in Veneto 24, in Campania 29 in Sicilia 25.

Da anni laboratorio politico sotto osservazione nazio-nale, il Veneto in questa tornata elettorale del 24-25 febbraio si trova sotto la lente di ingrandimento, in-

sieme a Lombardia, Campania e Sicilia, a causa del peso determinante del risultato che uscirà dalle urne venete ai fi ni della stabilità di governo.

Il Veneto infatti è una di quelle regioni che “pesano”, con il sistema elettorale del Porcellum, nell’assegnazione dei seggi in Senato. Non quanto la Lombardia, defi nita l’Ohio di casa nostra per l’apporto decisivo che può portare con il suo premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma comun-que il suo contributo non è per nulla trascurabile.

Un interesse, del resto, manifestato nel corso della cam-pagna elettorale da partiti e coalizioni che hanno monitorato con attenzione l’andamento e l’evoluzione giornaliera di sondaggi e previsioni sulle intenzioni di voto dei potenziali 4 milioni di elettori di casa nostra.

La sfi da tra Bersani (centrosinistra), Berlusconi (centro-destra) e Monti passa anche per il Veneto dunque, frequen-tatissimo fi n dalle prime settimane di campagna elettorale dai big nazionali, affi ancati da quelli locali in corsa. In tutto

in Veneto i candidati sono 1600 distribuiti in 75 liste (altre 10 erano da valutare), si contendono 24 seggi al Senato e 51 alla Camera.

Il lavoro e le tasse: sono tutti economici i temi clou che hanno ispirato anche da noi gli interventi dei politici in tour, chiamati a Nordest a convincere una platea di elettori piut-tosto critica e distaccata. In particolare il mondo produttivo della piccola e media impresa, che nel Veneto rappresenta il tessuto portante, provata dalla recessione ha manifestato segni di insofferenza e di sfi ducia verso i partiti e la poli-tica accusata di scarso pragmatismo, mancanza di visione strategica e di moralità. Si aspettavano di capire come far ripartire l’economia e con essa la locomotiva del Nordest, dopo la crisi ancora più sofferente a causa del frazionamento in tanti piccoli distretti produttivi di fronte alla irrisolta sfi da della globalizzazione.

Le facce nuove messe in campo, in ambito della pro-messa di rinnovamento fatta un po’ da tutti i partiti alla vigilia della campagna elettorale, non sembrano suffi cienti a rimuovere i dubbi e lo scoramento. Anche perché poi non sono molte.

Il Pdl, che insieme alla Lega secondo le previsioni dovreb-be riuscire a “mantenere” il suo primato in Veneto, schiera i suoi pezzi migliori e, per questo, volti già consolidati e noti.

La Lega Nord, che con queste elezioni si conta dopo le recenti vicissitudini che l’hanno portata al nuovo corso, quel-lo 2.0, presenta il maggior sforzo di discontinuità col recente passato, imposto non senza tensioni interne dal segretario Flavio Tosi. Il sindaco di Verona ha quindi lasciato a casa per lo più i veterani - avvicinabili alla precedente gestione bossiana del partito - per fare spazio ai “suoi”.

Il Partito democratico insieme con Sel, che non demor-dono e che fi no all’ultimo continuano a credere possibile anche in Veneto il sorpasso dopo un ventennio di dominio del centrodestra, si sono affi dati alle primarie per la compi-lazione delle liste.

Monti ha invece optato in Veneto per le eccellenze di spicco in ambito scientifi co ed economico.

Puntano, con fondate aspettative, ad intercettare anche in Veneto le preferenze dei delusi dai partiti tradizionali il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Fare per fermare il decli-no di Oscar Giannino e Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.

di Giovanni Giovetti

Le nuove facce della politica

non rimuovono dubbi

e scoramento

Attese risposte per far ripartire

la locomotiva del Nord Est dopo

la recessione

ELEZIONI POLITICHEAppuntamento con il voto

i prossimi 24 e 25 febbraio. In Veneto sono 4 milioni gli

elettori. Lente d’ingrandimento puntata sulla nostra regione,

il risultato che uscirà dalle urne potrebbe concorrere

in maniera determinante a garantire la governabilità in Senato. Lavoro e tasse

i temi più “battuti” in campagna elettorale Il Veneto verso le elezioni fra previsioni e sfi de

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Page 9: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

555Argomento del mese

Tutte le promesse per alleggerire il fi sco

Dall’Imu alle aliquote sui redditi “Le nostre tasserestino in Veneto”Candidati convinti Meno tasse per i veneti, più risorse al Veneto. In campagna elettorale, si sa, le

promesse fi occano generose e la riduzione della pressione fi scale è sempre un cavallo di battaglia al quale nessuno schieramento vuole rinunciare, pur

con i dovuti distinguo. Ma mai come in questa tornata elettorale si è parlato tanto di tasse e tributi, soprattutto a Nordest, dove per tessuto economico e sociale il gettito è particolarmente elevato e il tema sta a cuore a chiunque. A maggior ragione dopo un anno durante il quale famiglie e imprese sono state spremute per bene, con la prospettiva di continuare su questa china anche nei prossimi mesi. A meno che i vincitori non tengano fede a ciò che hanno promesso con gran fragore in queste settimane. Il governatore del Veneto Luca Zaia dall’accordo Lega - Pdl, fatto digerire non senza qualche diffi coltà alla base, si aspetta che “il 75 per cento dei soldi pagati dai veneti resti nella nostra regione”, perché, aggiunge, è stanco di vedere “anche quest’anno 18 miliardi di tasse dei veneti resteranno dirigersi verso Roma per non tornare mai più nei nostri territori”. Piatto forte del Pdl è la “proposta choc” della restituzione dell’Imu 2012, oltre all’azzeramento dell’aliquota per la prima casa. Per il veneziano Renato Brunetta, che prospetta anche due aliquote fi sse dell’Iperf, la promessa di Berlusconi potrà essere mantenuta: “I 4 miliardi di restituzione dell’Imu diventano consumi immediatamente, - spiega l’ex ministro dell’economia - a cui si aggiungono altri 4 miliardi di euro per la cancellazione strutturale dell’Imu per la prima casa. Sono 8 miliardi di euro, mezzo punto di Pil, è molto probabile che diventino consumi”. In modo particolare in una regione come il Veneto dove le real-tà commerciali e produttive sono preponderanti. Una tesi che il Partito Democratico liquida come pura fantasia, proponendo invece la detrazione di 500 euro per l’Imu sulla prima casa. E poiché in Veneto la stragrande maggioranza dei cittadini possiede la propria abitazione di residenza il risparmio sarebbe concreto, argomenta il senatore veneziano Marco Stradiotto. “E’ ora di smetterla di raccontare balle agli italiani. - afferma riferendosi alla proposta del Pdl - Con la nostra misura l’80% dei proprietari di prima casa saranno esentati da questa tassa. Non si tratta di una generica abolizione, ma di una redistribuzione commisurata alla reale ricchezza. Dall’analisi dei numeri emerge come sia necessario introdurre alcune misure per rendere il sistema fi scale più equilibrato”. Sulle tasse il premier uscente Mario Monti ha scelto come platea proprio il Veneto. Da Padova infatti ha annunciato: “È possibile e necessario avere una gra-duale riduzione dell’Irpef e dell’Irap già dal 2013 e non è necessario avere aumenti dell’Iva”, aggiungendo di non aver mai avuto l’intenzione di applicare la patrimoniale. E proprio dalle piazze piene all’inverosimile di Padova, Mestre, Treviso e Rovigo Bep-pe Grillo ha confermato di voler cancellare l’Imu ed Equitalia e di recuperare risorse mettendo un tetto alle pensioni più alte. Quanto all’Agenzia delle Entrate il fondatore del Movimento 5 Stelle propone un patto: “Serve un fi sco facile e giusto - ha tuonato dal palco - che mi dica con precisione quanto devo pagare senza farmi perdere intere giornate. E poi aboliamo l’Irap, la tassa - rapina sulle imprese”. Ni.St.

di Nicola Stievano

“Quasi 12 mila euro di tasse a testa, dal 1980 più che raddoppiate” L’analisi Dalla Cgia di Mestre previsioni poco confortanti per il 2013

Altro che meno tasse per tutti. Mentre le forze politiche fanno a gara giocando al ribasso sul fi sco alla Cgia di Mestre gli analisti hanno messo in ordine i numeri e le previsioni sono poco confortanti. Secondo le elaborazioni del centro studi nel 2013 la pressione fi scale raggiungerà il record storico del 45,1% del Pil, ben 13,7 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini

assoluti, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.735 euro. Ben il 125% in piu’ di quanto pagato nel 1980 (5.215 euro pro capite).125%. Il 2013, dunque, si presenta con un “carico” di tasse di 585 euro in più per ciascuna famiglia. Al netto di quanto riusciranno a concretizzare i nuovi governati nei primi mesi di governo, i contribuenti dovranno intanto fare i conti con l’introduzione della Tares sui rifi uti, l’aumento dell’Iva previsto dal primo luglio, il ritocco all’insù dell’Imu sui capannoni (imposta particolarmente dolorosa nel Veneto delle duemila zone produttive su 581 comuni), gli incrementi dei contributi previdenziali degli autonomi e delle addizionali Irpef a livello locale che si tradurranno in 14,7 miliardi di tasse e contributi previdenziali in più rispetto al 2012. “Nonostante la Legge di stabilità abbia alzato le detrazioni Irpef per i fi gli a carico - spiega il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi - la pressione fi scale nel 2013 si attesterà, secondo le previsioni del Servizio Studi della Camera e del Senato, al 45,1%”. Un piccolo spazio di manovra comunque ci sarebbe. “Con l’Imu l’Erario ha incassato circa 3-4 miliardi in più rispetto alle previsioni. - aggiunge Bortolussi - Si tratta di risorse suffi cienti per scongiurare l’aumento di un punto dell’ aliquota Iva del 21% previsto a luglio. Inoltre, se si riuscirà ad agire in maniera ancor più incisiva sul taglio alla spesa pubblica improduttiva, sicuramente ci saranno ulteriori risorse per alleggerire il peso fi scale sulle famiglie”. Speriamo.

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28 Approfondimento

Elezioni politiche 2013, manca pochissi-mo. Alle spalle abbiamo poco più di un mese di campagna elettorale in cui è già

successo di tutto, anche se nelle premesse, a tener il banco delle tribune elettorali, sembra-va dovessero essere esclusivamente i temi del rinnovamento, del cambio di rotta, dell’addio defi nitivo ad quel certo modo di fare politica, fondato sulle promesse e sui proclami. L’Italia della crisi, infatti, sembrava consapevole del bisogno dell’austerità, ma anche della necessi-tà del rilancio in termini di occupazione e con-sumi. Lavoro e imposte più umane è quanto i cittadini domandano per se stessi mentre alla politica è stata chiesta maggiore moralità e rin-novamento, ed è forse su quest’ultimo punto che le segreterie hanno lavorato di più. Così, al fi anco del vecchio partito, ma rinnovato nello “spirito e nei volti”, in lizza sono scesi i partiti “nuovissimi” con programmi e progetti altrettanto innovativi, stretti, a volte, in allean-ze meno nuove per consolidare la vecchia e solita aspirazione, entrare in Parlamento. Sulla scheda elettorale, dunque, ci saranno i simboli

dei noti (Pd, Lega, Sel, Udc), ma anche delle new entry: Rivoluzione civile, Fare per fermare il declino, Fratelli d’Italia, Centro Democratico. Una vera impresa cercare di non dimenticare nessuno come, del resto, lo è capirci qualco-sa. Tra i meno attenti al mondo della politica, infatti, non è raro il riassuntivo commento

“i politici sono tutti uguali” anche se invece per differenziarsi sembrano mettercela tutta. Insomma, il rischio che il partito di maggio-ranza sia quello degli astenuti mai è stato così reale, sul disimpegno politico pesa la scarsa informazione ma saranno molti anche quelli che giustifi cheranno con la disaffezione e della disillusione la loro scelta di marinare il seggio.

In Polesine la situazione non è stata meno burrascosa: dopo le “liti” interne al Pd, per la candidatura di Crivellari con conseguen-te accusa di “tradimento” da parte del padre politico, Spinello; la scarsa presenza di candi-dati polesani nelle liste del Pdl (perlomeno in posizioni favorevoli); la mancata candidatura di Contiero nelle fi le del Carroccio, hanno creato vivaci battibecchi all’interno degli stes-si partiti. Forse un po’ di chiarezza, almeno sugli schieramenti e sulle liste dal percorso più travagliato, potrebbe aiutare. Anche perché, sia alla Camera che al Senato, i candidati di origine polesana sono numerosi, e per alcuni l’ipotesi di poter sedere in Parlamento, è vicina al concretizzarsi.

di Francesca De Luca

Alle spalle un campagna elettorale di un mese nella quale è già successo di tutto

Elezioni politiche Manca pochissimo al voto. Acceso lo scontro tra i partiti in lizza

La via del “candidato” è lastricata di buone intenzioni

Alcuni dei simboli dei partiti in lizza per le prossime elezioni

F.D.L.

Per rispondere agli elettori che comprensibilmente hanno perso qualche passaggio decisio-nale, ed ora non riescono più a decifrare le coalizioni, a comprendere chi vi sia dietro ai nuovi simboli, a stabilire serenamente se e chi andare a votare, abbiamo pensato di fare un

sintetico e chiaro riepilogo, riproponendo i partiti e le coalizioni che hanno tra i propri candidati militanti polesani nelle liste per Camera e Senato.

Partendo da destra, incontriamo Il Popolo della Libertà, il partito dell’ex Presidente del consiglio. I pdl non ha grossi riscontri in termini di candidature territoriali: alla Camera nessun polesano fi gura tra i primi dieci posti; dodicesima è l’assessore di Villadose Ilaria Paparella se-guita da Federico Simioni, Monica Moro e Andrea Bimbatti. Il grande escluso è indubbiamente il coordinatore di Rovigo, Giuseppe Sacaramozzino. Al Senato, che vede come capolista Silvio Berlusconi, il Polesine è rappresentato da Bartolomeo Amidei, all’undicesimo posto e Alessandro Ferlin ventiduesimo. Dopo il Pdl la Lega Nord, per Maroni Presidente. Il carroccio schiera sei polesani: Dante Vascon (17esimo) e Giuseppe Donin (19esimo) per il Senato; Stefano Falconi (nono), Pietro Fin (24esimo) e Liliana Bonaguro (31esima) per la Camera; oltre all’onorevole uscente, Emanuela Munerato, in quarta posizione per il senato, con ottime possibilità di essere nuovamente eletta. Fli – Futuro e libertà, il partito fondato da Gianfranco Fini, concorre con una lista propria alla Camera e con la lista “Con Monti per l’Italia”, in accordo con Udc, per il Senato. I candidati polesani sono: Giacomo Labarbuta, Alessandro Caberlon e Monia Trevisan per la Camera e Marco Trombini al Senato. Per Fratelli d’Italia, movimento interno al centrodestra fondato da Giorgia Meloni (capolista alla Camera) e Ignazio La Russa e Guido Crosetto (capolista al Senato), il candidato polesano alla camera è il consigliere comunale di Adria, Michele de Bellis. Avvicindandosi al centro, ecco comparire la lista Scelta civica per Monti, in sostegno al professore, che alla Camera presenta i polesani Franco Berti e Lorenza Breda. Al Senato, invece, si presenta in una coalizione unica con FLI e Udc, proponendo (in quota UDC) Fiorella Cappato. Per il partito di Casini, alla Camera si schierano quattro polesani: Stefania Tescaroli, Giovanni Braggion, Renzo Smolari (13esimo) e Andrea Prandini (17esimo).

Nel centrosinistra. Per quanto riguarda il centro-sinistra e la sinistra, tra i muovi attori politici compare Centro Democratico, lista fondata da Massimo Donadi e Bruno Tabacci, alleato di Pd e Sel, i candidati polesani sono: Fabio Osti e Beppe D’Alba, rispettivamente al decimo e 21esimo posto della lista per un seggio a Montecitorio. Massimo Zanella è al settimo posto per palazzo Madama; sono diversi i fuoriusciti dall’Idv che, in disaccordo con la decisione del partito di aderire al nuovo progetto “Rivoluzione civile”, hanno aderito a Centro democratico. Alfi ere del centro-sinistra è ovviamente il Partito Democratico, per Bersani Presidente. Tra le molte polemiche e vari attriti, il PD polesano è riuscito a candidare in ottima posizione alcuni dei suoi fi ori all’occhiello: Diego Crivellari (già coordinatore provinciale), Laura Negri, Raffaela Salmaso e Chiara Boaretto a montecitorio; Angelo Zanellato, al Senato. A differenza del Pdl, nelle liste del Pd vi è una buona rappresentanza territoriale che i candidati vedono come chiave di volta per la vittoria. Altro alleato del Pd, è il partito di Nichi Vendola, il governatore pugliese. I candidati per Sinistra ecologia e libertà sono: Cinzia Sivier (sesta) e Walter Sigolo (24esimo) per palazzo Madama; Francesco Gennaro (ottavo), Ilenia Mazzoni (nona) e Fabio Moretto (27esimo) per Montecitorio. Infi ne, la lista che riunisce le forze alternative al Partito Democratico, di una sinistra e di un movimento sociale che dice di voler governare, ma non a qualunque condizione, è Rivoluzione Civile per Antonio Ingroia Presidente. La lista è sintesi di anime diverse, unite da un progetto comune, che si distanzia dai provvedimenti di ispirazione montiana. Gli attori sono: Italia dei Valori, Movimento arancione (promosso da De Magistris), Rifondazione Comunista, Verdi e parte della società civile (persone non aderenti ad alcun partito ma attive in varie associazioni per la legalità e la pace). Sei, i polesani candidati nella lista a sostegno dell’ex magistrato antimafi a: Paolo Coeli (15esi-mo), Tommaso Rossi (17esimo) e Shahnaz Sahngiri (28esima), neo cittadina italiana, alla Camera; Cristiano Pavarin (15esimo), Giovanna Pineda (18esima) e Oscar Tosini (20esimo) sono invece candidati al Senato.

Ne’ a Destra, ne’ a Sinistra. Nel novero di chi non si schiera ne’ a destra, ne’ a sinistra, abbiamo Veneto Stato, il partito indipendentista veneto, che sfoggia due nomi: al quarto posto per il Senato è Eraldo Barcaro, coordinatore provinciale di Veneto Stato di Rovigo e, al 15esimo per la Camera, l’ex candidato sindaco Mattia Giolo. Vede in Monti un possibile interlocutore Oscar Giannino, il giornalista economico fondatore del movimento Fare per fermare il declino. Giannino è capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto 1 mentre i candidati locali sono: Alessandro Carraro e Andrea Bedendo alla Camera, Alessandro Grego e Antonio Monesi al Senato. In buona posizione i candidati per il Movimento cinque stelle al Senato; Giovanni Endrizzi fi gura in terza posizione, a seguire Annalisa Marani e Vittorio La Paglia nona e 23esimo. p. Giuseppe Dalpasso, Massimo Dall’aglio e Bruno Turri sono ottavo, 23esimo e al 26esimo per la Camera.

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30 Approfondimento

Cosa pensano i candidati polesani? Quali sono i provvedimenti urgenti per il paese? Perché la candidatura e quali sono le rivendicazioni e le proposte per un Polesine diverso che questi porteranno avanti una

volta giunti a Roma? Queste sono le domande che abbiamo posto ad alcuni esponenti rappresentativi delle aree, centro-sinistra, centro-destra, società civile – sinistra, né sinistra né destra.

Focus su nomi e partiti Al voto il prossimo 24-25 febbraio

Le interviste ai protagonisti dei sei schieramenti in lizza

Se si dice Lega Nord in Polesine si dice Munera-to, già onorevole nello scorso governo, ora in lizza per poter sedere a Palazzo Madama. Il

voto per la Lega Nord? E un voto per il carbone. Così ha ribadito Munerato, fi era che il suo partito possa vantare di essere stato l’unico a schierarsi, da sempre, in favore della riconversione della centrale di Polesine Camerini. Dialogare con Enel affi nchè continui a credere nel progetto, è uno dei cardini di ciò che al livello nazionale si può fare per il promuovere istanze locali, perché “La centrale Enel è un tema nazionale che riguarda il nostro territorio. Il nostro Polesine”, sostiene.

Manuela MuneratoDa sEmprE a favorE DElla riconvErsionE DElla cEntralE

Secondo Bartolomeo Amidei, sindaco di Loreo in quota PDL, gli elettori dovrebbero accordargli fi -ducia soprattutto perché la sua posizione di sin-

daco gli consente di conoscere davvero da vicino i pro-blemi della gente e lo obbliga, anche moralmente, a risponderne. “Troppe volte si assiste a politici incapaci di dare risposte effi caci alle criticità reali; perché non le vivono, pertanto le ignorano”. Per quanto riguarda il Polesine, l’attenzione è posta verso il traffi co di merci: “dovremmo portare al livello nazionale l’im-portanza del prolungamento della Nogara Mare. In parallelo bisogna portare a termine il passante Nord, creando così un crocevia importante. D’altro canto bisogna dare impulso all’idrovia, con la riqualifi cazione e la giusta importanza a Ca’ Cappello e Portolevante”. Primo provvedimento dell’eventuale prossimo governo? “Restituire l’Imu”.

Bartolomeo Amidei“Bisogna DarE impulso all’iDrovia”

Per quanto riguarda l’area di centro destra abbia-mo intervistato Fiorella Cappato, ex Pd ora in Udc e candidata al Senato nella lista unica “pro

Monti”, insieme a Fli (il partito di Fini). Che farà se sarà eletto? “Cercherò di svolgere al meglio il mio ruolo con impegno, come ho sempre fatto. Milito da moltissimi anni e mi sono sempre spesa per la politica; è quello che vorrei continuare a fare, portando a Roma i problemi della gente”. Il Polesine è un territorio terrifi cantemente sottovalutato; “abbiamo infi nite risorse agricole, itti-che, turistiche. Il nostro bellissimo Parco del Delta merita di essere valorizzato e promosso al livello nazionale”.

Fiorella Cappatoil polEsinE È un tErritorio tErrificantEmEntE sottovalutato

Monia Trevisan, candidata con FLI, met-te come priorità la facilitazione “all’ accesso al credito per giovani, famiglie

e aziende e l’incremento di posti di lavoro tra-mite agevolazioni alle aziende”. Il politico deve rispondere al cittadino, per questo Trevisan si impegna, in caso di elezione, a stilare un report mensile con gli obiettivi raggiunti.

Monia Trevisantra lE priorità la facilitazionE all’ accEsso al crEDito

Beppe D’Alba è candidato nella lista Centro Democra-tico. Secondo D’Alba, per il Polesine è importante concentrarsi sullo “sviluppo di processi di ricerca per

attività del territorio, ovvero artigianato, pesca ed agricol-tura”. “E’ necessario avvalersi di nuove tecnologie, come le nanotecnologie che stanno diventando sempre più importanti per la nostra vita”. L’Italia, secondo il candidato, “ha bisogno di essere ripulita: moralmente e fi sicamente”, necessita di persone che operino con onestà e di qualcuno che si occupi della rivalorizzazione ambientale e paesaggiastica.

Beppe D’Albamoralità E rivalorizzazionE amBiEntalE

Per Diego Crivellari, dal 2010 coordinatore provin-ciale del Partito Democratico, il voto al PD “è utile perché siamo gli unici che potrebbero governare

ed avere le potenzialità che consentono di eleggere degli esponenti polesani”. Per quanto riguarda le misure per il territorio, af-ferma “le priorità è la salvaguardia dell’autonomia, il rilancio dell’imprese, e dell’occupazione; il sostegno a scuole e università: in Polesine abbiamo il Cur, polo universitario che attrae anche studenti fuori provincia e che merita di essere promosso”. Per quanto riguarda i provvedimenti urgenti la risposta è secca: “meno tasse sul lavoro, - sostiene - recuperando i fondi con una seria lotta all’evasione fi scale e una tassa sui grandi patrimoni immobiliari”.

Diego Crivellaririlancio DEllE imprEsE E DEll’occupazionE

Per Cinzia Sivier, candidata di Sel, “chi ha voglia di una sinistra di governo, dovrebbe votare noi. Abbiamo dimostrato, con l’esperienza di Vendo-

la, che i temi cari alla sinistra possono esser portati avanti, anche governando”. Sivier fa della tutela del territorio la sua bandiera: “Basta devastare il terreno a favore del cemento”. La nostra terra va riqualifi cata” gli investimenti, dunque, non devono dimenticare che qui c’è il Parco del Delta che deve essere valorizzato”. La priorità del prossimo governo? “Il sostegno alle famiglie e a chi è in diffi coltà”.

Cinzia Sivier“Basta DEvastarE il tErrEno a favorE DEl cEmEnto”

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Infi ne vi è Rivoluzione civile, lista civica che unisce partiti e mondo associativo. Le proposte per il Po-lesine sono chiare: “Occorrono politiche industriali

pubbliche per promuovere investimenti per un grande piano nazionale per il lavoro e l’ambiente, in cui anche il Polesine abbia la propria parte di investimenti (es. riqualifi cazione e riconversione ecologica delle aziende in diffi coltà, adeguamento e potenziamento della via navigabile, incen-tivi e fi nanziamenti per l’edilizia in termini di riqualifi cazione, ristrutturazione, riduzione dei consumi, messa in sicurezza antisismica degli edifi ci”. Secondo Shahnaz Jahangiri, presidente del circolo Arci di Adria, neo cittadina di origini iraniane, il voto a Rivoluzione Civile è un voto “per chi si occupa di tutela dei di-ritti, di tutti, soprattutto dei deboli”. “Le persone della nostra lista sono persone che si sono sempre messe a servizio del paese, con onesta e passione, a partire da Ingroia”, continua. Un provvedimento per il Polesine? “riqualifi cazione e valorizzazione di una delle zone più belle d’Italia, il Parco del Delta del Po”.

Shahnaz Jahangiri“pErsonE al sErvizio Di tutti, soprattutto

DEi piÙ povEri”

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Al di là degli schieramenti “classici” c’è chi si autodefi nisce “nè di destra, né di sinistra”. E’ il caso di liste come quella

promossa da Oscar Giannino. “Gli italiani sa-ranno stufi di promesse vuote e proposte irre-alizzabili. E’ tempo di Fare cose concrete per risollevare il Paese”. Così Alessandro Carraro, candidato alla Camera dei Deputati per Ferma-re il Declino, commenta l’ultima “promessa da campagna elettorale” del Pdl sulla restituzione dell’Imu. Per quanto riguarda la spesa pubblica l’esponente del partito di Giannino invoca “l’acquisto delle forniture e dei servizi, eliminando così gli sprechi nella pubblica amministrazione e in politica, aumentando al contempo i servizi”.

Alessandro Carraro“EliminarE gli sprEchi nElla puBBlica amministrazionE”

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Per Eraldo Barcaro, candidato nelle liste di Veneto Stato “bisogna battersi per la valorizzazione del territorio polesano

e la valorizzazione della cultura e di eventi culturali connessi, anche con un buon lavoro di coordinamento di ciò che già il territorio offre”. Infi ne è importante cercare di creare posti di lavoro per i giovani.

Eraldo Barcaro“valorizzarE la cultura”

Uno dei rappresentanti del Movimento a Rovigo è Giovanni Endrizzi. “Siamo incensurati – ha spiegato - abbiamo la

mente sgombra da schemi preconcetti, le mani libere da alleanze tossiche; capacità di analisi, idee e progetti orientati al futuro. Insomma Ab-biamo un programma che ora stanno copiando un po’ tutti, ma non possiamo sperare che lo realizzeranno davvero”. Tra le istanze da portare a Roma Endrizzi non ha dubbi: “Il marchio di qualità Polesine per agricoltura, piscicultura, agritu-rismo; attività ad alto valore aggiunto e elevato richiesta di manodopera. La politica dovrebbe impegnarsi per bloccare le grandi opere inutili in fi nanza di progetto e spostare la spesa su microprogetti di riqualifi cazione energetica degli edifi ci pubblici, a vantaggio di piccole e medie imprese locali”.

Giovanni Endrizzi“rEDDito Di cittaDinanza, finanziato con lE pEnsioni D’oro”

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Consigli di maggioranza, assemblee tra comitati, riunioni di partito: attorno al tracciato del Pas-sante Nord continua il confronto e non di rado si

sconfina nello scontro. Diverbi sono nati tra esponenti dello stesso partito, mentre battibecchi hanno incrinato i rapporti all’interno della stessa maggioranza consiglia-re, evidentemente il progetto di Veneto strade divide e non solo Parco Langer. L’idea di far passare il nastro d’asfalto a Sud del Ceresolo, infatti, ha trovato consensi e dissensi trasversali che hanno portato ad un generale stato di “empasse”. La maggioranza non ha ancora deciso. Dopo un consiglio durato diverse ore, l’unica cer-tezza che il Primo Cittadino ha portato a casa riguarda lo scollamento di Aldo Guarnieri dal resto del gruppo, che nell’occasione ha presentato le sue dimissioni da capogruppo del Pdl, e la convinzione che per un’ocu-lata scelta occorra altro tempo. Se non altro esiste la disponibilità per trovare un tracciato migliore. Ma se nella maggioranza le discussioni hanno fatto tremare qualche scranno di palazzo Nodari, nell’opposizione le cose non sono andate diversamente. Anche al Pd, infat-ti, è servita più di qualche riunione per far riallineare le ragioni della segretaria comunale Elena Pavarin, in un primo momento favorevole al tracciato a Sud del Cere-solo, a quelle del partito, impegnato nel promuovere un referendum tra i cittadini. Il clima è di sospensione. Ma si tratta di una “Situazione improcrastinabile - secondo l’ex primo cittadino Fausto Marchiori, anche lui rien-trato nella vicenda per spiegare come stavano le cose al tempo del suo mandato: “Una non scelta sarebbe deleteria. Via Calatafimi, ai miei tempi, era l’unica opzione per il tragitto del passante” – ha precisato, anche perché era l’unica ad essere inserita nel Pat. Del percorso a sud del Ceresolo – ha specificato poi

Merchiori – Veneto strade ci aveva inviato solo qualche schizzo ma un vero progetto da confrontare in sede di Consiglio comunale non l’abbiamo avuto mai”. Il dise-gno definitivo dell’intervento dunque sarebbe arrivato solo dopo l’insediamento del Sindaco Piva e alla sua Amministrazione si deve anche l’inserimento nel Pat del percorso a Sud del Ceresolo. Il cambio di rotta di Veneto Strade si deve al fatto che su via Calatafimi ci fu una generale levata di scudi da parte dei residenti poco propensi a piegarsi supinamente alla roulette degli espropri. Anche il Tar diede loro ragione. Oggi, invece, sul nuovo percorso pesano le pregiudiziali dei comitati cittadini. Nell’incontro tenutosi lo scorso 25 gennaio alla sala della Gran guardia, infatti, più volte e più relatori

hanno parlato di “poca trasparenza” indicando l’iter che ha portato alla proposta di un passaggio del Passante a sud del Ceresolo e ai costi che saranno necessari per la sua realizzare. Secondo quanto riportato dai bene informati tra espropri, progetti e opere già realizzate il costo del Passante avrebbe già superato i 28 milioni di euro e almeno altri sei sarebbero necessari per spostare il percorso a Sud del Ceresolo. Tra i contrari non manca chi, sostiene che l’intervento sia superato, in quanto se trent’anni fa il Passante avrebbe avuto il merito di eleminare un po’ di traffico pesante dal centro cittadino oggi, con l’apertura del casello autostradale di Rovigo Sud-Villamarzana, l’intervento sarebbe da considerarsi del tutto superfluo.

di Fortunato Marinata

Viabilità Il percorso a Sud del Ceresolo crea problemi a maggioranza e Pd

Il Passante Nord divide, non solo Parco Langer

Il percorso del Passante Nord così come è stato inteso da Veneto strade, a Sud del ceresolo

Piva: “Per prendere una decisione occorre altro tempo”. Il Pd insiste per un referendum cittadino

“Apprendiamo dalla stampa che sarebbe giunta al Sindaco di Rovigo una lettera da parte della Regione Veneto con la quale viene sollecitato a

prendere una decisione sul progetto del Passante Nord con tracciato a sud del canale Ceresolo entro il 28 febbraio, pena il ritiro del finanziamento. Non è chiaro da quale Ufficio sia stata inviata: se si trattasse della Segreteria alla Infrastruttu-re sarebbe ancora una volta un’iniziativa dell’Ing. Vernizzi in una delle sue poliedriche vesti: oltre ad essere A.D. di Veneto Strade e Presidente della Commissione V.i.a., l’Ing. Vernizzi è infatti anche Segretario regionale alle Infrastruttu-

re; il cumulo di cariche non ha limiti! Ma forse la missiva è a firma dell’assessore regionale alle Infrastrutturale, diretto “superiore” di Vernizzi. Invitiamo il Sindaco, a tutela degli interessi della città, a respingere questo ultimatum condito di ricatto e ad ascoltare invece il grido d’allarme che viene dai cittadini. Gli ricordiamo che egli ha preso il solenne impegno che a decidere sulla questione sarà il Consiglio comunale al quale ci appelliamo affinché la scelta sia fatta esclusiva-mente in base al bene della città. Vorremmo poi capire da cosa derivi questa smania di realizzare a tutti i costi e in tutta fretta quest’opera, quando a suffragarne la necessità

non esiste alcuno studio della viabilità su basi scientifiche ne tanto meno un Piano del traffico del capoluogo, presuppo-sto indispensabile per la realizzazione di un’opera viaria così importante. Ricordiamo ancora una volta che si tratta di una decisione definitiva, dalla quale non sarà possibile tornare in-dietro e che pertanto non può in alcun modo essere assunta con il “fiato sul collo” né di Veneto Strade né della Regione. A decidere sulle sorti della città devono essere i suoi cittadini e nessun interesse particolare deve prevaricare quello gene-rale! Anziché sottoporsi a ricatti, invitiamo invece il Sindaco a chiedere sia fatta piena luce sulla parte di opere già realiz-

zate sotto il capitolo “Passante Nord”, chiedendo a Veneto Strade tutti gli atti di contabilità finale dei precedenti appalti nonché le varianti alle opere che si sono succedute. É dove-roso che l’Ente rappresentato dall’Ing. Vernizzi documenti fino all’ultimo euro, vieppiù in questi tempi di crisi, come è stato speso il denaro pubblico che ha finanziato l’opera.

nEWs Lettera della rete dei Comitati Cittadini “no all’ultimatum DElla rEgionE”

segue da pag. 1L’articolo fa capire che l’attuale Amministrazione propone che il

Passante Nord non sia ultimato per “...mutamenti nella infrastruttu-razione viaria urbana ed extraurbana del Comune, si pensi al casello di Villamarzana, che pongono non pochi dubbi sulla reale necessità dell’opera.” Tutto questo fa capire che non si tiene conto di cosa chie-de la maggioranza dei cittadini della Commenda. Ricordo ai cittadini di Rovigo che il Comitato della Commenda Est ha sempre chiesto che il Passante fosse realizzato su Via Calatafimi secondo il progetto originario, a nord del Ceresolo. In alternativa, si era proposto di rea-lizzare il Passante più a nord con lo sbocco all’incrocio dell’Aliper, per poi passare lungo la ferrovia e arrivare a congiungersi con Via Lina Merlin. Quattro assemblee pubbliche con l’ex-sindaco Merchiori e i gli assessori senza mai avere una risposta. Nello stesso tempo, la Provincia di Rovigo (affermazione dell’ex-assessore Francesco Ennio in una pubblica riunione) ha espresso parere positivo che il Passante Nord sia costruito a sud del Ceresolo attraverso Parco Langer: nessu-no allora ha protestato, mentre il Comitato del Quartiere Commenda Est aveva fatto proposte alternative, anche alla Provincia di Rovigo. Evidenzio che l’ente “Provincia di Rovigo” è socio di Veneto Strade S.p.A. e ha un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazio-ne di detta Società: invece di una lettera “di facciata” è opportuno che il proprio rappresentante si esprima nel predetto Consiglio di Am-ministrazione. Ora Viale Tre Martiri è diventata l’unica uscita verso est dalla Città perchè è stato chiuso il raccordo di Via Calatafimi con la Tangenziale e Via Stacche è stata chiusa. Tutto il traffico automo-bilistico è incanalato su Via Benvenuto da Garofolo, Via Costituzione, Via Gino Piva, Via Confalonieri, Via Ippodromo, Via de Polzer, Via della Pace e Viale Tre Martiri: di fronte all’Hotel Cristallo ci sono i car-telli che indicano di girare per Via Benvenuto da Garofolo per andare ad Adria e all’Ospedale. Tutte le famiglie che vivono in quest’area sopportano per l’intenso traffico automobilistico: un inquinamento divenuto insopportabile per i gas di scarico e acustico. Per tanto, il Passante Nord va ultimato. Propongo agli amministratori del Comune e della Provincia che venga indetto un referendum per capire come la pensano i cittadini: se il Passante Nord si deve completare o no”. Sono certo, vinceranno i “si”.*presidente del Comitato del Quartiere Commenda Est

L’Intervento

Giovanni Boschetti*

Il Passante Nord s’ha da fare

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11111111Rovigo

La combinazione esplosiva tra disoccupa-zione e crisi dei redditi ha fatto perde-re la casa a 60 famiglie rodigine solo

negli ultimi 14 mesi, con previsioni ancora più allarmanti per il prossimo anno. A dare conto dell’amaro bilancio è stato l’assessore comunale ai Servizi sociali, il quale ha pre-sentato i numeri sulla delicata questione: 33 gli sfratti eseguiti e 7 gli scongiurati (ossia con accordi temporanei, ma di fatto solo po-sticipati), altri 20 sono incombenti, per un totale di 60 sfratti, di cui 2/3 riguardano

famiglie di immigrati. Complessivamente sono coinvolti 82 minori e 6 anziani. Dati inquietanti frutto della crisi, che come ben sappiamo anche in Polesine ha fatto disa-stri, ma anche di decenni di mancanza di politiche abitative a livello nazionale e re-

gionale. Di conseguenza la “fame” di case a Rovigo è un’evenienza collegata ad una crescita della popolazione straniera residen-te, e all’aumento della povertà che mette le famiglie nelle condizioni di non poter pagare il canone di locazione. Inoltre la lentezza e la rigidità strutturale delle graduatorie Ater, con tempi di attesa lunghissimi, non hanno certo reso più scorrevoli le procedure di as-segnazione delle case pubbliche. Delle 33 famiglie che hanno dovuto lasciare le abita-zioni, 22 hanno trovato soluzioni alternati-

ve definitive in case Ater, affitti o ospitalità definitivi, ritorno in patria o emigrati in altre città. Altre si sono dovuti accontentare di so-luzioni temporanee trovando ospitalità pres-so Arcisolidarietà, in alcuni bad & breakfast, altri in casa con connazionali. Un discorso a parte va dedicato agli “alloggi parcheg-gio” destinati ad ospitare persone sfrattate, che sono quelli comunali, assegnati sempre secondo graduatoria, che però riguarda anche l’emergenza e che ogni mese viene approvata dalla Commissione alloggi. “At-

tualmente ne abbiamo a disposizione 102 - precisa l’assessore ai Servizi sociali - di liberi ce ne sono una decina e stiamo cercando di sistemarli per assegnarli (chiaramente con la sua graduatoria diversa da quella Ater). Uno l’abbiamo appena assegnato, un altro sarà a breve in assegnazione, nel frattempo si mettono a posto gli altri 8. In genere si rimane nell’alloggio parcheggio 2 anni certi, prorogabili altri 2 anni se ci sono condizioni eccezionali di grossa difficoltà”.

di Roberta Giacomella

33 le espulsioni eseguite, 7 le scongiurate, ossia con accordi tem-poranei, ma di fatto solo posticipate, altre 20 sono incombenti. Complessivamente sono coinvolti 82 minori e 6 anziani

Il caso A causa della crisi sono in molti a trovarsi senza una casa

A Rovigo è emergenza sfratti

Delle 33 famiglie sfrattate, 22 hanno trovato soluzioni alternative

“La situazione effettivamente è più che drammatica - am-mette l’assessore competente - i numeri non restituiscono l’intensità del dramma delle persone che stanno soffrendo

a causa della perdita della casa”. Situazioni estremamente critiche

che toccano le classi meno abbienti, per lo più immigrati, nuovi po-veri e anziani. È un fenomeno che preoccupa sempre di più e al quale il Comune cerca di far fronte ma, se da un lato le risorse sono sempre più esigue, dall’altro vi è un aumento esponenziale della do-manda. La risposta all’emergenza abitativa che attualmente possia-mo dare è quella di ”tamponare” la situazione ricorrendo agli alloggi parcheggio di proprietà comunale, alla quota di alloggi Ater destinati all’emergenza, e tentando di prorogare lo sfratto o scongiurarlo con

un contributo al proprietario, altrimenti gli sfratti incombenti sareb-bero molti di più. Abbiamo bloccato per un anno il bando delle case Ater - conclude l’assessore ai Servizi sociali - e lo bloccheremo anche quest’anno. Il blocco di questi 2 anni servirà ad andare ad assegnare le case sulle vecchie graduatorie in modo da mettersi in linea con le domande arretrate, per cui ogni anno in cui si farà il bando dopo 3 mesi seguirà la graduatoria, e non dopo 3 anni”.

Ro.Gi.

il commEnto Di saccarDin: “i numEri non rEstituiscono l’intEnsità DEl Dramma”

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Taglietto uno, la discarica di Villadose, è diventata oggetto di un’interrogazione in Consiglio Regionale. Della sua realiz-

zazione e gestione si occuperà Ecoambiente, così come deciso dai soci, ossia dai sindaci polesani che fanno parte del Cda dell’azien-da che si occupa della gestione dei rifiuti, ottenendo già un sostanzioso contributo dalla Regione. Sulla vicenda il consigliere re-gionale di minoranza, Graziano Azzalin, ha chiesto di vederci chiaro soprattutto in merito alla necessità di considerare se sia opportuno provvedere alla realizzazione del nuovo sito “Taglietto 1” prima dell’approvazione del Piano regionale dei rifiuti e di un’accurata valutazione sulla rilevanza delle scelte da compiere a livello di impatto ambientale, alla luce delle novità legislative intervenute che impongono la considerazione dell’intero territorio regionale come ambito territoriale ottimale.

“Proprio per questo - ha spiegato il consi-gliere - bisogna capire bene il senso della deli-bera che il Consorzio Rsu di Rovigo ha inviato ai Comuni consorziati per l’approvazione, nella quale si sostiene che il Consorzio è be-neficiario di un contributo comunitario a fon-do perduto di euro 2.828.433,91 concesso

dalla Regione. Nella stessa delibera, inoltre, viene specificato che non sarebbe possibile devolvere a terzi, in nessuna forma, la som-ma per il completamento della discarica e si sancisce che la realizzazione della nuova di-scarica è necessaria al fine di garantire l’auto-sufficienza dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani a livello di ambito territoriale ottimale, provvedendo così a dare atto che il Consorzio provvederà all’appalto dei lavori di bonifica della discarica di ‘Taglietto 1’ e di realizzazio-ne della nuova discarica Bacino”. Un’affer-mazione che secondo il consigliere cozza con quanto sostenuto dall’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Conte, che parlando del Piano regionale dei rifiuti, prossimo ad essere preso in esame dalla Giunta di Palaz-zo Balbi, aveva asserito che per il Veneto non erano necessarie altre discariche. “L’inutilità di nuovi impianti – ha precisato Azzalin – sembrerebbe essere confermato anche dal

L’assessore all’Ambiente da tempo sostiene che non sono più necessari inceneritori e discariche. Nel Piano dei rifiuti solo un sito per lo smaltimento dell’amianto

Infrastrutture Chiesti chiarimenti in merito alla discarica di Villadose

Taglietto 1, servono risposte prima di procedere

rapporto “Produzione e gestione dei rifiuti urbani nel Veneto” dell’Osservatorio regiona-le rifiuti dell’Arpav, visto che le quantità di rifiuto urbano sono andate progressivamente riducendosi grazie alla raccolta diferenziata”. Il rapporto, infatti, per il 2011 la quantità di 188mila tonnellate di rifiuto urbano smaltite nelle 10 discariche attive in Veneto, il 18,1% in meno rispetto all’anno precedente e l’an-damento dal 2002 al 2011 evidenzia una diminuzione complessiva del 61% (-76,1% considerando i soli rifiuti urbani). Un trend positivo al quale si accoda anche il comune di Rovigo che con i suo 60,32% di rifiuti dif-ferenziati risulta essere il primo tra i municipi al sopra i 50mila abitanti”.

Al Consorzio Rsu già stanziato un contributo di 2.828.433,91 euro

Differenziata, Rovigo il primo tra i municipi al sopra i 50mila abitanti

L’integrazione passa anche attra-verso la condivisione di abitudini culturali, quotidiane e domestiche.

Ancora meglio, se a questo aggiungia-mo un occhio di riguardo all’ambiente. Sono questi i punti sui quali si basa il progetto “Inter Green – ecologia in-terculturale”, promosso recentemente da Legambiente Veneto, finanziato dal Centro di servizio per il volontariato e patrocinato dal Comune di Rovigo. Colla-borano anche Fiab, Caritas, Cooperativa Porto Alegre, Cinegap e il Laboratorio territoriale LA.TERR.A. della Provincia di Rovigo. L’obiettivo – spiega la re-sponsabile del progetto Ilaria Boldrin - è promuovere l’ambientalismo all’interno delle mura domestiche, favorire l’in-terazione delle comunità straniere nel nostro territorio. Il percorso formativo si sviluppa su queste tematiche: l’acqua, i rifiuti, l’energia, la pulizia della casa, l’alimentazione stagionale e la mobilità, che verranno affrontate con un approc-cio semplice e concreto”.

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Sul futuro della Sanità polesana si allun-gano minacciose le ombre dell’incertez-za. Con una certa attendibilità si sa che

a breve ci saranno dei tagli, annunciati dal Piano sociosanitario elaborato dalla Regione e confermati in via teorica dalle schede tecni-che che riguardano ogni nosocomio. Schede delle quali, però, al momento si è persa ogni traccia. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda all’assessore provinciale alla Sanità, Guglielmo Brusco.

Partiamo dalle nomine dei nuovi di-rettori generali: Pietro Girardi ad Adria e Arturo Orsini a Rovigo. Il primo chiamato nel difficile compito di sostituire il suo predecessore Dal Ben senza dare luogo a rimpianti, il secondo (l’unico in quota Pd tra i 22 nominati da Zaia) reduce da esperienze difficili a Chioggia e Mirano. In tal senso, infatti, a molti, e soprattutto tra l’utenza dell’Ulss 13, è balzato all’oc-chio il fatto che Orsini sia stato il direttore generale al quale più di tutti è stata fatta pesare la stagione dei tagli. Questo la pre-occupa visto che su Rovigo la mannaia è appesa ad un filo già da diverso tempo?

“Per quanto riguarda Pietro Girardi, che ho incrociato qualche volta quando lavorava all’Ulss 18, io l’avevo trovato persona genti-le e non ho dubbi si sia mantenuto tale. Va-lutazioni sul suo operato le farò quando avrò

dati sufficienti per farlo. Per quanto riguarda il Dr. Orsini, su sua cortese richiesta l’ho in-contrato e l’ho trovato persona disponibile e non credo che presterà al ruolo di boia per gli ospedali pubblici e altri servizi dell’Ulss 18. In caso di tagli non condivisi, sono certo par-tiranno denunce alla procura per interruzione di pubblico servizio e ricorsi al TAR, che non risparmieranno certo la Regione Veneto, né dal punto di vista del personale politico, né da quello degli alti responsabili tecnici”.

Proprio in merito ai tagli, da tempo, per il Polesine si parla di 270 posti let-to in meno, è un perdita che il sistema sanitario polesano può permettersi? e so-prattutto, a suo avviso, sarà l’unico che il Polesine subirà? Nelle “nursery” di Adria e Trecenta, ad esempio, nascono meno di 500 bambini l’anno, questi reparti a suo avviso sono a rischio chiusura?

“Io, proprio all’inizio del 2013 ho tra-smesso anche alla Regione, una compara-zione tra il piano Balduzzi e il Piano Regio-nale Socio-Sanitario. Se in Regione volessero coniugare il rispetto della legge e le necessità della cittadinanza, potrebbero farlo senza tagliare 270 posti letto, bensì da un minimo di 30 ad un massimo di 74. Sarebbero tagli comunque dolorosi, ma gestibili. Per quanto riguarda i punti nascite, credo sia un’offesa al buon senso tagliare ad Adria o a Trecenta.

So per certo che nel territorio di riferimento amministrativo del San Luca nascono circa 700 bambini, di cui però solo circa 400 all’o-spedale di Trecenta. Vogliamo farne emigrare altri 400 o far ritornare nel loro ospedale i 300 che adesso forzatamente nascono in atri nosocomi?”.

Era stato detto che le schede tecni-che sarebbero state redatte insieme alle istituzioni del territorio, è andata cosi? Zaia aveva detto che sarebbero state ap-provate prima di fine anno, ma lo disse diversi mesi fa. Secondo lei sono state messe, momentaneamente, da parte per non inficiare la campagna elettorale? Se fosse così sarebbe legittimo pensare che le misure contenute saranno parecchio impopolari... Lei che dice?

“In tal proposito abbiamo avuto rassi-curazioni dal presidente della V commissio-ne Leo Padrin, dall’assessore Isi Coppola, dall’assessore Coletto e dal consigliere Co-razzari che le schede ospedaliere saranno di-scusse, decise e condivise con le istituzioni e le popolazioni locali. Fino ad oggi nessuna di queste promesse è stata mantenuta. Conto però che lo sia, altrimenti questi signori non meriterebbero neanche un briciolo del rispet-to e del credito che sono stati a loro fino ad oggi concessi”.

La Regione ha appena esultato per-

ché è riuscita ad ottenere 130 milioni di euro da destinare all’edilizia ospedaliera, ad Adria per la nuova palazzina sono stati spesi 10 milioni di euro, a Chioggia si è speso per l’ingresso del nosocomio e per il Cup e a Schiavonia, nella Bassa Pado-vana, il nuovo ospedale marcia a grandi passi verso il taglio del nastro...ma perché ci sono così tante risorse per l’edilizia mentre per i servizi si è arrivati a tagliare i contributi alle famiglie con anziani o di-sabili a carico? Spero non risponda “per-ché nei cantieri gira il business mentre negli ambulatori no”... significherebbe affermare che in un settore importante e delicato come la Sanità c’è spazio solo per chi persegue interessi di arricchimento personale e si andrebbe ad alimentare ulteriormente la rete di chi nutre sfiducia nella politica...

“Vede, se io sapessi che nei cantieri gira il businnes, avrei già avvisato la Corte dei Conti (anche se fino ad oggi, altre mie infor-

mative non hanno ancora prodotto risultati da me verificabili). Credo che però a lei sia sfuggita qualche puntata della mia catena di denunce sugli sprechi della sanità polesana e veneta. Io ho mandato conteggi in Corte dei Conti a Venezia per spese discutibilissime, per una cifra vicina ai 250 milioni di euro. Non ha prodotto ancora niente. Io vedo no-tizie della giustizia che colpisce giustamente chi ha rubato le mele, il signore marocchino che ha rubato in una discarica una biciclet-tina per la propria bambina, chi ha qualche sacchetto di patatine scadute. Per questo ho speranze che la giustizia mi sappia anche spiegare se un certo uso di centinaia di milio-ni di euro dati alla sanità privata del veneto, è stato legittimo, economico ed efficace. Se una mano a queste storie, la fornisse anche la stampa, facendo apparire più articoli di in-chiesta sulle pagine dei giornali, forse le cose andrebbero meglio e si potrebbe difendere con più efficacia gli interessi veri dei nostri cittadini”.

di Mauro Gambin

Sanità Piano sociosanitario e schede tecniche

Nell’aria c’è profumo di “tagli”Si parla in via ipotetica ma oltre alla riduzione dei posti letto sarebbero a rischio i reparti “nursery” di Adria e Trecenta

14 Rovigo141414 Rovigo

E’ rimandata al 2014 l’attivazione del corso ad indiriz-

zo sportivo, che avrebbe dato il primato al Liceo Paleocapa di Rovigo, unico a candidarsi tra gli istituti della provincia. La causa tuttavia non è im-putata al liceo, che anzi ha fatto una importante e decisa campagna di sensibilizzazione e informazione tra gli studenti e le famiglie polesane, quanto piuttosto alla burocrazia. Le tempistiche del Ministero dell’Istruzione infatti a volte non guardano in faccia proprio nessuno, nemmeno l’entusiasmo degli insegnanti e degli alunni, e anzi hanno causato in questo caso lo slittamento del corso all’anno scolastico 2014-2015. E così, nonostante le ipotizzate larghe adesioni delle iscrizioni al nuovissimo corso, è giunta come una tegola in testa la nota diffusa dal Ministero che, a fine gennaio, ha stoppato l’attivazione del corso ad indirizzo sportivo per tutti gli istituti del Veneto. Numerose le richieste di informazione degli alunni di terza media in rapporto alla ipotizzata offerta formativa, che avevano fatto ben sperare gli operatori scolastici del Paleocapa, ora dispiaciuti dalla cattiva notizia. Rimane la fiducia per la prossima e sperata attivazione per l’anno venturo.

nEWs

Liceo Paleocapaslitta al 2014 l’attivazionE DEl corso aD inDirizzo sportivo

Me.Ru.

Il caso Una lettera anonima è stata inviata al consigliere Guarnieri

La casa di riposo comunale è stata recentemente posta sotto i riflettori, a causa di una lettera anonima inviata ad un consigliere comunale Aldo Guarnieri in relazione all’operato dell’ente. Il caso è diventato

una mozione mossa dello stesso consigliere per la discussione in consi-glio comunale, al momento tuttavia rimandata. Nello specifico, la lettera anonima metterebbe in discussione l’accreditamento alla Regione Veneto mosso dall’Iras, che gestisce due strutture per anziani, il complesso di San Bortolo e Casa Serena. In particolare, il numero di posti letto per anziani non autosufficienti di Casa Serena risulterebbe essere, secondo le accuse, inferiore rispetto ai posti per autosufficienti. Di conseguenza i ricoverati, nel caso dell’aggravarsi delle loro condizioni di salute, correrebbero il ri-schio di essere trasferiti nella struttura di San Bortolo oppure, in caso di rifiuto, dovrebbero pagare interamente la quota di ricovero. Il consigliere ha richiesto precise spiegazioni atte a verificare il caso, chiedendo inoltre di rimuovere l’attuale consiglio di amministrazione dell’Iras, nel caso in cui queste accuse risultassero veritiere.Secondo il ragionamento dell’am-ministratore cittadino, l’Iras avrebbe chiesto per la struttura di San Bortolo un accreditamento di 225 posti per anziani non autosufficienti di primo livello e di 30 posti per non autosufficienti di secondo livello, quelli gravi. Per Casa Serena sarebbe stato richiesto, al contrario, un accreditamento di 25 posti letto di anziani non autosufficienti di secondo livello e 87 posti per persone autosufficienti. Non essendo stati richiesti posti per non autosufficienti lievi, nel caso in cui un soggetto autosufficiente di Casa

Serena diventasse non autosufficiente, sarebbe costretto ad andare a San Bortolo o a pagare integralmente la retta; stessa cosa accadrebbe ad un ospite esterno che non potrebbe essere ricoverato a Casa Serena. E si chiede come mai il cda non abbia garantito posti per non autosufficienti lievi anche a Casa Serena dei 225 posti autorizzati dalla Regione. Quello che il consigliere teme è il relativo svuotamento di Casa Serena e i costi che andrebbero a pesare sempre sulle spalle del comune. “Una cosa è certa – precisa il consigliere- la delibera del 16 ottobre 2012 esiste e comprova in modo palese che l’attuale cda non ha richiesto alcun accre-ditamento per posti non autosufficienti di primo livello per Casa Serena”. Nel frattempo, il presidente Stocco confuta le illazioni espresse nella lette-ra anonima, sminuendone il contenuto e la mozione del consigliere, che si baserebbe soltanto su un messaggio anonimo, e ribadisce il fatto che il comune non ha, in ogni caso, voce in capitolo in materia di sfiducia del cda dell’ente. E confuta le critiche: “Noi siamo in grado di fornire copia del decreto della giunta regionale del Veneto del 14 gennaio 2013 relativo all’autorizzazione all’esercizio per il centro di servizi per persone anziane non autosufficienti di Casa Serena”.

All’Iras chieste spiegazioni sul numero di posti accreditati

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VIAGGIO IN PROVINCIAROVIGO

Da una parte l’agricoltura insieme al turismo e dall’altra la produ-zione di energia. Stiamo parlando dei due blocchi contrapposti che contengono le “vocazioni” economiche del Polesine. Il futuro.

Due “nature”, potrebbero essere defi nite, spesso cavalcate dai rispettivi sostenitori come strade sicure per uscire dalla crisi, tanto che la loro causa viene perorata contando i posti di lavoro. Si tratta, è evidente, di impieghi ipotetici, ipotesi che potrebbero essere confermate nel caso l’una o l’altra trovassero implementazione e forse è per questo che, per il momento, si guarda alla tutela e alla valorizzazione del territorio per la qualifi cazione di un turismo di visitazione e un’agricoltura d’eccellenza con gli stessi occhi con i quali si piange il ritardo sul ruolino di marcia del-la riconversione a carbone per la centrale di Polesine Camerini. Eppure tra i due punti di vista c’è tanta distanza che a volerli far convergere sullo stesso asse si rischia lo strabismo. Oppure la schizofrenia. La Regione ne ha dato prova in occasione dell’approvazione dei progetti per la realizza-zione dei “parchi” di pannelli fotovoltaici a terra che riguardano i comuni di Castelgugliemo, Pincara, Fiesso, Canaro e Adria. Nella fattispecie per gli impianti di Castelguglielmo e a Pincara, (rispettivamente di 12,99 ettari per la potenza di 4.462 kWp e di 7,74 ettari per 3.069,6 kWp,) collegati da un mega elettrodotto di sei chilometri che attraverserà lette-ralmente quasi 50 proprietà private, la Direzione Urbanistica di Palazzo Balbi ha avviato l’esproprio sui terreni interessati dopo che lo scorso 7 agosto la giunta ha approvato una delibera per impedire il consumo di suolo agricolo con impianti solari. Di più: recentemente è stata votata all’unanimità dalla terza commissione consiliare e dal Consiglio regiona-le una delibera che fermerà defi nitivamente la coltivazione di pannelli solari nei campi agricoli. Qualcuno potrebbe rimanere basito ma va pre-cisato che ciò che veramente manca, e il Veneto è l’unica regione che ne

è sprovvista, è un “piano energetico”, ossia una programmazione che preveda quali e quanti impianti possano o debbano essere destinati in una determinata provincia. In assenza di ciò è ovvio il permanere in una situazione di incertezza e confusione. A tal proposito è quanto meno fuori luogo anche parlare in termini fi duciosi della riconversione a carbo-ne della Centrale di Polesine Camerini. Il responsabile dei grandi progetti di Enel, Giuseppe Luzio, intervenendo ad un recente consiglio comunale a Porto Tolle, ha sì confermando l’intenzione di Enel di procedere con il progetto a carbone ma la domanda di compatibilità per il progetto di riconversione, depositata lo scorso 30 novembre, deve ancora essere vagliata dal giudizio el Ministero dell’Ambiente. Dopo le sentenze del consiglio di Stato e alla modifi ca della legge istitutiva del Parco Delta del Po, infatti, si è reso necessario un nuovo passaggio autorizzativo da parte del Ministero al quale si sono aggiunte, di recente, anche le osser-vazioni della Provincia. Nell’uffi cio dell’assessorato all’Ambiente infatti, sono stati individuati 13 punti del Piano di Enel che non esaudiscono appiano le aspettative dell’assessore competente. A mancare sarebbero alcune specifi che in materia di emissioni, sia in riferimento alle combu-stioni dell’impianto, sia relative all’indotto, visto che per l’approvvigio-namento del carbone e lo smaltimento delle ceneri vi sarà un massiccio ricorso a chiatte a camion. “E’ inoltre di fondamentale importanza – spiegano a Palazzo Celio – avere più chiarezza per quanto riguarda le emissioni di metalli pesanti e il consumo d’acqua in quanto un eccessivo rifornimento potrebbe compromettere il normale regime del Po”. Luzio ha annunciando l’avvio dei lavori già entro l’anno, nel caso dal Ministero arrivassero buone notizie, ma è evidente che la natura di tale risposta molto dipenderà dal ministro che andrà a sedere a palazzo Chigi dopo le votazioni del prossimo 24-25 febbraio.

di Fortunato Marinata

Il responso dovrà arrivare dal Ministero dell’Ambiente. Luzio ha annunciato che nel caso fosse positivo i lavori partirebbero entro l’anno

Ambiente Depositata lo scorso 30 novembre la domanda di compatibilità per la riconversione

La centrale Enel di Polesine Camerini

Rovigo è la provincia che ha la popolazione con l’età media più elevata, 45,9 anni, tra le sette province venete, seguono Belluno con 45,5 anni; Venezia con 44,7; Padova 43,2; Verona 42,8; Treviso 42,5 ed ultima Vicenza che risulta la provincia con l’età media più

bassa 42,2 anni. Il dato elaborato dall’uffi cio Statistica di Palazzo Celio, prendendo in esame i dati forniti dall’Istat sul censimento 2011, evidenzia poi tutta una serie di altri elementi che confermano come il Polesine sia la provincia “meno giovane” del Veneto. Rispetto al dettaglio delle classi di età, il Polesine è il territorio con la più bassa percentuale di persone con meno di 14 anni: 11,4%, a seguire Belluno 12,7; Venezia 13,2; Padova 14,1; Verona 14,7; Treviso 15,2 ed infi ne Vicenza, che ha la percentuale più elevata con un 15,3%. Infi ne, analizzando l’indice di vecchiaia, il rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14, Rovigo si piazza sempre al primo posto con l’indice più elevato 203,2%; ciò signifi ca che per ogni persona con meno di 14 anni ce ne sono 2 con più di 65 anni. Per le altre province venete dopo Rovigo troviamo Belluno 185,7%; Venezia 169,1; Padova 143,8; Verona 137,7; Treviso 128,3 e Vicenza 126,8% che conferma, anche con questo indice, la composizione più giovane della popolazione residente.

Uffi cio Statistica di Palazzo Celio

in polEsinE la popolazionE piÙ vEcchia DEl vEnEto

A quasi un anno dal terremoto che ha messo in ginoc-chio l’Emilia e parte del Veneto, la Regione, la Pro-vincia e i Comuni interessati hanno dato il via libera

al Piano degli interventi urgenti. Si tratta di un documento nel quale sono specifi cate le priorità e la percentuale mas-sima di fi nanziamento per quanto concerne i danni subiti da enti pubblici ed enti non commerciali, compresi i beni ecclesiastici. Nello specifi co viene spiegato che per quanto

riguarda gli interventi agli immobili adibiti ad uso scolastico, educativo per la prima infanzia e strutture universitarie verrà accordato il 100% di contributo su un danno totale di circa 1 milione 755 mila euro, già spesi, mentre per gli interventi di ripristino su edifi ci municipali il fi nanziamento potrà arri-vare fi no al 90 per cento del contributo richiesto; il danno segnalato ammonta a circa 1,717 milioni di euro. Ancora: per gli interventi di ripristino degli immobili adibiti ad uso

scolastico, educativo per la prima infanzia e strutture uni-versitarie verrà corrisposto fi no all’80% del danno che nello specifi co ammonta a quasi 2,563 milioni di euro. Stessa percentuale di indennizzo, 80%, per gli interventi di ripristi-no su chiese e altri immobili di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, formalmente dichiarati di interesse storico-artistico, il cui danno è stato calcolato in quasi 7,936 milioni di euro. Il 60%, invece, è stato riconosciuto agli edi-

fi ci ad uso pubblico, il cui danno ammonta a 1,5 milioni e ancora il 60% è stato accordato per la copertura dei quasi 10,5 milioni di euro che sono stati necessari per il ripristino delle opere di difesa del suolo e infrastrutture e impianti di bonifi ca per la difesa idraulica e per l’irrigazione.

PIANO DEGLI INTERVENTI QUANTIFICATI IN 27 MILIONI DI EURO I DANNI DEL SISMA

Osservazioni della Provincia al piano di Enel

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21Spazi aperti

E’ noto come spesso dalle diffi coltà nascono nuove idee, volte a superare le situazioni complesse. Ciò vale anche

per Lusia, la “capitale degli orti”, che negli ultimi anni, stante il perdurante stato di crisi, ha visto nascere iniziative fi nalizzate a migliorare le produzioni per dare vita ad eccellenze in grado di smuovere i mercati. E’ così che, tra gli ortaggi estivi, si è impo-sta l’ “Insalata di Lusia” - frutto di incessanti cure in un terreno unico - che ha ottenuto il prestigioso marchio Igp. Analogo sforzo si sta registrando nell’ambito delle produzioni invernali con la creazione di nuove varietà di radicchio in grado – si spera – di farsi ap-prezzare dai consumatori per il sapore ma anche sotto il caratterizzante aspetto visivo.

Due i radicchi particolarissimi che si stanno ponendo all’attenzione degli esperti: il “rosa di Lusia” e il (chiamiamolo così perché ancora non c’è un nome uffi ciale) “rossello di Lusia”. Due varietà, frutto di amorevoli cure e atten-te selezioni recentemente presentate ad un nutrito gruppo di appassionati dall’Accademia delle Verdure dell’Adige, presieduta da Rena-to Maggiolo, che nell’occasione ha proposto ai convenuti un breve excursus sulla storia e le particolarità delle due orticole appartenenti alle produzioni del radicchio invernale, defi ni-to “di busa” perché tolto dai campi dopo le prime brinate e quindi trapiantato in ambienti

in grado di sviluppare tepore. Nello specifi co si è appunto parlato del “rosa di Lusia” - pro-posto dal produttore Giordano Aglio - già sul mercato da qualche anno, nato da selezioni partite dall’ormai infl azionato “variegato di Lusia” e orientate al raggiungimento di una cromia rosata delle foglie e al giusto equilibrio gustativo tra dolce e amaro. Ben più vigoroso, invece, il colore del “rossello” – selezionato e proposto da Antonello Rosselli – dalle foglie di un rosso fi ammeggiante e la forma assimi-labile ad una rosa che sta per sbocciare alla quale corrisponde un gusto e una fragranza e decisamente persistenti.

Presentati agli amanti della cucina del territorio due nuove varietà di radicchio.Un’apprezzata iniziativa promossa dall’Accademia delle Verdure dell’Adige

IL “ROSA” ED IL “ROSSELLO” DI LUSIA

Li.Se.

Delibera del Consiglio regionale Bloccati gli impianti superiori a 6 kw nelle aree con produzioni di qualità

“E’ fi nita l’era dei grandi impianti fotovol-taici su terreno agricolo e delle specula-zioni collegate al consumo indiscrimina-

to di suolo col paravento delle energie rinnovabili, che tanti problemi hanno creato in Polesine: dall’aumento dei costi dei terreni coltivabili, alla deturpazione del paesaggio rurale, all’impermea-bilizzazione di intere campagne, senza, peraltro, portare benefi ci concreti ai cittadini in termini di risparmio sulle spese di energia”.

Il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giu-riolo, ha commentato così l’approvazione defi ni-tiva (con 28 sì, due no e un astenuto) da parte del Consiglio regionale veneto, del 31 gennaio, della delibera che individua come non-idonee alla costruzione di impianti solari fotovoltaici con potenza superiore a 6 KW le aree interessate da produzioni agricole di qualità (tutti i territori ricompresi nei disciplinari Dop e Igp), biologiche e tradizionali, oltre alle aree di elevata utilizzazione agricola secondo il Ptrc (Piano territoriale regiona-le di coordinamento).

“E’ una delibera ampiamente sollecitata e fortemente voluta dalla Coldiretti – aggiunge Giu-riolo – alla quale siamo arrivati dopo l’ennesimo

tentativo di invasione del nostro territorio, con gli impianti solari previsti nei comuni di Pincara, Fiesso, Castelguglielmo ed Adria, per i quali la Direzione urbanistica della Regione Veneto era partita addirittura con le procedure di esproprio che hanno, giustamente, sollevato la protesta degli agricoltori coinvolti. Ma la parte governativa della Regione – spiega Giuriolo – ha fi nalmente voluto difendere l’agricoltura, imprese agricole, quelle che vivono di reddito agricolo e che usano la terra come strumento di lavoro: uno strumento che non è un vuoto sulle carte geografi che, ma è

ambiente, tradizione, conservazione del territorio, cibo sano per tutti”.

“Ora ci auguriamo – conclude Giuriolo - che gli uffi ci regionali, che sono stati così solleciti ad avviare le procedure proprio prima delle festivi-tà natalizie, dando trenta giorni ai coltivatori interessati per rendersi conto della situazione e poter reagire, nonostante tutte le festività che ci stavano in mezzo; ci auguriamo che questi uffi ci, ora siano altrettanto solleciti nel bloccare quelle stesse procedure”. De.Fo.

Stop al fotovoltaico di Pincara, Fiesso, Castelguglielmo ed Adria

Il 2012 verrà ricordato nel mondo dell’agricoltura come l’anno della siccità,

oltre che della crisi. Eppure questo parere condiviso po-trebbe non essere del tutto realistico. I dati elaborati dalla IV commissione della Regione Veneto, infatti, restituiscono un’annata dove ci sono state più luci che ombre, confermando che il settore agricolo e quello agroalimen-tare sono stati capaci di creare lavoro e reddito.

Il settore ittico è il primo ad aver dato esiti positivi con un aumen-to del 5,7% delle imprese acquicole, anche se calano del 3,8% le imprese di pesca. Positivi, inoltre, sono i fatturati dei mercati di pesca polesani che registrano a Porto Tolle un più 4,3% e a Porto Viro un più 7,4% in controtendenza rispetto alle altre località venete. Per quanto riguarda l’agricoltura: il valore della produzione nel 2012 è di 5,27 miliardi di euro, lo 0,5% in più rispetto al 2011. La redditività, però, si è ridotta a causa dell’aumento dei costi, a cominciare da quello del gasolio. Il problema maggiore resta ancora quello del mais, prima una diminuzione del raccolto del 35%, nonostante un aumento della su-perfi cie coltivata del 10%; poi il problema delle afl atossine che hanno reso quasi invendibile il grano veneto e polesano, come ha denunciato Coldiretti.

Nella foto a lato il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo

Soddisfatto il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo: “Ora blocchino le procedure di esproprio”

Report agricoltura2012, un anno Da non ButtarE via

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23Mondo scuola

Innovazione è una parola d’ordine di questi tempi ma anche un’utopia. Infatti, è lar-gamente condivisa la convinzione che sia

lo strumento migliore per reagire al periodo di regressione che sembra inghiottire il futuro dell’Italia investita dalla crisi. L’innovazione è attesa nel modo del lavoro, nel modo di pro-durre e, come abbiamo visto di recente, anche nel mondo della politica. Nel mondo della scuola, invece, parlare d’innovazione necessita lo sforzo di superare un paradosso. Malgrado i nostri studenti siano quelli che pagano un ritardo formativo signifi cativo nei confronti dei loro colleghi europei, anche se andrebbe detto

che tale ritardo si consolida dalle medie in poi, l’innovazione tra i banchi di scuola, molto spes-so, rappresenta una diffi coltà. A forza di tagli, taglietti, accorpamenti, pluriclassi, la scuola di oggi assomiglia a quella dell’Ottocento. E’ evi-dente, tuttavia, che per andare avanti l’unica cosa da tagliare è il traguardo dell’avanguardia che nel pur malconcio mondo dell’Istruzione rimane un orizzonte realistico solo grazie al quotidiano impegno profuso di dirigenti, mae-stri e professori o alla bontà di un progetto. In quest’ultimo caso va citata la scuola primaria Sichirollo di Rovigo dove da qualche mese è sta-to adottato il metodo “A scuola senza zaino”,

ossia un nuovo modello di scuola, dove il sapere si fonda su una nuova interazione tra alunni, docenti e spazio circostante. Se nell’aula tradi-zionale tutte le spiegazioni o le interrogazioni si svolgono dalla cattedra, nell’aula Senza Zaino le attività sono distribuite nello spazio, supporta-te da arredi e sussidi. In questo ambiente, dove ogni angolo è connotato in base alle attività, i ragazzi possono muoversi liberamente. “Un progetto bellissimo di cui la città è orgogliosa – ha detto il sindaco Bruno Piva, affi ancato dall’assessore all’Istruzione Anna Paola Nezzo - rivolgiamo il nostro plauso a questa iniziativa innovativa per una scuola che si pone all’avan-

di Fortunato Marinata

Nuovi spazi e per ogni bimbo a disposizione un I-Pad

Primaria Sichirollo Da cinque mesi adottato un nuovo modello di scuola

“A scuola senza zaino”, avanguardia nell’Istruzione

nEWs “Racconti a diecimila mani”staffEtta Di scuolE pEr scrivErE un liBro

Da diverse edizioni alla scuola primaria Angelo Milan, di Grignano Polesine, la Fondazione Banca del Mon-te di Rovigo mette in campo il progetto “Leggere è

magia” che quest’anno si arricchisce di una nuova azione: “Racconti a diecimila mani”. Si tratta di una staffetta di scrittura che coinvolge classi quarte e quinte di molte scuo-le primarie di tutta Italia, comprendendo anche la scuola

italiana di Barcellona. Della scuola di Grignano sono coin-volti oltre cinquanta bambini. In pratica scolaricoinvolti nel progetto nazionale contribuiscono alla stesura di un unico libro, un capitolo per ciascuna classe. L’incipit, per le clas-si quinte, viene dato dal volume “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando dedicato al giudice Falcone e, per le classi quarte, “Sei Stato tu” di Anna Sarfati, colla-

boratrice di Gherardo Colombo, sulla Costituzione. Mentre si cimentano con la lettura e la scrittura gli alunni, sotto la guida degli insegnanti, discutono in classe sui temi di cittadinanza e di consapevolezza, di rispetto delle regole e di bullismo. Il primo capitolo è stato avviato in ottobre da una scuole elementare di Torino e, seguendo le tappe di un calendario stabilito all’inizio dell’anno scolastico, la

staffetta è arrivata a Grignano a febbraio. Gli alunni pole-sani avranno il compito, tempo 15 giorni, di scrivere il 6° e il 7° capitolo. Il progetto assume pertanto molteplici va-lenze educative, fondamentali per l’esperienza formativa delle giovani generazioni.

guardia e che auspichiamo sia di esempio per altre realtà”. La scuola che accoglie bimbi dai 3 mesi ai 14 anni, è stata completamente rinnovata di recente e anche nella didattica ha deciso la via dell’innovazione per le sue tre classi primarie. “La scuola non è fatta di banchi e cattedre – ha spiegato la dirigente scolastica Patrizia Granata - ma di banchi di lavoro”. Ab-bandonare lo zaino signifi ca rendere la scuola ospitale, aperta alla dimensione della comunità,

della responsabilità, facendo del bambino e del ragazzo i primi artefi ci del processo formativo. Sono previsti laboratori di scienze, musicale, artistico e in più, ogni bimbo ha a disposizione l’I-Pad che trova direttamente a scuola. L’inno-vazione però, come hanno precisato le maestre che seguono e attuano il progetto, Anna Busolli e Tiziana Folto, non deve far perdere i contenuti tradizionali e la voglia di trasmettere l’amore per il sapere.

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25Cultura provinciale

Al lento scorrere dell’acqua del Po o ai fi lari di pioppi che scolorano verso l’orizzonte sono stati dedicati lunghi

“piani sequenza” che nel tempo sono di-ventati l’iconografi a di un territorio. Se pensi alla “Gente del Po” è diffi cile non pensare a Michelangelo Antonioni, se pensi alla natura è diffi cile non pensare a “Lungo il fi ume” di Ermanno Olmi. La lista dei fi lm che hanno il Polesine come set è lunga, ma forse il Pole-sine non è solo un set, un luogo di posa, è invece un vero protagonista da inserire tra i personaggi e le loro storie, per renderle autentiche, concrete. Quando Pasolini am-bientò la sua Medea tra i Sassi di Matera, cer-cava un surrogato della Colchide, un luogo che riuscisse a contenere la bellezza e la crudeltà di un mondo antico come quello in cui è ambientata la tragedia di Euri-pide. Non cercava un luogo, quindi, cercava un concetto. E altrettanto concettuale è la scelta di Christian Battiferro che nelle pros-sime settimane inizierà le riprese, tra Porto Tolle, Scanno Boa e Ca Zuliani, del suo thril-ler psicologico “Oltre il fi ume”, prodotto da Studio Scialpi in coproduzione con Filmina Scan, Cronos Film, Videonoir, Dolce Mare Productione e con il contributo della Regio-ne Veneto. Il Thriller psicologico, narra la vicenda di Luca, rozzo proprietario terriero di un’isola in mezzo al Po, e di Michele, un gio-vane ragazzo che si perde e approda sull’a-

tollo. I due si incontrano e assieme iniziano a costruire una torre vedetta. In questo terri-torio quasi magico, sospeso tra sogno e real-tà, cominciano, però, a riaffi orare i ricordi e le diversità. “L’idea di questo fi lm è nata in modo spontaneo – racconta Battiferro - un giorno andai a trovare i miei genitori in un piccolo paese davanti al fi ume Adige e pas-seggiando lungo l’argine rimasi a osservare il paesaggio e l’isolotto al centro del fi ume. Ero da solo ed era tutto molto silenzioso, anche lo scorrere dell’acqua si sentiva a malapena. Inoltre, le isole che si formano nei fi umi mi hanno sempre affascinato.

Immaginavo che ci vivesse qualcuno o che ci fosse qualche rifugio segreto e che esplorarle sarebbe stato come entrare in un altro mondo”.

Insomma, il paesaggio ha stregato talmente tanto Christian da decidere di farne un perso-naggio. “La natura avrà un ruolo importante nel fi lm. Mi piace pensare al Delta come a un immenso teatro, un contenitore natura-le di storie, uno spazio vuoto da riempire. L’unico difetto è causato dall’umanità, che ha da sempre deturpato e offeso la natura. Dovrò, perciò, escludere, nella pellicola, l’intervento umano sul territorio a favore di un paesaggio naturale, vivo, magico. Ho sempre sofferto, infatti, la progressiva can-cellazione della campagna nella zona da cui provengo. Ogni volta che si toglieva spazio

e respiro alla vista con la costruzione di un edifi cio, era come se venissero cancellati alcuni ricordi e avevo la sensazione che un pezzo del mio passato e della mia infanzia scomparissero improvvisamente, come una mutilazione. Ecco cosa mi spinge in questa direzione: nel fi lm il “vuoto” del territorio sarà più importante di tutto il resto”. Le

riprese, che inizieranno a maggio, si svolge-ranno in tutta la zona del Delta in location diverse come l’isola Volta Vaccari o la cam-pagna circostante a Cà Bonelli. Inoltre, per dare ancora più importanza al territorio, ci saranno anche molti attori e comparse del-la zona polesana: “Abbiamo già scelto gli interpreti principali del fi lm, come Vitaliano

Trevisan e Paolo Ottoboni e qualche compar-sa che proviene proprio dalle zone del Delta; ma stiamo ancora ultimando i casting. Ora stiamo cercando attori e comparse straniere, di origine nord africana, indiana e cinese. Chiunque fosse interessato a proporsi può mandare una e-mail a casting.oltreilfi [email protected]”.

di Denise Formigaro

A maggio partiranno le riprese del nuovo fi lm ambientato in Polesine

Cinema Intervista al regista Christian Battiferro

Il Delta protagonista di “Oltre il fi ume”

Dalla pellicola sparirà l’intervento umano per lasciare posto al paesaggio naturale, vivo, magico

Lo scorso 26 gennaio il Gruppo Archeo-logico Adriese, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Adria,

ha dato il via ad un ciclo di conferenze dedicato al tema della donna nelle società antiche. Si tratta di una serie di convegni, con cadenza mensile, in occasione dei quali cinque specialiste relazioneranno sull’at-tuale stato delle conoscenze in merito alla condizione femminile in età etrusca, paleo-veneta, greca, romana e medievale. Come detto, il primo appuntamento, dedicato al tema “La donna medievale”, si è tenuto lo scorso 26 gennaio con la conferenza tenuta dalla dottoressa Sandra Bedetti, mentre rimangono in programma “La donna etrusca”, a cura della dottoressa Milella Robino alle ore 17.00 del prossimo 23 febbraio, “La donna romana”, della quale parlerà la dottoressa Cinzia Tagliaferro alle ore 17.00 del 23 marzo, “La donna greca”, il 20 aprile alle ore 17.30 con la dottoressa Federica Wiel Marin mentre concluderà la rassegna il 25 maggio, sempre alle 17.30, la dotto-ressa Mariangela Ruta con il tema “La donna veneta”. Tutti gli appuntamenti si terranno al Museo Archeologico Nazionale di Adria.

Appuntamenti al Museo di Adria

in BrEvE

la Donna nEllE sociEtà antichE

Verrà aperta al pubblico proprio in questi giorni la mostra di Palazzo Roverella dedicata agli artisti italiani che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi. Si tratta di un’esposizione dedicata ad uno dei momenti di svolta dell’arte contemporanea dovuto alla defi nitiva uscita

dell’aristocrazia e dell’alto clero dal novero dei committenti d’arte e l’affermazione della borghesia alla guida della società della seconda metà dell’Ottocento. La via dell’industrializzazione e i valori della Rivoluzione francese che non poterono essere bloccati dagli argini della Restaurazione, porta-rono sulla scena europea un certo numero di “parvenu” che avevano un gusto decisamente diverso rispetto a chi li aveva preceduti e Adolphe Goupil fu il primo a fi utare il cambio di rotta, cavalcando con spregiudicata capacità il nascente capitalismo. I “borghesi” avevano gusti decisamente più semplici rispetto agli aristocratici e soprattutto disponibilità economiche ridotte rispetto ai patrimoni che furono dei patrizi, quindi le loro scelte si orientarono verso opere di piccolo formato, di grande impatto, piacevoli e di facile comprensione: scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in giardini ombrosi, scena in costume, pompeiano o settecentesco. Più economiche ancora erano le loro riproduzioni fotografi che o a stampa ed è su queste che Goupil costruì il suo impero. Acquistava un’opera, la riproduceva con le più diverse tecniche e la diffondeva ovunque, rendendola popolare nel mondo. Gli italiani nel genere andavano per la maggiore e a loro è dedicata la mostra al Roverella. Un’esposizione che propone una serie di opere che nessuno, se non i diretti proprietari, ha mai avuto modo di ammirare da molto, molto tempo. Opere ritrovate in collezioni spesso lontanissime dall’Italia, inseguite dal curatore della mostra nei loro infi niti passaggi di mano, dal momento del loro acquisto presso la Galleria Goupil ad oggi. Basti dire, ad esempio, dello Sposalizio in Basilicata di Giacomo Di Chirico, ritrovato in Messico e qui esposto per la prima volta al pubblico dopo 136 anni. O Rhea di Raffaello Sorbi o Suonatrice di lira di Giovanni Boldini, opere mai prima esposte. Ma furono molti coloro che contribuirono con le loro opere al nascere del nuovo gusto artistico: da Giuseppe De Nittis ad Alberto Pasini, da Giovanni Boldini a Francesco Paolo Michetti e ancora Raffaello Sorbi, Antonio Mancini, Rubens Santoro, Alceste Campriani, Domenico Morelli.

Palazzo Roverella dal 23 febbraio al 23 giugno “il succEsso DEgli italiani a parigi nEgli anni DEll’imprEssionismo: la maison goupil”

A sinistra in basso, la locandina del fi lm, nelle altre immagini alcuni frammenti delle riprese

19191919Cultura provinciale

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2020202026

Dopo 36 anni di presidenza provinciale del-la Fidal, la federazione di atletica leggera, Provino Piva, ha detto addio. Il 2 febbraio,

all’assemblea elettiva, alla quale hanno parte-cipato le cinque società provinciali (Assindustria Rovigo, Rhodigium, gruppo podisti Avis Taglio di Po, Podisti Adriesi e Salcus S.Maria Maddalena), è stato eletto Sergio Pascucci, attuale presidente onorario del gruppo Atletico Assindustria e unico candidato. Ma non c’è stata unanimità nell’ele-zione: delle cinque società aventi diritto al voto, tre hanno dato la preferenza al candidato Pa-scucci, Assindustria Rovigo, gruppo podisiti Avis Taglio di Po e gruppo podisti Adriesi e due, la Rhodigium, presieduta fi no alla settimana scor-sa da Marco Bonvento, neo nominato delegato del Coni di Rovigo (ora dimessosi dalla carica di presidente della Rhodigium) e la Salcus di San-ta Maria Maddalena, hanno presentato scheda

bianca. “E’ un fatto che mi dispiace molto – ha commentato Provino Piva - e soprattutto che non era mai successo”. Una Fidal “spaccata” quindi, sotto gli occhi di Paolo Valente, presi-dente regionale della federazione, che ha coor-dinato i lavori dell’assemblea dove sono eletti i consiglieri Paolo Fantinato, Roberto Gasparetto del gruppo Atletico Assindustria e Maurizio Preti dell’Avis Taglio di Po. Appare quindi già problematico dar consistenza al programma del neopresidente, dove alla voce metodo c’è scritto che “si dovrà aprire un più costruttivo e costan-te canale di comunicazione fra il territorio e il comitato; a tal fi ne saranno organizzate anche

in via informale consultazione delle società in occasione della stesura dei calendari provinciali dell’ attività sia in pista, sia su strada. Il dialogo costruttivo e costante dovrà essere ricercato in ogni occasione e con tutti i soggetti interessati, condividendo con loro le scelte al fi ne di ottenere il migliore risultato possibile in vista del raggiun-gimento degli obiettivi prefi ssati. Le cose che fa-remo diventeranno via via progetti che saranno costantemente comunicati alle società affi liate per ottenerne la condivisione. Sarà inoltre impor-tante favorire e agevolare i rapporti fra comitato provinciale, società e tutte le istituzioni sportive e amministrative del territorio”.

di Cristiano Aggio

Dopo 36 anni Piva lascia la presidenza della Fidal

focus

Marco Bonvento, quarantatre anni rodigino, presidente della Rhodi-gium team che svolge attività di

triathlon e atletica leggera, è il nuovo dele-gato del Coni di Rovigo. E’ stato nominato dal presidente regionale Gianfranco Bardel-le. Due le domande che erano pervenute presso la sede del comitato regionale: quella di Bonvento, appunto, e quella di Filippo Carlin, di Porto Viro, commerciali-sta e consigliere provinciale. “Sono molto contento di questa nuova nomina, anzi sono onorato – dice il neo delegato - mi dimetterò dalla carica di presidente della Rhodigium, proprio per affrontare con tutte le mie forze questa nuova avventura. Ringrazio il presidente Bardelle che mi ha scelto: mi impegnerò al massimo per questo nuovo incarico.” Il consiglio nazionale del Coni ha ratifi cato i nomi dei nuovi delegati provinciali. “Non è stata una scelta diffi cile, - dice il numero uno del Coni regionale Gianfranco Bardelle. Marco Bonvento fa parte attivamente del mondo sportivo ed è una persona mol-to operativa e disponibile. Siccome il nuovo delegato dovrà essere una persona operativa che si dovrà rapportare con lo staff regionale entrando a far parte di una squadra dinamica, la scelta è andata proprio in suo favore. Ho analizzato, ovviamente, anche la candidatura di Filippo Carlin e ho notato subito i tanti suoi impegni, oltre che lavorativi e politici, in vari consigli di amministrazione, se non sbaglio sette, e quindi, siccome il delegato, ribadisco, deve essere molto operati-vo, è stato quasi automatico optare per Marco Bonvento.”

marco BonvEnto È il nuovoDElEgato DEl coni Di rovigo

Cr.Ag.

E’ un 2013 cominciato in vetta per gli atleti Andrea Fregnan e Stefano Moregola che al Gran prix kata judo

di Giaveno a Tornio hanno dato degna prova di essere i numeri uno nel circuito internazionale per il katame no kata, com-petizione in cui hanno partecipato i miglio-ri atleti del circuito kata judo provenienti anche dal Giappone e dalla Svizzera. Si tratta solo dell’ultimo traguardo raggiun-to dalla coppia che già nel 2012 aveva collezionato importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. I due atleti sono vincito-ri indiscussi nel 2012, del Gran prix kata – katame no kata per il terzo anno con-secutivo, del Gran prix kata trofeo Città di Giaveno, della gara kata Circuito athena di Portogruaro, dell’Eju kata di Bruxelles, del

Campionato italiano kata di Pordenone e del trofeo kata di Villanova. Secondi clas-sifi cati a Reggio Emilia al memorial Otello Bisi e a Capodistria al 5° campionato europeo kata judo “under 45”. Campio-ni d’Europa e primo posto al campionato kata judo open e al Gran prix judo kata alle Isole Lipari. Bronzo al campionato del mondo kata di Pordenone e a novembre oro a Grisignano per la gara regionale pre esame – ju no kata. Fregnan e Morego-la che, come conferma il loro allenatore Fabrizio Gazzignato, sono alla continua ricerca della perfezione, hanno già rico-minciato con la preparazione in vista della gara internazionale Eju international kata che si terrà a marzo a Pordenone.

JudofrEgnan E morEgola impEratori a al gran priX Kata Di giavEno

El.Ca.

I due campioni deltini sul gradino più altro del podio

Associazioni sportive Cambio al vertice della federazione

LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

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8

IL VENETOin PRIMO PIANO

La produzione fa registrare qualche se-gnale di ripresa, ma sempre in un con-testo di contrazione, e la situazione del

mercato del lavoro resta preoccupante. Le recenti indagini degli organismi veneti più accreditati certifi cano le pesanti ripercussio-ni della crisi anche in Veneto.

Da VenetoCongiuntura, l’analisi con-giunturale sul manifatturiero di Unioncame-re Veneto su un campione di 2.826 imprese della regione con almeno 2 addetti, emerge che nel terzo trimestre 2012 la produzio-ne industriale ha fatto segnare una nuova fl essione, del -4,9%, sullo stesso periodo del 2011. La variazione congiunturale de-stagionalizzata, tuttavia, è stata del -1,1%, “ed un segnale di decelerazione della con-trazione. In una situazione ancora diffi cile per il manifatturiero – spiega Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere Veneto – vanno colti i sintomi che potrebbero portare a un’inversione di tendenza, come le previ-sioni degli imprenditori, che lasciano intrav-vedere una fi oca luce in fondo al tunnel”.

L’andamento negativo della produzione continua a interessare per lo più le microim-prese (2-9 addetti), con un -7%. A seguire le piccole (10-49) e medie imprese (52-249), con una fl essione del -5,1% e -4,1%, e le grandi imprese (oltre 250 addetti), con un -3,6%. Le diminuzioni più marcate sono state rilevate per i comparti del mar-mo, vetro e ceramica (-7%), legno e mobile

(-6,9%) e mezzi di trasporto (-6,6%). L’u-nico settore stabile è l’alimentare, bevande e tabacco (-0,4%). Il trend negativo è con-fermato dal -4,8% del fatturato su base an-nua e dal -4,6% degli ordinativi: anche qui ad andare peggio sono le micro imprese.

L’occupazione è segnata da una fl es-sione del -0,6% su base annua (-0,8% nel trimestre precedente), che interessa princi-palmente le medie imprese (-1%). Il calo maggiore è stato registrato nel comparto del legno e mobile (-3%) e carta e stampa

(-2,5%). Gli unici settori con dinamiche po-sitive sono macchine ed apparecchi mecca-nici e metalli e prodotti in metallo (+0,7% e +0,5%).

In miglioramento, ma sempre negative, le previsioni degli imprenditori per gli ultimi tre mesi 2012, con un saldo pari a -29,8 punti percentuali (-36,6 p.p. nel trimestre precedente) per la produzione. Migliora, di poco, la fi ducia anche per l’indicatore del fatturato (-28,8 p.p. contro -35,1 p.p.) e degli ordini, specie dal mercato estero (-12,3 p.p. contro -19,2). Cresce invece la sfi ducia in un recupero dell’occupazione

(-15,6 p.p., -14,0 p.p. precedente).L’occupazione si conferma uno dei nodi

più critici. Non risparmia settori che aveva-no sempre “tirato”, come l’industria del divertimento, si veda il caso di Gardaland che ha posto in mobilità 63 dipendenti, né gli stranieri, come evidenzia un’indagine della Fondazione Moressa su 600 imprese venete con meno di 20 addetti: i lavora-tori stranieri delle piccole imprese venete provengono per lo più da Paesi europei non comunitari (41,3%), come Albania (16,6%) e Moldavia (8,4%), e comunitari (31,9%), specie dalla Romania (29,8%), ma signifi cativa è anche la presenza degli africani (16,8%); per la maggior parte ri-coprono mansioni non qualifi cate (56,4%). L’occupazione straniera nelle piccole im-prese venete ha fatto registrare nel primo semestre 2012 un calo del -0,8% rispetto ai sei mesi precedenti. La riduzione riguarda in particolare l’edilizia (-2,9%), il comparto che fa più ricorso alla manodopera stranie-ra: su 100 imprese edili, 52 annoverano lavoratori stranieri.

Le previsioni per la seconda parte del 2012 segnalano l’intenzione delle piccole imprese di non investire molto in nuove assunzioni, invariate per gli autoctoni. Va però rimarcato che l’unico aumento è stato previsto proprio per le assunzioni degli stra-nieri, pari all’1%, specie nel settore della produzione (4,0%) e dell’edilizia (4,1%).

di Ornella Jovane

Una fi oca luce in fondo al tunnelL’occupazione si conferma uno dei nodi più critici: non risparmia settori che avevano sempre “tirato” nè gli stranieri che ritornano nei Paesi d’origine

Economia Lavoro e produzione

Va anche precisato che, se fi nora la gran parte degli stranieri (84,5%), come il tota-le degli occupati (85,3%), era inquadrato con contratti a tempo indeterminato, per le future assunzioni gli imprenditori dichiarano di voler privilegiare forme a termine per la manodopera straniera (78,9%) e quella complessiva (60%).

Le 14.670 assunzioni previste nel pe-riodo estivo in Veneto, di cui 2.757 di stra-nieri, hanno contribuito ad alleviare mar-ginalmente le diffi coltà degli ultimi anni, ma occorrerà aspettare ancora del tempo per tornare ai livelli occupazionali pre-crisi.

I 28mila stranieri ancora senza lavoro in Veneto rischiano di diventare clandestini se non trovano una nuova occupazione, con le relative conseguenze.

Non a caso, a fronte di tutte queste problematiche, il segretario generale del Veneto della Cgil, Emilio Viafora, ha voluto dedicare larga parte dell’assemblea regio-nale, tenutasi il 18 dicembre a Vicenza, alla presentazione del Piano del Lavoro elabora-to dalla Cgil nazionale, con proposte mirate a dare una risposta di sistema alla grave crisi del Paese e un futuro ai giovani.

Imprenditori orientati per future assunzioni a privilegiare contratti a termine

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Page 27: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

9Il Veneto in primo piano

Il lavoratore “anziano” e più esperto, passa gradualmente il testimone ad un giovane apprendista che si affaccia sul

mondo del lavoro e che ha bisogno di esse-re adeguatamente formato.

L’idea della “staffetta” fra generazioni è stata lanciata da Padova ma piace in tutta la Regione e ha trovato anche l’apprezza-mento dell’allora ministro al Welfare Forne-ro.

L’assessore provinciale al lavoro Mas-similiano Barison si augura che l’iniziativa possa essere ripresa dal governo che uscirà dalle elezioni e partire in via sperimentale

quanto prima proprio dal Veneto. In pratica, si tratta di un accordo di solidarietà tra gene-razioni con sgravi fi scali previsti da diverse fi nanziarie (l’ultima quella del 2007), ma mai attuate.

“Questo meccanismo – spiega Ba-rison - consentirebbe una “staffetta” tra lavoratori che diventerebbe uno strumento prezioso soprattutto per la realtà produttiva del Nord-Est, caratterizzata da imprese di piccola dimensione e forte know-how. I gio-vani, infatti, seppur in possesso di un’ottima preparazione teorica, hanno ancora forti diffi coltà di inserimento stabile in azienda e

necessitano di una sorta di tutor che possa trasmettere le esperienze e le abilità acqui-site nei processi lavorativi. Si tratta di una sorta di “apprendistato del terzo millennio” che da una parte garantirebbe nuove assun-zioni, dall’altra consentirebbe di mantenere occupati i lavoratori prossimi alla pensione. E’ necessario, infatti, anticipare un proble-ma che sta emergendo in seguito all’allun-gamento dell’età pensionabile a 67 anni e cioè motivare le aziende a mantenere l’occupazione nella fascia d’età tra i 55 e i 67 anni”.

Da tempo il Consiglio provinciale, su

proposta del Presidente della Terza commis-sione Pietro Giovannoni, ha approvato un ordine del giorno che prevede un incentivo erogabile sia al lavoratore sopra i 55 anni di età, che all’azienda.

Il contributo era ottenibile nel momento in cui il lavoratore “anziano” avesse trasfor-mato in tempo parziale il proprio contratto di lavoro e, contemporaneamente, l’azien-da avesse assunto (per la differenza tra l’o-rario parziale e il tempo pieno) un giovane disoccupato di età inferiore ai 25 anni o a 29 se laureato.

di Nicola Stievano

La proposta parte dalla Provincia di Padova Appello dell’assessore Barison

“Staffetta” fra generazioni per salvare l’occupazione

nEWs

Viaggiare costa e ormai sta diventando un lusso per molti. Ma c’è chi è riuscito a trasformare questa passione in un solido lavoro, con soddisfazioni anche dal punto di vista economico. Si tratta di Francesco Canton e Nicoletta Dainese: la coppia di

a Due Carrare, in provincia di Padova, ha creato una speciale agenzia di viaggi on line che organizza vacanze inedite, al di fuori dal soliti schemi, sfruttando anni di esperienze e contatti in giro per il mondo. Francesco, dopo aver prestato consulenza in uno dei più importanti tour operator online italiani, ha deciso di mettersi in proprio insieme alla moglie Nicoletta, con la quale condivide la passione per i viaggi. E’ nato così “Racconti di viaggio”, che sfrutta come meglio non si potrebbe il web. “Vogliamo offrire ad ognuno

la possibilità di fare il viaggio dei sogni. - spiega Canton - Per qualcuno il sogno può essere una settimana in un villaggio turistico, per altri può essere un trekking nella foresta amazzonica, per altri ancora una settimana di vacanza-lavoro in una masseria siciliana o un’avventura nelle praterie del far West”. Per far questo nell’operazione si è unito un gruppo di una quindicina di “consulenti” che mettono disposizione di tutti i frequentatori del sito www.raccontidiviaggio.it le loro proposte e le loro offerte. C’è chi è specializzato nell’Africa del Sud, chi nella Sicilia, chi ancora nella Grecia o nella Micronesia. “Il nostro valore aggiunto sta nella “creazione” di viaggi su misura e proprio per questo non entria-mo in diretta concorrenza con i grandi nomi del turismo internazionale”.

La coppia padovana ha messo a frutto una lunga esperienza la passionE pEr i viaggi trasformata in imprEsa

Massimiliano Barison

23232323Il Veneto in primo piano

Page 28: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

10 Il Veneto in primo piano

La crisi non ha risparmiato l’acquisto dei beni durevoli, con fl essioni sensibili per auto e moto, mobili, elettrodomestici

ed elettronica di consumo: tiene solo l’in-formatica. E’ quanto emerge dalla 19esima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Ve-neto, presentato il 22 gennaio a Padova.

In un contesto di fragilità socio-econo-mica, anche la spesa delle famiglie venete nel 2012 ha subito evidenti contraccolpi. I consumi sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile e la contrazione della spesa è intervenuta no-nostante la riduzione della propensione al risparmio. Nel 2012 la fl essione del reddito disponibile pro capite nella regione è stata di poco più ampia della media nazionale (-2,5% contro -2,3%); l’indicatore si è atte-stato sui 19.426 euro pro capite, valore più

elevato della media nazionale per 1.772 euro per abitante, ma più basso di 850 euro per abitante rispetto a quella del Nord-Est.

Questa stretta sul reddito disponibile si è rifl essa in maniera consistente sulla spesa familiare destinata ai durevoli, la tipologia di beni più sacrifi cata e il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessa-rio, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie: l’indicatore ve-neto si è attestato sui 2.307 euro, con un calo del 14,8% (-14,1% in Italia, -14,5% nel Nord-Est).

Analizzando i principali settori, le auto

nuove, usate e i motoveicoli hanno eviden-ziato una contrazione, rispettivamente, del -20,4%, -13% e -19%, anche se più conte-nuta rispetto alla media nazionale (- 22,2% - 12% e -20,4%). Nel 2012 si sono imma-tricolate 106.264 auto nuove, 82.842 da parte delle famiglie, il resto da parte delle aziende, e si sono acquistate 165.515 auto usate per 1.233 mln di euro. Per i motovei-coli si riscontrano 18.550 pezzi venduti per 112 mln di euro e una spesa per famiglia di 53 euro.

In comparti che esercitano un peso consistente sulla spesa complessiva, come i mobili, nel Veneto si sono invece registrate fl essioni più ampie della media nazionale, -7,3% rispetto al -6.8%: la spesa comples-siva è passata dai 1.516 mln di euro del 2011 ai 1.396 del 2012 e la spesa per nucleo è scesa da 735 a 666 euro.

Una performance peggiore di quella media nazionale ha riguardato anche gli acquisti di elettrodomestici, che hanno visto una fl essione del 8,7% contro quella nazio-nale del 6,8% (gli acquisti si sono contratti da 366 a 334 mln di euro; la spesa media è scesa da 177euro a 160 euro), e soprat-tutto sull’elettronica di consumo, la cui fl es-sione in Veneto, del -17,8%, è risultata ben più marcata rispetto alla media dell’Italia (-11,8%). I consumi sono passati da 274 a 225 mln di euro e la spesa per famiglia da 133 a 107 euro.

Si salva solo il comparto della Informa-

tion Technology, che ha registrato in regio-ne un incremento del +2,5%, contro un calo dello 0,6% nazionale. La spesa è passata da 189 a 194 mln di euro e quella media da 92 a 93 euro a famiglia. Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle famiglie venete saranno ancora condiziona-te dagli effetti della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile e che, anche se con un’attenuazione rispet-to al 2012, la domanda di beni durevoli resterà in moderato calo, non riuscendo a imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni degli ultimi anni.

di Ornella Jovane

Tranne l’informatica si contraggono tutti i principali settori. Auto, motoveicoli, mobili ed elettromestici: i veneti preferiscono rinviare gli acquisti

Osservatorio Findonestic Banca

La crisi economica si rifl ette anche sui beni durevoli

Nel 2013 ci si attende un’ulteriore contrazione della domanda anche se in moderato calo

Nel 2012 Venezia fa segnare le performance migliori, sia in termi-ni di reddito (19.987 euro) che

in termini di variazione rispetto al 2011 (- 1,7%). Seguono Padova, con 19.978 euro, Belluno con 19.691 euro e Verona con 19.629 euro. Tra i valori più modesti Vicenza (19.333 euro) e Treviso (18.704 euro). Resta in ultima posizione la provincia di Rovigo (17.345 euro), dove il reddito di-sponibile si confi gura al di sotto della madia nazionale.

Relativamente al mercato automobili-stico, Padova resta in testa alla classifi ca delle spese per auto nuove, con 279 mln euro; subito dietro, con 272 mln euro, c’è Verona, quindi Treviso (238 mln euro), Ve-nezia (214 mln euro), Vicenza (211mln euro), Rovigo (70 mln euro) e Belluno (55 mln euro). Nella classifi ca delle auto usate è, invece, Verona a registrare il volume di vendite più alto, a quota 256 mln euro. Sempre Verona, poi, è la città che ha fatto segnare l’incremento più incisivo del com-parto dei motocicli, per consumi complessivi di 26 mln euro.

Nel settore dei mobili, Padova e Vicen-za si collocano, rispettivamente, al primo e al secondo posto, con 265 e 254 mln euro. Belluno resta la provincia dove il volume degli acquisti è stato il minore (63 mln); quattro mln meno di quelli fatti segnare da Rovigo, penultima, mentre le restanti provincie si mantengono sostanzialmente in linea coi risultati delle prime in classifi ca.

Andamento simile per il settore degli

elettrodomestici grandi e piccoli dove, ad eccezione di Rovigo (16 mln euro) e Belluno (15 mln euro), le altre provincie registrano consumi complessivi sostanzial-mente omogenei: Padova 63 mln euro, Verona 62 mln euro, Vicenza e Treviso 60 mln euro e Venezia 59 mln euro.

Classifi ca pressoché invariata per i con-sumi di elettronica di consumo: Padova al primo posto con 43 mln euro, seconde a pari merito Verona e Venezia con 41 mln euro, seguite da Treviso (40 mln euro) e Vi-cenza (39 mln euro). Restano nelle ultime due posizioni, a grande distanza, Rovigo (11 mln euro) e Belluno (10 mln euro).

Il comparto informatica, unico settore in crescita, verifi ca l’andamento dei con-sumi dei settori precedenti, con Padova e Verona in testa, rispettivamente a 37 mln euroe 36 mln euro. Seguono Treviso e Ve-nezia (35 mln euro) e Vicenza (34 mln euro). Chiudono Rovigo (9 mln euro) e Belluno (8 mln euro).

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Page 29: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

11Il Veneto in primo piano

Sono qualche migliaio le piccole e medie attività com-merciali che entro il 2013 chiuderanno le serrande defi nitivamente. Un dato che viene messo in lucie-

dalle principali associazioni di categoria in prima linea per salvaguardare i negozi di prossimità costretti ad un este-nuante concorrenza con i grandi Centri commerciali che, con la nuova legge promossa da Monti, potrebbero tornare liberamente a nascere ovunque come funghi.

Confesercenti e Ascom puntano fortemente il dito contro il decreto Salva Italia del Professore perchè la libe-ralizzazione spinta di orari di apertura che consente di non avere mai un giorno di chiusura, pesa enormemente sui negozi di prossimità che vedono aumentare le spese ma non gli introiti. Eppure sono costretti tante volte a tenere aperto perchè il grande Centro Commerciale che magari si trova a pochi chilometri – e può contare su risorse molto più ingenti – non abbassa mai le serrande.

“Per ora in Veneto siamo riusciti a bloccare un altro aspetto di questa tremenda deregulation messa in campo dal governo dei tecnici - afferma Maurizio Francescon, di-rettore della Confesercenti di Padova -. Il Consiglio regiona-le ha varato il nuovo Piano del Commercio, l’ultimo risaliva a nove anni fa e prevedeva un numero preciso di superfi ci a disposizione della grande distribuzione e dal 2007 non era stato più possibile realizzare nuove aree commerciali. Questo nuovo Piano permette di arginare un rischio pesan-te dovuto, appunto, alla deregulation voluta dal governo Monti. La legge, infatti, lascerebbe mano libera ad ogni singolo sindaco di decidere su tutto, anche sulle superfi ci a disposizioni da destinare alla grande distribuzione”.

Un bell’affare per i Comuni che, strozzati dal Patto di Stabilità, dando il via libera a nuovi centri commerciali in-casserebbero milioni di euro attraverso gli oneri di urbaniz-zazione, Imu etc. Il rischio è che si assista ad un ulteriore consumo selvaggio di suolo e alla cannibalizzazione del piccolo commercio dei centri storici.

Per non parlare del problema dei Comuni vicini che spesso vengono interessati dal traffi co, dallo smog e dalla chiusura delle proprie attività commerciali senza averne in cambio nulla.

Lo sa bene il comune di Padova che, avendo deciso di non autorizzare più centri per la grande distribuzione, ha rinunciato a entrate ingenti ma si è trovato comunque nel giro di pochi anni a gestire traffi co, smog e concorrenza ai negozi del centro causati dalle Brentelle e dall’Ipercity,

entrambi alle porte delle città ma in territorio di Rubano e Albignasego.

“Perché queste situazione non possano più ripetersi – Continua Francescon - bisogna che la Regione nel rego-lamento che la Giunta è chiamata a redarre al più presto preveda una fi gura o un ente sovracomunale che controlli le autorizzazioni commerciali”

“Il nuovo piano regionale – continua Fernando Zilio, presidente di Ascom Padova – ha affermato concetti im-portanti su cui noi associazioni ci battiamo da anni. E mi riferisco alla valorizzazione dei centri storici e al recupero delle aree dismesse ma questo non basta. Occorre quanto prima che siano messi dei paletti certi attraverso il regola-mento che attendiamo a breve e che stabilisca come e chi decide rispetto al via libera per l’insediamento di nuove grandi aree commerciali”.

Le associazioni hanno le idee chiare su questo: occorre ci sia un ente o una fi gura sovracomunale che tenga in considerazione il parere vincolante dei sindaci contermini all’area dove si intende autorizzare il nuovo centro com-merciale.

“Faremo una battaglia su questo – afferma Zilio – i sindaci dei comuni contermini devono avere voce in capi-tolo visto che anche i loro commercianti risentiranno inevi-

tabilmente della presenza pesante della grande distribuzio-ne. E poi non pesiamo mai abbastanza le conseguenze del dilagare di queste strutture spesso legate fi nanziariamente a multinazionali che hanno tutto l’interesse a conquistare il monopolio commerciale su un territorio stabilendo moda-lità prezzi e prodotti. La libera concorrenza verrebbe certa-mente annullata. Come può una piccola o media impresa resistere a questo tipo di politiche?”

Eppure quando queste grandi strutture vengono pro-poste in un Comune portano con sé la prospettiva di assun-zione per molti giovani disoccupati e di questi tempi non è poco. “C’è questa fi nta credenza – spiega Zilio – che si assumi più personale per coprire tutto l’orario che interessa il centro commerciale. Ma andiamo a verifi care con quali contratti queste persone vengono assunte. La grande distri-buzione si avvale di contratti atipici che prevedono facilità di licenziamento. Quindi queste grandi strutture prometto-no lavoro e producono un triste precariato”.

In attesa del regolamento che dovrà varare la giunta veneta restano le linee guida previste dal nuovo Piano del Commercio. Tra le novità va sottolineata la volontà di valorizzare i centri storici attraverso la semplifi cazione delle autorizzazioni per i negozi fi no a 1.500 metri quadrati. L’obiettivo è favorire i negozi di prossimità affi nché le città non si svuotino e le luci non si spengano. Mantenere vivi i centri storici signifi ca garantire più sicurezza ai cittadini, perchè un negozio aperto è anche un presidio di zona e avere un “giardino” gradevole dove socializzare e passeg-giare all’aria aperta.

di Germana Urbani

Il nuovo piano del commercio regionale varato a fi ne 2012 blocca di fatto la deregulation voluta dal governo Monti ma ora si attende il regolamento

Commercio in diffi coltà

Occorre far ripartire i consumi aumentando il potere d’acquisto della gente

Con l’approvazione della legge regionale n. 50 del 28 dicembre 2012 il Veneto si è dotato di un nuovo Paino per il Commercio. Ora si attende il

varo, entro 4 mesi, del Regolamento di attuazione della legge, che dovrà contenere i criteri per l’individuazione da parte degli strumenti urbanistici delle aree idonee all’insediamento delle medie strutture con superfi cie di vendita superiore ai 1.500 mq. e delle grandi strutture di vendita, le modalità per la valutazione integrata degli impatti e l’individuazione delle misure compensative e di mitigazione atte a rendere sostenibili gli insediamen-ti commerciali, la defi nizione degli ambiti territoriali destinati ad ospitare gli in-sediamenti commerciali di rilevanza regionale (le grandi strutture di vendita con oltre 15.000 mq.) e gli altri indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale veneto.

Di grande interesse la norma contenuta nell’art. 19, comma 4, che dispone che all’interno dei centri storici l’autorizzazione commerciale per le grandi strut-ture di vendita è rilasciata non più tramite la Conferenza di servizi, ma direttamente dallo Sportello Unico per le Attivi-tà Produttive secondo le modalità previste per le medie strutture di vendita, che prevedono tra l’altro una regolamentazione da parte del Comune. In questo modo si intende favorire la realizzazione in centro città di grandi strutture di vendita specializzate.

Altra norma di immediato interesse è quella conte-nuta nell’art. 28, comma 4. Si tratta di una norma tran-sitoria che prevede che le grandi strutture di vendita ed i parchi commerciali già autorizzati alla data di entrata in vigore della legge possano essere ampliati in misura non superiore al 20% della superfi cie autorizzata (e co-munque nel limite massimo di 2.500 mq di superfi cie di vendita), nel rispetto dello strumento urbanistico vi-gente e della normativa in materia ambientale, edilizia e viabilistica prevista dalla precedente legge regionale sul commercio. Tale facoltà va esercitata entro 60 gior-ni a partire dal 1° gennaio 2013, con l’impegno ad iniziare i lavori entro e non oltre 60 giorni dal rilascio dell’autorizzazione.

In breveLa nuova legge regionale

Sulla libera domenica Confesercenti ha presentato una proposta di legge popolare

25252525Il Veneto in primo piano

Page 30: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

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Kranjska Gora che giace nella parte sud-occidentale della Slovenia, al confine fra Italia e Austria, è rinomata come il miglior centro sportivo, di ricreazione, intrattenimento e congressuale di tutte le Alpi Giulie. D´inverno si copre di un candido mantello che si riflette in una cornice romantica, d´estate invece la parola d´ordine è la frescura. Durante tutto l´anno la località ospita ospiti desiderosi di relax e di rigenerarsi per essere sempre pronti per nuove avventurose sfide. I nostri ospiti sono escursionisti, atleti professionisti, giovani famiglie, manager che creano progetti futuri e tutti coloro che si lasciano coccolare presso i nostri centri wellness. Alcuni desiderano fare shopping nei centri commerciali dei paesi limitrofi (Italia, Austria) altri invece decidono di sfidare la dea bendata ai tavoli da gioco o alle slot machine dei centri del gioco ed intrattenimento.

A Kranjska Gora ogni staggione si veste di un proprio colore con cui attrae gli ospiti, vicini e lontani che siano. Grazie al clima mite e fresco, Kranjska Gora d’estate diventa una piacevole valle verde dove agli ospiti vengono offerte innumerevoli possibilità di svago con ottimi punti di partenza per le diverse attività sportive, sport estremi o anche soltanto per un tranquillo break in compagnia.

Sci a Kranjska Gora

Kranjska Gora d'inverno offre attività sportive, ricreazione, divertimento ed il piacere di stare in compagnia. È una meta molto gettonata dalle giovani famiglie e da tutti coloro che desiderano imparare a sciare. Alcune delle possibilità di svago o ricreazione sono presentate qui di seguito ma tante altre attendono di essere scoperte da voi: sci alpino e snowboard (30 km di piste perfettamente attrezzate che garantiscono neve artificiale e sci notturno), sci di fondo (su circa 40 km di piste ben mantenute, da quest´ anno anche di notte), discese in slitta nelle zone previste o sulle apposite piste attrezzate, di giorno e di notte al lume delle fiaccole, gite in motoslitta sulla pista circolare di Kranjska Gora oppure meravigliose escursioni panoramiche in compagnia di una guida, fuoripista e sci estremo in compagnia di una guida alpina, arrampicata sulle cascate ghiacciate per principianti ed arrampicatori esperti, pattinaggio su piste di pattinaggio naturali ed artificiali di fronte al hotel Kompas dove quest'attività è praticabile anche di sera, fiaccolata, giro con slitta trainata da renne per i bambini.

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13Il Veneto in primo piano

di Fortunato Marinata

Cresce il debito della Sanità veneta. Lo dicono i giudici della Corte dei Conti che hanno rilevato come a dicembre del

2011 il saldo delle somme dovute a enti e aziende sanitarie pubblici, fornitori, tesoriere, dipendenti, più i mutui passivi siano aumen-tati rispetto all’anno precedente del 3,8%. La cifra complessiva è da capogiro: 4 miliardi e 368,2 milioni di euro, 385, 5 milioni dei quali maturati nell’ultimo esercizio. L’esposizione maggiore, informano sempre i magistrati contabili, è nei confronti dei fornitori privati per una percentuale che oscilla attorno al 65% del debito complessivo: 2 miliardi e 896,7 milioni di euro, tanto per essere chiari, ai quali vanno aggiunti i 15,7 milioni di euro degli interessi che dovranno essere pagati agli stessi a causa dell’enorme dilazione dei pagamenti. In que-sto caso manca un vero e proprio report ma, secondo quanto sostenuto dalle aziende priva-te che avanzano soldi dalle Ulss venete, i saldi arrivano con un ritardo che supera i 500 giorni, ossia un anno e mezzo, mentre la legge stabi-lisce che le fatture dovrebbero essere onorate

entro 30 giorni. Una situazione insostenibile secondo la Cgil. “Il mancato pagamento dei fornitori – spiega la sigla sindacale in un comunicato stampa diffuso proprio in questi giorni – è un problema gravissimo che si tra-scina da troppo tempo, tanto più in una fase di grave crisi come l’attuale, determina a sua volta, ricadute pesanti, in termini occupazionali oltreché di tenuta delle imprese, già in diffi coltà per l’accesso al credito, e lascia spazi pericolosi alle imprese poco pulite e trasparenti, quelle legate alla criminalità, le uniche che possono permettersi di aspettare anni per i pagamenti, perché dispongono di fonti illecite di fi nanziamento”. Che siano le Ulss a detenere la quota di debito più elevata nei confronti delle imprese private, lo con-fermano anche i dati elaborati della Cgia di Mestre secondo i quali: dei 70 miliardi circa di debiti che la Pubblica amministrazione ha nei confronti delle aziende, ben 37,8 mld (pari

al 54% del totale) sono in capo alle Aziende sanitarie locali. Sui motivi che invece hanno portato al progressivo indebitamento della Sanità veneta la Cgil non ha dubbi, a pesare sarebbe il ritardo con il quale sono state messe in campo le manovre contenitive. “I ritardi nell’attuazione del Piano Socio Sanitario la

scelta della Giunta Zaia di tenere nel cassetto fi no a dopo le elezioni le schede di dotazione ospedaliera e territo-riale, che dovrebbero costituire lo strumento

operativo per porre mano alla necessaria riorganizzazione dei servizi, la mancanza as-soluta di volontà politica di ridurre il numero delle aziende sanitarie ridefi nendo gli ambiti territoriali di quelle attuali, il persistere di ope-razioni ad alto rischio come la costruzione di nuovi ospedali facendo ricorso alla fi nanza di progetto, disegnano un quadro sempre più preoccupante per la tenuta complessiva del sistema, per le ricadute negative in termini di

servizi e di costi aggiuntivi per i cittadini, per le operatrici e gli operatori che lavorano sempre più in condizioni complicate, per mancanza di risorse e di una seria programmazione”. Una serie programmazione che invece per la sigla sindacale dovrebbe incentrarsi attorno alla rior-ganizzazione degli ambiti territoriali delle Ulss, con una loro sostanziale riduzione numerica, e all’attivazione di una rete territoriale dei servizi di cure primarie, sul modello H24, per ridurre i ricoveri e gli accessi impropri ai Pronto soccor-so. “Un obiettivo strategico importante – spie-gano - peraltro contenuto nel nuovo Pssr, ma che rischia di restare sulla carta se qualcuno immagina di utilizzare la politica dei due tempi nell’attuazione del Piano e cioè prima si chiu-dono gli ospedali poi non si sa cosa succede”. Le stesse conclusioni sono contenute anche nella relazione della Corte dei Conti, là dove è indicato in rosso anche la voce che riguarda il patrimonio netto degli enti del Servizio sa-nitario regionale. Meno 60,2 milioni secondo quanto riportato. Le passività create dalla varie Ulss, viene specifi cato, vengono ripianate solo

in parte dalla Regione e il passivo viene riporta-to negli esercizi successivi appesantendo lo sta-to debitorio e legando di conseguenza l’equili-brio di bilancio a capitali di terzi. A presentare i bilanci peggiori sono le Ulss 12 di Venezia, con quasi 430 milioni di euro di debito, la 20 di Verona, con un saldo passivo di 446,7 milioni di euro e l’Azienda Ospedaliera di Padova, con altri 429,9 milioni di passivo. Insomma ancora una volta troppi debiti a causa di troppe spese che invece andrebbero contenute con l’attiva-zione immediata del nuovo Piano sociosani-tario, intervenendo, dunque, nella riduzione della rete ospedaliera e nel potenziamento del sistema di assistenza territoriale oltre che nell’irrigidimento dei monitoraggi.

Ammonta a 2 miliardi e 896,7 milioni di euro l’importo che deve essere saldato alle aziende private. Per i pagamenti si attendono anche più di 500 giorni

Bilanci La relazione della Corte dei Conti inchioda la Sanità veneta

Gli ospedali hanno troppi debiti con i fornitori

I peggiori bilanci a Verona, Venezia e all’Azienda Ospedaliera di Padova

27272727Il Veneto in primo piano

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14 Cultura veneta

Isole del “Mar nostrum” esplorate attraverso la disamina delle tradizioni culturali, della storia e dei luoghi fi sici

L’acquarello è una tecnica non facile per il margine di errore compositivo e di stesura che deve essere pari a zero e per la capaci-

tà di rendere atmosfere, accostamenti e nuan-ce di colori che solo questa riesce a rendere. Un Maestro, tra gli artisti di livello internazionale, che interpreta con maggiore effi cacia la tecnica del colore ad acqua è Pedro Cano. Spagnolo di Blanca, classe 1944, espone cinquantaquattro tavole negli spazi della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, spazi Bomben, di Treviso fi no al 3 marzo. “IX Mediterranei” è il titolo della mostra personale che raffi gura un viaggio attra-verso le tre isole di Sicila, Patmos, Maiorca e le sei città di Venezia, Napoli, Spalato, Istanbul, Alessandria d’Egitto e Cartagena. Un bacino territoriale, unito idealmente dal mare, che viene esplorato da Cano attraverso la disamina delle tradizioni culturali, della storia e dei luoghi fi sici. Ne deriva una rappresentazione introspet-tiva, originale e non banale. Ecco che le bricole della città lagunare per antonomasia si rarefan-no in un clima umido, in cui si respira la salse-dine lacustre. Escono da una sorta di nebbia

magica o d’improvvisa illuminazione solare o oscurità notturna. Invece in Alessandria d’Egit-to, la storia si fa protagonista con pagine di libri riecheggianti la biblioteca perduta e paesaggi che rimandano, in chiave attuale, a rappresen-tazioni d’ottocentesche memorie. A Cartagena i pesci in essicazione assumono un aspetto me-tafi sico e le anfore scandiscono verticalmente il ritmo dell’opera. Particolari di Istanbul, come i minareti e la cupola di Santa Sofi a, sono d’ef-fetto e si stagliano in uno sfondo informale. Le ghirlande di frutta, come l’uva e i limoni, sono di caravaggiesche armonie ed evidenziano una solarità insita in Patmos. La Sicilia archeologica,

in un lontano sapore di Magna Grecia, è trac-ciata da sculture giunte a noi danneggiate dal corso del tempo, dove una mano umanizzante tiene dei lembi di una veste. A Maiorca, delle grate di fi nestre riparano da atmosfere esterne di luce e indefi nite vegetazioni. A Napoli c’è la smorfi a, ma non quella tradizionale perché si tratta di un dolce ritratto di bimba, mentre una Spalato romanica ritorna a parlare veneziano con una biancheria penzolante dalle corde. Dunque un Mediterraneo che Pedro Cano in-dica come “lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta,

tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei percorsi. Un viaggio sentimentale saltando attraverso l’im-menso specchio azzurro, il cui nome, secondo lo scrittore croato Predrag Matvejevic, trae origine dal fatto di essere situato tra le terre. In queste sono nate le più grandi civiltà occiden-tali, dove la diversità culturale, linguistica ed et-nografi ca le rende un luogo unico al mondo”. In conclusione, alcuni esempi di una sorta di frammenti di paesaggio che, con acqua e colo-re, rappresentano il vero percorso e signifi cato della fi gurazione contemporanea: una visione che esula dal luogo stesso.

di Alain Chivilò

Treviso, Fondazione Benetton Studi e Ricerche, spazi Bomben Fino al 3 marzo “IX Mediterranei”

Il sottile colore ad acqua di Cano

Intervista a Piero Slongo

Con un “era ora !!!” il pittore nativo di Mogliano Veneto, classe 1928, Piero Slongo, a quasi due anni dalla sua partecipazione al Padiglione Italia

della Biennale 2011, rimarca con fi erezza quella pre-senza che l’ha posto nelle cronache dell’Arte italiana. Come disse Vittorio Sgarbi, durante l’inaugurazione del Padiglione Veneto di Piazzola sul Brenta, “… da Mogliano e precisamente dallo studio di un ottantenne pittore pieno d’entusiasmo è oggi qui tra noi, come esordiente a questa manifestazione, Piero Slongo. Un’artista che voglio onorare portandolo a Venezia, perché sono curioso di scoprire una persona come Slongo piuttosto che imporre, nelle sale espositive, un nome di mio piacimento”. Dunque una vera e propria legittimazione, che Sgarbi convalida e porta all’atten-zione dopo aver conosciuto le opere di Slongo in anni passati durante precedenti incontri. C’è da sottolineare, a onore del vero, che Piero ha sempre dipinto. Però, solo grandi eventi fanno “riscoprire” talenti nascosti. Non dovrebbe essere proprio così, ma il sistema dell’Ar-te in Italia funziona con la logica che l’apprezzamento e il riconoscimento debbano giungere dopo una lunga stagionatura, come in una tradizionale cantina. Piero Slongo, come autodidatta, si avvicina al mondo dell’Ar-te dipingendo con discrezione e con una forte capa-cità di apprendere i segreti dei grandi maestri storici. Lui parte da una cultura paesaggistica storica, che a Venezia aveva trovato terreno fertile nelle prime due generazioni di pittori fi gurativi appartenenti alla così chiamata Scuola di Burano. Tra questi, per esempio, Umberto Moggioli e Gino Rossi come primi e Eugenio

Da Venezia e Fioravante Seibezzi come secondi. Sen-za dubbio, alcune generazioni erano passate da questi maestri, ma la ferrea volontà di portare avanti questa tradizione lo fa divenire oggi l’ultimo testimone del pa-esaggio romantico, in contrapposizione a tutto quello non fi gurativo della nostra contemporaneità. Il ragazzo Piero, ma per favore non chiamatelo Maestro, ha un segreto che consiste nella “voglia di conoscere sempre cose nuove e d’interessarsi sempre di tutto, stando sempre presente informandosi”. Questo si traduce in una costante pittura fresca, che nasce da uno spirito sempre giovane. Un importante momento pittorico avvenne proprio da una visione diretta delle opere di Gino Rossi, durante una storica mostra di Treviso, in cui ebbe inizio un’autentica viva e rinnovata intensi-tà espressiva. Il suo focus è dato dalla tematica del paesaggio, che permette a Slongo d’evidenziare una

grande capacità nel dipingere l’interiorità, attraverso la manifestazione di emozioni e liricità. Una tecnica ten-dente all’opaco, pastosa e di verve coloristica che trova in Chaim Soutine il secondo suo grande maestro di rife-rimento. Le stagioni venete sono così ritratte in modo vitale e luminoso, in un confi ne tra Impressionismo e Espressionismo. Spesso i ciliegi in fi ore gli permettono d’inserire punti luce naturali che equilibrano la scena. Colori caldi, tipici di una terra amata e vissuta. Le sue tematiche si completano anche con soggetti quali fi ori, nature morte e ritratti. Piero Slongo vuole esplorare “di tutto e di più” e in questo viaggio incarna una pittura veneta, in cui è riuscito a rendere la tematica del pae-saggio vicina a noi, trasformando a livello percettivo una natura mai uguale. Ecco che il saper rendere la comprensione dell’ambiente che ci circonda, mai stan-dardizzato, è la chiave del paesaggio attuale.

“Il mio paesaggio interiore”

In questa sede si propo-ne una rapida carrellata di eventi in corso o che

hanno tracciato un interes-sante percorso espositivo. A Treviso presso la prestigiosa sede di Casa dei Carraresi, a contorno degli eventi collaterali alla mostra “Ti-bet”, fi no al 7 marzo si susseguono due mostre collettive d’arte in ambito fi gurativo, “Confessioni artistiche” e non fi gurativo, “Avventure mentali”. Una disamina che mappa lo stato dell’arte di due metodologie espressive ormai in dialogo. A Padova invece, presso la Galleria Cavour “Bernard Au-bertin” e al Centro Culturale S. Gaetano “Cesare Berlingeri”. Il primo svolge il suo concetto artistico partendo dall’azzeramento dei canoni espressivi tradizionali, captando da un lato il colore del fuoco e della nera cremazio-ne in combustioni di oggetti diversi e dall’altro il colore rosso all’interno di monocromi come da incontro con Yves Klein. Nell’altra mostra, dedicata a Berlingeri, viene tracciato il percorso compositivo attraverso le piegature nate da un lampo creativo, che parte da un’interiorizzazione dell’infanzia, quando vedeva sua madre indossare al petto un piccolo involucro piegato per esorcizzare il malocchio e dal teatro, in qualità di scenografo, osservan-do dei macchinisti raccogliere un cielo stellato da una scena. Ci spostiamo ora a Bassano del Grappa con “Novecento italiano. Passione e collezioni-smo”. Qui si traccia attraverso artisti di chiara fama, con opere di pregio, il passaggio dell’Arte nazionale da moderna a contemporanea, ossia dal secolo scorso a oggi. Concludendo il viaggio, approdiamo a Venezia dove ha aperto Offi cina delle Zattere, un nuovo spazio utilizzato precedentemente dall’Istituto degli Artigianelli come offi cina e poi come laboratorio didattico e artigianale dall’Accademia di Belle Arti. Nelle varie sale a tema, hanno esposto Giorgio Merigo in “Sintetiche visioni, sound digital art”, Veronica Croce, Massimo Donà e Raffaella Toffolo in “Il suono delle cose”, Giorgio Faletti in “Da quando ad ora” e Emanuel Dimas De Melo Pimenta in “John Cage 100 anni. Silenzio”.

Arte in breve

POKER DI CITTÀ PER 6 MOSTRE

Alcune opere presenti alla mostra

Al.Ch. Al.Ch.

Due anni fa la partecipazione al Padiglione Italia della Biennale 2011. Un esordiente di 80 anni

28 Cultura veneta282828 Cultura veneta

Page 33: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

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16 Cultura veneta

Nato e vissuto a Sacile lungo il fi ume Livenza, a Portobuffolè, il ciclista Giovanni Micheletto fu il più gran-

de asso del pedale del primo Novecento. Cent’anni fa, nel 1912, vinse il Giro d’Ita-lia, assegnato in quell’edizione con la for-mula a squadre. Ricordiamo poi la vittoria nel 1910 del Giro di Lombardia, nel 1911 del Giro di Romagna e nel 1913 la prima tappa del Tour de France. Sempre nello stesso anno, 1913, è stato il primo italiano a vincere nella storia del ciclismo una corsa

in linea all’estero, la Paris-Menin. Colto e dai modi sempre garbati che gli valsero il soprannome de “Il Conte”, viene ricordato per l’abitudine di soffi arsi il naso -in corsa- con un fazzoletto, anziché improvvisare alla meno peggio. Corse da professionista dal 1908 al 1913, ebbe quindi una car-riera ciclistica breve, ma importantissima. Durante la seconda guerra mondiale fece parte del Comitato di Liberazione Nazio-nale di Sacile e poi per dodici anni ricoprì la carica di presidente dell’Ospedale civile di Sacile portandolo a livelli d’eccellenza. Oggi il Palazzetto dello Sport di Sacile e il Museo del ciclismo di Portobuffolè portano il suo nome e a 100 anni dalla vittoria del Giro d’Italia, Giacinto Bevilacqua lo ricorda con la biografi a “Giovanni Micheletto il Conte di Sacile” (edizioni Sports15). Tra le chicche di questo volume l’autore ci rac-conta che ha “antologizzato un testo di un giornalista della Gazzetta dello Sport che negli anni Cinquanta aveva seguito una cor-

sa in Belgio. Il giornalista, di ritorno, aveva riferito con grande meraviglia che in un’o-steria belga, sentendo i commensali parlare italiano, l’oste andò a prendere una foto di Micheletto scattata nel 1913 alla Parigi-Menin, testimoniando così la fama duratura di questo mito del pedale riscossa lungo le sue tappe”. Giacinto Bevilacqua prosegue il suo racconto descrivendoci un ciclismo da pionieri in cui i corridori non avevano alcun genere di assistenza in gara, anzi, era as-solutamente proibito cambiare bicicletta. Il ciclista si doveva arrangiare a fare tutto lun-go tappe anche di 600 chilometri: portava a tracolla il tubolare di riserva e macinava chilometri con il cambio fi sso. Anche l’ali-mentazione era diversa: uova sode e carne di pollo, portate sempre a tracolla. Tutto passa, tranne i grandi come Micheletto.

di Vesna Maria Brocca

Vinse il Giro e la prima tappa del Tour. Venne chiamato “il Conte” per l’abitudine di soffi arsi il naso -in corsa- con un fazzoletto, anziché improvvisare alla meno peggio

Letteratura Il libro di Bevilacqua che ricorda Micheletto e il ciclismo di inizio ‘900

“Il Conte di Sacile”

Un nuova pubblicazione per gli amanti della musica classica e non. Stiamo parlando di “Liszt Ferenc

200” (Publimedia, 2012) scritto dalla musicologa trevigiana Vesna Maria Broc-ca, che contiene al suo interno anche la prima edizione assoluta del Vexilla Regis prodeunt per orchestra del 1864 del genio ungherese Franz Liszt. La biografi a è pre-ceduta dalla prefazione del compositore e medico Mirco De Stefani, noto anche per le sue numerose collaborazioni con il grande poeta Andrea Zanzotto ed è segui-ta dalla trascrizione e dalla revisione del brano orchestrale a cura del compositore e direttore d’orchestra trevigiano Francesco Pavan. “Durante gli anni di studio uni-versitario in musicologia storica - spiega Vesna Maria Brocca - sono cominciate le mie ricerche sul celebre inno gregoriano di san Venanzio Fortunato sotto la guida del professor Giacomo Baroffi o, ordinario di Storia della musica medievale a Cremona, che mi hanno portata fi no a Liszt e a stu-diare di persona l’autografo al Goethe- und Schiller-Archiv di Weimar”. Il volume van-ta, inoltre, il patrocinio dell’Anno Culturale Italo-Ungherese 2013, dell’Ambasciata di Ungheria – Roma e del Consolato Genera-le Onorario di Ungheria – Venezia.

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28 Sì, viaggiare

Il gigantesco elefante avanza minaccio-so, scuote la testa, poi all’improvviso si ferma. Barrisce, alza la proboscide e

“sputa” acqua. Tanta acqua. Un getto che spesso colpisce i turisti incautamente ferma-tisi davanti ad esso quasi per sfi darlo. Il gi-gantesco elefante, alto 12 metri e pesante 50 tonnellate, è la nuova attrazione di Nan-tes. E’ la prima grande macchina realizzata nell’isola della città, al centro dell’estuario della Loira. Dove prima c’era il porto oggi c’è una proiezione del futuro. Quello in cui la città ha deciso di immergersi. Il progetto artistico “Le macchine dell’isola” ha dello sbalorditivo. Contrariamente ad un parco d’attrazione chiuso, esso si integra nel tessuto urbano, con strutture meccaniche monumentali in movimento. Sull’elefante ci possono salire 49 persone, in pancia e in groppa. La “passeggiata” dura mezzora ed è un’emozione vedere le zampe gli in-granaggi mettersi in movimento. Prodotto dalla fantasia di Francois Delarozire e Pier-re Orefi ce, il progetto turistico “Macchine dell’isola” si nutre dei mondi inventati da Giulio Verne, dell’universo meccanico di Leonardo da Vinci e della storia industriale di Nantes. Questo “bestiario” fantastico vivente occupa il sito degli ex cantieri na-vali. Nel 2012 stata inaugurata il carosello gigante “mondi marini” (25 metri di altez-za, 20 di diametro) popolato da creature che popolano il mare: è costituito da 35 elementi mobili. All’Atelier si possono am-mirare altre macchine e capire come sono state costruite. Un luogo da non perdere. Come pure l’Hangar delle banane, un laboratorio in perenne movimento creativo.

Nella stessa isola, vero e proprio crogiolo creativo della città, sorgono le costruzioni più avveniristiche di Nantes: dal nuovo palazzo di

IN COPERTINA L’ELEFANTE MECCANICO A SPASSO PER

L’ISOLA. IN ALTO A DESTRA: IL CASTELLO DI CISSON E UNA

VEDUTA DI QUELLO DI NANTES (DUCHI DI BRETAGNA); PIÙ

SOTTO DETTAGLIO DELLO STESSO CASTELLO, VEDUTE DELLA CITTÀ,

IL PARCO DELLE “MACCHINE” LEONARDESCHE E UN’IMMAGINE

SERALE DELL’ISOLA. NEL BOX: IL RISTORANTE LE CIGALLE E

LA CANTINA DEL CASTELLO DI CASSEMICHÈRE

giustizia al polo d’affari Euronantes. Architetti di fama stanno costruendo nell’isola un nuovo cuore della città nell’ambito di un progetto ur-bano entusiasmante che tende a trasformare e riutilizzare quanto gi edifi cato. Intorno sorto il Parco dei cantieri, con percorsi lungo le sponde, pontili, giardini a tema. Persino le vec-chie gru del porto sono diventate monumenti di architettura contemporanea. Sempre in tema di arte contemporanea a Nantes va ricor-data la biennale Estuaire, con sempre nuove realizzazioni a cielo aperto, lungo il fi ume fra la città e Saint Nazaire: la casa nell’acqua, il serpente tra i fl utti, la barca inarcata. Installa-zioni surreali.

Nantes quest’anno gode del titolo di “ca-

pitale verde europea”, titolo meritato per gli oltre mille ettari destinati a verde pubblico e parchi ma anche per il livello di qualità della vita raggiunto. La città, famosa per l’editto di Enrico IV che nel 1598 pose fi ne alle guerre di religione, diventata esempio di tolleranza. Ne testimonianza anche il Memoriale sull’abo-lizione della schiavitù con cui la città, guar-dando in faccia la storia, riconciliata con il suo scomodo passato, dato che proprio da Nantes partivano le spedizioni negriere. Il Memoriale è allestito in Quai de la Fosse, luogo simbolo da dove salpavano le navi che trasportavano gli schiavi. Anche nel Castello dei Duchi di Bretagna, che domina la città vecchia con le sue possenti ed eleganti architetture rinasci-

mentali, c’è un percorso espositivo dedicato agli anni bui della tratta degli schiavi. Il castel-lo costruito da Francesco II, ultimo duca della Bretagna indipendente, annuncia l’architettura dei castelli della Loira. Suggestivo il percorso lungo le mura, sorprendente il museo hi tech: propone anche una stupefacente visita virtuale nella Nantes del 1757.

La bellezza e la vastità della città si pos-sono cogliere salendo sulla Torre della Breta-gna, dove si trova anche Le Nid, un artistico bar ispirato al nido della cicogna. Dall’alto è più facile capire che il quartiere Feydeau un tempo era un’isola e avere un’idea della ricchezza dei suoi palazzi. Si può vedere La Tour Lu nell’ex fabbrica di biscotti Lu, oggi sede

degli uffi ci del turismo. Il Passaggio Pomeraye, del XIX secolo, vale invece la pena di vederlo dal basso, passeggiandovi: è l’antesignano del centro commerciale, caratterizzato da una monumentale scalinata e da bei decori liberty.

Nantes propone moltissimi percorsi cultu-rali e turistici, puntando sull’ecosostenibilità. Mezzi pubblici e bicicletta. Le Voyage a Nan-tes (www.levoyageanantes.fr) è un percorso insolito, sfasato, poetico. Altre informazioni si possono ottenere mediante www.paysdelaloi-re.fr o www.ohlaloireatlantique.com Oltrechè su www.rendezvousenfrance.com Nantes è facilmente raggiungibile da Venezia con i voli low cost di Volotea.

L’UNIONE EUROPEA L’HA PROCLAMATA“CAPITALE VERDE D’EUROPA 2013”PER GLI OLTRE MILLE ETTARI DI SPAZI VERDIMA LA CITTÀ AFFACCIATA SULL’ATLANTICOE SUL LUNGO ESTUARIO DELLA LOIRAAMA ANCHE LE FUGHE IN AVANTI:L’ISOLA DEL PORTO È STATA TRASFORMATAIN UN LABORATORIO D’ARTE CONTEMPORANEAE DI ARCHITETTURE AVVENIRISTICHEIN ONORE DI LEONARDO E DI GIULIO VERNE(CHE QUI NACQUE NEL 1828)SONO STATE COSTRUITE DELLE GIGANTESCHE “MACCHINE” FRA CUI L’ELEFANTE CHE CAMMINASULLE BANCHINE DISMESSE:È LA NUOVA ATTRAZIONE NANTESE

CROSTACEI E MUSCADET

Crostacei e frutti di mare, come se piovesse. Incastonati in piatti a più piani, come le vecchie torte nuziali. A Nantes la gastronomia è di mare e a dominare la scena gastronomica è il plateau royale. Bello anche da vedere con quella ridondanza di ostriche, tartufi di mare, gamberoni, scampi e altre prelibatezze. Imperdibile la sosta al ristorante “La Cigale” (4 place Graslin), locale storico con sale in stile Art decò. Grandi frutti di mare. Curioso il ristorantino “Les Chants d’Avril” (2, rue Laennec), famoso per il suo menu misterio-so che cambia ogni giorno. Tipica la sosta al ristorante “La Civelle” (21 quai Boissard - Trentemoult) con vista sull’isola di Nantes. A “Le Grain de Folie” (150 bd des Ocanides - Pornichet) in faccia al mare, vicino al centro balneare di Le Boule, altri prodotti ittici d’ec-cellenza. Nell’entroterra due tappe imperdibili: a Cisson, borgo medievale, cena romantica al “Restau-rant de la Vallée (1 rue de la Vallèe) vicino al ponte, con vista maniero. Allo Chateau de Cassemichère a La Chapelle - Heulin, piccolo borgo di campagna, si va invece per ammirare lo splendido piccolo castello e per visitare le antiche cantine dove, documenti alla mano, ti dimostrano che vi è nato il Muscadet, il vino simbolo di questa zona. Il bianco ideale per apprezzare crostacei e frutti di mare dell’Atlantico.

Nantes l’audace è già nel futuro

FRANCIA

31313131Sì, viaggiare

Page 36: La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

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l’Intarsio

Su Pierino

• Pierino si rivolge a un bambino più pic-colo: “Hai dei buoni denti?” “Purtroppo no.” “Perfetto. Al-lora tienimi il croc-cante mentre fac-cio questa partita a pallone.”• Pierino e Miche-la sono soli nel bo-sco in una limpida giornata inverna-le. “Michela, leva-ti il cappotto.” “Si, va bene.” “Brava. Ora levati la gon-nellina.” “Si, Pieri-no” “Ora la sotto-gonna.” “Va bene.” “E ora levati le mu-tandine perché mi serve l’elastico per aggiustare la fion-da!”• “Ma come?” Dice la mamma a Pieri-no. “Ti sei mangia-to tutte le caramel-le senza pensare a tua sorella?” E Pie-rino: “Ci ho pensa-to tutto il tempo. Ero preoccupato

che arrivasse pri-ma che io le finis-si.”• La mamma a Pie-rino: “Pierino, hai preso 6 in con-dotta. Sei stato bocciato! Ma si può sapere come hai fatto? Dicevi che andavi bene a scuola!” “Beh, si vede che si sono accorti che non ti-ravo mai l’acqua.”• Pierino, non sa-pendo svolgere il tema d’esame, pensa di fare lo spi-ritoso e consegna il compito con que-ste parole scritte: “Dio solo conosce la risposta. Buo-na giornata!” Otto giorni dopo riceve la risposta: “Dio è stato promosso e tu no. Buon anno!”

1) Champs Elysees;

2) Piazza della Bastiglia;

3) Place de la Concorde;4) Place de VendomeSoluzioni:

Un giretto per Parigi

Aforismi sull’amore

• C’è una sola cosa peggio-re di un matrimonio senza amore: uno in cui c’è amo-re, ma da una parte sola.

BASS (basso)CHOIR (coro)

COMPOSER (compositore)DRUMS (batteria)EFFECTS (effetti)

HAND (mano)HARP (arpa)

MELODY (melodia)MUSIC (musica)

NOTE (note)PIANO (pianoforte)

POPULAR (popolare)SAXOPHONE (sassofono)

SCIENCE (scienza)SINGER (cantante)

SONG (canzone)SOUND (suono)THEORY (teoria)

TIME (tempo)VOICE (voce)

The Music (la musica) Impariamo l’inglese

CHIAVE (6) - Uno strumento musicale..........................................................................

PuzzleSimply...

Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba.

AGO - AIO - BEA - EVA - IFAOHE - POI - SMS - TAP - UHMGAME - SOAP - UVEA - CALIAIDIOMA - NOSTRO - ORRIDAOSSIAN - GRIDATO AGIOGRAFO - IMPAZZISCEMELODRAMMANEFANDEZZA - PSICROFILOSALVAZIONE - ALFABETISMOOSSIFICAZIONEAZZURRAEDIZIONI

Sapete riconoscerequesti posti?

1) .........................................................

...............................................................

2) .........................................................

...............................................................

3) .........................................................

...............................................................

4) .........................................................

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1 2

3 4

32 Crucipiazza323232 Crucipiazza

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VINO

LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

RICORDO PERFETTAMENTE L’ANNO IN CUI ANDAI IN VACANZA IN UMBRIA E, NEL VIAGGIO DI RITORNO, DECISI CHE FORSE SAREBBE STATA UNA BUONA COSA ALLUNGARE UN PO’ LA STRADA E PASSARE PER LA TOSCANA PER BERMI UN BICCHIERE DI VINO BUONO; INTENDIAMOCI, NON È CHE IN UMBRIA NON CI SIA IL VINO BUONO, ANZI…RICORDO CHE MI FERMAI IN UN BORGO MOLTO BELLO,

ERO A SAN GIMIGNANO, LA CITTÀ DELLE TORRI, NELLA PROVINCIA DI SIENA. MI FERMAI PER IL PRANZO, E PER ASSAGGIARE IL VINO TIPICO DI QUESTA INCANTEVOLE ZONA: LA VERNACCIA. TRA I VINI TOSCANI È QUELLO CON LE ORIGINI PIÙ INCERTE. PROBABILMENTE PRENDE IL NOME DAL LATINO “VERNACULUM”, CHE SIGNIFICA DEL POSTO, NATIVO. QUESTO SPIEGHEREBBE PERCHÉ MOLTE UVE IN ITALIA SI CHIAMANO IN QUESTO MODO. CI SONO IN ITALIA TRE D.O.C. DI VERNACCIA; LA VERNACCIA DI ORISTANO, IN SARDEGNA, LA VERNACCIA DI SERRAPETRONA, NELLE MARCHE, E LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO. INTRODOTTO DALLA GRECIA NEL XIII SECOLO, DI QUESTO VINO SI HANNO TRACCE SIN DAL 1276, IN QUANTO CITATO IN UN DOCUMENTO DEL COMUNE DI SAN GIMIGNANO. VENNE POI DIVULGATO DA LORENZO IL MAGNIFICO CHE LO FECE PIANTARE NEI SUOI POSSEDIMENTI. VIENE NOMINATO PERSINO DA DANTE ALIGHIERI NELLA DIVINA COMMEDIA. AGGIRANDOSI NEL PURGATORIO TRA I GOLOSI, INCONTRA PAPA MARTINO IV, REO DI ESSERE STATO TROPPO SPESSO VINTO DALLA VERNACCIA. LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIENE PRODOTTA ESCLUSIVAMENTE DAI VIGNETI SITUATI NEI TERRENI COLLINARI DI SAN GIMIGNANO, DAL VITIGNO OMONIMO ED HA UN BELLISSIMO GIALLO PAGLIERINO CHE DIVENTA DORATO NELLE RISERVE. HA UN PROFUMO MOLTO INTENSO E SI ACCOMPAGNA MOLTO BENE A PIATTI A BASE DI PESCE, PRIMI PIATTI CON SALSE BIANCHE, FRITTURE, UOVA E CARNI BIANCHE ED È MOLTO BUONO ANCHE COME APERITIVO. INSOMMA È UN VINO A 360 GRADI, MOLTO VERSATILE E SE UN GIORNO VI CAPITASSE DI ESSERE IN GIRO DALLE PARTI DI SAN GIMIGNANO NON ESITATE E ANDATE A FARVI UN BICCHIERE DI VINO BUONO.

DenisMeneghini

CUCINA

CRESPELLE AI PISELLINI, BURRATA E GRANELLA DI NOCCIOLEUNA PREPARAZIONE ALL’APPARENZA DOLCE, PER LA PRESENZA DI NOCCIOLE E PISELLINI, MA IN REALTÀ PRESENTA ANCHE NOTE PEPATE E SPEZIATE. LE CRESPELLE PREPARATE

CON IL SEMOLINO HANNO UNA CONSISTENZA PIÙ RUVIDA DI QUELLE CLASSICHE, ALL’INTERNO UNA FARCIA CON PISELLINI DELICATI E FILANTE BURRATA CHE, PROPRIO GRAZIE AL SUO LATTE, MANTIENE LA PREPARAZIONE MOLTO MORBIDA. LA NOTA CROCCANTE È STATA DATA DALLE NOCCIOLE, DISPOSTE IN SUPERFICIE A CREARE UNA CROSTICINA DOLCE AL PUNTO GIUSTO ED INSAPORITA CON IL PARMIGIANO.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: PER LE CRESPELLE: 3 CUCCH SEMOLINO, 3 E ½ CUCCH FARINA 00, LATTE CONDENSATO, LATTE, 3 UOVA, 1 CUCCH MARGARINA, CURRY, SALE. PER LA FARCIA: 440G PISELLINI DI BAONE, 350G BURRATA, 50G, NOCCIOLE, 2 CUCCH OLIO EVO, 1 CUCCH.NO OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, CURRY, SALE. PER LA BESCIAMELLA: 350ML LATTE, 35G MARGARINA, 35G FARINA 00, 1 CUCCH FORMAGGIO PARMIGIANO GRATTUGIATO, 2 CUCCH.NI OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, NOCE MOSCATA, SALE, PEPE NERO

PROCEDIMENTO: PREPARARE LA PASTELLA PER LE CRESPELLE: SBATTERE LE UOVA CON IL SALE; IN UNA CIOTOLA SETACCIARE LA FARINA CON IL SEMOLINO E, AIUTANDOSI CON IL LATTE, OTTENERE UNA PASTA MORBIDA. UNIRE LE UOVA AL COMPOSTO DI FARINE, UN PO’ DI LATTE CONDENSATO ED INSAPORIRE IL TUTTO CON IL CURRY. LASCIARE RIPOSARE IN FRIGO PER CIRCA 20 MINUTI. SCIOGLIERE LA MARGARINA SULLA PIASTRA E FARE LE CRESPELLE, VERSANDO IL COMPOSTO A CUCCHIAIATE E STENDENDO BENE. IN UNA PADELLA CON L’OLIO EVO, SCALDARE I PISELLINI; PORTARE A COTTURA CON ACQUA ED INSAPORIRE CON SALE, CURRY E L’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO. TRITARE LE NOCCIOLE ED UNIRNE UN CUCCHIAIO AI PISELLINI. PER LA BESCIAMELLA: SCIOGLIERE LA MARGARINA IN UN PENTOLINO, UNIRE LA FARINA QUINDI VERSARE IL LATTE, FACENDO ATTENZIONE CHE NON SI FORMINO GRUMI. INSAPORIRE CON SALE E NOCE MOSCATA, LASCIANDO SUL FUOCO FINCHÈ NON SI ADDENSA, SEMPRE CONTINUANDO A MESCOLARE. FRULLARE DUE CUCCHIAI DI PISELLINI ED AMALGAMARLI ALLA BESCIAMELLA, ASSIEME ALL’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, MESCOLANDO BENE. FARCIRE LE CRESPELLE CON I PISELLINI E DISTRIBUIRE LA BURRATA; CHIUDERE AD INVOLTINO E DISPORRE SUL PIATTO CRISP, PRECEDENTEMENTE BAGNATO CON IL LATTE DELLA BURRATA. COPRIRE LE CRESPELLE CON LA BESCIAMELLA, SPOLVERARE DI PEPE NERO E CON LA RIMANENTE GRANELLA DI NOCCIOLE. BAGNARE IL TUTTO CON UN PO’ DI LATTE PER FAR SI CHE RIMANGANO MORBIDE. CUOCERE IN FORNO A MICROONDE CON FUNZIONE CRISP PER CIRCA 7 MINUTI, COSPARGERE CON IL FORMAGGIO PARMIGIANO E CUOCERE PER ALTRI 3 MINUTI. MANUELA E SILVIA BIZZO SPIZZICHI E BOCCONI B

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COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO COCKTAIL ROSE STRAWBERRY

INGREDIENTI :4.5 CL VERMONT MARTINI DRY 1 CL KIRSC TOSCHI 1.5 CHERRY BRANDY LUXARDO 3 FRAGOLE FRESCHE SI VERSA NELLA COPPA CH AMPAGNE CHAMPAGNE SI PREPARA NEL BLENDED

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BILANCIA 2 3/09

AL 22/10FASCINO L’EROS È ALLE

STELLE, GLI ORMONI SCAT-ENATI. L’INTESA, PERÒ, A VOLTE

COMPLICATA. FATE SPALLUCCE E GO-DETEVI IL RESTO · SALUTE QUESTO È IL MOMENTO DI ENTRARE IN PALESTRA E SCATENARE L’ENERGIA VULCANICA CHE PREME DENTRO DI VOI. BRUCIATE CALO-RIE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11

FASCINO RIUS-CIRETE FINALMENTE A

RICOMPORRE UN CONTRASTO CON LA PERSONA DEL CUORE. PUNTATE SU DIA-LOGO E ASCOLTO · SALUTE A TAVOLA È TEMPO DI MODERAZIONE E ANCHE NELLO SPORT SARÀ BENE NON SPINGERE TROPPO. SIETE UN PO’ DEBOLI, RIGUAR-DATEVI

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12FASCINO SIETE TORMEN-TATI DA UNA INGIUSTIFI-

CATA GELOSIA. ALLENTATE LO SPIONAGGIO INVESTIGATIVO O RIMAR-RETE SOLI · SALUTE SIETE INSTANCABILI, SCATTANTI E RAPIDI. MENTE E CORPO VI REGALANO SODDISFAZIONI INCREDIBILI. APPROFITTATENE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO L’AMORE

ALLIETA CUORE E SENSI RICETTA FATTA DI TENEREZZA E

SENSUALITÀ. SIATE APERTI E IN ASCOLTO DELL’ALTRO · SALUTE L’ATTIVITÀ NON VI ATTIRA PER NULLA, A MENO CHE NON SI SVOLGA SULLA POLTRONA CHE PREFER-ITE. LA PIGRIZIA LA FA DA PADRONA

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO ARDETE DAL DE-SIDERIO DI TRASGRESSIONE

CHE POTREBBE PORTARVI SULLA VIA DELL’INFEDELTÀ. CHIEDETEVI SE NE VALE LA PENA · SALUTE SEDEN-

TARIETÀ AL BANDO: È TEMPO DI MOVI-MENTO PER ESSERE IN FORMA SIN DALLA TARDA PRIMAVERA. PISCINA CONSI-GLIATA

PESCIDAL 20/02

AL 20/03ASCINO SE SIETE

SINGLE VI ATTENDONO DIETRO L’ANGOLO AMICIZIE PICCANTI. NON È QUEL CHE IL CUORE DESIDERA MA... · SALUTE SARETE FIACCATI DALLA STANCHEZZA. CONCEDETEVI MOMENTI DI RELAX E DEDICATE PIÙ CURE E ATTENZIONI AL VOSTRO CORPO

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO ATTENTI AI POSSIBILI CONFLITTI.

PER EVITATE DI ESSERE POS-SESSIVI E PRETENZIOSI, ANCHE TRA LE LENZUOLA · SALUTE VI STATE RIPREN-DENDO A RITMO COSTANTE. SARETE PIÙ CHE MAI DINAMICI E VITALI, APPROFIT-TATENE PER FARE SPORT

TORO DAL 21/04

AL 20/05ASCINO SIETE

TRAVOLTI DA UN RITROVATO ROMAN-

TICISMO CHE SPIAZZA PURE VOI STESSI. LA PASSIONE, INVECE, SI FA DESIDERARE · SALUTE I RITMI FRENETICI A CUI VI SOT-TOPONETE VI TOLGONO ENERGIA. SFOLT-ITE L’AGENDA E RINVIATE GLI IMPEGNI MONDANI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO I RAPPORTI D’AMORE SONO MOLTO

POSITIVI, DECOLLA UNA VERA LOVE STORY. ATTENTI PERÒ AL PESO DELLA ROUTINE · SALUTE ABBIATE GRANDE CURA DEL VOSTRO CORPO CHE SIA IN SINTONIA CON LA LEGGEREZZA DELLO SPIRITO. SE ESAGERATE A TAVOLA: SMALTITE!

CANCRO 22/06

AL 22/07FASCINO NON RIUSCITE PRO-

PRIO A TROVARE L’INTESA DE-SIDERATA E I DUBBI SI MOLTIPLICANO. EVITATE DI PROVOCARE IL PARTNER · SALUTE NONOSTANTE LE BUONE ENER-GIE PSICOFISICHE, ALLERGIE E DERMATITI STANNO IN AGGUATO. PREFERITE RIMEDI NATURALI

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO IL PERIODO DI TENSIONE CHE STATE PASSANDO METTE IN FUGA ROMANTICISMO

. DATE UNA STERZATA · SALUTE SE FATE MOLTO SPORT LIMITATE GLI IMPEGNI. DOSATE MEGLIO LE ENER-GIE O POTREBBERO RISENTIRNE SCHIENA E ARTI INFERIORI

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO ENTUSIASMO E SENTIMENTO CARATTERIZ-

ZANO IL MESE E LO TINGONO DI ROSA. ATTENTI A NON INNERVOSIRE IL PARTNER · SALUTE POTRESTE SOFFRIRE UN PO’ A CAUSA DI UN IMPROVVISO INDEBOLIMENTO DELLE DIFESE. RIGUAR-DATEVI, RAFFREDDORI IN ARRIVO

Oroscopo

VERGINEVERGINEVERGINEVERGINE

LEONELEONELEONEDALDALDALDALDAL

ALAL

FUGA. DATE

ALALFFFASCINOASCINO

PRIO

GEMELLIGEMELLIDAL

D

TOROTOROTOROTOROTOROTOROTORO

ALALALAL

ARIETEARIETEARIETEARIETEDALDAL 21/03 21/03DAL 21/03DALDAL 21/03DAL

ALAL

P

ACQUARIOACQUARIOACQUARIOACQUARIOACQUARIODALDALDALDALDALDALALALALALALFFASCINOASCINOSIDERIO

CHE

PENA

ALLIETA

SAGITTARIOSAGITTARIOSAGITTARIODALDALDAL

CATA

ALALFFASCINOASCINO

CIRETERICOMPORRE UN CONTRASTO

STELLEENATI. L’

L’AMORE COMINCIA MOLTO PRIMA

DI QUANDO CI ACCORGIAMO CHE CI

STIAMO INNAMORANDO...

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Il RIstoRante La Mandria da oltre cinquant’anni è sinonimo di alta gastronomia e calorosa accoglienza, offre una cucina accurata propria di forte tradizione locale attenta alla qualità dei prodotti in un ambiente a gestione familiare.

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