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RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA
2015
CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA
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RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA 2015
INDICE Il contesto normativo di riferimento Il contesto istituzionale e associativo Il contesto economico locale Il quadro delle risorse Il piano degli investimenti Il contesto organizzativo e le risorse umane Aggiornamento programma pluriennale e definizione obiettivi strategici Gli assi strategici dell’Ente: Asse A: “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della vita delle
imprese” A1. Semplificare la vita delle imprese
A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza
Asse B: “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo del territorio”
B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la
nascita di nuove imprese B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio
Asse TRASVERSALE: “Azioni di supporto al cambiamento e qualità dei servizi” T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente
T2. Comunicazione e marketing dei servizi T3. Trasparenza T4. Digitalizzazione T5. Crescita del know how e del capitale umano T6. Orientare la gestione alla performance
Allegato A) alla deliberazione del Consiglio Camerale n. 13 del 27/10/2014 “Relazione Previsionale e Programmatica per l'esercizio 2015: approvazione”
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IL CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
La riforma del sistema politico e istituzionale italiano è ormai da anni al centro dei dibattiti in ogni sede,
considerata da tutti fattore irrinunciabile di competitività e sviluppo. Dopo le accelerazioni di intenti dei
mesi passati, anche a seguito del cambio di governo, il paese sta vivendo una fase interlocutoria in
vista della probabile definizione di una nuova forma di Stato, forma di stato che coinvolgerà in maniera
diretta anche il sistema delle Camere di Commercio italiane.
Riassumendo, il Consiglio di Ministri del 13 giugno infatti ha preso alcune decisioni di radicale modifica
del sistema camerale. Con il decreto legge n. 90 del 24 giugno scorso ha previsto il taglio del 50%
delle entrate da diritto annuale a partire dal 2015. Contestualmente è stato deciso di formulare i criteri
generali della delega del Parlamento al Governo per il riordino degli Enti camerali.
Gli effetti del taglio del 50% del diritto annuale comporterà anche per Reggio Emilia l’annullamento di
fatto degli interventi economici correnti nel territorio.
Successivamente la I^ Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati ha approvato un
emendamento che riscrive l’art. 28 del decreto legge n. 90/2014 che, in linea con le proposte formulate
dall’Unioncamere in occasione dell’audizione in Parlamento dello scorso 8 luglio, spalma il taglio su 3
anni, con una riduzione progressiva del diritto annuale del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50%
nel 2017.
L’emendamento prevede inoltre che le tariffe e i diritti di segreteria devono essere fissati sulla base di
costi standard, secondo criteri di efficienza da conseguire anche attraverso l’accorpamento degli enti e
degli organismi del sistema camerale e lo svolgimento in forma associata delle funzioni.
L’emendamento è stato recepito dalla L. n. 114 dell’11-8-2014 di conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90.
Nel DDL “Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche”, presentato al Senato il 23 luglio scorso, è
inserito all’art. 9, il “Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio”. Tale
articolo delega il Governo ad adottare un Decreto legislativo per la riforma dell’organizzazione, delle
funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, secondo i seguenti criteri:
a) eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese;
b) ridefinizione delle circoscrizioni territoriali;
c) riduzione dei compiti e delle funzioni limitando le partecipazioni societarie alle sole funzioni
istituzionali e circoscrivendole nel tempo;
d) trasferimento al Ministero dello Sviluppo Economico delle competenze relative al registro delle
imprese;
e) riduzione del numero dei componenti dei Consigli e delle Giunte, riordino della disciplina dei
compensi dei relativi organi, prevedendo la gratuità degli incarichi;
f) disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria e il mantenimento dei livelli
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occupazionali e contempli poteri sostitutivi per garantire la completa attuazione del processo di
riforma, anche mediante la nomina di Commissari in caso di inadempienza da parte delle Camere
di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
L’intervento normativo di riduzione del 50% delle entrate del diritto annuale (nell’Emilia Romagna 45
milioni di euro circa) comporterà un depotenziamento del ruolo camerale nella promozione del territorio
e nel sostegno alle imprese.
Le Camere di commercio condividono la necessità di una revisione degli ambiti di riferimento delle
singole camere e della normativa che le disciplina. Le ragioni sono facilmente rinvenibili nella necessità
di raggiungere economie di scala, rendere più efficaci ed efficienti i servizi erogati, ma anche di
candidarsi allo svolgimento di nuove funzioni. In Emilia Romagna le Camere hanno messo in atto
iniziative concrete per conseguire risparmi e razionalizzare la rete. Si pensi solo ai progetti di gestione
associata delle competenze camerali (studi statistica, piano formativo e servizio legale).
Mancando peraltro una sintesi unitaria dell’intero sistema camerale, la Giunta di Unioncamere Emilia
Romagna ha deciso di assumere alcune iniziative volte a “giocare di anticipo” mettendo in campo un
autonomo disegno di razionalizzazione territoriale della rete territoriale camerale per la difesa della
“mission” e del ruolo delle Camere di commercio.
Nella seduta del 2 luglio scorso la Giunta di Unioncamere Emilia Romagna ha approvato un’ipotesi
autonoma di riordino delle circoscrizioni territoriali di competenza delle Camere di commercio passando
da 9 a 4 enti. Nell’individuazione delle circoscrizioni si sono tenute presenti le indicazioni della “legge
Del Rio” di riforma degli enti intermedi, con l’istituzione delle Città metropolitane, e le logiche di “area
vasta” utilizzate nell’ipotesi di accorpamento delle Province proposta dal CAL e dalla Regione Emilia
Romagna. I parametri della superficie territoriale e della popolazione sono stati sostituiti, nel caso delle
Camere di Commercio, con criteri legati al numero delle imprese, al rispetto dei principi di equilibrio
economico, alle caratteristiche geo-economiche del territorio. Le possibili aggregazioni individuate
rispettano sicuramente i principi di equilibrio economico e di omogeneità delle caratteristiche geo-
economiche dei territori.
Il 23 luglio scorso, il Comitato Esecutivo di Unioncamere ha varato ufficialmente l’operazione di riordino
delle Camere di commercio prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. Dalle
attuali 105 Camere di commercio si dovrebbe passare, dopo le aggregazioni, a circa 50-60 Enti.
Il nuovo Consiglio camerale, insediatosi nel gennaio di quest’anno, nel ritenere ormai ineludibile il
superamento di una rete di 9 camere di Commercio nella sola Emilia Romagna, nella seduta del 28
luglio scorso ha deliberato di iniziare un percorso volto all’individuazione di un “bacino di riferimento”,
attraverso l’analisi di dati-informazioni geo-economiche e la condivisione di possibili scelte con le
istituzioni locali di riferimento, per giungere poi alla modifica della circoscrizione territoriale della
Camera di Commercio di Reggio Emilia, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 della legge 580/93.
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IL CONTESTO ISTITUZIONALE E ASSOCIATIVO
La Camera, per svolgere in modo efficace i propri molteplici compiti, continuerà a mantenere e
sviluppare collaborazioni con le altre istituzioni pubbliche, con le associazioni di categoria, le singole
imprese e i clienti / utenti. Nelle sedi dove si discutono le politiche economiche territoriali e dove si pro-
gettano le azioni per accrescere la competitività del sistema locale, è fondamentale la sua presenza,
per offrire progetti di sviluppo del territorio, risorse finanziarie comunque importanti ed una struttura
professionale e dinamica, anche attraverso il sistema delle proprie partecipazioni. Le Camere di
Commercio sono un punto di incontro naturale tra imprese e cittadini, tra imprese e mercato, tra
imprese ed istituzioni; ed è esattamente attraverso questo ruolo esclusivo che gli Enti camerali si
qualificano sempre di più come soggetti attivi per favorire lo sviluppo economico.
Questa missione, per poter essere realizzata in modo efficace, necessita di un rapporto responsabile e
trasparente, che tale si deve mantenere nel corso del tempo, con le imprese in primis, le quali tramite
le proprie Associazioni di categoria possono mettere a confronto i rispettivi interessi. Oltre ai
rappresentanti negli organi Camerali (Consiglio e Giunta), è statutariamente prevista la Consulta delle
Associazioni, composta dai presidenti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali e
dei consumatori, che fornisce pareri, valutazioni e indirizzi di carattere generale agli organi Camerali.
A questi si uniscono poi ulteriori interlocutori che trovano nelle Camere un’istituzione di riferimento,
quali ordini ed associazioni professionali, associazioni dei consumatori, pubbliche amministrazioni lo-
cali, sindacati, singoli utenti. Tra loro troviamo anche la Consulta delle Professioni, composta dai
presidenti degli ordini e collegi professionali operanti nella circoscrizione provinciale della Camera di
Commercio, con il compito di esercitare funzioni di tipo consultivo - in particolare in materia di
semplificazione - con la finalità di promuovere una più stretta connessione tra impresa e professionisti.
La Camere di Commercio sono enti che operano in regime di “autonomia funzionale”, nei quali trovano
la propria proiezione istituzionale le comunità alle quali si rivolge l’azione degli enti medesimi; le
autonomie funzionali, consentono a tali comunità il diretto svolgimento delle funzioni ad esse
specificamente destinate, configurandosi così come strumenti di autogoverno delle stesse. L’obiettivo
primario del sistema Camerale è costituito dal perseguimento di interessi di carattere generale, che
non possono essere dimenticati quando si considerano le pur fondamentali linee di interesse locale e
che richiede quindi un’opera di intervento largamente condivisa a livello nazionale.
Anche questo ambito risentirà e verrà riprogettato a seconda dei nuovi assetti geografici e funzionali
che gli Enti camerali assumeranno nei prossimi mesi.
LA CCIAA DI REGGIO EMILIA: SISTEMA DI GOVERNANCE INTEGRATA
La CCIAA di Reggio Emilia si pone al centro di una rete di relazioni istituzionali nel cui ambito elabora
strategie e definisce azioni di intervento per favorire lo sviluppo delle politiche di promozione, crescita e
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tutela del mercato. La CCIAA di Reggio Emilia individua il potenziamento del «Sistema delle Alleanze»
sui diversi piani di intervento, come elemento imprescindibile per lo sviluppo delle proprie linee politiche di
mandato, divenendo quindi nucleo di un articolato e variegato network che si può sintetizzare ne “IL
SISTEMA CAMERALE”.
IL SISTEMA CAMERALE
Il riconoscimento normativo dell’essere «Sistema Camerale» di cui fanno parte, oltre alle CCIAA italiane,
le CCIAA all’estero, quelle estere in Italia, le Aziende Speciali, le Unioni regionali, l’Unioncamere
Nazionale e le strutture di sistema, è uno dei principali elementi di innovazione della legge di riordino
delle Camere di Commercio (L. 580/93 come modificata dal D. Lgs. 23/2010).
La CCIAA di Reggio Emilia ha già affermato la sua nuova identità di parte integrante ed attiva del net-
work Camerale, infatti da tempo opera nello sviluppo e nel potenziamento delle relazioni di una rete
sinergica, unica nel panorama delle Pubbliche Amministrazioni.
La CCIAA di Reggio Emilia quindi garantisce la propria presenza attiva all’interno di un sistema che
favorisce la condivisione del know-how e delle competenze per la realizzazione di iniziative progettuali
congiunte, che potrebbero risultare inefficaci e di scarso successo se realizzate esclusivamente in
autonomia. Lo sviluppo ed il potenziamento delle relazioni all’interno del network, quindi, è prezioso e
funzionale non solo per favorire ed aiutare la realizzazione delle strategie Camerali, ma anche per lo
sfruttamento dell’economia di scala per l’efficienza gestionale.
Il Sistema Camerale si configura come una rete composta da 105 CCIAA, 127 Aziende Speciali, 19
Unioni Regionali, 9 Centri Esteri Regionali, 73 CCIAA italiane all’estero, 33 CCIAA italo estere, oltre 2000
partecipazioni in infrastrutture e società.
L’Unioncamere rappresenta il Sistema Camerale e ne coordina l’azione, promuove i rapporti con le altre
istituzioni di livello internazionale, nazionale e locale. Realizza interventi sia a favore delle CCIAA che
delle imprese, predispone studi e ricerche, istituisce osservatori e interventi, inoltre, avvalendosi anche
delle proprie società specializzate, sviluppa iniziative per l’internazionalizzazione dell’economia italiana.
Le Unioni Regionali sono rappresentative delle CCIAA della stessa regione, ne coordinano le attività e i
programmi, studiano i problemi comuni, promuovono iniziative congiunte, forniscono supporto per lo
sviluppo economico locale, realizzano indagini e gestiscono i rapporti interregionali e con le strutture di
servizio.
I Centri Regionali per il Commercio Estero sostengono il processo di internazionalizzazione delle
imprese, ospitano delegazioni straniere, promuovono la partecipazione a mostre internazionali, fiere e a
missioni all’estero.
Le CCIAA Italiane all’estero, con sede nelle principali città del mondo, sono associazioni a carattere
volontario di operatori ed imprese ed hanno la finalità di favorire le relazioni economiche con le imprese
straniere interessate al mercato italiano.
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Le CCIAA italo-estere, offrono servizi ed attività per agevolare l’ingresso delle imprese italiane sui mercati
esteri e viceversa.
Così almeno l’infrastruttura “di sistema” per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora.
Sulla base dell’articolato e complesso sistema istituzionale e associativo sopra richiamato, si inserisce il
particolare momento economico e sociale mondiale. La nuova crisi che oggi stiamo vivendo, per molti
versi inedita e dalle conseguenze potenzialmente ancor più gravi di quella vissuta solo tre anni fa,
potrebbe mettere in discussione perfino il ruolo dell’euro e della stessa Europa. L’esigenza di
contenimento e riduzione della spesa pubblica (resa ancor più urgente dal declassamento del debito
pubblico appena intervenuto), unitamente alle richieste di maggiore libertà economica e minori vincoli
all’esercizio dell’attività d’impresa, sta al contempo mettendo in discussione le stesse funzioni svolte dallo
Stato e dagli enti locali. Il dibattito sulla riorganizzazione del sistema pubblico a sostegno del mondo delle
imprese coinvolge pienamente anche il sistema Camerale. In questo scenario, appare quindi evidente la
necessità di dare avvio a una nuova fase di autoriforma, mirata ad una sempre maggiore efficienza e
qualità dei servizi offerti dalle Camere di Commercio e basata, già nell’immediato, su uno sforzo più
intenso è più esteso verso accorpamenti territoriali e realizzazione di alcuni servizi in forma associata.
E’ pertanto già partita ufficialmente nel luglio scorso la riforma delle Camere di commercio italiane che
porterà al dimezzamento del loro numero. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato ufficialmente
l’operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. La richiesta era
di indicare le possibili aggregazioni per portare il numero totale delle Camere dalle attuali 105 a non più di
50-60. Dodici Unioni regionali hanno già provveduto ad approvare l’accorpamento delle strutture camerali
del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l’analogo percorso nei prossimi giorni. Gli
accorpamenti tendono a creare realtà locali con un bacino pari ad almeno 80.000 imprese che coniuga
sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. Entro l’autunno tutte le Camere di commercio
saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto.
Le Unioni regionali che hanno già compiuto il primo, determinante passo sono l’Abruzzo (che porterà a 2
le 4 Camere di commercio oggi esistenti, con l’accorpamento di Teramo e L’Aquila e di Pescara e
Chieti), la Basilicata (da 2 a 1), la Calabria (da 5 a 3), la Campania (da 5 a 4, con Avellino e Benevento
destinate a unificarsi), l’Emilia Romagna (da 9 a 4), il Lazio (da 5 a 2, ovvero l’area metropolitana di
Roma e le altre province insieme), la Liguria (da 4 a 2, l’area metropolitana di Genova e l’accorpamento
in una sola strutture delle rimanenti province), il Molise (da 2 a 1), il Piemonte (da 8 a 3, con Torino, la
Camera del Sud e la Camera del Nord Piemonte), la Puglia (da 5 a 3 in virtù degli accorpamenti di Bari e
Taranto e di Brindisi e Lecce), il Veneto (da 7 a 5) e l’Umbria (da 2 a 1). La “geografia” camerale non
muterà, invece, in Trentino Alto Adige, dati i vincoli delle due province a statuto speciale, e in Valle
d’Aosta, dove esiste una sola Camera di Commercio.
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IL CONTESTO ECONOMICO LOCALE
GLI SCENARI PREVISIONALI
La lunga recessione che sta attraversando il Paese, iniziata sette anni fa, ha portato indietro di anni la
lancetta su molti fronti: la produzione è tornata ai livelli del 1986, l'edilizia ha fatto una retromarcia di
quasi mezzo secolo. Redditi, risparmi e consumi si sono contratti. Gli italiani hanno lo stesso reddito
disponibile di trent'anni fa, mentre la spending review familiare porta lo shopping ai valori del 1997. E
l'inflazione, ad agosto 2014, ha il segno meno, come nel 1959.
Lo dice un'analisi realizzata dal Sole 24 Ore (pubblicata il 15 settembre 2014) che ha esplorato una
decina di indicatori ed ha individuato in quale anno del passato occorresse riandare per ritrovare
analoghi valori ottenendo i seguenti risultati:
Indicatore
Anno del passato al quale si ritrova il dato
attuale
Tasso d'inflazione 1959
Investimenti in edilizia (indice 1951=100) 1967
Immatricolazioni auto (numero) 1979
Compravendita di case (numero) 1985
Reddito disponibile (euro) 1986
Produzione industriale (indice) 1986
Tasso di disoccupazione 1998
Consumi finali - spesa mensile famiglie prezzi concatenati 1997
Ricchezza netta per famiglia 1997
Turismo - pernottamenti di italiani in hotel 1999
Fonte: il Sole 24 ore del 15 settembre 2014
Difficile, quindi, è la situazione italiana le cui debolezze, secondo Standard & Poor's, possono incidere
negativamente sul ciclo continentale. Debolezze individuate nelle sue dinamiche caratterizzate da una
domanda interna anemica, da una frenata delle esportazioni verso i grandi partner commerciali
(Germania, Francia e Stati Uniti) e da un ritardo nel varo delle riforme strutturali annunciate. L'Italia per
S&P's - che aggiornerà il rating il 5 dicembre 2014 (oggi è BBB) - probabilmente non finirà in
recessione per la terza volta in cinque anni, ma non andrà oltre una crescita zero (e non più dello 0,5%
previsto in giugno). Si tratta della revisione più ampia tra i principali Paesi dell'eurozona connessa al
fatto che l'andamento rilevato per l'Italia nel secondo trimestre è l'unico negativo (-0,3%) tra i principali
Paesi.
Anche l'Ocse, nel rapporto di medio termine diffuso a settembre, ha rivisto al ribasso di quasi un punto
percentuale (0,9%) le previsioni di crescita per l'Italia per il 2014 indicando una riduzione del Pil dello
0,4% (recessione, quindi) rispetto al +0,5% stimato a maggio. Al di là delle situazioni contingenti dei
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singoli Paesi le previsioni al ribasso della crescita sono influenzate dalle crescenti tensioni geopolitiche:
dall'Ucraina, all'offensiva del terrorismo islamico.
Nel 2014, quindi, secondo l'Ocse, l'Eurozona dovrebbe crescere dello 0,8% rispetto all'1,2% stimato a
maggio, la Francia dovrebbe attestarsi al +0,4% (era lo 0,9% in maggio) e la Germania, il motore della
zona euro, non dovrebbe andare oltre l'1,5% (lo 0,4% in meno rispetto alle stime di maggio). Saranno
ancora Cina ed India a trainare la crescita mondiale (+7,4% e +5,7% rispettivamente) mentre gli Stati
Uniti dopo il +2,1% del 2014 dovrebbero ulteriormente consolidare la ripresa nel 2015 con una crescita
del 3,1%.
Nel 2015 l'Eurozona dovrebbe, invece, fermarsi all'1% (dall'1,7% previsto a maggio) mentre l'Italia
dovrebbe crescere solo dello 0,1% (di fatto una stagnazione) rispetto all'1,1% stimato a maggio.
Il vero problema appare quindi l'Eurozona che alla crescita debole, debolissima, aggiunge la bassa
inflazione, in calo ormai da tre anni. Com’è noto, un'inflazione vicina allo zero aumenta il rischio di uno
slittamento nella deflazione con la prospettiva di perpetuare la stagnazione e aggravare il peso del
debito.
Variazione del Pil a confronto nei principali Paesi
anno 2013 e previsioni 2014 e 2015
Paesi 2013 2014 2015
Stati Uniti 2,2 2,1 3,1
Canada 2,0 2,3 2,7
Brasile 2,5 0,3 1,4
Cina 7,7 7,4 7,3
India 4,7 5,7 5,9
Giappone 1,6 0,9 1,1
Germania 0,2 1,5 1,5
Francia 0,4 0,4 1,0
Regno Unito 1,8 3,1 2,8
Italia -1,8 -0,4 0,1
Fonte: Ocse - outlook settembre 2014
IL TESSUTO PRODUTTIVO
La natimortalità delle imprese
Nonostante la pesante situazione, il tessuto economico reggiano torna a mostrare timidi segnali
positivi. Nel periodo dal 2008 al 2013 ad eccezione di un tasso di sviluppo positivo registrato nel 2011,
il trend che si rileva per il numero di imprese permane negativo a causa di una continua riduzione delle
iscrizioni a fronte di una “quasi stazionarietà” delle cessazioni.
Nel primo semestre 2014, il saldo fra le nuove imprese iscritte e quelle cancellate “non d’ufficio”, ovvero
quelle imprese che hanno espresso la volontà di non proseguire l’attività è di nuovo positivo.
A fine giugno in provincia di Reggio Emilia si contano 56.161 imprese.
Da gennaio a giugno 2014 le iscrizioni sono state 2.193 (1.296 nel primo trimestre e 897 nel secondo),
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mentre le cessazioni non d’ufficio sono risultate 2.124 (1.461 nel primo e 663 nel secondo), con un
saldo positivo di 69 unità.
Movimento imprese iscritte e cessate in provincia di Reggio Emilia dal 2008 al primo semestre 2014
Anni Stock al
31.12
Movimento
Tasso di sviluppo Iscritte
Cessate Saldo
(iscritte-cess. non
d’uff.) Totali
di cui: non
d’ufficio
2008 58.699 4.250 4.401 4.401 -151 -0,3
2009 58.085 3.880 4.526 4.526 -646 -1,1
2010 57.955 4.135 4.295 4.295 -160 -0,3
2011 57.861 4.137 4.281 3.757 380 0,7
2012 57.217 3.977 4.647 4.090 -113 -0,2
2013 56.460 3.710 4.491 4.285 -575 -1,0
2014 gen-giu
56.161 2.193 2.411 2.124 69 0,1
Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere
E’ stata l’evoluzione del secondo trimestre (+234 unità) che ha consentito non solo di recuperare le 165
aziende in meno del primo trimestre ma di riportare il trend del tessuto economico reggiano in territorio
positivo, anche se nei tradizionali comparti economici il numero delle nuove imprese è risultato inferiore
a quelle cancellate.
Analizzando l'evoluzione dei primi sei mesi dell’anno in corso, infatti, si rileva un maggior numero di
cessazioni non d’ufficio rispetto alle iscrizioni nei comparti agricolo, manifatturiero, edile, del
commercio, dei trasporti, dell'alloggio e ristorazione. Le iscrizioni superano invece le cessazioni per le
attività di servizio alle imprese quali servizi di informazione e comunicazione, finanziarie e assicurative,
professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese.
Dai dati pare di desumere che sia in corso un riassestamento del tessuto imprenditoriale reggiano; pur
mantenendo consolidate le sue peculiarità, sembra infatti tendere ad indirizzarsi in modo più netto
verso quelle attività di servizio di cui già in passato si rilevava un certo gap con economie anche vicine
alla nostra.
Le analisi dei movimenti a livello settoriale sono però da considerare puramente indicative in quanto il
22,5% delle iscrizioni, per motivi connessi al procedimento amministrativo, è conteggiato nelle “non
classificate”.
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Imprese registrate, iscritte e cessate per attività economica in provincia di Reggio Emilia. gennaio – giugno 2014
Attività economica
Imprese registrate
Movimento
Iscritte
Cessate
Totale di cui: attive
Totali di cui:
non d’ufficio
Agricoltura, silvicoltura pesca 6.375 6.312 134 248 241
Estrazione di minerali da cave e miniere 35 24 1 1 0
Attività manifatturiere 8.167 6.993 208 347 290
Fornit. energia elettrica, gas, vapore e aria condiz. 64 61 2 11 11
Fornit. acqua; reti fognarie 62 60 0 1 1
Costruzioni 12.557 11.771 525 726 599
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparaz. automobili 11.214 10.308 348 452 423
Trasporto e magazzinaggio 1.670 1.510 18 77 56
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3.150 2.755 96 128 121
Servizi di informazione e comunicazione 1.008 927 59 34 32
Attività finanziarie e assicurative 888 844 40 32 31
Attività immobiliari 3.372 3.057 34 43 40
Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.826 1.672 70 71 68
Noleggio, agenzie di viaggio, serv. supporto alle imprese 1.219 1.132 74 60 53
Istruzione 175 167 2 2 2
Sanità e assistenza sociale 209 190 7 9 9
Attività artistiche, sportive, di intrattenim. e divertim. 636 569 26 21 19
Altre attività di servizi 1.903 1.848 56 69 68
n.c. 1.631 15 493 79 60
Totale 56.161 50.215 2.193 2.411 2.124 Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere
Torna a mostrare un timido segno positivo, alla fine del primo semestre dell’anno in corso, il tasso di
sviluppo del tessuto imprenditoriale reggiano. Ad eccezione di un saldo positivo del 2011, il trend era
rimasto negativo fin dal 2008 a causa di una continua riduzione delle iscrizioni, mentre le cessazioni
avevano mantenuto più o meno i livelli degli anni precedenti.
L’EVOLUZIONE CONGIUNTURALE
L’annata agraria
Nel primo scorcio del 2014 la situazione rilevata lo scorso anno non appare in miglioramento.
Le quotazioni del Parmigiano Reggiano, nonostante la produzione si mantenga su livelli stazionari,
sono in flessione.
La produzione di carne suina è in leggera flessione con prezzi altalenanti.
Il frumento, a causa delle frequenti piogge, è di scarsa qualità e ciò influisce sul prezzo che registra un
andamento negativo così come per i fieni, anche se, in questo caso, le produzioni risultano molto buone.
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Alla vigilia della vendemmia, si stima un calo della produzione causata, oltre che dalla grandine, anche
da alcune malattie delle piante.
I costi di produzione sono quindi aumentati a seguito dei numerosi interventi antiparassitari che si sono
dovuti effettuare.
Il manifatturiero
Il settore manifatturiero, spina dorsale dell’economia reggiana, registra, nel secondo trimestre del 2014,
una tendenziale tenuta, anche se più contenuta rispetto ai primi tre mesi dell’anno.
Sono infatti positive le variazioni percentuali, calcolate rispetto al secondo trimestre 2013, di tutti gli
indicatori congiunturali del settore: produzione (+0,9%), fatturato e ordini estero (rispettivamente +3,6%
e +3%) e ordini totali (+0,1%).
Fa eccezione l’andamento degli ordini dal mercato interno che si attesta al -0,1%.
Congiuntura manifatturiera 2013-2014 - provincia di Reggio Emilia Andamento tendenziale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente di alcuni indicatori
Indicatori
Variazione % stesso trimestre dell’anno precedente
2° trim 2013
3° trim 2013
4° trim 2013
1° trim 2014
2° trim 2014
Produzione -5,6 -2,6 -1,2 1,4 0,9
Fatturato totale (interno+estero) -5,2 -2,5 -1,2 1,2 -0,1
Fatturato estero (*) 1,9 2,9 1,6 4,3 3,6
Ordini totale (interno+estero) -5,9 -2,8 -0,9 0,4 0,1
Ordini estero (*) 1,8 4,0 5,2 4,0 3,0
(*) solo imprese esportatrici Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale
Scendendo ad analizzare i principali settori si osserva una crescita della produzione per i comparti
ceramico (che, rispetto al secondo trimestre 2013, registra un +2,5%), metalmeccanico (+2,3%), delle
materie plastiche (+1,9%) ed elettrico-elettronico (+0,2%). Cali di produzione per l’abbigliamento
(-2,5%), l’alimentare (-0,2%) e le “altre industrie manifatturiere” (-1,4%).
La tenuta della produzione è fortemente influenzata dall’andamento degli ordini dall’estero che sono in
aumento per tutti i comparti con variazioni positive che vanno da un minimo di +2,7% del
metalmeccanico ad un +5,6% per le materie plastiche.
Gli ordini nel loro insieme, infatti, rilevano cali – che oscillano fra il -0,1% dell’elettrico-elettronico e il -
1,9% dell’abbigliamento - in tutti i comparti.
In controtendenza il metalmeccanico e quello delle materie plastiche che, in un anno, registrano
entrambi un +1,1%.
12
Reggio Emilia – Congiuntura manifatturiera 2013-2014 Previsioni relative all’andamento di alcuni indicatori
(differenza tra le percentuali di aziende che prevedono aumenti e quelle che prevedono diminuzioni)
Indicatori
Previsioni dell’andamento nel trimestre successivo a quello di riferimento
2° trimestre 2013
3° trimestre 2013
4° trimestre 2013
1° trimestre 2014
2° trimestre 2014
Produzione -20 -8 -8 18 -15
Fatturato -15 -8 -8 16 -11
Ordini totale (interno+estero)
-19 -9 -7 13 -10
Ordini esteri 1 24 -4 57 21
Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale
Se nel primo trimestre dell’anno gli imprenditori prevedevano andamenti positivi, le previsioni circa
l’immediato futuro sono improntate al pessimismo. Il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono
aumenti e quelle che prevedono flessioni è infatti negativo per tutte le variabili prese in considerazione:
produzione, fatturato e ordini totali. L’unico dato positivo è quello riferito agli ordini dall’estero.
Il commercio
Anche sul fronte del commercio al dettaglio in sede fissa il secondo trimestre del 2014 registra una più
accentuata variazione percentuale negativa rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre dell’anno.
Le vendite al dettaglio diminuiscono mediamente, rispetto al secondo trimestre del 2013, del 3,3% (la
riduzione era del 2,5% nei primi tre mesi del 2014).
Tutte le tipologie di negozio sono coinvolte, anche se con differenti intensità. Il commercio al dettaglio
di prodotti non alimentari è quello che risente maggiormente della negativa congiuntura: in un anno le
vendite sono calate del 4%, mentre la flessione della vendita di prodotti alimentari ha raggiunto il -
2,8%. In sofferenza, seppure con valori più contenuti, anche la Grande Distribuzione Organizzata che
ha registrato un -1,5% delle vendite.
Le costruzioni
Il comparto delle costruzioni continua a mostrare un andamento tendenzialmente in calo, con valori
decisamente più contenuti, però, rispetto al 2013.
Dopo il -0,4% del primo trimestre 2014, anche per le costruzioni come per gli altri comparti, il secondo
trimestre ha registrato il riacutizzarsi della crisi economica, raggiungendo una flessione dello 0,9%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le previsioni degli imprenditori del settore per l’immediato futuro sembrano propendere per un cauto
ottimismo.
13
Congiuntura industria delle costruzioni in provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna dal 1° trimestre 2011 al 2° trimestre 2014
Andamento tendenziale del volume d’affari (fatturato) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente
Trimestri
2011 2012 2013 2014
Reggio Emilia
Emilia Romagna
Reggio Emilia
Emilia Romagna
Reggio Emilia
Emilia Romagna
Reggio Emilia
Emilia Romagna
1° trimestre +2,9 -3,6 -3,4 -6,7 -4,9 -6,8 -0,4 -4,1
2° trimestre +0,6 -1,0 3,1 0,5 -5,7 -5,1 -0,9 n.d.
3° trimestre -2,6 -8,7 -0,8 -0,3 -14,4 -5,3
4° trimestre +1,2 -4,9 -0,6 0,7 -2,1 -5,1
Media +0,5 -4,6 -0,4 -1,5 -6,7 -5,6
Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale
I FALLIMENTI
Nei primi sei mesi del 2014 i fallimenti dichiarati in provincia di Reggio Emilia sono stati 87 a fronte dei
90 registrati nello stesso periodo dell’anno passato (-3,3%), una flessione che è presente sia
nell’industria (da 29 a 25 fallimenti), che nelle costruzioni (da 28 a 27) che nel commercio e pubblici
esercizi (da 21 a 16). In crescita di 7 unità le “altre attività”.
Il numero più elevato di dissesti - dal 2008 al 2013 - è stato raggiunto nel 2013 con 167 unità in totale
dei quali circa un terzo nel settore manifatturiero (51 fallimenti) seguito dall’edilizia (46) e dal
commercio e pubblici esercizi (43).
Fallimenti in provincia di Reggio Emilia Anni 2012 e 2013 e primo semestre 2014
Anni Industria Costruzioni Commercio e pubblici esercizi
Altre attività
(*) Totale
2012 35 20 23 30 108
2013 52 46 43 26 167
2014 gen-giu
25 27 16 19 87
Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di Commercio Reggio Emilia su dati Tribunale (*) Altre attività: Agricoltura; Trasporti e comunicazioni; intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca; altri servizi pubblici sociali e personali
GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI E IL MERCATO DEL LAVORO
In diminuzione sia nel 2013 che nel primo semestre del 2014 il ricorso alla Cassa Integrazione
Guadagni analizzata nel suo complesso.
Nel periodo gennaio-giugno dell’anno in corso le ore autorizzate hanno raggiunto quota 3.977.716, il
17,4% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Oltre 2milioni e 100mila ore (il 52,9% del totale CIG) riguardano la gestione straordinaria che, in
controtendenza rispetto alle altre forme di ammortizzatori, continua a registrare un andamento in
crescita.
Nel corso del primo semestre dell’anno, grazie alle risorse messe a disposizione dal Governo, la
Regione Emilia-Romagna ha potuto finanziare le ore di Cassa Integrazione in deroga autorizzate nei
14
mesi di novembre e dicembre 2013.
Nelle ultime settimane, inoltre, è stato presentato un Disegno di Legge recante proposte di interventi in
materia di riforma degli ammortizzatori sociali.
Cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria, in deroga in provincia di Reggio Emilia anni dal 2008 al 2013 e primo semestre 2014
(numero ore autorizzate)
Anni
Cassa integrazione guadagni Variazione % su anno precedente
Ordinaria Straordi-
naria In deroga Totale Ordinaria
Straordi-naria
In deroga Totale
2008 319.504 168.083 72.413 560.000
2009 6.681.276 1.616.221 1.617.065 9.914.562 1.991,1 861,6 2.133,1 1.670,5
2010 4.743.327 3.625.834 8.207.793 16.576.954 -29,0 124,3 407,6 67,2
2011 1.241.048 2.714.220 4.946.111 8.901.379 -73,8 -25,1 -39,7 -46,3
2012 2.016.722 4.149.313 5.473.540 11.639.575 62,5 52,9 10,7 30,8
2013 1.963.084 4.960.554 4.394.877 11.318.515 -2,7 19,6 -19,7 -2,8
2014 gen-giu
456.620 2.105.125 1.415.971 3.977.716 -63,1 (a) 28,4 (a) -27,0 (a) -17,4 (a)
Fonte: Inps (a) variazione su stesso semestre anno precedente
Ancora in sofferenza per il quinto anno consecutivo appare anche il mercato del lavoro reggiano con un
tasso di occupazione che nel 2013 scende al 66,8% (dal 67,6% del 2012) ed un tasso di
disoccupazione che sale al 5,9% dal 4,8% del 2012 (ma in ogni caso oltre cinque punti al di sotto del
tasso nazionale).
Nel contempo gli iscritti al collocamento registrati dai Centri per l’impiego aumentano
progressivamente, in sei anni sono praticamente raddoppiati, passando da 15.459 unità del 2008 a
31.534 (13.806 maschi e 17.728 femmine) del 30 giugno 2014 mentre l’occupazione tendenzialmente
si riduce.
Gli addetti (dipendenti ed indipendenti in complesso) alle unità locali, secondo le indicazioni fornite da
Infocamere, sono progressivamente diminuiti: da fine 2012 a giugno 2014 il numero ha registrato una
flessione del 3% pari a 7.510 unità in meno (da 246.495 a 238.985).
La contrazione ha interessato, in particolare, l’agricoltura (-14,8%), l’industria in senso stretto (-2,2%),
le costruzioni (-8,5%) e alcune attività dei servizi: commercio (-3,2%), pubblici esercizi (-7,2%).
Sono in aumento gli addetti delle attività dei servizi rivolti alle imprese (+1,3%) e socio-sanitarie
(+8,2%).
Contemporaneamente si è ridotta anche la struttura economica provinciale, infatti le unità locali, che
nel 2012 ammontavano a 67.425 unità, a fine giugno 2014 sono scese a 66.472, con una flessione
dell’1,4%.
15
Addetti alle Unità Locali in provincia di Reggio Emilia 2012 e giugno 2014
Fonte: Infocamere
Per il 2014, il sistema informativo Excelsior per l’occupazione e la formazione, realizzato da
Unioncamere e Ministero del Lavoro prevede un ulteriore calo dell’occupazione nei settori dell’industria
e dei servizi.
All’interno delle aziende con almeno un dipendente, a fronte di 6.330 uscite sono previsti 4.820 nuovi
ingressi, l’80,6% dei quali non stagionali. Il saldo mostra quindi una flessione pari a 1.510 unità.
Sebbene le previsioni espresse dagli imprenditori reggiani siano ancora negative, il confronto con i dati
del 2013 mostra un aumenta della percentuale di imprese che prevedono assunzioni nel corso
dell’anno (dal 13,8% del 2013 al 14,4% dell’anno in corso) e la crescita di nuovi ingressi attesi (da
4.390 a 4.820).
Movimenti e tassi occupazionali previsti dalle imprese nel 2014
in provincia di Reggio Emilia, in Emilia Romagna e in Italia
Area territoriale
Movimenti previsti nel 2014 Tassi previsti nel 2014
Entrate n°
Uscite n°
Saldo n°
Entrate Uscite Saldo
Reggio Emilia 4.820 6.330 -1.510 3,7 4,8 -1,1
Emilia Romagna 62.310 75.640 -13.330 5,7 7,2 -1,2
Italia 613.390 785.820 -172.430 5,4 6,9 -1,5 Fonte: Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2014
Il tasso di variazione previsto per la provincia di Reggio Emilia nel corso del 2014, pari a -1,1%, risulta
essere di poco al di sotto sia della media regionale (-1,2%) che di quella nazionale (-1,5%).
IL CREDITO
In questo contesto economico, i crediti concessi dal sistema bancario appaiono ancora in progressiva
diminuzione mentre i depositi continuano a registrare una tendenziale crescita.
Gli impieghi vivi, infatti, sono diminuiti sia con riferimento alle imprese e famiglie produttrici (che da 14,2
miliardi di euro di gennaio 2012 sono scesi a 12 miliardi di giugno 2014) che alle famiglie consumatrici
e istituzioni sociali e private (da 5,1 a 4,8 miliardi di euro nel medesimo periodo) mentre i depositi sono
saliti (nel contempo) dai 9 miliardi di gennaio 2012 agli 11,6 di giugno 2014.
16
In costante aumento le sofferenze bancarie salite dal 5,8% del primo trimestre 2012 al 9,3% del primo
trimestre 2014. In sintesi il 9,3% dei prestiti che le Banche hanno concesso alle imprese non rientra
rendendo così più complicato il rapporto banca/impresa e quindi l’accesso al credito.
Sofferenze in provincia di Reggio Emilia dal 1° trimestre 2012 al 1° trimestre 2014
(% su impieghi)
Trimestri
Sofferenze
% su impieghi Variazione %
2012 2013 2014 2012/2013 2013/2014
1° trimestre 5,8 7,6 9,3 23,2 20,2
2° trimestre 6,3 7,9 18,1
3° trimestre 7,1 8,4 11,5
4° trimestre 7,3 9,2 19,9
Fonte: Banca d’Italia
Relativamente al rapporto banca/impresa, l’indagine condotta dal sistema camerale rileva che, nel
corso del secondo semestre 2013, le imprese reggiane hanno destinato le risorse ottenute con il
credito bancario principalmente alla gestione delle spese correnti (acquisto di materie prime, spese del
personale, pagamento fornitori). Solo una quota contenuta (intorno al 10% dei casi indagati) dichiara di
aver investito in innovazione di processo e/o di prodotto ed un altro 9% in ammodernamento e/o
sostituzione di macchinari e/o in ristrutturazione e rinnovo delle strutture.
Nel perdurare della crisi il sistema imprenditoriale ha comunque reagito, ricorrendo maggiormente
anche ai Confidi le cui attività sono state particolarmente sostenute dalla Camera di Commercio per
consentire sia l'abbattimento dei tassi d'interesse sui prestiti erogati che quelle patrimonializzazioni
necessarie al rilascio di garanzie sussidiarie a sostegno delle aziende.
E proprio il ruolo dei Confidi è costantemente sostenuto dal sistema camerale in quanto consente alle
imprese più fragili (le piccole in particolare) di ottenere credito al quale in autonomia difficilmente
riuscirebbero ad accedere, sia per la difficoltà ad offrire garanzie agli istituti di credito sia per i costi
(denunciati in aumento dal 40% delle imprese intervistate) che, in parte, anche per il tendenziale
aumento, secondo il 15% degli intervistati, dei tassi applicati.
LE ESPORTAZIONI
Una nota positiva nell’analisi dell’economia reggiana è rappresentata dalle esportazioni.
Partito come brezza leggera nel 2013 (+1,8% il saldo di fine anno), ora è davvero un buon vento quello
che gonfia le vele alle esportazioni reggiane.
Nei primi sei mesi del 2014, infatti, i prodotti destinati all’estero hanno raggiunto, in valore, i 4,5 miliardi
di euro, facendo segnare un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nonostante si sia registrato anche un aumento delle importazioni (che comunque includono anche
materie prime e semilavorati, e non solo prodotti finiti), passate da 1,7 a poco meno di 1,9 miliardi, il
17
saldo commerciale dell’anno in corso rimane dunque saldamente positivo, attestandosi a +2.666 milioni
di euro, valore superiore dell’1,3% a quello conseguito nel primo semestre del 2013 (+2.630 milioni).
Il Vecchio Continente, con 3,3 miliardi di euro, rimane il principale acquirente di prodotti reggiani:
rispetto al primo semestre 2013 le esportazioni verso l’Europa sono cresciute del 6,7%.
In questo contesto, la Francia, con 641milioni ed una crescita del 3%, la Germania (632milioni e un
+14,9%) e il Regno Unito (308milioni, +9,5%) occupano le prime tre posizioni della graduatoria delle
esportazioni reggiane, precedendo gli Stati Uniti (che hanno fatto segnare un +17,2%, portando a
304,4 milioni di euro il valore del “made in Reggio”) e la Spagna (234milioni, +10,3%) .
Pur mantenendo il sesto posto per valore, continuano invece a diminuire le vendite verso la Russia,
che nel primo semestre 2014 (e quindi prima dell’embargo) sono passate da 177 a 163 milioni, con una
flessione dell’8,2%.
Esportazioni ed importazioni della provincia di Reggio Emilia per aree territoriali gennaio-giugno 2014 (valori in euro)
Territorio gennaio-giugno 2014
Variaz. % 1° sem '14 su 1° sem '2013
import export import export
EUROPA 1.384.503.834 3.289.292.179 11,4 6,7
di cui:
- UE 28 1.278.380.299 2.906.566.719 12,5 8,4
- Uem18 904.839.387 2.105.380.682 10,5 8,2
- Russia 20.796.293 162.631.296 181,6 -8,2
AFRICA 53.111.057 179.311.303 2,2 -10,4
di cui:
- Sudafrica 9.972.983 33.459.719 649,4 -32,0
- Algeria 0 31.281.482 -100,0 36,0
AMERICA 54.810.449 482.376.162 -10,4 4,4
di cui:
- Stati Uniti 25.657.808 304.358.620 5,3 17,2
ASIA 366.670.042 514.399.066 13,6 3,1
di cui:
- Cina 263.829.645 105.965.372 19,4 9,3
- Giappone 8.850.787 54.171.200 -12,9 -8,5
- Arabia Saudita 599.457 49.277.409 -70,7 5,3
OCEANIA 3.583.231 63.000.210 49,0 -5,7
di cui:
- Australia 1.452.738 54.108.897 323,5 -2,9
TOTALE 1.862.678.613 4.528.378.920 10,8 5,0
Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di Commercio Reggio Emilia su dati Istat
Di segno positivo le esportazioni verso l’Asia che, passando da 498,7 a 514,4 milioni, registrano un
+3,1%. La crescita è da imputare prevalentemente alla Cina, che nel primo semestre 2014 ha
acquistato prodotti reggiani per 106 milioni, con una crescita del 9,3% rispetto allo stesso periodo del
2013.
18
Per contro, la bilancia commerciale della provincia di Reggio Emilia con la Cina mostra un saldo
negativo pari a 158 milioni, valore in aumento del 27,3% rispetto ai primi sei mesi dell’anno passato.
In crescita del 4,4%, inoltre, l’export verso l’America, che in sei mesi ha raggiunto i 482 milioni, mentre
sono di segno negativo le vendite verso l’Africa (da 200 a 179 milioni, -10,4%) e verso l’Oceania (da
66,8 a 63 milioni, -5,7%).
Interscambio commerciale della provincia di Reggio Emilia per prodotti manifatturieri 1° semestre 2014
Positivo l’andamento di tutti i principali prodotti dell’industria manifatturiera reggiana, ad eccezione
della gomma-plastica che, passando da 67 a 63,8 milioni, registra un calo del 4,8% , e del legno-carta
(-9,3%).
Il metalmeccanico ha raggiunto, nel primo semestre 2014, i 2,3 miliardi, il 4,7% in più rispetto allo
stesso periodo del 2013; il sistema moda passa da 665,9 a 699,7 milioni, con un incremento del 5,1%;
il ceramico, con 508,5milioni di euro, registra un +10,4%.
La provincia di Reggio Emilia, per valore esportato, si colloca al terzo posto in regione - dopo Bologna
e Modena - e contribuisce, per un 17,2%, a far sì che l’Emilia-Romagna, che registra un incremento
tendenziale del 4,5%, sia tra le regioni che forniscono un contributo rilevante alla crescita dell’export
nazionale.
L’INNOVAZIONE
Nonostante i positivi risultati dell’export, la crisi economica continua a pesare sulla società reggiana e,
al contempo, sulle scelte delle imprese circa il loro futuro.
Ne sono testimonianza gli scarsi investimenti ed in particolare quelli in innovazione.
Secondo i risultati di una recente indagine condotta nel periodo aprile-giugno 2013 dal sistema
camerale su un campione di 232 imprese reggiane delle 1.596 coinvolte a livello regionale, nell’arco
degli ultimi tre anni, il 54,7% delle imprese reggiane non ha introdotto nessuna innovazione in azienda.
Fra quelle che l’hanno introdotta la maggior parte (poco più del 19%) si è limitata ad investimenti di tipo
19
incrementale (sia di processo che di prodotto) mentre una percentuale contenuta (9,5%) seppur
superiore alla media regionale si è spinta su investimenti radicali di processo e di prodotto.
Sono state prevalentemente le aziende internazionalizzate, specializzate e di dimensioni medio-grandi
ad attivare investimenti.
Innovazioni introdotte negli ultimi tre anni in provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna
(% imprese intervistate)
Indagine 2013
Tipo di innovazione introdotta Reggio Emilia
Emilia-Romagna
- di prodotto incrementale 19,4 17,9
- di processo incrementale 19,0 16,7
- di prodotto radicale 9,5 6,9
- di processo radicale 9,5 5,8
- organizzativa 6,9 8,5
- di marketing 6,0 8,8
Nessuna innovazione introdotta 54,7 53,6
Fonte: “Rapporto sull’innovazione in provincia di Reggio Emilia” – Osservatorio innovazione Cise-Unioncamere Emilia Romagna
Fra i principali ostacoli all’innovazione le imprese individuano nell’83,9% dei casi una eccessiva
pressione fiscale (l’81,1% a livello regionale) seguita, per il 44,4% delle aziende, dal rischio d’impresa
percepito troppo elevato (il 48% a livello regionale). Difficoltà strategiche di mercato unitamente a
quelle connesse al reperimento, nonostante la disoccupazione, di personale qualificato adeguato, ed al
reperimento di finanziamenti, rappresentano le principali concause dei mancati investimenti.
20
IL QUADRO DELLE RISORSE
L’individuazione delle risorse disponibili per l’attuazione dei programmi annuali stabiliti dall’Ente deve
tener conto sia degli effetti di misure gestionali volte a recuperare efficienza ed efficacia nell’impiego
delle risorse stesse, sia delle misure di razionalizzazione e riduzione della spesa imposte dalle
manovre di finanza pubblica (si fa particolare riferimento, tra l’altro, alla L. 133/2008, alla L. 122/2010
alla Legge 135/2012, alla L. 228/2013 e da ultimo alla L. 89/2014 ed al DL 90/2014, convertito in legge
con modificazioni dalla L. 11-8-2014 n. 114).
Il quadro generale qui esposto, è redatto secondo il principio di competenza economica sulla base
della programmazione degli oneri e della prudenziale valutazione dei proventi applicando il principio del
pareggio economico; quest’ultimo è conseguito anche mediante l’utilizzo degli avanzi patrimonializzati.
In questa sezione verrà tracciato un quadro generale dei proventi che si prevedono di realizzare e degli
oneri che si ipotizza di sostenere nel corso del 2015. La gestione delle Camere di Commercio, ai sensi
della Legge 580/93 e del DPR 254/05 è informata ai principi generali della contabilità economica e
patrimoniale. In relazione agli strumenti di programmazione occorre ricordare che si applicano anche
alle Camere di Commercio le misure di adeguamento ed armonizzazione dei sistemi e degli schemi
contabili delle pubbliche amministrazioni (D.LGS 91/2011) al fine di assicurare il coordinamento della
finanza pubblica attraverso una disciplina omogenea dei procedimenti di programmazione, gestione,
rendicontazione e controllo. Si riporta il quadro generale degli introiti e degli oneri che saranno poi
definiti più dettagliatamente in sede di redazione del Bilancio Preventivo 2015.
PROVENTI 2015
La previsione relativa ai Proventi camerali, in termini di competenza economica, corrisponde ad € 11
Milioni circa.
Diritto annuale: in base all’analisi del diritto annuale dovuto dalle imprese e considerando in particolar
modo le riscossioni del Bilancio Consuntivo 2013 ed i dati di Pre-consuntivo 2014, la previsione per gli
introiti del diritto annuale 2015 si attesta intorno ad € 7,3 MLN circa (importo per competenza); tale
previsione tiene conto di quanto disposto dall’art. 28 del citato DL 90/2014 che ha ridotto il diritto
camerale per l’anno 2015 di una percentuale pari al 35% rispetto all’anno precedente. In termini
finanziari si prevede un incasso non superiore ai 5,4 MLN di euro sull’importo dovuto per l’anno 2015.
Lo stanziamento complessivo per competenza economica in sede di preventivo economico 2015 terrà
conto dell’aggiornamento dei dati in base alle elaborazioni fornite da Infocamere sulla base della
circolare n. 3622/C / 2009 relativa all’applicazione uniforme dei nuovi principi contabili; tali importi
andranno poi ridotti in applicazione delle suddette nuove disposizioni in materia di riduzione del diritto
annuale camerale dovuto dalle imprese.
21
Se si confrontano gli importi riscossi alla stessa data degli anni precedenti è possibile evidenziare la
seguente situazione:
Diritto annuale 2015
(riscosso sulla competenza 2015)
€5.380.000,00 (riduzione per l’anno 2015 del
35% del diritto annuale dovuto)
Previsione Diritto annuale 2015 da riscuotere (diritto annuale da riscuotere + sanzioni + interessi)
€ 1.900.000,00
Totale previsione o diritto annuale per competenza economica 2015 (si considerano i dati del Bilancio consuntivo 2013 - i dati del Pre-consuntivo 2014 e le novità introdotte dalle misure di cui al DL 90/2014 convertito in Legge)
€ 7.280.000,00
Per l’anno 2015 gli introiti da diritto annuale sono stati stimati in euro € 7.280.000,00 sulla base delle
seguenti considerazioni:
- la normativa inerente il diritto annuale ha imposto una consistente riduzione delle risorse
camerali in quanto l’art.28 del DL 90/2014 “Misure urgenti per la semplificazione e la
trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari.”, così come modificato dalla
Legge di conversione, ha stabilito la riduzione del diritto annuale camerale dovuto dalle imprese
secondo le seguenti percentuali: -35% nel 2015 ; - 40% nel 2016 e -50% nel 2017.
- I dati di pre-consuntivo 2014 costituiscono una base idonea a fornire con buona
approssimazione contabile la previsione dello stanziamento del diritto annuale 2015; l’importo
suddetto è ridotto del 35% in applicazione del citato art.28 DL 90/2014;
- la composizione delle imprese iscritte nel Registro appare sostanzialmente invariata sotto il
profilo della forma giuridica.
Diritti di segreteria: sono previsti introiti pari a circa € 2.770.000,00 tenuto conto delle disposizioni
contenute nel Decreto Ministeriale vigente in materia di diritti di segreteria del Registro Imprese. La
legge n. 114 del 11.8.2014 di conversione del Dl 90/2014 per quanto riguarda le Camere di
Commercio, ha previsto anche una revisione dei diritti di segreteria stabilendo che le tariffe debbano
esser fissate sulla base di costi standard individuati dal Ministero dello Sviluppo Economico sentita
l ‘Unioncamere e la Società per gli studi di settore.
Contributi e trasferimenti: la finanza camerale si alimenta essenzialmente con entrate proprie, gli
introiti complessivi sono stimati in € 800.000,00.
Ricavi per gestione servizi diversi: le previsioni sono relative alle sponsorizzazioni, ai ricavi per
gestione banche dati, fitti attivi, pubblicazioni e vari servizi camerali; l’ammontare complessivo risulta
esser pari ad € 200.000,00.
Lo stanziamento complessivo relativamente alla gestione finanziaria è pari ad € 371.000,00. I
proventi finanziari previsti sono correlati ai tassi di interesse sul c/c bancario (istituto cassiere) e alle
22
operazione di ottimizzazione del rendimento della liquidità anche attraverso operazioni di impiego in
titoli di stato e procedure connesse alla gestione del Conto corrente di Tesoreria.
GLI ONERI 2015
Gli oneri previsti per l’anno 2015 sono in linea con l’andamento degli anni precedenti e con il processo
di razionalizzazione e di contenimento della spesa attuato dall’Ente. Il contenimento della spesa è stato
imposto anche da recenti interventi normativi. Le manovre finanziarie succedutesi nel tempo a livello
nazionale e, da ultimo, il D.L. 78/2010 convertito in L. 122/2010, il DL 98/2011 convertito in Legge
111/2011, il DL 138/2011 convertito in L. 148/2011 ed il DL 95/2012 convertito in L. 135/2012 (c.d.
spending review) e da ultimo la legge 228/2012, la L. 311/2013 e la L. 89/2014 hanno imposto la
razionalizzazione e la riduzione dello stanziamento di alcune voci di spesa. Tali misure di contenimento
della spesa riguardano anche gli Enti compresi nell’elenco annuale del conto economico consolidato
ISTAT tra cui risultano inserite anche le Camere di Commercio.
La Manovra di finanza pubblica approvata con DL 66/2014 convertito con modificazioni dalla L.
89/2014 ribadisce che gli interventi agiscono sulle spese per consumi intermedi che possono ricondursi
in gran parte agli oneri di funzionamento del Bilancio camerale. Le manovre di contenimento della
spesa pubblica hanno ridotto notevolmente la possibilità di stanziare oneri per studi, consulenze,
relazioni pubbliche, mostre, pubblicità, sponsorizzazioni, manutenzione immobili ordinaria e
straordinaria, oneri per autovetture ed investimenti per mobili ed arredi d’ufficio. In relazione a tali
misure di contenimento sono state emanate negli anni scorsi apposite circolari ministeriali al fine di
fornire i necessari chiarimenti per l’applicazione concreta delle suddette limitazioni di spesa.
E’ stato imposto il blocco del trattamento retributivo complessivo dei singoli dipendenti ed inoltre
ulteriori razionalizzazioni sono imposte relativamente ai cosiddetti “costi della politica”.
Oneri del Personale: lo stanziamento a bilancio pari complessivamente ad € 3.700.000,00 tiene conto
prudenzialmente delle retribuzioni vigenti e delle misure di contenimento della spesa per il pubblico
impiego citate.
Gli oneri di funzionamento: sono stimati nell’importo massimo pari a circa € 3.562.000,00 in linea con
le misure di razionalizzazione delle spese correnti della struttura e con le citate misure di riduzione
della spesa pubblica imposte dalla normativa vigente. All’interno di tali oneri sono compresi anche gli
importi relativi agli organi camerali e le spese per quote associative a vantaggio del sistema camerale e
gli oneri per imposte e tasse.
Lo stanziamento per l’anno 2015 tiene conto della necessità di razionalizzazione degli oneri per
prestazioni di servizi attraverso la revisione dei contratti per quanto possibile ed il taglio su alcune voci
di spesa.
Gli oneri per interventi economici sono indirizzati al perseguimenti dei progetti annuali di promozione
e sviluppo del territorio elaborati sulla base delle linee programmatiche del Consiglio Camerale.
23
Gli oneri per accantonamenti ed ammortamenti (€ 2.065.000,00) comprendono le quote di
ammortamento e gli importi relativi alle quote di accantonamento al fondo svalutazione crediti da diritto
annuale.
L’importo che rileva la presumibile perdita su crediti, da accantonare annualmente al fondo
svalutazione crediti, è stabilito applicando all’ammontare presunto del valore nominale dei crediti (diritto
annuale + sanzioni + interessi) la percentuale media di mancata riscossione del diritto relativa alle
ultime due annualità per le quali si è proceduto all’emissione di ruoli esattoriali (circa 80%).
In sede di redazione del Bilancio Preventivo economico sulla base dei dati che saranno resi disponibili
da InfoCamere in base ai principi contabili, saranno apportate le eventuali variazioni alla stima del
credito da diritto annuale 2015 ed al conseguente accantonamento del Fondo di svalutazione.
LA PREVISIONE 2015 ED IL PAREGGIO DI BILANCIO
Quadro generale delle risorse anno 2015
(importi in migliaia di €)
FONTI / PROVENTI
DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)
7.280
DIRITTI DI SEGRETERIA 2.770
CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 800
PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 200
RIMANENZE 10
TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A) 11.060
GESTIONI ACCESSORIE 1.241
TOTALE FONTI (B) 12.301
IMPIEGHI / ONERI
PERSONALE 3.700
FUNZIONAMENTO 3.562
AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)
2.065
TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C) 9.327
Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari, finanziari ed altri impieghi
640
TOTALE IMPIEGHI (D) 9.967
IPOTESI DISPONIBILITA'
Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:
Differenza sulla gestione corrente (A-C) 1.733
Differenza Totale Impieghi (B-D) 2.334
24
Per quanto attiene lo stanziamento degli interventi economici per lo sviluppo del territorio è possibile far
riferimento agli importi soprariportati (differenza sulla gestione corrente; differenza sul totale impieghi)
destinando eventualmente una quota, attentamente ponderata anche in ottica prospettica, degli avanzi
patrimonializzati disponibili al 31.12.2014. L’Utilizzo degli avanzi economici patrimonializzati per
garantire l’equilibrio del preventivo economico è consentito tenendo sotto controllo la consistenza
patrimoniale dell’Ente al fine di non determinarne una insostenibile riduzione. Qualora gli avanzi
patrimonializzati siano invece destinati al finanziamento di investimenti si verifica una modifica nella
composizione patrimoniale, senza diminuirne sostanzialmente la solidità. Occorre ricordare che le
finalità istituzionali dell’Ente camerale non consistono nell’accumulazione di risorse ma nell’erogazione
di servizi destinati al soddisfacimento dei bisogni delle imprese e del territorio; pertanto ogni decisione
relativa all’accantonamento di risorse o, viceversa, all’utilizzo delle stesse deve far riferimento ad un
disegno programmatico preciso, sul quale si fondano le conseguenti decisioni gestionali. Negli ultimi
anni l’Ente ha proceduto ad impostare la programmazione annuale utilizzando, ove necessario, gli
avanzi patrimonializzati per sviluppare azioni di intervento economico nell’ambito degli obiettivi
strategici e programmatici.
Gli oneri per interventi economici sono inseriti così come indicato dal DPR 254/2005 all’interno della
gestione caratteristica in quanto le attività ad esso collegate rientrano nella missione istituzionale che
l’ordinamento giuridico assegna alle Camere di Commercio; pertanto assegnare agli interventi
economici, a seguito di attenta valutazione economico patrimoniale, una parte dei propri avanzi
patrimonializzati può comunque tradursi in un elemento di valutazione positiva di un eventuale
disavanzo economico corrente.
L’equilibrata gestione degli avanzi patrimonializzati all’interno della Camera di Commercio di Reggio
Emilia è stata improntata alle seguenti linee guida:
utilizzo degli avanzi patrimonializzati per il sostegno e lo sviluppo di interventi economici in
relazione agli obiettivi strategici dell’Ente ed alla particolare situazione congiunturale;
monitoraggio e razionalizzazione degli oneri del personale e degli oneri di funzionamento in
particolare al fine di liberare quante più risorse possibili da destinare ad attività promozionali.
Con riferimento agli avanzi economici degli esercizi precedenti (patrimonializzati) l’importo complessivo
al 31.12.2013 supera € 17 MLN. Il Bilancio Preventivo aggiornato 2014 (ed il pre-consuntivo 2014)
evidenziano un disavanzo d’esercizio pari a circa 2MLN di €uro, pertanto si prevede un importo
complessivo degli avanzi economici patrimonializzati al 31.12.2014 pari a circa 15MLN di €uro.
La forte riduzione del diritto annuale disposta dal legislatore impone una valutazione della capacità
delle camere di commercio di mantenere un proprio equilibrio economico patrimoniale inteso come
capacità di mantenere un livello di patrimonio netto in grado di fronteggiare le obbligazioni assunte
anche attraverso la redazione di Bilanci di previsione in disavanzo economico da coprire con l’utilizzo
di avanzi patrimonializzati degli esercizi precedenti.
25
Il patrimonio netto previsto al 31.12.2014 sulla base di dati di pre-consuntivo, che saranno
successivamente aggiornati ed ulteriormente analizzati in sede di redazione del Bilancio Preventivo
Economico 2015 e del Bilancio d’Esercizio 2014 è il seguente:
PREVISIONE PATRIMONIO
NETTO TOTALE AL 31.12.2014
PREVISIONE PATRIMONIO
NETTO INDISPONIBILE AL
31.12.2014
PREVISIONE PATRIMONIO
NETTO DISPONIBILE AL
31.12.2014
€ 39 MLN € 24 MLN € 15 MLN
In termini di cassa, secondo stime effettuate è possibile prevedere la seguente situazione contabile
(importi in migliaia di €):
Avanzo di cassa al 31.07.2014 € 8.600
Previsione ulteriori incassi fino al 31.12.2014 € 3.250
Previsione ulteriori pagamenti fino al 31.12.2014 -€ 5.000
Previsione impieghi liquidità al 31.12.2014 (credito) in relazione a titoli di stato in scadenza
-€ 4.000
TOTALE PREVISIONE AVANZO DI CASSA al 31.12.2014 (01.01.2015) € 2.850
avanzo finanziario (cassa + crediti - debiti) al 31.12.2013 (01.01.2014) € 22.350
avanzo finanziario dettaglio:
cassa/disponibilità liquide € 2.850
+ crediti funzionamento € 2.000
+ crediti da impieghi della liquidità € 24.500
- debiti considerando anche il fondo TFR (euro 4.500) -€ 7.000
Previsione avanzo finanziario (cassa + crediti - debiti) al 31.12.2014 (1.1.2015) al netto del fondo TFR – e dei crediti di funzionamento
€ 17.850
26
Nel quadro seguente si riporta il confronto tra le fonti di finanziamento e gli impieghi negli ultimi anni e
le previsioni per l’anno prossimo:
Quadro generale
delle risorse anno 2015
Preventivo 2014
aggiornato
Bilancio d'esercizio
2013 (consuntivo)
Bilancio d'esercizio
2012 (consuntivo)
Bilancio d'esercizio
2011 (consuntivo)
Bilancio d'esercizio
2010 (consuntivo)
FONTI/ PROVENTI
DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)
7.280 10.480 11.436 11.700 11.590 11.400
DIRITTI DI SEGRETERIA 2.770 2790 2.790 3.081 3.025 3.090
CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI
800 350 940 780 603 416
PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI
200 174 198 201 224 226
RIMANENZE 10 13 4 -1 34 -9
TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A)
11.060 13.807 15.368 15.761 15.476 15.123
GESTIONI ACCESSORIE 1.241 438 1.827 352 881 425
TOTALE FONTI (B) 12.301 14.245 17.195 16.113 16.357 15.548
IMPIEGHI/ ONERI
PERSONALE 3.700 4.050 3.891 3.876 3.908 4.300
FUNZIONAMENTO 3.562 3.863 3.562 3.655 3.756 3.877
AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)
2.065 3.300 3.312 3.542 3.025 2.863
TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C)
9.327 11.213 10.765 11.073 10.689 11.040
Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari ed altri impieghi
640
TOTALE IMPIEGHI (D) 9.967 11.213 10.765 11.073 10.689 11.040
IPOTESI DISPONIBILITA' Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:
Differenza sulla gestione corrente (A-C)
1.733 1.874 4.603 4.688 4.787 4.083
Differenza Totale Impieghi (B-D)
2.334 3.032 6.430 5.040 5.668 4.508
Oneri totali per interventi economici da Bilancio Preventivo aggiornato 2014 e Bilancio consuntivo d’esercizio 2013, 2012, 2011 e 2010
5.737 5.155 5.556 5.039 5.540
Utilizzo di avanzi di amministrazione patrimonializzati per interventi economici per lo sviluppo del territorio
da destinare in base a programmazione interventi economici
-1.275 -516 -1.032
27
IL QUADRO DELLE RISORSE 2015-2017
IL QUADRO DELLE RISORSE 2015-2017
Quadro generale delle risorse
anno 2015
(importi in migliaia di €)
Quadro generale delle risorse
anno 2016
(importi in migliaia di €)
Quadro generale delle risorse
anno 2017
(importi in migliaia di €)
FONTI / PROVENTI
DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)
7.280 6.720 5.600
DIRITTI DI SEGRETERIA 2.770 2.700 2.770
CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 800 700 800
PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 200 150 200
RIMANENZE 10 10 10
TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A)
11.060 10.280 9.380
GESTIONI ACCESSORIE 1.241 1.241 1.241
TOTALE FONTI (B) 12.301 11.521 10.621
IMPIEGHI / ONERI
PERSONALE 3.700 3.600 3.600
FUNZIONAMENTO 3.562 3.562 3.562
AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)
2.065 2.000 1.900
TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C)
9.327 9.162 9.062
Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari, finanziari ed altri impieghi
640 640 640
TOTALE IMPIEGHI (D) 9.967 9.802 9.702
IPOTESI DISPONIBILITA'
Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:
Differenza sulla gestione corrente (A-C) 1.733 1.118 318
Differenza Totale Impieghi (B-D) 2.334 1.719 919
28
PIANO DEGLI INVESTIMENTI
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Le strutture camerali si configurano, nella loro accezione più ampia (immobili, impianti, arredi, hardware
e software) come strumenti attraverso i quali, l'Ente, svolge la propria azione a supporto dell'economia
e dello sviluppo del territorio, rappresentando fattori di attenzione da considerare sia a livello strategico
che gestionale.
Beni immobili
Per il prossimo anno non sono previsti interventi significativi sugli immobili a disposizione dell’Ente,
tuttavia nella redazione del programma triennale dei lavori pubblici, è stata prevista una rivisitazione
dell'impiantistica presente nelle sedi camerali (in particolar modo quella idraulica ed elettrica) al fine di
contribuire al conseguimento di risparmi che faciliterebbero il rispetto dei tagli di spesa imposti dalle
manovre di “Spending review” ed inoltre innalzerebbero il livello di efficienza energetica delle sedi
camerali.
Nel 2014 il patrimonio camerale si è arricchito dall’acquisto di box e posti auto ubicati nell’autorimessa
appartenente al Condominio Palazzo degli Affari, al fine di abbattere i costi di parcheggio del parco
auto camerale in aree che non garantiscono la conservazione delle stesse con la dovuta diligenza.
L’anno prossimo il Consiglio camerale sarà chiamato a valutare, in un’ottica prospettica, l’ipotesi di
dismissione di una parte del patrimonio immobiliare camerale. Le opportunità concrete di dismissione
saranno valutate alla luce degli impatti sul bilancio camerale della riduzione del diritto annuale e della
possibilità di riportare presso la sede camerale la Sala Contrattazioni, attualmente dislocata nella sede
di Mancasale.
Il clima di incertezza sull’immediato futuro, sia sul fronte degli assetti politico-istituzionali sia su quello
economico, impongono una riflessione anche sulla sede di Via Crispi, che attualmente ospita i
Consorzi di Tutela (Aceto Balsamico tradizionale, Cofiter e Vini Emilia) oltre alle iniziative promozionali
dell’Ente.
Infatti l’Ente camerale possiede, nell’ambito del Condominio Palazzo Scaruffi situato nel centro storico
di Reggio, una porzione di immobile di origine cinquecentesca, adiacente al Palazzo Bussetti,
attualmente in fase di riqualificazione. Il progetto di riqualificazione coinvolge anche il palazzo delle ex
Poste, situato nell’area confinante con la proprietà camerale.
Inoltre, a seguito della deliberazione della Giunta camerale “Progetto sperimentale di valorizzazione e
gestione condivisa del centro storico di Reggio Emilia - Locazione locali Galleria Cavour” è stato
sottoscritto un contratto di locazione con il primo classificato nella graduatoria stilata dal Comune di
Reggio Emilia che destinerà i locali a somministrazione di bevande.
Nel prossimo esercizio si continuerà a usufruire del “Servizio di Facility management per immobili
29
adibiti prevalentemente ad uso ufficio, in uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni” tramite
l'adesione alla convenzione Consip. Nell'ambito di tale contratto, sottoscritto lo scorso anno ed avente
una durata quadriennale, sono previsti, oltre a servizi manutentivi e di pulizia delle sedi, anche servizi
di governo che comprendono la costituzione e gestione dell'anagrafica tecnica, che ha consentito
l'acquisizione, il rilievo e censimento, la restituzione grafica e l'aggiornamento dei dati relativi agli
immobili e dei relativi impianti tecnologici.
Al fine di garantire il rispetto delle normative in materia di sicurezza e tutela dei lavoratori e dei fruitori
delle strutture e ottimizzare la funzionalità degli impianti, è stato installato, nel 2014, nella sede di via
Crispi, ad ogni piano, un sistema di telecontrollo in modo tale da garantire la perfetta efficienza degli
impianti che vengono sorvegliati 24h su 24 dall’azienda affidataria del servizio di facility management
che può, in caso di emergenza, intervenire.
A tale proposito è stato attivato un servizio di monitoraggio delle utenze idriche, elettriche, del gas, del
telefono ecc. dei consumi dei tutte le sedi camerali, al fine di tenere costantemente sotto controllo la
spesa e con l'obiettivo di individuare eventuali migliorie.
Per quanto riguarda gli investimenti ipotizzati per il prossimo anno, gli stessi comprendono una
previsione prudenziale delle somme da destinare alla manutenzione straordinaria del patrimonio
immobiliare camerale ed un plafond di risorse da destinarsi in base agli obiettivi strategici che verranno
definiti dagli atti di programmazione annuale e triennale e tenuto peraltro conto di eventuali impegni
pregressi.
Beni mobili e immobilizzazioni tecniche
Verranno effettuati, nel 2015, acquisti di mobili e arredi con una previsione complessiva rientrante nei
limiti dettati dalle specifiche misure di contenimento della spesa pubblica (art. 1 comma 141 della
Legge 228/2012).
Per quanto riguarda gli investimenti ipotizzati per il prossimo anno, gli stessi comprendono una
previsione prudenziale delle somme da destinare al rinnovo delle attrezzature tecniche e informatiche
(circa € 10.000,00 annui).
Nel 2014 è stata creata una anagrafica delle postazioni di lavoro e degli arredi attraverso l'elaborazione
dei dati in possesso dell'ufficio e, attraverso l'attività di rilievo, restituzione grafica e fotografica di ogni
postazione di lavoro e degli arredi/apparecchiature al fine di intervenire laddove necessita e garantire
nel contempo la massima rispondenza alle vigenti normative in materia di sicurezza nei luoghi di
lavoro.
Negli acquisti, effettuati tramite le convenzioni Consip o tramite la piattaforma Mepa, saranno
privilegiati quelli necessari per migliorare l'ergonomicità delle postazioni di lavoro.
30
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
Relativamente alla dotazione informatica (software) non si prevedono acquisti di ulteriori licenze, salvo
il manifestarsi di esigenze specifiche. Ove possibile verrà utilizzato software open source o comunque
gratuito. Le finalità perseguite consistono nel miglioramento della gestione dei processi interni e nel
potenziamento dei servizi all’utenza, in piena coerenza con le linee di indirizzo in materia di
semplificazione e trasparenza della pubblica amministrazione.
IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
Gli investimenti finanziari della Camera di Commercio saranno ancora finalizzati allo sviluppo delle
risorse del territorio. Tali risorse intese come insieme di soggetti economici, attività produttive e
istituzioni rappresentano sempre più un fattore di successo nella sfida competitiva globalizzata. La
Camera di Commercio intende pertanto esercitare una funzione di stimolo, mediazione e proposta sul
tema delle infrastrutture e delle partecipazioni in quanto luogo di confronto e sede di aperta dialettica
degli interessi e delle istanze. A tal fine saranno previste adeguati stanziamenti di bilancio per iniziative
legate alla logistica, l’innovazione, il trasferimento tecnologico, il sistema fieristico e turistico,
l’infrastrutturazione industriale, anche attraverso le società del sistema Camerale.
La copertura degli investimenti trova fonte nella disponibilità finanziarie della Camera di Commercio di
Reggio Emilia e non è previsto alcun ricorso ad indebitamento o accensione di mutui.
Investimenti Importo € Fonte di copertura
Immobilizzazioni materiali 100.000 Disponibilità proprie
Immobilizzazioni immateriali 25.000 Disponibilità proprie
Immobilizzazioni finanziarie 500.000 Disponibilità proprie
31
IL CONTESTO ORGANIZZATIVO E LE RISORSE UMANE
ASSETTO ORGANIZZATIVO
I recenti interventi governativi, peraltro ancora oggetto di possibili ulteriori modifiche, hanno imposto e
impongono una radicale riflessione sull'assetto da implementare per le Camere di commercio e il
sistema camerale in generale; al taglio delle entrate da diritto annuale a partire dal 2015, quand'anche
introdotto con progressiva gradualità, si affianca, infatti, un previsto intervento di riordino degli Enti
camerali mediante delega del Parlamento al Governo.
Il taglio del diritto annuale mette a rischio la possibilità di porre in essere interventi economici a favore
del territorio, e già questo di per sé fornisce l'opportunità di ripensare l'assetto organizzativo per non
penalizzare ulteriormente attività “promozionali”, ma i criteri che informano la delega al Governo per il
“Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio” hanno accelerato
definitivamente il processo di confronto nel mondo camerale per pervenire ad una proposta di
“Autoriforma” del sistema camerale che in qualche modo risponda almeno in parte alle finalità del
percorso riformistico intrapreso dal Governo con particolare riferimento alla ridefinizione delle
circoscrizioni territoriali.
Le ragioni sono facilmente rinvenibili nella necessità di raggiungere economie di scala, rendere più
efficaci ed efficienti i servizi erogati, ma anche di candidarsi allo svolgimento di nuove funzioni. In
Emilia Romagna le Camere hanno messo in atto iniziative concrete per conseguire risparmi e
razionalizzare la rete (si pensi ai progetti di gestione associata delle competenze camerali - studi
statistica, piano formativo e servizio legale).
Anche la Camera di Commercio di Reggio Emilia, unitamente alle consorelle della regione, ha
intrapreso un tale percorso; il Consiglio camerale ha, in proposito, espressamente approvato la
costituzione di un gruppo ristretto di lavoro che porti all’individuazione di un “bacino di riferimento”,
attraverso l’analisi di dati-informazioni geo-economiche e la condivisione di possibili scelte con le
istituzioni locali di riferimento, per la modifica della circoscrizione territoriale della Camera di
Commercio di Reggio Emilia, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 della legge 580/93, che consente ai
Consigli di due o più camere di proporre, con delibera adottata a maggioranza dei due terzi dei
componenti, l’accorpamento delle rispettive circoscrizioni territoriali. Al Ministero dello Sviluppo
Economico, con successivo decreto, spetta l’istituzione della Camera di Commercio derivante
dall’accorpamento. Parallelamente a tale “rivoluzione” permangono tematiche già “protagoniste” negli
esercizi passati: la difficile congiuntura economica a livello nazionale e locale, il susseguirsi di riforme
normative che intervengono profondamente sul pubblico impiego, la persistenza di pesanti vincoli
assunzionali, le limitazioni alle spese di funzionamento.
L'Ente negli anni scorsi ha “puntato” molto sulla gestione e crescita delle professionalità esistenti quale
valore principale della Camera e base fondante di qualsivoglia politica di sviluppo; il percorso appena
32
intrapreso di cui sopra accennato rappresenta un'opportunità per la Camera di commercio, anche
grazie al supporto del personale, di raccogliere la sfida rappresentata dal riordino del sistema camerale
in un'ottica di meglio “servire” le imprese del territorio.
IL PERSONALE IN SERVIZIO
Il personale della Camera di commercio di Reggio Emilia da ormai qualche anno appare stabilizzato
intorno alle 90 unità. In realtà dall'anno 2013 e ancor di più nell'anno in corso ha preso avvio un
percorso di pensionamenti che dovrebbe trovare continuità anche nell'anno 2015 e successivi.
Si è assistito infatti, oltre all'uscita di n. 1 unità a tempo pieno di categoria C in forze al Servizio
“Anagrafe e registri”, al pensionamento di n. 1 unità di categoria D a tempo pieno in forze al Servizio
“Regolazione del mercato” e di n. 1 unità di categoria B a tempo pieno in forze al Servizio
“Provveditorato e attività di supporto”.
Altri quattro pensionamenti di unità a tempo pieno sono pronosticabili entro la fine dell'anno in corso e
già per il 2015 si può ipotizzarne due-tre.
Al 1° ottobre 2014 sono 89 le unità in servizio; tuttavia, tenuto conto che n. 19 di esse sono a tempo
parziale, l’ammontare “netto” di dipendenti a tempo pieno si riduce sensibilmente; se a ciò sottraiamo le
pronosticate uscite di cui riferito, le unità nell'arco di pochi mesi dovrebbero scendere a complessive 85
facendo segnare un – 7% rispetto al dato 2013.
* Personale in servizio all’01.10.2014
*
33
Nella tabella che segue sono riportate le categorie di appartenenza degli attuali 89 dipendenti della
Camera di commercio di Reggio Emilia:
PERSONALE IN SERVIZIO ALL'1/10/2014
Categoria
Dotazione organica al 31/08/2014
personale in servizio al 1/10/2014
Frazione di posto
occupata unità totali di cui p.time
Segretario Generale 1 1 0 1
Dirigenti 1 1 0 1
Funzionari di categoria D3
12 12 0 12
Funzionari di categoria D1
30 27 6 25,6
Addetti categoria C 61 41 12 38,42
Addetti categoria B3 1 1 0 1
Addetti categoria B1 7 6 1 5,67
TOTALE 113 89 19 84,69
VARIAZIONE PERCENTUALE PERSONALE IN SERVIZIO
Anno N° totale
dipendenti var. % su anno
precedente
var. %
2014/2012
var. %
2014/2011
var. %
2014/2010
var. %
2014/2009
2009 95 -2,06%
2010 95 0,00%
2011 92 -3,16%
2012 92 0,00%
2013 92 -1,09%
2014 89 -2,20% -3,26% -3,26% -6,32% -6,32%
I dati del bilancio 2013 confermano la tendenza perseguita dall'Ente camerale di riduzione del rapporto
tra costo del personale camerale e oneri e proventi correnti.
L’ultimo dato disponibile, riferito evidentemente all’ultimo esercizio economicamente chiuso, infatti
mostra che gli oneri afferenti il personale, in linea con l'anno precedente rappresentano il 23-24% degli
oneri correnti (in diminuzione rispetto agli esercizi 2011-2010-2009).
Analogamente tali oneri di personale anche in confronto ai proventi correnti confermano l'incidenza al
ribasso manifestatasi nel biennio antecedente: 25,32% infatti è il dato, sensibilmente inferiore alle
percentuali registratesi sino all'anno 2010 dove si collocava al 28,56%.
L’attuale assetto organizzativo rispecchia tutt'ora quello adottato dalla Giunta Camerale nell’esercizio
2011 di cui all’organigramma che si fa seguire in calce:
34
A motivo di ciò anche la ripartizione del personale per “funzioni” è in linea con quella registrata gli anni
scorsi; anzi, poiché i pensionamenti citati in apertura di paragrafo hanno interessato attività anagrafiche
e di funzionamento si registra un decremento di un punto percentuale in tali tipologie di attività rispetto
al dato 2013 e un incremento di un punto percentuale per tipologie di attività più direttamente a favore
delle imprese reggiane a conferma degli sforzi dell'Ente camerale di non depotenziare, nonostante il
trend “negativo” riferito al turn-over di personale, l'azione promozionale.
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LA PROGRAMMAZIONE TRIENNALE DEI FABBISOGNI E RECENTI INTERVENTI LEGISLATIVI
La programmazione triennale dei fabbisogni di personale, approvata alla fine del 2011 ha esaurito
nell'anno in corso il periodo temporale di vigenza; nell'ambito di essa è stato possibile reclutare un'unità
di categoria D a rafforzamento del “Servizio Promozione” nonché prevedere il ricorso a forme flessibili
di personale per fare fronte in particolare a picchi eccezionali e temporanei di lavoro. La Giunta
Camerale è chiamata quindi ad approvare la programmazione triennale dei fabbisogni di personale per
il triennio 2014-2016 che, ovviamente, già sconta il momento attuale di transizione del sistema
camerale, impegnato in una radicale riforma. Nel programma in approvazione, stante il trend in calo del
numero di personale è stata prevista una riduzione della dotazione organica per renderla più in linea
con l'assetto attuale e stante comunque la vigenza di rigide limitazioni al turn over alla quale comunque
si affianca una stringente necessità di non alimentare ma semmai di contrarre le spese per oneri di
funzionamento in senso lato il piano di reclutamento 2014 rimane un documento interlocutorio che
precauzionalmente comunque contempla l'eventualità di avvalersi dell'istituto della mobilità
intercompartimentale nonché il ricorso a forme contrattuali flessibili nel rispetto delle disposizioni
normative vigenti.
Quello della mobilità rimane tutt'ora l’istituto preferito dal legislatore, poiché consente il ricollocamento di
unità di personale senza aggravio per il conto economico consolidato della pubblica amministrazione.
Il piano triennale dei fabbisogni non può che tener conto di quanto testé esposto pur nella
consapevolezza che la specificità dei profili tipici della Camera di Commercio può rendere non
immediatamente funzionale l’inserimento di personale proveniente da enti con funzioni più tipicamente
amministrative.
Quanto sopra rimangono segnali tuttavia in controtendenza rispetto all'esigenza, già emersa gli anni
scorsi di “ringiovanire” personale in servizio; in assenza di ingressi e in presenza di uscite per
pensionamenti la composizione quali-quantitativa dei dipendenti attualmente in servizio conferma in
toto la situazione dello scorso anno:
al 01.01.2014 ben il 95% del personale ha più di 40 anni, il 54% supera i 50 e solo 4 unità rientrano
nella fascia di età 30-39 anni;
la distinzione per grado di istruzione espone il seguente indicatore: “solo” il 35% del personale
possiede una laurea; il 12% del personale ha frequentato la sola scuola dell’obbligo; la parte
restante è in possesso di diploma di scuola media superiore.
A seguito delle cessazioni dell'anno in corso, tuttavia, sarà possibile valutare nel piano di reclutamento
da approvarsi il prossimo anno eventuali interventi di “turn-over” del personale.
LA GESTIONE E VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO
L'anno in corso ha visto l'effettivo completamento del percorso intrapreso dal D.Lgs. 150/09 in materia
di valorizzazione del merito del personale delle pubbliche amministrazioni; è stato infatti coerentemente
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con i criteri di cui al contratto decentrato integrativo per il triennio 2012-2014 esaurito l'iter di
approvazione della nuova metodologia di valutazione del personale dei livelli, a valere con decorrenza
2014, e del personale titolare di posizione organizzativa/alta professionalità, sempre a valere con
decorrenza 2014.
Al di là di ciò, l’anno è stato (ancora) caratterizzato dall'implementazione delle disposizioni legislative di
cui al D.Lgs. 190/2012 in materia di prevenzione di fenomeni di corruzione e ciò a maggior ragione in
quanto il Piano Nazionale Anticorruzione fu approvato solo sul finire dell'esercizio 2013.
L’Ente pertanto ha provveduto ad approvare entro il mese di gennaio, ai sensi di quanto previsto dalla
legge, il “Piano triennale di prevenzione della corruzione” che ha rinnovato in modo più calzante con le
direttive nazionali il piano interlocutoriamente approvato ad inizio 2013. L'anno ha visto anche
l'adozione di un Codice di comportamento per i dipendenti della Camera di commercio di Reggio
Emilia, codice che integra quello nazionale emanato con D.P.R. 62/2013.
In adempimento a quanto previsto anche nel Piano Nazionale Anticorruzione sono state poste in
essere azioni informative a favore della totalità dei dipendenti sia con riferimento ai Codici di
comportamento dianzi citati sia, a livello generale, su tematiche dell'etica e della legalità nonché sui
contenuti del Piano triennale di prevenzione della corruzione approvato dall'Ente. Tali iniziative sono
finalizzate a “dare conoscenza al personale dell’obbligo di astensione, delle conseguenze scaturenti
dalla sua violazione e dei comportamenti da seguire in caso di conflitto di interesse nello svolgimento di
incarichi d’ufficio”.
Sono altresì previsti per l'anno in corso momenti formativi di “livello specifico, rivolto al responsabile
della prevenzione, ai referenti, ai componenti degli organismi di controllo, ai dirigenti e funzionari
addetti alle aree a rischio: riguarda le politiche, i programmi e i vari strumenti utilizzati per la
prevenzione e tematiche settoriali, in relazione al ruolo svolto da ciascun soggetto
nell’amministrazione”.
Tra le azioni che in prospettiva si prevede di implementare ad inizio dell'anno 2015, al di là degli
aggiornamenti dei documenti dianzi citati, si colloca l'adozione di una regolamentazione contenente
criteri per il conferimento o l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali; in merito
l’Ente già da anni si è dotato di una propria regolamentazione in materia, regolamentazione che
tuttavia sarà necessario aggiornare proprio in relazione alle novità legislative in parola.
In tema di regolamenti “interni” l'Ente si doterà di una propria disciplina in tema di sanzioni ex-art. 47
del D.Lgs. 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e
diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” in accordo con le direttive che
l'Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.AC.) ha impartito con delibera n. 66/2013 (“..ciascuna
amministrazione provvede, in regime di autonomia, a disciplinare con proprio regolamento il
procedimento sanzionatorio...”).
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Preme, infine, richiamare l’indagine sul personale dipendente che è stata realizzata per la prima volta
lo scorso anno avvalendosi dell'apposita modulistica predisposta da A.N.AC. (già C.I.V.I.T.) ai sensi di
quanto previsto dal D.Lgs. 150/2009. Attualmente in corso è la seconda edizione dell'indagine il cui
esito, confrontato con i risultati dell'edizione 2013 sarà significativamente propedeutico
all’aggiornamento degli interventi organizzativi posti in essere con l'intento ultimo di migliorare il clima
organizzativo nell'ente. Ai sensi della normativa in parola, l’indagine sarà replicata con cadenza
annuale e pertanto troverà vita nell'anno 2015 la terza edizione; parallelamente l'Ente provvederà ad
adottare, partendo dall'eredità del precedente piano triennale 2012-2014 ad adottare il piano di azioni
positive per le pari opportunità 2015-2017 per il quale si avvarrà, come previsto dalla legge, dell'ausilio
del Comitato Unico di Garanzia che l'Ente ha provveduto tempestivamente a costituire già dall'anno
2011.
FORMAZIONE AL PERSONALE
Al di là di quanto affermato nel paragrafo precedente sulla formazione relativa all’Anticorruzione, il
tema della formazione intesa come crescita e aggiornamento professionale del personale dipendente,
costituirà nelle intenzioni anche nell'anno 2015 un “volano” di crescita professionale nonostante il
permanere dei rigidi vincoli di spesa in merito; principi guida saranno il perseguire sempre più articolate
e specialistiche forme di collaborazione e interoperabilità tra il personale dei vari servizi con specifiche
sessioni di affiancamento e formazione interna nonché privilegiare modalità di fruizione a distanza (e-
learning, web-conference) per favorire una maggior partecipazione possibile affiancata ad un
contenimento degli oneri di trasferta (in questi casi azzerati).
Interlocutore di riferimento per l'attività formativa “tout-court” sarà, anche per l’anno 2015, Unioncamere
Emilia Romagna nell'ambito del cosiddetto "Piano Formativo regionale" che organizza corsi di
formazione a specifico favore del personale delle CCIAA emiliano-romagnole sulla base di esigenze
comuni dalle stesse manifestate sotto il coordinamento di apposito gruppo di lavoro; il piano formativo
per l'anno 2015 ha già individuato alcuni temi che saranno oggetto di attività formativa perseguendo
anche un'idea di Camera di commercio più orientata alla comunicazione dei confronti dell'utenza; in
tale ottica si inseriscono momenti formativi dedicati al web e ai social network ma anche all'attività più
propriamente editoriale degli enti camerali legata al ruolo di “Osservatorio economico” tipico del
sistema camerale. Grande attenzione sarà dedicata anche all'aggiornamento professionale del
personale dedicato alle attività di promozione del sistema imprenditoriale; in tale ottica si inquadrano i
momenti formativi in tema di avvio di nuove imprese, business plan, finanziamenti agevolati, disciplina
degli aiuti di Stato e normativa sui Confidi. Non mancheranno tuttavia anche le tematiche più
classicamente legata all'azione amministrativa: trasparenza, anticorruzione, accesso agli atti
amministrativi, semplificazione amministrativa e procedimenti amministrativi, controlli sulla
documentazione amministrativa e sulle autocertificazioni, codice degli appalti; argomenti questi che,
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peraltro, trovano altresì momento di confronto con le consorelle emiliano-romagnole nel corso dei
numerosi gruppi di lavoro attivati già da anni in seno ad Unioncamere Emilia Romagna, con la
partecipazione dei funzionari camerali di riferimento per ciascuna materia, e denominati “Gruppi
network”.
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AGGIORNAMENTO PROGRAMMA PLURIENNALE E DEFINIZIONE OBIETTIVI STRATEGICI
La Relazione Previsionale e Programmatica, a norma dell’art. 5 del D.P.R. n. 254 del 2005
“Regolamento per la disciplina della gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di Commercio”,
aggiorna annualmente il Programma Pluriennale ed è approvata dal consiglio entro il 31 ottobre. Essa
ha carattere generale e illustra i programmi che si intendono attuare nell'anno di riferimento, in rapporto
alle caratteristiche ed ai possibili sviluppi dell'economia locale ed al sistema delle relazioni con gli
organismi pubblici e privati operanti sul territorio, specificando, altresì, le finalità che si intendono
perseguire e le risorse a loro destinate. Successivamente alla sua approvazione la Giunta formulerà la
proposta di Preventivo economico 2015, che il Consiglio approverà entro il mese di dicembre.
Ai sensi dell’art. 4 del DPR 254/2005 “il Consiglio determina gli indirizzi generali ed approva il
programma pluriennale, di norma per il periodo corrispondente alla durata del mandato, anche tenendo
conto, degli atti di programmazione degli enti territoriali, nonché delle risorse necessarie e dei risultati
che si intendono conseguire”.
A seguito del completamento delle procedure per il rinnovo degli Organi camerali, il nuovo Consiglio
della Camera di Commercio ha approvato con propria Deliberazione n. 7 del 28.04.2014 il Programma
Pluriennale 2014-2018 documento che raccoglie gli indirizzi di mandato emersi all’atto
dell’insediamento del Consiglio stesso.
Il programma, partendo da una sintetica analisi del non facile contesto economico-sociale in cui l’Ente
dovrà operare, individua gli assi e gli obiettivi strategici verso cui potrà essere indirizzata l’azione della
Camera di commercio di Reggio Emilia nei prossimi cinque anni, periodo in cui ci si troverà tra l’altro ad
anticipare le trasformazioni di un mondo in piena evoluzione.
Ottimizzare l’utilizzo delle risorse e le performance, ridurre i costi, migliorare i servizi e aumentare il
supporto alle imprese. Questo è l’impegnativo percorso già avviato dalla precedente Amministrazione a
sostegno dell’economia locale e che si appresta a proseguire nei prossimi anni con l’obiettivo, in
particolare, di favorire il rilancio competitivo del territorio e sostenere le imprese nei processi di
rinnovamento e di internazionalizzazione.
Per meglio visualizzare tutta la programmazione 2015 gli obiettivi annuali sono collocati in un’apposita
mappa che costituisce, di fatto, lo strumento più importante per l’intera operatività dell’Ente, un
cruscotto, declinato per assi strategici, che permette di monitorare lo stato di avanzamento e di
realizzazione del programma durante l’esercizio.
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Favorire il rilancio competitivo del territorio e sostenere le imprese nei processi
di rinnovamento e di internazionalizzazione
Prospettive
Asse A – La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della vita delle imprese
Asse B – La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo del territorio
imprese, territorio e consumatori
A1. Semplificare la vita delle imprese A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza
B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola lavoro B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio
processi interni
T4. Digitalizzazione
innovazione e crescita
T2. Comunicazione e marketing dei servizi T3. Trasparenza
T5. Crescita del know how e del capitale umano T6. Orientare la gestione alla performance
economico-finanziario
T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente
Lo strumento adottato dall’Ente camerale per il monitoraggio e controllo della strategia è quello della
Balanced Scorecard, che suddivide gli obiettivi strategici, inseriti in una mappa, secondo le quattro
prospettive:
Imprese, Territorio e Consumatori
Processi Interni
Innovazione e crescita
Economico Finanziario
L’attività della Giunta e del Consiglio tende, in questo modo, a diventare maggiormente strategica,
curando le funzioni di programmazione e controllo che sono tipiche degli organi di vertice
dell’amministrazione.
Di seguito si riporta il dettaglio della mappa strategica dell’Ente, articolata nel:
Asse strategico A – “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della
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vita delle imprese”
Asse B strategico – “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo
del territorio”
Asse strategico trasversale - “Azioni di supporto al cambiamento e qualità dei servizi”.
All’interno degli assi strategici sono sviluppati gli ambiti di azione relativi a:
A1. Semplificare la vita delle imprese
A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza
B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese
B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo
B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro
B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di
nuove imprese
B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio
T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente
T2. Comunicazione e marketing dei servizi
T3. Trasparenza
T4. Digitalizzazione
T5. Crescita del know how e del capitale umano
T6. Orientare la gestione alla performance
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Asse A: “LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA PER LA SEMPLIFICAZIONE
DELLA VITA DELLE IMPRESE”
A1 – Semplificare la vita delle imprese
Continua l’impegno nella diffusione, ma anche nell’utilizzo diretto, delle principali tecnologie di E-
Government, ormai divenute strumenti abituali nello svolgimento delle attività. Si proseguirà nella
azione di volano nel generale processo di informatizzazione dei rapporti tra cittadini, imprese e
Pubblica Amministrazione e fra le stesse amministrazioni pubbliche del territorio, anche attraverso la
continua diffusione presso gli operatori economici locali di strumenti avanzati quali la firma digitale, la
posta elettronica certificata, la business key, non solo in ottica di diffusione degli strumenti di E-
Government, ma anche per generare e tradurre concretamente tutte le semplificazioni amministrative
possibili che le imprese chiedono ad una PA moderna e vicino alle esigenze del territorio. Nel corso del
2013 attraverso la Camera di Commercio sono state distribuite 2.792 firme digitali, 504 business key e
1495 carte cronotachigrafiche.
L’obiettivo, anche per l'anno 2014, è quello di proseguire con determinazione sulla strada della
semplificazione proponendo il sistema Camerale – in stretto raccordo con il mondo associativo – come
protagonista dei processi di innovazione per rendere efficienti i rapporti con le imprese.
In questo filone, rientrano tutte le azioni tese a promuovere ed attuare, a beneficio delle imprese,
percorsi di semplificazione, valorizzando il Registro delle imprese e le procedure per la Comunicazione
unica, rafforzando i rapporti con le altre Pubbliche Amministrazioni, la Regione ed i Comuni.
Un’ulteriore linea di intervento, rientrante sempre nell'alveo semplificazione, è quella di portare i servizi
dell'Ente presso gli utenti (e non viceversa).
Nei rapporti con le imprese ed i cittadini, le Pubbliche Amministrazioni sono chiamate a realizzare
soluzioni finalizzate ad attuare, potenziare e promuovere la semplificazione delle procedure per l'avvio
e lo svolgimento delle attività economiche.
Su questo filone si inseriscono tutti gli interventi posti in essere dal RI, che portano ad una
velocizzazione dei procedimenti amministrativi, ad attuare una maggiore trasparenza
giuridica/informativa, oltre che ad ottimizzare la qualità dei dati disponibili e la loro diffusione.
A1.1 - Qualificazione delle pratiche presentate alla CCIAA sotto due diversi profili: qualità dei
contenuti e qualità del rapporto con l'utenza
Il tema della semplificazione amministrativa diventa sempre più strategico, tanto più in un periodo di
crisi generalizzata nel quale anche il quadro legislativo ha rafforzato le norme di semplificazione
amministrativa e di tutela per la libertà d’impresa.
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Le funzione anagrafiche rappresentano il nucleo dell’attività della Camera di Commercio, il centro della
sua strategia, trattandosi di funzioni che solo essa esercita e che la rendono la pubblica
amministrazione di riferimento, lo “stato civile” delle imprese.
Il Registro Imprese continuerà quindi a dare impulso a questa priorità focalizzandosi ulteriormente su
semplificazione e produttività, al fine di migliorare la qualità del patrimonio informativo detenuto,
nell’ottica di una sua valorizzazione al servizio del sistema economico locale.
Parallelamente, nella sempre più importante ottica di trasparenza, si incentiveranno azioni mirate al
mantenimento dell’aggiornamento degli indirizzi Pec iscritti nel RI e si proseguirà con gli interventi di
“pulizia” della banca dati del RI, raccomandata dal Ministero.
Con lo sguardo all’efficienza, inoltre, e sempre in ambito di agevolazioni per le imprese, negli anni più
recenti si è registrata una progressiva crescita della capacità del Registro Imprese di relazionarsi con
gli ordini professionali per individuare congiuntamente le iniziative utili, sia di formazione che di
comunicazione, che evitino inutili sovrapposizioni di iniziative e incidano in maniera significativa sugli
aspetti che maggiormente possano essere di supporto nella gestione delle varie pratiche che le
imprese sono tenute ad iscrivere.
Quindi la CCIAA, anche per garantire una decisa qualità dei contenuti, procederà ad una costante
verifica preventiva delle esigenze espresse dagli utenti/imprese, anche per il tramite degli studi
professionali/associazioni, in merito alle iniziative formative ritenute adeguate e favorevoli, avvalendosi
ulteriormente della fattiva collaborazione degli stessi nella fase organizzativa degli interventi.
Sulla stessa “lunghezza d’onda”, si manterrà la predisposizione o l’aggiornamento di quelli già presenti,
di manuali o guide consultabili dal sito internet.
Finalità:
potenziamento collaborazione ordini professionali/associazioni: incontri, organizzazione di corsi.
Benefici:
adeguamento al periodo attuale, proiettato alla sempre maggiore semplificazione “della vita”
delle imprese;
servizi sempre più efficienti, rapidi e meno costosi.
Stakeholders:
imprese, associazioni, studi professionali.
Impegno economico*:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
* Impegno economico complessivo per le azioni A1.1 e A1.2
A1.2 - Riduzione dei tempi dei procedimenti - Telematizzazione dei servizi e digitalizzazione
delle pratiche e dei documenti
Nell’ottica di rispondere prontamente alle crescenti esigenze di semplificazione delle imprese, la
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Camera di commercio si propone di continuare a perseguire l’obiettivo di ottimizzazione dei servizi
attraverso l’adeguamento della velocità dell’apparato amministrativo a quella delle aziende e del
mercato, tendendo ad una sempre maggiore qualità e all’erogazione in tempo reale. In questo scenario
si inserisce l’impegno della Camera di commercio nel programmare una sempre maggiore
specializzazione dei servizi erogati e nel porre in essere interventi finalizzati a velocizzare i
procedimenti amministrativi. Tra essi in particolare l’implementazione dei canali telematici all’interno
dell’applicativo Scriba per gestire le varie fasi dei procedimenti e mantenere, a parità di condizioni
attuali, i già buoni tempi di evasione delle pratiche o ridurli, qualora sia reso possibile da particolari
circostanze organizzative nonché riferibili a congiunture esterne.
Finalità:
riduzione tempi di istruttoria, diminuzione pratiche irregolari.
Benefici:
adeguamento al periodo attuale, proiettato alla sempre maggiore semplificazione “della vita”
delle imprese;
servizi sempre più efficienti e rapidi.
Stakeholders:
imprese, associazioni, studi professionali.
Impegno economico*:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
* Impegno economico complessivo per le azioni A1.1 e A1.2
Nel 2015 si provvederà anche al completamento del processo di telematizzazione dei servizi e di
digitalizzazione delle pratiche e dei documenti nella gestione della procedura di mediazione
implementando l'attuale sistema informatico con nuovi sistemi informatici integrati.
La gestione delle pratiche verrà integrata con le funzioni di protocollo delle domande di mediazione e di
fatturazione per i processi interni. Per gli stakeholders, dopo i corsi di formazione realizzati nell’anno
precedente, verranno promosse ulteriori iniziative volte a dare impulso alle pratiche telematiche.
Finalità:
semplificazione del procedimento, informatizzazione dei processi informatici integrati con altre
funzioni e semplificazione del processo interno e semplificazione procedure per gli utenti al fine
di aumentare il ricorso alla mediaconciliazione.
Benefici:
riduzione dei tempi di back office e tempi immediati per le imprese nell'invio della pratica con
riduzione di costi.
Stakeholders:
imprese, Ordine degli Avvocati, Ordine dei Commercialisti, associazioni di categoria,
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professionisti.
Dalla fine del 2012 è attivo il Progetto CERT’O, con un riscontro positivo in termini di aziende coinvolte
e pratiche evase. Visti i buoni risultati, si punterà ad estenderlo ulteriormente ad un numero crescente
di imprese, promuovendo con maggior intensità sul territorio provinciale la trasmissione telematica dei
certificati di origine da parte delle imprese stesse, con visite dirette e riunioni presso le sedi delle
associazioni di categoria.
Finalità:
consolidare ed espandere le pratiche telematiche già operative e individuare ulteriori canali per
fornire all'utenza degli sportelli anagrafico certificativi un servizio più telematizzato;
proseguire nel potenziamento dell'informatizzazione e telematizzazione dei rapporti con
l'utenza.
Benefici:
riduzione dei tempi procedimentali;
servizi più veloci per le imprese.
Stakeholders:
imprese, associazioni di categoria, studi professionali.
In generale verranno mappati e resi disponibili alle imprese nella sezione Amministrazione Trasparente
tutti i tempi di erogazione dei servizi, operando al contempo piani di azione e di intervento per
migliorarli ulteriormente.
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A2 – Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza La Camera di Commercio annovera tra le funzioni primarie quelle di favorire la trasparenza degli
operatori, evidenziandone per quanto possibile la correttezza e l'affidabilità grazie alle banche dati e ai
registri informatici camerali, e grazie agli interventi di regolazione del mercato (attività del servizio
metrico, media-conciliazione ed arbitrato, tutela del consumatore, consulenza sui contratti
commerciali).
A2.1 - Implementazione delle attività dello Sportello legalità
Al fine di aiutare e supportare gli imprenditori vittime di usura e racket (fenomeno presente anche nella
nostra provincia) si proseguirà e si perfezionerà il servizio di ascolto e assistenza attraverso l’apposito
sportello antiracket (anonimo e riservato) già attivato e funzionante da due anni.
Con lo sportello legalità si continuerà, inoltre, ad implementare e individuare strumenti a supporto
dell’impresa (e dell’economia in generale) per la prevenzione ed il contrasto dell’illegalità ed il ripristino
del corretto, libero e legale funzionamento del mercato.
Fra le attività svolte, particolare rilievo assume l’adesione della Camera di commercio di Reggio Emilia
(una delle tre in Italia con Caserta e Siracusa) al progetto “SOS Legality – Seized businesses and
goods from mafia to strategically prevent crimes and promote legality through socio-economic
development” (Beni e imprese confiscate alla mafia per prevenire il crimine e promuovere la legalità
attraverso lo sviluppo socio economico), progetto cofinanziato dall’Unione Europea. Con questo
progetto la Camera di commercio in stretta collaborazione con la partnership Libera seguirà il cammino
(dai due ai tre anni) di aziende sequestrate alla mafia ed indicate dall’Agenzia Nazionale Beni
Sequestrati. Una sorta di “adozione” che prevede interventi, di cui l’Ente camerale reggiano è capo-fila,
per nuovi modelli di governance, innanzitutto, e un’assistenza su tutti i passaggi per il rilancio di attività
che realizzino un virtuoso equilibrio tra legalità e sviluppo.
Finalità:
sviluppo e prosecuzione di servizi per la prevenzione dei fenomeni di illegalità;
aiuto agli imprenditori vittime di usura e racket.
Benefici:
ripristino della legalità e della correttezza del funzionamento del mercato;
Stakeholders:
imprese, associazioni di categoria, professionisti.
Impegno Economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
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A2.2 - Sensibilizzazione alla mediaconciliazione e promozione della gestione on line
Ricorrere a soluzioni alternative a quella giudiziale, avvalendosi dei servizi di mediazione, comporta un
notevole risparmio in termini di tempi e costi rispetto alla giustizia ordinaria.
Dopo circa un anno dalla reintroduzione della mediazione per diverse materie in ambito civile e
commerciale, il 2015 sarà focalizzato ad implementare le azioni sino ad ora svolte, per realizzare una
adeguata campagna divulgativa sul territorio per lo sviluppo ed il potenziamento di una nuova cultura
che favorisca l’utilizzo di questo strumento.
Anche nel corso del 2015 si punterà quindi ad incrementare il ricorso agli strumenti di risoluzione del
contenzioso, alternativi alla giustizia ordinaria gestiti dalla Camera per offrire ai consumatori ed alle
imprese la possibilità di ridurre in tempi rapidi e con costi certi le controversie mediante la realizzazione
dei seguenti obiettivi operativi:
1) realizzazione di una campagna di divulgazione e promozione della mediazione attraverso incontri
con la cittadinanza;
2) verifica dei requisiti professionali dei mediatori iscritti all’Organismo.
Finalità:
sviluppo e incremento delle attività di mediaconciliazione;
Benefici:
riduzione del contenzioso giudiziario, tempi minori rispetto alla giustizia ordinaria;
Stakeholders:
imprese, professionisti, associazioni di categoria, cittadini.
Impegno Economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
A2.3 - Potenziamento delle attività ispettive per la tutela dei diritti soggettivi e della trasparenza
del mercato
Al fine di proseguire ed incentivare l’attività di controllo sulla fede pubblica, dopo le prime due annualità
relative alla Convenzione sottoscritta con UNIONCAMERE per l’attuazione del Protocollo d’intesa
relativo al rafforzamento delle attività di vigilanza e controllo del mercato a tutela dei consumatori,
nell’ultimo anno del progetto verranno completate le attività di controllo e sorveglianza prodotti previste
organizzando nel contempo il servizio affinché possa utilmente continuare le attività anche
successivamente al termine della convenzione.
Finalità:
fornire una maggiore garanzia della concorrenza leale e della tutela del consumatore;
Benefici:
accrescimento sia della tutela del consumatore che della trasparenza del mercato.
Stakeholders:
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imprese, consumatori.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
L’attività della Camera diretta a promuovere la regolazione del mercato e la corretta concorrenza tra
imprenditori a tutela del consumatore sarà finalizzata anche ad integrare l’attività sui controlli
sull’etichettatura energetica degli elettrodomestici.
Si tratta di una ulteriore etichettatura, prevista sia da norme comunitarie che nazionali, che ha la
funzione di informare i consumatori circa il consumo di energia e di altre risorse essenziali (quali ad
esempio l’acqua) dei prodotti offerti in vendita. Viene offerta quindi la possibilità concreta di perseguire
un uso più razionale delle risorse energetiche, di favorirne il risparmio e di contribuire alla riduzione
dell’inquinamento atmosferico.
Nell’ambito delle proprie funzioni di regolazione del mercato, la Camera di commercio nel 2015
implementerà, quindi, la propria attività di vigilanza con particolare attenzione alle categorie di prodotti
soggetti ad etichettatura energetica.
Finalità:
assicurare al consumatore uniformità e correttezza di informazioni relative al consumo di
energia degli elettrodomestici;
Benefici:
favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza da parte del consumatore;
contribuire ad orientare le scelte di acquisto verso modelli di prodotti caratterizzati da consumi
inferiori e al contempo da prestazioni migliori;
favorire la corretta e ordinata concorrenza tra imprese.
Stakeholders:
imprese produttrici, importatrici e distributrici, consumatori.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
Nell’ambito dell’attuale mutamento normativo è stata affidata la verifica periodica degli strumenti metrici
anche, ed in taluni casi esclusivamente, a soggetti privati in possesso di adeguati requisiti tecnico-
giuridici autorizzati da Unioncamere e dalle Camere di Commercio lasciando in capo a queste ultime
l’attività di sorveglianza sul loro operato.
Si intende pertanto rafforzare l’attività di controllo sull’attività di verifica svolta dai laboratori autorizzati.
Finalità:
garantire che il nuovo sistema di tutela della fede pubblica assicuri livelli prestazionali conformi
alle norme;
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far sì che l’utenza metrica possa fruire di un mercato della verifica degli strumenti metrici
caratterizzato dalla leale concorrenza e dal rispetto delle normative.
Benefici:
leale concorrenza tra gli operatori del settore.
Stakeholders:
imprese, laboratori autorizzati, consumatori.
La recente evoluzione della legislazione sulla sicurezza e sull’etichettatura dei prodotti alimentari ha
arricchito la normativa di riferimento, rendendola però di difficile comprensione per i "non addetti ai
lavori".
Per supportare le aziende agro-alimentari e in coerenza con i propri compiti in tema di regolazione del
mercato e di tutela del consumatore, si intende attivare in collaborazione con il Laboratorio Chimico
Camera di Commercio Torino, uno sportello di primo orientamento sulla materia. L’assistenza viene
fornita alle imprese agro-alimentari del territorio provinciale da personale qualificato ed esperto e
comprende un servizio tecnico ed uno legale.
In particolare sarà proposta alle imprese la risoluzione di quesiti legati alla sicurezza alimentare,
etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, all’etichettatura ambientale sulle informazioni da
inserire negli imballaggi, sulla vendita in UE ed Esportazione extra UE dei prodotti alimentari. Si
affiancheranno alla risoluzione personalizzata dei quesiti, momenti seminariali rivolti alle imprese del
territorio sulle materie oggetto dello sportello etichettatura e sicurezza alimentare.
Finalità:
supportare le imprese, aiutandole ad assolvere gli obblighi di legge, e di fornire gli strumenti
indispensabili per un corretto approccio alla materia della etichettatura e sicurezza alimentare.
Benefici:
corretta applicazione delle normative sulla etichettatura e sicurezza alimentare;
- maggiore tutela e regolazione del mercato.
Stakeholders:
Imprese del settore alimentare, consumatori, associazioni di Categoria, professionisti.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
A.2.4 – Responsabilità sociale, informazione ambientale
Sotto il profilo della Responsabilità Sociale di Impresa la Camera di commercio si pone l’obiettivo di
porre in essere azioni indirizzate alla sensibilizzazione alla Responsabilità sociale d’impresa in ambiti
quali ad esempio: la tutela del lavoro ed il welfare, la salvaguardia dell’ambiente e l’efficiente utilizzo
delle risorse, la tutela dei consumatori, lo sviluppo della comunità, il trasferimento delle conoscenze per
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il progresso sociale.
Proseguirà su questo fronte nel 2015 l’attività di collaborazione avviata con la Regione Emilia
Romagna, la Provincia di Reggio Emilia e le associazioni di categoria.
E’ stato approvato con Determinazione n. 11839 del 2 settembre 2014 dalla Regione Emilia Romagna
un contributo pari ad € 20.000,00 che permetterà alla Camera di Commercio di Reggio Emilia nel 2015
la realizzazione dei tre progetti elaborati nel 2014, relativi alle seguenti tematiche:
- Benessere dipendenti / Welfare aziendale,
- Sostenibilità ambientale / Green Management,
- Iniziative Imprese per il Territorio.
Si svilupperanno quindi le attività già avviate sperimentalmente nel 2014 con il "Laboratorio imprese
reggiane per la RSI" con ulteriori incontri di co-progettazione e saranno effettuati incontri-visite
formative presso imprese che già attuano la RSI per favorire la conoscenza delle buone pratiche in tale
ambito e lo sviluppo di competenze gestionali tra le imprese coinvolte nel progetto.
Tale attività si svolgerà in ottica di partenariato tra le imprese facenti parte del Laboratorio ed altri
soggetti del territorio, prevedendo diversi momenti di monitoraggio. Inoltre, a complemento di tale
attività, si affiancherà anche l’organizzazione di un Forum multistakeholders, con eventi pubblici per
presentare le attività svolte ed il monitoraggio dei progetti di RSI attivati tramite il Laboratorio.
Finalità:
coinvolgere un maggior numero di aziende, con l'ausilio delle Associazioni di categoria, per
sensibilizzarle sul tema della Responsabilità Sociale di Impresa ed affiancarle per realizzare
iniziative in tema;
Benefici:
miglioramento del rapporto delle aziende con l'ambiente interno ed esterno all'azienda stessa, in
merito a tematiche di primario interesse, individuate con l'ausilio di CCIAA RE e Provincia RE;
Stakeholders:
imprese, Provincia di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna.
A seguito del riavvio del SISTRI e degli sviluppi normativi in merito alla compilazione del Modello Unico
di Dichiarazione Ambientale, da parte delle aziende reggiane proviene una sempre maggiore richiesta
di assistenza, alla quale la Camera di commercio si propone di rispondere in modo tempestivo ed
efficace, in particolare attraverso attività informative effettuate sia on line che mediante incontri specifici
sui temi di maggiore rilevanza ed interesse. Si procederà, pertanto, oltre a svolgere attività informativa
ambientale in relazione al Sistri ed ai relativi adempimenti, ad inviare ai nominativi iscritti al SISTRI
stesso materiale a carattere informativo e promozionale e ad effettuare una presentazione del MUD
attraverso una informativa capillare e settorializzata.
Finalità:
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fornire alle imprese un panorama completo delle procedure da seguire, a seguito della
riattivazione del Sistri nel 2014;
fornire informazioni sulla presentazione del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale, alla luce
della riattivazione del SISTRI e del periodo provvisorio di “doppio binario” di entrambi i sistemi.
Benefici:
corretto utilizzo ed invio di SISTRI e MUD;
Stakeholders:
imprese reggiane, associazioni di categoria.
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Asse B: “LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA PER IL RILANCIO COMPETITIVO DEL TERRITORIO”
B3 – Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese
Le imprese italiane hanno affrontato dal 2008 ad oggi la crisi in condizioni finanziarie che già in
partenza presentavano elementi di debolezza.
Alle difficoltà finanziarie legate alla contrazione dei flussi di reddito si sono, come noto, associati gli
allungamento dei tempi di pagamento dei clienti che le imprese hanno dovuto gioco forza ribaltare sui
fornitori con evidenti conseguenze sul sistema economico nel suo complesso.
Sulla base dei più recenti lavori di ricerca, i segnali provenienti dal mondo delle imprese sembrano
indicare nella prima parte del 2014 il perdurare di fenomeni di ristrutturazione del nostro sistema
produttivo nei suoi diversi settori e filiere: fenomeni che parlano di mutamenti profondi e forse
irreversibili intervenuti nel tessuto economico del Paese in questi ultimi anni.
Dal 2008 ad oggi:
60.000 imprese in meno;
flessione continua degli impieghi bancari;
crescente disoccupazione.
Il razionamento del credito da parte del sistema creditizio non pare aver tenuto conto delle
ristrutturazioni organizzative e strategiche che le imprese hanno posto (o stanno valutando di porre) in
essere - maggiore orientamento all'export, investimenti in innovazione di prodotto o di processo -
probabilmente perché fattori difficilmente rilevabili da dati di bilancio, e quindi anche le imprese sane
che vogliono migliorare la loro redditività faticano ad avere accesso al credito ed i segnali di ripresa si
mantengono purtroppo deboli.
In questi momenti congiunturali il ruolo di sostegno alla crescita del Prodotto Interno Lordo diventa più
significativo rispetto ad atri momenti storici, anche solo per attenuare la morsa della crisi.
B3.1 - Favorire l’accesso al credito delle imprese
Il ruolo dei Confidi diventa determinante proprio per la funzione di ponte che questi svolgono fra le
imprese e gli intermediari finanziari. E’ fondamentale che in questa fase di congiuntura economica le
aziende possano usufruire, tramite i Confidi, di un supporto che fornisce assistenza specialistica ed
articolata nell’accesso al credito oltre che, elemento non secondario, nell’ampliamento delle capacità di
credito, nella riduzione del costo del denaro, nella trasparenza delle condizioni.
Il comma 55 della Legge di Stabilità 2014 ha espressamente previsto che “una somma pari a 70 milioni
di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 è destinata dal sistema delle camera di commercio,
industria, artigianato e agricoltura al sostegno dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese
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attraverso il rafforzamento dei confidi, vi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca
d’Italia”.
In quest’ottica la Camera di Commercio sosterrà, anche nel 2015, l’accesso al credito per le imprese
tramite i Confidi.
Finalità:
aiutare le imprese ad uscire dalla crisi congiunturale.
Benefici:
agevolare l’accesso al credito.
Stakeholder:
imprese, banche, confidi, associazioni di categoria.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
B3.2 Sportello sui finanziamenti agevolati
A sostegno delle imprese saranno erogati anche per l’anno 2015 servizi di informazione sulle
opportunità di finanziamento. L’azione comprende:
1. servizi per il sostegno agli aspiranti imprenditori nell’avvio di una nuova attività,
2. servizi di informazione sulle opportunità di finanziamento sia nazionale che comunitario.
L’attività di disseminazione e diffusione potrà essere svolta sia a sportello che attraverso
l’organizzazione di seminari organizzati con il sistema camerale e delle partecipate;
3. attività per la promozione delle start up innovative;
4. contributi per l’avvio di nuove attività.
Finalità:
diffusione della conoscenza sui finanziamenti agevolati e sulla promozione di nuova
imprenditoria.
Benefici:
incremento del numero di nuove imprese in provincia di Reggio Emilia.
Stakeholder:
imprese, cittadini, associazioni di categoria.
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B4 – Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo
Seppure in modo meno brillante rispetto all'inizio del 2014, la produzione manifatturiera reggiana
rimane in aumento. Dati positivi ma che vanno letti all'interno di una situazione di crisi che non è
superata. Le difficoltà delle imprese, soprattutto quelle meno orientate all'export non sono
sostanzialmente cambiate, ma è incoraggiante il dato che finalmente si registri un recupero del
fatturato addirittura superiore all'incremento degli ordini dall'estero.
La tenuta delle produzioni locali è fortemente legata all'export per cui la linea di intervento camerale
sarà fortemente orientata ad incrementare l'export reggiano secondo queste linee di azione:
potenziare l'azione a favore delle imprese che già esportano;
operare per incrementare il numero delle imprese che esportano sui mercati internazionali;
incrementare l'integrazione delle azioni per l'internazionalizzazione nella logica dei recenti
interventi legislativi.
B4.1 - Potenziare le azioni di sistema e di cooperazione con gli altri attori per la promozione
dell’internazionalizzazione.
In un momento di forte contrazione delle risorse pubbliche per la promozione, diviene essenziale il
coordinamento delle iniziative esistenti per evitare sovrapposizioni e dispersione di risorse. Occorre
valorizzare un piano unitario di confronto che supporti la condivisione degli obiettivi e la progressiva
razionalizzazione degli interventi promossi dalle diverse istituzioni.
A livello nazionale è stata istituita la Cabina di regia fra tutti gli attori istituzionali che si occupano di
internazionalizzazione e che vede la partecipazione di Unioncamere, che prevede: elaborazione di una
strategia per le attività di promozione all'estero, razionalizzazione della rete estera e di coordinamento
delle attività dei Ministeri, Regioni e Camere di commercio e rafforzamento dell'attrazione degli
investimenti dall'estero.
A livello locale questa esigenza di coordinamento ha già trovato attuazione con l'istituzione del Tavolo
per l’internazionalizzazione costituito a livello provinciale dalla Camera di Commercio con le
Associazioni di categoria ed i Consorzi export.
Nel 2015 la Camera di Commercio si concentrerà sulle seguenti linee di intervento:
una maggiore diffusione dei servizi per l’internazionalizzazione offerti da tutti gli attori
istituzionali e privati, e l'organizzazione di collettive in fiere di carattere internazionale, con
abbattimento parziale dei costi;
erogazione di contributi per la partecipazione a mostre e fiere all’estero;
organizzazione di seminari informativi su normative e procedure legate al commercio estero, su
paesi esteri di potenziale interesse;
organizzazione di seminari tecnici su tematiche inerenti il commercio estero in relazione a temi
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quali pagamenti internazionali, problematiche doganali, ecc.;
organizzazione di workshop, incoming di operatori esteri, desk paese;
organizzazione di incoming;
organizzazione del corso how to start an export business.
Finalità:
qualificare l’intervento camerale per l’internazionalizzazione individuando Paesi Obiettivo su cui
promuovere una azione sinergica di penetrazione e consolidamento commerciale.
Benefici:
incrementare l’export e il fatturato verso l’estero delle imprese.
Stakeholder:
imprese, associazioni di categoria.
B4.2 – Rafforzare il grado di penetrazione nei mercati esteri
Il contesto internazionale continua a registrare cambiamenti significativi e l’incremento di problemi
legati ai conflitti in diversi Paesi di interesse per l'export reggiano che si uniscono alla grave crisi
economica in atto. In questo scenario si innesta la fondamentale azione di supporto che la Camera di
Commercio di Reggio Emilia sarà chiamata a svolgere nei prossimi anni con il duplice obiettivo di
potenziare l’azione a favore delle imprese che già esportano e di operare per incrementare il numero
delle aziende che esportano sui mercati internazionali.
Da un lato il ruolo camerale sarà quello di promuovere la massima diffusione sul territorio delle
iniziative di sistema con particolare attenzione alle iniziative di incoming anche legate ad EXPO 2015.
La partecipazione alle fiere estere verrà incentivata anche attraverso specifici bandi, oltre che mediante
i finanziamenti agevolati in termini di abbattimento tassi di interesse attraverso i Confidi.
Dall’altro, preso atto che i dati mostrano che, anche se la provincia reggiana è fortemente orientata
all'export, il numero delle imprese che esportano rimane stabile da decenni, occorrerà quindi
intervenire per supportare le imprese che non hanno mai esportato con particolare riferimento al
comparto della subfornitura.
Finalità:
aiutare le imprese che già esportano ad acquisire nuove quote di mercato in paesi esteri con
particolare attenzione a quelle piccole e artigiane;
accompagnare imprese che non hanno mai esportato sui mercati esteri.
Benefici:
incremento del grado di penetrazione commerciale all’estero e della capacità competitiva sui
mercati esteri delle imprese del territorio.
Stakeholder:
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imprese, associazioni di categoria.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
B4.3 – Attivare formazione in grado di promuovere una cultura ad internazionalizzare
La Camera di Commercio si pone l’obiettivo di coadiuvare le imprese reggiane nella loro attività
all'estero anche fornendo informazioni "tecniche" in materia. Oltre a fornire risposte ai quesiti che
pervengono agli uffici in tema di commercio estero e ad offrire indicazioni sulle fonti su internet alle
quali ricorrere per ricerche dirette, si provvederà ad organizzare incontri seminariali sulle tecniche del
Commercio Estero.
Finalità:
fornire un servizio d'informazione e di primo orientamento per le aziende che hanno necessità
di informazioni specifiche inerenti aspetti tecnici dell'import/export;
fornire un servizio di risposta ai quesiti inviati dalle aziende sia via mail che telefonicamente.
Benefici:
fornire strumenti formativi e informativi per affiancare le imprese nei rapporti commerciali con
l’estero.
Stakeholders:
imprese, associazioni di categoria.
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B5 – Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola lavoro
“Conoscere per programmare”. E' questo l'assunto che sintetizza l'obiettivo che ci si pone nel momento
in cui fra le attività di un Ente pubblico, quale è la Camera di Commercio, si indirizza l'attenzione a
promuovere la produzione della conoscenza e lo sviluppo d'impresa.
La conoscenza del territorio in tutti i suoi aspetti e la capacità di leggerne le trasformazioni secondo
modalità che rispecchino al meglio la realtà costituiscono le basi sulle quali si può fondare una
consapevole programmazione.
Analisi, studi, ricerche e approfondimenti che spaziano dai temi economici a quelli sociali senza
trascurare gli aspetti connessi alla trasparenza e alla legalità consentono di fotografare e seguire le
vicende reggiane nel loro aspetto globale a 360 gradi. E' con questi strumenti, costruiti in modo
partecipato dalle diverse componenti economiche e sociali del territorio, che gli amministratori pubblici
e privati possono disporre di utili informazioni con le quali mettere a punto al meglio le scelte che
quotidianamente sono chiamati a compiere. Scelte che riguardano sia il breve che il lungo periodo.
Nel breve, il monitoraggio congiunturale consente di tener costantemente sotto osservazione
l'evoluzione di una situazione ancora particolarmente difficile in cui le vicende aziendali e personali si
intersecano e le scelte circa il sostegno alle imprese e alle persone sono condizionate dalle sempre più
limitate risorse pubbliche.
Per il lungo periodo, la scelta del percorso da intraprendere è particolarmente ardua. Il contesto in cui
stiamo vivendo è molto complesso. Dalla fine degli anni '90 il passaggio dell'economia dei luoghi a
quella dei flussi ha cambiato le regole della competizione anche a Reggio Emilia e l'individuazione del
cammino da intraprendere per riavviare un percorso di crescita passa attraverso uno studio attento e
condiviso, con chiavi di lettura possibilmente innovative.
Sono queste le premesse sulle quali fondare le basi per costruire strumenti di conoscenza a supporto
della progettualità per una società ed un'economia in costante e rapida trasformazione. Analisi e
ricerche su base sistemica e permanente realizzate con il costante ascolto delle componenti
economiche e sociali del territorio. Analisi e ricerche in grado di fornire strumenti per assistere ed
orientare nelle scelte e nei processi decisionali non solo gli amministratori pubblici ma anche le
imprese, il sistema delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, il sistema
creditizio, il mondo della Scuola nonché le rappresentanze del sistema sociale.
B5.1 - Osservatorio economico, coesione sociale, legalità
L'osservatorio economico, coesione sociale, legalità che la Camera di Commercio costruisce in
accordo con Comune e Provincia di Reggio Emilia e con la collaborazione delle associazioni di
categoria, delle organizzazioni sindacali, delle rappresentanze dei consumatori e del terzo settore
realizza analisi, studi e ricerche su temi di carattere economico e sociale prediligendo una lettura
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condivisa del territorio effettuata, quando possibile, con chiavi innovative. Queste le principali linee di
azione:
organizzazione e gestione di tavoli istituzionali, di coordinamento e di confronto;
coordinamento e gestione dei soggetti che costituiscono la rete su cui si fonda l'Osservatorio;
realizzazione di: panel con indicatori congiunturali trimestrali; focus di approfondimento su temi
d’interesse economico quali, ad esempio, internazionalizzazione, turismo, credito, ecc. e sociale
quali ad esempio il lavoro; analisi territoriali declinate a livello subprovinciale;
gestione e redazione sito osservatorioeconomico.re.it;
organizzazione di convegni e seminari;
redazione di pubblicazioni e relazioni a carattere economico statistico;
realizzazione di alcune indagini e di alcune attività condotta in gestione associata con il sistema
camerale regionale.
Finalità:
costruire un unico centro di aggregazione dell'informazione economica e sociale locale a
disposizione dell'intera collettività ed alla cui implementazione partecipino tutti i soggetti
coinvolti, ognuno dei quali porti il proprio contributo, le proprie richieste, le proprie riflessioni;
realizzare studi e ricerche sia di carattere congiunturale con aggiornamenti periodici, che di
carattere strutturale con approfondimenti tematici, settoriali e territoriali che rispondano alle
esigenze degli stakeholders;
approfondire, inoltre, aspetti di analisi e ricerche connesse alle percezioni dei cittadini circa il
momento economico che si sta attraversando.
Benefici:
conoscere al meglio il territorio e i suoi problemi per fornire agli amministratori pubblici e privati
elementi utili per decidere.
Stakeholders:
imprese, consumatori, cittadini
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
B5.2 - Promozione della cooperazione con le istituzioni scolastiche ed universitarie del territorio
La promozione della cooperazione con le istituzioni scolastiche ed universitarie del territorio dovrà
passare attraverso l'agevolazione del dialogo fra Scuola e Mondo del Lavoro, due mondi che
nonostante siano funzionali l'un l'altro sono ancora distanti e conoscono poco le reciproche esigenze.
In sinergia con le componenti istituzionali e le rappresentanze economiche e sociali del territorio
saranno attivate azioni finalizzate a far meglio conoscere alla Scuola la realtà economica e viceversa:
realizzazione del job day, momento in cui i giovani possono vivere, per un giorno, fianco a
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fianco con un lavoratore (professionista, impiegato, imprenditore,…) che esercita un'attività alla
quale aspirano;
incontri di orientamento rivolti ai giovani;
borse di studio per favorire la partecipazione di giovani laureati/laureandi a master e corsi
universitari all’estero.
Finalità:
facilitare il raccordo tra domanda e offerta di formazione.
Benefici:
migliorare e rendere più stretto il collegamento tra i vari canali formativi e le esigenze delle
imprese.
Stakeholders:
imprese, Istituzioni scolastiche e scuole.
Impegno economico;
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
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B6 – Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese
Il Rapporto sulla innovazione nella provincia di Reggio Emilia per il 2013 evidenzia ancora un distacco
fra mondo economico-produttivo delle imprese e, dall'altra, mondo accademico e della ricerca.
I riferimenti per colmare questo gap sono i Tecnopoli e la Rete alta tecnologia, che rappresentano una
delle principali linee di intervento della politica industriale realizzata a livello regionale, anche attraverso
lo stimolo a trasformare i distretti produttivi in distretti tecnologici, volti a mettere in comune non tanto le
fasi produttive, ma quelle della conoscenza e del know-how tecnico e tecnologico.
Il Tecnopolo di Reggio Emilia, promosso dall'Università di Modena e Reggio Emilia, con il supporto
della Camera di Commercio di Reggio Emilia mette a disposizione del tessuto industriale attrezzature
scientifiche di avanguardia e ricercatori altamente qualificati.
L'intervento della Camera di Commercio nel 2015 sarà rivolto sia ad interventi congiunturali (sostegno
al credito, sostegno all'export) sia ad interventi di natura strutturale che possano portare le imprese del
territorio a modificare i propri fattori di competitività per competere meglio sui mercati interni ed
internazionali.
B6.1 – Interventi per il Trasferimento tecnologico e per lo sviluppo dell'innovazione e della
competitività del territorio provinciale.
Proseguirà nel 2015 l'azione camerale per promuovere la diffusione dell'innovazione tecnologica nelle
imprese attraverso bandi che prevedano l'erogazione di contributi a sostegno delle imprese che
investono in innovazione.
Particolare attenzione nel 2015 verrà data anche alla promozione di nuove imprese innovative, in
quanto uno dei fattori che rendono la nostra provincia esposta ai rischi della congiuntura globale è la
forte connotazione su comparti produttivi “maturi”.
Il calo demografico nelle imprese degli ultimi anni ed i nuovi scenari produttivi mondiali impongono una
riqualificazione delle produzioni verso comparti a più alto tasso di innovazione.
L'obiettivo sarà raggiunto potenziando la collaborazione con Università, Centri di ricerca, Associazioni
di categoria.
La Camera interverrà in modo sinergico a sostegno delle infrastrutture già esistenti, erogando risorse
sotto forma di bandi, intervenendo con percorsi formativi ad hoc per le imprese, attivando un punto di
informazione di primo orientamento presso la sede camerale che operi in stretta sinergia con le
Associazioni di categoria in modo da creare un punto di riferimento presso la sede camerale di tutte le
opportunità per i potenziali imprenditori.
Azioni:
promozione di programmi ed erogazione di risorse anche in collaborazione con altri enti per la
diffusione del trasferimento tecnologico e la R&S presso le imprese;
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erogazione contributi alle imprese per la promozione dell'attività di ricerca e sviluppo in azienda,
per l'introduzione della banda larga e per lo start up di impresa;
promozione della diffusione degli strumenti innovativi digitali;
promozione dello start up di impresa anche nella forma di imprese innovative;
promozione di uno sportello nuova impresa.
Finalità:
diffusione della innovazione nelle imprese: innovazione tecnologica, di servizio, organizzativa,
di prodotto, di processo.
Benefici:
aumento della competitività delle imprese reggiane.
Stakeholder:
imprese reggiane, laboratori di ricerca, istituti di formazione Reggio - Università di Modena e
Reggio Emilia, associazioni di categoria, aspiranti nuovi imprenditori, imprenditoria femminile.
B6.2 – Promozione dei servizi di ICT e banda larga
Il miglioramento della dotazione infrastrutturale (materiale e immateriale) rappresenta un obiettivo
primario per lo sviluppo del Sistema Territoriale reggiano e l’accessibilità e il livello qualitativo dei
servizi incidono in misura determinante sulla competitività delle imprese e sulla qualità di vita dei
cittadini.
Con questa consapevolezza, è importante che la Camera continui a dare voce alle aspettative del
sistema imprenditoriale e a partecipare attivamente al processo di infrastrutturazione del territorio,
indirizzando le scelte e le politiche definite verso interventi mirati ed incisivi e dialogando con gli attori
del processo di programmazione di piani di interventi infrastrutturali.
Sulla base delle priorità del nostro territorio, la camera intende in particolare agire sulle infrastrutture
digitali a banda larga e ultralarga, per ridurre significativamente le aree in divario digitale tutt’ora
presenti in zone sia periferiche sia densamente insediate e per agevolare il passaggio alle reti di nuova
generazione. Il miglioramento di queste infrastrutture permetterà alle imprese di accedere a
funzionalità multimediali avanzate utili a sviluppare tecnologie innovative per l’efficientamento delle
risorse informatiche aziendali e per lo sviluppo di progetti di innovazione.
Finalità:
promozione della diffusione della banda larga e ultra larga nelle imprese e nei territori reggiani.
Benefici:
aumento della competitività e della produttività delle imprese reggiane.
Stakeholders:
imprese, associazioni di categoria, Uniontrasporti, Lepida, Enti locali, operatori telefonici.
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Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
B6.3 – Sportello per la tutela della proprietà intellettuale
La tutela della proprietà intellettuale è un elemento chiave per lo sviluppo e la crescita delle imprese e
del territorio provinciale, nonché per lo sviluppo e la tutela del Made in Italy. La Camera di Commercio,
sulla base del successo del progetto sperimentale realizzato negli anni passati, continuerà le attività in
materia brevettuale supportando le aziende sia con progettualità specifiche, sia con il consolidamento
alle azioni avviate con il punto di informazione e orientamento brevettuale e con i servizi informativi
seminariali promossi dall'Ente, continuando pertanto a fornire informazione qualificata e orientamento
sui diversi strumenti di tutela (marchi e brevetti, modelli industriali e invenzioni, software e diritti di
autore). Nel 2014 sono state erogate più di 20 ore di formazione specialistica; alle attività del nuovo
sportello si sono avvicinate nell’ultimo triennio più di 700 imprese e professionisti.
Finalità:
promozione della diffusione della cultura brevettuale.
Benefici:
aumento della competitività delle imprese reggiane; tutela della capacità innovativa delle
imprese.
Stakeholders:
Imprese e Associazioni di categoria.
Impegno economico:
il progetto è realizzato senza costi diretti grazie alla collaborazione con i mandatari autorizzati
della provincia di Reggio Emilia.
B6.4 – Interventi a supporto della creazione di nuove imprese
Accanto alle azioni rivolte alle imprese già attive, la Camera di Commercio continuerà ad agevolare la
nascita, l’insediamento di nuove imprese nonché la costituzione di reti. Ciò avverrà attraverso il
supporto e l’accompagnamento alla loro creazione dedicando una particolare attenzione ad alcune
categorie che più delle altre potrebbero avere esigenza di un sostegno, quali le start up, le imprese
sociali, le giovanili, le femminili. Per queste ultime, con l’obiettivo di garantirne lo sviluppo, proseguirà
l’attività del Comitato per l’imprenditoria femminile.
La Camera di Commercio potrà adottare specifici bandi per l'erogazione di contributi diretti agli
aspiranti neo imprenditori per l’insediamento di nuove imprese e concertare, anche con altri Enti,
misure volte a favorire l’attrattività del territorio per nuove localizzazioni produttive.
Finalità:
promozione di nuova imprenditoria.
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Benefici:
incremento del numero di nuove imprese in provincia di Reggio Emilia.
Stakeholder:
Associazioni di categoria, aspiranti nuovi imprenditori.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
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B7 – Sostenere il rilancio competitivo del territorio
La promozione dello sviluppo del territorio è data da una serie coordinata di azioni volte ad agire sulla
capacità di attrattività con lo scopo di contribuire ad un suo sviluppo equilibrato, coerente con il quadro
delle risorse e delle potenzialità che lo caratterizzano. Fondamentale, per raggiungere lo scopo, la
collaborazione di una pluralità di attori che concorrano attivamente alla definizione ed alla
implementazione delle scelte. Altrettanto importante il raccordo con le iniziative degli Enti locali e delle
Autonomie funzionali ed il confronto costante con il sistema associazionistico delle imprese.
La Camera proseguirà le azioni che favoriscano la valorizzazione delle produzioni tipiche, lo sviluppo
del terziario e del marketing territoriale in una ottica di trasversalità a sostegno dell’intero sistema
economico.
Nel 2015 particolare attenzione verrà incentrata sulle opportunità offerte da EXPO 2015.
B7.1 - Politiche di marketing territoriale - Promozione e sostegno del made in Italy attraverso
attori del territorio (in applicazione del principio di sussidiarietà) - Valorizzazione dei prodotti
tipici, turismo e artigianato, e attività commerciali - Contributi a sostegno del turismo e ad
iniziative organizzate per agevolare l'incoming
L’Italia – e così anche Reggio Emilia, sta vivendo una fase della propria economia caratterizzata anche
da una mancanza di crescita. Occorre orientare le politiche territoriali in una ottica di sviluppo, sviluppo
che passa attraverso il miglioramento dell’attrattività del territorio e la valorizzazione delle sue
eccellenze e dei suoi fattori distintivi.
La promozione deve essere inserita in una politica territoriale organica e integrata per contribuire a
creare le condizioni favorevoli per attrarre talenti, competenze, capitali, imprese e investimenti,
cercando di puntare il più possibile sulle eccellenze del territorio con le sue tipicità produttive.
Per sostenere il rilancio competitivo del territorio la Camera di Commercio si propone, pertanto, di
sviluppare una specifica strategia volta a promuovere e far conoscere ai potenziali investitori le
opportunità del sistema locale, i suoi punti di forza e le eccellenze, mirando alla loro valorizzazione
attraverso la promozione – di concerto con i diversi Enti preposti – di un’azione di Marketing
Territoriale.
Un’azione volta alla promozione del turismo anche attraverso il sostegno delle Fondazioni culturali
presenti in provincia o di singoli eventi organizzati da Enti insediati sul territorio ed orientati ad
agevolare l'incoming su tutto il territorio provinciale che in ognuna delle sue aree (capoluogo,
appenninica e “bassa”) presenta specifiche peculiarità da valorizzare.
Un'azione volta anche alla promozione delle eccellenze locali, favorendo la sinergia ed il
coordinamento tra il sistema delle imprese ed i consorzi di tutela delle produzioni tipiche e puntando ad
esempio su una produzione agricola provinciale che alimenti filiere di prodotti a marchio Dop, Doc, Igt,
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Igp. Fra i marchi tutelati si annovera il Lambrusco, il vino tipico delle nostre terre, la cui qualità anche
grazie al Concorso enologico che la Camera di Commercio annualmente organizza e che continuerà
ad organizzare, è migliorata negli ultimi anni, consentendo a questo prodotto di guadagnare quote
crescenti di mercato.
Queste ed altre produzioni originali locali unitamente alle attività culturali ed alla valorizzazione dei
luoghi devono costituire sempre più un volano per il commercio, l’industria, l’artigianato, il turismo
provinciale e tradursi in attrattività e promozione del territorio e dello stile di vita locale.
L’Ente camerale può perseguire l’obiettivo di promozione e valorizzazione del territorio e delle sue
eccellenze sia direttamente, che indirettamente mediante la partecipazione, eventualmente finanziaria,
a progetti ed iniziative anche di terzi. Le Associazioni di categoria, enti esponenziali del sistema
economico locale, sono il primo soggetto con cui collaborare alle realizzazione, su specifici progetti, ed
all’interno di specifici bandi, alla finalità di sviluppo della economia locale in generale, del marketing
territoriale, del made in Italy in particolare.
La Camera di Commercio si impegnerà a raggiungere gli obiettivi prefissati, in stretta connessione con
l’azione successiva “Progettualità per Expo 2015”, mediante:
promozione dell’incoming a Reggio Emilia attuata anche attraverso la promozione della cultura
e della conoscenza come elemento di attrattività del territorio con particolare riferimento ad
EXPO 2015;
collaborazione con APT servizi, società che ha il compito di dare attuazione ai progetti elaborati
in campo turistico dalla Regione e dal sistema camerale con riferimento ad EXPO 2015;
partecipazione a progetti di marketing territoriale che promuovano l’immagine di Reggio Emilia
nel mondo e che contribuiscano all'”incoming” nella provincia soprattutto con riferimento ad
EXPO 2015;
iniziative compartecipate dalla Camera di Commercio con contributi o partecipazione diretta per
la promozione del territorio e sostegno delle produzioni reggiane;
iniziative compartecipate dalla Camera di Commercio con contributi o partecipazione diretta,
protocolli di intesa, fiere e mostre per la promozione delle produzioni tipiche e tradizionali
(valorizzazione e promozione integrata del territorio, centri commerciali naturali, agroalimentare,
artigianato tradizionale, cultura, turismo, attività commerciali ed azioni a sostegno della
sicurezza delle attività commerciali, EXPO 2015;
iniziative organizzate direttamente dalla Camera di Commercio (partecipazione a fiere,
organizzazione eventi) per la promozione delle produzioni tipiche tradizionali e promozione
integrata dell'agroalimentare;
promozione del Concorso enologico come strumento di promozione dei vini reggiani;
mantenimento all’interno della sede di Palazzo Scaruffi di un centro di valorizzazione delle
eccellenze agroalimentari reggiane;
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sostegno di progetti per la valorizzazione dei prodotti tipici del turismo, dell’artigianato e della
commercializzazione.
Finalità:
promozione dell’economia provinciale;
valorizzazione dell’immagine delle produzioni tipiche locali e dell’attrattività del territorio
reggiano.
Benefici:
aumento della attrattività del territorio;
diffusione delle produzioni tipiche;
valorizzazione del made in Italy e del made in Reggio.
Stakeholder:
imprese, Enti locali, associazioni di categoria, Consorzi di valorizzazione delle Produzioni
tipiche, Consorzi valorizzazione Centro Storico, APT.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
B7.2 - Progettualità per Expo 2015
Il prossimo anno si presenta come un momento chiave in vista di Expo 2015 anche per la Camera di
Commercio di Reggio Emilia, chiamata sia a interpretare la propria funzione istituzionale per contribuire
al pieno successo dell’evento, sia a promuovere e valorizzare le opportunità che ne derivano in termini
di ricadute positive sul sistema economico locale, lavorando a tal fine in stretta connessione con le
Associazioni di categoria e gli Enti locali.
Finalità:
gli sforzi tenderanno all’attivazione di politiche di attrazione e di promozione di flussi turistici e
commerciali (B2B), anche attraverso la ricerca di una quanto più possibile aggregazione
sistemica dell’offerta turistica;
contribuire a sviluppare un sistema integrato per il turismo facendo sistema tra la rete delle
Camere di commercio, il sistema delle imprese, gli enti locali, le associazioni di categoria.
Benefici:
sfruttare le opportunità di sviluppo e promozione territoriale offerte dall’evento contribuendo alla
positiva ricaduta economica e di immagine dell’iniziativa sul territorio.
Stakeholder:
imprese, associazioni di categoria, cittadini.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
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B7.3 - Partecipazione alla costruzione di Reggio Emilia Smart City - Partecipazione alla
valorizzazione dell'area Nord della Città di Reggio Emilia (snodo della centralità di area vasta
mediopadana) - Agevolare l'occupabilità anche attraverso la formazione professionale -
Favorire la coesione della comunità locale
Un’esigenza particolarmente sentita nell’ambito della progettualità prevista per Expo 2015 e che deve
provvedere a sviluppare – nei confronti degli Enti locali – una compiuta definizione del nuovo ruolo
Mediopadano – che caratterizza il Capoluogo a partire dall’avvio della stazione dell’Alta Velocità –
favorendo l’adozione di programmi di sviluppo di medio periodo e di azioni che mettano a sistema le
diverse progettualità pubbliche e private.
L’obiettivo è perseguire una visione d’insieme capace di legare coerentemente tra loro la
riqualificazione e lo sviluppo dell’Area Nord, il pieno recupero del centro storico, la mobilità locale e
quella d’area vasta riferita in particolare al nuovo nodo mediopadano.
Tutto ciò considerando la centralità mediopadana di Reggio Emilia e il ruolo che questa funzione
potrebbe determinare in ambiti come l’education, la conoscenza, l’innovazione, il turismo e le
infrastrutture, anche in ottica di accorpamento di circoscrizioni territoriali di riferimento.
Fra le infrastrutture, particolare attenzione sarà dedicata alle Fiere di Reggio Emilia per le quali ci si
impegna ad elaborare soluzioni volte al mantenimento e allo sviluppo delle manifestazioni sul territorio.
Sarà garantita la valutazione di ogni progettualità utile alla salvaguardia della funzione strategica del
sistema fieristico per le imprese, la città e l'area nord, dando continuità alle attuali politiche di bilancio
della Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Queste azioni saranno affiancate da un'azione tesa a favorire la coesione della comunità locale,
premessa per assicurare competitività e sviluppo.
Coesione è in questo senso, sociale e culturale, ma per essere credibile e partecipata, occorre che sia
costruita su principi economici orientati allo sviluppo e alla sostenibilità: dalla cura del territorio alla
partecipazione alla competitività globale, dai modelli imprenditoriali diffusi ai servizi per le persone,
dall'investimento sui giovani, sull'educazione e sulle reti sociali allo sviluppo integrale dei distretti
territoriali. In tale prospettiva la coesione istituzionale è condizione ed esito di questo approccio.
In tema di occupazione, affinché siano ancora garantite nel territorio buone performance sui tassi
d'occupazione ci si impegnerà a presidiare, in coordinamento con gli Enti locali, la formazione
professionale e l'osservatorio del mercato del lavoro. A tal fine, nell'ambito delle proprie competenze, la
Camera di Commercio dovrà implementare le esperienze già in atto per incrementare la capacità e la
fruibilità di lavoro qualificato regolare, mirando ad una maggior distribuzione dei redditi. La crescita di
opportunità e lavoro deve corrispondere a una crescita dei redditi medi e delle condizioni di protezione
sociale di lavoratori, lavoratrici e famiglie e ad una riduzione della popolazione vulnerabile e in soglia
di povertà.
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Attraverso tutte queste azioni coordinate si auspica di poter costruire un contesto in grado di
accrescere “l'attrazione e la competitività” del sistema economico reggiano e di raggiungere elevati
livelli di sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo, concorrendo alla realizzazione della strategia
europea in sinergia con le politiche nazionali e regionali per una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva, una crescita che si potrebbe sintetizzare in “Reggio Emilia Smart City”.
In questa linea di attività rientrano le azioni per attrarre l’insediamento di nuove imprese, dotando il
territorio di strumenti ed infrastrutture.
Finalità:
contribuire alla riqualificazione ed allo sviluppo dell’Area Nord;
favorire il pieno recupero del centro storico e la ripresa delle sue attività commerciali;
favorire una coesione della comunità fondata su principi economici orientati allo sviluppo e alla
sostenibilità;
promuovere la formazione e contribuire mediante lo sviluppo della conoscenza a sostenere i
livelli occupazionali.
Benefici:
accrescere l'attrazione e la competitività del sistema economico reggiano e i livelli di benessere
del territorio.
Stakeholder:
Enti locali, associazioni di categoria, consorzi di valorizzazione delle produzioni tipiche, consorzi
valorizzazione centro storico, APT.
Impegno economico:
definito nel preventivo economico e budget direzionale.
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Asse TRASVERSALE: “AZIONI DI SUPPORTO AL CAMBIAMENTO E QUALITÀ DEI SERVIZI”
Tramite questo asse di obiettivi trasversali la Camera di Commercio di Reggio Emilia, continuando il
processo avviato negli anni scorsi, e anzi aumentando gli sforzi gestionali ed organizzativi che una
congiuntura così negativa impone, si propone di incrementare ulteriormente la qualità dei servizi
erogati, razionalizzando, ottimizzando ed efficientando la “struttura”. Con tale “pacchetto trasversale”,
che abbraccia sia l’amministrazione al servizio dell’impresa e del consumatore che l’amministrazione
per lo sviluppo e la competitività del territorio si vuole liberare risorse ed energie a favore del tessuto
economico locale, anche per fare fronte alla nuova stagione che si prospetta molto difficile per le
Camere di Commercio e per i servizi offerti alle imprese.
Per rafforzare lo stato di salute dell’Ente (T1) si continuerà ad assicurare la solidità economica e
l’efficienza attraverso una gestione flessibile delle risorse, in sintonia con le nuove attese degli
operatori economici e con lo scenario competitivo in cui le imprese operano, con particolare attenzione
ai tagli sulle entrate delineati nelle precedenti sezioni (35 % del diritto annuale per l’anno 2015). Le
azioni saranno pertanto tese a garantire la solidità economica e patrimoniale e l’efficienza di gestione.
Promuovere ed affermare la Camera come istituzione interattiva, aperta all’ascolto e vicina alle
imprese; questo l’obiettivo principale della Comunicazione e marketing dei servizi (T2) che sarà sempre
più orientata verso la comunicazione digitale e la comunicazione 2.0 - rafforzando e ampliando i canali
innovativi (twitter, facebook…) - e il marketing dei servizi, affiancati da una sempre più puntuale e
mirata comunicazione istituzionale realizzata con gli ormai consueti canali comunicati (siti internet,
comunicati stampa, newsletter personalizzate). Ma comunicazione è anche Trasparenza (T3). La casa
delle imprese individuata idealmente nella Camera di Commercio deve essere percepita come una
casa di vetro, trasparente e visibile a tutti. Si proseguirà pertanto con la puntuale implementazione
delle informazioni sulla attività svolta nello spazio sul sito web dedicato all’amministrazione trasparente
e con la relativa annuale presentazione dei dati agli stakeholder di riferimento nella consueta giornata
della Trasparenza.
La digitalizzazione (T4) è un altro pilastro dell’ammodernamento del Paese, condiviso dall’azione
camerale degli ultimi anni. La Camera parteciperà al percorso di digitalizzazione della PA, ampliando e
migliorando progressivamente la propria offerta di servizi on line e promuovendone l’utilizzo presso gli
utenti. Il processo di telematizzazione proseguirà secondo una duplice prospettiva esterna ed interna
per ottenere una facilitazione nell’accesso dei sevizi da parte dell’utenza e allo stesso tempo, un
efficientamento dei processi interni: pertanto la creazione di nuovi servizi on line in parallelo ad una
sempre maggiore digitalizzazione interna per efficentare i processi e ridurne i costi.
Le politiche di gestione delle risorse umane rivestiranno un ruolo sempre più rilevante, soprattutto al
fine di rafforzare e rendere ancora più efficaci e strategici gli interventi di ridefinizione della struttura
interna (che saranno necessari per l’anno 2015 sia in considerazione dei probabili sviluppi sulle
circoscrizioni territoriali di riferimento, sia per far fronte ai pensionamenti intervenuti nell’anno in corso).
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A tal riguardo saranno importanti sia la formazione del personale (comunque contingentata dalle norme
di spending review e pertanto ancora più strategica) che la relativa crescita professionale unitamente al
benessere organizzativo dei collaboratori dell’Ente per spingere verso la Crescita del know how e del
capitale umano (T5).
Se le risorse disponibili sono sempre minori e le imprese del territorio necessitano d’altro canto di
sempre migliori risposte lato servizi e lato promozione, non si può prescindere dall’Orientare la
gestione alla Performance (T6). Consentire la misurazione ed il monitoraggio nel tempo dei costi dei
servizi ed indirizzare processi di razionalizzazione efficaci e sostenibili; potenziare la capacità di
pianificazione e controllo favorendo elementi utili al Governo dell’Ente ed all’allocazione ottimale delle
risorse attraverso la comparazione dei costi con gli altri Enti; supportare la misurazione ex ante ed ex
post dei risparmi: favorire una misurazione capillare delle prestazioni di servizi e prodotti erogati
all’interno dei processi. Questi gli strumenti con i quali l’Ente continuerà ad orientare la propria gestione
alla performance, utilizzando pianificazione e programmazione, benchmarking e indagini di customer
satisfaction.
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DESTINAZIONE RISORSE PER INTERVENTI ECONOMICI
Con le risorse che si renderanno disponibili, secondo quanto ipotizzato nei capitoli precedenti, tenendo
conto della pesante riduzione delle entrate dovuta al taglio del 35% del diritto annuale e delle misure di
contenimento della spesa, il bilancio preventivo 2015, che si andrà ad approvare entro dicembre 2014,
sarà impostato, stanziando per gli “interventi economici”, le risorse “ordinarie”, in linea di massima
come di seguito indicate, per euro:
Obiettivo strategico 2015
Semplificare la vita delle imprese - Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza
€ 50.000,00
Favorire l'accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese € 830.000,00
Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo € 250.000,00
Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro
€ 190.000,00
Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese
€ 314.000,00
Sostenere il rilancio competitivo del territorio € 700.000,00
Totale € 2.334.000,00
A queste somme, come detto, si aggiungono ulteriori risorse derivanti da una quota di avanzi
patrimonializzati degli anni precedenti, che indirizzate su particolari e ben definite progettualità,
consentono di coprire il disavanzo di gestione dovuto all’utilizzo di somme aggiuntive rispetto a quelle
disponibili con la gestione corrente, per stimolare e imprimere una accelerazione alla ancora difficile
situazione economica del territorio (vedi contesto economico). Facoltà disciplinata dall’articolo 2 del
D.P.R. 254/2005 che prevede la possibilità di conseguire il pareggio di bilancio anche mediante
l’utilizzo di avanzi patrimonializzati risultanti dall’ultimo bilancio.
In particolare saranno finanziate ulteriori progettualità, sintetizzate nella tabella sottostante, che mirano
a rafforzare le esportazioni (che sebbene abbiano raggiunto livelli record per la nostra provincia,
presentano ancora margini di crescita), incrementare l’innovazione nelle nostre imprese, (innovazione
vista come una delle principali leve per aumentare la competitività sui mercati: ricerca, innovazioni
strumentali, start up ecc), utilizzare le opportunità offerte da Expo 2015 (manifestazione universale che
può fungere da volano per un concreto rilancio competitivo del territorio reggiano).
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Obiettivo strategico 2015
Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo € 1.000.000,00
Voucher
Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese
€ 2.500.000,00
(Starp –up, Ricerca e Innovazione, Innovazione strumentale, ecc.)
Sostenere il rilancio competitivo del territorio € 500.000,00
(EXPO 2015: programma di incoming b2b, altre azioni di animazione territoriale)
Totale € 4.000.000,00
IL SEGRETARIO GENERALE IL PRESIDENTE
(Michelangelo Dalla Riva) (Stefano Landi)
Atto sottoscritto con firma digitale ai sensi del D.Lgs. n. 82 del 07/03/2005 e s.m.i.