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Voltana On Line 2
2012
È iniziato ufficialmente l'anno dei
suicidi. Ogni giorno si ammazzano
almeno due persone. Si danno il
turno: pensionati, disoccupati e im-
prenditori.
L’oppressione fiscale e le vessazioni tributarie costituiscono il principa-
le freno allo sviluppo e sono una delle prime cause della rovina delle na-
zioni.
Questa importantissima lezione si può trarre leggendo For Good and
Evil. L’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità di Charles Adams,
LIBERILIBRI (2007, 2008).
Una carrellata lunga 5000 anni di storia fiscale, che può aprire gli occhi
agli Italiani su tante cose, fra le quali:
La gran parte degli eventi traumatici della Storia furono causati da rivol-
te fiscali.
Il cittadino ha il sacrosanto diritto ad opporsi alle rapine tributarie
(diritto di appello al cielo di Locke).
I cittadini di una nazione si dividono in due categorie fondamentali: 1) I
Consumatori di tasse (tax consumers); 2) I Pagatori di tasse (tax payers).
I primi rappresentano una minoranza composta dai parlamentari, consi-
glieri regionali e loro clientele, alti burocrati, vertici degli organi istitu-
zionali, amministratori di aziende e agenzie pubbliche e para-pubbliche,
di società partecipate. Il loro numero può essere stimato in un ordine di
grandezza di 500.000 individui (circa l’1% dei contribuenti).
I secondi rappresentano circa il 99% dei contribuenti. (Segue a pag. 3 )
L’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità. Non ci sono parole da aggiungere per
descrivere l’attuale momento di crisi
essendo la situazione, ahimè, a tutti ben
nota. Ma già ora “qualcuno” si sta atti-
vando per il “dopo crisi”. Perché, di
certo, comunque un “dopo” ci sarà. Chi
sta lavorando sotto traccia sono gli itali-
ci “radical chic”. Una nostrana pseudo
Intelligencija che, purtroppo, fa opinio-
ne, costume, stili di vita. Nell’arte e nel-
la filosofia il punto raggiunto da molta
ricerca è rappresentato da un occhio
che fissa il proprio cervello. Tale rap-
presentazione, oltre che raccapriccian-
te, risulta veritiera e trasmette un giudi-
zio complessivamente negativo, pessi-
mistico. È evidente il punto morto cui
tale ricerca è giunta: si avvita, si chiude
su se stessa. Questa cultura della ragio-
ne e del relativismo è, semplificando,
una cultura di morte. Ma la formidabile
capacità di ben confezionarla e impac-
chettarla ha, invece, fatto sì che questa
cultura sia condivisa da molti. Dobbia-
mo ammetterlo: i nostrani radical-chic
sono una spanna sopra la media degli
altri politici! I radical-chic hanno tutta
un’altra classe, tutta un altro modo di
porsi! Ad esempio, i loro mass-media
incassano finanziamenti direttamente
dallo Stato. Gli altri politici si fanno, in-
vece, sempre sorprendere mentre inta-
scano dei finanziamenti che, poi, girano
ai mass-media di partito.
La cultura della morte è entrata così
bene nella mente dei più che, oggi, nes-
suno si scandalizza se una proletaria
incinta paga i ticket sani-
Da Roma ad Avignone.
All'armi siam sofisti. di Massimo Gramellini La linea l’hanno data Fabrizio Cic-
chitto e Massimo Boldi, uno dei
quali è un comico, anche se non
ricordo più chi. Stanare i nullate-
nenti con Porsche al seguito è un
comportamento da Stato di polizia.
Come no? Negli Stati Uniti li metto-
no in galera, ma evidentemente
laggiù c’è una dittatura. Non solo:
secondo Boldi (o Cicchitto?) si trat-
terebbe di un colossale abbaglio,
perché gli evasori di Cortina sono
poveracci che affittano il lusso a
rate. Che storia commovente. Ci
chiederanno una colletta per paga-
re il leasing della fuoriserie?
Ormai questa tecnica di difesa
dell’indifendibile ha raggiunto vet-
te da far impallidire i sofisti
dell’antica Grecia. Se uno viene
intercettato mentre truffa, loro non
si indignano per la truffa, ma per
l’intercettazione. Se ti lamenti di chi
ha svaligiato una banca, ti rispon-
dono: parli proprio tu che ai tempi
dell’asilo rubasti lo zucchero filato?
Se la Finanza bussa a Cortina, si
scandalizzano perché non è andata
a Capri: forse perché a Capodanno
non c’era lo stesso numero di turi-
sti, essendosi dimenticati di spara-
re la neve artificiale sui faraglioni?
Se si cercano i soldi disonesti dove
ne girano di più, si strilla contro la
caccia al ricco. E se Monti cerca di
stanare gli evasori, lo si accusa di
non averne titolo, dato che a Capo-
danno ha mangiato il cotechino a
Palazzo Chigi. Assistiamo al deli-
rio scomposto di gente che ha
perso il contatto con i propri elet-
tori e lettori. Dovrebbero sapere che al piccolo borghese che vota
Lega o Pdl i furbetti di Cortina stan-
no sulle scatole. Persino più che a
qualche corifeo della sinistra, che
magari a Cortina ci è pure andato.
pubblicato da LA STAMPA del 7/01/2012
Pag. 2: 10, 100, 1000 Capodanno
fiscali. di Michele Bordin. Pag. 4 e
5: Da Nord a Sud, l’Italia dei corrotti.
di Luigi Franco da il Fatto Quoti-
diano. Pag. 6: Beppe Grillo: il
...mostro colpisce ancora. Pag. 6: La
lettera del figlio di un operaio. Pag.
7: La guerra alla Libia ha queste ci-
fre. di Antonio Mazzeo. Pag. 8: S.E. Bagnasco e la crisi “equa”. Pag. 8:
Nel 2050 servirà il doppio dell’ ac-
qua. dal sito di
www.politicambiente.it .
“Chi evade mette le mani in tasca
agli onesti”.
Mario Monti
(Segue a pag.8 )
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Non era per caso che il direttore
dell'Agenzia delle Entrate (un fun-
zionario dello Stato che guadagna
più di 400mila euro annuali mentre i
suoi colleghi in altri Paesi guada-
gnano molto meno, spesso meno
della metà) fosse in vacanza a Corti-
na a Capodanno. Sono certo, come
sanno tutti quelli che Cortina l'hanno
frequentata, che il paese era pieno
di colleghi del signore in questione.
A Capodanno, come a Ferragosto, a
Cortina l'accento più diffuso è quel-
lo del burocrate/politico romano.
Costoro, ovviamente, non sono gli
evasori: essi vivono, lautamente,
delle tasse che altri pagano. Pochi
(in percentuale) fra coloro che le
tasse le pagano al 100% frequenta-
no "Cortina", molti (in percentuale),
fra quelli che le tasse le pagano al
25% la frequentano invece. E lo fan-
no in compagnia di quelli che delle
tasse, pagate da coloro che a
"Cortina" non vanno, vivono. E qui
sta il punto cruciale!
I posti come Cortina certificano,
cementano e rivelano da sempre la
VERA infame alleanza su cui si reg-
ge l'anomalo equilibrio delle élite
italiane. Questa è l'alleanza storica
(la inventò la DC negli anni '50, Cra-
xi prima e B.S.& Co. dopo l'hanno
solo perfezionata) fra casta (nel sen-
so esteso del termine, che include
anche tutto l'alto apparato dello Sta-
to) e borghesia parassitaria dedita
alla frode fiscale. Qui occorre usare
il cervello invece che lo stomaco
ideologico: una parte, minoritaria,
della borghesia italiana paga le
tasse e compete sui mercati, quindi
non appartiene al gruppo appena
descritto. Ma è una parte minorita-
ria che vive "contigua" a quell'altra
che invece è maggioritaria, non
compete ed evade a go-go. Questa
parte maggioritaria agisce in setto-
ri protetti e nei quali l'evasione fi-
scale massiccia è sia possibile che
legalmente permessa. Permessa da
chi? Ma dalla "casta estesa", ovvia-
mente, che è quella che sulle tasse
gozzoviglia e che la legislazione
fiscale scrive ed amministra. Questi
due gruppi sociali sono le vere éli-
te italiane che stanno gestendo il
Paese dagli anni '50 in avanti.
Ora fatevi la domandina: cosa
succede in situazioni di crisi? In
situazioni di crisi come l'attuale tali
alleanze vengono sottoposte a forti
tensioni e rischiano di deflagrare
perché gli interessi immediati delle
due parti entrano in conflitto. Dove
sta il conflitto? Semplice! La casta,
per sopravvivere, deve tappare i
buchi del bilancio pubblico e, per
farlo, deve estrarre imposte anche
da quei gruppi che regolarmente
non le pagano, oltre che dagli altri
che le pagano. La borghesia paras-
sitaria deve cercare di difendere le
proprie posizioni di privilegio, mi-
nacciate dall'estendersi della crisi
economica. Da qui il conflitto. Chia-
ro e lapalissianamente confermato
dalle operazioni "Cortina", da un
lato, e dall'opposizione selvaggia ad
ogni tipo di liberalizzazione dall'al-
tro. I due alleati storici sono costretti
a scannarsi, almeno un po' … Se si
vuole anche solo sperare che l'Italia
cambi occorre che anzitutto questa
alleanza salti (stava per succedere
nel '92-'94, ma ci pensò B.S. a risal-
darla ...) e che, poi, le sue due com-
ponenti vengano appropriatamente
"massacrate" (in senso socio-
economico, nessuna violenza fisica
per carità!) una volta che l'una per-
da il sostegno dell'altra. Va quindi
perfettamente bene che si scannino
tra di loro oggi, anzi è benvenuto.
Che si scannino fra di loro le inde-
bolisce entrambe e questo è alta-
mente auspicabile. Cosciente di
questo la banda PdL+LN è immedia-
tamente scesa in piazza ad inveire,
chiedendo che si rispetti l'antica
alleanza di cui, da vent'anni, si è
fatta garante. Niente di cui sorpren-
dersi. Il PD ed i suoi alleati non han
detto nulla, perché come al solito
non han nemmeno capito cosa suc-
cede. Chi vuole invece che il Pae-
se cambi in direzione di maggio-
re concorrenza, maggiore mobili-
tà sociale, maggiore crescita eco-
nomica, meno spesa pubblica,
meno casta e meno tasse, deve
gridare forte: da Taormina a Cor-
tina, passando per Capri e Portofi-
no, 10, 100, 100 Capodanno fiscali!
Michele Bordin su facebook
La vignetta è di VAURO Senesi ed è stata
pubblicata sul quotidiano il manifesto del 6 gennaio 2012 .
La vignetta qui
a fianco è di
STAINO ed è stata pubblicata
sul quotidiano
l’Unità del 6 gennaio 2012 .
10,100, 1000 Capodanno fiscali! di Michele Bordin
Pagina 3 www.voltanaonline.it
L’evasione è perlopiù effetto dell’abuso del potere impositivo.
La propensione media all’evasione è direttamente proporzionale alla pressione tributaria.
La vera causa del deficit non è l’evasione, ma l’eccesso di spesa.
La formula No Taxation without Representation è ormai inadeguata (perché i rappresentanti al Parlamento rap-
presentano in realtà solo i propri interessi e quelli delle proprie clientele).
È necessario quindi separare il potere di spendere da quello di tassare.
La proporzionalità è un principio. La progressività è un arbitrio.
I governanti dovrebbero conoscere, capire, e avere sempre davanti agli occhi la Curva di Laffer e tendere alla Flat Tax.
Questi sono gli insegnamenti che la storia delle nazioni ci offre.
In Italia, la pressione tributaria è ai massimi livelli tra le nazioni civili. Le angherie tributarie,
l’incomprensibilità delle norme, l’incertezza giuridica, le arbitrarie presunzioni a favore del fisco, l’inversione
generalizzata dell’onere della prova a carico del contribuente pongono i cittadini alla mercé del fisco degradan-
doli al rango di servi della gleba.
In Italia, a fronte di una tassazione spoliatrice lo Stato non rende i servizi in nome dei quali sottrae al cittadino
molto più della metà del suo reddito e confisca risparmi già tassati, per destinarli agli sperperi delle oligarchie
parlamentari, burocratiche, giudiziarie, clientelari.
In Italia, attraverso una norma di recente introduzione (art. 29, D.L. n. 78/2010, e D.L. n.138/2011), gli atti di
accertamento (che per più del 60% in sede contenziosa risultano infondati) daranno luogo a riscossione imme-
diata di un terzo della maggiore imposta pretesa, pur in pendenza di ricorso, e quindi pur nella consapevolezza
che nel 60% dei casi la pretesa tributaria è illegittima e il pagamento da parte del contribuente non dovuto.
In Italia, quindi, è stato reintrodotto il principio del solve et repete: un principio incivile, dispotico, contrario al
diritto e alla dignità del cittadino, un principio inaccettabile, micidiale sul piano etico e giuridico, che provoche-
rà danni incalcolabili all’economia e alla sopravvivenza delle imprese e dei privati contribuenti.
Con l’entrata in vigore di questa folle legge la situazione economica del nostro Paese, già seriamente pregiu-
dicata, verrà ulteriormente aggravata e spinta al collasso.
A tutto questo si è aggiunta l’ultima follia del nuovo Governo il quale in luogo di tagliare drasticamente le spe-
se ha saputo solo imporre ulteriori pesanti inasprimenti fiscali che hanno esasperato ancor più il cittadino.
Questo avvilente quadro sintetizza solo alcuni aspetti della dissennatezza-cecità del Legislatore. Pretendere, in
tale assetto di rapina legalizzata, che i cittadini assolvano correttamente all’obbligo tributario, e scandalizzarsi
se non lo fanno, è ipocrisia o idiozia. E, poiché è stata valicata ogni ragionevole soglia di sopportazione, potrà
innescarsi in tempi brevi una vera e propria rivolta.
L’articolo è di Aldo Canovari, fondatore e direttore editoriale della casa editrice Liberilibri, ed è stato pubblicato
anche nel sito www.chicago-blog.it . Istituto Bruno Leoni diretto da Oscar Giannino.
La vignetta è di Ellekappa ed è stata pubblicata sul
quotidiano La Repubblica il 31 dicembre 2012 .
La vignetta è di Ellekappa ed è stata pubblicata sul
quotidiano La Repubblica il 4 gennaio 2012 .
(Segue da pag. 1 ) L’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità.
Pagina 4 www.voltanaonline.it
influenza il rating del nostro Paese
e quindi anche lo spread”. Come a
dire: le conseguenze economiche
delle tangenti sono più gravi di
quanto si pensi. “Rispetto al resto
del Continente – continua Brassiolo
– in Italia è molto più diffusa la pic-
cola corruzione”. I protagonisti del
malcostume non sono quindi tanto i
manager delle grandi multinazio-
nali, poco numerose da noi, ma
l’imprenditore locale, l’assessore
del piccolo Comune, il consigliere
della municipalizzata o il funziona-
rio pubblico. Fenomeno che se-
condo Brassiolo dipende dal fatto
che “in Italia c’è una tolleranza
maggiore dei cittadini alle situazio-
ni ingiuste e all’illegalità: sono in
tanti a cercare di trarne vantaggio,
senza scandalizzarsi”. A un cittadi-
no, insomma, viene chiesta una
mazzetta. E lui, anziché indignarsi
e sporgere denuncia come acca-
drebbe in altri Paesi, spesso si ac-
corda con la controparte.
A volte, però, qualcuno non ci
sta. Come il pensionato novanten-
ne che lo scorso aprile ha fatto ar-
restare in flagranza di reato un uffi-
ciale giudiziario di Roma: gli aveva
chiesto 200 euro come obolo per
ottenere l’esecuzione di uno sfratto
per morosità. In carcere, a di-
cembre, è finito pure
grazie a un voto del Parlamento.
Filippo Penati e Franco Nicoli
Cristiani sono ex colleghi di schie-ramenti opposti alla vice presidenza
del Consiglio regionale della Lom-
bardia. Il primo è nel mirino della
magistratura per un giro di presunte
tangenti sull’ex area Falk di Sesto
San Giovanni, alle porte di Milano. Il
secondo è finito in manette perché
trovato in casa con i 100mila euro
che l’imprenditore Pierluca Loca-
telli gli aveva consegnato per facili-tare i permessi per una discarica.
Ma l’almanacco della mazzetta 2011
è pieno di nomi di politici che ope-
rano a livelli più bassi. Rimanendo
in Lombardia, per l’ex sindaco di
Cassano D’Adda, Edoardo Sala, sono state predisposte le misure di
custodia cautelare in carcere a con-
clusione di un’indagine su tangenti
per tre milioni di euro legate a mo-
difiche del piano urbanistico.
Risultato: nella classifica del Cor-
ruption perception index redatta
ogni anno dall’organizzazione non
governativa Transparency Interna-
tional l’Italia è scivolata nel 2011 dal
67esimo al 69esimo posto, seguita
tra i Paesi dell’Unione europea solo
dalla Grecia. “L’indicatore della
corruzione precipita – spiega Maria
Teresa Brassiolo, presidente di Transparency International Italia –
Se vuoi vendere merendine e bi-
bite nella mia scuola, dammi 300
euro al mese. Al barista di Ravanusa
(Agrigento) che si è sentito rivolge-
re la richiesta è venuto un colpo.
Una tangente per entrare nell’ istitu-
to durante l’intervallo. E anche piut-
tosto cara. Così ha avvisato i carabi-
nieri e Pino Calogero Bona, vice preside della media Alessandro
Manzoni, è stato arrestato. Per poi
patteggiare lo scorso marzo due
anni di carcere con sospensione
della pena. Una storia come tante, in
un Paese dove la mazzetta si conti-
nua a chiedere e a offrire. Tanto
che a scorrere le cronache del
2011 si capisce perché la Corte
dei conti stimi il costo annuale
della corruzione per le casse del-
lo Stato in 60 miliardi di euro. Stesso ordine di grandezza di una
manovra del governo.
Casi di piccola corruzione che
coinvolgono il cittadino comune. A
fianco di scandali di livello naziona-
le, che coinvolgono aziende come
Finmeccanica. Inchieste su tangenti
con al centro politici di destra. E di
sinistra. Ci sono Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex braccio de-
stro di Giulio Tremonti, e Alberto
Tedesco, ex senatore del Pd coin-volto nell’inchiesta sulla sanità pu-
gliese. Entrambi salvati dall’arresto
Dal Nord al Sud l’Italia dei corrotti.
La vignetta è di Giannelli ed è stata pub-
blicata sul quotidiano il Corriere della
Sera del 4 gennaio 2012 .
Mario Monti incontra i leader sindacali.
“L’abitudine alla mazzetta fa salire lo spread” dal sito www.ilfattoquotidiano.it
(Segue a pag. 5 )
La vignetta qui a
fianco è di STAINO ed è stata pubblica-
ta sul quotidiano
l’Unità del 5 gen-naio 2012 .
Pagina 5 www.voltanaonline.it
Gianluca Carta, il geo-
metra del Comune di Milano che
ha chiesto alla griffe Bluemarine
2mila euro per un aiutino al per-
messo per aprire un negozio.
Almeno altri due sono i casi
nell’ultimo mese dell’anno che ren-
dono bene l’italico malcostume.
Carlo Cetera, primario di Gineco-logia all’ospedale Pieve di Cadore
(Belluno), speculava sui sogni di
maternità e paternità delle coppie
che non riuscivano ad avere figli e
chiedeva fino a 2.500 euro per ri-
durre i tempi di attesa per accedere
alla procreazione assistita. Questa
l’ipotesi degli inquirenti che hanno
ottenuto il suo arresto. Alessandro
Zeschi, ispettore dell’ ufficio stra-nieri del commissariato Prenestino a
Roma, aveva invece buon gioco con
gli immigrati: niente bustarella,
niente permesso di soggiorno.
Tra le cause del proliferare della
corruzione in Italia Nicola Pasini, docente di Sistemi politici e ammini-
strativi all’Università degli studi di
Milano, individua il cattivo funziona-
mento della pubblica amministra-
zione: “Spesso i meccanismi farragi-
nosi della burocrazia rappresentano
degli ostacoli per aggirare i quali
vengono usate le mazzette”, spiega.
In Italia poi non esiste un sistema di
lobbying trasparente, ma i tentativi
di influenzare i funzionari pubblici
vengono fatti di nascosto. “E la
stampa – continua Pasini – non svol-
ge la sua essenziale funzione di ca-
ne da guardia”.
Così accanto alla cricca di Balduc-
ci, Anemome e Bertolaso, finita sotto inchiesta per gli appalti del
G8, crescono su un terreno fertile le
piccole cricche. Come quella
dell’isola di Ponza, dove a settem-
bre è stato arrestato il sindaco Pom-
peo Rosario Porzio, insieme a tre assessori e tre imprenditori: tutti
accusati di essersi messi d’accordo
sull’affidamento di undici appalti,
per un valore complessivo di tre
milioni di euro. Giunta decapitata
sull’isola dei vip. E giunta colpita
da uno scandalo dopo l’altro a
Parma, dove tre mesi fa il sinda-
co di centrodestra Pietro Vignali
si è arreso alle manifestazioni di
indignati sotto il municipio. E si
è dimesso, dopo che per tangenti
gli erano via via stati arrestati il
capo dei vigili, un assessore e
diversi funzionari comunali . Non è solo nei bar di Parma che si
è parlato di corruzione oltre che di
sport. A Venezia sette dipendenti
comunali sono finiti in manette a
fine marzo per mazzette su permes-
si per l’ampliamento di strutture
turistiche, mentre a inizio febbraio
erano stati arrestati due funzionari
della Provincia e cinque imprendi-
tori: le mazzette arrivavano al 3%
su almeno 5 milioni di lavori pub-
blici e il procuratore aggiunto del
capoluogo veneto, Carlo Mastel-
loni, aveva parlato di una “cricca degna di Tangentopoli”.
Un bel po’ più a sud della Laguna,
sotto il Vesuvio la moda 2011 è sta-
ta la mazzetta pro assunzione. Per
un giro di tangenti imposte a chi
ambiva a un posto di lavoro sono
stati arrestati Sabato Carotenuto, ex direttore dell’azienda trasporti
di Napoli (Anm), e Vincenzo Coli-
moro, dipendente dell’azienda e sindacalista Uil. Questo accadeva a
maggio. Passati due mesi, a finire
sotto accusa è stato il sistema di
assunzioni clientelari e il giro di
tangenti in un’altra municipalizzata:
l’Asia, che nel capoluogo campano
vuol dire raccolta di rifiuti.
Dalle Alpi alla Sicilia abitudini
simili. Eppure, in mezzo allo Stiva-
le, il disegno di legge anticorruzio-
ne continua a rimanere bloccato in
Parlamento. Il Fatto quotidiano ha
già portato avanti nel 2010 una
campagna per un testo più rigo-
roso di quello in discussione al-
lora e mai approvato. “La legge va votata al più presto – sostiene
Maria Teresa Brassiolo – con
alcune correzioni coerenti
con gli impegni internaziona-
li. Va introdotto ad esempio il
reato di corruzione tra priva-
ti, perché anche una mazzet-
ta data da un fornitore al bu-
yer di un supermercato incide sui
costi dei cittadini”.
Secondo Nicola Pasini è essenziale
poi intervenire non solo a valle del
malaffare, punendone i colpevoli.
Ma bisogna anche fare prevenzione,
“attraverso l’educazione civica nelle
scuole e l’ insegnamento nelle uni-
versità dell’Etica pubblica, una di-
sciplina che è presente in tutte le
business school dei Paesi anglosas-
soni. Importante sarebbe poi dotare
gli enti di opportuni codici etici”.
Misure che, secondo Pasini, potreb-
bero portare a un cambiamento di
mentalità, necessario per sconfigge-
re la corruzione. Visto che dagli an-
ni di Tangentopoli ad oggi non si è
indebolita “la collusione tra sistema
politico, sistema economico, buro-
crazia pubblica e anche società civi-
le”.
Battaglia difficile in un Paese dove
le bustarelle non sono solo un mez-
zo per accaparrarsi opere pubbli-
che. Grandi classici si sono infatti
confermate per tutto il 2011 anche le
mazzette offerte dalle imprese fune-
bri agli infermieri delle camere
mortuarie per ricevere prima dei
concorrenti i dati sulla famiglia del
caro estinto di turno. E le tangenti
chieste da funzionari pubblici di
mezza Italia per consegnare senza
troppi problemi la patente di guida,
quella nautica o una qualsiasi licen-
za.
Tutti fenomeni destinati ad aggra-
varsi con la crisi, che secondo Maria
Teresa Brassiolo un effetto lo ha già
avuto: “Il sistema statale è in ritardo
coi pagamenti per 60 miliardi di
euro – dice -. E così alla corruzione
nella fase di aggiudicazione
dell’ordine si aggiunge quella nella
fase del pagamento”.
All’imprenditore magari viene chie-
sta un oliatina per far partire il boni-
fico. E se lui non ci sta, rischia il fal-
limento.
articolo di Luigi Franco pubblicato su
il Fatto Quotidiano del 4-01-2012
(Segue da pag. 4 )
“L’equità” del Governo Monti è la
dimostrazione empirica dell’ esisten-
za del bosone. Finisce prima ancora
di cominciare.”
Tiziano Bordoni
La lettera del figlio di un operaio . Altra cosa terribile, commessa dal sito di Grillo: ospitare
Pagina 6 www.voltanaonline.it
di Massimo Gramellini
Senza se e senza ma. La condan-na politica bipartisan non ammette
contraddittorio. Non è mai dubitati-
va, né interrogativa. Se Mussolini
aveva SEMPRE ragione, i politici ne
hanno ancora di più. Senza se e sen-
za ma è una trincea verbale, la nuo-
va linea del Piave. Provate a discu-
tere di fronte a un'affermazione di un Capezzolone o di una Serrade-
ché corredata da senza se e senza
ma finale. Impossibile. Siete già col-
pevoli di insurrezione armata senza
se e senza ma. Il pensiero dei senza
se e senza ma non prevede, come
ovvio, alcun se e alcun ma. È un
pensiero unico che dà il meglio di
sé quando è accompagnato
dall'indignazione. Un neurone solitario che ha bisogno di confor-
to. La gasparizzazione della politica
ha fatto il suo corso. Ormai Ga-
sparri sembra il più intelligente del gruppo.
"L'Italia è un grande Paese e ce la
farà a uscire dalla crisi" (senza se e
senza ma), "le Grandi Opere sono
necessarie" (senza se e senza ma),
"dobbiamo rimanere in Afghanistan"
(senza se e senza ma), "la Costitu-
Un … mostro di nome BEPPE GRILLO.
"Ero tornato da poche ore, l’ho vi-
sto, per la prima volta, era alto, bel-
lo, forte e odorava di olio e lamiera.
Per anni l’ho visto alzarsi alle quat-
tro del mattino, salire sulla sua bici-
cletta e scomparire nella nebbia di
Torino, in direzione della Fabbrica.
L’ho visto addormentarsi sul divano,
distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pez-
zi, tutti uguali, imposti dal cottimo.
L’ho visto felice passare il proprio
tempo libero con i figli e la moglie.
L’ho visto soffrire, quando mi ha
detto che il suo stipendio non gli
permetteva di farmi frequentare
l’università.
L’ho visto umiliato, quando gli
hanno offerto un aumento di 100 lire per ogni ora di lavoro.
L’ho visto distrutto, quando a 53
anni, un manager della Fabbrica gli
ha detto che era troppo vecchio per
le loro esigenze.
Ho visto manager e industriali
chiedere di alzare sempre più l’età
lavorativa, ho visto economisti inci-
tare alla globalizzazione del denaro,
ma dimenticare la globalizzazione
dei diritti, ho visto direttori di gior-
nali affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chie-
dere agli operai di fare sacrifici, per
il bene del paese, ho visto sindacali-
sti dire che la modernità richiede di
tornare indietro.
Ma mi è mancata l’aria, quando
lunedì 26 luglio 2010, su “La Stam-
pa” di Torino, ho letto l’editoriale
del Prof. Mario Deaglio. Nell’esposizione del professore, i “diritti dei lavoratori” diventano
“componenti non monetarie della
retribuzione”, la “difesa del posto di
lavoro” doveva essere sostituita da
una volatile “garanzia della continui-
tà delle occasioni da lavoro”, ma so-
prattutto il lavoratore, i cui salari
erano ormai ridotti al minimo, non
necessitava più del “tempo libero in
cui spendere quei salari”, ma dove-
va solo pensare a soddisfare le
maggiori richieste della contropar-
te (teoria ripetuta dal Prof. Deaglio
a Radio 24 tra le 17,30 e la 18,00 di
martedì 27 luglio 2010). Pensare che un uomo di cultura,
pur con tutte le argomentazioni di
cui è capace, arrivi a sostenere che
il tempo libero di un operaio non
abbia alcun valore, perché non è
correlato al denaro, mi ha tolto
l’aria. Sono salito sull’auto costruita
dagli operai della Mirafiori di Tori-
no. Sono corso a casa dei miei geni-
tori, l’ho visto per l’ennesima volta. Era curvo, la labirintite, causata da
milioni di colpi di pressa, lo faceva
barcollare, era debole a causa del-
la cardiopatia, era mio padre, ope-
raio al reparto presse, per 35 anni,
in cui aveva sacrificato tutto,
tranne il tempo libero con la sua
famiglia, quello era gratis. Odo-
rava di dignità."
Luca Mazzucco www.decrescitafelice.it/
zione italiana è la migliore possibile"
(senza se e senza ma). Il se è sov-
versivo e il ma è un delinquente. Il
dogma è l'unico ragionamento pos-sibile in quanto non ammette ragio-
namento alcuno, senza se e senza ma. La Santa Inquisizione è l'ispira-
trice dei senza se e senza ma. Gior-
dano Bruno oggi si prenderebbe
l'ergastolo e sarebbe suicidato in
carcere. Senza se senza ma. Il senza-
seesenzama può cambiare idea im-
provvisamente senza se e senza ma,
e dopo il calcio nel culo preso con il
referendum, da nuclearista diventa-
re antinuclearista o, per la crisi eco-nomica, trasformarsi da protettore
degli evasori totali, con lo Scudo
Fiscale, nello sceriffo di Nottingham.
Il senzaseesenzama si riconosce dal-
la mancanza di spina dorsale, stri-
scia senza se e senza ma. Da bambi-
no prendeva l'olio di fegato di mer-
luzzo senza protestare, scriveva
sempre il tema che piaceva alla
maestra e voleva diventare un poli-tico.
dal sito www.beppegrillo.it/
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mi di oggi. Inoltre non rappresenta
una testata giornalistica e pertanto
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“Le operazioni condotte nel 2011
sui cieli libici hanno rappresentato
per l’Aeronautica Militare italiana
l’impegno più imponente dopo il 2°
Conflitto Mondiale”. È orgogliosissi-
mo il Capo di Stato maggiore delle
forze aeree, generale Giuseppe
Bernardis. L’Italia repubblicana ha
conosciuto i teatri di guerra dell’Iraq, della Somalia, del Libano,
dei Balcani, dell’Afghanistan e del
Pakistan, ma mai avevamo sganciato
tante bombe e tanti missili aria-terra
come abbiamo fatto in Libia per
spodestare e consegnare alla morte
l’ex alleato e socio d’affari Muam-
mar Gheddafi. Una guerra record di
cui però è meglio non andare fieri:
secondo i primi dati ufficiali - ancora parziali - i nostri cacciabombardieri
hanno martoriato gli obiettivi libici
con 710 tra bombe e missili telegui-
dati.
Cinquecentoventi bombe e trenta
missili da crociera a lunga gittata li
hanno lanciati i “Tornado” e gli
AMX dell’Aeronautica; centosessan-
ta testate gli AV8 “Harrier” della
Marina militare. Conti alla mano si
tratta di quasi l’80% delle armi di “precisione” a guida laser e GPS in
dotazione alle forze armate. Un ar-
senale semi-azzerato in poco più di
centottanta giorni di conflitto; il Go-
verno ha infatti autorizzato i bom-
bardamenti solo il 25 aprile 2011
(56° anniversario della Liberazione)
e la prima missione di strike in Li-
bia è stata realizzata tre giorni do-
po da due caccia “Tornado” decol-
lati dall’aeroporto di Trapani Birgi. […]
“Le munizioni utilizzate dalle forze
aeree italiane sono state le bombe
[…] e i missili […], con una percen-
tuale di successo superiore al 96%”,
elenca diligentemente lo Stato
Maggiore dell’AMI. Inutile chie-
dere cosa o chi sia stato colpito
nel restante 4% degli attacchi dove sono state sganciate più di
trenta bombe di “precisione”. […]
Secondo il generale Bernardis,
nei sette mesi di operazioni in Li-
bia, “i velivoli dell’Aeronautica Mili-
tare italiana hanno eseguito 1.900
missioni con oltre 7.300 ore di volo,
pari al 7% delle missioni complessi-
vamente condotte dalla coalizione
internazionale a guida NATO”. At-
tacchi e bombardamenti sono stati
appannaggio dei cacciabombar-
dieri “Tornado” versione IDS (Interdiction and Strike) del 6° Stor-
mo di Ghedi (Brescia) e dei mono-
reattori italo-brasiliani AMX del 32°
Stormo di Amendola (Foggia) e del
51° Stormo di Istrana (Treviso). Per
la “soppressione delle difese aere-
e” e il controllo della no-fly zone
sono stati impiegati i “Tornado”
ECR (Electronic Combat Recon-
naissance) del 50° Stormo di Pia-
La guerra alla Libia ha queste cifre. cenza, i cacciabombardieri F-16 del
37° Stormo di Trapani-Birgi e gli
“Eurofighter 2000” del 4° Stormo di
Grosseto e del 36° di Gioia del Col-
le (Bari).
[…]
No comment invece sul costo fi-
nanziario sostenuto per le tremila
missioni e le oltre 11.800 ore di volo
dei velivoli italiani impiegati nella
guerra alla Libia. Possibile però az-
zardare una stima di massima tenen-
do conto delle spese per ogni ora di
missione dei cacciabombardieri
(secondo Il Sole 24Ore, 66.500 euro
per l’“Eurofigher 2000”, 32.000 per
il “Tornado”, 19.000 per l’F-16, 11.500 per il C-130 “Hercules” e
10.000 per l’“Harrier”). Prendendo
come media un valore di 20.000 eu-
ro e moltiplicato per il numero com-
plessivo di ore volate, si raggiunge
la spesa di 236.220.000 euro. Vanno
poi aggiunti i costi delle armi di
“precisione” impiegate (dai 30 ai
50.000 euro per le bombe a guida
laser e Gps, dai 150.000 ai 300.000
per i missili “intelligenti”). Limitan-dosi ad un valore medio unitario di
40.000 euro, per le 710 munizioni
sganciate sul territorio libico il con-
tribuente italiano avrebbe speso
non meno di 28.400.000 euro. Così,
solo per “accecare” radar, inter-
cettare convogli e bombardare a
destra e manca abbiamo sperpe-
rato non meno di 260 milioni. For-tuna che c’era la crisi.
articolo di Antonio Mazzeo
Il testo integrale è disponibile nel sito:
http://antoniomazzeoblog.blogspot.com
e anche nel sito:
http://www.comedonchisciotte.org
Pagina 8 www.voltanaonline.it
info: mariopaganini@gmail.com
tari mentre una donna
che abortisce ha tutto gratuito! Guar-
dando in giro si nota che i compagni
hanno poca prole, ma anche negli am-
bienti cattolici, più o meno praticanti, la
prole non abbonda. Ora ha prole chi
arriva dal Terzo Mondo. Non stupisce
che, osservando i risultati elettorali dei
centri agricoli e industriali, si debba
dire che: “i compagni, così come gli a-
gricoltori, gli operai, i lavoratori dipen-
denti e gli impiegati delle Amministrazio-
ni Pubbliche si esprimono politicamente
in modo vario ed articolato”.
Gli argomenti che diventeranno “di
moda”, non appena la crisi sembrerà in
fase di superamento, sono: amnistia,
eutanasia e anticlericalismo.
La Stato ha due compiti essenziali: la
sicurezza dei confini e la sicurezza den-
tro i confini. Chi vive in uno Stato deve
sapere che ci sono delle regole per la
convivenza e che, altri dall’esterno, non
potranno intervenire su tali regole. Ma
la certezza del diritto, in molti Stati, oggi
è un argomento che suscita ilarità. Pre-
occupa, poi, l’incertezza della pena.
Quando le regole sono modificate conti-
nuamente molti avvertono una compas-
sione eccessiva del Legislatore verso i
carnefici mentre sono trascurate le vitti-
me o i superstiti. Così facendo lo Stato
abdica ad una sua funzione. Ma allora
perché, in Italia, ogni 5 anni abbiamo:
amnistie, indulti, o condoni di pena?
Perché si ottengono voti, come segno di
riconoscenza, dai beneficiari di tali
provvidenze e dai loro parenti! Inoltre
lo Stato … risparmia sulla gestione peni-
tenziaria.
«Vorremmo che la crisi che
attanaglia il mondo, l’Europa e
quindi il nostro Paese fosse vissu-
ta in modo equo da tutti, senza
che nessuno soccomba, soprat-tutto se più fragile e più debole,
ma perché questo accada è neces-
sario insieme affrontare le cose e
condividerle». Lo afferma l’ arcive-
scovo di Genova e presidente del-
la Cei, cardinale Angelo Bagnasco,
nell’omelia della Messa per la Fe-
sta dei Popoli organizzata dalla
Migrantes diocesana per le comu-
nità cattoliche straniere presenti a
Genova.
«L’uomo è veramente grande
solo quando è in ginocchio davanti
a Dio: grande e libero di non pro-
strarsi davanti ai potenti e alle
mode del mondo». È un passag-gio dell’omelia pronunciata
dall’arcivescovo di Genova, e pre-
sidente della Cei, cardinale Ange-
lo Bagnasco, nella messa celebra-ta […] in occasione dell’Epifania
nella cattedrale di San Lorenzo.
«Tutte le volte che l’uomo si è al-
lontanato da Dio inseguendo le
proprie voglie - ha aggiunto il por-
porato - ebbro delle proprie capa-
cità e conquiste fino a rifiutare o-
gni riferimento al Signore, è anda-
to contro se stesso e ha perso la
sua umanità».
Il cardinale ha poi ricordato che
«in epoche anche molto recenti,
ideologie che hanno preteso di
cancellare dal cuore umano il sen-
so di Dio, l’anelito all’infinito, si
sono rivelate disumane e hanno
ordito atroci stragi di innocenti
calpestando i diritti fondamentali
come la libertà religiosa, il diritto
alla vita, alla famiglia, ad una so-
cietà giusta e solidale.
dal sito www.ilsecoloxix.it
La disinformazione è
l’oppio dei popoli !
Bagnasco e la crisi «equa»
Si è celebrata, con l’apporto della
Fao (Food and Agricolture Admini-
stration), la Giornata mondiale
dell’Alimentazione, ma nessun
mezzo di comunicazione ha avuto il
coraggio di dire che sarà impossi-
bile, nei prossimi anni, dar da man-
giare a tutta l’umanità, vista l’ in-
controllata crescita demografica
nei Paesi più poveri. Tanto meno ha
avuto il coraggio di dirlo la FAO
[…]. Nel 2050 servirebbe il dop-
pio dell’acqua consumata oggi
nel mondo per produrre abba-
stanza cibo per tutti i 9 miliardi
di individui che abiteranno allora
il Pianeta. […].
Quanto all’Italia è emersa la solita
carenza: troppi sprechi di acqua,
soprattutto nella distribuzione. “In
Italia siamo molto indietro sulla ge-
stione sostenibile dei corsi d’acqua”,
denuncia Andrea Agapito, respon-sabile acque di Wwf Italia: “Siamo gli
ultimi in Europa nell’applicazione del-
la direttiva quadro Acque 2000/60/CE
per la protezione delle acque superfi-
ciali e sotterranee”. Non solo, sottoli-
nea Agapito, “ma oggi lo Stato dà
concessioni consentendo un prelievo
di quantità d’acqua superiore rispetto
a quella che i corsi d’acqua sono in
grado di fornire”.[…].
Leggi il testo integrale nel sito
www.politicambiente.it
sibile produrre cibo per 9 MLD di abitanti. Nel 2050 servirà il doppio di acqua o sarà impos-
Come l’aborto è una possibile soluzio-
ne alla natalità, similmente l’eutanasia
diventa una possibile soluzione per le
malattie ed i malati.
Una cosa è l’accanimento terapeutico,
un’altra è l’eutanasia.
Ma se un dramma diventerà una que-
stione umorale, ideologica o da “buttare
in caciara” gli italici radical-chic avranno
vinto anche questa battaglia.
L’identità di molti Paesi e dell’Europa
ha radici cristiane. Per sradicarle occor-
re l’anticlericalismo, cioè avversare le
Istituzioni nelle persone e nelle strutture.
Anche in questo caso se diventasse una
questione umorale, ideologica o da
“buttare in caciara” il risultato sarebbe
scontato. Così sentiremo confondere lo
Stato del Vaticano con la Conferenza
Episcopale Italiana oppure una chiesa
con la mensa della Caritas. Inoltre non
mancheranno affermazioni quali “la
Chiesa vuole gli orfani ed i poveri per
giustificare le sue strutture”. Il buon sen-
so dovrebbe far riflettere, prima di pro-
ferir parola! Gli orfani ci sono per fatali-
tà, così come i poveri per ragioni econo-
miche e sociali. La Chiesa ed i cristiani
tentano di porre rimedi a situazioni che
non producono! Ma tant’è. Le multinazio-
nali General Motors, Exxon, P&G, IBM,
ecc. vanno rispettate e temute. Mentre le
Chiese sono delle multinazionali che non
vanno rispettate, ma spremute. Con que-
sti signori avremmo i pellegrini ad Avi-
gnone da tempo! È l’occhio che si com-
piace di rimirare il proprio cervello, poi-
ché incapace di comprende la realtà!
Poi, dopo le religioni, verrà immediata-
mente il turno dell’associazionismo
(sportivo, dei partiti, dei sindacati) e del
volontariato. Vigiliamo. Mario Paganini
Da Roma ad Avignone. (Segue a pag. 1