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    SACRA SCRITTURA

    MARCELLO MILANI

    ANTICO TESTAMENTO

    TORAH O PENTATEUCO

    ISSR - PADOVA 2012-2013

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    IL TESTO E I LIBRI DELLANTICO TESTAMENTO

    ELENCO EBRAICO TM (cf. Bibbia TOB)Trah - Nebm Ketubm (= TaNaK)

    ELENCO DEI LXX - Greco e Vulgata Latina (cfBG)(+ = Deuterocanonici)

    Torah = LeggeGen, Es, Lev, Num, Dt

    Pentateuco = Torah

    Nebim = ProfetiAnteriori: Gs, Gdc, 1-2 Sam, 1-2 RePosteriori:

    3 Maggiori = Is, Ger, Ez12 Minori = Os, Gl, Am, Abd, Gn,Mi, Na, Abc So, Ag, Zc, Mal

    Libri storici =Gs, Gdc, Rut, 1-2 Sam, 1-2 Re(anche 1-4 Re), 1-2 Cr, Esd, Ne

    + Tb, + Gdt, Est, + 1-2 Mc

    Libri sapienziali =Gb, Sal, Prov, Qo (o Ecclesiaste= Ecle),Ct, + Sap, + Sir (Ecclesiastico = Ecli / Eclo)

    Ketubm = ScrittiSal, Gb, Prov, Ct, Rut, Qo, Lam,Est, Dan, Esd, Ne, 1-2 Cr

    Libri profetici =Is, Ger (+ Bar, Lam), Ez, Dan,Dodici minori (cf elenco ebraico)

    NB. La divisione rivela esperienze diverse: quella del sacerdote, che dar la struttura decisiva alla To-rah ed legata al culto e al tempio, quella delprofeta che legge i segni di Dio nel proprio tempo, quel-

    la del saggio che partendo dallesperienza trae insegnamenti e valori per la vita. Confluiscono insiemeper annunciare, prima a voce e poi in un libro, la parola di Dio multiforme come lo Spirito.

    TRADUZIONI E ALTRI TESTI* Greca o dei LXX (cf lettera di Aristea): tra il 250 e il 100 a.C.; origine liturgica e rilettura attualiz-zante; valore per il cristianesimo. Vulgata: latina (preceduta dalla Vetus Latina); Peshitta: siriaca.* Midrash: interpretazione o ricerca del senso profondo - halakah e haggadah. Cf Qumran: Pesher* Targum: Aramaica; collegata alla liturgia sinagogale (cf Ne 8-9).* Rotoli del Mar Morto: la biblioteca del gruppo di Qumran - apocalittico, appartenente al movi-mento degli Esseni e guidato dal maestro di giustizia (Mreh zedeq), che insegna la giustizia o mae-stro legittimo che insegna con autorit - con testi biblici e commentari, oltre a testi appartenenti allasetta (ad es.Regola della guerra eDocumento di Damasco).

    Cf L. MORALDI (cur.), I manoscritti di Qumrn, UTET, Torino, 21986; F. GARCA MARTNEZ

    (cur.) - C.MARTONE (cur. ed. it.), Testi di Qumran, Paideia, Brescia 1996.* Talmud: raccolta degli insegnamenti e delle interpretazioni dei grandi maestri del rabbinismo. labase del giudaismo o ebraismo attuale.

    Sussidi: G.CAPPELLETTO,In cammino con Israele. Introduzione allAT, vol.I , EMP, Padova 21996 eG.CAPPELLETTO -M.MILANI, In ascolto dei profeti e dei saggi. Introduzione allAT, vol.II, EMP,Padova 42010 (con una introduzione ai Salmi); M.NOBILE, Introduzione allAntico Testamento. Laletteratura veterotestamentaria, EDB, Bologna 1995. Un Atlante biblico.Per studiare lAT sono utili tutti i documenti letterari e archeologici che provengono dallAntico O-riente: permettono di ricostruire il terreno comune, come anche di percepire, nel confronto,loriginalit di ciascuno (cf G.RAVASI [presentazione di],LAntico Testamento e le culture del tempo,Borla, Roma 1990).

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    Buoni sussidi facilmente consultabili per ogni tema e libro sono: R. P ENNA -G.PEREGO -G.RA-VASI (cur.) Temi teologici della Bibbia, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2010; G. RAVASI -A.GIRLANDA (cur.),Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1988; R.BROWN -J.A.FITZMEYER -R.E.MURPHY (cur.), Nuovo grande commentario biblico, Queriniana,Brescia 1997.

    Introduzioni generali:E. ZENGER (ed),Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005;P.MERLO (cur.),LAntico Testamento. Introduzione storico-letteraria, Carocci, Roma 2008.W. BRUEGGEMANN,Introduzione allAntico Testamento (Strumenti 21), Claudiana, Torino 2005.IDEM, Teologia dellAntico Testamento. Testimonianza, dibattimento, perorazione (Biblioteca bi-

    blica 27), Queriniana, Brescia 2002 (originale inglese, Augsburg Fortress, Minneapolis 1997).

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    TORAH O PENTATEUCO

    Bibliografia sul PentateucoJ.BLENKINSOPP,Il Pentateuco. Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia (Biblioteca biblica 21), Queri-

    niana 1996.G. BORGONOVO e coll., Torah e storiografie dellAntico Testamento (Logos Corso di studi biblici 2), LDC,

    Leumann (Torino) 2012.G.CAPPELLETTO, In cammino con israele. Introduzione allAntico testamento, vol. I (Studi religiosi), EMP,

    Padova 62009.J.L.SKA,Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per Linterpretazione dei primi cinque libri della

    Bibbia, Edizioni Dehoniane, Roma 1998 Edizioni Dehoniane, Bologna 2000.

    F. GARCA LOPEZ,Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004.S.PINTO,Io sono un Dio geloso. Manuale sul Pentateuco e i Libri Storici: introduzione ed esegesi, Borla

    2010.R.RENDTORFF,Introduzione allAT, Claudiana, Torino 1990.A. ROF,Introduzione alla letteratura della Bibbia ebraica, vol 1. Pentateuco e libri storici (Introduzione al-

    lo studio della Bibbia Supplementi 48), Paideia, Brescia 2011.H. CAZELLES e J.P. BOUHOT, Il Pentateuco, Paideia, Brescia 1968 (contiene la presentazione della teoria

    classica della formazione del Pentateuco come appare anche nella seconda edizione della Bibbia di Geru-salemme [cf ledizione attuale italiana; la nuova edizione in accordo con le introduzioni della TOB],sottolineando pi la teoria delle tradizioni che quella delle fonti).

    E. ZENGER (ed.),Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005 (ed ted. Einleitung in das Al-te Testament, 52004 (per il Pentateuco offre, con Braulik, una lunga rassegna degli attuali tentativi che ri-velano la complessit dei problemi inerenti al testo).

    I - IL NOME

    TORAH, dallebraicoyarah, insegnare e gettare, indica lInsegnamento per eccellen-za, compresa lazione pedagogica, laccompagnamento e lindirizzo di vita (cf Gal 3,23-25 con altro intento: la Torah pedagogo o sorvegliante, viene superata con il passaggiodalla condizione di minorenni o schiavi a figli adulti).

    Il termine si riferisce ai primi cinque libri della Bibbia chiamati in ebraico per lo pi dal-le parole che iniziano ogni singolo libro: beresht, in principio = Genesi; shemt, questi inomi = Esodo; wayyqra: e Dio chiam [Mos] = Levitico; bamidbar, nel deserto [owayedabber, e disse] = Numeri; elleh debarm, queste le parole = Deuteronomio.Talora sembra designare in generale tutta la rivelazione. Certo la traduzione legge ri-

    duttiva, anche se il complesso contiene delle raccolte o codici di leggi, ma linsieme apparecome una storia.

    PENTATEUCO termine greco: indica i cinque astucci, nei quali venivano deposti icinque rotoli, in cui era suddivisa la Torah, chiamati, sempre in greco: Genesi, Esodo, Levi-tico, Numeri, Deuteronomio.

    II - UNA VISIONE UNITARIA

    1 - CONTENUTO DEI SINGOLI LIBRI

    La Torah, che costituisce un unico blocco, stata divisa per esigenze pratiche e forse anchecon un intento teologico che pone al centro il Levitico, libro che starebbe alla base della ri-

    forma postesilica. La divisione risponde dunque a criteri materiali e teologici. Criteri mate-

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    riali: il materiale diviso in parti meno poderose per un uso pi confacente alla lettura si-nagogale. Ma sono i criteri teologici a offrire il quadro, le idee e le prospettive che guidanole divisioni1.

    Genesi inizia con la creazione del mondo (in principio Dio cre) e finisce con la mortedi Giacobbe e Giuseppe. Si conclude lera patriarcale la storia di famiglia e inizia lastoria del popolo che si prolunga nellEsodo, anticipato anche dallannuncio di Giusep-pe del ritorno dei discendenti nella terra promessa ad Abramo: apre la prospettiva verso ilfuturo e collega Genesi con Esodo-Deuteronomio.Il libro strutturato sulle tledt: la formula in 2,4a, da tradurre con origine, applicataalla creazione del mondo, probabilmente un espediente redazionale per integrare ilracconto con le altre genealogie; lespressione che significa generazioni di..., ha due u-

    si, in alcuni luoghi introduce una genealogia o la storia, altrove un racconto. La formulaelleh tledtsi ripete 10 volte: 2,4a; 5,1 (Adamo); 6,9 (No); 10,1 (figli di No); 11,10(Sem); 11,27 (Terach-Abramo); 25,12 (Ismaele); 25,19 (Isacco); 36,9 (Esau); 37,2 (Gia-cobbe).Il libro si pu articolare in due parti: Gen 1,1-11,26; 11,27-50,26

    a) La creazione del mondo e delluomo e la storia delle origini (toledt) che procede trafedelt e peccato fino ad Abramo (1-11). Questa parte offre degli indizi per essere sud-divisa in prima del diluvio (1,1-9,19) e dopo il diluvio (9,20-11,26; cf 10,1 e 11,10la formula).La seconda sezione si pu considerare come transizione verso la chiamata e la storiadi Abramo. Con 9,20-29 introdotto un principio di selezione che culmina nella chia-

    mata di Abramo (12,1-3). Ha poche narrazioni: 1) il disprezzo verso il padre ubriacospiega perch Canaan, figlio di Cam, venga maledetto e perda i suoi privilegi, mentreSem, antenato di Abramo venga benedetto (9,18-29) e occupi un posto privilegiato nel-la storia della salvezza (9,26; 10,21.31; 11,10-26); 2) la torre di Babele (11,1-9) prepa-ra la migrazione di Terach e di Abramo (11,10-26), mentre la tavola dei popoli (10,1-32) inizia con la genealogia di Jafet, prosegue con quella di Cam, e alla fine con quelladi Sem, bench sia il primogenito, per confluire su Abramo.

    b) La storia dei Patriarchi (12-50) evoca le figure dei grandi Padri, Abramo, Isacco eGiacobbe, antenati di Israele e sue figure; scandita da itinerari, genealogie e protago-nisti. Un elemento importante per la strutturazione costituito anche dai discorsi divini,che costituiscono da un punto di vista narrativo dei programmi narrativi (Gen 12,1-3;26,2-5; 28,13-15; 46,1-5a, cf 50,24).

    La cronologia si fa pi particolareggiata. Di fatto, il racconto concentrato soprattut-to su Abramo (annunciato in 11,27ss; sviluppato in 12,1-25,18) e su Giacobbe (25,19-37,1), mentre alla fine emerge la figura di Giuseppe. Abramo luomo della fede anche nella prova2. Genealogie e spostamenti fungono

    da cornice della narrazione; Dio si rivela comeEl Shaddai, il Dio della Grande Mon-

    1 CfJ.L.SKA,Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per linterpretazione dei primi cinque libri dellaBibbia, Ed. Dehoniane, Roma 1998, pp.28-52; J.BLENKINSOPP,Il Pentateuco , Queriniana, Brescia 1996, pp.pp.69-156; F. GARCA LPEZ, Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia2004.2 Sulla figura di Abramo, cf W.VOGELS, Abraham. Linizio della fede, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI)1999 (ed. francese:Abraham et sa lgende. Gense 12,1-25,11, Mdiaspaul, Montral 1996); J.L. SKA, Es-

    sai sur la nature et la signification du cycle dAbraham (Gn 11,27-25,11), in A. W ENIN (ed.), Studies in theBook of Genesis. Literature, Redaction and History (BEThL 155), Peeters, Leuven 2001, 153-177.

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    tagna (sadu rabu), tradotto con Onnipotente/Pantokrator. Gen 12,1-3 contiene ilprogramma divino per i suoi discendenti senza alcun limite: vale per sempre. A lui promessa una dinastia (racconti di promessa) e il possesso della terra dove ora abi-ta come straniero e ospite (gher): egli compie il primo esodo.

    Una serie di racconti tratta anche del rapporto tra Abramo e Lot (cc. 13,1-13; 14;18,16-33; 19,1-38). In seguito alla separazione tra i due, un secondo discorso divino(13,14-17) precisa i confini della terra.

    Isacco il figlio della promessa, la cui nascita conferma quella della terra. Il rac-conto gioca sul nome Isacco, Jiaq, colui che ride, gioca, arricchito da scenecaratterizzate da fine ironia, ma non presenta un vero ciclo narrativo. Il discorso di-vino di Gen 26,2-5 ripete ad Isacco le promesse fatte al padre e stabilisce la continui-

    t fra i due e fra il Dio delluno e dellaltro. Giacobbe lastuto che carpisce la primogenitura al fratello Esau (Gen 25 e 27) esupera in astuzia lo zio Labano (Gen 28-31), ma deve riconoscere che solo la graziae la benedizione di Dio lo fanno riuscire. Se in Abramo prevale la promessa qui pre-vale la benedizione.

    Con Giacobbe si accentua il tema del ritorno alla terra: in Gen 28,10-22, la vi-sione di Betel dove Dio si rivela come il Dio di Abramo e di Isacco, accanto alleprecedenti promesse si accenna a quella di far tornare Giacobbe nella terra dei suoipadri (28,13-15, cf anche 31,13 e 33,10); in 46,1-5a inizia il viaggio verso lEgitto eDio promette di accompagnare Giacobbe e poi di farlo risalire verso la terra; primadi morire Giuseppe riprende il motivo annunciando in 50,24 che un giorno Dio con-durr il suo popolo nella terra promessa ai Padri (vi far uscire verso il paese che gli

    ha promesso con giuramento, cio in 22,16; 26,3; 28,15). Tra i figli di Giacobbe emerge Giuseppe (37,2-50,26) il cui racconto, dai caratteri

    sapienziali, pone le premesse dellesodo mediante la discesa in Egitto di tutta la fa-miglia (cf Es 1,1-7). Si tratta non solo della storia del giusto umiliato ed esaltato, madi un clan, di una famiglia con conflitti e riconciliazione (ritornarono a parlare inpace). Alla fine, il protagonista, a sua volta convertito, legge gli eventi come segnodella provvidenza divina (per salvare molte vite), ma Dio gioca dietro le quinte,quasi in filigrana, servendosi dei sentimenti e delle passioni umane. La narrazione sichiude con le benedizioni e la morte di Giacobbe (49,29-50,26). I due discorsi in46,1-5a e 50,24 accentuano sulla permanenza provvisoria in terra straniera.La chiamata di Abramo (Gen 12,1-3) segna dunque una cesura: la prospettiva del

    racconto si concentra sulpopolo e sullinteresse per la terra. Questioni di genealogia edi territorio si intersecano.Dio fa vedere la terra di Canaan ad Abramo, la promette ancora Isacco, vi fa tornare

    Giacobbe dopo lesilio presso lo zio Labano e promette il futuro ritorno, quando questiscende con la famiglia in Egitto. La vita di Abramo come una partenza e unesplora-zione della terra promessa. La vita di Giacobbe un itinerario circolare: lascia il paeseper tornarvi con tutta la famiglia. La storia di Giuseppe spiega che Israele andato a vi-vere provvisoriamente in Egitto.

    Le genealogie esprimono la preoccupazione per la discendenza: delimitano una fa-miglia, una etnia, un popolo, inseriscono Israele nelluniverso e definiscono la sua posi-zione con i popoli vicini, come i Moabiti e gli Ammoniti o i discendenti di Ismaele, le-gittimando le sue prerogative. Israele appartiene alle nazioni postdiluviane, Sem ne ilremoto antenato. Si tratta di sapere chi lerede legittimo della promessa.

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    Nella storia di Abramo lerede della terra promessa Isacco, scartando Lot erede diAmmon e Moab (Gen 13), il servo Eliezer (Gen 15) ed Ismaele (Gen 16 e 21). Anchequestultimo avr la sua genealogia (Gen 25,12-18), ma si tratta di una linea collaterale.Giacobbe definito di fronte ad altri popoli apparentati e residenti in territori vicini:Esau e gli Edomiti che vivono nel deserto nella montagna di Seir, Labano lArameo conil quale vengono definiti i confini (31,51-54). La terra di Canaan appartiene a lui(28,13-14; 31,3.13; 32.10). La storia di Giuseppe si interroga sulle dodici trib: tutti ifratelli saranno benedetti (Gen 49) e costituiranno gli antenati del popolo; tutta la fa-miglia scende in Egitto, tutti ritorneranno nella terra.

    Esodo. Blenkinsopp, seguito da Whybray (Introduction), considera insieme Esodo e Nu-meri articolandoli in tre parti: 1) Israele in Egitto (Es 1,1-15,21); 2) Israele nel deserto (Es

    15,22-18,27 + Nm 10,11-36,13); 3) Israele al Sinai (Es 19,1-Nm 10,10). Ma bene segui-re ogni libro mettendo in risalto la funzione di ogni sua parte in base ai dati letterari.

    Il libro dellEsodo si sviluppa in quattro parti accentuando la sovranit del Signore su I-sraele e la sua presenza nella dimora (simbolo del tempio).a) La liberazione (Es 1-15)

    Lappello alla storia di Giuseppe con la discesa in Egitto fa da cerniera con Genesi,la presentazione delleroe protagonista introduce il nuovo contesto: schiavit e perse-cuzione (Es 1-2). Mos anticipa sin dallinizio lesodo del popolo in due uscite, ver-so i fratelli e verso il deserto di Madian (Es 2,11.13.15) 3.

    Segue la narrazione della liberazione con il racconto delle piaghe o segni e prodigiche culmina nella morte dei primogeniti, la solenne e trionfale uscita, il passaggio del

    mar Rosso (Es 3-15). Israele dovr servire non faraone, ma il Signore che rivela la sua sovranit e laproclama sia nelle piaghe che nel passaggio del mare.

    Faraone aveva negato di conoscere il Signore (Es 5,2); nel contesto Jhwh ripetefrequentemente la formula di riconoscimento: Sappiate/sappiano che io sonoJhwh (7,5.17; 8,6.18; 9,14.29; 10,2; 11,7; 14,4.8); dovranno riconoscerlo sia gliegiziani di fronte alla disfatta che Israele dinanzi alla salvezza.

    Il poema liturgico conclusivo (Es 15) nella frase finale unisce la regalit del Signoree la sua dimora nel santuario.

    b) Il cammino nel deserto (Es 15,22-18,27)Passato il mare, che segna la radicale divisione dallEgitto, inizia il cammino sotto laguida di Dio e di Mos, con le prove della fame, della sete e dei nemici e le mormora-

    zioni del popolo. Il racconto riassume i motivi che ritorneranno in Numeri. Il racconto contrassegnato dalla formula di itinerario che indica gli spostamenti (15,22.27; 16,1;17,1; cf 19,1-2) mediante i verbi nasa: muovere la tenda, viaggiare, spostarsi, b:arrivare, entrare, nah: porre laccampamento, e nomi dei luoghi specialmente dipartenza e di arrivo. Vi anche un accenno alla organizzazione giuridica del popolo(Es 18).

    c) Lalleanza al Sinai (Es 19-34)La prima sezione del racconto (Es 19,1-24,11) inquadrata tra 19,7-8 e 24,3.7: alla ri-chiesta al popolo della libera adesione (Es 19), seguono le condizioni dellalleanza,mediante la proclamazione della legge, che inizia dalle dieci parole, da osservare o-

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    Sulla figura di Mos, cf W. VOGELS,Mos dai molteplici volti. DallEsodo al Deuteronomio, Borla, Roma1998 (ed. francese,Mose aux multiples visages. De lExode au Deutronome, Mdiaspaul, Montreal 1999.

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    vunque, anche fuori della terra (Es 20-23); conclude la narrazione celebrazionedellalleanza (Es 24). Jhwh si definisce: Io sono Jhwh che ti ho fatto uscire dalla terra dEgitto, dalla ca-

    sa di schiavit..., escludendo ogni altra divinit (Es 20,2-3). Fonda la sua sovranitunica in Israele, perch liberatore.

    Appare lo statuto di Israele che contiene il programma della sezione (Es 19,3-8): I-sraele appannaggio o propriet speciale (segull) del Signore, regno sacerdotale(mamleket khanm), nazione santa (gy qad). Il rituale di Es 24,3-8, soprattuttolaspersione del sangue, consacra Israele: alleanza nel sangue. Manca il santuariocon il sacerdozio e laltare (cf 29,43-46).

    Il piano del santuario viene dato nella seconda sezione (Es 25-34) nellambito della

    prima infedelt (il vitello) e del rinnovo del patto mediante il dono delle nuove tavoleche raccolgono scritte le condizioni fondamentali della relazione con il Signore. Emer-ge il tema della presenza del Signore. In 24,12-31,18, il Signore mostra a Mos il piano del santuario da costruire (25,8-

    9). Sar vero sovrano quando sar costruito il santuario in cui potr dimorare inmezzo al suo popolo e riceverne il culto. Dimora e accompagnamento saranno og-getto di rivelazione e invocazione.

    La sezione incorniciata dalla menzione delle tavole di pietra (Es 24,12; cf31,18; 34,1.27-28): Dio abiter in mezzo al suo popolo se Israele rispetter la leg-ge; ma il vitello doro pone in crisi lesistenza stessa di Israele. Tuttavia, il Signoresar un Dio di perdono e di misericordia (Es 34,6-7): la presenza di intercessoricome Mos e la misericordia permetteranno al Signore di continuare a dimorare inmezzo al suo popolo (Es 32-34). Es 34 contiene una legge che entrer in vigore so-lo dopo lentrata nella terra promessa.

    d) In Esodo 35-40 dato il comando e descritta lesecuzione della costruzione dellarca:il Signore viene a riempire con la sua gloria la dimora e ad abitarvi. in mezzo alsuo popolo e cammina con lui. Dora in poi il Signore parla dalla tenda. Stilisticamente la sezione di Es 35,1-3 e 40,34-38 collega inizio di Genesi ed Esodo

    mediante lavoro e opera (melak) in 35,2 e 40,33. Con Gen 1,1-3 Es 35,1-3parla della settimana e del riposo nel settimo giorno; Gen 2,2 ed Es 44,33: Dio finnel settimo giorno lopera/Mos fin lopera. Dal santuario cosmico che Dio ha cre-ato come sua opera darte si scende al santuario terreno segno della presenza divinain mezzo a un popolo, che lo servir con il culto e il riposo sabbatico.

    Dalla servit al servizio: linizio di Esodo descriveva la schiavit, Israele costrettoal lavoro forzato, ora questi compie verso il Signore il servizio liturgico (abd),ma in libert (35,5.21.22). Il riposo del sabato (35,1-3) distingue il lavoro liberodalla schiavit.

    Due elementi convergono nella conclusione: 1) Es 40,34-35, Jhwh abita in mezzoal suo popolo, occorre organizzare il popolo in funzione della presenza divina: loscopo del Levitico con le leggi liturgiche, le feste e i riti nel Santuario; 2) Es 40,37-38, dalla tenda Jhwh guida il popolo: Numeri riprender la marcia del popolo gui-dato dal Signore presente nella nube.

    Levitico il libro centrale. Contiene quasi esclusivamente leggi che in Levitico e Numerivengono proclamate dalla tenda dellincontro o durante il viaggio che conduce alle steppe

    di Moab.

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    In particolare, il libro contiene:a) le leggi sul culto: sacrifici (Lv 1-7: sommario conclusivo in 7,37-38), consacrazione

    dei sacerdoti e inaugurazione del culto (Lv 8-10);b) la legge dipurit che conclude con il grande giorno della espiazione,ym kippr(Lv

    11-15.16);c) la legge di santit che culmina nel comandamento dellamore verso il prossimo (Lv

    17-26). Il testo risponde allesigenza di vivere alla presenza del Dio Santo che accompagna

    il popolo nel cammino. Il Signore ora parla dalla tenda, ma fa appello alla rivelazionedel Sinai (cf Lv 26,3.14 e 27,34 appendice con medesima finale), per dire che la tradi-zione di Mos ha normativa unica e si distingue dalle altre leggi.

    Significato del libro

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    .Due dati emergono: Lesperienza dellesodo fonda Israele: Jhwh lha fatto uscire dallEgitto, lha reso li-bero. Con questo atto Israele separato dalle altre nazioni e santificato.Tutto ci ha conseguenze sullo statuto di Israele definendo i rapporti allinterno e congli altri popoli.1) Lesodo non opera di un eroe umano, ma solo del Signore: Israele appartiene a

    Jhwh, suo servo (Lv 25,55).2) Questa coscienza definisce i rapporti tra i membri del popolo: a) saranno liberi non

    schiavi, la libert sacra (Lv 25,42); a questa libert dellesodo faranno appello iprofeti (cf Am e Ger); b) Israele sar santo come il suo Dio: Siate santi perch

    io sono santo (19,2; 22,31-33). Tutta la vita santa regolata dalla legge; il culmi-ne della legge di santit lamore verso il prossimo (Lv 19,17-18).

    3) Separazione e santificazione, che avviene con luscita dallEgitto, definisconoanche i rapporti di Israele con le altre nazioni. Il popolo santificato non pu vi-vere come le nazioni dalle quali stato separato (Lv 22,32-33). Lo stile di vitacomporta il rifiuto di ogni idolatria e losservanza della legge e delle regole ali-mentari. La distinzione tra puro e impuro caratterizzer la vita di Israele: la puri-t rituale, riservata in particolar modo ai sacerdoti, si estender progressivamentealla vita quotidiana di ogni giudeo.

    4) La terra appartiene a Dio e resta sua: Non sar venduta perch voi siete stranieriresidenti e ospiti presso di me (Lv 25,23). Sono usufruttuari non possessori, se

    pignorata dovr ritornare a coloro a cui stata affidata (cf anno sabbatico). Valore e pericoli. Il valore di questa legge consiste nel fatto che ha aiutato Israele in

    diaspora, senza autonomia politica e senza terra, a sopravvivere e trasmettere la suafede. La sua esistenza si fonda sulla fede e sulla legge prima che sulla terra. Non man-cano per i pericoli: linsistenza sul culto pu diventare ritualismo se staccato dallafede, la separazione pu creare divisione e settarismo e il carattere distintivo le-lezione pu essere inteso come privilegio e separazione anzich come compito emissione in mezzo allumanit. Critiche al riguardo saranno portate da altri libri, comeGiona e Rut, e un giudizio severo sar dato nel Nuovo Testamento.

    4 Cf J.L.SKA, cit., pp.45-47.

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    Numeri riprende il tema del cammino di Esodo 16-18 seguendo le varie tappe, alternan-dolo con materiali legislativi: abbandono del Sinai (9-10) e proseguimento fino a Kadeshe alle steppe di Moab davanti a Gerico.

    Il libro per lo pi diviso in tre parti: Israele al Sinai; la marcia dal Sinai alle pianure diMoab; Israele nelle pianure di Moab. Invece Ska (che parte da Knierim5) considera dueparti, la seconda (unita per convergenze formali e contenutistiche) divisa in due tappe.

    I parte (1,1-10,10): preparazione cultuale e militare Israele si prepara a camminarenel deserto. Il racconto ha in vista tutta la marcia non una tappa particolare.II parte (10,11-36,13): esecuzione del piano la marcia nel deserto, sul modello o ge-nere letterario della campagna militare, che avviene in due tappe (Nm 21,10-20funge da transizione): a) Israele cammina dal Sinai verso la terra promessa = marcia

    nel deserto (10,11-21,20); b) Israele inizia a conquistare un territorio (21,21-36,13).Da questo momento il racconto orientato alla conquista. Per la prima volta si diceche Israele ha preso un territorio e vi si stabilito: Nm 21,25, cf vv.21-26; 21,31;21,24yara, conquistare: Israele lo colp [Sihon] a fil di spada e conquist (wayy-ra) la sua terra dallArnon sino allo Iabbok...; nei cc.32 e 34 si danno istruzioni perla ripartizione del territorio; nei cc.22-24, gli oracoli di Balaam mostrano che nessunopotr opporsi al piano divino.

    SignificatoLa prima parte insegna come camminare con Jhwh presente nella tenda: dedi-

    cata infatti alla organizzazione delle trib attorno alla tenda, ai compiti dei leviti e adaltre descrizioni legate al santuario. Il capitolo 10 tratta della preparazione immediatadella partenza.

    La seconda mostra cosa significhi concretamente camminare con Jhwh: Jhwh pronto ad aiutare il popolo, ma anche castiga ogni ribellione (castighi di tutto il popoloribelle o di singoli: Aronne e Miriam, Nm 12; Datan e Abiran e i figli di Core, Nm 16;Mos e Aronne, Nm 20,1-13). Lepisodio pi eclatante in Nm 13-14, quando tutta lagenerazione dellesodo condannata a morire nel deserto a motivo del rifiuto di con-quistare la terra.

    MessaggioI fallimenti dipendono non da Dio, ma dai peccati di Israele; quando segue il Signoreriesce nelle sue imprese, come avviene nelle prime guerre di conquista (21,21-32;21,33-35; 31). Composto dopo lesilio, il libro spiega ai contemporanei a quali condi-zioni potranno ritrovare la terra promessa.

    Deuteronomio o seconda legge si svolge nella forma di tre grandi discorsi di Mos,che fa il resoconto degli eventi ed esorta alla fedelt alla legge e la interpreta (Dt 1-4; Dt5-11 [si conclude in 26,16-28]; Dt 29-32); i discorsi sono interrotti dal codice deuterono-mistico (16-26).Il libro si chiude con la narrazione degli ultimi eventi della vita di Mos (Dt 33-34: te-stamento e benedizione, salita al monte Nebo, visione della terra, morte e sepoltura) e lasua successione nella persona di Giosu che guider il popolo ad entrare nella terra (cf li-bro di Gs).

    5 R.P.KNIERIM, The Book of Numbers, in E.BLUM -C.MACHOLZ -E.W.STEGEMANN (edd.),Die hebrischeBibel und ihre zweifache Nachgeschichte (Fs R. Rendtorff), Neukirchen-Vluyn 1990, pp. 155-163. Anche Ol-

    son divide il libro in due parti definite dai due censimenti, allinizio e al c.26: a) la generazione che ha conosciutolesodo e il Sinai (cc.1-15; b) la nuova generazione che quarantanni dopo ne prende il posto (cc.26-36).

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    La struttura del libro segnata da quattro titoli simili nel contenuto: 1) Dt 1,1: Queste so-no le parole (elleh haddebrm) che Mos rivolse a tutti gli Israeliti al di l del Giordano; 2) Dt4,44: Questa la legge (wezt hattrh) che Mos propose agi Israeliti; 3) Dt 28,69: Queste sonole parole dellalleanza (elleh dibr habbert) che Jhwh ordin a Mos; 4) Dt 33,1: Questa la be-nedizione (wezt habberkh) con cui Mos, uomo di Dio benedisse gli Israeliti prima di morire..

    La teologia/ideologia deuteronomistica alla base dei racconti dei libri di Giosu e Giu-dici, 1-2 Samuele, 1-2 Re, ritenuti nella tradizione ebraica come Profeti anteriori; influanche nella redazione del libro di Geremia.

    2-TEMA CENTRALE E SGUARDO GLOBALE

    In una visione globale e nellaprospettiva finale del Redattore, il contenuto del Pentateuco

    si pu cogliere a partire dalla... fine. In Dt 34,1-4 Dio mostra a Mos la terra promessa:questa la terra!. Si conclude un ciclo iniziato con il libro dellEsodo e con la vocazionedi Mos, dove Dio dichiara:

    Ho osservato la miseria, ho udito il grido (del popolo)...sono sceso per liberarlo, perfarlo uscire da questa terra verso una terra bella e spaziosa (Es3,7-8).

    cos tracciato larco che si estende dalla promessa al compimento (cf il credo ebrai-co, Dt 26,5-9, che riassume gli eventi fondamentali, divenuti riferimento comune nella co-scienza del popolo). Il tema centrale del Pentateuco dunque lEsodo. La terra, tuttavia, re-sta fuori; sar raggiunta solo con Giosu.

    Il Pentateuco si presenta in gran parte anche come vita di Mos, totalmente al servi-zio del Signore: inizia con la sua nascita (Es 2), si conclude con la sua morte (Es 34).

    Il primo libro Genesi occupa una posizione particolare con la descrizione dellorigi-ne del mondo e di Israele. Costituisce lapreistoria che Deuteronomio richiama:

    Questa la terra (haarez) per la quale ho giurato ad Abramo e a Giacobbe:io la dar alla tua discendenza (Dt 34,4, cf. Gen 15,7-19).

    Linizio da ricercare nei Patriarchi la cui intera storia (Gen 12-50) costituita attornoallapromessa e allelezione (Gen 12,1ss) che si allarga in una visione universale:

    In te saranno benedette tutte la famiglie della terra (Gen 12,3).Ma tale promessa pu essere intesa in modo adeguato solo sullo sfondo dei primi undici

    capitoli: la storia delle origini, in cui lumanit creata da Dio intraprende un camminodialettico tra bene e male. In mezzo a questa umanit Dio sceglie Abramo perch camminidavanti a lui e divenga benedizione per tutti.

    I punti nodali che delineano la struttura o disegno logico di tutto il Pentateuco sono dunque: La storiadelle origini (toledt, generazioni/origini) come prologo (Gen 1-11). Il le-

    game sembra pi allentato con il racconto che segue. In realt aggiunge un elemento:colloca la storia del popolo di Dio nellorizzonte della storia dellumanit e del mondo.Il Dio dei Patriarchi e il Dio dellesodo anche il Creatore delluniverso. La storiadella salvezza si estende a tutta lumanit.

    La storia dei Patriarchi come preistoria (Gen 12-50): prepara il racconto dellEsodocon la elezione e lapromessa della terra e della discendenza e del nome.

    Il tema centrale costituito dal racconto della liberazione eperegrinazione dallEgitto(Es 1-Dt 34), fino agli avvenimenti che precedono immediatamente lingresso nella ter-ra. Essi hanno per protagonista la figura di MOS.

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    LEsodo non finisce, soprattutto cammino, la terra non pienamente raggiunta, restacome promessa e speranza, anche se intravista (modello escatologico), e resta sempre diDio.

    La promessa della terra, non il suo possesso, un elemento essenziale della fede di Israe-le. In altre parole, per il Pentateuco possibile essere membro del popolo di Israele senza abi-tare nella terra promessa. Unaffermazione di questo tipo si capisce meglio dopo lesperienzadellesilio e al tempo della diaspora6.

    Il redattore finale fa un passo avanti rispetto ai predecessori, il Sacerdotale nel cui tem-po Israele era un popolo senza terra, e il Deuteronomista, che narrava la conquista e la per-dita della terra: Esalta la promessa della terra. Tale scelta racchiude una lezione importanteper gli israeliti, perch equivale a dire loro: abbiamo perso la terra, ma la promessa resta;ci che conta non la terra, ma la promessa. Gli israeliti del postesilio sapevano benissimo

    che la promessa della terra si era gi realizzata. Questo fatto dava fiato alla loro speranzache avrebbe potuto realizzarsi nuovamente. Sotto questa luce, il Pentateuco diventa un librodi promesse7.

    Al centro del cammino lalleanza (Es 19-24; 32-34), il contesto che offre la chiave dilettura di tutta la storia seguente: laccettazione libera dellimpegno, concretizzata nellecondizioni dellalleanza (decalogo e legge) e nella sua celebrazione e stipulazione (Es 24 e34); il continuo alternarsi tra linfedelt allalleanza (il vitello doro) e la riconciliazionegrazie alla fedelt del Signore (cf Es 34,6-7). Dt 33-34 conclude la storia del cammino nel deserto raccontata in precedenza. Il libro,

    che ha come prospettiva centrale lalleanza, ha una sua storia, ma questo racconto fu in-trodotto in questa in modo da occupare la posizione finale, includendo la narrazionedelle ultime volont e della morte di Mos, e la elezione del suo successore Giosu. Di

    fatto, Dt alla base dellopera storica deuteronomistica (Dtn) e di molte altre opere.In conclusione1) Due sono gli elementi essenziali per definire Israele: i Patriarchi, ai quali Dio aveva

    promesso la terra, e Mos, che la terra contempl senza entrarvi. Israele il popoloche discende dai Patriarchi e che ha vissuto lesperienza dellesodo sotto la guida diMos. Dal punto di vista teologico, i due elementi basilari sono le promesse fatte agliantenati e il binomio esodo/legge (cf Es 20,2-3). Il Signore di Israele si definisce comeil Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe (Es 3,6) e come il Signore che ha fatto u-scire [Israele] dallEgitto, dalla casa di servit (Es 20,2).

    2) Lesperienza dellEsodo resta levento fondante della storia di Israele. Diverr la strut-tura simbolico-antropologica per interpretare il cammino storico di Israele e quello

    dellumanit (liberazione da cammino verso; tensione escatologica), e il modelloteologico per parlare di JHWH e del suo modo di essere coinvolto nella storia delluomo(alleanza).

    3) Il Deuteronomio chiude un ciclo e ne apre un altro. Il testo conclusivo di Dt 34,10-12segna uno spartiacque tra quanto precede e quello che segue. Mos appare il pi gran-de: Non sorto in Israele un profeta come Mos (v.10). La superiorit dipende dallasua relazione con Jhwh faccia a faccia contatto diretto e dai segni e prodigiconseguenti compiuti in Egitto contro il faraone, i suoi ministri e tutto il suo paese e da-vanti a Israele. Ci significa che la Torah superiore alle altre forme di rivelazione,perci le precede.

    6

    J.L.SKA,Introduzione alla lettura del Pentateuco, p. 25, cf J.BLENKINSOPP,Il Pentateuco, pp. 67-68.7 F. GARCA LPEZ,Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004, p. 281.

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    APPENDICE - LINGUAGGI8Tetrateuco (Gen-Nm, Noth) Pentateuco Esateuco (Gen-Gs, Von Rad).Enneateuco (Gen-2Re) = dalla creazione allesilio con la distruzione del tempio? Nel

    Pentateuco creazione e tempio sono fondamentali. Ma Gs-2Re rivelano limpronta deutero-nomistica (Storiografia Dtn). Da un punto di vista canonico si pu parlare di storia princi-pale o prima storia (Primary History) di Israele. Ma non dal punto di vista letterario (cfsopra, Dt 34,10-12 spartiacque).

    III-IL PENTATEUCO E IL NUOVO TESTAMENTO

    Una prima relazione con il NT appare nelle figure. 1) La contrapposizione dialettica traAdamo e Ges nuovo Adamo nella lettera ai Romani (Rm 5). 2) La figura di Abramo

    benedizione per tutti (Gen 12,3): come nel solo Ges di Nazareth Dio diviene carne disalvezza per tutti, cos Dio elegge una sola stirpe fra i popoli, per benedire tutti i popo-li. Possiamo stabilire un parallelo tra Gen 12,1-3 e Gv 3,16: Dio ha tanto amato il mon-do da dare il suo Figlio Unigenito. La promessa attraversa tutta la storia fino al suocompimento nel Figlio di Dio. Abramo il padre dei credenti, la sua vera discendenza(Gv 8,31-58, gli altri hanno per padre il diavolo, cf Gal 3,6-29: figli di Abramo per la fedein Cristo). 3) Nel suo sacrificio Isacco considerato dai Padri immagine di Cristo nellapassione. Anche Giuseppe, il giusto sofferente umiliato ed esaltato, letto nei Padri comefigura del Cristo.

    La struttura del Pentateuco e lorganizzazione del canone ebraico sono fondamentali percapire il NT9. La vita pubblica di Ges inizia presso il Giordano, dove Giovanni battezza.Ora, il Pentateuco ha una conclusione aperta verso la terra. Lopera di Mos resta incom-piuta, senza superare questultima frontiera: in Dt 34 Mos ancora sulle sponde delGiordano; solo Giosu compir la traversata. Quando Ges appare sulle rive del Giorda-no, annuncia il regno, cio il momento definitivo della salvezza, quando Israele potrprendere finalmente possesso della sua terra. Il mistero si compir a Gerusalemme centrodella storia della salvezza. Linizio del NT e lopera salvifica di Ges si presentano alloracome compimento dellopera incompiuta di Mos. Ges un altro Giosu. E in realt idue nomi: Giosu (forma ebraica) e Ges (forma aramaica) sono identici.

    Giovanni 5, nel racconto della guarigione del paralitico alla piscina di Betesda, sembraaccennare a questa tematica: Mos ha parlato di me (5,46). Mos aveva annunziato cheil Signore aveva scelto Giosu per compiere la promessa ai patriarchi di dare la terra a I-sraele. Ges questo Giosu che fa compiere il passaggio definitivo, verso la terra che i

    miti erediteranno (Mt 5,5). Molti passi dei vangeli appellano con citazioni o allusioni alla figura di Mos la cui opera

    Cristo Ges viene a compiere in maniera definitiva, rinnovandone i gesti-prodigi e il mes-saggio. Del resto il mistero della morte, risurrezione e ascensione di Ges viene conside-rato da Luca nella trasfigurazione come il suo esodo (Lc 9,31); e il segno che lo avvol-ge insieme con Mos ed Elia sar la nube, allo stesso modo delle manifestazioni divinedellEsodo.

    8 Cf J.L. SKA, cit., pp. 28-34.9

    Cf J.L.SKA, cit., p. 26, e N.LOHFINK, La morte di Mos e la struttura del Canone biblico, La Civilt Cat-tolica 1999 III 213-222 (quaderno 3579-3580 [7-21 agosto 1999]).

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    IV - QUALE STORICIT?Il Pentateuco, nonostante la presenza di numerosi corpi legislativi, ha la struttura della nar-razione di una storia che raccoglie le tradizioni fondanti del popolo. Ma per valutare il con-tenuto occorre comprendere lo stile e lo scopo del racconto stesso, che di narrare la sto-ria della salvezza. Interpreta perci la storia con intenti teologici. Gen 1-11 descrive in modo popolare la creazione e lorigine del mondo, secondo i canoni

    e le concezioni frequenti dellepoca (del resto, nei Salmi e in altri passi, come Gb 38-39,ritornano diversi racconti di creazione). Al narratore non interessa come fu creatoluomo, ma chi luomo, le verit che riguardano lui, il mondo e il Creatore.

    La storia patriarcalea) narrata come una storia di famiglia, raccogliendo le tradizioni sugli antenati i

    Padri in cui il popolo si riconosce. la memoria di gruppo: nei racconti dei Pa-triarchi Israele cerca e comprende, racconta e definisce la propria identit.

    b) una storia popolare, in uno stile esaltatorio che si sofferma sugli aneddoti senzapreoccupazione di legare gli avvenimenti con la storia universale. Occorre perci ve-dere se qualche dato usi, costumi, migrazioni si accorda indirettamente con altri,conosciuti attraverso larcheologia; lo storico far opera di selezione stratigraficanel racconto, tenter un confronto con i diversi dati, per verificare leventuale conver-genza, senza tuttavia pretendere mai di raggiungere la piena sicurezza, consapevoleche un processo di secoli condensato in tre generazioni.

    c) una storia religiosa, che sottende cio una tesi religiosa: vi un Dio che ha for-mato un popolo e gli ha dato un paese.

    La prima oscura allusione a Israele appare nella stele del faraone Mernephtah(1220 circa). In genere Abramo posto verso il 1800-1700 a.C. Verso il 1700 collocata la di-

    scesa in Egitto: essa si accorda, a grandi linee, con le migrazioni in Egitto di popo-lazioni semitiche. Ma gli spostamenti migratori di Giacobbe sembrano da porre inun contesto di seminomadi pi recenti, in fase di sedentarizzazione. Si tratta di spo-stamenti stagionali che ricordano la transumanza. lui larameo errante di cuiparla il credo storico di Israele (Dt 26,1-11).

    LEsodo fa emergere la figura diMos, centrale per comprendere lebraismo. Egli non hafunzione militare (non ha esercito che affidato a Giosu) n dinastia (con la sua mortefinisce il suo ministero), ma autorit profetica ( il pi grande, Es 33-34) che gli derivadal vedere Dio e dal parlargli faccia a faccia (Nm 12; Dt 34,10-12); lautorit gli viene

    non dalla potenza, ma dalla competenza o conoscenza. Di Mos si raccontano cinque vo-cazioni, per provare la sua autenticit: stato chiamato e ha resistito, non ha agito per in-teresse.

    Il libro dellEsodo accenna alla costruzione di due citt deposito: Pitom e Ramses.Luscita posta in genere verso il 1250 a.C. o poco prima; linsediamento in Tra-sgiordania verso il 1225, in un momento di indebolimento del controllo egizianoin Siria-Palestina. LEgitto, tuttavia, continuer a dominare il territorio finoallepoca dei re.

    Quella migrazione, per, verr letta come il momento provvidenziale che dar ori-gine al popolo, maturando una coscienza collettiva. La narrazione delluscita, poi,assume il colore di gesta eroiche, talvolta inserite in contesto liturgico celebra-

    tivo (Pasqua).

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    Deuteronomio rivela nelle sue leggi ladattamento a nuove situazioni di vita posteriori,quando la sedentarizzazione gi avvenuta. Mos che fa il resoconto (1,1): riferisce espiega al popolo quello che ha detto JHWH. Si passa dalla proclamazione della legge alprimo stadio di interpretazione e attualizzazione, per indicare cosa si far nella terra.

    V-FORMAZIONE - LA QUESTIONE DEL PENTATEUCO10

    La ricerca sulle origini del Pentateuco conosce oggi un particolare travaglio e manifesta unevidente disagio dovuto da una parte alla critica alle teorie precedenti per superarne alcunedeficienze, ma dallaltra alla fatica di proporne di nuove convincenti. Si vedano in proposi-to anche le nuove introduzioni alla Bibbia di Gerusalemme a alla TOB (Traduction Oecu-menique de la Bible). Il problema nato in seguito ad alcuni aspetti curiosi che hanno spin-to gli studiosi del Pentateuco a interrogarsi sulla sua formazione, privilegiando anzituttouna lettura diacronica del testo (metodo storico-critico). Gli autori hanno notato infatti: ripetizioni di racconti (cf Gen 1 e 2; Abramo 15 e 17; i Patriarchi 16 e 21; manna e quaglie Es

    16,1-36 e Nm 11,4-34); ripetizioni di leggi e la presenza di pi codici (ad es. il decalogo Es 20 e Dt 5, o prescrizioni per le

    feste, cf Es 12 e Dt 16, evoluzione delle stesse leggi che riguardavano circostanze diverse); fusioni di racconti (Gen 6-9; Es 13-14); stili diversi.

    Si posta dunque la domanda sulle origini storiche e letterarie del Pentateuco. Quali le risposte?Nelle sue linee pi ampie e generali stata la seguente.a) Lesperienza fondante fu lesodo, cio la liberazione dallEgitto, che ha posto Israele in relazione

    al suo Dio: Dio liberatore e Dio dellalleanza. Attorno ad essa confluito il diverso materiale: rac-conti, discorsi, leggi, riflessioni sugli avvenimenti.b) Si passati da una fase orale e celebrativa (feste e templi), che ha creato un patrimonio comune,

    anche se con tradizioni diverse, alla fase scritta. Questo percorso per difficilmente percorribilenelle sue varie tappe.NB. Pi che di fonti scritte, gi definite, si preferisce oggi parlare di tradizioni. La teoriaclassica (di Wellausen [fonti scritte], modificata da Gunkel e Von Rad [storia delle forme], e poida Noth [storia delle tradizioni] e la scuola scandinava [tradizioni orali]) ne identifica 4: Jahwista(J), Elohista (E), Deuteronomista (D), Sacerdotale (P = Priester).

    Largomento comporta due piste di ricerca: le origine (come nata la Torah) e il proces-so di redazione (come si formata). I dati sono riassunti da Erich Zenger (Introduzione, cfIpotesi sullorigine del Pentateuco e sviluppi dellindagine scientifica e Processo di re-

    dazione).4.1 - Le ipotesi delle origini vertono attorno a quattro modelli.

    1 - Il modello Erich Zenger-Peter Weimar o modello di Mnster) colloca lorigine delPentateuco tra il VII secolo e la fine del VI con lipotesi dei frammenti ossia di cicli nar-rativi indipendenti, provenienti da due o tre fonti (opera storica gerosolimitana o Jehovi-

    10 Una sintesi dei dati e delle teorie recenti per interpretare il Pentateuco in J.L. SKA, Le Pentateuque: tat dela recherche partir de quelques rcentes Introductions, Bib 77 (2/1996) 245-265 [excursus], cf IDEM,In-troduzione alla lettura del Pentateuco, pp.113-185, e J.BLENKINSOPP, Pentateuco, pp.11-43; si vedano ancheG.RAVASI, Genesi, inNuovo Dizionario di Teologia Biblica, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1988, pp.565-573;G.BORGONOVO, Genesi, in La Bibbia, Piemme; F. GARCA LOPEZ,Il Pentateuco (Introduzione allo studio della

    Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004; la lunga rassegna di G. Braulik - E. Zenger, I libri della Torah (del Pentateu-co), in E. ZENGER (ed.),Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005, pp.281ss.

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    sta, che form un quadro storico normativo sugli inizi del rapporto tra Jhwh e il suo popolo,il Deuteronomio, lo scritto sacerdotale), integrati insieme prima del 400 a.C, quando la To-rah fu definita come opera autonoma (= Gen 1-Dt 34), delimitandola rispetto agli altri libridel cosiddetto Enneateuco.

    2 - Vi poi il modello di Erhard Blum, che fa proprio quello di Rendtorff11, suo mae-stro, e sostiene una origine e una trasmissione indipendente delle tradizioni narrative del-la Genesi da una parte e di Mos e dellEsodo dallaltra fino ai tempi dellesilio; furonoriunite solo nei primi tempi dopo lesilio da una composizione sacerdotale

    3 - Il terzo modello quello di Eckart Otto che pone il Deuteronomio come culla delPentateuco: non gli spetta solo il ruolo di conclusione, ma fornisce pure indicazioni deci-sive per cogliere le linee-guida cronologiche della crescita del Pentateuco, in quanto

    possibile individuare dei passi da Dt 13 e 28 quali ricezione letteraria di un testo esternoallAntico Testamento sicuramente databile (confronto del giuramento di fedelt o lealtdi Israele con il giuramento del nuovo re assiro Asharaddon, 681-669 a.C.).

    4 - Infine, Reinhard G. Kratz spiega lorigine del Pentateuco includendo i libri da Gs a2Re (cf anche K. Schmid) e ritiene come primo decisivo mutamento nella formazionedella tradizione la comparsa degli Assiri; egli considera due autonome leggende sulleorigini che pone al VII secolo: la storia primordiale e la storia dei Padri (Gen 2-35) conuna concezione religiosa inclusiva, e lesodo in una prospettiva esclusiva che separa Isra-ele da tutti i popoli; furono poi completate dopo la conquista di Gerusalemme, in forzadelle conseguenze che ne derivarono; lultimo passo nella genesi del Pentateuco si compnel IV secolo con la suddivisione dellEnneateuco (i circoli che hanno compiuto lopera impossibile precisarli).

    4.2 - Un secondo atto della ricerca storico-critica consiste nella precisazione del proces-so di redazione del Pentateuco che ha creato lopera nella sua attuale struttura unendo ivari testi, accostando svariate prospettive, assimilandole e contrastandole. Esso presentaun triplice aspetto: letterario, teologico e storico.Dal punto di vista letterario, la maggioranza degli autori propende per la redazione sacer-dotale; altri optano per una non-sacerdotale, ma profetica, tardo-deuteronomista o sa-pienziale.Teologicamente il Pentateuco appare come Torah, cio come autorit ultima e come for-za sanante e salvifica. Centrale la categoria di berith. Di conseguenza avviene la separa-zione tra Gen-Dt e Giosu con i libri seguenti mediante linserimento del giuramento ditipo deuteronomistico e dei Patriarchi come figure fondanti di tipo sacerdotale; alla fine

    posta la rielaborata benedizione di Mos (Dt 33) che considera il futuro di Israele nonfondato sul potere statale, ma nella solidariet familiare.Dal punto di vista storico, Zenger riprende lidea della promulgazione in epoca persiana,dove si confrontano due opinioni: lautorizzazione imperiale della Torah, quasi un docu-mento della propria identit di fronte al potere persiano (cf P. Frei; R. Rendtorff e J. Blen-kinsopp = scuola di Heidelberg), o il frutto di un processo interno al giudaismo, opera del-la comunit dei cittadini di Gerusalemme legati al Tempio (cf J.P. Weinberg: Brger-Tempel-Gemeinde e J.L. Ska). Lesito della composizione un documento di compro-messo tra due prospettive, quella teocratica (le promesse dei profeti sono gi realizzate) equella escatologica di tipo deuteronomistico (la benedizione di Dio si realizzer per Isra-ele contro i popoli) o profetico (la sovranit regale di Jhwh in Sion). Infine, la Torah di-

    11 Cf R.RENDTORFF,Introduzione allAT, Claudiana, Torino 1990.

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    venta libro canonico nel senso che raccoglie, in maniera vincolante per tutti, i valorinormativi e formativi di una comunit, ma nello stesso tempo resta aperto a una rivela-zione ulteriore, confermata dalla accettazione degli stessi libri profeti e degli Scritti, purecanonici. La canonizzazione non intende causare la conclusione della rivelazione, ben-s lorientamento del senso della rivelazione: il Pentateuco/Torah in quanto canone re-sta guida per la vita (cf Dt 4,2), e deve soprattutto servire alla prassi (per osservare i co-mandamenti).

    Tralasciando i dettagli delle varie tesi, potremmo convenire sul alcuni punti:Strati successivi e pi teologie e linguaggi hanno contribuito alla formazione del Penta-

    teuco, senza pensare che ogni tradizione abbia avuto una elaborazione teologica definita; lapi antica sarebbe stata J, forse scritta gi prima dellesilio. Soprattutto dobbiamo la com-

    posizione del Pentateuco alle correnti deuteronomistica (D) e sacerdotale (P).12. Una reda-zione D fu rielaborata dalla sua scoperta (622 a.C.) fino allesilio (molti sostengono che unariforma sia stata iniziata o tentata da Giosia, ma in realt il testo che narra la scoperta dellalegge 2Re 22-23 sembra postesilico; serv per dare credito alla riforma di Esdra e Ne-hemia). Questa corrente deve aver sistemato il materiale secondo la propria linea teologi-ca13. Lintervento finale di P riprese la scuola Dtn e complet il testo, a iniziare dallepocadi Esdra, tra il 400 e il 350 o 300 a.C.

    Circa il motivo della stesura finale si confrontano due ipotesi. Da un lato si sostiene cheessa avvenne per autorizzazione persiana, la potenza dominante su Israele (il Pentateucosarebbe il documento ufficiale che fissa lo statuto della comunit del Secondo Tempio agliocchi delle autorit persiane), dallaltro sarebbe stata la comunit dei cittadini di Gerusa-lemme legati al Tempio

    a compiere lopera.Emerge dunque una variet teologica e ideologica compresente (il compromesso). Neicorpi legislativi Ska evidenzia tre codici e intravede tre ideologie: Deuteronomista, Sacer-dotale e la Legge di Santit delLevitico; infine lultima redazione14.

    Tuttavia, la questione letteraria e storica delle origini del Pentateuco resta una delle pidibattute. Accanto a chi sostiene e difende le vecchie teorie, vi chi le critica aspramente.

    12 Alcune spiegazioni storiche e letterarie dellorigine del Pentateuco ruotano attorno al materiale deuteronomi-stico e considerano il Tetrateuco (Gn-Nm) come un prodotto complementare di epoca persiana. Vi probabil-mente eccessiva enfasi sul deuteronomismo, ma anche una certa aderenza alla situazione storica e storico-religiosa da cui sorta la letteratura biblica dellantico Israele. Cf E.TH.MULLEN, Jr.,Ethnic Myths and Penta-teuchal Foundations. A New Approach to the Formation of the Pentateuch (Society of Biblical Literature

    Semeia Studies), Scholar Press, Atlanta 1997.13 Alcuni autori (es. Cf F. GARCA LOPEZ, trh, ThWAT VIII, Stuttgart 1995, 597-637; per il libro del Deute-ronomio, IDEM,Il Pentateuco, pp. 224-265) sostengono la teoria delle due edizioni del Deuteronomio, quellapreesilica e la rielaborazione esilica e postesilica, evidenziando due diverse strategie e concezioni. A) Nellaprima (come Deut 6,4-5 che posto tra il materiale originario), in seguito alla caduta di Samaria, la riformadeuteronomistica proclama Jhwh quale unico Dio dIsraele al quale si deve assoluta fedelt, con tutte le for-ze; di conseguenza Israele nelle leggi cultuali e sociali appare come il popolo di Jhwh, unito al suo Dio. B)La tradizione esilica e postesilica (ad es. 4,6-8 e 30,15-20) affronta invece il problema dell identit nazionalee religiosa di Israele, introducendo due modifiche o sottolineature: la ridefinizione del Deuteronomio comeTorah e una certa sapienzializzazione. Di conseguenza, Israele il popolo della Torah; losservanza dellaTorah e la vicinanza del Signore sono le caratteristiche che determinano la sua saggezza e superiorit di po-polo saggio e intelligente come nessun altro, una nazione grande; e Mos d anche direttive, traccia la viache conduce alla vita.14 J.L. SKA, pp.213-217. In questa linea, cf anche A. ROF,Introduzione alla letteratura della Bibbia ebraica,

    vol 1. Pentateuco e libri storici (Introduzione allo studio della Bibbia Supplementi 48), Paideia, Brescia2011, p.135.

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    Ma spesso la critica contro le tesi passate prevale sulle indicazioni positive, e le scelte me-todologiche sono talora unilaterali come le teorie rifiutate. Probabilmente ha ragione Skaquando afferma che: Il modello che appare pi ragionevole oggi quello che combina e-lementi dei vari modelli proposti nel secolo passato, vale a dire lipotesi dei frammenti,lipotesi dei complementi e lipotesi dei documenti.15.

    Oggi, tralasciando lattacco alle teorie delle fonti per motivifondamentalisti, si accentuaun metodo di lettura che parta anzitutto da una lettura unitaria o sincronica del testo ca-nonico, per cogliere linsieme organico di relazioni: analisi strutturale e strutturalista, sim-bolica e narrativa. Questa non elimina limportanza del metodo storico-critico, ma lo com-pleta.

    EXCURSUSJ.L.SKA, Le Pentateuque: tat de la recherche partir de quelques rcentes Introductions,Bib

    77 (2/1996) 245-265. Cf IDEM, Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi perlinterpretazione dei primi cinque libri della Bibbia, Ed Dehoniane, Roma 1998.

    Lautore analizza quattro introduzioni recenti:R.N. WHYBRAY (Introduction to the Pentateuch, W.B. Eerdmans, Grand Rapids MI 1995; cfIDEM, The Making of the Pentateuch. A Methodological Study [JSOTSS 53], Sheffield 1987; valu-tazione critica in Bib 69 [1988] 270-273) che opta per una lettura sincronica, per quanto possibi-le: unopera nel suo insieme coerente e unitaria; il Pentateuco attuale concepito come prefazio-ne alla storia deuteronomista; datazione postesilica (cf J. Van Seters);J.BLENKINSOPP (The Pentateuch. An Introduction to the First Five Books of the Bible [The An-chor Bible Reference Library], Doubleday, New York-London-Toronto-Sydney-Auckland 1992; it.

    Il Pentateuco. Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia [Biblioteca biblica 21], Queriniana,Brescia 1996) si ispira alla scuola di Heidelberg (Rendtorff, Blum, Albertz, Crsemann): vi sonodue grandi insiemi o composizioni, il deuteronomista (D) e il sacerdotale (P). La composizionedellopera posta allepoca persiana, con autorizzazione imperiale: il Pentateuco sarebbe il docu-mento ufficiale che fissa lo statuto della comunit del Secondo Tempio agli occhi delle autoritpersiane;A.F.CAMPBELL -M.A.OBRIEN (Sources of the Pentateuch. Texts, Introduction, Annotations, For-tress Press, Minnepolis, MN, 1993): sviluppa le idee di Noth = teoria classica con il concetto diTetrateuco; insiste su unit, dualit, arte della combinazione;E.ZENGER (ed.,Einleitung in das Alte Testament[Studienbcher Theologie 1,1], W. Kohlhammer,Stuttgart 1995): in una posizione intermedia tra la teoria documentaria e la scuola di Heidelberg.Riconosce tre insiemi preesistenti o fonti: opera presacerdotale (cf Jeovista = storia gerosolimita-

    na), sacerdotale e deuteronomio, con cicli di racconti indipendenti allorigine. Il Pentateuco attuale

    15 J.L.SKA, cit, 1998, p.217, cf lexcursus (sotto) apparso in Bib 77 [2/1996] 245-265). interessante la disa-nima di G.L.PRATO, inRivBib 47 (1999) 229-232, nella recensione al libro di D.J.WYNN-WILLIAM, The State ofthe Pentateuch. A Comparison of the Approches of M. Noth and E. Blum (Beihefte zur Zeitschrift fr die Altte-stamentliche Wissenschaft 249), Walter de Gruyter, Berlin New Zork 1997, che sostanzialmente continua a di-fendere, pur con molte distinzioni, la linea tradizionale che ritroviamo nel libro del suo maestro A.F.CAMPBELLscritto con M.OBRIEN (Sources of the Pentatuch. Texts, Introduction, Annotations, Fortress Press, Minneapolis1993): Con questa puntigliosa analisi comparativa si voluto dunque ritornare a difendere, sebbene con moltacautela e per vie traverse, la validit di un metodo che oggi molti ritengono superato... Di fronte a questi tentatividi ridare vigore a un metodo che sembra (o sembrava) ormai destinato al tramonto, vi da chiedersi se si tratti so-lo di sporadici sprazzi di una comprensibile nostalgia oppure se si debba registrare, magari con rammarico ma

    certo con la dovuta onest, il comportamento attuale di una ricerca che ha buon gioco nel far rilevare le deficien-ze di metodi ormai improponibili, ma non sa trovare sbocchi alternativi altrettanto convincenti.

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    frutto di un compromesso tra diversi gruppi dellIsraele postesilico: i pi importanti erano il sa-cerdozio teocratico e il laicato con tendenza escatologica influenzato dai circoli profetici.

    Nota quindi alcune convergenze degli studi attuali.1) Molti metodologicamente fanno precedere una lettura di tipo sincronico allanalisi delle com-

    ponenti (cf anche la introduzione dellautore, cap. II); anche in chi sostiene le teorie classicheil contenuto pi nuovo della forma.

    2) Una maggiore importanza riservata alle leggi (occorre ricordare che la teoria documentarianacque dallesame delle leggi).

    3) Circa le antiche fonti, Yahvista ed Elohista, se ne contesta lantichit in base alle seguenti o-biezioni: (1) la teologia complessa difficilmente pu risalire agli inizi della monarchia; (2) Jsuppone anche un senso della storia e delle tecniche di composizione letteraria che non pote-vano esistere in epoca antica, ma si comprendono meglio a unepoca vicina ai profeti scrittori;

    (3) unopera cos importante avrebbe dovuto lasciar traccia negli scritti dei primi profeti; (4)testi fondamentali come Gen 12,1-4a o Gen 2,4b-8,22, si sono rivelati recenti per molti ricerca-tori; (5) ci sono pi differenze che somiglianze tra J e la storia di Davide: la teologia non lastessa ed difficile spiegare perch i racconti di 1-2 Sam non facciano pi chiara allusione aitesti J.

    Inoltre due autori tendono ad attribuire ai testi di Gen 1-11 una origine recente: Blenkin-sopp (64-66; 69-70; 77-78) e Zenger (114-115). E Genesi 2-3 ha una colorazione sapienzialepresente nei testi esilici o postesilici (Blenkinsopp, p. 65, cf L.ALONSO SCHKEL, Motivossapienciales y de alianza en Gn 2-3,Bib 43 [1962] 295-316).

    4) Due autori danno importanza allautorizzazione imperiale persiana, Blenkinsopp e Zenger: cflautorizzazione della ricostruzione di tempio e mura; redazione prima dello scisma samaritanoe della traduzione dei LXX = verso il 400 a.C., per divenire la legge ufficiale della comunitgiudaica, approvata dalle autorit persiane. Ma obiezioni alla teoria: tutta la legge o solo parte?

    Si tratta di approvazione ufficiale della legge o allerezione della provincia? Si tratta di legge diIsraele o della provincia della Giudea?

    Infine pone dei punti interrogativi.a) Abbiamo un solo autore? Le osservazioni di Ska partono da Whybray con i suoi presupposti

    metodologici che prendono le distanze dalla esegesi storico-critica (pp. 252-253). Risposta glo-bale: molti concordano sulla data postesilica della composizione finale del Pentateuco; comeanche sulluso di materiali anteriori. Il punto delicato toccato da Whybray riguardava la possi-bilit di ritrovarli nellopera finale.

    Ora ci sono tracce visibili del lavoro editoriale, ossia gli stessi redattori hanno lasciato in-tendere che si tratta di aggiunte e non di parti di unopera originale. Esempi di tecnica redazio-nale.

    1 Gen 16,9.10.11: la formula ripetuta dintroduzione per segnalare i loro interventi (ora-

    colo primitivo ai vv.11-12; il v.9 tenta di conciliare Gen 16,1-14 con 16,15-16; bisognava an-che conciliare Gen 16 con Gen 21, altra visione della espulsione di Agar).

    2 Gen 22,15-18: il redattore fa chiamare Abramo dallangelo per la seconda volta (v.15)= vuole distinguere il secondo discorso dal primo (vv.11-12).

    3 Tecnica della ripresa. Il Redattore di Es 3,15: E disse ancora (d), altro segnodellintervento con una ripresa; cf Es 19,8b.9b, che aggiunge, dopo 19,3b-8, una frase sulruolo di Mos (8b: wayyaeb moeh et-dibr haam el-Yhwh; 9b riprende una frase simile:wayyagged moeh et dibr haam el-Yhwh).

    4 Un altro esempio in Gen 37,38: Giuseppe venduto dai Madianiti; in Gen 39,1, una ri-presa classica, venduto dagli Ismaeliti a Pothifar. Sono gli stessi? Forse, ma come mai questeincoerenze?

    Perci, quella di un autore unico resta una teoria assai problematica. pi semplice pensareche il testo attuale abbia voluto armonizzare diverse versioni.

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    Anche lidea di autore resta problematica. Anonimo? Un testo, che proviene da un conte-sto simile e dalla medesima epoca, Gilgame.b) Un secondo problema riguarda il rapporto tra il Pentateuco e il Deuteronomista (pp.256-259).

    Lautore parte da Blenkinsopp sulla composizione del Pentateuco simile alla storia deuterono-mista: la fraseologia e lo stile deuteronomico sono presenti nel Tetrateuco (Gen-Nm)? In realt,P D e Cronache usano tecniche redazionali simili che erano diffuse. Senza rimettere in discus-sione gli studi gi ricordati (cf Willi), suggerisce: 1) un metodo: il confronto tra tecniche reda-zionali dello scrittore sacerdotale, del deuteronomista o del Cronista potrebbero far avanzare ladiscussione; 2) bisogna chiedersi se non ci sia una redazione postdeuteronomista e postsacer-dotale del Pentateuco (cf Otto e lo stesso Ska); 3) certo, in ogni caso, che la composizionenon sacerdotale del Pentateuco utilizza un metodo diverso da quello dello storico deuteronomi-sta, una differenza che bisogna spiegare.

    c) Segue lesame critico di alcuni testi oggetto di discussione nelle teorie classiche, che possonoessere spiegati in modo diverso: il racconto del diluvio, Gen 37 e la storia di Giuseppe.

    d) Soprattutto considera la fine del racconto sacerdotale (che andrebbe, pi che a Dt 34 o a Lv9,24, almeno fino a Nm 13-14 e allistituzione di Giosu: Nm 27,12-14a.15-23): nel rifiuto delpopolo di prendere possesso della terra per paura del popolo (Nm 14,9) il riflesso di Esd 3,3(gli esiliati ricostruiscono laltare nonostante la paura di fronte al popolo della terra) ed Esd 4,4(il popolo della terra riusc a scoraggiare la comunit della gl durante il regno di Ciro fino alregno di Dario). Questo potrebbe essere un dettaglio importante per la datazione del raccontosacerdotale: Ci sono numerose convergenze tra la situazione descritta da Esd 4,1-5 e la situa-zione che suppone Pg: lo scoraggiamento del popolo e la dilazione dellentrata nella terra pro-messa, perch occorrer una nuova generazione perch si compisse la promessa. Il racconto sa-cerdotale rilegge lesperienza del ritorno e il suo parziale fallimento alla luce dellesodo e delleribellioni nel deserto (mia sottolineatura).

    Conclude: Malgrado tutte le difficolt con le quali si scontrano gli esegeti del Pentateuco e le nu-merose divergenze di queste introduzioni, tuttavia incoraggiante constatare i progressi compiutidalla ricerca, lo sforzo costante di chiarificazione dei presupposti, la cura di far dialogare i metodisincronico e diacronico e, infine, occorre sottolineare il desiderio comune di partire o ripartire daitesti (p. 265).