0811 - N. 19 Mondo Vegetariano - Novembre 2008

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA. A NNO 6, N UMERO 3. N OVEMBRE 2008. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://www.vegetariani-roma.it [email protected]

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Bollettino trimestrale dell'AVA - Associazione Vegetarina Animalista

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA.

ANNO 6, NUMERO 3. NOVEMBRE 2008. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://www.vegetariani-roma.it [email protected]

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Mondo Vegetariano. Pagina 2. Novembre 2008.

C H I S I A M O . L’Associazione Vegetariana Animalista “Armando D’Elia”, già Gruppo Vegetariano “Armando D’Elia”, nasce nell’anno 2002 co-me Movimento Indipendente di ispirazione o-listica. Il nostro interesse nasce dal ripudio di ogni espressione violenta nei confronti del-l’uomo, degli animali e della natura, dall’amo-re verso la Vita e dalla consapevolezza che so-lo da un corretto modo di vivere e di alimen-

tarsi (secondo le leggi naturali conformi alle nostre esigenze fisiologiche di esseri fruttaria-ni) è possibile conservare la salute del corpo, l’equilibrio mentale, i valori morali e spirituali. Infatti la pratica del vegetarismo favorisce lo sviluppo di una coscienza umana piú giusta e sensibile, una mentalità di pace e di disponibi-lità verso il prossimo, il superamento dello sfruttamento degli animali e delle risorse natu-rali, e l’eliminazione della fame nel mondo.

C O L L A B O R A Z I O N E . La collaborazione a Mondo Vegetariano è gratuita. Le opinioni degli articolisti possono non coincidere perfettamente con la filosofia che anima l’Associazione. Ogni articolista re-sta, pertanto, responsabile delle sue affermazio-ni. Coloro che intendono collaborare con il Bol-

lettino possono inviare i loro articoli per posta ordinaria a Franco Libero Manco, in Via Cese-na 14, 00182 Roma, oppure per posta elettro-nica a: [email protected]. Quanto ricevuto non verrà restituito e la Redazione si riserva di ridurre, in caso di uti-lizzo, la sua lunghezza.

Per ricevere il bollettino occorre iscriver-si all’Associazione per un anno. Socio sosteni-tore: 60 Euro; socio ordinario: 30 Euro; stu-denti, pensionati, disoccupati e minori: 20 Eu-ro. Sede: Via Cesena 14, 00182 Roma, tel. 06

7 022 863. E-mail: [email protected]. Conto corrente postale: 58 343 153 intestato ad Associazione Vegetariana Anima-lista, Via Cesena 14, 00182 Roma.

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Per la seconda volta in sei anni questo nostro «bollettino trimestrale» esce in ritardo. Ritardo, questa volta, di due mesi. Ma non perché ci fossimo fermati. I progressi continuano, il nostro locale è sempre piú bello, attrezzato e operativo, e le iniziative si susseguono. Di-ciamo che il ritardo è risultato da problemi personali del «dattilografo», dal fatto che il da fa-re aumenta, e dal bisogno di un aumento di collaborazione e coordinazione da parte di soci, frequentatori e simpatizzanti. Dunque non abbiamo qualche volta un piccolo ritardo in uno dei nostri settori per un rallentamento generale, ma perché la corsa aumenta.

A R G O M E N T I E L O R O P A G I N E .

Pubbliche illusioni. 3. Alimentazione e salute. 5. Lettere ricevute. 8. Istanze sociopolitiche. 9. Devastazione e salute. 12. Buone occasioni. 13. Orrori internazionali. 14. Spiritualità e religioni. 15. Hanno detto. 18.

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L’angolo della poesia. 19. Ricette di cucina vegetali. 20.

Indirizzi di nostri amici. 20. ‗ ‗ ‗ ‗ ‗

P U B B L I C H E I L L U S I O N I .

L ’ O S S E S S I O N E D E L L E P R O T E I N E . Armando D’Elia.

Dal libro “Miti e realtà nell’alimenta-

zione umana”. In realtà, nella nutrizionistica ufficiale,

esiste una grossa montatura della questione «proteine». Si è già detto che comunemente (ed erroneamente) si sostiene che le proteine siano il piú importante dei varî principî ali-mentari, che occorre privilegiare le proteine a-nimali e che gli alimenti iperproteici sono rac-comandabili.

Si è anche detto, però, che tali opinioni sono spesso frutto della suggestione operata dall’autoritarismo di una certa cultura medica ortodossa e tradizionale, che convalida pur-troppo tali credenze errate.

Ebbene, simili correnti opinioni sono pu-ramente e semplicemente dei «miti» voluti e diffusi dalle grosse forze economiche passate in rapida rassegna piú sopra in questo libro, e che sono soprattutto interessate a tenere in vita la produzione (e il consumo) di proteine ani-mali (carne, anche quella di pesce; derivati del latte; pollame; uova). Nonostante che la produ-zione di tali proteine sia economicamente in netta perdita in confronto a quella delle protei-ne vegetali, e nonostante che questo fatto con-danni interi popoli alla malnutrizione, i gover-ni nulla fanno per impedire o almeno ostaco-lare la continuazione di questo andazzo assur-do, se si eccettuano tiepide dichiarazioni di

buone intenzioni che lasciano il tempo che tro-vano.

Poiché l’unico scopo dei produttori di u-na merce è naturalmente quello di venderla in qualsiasi maniera, le consorterie di codesti produttori si dedicano per prima cosa a mani-polare l’opinione pubblica servendosi della pubblicità e, ripetiamo ancora, di compiacenti «uomini di scienza», giornalisti, scrittori, atto-ri, per far credere che quello che loro vogliono vendere è la cosa piú conveniente per la salute del consumatore, anche se è vero, invece, tutto il contrario.

Queste imponenti coalizioni di interessi economici hanno generalmente carattere multi-nazionale e sono in grado, condizionando le decisioni dei governi (lobbies), di far emettere provvedimenti favorevoli allo smercio delle loro produzioni di proteine animali. Devono crearsi poi la clientela e fare di tutto per con-servarla. Come? È semplice: convincendola che le proteine animali sono preferibili a quel-le vegetali e che piú se ne consumano meglio è (le prime furono chiamate appositamente «no-bili», ma oggi per fortuna nessuno ci crede piú e nessuno le chiama piú cosí, tranne qualcuno che ha chiare propensioni per l’archeologia o è pagato per continuare a dire queste scemenze ingannando la gente).

In altri termini, per imporre la carne, oc-corre fare violenza sugli istinti umani. L’istin-to, anche quello dell’uomo contemporaneo, è quello di un animale fruttariano; noi nasciamo anche oggi con tale istinto e d’altra parte non può essere che cosí, dato che la nostra anato-mia e la nostra fisiologia sono sempre quelle tipiche degli animali fruttariani (i bambini con-tinuano felicemente a essere attirati dalla frutta e a rifiutare la carne!). Gli industriali allevatori devono quindi trasformare i neonati umani, fruttariani, in carnivori. Ma i bambini impara-no dagli adulti, soprattutto dai genitori, ai quali occorre far credere che è nell’interesse dei loro figli (e, notate la finezza dell’argomentazione, «per la tranquillità della loro coscienza») im-

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Mondo Vegetariano. Pagina 4. Novembre 2008. porre ai bambini l’alimento carneo. E se i ge-nitori non credono alla propaganda a favore della carne? Crederanno al pediatra che, disin-formato od opportunamente indottrinato (o «comprato») dagli industriali alimentaristi e dalle industrie chimico-farmaceutiche median-te l’immonda pratica del cosiddetto «compa-raggio», convincerà i genitori a dare al bambi-no gli «omogeneizzati», intrugli dal sapore piú o meno allettante che copre, anche con l’ag-giunta di altri tossici, quello del cadavere ani-male presente nella confezione.

Si è, in conclusione, legittimati a dire che buona parte della medicina ufficiale viene pilotata dagli interessi economici degli indu-striali dell’alimentazione, degli allevatori di bestiame e dell’industria farmaceutica.

Cosí il gioco è fatto. Verranno illustrati piú avanti i particolari del percorso fisiopsico-logico che porterà il cucciolo umano a divenire un «drogato», giacché la carne agisce su di lui con gli stessi meccanismi di una droga, provo-cando assuefazione e dipendenza.

In tal modo le nuove generazioni conti-nueranno a essere intossicate fisicamente e psi-chicamente dalle proteine animali (che com-prendono, oltre alla carne e alle uova, anche il latte non umano e i suoi derivati, cioè formag-gi, latticini e yogurt).

Questa, per somme linee, la «catena di montaggio» messa in atto per trasformare gli esseri umani, animali fruttariani, in animali carnivori, prendendoli, di fatto, a tradimento, vigliaccamente profittando della loro infanzia, cioè del periodo piú inerme della loro vita, ol-tre che della (inconsapevole) disinformazione dei genitori: un autentico delitto «mirato» di lesa umanità.

La continuità degli «affari» industriali delle proteine animali viene cosí assicurata; ne parla ampiamente il Dottor Henry G. Bieler nel suo libro “Gli alimenti sono le vostre mi-gliori medicine”. Ma le altre conseguenze del-l’assunzione di proteine animali sono (è stato accennato, ma giova ripeterlo) semplicemente spaventose, in quanto investono e condiziona-no in modo pesantemente negativo anche gli ambiti non strettamente nutrizionali, ma egual-mente di importanza capitale, al punto che, mentre occorre ribadire ancora che le proteine

non sono, ai fini meramente nutrizionali, le so-stanze piú importanti, si deve riaffermare con forza che le proteine acquistano invece una importanza capitale e una indubbia centralità se si guarda alle conseguenze che il loro attua-le utilizzo sbagliato sta avendo sull’umanità e sul pianeta. È soprattutto quest’ultima conside-razione che giustifica appieno questa pubblica-zione, prevalentemente dedicata alle proteine.

Concludendo, occorre innanzitutto pren-dere coscienza della fondatezza delle tre diret-tive alimentari piú sopra in questo libro propo-ste; e questo fatto porterà, sia pure con gradua-lità, al rifiuto di tutta la mitologia oggi in voga sulle proteine. Raggiunto questo livello di ma-turazione culturale, occorre poi individuare gli alimenti che costituscono le fonti biologica-mente piú adatte alla specie umana per un ap-provvigionamento corretto di proteine, e con-cretamente ricorrervi per poter attuare, anche gradualmente, una salutare conversione ali-mentare.

Un auspicio. Parlando tra la gente di alimentazione, si

sente spesso esprimere il timore che nella pro-pria dieta non ci sia una sufficiente quantità di proteine, mentre lo stesso timore non viene manifestato per eventuali carenze degli altri nutrienti, per esempio per i carboidrati, i sali minerali e cosí via; carenze queste che giusta-mente dovrebbero destare almeno un uguale ti-more.

Ebbene, la preoccupazione di non ingeri-re una quantità sufficiente di proteine è del tut-to ingiustificata ed è dovuta a disinformazione, il piú delle volte, però, deliberatamente fuor-viante in quanto dettata dalla difesa di incon-fessabili interessi economici, basati piú che al-tro sullo smercio di proteine animali. Abbiamo perciò visto la necessità di dedicare la maggior parte del quarto capitolo del presente lavoro proprio alla trattazione del fabbisogno proteico dell’uomo e dei danni derivanti dagli eccessi di proteine; a tale capitolo, rimandiamo perciò il lettore che voglia saperne di piú.

L’auspicio è quindi che, se gli scopi di questo libro verranno raggiunti, quando si par-lerà di alimentazione depurata dalle proteine animali non si senta piú la solita obiezione: «E le proteine?».

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A L I M E N T A Z I O N E E S A L U T E . L’IMPORTANZA VITALE DELL’EQUILIBRIO

ACIDO-BASICO NEL SANGUE. Franco Libero Manco.

Il «pH» del sangue si estende tra valori

che vanno da 1 a 14: quanto piú esso è al di sotto di 7 tanto maggiore è il grado di acidità, quanto piú è maggiore di 7 tanto maggiore è la condizione di alcalinità. Nel punto 7 vi è uno stato neutro. I valori ottimali per la vita degli esseri umani sono contenuti fra 7,35 e 7,43, mentre i limiti estremi sono 7,1 e 7,8; al di là di questi ultimi ci sono il coma e l’arresto car-diaco. Dunque i processi vitali dell’organismo esigono un pH del sangue stabile e leggermen-te alcalino, mentre se esso si posiziona su va-lori acidi c’è un pericoloso accumulo di tossi-ne con possibilità delle suddette conseguenze.

Tutti gli acidi sono irritanti, assorbono dall’organismo grandi quantità di ossigeno e sali minerali (sottratti principalmente alle ossa, ai denti, ai capelli, al sangue), intossicano e degradano i tessuti, indeboliscono le membra-ne cellulari, causano infiammazioni dolorose, riducono la velocità degli scambî metabolici, alterano le difese immunitarie, stimolano il si-stema simpatico fino all’esaurimento. Piú c’è acidità e piú l’organismo sottrae calcio e fosfa-ti. La deplazione di calcio genera iperattività, irritabilità, nervosismo, insonnia, allergie. L’organismo ricorre all’alcalinizzazione attra-verso la formazione di ammoniaca, che inter-viene quando gli altri sistemi non sono in gra-do di alcalinizzarlo. Dopo il sodio, il calcio è il minerale piú alcalinizzante. I minerali basici sono: calcio, sodio, ferro, magnesio, mangane-se, potassio, rame. Gli acidi piú difficili da smaltire sono quelli del catabolismo proteico animale.

Tutti gli alimenti contengono sia sostan-ze acidificanti che sostanze alcalinizzanti. Tut-ti i grassi, sia animali che vegetali, sono acidi-ficanti, eccetto l’olio extravergine di oliva spremuto a freddo. Tutti i legumi sono acidifi-canti eccetto la soia. Tutti i cereali sono acidi-ficanti a eccezione del miglio. Le patate sono alcalinizzanti se mangiate con la buccia. Noci, pistacchî, nocciole e simili sono acidificanti, eccetto le mandorle. I farmaci sono acidifican-

ti; ostacolano la naturale espulsione delle tossi-ne, cosicché esse migrano da un tessuto all’al-tro. Altre cause acidificanti sono l’inquina-mento chimico, la cattiva alimentazione, l’in-sufficienza di riposo e fattori psicologici e af-fettivi. Il diabete è una delle cause piú comuni dell’acidosi.

Le principali conseguenze dell’acidosi

sono quattro: invecchiamento precoce, cattiva assimilazione dei nutrienti, calo del rendimento psicofisico, osteoporosi e radicali liberi. I sintomi sono: mal di testa, dolori reumatici, nevralgie,

irritabilità, disfunzioni del sistema immunita-rio, invecchiamento precoce, scarsa forma fisi-ca, gonfiore, pesantezza, stitichezza alternata a diarrea, sudorazione, pallore, freddolosità, sti-tichezza, alitosi, ansia.

Alimenti alcalinizzanti. Frutta acida: ananas, arancia, clementi-

no, limone, mandarino, melagrana, pompelmo. Frutta semiacida: albicocca, ciliegia,

fragola, mela, pera, pesca, prugna, uva. Frutta neutra: cocomero, melone. Frutta dolce: banana, dattero, fico, mela

dolce, tutti i frutti seccati, uva. Semi della «frutta secca» e simili: ara-

chide, castagna, mandorla, noce, nocciola, pi-stacchio.

Verdure e simili: asparago, broccolo, cardo, carota, cavolo, cetriolo, cicoria, cipolla, fagiolino, fungo, indivia, lattuga, peperone, oliva, olî vegetali, pastinaca, patata, pisello, pomodoro, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, scalogno, scarola, sedano, spinacio, tarassaco.

Alimenti acidificanti. Sostanze animali: carne, crostacei, pe-

sce, pollame, selvaggina. Prodotti lattieri: burro, formaggio, lat-

te, margarina (anche vegetale), panna, yogurt. Cereali e derivati: farina bianca, di ave-

na, di mais, grano completo, grano saraceno, mais, orzo integrale, pane integrale e non, pa-sta, riso integrale e non, semola.

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Legumi secchi: fave, fagioli, lenticchie, piselli.

Alimenti voluttuarî: alcolici, bibite in-dustriali, biscotti, cacao, caffè, caramelle, cioc-colato al latte, condimenti, marmellata, miele, olî raffinati, prodotti di pasticceria, spezie, succhi di frutta, tè nero, vino, zucchero bianco o grezzo.

Tutti i farmaci (soprattutto gli anti-infiammatorî) e gli integratori alimentari sono acidificanti.

L ’ A C I D O S I D E L S A N G U E E L ’ A C I D I T À D E L L E U R I N E .

Valdo Vaccaro. Nei giorni scorsi ho fatto circolare tra gli

amici un ottimo documento del Dottor Franco Libero Manco intitolato “L’importanza dell’e-quilibrio acido-basico nel sangue”, il quale ri-ferisce che il valore ottimale del «pH» per il sangue umano (l’uomo è un essere vegetaria-no-fruttariano per disegno e piano precisi del Creatore) è tra i valori 7,35 e 7,45, mentre ne-gli animali carnivori e onnivori (a sangue deci-samente acido) tale livello scende ben sotto il valore 7 della scala acido-alcalina da 1 a 14, nella quale l’1 rappresenta la massima acidità, il 14 la massima alcalinità e il 7 la posizione neutra.

In tale articolo si mette in evidenza come l’acidosi sia uno stato di intossicazione per ec-cesso di sostanze acide accumulate nell’orga-nismo, come succede nei classici esempî di malattie gravi da acidificazione (osteoporosi, diabete, cancro) e negli stati di alimentazione deficiente di carboidrati (e abbondante invece di gassi e proteine).

Due domande intelligenti di una lettri-

ce di Roma. La lettrice mi chiede quanto se-gue.

«Se misurando il pH delle mie urine tro-vo che esso è fra 7 e 7,5 di mattina, e poi scen-de a 6 durante il giorno, che cosa può signifi-care?

E poi, che ne pensi dell’“Alkalife”?» Dati statici e dati dinamici a confron-

to. La domanda di cui sopra è di grande uti-

lità e intelligenza. Mette effettivamente in ri-salto il problema delle analisi reali in senso di-namico, contrapposte alle analisi virtuali, fisse e teoriche, di cui sono pieni zeppi i testi di tut-te le università e le bacheche di tutti gli uffi-ciali sanitarî.

Se i ricercatori lavorassero seriamente e con piú metodo, alla ricerca dei valori nei di-versi momenti della giornata e nelle piú svaria-te circostanze della vita, ci troveremmo con parametri piú complessi e oscillanti, ma con u-na scienza assai piú realistica e interessante di quella virtuale, statica e ingessata che siamo costretti a sopportare. Ci troveremmo con ta-belle assai piú vere ed autentiche di quelle, spesso devianti e imbroglianti, imposte al mondo dalla “Food and Drug Administration”, tanto per fare un esempio.

Il classico esempio di Kautchakoff sul-

la leucocitosi. Per misurare la presenza di leucociti nel

sangue i medici si accontentano in genere di dirti che l’uomo ha normalmente seimila unità di leucociti in ogni millimetro cubo di sangue. Ci voleva il medico russo Kautchakoff, coi suoi esperimenti svizzeri del 1930, per dimo-strare che quei numeri non dicevano gran che sulla situazione reale, e che gli sbalzi dei leu-cociti erano basilari per capire la dinamica e il significato della leucocitosi.

Per fare questo Kautchakoff organizzò dei gruppi di soggetti diversi (gruppo vegano-crudista, gruppo latto-ovo-vegetariano non crudista, gruppo onnivoro e carnivoro), e prese a ogni singolo soggetto un campione di sangue prima e dopo del pasto principale, mettendo a

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Mondo Vegetariano. Pagina 7. Novembre 2008. confronto le due provette appartenenti a cia-scun individuo, verificando cose molto interes-santi che sono rimaste negli annali della medi-cina e della scienza nutrizionale.

Scoprí che nel vegano crudista i seimila leucociti iniziali prima del pasto restavano sei-mila anche dopo il pasto, mentre nel gruppo latto-ovo-vegetariano non crudista i seimila raddoppiavano diventando dodicimila, e nel gruppo onnivoro carnivoro non crudista tripli-cavano arrivando a diciottomila, a testimonian-za che i cibi sbagliati agiscono da «trigger», o da grilletti scatenanti il pericoloso fenomeno leucocitico, allorquando i cibi prescelti sono quelli sbagliati e non compatibili con le esi-genze corporali umane, per cui vengono rico-nosciuti e classificati dai nostri sensori interni (nell’ipotalamo) come autentici nemici invaso-ri da contrastare e combattere mediante il si-stema immunitario, come materiale estraneo e «non self».

Dati dinamici, precisi e puntuali sul-

l’acidificazione del sangue. Per venire al nostro problema specifico

riguardante l’equilibrio acido-basico, non esi-stono, per quanto ne sappiamo, esperimenti e statistiche dinamiche altrettanto sistematici sull’acidificazione del sangue. Bisognerebbe prendere delle persone ed esaminare il loro sangue prelevato prima e dopo ogni diversa gamma di cibi, prima e dopo ogni azione giu-sta o sbagliata, prima e dopo ogni fumata di si-garetta, ogni caffè, ogni piatto di carne consu-mato, e cosí via.

Siccome gli esperimenti costano, ci vo-gliono sponsorizzatori e finanziatori disposti a sborsare fondi per amore del puro e semplice sapere, cosa che risulta essere sempre piú diffi-cile oggi, quando ogni esperimento viene in-nanzitutto finalizzato a dimostrare le cose che interessano ai finanziatori, e non certo quelle che rischiano di diventare armi controprodu-centi nelle mani della parte avversa.

Quello che sappiamo con sicurezza è che esistono alimenti alcalinizzanti, che mantengo-no il nostro pH inalterato (e sono tutti i frutti e le verdure allo stato crudo) e alimenti acidifi-canti, che tendono invece ad abbassare il pH stesso pericolosamente dai valori normali (e

sono le carni, il latte, i cereali stracotti, i legu-mi e tutti gli alimenti concentrati e cotti in ge-nere).

E sappiamo anche che, a ogni mangiata sbagliata, a ogni proteina assurda della carne o del latte ingeriti, a ogni carburante difettoso e problematico che andiamo a versare nel nostro sistema, parte un processo acidificante che il sistema immunitario è costretto a considerare come emergenza mortale, a stoppare immedia-tamente mediante l’uso di un adeguato tampo-ne alcalino (soprattutto calcio organico, ma an-che sodio e magnesio organici, che sono tutti minerali alcalini).

Piú grave è l’acidificazione piú calcio organico serve (e quel calcio contenuto nel ci-bo ingerito, nel latte ingerito, a nulla serve es-sendo stato reso inorganico dalle lavorazioni e dalla bollitura. L’intervento immunitario è i-stantaneo e urgente, poiché un’acidificazione non immediatamente stoppata e corretta signi-fichirebbe morte sicura, per blocco immediato di tutte le operazioni e tutti gli interscambî e-lettromagnetici che avvengono in continuazio-ne nel sistema cellulare e nel corpo. Ecco dun-que le continue operazioni di emergenza, i ri-petuti prelevamenti di osseina dalle ossa, e la conseguente osteoporosi di cui sono classiche vittime i consumatori di latte e latticini, come dimostrano chiaramente le precise statistiche mondiali, che vedono non a caso ai primi posti dell’osteoporosi, del diabete e del cancro pro-prio i paesi a piú alto tasso di consumo di latte e carne.

La diminuzione di pH nelle urine. Ancor meno si sa, con precisione e rigo-

re statistico, sul comportamento del pH nelle urine, nel sudore, nel materiale biologico e-scretorio. Possiamo però fare dei ragionamenti e delle ipotesi che possono far capire quali so-no la logica e il meccanismo che fanno abbas-sare l’acidità delle urine da un pH = 7,5 nelle prime ore della mattina a un pH = 6 nel corso della giornata, come segnalato dalla nostra let-trice.

È chiaro che nel sangue tale abbassa-mento non è concesso, non accade e non può accadere, altrimenti moriremmo all’istante ful-minati da collasso metabolico e cardiocircola-

Page 8: 0811 - N. 19 Mondo Vegetariano - Novembre 2008

Mondo Vegetariano. Pagina 8. Novembre 2008. torio. Il sistema immunitario, ogni volta che il pH scende dalla gamma dei valori previsti fra 7,35 e 7,45, viene allertato dai sensori dell’ipo-talamo, e invia un messaggio-missile telegra-fico al midollo spinale per il rilascio di ossei-na.

Nell’urina invece, e anche negli altri li-quidi di scarto, tale meccanismo non scatta, per il semplice motivo che si tratta di materiale liquido ormai escreto, esternato ed esausto, già finito fuori dalla parte nobile-operativa dell’or-ganismo, non piú appartenente alla giurisdizio-ne del medesimo, e quindi soggetto a normale processo degenerativo di ossidazione e di aci-dificazione. Quindi nulla di strano, negativo e preoccupante nel fatto che esiste un fisiologico calo del pH nelle urine.

Nostro parere totalmente negativo sul-

l’“Alka Life”. Alla seconda domanda, sull’“Alka Life”,

rispondiamo dicendo che ne pensiamo tutto il male possibile, trattandosi di una delle tante

soluzioni antiacide, ovvero di quei correttivi chimicofarmaceutici di sintesi che pretendono di intervenire dall’esterno nei complessi giochi biochimici del corpo. In un Pianeta Terra tor-mentato e sconquassato dall’acidificazione dei suoi improvvidi abitanti, che fanno quasi a ga-ra a chi si acidifichi di piú, il consumo di an-tiacidi procede non a chili ma a tonnellate. Ma i farmaci non possono sostituirsi agli alcaliniz-zanti naturali. Essi possono solo apportare sen-sazioni benefiche limitate e di breve periodo, che lasciano inalterati al loro posto i meccani-smi produttori del fenomeno acidosi.

Non esiste dunque alcuna alternativa al problema se non quella di correggere radical-mente le proprie ideologie e le proprie abitudi-ni alimentari, che consistono socialmente, ai tempi attuali, nel far transitare nei corpi di per sè vegeto-fruttariani della massa umana pro-dotti animali pieni di insidie e severamente vietati dalla scienza e dalla logica onestamente nutrizionali, cibi cotti e devitalizzati carichi di zavorra, ossidante e devitalizzante.

L E T T E R E R I C E V U T E .

CONSIDERAZIONI DI UN’INFORTUNATA. Leila Nicoletti.

Carissimi, mi trovo da circa nove mesi a

vivere una condizione di «handicap», per i po-stumi di una caduta che ha comportato fratture multiple a un piede. Ho subito un ricovero pro-lungato (ospedaliero e riabilitativo) di circa nove mesi e, attualmente, sono di nuovo rico-verata a seguito di un doppio intervento chirur-gico.

Per una come me, che ero sempre stata lontano da medici e ospedali, la sindrome da «stress post-traumatico», causata da tutto ciò che si è costretti a vivere quotidianamente quando si è ricoverati, risulta amplificata. Il problema si potrebbe riassumere in questi tre aspetti principali:

1) scarsa igiene personale e difficoltà (in mancanza di aiuti esterni) a provvedere al mi-nimo indispensabile per la propria dignità;

2) diete completamente inadatte alla con-dizione patologica;

3) difficoltà ad entrare in relazione col personale medico, che decide autonomamente, senza concordare e / o spiegare al malato che cosa sia opportuno fare o non fare (clinica-mente e farmacologicamente).

Chi è stato a lungo ricoverato in strutture pubbliche o assimilabili conosce bene questa realtà: dunque ora che ne sono esperta esorto tutti gli amici ad aiutare in qualche modo i proprî conoscenti ricoverati, contribuendo o-gnuno nel suo piccolo ad alleviare le sofferen-ze e le umiliazioni quotidianamente affrontate

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Mondo Vegetariano. Pagina 9. Novembre 2008. dai pazienti.

In che modo si può essere di aiuto? An-dando a trovare spesso gli ammalati, portando loro del cibo sano e adatto alla patologia (non certo cioccolata), prodotti che aiutino l’igiene personale, buone letture e cosí via.

In particolare, ritengo che i soci della no-stra associazione possano creare una rete di so-lidarietà che, in ogni quartiere, possa portare un pasto adeguato, almeno due o tre volte alla settimana, per «confortare» un conoscente ri-coverato. È vero che viviamo in tempi magri, ma se si è in tanti si tratta di rinunciare solo a qualche ora del proprio tempo settimanale.

Un’altra raccomandazione, a cui tengo particolarmente, è quella di farsi ognuno porta-voce, nella propria zona, dell’istanza da conse-gnare alla Direzione Sanitaria di ogni presidio ospedaliero o similare.

Se ognuno si impegnerà nel diffondere la

lettera qui di seguito riportata, forse qualcosa potremo ottenere in futuro, anche perché l’e-sperienza insegna che chiunque di noi potreb-be averne bisogno.

Confidando nella vostra buona volontà e nel desiderio, che anima molti di noi, che si realizzi una condizione di vita migliore, con affetto vi saluto.

I S T A N Z E S O C I O P O L I T I C H E .

L E T T E R A A P E R T A A D O S P E D A L I E C A S E D I C U R A .

Franco Libero Manco. Oggetto: istanza per ottenere pasti vege-

tariani e / o vegani negli istituti ospedalieri e nelle cliniche o case di cura.

Da tempo persone vegetariane e vegane

presentano alla nostra associazione lamentele in merito alla difficoltà di usufruire, durante la degenza ospedaliera, del pasto alternativo a quello convenzionale a base di: carne, pesce, uova, latte e suoi derivati; inoltre lamentano la scarsità di cibo, la monotonia e, soprattutto, la scadente qualità delle pietanze, prevalente-mente precotte o surgelate, con scarso valore

nutrizionale, povere di vitamine, fibre, minera-li organici, antiossidanti… indispensabili per un piú rapido e ottimale recupero della salute.

Il cibo fornito generalmente è altamente inadatto in un periodo in cui l’organismo, a se-guito di una malattia, di un intervento chirurgi-co, di inattività motoria o di azione farmacolo-gica, ha maggiormente bisogno di rinforzare le sue difese immunitarie, attraverso l’assunzione di cibi allo stato naturale, biologici e prevalen-temente crudi e freschi.

È risaputo che la cottura degli alimenti fa perdere gran parte del loro corredo vitaminico ed enzimatico, che con essa le proteine subi-scono denaturazione e i sali minerali diventano inassimilabili.

Sembra che la maggior parte dei presidî ospedalieri disattenda le direttive internaziona-li dei grandi istituti di ricerca, quali: la World Health Organization, il Max Plank Institute, l’Istituto Nazionale della Nutrizione Umana, i quali raccomandano l’assunzione di cinque porzioni di frutta e verdura da consumarsi nel-l’arco della giornata, per scongiurare le molte patologie correlate al consumo eccessivo di grassi saturi, proteine animali e alimenti raffi-nati, che risultano di scarso valore nutrizionale

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Mondo Vegetariano. Pagina 10. Novembre 2008. e associati allo sviluppo di malattie della vita moderna come: stipsi, colite, calcolosi, obesi-tà, diabete, malattie cardiocircolatorie, tumori del colon….

In modo particolare, per ciò che riguarda la carne somministrata giornalmente agli am-malati, numerosi studî internazionali dimostra-no l’insorgere in sua conseguenza di patologie tipiche dei paesi industrializzati.

Le linee guida per la prevenzione dei tu-mori negli Stati Uniti, redatte dall’Institute for Cancer Research nel 1977, raccomandano l’a-derenza ad una dieta ricca di fibre e povera di grassi, che includa varî tipi di frutta, verdure, cereali integrali e legumi, come migliore stra-tegia per la prevenzione del cancro. Questo i-stituto attribuisce il 35 % delle morti per tumo-re alla cattiva alimentazione; in particolare il 70 % dei tumori al colon-retto, il 75 % alla prostata e al pancreas e il 50 % alla mammella. Altri studî hanno evidenziato la correlazione e-sistente tra consumo di grassi saturi, Alzhei-mer e morbo di Parkinson. Nei paesi dove la dieta è prevalentemente vegetariana le malattie come artrosi, arteriosclerosi, ipertensione, dia-bete, osteoporosi, emorroidi e altre ancora so-no meno frequenti o addirittura sconosciute. I-noltre nei paesi occidentali, dove una persona su quattro muore per malattie cardiovascolari, studî clinici hanno evidenziato che la dieta ve-getariana può prevenire il 90 % degli ictus e addirittura il 97 % degli infarti.

Ci preme ricordare che la dieta vegeta-riana (che esclude carni e pesci) non solo non risulta carente di alcun componente nutriziona-le, ma è in grado di garantire una salute mi-gliore rispetto alla dieta onnivora, come risulta da molti esperimenti condotti dai piú accredi-tati istituti di alimentazione, come quello reso noto nel 2001 dall’Università di Cambridge, che ha visto coinvolti quarantamila soggetti (bambini, adulti e anziani dei due sessi) per venti anni, nel quale è stato dimostrato che tra i varî gruppi (carnivoro, onnivoro, lattoovove-getariano, vegano e crudista) quello crudista rivelava totale assenza di malattie, quello ve-gano era abbastanza vicino a tale situazione, quello vegetariano accusava solo qualche pato-logia, mentre i gruppi onnivoro e carnivoro presentavano alti tassi di incidenza di malattie

cardiovascolari e cancro. A conferma di quanto suddetto, l’Ameri-

can Dietetics Association, la piú grande orga-nizzazione di nutrizionisti americani e canade-si, sostiene che le diete vegetariane e vegane, ben bilanciate, sono corrette ed adeguate per o-gni fase della vita, quali gravidanza, allatta-mento, prima infanzia, seconda infanzia e ado-lescenza.

Un altro ormai famosissimo studio, con-dotto per dodici anni dall’Università di Har-ward su 78.000 donne e pubblicato nel 1997, ha dimostrato che i soggetti che assumevano latte tre volte al giorno presentavano un’inci-denza di fratture assai piú alta rispetto alle donne che non consumavano latte e suoi deri-vati.

Tenendo conto di quanto fin qui detto, ci permettiamo di indicare uno schema alimenta-re generico, a supporto del lavoro delle dieti-ste, per lo piú presenti nei presidî ospedalieri.

Colazione. Tre frutti freschi di stagione, a basso te-

nore di pesticidi. Tè verde, accompagnato da fette biscot-

tate prive di zucchero bianco e grassi. Pranzo. Un piatto di ortaggi di stagione, a basso

tenore di pesticidi, crudi e variati (rughetta, ca-rote, misticanza, cavolo rosso, verza e cosí via), conditi con olio ed, eventualmente, limo-ne.

Un piatto di cereali (farro, orzo, miglio, kamut, riso) semiintegrali o integrali condito con ortaggi di stagione: zucca, broccolo verde e simili (e non sempre e solo pasta al sugo).

Pane integrale o patate. Merenda. Quattro o cinque noci, mandorle, pinoli

o simili. Cena. Brodi vegetali (senza conservanti né e-

saltanti di sapore quali il glutammato monoso-dico), e passati di legumi (lenticchie, ceci, fa-gioli, piselli) con crostini di pane.

Verdure crude e / o cotte. Pane integrale. Considerato che le cliniche e gli istituti

ospedalieri sono il luogo dove maggiormente lo stato è chiamato a tutelare la salute del citta-

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Mondo Vegetariano. Pagina 11. Novembre 2008. dino e favorire la sua riabilitazione organica; dal momento che le leggi del nostro stato de-mocratico tutelano la libertà di scelta dei cit-tadini, sia per motivazioni etiche (nella fatti-specie il rifiuto di rendersi responsabili del-l’uccisione di animali), sia religiose; e dal mo-mento che il pasto vegetariano, meno impe-gnativo e meno costoso del pasto convenziona-le a base di carne o pesce, è raccomandato nel-la maggior parte degli istituti ospedalieri dei paesi piú avanzati, si chiede a codesta Direzio-ne Sanitaria di voler mettere in atto ogni possi-bile iniziativa nei confronti degli organi prepo-sti alla fornitura degli alimenti nelle strutture ospedaliere, in modo da incoraggiare l’utilizzo di alimenti sani, biologici, integrali e possibil-mente crudi, al fine di aiutare il paziente, spe-cialmente nelle lunghe degenze, nel recupero del proprio benessere, e di tutelare i diritti di u-na quantità sempre in aumento di persone ve-getariane o vegane.

N O S T R A P R O T E S T A C O N T R O L A T E L E V I S I O N E D I S T A T O .

Venerdí Trentuno Ottobre, a Roma in un

pomeriggio tendenzialmente piovoso, abbiamo protestato contro la martellante mancanza di obiettività con la quale la televisione naziona-le continua a promuovere certi tipi di alimen-tazione, davanti alla sua sede di Viale Giusep-pe Mazzini. Insieme alla nostra hanno parteci-pato le associazioni: “100 % Animalisti”, “Collettivo Animalista”, “Europeanconsu-mers”, “Leal”, “Una”. Ecco il testo del vo-lantino che abbiamo distribuito in quell’occa-sione.

La “Rai” della vergogna, a favore dei

macellaî e dei pescivendoli, a danno della

salute della popolazione, esclude i vegetaria-ni dai programmi televisivi.

Nonostante sia universalmente ricono-

sciuta la dannosità della carne per la salute u-mana, giornalmente la “Rai” trasmette «spot» pubblicitarî, rubriche di cucina, informazioni gastronomiche, gite rurali, programmi di salu-te, che inducono al consumo di questo prodot-to, negativo anche sotto il profilo morale. Que-sti messaggi, in larga parte ingannevoli e a e-sclusivo vantaggio delle multinazionali del set-tore che rappresentano, creano false esigenze a danno del benessere delle persone.

Le prove scientifiche dei piú accreditati istituti di ricerca confermano che la carne e i derivati animali risultano direttamente respon-sabili di moltissime patologie, comprese quelle cardiovascolari e tumorali. La carne è dannosa non solo perché proviene da animali ammalati, disperati, stressati, trattati con massicce dosi di medicinali a causa delle innaturali condizioni in cui vengono allevati, ma perché è un pro-dotto cadaverico incompatibile con le esigenze biologiche dell’organismo umano.

Favorendo la diffusione e l’utilizzo del prodotto carneo la televisione di stato si rende responsabile non solo dell’insorgere delle ma-lattie correlate al consumo dei prodotti animali (cardiopatie, tumori, diabete, ipertensione, ar-teriosclerosi, ictus…), ma anche di una menta-lità di predominio del piú forte sul piú debole, di una cultura di violenza e di sfruttamento dei diversi, degli animali, che atrofizza la sensibi-lità dell’animo umano spontaneamente incline alla compassione, e ostacola il naturale svilup-po civile, morale e spirituale dell’uomo. Inol-tre, sostenendo il consumo della carne, del pe-sce e degli altri cibi ricavati da animali, la “Rai” favorisce lo sviluppo di alcuni dei pro-blemi piú gravi del mondo correlati agli alle-vamenti intensivi, come: la fame nei paesi in via di sviluppo, l’inquinamento ambientale, la carenza di acqua potabile, l’esaurimento delle fonti di energia.

La televisione di stato non può consenti-re, e tanto meno agevolare, la diffusione e il consumo di prodotti nocivi per la salute delle persone, tanto meno senza gli opportuni avvisi di pericolosità; ci appelliamo pertanto all’Arti-

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Mondo Vegetariano. Pagina 12. Novembre 2008. colo 32 della costituzione, che recita: «La re-pubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collet-tività»; ci appelliamo all’Articolo 444 del Co-dice Civile (commercio di sostanze alimentari nocive), che recita: «Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero di-stribuisce per il consumo sostanze destinate all’alimentazione, non contraffatte né adul-terate, ma pericolose alla salute pubblica, è punito…».

Dal momento che i vegetariani in Italia

sono circa il dieci per cento della popolazione e che una televisione pubblica ha il dovere mo-rale e civile di rivolgersi a tutti i cittadini, chie-diamo che:

1) sia data, nei programmi televisivi, agli esponenti della cultura vegetariana la possibili-tà di esporre le proprie argomentazioni in ma-

teria di prevenzione e cura delle malattie dovu-te a cattiva alimentazione;

2) a ogni pubblicità intesa a favorire il consumo di prodotti di derivazione animale sia associato l’avviso del potenziale pericolo per la salute delle persone;

3) sia sostenuta da parte della “Rai” la politica della prevenzione delle malattie attra-verso programmi di educazione alimentare che pongano in evidenza i benefici dell’alimenta-zione vegetariana.

D E V A S T A Z I O N E E S A L U T E .

«OGM»: GUISTIFUCATO L’AT-TEGGIAMENTO DI GRANDE CAUTELA.

Enrico Lucconi (Associazione Sementieri Mediterranei).

Dal quotidiano “Avvenire” di Giovedí

13 Novembre. Ho letto la lettera del Professor Erminio

Trevisi, di esaltazione degli «OGM», per il quale la sicurezza per la salute umana e ani-male sarebbe garantita da «rigorosissimi» con-trolli. Secondo il professore, insomma, l’oppo-sizione agli OGM è frutto di timori infondati. Che questi convincimenti siano espressi da chi «capisce compiutamente ciò di cui si parla» la-scia increduli, perché si dimenticano proprio «i dati reali» ai quali il professore si appella. Il primo «dato reale» da considerare è che, intro-dotti gli OGM nell’ambiente, non sarà piú pos-sibile ottenere in quell’area, per quel prodotto, vegetali convenzionali o biologici. In concreto è impossibile la coesistenza tra vegetali OGM e vegetali non OGM. Di ciò dà notizia la stessa direttiva 2001/18 CE (sugli OGM), con il quarto «considerando».

Inquinamento irreversibile sostenuto con

forza anche dal presidente dell’Unione degli Agricoltori degli Stati Uniti Bill Christianson, per il quale, introdotti gli OGM, anche se in zone ristrette la produzione in breve tempo di-venterà in ogni area solo ed esclusivamente di OGM. In sostanza il prodotto convenzionale (e biologico) appare destinato a scomparire, cosí come la promozione (e il miglioramento) della relativa produzione convenzionale (e biologi-ca), rendendo inutili le banche del seme, che in molte regioni italiane stanno perseguendo lo scopo di conservare le specie e le varietà vege-tali locali. Se, infatti, si conserva integro il se-me convenzionale, ma si inquinano irreversi-bilmente le aree agricole necessarie per ripro-durlo, a che serve conservarlo? Su questa irre-versibilità dell’inquinamento la bibliografia è sterminata (vedere anche: “OGM, l’invasore barbarico” in “L’Espresso” del 13 Novembre).

Altro «dato reale» sul quale si tace è che l’inserimento di geni (per esempio nel mais), per indurre la produzione di tossine contro gli insetti che danneggiano i raccolti, non solo uc-cide tali insetti, ma anche le larve degli insetti benefici, insidiando nel contempo la salute de-gli animali e quella dell’uomo, come inducono a ritenere studî recentissimi. Mi riferisco, per

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Mondo Vegetariano. Pagina 13. Novembre 2008. quel che riguarda l’Italia, alle ricerche della Dottoressa Malatesta, che hanno evidenziato, in ratti alimentati con OGM, anomalie al fega-to, ai reni, ai testicoli. Da ultimo ricercatori (anche italiani), che fanno parte del Consorzio Interuniversitario Cerifos (che associa nella ri-cerca sei importanti università di diversi pae-si), nell’indagare la peculiarità del linfoma, che ha come caratteristica la presenza del virus “Epstein Barr”, si sono imbattuti in quattro di-versi DNA del virus, constatando in uno di lo-ro la sequenza del “35 S Promoter”. Il virus “35 S Promoter” è utilizzato nell’ingegneria genetica per la produzione degli OGM al fine di modificare le sequenze ritenute dannose per la semente, ed è un retrovirus. La sua presenza nel virus “Epstein Barr” è attualmente sotto verifica, ma genera allarme nei medici.

Sono peraltro in corso ulteriori accerta-menti, perché un’altra sequenza è stata trascrit-ta in un paziente di una particolare forma di leucemia provocata da ceppi virali. In questi virus è stato individuato “V 49”, altro virus u-tilizzato nell’ingegneria genetica per la produ-zione di OGM. Attualmente si stanno effet-tuando le contromisurazioni dell’“RNAt”: il consorzio ha già avvertito le autorità ministe-riali dei diversi paesi, tra cui quelle italiane. La ricerca sembra rivolgersi anche ad animali ma-lati di tumori maligni e del morbo della mucca pazza, simile a quello delle pecore pazze, no-toriamente infettate dal retrovirus “Visna”, che è praticamente identico ai retrovirus naturali che provocano il cancro e la leucemia.

Si potrebbero aggiungere altri dati «cer-ti» ma ignorati. Negli Stati Uniti il 98 % del mais prodotto è geneticamente modificato; gli Stati Uniti dunque non possono piú produrre ed esportare mais convenzionale, per l’inqui-namento generalizzato del loro territorio. Per concludere, una moratoria di diversi anni nella coltivazione ed utilizzazione degli OGM non priverebbe del diritto di coltivarli in futuro, u-na volta accertata la loro innocuità, mentre l’introduzione, al presente, degli OGM prive-rebbe per sempre del diritto di coltivare i vege-tali convenzionali e biologici coloro che voles-sero continuare a farlo, stante l’inquinamento irreversibile che gli OGM provocano delle a-ree utilizzate per la loro produzione.

Prescindendo dall’importanza di queste

notizie, per le quali ci sentiamo grati, siamo decisamente indignati dalla dicitura “RNAt”, tipicamente esemplificativa della folla strari-pante di tutti quelli che stanno continuando a parlare e scrivere con lo scopo di non cadere nella disattenzione di lasciar scoprire quello che stiano dicendo. E poi avrà senso parlare della presenza di un virus dentro un altro vi-rus, o non sarà piú giusto parlare della pre-senza di qualcosa di uguale dentro due virus diversi? Se poi è invece possibile mettere i vi-rus uno dentro l’altro come si fa dentro le «matrioshke», sarebbe opportuno spiegarcelo. Ci si perdoni l’ignoranza, ma qui la chiarezza sembra scarseggiare.

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B U O N E O C C A S I O N I . L A T R A S M I S S I O N E T E L E V I S I V A

“ I L M A R E D I G U A Î ” . Ernesto Bianchi.

La sera di Domenica Sedici Novembre la

nostra televisione di stato ha trasmesso, nella serie “Report”, una preziosissima inchiesta sul mondo dei pescatori e della pesca. La quale può essere ancora veduta, sebbene rimpiccoli-ta, e ascoltata per intero nella sezione “Rai Tre” del «sito Internet» “www.rai.it”. E piú gente si potrà convincere a guardarsela attenta-mente, meglio sarà.

Qui non si tratta piú della compassione per le sofferenze dei poveri animali marini, cresciuta comunque ancora anch’essa a dismi-sura rispetto a quando la pesca non era ancora un’industria assatanata nella piú spasmodica concorrenza, ma dello schifo per un mondo quanto piú totalmente sommerso dal brulicare della piú esasperata mafiosità, nell’ultima gara colossale a chi arrivi prima a portarsi via, ar-raffando guadagni colossali, gli ultimi pesci sopravvissuti. Non è possibile descrivere la mole di notizie importantissime concentrate in quell’ora abbondante di trasmissione. È un

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Mondo Vegetariano. Pagina 14. Novembre 2008. trionfo dell’illegalità e della sopraffazione. È uno scandalo internazionale dei soldi rubati al-l’Europa dall’Italia. È uno scandalo nazionale dei soldi rubati dai piú ricchi fra i pescatori ai cittadini italiani. È lo scandalo della situazione piú totalmente fuori controllo, davanti a forze dell’ordine totalmente impotenti. È il solito or-rore mafioso di come i pescatori ricchi e crimi-nali affamano quelli poveri e onesti.

Solo due esempî. Un pescatore che ammette di non lavora-

re nella piú rigorosa legalità, ma la cui danno-sità è irrisoria rispetto a tutto il resto, dice: con un’uscita di un giorno della nostra barca noi riusciamo a vendere settecento Euro di prodot-to; loro con un’uscita di due giorni di una delle loro, devastando il fondale e distruggendo ogni traccia di vita con le loro reti criminalmente congegnate che trascinano lungo la riva, ne vendono settemila.

Il nostro Mare Mediterraneo è il piú massacrato del mondo, ma hanno fatto vedere una serie di fotografie di un porto dell’Inghil-terra Settentrionale che era stato sempre dedito

alla pesca. Prima della prima guerra mondiale, fra le due guerre, dopo la seconda, e avanti co-sí. Da un iniziale affollamento sbalorditivo di pescherecci, sempre meno fino a un porto pra-ticamente deserto. Semplicemente perché lí pesci non ce ne sono piú.

Qui non si tratta tanto di compassione per i pesci, che tanto da altri pesci finiranno mangiati, né per il povero mare che muore; qui c’è in ballo ben altro. Qui c’è il parossismo fi-nale dell’immoralità che sta finendo di uccide-re tutto a cominciare dal genere umano. Qui c’è l’occasione di capire, proprio toccando con mano, che se non si fa qualcosa di concreto contro l’immoralità non si salva piú niente.

E per esempio davanti a questo partico-lare settore dell’immoralità chiunque può fare la cosa piú semplice del mondo: rifiutarsi di mangiare un pesce. La cosa piú elementare: se tu smetti di pagarli loro smettono di rubare. E cosí come niente si può far sparire tutto il leta-maio.

Questo la gente è ormai matura per ca-pirlo: basta che qualcuno glie lo mostri.

O R R O R I I N T E R N A Z I O N A L I .

S O N O C R I M I N A L I C O L O R O C H E P R A T I C A N O I L F A L U N G O N G ?

Francesca Romanelli. Dal periodico “L’Attualità” dell’Ottobre

2008. «I praticanti del Falun Gong non sono

considerati esseri umani… ma materia prima per scopi commerciali…. Non a caso il Partito Comunista Cinese li ha classificati come «clas-se nemica» [sinonimo di criminalità per il det-to partito], e quindi considerati non piú come esseri umani, ma oggetti da poter usare in qualsiasi modo purché economicamente van-taggioso.»

Queste sono le agghiaccianti parole di un medico militare cinese, testimone oculare delle atrocità compiute nei confronti di persone che praticano la Falun Dafa, o il Falun Gong che dir si voglia. Ma che cos’è il Falun Gong?

Il Falun Gong è un’antica disciplina a-scensionale, per certi versi simile allo Yoga o

alla meditazione, colpevole per il regime co-munista cinese di seguire i principî universali di: Tolleranza, Compassione e Verità. Resa pubblica nel Maggio del 1992 dal Signor Li Hongzhi, la Falun Dafa si è poi diffusa veloce-mente nel mondo grazie al passaparola. Coloro che la praticano aspirano a vivere, secondo tali principî, la vita di tutti i giorni con il preciso scopo di accrescere la loro spiritualità, grazie al miglioramento morale e al raggiungimento della salute sia fisica che mentale.

Nel Luglio del 1999 l’ex leader comuni-sta cinese Jiang Zemin emise l’ordinanza di «sradicare il Falun Gong entro tre mesi», «dif-famando e distruggendo sia economicamente che fisicamente coloro che lo praticavano». Il 10 Giugno del 1999 (un mese prima del decre-to di distruzione della Falun Dafa) fu creato l’“Ufficio 6 - 10”, un corpo speciale di polizia, al di sopra di ogni altro organo dello stato, che poteva operare indisturbatamente senza vincoli costituzionali, appositamente per sterminare la Falun Dafa e coloro che la praticavano. Grazie

Page 15: 0811 - N. 19 Mondo Vegetariano - Novembre 2008

Mondo Vegetariano. Pagina 15. Novembre 2008. a tale corpo istituzionale, il regime comunista cinese si è potuto avvalere dei mezzi piú cru-deli come: il lavaggio del cervello, l’alimenta-zione forzata, le torture, gli abusi sia psichia-trici che sessuali, gli aborti forzati, e omicidî di qualsiasi genere, tentando cosí di sterminare e distruggere tutti coloro che tentavano di con-trastare l’autorità statale praticando la Falun Dafa.

Nel Marzo del 2006 dei testimoni hanno rivelato che dal 2001 a oggi il regime comuni-sta cinese ha usato i praticanti della Falun Dafa come merce da vendere nel lucroso mercato del traffico d’organi: «estraendo i preziosi or-gani da vendere da persone vive, per poi cre-marle subito dopo». Il 4 Aprile del 2006 è sta-to nominato un comitato per indagare sulla persecuzione del Falun Gong (“CIPFG”), che

ha chiesto al regime comunista cinese di aprire tutti i campi di concentramento per fare delle indagini, da cui sono emerse tutte queste atro-cità, contando piú di tremila morti e quattromi-laquattrocento casi di persone sottoposte a qualsiasi tipo di tortura.

Completamente provate che siano o non

siano queste gravissime denunce, noi abbiamo sempre sostenuto che la continua assuefazione a trattare, con coltelli e altri attrezzi, i corpi degli animali come materia inerte porta col-lettività sconsiderate a trattare nello stesso modo anche i corpi umani.

E chiamando internazionali gli orrori di questo genere intendiamo dire che internazio-nale è il dovere di occuparsene.

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S P I R I T U A L I T À E R E L I G I O N I .

U N A C O I N C I D E N Z A , T A N T O S T R A N A Q U A N T O O P P O R T U N A .

Ernesto Bianchi. Fra il Tre e il Sei Giugno di quest’anno

c’è stato a Roma uno straordinario congresso internazionale di uno degli organismi piú im-portanti delle Nazioni Unite: quello che ha ap-punto sede a Roma, si interessa di come trova-re cibo per l’umanità ed è noto come «la FAO».

Elicotteri giravano insistentemente sopra le nostre teste, linee dei trasporti urbani erano state deviate, muoversi era diventato ancora piú problematico, avvicinarsi al grande palaz-zo non era facile e ripetutamente in quei giorni qualche mio aggeggio elettronico dava segni di pazzia. Il tema del congresso doveva essere qualcosa come la preoccupante relazione fra lo sconvolgimento del clima nel pianeta e la pro-duzione del cibo. Quarantatrè capi di stato so-no venuti a partecipare. Noi altri vegetariani a-vremmo avuto il dovere di assieparci a miglia-ia intorno al palazzo e invece, a quanto pare, neppure un gruppetto di qualche decina aveva provato anche solo a pensarlo. D’altra parte con tutto quello scombussolamento organizza-tivo di forze dell’ordine non sarebbe stato for-se nemmeno immaginabile.

E, a quanto sembrerebbe, di tutt’altro si sarà parlato in quel congresso, che del primo fra tutti i problemi, cioè dell’urgenza, per sal-vare la situazione, di allontanare tutta l’ali-mentazione umana dai cibi che non siano ve-getali. Se poi qualcuno mi dimostrerà che nel-l’aver creduto questo io mi sia sbagliato, ne sa-rò grato e felice. Un socio della nostra associa-zione, professore universitario, è solito dire, scherzosamente, che la FAO è l’organizzazio-ne internazionale che si prende cura dello svi-luppo della fame nel mondo.

Nella stessa città, cioè Roma, c’è anche

un ammirevole istituto filotibetano, nella sede del quale non manca quasi mai un autentico la-ma tibetano residente, scelto con cura fra i per-sonaggi piú degni di stima nell’ambiente inter-nazionale dei tibetani. Almeno due volte alla settimana ci si tengono lezioni, ed è di solito il lama a parlare, proprio nella lingua tibetana, alternandosi a una gradevole signora sbalor-ditivamente abile nel tradurre immediatamente e impeccabilmente in italiano tutto quello che lui dica.

I tibetani continuano a predicare che bi-sogna aiutare, e prima ancora rispettare, indi-stintamente tutti gli esseri senzienti, che di tut-ti, umani e animali, bisogna avere compassio-

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Mondo Vegetariano. Pagina 16. Novembre 2008. ne, e sono intanto tradizionalmente svantaggia-ti dalle loro abitudini alimentari, che costitui-scono una contraddizione, perché la loro non è una tradizione vegetariana. C’è la scusante che in quello che era il loro paese trovare vegetali in abbondanza non era facile come da noi, cosí come, per esempio, in un altro ambiente non troppo lontano dal loro, quello della Mongolia, c’è un oceano di erba, ideale per gli erbivori, ma scarsità di cereali, legumi e frutti. Cosí le polemiche e le incertezze permangono, si rife-risce che l’attuale Dalai Lama abbia categori-camente preteso che tutti gli istituti della sua religione pratichino l’alimentazione vegetaria-na, estranei all’ambiente tibetano mormorano che lui stesso non rifugga dalla carne, e cosí via.

Ma ecco, coincidenza tanto strana quan-

to significativamente collocata nello spazio e nel tempo, una parte delle parole effettivamen-te pronunciate a Roma in quell’istituto filotibe-tano, nella lezione di Martedí Tre Giugno, data dell’inizio nella stessa città del monumentale congresso straordinario della FAO.

Inizio della citazione. Come esempio di uno dei quattro risulta-

ti karmici delle azioni negative, la persona che nella sua vita precedente ha ucciso sarà in quella attuale amante di uccisioni, quindi le fa-rà piacere togliere la vita; per esempio le farà piacere mangiare carne e cosí via, e questi so-no i risultati karmici di azioni negative prece-denti da cercare di abbandonare. Poi ci sono in modo corrispondente quattro risultati karmici positivi di un comportamento che evita il com-pimento delle azioni negative. Per esempio, se uno abbandona la pratica del togliere la vita, u-no dei suoi quattro risultati di maturazione kar-mica sarà il privilegio di rinascere come essere umano, o nel mondo dei «deva» come dio mondano, mentre il suo risultato simile alla causa sarà di avere una vita lunga e libera da malattie. Il risultato dominante sarà il vivere in un ambiente ricco, con molte risorse, una bella casa, un terreno fertile, ricchezze e cosí via. E il risultato nella personalità sarà di sentire un grande timore di togliere la vita, un grande ri-

fiuto e una grande ripugnanza di fronte a qual-siasi atto di uccisione e il rifiuto di mangiare la carne e cosí via, e da questi segni si può anche comprendere che cosa uno abbia fatto nelle vi-te passate. Per esempio se una persona è un pescatore e gli fa piacere uccidere pesci, si può supporre che nelle vite passate abbia ucciso molti pesci. E una persona che in questa vita alleva e uccide molti bovini e lo fa con piace-re, si suppone che lo ha già fatto molto nelle vite passate e che ha questa tendenza. E lo stesso per chi ha la passione di mangiare la carne. Allora in questo caso uno può renderse-ne conto e dispiacersene, e cercare di determi-nare di non continuare a farlo in futuro, e pre-gare affinché nelle vite future possa evitare di ripeterlo. Invece se uno si rende conto di es-sere posseduto da un rifiuto di uccidere e pro-vare ripugnanza di fronte agli atti nei quali si toglie la vita, uno può gioirne, esserne conten-to, e pensare che ha queste impronte dalle vite passate, esserne contento e pregare perché pos-sa essere cosí anche in futuro.

Continuando a procedere nel testo che stiamo studiando, siamo arrivati a una storia che viene raccontata per illustrare l’argomento. Si tratta di tre animali, una capra, una pecora e un bue, che erano legati nel cortile di un mona-co, e a un certo punto il monaco si era avvici-nato col pensiero di ucciderli.

La capra dice agli altri due: guardate, il monaco si sta avvicinando e sicuramente ci vuole uccidere.

Il bue risponde: no, sicuramente non è cosí, perché questo monaco tutti i giorni recita piú volte la «presa di rifugio», nella quale ripe-te fra l’altro queste parole: «possano tutti gli esseri senzienti avere la felicità e le sue cause, possano tutti gli esseri senzienti essere separati dalla sofferenza e dalle sue cause, possano tutti gli esseri senzienti non essere mai separati da una felicità libera da sofferenze, possano tutti gli esseri senzienti godere dell’equanimità li-bera da attaccamento e da odio». Il monaco re-cita questo diverse volte tutti i giorni, e lo reci-ta con le mani giunte e gli occhî chiusi, e quin-di sicuramente non ci ucciderà.

La pecora aggiunge: questo monaco è un discepolo del Buddha, e quando è entrato sul sentiero dell’apprendimento ha preso rifugio, e

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Mondo Vegetariano. Pagina 17. Novembre 2008. ha promesso di mantenere gli impegni del rifu-gio, e l’impegno principale del rifugio dice che non si deve nuocere a nessun essere vivente, e quindi è proprio garantito che non ci farà del male.

In questo modo parlano fra loro per del-l’altro tempo. Dopo la metà della mattina arri-va un macellaio e viene a parlare col monaco. La capra lo vede e ascolta la loro conversazio-ne.

Il macellaio dice: io non ho tempo; per favore chiami qualcun altro, e lo dice ripetuta-mente, con insistenza.

Invece il monaco risponde: no, io ho qui tutto quello che serve per il mio pranzo; Lei deve assolutamente uccidere questi tre animali oggi, e insiste anche lui.

Data l’insistenza, il macellaio alla fine acconsente, e decidono che i tre animali saran-no uccisi quel giorno stesso, e la capra, che ha ascoltato la conversazione, va a raccontarla a-gli altri due.

Tutti e tre dal grande dispiacere e dalla grande disperazione cominciano a piangere e le lacrime sgorgano dai loro occhî. Mentre loro piangono arriva il monaco, e ha in mano la «mala», il suo rosario, e mentre ne fa scorrere i grani recita la presa di rifugio e il mantra «om mani peme hun», e intanto si sofferma a verifi-care quanto loro sono grassi e quanta buona carne hanno addosso.

Allora i tre animali gli dicono: o mona-co, non è giusto uccidere esseri senzienti, e non è neanche giusto chiedere a qualcun altro di farlo, e continuano a parlargli in questo to-no. E poi gli dicono: la cosa migliore sarebbe non ucciderci; comunque, se assolutamente de-ve ucciderci, allora è meglio che lo faccia Lei e che non chieda a qualcun altro di farlo.

Mentre loro parlano e insistono cosí, ar-riva il macellaio, lega insieme con una corda le quattro zampe di ognuno di loro cosí che si trovano sdraiati su un fianco, poi con una gros-sa clava li colpisce sulla testa e poi con un col-tello molto affilato apre i petti della capra e della pecora, introduce una mano dentro cia-scuna delle due aperture e con unghie taglienti rompe in prossimità del cuore la vena respon-sabile della vita, che è la cosa piú preziosa a cui tutti tengono di piú, e cosí quegli animali

devono sopportare una sofferenza indicibile. Visto questo, il bue emette un gemito di

disperazione tanto intenso che viene udito da tutti i Buddha delle dieci direzioni.

E tutti i Buddha allora dicono: in quel preciso luogo c’è una figura che in apparenza è un monaco e si chiama con un certo nome, il quale invece ha fatto ignominiosamente risuo-nare questo grido disperato dell’uccisione di madri esseri viventi facendolo sentire in tutte le direzioni!

[«Madri» perché, secondo una bella im-magine buddista, per una specie di necessità statistica ognuno degli innumerevoli esseri senzienti in almeno una delle innumerevoli no-stre vite precedenti deve essere stato, in una delle sue vite precedenti, la madre di ciascuno di noi.]

E dunque i Buddha dichiarano che con questo atto si è ammainata la bandiera del dharma ed è stata issata la bandiera dei demo-nî, e tutti i Buddha e tutti i Bodhisattva si sono molto rattristati.

Questa è la storia del monaco, della ca-pra, della pecora e del bue. È stata ripresa da un altro testo: “Lo specchio chiaro”, e qui è stata raccontata in dettaglio. Quel monaco è un esempio di qualcuno che sconfigge il dharma, che degrada il dharma, e questa storia illustra quanto è importante evitare l’azione di togliere la vita, anche indirettamente. L’autore dello scritto che stiamo studiando dice che l’autore del testo dal quale ha tratto la storiella è anche il suo prezioso lama protettore, e dunque sicu-ramente si riferisce a Pabonka Rinpoche [1878 - 1941], del quale ascoltava gli insegnamenti prendendo annotazioni. E dice: il mio maestro prezioso considerava molto importante l’ab-bandono dell’uccisione degli esseri, e quando veniva a sapere che qualcuno aveva deciso di abbandonare qualsiasi azione di quel genere e-ra pervaso da una contentezza, una felicità su-periore a tutte le altre. E dice ancora l’autore del testo, che dovrebbe chiamarsi Trichan Rin-poche, uno dei tutori del Dalai Lama: anche io quando andavo nella zona del Kam andavo in molti monasteri dove c’era l’usanza di macel-lare animali in occasione di grandi riti, di gran-di cerimonie, e servire della carne, e sono riu-scito a porre fine a molte di queste tradizioni

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Mondo Vegetariano. Pagina 18. Novembre 2008. di uccidere animali per festività e rituali, e so-no quelle le azioni che considero le migliori di

questa mia vita. ‗ ‗ ‗ ‗ ‗

H A N N O D E T T O .

Il contributo all’effetto serra dato dagli allevamenti è circa pari a quello dato dalla to-talità del traffico degli autoveicoli nel mondo!

Ernst Weizäcker, del “Wuppertal Insti-tute for Climate, Environment and Energy”.

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Con l’evolversi della scienza dell’ecolo-

gia, è ormai assodato che gli appetiti umani per la carne animale sono la vera forza scate-nante di tutte le principali categorie di danno ambientale che in questo momento minacciano il futuro dell’umanità: la deforestazione, l’ero-sione, la scarsità d’acqua, l’inquinamento del-l’aria e dell’acqua, i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’ingiustizia sociale, la destabilizzazione delle comunità e la diffusio-ne delle malattie.

“World Watch Institute”.

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IL PARADISO LOMBARDO DELLE OSSA. Valdo Vaccaro.

Nel mio articolo “La cocciutaggine infi-

nita del cannibalismo” raccontai l’interessante esperienza di Antonio, produttore di macchine idropulitrici ad alta pressione, chiamato urgen-temente da un’azienda lombarda a liberare un macchinario bloccato da un animale che si era incastrato tra i meccanismi di carico.

L’industriale si recò sul posto immedia-tamente per una ispezione.

Comprese subito che si trattava di una grossa industria alimentare.

Già qualche chilometro prima di giunge-re a destino, l’aria era stranamente irrespirabile e nauseabonda.

Nel grande piazzale circondato da lunghi muri di cinta giacevano montagnole colme di ossa, mentre diversi autocarri arrivavano a sca-ricare altre carcasse di animali.

Portando un fazzoletto alla bocca per at-

tenuare il tremendo puzzo, raggiunse gli uffici, prima di farsi accompagnare da un tecnico al-l’interno dello stabilimento per farsi spiegare il problema.

Notò due larghissime vasche cariche di latte grigiastro. In realtà non era latte, gli spie-garono, ma succo di ossa misto a liquidi ag-giunti, su cui degli addetti stavano versando dei sacchi di sale e di zucchero.

Il tutto serviva per produrre ingredienti usati nella fabbricazione di salamini e «ham-burger».

Il motivo della sua convocazione era presto spiegato.

Una delle due grosse frese di triturazio-ne-carcasse aveva la sua ruota di conduzione-materiale intasata dal cadavere completo di u-na mucca che aveva ancora nel ventre semi-schiacciato il suo vitellino.

Lo spettacolo era lugubre ed apocalitti-co, con quel bovino sospeso in alto quasi ad accusare gli umani di averlo messo in croce in quella posizione assurda e con la sua creatura mai nata che penzolava dal pancione.

La mucca era evidentemente morta du-rante il parto e l’avevano scaricata lí intera, senza macellarla o ripulirla, assieme alle altre carcasse.

E i tecnici, non sapendo cosa farne, l’a-vevano caricata sul nastro trasportatore con le altre ossa, senza considerare il fatto che l’ani-male, non scuoiato e non ripulito dei suoi or-gani interni, avrebbe messo in difficoltà l’inte-ro macchinario.

Si trattava dunque di impiegare una mac-china speciale e di sezionare l’animale con dei potenti getti di acqua alla pressione di 700 bar.

Antonio rientrò in sede e inviò sul posto due suoi operaî con la macchina adatta, e tutto si risolse.

Ma, da quel giorno, da buona forchetta carnivora che era, Antonio diventò vegetariano di ferro.

Sono passati venticinque anni da allora, e in un quarto di secolo molte cose possono

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Mondo Vegetariano. Pagina 19. Novembre 2008. accadere.

Può anche essere che nella pianura lom-barda non esistano piú brutture di quel genere, e che il centro di raccolta di ossa sia stato ri-mosso e cancellato per sempre.

Se non fosse cosí, speriamo almeno che

quell’azienda sia stata comprata da qualche gruppo cinese, cosí potremmo continuare a scaricare le nostre pecche sui musi gialli, e sal-vare una volta ancora la nostra reputazione di gente pulita, casta, virtuosa e impeccabile.

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L ’ A N G O L O D E L L A P O E S I A .

L’ A Q U I L A. Trilussa.

«L’ommini so’ le bestie piú ambizziose,»

disse l’Aquila all’Omo, «e tu lo sai; ma viettene per aria e poi vedrai come s’impiccoloscheno le cose.

Le ville, li palazzi e li castelli da lassú sai che so’? So’ giocarelli.

L’ommini stessi, o principi o scopini, da lassú sai che so’? Tanti puntini! Da quel’artezza nun distingui mica

er pezzo grosso che se dà importanza: puro un Sovrano, visto in lontananza,

diventa ciuco come una formica. Vedi quela gran folla aridunata

davanti a quer trubbuno che se sfiata? È un comizzio, lo so, ma da lontano

so’ quattro gatti intorno a un ciarlatano.

ER R O S P O E L A G A L L I N A. Trilussa.

Un rospo, ner sentí che ‘na Gallina cantava come un’anima addannata,

je domannò: «Che d’è che strilli tanto?»

«Ho fatto un ovo fresco de giornata:» rispose la gallina; «apposta canto.»

«Fai male,» disse er rospo, «male assai! Tu lavori pe’ l’ommini, ma loro

come t’aricompenseno el lavoro? Te tireranno er collo

com’hanno fatto ar pollo, lo vedrai. Nun te fidà de sta canaja infame che t’ha cotto er marito ne la pila

e un fijo ner tegame! Nun te fidà de ‘sta gentaccia ingrata

che te se pija l’ova che je dai pe’ facce la frittata!

Pianta ‘sti sfruttatori e impara a vive! Se loro vonno l’ova de giornata nu’ je da’ retta: fajele stantive!»

CA R I T À C R I S T I A N A. Trilussa.

Er Chirichetto d’una sacrestia

sfasciò l’ombrello su la groppa a un gatto pe’ castigallo d’una porcheria.

«Che fai?» je strillò er Prete ner vedello; «Ce vô un coraccio nero come er tuo

pe’ menaje in quer modo…. Poverello!» «Che?» fece er Chirichetto, «Er gatto è suo?» Er Prete disse: «No… ma è mio l’ombrello!»

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Mondo Vegetariano. Pagina 20. Novembre 2008.

R I C E T T E D I C U C I N A V E G E T A L I .

I N S A L A T A D I U V A , C A R O T E , P A T A T E E T O F U . Ingredienti per quattro persone. Tre patate. Due carote. Mezzo limone. Tre etti e mezzo di uva. 125 grammi di tofu. 150 grammi di lattuga. Quattro cucchiaî di semi di girasole. Un mazzetto di maggiorana.

Origano. Olio. Sale. È preferibile che i vegetali freschi pro-

vengano da agricoltura biologica e l’olio sia extravergine di oliva spremuto a freddo. Il tofu è una sostanza morbida e biancastra, tagliabile a fette, che si trova facilmente in commercio.

Pulire le patate e le carote sotto l’acqua

corrente, sbucciare le patate e tagliare il tutto a dadini. Cuocere i dadini a vapore senza farli disfare.

Tagliare il tofu a fettine e aggiungerne le fettine ai dadini di patate e carote; aggiungerci anche i semi di girasole. Condire con olio e sa-le e grattuggiandoci sopra la buccia del limo-ne.

Lavare l’uva, tagliarne i chicchi a metà ed eliminarne i semi. Condire il ricavato col succo del mezzo limone, l’origano e il sale.

Lavare e tagliare a pezzi la lattuga. Unire e mischiare il tutto, aggiungendo

eventualmente altro olio.

I N D I R I Z Z I D I N O S T R I A M I C I . (In ordine di «codice postale»).

Tidirò. Ristorante macrobiotico-vegeta-riano, cento di cultura «varioraggiante». Via del Mattonato 42 (Trastevere, Via Garibaldi), 00153 Roma. 06 5 810 626. Bibliothé. Cucina ayurvedica vegetaria-na; apprezzato centro di conferenze. Via Celsa 5 (Piazza Venezia, Largo Argentina), 00186 Roma. 06 6 781 427.

Amí. Alimenti incruenti per cani e gatti. Corso Milano 5, 35139 Padova. 049 7 801 712. Le scarpe di Linus. Calzature e acces-sorî alternativi alla pelle. Via Teatro Filarmo-nico 3, 37121 Verona. 045 8 010 922.

‗ ‗ ‗ ‗ ‗ Tutti i numeri precedenti di questo bollet-tino sono leggibili e scaricabili nel nostro «sito Internet» www.vegetariani-roma.it. A richiesta possiamo fornirne copie su carta, per consegna a mano da concordare pre-ventivamente, in uno qualsiasi dei nostri incon-tri, al prezzo simbolico di due Euro ciascuna.

Q U E L L I C H E S I T R O V A N O

P I Ú A V A N T I V E R S O L E S O L U -Z I O N I D I T U T T I I P R O B L E M I

S O N O I V E G E T A R I A N I .