Pagine da sds scuola dello sport 99

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Pagine da SDS Scuola Dello Sport, n° 99. Ottobre/Dicembre 2013. http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/sds-scuola-dello-sport-n-99

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MATCH ANALYSIS e SPORT di RACCHETTAL’analisi delle competizioni per la valutazione tecnico-tattica degli sport di racchetta

Dario Dalla Vedova, Maurizio Besi, Francesca Romana Gardini, Valentina Becchi, Valerio Carlozzi, Claudio GallozziDipartimento di Scienza dello sport, Istituto di Medicina e Scienza dello sport “Antonio Venerando”, Comitato olimpico nazionale italiano, Roma

Si analizzano i più recenti sviluppi relativi agli sport di racchetta (SR) con l’applicazione dei moderni ritrovatitecnologici. A tale scopo è stata analizzata la letteraturascientifica sull’argomento per evidenziare i filoni di ricercapiù seguiti e con maggiori ricadute pratiche. Si riportanoesempi di quanto realizzato dall’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport “Antonio Venerando” del Coni,Dipartimento Scienza dello Sport con progetti mirati e studi sul campo in collaborazione con le Federazionisportive nazionali degli SR: FIT, FITeT e FIBa. Si evidenziacome nuovi contributi arrivino continuamente da tutte le discipline scientifiche applicate allo sport. Tra i metodiusati per lo studio della performance, l’analisi notazionaleriveste un ruolo prioritario per facilità di applicazione e stretto collegamento con ciò che avviene durante la gara, fornendo un quadro globale di valutazione degli aspettitecnici e tattici. Proprio gli SR hanno incoraggiato lo sviluppo dell’analisi notazionale in quanto misura di spazi percorsi e di tempi di gioco e di recupero. Vista la rilevanza pratica dello studio temporale degli incontri, in collaborazione con i tecnici della FITeT, è stata messa a punto una metodica per la misura dei tempi effettivi di gioco partendo dalle tracce sonore dei filmati. Con il supporto delle metodiche di videoanalisi e di telecamere ad alta velocità sono stati misurati poiparametri quali spin della pallina, tempi e punti di contattocon la racchetta, confrontandoli con i dati presenti inbibliografia. Con la stessa metodica insieme alla ScuolaNazionale Maestri della FIT è stata analizzata la strutturaspazio-temporale di esecuzione dei fondamentali dei piùforti atleti del mondo. Un altro importante filone di studioè rappresentato dagli aspetti dinamici degli SR: l’analisidelle forze in gioco ha infatti importanti ricadute pratichesulla preparazione fisica, sulle tecnologie dei materialisportivi e sulla prevenzione degli infortuni. Si riportano così le analisi effettuate sui servizi del tennis con due piattaforme inerziali posizionate su polso e schiena degli atleti. Le accelerazioni misurate durante le partitepossono essere messe in relazione con il costo energetico e la potenza metabolica e utilizzate per l’elaborazione di indici per la valutazione delle prestazioni degli atleti. In tale ambito, con la FIBa è iniziato un progetto per il calcolo di un indice (Player Load) per la valutazione del carico sostenuto durante il gioco. Il nostro Paese puòvantare il primato nello sviluppo e nell’utilizzo di sistemi di cinematica 3D applicati allo sport e in particolare agli SR. Con questa strumentazione, integrata ad un elettromiografo, con il contributo della FITeT, sono state analizzate la cinematica dei vari segmenti corporei superiori e le attivazioni muscolari di due pongisti durante la simulazione di una partita.

MATCH ANALYSIS

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LA MOTIVAZIONE alla PRATICA della PALLAVOLOObiettivi e risultati di una ricerca della Federazione Italiana Pallavolo

Valter Borellini Trainer e coach manegeriale, Docente della Scuola dello Sport del Coni, Federazione Italiana Pallavolo, Roma

La Federazione Italiana Pallavolo, attraverso il suo ComitatoTecnico Scientifico ha promosso una ricerca per raccogliereinformazioni sulle motivazioni che spingono i giovani e le giovani a praticare la pallavolo, per programmare al meglioe intraprendere iniziative mirate ad aumentare la praticadella pallavolo a livello giovanile. Così è stata progettataun’apposita ricerca su variabili psicologico-sociali, con questiobiettivi: raccogliere il grado di motivazione allo sport, distinguendo i fattori che dirigono i comportamenti dei giovani verso la pratica sportiva della pallavolo; verificarela distribuzione di tali fattori per area territoriale, genere e età; verificare eventuali correlazioni tra le variabili indipendenti e le variabili dipendenti che portano i giovani a praticare lo sport; individuare e proporre aree su cui attivare azioni e, partendo dai risultati della ricerca, promuovere e sviluppare la pratica della pallavolo a livello

giovanile. La ricerca, di tipo trasversale, ha adottato il quadroteorico di riferimento della teoria dell’Autodeterminazione(Self Determination Teory-STD di Deci e Rayan) e ha interessato 13.036 ragazzi/e di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Lo strumento di valutazione utilizzato è stato un questionario con 32 item somministrato al target in forma controllata. Oltre a confermare le basi teoriche di riferimento, i primi risultati offrono spunti di riflessionesulle variabili psicologiche che maggiormente incidono sulla motivazione. In particolare i fattori motivanti più rilevanti sono “il piacere e il divertimento a praticare la disciplina”, “la volontà di miglioramento degli aspetti tecnici” e ”il piacere di mantenere relazioni sociali con amici”.Non sono state rilevate differenze significative tra la motivazione nei maschi e nelle femmine, mentre vi sonodifferenze a livello geografico.

PSICOLOGIA SOCIALE

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Il RUOLO della PREPARAZIONE alle GARE nello SPORT GIOVANILE

Riflessioni sulla preparazione forzata alle gare nella costruzione pluriennaledella prestazione dei giovani atleti e sui Giochi olimpici giovanili

Un atleta può ottenere la realizzazione completa delle sue doti genetiche e la piena espressione del massimo delle sue capacità fisiche solo sulla base di una preparazionepluriennale pianificata. Una preparazione forzata associata a una specializzazione e un orientamento precoce a partecipare a competizioni di livello elevato va contro principi e leggi di importanza fondamentale di una concezione razionale di una costruzione pluriennale a lungotermine della prestazione. Un sistema di competizioni chenon tenga conto delle particolarità dell’età e che stimoli

allenatori, dirigenti e atleti a una preparazione forzata invista di ottenere record e successi nelle gare delle categoriegiovanili comporta il rischio di infrangere tali principi e leggi e di compromettere la possibilità future dei giovani di ottenere risultati elevati nell’età dei massimi risultati.Tale rischio è nascosto in tutte le gare giovanili a livellonazionale e internazionale, compresi i Giochi olimpici giovanili se in essi, contrariamente alla loro idea originaria,continuerà a essere data priorità ai risultati e ai successinella competizione tra le squadre nazionali dei vari Paesi.

Vladimir PlatonovUniversità nazionale per l’educazione fisica e lo sport dell’Ucraina, Kiev

TEORIA E SCIENZA DELLO SPORT

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“Wege an die Spitze” (Vie verso la vetta) questo il titolo di un Seminario sullo sport giovanile di altolivello, organizzato dall’Istituto per la scienza applicata all’allenamento (Institut fur AngewandteTrainingswissenschafta IAT) svoltosi a Lipsia il 6-8 maggio 2013. Al termine del Seminario, un grup-po di Autori, diretto da Antje Hoffmann, Direttrice del Dipartimento sport giovanile dell’Istituto ecomposto da Arndt Pfützner, direttore dello IAT, Jürgen Wick direttore del Dipartimento Sport di resi-stenza, Dirk Büsch, direttore del Dipartimento Tecnica-tattica, Ilka Seidel, direttrice del DipartimentoForza-tecnica, Bernd Wolfarth, Direttore del Dipartimento Medicina dello sport, Juliane Wulff, colla-boratrice del Dipartimento sport giovanile, Kerstin Henschel, Responsabile Massmedia, ha redattoun documento dal titolo Posizioni di Lipsia sullo sport competitivo giovanile in Germania – vie versola vetta – sfide, punti focali e esigenze da punto di vista della prassi e della scienza dell’allenamen-to, del quale riportiamo quasi integralmente i punti principali in quanto, pur tenendo conto delle dif-ferenze tra i sistemi sportivi e le caratteristiche sociali e culturali dei due Paesi, contengono indica-zioni e spunti di discussione sia sullo sport competitivo giovanile, sia sulla selezione e promozionedei talenti che sono attualmente al centro dell’attenzione e delle discussioni nel nostro come in altriPaesi e che si legano, per alcuni aspetti, ai problemi oggetto dell’articolo di V. N. Platonov. Gli Autori delle Posizioni di Lipsia si rivolgono trasversalmente agli allenatori e a coloro che hanno laresponsabilità di dirigere e organizzare lo sport giovanile. Per la loro elaborazione sono partiti dallostato attuale delle ricerche sullo sviluppo della carriera degli atleti e sulla costruzione a lungo termi-ne della prestazione, come anche da esperienze pluriennali di allenatori e studiosi dell’allenamentoche da lungo tempo svolgono la loro attività nel settore dello sport giovanile di alto livello. Il loroobiettivo è quello di illustrare quali siano le esigenze che si debbono soddisfare se si vuole riuscire aportare con successo giovani atleti di talento a diventare atleti di vertice e quali potrebbero esserele potenzialità di miglioramento e sviluppo del sistema dello sport competitivo giovanile.

I. LA SITUAZIONE INIZIALE

Anche se l’affermazione che la Germania sia tra le Nazioni che ottengono più successi nel settoreJunior, ma che poi si perda la continuità tra tali successi e i vertici mondiali, non corrisponde più aciò che avviene in un grande numero di sport, gli atleti tedeschi, comunque, già nelle tappe dell’al-lenamento di costruzione e in quello di collegamento (all’alto livello) presentano notevoli deficitrispetto ai vertici mondiali che non possono essere recuperati nel settore delle massime prestazioni.Le cause di ciò sono, tra le altro:

• l’assenza di una sistematica e di un coordinamento trasversale a vari sport nella ricerca deltalento;

• allenamenti e programmi di gara che copiano quelli del settore di vertice;• un eccessivo accento sui risultati e sui successi a breve termine e una specializzazione eccessi-

vamente precoce, invece di una formazione motoria di base multilaterale e della creazione dipresupposti della prestazione molto importanti in un ottica futura;

• la dilatazione del sistema delle gare e l’introduzione nel settore giovanile e Junior di ulteriori com-petizioni internazionali;

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SPORT GIOVANILE, SELEZIONE e PROMOZIONE dei TALENTI:

le POSIZIONI di LIPSIAa cura di Mario Gulinelli

Il PDF della bibliografia di questo documento può essere scaricata da www.sport-iat.de La versione completa del documento, in Word, può essere richiesta alla Redazione di SDS all’indirizzo e-mail: sdsredazione@coni.it

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Ürümqi

Fuzhou

ChengduLhasa

BHUTAN

NEPAL

Kunming

Everest (8848 m)

Centro di allenamento sport invernali

12 Giochi nazionali

Tianyuan

Wuhan

Jinan

Giochi giovanili asiatici 2013Giochi olimpici giovanili 2014

Giochi asiatici 2010

Scuola di calcio

Centro di allenamentoQinghai-Duoba

Centro di allenamento Huize

VIETNAM

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BANGLADESH

COREA

Nanjing

THAILANDIA

TAIWANGuangzhou

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“CERCARE la VERITÀ nei FATTI”Lo sport d’alto livello in Cina – il punto di vista di un allenatore (prima parte)

In questa prima parte di un ampio rapporto sullo sport cinese, basato sull’esperienza personale dell’Autore – che ha allenato la nazionale cinese di lancio del giavellotto femminile – e su informazioni ricavate da fonti della stampacinese e straniera e da pubblicazioni scientifiche cinesi, dopo

un sintetico excursus storico sullo sviluppo dello sport di altolivello cinese si tratta dell’intreccio tra società, economia e sport in Cina con particolare riferimento all’evoluzione della politica sportiva nazionale cinese nel periodo che va daiGiochi olimpici di Pechino del 2008 a quelli di Londra del 2012.

Klaus Bartonietz

shí shì qiú shì (cercare la verità nei fatti)1

SPORT NEL MONDO

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Lo scopo di questo studio è stato quello di confrontare gli effetti allenanti di due differenti metodiche di allenamento (percorso di allenamento/interval training,small-side games) in giovani calciatori U19. Ad esso ha presoparte un gruppo di 24 giovani calciatori semi-professionisti(età 17,5 ± 0,5 anni, statura 176,4 ± 3,1 cm, massa corporea73,3 ± 2,1 kg), che per sei settimane, durante il periodo competitivo (ottobre-novembre), suddiviso in due gruppi(gruppo ITG, n=12; gruppo SSG, n=12) ha svolto un protocollo di lavoro aerobico controllato. Il gruppo ITG si è allenato con un percorso di allenamento (3x6 min, 846 m, %Fcmax 90,6±1,4) due volte a settimana; il gruppoSSG ha utilizzato small-side games (2x6 min, 3vs3, dimensione campo 20x15 m, distanza media 731,5±45,3 m,%Fcmax. 96,2±3,0; 1x6 min, 4 vs 4, dimensione campo40x20 m, distanza media 854,1±40,6 m, %Fcmax 89,1±2,4)due volte a settimana. Le capacità condizionali studiate (fitness aerobica, forza esplosiva, velocità e cambi di direzione) sono state valutate prima (pre-test) del protocollo di lavoro e dopo sei settimane (post-test)attraverso un test di resistenza (Yo Yo endurance test), un test di salto (CMJ), un test sui 30m in linea

per la velocità, un test di cambi di direzione (COD). I risultati indicano che la differenza percentuale riscontrata nello Yo-Yo endurance test, valutato prima e dopo le sei settimane di allenamento, è statisticamentesignificativo sia per il gruppo ITG (diff=6,1%; n=12;p<0,001) sia per il gruppo SSG (diff=2,6%; n=12; p<0,001).Nel test di salto (CMJ) entrambi i gruppi hanno evidenziatoun miglioramento dell’altezza di salto rispettivamente del 1% per il gruppo ITG (n=12; p=0,224) e del 3% per il gruppo SSG (n=12; p=0,005). Il gruppo SSG, inoltre, ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nell’esecuzione del test sui cambi di direzione(COD 6x5m) (Diff=1%; n=12; p=0,05). Mettendo a confronto le due metodiche emerge che il gruppo ITG ha ottenuto risultati statisticamente significativi migliori nello Yo-Yo endurance test rispetto al gruppo SSG (3,5%). I risultati ottenuti nell’altezza di salto monitorata attraverso CMJ e i tempi di percorrenza registrati nei cambi di direzione, dimostrano che gli small-side games producono effettimigliori (statisticamente non significativi) rispetto al percorso di allenamento.

Nazareno Tozzo, Gianluca Briotti, Sergio Roticiani Federazione italiana gioco calcio,Bruno Ruscello Università degli studi Roma “Tor Vergata”, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze motorie

Stefano D’Ottavio Federazione italiana gioco calcio, Università degli studi Roma “Tor Vergata”,Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze motorie

INTERVAL TRAINING vs SMALL-SIDE-GAMESEffetti allenanti di due differenti metodiche di allenamento ad alta intensità

nel calcio giovanile: percorso di allenamento contro small-side games

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

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MOVIMENTOe SALUTE

Un progetto di educazionealla salute attraverso il movimento

La prevenzione delle patologie degenerative del sistema cardio-respiratorio rappresenta uno degli obiettivi prioritari della medicina. L’attività fisica èormai universalmente riconosciutacome un mezzo utile e potente percontrastare queste patologie degenerative. L’allenamento aerobicoè il più raccomandato per questiscopi, ma anche l’allenamento diforza/tonificazione muscolare e ilmantenimento di una buona mobilitàarticolare non devono essere tralasciati per il mantenimento di un buon stato di salute. La domanda è come sia possibile promuovere consuccesso la pratica di stili di vita attivinelle varie fasce d’età e di diversolivello culturale. Scopo dello studio è quello di proporre un metodo economico, di facile utilizzo, valido e ripetibile e basato su valutazionisottomassimali per quantificare lo stato di forma complessivo del soggetto e promuovere l’adesionead un programma autonomo di allenamento. In uno studio pilota,10 soggetti si sono sottoposti ad una valutazione iniziale e hanno successivamente intrapreso un periodo di allenamento di 4 settimane durante il quale avevano il compito di monitorare entità e durata delle tipologie di esercizio liberamente scelte. La modulazionedel carico era autonomamente effettuata attraverso l’autovalutazione svolta dai partecipanti, i quali avevano come obiettivo il raggiungimento di un livello di attività fisica prestabilito. Al termine del periodo di allenamento, la valutazione è stataripetuta. Il metodo di valutazione si è rivelato ripetibile e la strategia di allenamento autonomo è risultatavalida se comparata a metodi di valutazione dell’attività fisica basatisu questionari. In conclusione, l’approccio utilizzato per promuoverel’attività fisica in maniera semplice enon vincolata può essere consideratoefficace per una popolazione sana.

Pietro Luigi Invernizzi Dipartimento di Scienze biomediche per la salute, UNIMIAntonio La Torre Dipartimento di scienze biomediche per la salute, UNIMILorenzo Sironi Scuola di Scienze motorie, UNIMI Andrea Bosio Centro ricerche Mapeisport,Olgiate Olona

SPORT E SALUTE

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Principi di base

Nella pratica dell’allenamento e delle gare è normale che l’atten-zione principale sia dedicata all’immagine esterna dei movimentiper i quali gli atleti vengono formalmente “addestrati”. Le cono-scenze della neurobiologia e della biologia molecolare, però, per-mettono di affermare (Roth 2003; Bauer 2004) che le massimeprestazioni individuali sono possibili solo se si tiene conto dell’am-biente “interno” dell’atleta. Peyker (2006) ha fatto questa osservazione mentre alcuni giova-ni atleti praticanti atletica leggera eseguivano un gioco adacchiapparsi: due atleti stavano uno dietro l’altro e quando l’a-tleta che si trovava di dietro toccava sulla spalla quello davantiquesti doveva scappare e l’altro aveva il compito di rincorrerloper acchiapparlo. Era interessante notare che l’atleta che scap-pava non solo correva più rapidamente che nell’allenamentonormale, ma che anche la sua tecnica era diversa. Peyker (2006)ne ha concluso che veniva attivato un altro comportamentomotorio di base, determinato biologicamente, ovvero il compor-tamento – e con esso lo schema motorio - di base della reazione“combatti o fuggi”1.

Il comportamento da milioni di anni è soggetto ai meccanismi del-l’evouzione. Attraverso cambiamenti nel genoma si sviluppanonuove variazioni di comportamento. Un comportamento efficacecomporta notevoli probabilità che si riesca a sopravvivere e a ripro-dursi e, quindi, che tale comportamento, geneticamente immagazzi-nato, si diffonda, mentre coloro che non presentano modi di com-portamento efficaci vengono esclusi dalla selezione.Maggiore è la complessità di un organismo maggiore è l’importanzache assumono le informazioni regolatrici nel genoma. Ciò apparemolto importante proprio rispetto al comportamento. Fino a pochianni fa si supponeva che il genoma umano fosse composto per il 95%da scarti dell’evoluzione privi di una funzione essenziale. Questi cosid-detti “geni spazzatura” (junk genes), conservati da milioni di anni nelgenoma, stando a quanto affermano i biologi molecolari (Gibbs 2003;Mattich 2003) avrebbero, comunque, una funzione. Svolgerebbero unruolo importante nella regolazione dei geni e si suppone che la com-plessità della vita umana sia tenuta sotto controllo sopratutto da que-sti supposti “geni spazzatura”. Per cui così si spiegherebbe anche l’ac-cumulo evolutivo dei più complessi modi di comportamento. Il geno-ma umano, così, rappresenterebbe un enorme raccolta di strategiepreistoriche funzionali alla sopravvivenza e alla riproduzione.

ALLENAMENTO e APPRENDIMENTO

EVOLUZIONISTICI

Un approccio evoluzionistico all’apprendimento e all’allenamento: l’utilizzazione di modelli di risposta geneticamente codificati nello sport

Attraverso una impostazione di tipo evoluzionistico all’apprendimento e all’allenamento viene tentato di dare ad essi un orientamento diverso da quello abituale, passando da un apprendimento che si basa su l’imitazionedell’immagine esterna del movimento (quindi su un punto di vista esterno) ad un apprendimento nel quale gli atleti

sono stimolati a ricorre soluzioni individuali (basato quindi su un punto di vista interno), creando in allenamento e in gara situazioni che vengono interpretate come problemi la cui soluzione è contenuta in modelli di risposta geneticamente già codificati durante il processo evoluzionistico.

Jochen LanaggerIstituto di scienza dello sport, Università Karl Franzen, Graz

TEORIA DELL’ALLENAMENTO

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Nel numero 1 del 2012, delle rivista Sportivna Medizina, Larissa G. Shaklina, direttrice dellaCattedra di medicina dello sport dell’Università per l’educazione fisica e lo sport dell’Ucrainadi Kiev, della quale abbiamo pubblicato vari articoli sullo sport femminile (cfr, il più recente:Larissa G. Shakhlina, Lev. V. Litisevitch, Adolescenza e sport. La maturazione sessuale delleragazze e il suo ruolo nella preparazione sportiva delle donne, SDS-Scuola dello sport, 31,2013, 96, 27-33) ha trattato la particolarità dell’adattamento funzionale delle atlete(Shakhlina L. G., Ossobennosti funkzional’noj adaptazii organisma sportsmenok vysokoj kvali-fikazii k bol’shim nagruskam, Sportivna Medizina, 2012, 1, 20-30) in un suo articolo, delquale Peter Tschiene ha sintetizzato i principali contenuti nel numero 5 del 2013 diLeistungssport (Tschiene P., Grundzüge der funkionellen Adaptation von Leistungssportlerin-nen, Leistungssport, 43, 2013, 45-46) che qui riportiamo in quanto sono di particolare inte-resse per gli allenatori di tutti gli sport. All’inizio del suo articolo, la Shaklina ricorda come tutti gli organismi abbiano hanno la possi-bilità di adattarsi ai diversi influssi esercitati su di loro grazie alla loro capacità di recepire,elaborare e immagazzinare informazioni con la relative reazioni ai diversi stimoli – tra i qualiquelli rappresentati dai carichi di allenamento – grazie ad un processo nel quale intervengo-no tra gli altri soprattutto il sistema nervoso centrale e di quello endocrino. L’adattamento aicarichi fisici, pertanto, continua a rappresentare un problema attuale della biologia e dellamedicina e ha rappresentato l’oggetto di studi intensivi nella fisiologia del lavoro e dellosport. Diversamente da quanto è avvenuto per quello maschile, però, le particolarità dell’a-dattamento ai carichi fisici e psichici dell’organismo femminile non sono state indagate conla stessa intensità. Nell’organismo degli uomini e delle donne sono presenti gli stessi ormo-ni, ma in quantità e con rapporti completamente diversi. Si producono così differenze tra igeneri, tra le quali il diformismo sessuale, che andrebbe osservato e studiato più attenta-mente, mentre le leggi della formazione delle reazioni di adattamento dell’organismo femmi-nile ai cambiamenti dell’ambiente esterno e interno sono state indagate in modo assoluta-mente insufficiente. Secondo la Shakhlina una delle cause di ciò va ricercata nelle variazionicicliche delle funzioni di tutti i sistemi, prodotte dai cambiamenti ormonali durante il ciclomestruale. I carichi propri dello sport di elevata qualificazione debbono essere consideraticome condizioni estreme che richiedono all’organismo una massima mobilitazione delleriserve funzionali, che avviene, naturalmente, sulla base dei cambiamenti ormonali cheabbiamo citato.Attualmente, secondo la Shakhlina, la scienza che studia i ritmi biologici negli organismiviventi e la loro applicazione nelle attività umane – la bioritmologia – ha portato allo sviluppodi un nuovo filone di ricerca interdisciplinare: la cronobiologia, che è quella branca della bio-logia che studia i fenomeni periodici (ciclici) negli organismi viventi e il loro ripetersi neltempo, il cui oggetto sono le leggi dell’attività biologica nei diversi periodi di tempo, quindianche quei processi che variano ritmicamente. Il fenomeno della ritmicità è presente in tuttigli esseri viventi: dall’attività delle strutture subcellulari e della singola cellula, fino alle formepiù complicate dell’organismo.Nella cronobiologia e nella cronomedicina troviamo il concetto di “norma cronobiologica”che esprime la globalità di quelle caratteristiche morfologiche e fisiologiche dell’organismoche definiscono, nelle sue condizioni di esistenza attuali, il suo stato generale e quello deisuoi singoli sistemi. Il carattere delle interrelazioni tra l’organismo e l’ambiente e i suoi rap-porti con la norma cronobiologica rende possibile una valutazione della labilità dello statocronobiologico, cioè la sua crono-reattività e il suo crono-adattamento (secondo Knyzaev V.M., Khronobiologii i khronomeditsiny, 1989).Il concetto di “ciclo” indica la ripetibilità, la periodicità di un processo. L’intervallo di tempoche intercorre tra due stati dello stesso tipo di due cicli contigui, cioè l’intervallo di tempodopo il quale un fenomeno ripresenta le stesse caratteristiche, o un sistema ritorna nellostato iniziale, è definito periodo. Su ciò si basa la classificazione dei cicli da quelli della dura-ta di più anni a quelli che durano miliisecondi. La durata di un periodo, generalmente, vienemisurata in unità di tempo. Se però si assume una grandezza che corrisponde alla durata diun ciclo biologico – ad esempio, di un ciclo mestruale – questa diventa l’unità di misura.

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI dell’ADATTAMENTO delle ATLETE

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a cura di Peter Tschiene, Mario Gulinelli