[] CINQUEMINUTI CON EURISKO news - Market research and ... · sono attive, ma verso nuovi mercati...
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newsCP (Candidato Premier):Buongiorno e ben ritrovato! Allora, come andiamo?I (Imprenditore): …come andiamo?Mah, i dati economici del 2012 sono sotto gli occhi di tutti, e per il 2013…guardi, ho sottomanoproprio l’ultima edizione della ricerca“Climi di consumo” di GfK Eurisko. I cittadini-consumatori sembranosempre più sfuggenti e difficili da intercettare … si parla di “crescente diffidenza verso le marche e le aziende”!
CP: Beh, noi la diffidenza verso il mondo della politica la conosciamogià da un pezzo … ma lei lo sapevache in un anno i partiti politici hanno perso oltre il 50% della - già scarsa - fiducia dei cittadini1? Comunque, voi come state reagendo? Quali sono le vostre strategie perrispondere alla diffidenza crescente?I: Come stiamo rispondendo? In realtà, la maggior parte di noi sta attuando strategie di attesa,continuando il “business as usual”…Dati recenti (ho in menteMultifinanziaria Aziende sempre di GfK Eurisko) dicono che solo il 5% delle imprese in Italia sta affrontando con strategie nuove il core market nazionale. E tante sono in attesa, in attesa che passi la nottata.
FLASH SU RICERCHE > APPUNTAMENTI > LIBRI UNA PROPOSTA “IN PILLOLE” DA LEGGERE D’UN FIATO
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DIALOGO FRAUN CANDIDATO PREMIERE UN IMPRENDITORE
segue a pagina 2
[a cura del team Climi di Consumo ]
CP: Cioè … non si muove foglia?I: Non è proprio così… molte aziendesono attive, ma verso nuovi mercatiinternazionali. Circa una azienda su due è alla ricerca di nuovi territoriai quali proporre prodotti messi a punto per il mercato domestico nel passato più o meno recente.Sperando di trovare nel mercatoglobale le risposte che non colgonopiù in Italia. Di sicuro le aziende e le marche sembrano innovaresoprattutto nella direzione di cercarealtrove, con l’export, posti doveproporre le ricette consolidate,cambiandole il meno possibile.
CP: Mi ricorda qualcosa…I: Già. Ne sapete qualcosa anche voi…. Nel frattempo, però, il mercato in Italia langue: è vero che la domanda interna è frenatadalla contrazione delle risorse
Fonte: Multifinanziaria Aziende 2012, GfK Eurisko
LE AZIENDE ITALIANE E L’INNOVAZIONE
Hanno investitonel corso dell’ultimo anno
Hanno fatto exportnel corso dell’ultimo anno
Nell’ultimo annoil fatturato è aumentato
... 43% non ha modificatostrategie
... circa 50% fa biz asusual... altrove
... solo il 5% persegue forme di “disruptive strategy”...
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economiche a disposizione delle famiglie… però diciamocelo, non solo da questo. C’entra anche la povertà di proposte da parte del nostro sistema di offerta. Ma, ha visto i dati ISTAT? In Italia i consumi quest’anno sono scesi benpiù di quanto siano scesi i redditi.
1. Fonte: GfK Eurisko M.A.P. (Monitoraggio degli Atteggiamenti Politici)
t
numero 51 / gennaio 2013
CINQUEMINUTI CON EURISKO
news 2GENNAIO 2013
CP: Guardi… appena saremo al Governo faremo tutto il possibileper ridurre le tasse e rilanciarel’economia!I: Certo, ci mancherebbe. Ma, ben che vada, noi Aziendedovremo comunque cambiare passo;in uno sforzo creativo diffuso, con le parole d’ordine discontinuità e innovazione.
CP: Anche questo mi ricordaqualcosa… Non starà dicendo che volete rottamare anche voi…magari i manager?I: Un po’ di manager li abbiamorottamati, ma più che tagliare qualche costo non è servito a molto,anzi, talvolta abbiamo pure perso in esperienza. Ora ci è rimasto il problema di come ridare vivacità al sistema dell’offerta. Sono tutti spaventati e un po’ depressi in azienda, nemmeno con le minacce si combina qualcosa… Forse dobbiamo proprio provarequalcosa d’altro per ristabilire la disponibilità a innovare. C’è bisogno di un minimo di passioneper il rischio, che diamine! Tornassi giovane io gli farei vedere!GfK Eurisko mi dice che la fiducianelle aziende italiane non èequidistribuita fra i differenti attori:le figure che dovrebbero essere il motore dell’innovazione (marketing, comunicazione) risultano più sfiduciate delle altre.L’ottimismo è soprattutto nelle figureapicali. Dicono che si tocca con manola scissione fra chi decide le strategieaziendali e chi le deve poi mettere in atto nei mercati. Mi dà fastidioammetterlo, ma è vero…
CP: Una scissione fra i vertici e chi deve mettere in atto le decisioni… non potete certo fare le primarie…
DIALOGO FRA UN CANDIDATO PREMIER E UN IMPRENDITOREsegue da pagina 1
I: Piano con queste ideerivoluzionarie. L’azienda è mia. Certo è vero che, in questo contesto,le forme di riattivazione delle energieinterne all’azienda diventanostrategiche anche per l’innovazione:la sfida è ascoltare e ridare potere e responsabilità alle diverse funzioni e professionalità presenti in azienda, portatrici di articolatesensibilità, nella prospettiva di fornire il proprio contributo.
CP: Quindi, secondo lei le nuove idee non mancherebbero? I: Sempre GfK Eurisko, interrogandochi lavora (dai dirigenti agli operai) su quali siano le priorità per rilanciarel’azienda in cui operano, segnala che sono numerose le persone con nuove idee sul che fare. Beh, fosse vero, non mi dispiacerebbeincontrarle.
CP: Ma che diavolo di idee avrebbero in testa per innovare?I: In primo luogo le idee riguardano il come fare le cose, perché è ciò che le persone vedono tutti i giorni e conoscono meglio. Li chiamano, pomposamente,“processi interni e motivazionali”.Solo in seconda istanza i nuovimercati e i nuovi prodotti.
Fonte: “Le nuove idee dei lavoratori italiani”, dicembre 2012, GfK Eurisko.
LE AREE IN CUI INVESTIRE PER IL RILANCIO AZIENDALE
Processi interni 38
Motivare il capitale umano 19
Nuovi mercati 19
Nuovi prodotti 7
Beh, avrei sinceramente preferitoricevere idee su quest’ultimo punto,a me il nostro prodotto piace, macerto… qualche idea nuova… Quelli di GfK Eurisko hanno usato iltermine “crowd-sourcing”, per dire che l’innovazione deve essere oggi un processo trasversale alle funzioni. Sostengono che lo dice anche McKinsey. Mah, sarà una di quelle parole di moda fra i ragazzi di oggi…
CP: Certo non è semplice, anche noiabbiamo provato a innovare, ci siamo inventate nuove figure,persino le liste civiche, ma poi è difficile mantenere il controllo…I: Lo so, non me ne parli. Però mi stoconvincendo, più ci penso, che le ideevanno veramente fatte nascere e crescere perché si possanodiffondere e siano utili. In fondoanch’io quando ho fondato l’aziendaho fatto così: parla con uno, ascolta un altro ed è venuta fuori questa bellarealtà. Ripensandoci, quando ascolto i ricercatori di GfK Eurisko che diconoche il primo consiglio dei dipendentiintervistati è “migliorare i processiinterni e ridurre gli sprechi”, penso che abbiano ragione.
segue a pagina 3
il 72 %degli occupati dichiara
di possedere idee per aiutare il rilancio della propria azienda
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EURISKOt
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Ufficio Stampa Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano Tel. + 39 02 43.809.376 [email protected]
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
Non sono certo che tutto ciò che facciamo, le procedure, i controlli,la burocrazia, serva veramente. Sì, alcune cose sono obbligatorie, ma servono? Beh, preferirei in tuttasincerità investire in altro.L’innovazione, con tutti i suoi rischi, mi sembra più interessante. E punterei sulle persone, il capitale umano mi sembra un ottimo investimento.
CP: Grazie per aver ricordatol’importanza del capitale umano.Come dice Barak Obama nel suo discorso di insediamento “la crisi economica ha messo a duraprova la resilienza dell’economiaamericana. La ripresa ormai è cominciata. Ma ne trarremobeneficio solo quando tutti starannomeglio. Noi, il popolo, capiamo che il nostro Paese non ha successo se il successo è riservato a pochi,
e una maggioranza ce la fa a stento.Ogni cittadino merita una sicurezzasociale di base. Rigetto la tesisecondo cui l’America deve sceglieretra il benessere degli anziani e il futuro dei giovani. Non possiamotradire le future generazioniignorando la minaccia ambientale,in quanto è nostro dovere costruirela strada verso un futuro di energierinnovabili. L’America deve trovaremodi migliori per accogliere queglistranieri che la vedono come la terra delle opportunità”. Ecco, forse alla parola Americadovremmo sostituire la parola Italia.I: Si figuri, sempre un piacereascoltarla, con le sue citazioniilluminanti. Ma tanto che c’è, vistoche è d’accordo, le seccherebbeprendere in parola le persone e provare a ridurre gli sprechi della macchina pubblica?
In GfK Eurisko esiste un think tank in grado di affiancare le aziende nello stimolo e nella gestioneproattiva dei processi di innovazione. Anche grazie a una nuova suite di soluzioni di ricerca globali del gruppoGfK. L’area non si occupa solo di marketing e comunicazione esterna.Opera anche sul marketing e sulla comunicazione interna.
DIALOGO FRA UN CANDIDATO PREMIER E UN IMPRENDITOREsegue da pagina 2
S E M I N A R I O G f K E U R I S K O
MILANO / 27 FEBBRAIO 2013
ALLA FINE DELLA CRISI:I PRODOTTI E I CONSUMI SOSTENIBILI
DA METTERE IN AGENDA
Info: [email protected]
news 2GENNAIO 2013
[ ]tCINQUEMINUTI CON EURISKO
e che rappresentano una minaccia per la nostra salute. In passato la soluzione del problema ambientaleveniva delegata ai governi e alle imprese.Negli ultimi anni, invece, è cresciuta la consapevolezza della responsabilitàdiretta dei cittadini-consumatori. La crisi favorisce un ripensamento più generale che si sostanzia in comportamenti specifici: dalla riduzionedelle emissioni CO2 limitando l’usodell’auto e delle caldaie domestiche, alla gestione più efficiente dei rifiuti,tramite la raccolta differenziata, a un minore spreco di risorse con l’uso più attento dell’acqua e dell’energia. Per i consumi non è corretto parlare di disinvestimento, ma piuttosto di riformulazione. Stili di vita e di consumosostenibili non significano privazione,sacrificio, rinunce. Ma ridisegno del proprio progetto per una vita migliore dove al benessere soggettivo si associ la consapevolezza di contribuire al benessere collettivo e alla salvaguardia dei beni comuni.
Alessandra Rizzo ha portato l’attenzionesulle attese dei consumatori per quantoriguarda specificamente i prodottisostenibili. Che risultano esserecaratterizzati da due dimensioni rilevanti, quella sociale e quella ambientale.Dall’analisi emerge la maggiore rilevanzadella dimensione ambientale (più vicina,più legata ai bisogni primari, più verificabile)rispetto a quella sociale, con significativedifferenze per comparto produttivo. Il Seminario ha anche previsto due contributida parte di due significativi ospiti. Il primo di Federchimica-Assocasa(con il Presidente Luciano Pizzato)
Inerzia38% ca. (19 mio.)
>
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GLI ITALIANI E LA CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ
>
>
Rifiuto
Disinteresse
Gregariato
Disponibilità
Impegno
Protagonismo
Elaborazioneautonoma
MOBILITAZIONESPONTANEA
MOBILITAZIONECONDIZIONATA
RESIDUALITÀE RESISTENZA
Rimozione10% ca. (5 mio.)
=Marginalità
24% ca. (11 mio.)
>
Coinvolgimento22% ca. (11 mio.)
> Attivismo6% ca. (3 mio.)
POPOLAZIONE
ATTENZIONE AL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ/RESPONSABILITÀ DI CONSUMO
=
+
100
0
Fonte: elaborazione da Sinottica GfK Eurisko
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DALLA TEMPESTA PERFETTA AI CONSUMI SOSTENIBILI
segue a pagina 2
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numero 52 / marzo 2013
CINQUEMINUTI CON EURISKO
Paolo Salafia ha tematizzato le sfide della sostenibilità sottolineando lo spaziodei nuovi progetti, dei nuovi desideri e idee, oltre le costrizioni, le paure e l’isolamento favoriti dalla crisi. Anche nei momenti difficili come l’attuale,non smettiamo di riempire le nostre vite di significati extraeconomici, di scelte di consumo che siano anche sociali, etichee culturali. La domanda di sostenibilitàcresce, e le consapevolezze e le praticheprovengono da forze differenti: individualie collettive, istituzionali e comunicative. E, naturalmente, dalle imprese.
CONSUMI PIÙ CONSAPEVOLI, PRODOTTI PIÙ SOSTENIBILI. OLTRE LA CRISI.È IL TITOLO DEL SEMINARIO GfK EURISKO DEL 27 FEBBRAIO SCORSO A MILANO. IN UNA SETTIMANA CRUCIALE: IL PAPA LASCIA DEFINITIVAMENTE IL VATICANO, I RISULTATI ELETTORALI SORPRENDONO (MA È UN EUFEMISMO) PER IL BOTTO DI M5S, LA CRISI ITALIANA VIENE SUBITO DEFINITA “TEMPESTAPERFETTA”. DI SEGUITO FORNIAMO UNA SINTESI DEGLI INSIGHT DEL SEMINARIO,RIMANDANDO AL NOSTRO SITO CHI VOLESSE AFFRONTARE I FILE INTEGRALI.
Paolo Anselmi, nel suo intervento, ha delineato i nuovi stili di vita e di consumo sostenibili. Nonostante la crisi, oggi la sensibilità degli italiani che si dichiarano molto attenti all’ambientenei comportamenti quotidiani è cresciuta.Il problema ambientale ieri era identificato con l’inquinamento (aria, acqua, spiagge,boschi), oggi la percezione, invece, è molto più articolata, l’ambiente richiamaallarmi globali, ma soprattutto emergenzelocali di cui facciamo diretta esperienza.Emergenze perché toccano la qualità della nostra vita quotidiana,
I PROBLEMI AMBIENTALI CHE PREOCCUPANO LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANIQui sotto è elencata una lista di temi che riguardano l’ambiente.Per ciascuno di essi, indichi quanto la preoccupa personalmente
Inquinamento dell'aria
Inquinamento dell'acqua (fiumi, mari)
Inquinamento dell'acqua potabile
Discariche abusive
Distruzione delle foreste
Degrado del territorio
Gestione dei rifiuti
Sfruttamento indiscriminato delle risorse
Qualità del cibo
Riscaldamento globale/cambiamenti climatici
Impianti inquinanti (produzioni chimiche pericolose)
Privatizzazione delle risorse primarie (es. acqua)
Incendi boschivi
Trasporto di rifiuti pericolosi
Eccessivo consumo di energia
Mancanza di aree verdi
Energia nucleare
Buco dell'ozono
Abusi edilizi
Traffico nelle città
Pericolo di estinzione di alcune specie animali
Inquinamento elettromagnetico
OGM
82
82
50
48
50
46
41
40
41
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43
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80
80
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75
75
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70
68
68
68
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63
63
63
55
52
Moltissimo Moltissimo + molto
news 2MARZO 2013
DALLA TEMPESTA PERFETTA AI CONSUMI SOSTENIBILIsegue da pagina 1
[ ]�CINQUEMINUTI CON EURISKO
Fonte: indagine GfK Eurisko - WWF Italia, 2012
ha fatto conoscere i ricchi contributi alla sostenibilità da parte dell’Associazionedei Produttori di Detersivi per la Casa. Il secondo di Renault (Rosa Sangiovanni,Project Leader Zero Emission, Renault Italia)si è soffermato sulla filosofia planet-centricdella casa automobilistica.
Nella sintesi (Giuseppe Minoia) è stataribadita l’esistenza di bisogni-desiderinuovi, con ricadute importanti sulla sostenibilità, da intendersi come benessere o vita buona. Come ricordano Robert e Edward Skidelskynel loro libro “Questo è abbastanza”.
Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilitàsaranno necessarie nuove imprese, con nuovi obiettivi e nuovi valori. Come favorirle? Con un capitalismo dal volto umano, neokeynesiano, che investa in Trust Firm (imprese-valorecondivise dagli investitori). In cui i valori siano garantiti da un consigliodi amministrazione capace di difendere gli interessi degli investitori di lungoperiodo, negando il diritto di voto a coloro che intendono investire soltanto in logiche di breve.
INDAGINE IPS 2013E’ in fase di avvio l’edizione 2013 dell’indagine IPS (Index of Perceived Sustainability). Il modello - validato nelle precedenti edizioni - misura la sostenibilità percepita dei principali settori produttivi e delle marche più importanti di ciascun settore. Prima dell’estate verrannorealizzate sia la fase qualitativa (che offre ai sottoscrittori anche la possibilità di testare le loro comunicazioni “sostenibili”),
sia la fase quantitativa tramite 1500 interviste face to face(CAPI). La novità di quest’anno è rappresentata dalle possibilità di personalizzazione in termini di misurazione di dimensioni dellasostenibilità specifiche di ciascun settore e di sovra-campionamentodei target di interesse di ciascun sottoscrittore.
Info: [email protected]
I PRODOTTI DAI QUALI SONO PIÙ ATTESE INFO DI SOSTENIBILITÀ
Prodotti alimentari
Detersivi
Prodotti cosmetici
Elettrodomestici
Auto/moto
Prodotti realizzati con la carta
Capi di abbigliamento
Telefoni cellulari
Mobili e prodotti in legno
Lampade
Televisori
80
59
42
41
34
32
30
29
27
26
26
Fonte: indagine GfK Eurisko - Sadalitas, 2011
EURISKO�
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
MILANO / 9 APRILE 2013
I CONSUMIDEGLIIMMIGRATI
SEMINARIO GfK EURISKO
Info: [email protected]
news 3MARZO 2013
[ ]�CINQUEMINUTI CON EURISKO
Le famiglie che investono non sono poche,
anche se tante lo fanno per piccole cifre.
Piccoli investimenti che spesso
non trovano nemmeno la via
del risparmio amministrato o gestito,
ma si incanalano sempre più spesso
in conti di deposito (in crescita)
e negli stessi conti correnti e libretti.
La quota delle famiglie che investe
ammonta a circa 1 su 2 considerando
il perimetro di soluzioni più ampio,
che comprende, oltre al risparmio
amministrato e gestito, anche conti
di deposito e libretti. Al suo interno
esiste un nucleo di circa 1 famiglia su 3
che rappresenta il “core” del segmento
degli investitori. Sono le famiglie
che detengono i prodotti di investimento
più tipici del risparmio amministrato
o gestito. Qualche piccolo segnale
di speranza viene anche dalla percezione
di un rallentamento della disoccupazione
(segnalato dalla congiuntura di marzo,
fra l’altro). Se si considera che contro
la possibile ripresa del sentiment gioca
la situazione economica non positiva,
la campagna di cattive notizie
sugli andamenti 2012 dell’economia
e di molti comparti all’inizio del 2013,
l’impasse post elettorale della politica,
la crisi comunicazionalmente
mal gestita di Cipro, il piccolo segnale
appare, in fondo, significativo.
Non si può parlare di ripresa,
ma della possibilità di alimentare
la “voglia di farcela” con iniziative,
provvedimenti e progetti che possano
rendere più tangibili e sostenibili
le speranze delle famiglie.
PERCEZIONE DI SOLIDITÀ/SICUREZZA DELLE ISTITUZIONI FINANZIARIEValori in percentuale
COMPAGNIEASSICURATIVE+ 3 punti
BANCHE+ 2 punti
80
70
60
50
40
Fonte: MultifinanziariaRetail Market, GfK Eurisko
news[ ]
VOGLIA DI FARCELAGLI ITALIANI E UN ANNO DIFFICILE
segue a pagina 2
�
numero 53 / maggio 2013
CINQUEMINUTI CON EURISKO
LA NUOVA EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO SUI CLIMI SOCIALI E DI CONSUMO DI GfK EURISKO CONFERMA UN ANNO MOLTO FATICOSO PER LE FAMIGLIEITALIANE, MA ANCHE UN’ITALIA DAI MOLTEPLICI PROFILI (POVERTÀ,DISOCCUPAZIONE, RESISTENZA E RICERCA DI NUOVE PRATICHE ANTICRISI). SU UN PUNTO SONO D’ACCORDO LE FAMIGLIE POVERE E BENESTANTI: L’ATTIVISMOE LA MOBILITÀ NEL CERCARE CON PERVICACIA SOLUZIONI ALLA CRISI.
possa essere meno critico del previsto.
Le speranze sono state alimentate
dalle narrazioni preelettorali che hanno
fatto trasparire un futuro leggermente
meno critico (meno tasse, qualche
chance occupazionale in più, tagli
ai costi della politica).
Anche la finanza familiare sembra
aver dato un piccolo aiuto:
l’autocompiacimento della maggioranza
delle famiglie per la propria capacità
di mantenere saldi attivi di risparmio
(nonostante questo avvenga
per importi decrescenti e a scapito
del consumo); l’impatto positivo
dei mercati finanziari per le famiglie
che detengono investimenti.
Non sembra solo l’attivismo nevrotico
di un Paese depresso. A partire
dal dicembre del 2012 anche gli indici
di consumer sentiment - nonostante
l’alluvione di cattive notizie -
si sono moderatamente orientati
verso la risalita: + 8 punti fra gennaio
e febbraio, solo in parte riassorbiti
a marzo, anche a causa della mancanza
della luna di miele postelettorale
con lo schieramento vincitore
(per assenza di vincitori).
Le famiglie continuano a preoccuparsi,
ma alcuni indizi - fra volontà di ripresa,
ottimismo stagionale e piccoli segnali
di speranza - fanno pensare
alla possibilità che il prosieguo del 2013
2009 GENNAIO2010
GIUGNO2010
GENNAIO2011
GIUGNO2011
GENNAIO2012
GIUGNO2012
GENNAIO2013
INSIGHT PER IL CAMBIAMENTO SOCIOCULTURALE
news 2MAGGIO 2013
VOGLIA DI FARCELA GLI ITALIANI E UN ANNO DIFFICILEsegue da pagina 1
[ ]�CINQUEMINUTI CON EURISKO
UNA DOMANDA PIÙ BRILLANTEDEL PREVISTODa queste consapevolezze di fondo,
parte l’Osservatorio sui risparmi
delle famiglie italiane presentato
lo scorso aprile da GfK Eurisko
e Prometeia all’edizione 2013
del Salone del Risparmio.
In questo scenario l’inizio del 2013
non si presenta così critico come
ci si potrebbe attendere
per la finanza rivolta alle famiglie.
L’industria finanziaria, pur
con le sue imperfezioni - è sempre
fra i principali accusati di aver creato
la crisi, in fondo - ottiene qualche
riconoscimento in discontinuità
con il recente passato.
In primo luogo, si registrano segnali
di rimbalzo degli indici di solidità
istituzionale. Le assicurazioni
sono percepite più solide delle banche,
ma all’inizio del 2013 entrambe
risalgono nella considerazione
degli italiani.
I SEGNALI DI RITORNO DI INTERESSEVERSO LA FINANZASi registra un rinnovato interesse
per i temi della finanza, principalmente
nelle forme della protezione
del denaro. Il segnale nuovo
è un maggiore interesse per tutto ciò
che appare immediatamente
comprensibile, prossimo, facile
da capire o già conosciuto.
Contro la complessità si usa l’arma
del buon senso: quello che è italiano
o scritto in italiano corrente sembra
avere la meglio sull’alchimia tecnica
di cui è capace la finanza.
In questo contesto, le famiglie tornano
a considerare il risparmio gestito,
che risale di un punto nella quota
dei possessori, dopo il minimo
raggiunto nel 2012. L’interesse
è tuttavia selettivo: si conferma
in buona misura verso la finanza
“a km zero”: investimenti in cui
si capisce la destinazione dei propri
risparmi, che siano progetti per
la famiglia, o investimenti sul territorio.
Una finanza che “parli italiano”,
in grado di cogliere sensibilità
e linguaggi del Paese e del momento.
Il successo recente del BTP Italia
era facilmente prevedibile alla luce
di questo quadro rilevato in gennaio.
GLI ITALIANI E I LORO OBIETTIVI DI RISPARMIOGli obiettivi e i progetti sui risparmi
sono un altro punto su cui gli Italiani
dimostrano non solo di tenere, ma anche
di incrementare le loro strategie.
L’indice sintetico sui progetti
delle famiglie, calcolato da GfK Eurisko,
mostra all’inizio del 2013
un miglioramento, a riprova
che almeno le motivazioni di utilizzo
dei risparmi si rafforzano.
UN MERCATO RELAZIONALE CHE NON HA PRECLUSIONI SUI MODELLI DI OFFERTAGli Italiani non solo premiano il sistema
finanziario, con la ripresa degli indici
di solidità istituzionale, ma anche
le persone e i front line.
I promotori - uno dei nostri sistemi
di eccellenza nell’erogazione di servizio
finanziario - migliorano la loro
percezione da parte dei clienti.
Anche i gestori bancari manifestano
piccoli miglioramenti a riprova che
il modello di finanza allo sportello
(la banca commerciale classica),
se fortemente rinnovato e
reinterpretato, non è finito. I gestori
bancari classici possono contare
su una continuità di performance,
percepita dai clienti, persino
nei momenti di crisi finanziaria.
I promotori mostrano di converso indici
di soddisfazione dei loro clienti molto
più ciclici, con escursioni superiori.
Maggiori momenti di entusiasmo,
qualche momento in più di delusione.
Una competizione vivace,
dove entrambi i modelli di front line
sono riusciti ad alzare le medie
di valutazione da prima
a dopo la crisi. Per intercettare,
dunque, i bisogni-desideri di una
finanza vicina, comprensibile
e “neo-empatica” (scenario di inizio
2013) non ci sono soggetti esclusi
in partenza. I fattori chiave
di successo, in sostanza, saranno
le capacità di leggere ed interpretare
attivamente questi bisogni.
Fabrizio Fornezza
DOVE CRESCE LA FIDUCIADAL BORSINO DEGLI INVESTIMENTI
DEGLI ITALIANI, GENNAIO 2013
TITOLIDI STATO + 8punti
VS. GIUGNO 2012
FONDI + 5puntiVS. GIUGNO 2012
FONDIITALIANI + 4 punti
VS. GIUGNO 2012
Fonte: MultifinanziariaRetail Market, GfK Eurisko
DI CUI
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
MILANO / 13 GIUGNO 2013PRESSO IL CENTRO SVIZZEROVIA PALESTRO 2 (MM PALESTRO)
INNOVAREÈ INDISPENSABILE?
È IL PRIMO SEMINARIO GFK EURISKO DEDICATO SPECIFICAMENTE ALL’INNOVAZIONE NEI
PRODOTTI E SERVIZI
NELLA COMUNICAZIONE, NELLA DISTRIBUZIONE, NEI TOUCH POINT
In questa prospettiva sono previsti interventi di Fabrizio Fornezza, Giuseppe Minoia, Silvia Pizzetti, Elena Presezzi e Giuliana Schenone,
tutti orientati, da angolazioni differenti, a raccontare scenari, insight, casi di ricerca di innovazione utile per la produzione e la comunicazione.
SEMINARIO GfK EURISKO
Per partecipare contattare la segreteria organizzativa, e-mail: [email protected]
news 3MAGGIO 2013
[ ]�CINQUEMINUTI CON EURISKO
- cioè progetto, visione, prospettiva -e Promozione, cioè aiuto/guida per poter partecipare al nuovoprogetto. La gente è sola, ma possedendo ora più capacità di intendere e volere, vuolecambiare rapidamente, vuolediscontinuità con questo mondoche si trascina. Desidera poter disporre di Tutorship importanti, credibili,improntate all’etica ed alla sostenibilità, cui potersiaffidare. Lo desidera per quantoriguarda sia l’Offerta Pubblica che Privata. Ma lo desidera ancheper poter affrontare la nuova vita, la “discontinuità continua”che pare essere la prospettiva cui si sta andando incontro: un mondo sempre più attorcigliato,complesso, dove gli interessi legatialla continua innovazionetecnologica - ma non solo - rendonotutto estremamente difficile; cioè capire innanzitutto che cosa sta succedendo giorno per giorno - la velocità degli accadimentiimportanti sarà sempre più elevata -ed in secondo luogo che cosa faretenendo conto delle propriespecificità ed obiettivi.Il mondo dell’informazione avrà un ruolo fondamentale, ancor di più di quanto non ne abbia oggi.
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numero 54 / giugno 2013
CINQUEMINUTI CON EURISKO
STIAMO ATTRAVERSANDO UN PERIODO CARATTERIZZATO DA GRANDISSIMA CRESCITA DELLA COMPONENTE CULTURALEE CRITICA DEGLI INDIVIDUI:NEGLI ULTIMI 10-15 ANNI È ESPONENZIALE, E CONTINUERÀNEL PROSSIMO DECENNIO, FINOA COINVOLGERE GRAN PARTEDELLA POPOLAZIONE ITALIANA.L’EFFETTO DI QUESTA CRESCITAPORTA LA GENTE A NON SENTIRSIPIÙ MASSA, MA INDIVIDUI CON PROPRIE PECULIARITÀ E DESIDERI CRESCENTI DI CAPIRE, PARTECIPARE,ESSERE PROTAGONISTI. E CON DESIDERIO DI EFFETTIVA“ORIZZONTALITÀ” DA PARTEDELL’OFFERTA - PUBBLICA E PRIVATA - , DI TRASPARENZA, DI ATTENZIONE ALLA DOMANDA, DI RISPETTO DEI PRINCIPIDELL’ETICA E DELLA SOSTENIBILITÀ.
L’Offerta invece tende a nonrispondere - poco quella privata,per niente quella pubblica. Come reagisce la gente, cioè la Domanda? E’ arrabbiata,perché da una parte si senteabbandonata non trovando rispostea bisogni esplicitati, e dall’altra si trova ad affrontare una vita che si carica sempre di più di complessità: non soltanto la crisi e la sicurezza economica e sociale, ma la complessità crescente nel mondo del lavoro, la continualievitazione delle competenzerichieste, l’innovazione tecnologicacontinua, sempre più rapida. Ci si sente soli, abbandonati da tutti, e soprattutto dallo Stato,al quale si vorrebbe chiedere non solo Protezione, ma anche e soprattutto Proiezione
INSIGHT PER IL CAMBIAMENTO SOCIOCULTURALE
VERSO IL QUOTIDIANOAD PERSONAM
L’esponenzialità di accadimenti che accompagna la nostra vita è impressionante: nel secolo scorso,in 100 anni, la conoscenza umana è raddoppiata; ora raddoppia in 2-3 anni. Le cause vanno trovatenell’allargamento della struttura del sistema mondiale e delle sueinterconnessioni, nell’evoluzionetecnologica ed in ciò che questa sta consentendo: ciò che èavvenuto dagli anni ’90 in poi, dopo il muro di Berlino: il mondo è raddoppiato, ed è tuttointerconnesso, e la parte “nuova”sta evolvendo in modoimpressionante; Internet dal 2.0 in poi; la quantità di informazionescambiata; l’evoluzione tecnologicain tutti i settori. La vita sarà sempre più accompagnatada accadimenti nuovi, intensi,continui ed incalzanti, e l’unicapossibilità per non smarrirsi sarà di affidarsi alle informazioni. Il mondo dell’informazione puòsvolgere il ruolo di mediatoreculturale: non solo informare, ma far capire, guidare.In questa prospettiva spiccano,verso il mondo dell’informazione,attese cruciali:- non si vuole essere abbandonati a se stessi nel mare magnum delle fonti informative che la retemette e metterà a disposizione. Si desiderano riferimenticarismatici, di elevatissimacredibilità, cui potersi affidare.Fonti che hanno costruito credibilitànegli anni, che hanno sempre avutoe che mantengono - e manterranno
- nelle versioni cartacee la veraorigine della serietà, credibilità,capacità di approfondimento e ricerca, requisiti essenziali per la propositività di soluzioni o consigli/ suggerimenti di indirizzo- che tali fonti non siano solotestimoni, ma aiutino la riflessioneper una piena comprensione - In questo senso, pur mantenendocarisma e credibilità, queste fontidovranno dismettere il narcisismoche spesso le accompagna, perporsi più dalla parte del pubblico.Per questo il “giornale” - lo chiamiamo così - sarà semprepiù indispensabile. Ma quale “giornale”? In realtà si chiede discontinuità. C’è sempre stato un rapportoverticale tra giornale e lettore: il giornale è fatto in un certo modo,ed è così - salvo alcuni contenutilegati al territorio - per tutti i lettori. Nel futuro c’è attesa per unribaltamento: il centro d’attenzionedovrà essere l’individuo, ed il giornale dovrà tenere sempre piùconto delle specificità del lettore. E’ del tutto auspicabile che ci siasempre la “Versione Regina”, cioè il prodotto cartaceo, che avràancora il baricentro su se stesso,
che darà nobiltà e credibilità a tuttala “famiglia” che porta lo stessocognome; versione cui magari si faràsempre riferimento e fruizione,anche se forse con frequenza ridotta. Ma nelle versioni quotidianebisognerà riconcepire il prodotto:conoscere i singoli lettori, ed i loro specifici bisogni, in relazione ai contenuti, allo stile,oltre che al territorio. Nell’ambito dell’offerta digitale tuttoquesto è complesso ma realizzabile. Le informazioni che si potrannotrarre dal web diretto consentirannouna gestione del prodotto in logica “one to one di massa”.E si coglieranno grandi opportunitàanche per la comunicazione, che non potrà più essere di massa, ma concepita per i differenti prototipidi consumatori, e preferibilmentediretta. Come pure sarà favorita la comunicazione di tutta l’attività di below, che nel futuro sarà sempre più importante,richiedendo più relazioni dirette. Che il quotidiano ad personamconsentirà, meglio di qualsiasi altro veicolo, grazie alla grandecredibilità del suo marchio, e ai valori riconosciuti.
Remo Lucchi
VERSOIL QUOTIDIANOAD PERSONAM
news 2GIUGNO 2013
[ ]�CINQUEMINUTI CON EURISKO
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EURISKO�
Milano Via Monte Rosa, 15/17/19 - 20149 Milano Tel. + 39 02 43.809.1 Fax + 39 02 48.14.177 [email protected]
Roma Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma Tel. + 39 06 47.82.33.02 Fax + 39 06 96.70.39.67 [email protected]
Ufficio Stampa Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano Tel. + 39 02 43.809.376 [email protected]
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
MILANO 9 LUGLIO 2013
presso l’Unione del Commercio, in C.so Venezia 47 (MM Palestro)
SAPER VEDERE OLTRE LA CRISILE SFIDE DI UN CONSUMO CHE CAMBIA
LA CRISI CI HA CAMBIATO, LA CRISI CI STA CAMBIANDO. MA, OLTRE LA CRISI, SI DELINEANO LE GRANDI SFIDEECONOMICHE, SOCIALI, CULTURALI, TECNOLOGICHE CHE VEDONO CONSUMATORI E MERCATI PROTAGONISTI DI UN MOMENTO DI PROFONDA TRASFORMAZIONE. NE PARLIAMO CON VOI ALL’INTERNO DEL NOSTROAPPUNTAMENTO ANNUALE.
Interventi di Isabella Cecchini, Fabrizio Fornezza, Remo Lucchi, Giuseppe Minoia, Silvio Siliprandi.
SEMINARIO ANNUALE GfK EURISKO
Per partecipare contattare la segreteria organizzativa, e-mail: [email protected]
news 3GIUGNO 2013
[ ]�CINQUEMINUTI CON EURISKO
interrogativi da “pensiero forte” dei cit-tadini, di fronte ai quesiti etico-politico-planetari che si possono/debbonoaffrontare anche sotto l’ombrellone. I quotidiani servono ancora?Sì, ma devono essere in grado di porrecon chiarezza e profondità le questionicruciali che sono politico-geografiche,economico-sociali, psicologico-compor-tamentali. I quotidiani non possonolimitarsi al racconto, ma devono diven-tare sempre più costruzioni di punti divista che servono - anche in vacanza -per diventare esperti. Pertanto, nonbasta “coprire” i conflitti e ricorrere allamozione degli affetti di fronte agli sbar-chi dei rifugiati, benedetti dal Papa.Occorre, da esperti, spiegare che cosaimplica, per loro e per noi, essere rifu-giati oggi, quali conseguenze derive-ranno dai conflitti nello scacchiere checomprende l’Italia nel Mediterraneo.Forse il giornalista, anche ottimo, nonbasta, occorrono anche figure cheapprofondiscano di più per aiutarci a
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numero 55 / settembre 2013
CINQUEMINUTI CON EURISKO
CHI HA AVUTO VOGLIA E TEMPO DI SFOGLIARE I GIORNALI DURANTE LE VACANZE - ONLINE O FATICOSAMENTEOFF DALLE POCHE EDICOLE APERTE - SI SARÀ RESO CONTO DEL MONOTEMA CON VARIAZIONI CHE CI HA ACCOMPAGNATO.NON DIRÒ QUALE. MONOTEMA CHE SI È DECLINATO IN VARIAZIONI SULLA STORIACHE DA ANNI APPASSIONEREBBE GLI ITALIANI (E NON SOLO). L’AGENDA NON OFFRIVA ALTRO?
È stata un’estate infuocata, ricca di fattiche si sono inseguiti senza lasciare respi-ro, fatti (non fattoidi) decisivi per i nuoviequilibri e conflitti del pianeta. Dalla Turchia all’Egitto sino alla Siria, conle testimonianze sull’impiego di armi chi-miche verso popolazioni inermi. Forse iquotidiani hanno ritenuto i propri lettorisolo attratti dai racconti che inevitabil-mente scadono nel gossip, forse hannopensato che il lettore da spiaggia siameno sensibile ai grandi temi della storia.Ma questi atteggiamenti non trovanoriscontri nel lettore forte, che è - di fatto -teso e impegnato come sempre nel suocontratto di lettura (ovviamente, questeconsiderazioni valgono, di più per i vuotidell’offerta televisiva estiva). Possiamo addirittura ipotizzare il con-trario: che il lettore forte di quotidiani,nel periodo estivo, sia più demanding,più pretenzioso nelle attese perché conpiù tempo e “testa” per gli approfondi-menti. In questo senso, i dilemmi diObama non possono che diventare gli
INSIGHT PER IL CAMBIAMENTO SOCIOCULTURALE
costruire il punto di vista non ingenuosulla complessità del quadro in cui sia-mo immersi. Può tutto questo essererisolto da Internet? I dati esistono soloper chi sa fare data mining, e gli espertiautorevoli che spiegano mettendoci lafaccia sono tuttora fondamentali.
SETTEMBRE, ANDIAMO,È TEMPO DI CAMBIARE
Questo, per ribadire che stanno acca-dendo fatti che meritano di essere rac-contati, ma soprattutto “criticati” nelleloro implicazioni. E che ai fatti seguono -inesorabilmente - cambiamenti forti edeboli che riguardano valori quali lalibertà e la democrazia, la difesa deidiritti fondamentali dei soggetti deboli -uomini e donne - nelle loro aspettativedi vita, differenti in relazione alle origini.Con riflessi sulla politica e sulle atteseverso i partiti e il governo, ma anche - osoprattutto - verso il mondo della produ-zione dei beni e dei servizi. Ad esempio, alcuni segnali colti dai gior-nali che hanno dedicato troppi titoli diprima alla Storia Italiana per eccellenza:si sta sempre più studiando il modo difavorire il lavoro femminile, detassando-lo e offrendo servizi - come gli asili - indi-spensabili per poter favorire l’occupazio-ne delle donne-madri; il baratto conti-nua a crescere di importanza, dai super-mercati in cui si paga con buone azioni
(volontariato come moneta), alla ShareEconomy che sta trasformando le rela-zioni - anche tra genitori e figli. Sino ai comportamenti duali, di coppia(Dual Earner, Dual Career), che significaribaltone nei ruoli tradizionali domestici.Infine i dati Istat di fine estate che ricor-dano che il “posto fisso” tende a diven-tare minoranza: il contratto stabile,secondo Istat, è al 53,6% degli occupati. Potremmo proseguire con la citazione dialtri segnali estivi, ricordando ad esem-
pio che in Grecia da settembre si posso-no acquistare - e consumare - prodottiche sono oltre la data di scadenza. Il cambiamento è inarrestabile, il “muli-no” continua a macinare e la farina cheesce è sempre diversa. Comunque gliorientamenti, considerando il casa e ilfuoricasa, si modificano come evolvono ivalori, anche quelli più forti di giustizia,di libertà e di uguaglianza. Il cambiamen-to deve essere anticipato, monitorato,possibilmente cavalcato, senza eccessivirischi, ma anche con l’ebrezza di correreincontro al nuovo. Mai come oggi ènecessaria immaginazione sociopsicolo-gica in tutti noi che studiamo le personee i fatti, le opinioni e i valori, le ricaduteforti e deboli di tutto questo. Gli uomini e le donne cambiano e chiedo-no di essere capiti nei loro bisogni e desi-deri. Gli spostamenti progressivi delleidee e dei valori richiedono più attenzio-ne dal mondo dei media ma anche dallaproduzione di beni e servizi. g.m.
SETTEMBRE, ANDIAMO, È TEMPO DI CAMBIARE
news 2SETTEMBRE 2013
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CINQUEMINUTI CON EURISKO
segue da pagina 1
Think TankEsistono tuttora i Padri, cioè quelle persone in grado di svolgere il ruolo genitoriale in modo da favorire più modelli di sviluppo nei figli? Gli psicoanalisti emettono segnali preoccupanti, dal padre negato (sacrificato?), al padre mammificato (mummificato?). Ci vuole coraggio e intelligenza nell’affrontare queste figure importanti e ingombranti, doti che non mancano a Marco Pogliani, che ha appena pubblicato Padri, un memoir. Pogliani si pone davanti ad uno specchio che rimanda frammenti di vita di famiglia, schegge antropologicamente autentiche, tessere di un mosaico italo-meneghino in grado di ricordarci che esiste un’operatività affettiva. Alla ricerca di un “senso” delle relazioni, in famiglia e nel lavoro, in una prospettiva per niente minimalista ma, al contrario, di un massimalismo raro. Padri è, prima di tutto, la testimonianza di un ruolo che stiamodimenticando, della centralità della famiglia che abbiamo perso, della necessità di recuperaresegnali forti, dalla religione agli affetti, sia in pubblico, sia in privato, sia nell’impegnoprofessionale. Padri propone implicitamente di tornare all’impegno nei comportamenti civili e religiosi, in un implicito contrappunto rispetto al Crepuscolo dei Ruoli, caratterizzato dai balletti contemporanei dei ni/so. Un libro da raccomandare agli amici lettori di Cinqueminuti,capace di far luce nella lunga notte che stiamo attraversando, utile perché mostrerà altri percorsi, oltre quelli delineati dai manuali che ci circondano.
Marco Pogliani PADRI Una piccola, grande famiglia milanese attraversa il Novecentoeditore Mondadori pagine 271 prezzo 18,50 euro
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
ROMA 24 SETTEMBRE 2013
Centro Congressi Roma Eventi - Piazza di Spagna in Via Alibert 5
SAPER VEDERE OLTRE LA CRISILE SFIDE DI UN CONSUMO CHE CAMBIA
LA CRISI CI HA CAMBIATO, LA CRISI CI STA CAMBIANDO. MA, OLTRE LA CRISI, SI DELINEANO LE GRANDI SFIDEECONOMICHE, SOCIALI, CULTURALI, TECNOLOGICHE CHE VEDONO CONSUMATORI E MERCATI PROTAGONISTI DI UN MOMENTO DI PROFONDA TRASFORMAZIONE. NE PARLIAMO CON VOI ALL’INTERNO DEL NOSTROAPPUNTAMENTO ANNUALE.
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SEMINARIO ANNUALE GfK EURISKO
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news 3SETTEMBRE 2013
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CINQUEMINUTI CON EURISKO
2 TOTAL SINGLE SOURCE PANEL GfK EURISKOdi Silvio Siliprandi
6 SEMINARIO GfK EURISKO I CONSUMI DEGLI IMMIGRATIMILANO 9 APRILE 2013
8 DAI MANAGER L’AGENDA PER SALVARE L’ITALIAdi Vitalba Paesano
14 OSSERVATORIO FAMIGLIE E RISPARMIOGfK EURISKO e PROMETEIA
16 LA PREVARICAZIONE DEL MENTALE VERSO NUOVE MODALITÀ DI ACCOPPIAMENTOdi Vitalba Paesano
22 LAVAGNA INTERATTIVA MULTIMEDIALEdi Francesco Togni
26 COME CAMBIA DAVVERO LA SPESA DEGLI ITALIANIdi Roberto Borghini
SOMMARIO CENTODICIASSETTE
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 1
CAPIRE I TEMPI DIFFICILINella tempesta perfetta, politica, economica, sociale,
non è facile mantenere la rotta, rispettare gli obiettivi
in agenda, non arrendersi. Ma, per fortuna, l’ottimismo
della volontà non manca. E in questo senso
va letto questo numero di aprile 2013 di Social Trends.
Dove raccontiamo cos’è il Total Single Source Panel,il nuovo strumento di GfK Eurisko creato per risolvere
le complessità e per aiutare nell’integrazione
delle informazioni cruciali che servono per prendere decisioni.
Ma anche dell’Agenda per salvare l’Italia, promossa
da Silvestre Bertolini, Presidente di CIDA, l’organizzazione
dei dirigenti e delle alte professionalità italiane.
In questo numero viene ospitata anche una straordinaria
intervista ad Antonino Ferro, Presidente della Società
Italiana di Psicoanalisi, che enuncia un’inedita
interpretazione sul mentale nelle nuove modalità
di accoppiamento, interpretazione che merita
di essere ripresa da chi si occupa, come noi,
del cambiamento socioculturale. Il numero prosegue
con un contributo riguardante l’innovazione
per l’apprendimento quale è la lavagna interattiva
multimediale, da poco introdotta nelle scuole dell’obbligo.
E infine Social Trends ospita una sintesi sulle “reali” spese
degli italiani, a cura di Roberto Borghini, responsabile
di Panel Services GfK Eurisko.
Sono contributi apparentemente eterogenei, in realtà tutti
guidati dal desiderio di innovare, di andare oltre,
di contribuire a capire i tempi difficili e i nuovi bisogni
e desideri che, nonostante e grazie alle crisi,
si manifestano allo stato nascente.
EURISKOSOCIAL TRENDSI L C A M B I A M E N T O S O C I O C U L T U R A L E
APRILE 2013NUMERO 117
2 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
CON TOTAL SINGLESOURCE PANELQUALUNQUE TIPO DI AZIENDA PUÒAVERE UNA SERIEIMPORTANTEDI INFORMAZIONI SUI PROPRI PRODOTTI,SULL’EFFICACIADELLE PROPRIECAMPAGNE DI COMUNICAZIONE E SU COME GLI INVESTIMENTIPUBBLICITARIVADANO A RICADERESUI COMPORTAMENTID’ACQUISTO.
“
“
SILVIO SILIPRANDI
GfK Eurisko ha attivato, nel mercato
delle ricerche, un nuovo strumento, il
Total Single Source Panel, la cui vali-
dità dipende da una forte compo-
nente tecnologica e da un’efficienza
organizzativa tale da produrre più
qualità e affidabilità nei dati, a minori
costi. Un vantaggio non da poco, di
questi tempi.
La tecnologia e l’efficienza organizza-
tiva, si sa, sono i plus del nuovo Mil-
lennio; possono produrre più margini
per chi li sfrutta, ma non necessaria-
mente vantaggi per il mercato. Noi in-
vece, vogliamo riversare a favore del
mercato minori costi e più qualità.
Con questa nuova risorsa qualunque
tipo di azienda può avere una serie im-
portante di informazioni sui propri
prodotti, sull’efficacia delle proprie
campagne di comunicazione e su
come gli investimenti pubblicitari va-
dano a ricadere sui comportamenti
d’acquisto. Attraverso questa analisi
avremo, quindi, anche il tracciato di
come gli investimenti dell’azienda in-
tercettino le spese e le scelte delle fami-
glie per diventare prodotti e servizi.
Una soluzione straordinariamente ef-
ficace, dunque, per dare informazioni,
supporto e chiavi di lettura ad aziende
e società, al mondo della consulenza e
delle Pubbliche Amministrazioni su
come oggi si possano trattare i dati
che riguardano le persone.
Non c’è niente al mondo con questa
magnitudo di informazioni.
TOTAL SINGLE SOURCE PANELGfK EURISKO
Una svolta nel mondo della Ricerca con il nuovo Total Single Source Panelche permette di raggiungere 30.000 potenziali individui e 13.000 famiglie, monitorandoli a largo spettro - in modo diretto, oggettivo e spesso anche inconsapevole - utilizzando tecnologie d'avanguardia. Portiamo il nostro lavoro in una dimensione spazio-temporale più moderna. La società oggi produce sicuramente più dati, ma meno informazioni e molta più complessità di ieri. Il nostro sistema Total Single Source Panelè un risolutore di complessità, in grado di sostenere manager e aziende nel recuperare integrazione e coerenza fra le informazioni cruciali per le loro decisioni, permettendo di agire in tempi sempre più rapidi e con efficacia ed efficienza maggiori
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 3
di Silvio Siliprandi*
*Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione di GfK Eurisko.
4 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
30.000 individui e 13.000 famiglie,
che andranno ulteriormente selezio-
nati e integrati. In parallelo, tutte
queste ricerche vengono fatte conver-
gere su questo nuovo grande panel:
avranno, quindi, in comune un’unica
piattaforma. Contrariamente a
quanto si potrebbe forse pensare, la
selezione di questo mega-campione
permette una migliore selezione dei
profili e una maggiore garanzia della
qualità delle informazioni raccolte ri-
spetto a un campione casuale.
Total Single Source Panel attrae,
dunque, tutti i risultati delle ricerche
che hanno sempre lavorato su panel
distinti. Il vantaggio?
Tutta l’informazione all’interno di
un’unica fabbrica.
INEVITABILE QUALCHE DOMANDAQuale tecnologia sta alla base di
questa innovazione? Di quali stru-
menti dispongono i membri del TotalSingle Source Panel? I panellisti hanno a disposizione:
1. Il Dialogatore, un tablet customiz-
zato GfK Eurisko, con software parti-
colari: va tenuto a casa; è sempre ac-
ceso perché attraverso questo mezzo
GfK Eurisko dialoga e formula, anche
quotidianamente se necessario, delle
domande. Nel corso dell’anno, attra-
verso questo mezzo, vengono raccolte
le informazioni psicografiche tipiche
di Sinottica.
2. L’Eurisko Media Monitor, un de-
vice grande circa la metà di uno
smartphone: serve a rilevare l’esposi-
zione a tv, radio e territorio.
Una volta all’anno, 4000 membri del
panel devono accettare di usarlo per
tre mesi e mezzo. Trascorso questo
tempo, il device viene passato ad altri
4000 membri del panel per i successivi
tre mesi e mezzo, e, quindi, a un terzo
gruppo per lo stesso periodo di
tempo. Il device deve essere tenuto in
tasca, in borsetta, attaccato alla cin-
tura. Non va dimenticato in macchina
né a casa. In questo caso, comunque,
l’apparecchio rileva l’assenza di movi-
mento. La notte? …sul comodino.
3. Il tracciatore automatico della na-
vigazione: viene inserito all’interno
del pc e dello Smartphone, con il
compito di rilevare la navigazione In-
ternet (ma non il traffico mail di po-
sta elettronica).
4. Il barcode scanner per la rileva-
zione degli acquisti: i pannelisti de-
vono scansire i prodotti come avviene
alla cassa del supermercato.
Non si rischia il "grande fratello"?
Assolutamente no. I dati sono sempre
trattati in modo aggregato, senza al-
cun collegamento con l’identità della
persona. Non c’è alcun tipo di colle-
gamento all’individuo, al suo nome e
cognome.
Qualcosa di simile esiste, all’interno
del Gruppo GfK, in Germania, nel
Benelux e in Russia, ma in scala mi-
nore, concentrandosi ‘solo’ su Tv e In-
ternet a casa (MEP).
Il Total Single Source Panel, invece,
fornisce dati su tutti i mezzi, a casa e
fuori casa, compreso il GPS, fonda-
mentale per rilevare il territorio, im-
portante oggi, e ancor più in futuro,
perché esso stesso un Media. Il tutto
incrociato per i consumi e gli stili di
vita degli Italiani.
DA DIVERSE SINGLE SOURCE AL TOTAL SINGLE SOURCE PANELFino a ieri Sinottica, Eurisko Media
Monitor, il Consumer Panel, Audinet
erano single source indipendenti che
rilevavano, tutte, la psicografia sul-
l’individuo, i suoi consumi e l’esposi-
zione ai mezzi, approfondendo, cia-
scuna, un’area specifica tra queste e
gravitando su un campione diffe-
rente. Ciascuna ricerca si collegava
poi alle altre attraverso un sistema. I
nostri Panel fino a ora attivati sono il
Consumer Panel, composto da 9.000
famiglie e 20.000 individui e il Panel
Dialogatore, composto da 4.000 fami-
glie e 10.000 individui.
Abbiamo, quindi, un bacino di 13.000
famiglie e 30.000 individui che già la-
vorano per noi. La grande idea inno-
vativa ora è di far convergere tutti
questi panel in un unico grande pa-
nel, costituito dagli stessi potenziali
IL TOTAL SINGLE SOURCE PANEL FORNISCE DATI SU TUTTI I MEZZI, A CASA E FUORI CASA, COMPRESO IL GPS, FONDAMENTALE PER RILEVARE IL TERRITORIO, IMPORTANTE OGGI, E ANCOR PIÙ IN FUTURO, PERCHÉ ESSO STESSO UN MEDIA. IL TUTTO INCROCIATO PER I CONSUMI E GLI STILI DI VITA DEGLI ITALIANI
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 5
C’è una garanzia totale di privacy,
perché c’è accordo di solida fiducia
tra GfK Eurisko e i membri del panel.
GfK Eurisko riconduce i dati a tipolo-
gie di persone, ma non a singoli indi-
vidui. Il tracciatore della navigazione
Internet ha un tasto privacy che inibi-
sce il dispositivo. Niente “grande fra-
tello”, dunque.
Qual è il vantaggio di un grande panel?
È possibile seguirlo sempre, proprio
perché costituito dalle stesse persone.
Facciamo un esempio: se vogliamo sa-
pere l’effetto di una certa pubblicità su
un certo target, andiamo a verificare,
con Eurisko Media Monitor (che è al-
l’interno del Total Single Source Pa-nel), quali di queste persone sono state
esposte alla pubblicità che ci interessa.
Non abbiamo bisogno di chiedere se
hanno visto questa pubblicità; con il
Meter sappiamo già in quale momento
sono stati esposti, su quali canali, per
quanto tempo e per quante volte. Sono
consumatori o no del prodotto che
stiamo analizzando? Prima dell’esposi-
zione a questa pubblicità, cosa face-
vano queste persone? Consumavano il
prodotto oppure no? Quanto? Che
cosa ne pensavano? Ora si potranno
confrontare questi dati con i corrispet-
tivi del “dopo esposizione” alla pubbli-
cità: gli esposti consumano di più? Gli
alto esposti rispetto ai basso esposti
hanno differenze significative in ter-
mini di consumo?
E così arriviamo facilmente ai dati
ROI, Return on Investiment.
Tutte le famiglie e le persone che
hanno un collegamento Internet, vuoi
domestico, vuoi via mobile e tablet
saranno richieste di caricare il nostro
tracciatore, un software discreto, non
invasivo, che, una volta caricato sul
device che viene utilizzato, ci aiuta a
capire come si comportano le per-
sone, cosa fanno.
IN SINTESIGrazie alla tecnologia - Internet so-
prattutto, ma non solo - le società
moderne producono una panoplia di
dati, con una magnitudo mai vista
prima, ma sempre meno informa-
zione e conoscenza consapevole. Sicu-
ramente generano, infatti, un livello
enorme di complessità nell’orientarsi
tra questi dati, nel navigarci attra-
verso. Questo è il paradosso che
stiamo vivendo e che vivremo sempre
più. Pensiamo, ad esempio, a Google e
al suo successo, che viene proprio dal
suo ruolo di guida nell’affrontare la
complessità dell’immenso mondo
Web. Nel nostro mercato i bisogni
sono analoghi: l’esigenza delle aziende
è di ridurre la complessità, recuperare
integrazione e coerenza fra tutti i dati
e agire in tempi sempre più rapidi e
con efficacia ed efficienza maggiori.
Questo segna il difficile ruolo dei ma-
nager, oggi. Il nostro sistema è un ri-
solutore della complessità.
Con sistemi di ricerca intelligenti e
strumenti da nuovo Millennio, vo-
gliamo far navigare facilmente i no-
stri clienti in questa panoplia di dati
disponibili, trovando i collegamenti e
la coerenza soggiacente al tutto.
Per noi il ‘tutto’ è composto sì di con-
sumi e di mezzi di comunicazione,
ma, come è nostra abitudine e pas-
sione, saremo particolarmente foca-
lizzati anche sulla conoscenza della
Persona, dei suoi cambiamenti, ora
particolarmente veloci, e delle sue
trasformazioni. E queste trasforma-
zioni non mancheranno di stupirci.
È solo attraverso la profonda cono-
scenza delle persone in tutti gli aspetti
culturali, umani, di attitudini e psico-
grafici, incrociati con i loro compor-
tamenti di consumo e di fruizione
Media, che potremo davvero dare in-
telligenza ai dati.
I DATI SONO SEMPRE TRATTATI IN MODO AGGREGATO, SENZA ALCUN COLLEGAMENTO CON L’IDENTITÀ DELLA PERSONA. NON C’È ALCUN TIPO DI COLLEGAMENTO ALL’INDIVIDUO, AL SUO NOME E COGNOME
Silvio Siliprandi, Ad in GfK Eurisko
> SOMMARIO
6 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
SEMINARIO GfK EURISKO
MILANO9 APRILE 2013
I CONSUMIDEGLI IMMIGRATI
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 7
IL SEMINARIO GfK EURISKO I CONSUMI DEGLI IMMIGRATISI TERRÀ A MILANO PRESSO IL CENTRO SVIZZEROIN VIA PALESTRO 2, IL PROSSIMO 9 APRILE, CON INIZIO ALLE ORE 10.15 E CHIUSURA PREVISTA INTORNO ALLE ORE 12.30. UN AGGIORNAMENTO,A DISTANZA DI SEI ANNI DAL PRIMO SEMINARIO DEDICATO AGLI IMMIGRATI QUALE SEGMENTO DI CONSUMO.
I CONSUMIDEGLI IMMIGRATI
Sono previsti interventi riguardanti:- le “domande” degli immigrati oggi- se e come queste “domande” si sonoevolute, rispetto al decennio scorso
- quali desideri-bisogni in particolare verso il mondo dei beni di largo consumo e dei servizi.
Verrà presentato anche un approccioetnoantropologico specificamente miratosul segmento immigrati.Faremo conoscere la metodologia di geosegmentazione degli immigrati a cura di CTB Consulting.E illustreremo un caso specificatamentededicato all’importazione e alla distribuzione di prodotti etnici.Gli interventi saranno di Elena Cappelletti,Edmondo Lucchi, Giuseppe Minoiae di Vincenzo Turi (CTB Consulting),Lorenzo Domaneschi (Università Bicocca)e Federico Peruzzi (Uniontrade).
MILANO 9 APRILE 2013
> SOMMARIO
info: [email protected].
SEMINARIO GfK EURISKO
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DIETRO I RITARDIDELLA POLITICA C’È TUTTAL’ARRETRATEZZA,ANCHE CULTURALE, DI UN PAESE CHENON HA SAPUTOSCEGLIERE E CHEHA GIÀ PERSO PIÙ DI UN’OCCASIONE, PER USCIRE DALLA SPIRALE DEL DECLINO
“
“
SILVESTRE BERTOLINI
le categorie da noi rappresentate e so-
prattutto la dirigenza dell’industria.
Dal 2008 a oggi ha perso il lavoro circa
il 20% del management.
Si sta consolidando l’erroneo concetto
che i ruoli manageriali siano più un co-
sto che una risorsa. Nel sistema pro-
duttivo italiano - rispetto a quello eu-
ropeo - si profila un allontanamento
progressivo della presenza manageriale.
Non possiamo permetterci il lusso, tut-
tavia, di disperdere e impoverire un pa-
trimonio di conoscenza e competenza
più che mai indispensabili per avviare
un deciso e coraggioso progetto di cre-
scita. Recenti analisi dimostrano che
nelle imprese il modello di governance
manageriale produce effetti positivi su
tutti gli indicatori economici.
Ci sono esempi illuminanti di impren-
ditori che hanno compreso questo
DAI MANAGER L’AGENDAPER SALVARE L’ITALIA
Ottocento mila manager, distribuiti nei diversi settori economici e sociali: dall’industria al terziario, dall’agricoltura alla sanità; dalle banche alla pubblicaamministrazione, alla scuola. Ogni giorno tutti responsabilmente coinvolti nell’ organizzare le risorse - uomini, capitali, know how - per raggiungere risultati di sviluppo e di crescita e, nei momenti di crisi come l’attuale, almeno di tenuta a vantaggio dell’intera comunità nazionale. La Cida - Manager e Alte Professionalità per l’Italia è l’organizzazione sindacale dei dirigenti e delle alte professionalità dei più importanti settori produttivi. La presiede Silvestre Bertolini, la cui visione è sintetizzata in queste pagine
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Silvestre Bertolini, Presidente CIDA –
Manager e Alte Professionalità per l’I-
talia, accetta di tracciare con noi un
profilo concreto e reale del Paese, lo
stesso che ha presentato, lo scorso no-
vembre, agli Stati Generali Cida, pre-
sente anche il Presidente Monti. “Con-
divido tutte o quasi tutte le vostre pro-
poste, proprio per il loro valore per il
Paese, e ritengo che il dialogo di CIDA
con Governo e Parlamento può e deve
costituire una risorsa oggi e soprattutto
per il futuro”, ha siglato Mario Monti a
fine incontro.
Una responsabilità condivisa, dunque …“Siamo consci della nostra parte di re-
sponsabilità, facciamo autocritica. Ma
vogliamo reagire come singoli e come
organizzazione. Questi difficili cinque
anni di crisi hanno colpito duramente
*Silvestre Bertolini, Presidente CIDA - Manager e Alte Professionalità per l’Italia è anche Amministratore Delegato GfK Italia e Regional COO della regione CEE e META per la divisione Consumer Choices di GfK.
Intervista a Silvestre Bertolini*
“Il nostro ruolo è rimasto per molto
tempo confinato nelle nostre aziende,
nei nostri uffici, nelle nostre corsie d’o-
spedale, nei nostri istituti scolastici.
Così, mentre noi ci concentravamo
solo all’interno dei nostri ambienti di
lavoro, il Paese, ma soprattutto la classe
politica, perdeva la bussola ed entrava
in una fase di caos in cui si sono me-
scolate incompetenza, improvvisa-
zione, trionfo del clientelismo, mortifi-
cazione del merito, irresponsabilità, il-
legalità. Dietro i ritardi della politica c’è
tutta l’arretratezza, anche culturale, di
un Paese che non ha saputo scegliere e
che ha già perso più di un’occasione,
per uscire dalla spirale del declino”.
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rialità, venga penalizzata in quiescenza.
Stiamo già predisponendo emenda-
menti e sensibilizzando Deputati e Se-
natori facendo loro capire l’assurdità di
questa misura. Il problema degli eso-
dati può essere finanziato con una
maggiorazione delle sanzioni a carico
degli evasori fiscali o con un taglio vero
alla spesa pubblica improduttiva che è
ancora enorme. Sappiamo che la deci-
sione spetterà al prossimo Parlamento,
ma la nostra richiesta è di rispettare
quanto dichiarato nel 2010 dalla Corte
Costituzionale in merito alla non ripe-
tibilità di blocchi perequativi o contri-
buti di solidarietà. È un fatto di princi-
pio e sui principi non si può derogare o
negoziare. Quella degli esodati, inoltre,
è un’emergenza di sistema che si ripe-
terà nel tempo, in funzione dell’allun-
gamento della vita lavorativa previsto
nella nuova riforma della previdenza.
Abbiamo avanzato a suo tempo propo-
ste che miravano a correggere le dis-
funzioni di questa riforma”.
Può entrare nel dettaglio di questeproposte?“Una di queste riguarda l’estensione,
anche agli uomini, dell’applicazione
del sistema del calcolo contributivo
sull’intera anzianità maturata, come
già avviene in forma sperimentale per
le donne che hanno raggiunto i 57 anni
di età e hanno un’anzianità contribu-
tiva di 35 anni. La consideriamo una
soluzione praticabile, equa, in grado di
dare una risposta credibile e immediata
agli esodati. E ancora, perché non chie-
dere a queste persone, in cambio del
doveroso sostegno loro assicurato, di
mettersi in qualche modo a disposi-
zione di enti pubblici per aumentarne
l’efficienza? Più in generale, per risol-
vere i problemi del sistema pensioni-
stico occorrerebbe dare maggiore fles-
sibilità alla riforma e consentire ai lavo-
ratori di uscire dal lavoro all’interno di
una fascia di età (per esempio tra i 62 e
i 70 anni) invece di partire, come ac-
cade oggi, da un’età predefinita uguale
per tutti. Con incentivi e penalizza-
zioni, certo, ma privilegiando la libertà
individuale di scegliere”.
Ipotesi concrete, suggerimenti com-petenti, forse sta crescendo il vostroimpegno di categoria per incideresulle scelte politiche che dovranno es-sere prese nel prossimo futuro, con lavolontà, quasi, di trasformarvi da ca-tegoria professionale a vero soggettosociale?“Meritocrazia, valorizzazione del ta-
lento, cultura della responsabilità, sono
i valori su cui si basa la nostra profes-
sionalità e adesso vogliamo metterli al
servizio del Paese. Il nostro compito
nelle imprese è di farne crescere l’effi-
cienza e il valore. È giunto il momento
di far crescere anche il nostro Paese.
Vogliamo contribuire ad affermare,
nell’intera società, la cultura della com-
petenza, della conoscenza e del merito.
concetto e colto l’opportunità di co-
niugare alla capacità imprenditoriale la
conoscenza e la competenza manage-
riale. Aziende che sono diventate cam-
pioni nel loro settore, non solo in Ita-
lia, ma nel mondo: solo per citare al-
cuni esempi, Luxottica, Technogym,
Eataly, Diesel”.
È necessario, allora, che gli uominidelle imprese recuperino il rapportocon la società e le istituzioni, per darevisibilità al valore sociale di fare im-presa, ed essere il motore trainantedello sviluppo?“Sì, purtroppo i segnali che ci arrivano
non sono buoni: consideriamo, per
esempio, la vicenda degli esodati, che è
stata il frutto di una riforma necessaria,
ma gestita male. Se ci fosse stata dispo-
nibilità ad ascoltare chi ogni giorno
opera in azienda e conosce i casi speci-
fici, questo problema sarebbe stato evi-
denziato meglio e forse risolto prima.
Gli ultimi provvedimenti introducono
una clausola di salvaguardia di finan-
ziamento che, però, prevede il ricorso a
un ulteriore blocco della perequazione
delle pensioni di 3000 euro lorde al
mese. Tutto ciò ci pare una soluzione
ingiusta e insopportabile.
I titolari di queste pensioni le meri-
tano. Dal ‘98 ad oggi questi pensionati
sono stati destinatari di ben 5 inter-
venti simili: hanno già dato, e anche
troppo. È inaccettabile che la merito-
crazia, valore su cui si basa la manage-
QUELLA DEGLI ESODATI È UN’EMERGENZA DI SISTEMACHE SI RIPETERÀ NEL TEMPO, IN FUNZIONE DELL’ALLUNGAMENTO DELLA VITA LAVORATIVA PREVISTO NELLA NUOVA RIFORMA DELLA PREVIDENZA. ABBIAMO AVANZATO A SUO TEMPO PROPOSTE CHE MIRAVANO A CORREGGERE LE DISFUNZIONI DI QUESTA RIFORMA
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Vogliamo avviare una “rivoluzione ma-
nageriale” per rilanciare la produttività
e la crescita del Paese. Vogliamo inno-
vare il nostro modello di rappresen-
tanza sviluppando una nuova dimen-
sione sociale, convinti di poter coniu-
gare i nostri pur legittimi interessi con
quelli più ampi dell’intera collettività.
Vogliamo un Paese migliore, non solo
per noi ma anche per i nostri figli e ci
impegneremo per ottenerlo”.
È per questo motivo allora che le Fe-derazioni dei manager pubblici e pri-vati hanno dato vita a una nuovaConfederazione la CIDA – Manager eAlte Professionalità per l’Italia a cui èstato affidato il compito di dialogarecon le Istituzioni?“È per questo che la CIDA ha creato
PriorItalia, un movimento che ha lo
scopo di offrire alle Istituzioni proposte
e progetti per modernizzare il Paese. Lo
scorso agosto scorso abbiamo radunato
a Roma centinaia di manager che
hanno lavorato per elaborare le prime
duecento proposte che offriremo ai
Comuni, alle Regioni, al Governo. Ed è
per questo che lo scorso novembre ab-
biamo offerto al Governo e alle altre
Istituzioni nazionali e locali il contri-
buto delle nostre idee, della nostra
esperienza, della nostra passione civile”.
Possiamo entrare nel dettaglio di al-cune di queste proposte? “Parliamo di rinnovo dell’Amministra-
zione pubblica, per esempio. La crisi è
dolorosa ma è anche un’opportunità.
Dobbiamo introdurre nel tessuto so-
ciale dosi massicce di legalità, di traspa-
renza, di competenza e di merito.
Dobbiamo riscoprire la radice etica
della politica e dell’economia, perché
solo da qui potrà venire la competiti-
vità e la ripresa della crescita.
Dobbiamo ricostruire lo Stato, favo-
rendo una continua osmosi tra pub-
blico e privato, e una forte contamina-
zione di cultura d’impresa nella ge-
stione degli apparati statali.
L’ ordinamento in vigore è stato pen-
sato per uno Stato pesante e onnipre-
sente: una condizione non più attuale
in ragione di una forte connotazione
europea e di una presenza diffusa di
autonomie territoriali (Regioni, Pro-
vince, Comuni) e di quelle funzionali
(Scuole, Università e Camere di Com-
mercio). Possiamo collaborare con la
politica per avviare un processo di in-
novazione della pubblica amministra-
zione, che operi al servizio esclusivo dei
cittadini, con imparzialità e traspa-
renza, seguendo le buone regole della
semplificazione e della contabilità eco-
nomica, nella logica di un corretto rap-
porto costi/benefici.
Gli interventi di riordino non sono
mancati (pensiamo alla costituzione
del Grande Inps, la riduzione delle Isti-
tuzioni scolastiche, dei Tribunali , gli
accorpamenti delle Agenzie fiscali, de-
gli uffici territoriali del MEF e della
Banca d’Italia.
Occorre adesso ridurre le Regioni,
abolire davvero le Province e unire i
piccoli Comuni. Dobbiamo ridurre
l’infrastruttura politica, perché forse
180 mila eletti, 30 mila amministratori
di società pubbliche e centinaia di mi-
gliaia di persone che “vivono di poli-
tica” sono un lusso che non ci pos-
siamo più permettere. La politica fissi
gli obiettivi, emani indirizzi e direttive,
eserciti il controllo ma si astenga dalla
gestione. La valutazione dei dirigenti
pubblici dovrebbe seguire gli stessi cri-
teri della dirigenza privata, ovvero ba-
sata sulle performance, sul merito e sul
raggiungimento di precisi obiettivi.
Per questo la CIDA vuole contribuire
alla formazione manageriale aprendo
le proprie business school private a
studenti universitari e favorendo lo
scambio tra manager privati e diri-
genti pubblici, riservando gratuita-
mente il 20% dell’offerta formativa ai
nostri giovani (circa 5.000 studenti al-
l’anno). Così potremo iniziare a col-
mare il deficit di presenza manageriale
nel Paese. Possiamo inserire compe-
tenze specifiche nel tessuto delle PMI,
attraverso schemi di trasferimento di
know how e tutorship. E infine, siamo
pronti a collaborare per varare un si-
stema di controllo dell’efficienza e
dell’efficacia della politica. Anche i
politici, che sono i primi dipendenti
del popolo, devono sottoporsi alla va-
lutazione delle loro decisioni.”
E dopo aver migliorato l’assetto orga-nizzativo dello Stato Italiano, qualialtri obiettivi proposti e condivisidalla Cida?“Non possiamo immaginare il futuro
dell’Italia se non all’interno del rilancio
dell’integrazione europea.
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Il modello su cui è stato costruito il
benessere dell’Europa negli ultimi 60
anni, però, deve evolversi. È per questo
che vogliamo e dobbiamo rilanciare la
nostra presenza in Europa, con l’orgo-
glio di chi è stato tra i sei Paesi fonda-
tori, e far progredire quella grande vi-
sione di cooperazione sovranazionale
che ci ha preservato dalla tragedia
della guerra, permettendoci di rag-
giungere una qualità della vita mai
avuta in precedenza. Sul piano geopo-
litico dobbiamo riconfermare il nostro
ruolo di ponte con la sponda sud del
Mediterraneo, il Medio Oriente e la
penisola arabica, aree che hanno parti-
colare bisogno dell’aggancio alla de-
mocrazia europea per risolvere ten-
sioni e conflitti”.
Certo tra i vostri obiettivi c’è anche ilconsolidamento del brand Italia el’ottimizzazione del nostro sistemaproduttivo…“Il nostro sistema produttivo è ancora
in grado di fare crescita, come dimo-
stra il buon andamento delle esporta-
zioni e del Made in Italy. Per fortuna, la
domanda del brand “Italia” è in forte
aumento in tutto il mondo, anche nelle
nuove potenze economiche come Cina,
India e Brasile.
A nostro giudizio bisogna tutelare il
patrimonio industriale; favorire la cre-
scita delle piccole imprese; investire nei
settori a crescita più elevata. I livelli di
competitività possono crescere solo
partendo da un’analisi profonda dei
fattori da cui essa dipende: ricerca, in-
novazione e sviluppo delle competenze
tecnico professionali. In questi campi,
l’investimento attuato finora è ancora
largamente insufficiente. Per sviluppare
le piccole aziende occorre diffondere
con più decisione il modello delle “reti
d’impresa”, aumentandone le conve-
nienze fiscali, amministrative e crediti-
zie. Gli incentivi pubblici, ancorché ri-
dotti, dovrebbero andare prioritaria-
mente alle imprese che si mettono in
rete per internazionalizzarsi, per svi-
luppare progetti di marketing e per in-
novare. Ciò consentirebbe un deciso
salto di qualità delle loro attività”.
“A nostro parere non si è fatto ancora
abbastanza per affrontare i veri nodi
che ostacolano lo sviluppo delle im-
prese italiane: la corruzione, l’illegalità
e gli interminabili tempi della giustizia
civile. Si tratta di problemi atavici che
impediscono di far affluire capitali dal-
l’estero. Da qui a parlare di riforma
della Giustizia il passo è davvero breve.
Occorre anche una riforma della giu-
stizia che dia certezza sull’uniforme ap-
plicazione delle norme. Fin quando
questi nodi non verranno sciolti, è illu-
sorio pensare che il sistema economico
italiano possa fare il salto di qualità che
occorre per favorire la crescita. Dob-
biamo investire di più nella filiera del-
l’italianità: turismo-cultura-ambiente-
benessere-agroindustria-green eco-
nomy, una filiera decisiva anche per
colmare il divario Nord-Sud. Un set-
tore questo, che contribuisce per oltre il
10% al PIL nazionale con aziende che a
differenza del resto non potranno mai
essere delocalizzate”.
In questo scenario complessivo da leitracciato, immagino non manchi an-che la rivoluzione fiscale …“Noi dirigenti, in servizio e pensionati,
rappresentiamo l’1,9% dei contri-
buenti, ma concorriamo al gettito to-
tale per il 20%, con un livello di tassa-
zione complessivo del 55%. Propo-
niamo di invertire lo slogan che sta alla
base della democrazia rappresentativa:
se è vero “no taxation without represen-
tation”, deve poter essere anche vero
“no representation without taxation”:
ciò apre la prospettiva di ridurre, per
gli evasori, i benefici pubblici, a comin-
ciare dai servizi sanitari e assistenziali,
il diritto di eleggibilità a cariche pub-
bliche e il diritto alla privacy, fino al
punto di pubblicare i nomi degli eva-
sori. Chi chiede benefici pubblici deve
essere sottoposto ad accertamento fi-
scale. Prioritario è per noi è il recupero
di un rapporto di rispetto ed equità del
Fisco nei nostri confronti. Non vor-
remmo più vedere provvedimenti re-
troattivi e condoni, oppure contributi
straordinari che colpiscono solo la no-
stra categoria, come il blocco della pe-
requazione automatica. La riforma fi-
scale può essere usata per disegnare
un’Italia più giusta. Il fisco non va con-
siderato solo in termini di quantità del
gettito, ma anche la qualità è altret-
tanto importante perché può costituire
una leva fondamentale per lo sviluppo.
Pensiamo che vada ridotta la quantità
di prelievo fiscale sul lavoro dipendente
e sulle imprese ed aumentata, invece,
sui percettori di rendite. Auspichiamo
un riequilibrio tra imposizione diretta
IL NOSTRO SISTEMA PRODUTTIVO È ANCORA IN GRADO DI FARE CRESCITA, COME DIMOSTRA IL BUON ANDAMENTO DELLE ESPORTAZIONI E DEL MADE IN ITALY
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e indiretta, con l’obiettivo di diminuire
la tassazione sul reddito da lavoro e da
pensione, aumentando il prelievo sui
beni attraverso l’Imposta sul Valore Ag-
giunto; proponiamo inoltre di sosti-
tuire con deduzioni quelle detrazioni
che oggi si azzerano per i redditi medi
e sono inapplicabili a quelli molto
bassi; vorremmo poi che il principio
del “conflitto d’interessi fiscale” fosse
inserito stabilmente nel nostro ordina-
mento, consentendo di dedurre dal
reddito quei beni e quelle prestazioni la
cui fatturazione è oggi troppo spesso
“dimenticata”.
Un altro must per la ripresa?“Aumentare i livelli di occupazione.
Siamo convinti che la flessibilità in
uscita e gli incentivi in entrata siano le
due leve strategiche che potrebbero
consentire alle aziende di ripartire, di
recuperare produttività salvaguar-
dando le aspettative delle due diverse
generazioni di lavoratori senza creare
contrapposizioni ma anzi prevenendo
un potenziale conflitto sociale.
Il compito del legislatore oggi, dopo le
riforme varate dal governo tecnico, è
quello di creare i pre-requisiti per met-
tere il nostro sistema produttivo in con-
dizione di avere gli strumenti necessari
per sostenere la ripresa. Ma altri capitoli
a nostro giudizio vanno affrontati:
1. Avviare una politica incentivante per
far rientrare i nostri giovani manager
dall’estero.
2. Favorire la nascita di parchi scienti-
fici e tecnologici per trattenere in Italia
le migliaia di ricercatori in fuga e con-
sentire una maggiore osmosi tra pe-
riodi di lavoro in patria e all’estero.
3. Incoraggiare l’occupazione femmi-
nile aumentando gli incentivi alle im-
prese.
Sfide, queste, che devono prevedere un
apposito “Patto di solidarietà interge-
nerazionale” con cui le aziende si im-
pegnano ad assumere giovani in cam-
bio dell’aiuto dei lavoratori anziani”.
“Ma un’altra sfida epocale è sicura-
mente il Welfare e la Sanità. Occorre
integrare l’assistenza e la sanità, cen-
trandola sulla persona – e soprattutto
sugli anziani – con modelli di Long
Term Care che si aprano al contributo
strutturale del volontariato e del pri-
vato, attraverso l’estensione di forme
assicurative collettive di origine con-
trattuale, come ad esempio avviene
nella dirigenza del terziario. Occorre ri-
durre drasticamente l’ingerenza poli-
tica nella gestione delle strutture sani-
tarie, responsabile di tanti scandali, co-
stituendo organismi tecnici di pro-
grammazione delegati ad attuare gli in-
dirizzi politici. La filiera sanità-assi-
stenza-benessere può addirittura di-
ventare un motore di crescita per l’Ita-
lia, che non “esporta” più pazienti all’e-
stero, ma ne “importa” circa 600 mila
l’anno e potrebbe “importarne” molti
di più quando entrerà in vigore la di-
rettiva europea sulla libertà di cura. La
strada verso un sistema di flex-security
per l’intero Paese è ancora lunga e non
potrà realizzarsi soltanto attraverso la
riforma dell’INPS, pur necessaria e ur-
gente. I nostri sistemi di flex-security
sono un modello adottato già da
tempo nelle nostre organizzazioni e
contribuiscono ad affrontare le diffi-
coltà di tutta la vita lavorativa, attra-
verso fondi pensionistici integrativi,
fondi di assistenza integrativa e solu-
zioni assicurative.
La possibilità di mantenere e svilup-
pare tali sistemi integrati per il Paese
dipende dalla qualità e dal numero di
giovani che entreranno nel mondo del
lavoro nei prossimi anni. I nostri fondi
sono la prova evidente di un sistema
che può fare della sussidiarietà un
perno per lo sviluppo e per l’efficienza.
Ciò però a condizione che la fiscalità
incentivi le virtuose iniziative private
risultato di accordi contrattuali stipu-
lati fra le parti sociali”.
Un quadro complessivo approfonditoe ricco di stimoli; una vera “agenda”operativa …“Siamo orgogliosi del nostro ruolo so-
ciale e siamo pronti a mettere a dispo-
sizione del Paese la nostra esperienza e
il nostro modo di operare. Forse siamo
rimasti in silenzio per troppo tempo.
È ora di passare dalle parole ai fatti,
dalle idee ai progetti. È ora di mettere il
Paese prima di tutto”.
OCCORRE ADESSO RIDURRE LE REGIONI, ABOLIRE DAVVERO LE PROVINCE E UNIRE I PICCOLI COMUNI. DOBBIAMO RIDURRE L’INFRASTRUTTURA POLITICA,PERCHÉ FORSE 180 MILA ELETTI, 30 MILA AMMINISTRATORI DI SOCIETÀ PUBBLICHE E CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE CHE “VIVONO DI POLITICA”SONO UN LUSSO CHE NON CI POSSIAMO PIÙ PERMETTERE
> SOMMARIO
14 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
osservatoriorisparmidelle
famiglie2013
dicassettesima edizione
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 15
giunto alla sua 17a edizionesi rinnovaPer essere di maggior supporto ai nostri clienti nel periodo di redazione dei budget aziendali, l’edizione di quest’annointroduce una nuova formula semestrale:
due report all’annocon particolare attenzione all’edizione autunnale.
l’osservatoriorisparmi delle famiglie
Come consuetudine, la consegna dei volumi avverràdirettamente presso le sedi dei sottoscrittori (primarelease entro il mese di Marzo,seconda release in Ottobre). Se di interesse sarà possibileorganizzare presentazioni ad hoc presso le sedi dei sottoscrittori per la condivisione interna. Vi ricordiamo che, per poteraccedere al Salone del Risparmio e partecipareall’evento di presentazionepubblica della nuova edizionedell’Osservatorio Risparmidelle Famiglie, è necessarioiscriversi al nostro eventodirettamente sul sitowww.salonedelrisparmio.com
GfK Eurisko e Prometeia hanno il piacere di informarLa che
INFO Antonella Busi [email protected]. 02/43.809.310 - GfK Eurisko
Discussione pubblicanell’ambito del Salone del Risparmio organizzatoda Assogestioni, a cui sono invitati tutti i sottoscrittoridell’Osservatorio Milano, 17 aprile ore 13,00 - 14,00, Aula Magna, Università Bocconi
Workshop di taglio pratico ed operativo riservato ai solisottoscrittoridell’osservatorio Milano, ottobre 2013
> SOMMARIO
16 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
“L’irrompere del mentale nella nostra specie sbaraglia non soltanto in termini culturali, ma anche negli assetti biologici, istintuali precostituiti e affermatisi. Non sappiamo dove tuttoquesto possa portarci: sappiamo, però, che tutto ciò che è nuovo come prima reazione ci scandalizza perché turba gli assetti di pensiero stratificatisi nel buon senso e ci impone nuovipensieri e nuove realtà emotive con cui confrontarci”. Così Antonino Ferro, psicoanalista tra i più noti e tradotti all’estero, e neo Presidente della Società Italiana di Psicoanalisi, spiega,in questa intervista, il difficile recente dibattito sulle coppie omosessuali e le nuove forme di genitorialità. “Se è vero che il ‘funzionamento della mente’ è lo specifico della nostra specie,ciò implica una serie di conseguenze a cascata di cui non siamo consapevoli in modo chiaro. La sessualità, per esempio; l’abbiamo sempre pensata come sessualità dei corpi, e in quest’otticaè facile definire ciò che è eterosessuale, omosessuale maschile od omosessuale femminile. Non è più così scontato se guardiamo alla sessualità come modalità di accoppiamento tra le menti,forse un punto di vista con il quale in tempi non lunghissimi potremmo trovarci a fare i conti”
sta autorevole, noto e tradotto all’estero per le sue numero-
se trattazioni, molte delle quali sui bambini.
Fin dall’inizio della nostra conversazione si dichiara poco
propenso a leggere in chiave psicoanalitica i trend sociali
emergenti: “Mi sento psicoanalista soltanto quando sono al
lavoro con un paziente, all’interno di una situazione defi-
nita, che è il setting.
Lì lo psicoanalista può dire cose specifiche, dotate di un
certo valore, di una certa credibilità. Al di fuori di questo
contesto esisto come essere umano: posso avere delle idee,
come chiunque altro. Posso intervenire sulle problematiche
sociali con lo stesso peso e valore che se fossi un neurologo
o un cardiologo, altrettanto serio e consapevole, responsa-
bile e di mente aperta”.
Nonostante questa premessa, di recente, sul “Corriere della
Sera”, Antonino Ferro è intervenuto in modo preciso e
incisivo nel dibattito sulle coppie omosessuali.
LA PREVARICAZIONEDEL MENTALEVerso nuove modalità di accoppiamento
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 17
di Vitalba Paesano
“Ritengo che nella nostra specie il mentale cominci a
sopravanzare sempre di più sul fisico e credo, quindi, che
non si possa fermare la storia, né contenere gli avvenimen-
ti, o frenare i costumi. Allo stesso modo, penso che non sia
possibile lanciare anatemi o bloccare movimenti nuovi.
Rispetto all’allevamento di un figlio, non mi sembra che la
cosa principale da considerare sia il sesso di chi lo allevi.
Credo che sia piuttosto il suo funzionamento mentale. Non
mi scandalizza assolutamente il sorgere di nuove ipotesi, di
nuove forme di allevamento, di nuove tipi di famiglie.
È importante come funzionino le due menti che allevano
un bambino. Sdrammatizzerei abbastanza i toni”.
Esordisce così, nel suo studio abbarbicato tra i tetti di una
casa d’epoca, nel centro di Pavia, Antonino Ferro, neo
Presidente della Società Italiana di Psicoanalisi, psicoanali-
18 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
Posizione chiarissima; questo ‘mentale’ incuriosisce …“Come psicoanalista posso rispondere che il funzionamento
mentale degli esseri umani, nelle ultime centinaia di migliaia
di anni, è rimasto fondamentalmente lo stesso. L’essere umano
cambia e cambierà, ma solo con l’evoluzione della specie.
Come persona che osserva i costumi, che viaggia, che ha con-
tatto con altri esseri umani, posso riscontrare che sicuramen-
te c’è un’evoluzione del costume, della società, dei legami, dei
rapporti. Se penso com’erano le famiglie quando io ero picco-
lo, e vivevo a Palermo … c’erano famiglie mononucleari, con
la schiera dei parenti … adesso parliamo di matrimoni gay.
È un’evoluzione del costume che, però, non mi turba. Cambia
il modo di aggregarsi degli essere umani, cambia la cultura, il
modo di vivere, l’impegno sociale, la religione. Ma i muta-
menti della mente umana hanno tempi lentissimi”.
Questo vale anche per le patologie?“Ci sono forme di patologia che adesso si esprimono in modo
diverso: è meno rilevante, per esempio, il posto che una volta
era di certe manifestazioni isteriche. Oggi la malattia attraver-
so la quale si esprime di più la sofferenza psichica sono gli
attacchi di panico. Si tratta di modalità più evacuative, più
espressive, con maggiori attinenze con il nostro modo di vive-
re. Oggi, cambiati i costumi, è cambiato il modo di manifesta-
re la sofferenza. Ma scava, scava, si vede che alla radice, è quel-
la di sempre. Non è cambiato il motivo, o le origini, o la base
della sofferenza. Sono modi diversi di manifestarsi di stati psi-
chici che sono tipici dell’Homo Sapiens. Fra cent’anni ci
saranno altre forme. Sono convinto che la psicoanalisi sia un
modo efficace di terapia della sofferenza psichica”.
Ritorniamo allora alla psicoanalisi, al mentale, al maschilee al femminile …“In un contesto psicoanalitico, per esempio, si vede che ci
sono modalità di funzionamento ricettivo, modalità di fun-
zionamento evacuativo; in seduta, per me, maschile e fem-
minile rimandano a profili precisi: il femminile a una
modalità di accoglienza, che è più ricettiva.
Il maschile rimanda a qualcosa di penetrativo, evacuativo,
convesso. Allora è molto interessante seguire le vicissitudi-
ni del concavo e del convesso, del maschile e del femmini-
le, del ricettivo e dell’evacuativo, del penetrativo e del
modo di funzionare di questi due aspetti insieme. Maschile
e femminile, per me, riguardano soprattutto modalità di
CAMBIA IL MODO DI AGGREGARSIDEGLI ESSERE UMANI,CAMBIA LA CULTURA, IL MODODI VIVERE,L’IMPEGNO SOCIALE,LA RELIGIONE. MA I MUTAMENTIDELLA MENTE UMANAHANNO TEMPI LENTISSIMI
“Se è vero che il ‘funzionamento della mente’ è lo specifico
della nostra specie, dobbiamo guardare alla sessualità come
modalità di accoppiamento tra le menti. Il vero rapporto
eterosessuale sarebbe solamente quello in cui un contenu-
to (pieno) si accoppia in modo fertile con un contenitore
(spazio accogliente) che ne consente lo sviluppo, svilup-
pandosi a sua volta. Ciò significherebbe che omosessuale ed
eterosessuale avrebbero pertinenza con il funzionamento
delle menti. Una coppia di due uomini potrebbe avere un
funzionamento eterosessuale se le loro menti si accoppias-
sero in modo creativo, o un funzionamento omosessuale
maschile o femminile. Lo stesso varrebbe per una coppia
eterosessuale che potrebbe avere un funzionamento omo-
sessuale delle menti: un cozzare continuo o un funziona-
mento fusionale. E così di seguito. Quanto più diamo peso
al mentale tanto più questo sarà il vertice più efficace per
comprendere tutte le possibili forme di genitorialità.
Questo criterio potrebbe implicare la normalità di rappor-
ti apparentemente omosessuali, ma in realtà eterosessuali,
e addirittura il poterci porre il problema su che tipo di ses-
sualità profonda (tra le menti) abbia una coppia apparen-
temente eterosessuale. Nel futuro dei mondi possibili che
forse ci aspettano, avere un figlio potrà essere assolutamen-
te normale, non importa da quale tipo di coppia. Più il
‘mentale’ si impone, più avremo a che fare con funzioni
diverse: funzione materna, funzione paterna, che potranno
essere esercitate in modo non necessariamente coerente
con l’appartenenza biologica”.
“Ben vengano bambini di coppie che si amano e che siano
capaci di buoni accoppiamenti mentali. Non sarà il sesso
biologico dell’uno o dell’altro ad aver più peso, ma le atti-
tudini mentali dell’uno e dell’altro. I figli li faccia chi ha
voglia di accudirli con amore. Ciò che conta in fondo è che
ogni bambino abbia la sua festa, che sia accolto e amato
come un prodigio”.
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 19
funzionamento. Questo non ha nulla a che fare con quan-
to accade fuori, nella società”.
“Lavorando in analisi con una persona, si può aumentarne
la ricettività, che poi deve sempre essere mantenuta in
oscillazione e in equilibrio con gli aspetti più penetrativi. Si
può regolare meglio il funzionamento di queste oscillazio-
ni e un buon accoppiamento fra le due modalità della fun-
zione mentale. Con l’analisi posso aiutare un paziente che
ha emozioni troppo intense, quasi esplosive, o ancora non
generate e riconosciute come tali, che vive queste emozioni
più come sensorialità primitive. A poco a poco posso aiu-
tare questa persona a sviluppare gli strumenti attraverso i
quali riesca a riconoscere queste emozioni, a contenerle, a
metabolizzarle.
In seduta il mio specifico è come la sala operatoria di neu-
rochirurgia, con gli strumenti di cui un analista-neuro-car-
diochirurgo dispone. Lì mi fermo. Terminata la seduta,
rimango sulla soglia della stanza. Il resto, è vita”.
“Senza emozioni primitive non possiamo vivere, ma le
emozioni vanno gestite. Di recente un paziente mi parlava
spesso di un amico che ha un pitbull che talvolta lo morde
e lo fa sanguinare. Nel contesto analitico il pitbull potrei
essere anch’io, che, con il mio ruolo interpretativo, posso
talvolta far sanguinare il mio paziente; ma al di là di questo
commento più interno all’analisi, quello che mi pare evi-
dente è che il mio paziente, nel momento in cui mi parla
del pitbull, si pone il problema delle proprie emozioni sel-
vagge che lo lacerano. La cura potrebbe essere dare del
Valium a tutti i pitbull? Certamente no. Oppure eliminarli
(cioè fare a meno delle emozioni)? Neppure.
Non possiamo neanche vivere con un pitbull che continua-
mente ci lacera. Allora a questo punto noi dovremo poter
sviluppare degli strumenti, delle attitudini per poter essere
capaci di gestire il pitbull senza esserne danneggiati e
riuscendo in qualche modo a governarlo.
Il genio chi è? Una persona ad alto regime di emozioni
forti, ma al tempo stesso capace di domare il pitbull che è
in lui. Così, quando abbiamo emozioni tenere, potremmo
paragonarle a un cagnolino affettuoso; però tutti siamo
anche un po’ pitbull. Occorre non negare questa verità,
altrimenti la violenza delle emozioni salta fuori all’improv-
viso. E diventa un sintomo, un attacco di panico, per esem-
pio. Questi sintomi, che rivelano l’incapacità a gestire le
emozioni, non dipendono dall’educazione ricevuta da pic-
coli: non è un fatto di norme. È piuttosto un tipo di accu-
dimento ricevuto: queste persone, da piccoli, si sono trova-
te di fronte al loro pitbull, ma non hanno trovato vicino a
sé un adulto capace di trasmettere un metodo per impara-
re a trattare le proprie emozioni violente”.
Si diceva prima proprio degli attacchi di panico. Ci sonoaltre forme di sofferenza che paiono emergenti?“Potremmo dire, per esempio, della Sindrome di Asperger1,
forme minori di autismo, nelle quali ci sono intelligenza,
capacità prestazionale a tutti i livelli, ma anche una certa dif-
ficoltà a entrare in contatto con le emozioni, a saperle vivere
e riconoscere. Forse non sono patologie in aumento, ma
abbiamo semplicemente più strumenti per individuarle.
Sicuramente vediamo pazienti che vivono con molta difficol-
tà il proprio emotivo.
1 “Sindrome di Asperger”venne coniato dallapsichiatra inglese LornaWing in una rivista medicadel 1981; la chiamò così in onore di Hans Asperger,psichiatra e pediatraaustriaco il cui lavoro non venne riconosciuto fino agli anni Novanta. Gli individui portatori di questa sindrome (la cui eziologia è ancoraignota) sono caratterizzatidall'avere una persistente
compromissione delle interazioni sociali,schemi di comportamentoripetitivi e stereotipati,attività e interessi moltoristretti. Diversamentedall'autismo classico, non si verificanosignificativi ritardi nello sviluppo dellinguaggio o dello sviluppocognitivo. Alcuni sintomi di questa Sindrome sono correlati ad altridisturbi, come ad esempio
il disturbodell'apprendimento non-verbale, la fobiasociale o il disturboschizoide di personalità. La Sindrome di Aspergernon viene diagnosticatasolo con le propriecaratteristiche, ma anchecon una vasta gamma di condizioni di disturbinon dovuti alla Sindrome,come depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo.
IL GENIO CHI È? UNA PERSONA AD ALTO REGIME DI EMOZIONI FORTI, MA AL TEMPO STESSO CAPACE DI DOMARE IL PITBULL CHE È IN LUI. COSÌ, QUANDO ABBIAMO EMOZIONI TENERE, POTREMMO PARAGONARLE A UN CAGNOLINO AFFETTUOSO; PERÒ TUTTI SIAMO ANCHE UN PO’ PITBULL. OCCORRE NON NEGARE QUESTA VERITÀ, ALTRIMENTI LA VIOLENZA DELLE EMOZIONI SALTA FUORI ALL’IMPROVVISO. E DIVENTA UN SINTOMO, UN ATTACCO DI PANICO, PER ESEMPIO
20 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
Queste persone sono meno legate all’emozione e più all’espe-
rienza fattuale. Ciò crea disagi nella relazione con gli altri per-
ché le emozioni non trovano modo di essere vissute. C’è una
grossa scissione emotiva. Il funzionamento intellettuale è
assolutamente brillante, quello emotivo è in difficoltà. Questa
sindrome è molto presente nei giovani. Pensiamo anche alla
sindrome giapponese Hikikomori2.
C’entrano i computer, Internet e le nuove tecnologie?
Io dico fermamente di no.”
Dipende ancora una volta dall’accudimento, oggi, infamiglia?“Forse sì. Ci sono meno nonni che raccontano le favole, per
esempio. La nostra cultura probabilmente tende meno al
fantastico, all’emotivo, al creativo, punta piuttosto alla per-
formance.
La mente umana per crescere e svilupparsi ha bisogno di
accudimento. Questa è l’unica affermazione che mi sentirei
di portar fuori dalla stanza analitica. Bisogna che questa con-
sapevolezza si diffonda. La crescita di un bambino avviene
solo grazie alla presenza viva, ricettiva e risuonante di un’al-
tra mente. Se poi questa mente è il papà, la mamma o la
nonna, se è la maestra dell’asilo o una zia, tutto sommato
poco importa. Purché vi sia sufficiente continuità nell’accu-
dimento. La mente del bambino si può sviluppare solo insie-
me a un’altra mente che disponga di questa attitudine di
capacità ricettiva, di fantasia, accudimento, presenza, condi-
visione. Due papà, due mamme…
Più persone si dedicano a questo compito, più menti siano
disposte veramente a prendersi questa cura, con letizia, fan-
tasia e curiosità, meglio è. Menti capaci anche di trarre pia-
cere e soddisfazione da questo processo di accudimento.
Se due omosessuali vogliono adottare un bambino, non
devono fare alcuno sforzo per interpretare un ruolo, ma
devono semplicemente esercitare, come abbiamo visto, capa-
cità ricettiva, fantasia, accudimento, presenza, condivisione.
Rispetto all’ospitalità carenziale di certe istituzioni, l’acco-
glienza di una persona disposta a occuparsi di un bambino è
senza paragone. E poco importa che abbia barbi e baffi, o
porti la gonna. È l’ultimo problema che mi porrei …”
E se il bambino a un certo punto se lo pone? Che si fa se ilbambino chiede “perché io …”?“Penso che si debba spiegare tutto con la stessa tranquillità
con cui, per esempio, si può giustificare un padre diabetico
che porta sempre con sé la siringa.
Non che l’omosessualità sia una patologia come il diabete,
sia ben chiaro. Ma noi siamo inzuppati di Super-Io, di giu-
sto e sbagliato, di chiesastico, ci facciamo molti più proble-
mi di quanti ce ne siano”.
Si possono dare suggerimenti perché l’accudimento siaadeguato? Una sorta di piccolo manuale di accudimentoper imparare a gestire il pitbull? “Bisogna che l’adulto eserciti la condivisione, l’accoglienza,
la capacità di giocare e di fantasticare con il bambino. Non
deve essere né lassista né troppo normativo. È giusto dare
regole di educazione perché i figli non siano maleducati,
ma occorre certamente essere molto più liberi, fantasiosi e
creativi nell’aspetto dell’accudimento.
È importante riuscire a dare quel tanto di norme elastiche
che servono per vivere nel contesto sociale e nel tempo stes-
so dedicare cure e attenzione per gli aspetti emotivi che
governano le relazioni umane. Winnicott, uno dei pilastri
della psicoanalisi che non a caso era anche pediatra, diceva
“Nessuno deve essere un genitore perfetto”.
Il massimo a cui possiamo aspirare è essere genitori suffi-
cientemente buoni. E analisti sufficientemente competenti,
naturalmente. Antonino Ferro ha dedicato molti anni della
SE DUE OMOSESSUALI VOGLIONO ADOTTARE UN BAMBINO, NON DEVONO FARE ALCUNO SFORZO PER INTERPRETARE UN RUOLO, MA DEVONO SEMPLICEMENTE ESERCITARE CAPACITÀ RICETTIVA, FANTASIA, ACCUDIMENTO, PRESENZA, CONDIVISIONE
2 Hikikomori,letteralmente “stare in disparte, isolarsi” è un termine giapponeseche si riferisce a coloro che hanno scelto di ritirarsidalla vita sociale, spessocercando livelli estremi di isolamento e confinamento a causa di vari fattori personali e sociali delle loro vite.
Il termine si riferisce sia al fenomeno sociale in generale sia a coloro che appartengono a questo gruppo sociale. Il fenomeno, già presente in Giappone dalla secondametà degli anni Ottanta,ha incominciato a diffondersi negli anniDuemila anche negli Stati Uniti e in Europa.
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 21
sua professione allo studio dei bambini. “Sono andato alla
ricerca del bambino perduto. Credo che l’infantile sia fon-
damentale. Diceva uno psicoanalista: ‘quando arriva in
seduta un paziente, l’adulto resta in sala d’attesa e il bam-
bino entra nella stanza d’analisi’. L’aspetto infantile della
mente interessa molto la psicoanalisi... ”.
Si può parlare di psicoanalisi anche per i bambini, dunque …“Certo, perché quella dei bambini è una vera e propria ana-
lisi. C’è molto agito, movimento, gioco; ci si occupa di
strutture allo stato nascente e la cura, a questa età, è molto
più rapida: se il percorso con un adulto dura sei anni, per
un bambino ne basta uno. L’analisi infantile è un utile stru-
mento di cura, ma è come con gli antibiotici; meglio non
averne bisogno. Tuttavia, se ce n’è necessità, per esempio in
presenza di un bambino ossessivo, meglio fare analisi a 4
anni, piuttosto che ritrovarsi in seduta a 40.
Innanzitutto si evita una quota di enorme sofferenza, e poi,
appunto, la cura è più veloce. Tra gli aspetti in espansione e
più interessanti per il futuro della nostra professione ci
saranno proprio la psicoanalisi rivolta all’infanzia, la psi-
coanalisi nelle patologie gravi e quella nelle patologie psi-
cosomatiche”.
La psicoanalisi infantile può essere considerata unaforma di prevenzione sulle patologie future ….
“In Svezia ci sono colleghi per i quali ho grande ammira-
zione, che hanno anticipato l’età di analizzabilità addirittu-
ra ai primi mesi di vita. Penso a straordinari analisti come
Johan Norman e Björn Salomonsson3 che si stanno occu-
pando di queste terapie precoci, con risultati straordinari.
Sono terapie fatte non con le parole, ma con il gioco sono-
ro e con una comunicazione che passa attraverso la sonori-
tà. Quel che conta, però, è lo stato mentale che c’è dietro la
3 Björn Salomonsson è psicoanalista con funzionidi training presso laSwedish PsychoanalyticalSociety. Ha pubblicatonumerosi lavori sullapsicoanalisi infantile, sul linguaggio e la comunicazione madre-bambino, alcuni dei quali suInternationalJournal of Psychoanalysis(2006, 2007). Ha lavorato e pubblicato insieme a Johan Norman.Collabora con il KarolinskaInstitutet di Stoccolma,Department of Womanand Child Health.
Salomonsson conducetrattamenti psicoanaliticicon neonati di pochi mesialla presenza delle loromadri e produce profondibenefici, talvolta in tempisorprendentemente brevi.Allievo del grandepsicoanalista svedese Johan Norman,Salomonsson afferma con forza di poterintervenire usando lo strumento interpretativoverbale con bambiniancora molto lontani dal linguaggio. Egli si rivolge direttamenteal neonato, privilegia
il lavoro psicoanaliticosull'inconscio, ritiene il bambino capace di comprendereaffettivamente aspetti delle interpretazioni del terapeuta, per esempioa proposito della sua rabbiae della sua tristezza.
«Nel corso del trattamento- spiega - lo psicoanalistacerca di entrare in dialogosoprattutto con il neonato,tenendo anche inconsiderazione i sentimentidi colpa, di depressione e di inadeguatezza della madre.”
sonorità. Con queste terapie, così, per esempio, neonati
anoressici e con disarmonie alimentari risolvono rapida-
mente i loro problemi. Nella nostra società si dovrebbe
arrivare a una formazione congiunta di psicoanalisti e
pediatri. Sembra ancora impossibile, ma io sono di un otti-
mismo estremo.
Credo che il futuro della psicoanalisi possa essere solido,
soprattutto per il trattamento di alcune patologie. I proble-
mi semmai, nel nostro Paese, che in questi ultimi anni si è
deteriorato, diventando sempre più corrotto, si registreran-
no con la crescita di una maggior sensibilizzazione per que-
sti nuovi aspetti.
O quando prevarranno altri interessi o altre offerte di mer-
cato più remunerative in tema di salute mentale. In
Finlandia, invece, dove non c’è per nulla il fenomeno della
corruzione, è proprio l’onestà di tutti a consentire l’esisten-
za di una sanità pubblica di livello eccellente, che riconosce,
anche per i bambini, le terapie psicoanalitiche. Perché fare
analisi precoce significa garantire alla società ridotti costi
sociali, ma soprattutto adulti sani e più felici”.
L’ANALISI INFANTILE È UN UTILE STRUMENTO DI CURA, MA È COME CON GLI ANTIBIOTICI; MEGLIO NON AVERNE BISOGNO. TUTTAVIA, SE CE N’È NECESSITÀ, PER ESEMPIO IN PRESENZA DI UN BAMBINO OSSESSIVO, MEGLIO FARE ANALISI A 4 ANNI, PIUTTOSTO CHE RITROVARSI IN SEDUTA A 40. INNANZITUTTO SI EVITA UNA QUOTA DI ENORME SOFFERENZA, E POI, APPUNTO, LA CURA È PIÙ VELOCE
> SOMMARIO
22 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
L’oggetto (l’opinione accomuna i docenti intervistati)
ha certamente grande forza, sia simbolica, sia didattica.
Per i ragazzi è il segno concreto di una scuola
che si toglie un po’ di ragnatele, che si avvicina al loro
mondo; per gli insegnanti è una novità guardata
con un po’ di sospetto iniziale, a volte piovuta dal cielo,
con il timore di non essere pronti, di poter essere spiazzati
o “giudicati” da allievi che appaiono più abili dell’adulto
nell’uso delle tecnologie. La paura è più che legittima,
gli alunni sono davvero più bravi dell’insegnante,
ma è proprio questo un punto di forza della didattica
con la lavagna interattiva. L’attenzione cresce, aumenta
la partecipazione che, soprattutto nella fase iniziale,
implica anche un po’ di caos, e la necessità di imparare
un nuovo modo di lavorare in aula.
La quotidianità è scandita anche da piccoli inconvenienti
pratici legati alla gestione della LIM e del computer,
problemi che scatenano l’energia dei ragazzi nello
“smanettare” per trovare soluzioni e dare suggerimenti.
Sentono - dice un insegnante - di poter “dare e non solo
ricevere”, di poterci insegnare qualcosa, si divertono,
ma sono anche più responsabilizzati.
Non solo: il terreno delle abilità digitali offre
anche una grande opportunità di valorizzazione
degli alunni “in difficoltà” che, spesso, si dimostrano
particolarmente a proprio agio nell’uso della Lim,
capaci di trainare e essere risorsa per tutti.
Qual è il reale contributo della lavagna interattiva
nella didattica? È un’innovazione davvero epocale?
LAVAGNA INTERATTIVAMULTIMEDIALEI risultati di uno studio qualitativo ed etnografico sull’impatto della lavagna interattiva multimediale nella didattica. GfK Eurisko ha analizzato le esperienze dei docenti (in diverse città italiane) ed è entrato in una scuola media di Lodi per capire, attraverso l’osservazione diretta in classe, quale impatto abbia la LIM sulla didattica
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 23
di Francesco Togni
UN PO’ DI STORIA…
La LIM è una lavagna arricchita da molte potenzialità digitali e multimediali; una periferica del computer, quindi tutto quello che è presente sul pc può esserevisualizzato con la LIM e diventa visibile da tutta la classe.La Lim si è diffusa in UK dopo il 2006 e successivamente anche in Messico, Francia, Spagna e ora anche in Italia.In Italia negli ultimi anni sono stateavviate iniziative per integrare le nuove tecnologie nella didattica,quali il DiGiScuola, con la distribuzionedi 1.600 lavagne nelle scuole secondarie di primo grado del Centro Sud. Il Ministerodell’Istruzione ha previsto di installare dieci mila lavagne in altrettante classi della scuolasecondaria di primo grado a settembre 2009 e altrettante a settembre 2010.
24 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
Forse è presto per dirlo e in ogni caso dal punto di vista
dei docenti la questione non è riducibile a una querelle
tra vecchio e nuovo, tra digitale e cartaceo.
Tutti, però, concordano sulle grandi potenzialità
della didattica con la LIM: una finestra sul mondo,
un mezzo versatile, uno spazio nel quale aprire molteplici
percorsi paralleli, utilizzando linguaggi differenti
(parole, testi, schemi, immagini, animazioni), a seconda
dei frangenti per spiegare, lavorare in gruppo,
per interrogare.
Sono moltissimi gli utilizzi possibili, ma è fondamentale,
dicono i docenti, mettersi in gioco e raccogliere la sfida.
In questo modo si può andare al di là
di un “effetto wow”, cioè una fascinazione estetica iniziale
sui ragazzi destinata a ridimensionarsi in tempi
relativamente brevi. Invece le opportunità appaiono
davvero grandi e trasversali alle discipline.
- La geografia diventa concreta navigando virtualmente
sul canale di Suez con Google maps, percorrendo
il tunnel sotto la Manica con un video, facendo progettare
ai ragazzi un viaggio in una grande città europea
(dall’acquisto dei biglietti fino alla scelta delle mete
significative da visitare). La vecchia cartina appesa cede
il passo a una varietà di mappe interattive da sfruttare
anche nella fase di interrogazione.
UNA “FINESTRA” SUL MONDO, UN MEZZOVERSATILE, UNO SPAZIO NEL QUALEAPRIRE MOLTEPLICI PERCORSIPARALLELI, UTILIZZANDO LINGUAGGIDIFFERENTI (PAROLE, TESTI, SCHEMI,IMMAGINI, ANIMAZIONI), A SECONDA DEI FRANGENTI PER SPIEGARE, LAVORARE IN GRUPPO, PER INTERROGARE
ATTEGGIAMENTI DEGLI INSEGNANTI AL PRIMO IMPATTO CON LA LIM
6Timore
2Imbarazzo
2Diffidenza
1Destabilizzazione
36
34
19
Apprezzamento/soddisfazione
Incertezza
Entusiasmo
Totale stati d’animo positivi Totale stati d’animo negativi
30
70
Valori in percentuale
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 25
- Nel caso di materie come le scienze, costrette a fare
i conti con laboratori e strumenti vetusti
e spesso inutilizzabili, la LIM rappresenta una rivincita.
Il microscopio può essere sostituito da filmati multimediali
e animazioni, perdendo forse un po’ di concretezza
ma con grande impatto e pertinenza didattica.
- La lezione frontale di storia può arricchirsi
con la proiezione di documenti, cartine, dipinti,
all’interno di percorsi interdisciplinari.
- Appare molto fertile anche l’uso per le lingue straniere
che trovano sul web un vasto repertorio di materiali
in lingua originale e possono contare su testi didattici
già molto avanzati nell’interattività e nell’uso applicato
tramite LIM.
- Ma più in generale uno dei grandi pregi della lavagna
interattiva è di allargare l’orizzonte dell’aula,
nello spazio (verso l’esterno, verso la realtà concreta)
e nel tempo (verso il presente e l’attualità, la ricerca
in tempo reale di approfondimenti).
Così le scosse del drammatico terremoto dello scorso
29 maggio, dopo i primi minuti e l’evacuazione, vengono
esorcizzate in una classe dell’istituto Cazzulani di Lodi,
collegandosi a Internet per ascoltare le news e cercare
informazioni scientifiche sull’evento, ragionando
e imparando insieme
E il libro? Che ruolo ha in questo nuovo scenario?
Per i docenti continua a essere un riferimento, la pagina
scritta resta un valore. L’avvento della LIM segna, però,
una discontinuità e il testo può semplicemente migrare
sul nuovo supporto, come un banale pdf, replicando
la rigidità e i limiti che qualunque libro necessariamente
possiede. La sfida è quella di scoprirne tutto
il potenziale interattivo, di dare al docente un materiale
continuamente plasmabile e ricomponibile,
nel segno di una didattica veramente rinnovata.
Questa è la sfida che si pone anche all’insegnante oggi.
E IL LIBRO? CHE RUOLO HA IN QUESTO NUOVO SCENARIO? PER I DOCENTI CONTINUA A ESSERE UN RIFERIMENTO, LA PAGINA SCRITTA RESTA UN VALORE. L’AVVENTO DELLA LIM SEGNA, PERÒ, UNA DISCONTINUITÀ E IL TESTO PUÒ SEMPLICEMENTE MIGRARE SUL NUOVO SUPPORTO, COME UN BANALE PDF, REPLICANDO LA RIGIDITÀ E I LIMITI CHE QUALUNQUE LIBRO NECESSARIAMENTE POSSIEDE
IL PARERE DEGLI INSEGNANTI
L’esperienza dei docenti intervistatiindica (in modo abbastanza trasversale alle discipline e ai profili)che l’introduzione della lavagna interattiva tende a sollecitare e promuovere:- una didattica meno frontale e tradizionale, più vicina a “linguaggi,abilità e tempi” dei media di riferimento per le nuove generazioni native digitali;- una didattica più “operativa”,“pragmatica”, “concreta”, non solo teorica, ma applicativa,non solo ascoltata passivamente, ma costruita insieme;- un’interazione più “libera” col docente con un apporto collaborativo maggiore da partedei ragazzi, che valorizza la loroexpertise, migliorando il clima d’aula e offrendo nuove possibilità di valorizzazione per alunni “deboli”;- la possibilità di apprendere cooperando e catalizzare l’attenzione attraverso la forza di un processo collettivo.
> SOMMARIO
26 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
GIÀ IL 2009 HA SEGNATO IL RITORNO A TUTTE LE FORME DI PROSSIMITÀ, CON IL REVIVAL DEL NEGOZIO SOTTO CASA,
NEL QUALE IL RAPPORTO DIRETTO E LA FIDELIZZAZIONE ALL’ACQUISTOCONSENTIVANO ANCHE MAGGIORE ASPETTATIVA DI QUALITÀ
COME CAMBIA DAVVERO LA SPESA DEGLI ITALIANI
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 27
Consumatore al centro? Sì, ma non come bersaglio. Con-
scio di questa sua centralità, il consumatore italiano si di-
chiara desideroso di saperne di più, vuole avere maggiori
informazioni e quindi conquistare consapevolezza dei pro-
cessi e dei criteri di sostenibilità che generano i suo acqui-
sti, le sue scelte.
Nel largo consumo, la notizia più attuale è senza dubbio
quella di una flessione dei consumi. Si tratta, però, di una
“discontinuità nella continuità” della crisi e della ridu-
zione del potere d’acquisto. Da tempo le famiglie persegui-
vano l’obiettivo di mantenere inalterati i livelli di consumo
con la mobilità e la ricerca di opportunità; le parole d’or-
dine erano multicanalità, promozione, infedeltà, downgra-
ding, accumulazione di conoscenza sull’offerta di prodotti
e formule distributive.
La famiglia incrementava il numero dei punti di vendita
frequentati e allargava il numero di prodotti provati e co-
nosciuti; valutava la promessa di convenienza della marca
privata ed era pronta a cogliere l’inevitabile promozione;
la famiglia era sempre più infedele e opportunista.
La crisi è stata solo un acceleratore di questo processo. E
sarebbe opportuno interpretare meglio i dati spesso enfa-
tizzati in modo negativo dai media.
La domanda di prodotti Food, Beverage e Cura Casa e Per-
sona è tendenzialmente stabile nel tempo ed il valore dello
scontrino tende ad aumentare per due possibili motiva-
zioni: l’andamento inflattivo e la spinta demografica. Solo
il primo dei due fattori è stato presente, con andamenti di-
versi, in maniera costante in Italia negli anni e ha determi-
nato una crescita costante.
La contrazione che si registra nel 2012, pur contenuta, è
quindi una novità che dimostra come la prudenza del
Consumatore Italiano si sia ormai estesa anche a quelle
voci di spesa che nel tempo risultano essere più “intocca-
Nel largo consumo si registrano flessioni. Si tratta, però, di una “discontinuità nella continuità” della crisi e della riduzionedel potere d’acquisto. Da tempo le famiglieperseguivano l’obiettivo di mantenereinalterati i livelli di consumo con la mobilitàe la ricerca di opportunità; le parole d’ordineerano multicanalità, promozione, infedeltà,downgrading, accumulazione di conoscenzasull’offerta di prodotti e formule distributive. La famiglia incrementava il numero dei punti vendita frequentati e allargava il numero di prodotti provati e conosciuti;valutava la promessa di convenienza della marca privata ed era pronta a coglierel’inevitabile promozione. La crisi è stata solo un acceleratore di questo processo. Oggi la maggiore attenzione agli acquistiporta il consumatore a tagliare senzaproblemi quei prodotti che prima entravanooccasionalmente nel carrello della spesa.Altro criterio per abbattere i costi è il Changing Mix, che consiste nello spendere meno per ciò di cui si ha davvero bisogno . Così dicono i datidi Panel Services GfK Eurisko
di Roberto Borghini
28 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
Sappiamo che l’inflazione è cresciuta molto più di questo
0,9%; se la spesa complessiva è cresciuta meno del tasso di
inflazione, dunque, significa che i consumatori da una partehanno ridotto i volumi, ma dall’altra hanno anche dovutooperare scelte differenti, che impattano sul percepito. Prendiamo, ad esempio, il problema della “quarta setti-
mana”, secondo il quale il budget familiare si consuma
quasi completamente nei primi 21 giorni del mese. I nostri
dati dicono che è un fenomeno vero, tuttavia, visto che la
spesa media non è in forte flessione, possiamo dire che se
si spende meno la quarta settimana, in realtà si spende di
più la prima.
Assistiamo, cioè, a una polarizzazione degli acquisti.Cambiano i tempi e i modi degli acquisti, per controllaremeglio le spese e le quantità. All’inizio del mese, carrelli
pieni; a fine mese carrelli un po’ più scarni e la percezione
è di far fatica.
La comunicazione e i media contribuiscono a diffondere
questa sensazione, che riguarda non solo il largo consumo,
ma anche i trasporti, l’abbigliamento, la sanità, tutti settori
che mostrano segni di sofferenza.
Cambia la modalità di fare la spesa. È un’evoluzione na-turale. Due le conseguenze: cambia la frequenza d’acqui-
sto, con una conseguente riduzione dello scontrino medio,
e, dall’altro, si registra il ritorno a tutte le forme di prossi-
mità, con il revival del negozio sotto casa, nel quale il rap-
porto diretto e la fidelizzazione all’acquisto consentivano
anche maggiore aspettativa di qualità. In un momento in
cui si è ridefinito il rapporto tra il fornitore di prodotti e il
consumatore, si è evidenziato anche che “evitare gli spre-
chi”, per il consumatore, significava anche alzare la propria
domanda di qualità, soprattutto per la parte dei prodotti
freschissimi.
Dal 2009 al 2012 il consumatore ha ridotto i propri acquisti
presso l’ipermercato, dove sono maggiori le tentazioni d’ac-
quisto. C’è stato, così, un ritorno alla razionalizzazione
bili” e che addirittura tendono a crescere in termini di in-
cidenza sul budget totale di Spesa nei momenti di crisi
(nei quali in genere si “tagliano” più altre voci di costo: va-
canze, tempo libero, consumi fuori casa, abbigliamento e
accessori. Il nostro compito oggi ancor più di ieri - e non
solo come ricercatori- è quello di guardare avanti e non
fare discorsi disfattisti.
Per la prima volta da molti anni, si riscontra una contra-
zione dei volumi. Questa contrazione risulta, però, sovra-
stimata, anche per la tipicità della nostra storia; siamo un
popolo che nel risparmio ha sempre visto la più rassicu-
rante delle proprie tranquillità; che ha sempre investito
quasi esclusivamente nel mattone. Oggi la possibilità di ri-
sparmiare si è praticamente annullata e quindi è forte la
percezione del disagio.
IL 2012 SI CARATTERIZZA PER UN RALLENTAMENTODEI CONSUMI LA CRESCITA DELLA SPESAÈ PREVALENTEMENTE LEGATA ALL’INFLAZIONE
0.6%-Fonte: GfK Panel Services
€ 3,736
2007
€ 3,776
2008
€ 3,836
2009
€ 3,853
2010
+ 3%
€ 3,969
2011
€ 4,005
2012
TABELLA 1 SPESA MEDIA FAMIGLIARE FMCG
L’andamento dei voluminell’ultimo anno
0.9%+ L’aumento della spesa media dellefamiglie italiane nell’ultimo anno
6
+ 0.9%
6
DAL 2009 AL 2012 IL CONSUMATORE HA EVITATO SPESSO L’IPERMERCATO,DOVE SONO MAGGIORI LE TENTAZIONI D’ACQUISTO. C’È STATO, COSÌ, UN RITORNO ALLA RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA: SI FREQUENTANO I PUNTI VENDITA IN MODO MENO ASSIDUO, CON UNA LISTA DELLA SPESA PROGRAMMATA, E UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE PROMOZIONI
2007 2008 2009 2010 2011 2012
21.9 22.1
24.425.9
27.6 28.1
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 29
della spesa: si frequentano i punti vendita in modo menoassiduo, con una lista della spesa programmata, e una par-ticolare attenzione alle promozioni (nel punto vendita abi-
tuale, ma anche in altri punti vendita del quartiere).
È quanto vediamo nella Tabella 2.
Come si vede, nel 2009 è aumentata la frequenza -156 volte
all’anno- (e quindi è diminuito l’importo dello scontrino
unitario: 24,58 euro). Nel 2012 siamo scesi a 147 volte al-
l’anno, con un importo scontrino medio di 27,16 euro.
Una riduzione del – 5,6% di frequenza d’acquisto rispetto
al 2009; e un aumento dello scontrino del +10,5% nello
stesso periodo. Cambiano le forme d’acquisto, dunque.
Ma questo non significa mutamenti travolgenti.
Mentre con il ritorno alla prossimità del 2009-2011 si era
registrata una sofferenza degli ipermercati, messi in dis-
cussione nel loro ruolo primario (che è sempre stato
quello di garantire le grandi spese di stock), nel 2012, si re-
gistra il ritorno alla razionalizzazione della spesa, che co-
munque non sarà più di grandi scorte.
Nel frattempo infatti, è cambiata anche la distribuzione, con
maggiore diffusione di ipermercati e superstore nei grandi
centri urbani. Rimane il concetto di prossimità, ma si torna
alla lista della spesa. In questo contesto cambiano anche le
preferenze quanto a promozioni, che registrano un aumento
del 27% rispetto al 2008 (Tabella 3).
OCCASIONI D’ACQUISTO PER FAMIGLIA
Fonte: GfK Panel Services
149
2007
149
2008
156
2009
154
2010
151
2011
147
2012
TABELLA 2MENO CARRELLI ALL’INSEGNA DI UNA SPESAMAGGIORMENTE PROGRAMMATA
66
25.14
2007
25.32
2008
24.58
2009
24.99
2010
26.29
2011
27.16
2012
SCONTRINO MEDIO (€)
5.6%- VS 2009
10.5%+ VS 2009
TABELLA 3CRESCE L’UTILIZZO DELLA LEVA PROMOZIONALE
27%+RISPETTO AL PERIODO“PRE CRISI”
LCC % VOLUMI VENDUTI IN PROMOZIONE
6
Fonte: GfK Panel Services
+ 27%
È CAMBIATA ANCHE LA DISTRIBUZIONE,CON MAGGIORE DIFFUSIONEDI SUPERMERCATI NEI GRANDI CENTRIURBANI. RIMANE IL CONCETTODI PROSSIMITÀ, MA SI TORNAALLA LISTA DELLA SPESA
Fonte: Sinottica
30 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
Quali sono le promozioni vincenti? Il consumatore in-dica sempre più chiaramente di volere il taglio prezzo,uno sconto immediato sul prodotto che si stava già ac-cingendo ad acquistare. E le industrie e i distributori cer-
cano di accontentare questa richiesta del consumatore.
Il consumatore sa anche che, aspettando, prima o poi tro-
verà in promozione il suo prodotto preferito.
È la capacità di adattamento dei responsabili d’acquisto. In
un momento di crisi, il consumatore aumenta il livello di
attenzione, mette in pratica la sua capacità di interagire,
con le fonti informative.
E se trova una promozione nuova, allora la prova, met-
tendo in discussione, così, i Brand di prima.
TABELLA 4 RISPARMIO NETTO E IMMEDIATO
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1995
/ 1
1995
/ 2
1996
/ 1
1996
/ 2
1997
/ 1
1997
/ 2
1998
/ 1
1998
/ 2
1999
/ 1
1999
/ 1
2000
/ 1
2000
/ 2
2001
/ 1
2001
/ 2
2002
/ 1
2002
/ 2
2003
/ 1
2003
/ 2
2004
/ 1
2004
/ 2
2005
/ 1
2005
/ 2
2006
/ 1
2006
/ 2
2007
/ 1
2007
/ 2
2008
/ 1
2008
/ 2
2009
/ 1
2009
/ 2
2010
/ 1
2010
/ 2
2011
/ 1
2011
/ 2
sconto sul prezzo
55 5761
64 65 65 67 6966 67 68
71 69 71 7276 78 77 79 81 82 84 83
86 85 86 86 8885 87 85
88 87 89
48 46 45 46 47
5357 57 56 54 54 56
53 55 5450 50
54 53 54 55 55 57 58
52 51
5862
57 58 56 58 57 57
14 12 14 14 1419 21 20 19 20 21 22 22 23 23 21 20
23 23 24 25 2629 29 28 27 26 27
24 25 26 24 25 23
19 1722 24 26
23 24 26 25 26 25 27 26 28 26 26 25 2724 24 24 24 24 26 26 24 25 26 25 27 25 25 25 24
IL “TAGLIO PREZZO” (RISPARMIO IMMEDIATO SENZA NECESSITÀ DI ULTERIORE INVESTIMENTO) È LA TIPOLOGIA DI PROMOZIONE CHE CRESCE NEGLI ULTIMI ANNI
3 x 2 regalo subito raccolta punti per regalo
L’esperienza dirà se il rapporto qualità/prezzo è vincente e
dirà anche che provare il nuovo non è rischioso né per-
dente. La conseguenza è che oggi alle marche viene chiesto
di giustificare meglio e di più il posizionamento di prezzo
dei loro prodotti.
Osserviamo la Tabella 4 che presenta l’andamento delle
promozioni nel 1995: lo “sconto sul prezzo”, rispetto al
“3x2”, aveva valori molto simili, intorno al 50%.
Se valutiamo la situazione all’inizio del 2012, si nota che le
formule del “3x2” sono aumentate, ma si sono stabilizzate
al 60%, mentre il “taglio prezzo” è arrivato al 90% del gra-
dimento.
IN UN MOMENTO DI CRISI, IL CONSUMATORE AUMENTAIL LIVELLO DI ATTENZIONE, METTE IN PRATICA LA SUA CAPACITÀDI INTERAGIRE, CON LE FONTI INFORMATIVE.E SE TROVA UNA PROMOZIONE NUOVA, ALLORA LA PROVA,METTENDO IN DISCUSSIONE, COSÌ, I BRAND DI PRIMA
APRILE 2013 | SOCIAL TRENDS | GfK EURISKO | 31
Infine è utile valutare il livello di di preoccupazione del con-
sumatore oggi (Tabella 5): intervistando il nostro campione
di riferimento (8.000 famiglie del Panel Services GfK Euri-
sko) sulle previsioni degli acquisti per il 2012, il 40% circa ha
dichiarato che avrebbe ridotto i prodotti di largo consumo.
A fine anno abbiamo verificato gli acquisti effettivi, confron-
tandoli con quelli dell’anno precedente.
È risultato che circa il 36,3% delle persone ha effettiva-mente ridotto i propri livelli di spesa. Non c’è distonia,dunque, tra quello che uno pensa di dover fare (39,6%) equello che poi fa davvero (36,3%). Spendere meno non si-gnifica necessariamente consumare meno, però. Analiz-
zando le dinamiche di acquisto per ogni singolo mercato
dell’alimentare e delle bevande, scopriamo che il 30% dellariduzione di spesa è fatto da una contrazione, se non addi-rittura una cancellazione, del consumo occasionale. Si riducono gli acquisti di prodotti voluttuari, che entravano
TABELLA 5 LE PREOCCUPAZIONI E LE STRATEGIE 2012
AD INIZIO 2012 IL 39.6% DEI CONSUMATORI DICHIARAVA CHE AVREBBE RIDOTTO LE SPESE QUOTIDIANETra le spese che generalmente sostiene, ci può indicare quali cercherà di ridurre?
Chi farà attenzione
alle occasioni di svago
19.1%
Chi farà attenzione a
svago e elettronicaelettrodomestici
21.5%
Chi pensa di dover ridurre i propri consumi in generale
15.7%
Chi farà attenzione ai prodottiFMCG
23.9%
Chi non pensa di ridurre
i propri consumi
19.8%
39.6%
TABELLA 6 RIDUZIONE DEI CONSUMI OCCASIONALI MA NON SOLO...
La maggiore attenzione agli acquisti porta il consumatore a rinunciare ai prodotti che prima entravano occasionalmente nel carrello della spesa
Il Changing Mix (spendo meno per ciò di cui ho bisogno) è una leva importante agita dal consumatore per gestire il proprio budget di spesa
La riduzione dei consumi “strutturali” vale il 43% del calo
nel carrello per caso o perché d’impulso si decideva di pro-
varli. Un 27% di riduzione è dovuto, invece, a un cambia-mento vero nel comportamento d’acquisto: cambio dimarca, ad esempio, per non sforare il budget, mantenendo
le quantità. Il Changing Mix (così si chiama il fenomeno)
potrebbe avere un peso più elevato, ma non è così perché si è
disposti a scendere di livello ma poco. Ogni persona riduce i
propri consumi in base a tutti tre questi criteri, ma non sem-
pre sono strategie coscienti. (Tabella 6).
In conclusione, grande mobilità per le famiglie che “sal-
tano” da un prodotto all’altro, allargando il paniere dei loro
acquisti, sia per cercare nuove formule di risparmio, ma
non solo. Cercano maggiori conferme che stanno spen-
dendo il giusto. L’obiettivo è saper scegliere, partecipare a
un consumo intelligente. Consumatore al centro?
Oggi più che mai il consumatore è al centro, vuole esserlo,
vuole esserlo come parte attiva e interattiva e non solo
come un “obiettivo” di diverse attività.
Fonte: GfK Panel Services
Fonte: GfK Panel Services
Riduzione dei consumi occasionali
Changing Mix
Riduzione dei propri consumi
27
43
30
Valori in percentuale
> SOMMARIO
32 | GfK EURISKO | SOCIAL TRENDS | APRILE 2013
Direttore responsabile Giuseppe Minoia
Comitato Editoriale Paolo Anselmi, Gabriella Calvi Parisetti,Isa Cecchini, Fabrizio Fornezza,Remo Lucchi, Giuseppe Minoia, Vitalba Paesano, Silvio Siliprandi
Coordinamento editoriale e ufficio stampa Vitalba Paesano
Grafica e impaginazione Fabio Berrettini
Segreteria Maura Giovannini, Tiziana Pascali
Il numero è stato inviato in formato PDF via email il 5 aprile 2013.Social Trends è edito da GfK Eurisko, allo scopo di migliorare la conoscenza delle trasformazioni della società, in ambito nazionale e internazionale. È diffuso, in forma gratuita, a una mailing list riservata. L’iscrizione alla mailing può essere richiesta da istituzioni o imprese, oppure dalle persone che facciano parte delle medesime
e siano investite di responsabilità, o da giornalisti e colleghi della stampa. Per richiedere l’iscrizione, inviare una email a [email protected] Eurisko garantisce che le informazioni relative agli abbonati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio del Notiziario. Tali informazioni verranno gratuitamente rettificate o cancellate su richiesta. La cancellazione interromperà gli invii.
Scriveteci via email:osservazioni, suggerimenti, idee, contributi
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EURISKOSOCIALTRENDS
> SOMMARIO
2 IL CIBO MULTICULTURALE. VERSO EXPO MILANO 2015di Paolo Anselmi e Giuseppe Minoia
10 LA RICERCA DI BENESSERE IN TEMPO DI CRISIdi Isabella Cecchini
14 DOTTOR WEB: PAZIENTE E MEDICO NELL’ERA DIGITALEdi Isabella Cecchini e Elena Todesco
18 STUDIARE IL DECISION MAKING NELL’ERA DIGITALEUNA PROSPETTIVA DI STUDIO QUALI-QUANTITATIVAdi Isabella Cecchini e Giacomo Catanoso
22 GUIDARE FINO A 100 ANNI CON L’AUTO SELF-DRIVINGdi Nicola Crea
30 SEMINARIO ANNUALE GfK EURISKOSAPER VEDERE OLTRE LA CRISI. LE SFIDE DI UN CONSUMO CHE CAMBIA
SOMMARIO CENTODICIOTTO
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 1
IL CIBOMULTICULTURALEQuesto numero di Social Trends apre con un dialogo
sul cibo multiculturale. Che significa prodotti, idee,
racconti, confronti e scontri nell’area che noi
troppo spesso chiamiamo food. E che troppo spesso
avviciniamo al fast. Non è così, non è più così,
forse non lo è mai stato. La contrapposizione
fast/slow è anacronistica, mentre si ampliano
i desideri di nuove esperienze favorite dal cibo.
Scegliere un pomodoro San Marzano è un’opzione
culturale. Come lo è preferire gli spaghetti di kamut.
Il cibo è cultura da intendersi come rappresentazione
di valori e desideri. Anche i bisogni materiali,
anche le primarie esigenze di “energia per la vita”
sono profondamente e radicalmente culturali.
In quanto si articolano in rappresentazioni
simboliche e in progetti di vita, come
nella primordiale “mors tua vita mea”.
In questa prospettiva si coglie la “debolezza”
delle imprese, con le loro reputate marche,
in difficoltà a intercettare e rappresentare
bisogni e desideri di cultura nel cibo.
È mancanza di cultura? Non proprio, in quanto
le insegne della distribuzione, non più colte
di quella della produzione, sono oggi più reputate
a rappresentare tali valori e esperienze.
Di questo ed altro discutiamo in Social Trends, che intende
anche interrogare i lettori sul ruolo di Expo Milano 2015,
evento che dovrà tutti coinvolgerci.
EURISKO SOCIAL TRENDSI L C A M B I A M E N T O S O C I O C U L T U R A L E
LUGLIO 2013NUMERO 118
Innovare nella salute
2 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
Eataly, Torino
GM Il food è una realtà, per chi ne ha esperienza (cioètutti) a più piani, che vanno dalla necessità primaria del
sostentamento - energia per la vita - sino alle scelte cultu-
rali, agli imprinting innati e acquisiti e ai nuovi modi di
voler essere e voler socializzare. Per i ricercatori del cambia-
mento socioculturale nessun’area come quella del food &
drink è meritevole di analisi e di approfondimenti, in
quanto è in questo perimetro che sta passando molto del
cambiamento che caratterizza la contemporaneità.
Obiezione: il cambiamento oggi è digitale, tecnologico,
crossmediale. Certamente, ma si tratta di aspetti tecnici, di
strumenti di cui le persone si avvalgono per ottenere deter-
minati risultati, come accorciare le distanze o risparmiare
tempo. Mentre per quanto riguarda il food, diventarne
esperti significa volersi impegnare globalmente, ingaggiare
le proprie risorse attraverso il cibo, decidere di cambiare a
livello antropologico. Che cosa scopriamo, analizzando
comportamenti, atteggiamenti e valori correlati al cibo?
Prima di tutto la cura del cibo: sempre più le persone
dichiarano di stare attente a selezionare i cibi e a trattarli in
modo che creino benessere, evitando il malessere e le malat-
tie. Ribaltando, così, il paradigma del secolo scorso che pre-
dicava che saremmo confluiti tutti nell’imbuto del fast food,
anche in casa, da parte delle giovani generazioni, ma anche
dei maturi e anziani stanchi di spignattare e di dedicare
tempo prezioso alle preparazioni culinarie. Accanto all’at-
tenzione salutistica, si coglie la crescente valorizzazione del
cibo come strumento ed esperienza di cultura.
IL CIBO MULTICULTURALE,VERSO EXPO MILANO 2015
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 3
di Paolo Anselmi (PA) e Giuseppe Minoia (GM)
Il cibo come piacere-godimento ma anche come etica ed
estetica, un’esperienza di gola, ma anche di testa. Aumenta
l’attenzione di tipo nutrizionale, ma soprattutto si carica di
nuova energia il motore motivazionale del cibo come espe-
rienza bella, buona, piacevole. Che possibilmente vorremmo
sempre condividere con altri. Può essere rilassante preparare
un sugo solo per sé, ma è quasi sempre più emozionante
poter fare sharing delle ricette che magari abbiamo risco-
perto e riadattato, con altre persone che stanno con noi a
tavola, in modo reale, ma anche solo virtuale nel web.
Su questo aspetto, cioè sulle valenze culturali, scopriamo che
le aziende del cibo sono poco attente: ascoltano il consuma-
tore sulle attese di prezzo, e di funzionalità (accorciando, ad
esempio, i tempi di preparazione e di cottura); ma le aziende
del cibo appaiono in grosse difficoltà quando devono dare
ascolto alle attese culturali. Le grandi marche, ma anche le
piccole marche di territorio, dovrebbero impegnarsi di più
in questa prospettiva.
Ma cosa significa cultura del cibo? Il piacere a trecentoses-
santa gradi, in cui nulla è escluso. L’esperienza di prodotti
e ricette a chilometro zero, dei territori in cui siamo nati. Il
che non significa rifiuto delle cucine provenienti da
Oriente, dalla Cina, dal Giappone, dall’Emisfero Australe.
L’individuo del nuovo millennio non incarna più il
“dilemma dell’onnivoro” (Michael Pollan1); egli gradisceciò che appartiene alla sua cultura ma è tanto desideroso
anche di scoprire le altre realtà più o meno distanti.
1 Che cosa mangiamo e perché? Sono domande che ci poniamo ogni giorno,convinti che per rispondere basti sfogliarela rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l’ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. Ma se quelle domande le si guarda un po’più da vicino, come fa Michael Pollan in questo documentato e brillantissimo
saggio, forse il primo sull’argomento a non prendere nessun partito, se non quello dell’ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. Che legga insieme a noi le strepitosebiografie del pollo «biologico» riportatesulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del Midwest, dove milioni di bovini nutriti
a mais e antibiotici vivono la loro breveesistenza fra immense pozze di liquame, egli arriva immancabilmente a conclusioni di volta in voltaraccapriccianti o paradossali. Il problema, che Pollan descrive con rigoreed estrema chiarezza, è che trovarsi al vertice della catena alimentare - cioè poter mangiare, a differenza delle
altre specie, pressoché tutto - offre all’homosapiens numerosi vantaggi, ma lo esponeanche a quasi infinite possibilità di manipolazione. Per condurre una vitameno insana, dunque, l’onnivoro ha bisogno di sapere, sui propri appetiti e sui propri meccanismi adattivi, almeno quanto ne sanno gli strateghidell’industria alimentare.
4 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
Lo sviluppo, il cambiamento socioculturale, non si sno-
dano mai in maniera armonica, ma attraverso esperienze
divergenti, confronti, tentativi ed errori, anche rischi sul
piano palatale e nutrizionale.
Il consumatore vuole più esperienze, appunto per diven-
tare più esperto. In questa dimensione onnicomprensiva e
multiculturale, si tende a demonizzare sempre meno. Si
diventa più laici verso il cibo, e molto meno fissati sulle
certezze del cibo di casa e sulle ricette di famiglia, che
comunque vengono rilette e rese meno caloriche conside-
rando il sempre più modesto dispendio di energie che la
vita quotidiana contemporanea richiede.
Per questo deve essere rivisto il paradigma motivazionale
del cibo, nelle sue rappresentazioni simboliche da psicoa-
nalisi selvaggia. Il cibo, secondo le più recenti acquisizioni,
è meno simbologia materna, tanto per intenderci non è
più il seno buono né il seno cattivo. Il food tende sempre
più ad essere vissuto come antropologia, come riti di terri-
torio, come passaggio emancipativo che arricchisce e
rende più esperti. In sostanza, meno complessi di Edipo, e
più “il crudo e il cotto” alla Levi Strauss.
PA Mi sembra importante sottolineare la rinnovatacentralità che il cibo ha acquisito nel progetto di “buona
vita” delle persone. In Italia questo trend è più condiviso
che altrove, ma le indagini che GfK conduce a livello glo-
bale - penso in particolare ai Roper Reports - mostrano
che si tratta di una tendenza davvero planetaria che
riguarda anche i consumatori dei Paesi emergenti. Ci sono
diversi aspetti che concorrono a questa centralità.
Innanzitutto credo che si debba partire dalla stretta asso-
ciazione tra cibo e piacere; il momento alimentare rimane
per le persone un momento di piacere quotidiano, a cui
non si è disposti a rinunciare, neppure nei momenti di dif-
ficoltà e di crisi; si riduce la frequenza del mangiare “fuori
casa”; si mangia in ristoranti meno costosi, ma non si
rinuncia alla convivialità domestica con gli amici e con la
famiglia. Il piacere del cibo è innanzitutto un piacere sen-
soriale, ma è anche un piacere culturale e sociale.
Il secondo aspetto che contribuisce a rafforzare l’atten-
zione delle persone al momento alimentare è la consape-
volezza sempre più diffusa della relazione tra “buona ali-
mentazione” e benessere.
Sappiamo quanto negli ultimi anni sia cresciuta l’atten-
zione degli Italiani al proprio star bene. E lo stile alimen-
tare è riconosciuto come l’elemento più importante di
buona salute e più in generale di benessere. Non si tratta
solo di mangiare per evitare di ammalarsi, ma di mangiare
per godere di uno stato fisico, emozionale e mentale sano
ed equilibrato, per sperimentare leggerezza e lucidità.
Questa consapevolezza induce a una crescente attenzione
alla quantità e alla qualità del cibo che si consuma quoti-
dianamente.
Ed il successo dell’Italian food sta proprio nella eccellente
sintesi che la nostra cucina ha saputo realizzare tra questi
due valori fondamentali: il cibo come fonte di piacere e di
benessere: cibo buono e sano, cibo gustoso e leggero.
Ma oltre alla relazione con il piacere e con il benessere ci
sono altri elementi che concorrono alla crescente rilevanza
del cibo nel progetto di vita degli Italiani. Il primo ele-
mento è quello culturale. In un nostro recente seminario
dedicato ai temi dell’alimentazione abbiamo parlato di
cibo “buono da pensare”. Sempre più il cibo è oggetto di
scoperta e dunque esiste il piacere del sapere oltre a quello
del sapore. Il piacere delle diverse storie e tradizioni ali-
mentari, il piacere di esplorare le cucine di altri Paesi, ma
anche le nostre cucine regionali così straordinariamente
ricche di “biodiversità”. Le due cose non sono in opposi-
zione, anzi i nostri dati indicano che le persone più inte-
ressate alle ricette regionali sono anche quelle più interes-
sate alle cucine degli altri Paesi.
È l’interesse per la conoscenza, l’esplorazione, la sperimen-
tazione, rivolto a ciò che viene da lontano ma anche a ciò
che è più vicino a noi.
L’altro aspetto fortemente connesso al cibo - soprattutto
per gli Italiani - è quello della socialità, della convivialità.
Noi osserviamo che la crisi sollecita l’emergere di atteggia-
menti meno egocentrici, meno egoriferiti, di minore chiu-
sura individualistica e di maggiore apertura verso gli altri.
Vengono valorizzati i legami affettivi, familiari e amicali.
IL FOOD TENDE SEMPRE PIÙ AD ESSERE VISSUTO COME ANTROPOLOGIA, COME RITI DI TERRITORIO, COME PASSAGGIO EMANCIPATIVO CHE ARRICCHISCE E RENDE PIÙ ESPERTI.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 5
Oggi è il gruppo - la comunità, la tribù - che diventa l’unità
di riferimento. Quindi vengono apprezzate tutte le espe-
rienze che favoriscono lo scambio e la condivisione. E
quella alimentare è certamente una delle più importanti.
L’ultimo punto che contribuisce alla centralità e all’impor-
tanza del food è il suo valore identitario. La cucina è per gli
Italiani un elemento fortissimo di identità. E questo, come
sempre avviene nei momenti di crisi, assume un particolare
valore. E per noi l’aspetto d’identità è particolarmente
significativo perché è anche un elemento di reputazione.
Sappiamo che l’Italia viene apprezzata all’estero - oltre che
per il suo patrimonio artistico e paesaggistico - soprattutto
per la nostra buona cucina.
C’è dunque piena corrispondenza tra il valore identitario e il
valore reputazionale della nostra cucina.Tutto questo con-
corre a far sì che oggi nel momento alimentare si investa
volentieri tempo e denaro, impegno e passione. Nulla sarebbe
più sbagliato che considerare il rapporto con il cibo solo dal
punto di vista funzionale. Anche il momento dell’acquisto è
un momento di piacere, di confronto, di acculturazione.
Quello alimentare è uno degli acquisti in cui più volentieri si
investono tempo e attenzione.
GM Farinetti ci dice che i loro negozi continuano a cre-
scere in fatturati e prodotti venduti del 7-8 per cento. Loro
sono nati nel 2007 alla soglia della crisi. Sicuramente l’e-
sperienza di calore e di piacere che ti può dare un sito
come Eataly, nelle sue diverse caratteristiche territoriali, è
la sua maggiore forza.
PA Io credo che l’operazione Eataly non sia solo “con-
servativa”, di recupero della tradizione e dei suoi sapori.
C’è grande attenzione e rispetto per i prodotti che ven-
gono dai diversi territori ma c’è anche una grande capacità
innovativa. Innovazione nel modo di proporre i prodotti,
nel contesto in cui sono collocati, nelle logiche con cui
vengono proposti. Il punto di maggior forza secondo me
sta nell’abbinamento tra il momento dell’acquisto e il
momento del consumo. C’è una forte presenza culturale
che fa dell’acquisto un momento di apprendimento. Ci
sono schede informative e le persone che vendono sono
competenti sul cibo che propongono, ne sanno parlare, lo
sanno “raccontare”. In questa capacità di story telling sta la
capacità di innovazione. Innovazione nell’alimentare non
significa soltanto proporre il nuovo biscotto, il nuovo cioc-
colatino o il nuovo formato di pasta, ma anche e soprat-
tutto riuscire a immaginare modalità nuove per entrare in
relazione con i consumatori e proporre loro i prodotti.
Eataly ci è riuscita. Un altro esempio interessante è Grom.
Martinetti e Grom propongono un prodotto della tradi-
zione italiana puntando su una forte valorizzazione dal
punto di vista qualitativo; tutti gli ingredienti dei loro
MARTINETTI E GROM PROPONGONO UN PRODOTTO DELLA TRADIZIONEITALIANA PUNTANDO SU UNA FORTE VALORIZZAZIONE DAL PUNTO DI VISTA QUALITATIVO.
6 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
gelati sono di primissima scelta, la frutta è a coltivazione
biologica, coltivata nel rispetto dei tempi della natura e
dell'ambiente, molti ingredienti si collegano ai presidi
Slow Food e nelle gelaterie c’è la sensazione di una cultura
autentica del prodotto, dove le cose vengono spiegate e
raccontate, unite sempre ad un’eccellenza qualitativa.
GM Da questo scenario ricco di stimoli occorre partire,
coinvolgendo le grandi marche, cominciando da quelle
italiane, ma non escludendo le multinazionali. Invitandole
a colmare il “vuoto culturale”. Che significa prima di tutto
mettere a tema il valore food riportandolo ai luoghi e alle
modalità originarie di raccolta e di preparazione, favo-
rendo negli acquirenti consumatori finali la percezione di
prodotti che favoriscano insight di moto verso luogo: un
prato, una stalla, una fattoria, una trattoria.
A livello subliminale inducendo nell’utente più cultura, e
non soltanto offrendo calorie che servano per l’energia
vitale. Questa è la dimensione assente, la sfida che le imprese
saranno sempre più invitate a cogliere.
PA Le marche dovrebbero proporre - ogni volta che è
possibile - prodotti che hanno un rapporto con una tradi-
zione e con un territorio. Oggi qualità significa sempre più
“autenticità” e dunque capacità di connettere un prodotto
alla passione e alla competenza di chi lo produce. Da que-
sto punto di vista è esemplare il lavoro che hanno fatto
alcuni consorzi di vini, in Piemonte, in Toscana, in Veneto,
ma anche in regioni di più recente tradizione enologica
come la Sicilia. Alla base ci deve sempre essere un buon
prodotto, ma poi è sempre qualcosa di più che viene pro-
posto: la capacità di connettersi nell’immaginario dei con-
sumatori a una realtà che è fatta di storia, di paesaggio e di
cultura e che può rappresentare uno straordinario valore
aggiunto per il prodotto.
Le nostre ricerche ci dicono che ogni volta che la denomi-
nazione di un prodotto alimentare include il riferimento al
territorio d’origine scatta nel consumatore la percezione di
una migliore qualità.
È così per la bresaola della Valtellina, per il pomodoro di
Pachino, per i capperi di Pantelleria… il caso più interes-
sante è probabilmente quello del lardo di Colonnata.
Il lardo è alimento in sé poco attrattivo e anche abbastanza
problematico dal punto di vista nutrizionale.
Ma il lardo che viene prodotto nel paesino delle Alpi
Apuane e poi riposto a stagionare in conche di marmo di
Carrara strofinate con aglio e insaporito con spezie e erbe
aromatiche - pepe, coriandolo, salvia e rosmarino - è
diventato da companatico “povero” per i lavoratori delle
cave di marmo una specialità molto ricercata dai gourmet.
GM I grandi brand del food oggi sono “deboli”. Sono
necessari, ma con debole potenzialità progettuale, in
quanto poco capaci di intercettare i nuovi bisogni culturali.
In questo senso sono molto più abili le insegne della dis-
tribuzione, perché in grado di “rappresentare i luoghi”.
È molto facile collegare il prodotto all’insegna, sottoli-
nearne il valore aggiunto del luogo in cui si è acquisito.
Ciò non significa invitare le grandi marche a bypassare la
distribuzione, ma sollecitare nuove intermediazioni tra la
produzione e il consumatore finale, ricorrendo ad altre
realtà che non siano le grandi insegne della distribuzione
organizzata che quasi sempre fagocita il valore del singolo
brand che ospita.
Occorrerebbe avere un po’ più di immaginazione sociolo-
gica e socioculturale, ideare dei touchpoint anche tempo-
ranei che possano venire aperti in luoghi dove il consuma-
tore abbia la possibilità di “abitare la marca”, penetrare e
sperimentare come un certo prodotto viene fatto, magari
da dietro il banco per verificare l’esistenza dello chef.
Essere “portati dentro” come accade quando si frequen-
tano le vinerie.
PA È quello che hanno saputo fare alcuni tra i migliori
produttori di vino con l’operazione “cantine aperte”,
offrendo ai consumatori la possibilità di entrare in rapporto
personale con il produttore, di fare esperienza diretta del
luogo di produzione, di visitare le vigne e le cantine.
LE NOSTRE RICERCHE CI DICONO CHE OGNI VOLTA CHE LA DENOMINAZIONE DI UN PRODOTTO ALIMENTARE INCLUDE IL RIFERIMENTO AL TERRITORIO D’ORIGINE SCATTA NEL CONSUMATORE LA PERCEZIONE DI UNA MIGLIORE QUALITÀ.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 7
Questa esperienza si conclude sempre con una decisione di
acquisto, ma è anche un elemento che concorre alla qualità
dell’esperienza di consumo. Quando quel vino viene consu-
mato, nell’immaginario viene rivissuta la visita alle vigne e
alle cantine del Chianti, dell’Asti o del Prosecco e l’esperienza
ne risulta culturalmente ed emozionalmente arricchita.
GM D’altra parte la distribuzione organizzata non è
necessariamente solo il centro commerciale stile cattedrale
nel deserto. Eataly ha saputo dal nulla creare format diffe-
renti uno dall’altro adattando il contenitore alla cultura del
luogo, valorizzando al meglio le tipicità artistiche, lettera-
rie, musicali del territorio. I think tank delle aziende del
food dovranno sempre più darsi questi compiti, suggerendo
sperimentazioni inedite soprattutto per quanto riguarda il
collegamento tra prodotto e antropologia del luogo.
PA Un altro aspetto importante che produttori e distri-
butori devono imparare a valorizzare è quello dell’innova-
zione che sostiene oggi la qualità e l’eccellenza dei prodotti
alimentari. Il vino oggi è un prodotto che richiede una
straordinaria sapienza tecnologica. Se visitiamo le cantine
dei migliori produttori di vino, vediamo che ci sono tecnolo-
gie raffinatissime che garantiscono temperature adeguate e
condizioni ottimali per la fermentazione e l’invecchiamento.
Sono lontani i tempi in cui il vino del contadino era conside-
rato il vino migliore perché “fatto in casa” e dunque genuino.
Un altro prodotto in cui la ricerca e la tecnologia svolgono
un ruolo fondamentale è il caffè. Pensiamo al successo di
Nespresso che in questi ultimi anni ha saputo affermarsi
sul mercato come un caffè eccellente che nasce da una tec-
nologia esclusiva e molto innovativa. Questo è quanto le
grandi marche dovrebbero ricordare, che cioè la percezione
dell’eccellenza nel consumatore nasce dalla combinazione
tra tradizione e innovazione, tra passione e high tech.
Le grandi marche avrebbero molto da raccontare ma
spesso appaiono un po’ timide e impacciate. Un altro tema
che oggi le imprese alimentari non possono eludere è
quello della sostenibilità. Sul versante ambientale, sulle
imprese alimentari grava la responsabilità di produzioni
che oltre a garantire la salubrità e la genuinità del cibo,
dovrebbero evitare per quanto possibile l’uso di additivi e
di conservanti chimici.
Quando si parla di cibo, non si può tacere che da una
parte c’è un miliardo di persone che soffre la fame, dall’al-
tra ce n’è un miliardo e mezzo che è sovra-alimentato, che
ha problemi di salute per eccesso o per cattiva alimenta-
zione. Questo è un tema sociale di grandissima rilevanza.
Quindi anche l’educazione dei consumatori è un tema che
la grande marca potrebbe legittimamente svolgere,
offrendo linee-guida per una corretta alimentazione, come
alcune delle marche migliori per la verità hanno già ini-
ziato a fare. Questa sarà in futuro una sfida decisiva per le
marche alimentari, un terreno su cui costruire una rela-
zione di fiducia con i consumatori.
GM Tra i compiti importanti delle grandi marche del
food c’è anche la divulgazione del sapere: è uno dei ruoli
impegnativi della marca quale agenzia che deve essere in
grado di favorire conoscenze condivise.
NESPRESSO IN QUESTI ULTIMIANNI HA SAPUTO AFFERMARSI SUL MERCATO COME UN CAFFÈECCELLENTE CHE NASCE DA UNA TECNOLOGIAESCLUSIVA E MOLTO INNOVATIVA.
8 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
Una marca che, come abbiamo cercato di dimostrare, è attesa
come attore in grado di far diventare sempre più esperti.
Una marca in grado di raccontare in maniera semplice, ma
autorevole, ciò che è buono e ciò che non lo è per la salute e
per la sostenibilità economica, ecologica e culturale.
PA Oxfam - una delle più grandi ONG mondiali - ha
messo intorno a un tavolo i 10 principali brand alimentari e
ha chiesto loro di impegnarsi progressivamente a migliorare
la qualità nutrizionale dei loro prodotti, a cominciare dalla
qualità delle materie prime che vengono utilizzate. Queste
dieci aziende comprano il 40% dei cibi che vengono pro-
dotti a livello mondiale e dunque la riflessione di Oxfam è
stata: se riusciamo a modificare le politiche delle più grandi
aziende multinazionali, questo cambierà la vita di decine di
milioni di persone.
GM Tra i doveri della grande impresa alimentare c’è anche
l’insegnamento del ciclo del cibo, che è a trecentosessanta
gradi, partendo dalla produzione e arrivando ai rifiuti. In
questo senso la grande marca non potrà non favorire oculate
politiche di packaging. Evitando le scelte di overpackaging e
investendo sempre più su contenitori “leggeri” a più livelli.
PA L’importante è che quello che la marca fa venga rac-
contato. È molto importante educare il consumatore. Que-
sto può essere un nuovo terreno di alleanza tra Azienda e
consumatore ed anche un terreno di vantaggio competi-
tivo. La marca che è in grado di dimostrare che sta pren-
dendo seriamente degli impegni è legittimata a chiamare
anche il consumatore a fare la sua parte. In questo modo si
stabilisce una sorta di “nuova alleanza”. Stiamo insieme per
costruire insieme un futuro migliore per tutti.
GM Potrebbe crearsi una sorta di circolo virtuoso tra le
grandi marche e i grandi attori sociopolitici e sociocultu-
rali: per intenderci i comuni, le imprese della raccolta dif-
ferenziata dei rifiuti, le regioni, i Ministeri attinenti.
PA Sono molto d’accordo su questo aspetto che
potremmo chiamare di “responsabilità condivisa”. Si è par-
lato molto negli anni passati della responsabilità sociale
d’impresa, come se le imprese fossero gli attori sociali
chiamati a fare più degli altri la loro parte.
Oggi stiamo entrando in una fase nuova in cui il citta-
dino-consumatore è pronto più che in passato ad apprez-
zare una prospettiva di “alleanza” in cui la responsabilità
viene condivisa tra i diversi attori, privati e pubblici. Ci
sono le imprese, ci sono le amministrazioni pubbliche, c’è
il terzo settore, ci sono i cittadini-consumatori. Se si rea-
lizza questo circolo virtuoso, molte cose possono accadere.
Piuttosto che se ciascuno va in ordine sparso e in competi-
zione con gli altri. È una fase nuova, tutta da costruire.
GM Una fase nuova che riceverà una decisiva spinta da
Expo Milano 2015. Con il suo “Nutrire il pianeta. Energia
per la vita”. Con l’obiettivo di intercettare i nuovi bisogni e
desideri che abbiamo ricordato in questo intervento. Noi,
partner di Expo Milano 2015, in questa prospettiva abbiamo
cominciato ad esplorare le attese del pubblico: che cosa deve
essere Expo Milano 2015. Dai primi output stiamo sco-
prendo una forte attesa di esperienza e di sapere sul cibo,
dalle nuove tecnologie alle infinite culture, attese che pro-
vengono dall’Italia ma anche da tutto il resto del mondo.
PA Il tema che è stato scelto per Expo Milano 2015 è un
tema molto attrattivo proprio perché consente una molte-
plicità di declinazioni : il rapporto con la salute, il tema del-
l’innovazione, il piacere della scoperta e della sperimenta-
zione di altre tradizioni alimentari. Il tema “food” si presta a
una grande ricchezza di esperienze, sul piano culturale
come sul piano sensoriale, per l’intrattenimento come per
l’apprendimento. Penso che proprio nella capacità di tenere
insieme questi aspetti in modo equilibrato e attrattivo sia la
chiave del successo di Expo Milano 2015. Cultura, piacere,
scoperta, apprendimento all’interno di spazi che dovranno
proporre ogni esperienza in modo originale e suggestivo.
C’è poi una straordinaria coerenza tra il Paese ospitante e
il tema scelto. Questa potrà essere un volano per un’espe-
rienza che va anche oltre il contesto circoscritto del sito di
Expo. C’è grande attesa e ci sono grandi progetti per tutto
quello che avverrà fuori da Expo, a cominciare dalla città
di Milano. Questa è l’occasione, per i 6 milioni di stranieri
che sono attesi, ma anche per una gran parte degli Italiani
che si muoveranno da altre regioni per fare un’esperienza
nuova e ricca di Milano, della regione, del territorio. Il
cibo avrà ricadute molto importanti su altri settori, a
cominciare dal turismo, dall’arte e dalla cultura.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 9
GM Secondo le nostre prime evidenze, la residenza a
Milano di Expo non è casuale. Il pubblico ritiene che Expo
2015 non avrebbe potuto avere che Milano come città di
riferimento, in quanto metropoli che possiede il genius loci
della cultura e dell’impresa del cibo, in grado di soddisfare
le molteplici attese di esperienza che il pubblico desidera
fare visitando l’esposizione. Si ritiene che Milano sarà in
grado di creare sinergie positive con tutte le forze attive del
Paese ed anche con le realtà straniere che renderanno ricca
l’esperienza Expo. È inoltre utile ricordare che il pubblico,
quando pensa a Expo Milano, non fa riferimento solo al
food, ma anche ad altre realtà che caratterizzano la città: la
moda, il design, l’arte, la cultura, la Scala, le nuove tecnolo-
gie sino alla smart city e a tutto ciò che il digitale evoca.
PA Finora è mancata quasi del tutto una comunicazione
efficace di Expo Milano 2015, su quelli che saranno i temi e
contenuti. C’è questo grande contenitore, e la gente imma-
gina che si tratti di una grande fiera, dedicata all’alimenta-
zione. Un’occasione più commerciale che culturale. Adesso
sta iniziando una fase nuova e da alcuni segnali si ricava la
sensazione che Expo Milano 2015 stia progettando una
comunicazione per raggiungere e coinvolgere un pubblico
ampio con un’informazione più accurata. C’è forse un po’
di ritardo, ma è probabile che nei prossimi mesi le persone
potranno finalmente vedere e capire di più.
GM È vero, il pubblico sa ancora poco dei contenuti di
Expo Milano 2015. Giustamente perché i contenuti non
sono stati ancora comunicati. Presto arriverà il momento
delle sfide comunicazionali in cui si dovrà raccontare Expo
Milano 2015 e far nascere il coinvolgimento che porterà al
desiderio di esserci, di non poter perdere questa occasione,
perché sarà l’evento del nuovo secolo. Chi non ci sarà dovrà
convincersi di aver perso un evento epocale. Sempre nelle
prime verifiche abbiamo consultato aziende del food, che
hanno segnalato elevatissimo interesse a partecipare. E che
vorrebbero creare con Expo una partnership, un network
che possa far emergere le loro specificità, con spinte propul-
sive che vadano oltre la data di chiusura dell’esposizione.
PA Con una forte attenzione: da una parte Expo
Milano 2015 come occasione per comunicare il proprio
impegno e dall’altro come momento per dare conto delle
nuove frontiere, delle innovazioni. È uno sguardo sul
futuro. È stato così sempre, pensiamo all’esposizione uni-
versale di Parigi del 1900. Expo dovrà essere un’occasione
per le aziende, per raccontare quello che stanno pensando,
progettando, realizzando.
GM Expo Milano 2015 dovrebbe diventare un risveglia-
tore di energie sopite, non solo nelle aziende food: pen-
siamo ad esempio all’area viaggi-vacanze, ma anche alla
disseminazione della ristorazione di territorio. Nel peri-
metro vicino che è quello lombardo, ma anche in quello
più ampio dell’Italia settentrionale. E non solo pensando
ai sei mesi di durata, ma al futuro, al dopo Expo che potrà
favorire imprenditori e persone più esperte, più ricche di
conoscenze food e più capaci di mettere a fuoco insight.
PA La sfida è anche quella di vivere questo evento che
porterà a Milano 20 milioni di persone come un’occasione
di ammodernamento e di aggiornamento delle nostre infra-
strutture e dei nostri servizi. È l’occasione per fare un salto
su un fronte che ci vede purtroppo ancora un po’ in ritardo:
le connessioni, i rapporti con i turisti, la smart city. Noi già
sappiamo che i visitatori di Expo saranno un segmento esi-
gente, acculturato, desideroso di informazioni, orientato a
chiedere qualità ed efficienza da tutti i punti di vista.
Dovremo dimostrare di saper offrire contenuti ed esperienze
di qualità, sostenute da un’impeccabile efficienza organizza-
tiva. Se questa doppia sfida dovesse andare a buon fine, per il
“sistema Italia” sarebbe un decisivo passo in avanti.
GM Tutte le esposizioni universali hanno segnato il
cambiamento socioculturale: veri e propri riti di passag-
gio. Esistono immagini storiche suggestive che testimo-
niano che cosa ha significato innovare nelle esposizioni
universali. Expo Milano segnerà un nuovo passaggio cul-
turale, sociale, comunicativo, tecnologico. Con i contenuti
di una grande enciclopedia del food universale che cambia.
> SOMMARIO
EXPO MILANO 2015 DOVREBBE DIVENTARE UN RISVEGLIATORE DI ENERGIE SOPITE,NON SOLO NELLE AZIENDE FOOD: PENSIAMO AD ESEMPIO ALL’AREA VIAGGI-VACANZE,MA ANCHE ALLA DISSEMINAZIONE DELLA RISTORAZIONE DI TERRITORIO.
10 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
In questo scenario la salute
si conferma come valore baricentrico,
in controtendenza, resistente alle tensioni
generate dalla crisi economica.
u I trend degli ultimi 10 anni mostrano
una crescita dell’attenzione verso
la salute, una ricerca attiva
di benessere a cui corrisponde anche
un miglioramento della percezione
del proprio stato di salute.
u Il prendersi cura di sé sembra
rappresentare - in un momento di forti
tensioni esterne (crisi economica,
crisi dei valori, perdita di
certezze/sicurezze esterne) - un modo
concreto per costruire un progetto
(individuale) positivo dotato di senso:
“ripartire dal prendersi cura di sé”.
Di fatto:
uMantenere e promuovere la propria
salute appare un bisogno primario;
l’area delle pratiche e dei consumi
di salute non sembra toccata
in modo rilevante dalla “crisi”
e dalla riduzione dei consumi...
u… tuttavia per la prima volta
negli ultimi 10 anni si colgono
segnali di attenzione alla spesa
e ai prezzi anche in quest’area
(con segnali di un’aumentata
ricerca della convenienza anche
nei prodotti per il benessere).
LA RICERCA DI BENESSEREIN TEMPO DI CRISI
L’impatto della crisi economica si è fortemente ampliato nel corso dell’ultimo anno: oltre 7 famiglie su 10 dichiarano di esserne toccate personalmente. La fiducia dei consumatori a fine 2012 è scesa ai minimi storici. A confronto con gli altri Paesi europei,gli Italiani si confermano tra i più pessimisti. Alla base di questa sfiducia, almeno due elementi: le incertezze (sempre più diffuse) legate al posto di lavoro… e la crescente insicurezza personale e del Paese. Nella maggior parte dei settori, le strategie di acquisto tendono ad appiattirsisulla convenienza o sulla riduzione.I consumatori sono complessivamente critici sulle possibilità e sulle capacità degli attori economicosociali di incidere positivamente sull’attuale contesto di crisi, anche se tuttavia migliorano in maniera vistosa le valutazioni sul ruolo e sull’efficacia del nuovo Governo. Continua a crescere la percezionedell’aumento dei prezzi (coerentemente con l’andamento reale del costo della vita). La risposta dei consumatori pare improntata a un’importante contrazione quantitativa dei consumi.La riduzione quantitativa dei consumi investe tutti i principali mercati. Salute compresa.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 11
di Isabella Cecchini
Innovare nella salute
12 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
LA SCELTA E L’ESPERIENZA DELL’ACQUISTO DIVENTANOCENTRALI E FONTE DI SODDISFAZIONE (AL DI LÀ DEL PRODOTTO ACQUISTATO).
FARMACI E PRODOTTIPER IL BENESSERE
Nel concreto si osserva un diffuso
investimento nelle pratiche
per il mantenimento del proprio
benessere: 2 Italiani su 3 dichiarano
di mettere in atto strategie per
mantenere e migliorare la propria salute:
u si tratta perlopiù di comportamenti
e di stili di vita salutari
(alimentazione, movimento)
In conseguenza dei mutamenti di
contesto, il valore dei consumi -
anche e soprattutto nell’area del
benessere - appare:
umeno configurabile in termini
di puro possesso e di semplice
acquisto di prodotti
u più orientato a una crescente
qualificazione: anzitutto sul piano
della competenza nell’acquisto
e nell’uso dei beni; quindi sul piano
dell’espressione di sé.
Fra gli Internauti si osserva, infatti,
una crescita significativa della ricerca
di informazioni sulla salute: oggi 2/3
degli Internauti cercano sul web
informazioni sulla salute.
SI INDIVIDUANO TRE DIVERSE LOGICHE DI UTILIZZODEI PRODOTTI PER MANTENERE E PROMUOVERE IL BENESSERE:- UNA LOGICA DI CURA E PREVENZIONE PIÙ CONCENTRATA SU UN TARGET FEMMINILE E MATURO
-UNA LOGICA DI PROMOZIONE DEL BENESSERE E DELLA PERFORMANCE PIÙ CONCENTRATA SU UN TARGET GIOVANE E MASCHILE.
umolto diffuso anche l’uso
di farmaci da automedicazione
e integratori (non solo in
una logica di promozione
del benessere, ma anche di gestione
dei piccoli disturbi): nell’ultimo anno
3 Italiani su 4 dichiarano
di aver utilizzato almeno un
prodotto/integratore per il benessere
e la salute o farmaco di automedicazione
per gestire piccoli disturbi.
Si individuano tre diverse logiche
di utilizzo dei prodotti per mantenere
e promuovere il benessere:
u una logica di cura e prevenzione
più concentrata su un target
femminile e maturo
u una logica di promozione
del benessere e della performance
più concentrata su un target
giovane e maschile.
IL MEDICO E IL FARMACISTA SI CONFERMANO COME GLI INFLUENTIPRINCIPALI NELLA SCELTADELL’INTEGRATORE.
L’utilizzo di farmaci di automedicazione
e integratori è complessivamente
percepito come stabile rispetto al recente
passato e conferma la sua stabilità
per il prossimo futuro.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 13
Pur tuttavia si rileva una percentuale
marginale (intorno al 10 %
dei consumatori) che afferma di aver
ridotto i consumi rispetto al passato
per ottimizzare le spese e pensa
che ridurrà in futuro il consumo.
LA FARMACIAIn questo nuova prospettiva
emergono nuovi modelli
di comportamento nella scelta
e acquisto dei prodotti per la salute,
in parte mutuati dai modelli
di consumo messi in atto anche
al di fuori del mondo della salute:
u l’attenzione non è tanto o solofocalizzata sul prodotto da acquistare, ma sul processo e sull’esperienza dell’acquisto
u cruciale è l’acquisizione di competenze (empowerment):sapere di cosa ho bisogno,
saper scegliere, conoscere
i prodotti, le loro azioni…
u l’esperienza dell’acquisto diventacentrale: non solo come momentoin cui posso esprimere
le mie competenze, ma anche
e soprattutto in quanto momento
in cui mi prendo cura di me,
realizzo il mio progetto di salute.
Di qui la centralità del Farmacista e della Farmacia:u il farmacista come interlocutorecompetente, di fiducia, da cui ci si aspetta consiglio e consulenza:
nelle aree dei farmaci
da prescrizione (spesso al farmacista
si chiede consulenza sulla malattia,
sulle interazioni con gli altri
collaterali, sulle modalità
di assunzione) così come nelle aree
di automedicazione
> SOMMARIO
Le analisi sopra riportate fanno riferimento alla rilevazione continuativa del Monitor sui Climi Sociali e di Consumo che GfK Eurisko conducetrimestralmente a partire dal 2001 su un campione di 1000 casirappresentativo della popolazione adulta (18 anni in su) italiana.I dati sono aggiornati alle edizioni più recenti (Novembre -Dicembre 2012) ed analizzati in trend a partire dal 2001 (inizio del Monitor).L’analisi è integrata con: elaborazioni da Sinottica (indagine condotta annualmente su un campione di 10.000 individui, rappresentativo della popolazione italiana);un’indagine condotta su un campione di 1000 casi finalizzata ad esplorareorientamenti, consumi e trend in area salute; un’indagine condotta da GfK Euriskosu un campione di 1000 casi sulla ricerca di informazioni sulla salute nel Web; le evidenze delle indagini condotte da GfK Eurisko nell’area della salute.
NOTA METODOLOGICA
u anche il LUOGO/LO SPAZIO (la farmacia) diventa fondamentalein quanto luogo ove avvienel’esperienza, dove si “vede”e confronta il prodotto, dove si acquisiscono competenze e informazioni.
Di qui l’attesa per:
u informazione/acquisizione di competenze attraverso il counseling del farmacista
u una farmacia che diventi luogo di esperienza positiva sulla salute:una sorta di “percorso nella salute
e nel benessere” (spazi, percorsi,
luci, profumi, suoni, colori…:
tutto può favorire un’esperienza
positiva di salute e benessere)
u una comunicazione “informativa”in FARMACIA vicina al consumatore-pazienteu orientata ad informareed educare alla saluteu capace di avvicinarsi al consumatore-paziente u che metta al centro l’esperienzadel consumatore e il processodi scelta (non solo il prodotto).
14 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
Predittiva di una lenta, ma costante, pic-
cola rivoluzione copernicana. Le infor-
mazioni che si cercano, infatti, non sono
principalmente di tipo pratico o logi-
stico (centri/ospedali/medici), ma più
spesso di ricerca e approfondimento: in-
formazioni sui disturbi e sulle malattie
(81%). Interessante vedere come il web
influenzi decisioni e comportamenti,
anche se alla fine… si ritorna (quasi)
sempre dal proprio medico per con-
frontarsi e chiedere un parere: il 77%
dei nostri ‘salusSeeker’ ha scelto di con-
dividere e approfondire con il proprio
medico le informazioni raccolte.
Questo implica l’obbligo, da parte del
medico, di ridefinire la relazione con
un paziente che è sempre più auto-
nomo, sempre più ricettivo degli sti-
moli esterni, sempre più attento e con-
sapevole. Un paziente non per questo
meno bisognoso, però, di un confronto
con la figura del medico, a cui ricono-
sce professionalità e competenza, in
pratica il suo lato mancante.
Se quindi, da una parte scopriamo un
paziente che pretende, anche giusta-
mente, di diventare protagonista della
propria salute e del proprio percorso,
dall’altra lo troviamo disponibile,
aperto a un confronto trasparente e
collaborativo con il medico.
Anche perché spesso le informazioni
‘pescate in rete’ sono percepite come
confusive e mal organizzate. Il paziente
non sa dove cercare, non è a cono-
DOTTOR WEB: PAZIENTE E MEDICO NELL’ERA DIGITALE
Medico-paziente. Una relazione tra le piùdelicate, perché tocca elementi sensibili del nostro essere uomini: fiducia, dolore,speranza, paura, responsabilità, coerenza,rispetto. E come tutte le relazioni, evolve e si modifica perché agisce all’interno di un contesto sociale e culturale in continuo movimento. GfK Eurisko ha cercato di mettere in evidenza ombre e opportunità di questo cambiamento,guardando al domani. I dati testimoniano la crescita costante del numero degli Internautisulla popolazione italiana, un target in fortissima crescita che passa, in un decennio,dall’11% dell’anno 2000 al 57% del 2012. A parte alcune considerazioni generali sulle caratteristiche di questo mondo, il punto interessante riguarda i ‘content’ della ricerca sul web. I due terzi degli Internauti ha utilizzato Internet percercare informazioni sulla Salute. Sicuramenteuna percentuale di ‘evoluti’, appartenenti ad una fascia socio-culturale medio-alta, ma comunque consistente, densa … predittiva.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 15
di Isabella Cecchini e Elena Todesco
Innovare nella salute
16 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
sembrano essere gli Pneumologi e gli
Infettivologi. Una buona sensibilità, so-
prattutto per quanto riguarda la condi-
visione di esami/referti, si evidenzia an-
che tra gli Internisti mentre gli Onco-
logi sembrano più favorevoli, anche per
caratteristiche intrinseche, alla ricerca
di compliance. I medici di medicina ge-
nerale appaiono più reticenti e ‘timidi’
rispetto agli specialisti. Perché più di al-
tri ‘temono’ la perdita del proprio
ruolo. Però un buon 45,1% ha dichia-
rato di essere disponibile a condividere
esami/referti e circa un terzo del cam-
pione intervistato2 si è comunque mo-strato disponibile ad ampliare la visuale
del proprio rapporto con il paziente at-
traverso le nuove tecnologie.
Se la connettività è già la chiave di volta
delle nostre relazioni attuali, anche nel
campo dell’Healthcare il futuro è più
vicino di quanto si possa pensare e si
giocherà su nuovi rapporti di forza,
nuovi punti di riferimento, nuove tem-
pistiche e nuovi approcci.
scenza di siti specifici, dei contenuti
disponibili e non riesce a trovare preci-
samente quello che cerca. C’è, quindi,
bisogno di una guida, di un facilitatore,
che offra spunti, dia riferimenti, garan-
tisca affidabilità, e sia aperto a un sa-
pere condiviso.
Ma il medico è pronto a questo sposta-
mento di prospettiva?
Qualcuno sì. Dai dati emergono spunti
interessanti e spiragli di opportunità.
Il 51,3% dei medici specialisti intervi-
stati1 ha dichiarato di essere propenso,in futuro, all’utilizzo di strumenti per la
condivisione, con il paziente, di
esami/referti. Il 41,6% si è dimostrato
disponibile verso strumenti ‘pro-me-
moria’ (utili a ricordare al paziente di
effettuare esami di controllo) mentre il
37,5% si è detto propenso a strumenti
per favorire la compliance/l’aderenza
alla terapia. Tra gli specialisti, i più
‘spinti’ trasversalmente nella direzione
di un rapporto digitale a tutto tondo
CRESCE LA RICERCA DI INFORMAZIONI... CALA IL CONFRONTO SUI BLOG Valori in percentuale
70
60
50
40
30
20
10
0
2011 2012 2013
35
area salute
COLLEGAMENTO INTERNET CASA /LAVORO ULTIMI 3 MESI TREND 2000 > 2012
possibilità di cura/farmacidisturbi e malattie centri ospedalieri discutere con altre persone sui blog
46
65
2
13
25
1017
23
36
21
11
32
53
27
1 Indagine GfK Euriskocondotta in Gennaio 2013 su un campione di 1.242specialisti: Diabetologi,Infettivologi HBV/HCV,Infettivologi Antibioticoterapia,Ematologi, Pneumologi,Oncologi, Urologi,Psichiatri, Reumatologi,Internisti, Cardiologi,Chirurghi generali,intervistati in modalitàCAWI (Computer AssistedWeb Interviewing).
2 Indagine GfK Euriskocondotta in Gennaio 2013 su un campione di 203MMG (Medici generici)intervistati in modalitàCAWI (Computer AssistedWeb Interviewing).
In prospettiva appare cruciale :
u da un lato comprendere il “nuovo
paziente Internauta”:
u i suoi bisogni: cosa cerca nel web?
u i percorsi: come si muove?
Dove va?
u i contenuti : cosa trova?
Che tipo di informazioni?
u i processi di elaborazione delle
informazioni;
u dall’altro, cogliere la sfida
e far fronte ai bisogni del “paziente
Internauta”, a due livelli:
u i servizi: come dare risposta
ai bisogni di informazione
e confronto?
QUANTO SAREPPE PROPENSO AD UTILIZZARE... % 8 + 9 + 10
LA PROPENSIONE ALL’UTILIZZO DI STRUMENTI DIGITALI PER LA COMUNICAZIONE MEDICO/PAZIENTE
60
50
40
30
20
10
0... strumenti per la condivisione di esami/referti con il paziente
... strumenti per ricordare al pazientedi effettuare esami di controllo
... strumenti per favorire la compliance/aderenza alla terapia
ricordando al paziente di assumere la terapia
totale parziale(n=1212)
45
QUANTO SAREBBE IN FUTURO PROPENSO AD UTILIZZARE CIASCUNO DEGLI STRUMENTI DIGITAL (ONLINE/WEB,APPLICAZIONI, MAIL/SMS...) DI COMUNICAZIONE MEDICO/PAZIENTE? RISPONDA CON UN VOTO DA 1 A 10, DOVE 1 SIGNIFICA PER NIENTE PROPENSO E 10 ESTREMAMENTE PROPENSO.
Valori in percentuale
33 31
45 33 31
MMG (n=203)
IL MEDICO RIMANE IL RIFERIMENTO CON CUI SI APPROFONDISCONO LE INFORMAZIONI TROVATE SUL WEB
Sono andati dal medico a chiedere informazioni / approfondire
77
Sono andati dal farmacista a chiedere informazioni / approfondire
15
Hanno cambiato la terapia/farmaco che prendevano
5
Hanno cambiato medico / hanno chiesto un parere ad un altro medico
3
UTILIZZANO INTERNET PER CERCARE INFORMAZIONI IN AREA SALUTE 65%N=688 Valori in percentuale
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 17
Quali servizi, quali strumenti offrire?
Come si devono attrezzare
le Istituzioni Sanitarie?
u la relazione con il medico:
come “ri-definire” un nuovo tipo
di relazione medico-paziente
che legittimi e valorizzi il bisogno
di protagonismo e di consapevolezza
del paziente nella gestione della propria
salute (così importante nel determinare
il successo della cura) …
… senza mettere in difficoltà il ruolo
del medico a cui il paziente vuole
e continua ad affidarsi; come aiutare
il medico ad “allearsi” con il paziente
Internauta (strumenti per il medico
per guidare il paziente su Internet:
siti, percorsi, App).
> SOMMARIO
18 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
Per il marketing, oggi, diventa
fondamentale avvalersi di strumenti
conoscitivi capaci di ricostruire
gli snodi cruciali dei processi di scelta
dei consumatori, identificando
gli influentials nei diversi passaggi,
cogliendo gli eventuali gap informativi
con cui il consumatore si confronta
e approfondendo driver e resistenze
(anche e soprattutto quelle emozionali)
che caratterizzano il percorso
di decisione nei diversi momenti.
In questo scenario le tecnologie digitali
possono costituire un aiuto importante
per rinnovare le metodologie
di esplorazione del decision making
del consumatore e permettere una
maggiore “prensilità” della ricerca
di mercato sul “qui e ora” dei processi
di scelta. In questa prospettiva
GfK Eurisko ha sviluppato
due metodologie innovative che integrano
tecniche qualitative e quantitative
di analisi grazie alle tecnologie digitali:
il Purchase Journey e gli Smots(SmarthPhone Moment of Truth).
STUDIARE IL DECISION MAKING NELL’ERA DIGITALE
UNA PROSPETTIVA DI STUDIOQUALI-QUANTITATIVA
Lo sviluppo delle nuove tecnologie e la loro diffusionenella popolazione italiana hanno contribuito a cambiareil modo con cui i consumatori si informano sui prodotti,si influenzano l’un l’altro e giungono a una decisione di acquisto. L’evoluzione di nuovi Touchpoint (Digitali e non; on e off-line) e di piattaforme di comunicazione realmente orizzontali sul web sono i principali responsabili della nascita di un nuovoparadigma di consumo in cui l’utente può condividerela propria opinione/esperienza e interagire con altri utenti nel Decision Process/Purchase Journey.Leggere una recensione online, navigare nei socialnetwork, chiedere consigli e indicazioni, vagliare canalidi vendita, scaricare buoni e coupon, controllare il sitoWeb del produttore: tutto può essere parte di unpercorso finalizzato ad una decisione o un acquisto.Basti pensare che la penetrazione di Internet è cresciutain modo esponenziale negli ultimi anni (raggiunge oggi circa il 60% della popolazione ed è ormai pressoché totale presso i segmenti giovani-adulti) e l’uso degli Smartphone in Italia copre oggi il 23% della popolazione adulta, per crescere al 46% nei giovani dai 14 ai 35 anni, e fino al 70% nei target “professionisti”.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 19
di Isabella Cecchini e Giacomo Catanoso
Innovare nella salute
20 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
momento della loro “vita digitale”.
A integrazione della rilevazione
passiva viene loro somministrato
un Questionario Strutturato
che registra il contatto
con Touchpoint offline (punti vendita,
media offline, passaparola…).
Inoltre i rispondenti sono raggiunti
da Questionari “Event Triggered”
attivati al momento dell’ingresso
in determinati siti web.
La presenza di tre differenti approcci
metodologici (Online Behavioural
Tracking, Diario, Event Triggered
Questionnaire) consente di ottenere
una visione a 360° dei comportamenti
online e offline dei target durante
il percorso d’acquisto considerando
congiuntamente dati attitudinali,
motivazionali e atteggiamenti.
L’analisi dei risultati di tale approccio
consente di comprendere come
e perché i consumatori raccolgono
informazioni e acquistano prodotti
(sia online sia offline), identificare
i touchpoint online & offline
più influenti (complementari
e concorrenti) nel processo
decisionale d’acquisto.
SMOTS (SMARTHPHONE MOMENTOF TRUTH) PER COGLIERE INSIGHT SUI DRIVER DECISIONALI PROFONDI
La nuova metodologia consente
di utilizzare le potenzialità
degli smartphone applicati alla ricerca
qualitativa al fine di cogliere i driver
cruciali di una scelta di consumo,
nel momento stesso in cui essa
ha luogo (SMOT: Smartphone
Moment of Truth).
In particolare grazie allo sviluppo
di una “app” dedicata, questa
metodologia permette di far
compilare un breve questionario
semi-strutturato ai consumatori,
nel momento stesso in cui stanno
compiendo un acquisto o stanno
giungendo a una scelta importante.
Il questionario permette sia
di raccogliere informazioni
sulle caratteristiche demografiche
del consumatore e sulle specifiche
della situazione in atto, sia di porre
domande aperte sulle motivazioni
(funzionali ed emozionali) e i driver
che hanno guidato alla scelta.
PURCHASE JOURNEY ,MONITORAGGIO DEL PERCORSODECISIONALE ONLINE E OFFLINE
Questo monitoraggio si avvale
di una tecnologia mista che combina
Rilevazione Passiva e Questionari
Strutturati al fine di ricostruire
e studiare il complesso processo
decisionale del consumatore,
analizzandone ogni singola
componente. I rispondenti sono
individui “connessi” al web
che hanno dichiarato l’interesse
a effettuare un determinato acquisto
entro un dato periodo di tempo.
Mediante l’installazione
di un Online Tracker sul proprio
Personal Computer i potenziali
acquirenti sono seguiti in ogni
COME AFFRONTARE QUESTA SFIDA?OSSERVANDO E ANALIZZANDO IL PERCORSO DEL CONSUMATORE!
ideainiziale
ricercadi informazioni
prodotto B prodotto A
TV/radio negozio amici/famiglia
giornali/riviste hotline Internet
acquisto
CONTATTI CON TOUCHPOINT
MEDIANTE L’INSTALLAZIONE DI UN ONLINE TRACKER SUL PROPRIO PERSONAL COMPUTER I POTENZIALI ACQUIRENTI
SONO SEGUITI IN OGNI MOMENTO DELLA LORO “VITA DIGITALE”
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 21
Inoltre il questionario propone
alcuni stimoli iconici (tratti
dall’EMOSENSOR di GfK Eurisko
- un set di immagini standardizzato
a livello internazionale, capace
di rappresentare graficamente diverse
emozioni e vissuti) al fine
di raccogliere insight sugli ancoraggi
emotivi connessi al brand/
al prodotto/all’esperienza di consumo.
Questa metodologia, semplice
e “divertente” per il consumatore,
permette in tempo reale e in un setting
totalmente ecologico (cioè l’ambiente
di vita del consumatore) di ricostruire
motivazioni e barriere alla scelta
di acquisto, raccogliere immagini,
verbalizzazioni e insight sulle emozioni
del consumatore in quella specifica
situazione, con la possibilità
di catturare gli insight in tempo
reale / nel momento in cui gli eventi
accadono (o poco dopo)
(MOMENT of TRUTH).
> SOMMARIO
Natale
IL PERCORSO DEL CONSUMATORE ONLINE
ASSUMERE IL FARMACO(ASSOCIAZIONI)
Tour operator
ESEMPIO DELL’ACQUISTO DI UN VIAGGIO: RAPPRESENTAZIONE ATTRAVERSO UN... “CASINOGRAMMA”
Fine (acquisto)
Ricerca (Google, Bing...)
Sitodi informazione
Altro
Hotel
Inizio
Compagnia aerea
Sitodi Price Comparition
1
2
medico
buona sereno
nervosopensare
pranzo
proprio farmaco
figlio
tranquillo
pressione
dormire
situazionesentire
dimenticare
oggistanco
playerpastiglia
Le verbalizzazioni e le immagini
raccolte con questa metodologia sono
disponibili in tempo reale e permettono
elaborazioni quali-quantitative molto
sofisticate, grazie anche all’utilizzo
di software dedicati (come ad esempio
T-Lab). Inoltre questa metodologia
appare versatilmente applicabile
a diversi settori del mercato, anche
a quelli più complessi e di nicchia
come il mercato della salute. Esistono interessanti case histories
di applicazione degli SMOTS
nel processo di decision making
prescrittivo dei medici specialisti
in alcune aree patologiche target.
22 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
L’Europa e il nostro Paese in particolare, come è noto, a segui-
to del boom demografico degli anni ‘60 e della scarsa crescita
della popolazione degli ultimi decenni, devono confrontarsi
con un incremento sostanziale dell’età media. Ciò è origine di
numerosi problemi generali di carattere economico e pro-
duttivo, ma anche di difficoltà di ordine pratico e funzionale.
La mobilità individuale, ad esempio, è uno strumento ecce-
zionale d’indipendenza e di emancipazione, che con l’avan-
zare dell’età tende a ridursi progressivamente. Cosa si può
fare per garantire autonomia di spostamento anche a perso-
ne più anziane? La società occidentale è stata disegnata e si è
sviluppata sulla disponibilità di mezzi e strutture progettati
per agevolare gli spostamenti.
Con il passare del tempo, nonostante gli interventi struttura-
li e organizzativi, le nostre esigenze di mobilità non sono
diminuite. Sono stati sviluppati sistemi e veicoli in grado di
soddisfare le esigenze più diverse, ma quel che è certo è che
l’automobile, la macchina che ha cambiato il mondo, è il
mezzo che ha maggiormente consentito e agevolato la mobi-
lità individuale. L’automobile si è evoluta nel corso degli anni
e i criteri di valutazione sono passati dalle semplici analisi
prestazionali del veicolo alla valutazione globale del prodotto
in tutte le sue molteplici articolazioni. Ciò è avvenuto a segui-
to delle numerose evoluzioni tecnologiche e delle qualità sim-
boliche e comunicative che il veicolo per uso individuale ha
assunto nel tempo. È inevitabile che il percorso evolutivo del-
l’auto prosegua parallelamente allo sviluppo sociale e cultu-
rale dell’Uomo, rappresentandone in sostanza il suo emble-
ma. Inutile negare che il suo impatto sulla società abbia cau-
sato notevoli disagi e problemi; pensiamo all’inquinamento
ambientale, acustico e visivo, all’occupazione dello spazio
pubblico, alla biodegradabilità e al riciclaggio, e all’aspetto
economico ed energetico della sua gestione.
Ma siamo giunti al momento di un suo ripensamento.
GUIDARE FINO A 100 ANNICON L’AUTO SELF-DRIVING
La mobilità individuale è uno strumento eccezionaled’indipendenza e di emancipazione, che con l’avanzare dell’età tende a ridursi progressivamente. Cosa si può fare per garantireautonomia di spostamento anche a persone più anziane? La nostra società è stata disegnata e si è sviluppata sulla disponibilità di mezzi e strutture per agevolare gli spostamenti. Oggi sono statisviluppati sistemi e veicoli in grado di soddisfare le esigenze più varie, ma quel che è certo è che l’automobile continuerà ad accompagnare i senior, al sicuro per le strade del mondo.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 23
di Nicola Crea*
* Nicola Crea è professorepresso il Politecnico di Milano, dove si occupadi multidisciplinarità,Design dei trasporti e strumenti per la creatività. Designermanager e consulente per lo sviluppo prodotto,ha allargato i propriinteressi dal settoreautomobilistico a quellomotociclistico e nautico.
24 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
Oggi viviamo un periodo di sfrenata accelerazione tecnolo-
gica e di sviluppo interdisciplinare, che porterà alla capillare
diffusione d’informatica, robotica e intelligenza artificiale.
Nell’epoca della consapevolezza dei limiti dello sviluppo,
assistiamo al collasso globale del sistema economico che
richiederà senz’altro una ridefinizione anche della mobili-
tà individuale e collettiva secondo nuovi parametri.
Tutto ciò costituisce un grande potenziale d’innovazione
per i singoli veicoli e più in generale una grande opportu-
nità per ridefinire sistemi e modalità di trasporto. Lo svi-
luppo economico mondiale, sulla base di fenomeni rile-
vanti come la globalizzazione e la rapida industrializzazio-
ne di interi continenti, si sta muovendo verso una struttu-
razione sociale basata su un’ampia fascia di consumatori di
reddito medio basso, con poca possibilità di accedere a beni
e servizi tipici dei ceti benestanti, e su un’élite di pochi pri-
vilegiati molto abbienti.
Così in molti Paesi occidentali la distribuzione di prodotti
e di servizi, rivolti a quella fascia di mercato con meno dis-
ponibilità, continua a espandersi, contribuendo a costitui-
re quella che viene definita come società low-cost.
Designer, produzione, mercato, utente e società, sono com-
ponenti di un sistema estremamente articolato e variabile
in funzione del tempo e del luogo in cui si sviluppa. Ai
team che definiranno le caratteristiche dei nuovi mezzi di
trasporto è richiesta una sensibilità e una attenzione nel
progettare, in sincronia con l’evoluzione del contesto cul-
turale. Alla base del processo di progettazione rimane sem-
pre l’analisi dei bisogni, dei problemi e delle opportunità
relative al cliente finale. Un’analisi che non si ferma alle esi-
genze di spostamento espresse superficialmente dal cliente,
ma che comprende le necessità latenti non espresse palese-
mente. La valutazione preventiva degli aspetti logici e illo-
gici del rapporto tra prodotto e fruitore non garantisce
comunque che il lavoro del designer, una volta superati i
problemi pratici di sviluppo, risulti totalmente privo di
pecche e di incoerenze; anche perché l’utente farà valuta-
L’UTILIZZO E LA FRUIZIONE DEL PRODOTTO AUTOMOBILE, OLTRE A RISPONDERE A ESIGENZE OVVIE DI TIPO PRATICO, ACQUISISCE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO, AFFETTIVO, SEMIOLOGICO, COMUNICAZIONALE, IN CUI IL MOVENTE HA ORIGINE NEI CONTENUTI CULTURALI, AFFETTIVI O NELL’IMMAGINE DEL PRODOTTO STESSO.
zioni sempre e comunque sulla base di criteri arbitrari e
non sempre prevedibili. Le esigenze di mobilità, infatti,
nascondono una esigenza di mantenimento dell’autono-
mia individuale. La perdita di quest’ultima provoca un
impatto sia psicologico, sia pratico sull’indipendenza e sul-
l’autostima d’individui in età avanzata.
FRUIZIONE PSICOLOGICA DELL’AUTONormalmente si creano relazioni tra l’utente e il proprio
mezzo di trasporto. Per comprendere meglio le ragioni che
favoriscono l’istituzione di relazioni personali e psicologi-
che tra l’uomo e il suo mezzo, è necessario analizzare le
dinamiche che motivano la scelta e l’uso di oggetti rappre-
sentativi come l’automobile, nella società consumista,
materialista e mirata al raggiungimento di valori più che
altro economici. Nel mercato, inteso come insieme di indi-
vidui, sono radicati archetipi e immagini precostituite che
vanno rispettate e che suggeriscono delle precise aspettative.
L’utilizzo e la fruizione del prodotto automobile, oltre a
rispondere a esigenze ovvie di tipo pratico, acquisisce un
significato simbolico, affettivo, semiologico, comunicazio-
nale, in cui il movente ha origine nei contenuti culturali,
affettivi o nell’immagine del prodotto stesso.
Dietro a questi comportamenti, estranei a ogni forma di
valutazione obiettiva, nascono i veri motivi che ci spingono
irrazionalmente a possedere qualcosa. Spesso si ricercano
pretesti razionali, per nascondere ad altri i veri moventi
delle proprie scelte, o per evitare di ammettere a se stessi le
proprie motivazioni decisionali. L’acquisto razionale
risponde a una valutazione oggettiva, matematica, pianifi-
cata, dei propri bisogni concreti, a cui corrisponde la scelta
dell’offerta migliore al minor prezzo. La configurazione for-
male sembrerebbe non avere alcun peso, mentre sappiamo
bene che non è così: oltre alle modalità di funzionamento e
di utilizzo, nella valutazione dei prodotti considerati per un
possibile acquisto, il cliente tiene anche molto in considera-
zione l’aspetto estetico e il suo valore rappresentativo.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 25
Questo ci porta a identificare un altro genere di scelte,
quelle basate principalmente su fattori percettivi e non
razionali. II bisogno di effettuare un acquisto che abbia
valenze emotive e rappresentative corrisponde a logiche del
tutto estranee alla semplice necessità d’uso di un determi-
nato prodotto o servizio. Spesso, come nel caso dell’auto, il
consumatore medio è più interessato a comprare qualcosa
che piaccia esteticamente, con cui si identifichi, piuttosto di
scegliere in funzione delle caratteristiche meccaniche o tec-
niche che l’auto presenta.
La decisione d’acquisto in molte occasioni risponde a biso-
gni più o meno consapevoli, tra cui si potrebbero elencare:
una gratificazione psicologica per se stessi o per gli altri
associata a emozioni e/o a simbolismo, oppure un atto
d’acquisto definito politico e di relazione, finalizzato alla
istituzione di rapporti. Tali motivazioni si legano princi-
palmente a fenomeni proiettivi, secondo i quali il prodotto
funge da strumento per la soddisfazione di bisogni diversi
da quelli apparenti o immediatamente percepibili.
Nelle società mature in cui i bisogni primari sono soddi-
sfatti, la ricerca e l’uso di simboli per la comunicazione della
propria individualità e della propria appartenenza a un
gruppo viene ricercata nei contenuti comunicativi insiti nel
prodotto. Il caso più frequente, però, è costituito da una
scelta mirata alla definizione della propria immagine. Con
le nostre preferenze in termini di automobile, come nell’ab-
bigliamento, nell’arredamento di casa, o nelle abitudini ali-
mentari, condizioniamo sempre consciamente o inconscia-
mente la percezione altrui della nostra individualità.
L’immagine sociale da noi generata, se mal gestita, può
essere non accettata dagli altri e in alcuni casi produrre
anche disapprovazione e non riconoscimento.
Infatti, in certi contesti, le scelte dei prodotti sono determi-
nate dall’aspettativa altrui, che assume quasi il valore di
norma acquisita, tanto che il suo mancato rispetto risulta
una violazione così grave da causare addirittura il rifiuto
dell’individuo da parte dello stesso gruppo sociale di
appartenenza. Di conseguenza possiamo affermare che il
possesso o la disponibilità di un mezzo di trasporto indivi-
duale ha una diretta relazione con le aspettative della col-
lettività ed è condizionata da cause di natura non solo indi-
viduale, ma anche sociale. Questo deriva dall’esigenza di
possedere un oggetto simbolo di riconoscimento o d’iden-
tità, che vada al di là della sua semplice funzione d’uso.
Il fine di rappresentare la propria immagine avvicinandola
a quella del modello al quale ci si ispira, utilizzandone segni
In alto, uno dei prodotti self-driving realizzati da Audi, la TTS che ha partecipato senza pilota alla Pikes Peak, una delle competizioniautomobilistiche più famose(Colorado, Usa).
A destra, un prototipo Lexus LS attrezzato da Toyota per la guida automatica.
26 | GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013
e messaggi indotti, è ciò che può spingere a effettuare un
acquisto di tipo simbolico. L’acquisto di un’automobile
sportiva da parte di un individuo non giovanissimo, ad
esempio, più che rispondere ad un’esigenza di rapidità di
spostamento da un punto a un altro, può esprimere la
necessità di mostrarsi più giovane o più dinamico, abbina-
ta all’intento di suscitare interesse e ammirazione su di sé.
Il fenomeno dell’imitazione di un personaggio mitizzato,
porta a una ricerca d’identificazione mediante l’emulazio-
ne dei suoi comportamenti e la scelta dei medesimi pro-
dotti di cui questi si circonda. L’auto ha una funzione par-
ticolare, cioè costituisce uno dei mezzi privilegiati per la
trasmissione dei contenuti rappresentativi dell’individuo.
La perdita dell’uso del proprio veicolo personale e quindi della
propria autonomia ha effetti gravi sul senso di auto-stima e
d’indipendenza dell’individuo anziano che già subisce limita-
zioni di origine fisiologica, sociale ed economica.
Il possesso dell’auto costituisce la prova dell’indipendenza
e dell’autonomia dell’anziano, ma non solo. L’automobile
viene anche intesa come simbolo di una data condizione
sociale, il cosiddetto status symbol. La selezione dell’auto
da utilizzare è un passo delicato nella descrizione pubblica
di sé. Per chiarire questo aspetto bisogna fare riferimento a
considerazioni di carattere psicologico. Alcuni autori della
scuola psicoanalitica, tra cui anche Sigmund Freud, sosten-
gono che i processi mentali attuati dall’individuo nell’ope-
rare le sue scelte sono di due tipi: il primo impulsivo, non
inibito e un altro socializzato, normativo, razionale.
Le pulsioni implicate nell’atto di scelta di un auto scaturi-
scono da questi processi mentali opposti. Mentre i primi
introducono elementi di valutazione istintivi, emotivi, appa-
rentemente poco razionali, i secondi portano l’individuo
verso scelte più logiche e analitiche. Numerose aziende
impiegano leve di matrice emotiva come argomento di per-
suasione nella vendita, in quanto la forza delle pulsioni d’ac-
quisto governate dalle emozioni è enorme, paragonata a
quella esercitata delle pulsioni razionali. L’utilizzo di proces-
si mentali, apparentemente meno logici, per arrivare al clien-
te, fa capo a quelle energie naturali e spontanee, insite nel-
l’inconscio e nel patrimonio biologico e genetico dell’essere
umano, che assicurano la sopravvivenza individuale e della
specie, come sesso, fame, o paura. Ciò dimostra quanto que-
ste pulsioni d’acquisto incidano, sotto forma di ambizioni
personali, nella determinazione delle scelte. L’automobile
costituisce il caso più eclatante di ibridazione tra oggetto di
produzione di serie in grandi numeri e oggetto personale,
privato. Non stupisce quindi che debba sintetizzare in sé una
serie d’elementi simbolici di cui la nostra cultura è imbevuta.
La scelta dei materiali, la cura dei dettagli, le soluzioni
costruttive si riferiscono formalmente a quei contenuti che
si intendono veicolare tramite il prodotto.
Qualunque dettaglio che crei un impatto sulla percezione
del fruitore è utile a trasmettere messaggi o valori. Si può
trattare della volumetria complessiva, del trattamento
superficiale di varie componenti, come del rumore prodot-
to dal tubo di scarico o dalla chiusura delle porte.
Uno dei navigatori più conosciuti in ambito mobile è Route 66.Disponibile su molte piattaforme, questo software di navigazione è pronto ad aggiornarsi portandola compatibilità con la realtàaumentata. Sfruttando GPS e fotocamera sarà possibilenavigare visualizzando la stradareale che si ha davanti. Inoltre, grazie alla funzioneFollow Me,sarà possibile seguirecon estrema facilità automobili che procedono davanti a noi.
GfK | EURISKO SOCIAL TRENDS | LUGLIO 2013 | 27
Il tutto è legato alla condivisione degli archetipi presenti nella
cultura del destinatario/cliente che devono coincidere con
quelli del mittente/produttore. Per la comprensione di un
sistema di tale complessità gli strumenti di analisi e di misu-
ra attualmente in uso non sono sufficientemente precisi,
tanto che si dovrebbe reinventare il design come strumento
empirico di ricerca capillare al servizio di un nuovo marke-
ting statistico. In sostanza, l’automobile va considerata come
status symbol esemplare e, come tale, uno dei più potenti
mezzi atti a diffondere i valori e i ruoli dei diversi livelli socia-
li nei più disparati strati e luoghi della nostra civiltà.
Ma, se, fino a qualche anno fa, il possesso di un automobile
costituiva, un elemento di privilegio, oggi, con la diffusione
generalizzata dell’automobile, la sua efficacia come status
symbol va diminuendo al punto che, per distinguersi, biso-
gnerebbe vantarsi di poterne fare a meno.
ICONA SOCIALE PIÙ CHE MEZZO DI TRASPORTOPER IL PUBBLICO MATURO
Ma sino a che la servitù dell’automobile non avrà saturato la
nostra esistenza vi saranno luoghi dove anche il suo semplice
possesso avrà la sua valenza rappresentativa. Anzi, forse que-
sto aspetto diventerà preponderante rispetto alle sue funzio-
ni primarie di mezzo di trasporto. Nel caso di possessori di
auto di età avanzata possiamo azzardare questa interpretazio-
ne. Possiamo immaginare per assurdo che l’auto costituisca
semplicemente un’icona sociale, inutilizzabile se non ai fini
rappresentativi del proprio status.
Una specie di divisa per le grandi occasioni. Tutto ciò natu-
ralmente porta a concludere che la privazione dell’uso del-
l’auto, intesa più come mezzo di espressione, di emancipazio-
ne, di successo sociale e d’indipendenza personale piuttosto
che come mezzo di trasporto individuale, produca un trauma
psicologico e culturale con il quale ancora per molti anni si
dovranno fare i conti.
Questo a causa di due considerazioni fondamentali: l’esigenza
culturale di delegare al proprio mezzo la comunicazione della
propria individualità e che la perdita di questa funzione sim-
bolica costituisca un problema di rappresentazione di sé in
ambito sociale.
LA NUOVA AUTO: INTERATTIVA, SICURA,PERSINO UN PO’ INVADENTE
Dalle precedenti considerazioni e sulla base degli studi sin qui
svolti e diffusi dalle aziende possiamo chiederci quali siano gli
aspetti che condizioneranno la definizione e la progettazione
delle nuove automobili per ottenere una maggiore fruibilità.
L’auto del futuro sarà molto diversa: a partire da abitabilità,
sicurezza, ingombri, immagine, sarà l’intera logica di prodot-
to a cambiare. Sarà certamente intelligente, interattiva, sicura
e persino un po’ invadente, ci avviserà se ci saremo troppo
affaticati alla guida o se avremo effettuato una manovra erra-
ta. Si passa sempre più tempo a vivere e a comunicare in auto.
Queste sono le attività destinate ad avere maggiore impatto sul
ruolo attuale dell’automobile. La vivibilità dell’auto sarà arric-
chita da sistemi d’intrattenimento che simuleranno il comfort
dell’ambiente domestico. Potrà essere la nostra sede di lavoro.
L’auto, in continuo collegamento con il mondo esterno, diven-
terà un polo di comunicazione costantemente attivo, sarà
sempre on-line. Il tempo degli spostamenti sarà utilizzato per
lavoro, divertimento e arricchimento culturale. Un sistema
audio integrato ci consentirà l’uso di cellulare, autoradio,
computer di bordo e navigatore. Tramite il collegamento
Internet, ci si potrà connettere col computer dell’ufficio, con i
centri informativi per avere notizie su percorsi, traffico, previ-
sioni del tempo e tutto ciò che può agevolare le condizioni di
viaggio. Con i comandi vocali potremo chiamare amici, spe-
dire e-mail e sms, scaricare e ascoltare musica e video. Quasi
tutte le grandi case produttrici già montano sulle vetture di
gamma alta l’ACC Bosch, Adaptive Cruise Control: un siste-
ma che, grazie a un radar nel paraurti, consente di scegliere
una velocità e mantenerla, rallentando in prossimità di un
altro veicolo per poi riprendere velocità appena la strada sarà
libera. Telecamere a infrarossi permetteranno la visione not-
turna o in caso di nebbia, proiettando sul parabrezza l’imma-
gine di ciò che si trova davanti alla vettura. La Citroen lavora
su sospensioni computerizzate che si regolano in base a velo-
cità e condizioni stradali: auto più bassa quando si va veloci su
terreno liscio, più alta quando si va piano su suoli accidentati.
L’AUTOMOBILE VA CONSIDERATACOME STATUS SYMBOL ESEMPLAREE, COME TALE, UNO DEI PIÙ POTENTIMEZZI ATTI A DIFFONDERE I VALORI E I RUOLI DEI DIVERSI LIVELLI SOCIALI NEI PIÙ DISPARATI STRATI E LUOGHI DELLA NOSTRA CIVILTÀ.
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PIÙ IMPROBABILE FARSI RUBARE L’AUTOMOBILEIl proprietario viene identificato tramite le impronte digi-
tali. Una volta riconosciuto, una centralina elettronica im-
posterà per lui clima, posizione del sedile e parametri di
guida preferiti, o altrimenti ci avviserà sul cellulare se un in-
truso sta rubando l’auto. Presto saprà fermare la vettura vi-
cino alla polizia, bloccando il ladro a bordo. Oggi esistono
già sistemi che impiegano telecamere o ultrasuoni per effet-
tuare le manovre di parcheggio, e se stiamo per urtare qual-
cosa frenano in tempo l’auto. Obiettivo finale: la guida au-
tomatica. Nel 2020, l’auto si guiderà da sola. Già sono stati
fatti circolare i primi prototipi su strada. VIAC, la VisLab
Intercontinental Autonomous Challenge è la sfida ideata da
VisLab come prova estrema di veicoli autonomi. Si è svolta
dal 20 Luglio 2010 al 28 ottobre 2010, e ha coinvolto quattro
veicoli senza conducente, i quali hanno viaggiato senza in-
tervento umano per quasi 16.000 chilometri in viaggio da
Parma a Shanghai. L’esperimento è stato considerato una
delle pietre miliari della storia della Robotica. Grazie al pro-
getto parzialmente finanziato da ERC-Consiglio europeo
della ricerca, VisLab ha dimostrato la possibilità di traspor-
tare oggetti anche a grandi distanze praticamente senza in-
tervento umano. L’obiettivo era quello di testare concreta-
mente l’attuale tecnologia in condizioni di traffico reali in
un viaggio estremo tra due continenti. Poi, Google ha rea-
lizzato recentemente un prototipo funzionante autonoma-
mente e lo ha inserito in un contesto di traffico urbano.
Lo stato americano del Nevada, infatti, ha approvato una
legge il 29 giugno del 2011 che permette l’uso di auto senza
conducente. La legge del Nevada è entrata in vigore l’1
marzo 2012 e l’ufficio della motorizzazione civile del Nevada
ha rilasciato la prima licenza per omologare un’auto a guida
automatica nel maggio 2012. La licenza è stata rilasciata alla
Toyota Prius realizzata da Google e modificata con tecnolo-
gia sperimentale per la guida senza conducente. Da aprile
2012, la Florida è diventato il secondo Stato che consente la
sperimentazione di veicoli senza conducente sulle strade
pubbliche, seguito dalla California, nel settembre 2012. L’e-
sperimento più recente riguarda l’immissione di un’auto in
un’area in cui un veicolo dotato di guida automatica doveva
confrontarsi con conducenti indisciplinati e scorretti, così da
verificare la capacità di reazione in situazioni inaspettate.
ACCELERATORE, STERZO E FRENONON PIÙ AL COMANDO DEI PEDALI
Telecamere e sensori danno indicazioni al sistema di coman-
do. Individuato un pedone, l’automobile è in grado di frena-
re autonomamente. E se l’urto sarà inevitabile, ci penseran-
no gli air bag esterni ad attutire il colpo. Le auto si manten-
gono in carreggiata da sole e il proprietario a bordo sarà un
semplice passeggero. A prevenire eventuali collisioni pensa-
no i sensori di prossimità.
Per fare tutto questo, acceleratore, sterzo e freno non sono
più collegati a pedali e volante, ma a cetraline elettroniche.
L’auto self-driving di Google ha completato 300.000 km, in diverse condizioni ambientali,tutti senza alcun tipo di incidente. Negli Stati Uniti, il conducente medio ha un incidente all’incirca ogni 165.000 km. L’auto self-driving, dunque, è più sicura della guida umana.Perfetta per molti super Senior.
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Tutto questo naturalmente avrà delle ripercussioni anche
sulla definizione morfologica del veicolo. Con l’utilizzo della
tecnologia drive-by-wire che consente la rimozione dei vin-
coli fisici di pedali e volante, l’architettura dei volumi si potrà
reinventare. Da queste opportunità deriva una grande flessi-
bilità nel disegno generale dei veicoli e l’eventualità di
costruire carrozzerie interscambiabili e adoperare chassis
facilmente aggiornabili. L’abitacolo potrebbe essere riconfi-
gurato come ufficio, salotto o servire per soddisfare specifiche
esigenze. Il pavimento liscio darà la possibilità di creare spazi
abitativi temporanei come in un mini-camper. La progetta-
zione dell’aspetto formale della carrozzeria non andrà inteso
solo come sintesi estetica, ma, visto l’enorme impatto sociale
che ha l’uso dell’automobile, sarà utile anche come fonte per
proporre nuove modalità di fruizione dei veicoli.
GUIDA AUTOMATICAPER SENIOR NON PIÙ ABILI A CONDURRE
Alla luce di queste recenti evoluzioni i conducenti più an-
ziani potranno senz’altro ottenere giovamento nelle loro esi-
genze di autonomia di spostamento. La guida automatica
consentirà di sostenere chi per raggiunti limiti di età non
fosse più legalmente abile alla guida. Basterà che il condu-
cente sia in grado di fornire al mezzo indicazioni essenziali
quali la destinazione o il percorso e verrà portato a destina-
zione in tutta sicurezza. La sicurezza sarà un tema molto sen-
tito e diverranno comuni dispositivi di riconoscimento e di
monitoraggio oggi considerati superflui. La progettazione
dell’auto-mobilità è sempre più vincolata da parametri e
norme, che costituiscono, in realtà, più delle opportunità
evolutive che delle limitazioni. La diffusione della tecnologia
informatica, sia nella concezione, sia nel funzionamento del
mezzo, sia per quanto riguarda la sua connessione in Rete,
consentirà di smaterializzare vari componenti e garantirà
maggiore comfort.
Impostare i dati su una centralina portatile ci consentirà, con
l’applicazione d’informazioni personalizzate, di utilizzare
ogni auto come fosse la nostra.
Un veicolo dotato di guida automatica consentirà al condu-
cente un supporto tecnico-funzionale che potrebbe integrare
progressivamente le carenze riscontrate alla guida in funzio-
ne della perdita di capacità di controllo del veicolo da parte
dell’anziano. La diffusione capillare dell’automobile come
sistema di mobilità e di trasporto ha portato grandi cam-
biamenti nella nostra civiltà. Il mezzo di trasporto indivi-
duale, quale elemento emblematico del modello di svilup-
po consumistico della società occidentale, a seguito di un’e-
conomia ormai globalizzata, è stato esportato nel mondo
intero. La civiltà dell’automobile ha condizionato lo stile di
vita di milioni di individui e, ponendosi come modello di
riferimento per lo sviluppo di interi continenti, ha prodot-
to trasformazioni di una tale portata che inizialmente nes-
suno avrebbe potuto prevedere. La chiave di questo feno-
meno è l’enorme vantaggio in termini di libertà e di acces-
so al mondo, che la mobilità individuale, in particolare
come trasporto su gomma, consente. Oggi non è pensabile
la rinuncia, anche per limiti di età, a uno dei maggiori van-
taggi che la società industriale ha ottenuto, la possibilità di
spostamento autonomo. Per questo poter disporre a qual-
siasi età di un mezzo che garantisca l’indipendenza indivi-
duale è una tra le conquiste più rilevanti ai fini della quali-
tà della vita e della libertà personale.
Fonte: “Eccellenze Senior”, by www.grey-panthers.it
> SOMMARIO
Molte grandi case produttrici già montano sulle vetture di gamma alta l’ACC Bosch,Adaptive Cruise Control: un sistema che, grazie a un radar nel paraurti, consentedi scegliere una velocità e mantenerla, rallentando in prossimità di un altro veicoloper poi riprendere velocitàappena la strada sarà libera.
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
Comitato Editoriale Paolo Anselmi, Gabriella Calvi Parisetti,Isa Cecchini, Fabrizio Fornezza,Remo Lucchi, Giuseppe Minoia, Vitalba Paesano, Silvio Siliprandi
Coordinamento editoriale e ufficio stampa Vitalba Paesano
Grafica e impaginazione Fabio Berrettini
Segreteria Maura Giovannini, Tiziana Pascali
Il numero è stato inviato in formato PDF via email il 4 luglio 2013.Eurisko Social Trends è edito da GfK, allo scopo di migliorare la conoscenza delle trasformazioni della società, in ambito nazionale e internazionale. È diffuso, in forma gratuita, a una mailing list riservata. L’iscrizione alla mailing può essere richiesta da istituzioni o imprese, oppure dalle persone che facciano parte delle medesime
e siano investite di responsabilità, o da giornalisti e colleghi della stampa. Per richiedere l’iscrizione, inviare una email a [email protected] garantisce che le informazioni relative agli abbonati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio del Periodico. Tali informazioni verranno gratuitamente rettificate o cancellate su richiesta. La cancellazione interromperà gli invii.
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EURISKOSOCIAL TRENDS
> SOMMARIO
MILANO 9 LUGLIO 2013
presso l’Unione del Commercio, in C.so Venezia 47 (MM Palestro)
SAPER VEDERE OLTRE LA CRISILE SFIDE DI UN CONSUMO CHE CAMBIA
LA CRISI CI HA CAMBIATO, LA CRISI CI STA CAMBIANDO. MA, OLTRE LA CRISI, SI DELINEANO LE GRANDI SFIDEECONOMICHE, SOCIALI, CULTURALI, TECNOLOGICHE CHE VEDONO CONSUMATORI E MERCATI PROTAGONISTI DI UN MOMENTO DI PROFONDA TRASFORMAZIONE. NE PARLIAMO CON VOI ALL’INTERNO DEL NOSTROAPPUNTAMENTO ANNUALE.
Interventi di Isabella Cecchini, Fabrizio Fornezza, Remo Lucchi, Giuseppe Minoia, Silvio Siliprandi.
SEMINARIO ANNUALE GfK EURISKO
Per partecipare contattare la segreteria organizzativa, e-mail: [email protected]