Voltana On Line n.9-2011
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Voltana On Line 9
2011
La Flc Cgil
ha proclamato lo
sciopero nazionale
per il 25 marzo.
MORALE PUBBLICA E MORALE PRIVATA
Esiste o può esistere una morale
pubblica e una morale privata?
Se per privata intendiamo: riser-
vata, segreta, percepita con sen-
so di timore o di vergogna quan-
do captata o intuita da altri, la ri-
sposta è: forse. Nel caso invece di
un privato ostentato, chiassoso,
guascone, arcinoto allora è possi-
bile solamente una risposta, ossi-
a: no! Non esistono due morali.
In nessun Paese, poi, la morale
pubblica e la morale privata pos-
sono viaggiare in direzioni oppo-
ste. Nessuna comunità può esiste-
re durevolmente avendo come
principali elementi costitutivi ipo-
crisia, menzogna, falsità.
Occorre, sempre ed a tutti i li-
velli, un minimo di coerenza.
In ogni comunità ci sono sem-
pre delle differenze e ci sono del-
le persone che debbono soppor-
tare sacrifici e rigori maggiori di
altre. La pace sociale sono garan-
tite o dalla speranza di una mobi-
lità, di un interscambio dei ruoli e
delle mansioni in seno alla socie-
tà; o da un progetto accettato e
possibile, per un futuro diverso e
migliore per tutti; o, infine, dalla
credibilità di coloro che stanno
guidando il Paese.
Si capisce, allora, come non sia
una questione secondaria la que-
stione morale.
Poi può esserci la connivenza, l’
opportunismo, la malafede, la
cortigianeria, l’omertà che porta
alcuni soggetti a tenere atteggia-
menti subdoli o servili.
Ma nessun sistema sociale reg-
ge quando la percentuale dei
“normalmente onesti” scende al
di sotto del 51% !
I soggetti parassiti vivono (ed
esistono) fino a quando trovano
dei soggetti produttivi da sfrutta-
re. Quando, invece, i ladri diven-
tano una quota rilevante, non c’è
più nulla da rubare per nessuno!
In molti Paesi esistono forti compo-
nenti di credenti. Le Religioni sono
ancora molto importanti. Le Religio-
ni hanno (e avranno) dei fedeli fino a
quando daranno una speranza e fino
a quando saranno credibili. La paro-
la e l’azione debbono essere, tra
loro, coordinate e concordi. Una bel-
la e buona parola ha un suo fascino.
Poi occorrono azioni, fatti coerenti e
conformi.
Chiunque va ad uno spettacolo sa
di partecipare ad una rappresenta-
zione della realtà. Ma la realtà, che
esiste oltre lo spettacolo, è qualche
cosa di molto più vasto e, soprattut-
to, di ben diverso.
Spesso si corre il rischio di trasfor-
mare tutto in una rappresentazione
teatrale. Ed è una rappresentazione
teatrale di modesta qualità, dalla
quale si esce come si era entrati,
ossia: nessun arricchimento cultura-
le; nessun stimolo creativo; nessun
godimento dello spirito; ecc.
Una Religione ha degli insegna-
menti, dei precetti, delle convinzioni
profonde. La mancata osservanza è
colpa e peccato (più o meno grave).
Esiste una coscienza individuale
ed una coscienza collettiva.
Qualsiasi Stato (civile) e qualsiasi
Religione (non massimalista) hanno
al centro la persona, un popolo e
una universalità.
Ma gli Stati democratici e le Reli-
gioni hanno fini, strutture e metodi
diversi.
Gli Stati dovrebbero essere laici e
le Religioni dovrebbero curarsi di
formare delle persone responsabili.
Se le Religioni falliscono nei loro
intento, occorre una stretta assillante
legislazione statale.
Altre volte si chiede agli Stati di
assumere un ruolo confessionale. Se
allo Stato compete regolare ogni
aspetto della vita, lo Stato deve en-
trare, interferire, nella sfera privata,
nella coscienza/morale personale.
Sia dei credenti sia dei
C’è stato un tempo in cui si diceva
che il più becero ed ottuso degli
scaricatori di porto dovesse perce-
pire un reddito in qualche modo
raffrontabile con quello percepito
dal miglior cardiochirurgo. Poi, do-
po un lungo silenzio, scopriamo,
oggi, che, in Italia, occorrono 500
operai per fare il reddito di un
manager dell’industria. Invece oc-
corrono 1.200 operai per eguagliare
gli emolumenti percepiti, in un an-
no, da un mago della finanza creati-
va (e speculativa).
E in mezzo, nel frattempo, che co-
sa è accaduto?
Abbiamo alcune certezze: sono
passati pochi decenni, è aumentata
la produttività individuale, è aumen-
tata la concorrenza, è aumentato il
divario fra i Paesi ricchi e i Paesi
poveri e, all’interno di ciascun Pae-
se, tra le persone ricche ed i poveri.
Con altre parole: a produrre la
torta sono sempre di meno, ma co-storo sono sempre più produttivi.
Ma mangiare la torta sono sempre
i soliti, solamente che i pochi, che
ne fagocitavano una gran parte, ora
sono diventati ancora più voraci.
La cosiddetta globalizzazione ha
mostrato tutti i suoi aspetti?
Certamente il cosiddetto capitali-
smo ha vinto su altri sistemi econo-
mici e sociali. Ma la sua vittoria ha
reso tutti i non capitalisti (il proleta-
riato) uguali (anche se non uniti) su
scala globale.
Si tratta di vedere quali sviluppi
siano possibili. Soprattutto conside-rando che le risorse (Segue a pag. 4)
(Segue a pag. 2)
LE REGOLE PER SPARTIRE LA TORTA
Pagina 2 www.voltanaonline.it
non. Le Leggi ed i costu-
mi si influenzano a vicenda. Non è
sufficiente una buona Legge per
avere un popolo virtuoso. E un po-
polo virtuoso non ha bisogno di una
legislazione copiosa.
In entrambe le situazioni ciascuna
persona dovrebbe sapere che cosa
andrebbe fatto per il raggiungimen-
to del bene comune. Le Leggi inter-
vengono con la funzione di pungolo
o di freno nei confronti dei meno
coscienti. La mezza via sarebbe rea-
listica, auspicabile, bastevole.
Non è così.
In Italia assistiamo ad uno scempio
continuo di buon senso e di onestà.
Ci si accontenta delle tante belle
parole e dei proclami suggestivi.
Ma le giovani generazioni hanno
bisogno di esempi e di testimonian-
ze. Assistere ad una recita di tea-
tro non serve a nulla e non giova a
nessuno.
Inoltre per governare la realtà oc-
corre saper trovare dei compromes-
si, intesi nel senso alto del termine,
tra idee e proposte diverse.
Cosa assai diversa dal confondere
la realtà del quotidiano con la realtà
che vorremmo. O, peggio ancora,
usare degli strumenti (mass-media)
per forgiare o ricostruire la realtà
secondo i desideri di alcuni.
Per cambiare la realtà non è suffi-
ciente un fiume di parole; soprattut-
to quando dette da personaggi ogni
giorno sempre meno credibili.
Ad es. il Cristianesimo ammonisce
“Non chiunque mi dice: “Signore,
Signore” entrerà nel regno dei cieli,
ma colui che fa la volontà del Padre che è nei cieli”.
La percezione che oggi si trae è
quella di assistere ad uno spettacolo
di marionette, che anziché essere
artefici - con gli altri - di un cammi-
no e di una crescita collettiva, si è
pupi o pupari: o si viene mossi per-
ché legati da tanti fili, o si manovra-
no gli altri secondo i propri intenti.
Tutto questo fino a quando o spinti
dal bisogno o da un soprassalto di
dignità troveremo la voglia di reagi-
re. Mario Paganini
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Occorre sopportare un po’ di
pubblicità, ma il servizio è gra-
tuito e per tutti.
Il 6 maggio è sciopero generale MORALE PUBBLICA E MORALE PRIVATA
Il 6 maggio sarà Sciopero Generale:
con manifestazioni territoriali.
Nel documento politico approvato
dal direttivo si sostiene che “è ne-
cessario rimettere al centro il tema
del lavoro e dello sviluppo, riconqui-
stare un modello contrattuale unitario
e battere la pratica degli accordi se-
parati, riassorbire la disoccupazione,
contrastare il precariato, estendere
le protezioni sociali e ridare fiducia
ai giovani. Serve una nuova stagione
fatta di obiettivi condivisi e rispettosi
della dignità del lavoro e serve defi-
nire le regole della democrazia e
della rappresentanza”.
Dopo aver annunciato la mobilita-
zione nazionale del 6 maggio, il Se-
gretario Generale della CGIL, Su-
sanna Camusso, è tornato ad espri-
mere forte preoccupazione per la
crisi economica che da oltre due
anni sta rendendo l'Italia un Pae-
se sempre più povero.
L'aumento della Cassa Integra-
zione nel mese di febbraio, come rilevato dall'INPS, conferma, infatti,
secondo il Segretario Generale del-
la CGIL, Susanna Camusso “la diffi-
cile situazione del nostro Paese, di
un'economia che non è ancora ripar-
tita”. “Il primo ostacolo agli investi-
menti stranieri - ha precisato la Ca-
musso - non è il sindacato, ma il Pre-
sidente del Consiglio Silvio Berlusco-
ni. Noi - ha aggiunto - a differenza di
altri, vogliamo bene al nostro Paese
ed è per questo che pensiamo che
Berlusconi se ne debba andare: per-
ché lui non vuole bene al Paese. C'è
un rapporto fra l'immagine del Paese
all'estero e il modo di gestire la crisi.
Il premier inquisito che non si pre-
senta in tribunale è il motivo per cui
l'opinione pubblica internazionale ci
considera un Paese inaffidabile. Il
primo ostacolo agli investimenti stra-
nieri - ha ribadito - è proprio il
premier”.
Riferendosi al federalismo fi-
scale municipale, approvato dalla Camera, il Segretario Generale del-
la CGIL, ha affermato “è un decreto
che rischia di impoverire ulterior-
mente le persone”, poiché ha spie-
gato “temiamo che le amministrazio-
ni locali e le Regioni taglino servizi e
risposte ai cittadini. Dobbiamo spie-
gare che non solo non è solidale,
non solo non risponde ai problemi,
ma ci porrà Comune per Comune,
ad avere l'alternativa fra il manteni-
mento dei servizi e l'innalzamento
della tassazione. L'aumento della
tassazione si fa con l'Irpef, e quindi
graverà sui soliti noti, lavoratori e
pensionati. Anche per questo serve
una mobilitazione nei territori e nei
comuni”.
Alle altre Confederazioni sinda-
cali, la leader della CGIL ha lancia-to un appello: “il Paese deve cam-
biare rapidamente e pensiamo che
questa responsabilità nel chiedere
trasformazioni dovrebbero averla
anche tanti altri soggetti, a partire
da CISL e UIL. Se si dice che va bene
questo quadro di riferimento, è in
corso la resa senza condizioni”. “Il
'filo dell'unità' - ha concluso - non va
mai perso, ma la condivisione dello
scenario che CISL e UIL stanno fa-
cendo nei confronti delle politiche
del governo indica una 'resa senza
condizioni' ”.
adattato dal sito www.cgil.it
La CGIL
ha proclamato lo
sciopero generale
per il 6 maggio.
(Segue da pag.1)
Pagina 3 www.voltanaonline.it
di Paolo Gagliardi
L’ignorante parla a vanvera.
L’intelligente parla poco.
Il fesso parla sempre.
Il vero amore non è né fisico né ro-
mantico. Il vero amore è
l'accettazione di tutto ciò che è, è
stato, sarà e non sarà.
Non mi interessa avere persone per-
fette, vicino a me, ma solo persone
sincere. Brutte o belle che siano, non
è importante l’esteriorità, ma
l’interno...
Il ministro degli Esteri giapponese,
Seiji Maehara, 48 anni, ha deciso di
dimettersi a seguito delle polemi-
che nate dalla donazione di 50.000
yen (circa 440 euro) ricevuti da una 'zainichi', una cittadina sudcoreana
di 72 anni residente da sempre in
Giappone e titolare a Kyoto di un
piccolo ristorante di 'yakiniku', una specie di barbecue locale
Commento
Forse quel Ministro giapponese
rimpiangerà di non essere nato in
Italia... Di certo molti italiani vor-
rebbero politici e ministri con una
deontologia giapponese!
Bunga bunga e ragazze costano
oltre 11 milioni l’anno. Lo docu-menta un’informativa degli atti che
analizza assegni e bonifici del conto
corrente del Premier...
- Ma sono soldi suoi !
- No, quelli erano soldi nostri. I soldi
Mr. B. li ha fatti in modo strano. È
per quello che viene rincorso da molte Procure. Giocando sporco ha
fatto i soldi. Ed ora li investe per
restare libero e per concedersi
qualche appropriato vizio!
info: [email protected]
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La vita non è una questione di come
sopravvivere alla tempesta, ma di
come danzare nella pioggia.
Le persone più felici non sono
necessariamente coloro che hanno
il meglio di tutto, ma coloro che
traggono il meglio da ciò che
hanno.
VEINT
U n’à incóra ṣmes d’pióvar
ch’u s’liva un’aria ch’la t’séga a mëẓ,
un veint che s’t’aṣlérgh al braz
u t’fa vulér in zil com’una cumeta.
A là d’có, in do ch’e’ cmeinza e’ mér,
i s’à da ësar ṣmèngh un os avért.
VEINT
U n’à incóra ṣmes d’pióvar
ch’u s’liva un’aria ch’la t’séga a mëẓ,
un veint che s’t’aṣlérgh al braz
u t’fa vulér in zil com’una cumeta.
A là d’có, in do ch’e’ cmeinza e’ mér,
i s’à da ësar ṣmèngh un os avért.
Dalla raccolta di poesie “ E’ viaz dl’anma ” (Faenza, Tempo al Libro, 2011)
Articolo 34 della Costituzione
I capaci e meritevoli, anche se privi
di mezzi, hanno diritto a raggiunge-
re i più alti gradi degli studi.
Se continui a guardare indietro
non vedrai mai ciò che hai davanti !
Hai incontrato otto ragazze e tutte ti
hanno chiesto di uscire ?
Non illuderti ! Hai semplicemente
sbagliato bagno. Muoviti ! Vai nel
bagno degli uomini !
Mr. B. non poteva andare con una
minorenne perché Mr. B. sapeva
bene che in Marocco gli Ufficio
dell’Anagrafe lavorano male.
Quindi, Mr. B. sapeva che Ruby era -
ovviamente - una maggiorenne.
Mr. B. ha solamente sbagliato quan-
do ha detto che Ruby era la nipote di
Mubarack. Si è fidato di lei e non ha
verificato… Lui è troppo buono !
Le ragioni dell’intervento della Mi-
netti ? Come sempre c’è qualche
mitomane… La Minetti ha fatto tutto
da sé, come fanno le solite impiccio-
ne desiderose di protagonismo!
Fedemilio De Lirio
Il pesce marcio puzza dal capo.
In Italia, hai presente che le caratteri-
stiche del Capo ?
La Lega non vuole l’accorpamento
delle elezioni amministrative con i
referendum. Gli elettori potrebbe-
ro essere indotti ad una maggiore
partecipazione. Così la Lega butta
via 300 milioni di euro ! Ma la cin-ghia chi dovrà stringerla ? Pagherà
il Nord o il Sud ? La Lega non mette
le mani nelle tasche degli italiani ? Ma chi paga le tasse non vota Lega !
Hi, just posting a little news summary
to justify my opinion on the situation in
Libya. Maybe you don´t like it because
three pieces were from russian news
outlets. But if you know Mr. Escobar,
then you will probably agree with me,
that he is trustworthy. Additional the
information of US military acting near
the Libyan borders is now confirmed
by US.
NATO invasion of Libya 'disgusting
Pagina 4 www.voltanaonline.it
GLI AMERICANI SI VEDONO NEL MOMENTO DEL PETROLIO Le navi americane stazionano da-
vanti a Tripoli, a uno sputo, a 50 km
in linea d'aria. Sono arrivate uffi-
cialmente per scopi umanitari. Non
ci sono navi indiane, cinesi, irania-
ne e neppure russe, coreane, brasi-
liane, islandesi o sudafricane. Solo
americane più un po' di flottiglia di
qualche alleato minore.
Quando c'è un conflitto nel mon-
do, l'aiuto pronto, immediato e so-
prattutto armato arriva dagli Stati
Uniti d'America. Un aiuto disinte-
ressato e a lungo termine come nel-
la guerra dei Balcani o in Iraq e in
Afghanistan. Si trovano così bene nei luoghi in cui hanno esportato la
democrazia che non se ne vanno
più. Ci piantano le basi e la bandie-
ra come in Kosovo e ci soggiornano
per decenni. Sono gente simpatica
e generosa, ragazzoni sempre sor-
ridenti. In Italia gli yankee regala-
idea'
http://www.youtube.com/watch?v=IGi5
iCDtcjE
Libya: Where international law died
http://english.pravda.ru/opinion/colum
nists/27-02-2011/117026-libya_law-0/
The Plan -- according to U.S. General
Wesley Clark (Ret.)
http://www.youtube.com/watch?v=SXS
3vW47mOE
The military option against Libya's
Gaddafi
http://www.youtube.com/watch?v=S1j8
Up89Va0
Obviously Russia doesn’t like the idea
of NATO intervention in Libya.
Russia doesn’t want a serbian deja vu for
sure. They want to prevent a no fly zone,
telling the world that there happened no
airstrikes:
Airstrikes in Libya did not take place -
Russian military
http://www.youtube.com/watch?v=XYe
snOD6_gQ
We should be very cautious before
joining one side of the conflict.
Regards,
Nico
vano sigarette e cioccolato che an-
cora ce ne ricordiamo. Certo, bom-
bardarono anche i civili delle prin-
cipali città italiane, da Roma a Mila-
no, ma sono incidenti di percorso
che possono succedere in guerra. Alleati che sbagliano. Nostri graditi
ospiti (nessun governo gli ha mai
negato il permesso di soggiorno
nel nostro Paese) nelle cento basi
(e sessanta testate nucleari) e sedi
in giro per l'Italia, diventata la loro
portaerei nel Mediterraneo.
Gli americani ci credono davvero
al loro ruolo di gigante buono, di
sceriffo del mondo, ma se la nazio-
ne in difficoltà è proprietaria di gia-
cimenti di petrolio o di gas, allora
ci credono ancora di più. Nel Darfur
o in Tibet, per fare un esempio, do-
ve non c'è l'oro nero, non si è fatto
vedere nessuno. Se gli amici si
vedono nel momento del bisogno,
gli americani si vedono nel mo-
mento del petrolio. Come una volta per i Pavesini, si può dire che è
sempre l'ora degli americani quan-
do sono in gioco i loro interessi. In
Libia esiste un sanguinoso dittatore con cui l'Occidente ha fatto affari
fino a poche settimane fa. Tutti sape-
vano chi fosse, ma l'odore dei soldi
copriva qualunque miasma. La Libia
è ora spaccata in due. Non si sa chi
prevarrà. È una guerra civile, un
fatto interno al Paese. E' necessario
intervenire con aiuti umanitari, con
forze di interposizione dell'ONU,
accogliendo i profughi dalle zone di guerra. Non è necessario, e neppu-
re auspicabile, che intervengano le
Forze Armate dello zio Sam. Chiun-
que vincesse, alla fine vincerebbe
solo lui.
dal sito www.beppegrillo.it/
non sono illimitate
mentre la pressione demografica
continua a crescere.
Lo schiavo, che pensa da schiavo,
giustifica la situazione con un’ affer-
mazione del tipo: “i manager sono
su una dimensione planetaria. I la-
voratori, invece, sono su scala loca-
le!” Forse l’avidità è su scala plane-
taria, ma presto i lavoratori realizze-
ranno che, senza barriere o dazi
doganali, sono anch’essi in una di-
mensione planetaria. Se gli emolu-
menti dei primi sono al top i salari
degli ultimi saranno uguali in Cina, in India, nelle Filippine come in Eu-
ropa.
Allora si tornerà a ragionare su
(Segue da pag.1)
LE REGOLE PER SPARTIRE LA TORTA come spartire la torta che
tutti, ovunque, contribui-
scono a realizzare.
Peccato che tanti riten-
gano possa essere sola-
mente “il libero mercato”
lo strumento capace di
governare il cambiamen-
to.
Forse sarebbe opportu-
no iniziare a pensare an-
che a qualche cosa di
alternativo sul genere: “politico” e, più precisa-
mente, un’alta autorità
internazionale che certa-
mente l’O.N.U. al mo-
mento non riesce ad e-
sprimere o rappresenta-
re. Mario Paganini
La Libia da un'altra angolatura
Le vignette proposte in questa pagina sono state pubblicate sul quotidiano Il manifesto e sono tratte dal sito
www.vauro.net . Dalla matita di VAURO SENESI grande satira, politica, cronaca, gossip, umorismo e attualità.
Memo...
Pagina 5 www.voltanaonline.it
Si fa presto a dire “violenza sessuale”. Invece, secondo
qualcuno, c’è violenza sessuale e violenza sessuale.
Ed allora: inventiamoci la violenza sessuale di lieve enti-
tà ! Se i traumi fisici sono modesti, allora anche i traumi
psichici saranno lievi e, pertanto, è inutile accanirsi con-
tro un pervertito lieve; per lui: sconto sulla pena !
Evidentemente chi palpeggia o mette un dito dentro ad un
bambino o una bambina non è un orco, ma - semplicemen-
te - una persona che commette il reato di “violenza sessua-
le di lieve entità nei confronti di minori”.
Nel riquadro i senatori promotori dell’emendamento 1.707
il cosiddetto “emendamento salva pedofili”.
Se ti piace il loro operare e la qualità del loro legiferare
VOTALI ANCORA !
Rimanda in parlamento:
Maurizio Gasparri (PdL)
Federico Bricolo (Lega Nord)
Gaetano Quagliariello (PdL)
Roberto Centaro (PdL)
Filippo Berselli (PdL)
Sandro Mazzatorta (Lega Nord)
Sergio Divina (Lega Nord).
Oppure, la prossima volta, mandali
TUTTI A CASA !
Violenza sessuale nei confronti di minori
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Attenti ai luoghi comuni. L’ inter-
pretazione delle rivolte arabe (certo,
la memoria del nostro iniziale entu-
siasmo per la rivoluzione iraniana
del 1979 brucia ancora) si sta rapida-
mente ritirando nei consueti para-digmi. Se ne immagina, come risul-
tato, il rafforzamento della compo-
nente islamica radicale, una crescita
di egemonia dell’Iran rispetto
all’Arabia Saudita e il mondo pro-
occidentale, un Israele accerchiato.
E, per finire, un’Europa minacciata
da una migrazione biblica. Può esse-
re che vada così. Ma ci sono anche
molte domande, la cui risposta indi-
ca diversi scenari. Provo a formular-
ne tre.
La prima è proprio sull’Iran. Nei giorni scorsi un segnale del nuovo potere di Teheran ci è stato offerto
dall’arrivo nel Mediterraneo, pas-
sando per il Canale di Suez, di due
sue navi da guerra. La prima fase di
questa partita, si dice, ha avvantag-
giato l’Iran. Affermazione vera - ma
fino a un certo punto. Va intanto no-
tato che più che espressione di forza,
l’influenza attuale di Teheran è una
delle maggiori conseguenze della guerra in Iraq. La cui lunghezza e
incertezza d’esito (qualunque cosa
ne dicano i nostalgici di Bush, non
esiste ancora un governo vero a Ba-
ghdad) ha finito con il ridare spazio
e ruolo agli sciiti della regione, e ha
portato o rinsaldato sotto l’ala reli-
giosa estremista, sull’onda dei senti-
menti antiamericani, vari movimen-
ti nazionali. Hamas come Hezbollah
si sono ri-legittimati in quella guer-
ra, e a quel periodo risale la tensio-
ne di oggi in Giordania. Ed è in-
dubbio che le rivolte odierne in
regione hanno una forte compo-
nente sciita contro governi minori-
tari sunniti. Il Bahrein è un perfetto
esempio, con il suo mezzo milione
di cittadini di cui il 70 per cento
sciiti, governato da un paio di seco-
li da una famiglia sunnita.
Ma l’Iran - ed è questa la doman-
da - è davvero in grado oggi di e-
sercitare questa maggior influenza?
In effetti la rivolta araba, con un
classico colpo di coda, mentre raf-
forza Teheran all’estero, ne aumen-
ta la destabilizzazione interna. Il movimento dell’Onda verde irania-
na si rivela infatti anticipatore e
fratello di quello che scuote la piaz-
za araba, per composizione politica
e sociale, come vedremo più avan-
ti. L’Iran appare dunque in una sor-
ta di tenaglia - e la sua partita molto
più aperta di quel che si sostiene.
Può essere destabilizzata anche
l’Arabia Saudita? È la seconda do-manda, e forse la più importante
posta dalla rivolta. Il Regno, come
semplicemente viene chiamato, è il
più temibile soggetto di sconosciu-
ta potenza che abbiamo di fronte.
Nel triangolo che, da dopo la Se-
conda Guerra, lega allo stesso de-stino e con vicende alterne le tre
Una rivolta contro le certezze di Lucia Annunziata casseforti del petrolio mondiale (il
Regno Saudita, l’Iran e l’Iraq) e che
è all’origine di tre dei maggiori
conflitti degli ultimi 40 anni,
l’Arabia Saudita è la nazione che in
apparenza ha meglio saputo tenere la sua stabilità.
Anche in questo momento sem-
bra essere fuori dal caos. Ma la ve-
rità sul vecchio Regno è che, da
sempre, il suo silenzio è solo la co-
pertura di enormi lotte di potere. L’Arabia Saudita è stata incubatrice
di uno dei grandi filoni di radicali-
smo islamico, quello salafita, ha
dato non a caso i natali a Osama bin
Laden, ed è oggi profondamente
esposta a una guerra di successio-
ne che accompagna il declino del
vecchio re. Il ciclone delle rivolte
sta facendo saltare Bahrein, Gior-
dania, Yemen, Egitto - la cintura di
sicurezza che aveva intorno. La de-
cisione recente del sovrano di pre-
venire ogni tensione aumentando
gli stipendi ai sudditi è una ammis-
sione di debolezza quale non se ne
vedevano da tempo.
Nel caso che alla domanda di so-
pra si rispondesse dunque con un sì - può essere destabilizzata anche
l’Arabia Saudita -, dovremmo im-
maginare un alterarsi drastico del
già caotico panorama attuale. Si
presenterebbero infatti in quel ca-
so condizioni per una nuova guerra
con un coinvolgimento degli occi-
dentali.
Infine, terza domanda: il movi-mento che anima le piazze può
davvero tutto rifluire nei tradiziona-
li canali dello scontro religiosi-
laici, o estremisti-moderati? Secon-
do i dati riportati da Alasdair
McWilliam sul Guardian del 22 feb-
braio, i Paesi che hanno guidato la
protesta sono anche in cima allo Human Development Index, un in-
dicatore che misura la crescita di
educazione, salute e condizioni e-
conomiche. Non è certo un caso.
Nel 2010 al primo posto dell’ In-
dex troviamo Tunisia, Egitto Alge-ria, Marocco. Alcuni esempi: la fre-
quenza alle scuole superiori in E-
gitto è passata dal 14% al 28% dal
1990, e in Tunisia (Segue a pag.2)
Una rivolta contro le certezze
Pagina 7 www.voltanaonline.it
Non solo il cavaliere, non solo le
ragazzine, non solo le maitresse e gli
adulatori, non solo gli amici travestiti
da maggiordomi, le procacciatrici di
sesso, i dischi di Apicella e la lap
dance in cantina: in questa storia da
basso impero ci sono anche i pa-
dri. E sono l´evocazione più sfronta-ta, più malinconica di cosa sia rima-
sto dell´Italia ai tempi di Berlusconi.
I padri che amministrano le figlie,
che le introducono alla corte del
drago, le istruiscono, le accompa-
gnano all´imbocco della notte. I
padri che chiedono meticoloso con-to e ragione delle loro performance,
che si lagnano perché la nomination
del Berlusca le ha escluse, che chie-
dono a quelle loro figlie di non sfigu-
rare, di impegnarsi di più a letto,
di meritarsi i favori del vecchio
sultano. I padri un po´ prosseneti,
un po´ procuratori che smanacciano
la vita di quelle ragazze come se fos-
sero biglietti della lotteria e si ag-
grappano alle fregole del capo
del governo come si farebbe con
la leva di una slot machine...
Insomma questi padri ci sono,
esistono, li abbiamo sentiti sospira-
re in attesa del verdetto, abbiamo
letto nei verbali delle intercettazio-
ni i loro pensieri, li abbiamo sentiti
ragionare di arricchimenti e di ca-
se e di esistenze cambiate in cam-
bio di una sveltina delle loro figlie
con un uomo di settantaquattro an-
ni: sono loro, più del drago, più
delle sue ancelle, i veri sconfitti di
questa storia. Perché con loro, con i
padri, viene meno l´ultimo tassello
di italianissima normalità, con loro
tutto assume definitivamente un
prezzo, una convenienza,
un´opportunità.
Ecco perché accanto ai dieci mi-
lioni di firme contro Berlusconi an-
drebbero raccolti altri dieci milioni
di firme contro noi italiani. Quelle
notti ad Arcore sono lo specchio
del Paese.
Di ragazzine invecchiate in fretta
e di padri ottusi e contenti. Convin-
ti che per le loro figlie, grande fra-
tello o grande bordello, l’isola dei
famosi, l´importante sia essere
scelte, essere annusate, essere
comprate. Dici: colpa della perife-
ria, della televisione, della povertà
che pesa come un cilicio, della ric-
chezza di pochi che offende come
uno sputo e autorizza pensieri im-
puri.
Balle.
Bernardo Viola, voi non vi ricor-date chi sia stato.
Ve lo racconto io.
Era il padre di Franca Viola, la
ragazzina di diciassette anni di Al-
camo che, a metà degli anni ses-
santa, fu rapita per ordine del suo
corteggiatore respinto, tenuta pri-
gioniera per una settimana in un
casolare di campagna e a lungo
violentata. Era un preludio alle noz-
ze, nell´Italia e nel codice penale di
quei tempi. Se ti piaceva una ragaz-
za, e tu a quella ragazza non piace-
vi, avevi due strade: o ti rassegnavi
Il silenzio dei padri per le notti di Arcore di Claudio Fava
o te la prendevi. La sequestravi,
la stupravi, la sposavi. Secondo le leggi dell´epoca, il matrimonio sa-
nava ogni reato: era l´amore che
trionfava, era il senso buono della
famiglia e pazienza se per arri-
varci dovevi passare sul corpo e
sulla dignità di una donna.
A Franca Viola fu riservato lo
stesso trattamento. Lui, Filippo Me-
lodia, un picciotto di paese, ricco e
figlio di gente dal cognome pesan-
te, aveva offerto in dote a Franca la
spider, la terra e il rispetto degli
amici. Tutto quello che una ragazza
di paese poteva desiderare da un
uomo e da un matrimonio nella
Sicilia degli anni sessanta. E quando Franca gli disse di no, lui
se l´andò a prendere, com´era co-
stume dei tempi. Solo che Franca
gli disse di no anche dopo, glielo
disse quando fece arrestare lui e i
suoi amici, glielo urlò il giorno del-
la sentenza, quando Filippo si sentì
condannare a dodici anni di galera.
Il costume morale e sessuale
dell´Italia cominciò a cambiare
quel giorno, cambiò anche il codi-
ce penale, venne cancellato il di-
ritto di rapire e violentare
all´ombra di un matrimonio ripa-
ratore. Fu per il coraggio di quella ragazzina siciliana. E per suo pa-
dre: Bernardo, appunto. Un conta-
dino semianalfabeta, cresciuto a
pane e fame zappando la terra de-
gli altri. Gli tagliarono gli alberi,
gli ammazzarono le bestie, gli
tolsero il lavoro: convinci tua fi-
glia a sposarsi, gli fecero sapere.
E lui invece la convinse a tener
duro, a denunziare, a pretendere
il rispetto della verità. Tu gli
metti una mano e io gliene metto
altre cento, disse Bernardo a sua
figlia Franca.
Atto d´amore, più che di corag-
gio. Era povero, Bernardo, più po-
vero dei padri di alcune “squinzie”
di Arcore, quelli che s´informano
se le loro figlie sono state prescelte
per il letto del drago.
Ma forse era solo un´altra Italia.
Claudio Fava
dall’8 al 34%. Ma
l’assorbimento di queste nuove leve
con migliore educazione è quasi
inesistente - in Egitto i diplomati
sono il 42 per cento della forza lavo-
ro ma l’80 per cento dei disoccupati. In Medioriente e Nord Africa la di-
soccupazione è del 25 per cento,
cioè la più alta del mondo, anche a
causa di un’assenza quasi totale di
un settore privato. E qui ben si capi-
sce la rabbia contro governi corrot-
ti, paternalisti e piramidali. Secondo
la International Labour Organiza-
tion, il mondo arabo ha bisogno di
generare più di 50 milioni di posti di lavoro nei prossimi dieci anni per
assorbire questa offerta.
La combinazione di tutte queste
attese (stimolate dalla globalizzazio-
ne della comunicazione) si incanale-
rà di nuovo davvero nel movimento
religioso, bigotto e radicale com’è
stato finora? O non sarà, come in
Iran dopo tutto, anche lo stesso mo-
vimento islamista radicale a rimane-
re scottato dalle più recenti fiamme?
Lucia Annunziata LA STAMPA 25/02/2011
(Segue a pag. 2)
Sabato 12 marzo, ore 16.30
Aula Magna del Liceo Classico - Lugo
Caffè Letterario e Università per Adulti
PAOLO GAGLIARDI “E’ VIAZ DL'ANMA”
(Faenza, Tempo al Libro, 2011)
Introducono: Giuseppe Bellosi e Matteo Fantuzzi
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SABATO 12 MARZO ore 20.45 TEATRO PARROCCHIALE IL MEGLIO DI …GIANNI E PAOLO PARMIANI
DOMENICA 13 MARZO ore 14.00 PIAZZA UNITA’ CARNEVALE DEI RAGAZZI
GIOVEDI’ 17 MARZO ore 10,30 PIAZZA UNITA’ INIZIATIVA PUBBLICA PER I
150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA
ore 20.45 CA’ VECCHIA FILM “NELL’ANNO DEL SIGNORE”
DI LUIGI MAGNI
VENERDI’ 18 MARZO ore 20.45 CA’ VECCHIA RICORDANDO GIORGIO GABER
SABATO 19 MARZO ore 20.45 CASA DEL POPOLO COMMEDIA DIALETTALE G.A.D. DI LUGO
“UNA DONA DA SUNZEN”
DOMENICA 20 MARZO ore 10.00 SCUDERIE VILLA ORTOLANI PRESENTAZIONE ALMANACCO DI VOLTANA
VENERDI’ 25 MARZO ore 19.30 CA’ VECCHIA “FINALMENTE E’ PRIMAVERA”: CENA + FILM
SABATO 26 MARZO ore 14.00 PIAZZA UNITA’ MOTOSALSICCIATA
DOMENICA 27 MARZO ore 9.00 PIAZZA UNITA’ MOTOSALSICCIATA
SABATO 2 APRILE ore 12,30 CA’ VECCHIA PRANZO E ASSEMBLEA DEI SOCI
DOMENICA 3 APRILE ore 16.00 TEATRO PARROCCHIALE GIOVANI MUSICISTI IN CONCERTO
continua la SETTIMANA VOLTANESE 2011