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In questo periodo s’è fatto un gran par-lare di “nomadi”, “rom”, “zingari”,
“rumeni” spesso confondendoli, spesso etichettandoli. E allora Il Reporter ha de-ciso di passare una giornata con gli abi-tanti del Poderaccio, per fotografare “da dentro” un mondo che di solito è lasciato all’immaginazione e ai luoghi comuni. Risultato: il villaggio non è un ammasso di rottami e sporcizia ma una fila di ca-sette dignitose, molte ben tenute. Quelli che vengono chiamati “zingari” sono
persone ospitali, piene di bambini, e soprattutto, lavorano in tanti e dunque si presume abbiano meno bisogno di cor-rispondere a quel luogo comune che li vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto roseo: ha le sue contraddizioni e certe usanze particolari, qui le donne si spo-sano bambine e il matrimonio risponde alle leggi del mercato più che a quelle del cuore. Capita che arrivino al Pode-raccio ragazzine da altri campi d’Italia, e che vivano nella clandestinità (imposta
dalla famiglia ospitante, di solito quella del futuro marito) finché non si trovano a partorire. L’Ufficio Immigrazione, quan-do le scopre, ne segnala la presenza, ma capita spesso- raccontano- che la mac-china burocratica s’inceppi e che queste ragazze restino senza un tutor. Un altro capitolo invece è quello della comunità rumena che vive in città: sono 4.453 per-sone, la metà del totale degli immigrati comunitari. Ma l’integrazione c’è e non c’è.
APRILE 2009
Una giornata al PoderaccioREPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso
Il popolo dei senza lavoro
Le cifre della crisi sono agghiac-cianti, le storie di chi ha perso
il lavoro lo sono ancora di più. Ab-dulaye, facchino in un albergo, dopo 20 anni deve ricominciare dacca-po, e con il settore turistico in crisi l’impresa non è semplice. Gianni, disegnatore progettista, lavorava al-l’Enseco: poi la dichiarazione di fal-limento dell’azienda, e ora un limbo
angosciante. Ancora: Luca, addetto al supporto tecnico in una società che si occupa di telefonia, ha paura di es-sere costretto a “emigrare” al Nord. E poi Serena, ex commessa, e come loro tanti altri: la crisi picchia forte. E c’è chi allora si adatta a fare mestieri messi nel cassetto: vedi quello di ba-dante, che non è più solo appannag-gio delle straniere. PAGG.10-11
PAGG.8-9
Lo sguardo attento de Il Reportersulla quotidianità fiorentina
PAG.22 Sondaggio
PAG.15
Vietata la venditadi alcolici daasporto in centrodopo le 22.Cosa ne pensi?
In città circolano tante leggende
sulla presenza di fantasmi: eccone
una singolare rassegna
CURIOSITÀ
UN TOUR “SPETTRALE”
PAGG.16-17
di Puliti-Wiedenstritt
Primo maggio, festa dei lavoratori.
Una volta era la festa di tutti, oggi, grazie alla disoccupazione, è diventata una festa per intimi. Una volta il Primo Maggio si fe-steggiava nelle piazze, oggi basta il salotto di casa. I tempi sono cambiati. Una volta il Primo maggio era la festa degli operai che votavano comunista. Oggi i comunisti sono in via di estinzione. Quelli del WWF hanno cambiato simbolo, al posto del pan-da nella bandiera hanno attaccato una fo-tografia di Bertinotti. Una volta un uomo tornava a casa stanco dal lavoro, oggi un uomo torna a casa stanco….e basta. La verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è è precario. Quindi è meglio non trovarlo. Mio fratello aveva un lavoro precario e viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha per-so è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi ci si lamenta se i figli abitano fino a qua-rant’anni in casa con i genitori. La colpa non è mica dei figli! La colpa è dei genito-ri che non se ne vogliono andare! Largo ai giovani, pensate in che situazione vivono: a Firenze otto professori su dieci sono precari. I professori precari sono come dei maghi: appaiono e scompaiono. Non è un trucco, è il contratto a termine! I contratti a termine spesso sono brevissimi. Giorni fa un professore è entrato in classe, ha fatto l’appello e già gli era scaduto il contratto. Il sostituto, invece, ha aperto la porta ed è stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho letto di una scoperta sensazionale: dietro una lavagna, alcuni scienziati hanno ritro-vato l’ultimo insegnante di ruolo, sembra che risalga all’era del paleozoico. Ora è esposto nell’aula di scienze con un cartel-lo al collo “Specie di professore estinta!”.
*Comico
Andrea Muzzi*
Primo maggio, festa tra intimi
Il danese Jorgensen è tornato
dopo sei mesi di stop: ora parla
di sé, tra passato e futuro
SPORT
“MARTINO” SI RACCONTA
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di Giovanni CartaPAG.39
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I tesori nascostidi Impruneta
PRIMO PIANO
EDIZIONE DI IMPRUNETA • 6.273 COPIE DISTRIBUITE DA
Periodico d’informazione locale. Anno III n. 24 del 1 aprile 2009.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
Il Giornale del tuo Comune
L’anno nero delle opere pubbliche,
progetti fermi e polemiche PAG.4
LAVORI (POCO) IN CORSO
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2 Aprile 2009 il giornale del tuo Comune
EVENTI. Uno studio e un “concorso” per ricordare un mestiere che non c’è più
Quando la nonna intrecciava la paglia
Arriva la Settimana della Cultura: l’archivio fotografi co della Società
Corale digitalizzato, il quarto appuntamento con “Laureati in
Imprunetinità”, ma soprattutto l’antica professione delle trecciaiole,
che saranno commemorate con una targa in via Cavalleggeri
Saranno le trecciaiole le protagoniste del-l’undicesima edizione della Settimana del-la Cultura, la sette giorni di eventi – dal 18 al 26 aprile – promossa in tutta Italia
dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che toccherà Impruneta domenica 19, con un’iniziativa organizzata dall’assessorato alla formazione, dalla Società di Mutuo Soccorso e dalla biblioteca comu-nale. A partire dalle 17, nei locali della biblioteca, prenderà il via il quarto appuntamento di “Laureati in Imprunetinità”, con la presentazione di altre due tesi laurea incentrate sul territorio imprunetino, la prima riguardante “La cancelleria della Comunità del Galluzzo in San Francesco di Paola 1783-1868” e la seconda intitolata “Studi di fattibilità degli in-terventi di recupero urbano: il caso di Tavarnuzze”. Per il resto della serata, il tema centrale sarà la sto-ria locale, con la presentazione del cd fotografi co realizzato digitalizzando ol-tre duecentocinquanta delle ottocento foto contenute nel vasto archivio della Società Corale, che raccoglie imma-gini di fatti, luoghi e persone immortalate a partire dalla sua fondazione, avvenuta nel 1888, fi no ai giorni nostri. A farla da padrone, tuttavia, sarà l’antico mestiere, oggi perduto, delle trecciaiole, le intrecciatrici di fi li di paglia con cui si realizzavano i cappelli che fi no al secondo dopoguerra sono state una costan-te presenza nelle campagne toscane. Tutta la rile-vanza sociale ed economica di questo mestiere, è stata raccolta in uno studio, curato da Lara Socci, che sarà esposto nell’occasione. “Il mestiere delle trecciaiole ha conosciuto un declino a partire dagli anni Cinquanta – spiega la curatrice – ma in prece-denza ha occupato la maggior parte delle donne, che riuscivano a guadagnare qualcosa lavorando da casa
o addirittura camminando per strada, tanto erano spontanei quei movimenti per alcune di esse”. Per realizzare la ricerca, Lara ha fatto ricorso a diverse interviste, raccogliendo testimonianze e cercando di ricostruire la “mappa” delle famiglie impegnate in questo lavoro, oggi scomparse: “Quasi nessuno ha più proseguito questa attività, perché diventata poco conveniente. Qui a Impruneta ho trovato soltanto una signora che ancora lavora la paglia, sia pure con macchinari e in maniera molto diversa da una volta” racconta ancora Lara. Particolarmente im-portante è il ruolo storico rivestito dalle trecciaiole per le battaglie che in alcuni momenti hanno portato avanti nel tentativo di migliorare le proprie condi-zioni di lavoro, diventando un caso emblematico tra le lotte operaie condotte dalle donne a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo: “Alla fi ne dell’Ottocento – dice la curatrice – si verifi carono
delle vere e proprie sommos-se, qui come a Signa, a Prato, a Brozzi, durante le quali ad essere rivendicati erano un miglioramento delle condi-zioni lavorative e un aumento delle paghe”. Per ricordare le
trecciaiole e tutto quello che hanno signifi cato dal punto di vista storico e sociale, nel largo tra via Cavalleggeri, via Roma e via Paolieri, dove la loro presenza era più signifi cativa, sarà apposta una targa commemorativa, realizzata sulla base del bozzetto che sarà scelto in conclusione della serata. Come in un piccolo concorso, infatti, senza premi eccetto la soddisfazione di contribuire a ricordare un mestiere antico e importante, chiunque potrà avanzare la pro-pria proposta, consegnando un bozza in biblioteca o presso la sede della Società Corale, in via Vittorio Veneto, entro il 17 aprile. La targa sarà realizzata in cotto e avrà le dimensioni di 35x50 cm.
Oscar Landini
Uno studio dedicatoad un mestiere antico,le famose trecciaiole eranomolto diffuse in Toscana
Si chiama “Cerco una tata” ed è un’iniziativa dei Comuni della
zona fi orentina sud-est che ha come obiettivo quello di arrivare a creare un albo zonale con validità biennale dei baby-sitter per la fascia da zero a sei anni. Un aiuto e una garanzia in più per tutti quei genitori tante volte preoccupati e titubanti quan-do si tratta di lasciare il pargolo in mano ad una persona spesso giova-nissima e pressoché sconosciuta, le cui uniche referenze, di solito, sono soltanto frutto del passaparola. Con la creazione dell’albo, tutti questi ti-mori potrebbero ben presto diventa-re soltanto un ricordo, dal momento che, per esservi inclusi, tate e “tati” dovranno dimostrare di avere tutti i requisiti necessari per poter seguire il bambino in un mo-mento deli-cato e com-plesso come i primissimi anni di vita. Per entrare a far parte dell’elenco, infatti, è necessario frequentare, a partire dal prossimo mese di mag-gio, un apposito corso di forma-zione di sessanta ore, per accedere al quale è richiesto di essere mag-giorenni, risiedere a Impruneta o in uno degli altri Comuni appartenenti alla zona fi orentina sud-est e posse-dere un titolo di istruzione almeno secondaria attinente al mondo del-l’educazione e della pedagogia, se-condo le previsioni della normativa
regionale. L’articolazione del corso prevede ventitre ore di formazione frontale, durante le quali vengono fornite nozioni di psicologia dello sviluppo, principi dell’alimentazio-ne e nozioni di primo soccorso e di prevenzione degli infortuni dome-stici, insieme a informazioni sulla gestione del rapporto con i genitori e sulle attività ludico-creative e di cura del bambino fi no a sei anni. A questa prima parte “teorica”, fa seguito una seconda, della durata di trenta ore, durante la quale gli aspi-ranti “tati” e tate devono svolgere un tirocinio presso le strutture educati-ve della zona. Alla fi ne, tutti i par-tecipanti che abbiano frequentato per almeno diciannove ore la prima parte del corso e per ventiquattro
la seconda, riceveranno un attestato di partecipa-zione e sa-ranno iscrit-ti all’elenco
dei baby sitter, che sarà messo a disposizione di tutte le famiglie che ne facciano richiesta. Ancora fi no al 15 aprile, è possibile presentare la domanda di partecipazione al cor-so, redatta secondo le indicazioni contenute nel bando, disponibile anche sul sito internet del Comune, inviandola per posta raccomandata con ricevuta di ritorno oppure re-candosi di persona presso gli uffi ci di piazza Buondelmonti o all’URP di via Cavalleggeri.
A.A.A. Tata cercasi?Puoi trovarla sull’albo
LA NOVITÀ. Un elenco regolerà la professione
I partecipanti dimostrerannodi avere tutti i requisitiper seguire un bambinonei primi anni di vita
/O.L.
3IMPRUNETA primo piano
IN PAESE. Un’area vasta, disseminata di dettagli preziosi. Dall’architettura agli affreschi
Sarà per la vicinanza di un gigan-te come Firenze, al cui confronto ogni partita è persa, o per l’idea che soltanto i grandi nomi fanno l’Arte
con la “a” maiuscola. Eppure, checché se ne dica, nel suo piccolo il territorio di Impruneta è tutt’altro che povero di cultura, costellato com’è di testimonianze e di “tesori” nasco-sti, segni di un passato e di una storia che aspettano solo di essere riscoperti. Tra i beni artistici imprunetini, a far la parte del leone, ovviamente, è il complesso della Basilica di Santa Maria, la cui millenaria presenza ha accompagnato fi n dalle origini ogni pas-saggio della storia di Impruneta, legandone indissolubilmente le vicende all’immagine miracolosa della Madonna, il cui culto ben presto arrivò a diffondersi in tutta la Toscana, attirando pellegrini e con essi i doni e le ric-chezze oggi raccolte nel Museo del Tesoro. Tuttavia, dietro la fl oridezza di cui la chiesa imprunetina poté godere attraverso i secoli non si celavano soltanto i “proventi” derivan-ti dal culto mariano, ma anche l’apporto dei “popoli” delle ventuno chiese suffraganee, “succursali” della Basilica alla quale versa-vano dei tributi. Di queste parrocchie sparse per la campagna, sono quindici quelle arriva-te fi no ai giorni nostri, talvolta mantenendo la propria funzione sacra, talvolta perdendo-la, com’è capitato alla chiesa di Sant’Ilario a Petigliolo, diventata un’abitazione. Quasi tutti gli edifi ci hanno mantenuto almeno in parte l’impianto di origine medievale, costi-tuendo luoghi di interesse sia da un punto di vista architettonico, sia per quanto riguarda le suppellettili e le opere conservate all’in-terno, com’è il caso, solo per citarne alcune, della chiesa di San Pietro a Montebuoni, con la sua Madonna col bambino di Lorenzo di Bicci, e della chiesa di San Miniato a Quin-tole, che custodisce i resti di un affresco del Trecento. Ancor più diffusi e strettamente legati alla storia locale sono poi le nicchie e i tabernacoli, disseminati per le campagne e lungo le vie. Secondo il censimento eseguito dal Comune nel 2004, sono centoundici i ta-
bernacoli e le nicchie presenti sul territorio, per la gran parte successivi al quindicesimo secolo e realizzati in cotto, preziose testimo-nianze dell’alto livello presto raggiunto dal lavoro dei maestri fornaciari. Quasi sempre il soggetto delle raffi gurazioni è legato alla fi -gura di Maria, diversamente da quanto gene-ralmente accade nei contesti rurali, dove un grande spazio è riconosciuto ai santi legati al raccolto e all’attività agricola in genere. Per la quasi totalità dei tabernacoli e per buona
parte delle nicchie, incastonate nei muri delle case, lo scadente stato di conservazione rap-presenta il problema più grave, dal momento che non sono rari i casi in cui il tempo è riu-scito a cancellare gli affreschi e ad erodere del tutto le terrecotte, se non addirittura a spazzare via la muratura. Tra i manufatti più importanti, si può citare il tabernacolo di via Ponte a Jozzi, risalente al quattordicesimo secolo e recentemente restaurato, sul quale è affrescata una Madonna col bambino; lo
stesso soggetto si ritrova a Baruffi e ad Erta di Quintole, dove è possibile ammirare due tipici tabernacoli rustici del diciassettesimo e del diciottesimo secolo, mentre nella nic-chia all’incrocio tra via Sant’Isidoro e via Imprunetana per Pozzolatico è inserita una rappresentazione settecentesca in terracotta parzialmente dipinta della Vergine attorniata dagli angeli, da Sant’Isodoro, patrono degli agricoltori, e Carlo Borromeo, protettore dal-le pestilenze.
Arte & co: Impruneta si racconta
Giovanni Rizzo
Più di cento tabernacoli,
numerose chiese,
piccoli e grandi
capolavori disseminati
sulle strade. Pur
piccolo, il territorio è
ricchissimo di storia e
cultura
Il Reporterè un periodico di 7 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 192.404 copie
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Anno II n. 24 del 1 aprile 2009
FOCUS
Una delle realtà maggiormente impegna-te nell’approfondimento e nella diffu-
sione della conoscenza della storia locale è l’associazione Amici del Museo di Impru-neta e San Casciano “Marcello Possenti”, dedita prevalentemente alla promozione del museo e della basilica, ma anche di tutto il tessuto artistico e culturale presente sul ter-ritorio, attraverso la collaborazione con le scuole e l’organizzazione di iniziative ed eventi. “Attualmente contiamo una sessan-tina di iscritti – dice la presidentessa Maria Pratesi – e volontariamente ci occupiamo della custodia della basilica e del museo,
rendendoci disponibili anche per visite gui-date”. Tra le iniziative più recenti dell’as-sociazione, c’è la realizzazione delle audio guide in quattro lingue: “E’ il primo piccolo museo dell’area fi orentina a esserne dotato – dice ancora Maria Pratesi – si è trattato di uno sforzo molto grande, reso possibile gra-zie al contributo dell’Ente Cassa e a quello del Lions Club”. Tra gli obiettivi futuri degli “Amici dei Musei” c’è quello di non limitar-si ad aspettare l’arrivo di nuovi visitatori, ma di andarli a “cercare”, offrendo la possibilità di visitare in maniera approfondita l’intero santuario, con un occhio di riguardo per i
gruppi. Con l’avvio della mostra per i sette secoli del cotto imprunetino, inoltre, spette-rà all’associazione il compito di integrare la sorveglianza al complesso basilicale, offren-do assistenza ai turisti nella visita. Proprio in preparazione alla mostra, negli scorsi mesi sono state organizzate tre conferenze, una sulle origini etrusche di Impruneta, una sul signifi cato devozionale dei tabernacoli e l’ultima, tenutasi lo scorso 17 marzo, sul-l’importanza del cotto di Impruneta nella storia dell’arte, con la partecipazione di Ma-ria Pia Zaccheddu, responsabile dei musei locali della Sovrintendenza.
L’impegno degli “Amici del Museo”, indispensabile nella valorizzazione del patrimonio
Oggi al “piccolo” Museo già si parlano quattro lingue
/G.R.
Se il territorio imprunetino è ricco da un punto di vista artistico e cul-
turale, una parte non piccola del meri-to va alla sua posizione strategica, che fi n dall’antichità ha fatto sì che potesse ritagliarsi un ruolo di primissimo piano nel passaggio dei traffi ci commerciali. Già in epoca etrusca, infatti, Imprune-ta costituiva uno snodo fondamentale sulla via che collegava Chiusi a Lastra a Signa, da dove le merci proseguivano sull’Arno; per mercanti e viaggiatori, questo insediamento non lontano da Fiesole era un prezioso punto di sosta, dove fermarsi per riposare e fare rifor-nimento di acqua, come una sorta di stazione di servizio ante litteram su una delle più importanti strade del-l’epoca. Nei secoli successivi, col venir meno del predominio etrusco e l’aff er-mazione di altri itinerari per le merci, Impruneta ha conservato comunque la sua importanza sulle direttrici per Firenze, sapendone sfruttare al meglio la vicinanza.
Il villaggio etrusco?Un’area di servizio
SCHEDA
Il Reporter di Impruneta raggiunge 6.273 famiglie nel Comune di Impruneta
4 Aprile 2009 il giornale del tuo Comune
Una miriade di necessità da soddisfare, poche risorse a disposizione, tante opere rimaste sul-
la carta e qualcuna che piano piano inizia a vedere la luce. Si riassume così una delle stagioni più diffi ci-li per il settore dei lavori pubblici nel Comune di Impruneta, a volte penalizzato dalla diffi coltà di in-terloquire con i grandi attori che intervengono sul territorio, com’è accaduto ai Bottai, a volte costret-to a fare i conti con le dure leggi della contabilità. Infatti, se per il parcheggio “occupato” da Società Autostrade la soluzione sembra essere arrivata, assai più diffi cile è la situazione per molti degli in-terventi di competenza comunale, destinati, per ora, a rimanere sol-tanto poco più che delle ipotesi. Gran parte delle ragioni di questo blocco sono dovuti al Patto di Sta-bilità per il 2009, una misura con-tenuta nella Finanziaria che limita la possibilità di spesa degli enti lo-cali – nel caso di Impruneta il tetto è fi ssato a un milione di euro, escluse le valorizza-zioni – in-d i p e n d e n -temente dal fatto che dispongano o meno delle risorse che intendono impiegare. Si riducono così ad una manciata, almeno per il momento, gli inter-venti che da qui ai prossimi mesi potranno vedere la luce, il più im-portante dei quali rimane la realiz-zazione della circonvallazione e dell’impianto fognario, di cui sono in corso d’opera i lavori relativi al
primo lotto, per una investimento complessivo pari a un milione di euro che da solo assorbe la qua-si totalità delle risorse spendibili in base al Patto. Più modesti, ma non meno importanti, sono i lavo-
ri di messa in sicurezza delle scuole, come la rea-lizzazione, at tualmen-te in cor-
so, delle scale di emergenza alla media di Tavarnuzze, ultimo di una serie di interventi simili che hanno interessato diversi plessi scolastici. Per quanto riguarda le strade, sono da poco fi niti i lavori di riasfaltatura di via della Sode-ra e della piazzetta di Ferrone e si apprestano a partire quelli di mes-sa in sicurezza di via di Riboia e
via Quintole per le Rose. Prossimi alla conclusione sono poi i lavori del parco pubblico dei Falciani, sistemato in maniera molto più semplice rispetto al progetto ori-ginario, così da poter impiegare le risorse risparmiate per costruire un nuovo parcheggio di fronte al Circolo ricreativo. Accanto a que-sta lista opere in dirittura d’arrivo, rimane sempre quella, tutt’altro che breve, di quelle destinate a ri-manere al palo, come ad esempio la piazza di Tavarnuzze, che, data la mole dell’investimento sembra allontanarsi sempre più dal diven-tare realtà, oppure, solo per citare qualche caso, il risanamento della Presuria, il marciapiede sulla Cas-sia, nonché le questioni “annose” e cariche di polemiche riguardanti via Longo e via Barducci, ancora in attesa di una soluzione.
Dovrebbero partire a breve i lavori di ripavimentazione
con asfalto fonoassorbente del tratto urbano della Cassia, dal Villino alla Fuma. L’intervento, fi nanziato dalla Provincia di Fi-renze, ha come obiettivo quello di alleggerire l’impatto ambien-tale che il passaggio di un’arteria così importante per il traffi co tra Firenze e il Chianti esercita sulla zona di Tavarnuzze, costretta a subire ogni giorno il passaggio di migliaia di auto e mezzi pesanti. Una volta terminati i lavori, gra-zie al nuovo manto stradale, sarà possibile ottenere una riduzione del rumore di circa cinque deci-bel, con un miglioramento sen-sibile per la vivibilità e la salute degli abitanti. E con queste stes-se fi nalità, lo scorso 31 gennaio è stato inaugurato il nuovo svin-colo dell’Autopalio, all’altezza del cimitero a m e r i c a n o , tra Falciani e Tavarnuzze. L’intervento, realizzato da Società Au-tostrade su richiesta del Comune di Impruenta come opera di rica-duta dei lavori della terza corsia dell’Autosole, permette di spo-stare sulla superstrada il traffi co proveniente dalla A1 e diretto nel Chianti, evitando di attraversare il centro abitato di Tavarnuzze. Un bel vantaggio se si conside-ra che gran parte dei mezzi so-
liti percorrere questo itinerario sono camion, che però ancora non può essere apprezzato appie-no, dal momento che alla nuova sistemazione viaria non ha fatto seguito un adeguamento della cartellonistica. Così, chi provie-ne dal casello di Firenze Certosa e si appresta ad affrontare la ro-tonda, non è informato della pos-sibilità di poter imboccare sulla destra la Firenze-Siena per poi uscire ai Falciani. Una situazio-ne un po’ singolare, che a oltre due mesi dall’inaugurazione ha il profumo della beffa: “Attual-mente il bypass di Tavarnuzze non è segnalato adeguatamente – ammette l’assessore ai lavori pubblici di Impruneta Leonello Buccianelli – e questo ritardo è in parte dovuto al fatto che la competenza è divisa tra Società Autostrade, Anas e Provincia
di Firenze.” A questa m o t iva z i o -ne, secondo l ’ a s s e s s o r e va aggiunta quella della
diffi coltà “tecnica”, pur pro-spettando una soluzione in tem-pi non eccessivamente lunghi: “Bisogna tener presente che la situazione che deve essere de-scritta dalla cartellonistica non è semplicissima e necessita di essere studiata un po’. In ogni caso, penso che entro un paio di mesi tutto sarà a posto”.
LAVORI IN CORSO/1. Pochissime le novità in vista, solo la circonvallazione va avanti
Grandi opere, si procede al rallentatore
Giovanni Rizzo
Svincolo, questo sconosciutoTAVARNUZZE. Il nuovo bypass non è segnalato
Si riducono a una manciatagli interventi da realizzarenel territorio comunaleda ora ai prossimi mesi
Via Longo
Una manciata di interventi e tanti progetti destinati a rimanere
solo sulla carta. Il Comune “fa i conti” col patto di stabilità
Segnaletica inadeguataper lo svincolo di Falciani,i camion continuanoa passare dal paese
/G.R.
Inaugurato il 31 gennaio, il collegamento
tra l’Autopalio e il centro abitato non è
ancora abbastanza utilizzato
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5IMPRUNETA
Sfruttare al meglio le opportunità of-ferte dagli enti diversi dal Comune, utilizzando le poche risorse spendibili per gli interventi urgenti e non più ri-
mandabili. E’ questa la strategia che secondo l’Assessore ai Lavori pubblici, Leonello Buc-cianelli, è necessario seguire in questo momen-to di diffi coltà per far fronte ad una situazione tutt’altro che semplice: “Il settore dei lavori pubblici – spiega – è fortemente penalizzato dal Patto di Stabilità, che con i suoi limiti di spesa di fatto blocca molti degli interventi pro-grammati da tempo e indispensabili per la si-curezza e la qualità della vita dei cittadini”. Per l’assessore, uno degli aspetti più paradossali e gravi della vicenda è il fatto che al momento dell’entrata in vigore del Patto per il 2009, molte delle opere bloccate erano state già fi -nanziate prima del 2007, in alcuni casi attra-verso l’accensione di mutui che non possono essere utilizzati: “I soldi ci sono – dice Buccia-
nelli – e il Comune paga da tempo inutilmente le rate di ammortamento dei mutui acquisiti insieme ai progetti defi nitivi, che a causa di questo ritardo, quando partiranno, necessite-ranno di un fi nanziamento integrativo”. Questo stato di cose, pesa fortemente sulla scelta delle priorità, impedendo di operare in maniera si-stematica: “Stiamo portando avanti degli inter-venti di emergenza sulle strade – dice ancora Buccianelli – non tanto per risolvere problemi, quanto per creare un situazione di maggiore sicurezza con misure tampone, come in via della Sodera o alla piazzetta del Ferrone”. Per le opere di maggior respiro, almeno per ora, l’impegno del Comune è teso a ricercare la collaborazione di altri enti, come la Provincia, che si occuperà della riasfaltatura di parte della via Cassia, o di Società Autostrade: “Stiamo lavorando per cercare di sbloccare sia gli inter-venti sulle strade che quelli più rilevanti, come via Longo, via Barducci, il marciapiede sulla
Cassia e la piazza di Tavarnuzze, magari rive-dendo con Società Autostrade la progettazione del Parco Pali e della pista ciclabile”. E all’op-posizione, che negli ultimi mesi ha criticato duramente l’amministrazione, accusandola di aver utilizzato il Patto come scusa per giustifi -
care un sostanziale immobilismo di fronte alle esigenze dei cittadini, l’assessore lancia un in-vito: “Avanzino le loro proposte, fare l’elenco dei desideri è semplicissimo, dicano piuttosto quali risorse utilizzare e saremo ben contenti di assecondarli”
Per tutto il 2009, saranno solo gli interventi-tampone
ad essere realizzati dal Comune, che nel frattempo è
costretto a pagare per le opere mai avviate
Leonello Buccianelli
“Sicurezza, è questa la priorità”
Oscar Landini
LAVORI IN CORSO/2. Leonello Buccianelli fa il punto sulla situazione dei cantieri
Ne ha per tutti Massimo Bisignano. Per il Patto di Stabilità, che bloccando anche le opere già finanziate determina una
situazione che definisce gravissima, e per l’amministrazione co-munale, che, a suo parere, ha trasformato il Patto in una “foglia di fico” dietro la quale nascondere i veri motivi “che impedi-scono di realizzare quanto promesso dal Sindaco in campagna elettorale”. Il consigliere di Obbiettivo Comune, da sempre par-ticolarmente attento ai problemi di molte delle zone che adesso si trovano a fare i conti con il blocco dei lavori, pur riconoscendo la difficoltà del momento, non risparmia le critiche al sindaco e alla maggioranza: “Effettivamente – dice – molte opere non possono partire sebbene ci siano sia i soldi che i progetti, ma mi pare molto riduttivo dare la colpa di tutto al Patto, perché in molti casi, prima di arrivare a questo punto, si tratta di interventi
rimandati e rimandati”. Non soltanto una questione finanziaria, quindi, ma anche un problema di scelta delle priorità: “Prendia-mo ad esempio il caso di via Longo, trascinatosi per anni fino al-l’anno in cui è difficile far partire i lavori. E non dimentichiamo-ci che, attualmente, ad impedire altre spese in opere pubbliche, è il milione e mezzo di euro per la circonvallazione”. Per Bisigna-no, infatti, la vera priorità dovrebbe essere l’ordinaria manutenzione, accanto ad un numero ristretto di grandi opere: “Prima di tutto la piazza di Tavarnuzze, già finanziata nel 2007, e poi l’anello di via Barducci, fino ad oggi frenato dal problema degli espropri”. Particolarmente critico è poi per quel che riguarda gli interventi di modesta entità: “E’ evidente che
con le piccole cose il Patto non c’entra: il corrimano della scuola Paolieri non costa più di 1500 euro, eppure ci sono dei cittadi-ni che stanno raccogliendo i soldi per farlo mettere. Oppure la rete lasciata al Villino dopo la fine dei lavori al campo sportivo
che impedisce di accedere al lungofiume: quanto costa mandare un operaio a rimuo-verla?”. Questa “scarsa attenzione” alle piccole cose, secondo Bisignano, rischia di minare la credibilità dell’Amministra-zione comunale agli occhi dei cittadini: “E’ chiaro – afferma – che finché i citta-
dini segnalano e nessuno dà loro risposte, la considerazione che hanno nell’amministrazione sarà sempre peggiore, indipenden-temente dal Patto di Stabilità”.
Il punto di partenza deve essere la manutenzione LAVORI IN CORSO/3. L’opposizione punta il dito sulle emergenze e fa un elenco degli interventi necessari
/O.L.
In molti casi si trattadi interventi rimandati,è riduttivo dare la colpasolo al patto di stabilità
Spi Cgil • Lega di Impruneta e Tavarnuzze
Alcuni giorni fa ha infatti tagliato l’importante traguardo del secolo di vita Gina Montelatici, La segretaria dello SPI Renata Carini è andata nel-l’abitazione di via Prachatice, dove la signora vive con la nuora, ed insieme alla tessera del Sindaca-to Pensionati CGIL anno 2009, ha consegnato una targa con una frase augurale e un mazzo di fiori.
Era presente anche il sindaco di Impruneta Ida Beneforti per portare il saluto e le congratula-zioni dell’amministrazione comunale.
All’arzilla nonnina va il saluto di tutti gli iscritti del-la Lega di Impruneta
Lo SPI CGIL di Imprunetaha festeggiato la sua iscritta più longeva
DOVE POTETE TROVARCI
• IMPRUNETA Via della Croce, 39 - 50023 ImprunetaTel/fax 055 2012022 e-mail spiimpruneta@firenze.tosc.cgil.itLunedì ore15/18 (2° e 4° lunedì del mese presenzadi un incaricato CGIL per vertenze lavoro).Martedì ore 9/11Giovedì ore 9/12 (Il secondo ed il quarto giovedì del mese riceverà previo appun-tamento un funzionario INCA per tutto ciò che riguarda pratiche pensionistiche)Sabato ore 9/11
• TAVARNUZZE Via Imprunetana per Tavarnuzze, 235 - 50023 Impruneta Tel/fax 055 2022899 e-mail spitavarnuzze@firenze.tosc.cgil.it Lunedì ore 15/17Mercoledì ore 9/11Giovedì ore 9/12 (sarà presente un funzionario INCAper tutto ciò che riguarda le pratiche pensionistiche)
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6 Aprile 2009 il giornale del tuo Comune
Quando al termine della Festa del-l’Uva del 2006 tornò alla vitto-ria dopo dodici anni di digiuno, qualcuno invitò i rionali trionfan-
ti a godersi per bene il momento, perché sa-rebbe trascorso ancora tanto tempo prima che potessero riassaporare di nuovo il piacere di stare sul gradino più alto del podio. E invece quell’anonimo invidioso si sbagliava, perché da allora il Rione delle Sante Marie al dolce sapore della vittoria si è quasi abituato, repli-cando quel successo, il nono della sua storia, per due anni consecuti-vi, nel 2007 e nel 2008. “Nel 2009 si vedrà, se vinciamo bene, se non vinciamo l’importante è che siamo stati insie-me e ci siamo divertiti” precisa subito il vice-presidente del rione, Nicola Subbi. E l’allegria e la voglia di stare insieme sono un po’ la cifra che contraddistingue quello che vuole essere il più goliardico tra i rioni, in cui tutti sono sorridenti indipendentemente dai risultati: “Se si vince è meglio – dice ancora Nicola – ma
in ogni caso siamo tutti contenti, perché tut-to il lavoro di preparazione che abbiamo fatto durante l’anno è bello di per sè”. Come tutti gli altri rioni, infatti, anche quello delle San-te Marie, che deve il suo nome all’omonimo monte compreso nei suoi “confi ni”, nel corso dell’anno non cessa la sua attività, in attesa del momento clou della festa di settembre. “Durante l’anno – racconta Nicola – prepa-riamo i progetti dei carri, scegliamo le stoffe, decidiamo le coreografi e: si litiga e si discute fi no all’inizio della costruzione, che occupa
tutto settembre”. Nel complesso, tutta l’at-tività del Rione arriva ad impegnare oltre trecento persone di tut-te le età, dai bambini
agli anziani: “La cosa bella è che c’è grande collaborazione – dice Nicola – può capitare che per un po’ qualcuno si allontani, ma sarà sempre ben accetto, perché nonostante lo spi-rito contradaiolo, il rione è una cosa aperta”. Una delle attività più importanti svolte dalle Sante Marie lontano dalla Festa dell’Uva è la
Sagra della Ficattola, che si tiene tutti gli anni in maggio e che, grazie al servizio volontario dei rionali, permette di fi nanziare, almeno in parte, la realizzazione dei carri. L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, quest’anno si terrà nei fi ne settimana del 10, 11 e 17 e 18 maggio, in piazza Accursio, “quartier genera-le” del rione. Per tutti e quattro i giorni, dalle
16 alle 20, sarà possibile gustare le fi cattole “al sacchetto”, da sole o accompagnate con un bicchiere di vino; il sabato, l’orario di apertura sarà esteso a comprendere anche la cena, che il 10 includerà una grigliata di carne, mentre il 17 vedrà protagonista il maialino girato sul fuoco, vera “specialità” del rione. L’evento ha anche un suo sito internet: www.fi cattola.it.
Il carro vincitore della scorsa edizione della Festa dell’uva
Giovanni Rizzo
RIONI/1. Prima puntata del viaggio nei quartieri di Impruneta, aspettando la Festa dell’Uva
Sante Marie, fi cattole porta fortuna
Il rione delle Sante Mariedeve il suo nome al monteche si trova dentro i confi nidel quartiere imprunetino
Il rione di piazza Accursio, che ha trionfato negli
ultimi tre anni, si racconta. La competizione senza
drammi, il divertimento, la goliardia, la voglia di stare
insieme, sempre col sorriso sulle labbra e con un
gustosissimo evento in arrivo a maggio
INES 42 anni, straniera ma in Italia già da molti anni. La vita non è stata generosa con me ma voglio tornare a sorridere, a ballare, a essere felice con un uomo buono, comprensivo ma soprattutto allegro.ADELE 63 enne, nonostante sia rimasta vedova ho comunque reagito alla vita. Mi occupo a tempo pieno del mionipotino ma non tralascio tantissimi altri interessi quali il teatro, la lettura e i tornei di carte. Mi piace molto viaggiare, ballare e vorrei trovare un compagno giovanile e allegro con il quale condividere momenti splendidi.ELIA 26 enne. Sono simpatico, solare, giocoso, amo molto lo sport, i cavalli e trascorrere il tempo libero all’ariaaperta. Ma allo stesso tempo guardo avanti, alla famiglia che voglio per me, alla ragazza che vorrà condividere conme questo progetto entusiasmante.AMEDEO 45enne, sono un concertista, la musica ha accompagnato la mia vita fin da bambino e mi ha preso cositanto da farmi tralasciare altri valori importanti che adesso voglio ritrovare insieme a te! Ti cerco carina, nubile esoprattutto disposta a condividere i valori di una vera famiglia.
ANTONELLA 38enne nubile, impiegata; sono una ragazza riflessiva e divertente. Vorrei finalmente conoscere qualcuno che desideri cambiare la propria vita in meglio. Da soli si riesce a vivere ma in due sipuò toccare il cielo con un dito.FRANCESCA bella 40enne, separata. Sono mora, con la pelle ambrata. Cerco un uomo non fumatore,interessato ad una conoscenza non superficiale. So essere coinvolgente e passionale.LUCIA 42enne. Libera professionista, mamma single. Cerco un uomo passionale e divertente che sappiarendermi felice.MARTA 46anni, laureata, educata e di classe. Sensibile e dolce, odio le bugie e l’ipocrisia. Cerco unaanima gemella per costruire un percorso insieme.ALESSANDRA 47enne, particolarmente sensibile ma dal carattere estremamente forte. Amo cercare nellepersone e cose la semplicità, pur essendo io, una donna ambiziosa. Mi ritengo di bella presenza. Cercoun uomo come me, distinto, di bella presenza, esigente, ma profondamente legato ai principi morali e allafamiglia.BARBARA 51enne vedova. Ho trascorso tanti anni in solitudine, ora cerco un compagno: curato, a modo,anche con figli, semplice, libero e come me amante del ballo.ARIANNA 55 anni, begl’occhi verdi, mora, affettuosa, dolce, sensibile, “impiegata”, cerco compagno intelligente, romantico, sensibile che ami la famiglia.TATIANA 58enne. Non sono italiana ma vivo in questa bellissima regione che è la Toscana già da tantianni, nella mia terra ho lasciato tutto, specialmente i miei affetti più cari, e dal momento che sono qui vorrei ricominciare tutto da capo. Se ci sei e sei disposto ad accompagnarmi in questo strano ed entusiasmante viaggio, chiamami!ROSITA 64enne. Ho vissuto intensamente la mia vita, ora sono in pensione e cerco un uomo per condividere il tempo libero, che sia allegro e ottimista.
GIAMPAOLO 27enne. Sono un ragazzo simpatico, allegro e altruista, realizzato professionalmente. Cerco unaragazza giovane simpatica e intelligente che creda nei veri valori e che sia disposta a costruire un rapporto basato sulla fiducia reciproca.ALESSANDRO 34enne celibe, buon carattere, aspetto piacevole, molto serio e riservato, affettivamente maturo, conoscerebbe buona presenza, minuta, carattere dolce, seriamente motivata.LEONARDO Ho 35 anni anche se ne dimostro meno, sono un ragazzo sportivo e estroverso. Dopo un lungo fidanzamento mi sono trovato da solo, ma vorrei ricominciare proprio da te e con te, semplice, carina ma soprattutto allegra e coinvolgente! Ti aspetto!FABIO 40enne. Dopo una lunga relazione voglio ricominciare da un rapporto romantico e appagante con unaragazza che ami il mare, il cinema, la letteratura.MARIO 45enne, architetto. So che esistono le donne intelligenti, le donne serie, so che l’amore trionfa sempre!L’anno prossimo non voglio andare al cinema da solo la sera di S. Valentino, voglio una donna per condividere tutto!FABRIZIO 50 anni. Sarei il classico uomo da sposare ma non ho ancora trovato una ragazza che stia al miofianco. Ho tanto da dare e vorrei tanto ricevere. Cerco una ragazza dolce, che condivida valori ed interessi.Vorrei costruire un rapporto solido e arrivare a qualcosa di veramente importante.MI CHIAMO ALESSANDRO mi ritengo un uomo carismatico e passionale. Ho 54anni, sono un imprenditoredi bella presenza. Non fumatore. Cerco una Signora massimo 50enne.ANTONIO medico 59enne. Sono una persona solare, allegra e comunicativa, e questo mi aiuta molto nel miolavoro, che amo. Ma c’è un vuoto nella mia vita che vorrei che tu riempissi, portando nelle mie giornate quelcalore che solo una DONNA sa dare.ALFIO 72 anni. Sono un uomo del sud, radicato un po’ alle mie origini e anche al senso della famiglia. La perdita di mia moglie mi ha colto di sorpresa, ma io non ci sto a stare da solo! Credo, anzi so di sicuro, diavere molte qualità e soprattutto tanto affetto da dare ad una donna che come me si sia ritrovata da sola esoprattutto non abbia voglia di affrontare il futuro in solitudine. 992584
7IMPRUNETA
L’appuntamento per tutti i cinofi li e gli appassionati del mondo a quattro zampe è fi ssato per il 13 aprile a Tavarnuzze, dove, dopo
un anno di interruzione, ritorna l’Esposizione Nazionale Canina, la manifestazione organiz-zata dal Centro Commerciale Naturale giunta alla sua quinta edizione. Per un giorno, cani e padroni saranno gli indiscussi protagonisti di un evento che, anno dopo anno, ha saputo crescere sempre di più, fi no a diventare il più importante del settore a livello regionale: “Ne-gli anni passati siamo arrivati anche a toccare i duecentocinquanta iscritti, provenienti da tutta Italia” racconta Enrico Maria Puccioni, titolare del bar “Lo Scalino” e tra i promotori dell’iniziativa, ideata da un gruppo di esercen-ti della zona desiderosi di condividere e pro-muovere una passione dal seguito tutt’altro che trascurabile. “In generale, l’interesse per la cinofi lia è molto diffuso – osserva Lucilla Lepri del negozio “Scodinzolando” – e qui a Impruneta, sia pure a livello amatoriale, direi
Una Pasquetta tutta per “Fido”L’APPUNTAMENTO. Torna alla ribalta l’Esposizione Nazionale Canina di Tavarnuzze
Oscar Landini che riguarda quasi la metà dei padroni”. E in-fatti, secondo gli organizzatori, la mostra del giorno di Pasquetta dovrà essere prima di tutto un’occasione di incontro per i cinofi li e una vetrina per le razze più note come per quelle meno note, che per tutta la giornata potranno mettere in luce pregi e qualità. Dalle 8,30 del mattino sarà possibile iscriversi al concorso, aperto ai cani di razza (con o senza pedigree) e ai meticci, che saranno raccolti in una classe a parte; mostre speciali sono poi previste per i Jack Russel Terrier, per tutti i Setter e, nel-l’ambito del “Memorial Fulvio Rocca”, per la razza Schnauzer. Inoltre, per i cinofi li in erba, saranno previste due classi speciali di giova-ni presentatori – la “mini” per i bambini dai quattro agli otto anni e la “maxi” per i ragazzi dai nove ai quattordici – che saranno valutati in base alla presentazione e al feeling mostra-to col proprio cane. Nel corso della mattinata, sulla base dei giudizi espressi dai sei giudici della manifestazione, saranno attribuiti premi di merito al miglior esemplare maschio e fem-mina di ogni razza in ciascuna delle quattro classi (esordienti, giovani, intermedia, libera), dopodiché, a partire dalle 15, saranno formati i dieci raggruppamenti che, attraverso selezio-ni progressive, determineranno i partecipanti alla fi nalissima. Ai primi tre classifi cati di cia-scun raggruppamento sarà attribuito un rico-noscimento “in natura” e premi speciali fi no al quinto posto sono previsti per il raggrup-pamento dedicato ai residenti nel Comune di Impruneta. I primi di ogni raggruppamento, il vincitore della classe intermedia e il migliore di ognuna delle tre classi speciali accederanno alla fi nalissima e all’assegnazione del “best in show”, con in palio premi di valore, come arti-coli di elettronica e piccoli elettrodomestici.
Al via la quinta edizione
dell’evento aperto ai cani
di tutte le razze, con e
senza pedigree. Tra premi
e uno spazio riservato
ai cinofi li di domani
Promuovere competenze, con-sapevolezze e responsabilità
attraverso il confronto e la con-divisione di esperienze: in una parola, “auto-aiuto”, ovvero una risorsa in più per le famiglie che si trovano ad affrontare il disagio e le diffi coltà della disabilità, fi si-ca o psichica, di un fi glio. Molto spesso, infatti, il semplice scam-bio di informazioni tra chi quoti-dianamente si trova a vivere una situazione diffi cile, insieme al supporto professionale di medici e specialisti, può essere suffi cien-te per superare alcuni problemi; ecco che allora diventa impor-tante per le famiglie riuscire a sviluppare delle relazioni sul ter-ritorio con chi condivide le stesse diffi coltà. Proprio in questo senso va l’iniziativa “La condivisione delle relazioni”, due incontri in-formativi organizzati dal Gruppo Volontari di Tavarnuzze in col-laborazione con la Società della Salute e il Comune di Impruneta e incentrati sui temi della disabili-tà, della genitorialità e dell’auto-aiuto, che si svolgeranno presso l’Istituto comprensivo “Primo Levi” di Tavarnuzze, il 17 aprile e l’8 maggio, con inizio alle 17,30.
Il primo incontro, dal titolo “Un sostegno alle famiglie, un possi-bile percorso di auto mutuo aiu-to”, vedrà la partecipazione della psicologa Francesca Focardi del Coordinamento regionale toscano dei gruppi di aiuto-aiuto, mentre al secondo, che avrà per titolo “Mio fi glio diverso: un’espe-rienza di gruppo di auto-aiuto”, prenderà parte la psicologa Giusy Tricarico. In entrambe occasioni, l’argomento sarà introdotto dalla psicologa Silvia Li Puma, esperta di contesti educativi, e gli inter-venti saranno seguiti da testimo-nianze di esperienze di gruppi di auto-aiuto.
Il GVT va incontro alla disabilità
Superare le diffi coltà con l’auto-aiuto
/O.L.
L’INIZIATIVA
1021292
l’inchiesta
REPORTAGE. Nei due lotti del villaggio dell’Argingrosso vivono 440 persone
Viaggio nella terra degli “zingari”
Dici campo nomadi e ti viene in mente una cartolina sporca, fatta di capanne sudicie e roulotte sgangherate. Sba-gliato, il luogo comune è da riedifica-
re daccapo. Almeno qui, a Firenze. Ore quindici di un giorno a caso. Al Poderaccio non c’è un cam-panello da suonare. Ci si arriva trotterellando su una salita che si arrampica sulla collina, volti una curva e cambi mondo. Entri in un altro, governa-to da leggi uguali e diverse da quelle del “fuori”. Il villaggio del Poderaccio (nota bene: villaggio, non campo), lotto due, comincia con un bar. Con un furgoncino attrezzato, modello lampredottaio, che vende dolciumi, salatini, specialità etniche. E alcool. Molto, troppo, alcool, a detta di chi il villaggio lo conosce bene. Passato il bar, si arri-va tra le case. Casupole, se si vuol essere fiscali. Bungalow. Tutto insomma, tranne le roulotte che uno s’immagina. In fila, a schiera, di legno. Chi ci abita, 440 persone in tutto divise nei due lot-ti, per queste case paga un affitto di dieci euro al mese. Ma questa è un’altra storia. Il Poderaccio è fatto di gente. Tanta gente: del Kosovo e della Ma-cedonia soprattutto. E la prima cosa che si nota, entrandoci, è una pioggia di bambini. Nanerottoli dagli occhi grandi, che scorrazzano da una parte all’altra, in bici o sui pattini. Giocano, come tutti i bambini del mondo, si rincorrono, si nascondono. La base dei loro giochi è una macchina abban-
donata con le ruote a terra. Si rintanano dentro, fanno cucù dai finestrini e non importa se la tap-pezzeria è una distesa di vetri. “State attenti che vi fate male alle manine” li ammonisce Giusep-pina Baffè, responsabile dell’Ufficio Immigrazio-ne del Quartiere 4. Giuseppina, detta Giusy, tra i corridoi del Poderaccio è un’istituzione. Una via di mezzo tra un’interfaccia con la pubblica ammi-nistrazione e una psicologa. Non si fanno cinque passi senza che qualcuno la fermi. “Giusy trovi un lavoro per me?”. “Giusy ma come faccio per rinnovare permesso soggiorno?”. E soprattutto, la frase più ripetuta è “Giusy, c’è problema con bagno”. I bagni sembrano essere la croce degli abitanti del Poderaccio. Il problema, spiega lei, è che gli scarichi sono comunicanti, e se qualcuno non li tratta come dovrebbe (pare che dentro ci finiscano pannoloni e scarpe) ne fanno le spese tutti. “Tutta la mattina, ho passato tutta la matti-na a pulire. No possibile Giusy”. A parlare è una donna, una madre di famiglia. “Entrate, venite a vedere”. Entriamo. Ci si levano le scarpe, per non sporcare il tappeto. Capito bene. Il luogo comune dello “zingaro sporco” in questo caso si sbriciola alla svelta. E’ tutto in ordine, le pareti piastrellate luccicano, non c’è una cosa fuori posto. Accanto a questa mamma kosovara, c’è il capofamiglia e un ragazzo adolescente. “Vieni guarda mia camera”. E’ minuscola, un divanetto e una scrivania. Ma anche un televisore, un computer e uno stereo. “E’ piccola, ma non ti manca niente”. Il ragazzo quasi si risente. “Guarda che io lavoro”. Ci si siede in-
torno a un tavolo e si beve un caffè. In questa casa lavorano tutti, ma la crisi fa paura anche qui, e la mamma cerca rassicurazioni da Giusy, ha paura di essere licenziata. Un copione simile si ripete nella casetta davanti, ordinata e pulita alla stessa maniera. Anche qui gli adulti lavorano e i bimbi vanno a scuola. I lavoratori al Poderaccio sono tanti. Certo, camminando in giro per il villaggio scopri che Tizio aspetta un processo, Caio è in carcere per spaccio. L’occhio cade anche su un paio di Mercedes fiammanti, e viene da chiedersi da dove arrivi cotanta ricchezza. “Appartengono a famiglie di lavoratori”, taglia corto Giuseppi-na Baffè. Posta questa contraddizione, resta un dato: visti da qui, quelli che chiamiamo zingari non fanno paura. Anche se, fuori le cose stanno in un’altra maniera e i residenti della zona si lamen-tano. Piuttosto sono certe loro dinamiche interne a spaventare un po’. Come la prassi delle spose bambine, il mercimonio di giovanissime vendu-te alla famiglia del futuro sposo. Spesso arrivano da altri campi, ancora rigorosamente minorenni. E al Poderaccio, racconta Giuseppina Baffè, tra-scorrono lunghi mesi nell’ombra, nella casa dei suoceri, quasi recluse. “Solo quando partorisco-no in ospedale diventano ‘visibili’, anche se noi le segnaliamo subito”. Eppure tecnicamente si tratta di minori non accompagnate, “e proprio per questo - conclude la responsabile dell’Ufficio immigrazione- occorrerebbe maggior attenzione, andrebbe attivato subito l’iter previsto dalla legge per tutelarle”.
Giulia Righi
Le casette di legno hanno poco a che vedere con le roulotte sgangherate
del nostro immaginario, i bimbi scorrazzano negli spiazzi e molti degli adulti lavorano.
Certo, le contraddizioni ci sono. Ma tanti luoghi comuni si sbriciolano in poche ore
Uno scorcio del lotto 2
Firenze è terza fra le grandi città italiane quanto a “percezione di
sicurezza” da parte dei suoi abitanti. A raccontarlo è una ricerca sulla per-cezione dell’insicurezza fra i cittadi-ni, realizzata a gennaio e presentata da poco da Anci-Cittalia a Novara. Secondo questo dossier il 62 per cen-to dei fiorentini considera la sua città “molto o abbastanza sicura”. La per-centuale per questo parametro è più alta solo a Venezia (81 per cento) e a Cagliari (77 per cento), mentre sot-to di noi s’incontra Genova (55 per cento), Milano (52 per cento), Torino e Bologna (51 per cento), Roma (45 per cento), Bari (38 per cento), Pa-lermo (30 per cento). A chiudere la lista ci pensa Napoli, dove a sentirsi sicuro è il 9 per cento dei residenti. Ad alimentare il senso di insicurezza per gli abitanti di Firenze concorro-no: la mancanza o la precarietà del lavoro, la scarsa efficacia della giu-stizia, l’aumento delle diseguaglian-ze e la crisi economica. Ancora, per i fiorentini, i fattori che fanno ritenere un luogo insicuro sono soprattutto lo spaccio di droga, il pericolo di fur-ti e scippi e l’alta concentrazione di immigrati. Curiosa la classifica dei posti e delle situazioni che invece fanno sentire tranquilli: Firenze al
primo posto mette “quando si va a fare la spesa” (7,2), seguito dai “cen-tri commerciali (6,9) e da “quando si cammina per le vie del centro” (6,6). Quanto alla geografia della sicurezza, il 52 per cento dei fioren-tini considera la propria città sicura “nella maggior parte dei luoghi”. Il 66 per cento ritiene il proprio quar-tiere “molto o abbastanza sicuro”, mentre il 34 per cento “poco sicuro”. Ma come sono cambiate le cose nel tempo? Il 54 per cento degli abitanti di Firenze pensa che il suo quartiere sia sicuro allo stesso modo, mentre guardando al futuro, il 48 per cento pensa che il problema sicurezza di-venterà più acuto.
Il 62% degli abitanti si sente tranquillo
Firenze? Terza in sicurezza
/G.R.
L’INDAGINE
8 Aprile 2009
l’inchiesta
La comunità rumena è la più numerosaPOPOLI. Dei 7.641 stranieri Ue residenti a Firenze, 4.453 provengono dalla Romania
Ogni giorno la parola “rumeno” viaggia di bocca in bocca per tutta Firenze, por-tando con sé decine di significati, quasi sempre negativi: “zingaro”, “rom”, “la-
dro”, “furfante”, “stupratore”, queste sono le princi-pali connotazioni del termine. Ma, al di là della con-fusione linguistica e della facilità con cui si radica lo stereotipo, sarebbe utile, una volta per tutte, capire davvero chi sono i rumeni, cosa fanno e soprattutto se sono pericolosi così come li descrive la cronaca locale. Per imparare qualcosa in più, bisogna partire da un presupposto fondamentale: dal 2007 la Roma-nia fa parte dell’ Unione Europea e questo significa che i rumeni possono muoversi liberamente nel no-stro Paese. Passiamo adesso ai numeri: i residenti rumeni a Firenze rappresentano, da soli, oltre il 50% della popo-lazione comunitaria immigra-ta. Si considera quindi che dei 7.641 stranieri dell’Ue, 4.453 siano rumeni. La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli anni novanta e le statistiche ri-portano dati di immigrazione in crescita costante. Si tratta di centinaia di persone, regolari, che abitano accanto a noi e che passano per lo più inosservate, almeno finché qualche spiacevole fatto di cronaca, che sia un furto o uno stupro, non le mette tutte sotto accusa. Immaginare cosa fanno i rumeni per gua-
dagnarsi il pane quotidiano non è poi così difficile. Nonostante in molti abbiano in mano un diploma ed alcuni anche una laurea (circa il 10,1 per cento), i più intraprendono quei lavori che noi abbiamo da tempo “abbandonato”: di buon grado si reinventa-no muratori, imbianchini, operai, badanti, segretari, camerieri e si adattano bene a qualunque mestiere. La loro distribuzione sul territorio, secondo gli stu-di condotti dal Comune, appare piuttosto uniforme, anche se sembra interessare soprattutto i quartieri 1 e 5 ed in particolar modo l’area di Careggi. Una presenza consistente è visibile anche nelle zone di viale dei Mille, piazza Oberdan, via Faentina, Cure, San Salvi, Bellariva, e nel quartiere 4 verso l’Isolot-to Sud, Legnaia e Ponticelli. Meno coinvolto invece
il quartiere 3. Ad ogni modo, tra-lasciando per un momento i dati, quel che emerge è il ritratto di una comunità vasta, volenterosa, abbastanza bene inserita, ma che fatica a farsi accettare. I fiorenti-ni infatti la temono nella maniera
più assoluta ed i casi di delinquenza riportati dalla cronaca locale di certo non favoriscono il clima di indulgenza. Inutile negarlo, sotto gli occhi di tutti si profila l’enorme difficoltà di convivenza tra culture diverse. Ed il trucco per non farsi prendere dall’in-tolleranza resta sempre lo stesso: non confondere la delinquenza di uno, con l’innocenza di altri.
Simele Kruklidis
La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli
anni novanta, e le statistiche riportano dati di immigrazione in crescita,
con una distribuzione sul territorio fiorentino piuttosto uniforme
In molti hanno il diploma,il 10 per cento la laurea, ma si adattanoa qualsiasi mestiere
L’INTERVISTA
Dall’Ufficio Immigrazione, noto crocevia di stranieri, Fabio
Bracci esprime il suo punto di vista sulla presenza della comunità rume-na a Firenze.Di rumeni si parla tanto, ma in pochi hanno le idee chiare. Perché accade?Il problema è che da qualche anno oramai si è venuto a creare, a Firenze come nel resto d’Italia, un clima di diffidenza e paura che rende difficile l’inserimento degli stranieri. Senza alcun dubbio i media hanno contri-buito in manie-ra decisiva a costruire que-sta immagine distorta, che non ha nulla a che vedere con la realtà. Non è corretto infatti pensare che una comunità possa essere più o meno pericolosa di un’altra.Si tratta di un vero e proprio clima di pressione sociale?Molti rumeni da anni abitano nella nostra città, lavorano regolarmente e, nonostante ciò, continuano a subi-re una forte discriminazione sociale. Loro lo percepiscono e ne devono
subire l’offesa. Credo che questa “stigmatizzazione” sia del tutto in-giustificata, soprattutto perché spesso influisce in maniera negativa sulle persone oneste e sulla loro qualità di vita. Non bisogna mai generalizzare o attribuire la colpa di un crimine ad un’intera comunità: sarebbe un at-teggiamento superficiale e sbagliato, dettato non di rado dall’ignoranza in materia.Chi sono allora i rumeni?I rumeni sono cittadini europei ed in quanto tali posseggono uno sta-
tus civile che dovrebbe tu-telarli da ogni tentativo di emarginazione sociale. A mio parere dun-que, la loro unica sfortuna è stata quella
di essere costretti ad emigrare in un momento storico e sociale delicato, disagevole. A tal proposito, il report sull’immigrazione da noi pubblicato qualche tempo fa, rappresenta per Firenze un importante strumento di conoscenza, utile per aiutare i citta-dini a creare una comunità più coesa e solidale.
Parla Fabio Bracci, Ufficio Immigrazione
“Stigmatizzazione ingiustificata”
/S.K.
I rumeni sono cittadinieuropei ed in quanto taliposseggono uno statuscivile che dovrebbe tutelarli da ogni tentativo di emarginazione sociale
9
CRISI/1. I sindacati calcolano che ci siano 40mila toscani a rischio licenziamento
Quelli che... il lavoro non lo hanno più
Licenziati, non confermati, cassain-tegrati o in mobilità. Se il futuro nel mondo del lavoro non è mai stato così grigio e nebuloso, il pre-
sente non è certo roseo. Lo spettro della crisi è diventato una realtà anche a Firenze, tra-volgendo i lavoratori. A partire dagli atipici, la bufera si è abbattuta anche su coloro che pensavano di avere un posto sicuro, a tempo indeterminato. Se alla fine dell’anno scorso le aziende toscane in serie difficoltà erano circa 660, all’inizio del 2009 la cifra era già salita a 791. Paragonando invece il primo bimestre del 2009 con quello dell’anno scorso si sco-pre che le ore di cassa integrazione sono lie-vitate da 315 mila circa a oltre 440 mila. E le previsioni per i prossimi mesi non fanno ben sperare. Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allar-me all’unisono: secondo le stime dei sindacati sarebbero 40 mila i toscani a rischio licenzia-mento per i quali non si prospetta la possibilità di accedere alla cassa integrazione. A risentire maggiormente del crollo economico-finanzia-rio sono stati finora i settori del tessile, del-l’abbigliamento e delle calzature, già da tem-po insidiati dalla concorrenza straniera. Solo nella provincia fiorentina sono 4.500 i cas-saintegrati provenienti dal mondo della pellet-teria e della moda. Non va meglio al comparto meccanico. Difficile sostenere che la crisi se
la inventano i giornali quando le aziende sotto casa iniziano a chiudere i battenti. Succede a Novoli, dove la Pam manda a casa tutti e 20 i dipendenti, o a Scandicci, dove la Enseco di-chiara fallimento e lascia a piedi 36 persone. Il calo del turismo, poi, ha già cominciato a mie-tere vittime nel settore dell’accoglienza, come dimostra il licenziamento di 45 dipendenti di Excelsior e Grand Hotel. E nel frattempo la fila davanti agli sportelli dei centri per l’im-piego si allunga. Non più soltanto giovani che si affacciano al mondo del lavoro o donne de-siderose di reinserirsi dopo la maternità, ma persone di tutte le età, dal ragazzo al padre di famiglia. Sempre più spesso si tratta di per-sone altamente qualificate, con un’esperienza consistente alle spalle. E progetti futuri che scricchiolano sotto il peso di un presente fatto di incertezze, promesse e risposte date a mez-za bocca. “Bisogna fare di tutto per evitare il licenziamento – afferma Mauro Fuso, segre-tario della Cgil Firenze – fare in modo di te-nere i dipendenti legati all’azienda, attraverso la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, così che possano più facilmente reinserirsi una volta passato il momento peggiore della crisi. Ma non solo, è necessario sostenere il reddito, anche attraverso sgravi fiscali”. Il dialogo con le istituzioni locali, da questo punto di vista, è già stato avviato.
Francesca Puliti
dossier
Quasi 20 anni di lavoro nello stesso alber-go, poi un giorno ti ritrovi a ricominciare
tutto daccapo. Questa la storia di Abdulaye, in Italia dal 1981, impiegato all’Hotel Ambascia-tori come facchino dall’88. “I problemi sono cominciati quando, per tagliare sui costi, è stato deciso di terziarizzare tutto il personale dandolo in gestione a una cooperativa – rac-conta – Un passaggio che non mi sono sentito di accettare, perché non mi offriva le stesse garanzie del mio vecchio contratto. Così ho perso il posto”. Considerato il calo del turi-smo, la ricerca di un altro impiego nel settore si presenta tutt’altro che facile. Dallo scorso dicembre Abdulaye tira avanti con l’assegno di disoccupazione, ma rimane ottimista. “La crisi c’è, ma fortunatamente ci avviamo verso l’alta stagione. Non credo che il contratto a tempo indeterminato sia un sogno irraggiungibile”.
“Dopo quasi 20 anni ricomincio daccapo”
ABDULAYE, FACCHINO
Che l’azienda stava per essere messa in liquidazione i dipendenti dell’Enseco,
società di ingegneria meccanica e di servizi tecnici per le industrie metal-meccaniche, l’hanno saputo a gennaio, nonostante la de-cisione fosse stata presa un mese prima. Fino all’ultimo hanno sperato che potesse essere acquisita. Poi la dichiarazione di fallimento e i libri in tribunale. “Siamo in un limbo, non ancora licenziati, né messi in mobilità, perciò non possiamo neanche accedere all’assegno di disoccupazione – racconta Gianni, 31 anni di cui 11 anni passati all’Enseco nel settore della progettazione – Siamo tutti giovani e altamen-te specializzati, ma ci vengono offerti soltanto contratti a progetto o ci viene chiesto di aprire una partita Iva”. Un passo indietro difficile da accettare per chi ha il matrimonio alle porte, tra un mesetto, e un mutuo già sulle spalle.
“Siamo tutti ancora sospesi in un limbo”
GIANNI, PROGETTISTA
Tagli trasversali al personale, all’interno del-la CommProve, società che da anni opera
nella telefonia mobile producendo sistemi hardware e software. Diciassette le vittime del ridimensionamento aziendale, spiegano dal-la Cgil, a seguito del calo delle vendite. Tutte professionalità medio-alte, lavoratori cresciuti all’interno dell’azienda, per cui si preannun-cia adesso la cassa integrazione straordinaria: “Con la speranza di riprenderci il nostro posto di lavoro, una volta superato il periodo più buio della crisi – auspica Luca, 9 anni di espe-rienza maturati in CommProve, praticamente da quando è stata fondata – Questa è l’unica società di questo tipo in Toscana. La sola alter-nativa che avremmo sarebbe spostarci, lasciare tutto e cercare un altro impiego nel Nord-Ita-lia. Scelta non facile per chi, come me, ha qui gli affetti e una casa appena comprata”.
“La paura è di dovermitrasferire al nord”
LUCA, TECNICO
Ventinove anni e una collezione di contrat-ti a tempo determinato. L’ultimo è scadu-
to alla fine di febbraio, per Serena. Il nome è di fantasia, ma la storia è vera e purtroppo ris-pecchia quella di molte altre ragazze come lei. Dopo un anno come commessa in una pro-fumeria di una grande catena, il trattamento di fine rapporto. Senza appelli. “Ho sperato fino all’ultimo di essere riconfermata – rac-conta – invece niente da fare. Anche un’altra collega ha il contratto in scadenza e con tutta probabilità non sarà richiamata”. E adesso che si fa? “Si ricomincia facendo il giro delle agen-zie interinali. La richiesta però non è molta e oltretutto la mia età comincia già ad essere un ostacolo: non rientrando più nella fascia inte-ressata dall’apprendistato risulto meno appe-tibile per i datori di lavoro, nonostante abbia una discreta esperienza in questo campo”.
“29 anni: la mia età è già un ostacolo”
SERENA, COMMESSA
10 Aprile 2009
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E le italiane tornano a fare le badantiCRISI/2. Non sono più solo le straniere ad accettare questo tipo di lavoro
Serena Wiedenstritt
Iportali di annunci sono un buon indicatore. Da tempo non si trovavano fra le richieste di la-voro le parole “signora italiana” e “badante” o “colf” nella stessa frase. Complice la crisi, in-
vece, oggi, basta una scorsa ai siti più frequentati per scoprire fra tante offerte di ragazze e donne ucraine, rumene e georgiane, un’abbondanza di annunci che suonano come questi due: “Signora 60enne italiana diplomata referenziata cerca lavoro come badante a persona sola con vitto alloggio stipendio massima serietà”, oppure “Signora italiana referenziata, auto munita, abile in cucina e piccoli lavori di sartoria cerca a Firenze lavoro come baby sitter, badante, colf”. Se-guono indirizzi di posta elet-tronica e numeri di telefono. Non sono quindi signore ita-liane alla ricerca di un lavoro qualsiasi, ma che tendono a precisare la necessità di uno stipendio (qualcuno tenterà di assumere badanti promettendo solo vitto ed alloggio?) e le competen-ze, come il saper fare lavori di sartoria che in tempo di crisi non qualificano più. La stessa percezione di una crisi che non guarda in faccia nessuno viene fuo-ri dalle risposte di chi è impiegato nei centri che si occupano di lavoro interinale, che a loro volta sono lavoratori che a causa del sempre minor numero di aziende che cercano personale rischiano a breve di perdere il loro impiego. Raccontano da un’agenzia che si trova a due passi da piazza della Libertà:“Data
la tremenda crisi che stiamo vivendo, quasi tutti (lau-reati e non) si adattano a far tutto, nella speranza che in futuro la situazione possa migliorare e si possa valutare qualche lavoro più consono ai propri studi”. Continuano dall’agenzia: “Qualche extracomunita-rio ritorna a casa perché non ce la fa più a vivere nel nostro paese e si vedono sempre più donne italiane e disperate che si adattano davvero a tutto”. Non si adatta proprio a tutto, ma sicuramente è disposta a scendere a compromessi con la sua storia, la sua for-mazione e soprattutto le sue aspirazioni V.P., trenta-trè anni compiuti da poco e un pensiero fisso: come
arrivare alla fine del mese. Per anni ha combinato studi e la-voretti: “Lavoro da quando ho finito il liceo, come commessa per i saldi estivi, piuttosto che come hostess per convegni”.
Si è laureata in Scienze Politiche e ha fatto anche un semestre in Erasmus, voleva rimanere nell’ambiente accademico, però i fatti l’hanno costretta a cambia-re idea. Ha fatto qualche stage non remunerato e ha avuto contratti dai tre ai sei mesi, tutti per sostituzio-ni. Oggi quando porta i curriculum alle agenzie inte-rinali non perde tempo a spiegare la sue competenze e chiede “un lavoro qualsiasi, va benissimo un call center e non importano i turni”. Se fra due mesi non avrà trovato niente, però, anche lei si adatterà “a fare da dama di compagnia a qualche nonnetta. No, non voglio dire badante”.
I giovani laureati si trascinanotra uno stage non pagatoe contratti di tre mesi
Dalle agenzie interinali spiegano che oramai “tutti accettano tutto”
e si adattano a mestieri diversi. Qualche extracomunitario rimpatria,
e con una laurea in tasca ci si accontenta di un lavoro al call center
dossier 11
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C’è chi li chiama as-sistenti civici, chi volontari della sicu-rezza, chi sentinel-
le, chi presidi di cittadinanza attiva. E c’è chi le chiama, per comodità o convinzione, ronde. Quale che sia la forma espressiva preferita il contenuto resta lo stesso: uomini e donne animati da senso civico e ar-mati esclusivamente di telefonino e blocco notes, impegnati a pattuglia-re il territorio cittadino e segnalare alle forze dell’ordine possibili si-tuazioni di pericolo. Un fenomeno già presente in alcune città d’Italia che il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha cercato di regolamentare nel recente “decreto sicurezza”: sì alle ronde, purché agiscano sotto il coordinamento dei Comuni e sotto la responsabilità del Prefetto. Una decisione che ha spaccato l’opi-nione pubblica e la classe politica, a Firenze come altrove: c’è chi le invoca e chi le condanna. Posizione, quest’ultima, assunta da sempre da Palazzo Vecchio. E dire che Firenze le sue “ronde” le ha avute, e le ha tuttora. Tutte o quasi ideate dall’as-sessore alla sicurezza sociale Gra-ziano Cioni. Dapprima le sentinelle: un esercito di 600 pensionati senza divisa chiamati a segnalare alla po-lizia municipale situazioni di de-grado. Dopo di loro è stata la volta, l’estate scorsa, degli “Angeli neri” (a piedi o sull’autobus), mediatori culturali, secondo la dizione ufficia-le, chiamati (non a titolo gratuito) a dissuadere il fenomeno dell’abusi-vismo commerciale con le sole armi della parola e del dialogo. E come non citare gli steward davanti ai lo-cali notturni, incaricati di preservare dagli schiamazzi la tranquillità dei residenti. Iniziative a cui solo per semplicità pare possibile assegnare l’etichetta di ronde. Diversamente da quanto proposto dal movimen-to giovanile di Alleanza nazionale, che ha offerto la sua collaborazione alla polizia in funzione di presidio del territorio: ragazzi e ragazze con casacchine fluorescenti e telefonini. Una proposta abortita sul nascere per evitare il rischio di scontri tra “rondisti” e “antirondisti”: un para-dosso, già verificatosi in altre città, che ha visto le forze dell’ordine di-stolte dal pattugliamento ordinario e chiamate a garantire la sicurezza degli stessi aspiranti collaboratori degli uomini in divisa. A chiarire la situazione fiorentina ci ha pensato infine il Questore Francesco Ta-gliente: sua la proposta di un “mo-dello Firenze” che vede coinvolti commercianti, tassisti, autisti degli autobus. Persone che per lavoro vi-
In città varie sperimentazioni per pattugliare il territorio “pacificamente”:
dalle sentinelle cioniane agli angeli neri, fino agli steward fuori dai locali.
Tutte iniziative portate avanti senza l’uso di armi e affidate al senso civico dei cittadini
SICUREZZA. Il questore Tagliente punta sulla collaborazione di commercianti, tassisti e autisti
Ronde? No. Qui c’è il “modello Firenze”
attualità
Lorenzo Salusest
vono la città chiamati a svolgere la funzione di avamposti per la sicu-rezza, in collaborazione con le forze dell’ordine. E infine i semplici cit-tadini. La città alle otto di sera tira giù la saracinesca, lasciando le sue vie e le sue piazze in balia del buio e del degrado. Tornare a far vivere la notte, riportando i fiorentini nelle strade di Firenze potrebbe essere la soluzione migliore.
Niente di nuovo sul fronte sicurezza. O almeno su
quello relativo alle cosiddette ronde, le associazioni di cit-tadini incaricati di segnalare casi di disagio sociale o di po-tenziale pericolo. Nonostante la discussione intorno al tema sia animata già da tempo tutto è ancora in stand by: allo stato attuale nessuna forma di “si-curezza partecipata”, estranea all’operato delle forze dell’or-dine, pare essere autorizzata. Una fase di stallo tecnico che tuttavia potrebbe terminare a breve. Il decreto che contiene il piano straordinario di controllo del territorio, approvato lo scor-so 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri, deve essere ancora convertito in legge. Da allora il ministro dell’Interno avrà 60 giorni per emanare un ulteriore decreto che determini gli ambi-ti operativi delle associazioni, i requisiti per la loro iscrizione in appositi albi e le modalità di tenuta di questi ultimi. In attesa di queste indicazioni pratiche la parola d’ordine sembra essere cautela: “E’ prematura al mo-mento ogni iniziativa operativa sul territorio con l’impiego di sentinelle o il coinvolgimento di associazioni di categoria riguar-do a una questione ancora al-l’attenzione del Governo”, ebbe a dire il Prefetto di Firenze An-drea De Martino, all’indomani dell’approvazione del “decreto sicurezza”. Proprio alle strutture prefettizie il Governo ha affidato il compito di conservare e gesti-re gli albi delle associazioni dei volontari della sicurezza. Ma fintantoché il Viminale non avrà chiarito anche i dettagli attuativi e emanato le direttive tecniche, confermano dagli uffici della Prefettura, nessun elenco potrà essere creato e nessun gruppo di volontari potrà candidarsi a svolgere la funzione di sorve-glianza del territorio fiorentino in collaborazione con le forze dell’ordine.
La prefettura attende direttive dal Viminale
“Per ora tutto in stand by”
FOCUS
/L.S.
12 Aprile 2009
Se gli italiani sono un popolo di poeti, san-ti e navigatori, quando si parla di toscani sarebbe bene aggiungere anche la cate-goria degli attori. Sì, perché gli abitanti
del granducato si dilettano da tempo a vestire i panni di nobili e poveracci, giullari, studentelli e imprenditori pur di guadagnarsi le luci della ribalta. Sono tanti gli esempi di ragazzi normali diventati nel corso della vita dei veri e propri per-sonaggi, famosi al grande pubblico. Molti grazie alla comicità, altri grazie ad una recitazione seria e composta. Basti citare Roberto Benigni e Paolo Poli. Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Oppure Francesco Nuti e Alessandro Benvenu-ti, fino a quel nugolo di professionisti giovani e meno giovani che “abitano” palcoscenici impor-tanti e teatri di periferia. Ma cosa fa la Toscana per aiutare gli aspiranti divi a diventare degli at-tori con la “a” maiuscola? Poco, perché evidente-mente Firenze non è Cinecittà, ma abbastanza per dare libero sfogo alle passioni dei novelli Rodolfo Valentino. La Toscana Film Commission è la pri-ma e più attiva realtà nel settore, che promuove e sostiene le produzioni che vengono realizzate nei quattro angoli della regione e pubblica on line bandi e informazioni riguardanti corsi, casting e derivati. In questo periodo, chi volesse cimentar-si nei panni dell’attore, trova pubblicato sul sito (www.mediatecatoscana.it) il bando di Albatros Pictures che cerca attori e attrici per la realizza-zione di “Elena prigioniera dell’indifferenza”, un lungometraggio indipendente firmato da Raffaele Angiolillo. E’ la storia di una donna e dei suoi amori, dilaniati dagli eventi, dalla malattia e da “tangentopoli”. Le riprese sono previste per il prossimo mese di maggio tra Firenze e Prato e la candidatura va mandata entro il 15 aprile. Per
chi invece ha voglia di capire come funziona un set, ma senza pretendere di trasformarlo in una fonte di guadagno, ci sono gli organizzatori del film “Summer Campus” – altra pellicola che ver-rà girata nella provincia di Firenze – che cercano volontari a cui assegnare diversi compiti. Per chi invece fa sul serio, ed ha aspirazioni da regista, non mancano i concorsi. E’ dedicato agli univer-sitari il concorso “Universo-corto”, una selezione di cortometraggi e documentari riservato a stu-denti italiani e stranieri iscritti a corsi di specializ-zazione post lauream (Scadenza per la consegna: 30 maggio) e per rimanere in tema, c’è il “Corto fiction Chianciano terme”, quest’anno dedicato al tema “Corpo, anima, spirito, Dio”. Chi invece pensa di essere più tagliato per la composizione, può prendere parte a “Film video Montecatini 2009”, che mette in palio due soggiorni nella cit-tadina termale per chi realizzerà la più bella sigla per il festival. E per finire, se è l’animazione, la passione che anima la fantasia di qualcuno, c’è pronto un personaggio da realizzare: si chiama “Toni Respiro” e dovrebbe diventare la mascotte del prossimo festival Italia Wave di Livorno. Altro capitolo è quello che riguarda le scuole. Perché per ogni temerario che si precipita sul palco, c’è qualcun altro che studia con metodo costruendosi una professione. Anche da questa punto di vista, la città non è sguarnita. Basta fare un giro nella rete per trovarne diverse: dalla “Scuola nazionale di cinema indipendente” all’istituto “Immagina”, fino a corsi organizzati dalle associazioni più di-verse. E allora… ciak, si gira!
costume
FILM. L’industria cinematografica si diffonde a macchia d’olio. Tra nuovi e vecchi attori
Cinema, tutta la Toscana in un “ciak”Caterina Gentileschi
Sempre più dilagante la passione per il palcoscenico. Aumentano a vista d’occhio le
persone desiderose di mettere in pratica l’arte della recitazione. Ma quante sono le
opportunità? Pur non brillando, Firenze presenta un’offerta variegata e divertente
14 Aprile 2009
LA LEGGE 194 CHE REGOLAMENTA L’ABORTO DEVE ESSERE CANCELLATA?Il sondaggio è stato effettuato tramite il sito internet www.ilreporter.it,
una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail dicolamia@ilreporter.it. Totale votanti:1364; Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 783 (57,40%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 483 (35,41%); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 98 (7,19%); Sondag-gio tramite www.ilreporter.it: 876 (64,22); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 503(57,42%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 309 (35,27); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azio-ne: 64 (7,30); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votanti: 276 (20,23%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 159 (57,60); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 98 (35,5); Sì, ma solo
se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 19 (6,88%); Sondaggio trami-te dicolamia@ilreporter.it: totale votanti: 212 (15,54%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 121 (57,07); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 76 (35,84); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 15 (7,07%); AVVERTENZA: I “sondaggi on line” non sono sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante del-le comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che fornisco-no non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.
Ronde dei cittadini per la sicurezza sul territorio, sei d’accordo?
Così avete risposto il mese scorso
Partecipa al sondaggioPuoi votare sul sito www.ilreporter.itoppure inviaci una mail a dicolamia@ilreporter.ito telefona al numero 840.70.74.74
I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero
Il prefetto ha vietato la venditadi alcolici da asporto e di tutte le bevande in vetroin centro dalle 22 alle 3 di notte.Sei d’accordo?
1. Sì, è una misura utile contro il degrado
2. Sì, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri
3. No, non credo che serva a risolvere i problemi della città
No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te
Sì, serve un maggior controllo nelle strade
Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione7,19%
35,41%
57,40%
Tintinnar di catene e len-zuola bianche che svo-lazzano in bui corridoi? Macché, i fantasmi di
casa nostra sono molto più fanta-siosi. E anche fastidiosi a volte. Da quelli che si mettono a giocare a biliardo nel salone, a quelli che fanno dispetti di ogni tipo fino alle anime buone che addirittura offro-
In città un fantasma tira l’altro MISTERI/1. Palazzo Vecchio, Poggio Imperiale, il campanile di Giotto: ecco la mappa delle “presenze”
Francesca Puliti
curiosità
Leggenda vuole che Firenze sia ricca di spettri che si aggirano
nelle dimore antiche e che a cadenza regolare si fanno sentire. Ma
niente paura: sono buoni e a qualcuno hanno anche offerto un tè...
A sinistra, Gian Gastone de’ Medici. A destra, Anna Cappello
no il tè ai viandanti. Molti sono gli spettri illustri tra le presenze che si aggirano per antichi palazzi e nobili dimore. Personaggi storici come Bianca Cappello, che non si sarebbe ancora data pace per esser stata sepolta lontano dall’aman-te Francesco de’ Medici, o Gian Gastone ultimo discendente della stessa dinastia. Questo aristocra-tico fantasma andrebbe a spasso per le stanze della Villa di Poggio Imperiale. Sì, proprio quella che di giorno appare come un tranquillo luogo di studio. C’è chi assicura di aver sentito i passi e i lamenti del granduca nella notte e chi giura di averlo addirittura visto coi propri occhi mentre si trascinava per gli androni con passo stanco, il fisico appesantito e la parrucca un po’ scomposta dagli anni e dai tormen-ti. Lo spirito di Baldaccio d’An-ghiari, invece, avrebbe scelto come dimora il palazzo per eccellenza, Palazzo Vecchio. E’ qui che il valo-roso capitano di ventura venne tru-cidato il 6 settembre del 1441. Ad attirarlo in trappola fu Bartolomeo Orlandini, che uccidendolo sperava di metter a tacere le accuse di viltà che costui gli aveva rivolto quan-do aveva abbandonato il paese che avrebbe dovuto difendere, Marradi. Secondo un’antica tradizione ogni 50 anni, nell’anniversario della sua morte, il Baldaccio compare in quella che fu la sua magione, il Ca-stello di Sorci, mentre per il resto del tempo se ne sta rintanato nelle stanze del palazzo cittadino. Ma pare che recentemente lo spettro si sia mostrato ad una giovane coppia fiorentina, in una sera d’estate, al piazzale Michelangelo. Al ragaz-zo, fiorentino ma con origini pro-prio di Anghiari, avrebbe indicato con la mano il luogo in cui trovò la morte. Di tutt’altro spirito i fan-tasmi delle due donne che, in una notte dell’immediato dopoguerra, comparvero ad un giovane uomo che transitava in via Bolognese. Madre e figlia chiesero gentilmen-te al ragazzo di scortarle fino a casa e per ringraziarlo, una volta giunti a destinazione, lo fecero accomo-dare e gli offrirono una tazza di tè. Sembrerebbe tutto nella norma, se non fosse per il fatto che il giorno successivo l’uomo ripassò davanti all’abitazione e constatò che era in completo stato di abbandono e che le due signore che ci vivevano erano decedute da oltre 12 anni. Come potrebbero poi mancare le leggende legate agli artisti, che tanta parte hanno avuto nella storia di Firenze? Questa volta non par-liamo dei misteri legati alle opere di geni come Leonardo, ma di un altro tipo di eredità. Ad esempio, se salendo i gradini del più famo-so campanile cittadino avvertite ad un tratto una brezza fresca lo avete trovato: è il folletto di Giotto, spiri-tello amico che lo accompagnò per tutta la vita.
Tra manifestazioni del demonio, tradizioni massoniche e antica
simbologia, Firenze svela un volto sconosciuto ai più, attraverso le parole di Enrico Baccarini, appas-sionato di misteri ed esoterismo, autore di diverse pubblicazioni e libri in tema.C’è molta “materia prima” in cui scavare a Firenze? In che epoca hanno origine le storie più affa-scinanti?Firenze gode di un’enorme strati-ficazione di leggende e tradizioni esoteriche, a partire dal Medioevo fino al XIX secolo, passando attra-verso il Rinascimento. Molte sono le storie che si legano alla famiglia dei Medici, i primi a introdurre tradizioni e pratiche legate all’eso-terismo. E’ noto ad esempio che Francesco I aveva in Palazzo Vec-chio uno studio dove si dedicava alle arti magiche, alla produzione di pozioni e veleni. Intrugli spesso letali che sperimentava sui detenuti del Bargello. Il fatto che lo stesso Francesco e la sua amante Bianca Cappello siano morti avvelenati si tinge di nuovi misteri, messo in re-lazione a queste pratiche. In epoca successiva si sono sviluppate nume-rose tradizioni esoteriche. Ad esem-pio pare che gli Orti Oricellari siano stati teatro di rappresentazioni del-l’Inferno e pratiche magiche duran-te il Rinascimento. Fino ad arrivare al ‘700, quando Firenze è diventata la culla della massoneria, con tutta la simbologia ad essa collegata. Quali sono i luoghi più interes-santi?Molte strade portano i segni di credenze e leggende popolari. Nei dintorni di via Tornabuoni si tro-vano diverse statuette o immagini, poste a 2-3 metri di altezza, che te-stimoniano antiche apparizioni del demonio.E per quel che riguarda l’epoca più recente? Pare che i fantasmi siano ormai fuori moda e che i fiorentini si sia-no scordati, per fortuna, delle visi-te demoniache, così frequenti nel Medioevo. Adesso al massimo si segnalano presenze extraterrestri e ufo sui cieli cittadini.
Parla Enrico Baccarini,studioso di esoterismo
“Ma sembra siano passati di moda”
L’INTERVISTA
/F.P.
16 Aprile 2009
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curiosità
Adue passi da Santa Maria Novella, lad-dove si incrociano via delle Belle Don-
ne, via del Trebbio e via del Moro formando un piccolo slargo, si erge una colonna sormontata da una croce. E’ la Croce al Trebbio, memento al sanguinoso scontro tra eretici e fedeli che proprio qui ebbe luogo, nel lontano agosto del 1245. Un com-battimento dal-l’esito incerto. E come avreb-be potuto esse-re altrimenti in un posto come quello? Un incrocio di tre strade, un trivio caro al demonio, così racconta una leggenda popolare di origine medievale. La piazzetta rimase a lungo infestata dalla pre-senza del diavolo -dice la leggen-
da- tant’è che vi si affacciava pure una casa maledetta, antica dimora di uno stregone di satana. Narrasi che chiunque osasse mettervi pie-de fosse spinto al suicidio. Questo finché una pia famiglia fiorentina non vi andò ad abitare e riuscì, con la forza delle preghiere, ad esorcizzare quella forza malefica. Battaglie, vendette, amori spezza-ti dalla furia della gelosia. Firenze
ricca di cultu-ra, di passato, di storia. Ma anche di storie. Se le pietre po-tessero parlare, quante sareb-
bero le vicende e gli aneddoti da raccontare. Tra sogno e realtà, tra eventi accertati e ed episodi affi-dati al mito e alla leggenda po-polare. Certo la nostra non è una città “sulfurea” come Torino, la
più esoterica d’Italia, né può con-tare sui labirinti misteriosi che si celano sotto la capitale, ma accade spesso che la verità storica giochi a confondersi con interpretazioni e aggiunte di fantasia. Nonostante il traffico, i clacson, la fretta della vita moderna, pare che alcuni luo-ghi e alcuni palazzi abbiano man-tenuto intatta nel tempo la loro aura. Altri continuano ad ospitare inquilini più o meno graditi, che si manifestano solo al calar del-le tenebre, magari nelle notti più buie e tempestose. E’ il caso del Castello di Vincigliata, dove an-cora, di tanto in tanto, appare il fantasma di una donna di bianco vestita, che piange e si dispera per l’amor perduto. O di quello di Poppi, in Casentino, sulle cui mura pare si arrampichino i fanta-smi di antichi guerrieri, per darsi battaglia nel piazzale. E il cozzar d’armi s’ode ancora nottetempo. Ma è nel cuore di Firenze che si annidano i misteri più avvincenti. Leggenda vuole, ad esempio, che il Palazzo Nonfinito, all’angolo tra via del Proconsolo e Borgo Al-bizi, abbia avuto come architetto nientemeno che il re degli Inferi e che sia stato proprio lui a lasciare incompiuta la sua opera, evitando di completare le decorazioni del secondo piano. Perché? Semplice come ai tempi d’oggi: il proprie-tario del palazzo decise di rescin-dere il contratto. Niente anima, niente facciata.
Croce al Trebbio
Paola Ferri
MISTERI/2. Nella credenza popolare la Croce al Trebbio è uno dei luoghi simbolo
E la leggenda vive in Santa Maria Novella
Due i manieri toscanicelebri in questo senso:il castello di Vincigliatae quello di Poppi
Invece Palazzo Nonfinito,
secondo la tradizione, fu costruito
dal re degli Inferi in persona. Che si fermò
alla realizzazione del primo piano
per una banalissima rescissione
del contratto. Leggere per credere
Venticinque anni vissuti da “viandante” della Toscana, alla ri-cerca di quel patrimonio di misteri, miti, leggende popolari
tramandate di generazione in generazione, che rischiano di esse-re inghiottiti dalla frettolosa vita di tutti i giorni. Luigi Pruneti, saggista e scrittore, ha dedicato numerose opere alla storia e alle antiche tradizioni della nostra regione. L’ultima fatica, scritta as-sieme a Roberto Pinotti, si intitola “Stradario magico insolito di Firenze”.Da dove nasce la sua passione per questa materia?Ho cominciato ad appassionarmi negli anni ’70, dopo aver letto una serie di guide dedicate ai misteri delle città. Nelle mie ricer-che fui ispirato anche dalla rubrica “Domenica dove” di Giorgio Batini, che proponeva ogni settimana un itinerario intrigante, tra storia e immaginazione. Da allora sono venuto a conoscenza di personaggi ed episodi straordinari, scavando nelle credenze popo-lari, nella toponomastica, nelle antiche compilazioni.Tra le tante vicende in cui si è imbattuto, qual è la sua prefe-rita?Una storia di fantasmi, ambientata nella Firenze capitale. A quel tempo gli affitti erano saliti alle stelle, ma una famiglia riuscì a trovare un appartamento a un canone ragionevole in via Ghibel-lina. Il motivo di quel prezzo così basso altro non era che la pre-senza di uno spettro molesto e dispettoso. La vicenda finì addirit-tura in tribunale: la famigliola riuscì ad ottenere la rescissione del contratto.Consigli per gli appassionati. Dove cercare per trovare storie interessanti?Sicuramente la letteratura non manca in questo campo. Consiglie-rei di partire dai testi di storia di Firenze di Davidsohn o di Le-land, o dai periodici più datati dedicati alle tradizioni popolari. E prepararsi a leggere molto e a setacciare altrettanto per trovare ciò che si cerca.
Parla Luigi Pruneti, saggista e scrittore
L’insolito strada per strada
/F.P.
L’INTERVISTA
17
gas: abbiamo i pezzi di ricambio per le vostre cucine a gas. Se avete per-dite di gas noi le aggiustiamo, se la cucina fa fumo noi togliamo il fumo della vostra cucina a gas”, echeggia-va un tempo anche tra le strade di Fi-renze. E poi c’era il civaiolo, questa figura antica nata per vender tegami e pentole di coccio, fagioli, ceci, fie-no e biada per i cavalli dei fiaccherai, scaldini, trabiccoli, preti e lumi ad olio. Per civaie, appunto, si inten-devano i semi di leguminose usati quando in città si trovavano ancora tanti orti e campicelli dove molte fa-miglie allevavano un paio di galline. Spesso, erano gli stessi civaioli che vendevano uccelli da compagnia che cinguettavano nelle gabbiette appese all’esterno della bottega, in un’at-mosfera che oggi parrebbe surreale. Sembra di raccontare un mondo che non esiste più, la pellicola di un film in bianco e nero, ma fortunatamente qualcosa è rimasto ancora vivo, a tin-te forti, negli angoli di quella Firenze custode e vigile della propria storia e della propria identità. Certo, negli anni è cambiata la merce in vendita, non più o non solo civaie, ma anche alimenti come il farro, i funghi, i fa-gioli, il pesce e le spezie. Antiche bot-teghe, tramandate da babbo a figliolo, che ancora operano in locali storici e che portano avanti l’attività di fami-glia, diventando veri e propri punti di riferimento nella vita di un quartiere e nella salvaguardia della tradizione. Tirando su il bandone tutte le matti-ne, con costanza e passione.
pellotti, ne ha avute. Ma non solo, figure come l’impagliatore di sedie, l’ombrellaio, il restauratore, l’orolo-giaio sono sempre più rare. Mestieri affascinanti in via di estinzione, tra-volti dall’incalzare del tempo, spes-so dimenticati salvo ricordarcene all’improvviso, quando scatta quella particolare esigenza che solo alcuni specialisti sono in grado di soddisfare. Come non menzionare l’arrotino che passava in tutte le strade con il suo trabiccolo che spesso consisteva in una bicicletta modificata trasformata in mezzo di lavoro con cui affilava le lame dei coltelli. Il famoso “Donne, è arrivato l’arrotino! Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, col-telli da prosciutto! Donne è arrivato l’arrotino e l’ombrellaio. Aggiustia-mo gli ombrelli. Ripariamo cucine a
C’era una volta il cia-battino, c’era una volta l’arrotino, c’era una volta il civaiolo.
C’erano una volta antichi mestie-ri ed oggi non ci sono più, o quasi. Anche se ancora, a fatica, in qualche angolo della città rimane traccia del nostro passato, di quei lavori manuali che senza l’ausilio dell’elettronica e della tecnologia premiavano ingegno e sudore. Oggi, il mestiere del ciabat-tino non è considerato attuale eppu-re, Firenze di botteghe umide, dove i ciabattini insegnavano ai garzoni a torcere lo spago a suon di scap-
Tante le figure che oramai sono divenute assai rare: gli orologiai, gli ombrellai, gli arrotini
con il loro rumoroso megafono, ma anche gli impagliatori di sedie e i ciabattini. E si
finisce per ricordarsi di loro quando servirebbero ma non si trovano più
USI E COSTUMI. Sono poche le botteghe artigianali sopravvissute al tempo che passa
C’erano una volta gli antichi mestieri
amarcord
Giuditta Boeti
Donne, è arrivato l’arrotino!
Arrota coltelli,forbici, forbicine:
chi non se nericorda?
Quando nasce la vostra attività?“Il nostro Civaiolo nasce in via Taddea nel settembre del 1948 grazie ai mie genitori. Sessant’an-ni fa mio babbo Alfredo Poggesi e mia mamma Dina, iniziarono l’attività con la vendita di fieno e biada per i cavalli delle carrozze. Erano gli stessi fiaccherai a venire in bottega a comprare dieci, venti chili di avena. In negozio si ven-devano anche scaldini con la bra-ce dentro, trabiccoli, preti, lumi ad olio, tegami e pentole di coccio, fagioli e ceci. Poi, negli anni suc-cessivi, l’attività fu incrementata con sempre con più articoli”. Cos’è cambiato oggi in bottega?Oggi la bottega, che continua ad essere a conduzione familiare, vanta un vastissimo assortimento di civaie fra cui i famosi e ricer-cati fagioli di Sorana e gli zolfini del Valdarno, spezie da tutto il mondo, erbe aromatiche della Ja-maica e peperoncini piccanti che arrivano dalla Nuova Guinea. Ma anche baccalà, aringhe e lampadi-ne! Ciò che è davvero cambiato è che non ci sono più i pischelli che organizzano gli scherzi di una volta… Mio babbo mi raccontava che i ragazzini venivano in botte-ga a comprare “la terra dell’ombra del Campanile di mezzogiorno” e lui diceva di averla terminata e di possedere solo quella di un quarto al tocco! Oggi, queste scene alla Ugo Tognazzi nel film “Amici miei” non esistono più, ma ci sono i flash dei turisti che incu-riositi immortalano nei loro scatti la nostra bottega, squarcio di una Firenze immutata. Mi piacerebbe che i miei figli continuassero a portare avanti l’attività del nostro Civaiolo, per conservarne l’identi-tà storica e la tradizione. Ma anco-ra sono dei bambini. Un domani si vedrà!”.
Stefano Poggesi, titolare
Via Taddea,60 anni di civaie
L’INTERVISTA
Lo storico civaiolo di via Taddea
/G.B.
18 Aprile 2009
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Il progetto per le fermate degli autobus
prevede l’introduzione di apparecchi
elettronici (ed eco-compatibili) che forniranno
informazioni sugli autobus in tempo reale:
si potrà conoscere con esattezza
la posizione del mezzo e l’ora di arrivo
provincia
Progettare la città del futuro, proiettare la città nel futuro. E’ questo l’obiet-tivo del viaggio istituzionale negli Usa organizzato dalla Provincia di Fi-renze negli ultimi giorni di marzo. Un tour che ha visto la delegazione guidata dal Presidente Matteo Renzi confrontarsi con i rappresentanti delle
principali istituzioni universitarie della costa orientale degli Stati Uniti, dal Boston Institute, alla Harvard University, al Massachussets Institute of Technologies, con cui la Provincia ha una collaborazione avviata quattro anni fa. Incontri programmati per raccogliere spunti utili e proposte finalizzate a migliorare la mobilità pubblica a Firenze. A partire dall’introduzione delle paline elettroniche, prevista nel prossi-mo bando di gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale, che andranno a sostituire almeno 1500 dei 2500 vetusti cartelli alle fermate degli autobus. Nuovi apparecchi in grado di fornire informazioni in tempo reale relative al traffico e ai mezzi pubblici in arrivo attraverso sofisticate tecnologie in grado di collegare telepa-ticamente autobus e pensiline. Soluzioni non avveniristiche, come hanno dimostrato i ricercatori del MIT, ideatori di un prototipo presentato alla delegazione fiorentina. Un progetto che prevede paline totalmente eco-compatibili, grazie all’alimentazione ad energia eolica e solare. Sulla parete principale sarà possibile consultare orari e fermate interagendo con uno schermo luminoso e leggero. Sarà inoltre possibile co-municare a distanza con le pensiline grazie al dispositivo bluetooth e lo schermo sarà
Angelo Lenosi
Matteo Renzi negli Usa
IL VIAGGIO. La visita del presidente Matteo Renzi negli States ha portato nuovi spunti per migliorare la mobilità
Paline intelligenti per i bus. Made in Usa
Non solo sviluppo tecnologico. Il viaggio americano della delegazione della Provincia di Firenze è stato finalizzato anche alla valorizzazione
delle risorse culturali fiorentine e alla promozione del turismo a stelle e strisce nella nostra città. Nel breve e nel lungo periodo. In questa direzione la presentazione al Rockfeller Center di New York della mostra “Galileo immagini dell’universo”, dedicata alle scoperte del geniale scienziato to-scano. Un’iniziativa, frutto di una collaborazione tra l’Enit e la Provincia di Firenze, che ha rappresentato, nelle parole del presidente della Provin-cia Matteo Renzi, “un modo innovativo di dare respiro internazionale ad un evento di grande valore culturale per Firenze e il suo territorio”. E la
presentazione della mostra dedicata a Galileo non è stata altro che il mo-mento culminante di un quadro di progetti rivolti ad aumentare l’appeal del capoluogo toscano, come ad esempio l’accordo stretto tra la Provincia, Alitalia Agenzia del Turismo e la Fondazione Palazzo Strozzi. Un’intesa che prevede uno scambio di servizi e agevolazioni per i visitatori della mostra dedicata che decideranno di giungere a Firenze con un volo della compagnia italiana. Un passo avanti nel tempo, e uno indietro nella storia: da Galileo a Amerigo Vespucci. In occasione del quinto centenario della morte, ricorrente nel 2012, la Provincia ha intenzione di dedicare al naviga-tore ed esploratore fiorentino una serie di eventi di interesse internazionale
che coinvolgano i cittadini dell’una e dell’altra parte dell’Atlantico. Un pro-getto ambizioso di cui il Presidente Renzi vorrebbe rendere partecipe anche l’ambasciata italiana a Washington. E proprio nella sede diplomatica Renzi ha presentato la proposta di legge istitutiva delle celebrazioni e rinnovato la forte volontà della Provincia, della Regione e dell’Università degli studi di Firenze nell’organizzazione degli eventi che comporranno l’anno “vespuc-ciano”. Eventi che procureranno non solo un indotto in termini turistici, ma costituiranno anche una sorta di ponte culturale e scientifico che andrà a ce-lebrare i viaggi e le scoperte compiute da Amerigo Vespucci, l’esploratore fiorentino a cui l’America deve il suo nome.
IL FOCUS
dotato del touch screen. Grazie a dispo-sitivi satellitari sarà possibile conoscere in qualsiasi momento la posizione esat-ta dell’autobus e di conseguenza sapere in anticipo i tempi di attesa alla fermata. Inoltre, per agevolare le persone ipove-denti, le paline del futuro saranno dota-te anche di un sistema audio. Le nuove apparecchiature rappresentano solo l’inizio di un grande progetto di mo-dernizzazione lanciato dalla delegazio-ne guidata da Renzi agli scienziati del MIT. Un progetto, dal titolo “Florence smart City” (Firenze città intelligente), che ha l’ambizione di disegnare la città del futuro, e consistente nello studio di fattibilità di innovazioni tecnologiche da applicare all’area metropolitana fio-rentina: dall’infomobilità (nuove paline Ataf e non solo), al risparmio energe-tico, dall’estensione delle reti wireless alla gestione tecnologica dei rifiuti. Un piano coordinato dalla Fondazione per la Ricerca e l’innovazione, che vede lavorare a stretto contatto Provincia e Università di Firenze, e che si avvarrà della supervisione scientifica dei ricer-catori del MIT di Boston e dei contri-buti provenienti dai centri di ricerca di aziende leader mondiali nel campo dell’innovazione tecnologica. Progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei fiorentini e di tenere la città al passo con i tempi. Perché il futuro non può attendere.
Questa ed altre iniziative consentiranno di rilanciare l’indotto turistico
Una proposta di legge per istituire l’anno Vespucciano
20 Aprile 2009
992414
politica Firenze
Un passato da calciatore, un presente da gior-nalista sportivo, un futuro da amministra-tore pubblico. Giovanni Galli, ex portiere di Fiorentina, Milan e Nazionale, è il can-
didato sindaco del centrodestra. Guiderà una lista civica che correrà a fianco del Popolo della Libertà. Smessi i panni del calciatore, e abbandonati gli studi di Media-set, Galli è pronto per lanciarsi verso una sfida nuova. Sulla scrivania all’interno del suo quartier generale ri-tratti di famiglia e una cartellina contenente i dossier sui problemi di Firenze. La corsa verso Palazzo Vecchio è iniziata. Una sfida molto impegnativa. Cosa l’ha spinta ad ac-cettare la proposta?L’amore per la mia città. In tutti questi anni in cui mi sono dedicato alle attività sociali sono stato a stretto contatto con i fiorentini, ho vissuto al loro fianco la quo-tidianità, le difficoltà ed i problemi che ogni cittadino si trova costretto ad affrontare. Mi sono reso conto che Firenze così non può funzionare. Per questo motivo ho deciso di impegnarmi in prima persona, accogliendo l’invito giunto dal Popolo della Libertà. Del resto non ho tessere di partito in tasca, ma ho sempre avuto fidu-cia in Silvio Berlusconi. Ho avuto modo di conoscerlo nella sua veste di imprenditore, e gli riconosco grandi capacità.Adesso ad attenderla c’è una partita lunga circa due mesi. Che campagna elettorale sarà?Mi confronterò con la gente, camminando lungo le stra-de della città, in centro come in periferia. Ascolterò i miei concittadini, le loro necessità e le problematiche che solleveranno. Il programma scaturirà fuori da que-sti incontri. Non bisogna offrire agli elettori un menù a prezzo fisso, promesse in cambio di un voto. Vorrei creare un progetto di condivisione assieme ai fiorenti-ni. Se si fideranno mi voteranno, altrimenti voteranno qualcun altro. Un progetto all’interno del quale ci saranno sicura-mente alcune priorità. Quali?Innanzitutto garantendo la sicurezza dei cittadini, tornan-do a far vivere le strade di Firenze. Il governo ha proposto l’impiego dell’Esercito, non vedo perché respingere que-sta iniziativa. Nessuno vuole una camionetta dell’Eser-cito in piazza Duomo, ma potremmo dislocare i militari presso i consolati, consentendo agli agenti di polizia di presidiare il territorio. Inoltre dobbiamo risolvere i pro-blemi legati alla mobilità e alla viabilità, a partire dalla messa in discussione dei progetti della tramvia. Infine
dobbiamo incrementare le politiche sociali. Sono queste le principali questioni aperte. Non sono io a dirlo, ma i fiorentini con cui mi sto confrontando. L’obiettivo princi-pale è riqualificare la città, migliorare la sua immagine a livello nazionale e internazionale. Dobbiamo trasmettere un messaggio: Firenze sta ripartendo. Restiamo sulle iniziative sociali. Un tema a lei molto caro. L’amministrazione comunale deve essere al fianco di chi è in difficoltà, attraverso lo sviluppo di progetti di integra-zione e inclusione dedicati a chi ne ha bisogno. E il mio pensiero va soprattutto ai ragazzi con disabilità. Abbiamo il dovere di fare qualcosa per loro e allo stesso tempo dare forza e orgoglio alle loro famiglie. E le politiche di integrazione riguardano anche gli extracomunitari. Dob-biamo comprendere le loro ragioni ed accoglierli. Purché siano in regola. Questo per rispetto nei loro confronti, perché non sopporto l’idea di vederli dormire per terra o sotto un ponte. Dobbiamo dar loro la possibilità di riscat-tarsi. Che non tradiscano la nostra fiducia, però. Sarà una sfida difficile, con avversari molto ostici. Paura di perdere?Assolutamente no, perché la partita è aperta. In tutta la mia carriera non ho mai avuto paura di perdere, e non ce l’ho neanche oggi. E del resto non ho neanche paura di vincere. Sono pronto ad affrontare questa nuova sfida.
Giovanni Galli
La sua elezione è passata sotto traccia, non per sue responsa-
bilità, ma per circostanze esterne chiamate primarie. Del resto non poteva essere altrimenti, visto che Simone Naldoni ha ricevuto l’in-vestitura a segretario metropoli-tano del Partito democratico il 14 febbraio scorso. E dire che, mentre il Pd si confrontava animatamen-te sul nome del futuro candidato a sindaco per il centrosinistra, la dirigenza locale convergeva in maniera quasi unanime sul nome di Naldoni quale erede di Andrea Barducci, autosospesosi dall’inca-rico per dedicarsi anima e corpo alla corsa per la conquista della poltrona di presidente della Pro-vincia di Firenze. Una successione che avrebbe potuto generare ulte-riori scontri, ma così non è stato. Nonostante le fibrillazioni inter-ne tutto è filato liscio (tre i voti contrari, quattro gli astenuti), con somma soddisfazione dei vertici democratici. E di Naldoni stesso. Che per svolgere al meglio il suo nuovo ruolo ha scelto di avere al suo fianco un esecutivo ridotto da diciotto a otto membri, rigoro-samente equiparatiti tra uomini e donne.Un collegio,quello guidato da Naldoni, che avrà il compito di collaborare con il coordinatore cittadino Giaco-mo Billi ed il se-gretario regionale Andrea Manciulli, con l’obiettivo pri-mario di completa-re lo scacchiere delle candidature locali e prepararsi alla campagna elettorale, per far sì che il Pd con-fermi a giugno i successi eletto-rali ottenuti sotto la segreteria di Andrea Barducci. Predecessore con cui Naldoni ha alcuni punti in comune: entrambi sestesi, en-trambi provenienti dall’area ex Ds, entrambi con alle spalle una
lunga esperienza politica.Quaran-taquattro anni, laureato in storia contemporanea, Simone Naldoni è stato infatti segretario comunale Ds dal 1997 al 2001, incarico ab-bandonato per entrare nello stes-so anno nella giunta comunale di Scandicci. Ruolo nel quale è stato riconfermato anche nell’ammini-strazione guidata da Simone Ghe-ri: attualmente Naldoni ricopre la carica di assessore alle politiche sociali e alla sanità e alla casa, ol-tre ad essere, dal 2004, presidente
della Società della Salute dell’area Fi-renze Nord-Ovest. Impegni politici e professionali a cui il neosegretario
metropolitano del Partito demo-cratico ha affiancato nel tempo la passione per il calcio (con un pas-sato da giocatore di buon livello ed un presente da tifoso della Fio-rentina) e quella per la musica di Fabrizio De André. Interessi che adesso più di prima Naldoni dovrà far conciliare con il suo nuovo im-portante ruolo.
Simone Naldoni
Angelo Lenosi
“Sono pronto per la sfida.E non ho paura di vincere”
AL VOTO. Giovanni Galli, candidato sindaco del centrodestra
Simone Naldoni, l’uomodell’unità ritrovata del Pd
/L.S.
IL PERSONAGGIO. E’ il nuovo segretario metropolitano
La dirigenza locale lo ha scelto quasi all’unanimità
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Una rondine non fa primavera, ma una gita sì. Come animali usciti dal letargo, ap-pena un raggio di sole riscalda le giornate, i fi orentini si organizzano e partono per avvincenti gite domenicali. All’insegna della sobrietà, questo è certo. Niente di lontanamente paragonabile alle paranze che metterebbero in scena i melodram-matici napoletani, che per un picnic por-tano con sé una vagonata di cibo pronto. I toscani si accontentano di una bella man-giata in una trattoria di provincia, maga-ri sotto un pergolato fi orito, nella quale si illudono SEMPRE di mangiare (e bere) bene e di spendere poco. Niente di meno probabile. Una volta fi nito il banchetto, si avviano alla scoperta di borghi e paesini, girandoli con facce stupite e compiaciute, come se si trovassero su un altro pianeta.
Dalle porte delle casine in pietra, spesso si aff acciano inglesi e tedeschi che hanno messo radici da tempo tra ulivi e vigneti. Gente che ormai, il toscano doc, lo man-gia a colazione. E poi c’è un’altra scuola di pensiero. Quelli che il weekend vanno al mare. Si fa per dire, ovviamente. La tem-peratura ancora non consente di mettersi in costume a prendere il sole, ma molti dei pionieri della Versilia si avventurano verso la spiaggia per il solo gusto di mangiare del pesce, sfoggiare occhialoni e pantalo-ni bianchi e fare una passeggiata sul lun-gomare a guardare le vetrine. Dopodichè, senza neanche mettere un piede sulla sabbia, si godono una coda rientrando in città. Il tutto per il solo gusto di raccontare sornioni ai colleghi in uffi cio: “Ah! Questo fi ne settimana sono stato al mare”. Sarà.
QUANDO BEL TEMPOFA RIMA CON GITA
tempo libero
FUORI PORTA. Con il ritorno della bella stagione inizia il periodo delle gite all’aria aperta
Primavera, la scampagnata è servita
Dopo lunghi mesi trascorsi a patire il freddo e la pioggia, fi nalmente possiamo svegliarci dal letargo: è primavera. Il sole è ancora pallido ed incerto, ma accarezza la pelle quel tan-to che basta per far venir voglia di lasciare i nostri accoglienti rifugi invernali, per godere della natura che di nuovo fi orisce e delle città che tornano ad animarsi. Di primo acchito
tutti vorrebbero fuggire lontano, lasciandosi alle spalle il lavoro e le preoccupazioni, ma il più delle volte il portafoglio magro ed i giorni liberi riducono ampiamente il raggio di scelta delle destinazioni. Tanto più se a spostarsi è un’intera famiglia, poiché il costo della gita sale non di poco. Così, sono sempre più numerosi i fi orentini che, unendo l’utile al dilettevole, decidono di rimanere entro i confi ni della Toscana, spendendo poco ed offrendosi una piccola vacanza di tutto rispetto. Dalle splendide colline del Chianti alle cittadine medievali, tutta la regione offre centinaia di spunti per trascorre una giornata o un intero fi ne settimana all’insegna della cultura e del benessere. Un suggerimento? Il primo passo utile per organizzarsi è capire che genere di escursione si vuole intraprendere: questo signifi ca non solo valutare risorse e tempo utile, ma optare anche per una meta che metta d’accordo tutti. Per esempio, la vacanza culturale che segue tappa dopo tappa musei, conventi ed opere d’arte, è adatta ad un turista più maturo o magari ad una coppia: da evitare invece se si hanno bambini, che con tutte le
Simele Kruklidis
ITINERARIO 1 GIORNO Mugello, antichi mulini ad acquaUna piccola gita all’insegna della tradizione, per riscoprire i mestieri del passato, fa tappa nel Mugel-lo. Questa zona è infatti disseminata di otto splendidi mulini ad acqua, oggi visitabili su prenotazio-ne, alcune case-museo che raccolgono antichi attrezzi da lavoro e graziose botteghe artigiane. A Borgo San Lorenzo c’è il Mulino Margheri, risalente all’anno 845 ed il Mulino di Grezzano, del 1580 circa, divenuto vero e proprio museo. Spostandosi a Firenzuola e dintorni, si incontrano il mulino di Valtellere, splendidamente restaurato, quello più spartano di Razzaiole ed il mulino dei Lotti: a pochi passi da qui, vale una visita il Museo della pietra serena, aperto nei week end.
ITINERARIO 2 GIORNI Dalle cave di Carrara alle Alpi La prima tappa verso le conche marmifere conduce a Carrara: qui, le splendide cave di Fantiscritti, Colonnata e Ravaccione costituiscono il lato più imponente dei bacini apuani ed off rono una super-ba vista dei maestosi ravaneti sui fi anchi dei Monti Serrone Maggiore e Spallone. La sera, di ritorno a Carrara, si può fare una tappa nel luminoso paesino di Torano e la suggestiva piazza Alberica. Il giorno seguente si arriva in poco tempo a Campocecina, località montana delle Alpi Apuane set-tentrionali: dei numerosi sentieri panoramici che si possono imboccare, il monte Borla ed il monte Sagro regalano la visione di una natura rigogliosa.
ITINERARIO 3 GIORNI Volterra – Larderello – Massa MarittimaIl primo giorno dell’ itinerario è dedicato a Volterra: si parte subito dal museo etrusco Guarnacci, uno tra i più antichi e completi del suo genere e, dopo pranzo, vivamente consigliato è un giro in piazza dei Priori, sulla quale si aff acciano splendidi edifi ci, come il Palazzo Vescovile o Palazzo Pretorio. Da non perdere il Duomo e l’anfi teatro romano. Il secondo giorno, dopo grandi curve panoramiche sulle colline, si arriva a Saline, antico centro per l’estrazione del sale minerale ed ai soffi oni boraciferi di Larderello. L’ultimo giorno del mini viaggio tocca Massa Marittima, le spiagge di Follonica ed in particolar modo Cala Violina, baia sabbiosa di grande bellezza, premiata anche da Legambiente.
TOUR
probabilità si annoierebbero. I luoghi “papabili” sono a dir poco numerosi: per citarne alcuni, c’è l’ab-bazia di Monte Oliveto, quella Benedettina di San Gaudenzio, ed ancora la certosa di Farneta a Lucca, ed il convento de la Verna in Casentino. Ma la gita può essere orientata anche alla salute, ed in tal caso sono d’obbligo le escursioni nel verde e le camminate lungo le viuzze dei borghi d’altri tempi. Oppure può essere dedicata alla gastronomia, facendo un salto a Colonnata o scovando qualche sagra di paese. Di possibilità ce ne sono per tutti i gusti ed età, dai ruderi di Castelvecchio, alle cave di Carrara, dai colori del Casentino ai mulini del Mugello, dal parco migliarino di San Rossore ai soffi oni di Larde-rello. Si tratta solo di prendere carta e penna ed organizzare, mappa in mano, il percorso più adatto alle vostre esigenze. Dopodiché, infi latevi vestiti comodi, zaino in spalla e, perché no, organizzate un bel pic-nic: la gita perfetta di inizio primavera è servita.
22 Aprile 2009
APRILE 2009
La situazioneDa qualche mese a questa parte la nostra nazione, come del resto l’Europa e il resto del mondo, è stata travolta da una grave crisi economica e finanziaria, che oggi sta dando forti segnali anche nell’economia reale, mettendo a serio rischio aziende e posti di lavoro.Anche l’A.C. non può non risentire di questo quadro di crisi: da una parte il Governo chiede una limitazione drastica degli investimenti e delle spese, non sostituisce integralmente le tasse abolite (ICI), mentre le difficoltà economiche del territorio rischiano di diminuire fortemente gli introiti tradizionali dell’Ente Locale, legati soprattutto all’attività edilizia.Minori risorse dunque e minori capacità di spesa in un momento in cui ci sarebbe forte necessità di interventi sociali diffusi e significativi, anche per ceti sociali tradizionalmente non bisognosi ma che sono costretti ad affacciarsi per la prima volta sulla soglia della povertà.
EntrateSu questo fronte dobbiamo prendere atto di una consistente minore entrata che va a sommarsi alla carenza storica del Comune, coperta negli anni scorsi da recuperi, oneri di urbanizzazione, alienazioni ecc.L’entrata principale degli Enti locali era costituita fino al 2007 dall’ICI. La nostra entrata ICI, come è ormai noto, era già modesta a causa degli estimi catastali non adeguati e che la legge non aveva mai permesso di aggiornare. Il governo Berlusconi ha poi tolto l’ICI a tutti i proprietari di prima casa , con la promessa di restituire ai Comuni la cifra corrispondente. Con due conseguenze negative per gli Enti Locali: un danno strutturale perché ha congelato un entrata che poteva crescere nel tempo con la realizzazione di nuove abitazioni o con la determinazione di variazioni nell’aliquota della tassa, e un danno ancora più insidioso con la mancata completa copertura delle cifre dovute ai Comuni. Nel 2008 infatti sono mancati nel nostro bilancio circa 200.000€ e per il 2009 l’ANCI consiglia di mettere in bilancio una cifra dal 5 al 10 % inferiore al dovuto.Inoltre il decreto con i quale si è eliminata l’ICI prima casa impone ai Comuni di non ritoccare alcuna tassa Sul fronte delle entrate comunali dobbiamo poi sottolineare il minor gettito degli oneri di costruzione legati alla crisi del settore edile, Si possono quindi calcolare minori entrate per circa 500.000€, che vanno ad aggiungersi alle difficoltà storiche del nostro bilancio, che vede mancare da vari anni entrate strutturali adeguate a coprire i costi dei servizi, almeno se si vogliono mantenere servizi di qualità.
UsciteAltrettanti sono i problemi sul fronte delle uscite, legati in particolar modo al patto di stabilità interno, cioè a quei parametri imposti dalle varie finanziarie finalizzati al risanamento complessivo dello stato.A questo proposito occorre sottolineare che i comuni italiani, a parte qualche sporadica eccezione, hanno rispettato negli anni queste norme realizzando un saldo complessivo anche superiore a quello stabilito.Se non si vogliono drasticamente tagliare i servizi il risparmio del patto di stabilità va operato sulla spesa in conto capitale, cioè la capacità in un anno di pagare interventi nel campo dei lavori pubblici, delle manutenzioni ecc.Dai 3.700.000€ spendibili nel 2007 siamo passati ai 2.500.000 del 2008 e ai 2.100.000 circa del 2009 , che dopo l’interpretazione restrittiva data dalla Circolare Tremonti dell’art 77 bis della finanziaria sono ridotti a circa 1.400.000.\ 1.500.000Questo significa che molti lavori finanziati e progettati non possono essere realizzati, e la cosa appare particolarmente negativa in quanto è in corso la realizzazione della Circonvallazione di Impruneta (opera essenziale per lo sviluppo del territorio che Provincia e Comune con grande impegno sono riusciti a far ripartire), che da sola assorbe la quasi totalità delle capacità di spesa. L’A.C. non vuole certo rifiutarsi di contribuire al risanamento dello stato, ma indigna fortemente vedere il Governo usare due pesi e due misure nei confronti dei cittadini , prima di tutto finanziando i dissesti di alcune amministrazioni (vedi Catania ed oggi forse anche Palermo) e poi approvando deroghe al patto di stabilità per il solo comune di Roma.
Oggi l’ANCI raccoglie la preoccupazione dei sindaci di destra e di sinistra, della Lega come del PDL e del PD nella richiesta di allentare i limiti del patto di stabilità, per evitare che i Comuni in gran numero si vedano costretti a non rispettarlo, ma soprattutto per rispondere a quella richiesta di stimolo all’economia locale che viene dalle categorie economiche e da Confindustria.I lavori pubblici progettati e finanziati e oggi fermi non sono solo quelli del Comune di Impruneta, sono milioni di euro immobilizzati che non aumenterebbero il debito pubblico, ma invece darebbero lavoro e porterebbero sviluppo in un momento di crisi economica così acuto.
Gli interventiMa il compito di un sindaco e di una maggioranza è proprio quello di affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione tenendo sempre presenti le necessità dei cittadini e individuando le priorità delle scelte da fare.Per questo abbiamo costruito un percorso di intervento Possiamo così riassumere gli obiettivi che ci siamo proposti:a) Prioritariamente mantenere, pur nella difficoltà, un livello soddisfacente nell’erogazione dei
servizi, tutelando in particolare le fasce più deboli della popolazioneb) verificare ogni possibilità di aumentare le entrate, in modo da poter assicurare le risorse per fornire
i servizi, e capacità di spesa per gli investimentic) razionalizzare e ridurre gradualmente la spesa corrente, limando il più possibile i consumi, evitando
di aumentare l’indebitamento, individuando modalità nuove e più economiche nell’erogazione dei
servizid) nei pochissimi investimenti possibili privilegiare gli interventi volti a realizzare infrastrutture per
lo sviluppo e tutto ciò che serve alla sicurezza delle scuole, degli edifici, delle strade, delle reti dei servizi, tenendo presenti le criticità di tutto il territorio.
e) Velocizzare la stesura e l’approvazione del RUC come elemento di sviluppo sia per i cittadini e le imprese, sia per l’Ente
Le azioni necessarie ad assicurare gli interventi necessari per l’anno 2009 riguardano , come abbiamo sottolineato, sia le entrate che le uscite del Bilancio
Entrate• rivisti gli importi sugli oneri di costruzione, fermi da tempo, sono state inasprite le sanzioni nelle
sanatorie edilizie, è stata individuata una modalità di accertamento e riscossione per le sanzioni al codice della strada che si spera darà i suoi frutti.
• riconfermato il progetto per il mantenimento del gruppo di lavoro per l’espletamento delle pratiche relative ai condoni edilizi.
• utilizzato lo strumento delle valorizzazioni, offerto dalla Finanziaria ,con lo scopo di trovare risorse per il bilancio corrente ma nello stesso tempo di evitare il ricorso all’indebitamento.
• Posto le condizioni per la stesura e l’approvazione del Regolamento Urbanistico, strumento essenziale per garantire un incremento di risorse
• TARSU Quest’anno l’aumento sarà di circa 6% ,inferiore allo scorso anno per un lavoro svolto da provincia, Quadrifoglio e Safi sui costi delle discariche, con un accordo che si spera stabilizzerà i costi dello smaltimento. ma tra ciò che potrà addossarsi l’A.C e i due punti di riduzione sull’aliquota di spettanza provinciale possiamo prevedere che l’aumento per i cittadini sarà di circa il 2,19%.
• TARIFFE Per quanto riguarda le tariffe scolastiche il bilancio non riuscirà ad assorbire completamente l’aumento dei costi della nuova concessione, come abbiamo fatto lo scorso anno, anche perché sono prevedibili contraccolpi negativi sui ricavi legati alla riforma Gelmini. Abbiamo però fatto una operazione che salvaguardi il più possibile le fasce di reddito più basse ( nessun aumento per la prima fascia, limitato quello della seconda), interessando invece alla copertura dei costi la parte delle famiglie che non rientra nelle fasce agevolate.Anche per il nido le tariffe sono state ritoccate secondo questi criteri E’ stata individuata una forma di agevolazione aggiuntiva per quelle famiglie che nel corso dell’anno si troveranno con un genitore o due in mobilità o in cassa integrazione,
BILANCIO DI PREVISIONE 2009 - ENTRATE
Entrate tributarie (ICI, add.IRPEF, TOSAP, TARSU) 7.401.465,68 € 45%
Trasferimenti correntidallo stato e da altri enti
3.330.361,15 € 20%
Entrate extratributarie(Tariffe comunali, sanzioni e diritti di segreteria...)
1.508.158,67 € 9%
Alienazioni e trasferimenti di capitale(Valorizzazioni: 1.778.000,00 €,
trasf.regionali: 700.000,00 € per Opera Pia,
Conc. edilizie: 790.000,00 €,
Partite di giro per il tesoriere: 1.000.000,00 €)
4.278.898,90 € 26%
Mutui e prestiti 0,00 € 0%
Totale 16.518.884,40 €
B ila n c io d i p r e v is io n e 2 0 0 9 - E n tr a te
mu tu i e p r e s titi
0%
En tr a te e x tr a
t r ibu ta r ie
9% Tra s f e r ime n ti
c o r re n t i
20%
En tr a te
t r ib u ta r ie
45%
A lie naz io n i e
tr a s f e r ime n ti d i
c ap ita le
2 6%
Bilancio di previsione 2009
2
UsciteL’obiettivo è quello di ridurre gradualmente la spesa in tre anni, per arrivare a bilanciare entrate e uscite correnti.Qualcosa si potrà ancora fare con tagli nei vari settori, soprattutto via via che scadranno appalti e contratti, ma soprattutto occorrerà ripensare alle modalità di erogazione di alcuni servizi, andando verso una gestione di tipo diverso.Nell’anno in corso è stato fatto un taglio di circa il 3 % rispetto alla spesa dello scorso anno, : i tagli sono stati distribuiti in modo piuttosto omogeneo sui vari settori, interessando il personale, le manutenzioni, le attività promozionali e culturali, la scuola e in piccola parte anche i servizi sociali.Qui il taglio non è fatto sulle spese comunali,che sono state riconfermate, ma nasce dal fatto che l’Ente non sarà in grado di sopperire ai minori trasferimenti statali e regionali, corrispondenti al taglio del Governo del 30% sul fondo sociale.
B ila n c io d i p r e v is io n e 2 0 0 9 - S p e s e
Sp es e
d 'in v e s t imen to
17,5%
Spe s e p e r r imbo rs o
p re s t it i
6,2%
S pes e c o r r en t i
76,3%
BILANCIO DI PREVISIONE 2009 - SPESE
SPESE CORRENTI 12.609.359,22 € 73,6%
SPESE D’INVESTIMENTO (*) 2.884.795,18 € 17,5%
SPESE PER RIMBORSO DI PRESTITI 1.024.730,00 € 6,2%
Totale 16.518.884,40 €
(*) Ma il limite di spesa in conto capitale è di 1.580.000,00 €
(non potremo spendere di più)
ValorizzazioniLa Finanziaria prevede oltre al censimento degli immobili in disponibilità dell’Amministrazione anche la possibilità di valorizzare alcune proprietà comunali in modo da poter ritrovare risorse.Questa operazione si rivela necessaria per vari motivi:
1. per assicurare risorse che possano garantire di completare il pareggio di bilancio, gravato da una carenza di entrate storica e non accendere nuovi mutui;
2. per garantire anche negli anni successivi un incremento nelle entrate degli oneri di urbanizzazione , assicurando così entrate in bilancio nell’attesa dell’entrata in vigore del RUC;
3. per offrire alcune possibilità di lavoro e investimento al mercato e alle imprese del nostro territorio in un momento di stasi, nel quale anche l’A.C. non può operare investimenti;
4. per trovare risorse utili a risolvere alcune questioni relative agli edifici comunali, questioni che il limite del patto di stabilità rinvierebbe nel tempo.
L’A.C. ha preso in visione soprattutto quattro interventiTre valorizzazioni riguardano la previsione di modesti interventi residenziali in aree di proprietà comunale, alla Presuria e nel Parco dei Sassi Neri a Impruneta e lungo Via della Cooperazione a Tavarnuzze. Sono, come ho detto, interventi di modeste dimensioni, che rientrano nelle Utoe e costituiscono una anticipazione del Regolamento urbanistico.Il primo appare un piccolo stralcio della più complessiva trasformazione dell’area dovuta agli interventi edilizi a seguito dello spostamento delle aziende Pesci Ref e Bilancino, che daranno una sistemazione definitiva alla viabilità e ai servizi di questa zona riqualificandola.Il piccolo intervento sui Sassi Neri , a lato della strada che sbocca su Via Vittorio Veneto, sostituirà in modo più congruo all’ambiente il posteggio per camper ivi previsto e contribuirà a trovare le risorse per una sistemazione definitiva del Parco, integrando quei lavori che non sono rientrati negli oneri delle lottizzazioni.A Tavarnuzze l’intervento verrà ad situarsi su Via della Cooperazione, ma deve essere visto nell’ambito della risistemazione della viabilità e dei servizi previsti con l’intervento alle Poste e dare risorse anche per una sistemazione delle criticità della zona.La realizzazione di questi interventi porterebbe entrate dalla vendita dei terreni ( parte delle quali dovranno essere destinate ad interventi di miglioramento delle zone interessate), ma anche oneri di urbanizzazione negli anni seguenti. Potrà essere inoltre un volano per le nostre imprese, offrendo in un periodo difficile, anche per la mancanza di pianificazione, possibilità di lavoro.
E’ intenzione dell’Amministrazione procedere, dopo la valorizzazione, alla messa in vendita dei due terreni ad Impruneta, rinviando nel tempo quello di Tavarnuzze, che potrebbe rivelarsi anche non necessario o realizzabile quando gli interventi privati previsti nell’area si siano concretizzati e permettano quindi una valutazione più puntuale.IL quarto riguarda la valorizzazione dei locali della ex Coop, con l’accorpamento del volume posto nel resede posteriore al corpo del fabbricato e un modesto aumento di volume, con l’obiettivo di un risanamento complessivo del retro, riqualificando la facciata posteriore in armonia con l’edificio ristrutturato della banca.L’obiettivo qui è la vendita dell’immobile e il contestuale acquisto dei locali dismessi dalla Banca di Credito Cooperativo.Questo permetterebbe di utilizzare gli spazi della ex banca per il tempo necessario per la ristrutturazione del Palazzo Comunale,per la quale i tempi si allungheranno vista la difficoltà a realizzare i lavori legata ai limiti del patto Alla fine del percorso, quando sarà possibile avere in disponibilità sia il Palazzo Comunale che l’edificio di Via Rosselli a Tavarnuzze i locali potranno essere valorizzati e venduti, se necessario.
Interventi negli altri settoriPer mancanza di spazio mi limiterò a sottolineare come, in questa difficile situazione, l’A.C. abbia continuato ad impegnarsi, all’interno della spesa corrente per garantire servizi adeguati e controllati ai cittadini, in particolare ai minori (contributi all’attività scolastica, due asili nido, sezione della Biblioteca, sostegno alle associazioni che si occupano dei minori, rassegna teatrale per i ragazzi, progetto Pimpirulino , centri estivi per non citarne che alcuni), ai disabili(centro di socializzazione, attività motoria ad hoc, trasporto sociale ecc.) agli immigrati ( progetti di acqusizione della lingua per adulti e bambini, supporto alla scuola, sportello immigrati ecc.) agli anziani ( ricoveri, assistenza domiciliare, vacanze anziani, servizi di trasporto, informanziani ecc), alle famiglie (servizi per il disagio minorile, operatori di strada, attività integrative Occhio al tempo, punto insieme ecc., assegnazione case popolari)Altro elemento importante è l’impegno sulla cultura e lo sviluppo, quest’anno caratterizzato dalla mostra internazionale del cotto, supportata dall’Ente Cassa di Risparmio, con una serie di iniziative collaterali volte a sostenere le nostre imprese, ad aprire loro nuovi orizzonti ma anche a promuovere il territorio nel suo insieme.A questo si aggiunge l’attività delle nostre associazioni: che tanto si adoperano per la valorizzazione culturale e sociale del territorioAnche le manifestazioni tradizionali, avranno tutta l’attenzione dell’Amministrazione, che garantirà loro aiuto economico per quanto possibile, ma anche appoggio strumentale e operativo, nonché sostegno e supporto nella ricerca di finanziamenti.
Cosa spendiamo per....
SPESE CORRENTI PREVISIONE 2009
INCIDENZA %SU SPESE 2009
COSTO POLITICA E ORGANI ISTITUZIONALI 205.867,00 1,63%
ASSICURAZIONI 120.603,00 0,96%
STAMPATI E CANCELLERIA 20.000,00 0,16%
VESTIARIO PERSONALE 11.905,00 0,09%
PULIZIE LOCALI 117.150,00 0,93%
FITTI PASSIVI 219.500,00 1,74%
PRESTAZIONI VARIE UFFICIO POLIZIA 72.745,00 0,58%
COMUNICAZIONE 64.610,00 0,51%
PROMOZIONE TURISTICA E SVILUPPO 51.049,00 0,40%
UTENZE 560.184,05 4,44%
SMALTIMENTO E SPAZZAMENTO RIFIUTI 2.608.573,40 20,69%
CIMITERI 52.500,00 0,42%
MANUTENZIONI 210.183,01 1,67%
MANIFESTAZIONI CULTURALI 107.099,00 0,85%
BIBLIOTECA E MUSEO 22.950,00 0,18%
GESTIONE IMPIANTI SPORTIVIE MANIFESTAZIONI SPORTIVE
95.800,00 0,76%
MANUTENZIONE E ASS.ZA INFORMATICA 50.000,00 0,40%
PERSONALE + NUOVO CONTRATTO ENTI LOCALI 4.681.147,00 37,12%
REFEZIONE 135.000,00 1,07%
TRASPORTO SCOLASTICO 241.274,33 1,91%
ASILI NIDO 184.000,00 1,46%
ASSISTENZA SOCIALE 614.795,10 4,88%
CENTRO SOCIALIZZAZIONE 160.000,00 1,27%
INTERESSI PASSIVI SU MUTUI E PRESTITI 1.288.856,00 10,22%
PRESTAZIONI DIVERSE(spese legali, difensore civico, economato,
condominio Zodiac...)
713.568,33 5,66%
SPESE CORRENTI 12.609.359,22 100,00%
3
OBBIETTIVO COMUNEPATTO DI STABILITÀ, RESPONSABILITÀE SCELTE DEL SINDACOI limiti del patto di stabilità sono utilizzati come “foglia di fi co” per coprire i motivi che impediscono di realizzare quanto promesso in campagna elettorale.Il Sindaco “scorda” che i problemi derivano soprattutto da due suoi errori-scelte:1) circonvallazione I lotto, è infatti proprio l’incremento di spesa, 1,5 milioni di euro! ad impedire altre spese per importanti opere pubbliche;2) swap del 2004 con una perdita di 355.000 euro, dei quali ben 215.000 nel solo 2008.Per le due questioni abbiamo presentato un esposto alla com-petente Procura della Corte di Conti in modo che Sindaco e diri-genti vengano chiamati a ripagare gli ingenti danni causati.Incredibile che a dicembre il Sindaco abbia rinnovato, fi no al 2013, gli incarichi ai dirigenti a contratto (140.000 euro all’anno) e quello di Direttore Generale, altri 21.000.Promesse elettorali e ruolo dell’opposizioneRidicolo che a dare lezioni su come fare opposizione sia chi mostra di non saper rispettare le promesse, fatte un anno fa in campagna elettorale ben conoscendo le diffi coltà e i limiti normativi presenti.Il Sindaco ci accusa di strumentalizzare le problematiche e gettare discredito sull’Amministrazione Comunale, invitamo il Sindaco ad indicare una delle problematiche segnalate che non sia vera e sentita dai cittadini, per la perdita di credibilità di Sindaco e Giunta non c’è alcun bisogno di nostri interventi, i cittadini, anche quelli che l’hanno votata, si rendono ben conto da soli che sono stati beff ati ancora una volta e che le fresche promesse elettorali non verranno, in gran parte ed ancora una volta, mai realizzate.Emblematico il caso di via Barducci, ma purtroppo i “casi” sono moltissimi, basta ricordare il parcheggio dei Falciani.Il Sindaco confonde i ruoli di maggioranza e opposizione, chie-de all’opposizione “proposte serie ed alternative”, queste erano nel nostro programma elettorale (poche opere pubbliche, priorità all’ordinaria manutenzione, niente dirigenti a contrat-to), i cittadini hanno scelto il PD e il suo candidato quindi deve essere questo a risolvere i problemi e cercare di mantenere le promesse fatte.Continueremo, senza farci intimorire dagli attacchi ed anzi traendo vigore da questi, a segnalare e sollecitare, come i citta-dini ci chiedono, Sindaco e maggioranza a risolvere i problemi.
Per informazioni e segnalare problemi mas-simobisignano@libero.it, per le attività svolte consultare il sitowww.obbiettivocomuneimpruneta.orgIl Capo Gruppo ConsiliareMassimo Bisignano
PARTITO DELLE LIBERTÀ………E IL SENSO CIVICO?Non è diffi cile a Impruneta imbattersi in SUV da mol-te decine di migliaia di Euro, raffi nate pellicce di vi-sone, facciate di edifi ci sottoposte ad onerosi, anche se necessari, lavori di manutenzione. Sintomo questo di una certa agiatezza nel nostro tessuto economico. Bene!Peccato però che questo diff uso benessere non sia accompagnato da un uguale SENSO CIVICO.E mi spiego.Se dai cassonetti per la raccolta dei rifi uti non diff e-renziati si sprigionano odori nauseabondi di alimenti in decomposizione, vuole dire che molti cittadini non hanno ancora compreso, o non vogliono compren-dere, o, peggio ancora, non gliene importa niente, che esistono dei ben visibili contenitori di colore verde nei quali andare a depositare tutti gli avanzi di cucina.E per non parlare poi del triste spettacolo off erto dai marciapiedi cosparsi di escrementi lasciati da cani, o per meglio dire, dai loro padroni, probabilmente durante l’ultima uscita notturna quando occhio non vede.Ma l’aspetto più grave e deprimente è forse eviden-ziato dall’uso che viene fatto della Piazza Buondel-monti, particolarmente di fronte al Santuario.Quello che dovrebbe rappresentare il salotto buono del Capoluogo, attrazione per i Turisti e che molti Co-muni ci invidiano, al cospetto non solo di un Luogo Sacro, ma anche di importanti reperti storici, viene usato per le più sguaiate manifestazioni giovanili, il più delle volte con il beneplacito delle mamme e con la colpevole assenza o connivenza delle Autorità Comunali.E’ giunto il momento per una vera mobilitazione delle coscienze!
Impruneta, 10/03/2009
Maria Teresa LombardiniCapogruppo PDL
LA SINISTRALO STRABISMO “DESTRO”DEL GRUPPO DIRIGENTE DEL PDOramai è il leit-motive invernale che si propagherà nel-l’aria “prossima” primaverile; il patto di stabilità e le conse-guenze ad esso annesse che l’attuale governo di centro-destra ha scagliato contro gli enti locali.Sarà il vero tormentone dei mesi a venire, altro che Giusy Ferreri o i Negramaro!Questo dispositivo dal nome algido si abbatterà come una mannaia sui nostri amati comuni limitandone la possibilità di spendere…anche la dove lo si potrebbe fare…Come non concordare con gli ex-compagni del PD e come non ascoltare il grido aff ranto della loro dirigenza imprunetina!?Quella dirigenza che invoca ed impreca con questo governo delle “destre”…salvo poi strizzargli l’occhiolino; magari per un posticino nel cda dell’Opera pia Leopoldo Vanni?Come non accogliere il loro disperato grido di dolore per l’impedimento di fantasmagoriche realizzazioni am-ministrative?E’ per questo che La Sinistra di Impruneta si unisce alla loro disperazione (peccato per i 120.000 euro volati per l’affi tto dei locali delle scuole medie di Impruneta e per un nuovo plesso scolastico che non ci sarà mai!)…si unisce al loro rincrescimento (peccato per i 60.000 euro sprecati per l’affi tto dei locali dell’URP…e pensare che villa Ferragamo poteva essere un aff are!?)…si unisce al loro sconforto (peccato per tutti quegli incarichi, rinno-vati prima di Natale, che ci fanno venir meno cifre mira-bolanti ecc ecc!)…La Sinistra di Impruneta si unisce al cordoglio per tutti questi ed altri soldi pubblici che si potevano investire in altro modo…come? Ci tempo e modo…(bilancio di previsione 2009!)…Maledetta Primavera…
Gruppo consiliareLA SINISTRA di Impruneta
Riccardo LazzeriniMarco Mazzetti
i gruppi consiliari
PARTITO DEMOCRATICOBILANCIO 2009Il rifl esso della crisi economica mondiale,dal Comune ai cittadiniLa crisi economica e fi nanziaria mondiale ricade sulla testa dei nostri cittadini anche attraverso quelle azioni che il Comune non può mettere in campo per le forti limitazioni alla spesa e per la sensibile diminuzione dei trasferimenti operati dal Governo. In maniera particolare vengono a mancare som-me rilevanti dal trasferimento ICI, dalla drastica riduzione del fondo sociale, - 30% circa, mentre pesante risulta la maggiore spesa determinata dal rinnovo del contratto del Pubblico Im-piego. Ormai da anni per chiudere i bilanci in pareggio sono stati sacrifi cati settori come la Cultura e lo Sport, ma sempre sono rimaste inalterate le risorse per il sociale. Anche per il 2009 abbiamo confermato questo impegno nei confronti delle famiglie, degli anziani, dei minori, degli immigrati e per il centro di socializzazione. Sui cittadini graveranno gli au-menti della TARSU per il 2,19 %, e, solo per le fasce più alte di reddito, l’aumento della refezione scolastica e del nido. Questi aumenti sono assolutamente necessari nonostante il Comune spenda per il trasporto scolastico 280.000 euro pari all’85% dell’intero servizio, per la mensa 175.000 euro, per i 2
nidi 282.000. Certamente non potremo continuare a pareg-giare i bilanci con rendite straordinarie o come ci suggerisce il Governo con fi nanziarie creative o valorizzazioni. Un Comune con le nostre dimensioni dovrà necessariamente provvedere ad una razionalizzazione della spesa. Probabilmente 7 plessi scolastici, per la messa insicurezza dei quali è stato speso nella passata legislatura 2.000.000 di euro, 2 palazzetti dello sport e 2 campi sportivi sono forse troppo costosi per noi e nel futuro dovremo rifl ettere insieme ai nostri cittadini su come rendere più effi ciente e meno cara la gestione di questi servizi.Nonostante tutte le diffi coltà l’Amministrazione e il partito de-mocratico non rimangono insensibili ai problemi che molte famiglie vivono in questo momento e per questo si sono atti-vati per eventuali agevolazioni delle tariff e scolastiche e per il mantenimento di tutti gli interventi volti a sostenere le fasce deboli della popolazione.
COMPLIMENTI SINDACOIl Gruppo consiliare del P.D. non può che plaudire al nobile gesto del Sindaco che si è ridotto l’indennità del 30% ; gesto forte che racchiude due signifi cati: la protesta verso il governo centrale che penalizza oramai cronicamente l’operato di chi amministra i comuni con i continui tagli ai trasferimenti e i forti limiti imposti alla spesa e responsabilità verso i cittadini, che da una parte non vedono realizzate le proprie aspettative
, dall’altra viste le diffi coltà a chiudere i bilanci, sono chiamati a fare sacrifi ci. Troviamo di basso livello il comportamento dei gruppi consiliari di Impruneta, La Sinistra e P.d.L.,ancora una volta in piena sintonia, che hanno trovato il modo per criticare il gesto del Sindaco ; questo è la conferma di una azione poli-tica poco obiettiva e solo partitica che off ende a nostro parere non solo il ruolo del sindaco nella sua veste istituzionale , ma soprattutto nella sua persona.
IL P.D. TRA LA GENTE Domenica 8 marzo il Sindaco, la giunta e i consiglieri comunali del Partito Democratico, hanno incontrato i cittadini residenti di via Longo a Impruneta. E’ la prima delle iniziative promosse dall’amministrazione per spiegare alla gente il perché nono-stante ci siano soldi e quindi progetti fi nanziati, non si posso-no fare i lavori previsti. I limiti del “patto di stabilità“ imposti dal governo, di fatto bloccano la possibilità di spesa per gli in-vestimenti da parte dei comuni e per assurdo molti interventi attesi, progettati e fi nanziati prima della riduzione di questi limiti, non possono partire.
IL GRUPPO CONSILIAREDEL P.D. DI IMPRUNETA Per scrivere al Gruppomail pd.impruneta@alice.it
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GUIDA AL VOTOLe urne saranno aperte, come in tutti i Paesi europei, dalle ore 15:00 di sabato 6 giugno e tutta la giornata di domenica 7 giugno; i cittadini vengono chiamati al voto in una sola tornata per le elezioni europee e le ammini-strative, il cosiddetto ‘election day’ stabilito con decreto-legge 27 gennaio 2009, n.3.
TESSERA ELETTORALEIn occasione di ogni consultazione elettorale o referen-daria, per poter esercitare il diritto di voto l´elettore deve presentare al seggio di appartenenza la propria tessera elettorale unitamente ad un documento di identificazio-ne.Da lunedì 1 giugno a sabato 6 giugno, l’Ufficio Elettorale comunale resta aperto dalle ore 09:00 alle ore 19:00 e la domenica per tutta la durata delle operazioni di voto, per il rilascio delle tessere elettorali non consegnate o dei duplicati delle tessere elettorali smarrite, rubate o dete-riorate.
ELETTORI DIVERSAMENTE ABILIGli elettori non deambulanti, allorché la sede del seggio elettorale al quale sono iscritti risulta non accessibile mediante sedia a ruote, possono esercitare il diritto di voto in altra sezione del Comune priva di barriere archi-tettoniche.
Per esercitare il diritto di voto in sezione diversa da quella di iscrizione, dovrà essere esibito, unitamente alla tessera elettorale, una attestazione medica rilasciata gratuita-mente dai medici autorizzati dell’ASL o copia autentica della patente di guida speciale, purché dalla documenta-zione esibita risulti l’impossibilità o la capacità gravemen-te ridotta di deambulazione.
L’Amministrazione comunale, per detti cittadini, mette a disposizione tramite richiesta all’Ufficio Elettorale Comu-nale la possibilità del trasporto dal domicilio alla sede di seggio e ritorno in collaborazione con le associazioni del territorio.
I cittadini diversamente abili impossibilitati ad esercitare autonomamente il diritto di voto (ciechi, menomati o amputati alla mano) possono essere accompagnati in cabina da una persona di fiducia (voto assistito). L’accom-pagnatore deve essere iscritto nelle liste elettorali del Co-mune e può esercitare tale funzione una sola volta. Nel rispetto di questa disposizione di legge l’accompagnato-re deve avere con sé la tessera elettorale, sulla quale verrà annotato, al seggio, il nome dell’elettore accompagnato.
Per informazioni:Ufficio Elettorale Comunale Piazza Buondelmonti, 41Tel 055/2036440 Fax 055/2036438E:mail: s.gramigni@comune.impruneta.fi.it
NOTIZIE UTILIBonus Energia Prorogato al 30 aprile 2009 il termine ultimo per otte-nere la retroattività del Bonus elettrico a tutto il 2008. Le novità sono: 1. proroga al 30 aprile 2009 del termine ultimo per la consegna delle domande di agevolazione per godere della retroattività per il 2008; 2. validità anche del protocollo comunale come data utile per far riferimento alla retroattività.3. estensione del bonus alle famiglie numerose (da intendersi con 4 o più figli a carico). Poiché tale dato non si evince in maniera chiara dall’ISEE è necessario che il cittadino dichiari quali tra i vari CF riportati nell’ISEE sono riferibili a figli a carico – Modulo E, in questo caso il valore dell’ISEE è elevato fino a 20.000€;4. introduzione del Modulo A/bis per la raccolta dei dati relativi alle famiglie numerose (il Modulo A rimane valido per le altre tipologie di istanza di disagio economico); 5. estensione della potenza impegnata fino a 4,5 KW per le istanze di disagio economico presentate da soggetti con numerosità familiare (come da stato di famiglia) superiore a 4 componenti.
Periodico inComune Si comunica alla cittadinanza che il periodico inComune non verrà pubblicato nei mesi di maggio e giugno, in ottemperanza della legge n. 28 del 22 febbraio 2000 re-cante disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di in-formazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica.
Pertanto dalla data di convocazione dei comizi eletto-rali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le Pubbliche Amministrazioni (sia quelle direttamente interessate alle elezioni dei propri organi, sia a quelle che non lo sono, sia agli enti, istituti, aziende dipendenti degli enti territoriali) di svolgere attività di co-
municazione con qualunque strumento di propaganda (pubblicazioni, manifesti, a mezzo di quotidiani, periodi-ci, emittenti televisive)
Asilo NidoLe domande per l’iscrizione all’Asilo Nido Comunale per i bambini che compiono 12 mesi entro il 31 agosto ,devo-no essere presentate dal 2 al 21 maggio 2009 .Possono presentare la domanda anche i genitori dei bambini che compiono 12 mesi entro il 31 dicembre; che saranno inseriti in una graduatoria suppletiva, da cui si attingerà in caso di posti disponibili. Accedono al servizio i bambini residenti nel Comune di Impruneta, possono fare domanda anche i genitori dei bambini residenti in altri Comuni, però le domande ver-ranno prese in considerazione nel caso in cui si rendano disponibili dei posti liberi.L’asilo nido di Tavarnuzze accoglie 40 bambini di età compresa dai 12 ai 36 mesi, suddivisi in tre sezioni a gruppo misto.
IL COTTO DELL’IMPRUNETAMAESTRI DEL RINASCIMENTOE LE FORNACI DI OGGI26 marzo – 23 luglio 2009Impruneta, Basilica e Chiostridi Santa Maria e Loggiati del Pellegrino
ORARIO MOSTRAdal giovedì alla domenica ore 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
BIGLIETTIingresso con un biglietto unico, la Cotto Card, valida dal-l’acquisto fino alla fine della mostra.costo Cardintero € 5,00ridotto per i gruppi € 3,50 (e per i residenti del Comune di Impruneta)
VISITE GUIDATE GRATUITETutti i sabati e le domeniche, per tutta la durata della mo-stra, sono previsti servizi di visita guidata gratuita. Inizio visite ore 10.00, 11.00, 12.00, 15.00, 16.00, 17.00, e 18.00 (appuntamento alla biglietteria della mostra).Gli altri giorni si effettuano visite guidate a pagamento.Il costo è di € 50,00 a servizio (per gruppi di massimo 25 persone).E’ inoltre possibile abbinare alla visita della mostra quella ad uno dei musei appartenenti alla rete museale del Chianti Fiorentino dove sarà possibile ammirare altre opere in cotto.Il costo del servizio è di € 150,00.La prenotazione è obbligatoria per i gruppi
TURNI DI APERTURA DEL SABATOMESI DI APRILE E MAGGIO 2009 DEL-LE FARMACIE DI IMPRUNETA
FarmaciaPULITI
IMPRUNETA
FarmaciaLA CERTOSA TAVARNUZZE
Farmacia LESCHIUTTA IMPRUNETA
FarmaciaCATERINO
TAVARNUZZE
APRILE Sab 04/04/09 Sab 11/04/09
Sab 11/04/09 Sab 18/04/09
Sab 18/04/09 Sab 25/04/09
Sab 04/04/09 Sab 25/04/09
MaggioSab 02/05/09Sab 09/05/09 Sab 30/05/09
Sab 09/05/09 Sab 16/05/09
Sab 16/05/09 Sab 23/05/09
Sab 02/05/09Sab 23/05/09 Sab 30/05/09
NOTE La farmacia di turno garantisce il servizio di Guardia Far-maceutica diurno, notturno, domenicale e festivo. Per informazioni telefonare a 055/2011049. Le farmacie Leschiutta, Puliti e La Certosa, quando in tur-no, effettuano il servizio a battenti aperti il sabato pome-riggio (vedi orari) e la domenica mattina (9/12,30) La farmacia Caterino, quando in turno, effettua il servizio a battenti aperti anche la domenica pomeriggio.
EVENTI E MANIFESTAZIONIAPRILE-LUGLIO 2009
• 13 aprileEsposizione Nazionale CaninaPiazza di Tavarnuzze
• 19 aprileXI edizione “ Settimana della cultura”: ”La cultura è di tutti: partecipa anche tu”Biblioteca Comunale – ore 17
• 23 - 26 aprileMostra dell’Antiquariato Centro storico
• 30 aprile - 3 maggio3° Fiera Chiantigiana energie rinnovabili Centro Storico
• 2 –3 maggioMercatino enogastronomicoCentro Storico
• 10 maggioRaduno regionale UISP(promosso dal Gruppo Trekking Impruneta)Parco Sassi Neri
• Venerdì 15 maggio “Darwin Day - Conferenza sull’evoluzionismo” (all’interno del “Genio Fiorentino”)Auditorium Casa del Popolo ore 16.00
• 16-17 maggio“Contemporanea di Scultura: realizzazioni estemporanee di bassorilievi in terracotta”Piazza Buondelmonti – tutto il giorno
• 17 maggioFesta di PrimaveraCentro Storico
• 22 maggio Letture Galileiane: Carteggio tra Suor Virginia Galilei e il padre (all’interno del “Genio Fiorentino”)Chiostro Piccolo Basilica S.Maria – ore 21 (ingresso a invito)
• 23 maggio Vita di Galileo di Bertoldt Brecht (estratti)(all’interno del “Genio Fiorentino”)Chiostro Piccolo Basilica S.Maria – ore 21(ingresso a invito)
• 24 maggioFesta di PrimaveraCentro Storico
• 24 maggioMostra di auto e moto d’epocaPiazza Buondelmonti
• 13 giugno Musica sotto le stelle(promossa dalla Filarmonica G. Verdi di Impruneta)Arena estiva Buondelmonti – ore 21
• 18 – 21 giugno Evento espositivo “Arte, fiori e terrecotte”Concorso di idee su nuovi oggetti di design per l’arredo giardino in terracotta Centro Storico
• 20 giugno Musica sotto le stelle(promossa dalla Filarmonica G. Verdi di Impruneta)Arena estiva Buondelmonti – ore 21
• 21 giugno rassegna di canto coraleCentro Storico - pomeriggio
• 27 giugno Musica sotto le stelle(promossa dalla Filarmonica G. Verdi di Impruneta)Arena estiva Buondelmonti – ore 21
• 4 luglio Notte Bianca
• Venerdì 10 luglio Convegno “Il Cotto di Impruneta: arte e architettura tra tradizione e innovazione”Villa Corsini, Loc. Mezzomonte – ore 10-18
• Luglio-agostoCinema sotto le stelle • Arena estiva Buondelmonti (tutti i giorni).
EDUCAZIONE ALLA SALUTESI PARTE DALLA SCUOLAUN PROGETTO COMUNE-ASSESSORATO AL-L’AMBIENTE, ASL10 E ISTITUTO OMNICOM-PRENSIVO ”PRIMO LEVI” DI IMPRUNETANel periodo aprile – maggio si terranno una serie di in-contri di informazione e sensibilizzazione sul tema della prevenzione e lotta alle zanzare, rivolti agli alunni delle classi III , IV e V della scuola elementare e delle classi I del-la scuola media di Impruneta.un impegno comune assunto dall’Assessorato all’Am-biente, con l’Azienda Sanitaria 10 di Firenze con la col-laborazione del Dr Pierangelo Macchione Direttore U.O. tecnici della Prevenzione e l’Istituto Omnicomprensivo Primo Levi di Impruneta, nell’ambito di uno dei progetti di educazione alla salute della ASL.
LA CURIOSITÀ
Un nuovo padiglione, dedica-to a Leonardo da Vinci, si affiancherà al vecchio, inti-tolato ad Amerigo Vespucci.
Così Torregalli raddoppia, con un nuovo spazio che ospiterà gli ambulatori, la day surgery, il centro trasfusionale, i servizi di anatomia patologica, hospice, psichiatria, i laboratori e altri servizi. L’ampliamento è di 14 mila metri quadri (contro i 18 mila metri quadrati del vecchio padiglione) e i posti letto passano da 367 a 418.Il nuovo San Giovanni di Dio ha comportato un in-vestimento di 26 milioni di euro, di cui 20 milioni per strutture e impianti e 6 milioni per gli arredi, le apparecchiature sanitarie e l’allestimento completo di due sale multi-mediali. Con la nuova struttura si raggiun-ge un importante primato, che garantisce ai cittadini ancora di più il diritto alla salute: la Toscana diventa la regione con il patri-monio immobiliare sanitario più nuovo
d’Italia e quella dove si sono realizzati gli investimenti più consistenti e si sono rinno-vate tutte le strutture sanitarie. Il progetto e la realizzazione della struttura di Torregalli sono stati ispirati ai principi di umanizza-zione, inserimento ambientale e flessibilità, perché il paziente possa non solo ricevere le cure migliori, ma anche trascorrere la de-genza, lunga o breve che sia, in un ambien-te accogliente. Così i tre piani fuori terra si sviluppano attorno a quattro chiostri verdi che consentono di godere di illuminazione naturale in tutti gli ambienti. La galleria di accesso funziona come una cerniera fra il nuovo padiglione (Leonardo da Vinci) e il vecchio padiglione (Amerigo Vespucci) con una riorganizzazione dei flussi e degli spazi: nel nuovo padiglione troverà spazio l’area dedicata all’“outpatients” e ai servi-zi, mentre nel vecchio resterà l’area degen-za. Il passaggio è costituito da un elemento vetrato e trasparente, che garantisce luce e
un ambiente più piacevole a chi si reca in ospedale.La struttura è a basso impatto am-bientale, di altezza contenuta e con blocchi che richiamano le colline vicine. Il progetto insomma è stato pensato per aumentare gli spazi, migliorare la qualità degli ambienti e la vivibilità per chi lavora o deve trattener-si in ospedale, senza alterare il paesaggio.Le tecnologie utilizzate e i materiali, oltre a
rispondere ai requisiti tecnici per una strut-tura ospedaliera, offrono prestazioni sup-plementari sia sotto il profilo della durata e dell’ economia gestionale, sia dal punto di vista del comfort ambientale. E così il nuovo Torregalli ha contribuito a realizzare in Toscana una rete ospedaliera moderna, efficiente, accogliente, a risparmio energe-tico ed ecosostenibile.
Un padiglione nuovo si affianca a quello vecchio:
spazi nuovi per la day surgery, il centro trasfusionale,
l’anatomia patologica, l’hospice, il reparto
di psichiatria, i laboratori e altri servizi
Con il raddoppio di Torregalli, in ospedale arriva an-che la musica. Il progetto, fortemente voluto dalla
Regione Toscana, si chiama “Classica dentro” e propone la diffusione via radio di musica classica negli ospedali del Servizio sanitario regionale. Il progetto, unico in Ita-lia, si pone lo scopo di umanizzare la sanità, rendendo il tempo passato in ospedale il più possibile sereno per tutti: pazienti, familiari e operatori sanitari che si trovano a trascorrere la giornata in queste strutture. Il progetto prevede la diffusione della musica di Rete Toscana Clas-
sica in tutti gli ospedali della Toscana. All’interno del pa-linsesto della radio saranno inoltre presentati, a intervalli di 10 minuti, contenuti informativi di carattere sanitario: due “edizioni” ogni ora saranno a cura della Regione To-scana; altre quattro saranno invece curate dalla singola struttura, che potrà diffondere informazioni personaliz-zate rivolte agli utenti. Ogni struttura potrà decidere libe-ramente in quali aree e in che fascia oraria far ascoltare la radio.Il progetto, realizzato dalla Fondazione Sistema To-scana, è praticamente a costo zero. Rete Toscana Classica
trasmette in streaming ed è già disponibile su internet. E’ sufficiente quindi istallare un programma su un normale computer per gestire la programmazione e l’inserimento delle news locali e regionali. Il servizio è già stato speri-mentato per 6 mesi a Careggi e a San Giovanni di Dio a Firenze e nell’Ospedale della Versilia, dove è stato effet-tuato uno studio sul gradimento da parte degli utenti per individuare le aree e i reparti dove la trasmissione è più opportuna (ad esempio: nelle sale d’attesa piuttosto che nei reparti).
Anche al San Giovanni di Dio via al progetto per rendere più serene degenze e attese
In corsia arriva la musica classica e l’ospedale diventa più “umano”
Torregalli raddoppia e cambia look
Serena Wiedenstritt
SANITÀ. Completato l’intervento: il complesso è stato ampliato grazie ad un investimento di 26 milioni di euro
/S.W.
good news 27
Acceleratore, freno e frizio-ne. Una vita passata in coda. Con la radio che parla, il vi-cino d’automobile che va in
escandescenza e il piede impegnato a dare un po’ di gas. Ma non troppo. Questo è l’infausto destino di chi, soprattutto per lavoro, si trova quotidianamente a dover affrontare interminabili ingorghi. Com-plice la noia, la rabbia, la fretta e la sug-gestione, piccoli tragitti sembrano viaggi interminabili e monotoni. Ma quanto tem-po spendiamo in media all’interno delle nostre auto? Tantissimo. Secondo le stime della società di consulenza Vision e Va-lue - che di recente ha discusso a Napoli delle problematiche legate allo smog e al mancato rispetto del protocollo di Kyoto - sarebbero più di 116 ore per ogni fioren-tino. Un’eternità. Quasi 5 giorni all’anno sprecati nel traffico. Calcolando una me-dia (intensa) di 800 chilometri al giorno,
in cinque giorni si potrebbe percorrere la distanza che separa Firenze da Mosca. E invece, nella migliore delle ipotesi, si va da piazza Beccaria a Novoli con una ve-locità media che si aggira intorno ai 28 chilometri orari. Più o meno la velocità di una carrozza. Siamo messi un po’ me-glio di Napoli, dove nei casi peggiori si va avanti ad un passo lumaca di circa 16 chilometri all’ora, di Palermo, 19 km/h, e di Torino, 22 km/h. Sono 237mila i vei-coli che circolano in città (sei fiorentini su dieci possiedono un’auto) e qualche furbo esasperato prova a tendere tranelli alle code cercando tragitti alternativi, pur di non stare inchiodato nel sottopassaggio alla Fortezza o a Bottai. Percorsi collinari nemmeno troppo segreti, che il lavorato-re medio utilizza per evitare semafori e isterismi. Tra i tracciati più utilizzati, c’è sicuramente Le Bagnese, stradina stretta e piena di buche, diventata nel tempo una
vera e propria arteria che collega Scan-dicci al Galluzzo senza dover passare dal centro. Altro escamotage è quello utiliz-zato da chi tenta di evitare il tratto viale Europa/viale Giannotti per arrivare velo-cemente da Firenze sud a piazza France-sco Ferrucci, passando dalle Cinque vie e da via Benedetto Fortini. E ancora c’è Bellosguardo, che da Piazza Tasso arriva fino a Soffiano risparmiando al guidato-re la confusione che viene dal piazzale di Porta Romana e dal cantiere della tramvia sul viale Talenti. Spesso sono strade tanto belle e panoramiche quanto insicure, e in alcuni tratti sono talmente strette da per-mettere il passaggio di un solo veicolo per volta. Nessuna certezza di arrivare pun-tuali o di impiegare meno tempo, perché talvolta queste alternative sono anche più lunghe. Ma poco importante. L’essenziale è non stare fermi a schiacciare ininterrot-tamente acceleratore, frizione e freno.
INGORGHI. E’ moltissima la gente che passa le sue giornate nelle code sparse per la città
Traffico, il valzer della frizione
Caterina Gentileschi
237mila sono le auto che girano vorticosamente per Firenze
e 116 sono le ore che statisticamente ogni cittadino ha trascorso
in macchina lo scorso anno. Troppo spesso spostamento fa rima
con patimento, e i fiorentini cercano delle scappatoie
zoom
PIAZZALE DI PORTA ROMANA - CASELLO A1 FIRENZE CERTOSA5 KMTEMPO PREVISTO*: 8 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 18 MINUTI
STAZIONE SANTA MARIA NOVELLA - AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI8 KMTEMPO PREVISTO: 17 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 35 MINUTI
PIAZZA FRANCESCO FERRUCCI - OSMANNORO11 KMTEMPO PREVISTO: 24 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 38 MINUTI
VIALE EUROPA - PIAZZA LIBERTÀ5 KMTEMPO PREVISTO: 14 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 28 MINUTI
STADIO - SASCHALL LUNGARNO ALDO MORO3 KMTEMPO PREVISTO: 8 MINUTITEMPO EFFETTIVO: 25 MINUTI
* IL TEMPO PREVISTO È CALCOLATO IN BASEAD UNA VELOCITÀ DI 45 KM/H
QUANTO TEMPO CI VUOLE?
28 Aprile 2009
1010104
Eccoci lì fuori dal conces-sionario, chiavi luccicanti in una mano e contratto di vendita nell’altra. Pensiamo
che il più sia fatto. Ma quanto ci costa davvero possedere un’auto? Se pensa-vate che la spesa fosse tutta nell’acqui-sto, vi sbagliavate di grosso. Perché ol-tre a comprarla poi c’è da mantenerla, la macchina, e ogni voce in capitolo ha un prezzo. Tante le variabili, una sola certezza: l’auto è una rimessa continua. Ma, si sa, in pochi rinuncerebbero alle quattro ruote: un rapporto di attacca-mento quasi affettivo finisce per legarci al nostro caro (è proprio il caso di dirlo) veicolo.Senza contare la svalutazione dell’auto, concentrando l’attenzione solo sugli aspetti legati all’uso e alla manutenzione, il nostro mezzo ci costa in media 2 mila e 300 euro l’anno, il che significa poco meno di una banco-nota da 200 al mese e poco più di sei euro al giorno. Stiamo parlando di cifre
medie ovviamente, calcolate in base ai comportamenti di un guidatore altret-tanto medio e sui consumi di un’utili-taria. Partiamo dalle spese obbligatorie. L’assicurazione, innanzitutto, un esbor-so compreso tra 500 e oltre mille euro. L’oscillazione dipende ovviamente da tanti fattori: tipo di polizza scelta (ad esempio furto e incendio, kasko ecc.), modello ed età dell’auto, profilo e “sto-ria” del guidatore, solo per citarne al-cuni. In genere le assicurazioni online permettono di risparmiare notevolmen-te, ma sono sconsigliate ai cosiddetti “guidatori a rischio”, ad esempio i gio-vani sotto i 25 anni e chi ha alle spalle diversi incidenti. Passiamo al bollo, altra spesa fissa ogni anno: in questo caso si va dal centinaio ad oltre 250 euro. A questi costi annuali dobbiamo aggiungere quello della revisione (una sessantina di euro dopo i primi quattro anni e in seguito ogni due) e quello del tagliando, come minimo un’altra ban-conota verde. Ma la vera nota dolente riguarda il denaro “bruciato” in ben-zina: un pieno annuale da quasi mille
euro. Mettiamo che il nostro guidatore medio percorra circa 10 mila chilome-tri l’anno, considerando il consumo di un’utilitaria pari a circa 12-13 km con un litro e un prezzo della benzina as-sestatosi attorno a 1,16 euro al litro, il conto è presto fatto: 966 euro solo di carburante. Se il prezzo del diesel è or-mai pressoché in linea con quello della verde, i chilometri percorsi con un litro risultano superiori e si riesce dunque a risparmiare qualcosa sul conto finale. Infine ci sono olio, gomme & Co. Se per il primo in genere basta una cin-quantina di euro ogni 10mila chilome-tri, le seconde rappresentano una spesa ben più consistente: dai 70 ai 90 euro a gomma, cifra che però si spalma su un periodo di tempo più prolungato. Il nostro diligente automobilista dovrà poi ricordarsi di cambiare le pasticche dei freni prima di cominciare a sentirle stridere paurosamente. E sarà un’altra mazzata di 120 euro.Poi ci sono le spie che si guastano, i fanalini che si rompo-no, i fari che si bruciano, per non par-lare degli interventi più costosi, come riparare il climatizzatore o rimettere gli airbag che magari si sono aperti in uno scontro. Alla voce “manutenzione” tro-viamo anche un’altra serie di piccole e grandi spesucce, dai tergicristalli (una trentina di euro l’uno, anche se in al-cuni grandi supermercati si possono trovare a 15-20), ai tappetini, fino al cambio della batteria, che diventa più frequente se si tiene l’auto parcheggia-ta sempre all’aperto. Calcoliamo così un’altra cinquantina di euro l’anno tut-to compreso, e il conto è servito. Resta-no fuori dal conteggio tutte le monetine che se ne vanno semplicemente per parcheggiare, ingoiate dai parchimetri. Ma questo è un capitolo a parte.
Tra i capitoli di spesa più “pesanti” ci sono l’assicurazione, il
carburante, la revisione, il bollo e la manutenzione. Per non parlare
degli imprevisti e di fanalini e affini che si rompono. Il risultato?
Circa 2.300 euro l’anno che se ne vanno
QUATTRORUOTE. In media la macchina risucchia al suo proprietario quasi 200 euro al mese
Cara automobile, quanto mi costi
Francesca Puliti
FOCUS
Utilizzare l’auto solo quando ti serve e pagar-la solo per quel che effettivamente la usi. Un
sogno? No, si chiama Car sharing. Il servizio na-sce da una semplice constatazione: spesso accade che la nostra auto rimanga ferma anche per diversi giorni, ma paghiamo assicurazione, bollo, ecc. per l’intero anno. Oltretutto chi vive in città in genere non brucia esattamente centinaia di chilometri al giorno, ma si limita a spostarsi da casa a lavoro, ad accompagnare i bambini a scuola o in piscina e arri-
vare al supermercato. Da qui l’idea di condividere il mezzo: basta abbonarsi, fare una telefonata per pre-notare il veicolo e andare a prenderlo nei parcheggi dedicati. A partire dal 2005, quando il servizio è stato attivato nella nostra città, i soci sono cresciuti fino a raggiungere quota 1150 circa. “Si tratta per lo più di famiglie – spiega il dottor Roberto Burigana, amministratore di CarSharing Firenze – anche se vi è anche una piccola quota di aziende con cui abbia-mo un rapporto costante, oltre agli enti pubblici”.
Nella maggior parte dei casi l’auto viene richiesta per un periodo breve, al massimo un weekend, ma più spesso per una giornata o anche un paio d’ore nel pomeriggio. “Attualmente viaggiamo sulle 240 fatture al mese – continua Burigana – ma contiamo di ampliare il giro nei prossimi mesi”. La prossima frontiera sarà quella di posizionare alcune auto della flotta nei parcheggi dei grandi insediamenti abitati-vi, così da sconfiggere anche la pigrizia di arrivare al luogo di sosta più vicino.
Il servizio, attivo dal 2005, consente di noleggiare un veicolo anche per poche ore
Un trucco per risparmiare? Condividere l’auto con il Car Sharing
zoom
/F.P.
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L’Arno, dentro e fuori. Quello che vive sopra il fiume è un mondo da cartolina, istanta-nee che fanno il giro del mondo: Ponte Vecchio, i lungarni, gli Uffizi. Poi c’è un
altro mondo, più sconosciuto ma non meno affascinan-te, che popola le acque non più d’argento dell’Arno: una popolazione ittica che negli ultimi anni ha visto modificare in modo sostanziale i suoi componenti. In mezzo a questi due mondi vivono – forse sopravvivono – quei fiorentini da sempre innamorati dell’Arno: pe-scatori, canottieri, barcaioli. Gen-te che vive ancora la magia di un fiume, croce e delizia di una città, capace di tenere tutti con il fiato sospeso nei giorni di piena e poi di emozionarli nelle sere d’estate, quando le luci dei lampioni disegnano la superficie del-l’acqua e creano capolavoro naturali. L’Arno non è più come una volta. Né dentro, né fuori. Tra le otto catego-rie ittiche inserite nella lista delle cento peggiori specie invasive a livello mondiale, ben cinque sono presenti nelle acque fiorentine (tra cui il famigerato “Siluro” di origine asiatica, che divora tutto ciò che trova, o quasi). E questa è una delle principali minacce per la fauna it-tica locale, assieme all’inquinamento e all’alterazione degli habitat fluviali. I pescatori si consolano con le grosse carpe che ancora popolano il fiume e che con colpi di coda si lasciano andare a convulsi caroselli, nel
tentativo di afferrare il cibo offerto da qualche turista. Ma la pesca “piange”. Negli ultimi quattro anni – da quanto emerge da un studio dell’Assessorato provin-ciale agricoltura, caccia e pesca – si è registrato un calo di pescosità di circa il 50 per cento. Il cestino del pe-scatore si è così ridotto da 4 a circa 2 chili. Le specie it-tiche presenti nel tratto fiorentino dell’Arno sono circa 40, di cui il 50 per cento alloctone, cioè non originarie dei corsi d’acqua italiani. Le motivazioni che causano il dimezzamento della pescosità sono molteplici.Oltre
ai danni prodotti dal “Siluro” an-che l’uomo fa la sua parte. Detriti di ogni genere, sacchetti di im-mondizia, calcinacci, siringhe ed erba lasciata crescere senza cura, corrono lungo le sponde del fiume
che diventa inesorabilmente deposito di rifiuti.Ma gli amanti dell’Arno riescono a vivere ancora la loro pas-sione. Nonostante tutto. A cominciare dai pescatori che in ogni periodo dell’anno presidiano il fiume. “L’Arno non è mai solo – dice Pier Luigi Ghilarducci, autore del libro “Nell’acqua e sulle rive” – Sulle rive, in barca, sulle briglie, l’esile profilo di una canna che si protende nell’acqua non manca mai. Nel tratto che va dal Ponte alle Grazie al Ponte Vecchio dove secondo la canzone di Spadaro ‘si specchiava il firmamento’, le acque del-l’Arno sono sempre solcate dalle veloci imbarcazioni dei canottieri fiorentini”.
Arno, vecchi amori e nuovi intrusiPESCA. La popolazione ittica del fiume di Firenze è cambiata e subisce le minacce del temibile Siluro
Giuditta Boeti
Le specie ittiche presenti nel tratto fiorentino sono circa quaranta
Le sue acque, ormai assai poco d’argento, sono popolate
da pesci venuti da lontano: alcune specie sono anche molto
invasive, e il risultato è che la pescosità si è dimezzata.
Ma i pescatori non demordono
Ifiorentini hanno smesso di “vi-vere” l’Arno in modo diretto
e quotidiano, come facevano un tempo. Non ci sono più gli sta-bilimenti balneari (nella zona di Bellariva, almeno fino all’alluvio-ne del ‘66, gli argini erano puliti e l’acqua era limpida e cristallina) anche se, alla come accade nelle odierne Beauty Farm, sulla bri-glia di Santa Rosa, tra il Ponte alla Carraia e il Ponte Vespucci, durante l’estate, si esibiscono ba-gnanti in cerca di un’abbronzatura “domestica”. Sono sparite anche le donne che risciacquavano i panni nelle pescaie. E i renaioli hanno smesso di grattare il letto del fiume per trovare la “rena” che costituiva la parte pregiata delle malte da costruzione. Bastava af-facciarsi dai lungarni per vedere quegl’infaticabili uomini all’azio-ne: in mezzo al fiume, estate ed inverno, dalla mattina alla sera, con l’immancabile cappello sber-tucciato in testa calato sugli occhi. Ma, oggi come allora, chi pesca in città può ritenersi fortunato per-ché alzare il proprio trofeo in aria ed osservarlo alle spalle della ve-trata degli Uffizi, piuttosto che del campanile di Ognissanti, o della
Torre di Arnolfo, o della Chiesa del Cestello, è un’emozione uni-ca. Almeno il fascino è rimasto immutato. Sono cambiati i tempi e di conseguenza gli strumenti della pesca hanno subito modifiche, ma per chi è interessato a conoscere le attrezzature usate dai pionieri della pesca, tra cui un’ingegno-sa macchina “acchiappa insetti”, è possibile visitare (l’ingresso è gratuito) l’Art Athletic Center di Walter Rontani, in via Maggio a Firenze, unico museo al mondo nel quale è raccolta un’importan-tissima collezione di attrezzi spor-tivi usati sin dal XV secolo nelle varie discipline.
Tante le figure legate a queste acque
C’era una volta il renaiolo
/G.B.
BIANCO E NERO
hobby30 Aprile 2009
COMUNICATOAI SENSI DELL’ARTICOLO 7 COMMA 1 DELLA LEGGE N. 28 DEL 22 FEBBRAIO 2000
“Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”
La società Web & Press Edizioni Srl editrice del mensile di informazione Il Reporter di Firenze, Fiesole e impruneta, nelle edizioni attualmente pubblicate e in quelle che dovessero essere pubblicate da qui all’ 8 Giugno 2009, a norma della legge n.28 del 22.02.2000 e relative delibere delle autorità competenti, comunica le CONDIZIONI che intende applicare PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ED EUROPEE INDETTE PER I GIORNI 7 E 8 GIUGNO 2009.
Agli annunci pubblicati di tutti i partiti, di tutte le liste, di tutti i movimenti politici e di tutti i candidati verranno applicate le seguenti tariffe in Euro che si debbono intendere al netto dell’Iva al 4% prevista dalla normativa vigente:
LISTINO ELETTORALE CON COPERTURA GLOBALE DI TUTTA LA CITTÀ DI FIRENZE E PER I COMUNI DI FIESOLE E IMPRUNETA
FORMATI Edizione Firenze Edizione Fiesole Edizione Impruneta Edizione Firenze+ Fiesole + Impruneta
Pagina InteraCM 25,5 X 36 H € 4.500,00 € 1.200,00 € 1.200,00 € 5.500,00
Mezza PaginaCM 25,5 X 15,6 H € 3.500,00 € 900,00 € 900,00 € 4.300,00
30 ModuliCM 25,5 X 10,2 H € 3.250,00 € 825,00 € 825,00 € 4.150,00
27 ModuliCM 15,1 X 15,6 H € 3.000,00 € 750,00 € 750,00 € 4.000,00
LISTINO ELETTORALE CON COPERTURA DEL SINGOLO QUARTIERE PER LA CITTA’ DI FIRENZE
FORMATI Quartiere 1 Quartiere 2 Quartiere 3 Quartiere 4 Quartiere 5
Pagina InteraCM 25,5 X 36 H € 1.150,00 € 1.450,00 € 750,00 € 950,00 € 1.550,00
Mezza PaginaCM 25,5 X 15,6 H € 925,00 € 1.150,00 € 450,00 € 750,00 € 1.200,00
30 ModuliCM 25,5 X 10,2 H € 800,00 € 1.000,00 € 375,00 € 650,00 € 1.000,00
27 ModuliCM 15,1 X 15,6 H € 750,00 € 900,00 € 325,00 € 550,00 € 900,00
18 ModuliCM 15,1 X 10,2 H € 600,00 € 700,00 € 250,00 € 400,00 € 700,00
La pubblicazione degli avvisi alle tariffe sopra indicate è prevista, per tutti i numeri in diffusione dal 1.5.2009 sino all’ultimo numero consentito dalle previsioni normative prima della consultazione elettorale cui detti avvisi fanno riferimento.
Tutti i soggetti politici aventi diritto avranno garantita la parità di accesso agli spazi per i messaggi politici elettorali. Il criterio di accettazione delle prenotazioni si basa sul principio della progressione temporale e saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti e conformi alle previsioni del documento analitico di cui più sotto sino ad esaurimento degli spazi riservati ai messaggi politici elettorali.
Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico previste dalla normativa vigente ed in particolare dall’art. 7 comma 2 della legge n. 28 del 22.2.2000.
Tutte le inserzioni devono recare la dicitura “messaggio politico elettorale” ed indicare il soggetto politico committente.
Non sono previsti sconti di quantità né sconti o provvigioni di agenzia.
Il pagamento dovrà essere effettuato anticipatamente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione.
Il materiale per la pubblicazione dovrà pervenire completo del nome dei richiedenti ed il materiale di stampa agli uffici della Web & Press Edizioni non meno di 10 giorni lavorativi prima della data di pubblicazione dell’annuncio.
L’Editore si riserva di integrare e/o modificare il presente comunicato preventivo ove necessario a seguito della pubblicazione delle delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di attuazione della legge n. 22 febbraio 2000 n. 28.
E’ stato predisposto un documento analitico a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, depositato presso la redazione in Via Kassel, 17/7 Firenze.
Le richieste di preventivi e/o pubblicazioni dovranno essere indirizzate alla Web & Press Edizioni Via Kassel, 17/7 50126 Firenze – 055.68.22.1 – 848.80.88.68 – Fax 055.68.22.336.
Assessorato alla formazioneDirezione lavoro e formazione
Atu per con Maurizio Vanni, cura-tore della mostra “Le porte della
fantasia” nella Sala d’Arme, professio-nista giovane ed esperto che lavora da anni nell’arte contemporanea. Maurizio, quali sono per il curatore le Porte della Fantasia?Sono il risultato di una mostra site specific che ha come elementi princi-pali proprio la porta e la fantasia. Tutti i quadri in mostra sono della stessa dimensione, 150 centimetri per un metro. Ogni quadro rappresenta una porta. La porta è un passaggio, una sorta di stargate, che presuppone ci sia qualcosa al di qua e qualcosa al di là. Un confine immaginario posto dal-l’uomo. E poi c’è la fantasia, la fantasia dell’artista, che è quella che fa vivere un sogno ad occhi aperti ma proiettato nel quotidiano. E poi c’è l’esercito di terracotta…E poi c’è un esercito di pace che fa da spartiacque nella grande sala di Palaz-zo Vecchio. Da tempo una vox popoli lega il suo nome all’imminente apertura di un museo a Lucca.Ancora è tutto in fieri, ma posso an-ticipare che a maggio verrà aperto un museo internazionale, dal carattere non conservatore. Un luogo che sarà in grado di offrire molti servizi. Ospi-terà idee frizzanti e particolari e sarà caratterizzato da un veloce susseguir-si di mostre temporanee, il tutto nella cornice di un palazzo del Cinquecento proprio nel centro della città. /C.G.
La sala d’arme esplode di colori. Arcobaleni volanti, barchette a forma di ghe-riglio, alberelli appuntiti e
oceani dalle sfumature blu intenso. E a controllare che tutte le tinte ri-mangano ordinate al posto, ci pen-sa un silenzioso squadrone di busti femminili in terracotta. Sono questi i protagonisti della mostra firmata da Giuliano Ghelli - “Le porte della fan-tasia” - che potrà essere visitata anco-ra fino al 22 aprile. 62 opere collocate nel suggestivo spazio espositivo della Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dal-le mani esperte del curatore Mauri-zio Vanni. “Questa mostra non sarà una mostra per me, sarà un’emozio-ne, non paragonabile a nessun’altra della mia lunga e fortunata carriera. - spiega Giuliano Ghelli - A volte i so-gni si realizzano anche per chi è abi-tuato a regalarli”. Accanto alle tele farà la sua apparizione il “pacifico” esercito di terracotta, busti di donna alti 70 centimetri sui quali l’artista applica i simboli della sua pittura e incide brani di poesie di Campana, Saramago, Majakovskij, a significare che le vere vittorie si ottengono attra-verso l’arma della cultura. “Giuliano Ghelli affronta la terracotta con il piglio del giovane artista che deve conquistare la materia, con l’inco-scienza di colui che desidera ancora meravigliarsi per nuove scoperte e inedite soluzioni artistiche - spiega il
curatore Maurizio Vanni - ma anche con la consapevolezza dell’artista af-fermato, testimone del proprio tem-po, che vuole inviare un messaggio preciso al mondo”. In contempora-nea a quella di Palazzo Vecchio, una mostra collaterale è stata allestita presso la galleria Mirabili di Firen-ze, dove sono esposte oltre 50 opere relative alla ricerca artistica degli ultimi dieci anni. Il catalogo, curato da Maurizio Vanni ed edito dalla Carlo Cambi Editore, raccoglie le immagini dei dipinti esposti in sala d’Arme, le fotografie delle realizza-zioni delle sculture nelle fornaci sto-riche di Impruneta e dell’esposizione dell’Esercito di Terracotta di ritorno dalle mostre in Spagna, Portogallo, Marocco e dall’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Oltre al saggio del curatore, nel catalogo è inserita un’introduzione di Paolo Cocchi, assessore alla cultura della Regione Toscana. Durante l’organizzazione della mostra, evidentemente di buon auspicio, Ghelli ha ricevuto l’incari-co dall’amministrazione comunale della città di Siena per la realizza-zione del Palio dell’Assunta, del 16 Agosto 2009, ed è stato premiato per la 44esima edizione del Premio Internazionale “Le Muse” a Firenze. Entrambe le mostre sono ad ingres-so gratuito. Sala d’Arme: aperta dal martedì alla domenica. Galleria Mi-rabili: dal martedì al sabato.
Caterina Gentileschi
Un arcobaleno color GhelliLA MOSTRA. Nella Sala d’Arme, fino al 22, ci sono le opere dell’artista fiorentino
Spirali del barone rampante
Le porte delle fantasia?Uno stargate sul mondo
L’INTERVISTA
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Firenze in apprensione per il Mag-gio. Il cartellone del 72esimo Mag-gio Musicale Fiorentino è arrivato in via definitiva dopo essere stato
cancellato e riprogrammato rispetto a quello presentato quasi un anno fa. Il motivo sono i pesanti tagli alla cultura e allo spettacolo che hanno costretto alla cura dimagrante anche uno dei festival più blasonati d’Italia, orgoglio e spirito di una città. Un cartellone sofferto, ma garantito anche per quest’anno, presentato assieme alla campagna di sensi-bilizzazione “senza musica mai” nella quale i musicisti appaiono privi dei loro strumenti. Suoni voci, gesti è il nuovo titolo, per signi-ficare la pluralità dei contributi degli artisti che interverranno. Bilanci e guai finanziari a parte, a chi gli chiede che Festival dob-biamo aspettarci il sovrintendente France-sco Giambrone assicura: “Sarà un Maggio bello anche se ripensato rispetto a quello programmato prima che cambiassero in maniera così evidente le condizioni di base, ma un Maggio che mantiene alcuni ele-menti fondamentali che ne fanno uno degli appuntamenti culturali più interessanti del nostro Paese. Conserverà l’eccellenza che si conquista anche attraverso i nomi. Vedrà protagonista infatti Zubin Metha il direttore principale che completa il ciclo wagneriano insieme ad altri grandissimi come Muti, Ab-bado e Bartoletti”. Tutto pronto quindi per il debutto il 29 aprile con il Crepuscolo degli dei di Richard Wagner, frutto della collabo-razione tra Metha e la Fura Dels Baus. Al-tro fiore all’occhiello del Festival la prima assoluta dell’opera contemporanea Patto di sangue di Matteo D’Amico. “Quest’an-no è la volta di nuova produzione- spiega il Direttore artistico Paolo Arcà – Il lavoro del compositore italiano Matteo D’Ami-co. Certamente la possibilità di mettere in scena nuovi titoli è la dimostrazione della
fiducia che noi abbiamo nel teatro musicale, che non si ferma al repertorio ma vive nella contemporaneità”. Un omaggio alla carrie-ra è quello che il Festival tributa a Sir Peter Maxwell Davies, il compositore inglese che festeggia nel 2009 il 75° compleanno e che sarà presente a Firenze il 29 maggio al con-certo a lui dedicato dal Contempoartensem-ble diretto da Mauro Ceccanti. A chiudere il Festival il 1° luglio il tradizionale Galà di
danza e il grande Concerto diretto da Metha, con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Anche quest’anno il Festival ospita Maggio Off, la rassegna parallela con una proposta meno tradizionale che si apre ad altri generi musicali. L’altro lato della musica è il tema di questa terza edizione che si inaugura il 22 maggio e prosegue con altri cinque ap-puntamenti fino al 24 giugno, festa di San Giovanni.
Sara Ghilardi
L’APPUNTAMENTO. In arrivo la 72esima edizione del festival più importante della città
Un Maggio con la cinghia tirataApre i battenti il 29 e porta al Comunale un cartellone ridimensionato nei costi,
a causa del taglio netto dei finanziamenti statali. Il risultato?
Una manifestazione oculata e di qualità, con pochi ospiti ma dai nomi altisonanti
Lo spettacolo inaugurale e anche la punta di diamante del 72° Maggio Musicale Fio-
rentino, nonostante i tagli che hanno costretto a rivedere il resto del programma, è il Götterdäm-merung, ‘Il crepuscolo degli dei’ di Richard Wa-gner, diretto da Zubin Mehta nell’allestimento della Fura dels Baus. Il 29 aprile l’opera chiude-rà la tetralogia dell’anello di Nibelungo, messa in scena nel corso della collaborazione triennale tra il Teatro del Maggio e la compagnia teatrale catalana famosa nei cinque continenti. Una si-nergia fruttuosa che ha già visto la realizzazione quest’anno del Siegfried nella programmazione invernale con un ottimo successo. Nel “Crepu-scolo degli dei” la tensione e la drammaticità ar-rivano all’apice. Spettacolare e avanguardistico l’allestimento della Fura dels Baus compagnia nota soprattutto per la sua impostazione radicale e anticonformista, le installazioni provocatorie e tecnologiche e la ricerca continua del coinvol-gimento degli spettatori nella rappresentazione. Piena la sintonia con il Maestro Metha che ha più volte dichiarato: “In tutta la mia carriera non mi era mai capitato di avere un rapporto così felice con un regista come con Carlus Padris-sa”. I miti pagani prenderanno così vita ancora una volta immersi nell’arte d’avanguardia, tra i mille colori di una scena che dà man forte all’orchestra nel proiettare il pubblico diretta-mente nel sogno e nella fiaba. Il tutto secondo la concezione wagneriana del teatro totale, nel più fedele rispetto dello spirito innovatore del maestro tedesco.
FOCUS
Wagner, atto terzoSul palco c’è la Fura
/S.G.
cultura 33
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L’uomo guida, la donna segue. Lui le cinge la schiena con la destra e con la sinistra le tiene la mano, in un abbraccio che è insieme pas-
sione allo stato puro, sensualità e ritmo. Il tutto al suono di una musica struggente e a tratti drammatica. E’ il tango argentino, un pensiero triste che si balla secondo la cele-bre definizione dello scrittore argentino Luis Borges. Una danza che sintetizza anche un modo di essere e di sentire, nella quale l’im-provvisazione e l’affiatamento la fanno da padroni. Dai sobborghi di Buenos Aires dove è nato nella seconda metà dell’800 il tango ha affascinato mezzo mondo. Anche Firenze per alcuni giorni diventa capitale di questa danza con il Firenze Tango Festival, uno degli eventi più attesi dai tangheri e dagli amanti dell’autentica cultura del tango ar-gentino in Italia e al-l’estero, ideato da Patricia Hilliges e Matteo Panero, ballerini di grande esperienza che insegnano in molte città in Italia e in Euro-pa ed hanno partecipato ad alcuni tra i più importanti festival a livello nazionale ed eu-
ropeo. La settima edizione del Firenze Tango Festival si svolgerà dal 23 al 26 aprile in vari luoghi della città. Le due giornate principali si terranno al Saschall e interverranno balle-rini e insegnanti internazionali, oltre a musi-cisti di primo livello. Stages di tango salon, nuevo e milonguero, milonga, vals, tecnica, chacarera, canyengue sono gli ingredienti di questa edizione. Accanto agli elementi della tradizione via libera anche alla sperimenta-zione con la sala del Tango Lounge dedicata all’ascolto e al ballo di selezioni musicali di musica di tango elettronico ed alternativo. E poi c’è Swingintango una formazione jazz che suona temi di tango tradizionale con ar-rangiamenti jazz. Molto atteso dagli amanti
delle emozioni del tango, lo spettacolo di venerdì 24 intito-lato quest’anno “co-lores de tango”. “Chi percorre le strade di Buenos Aires è in-
vaso dalla forza dei colori della città, delle case, della vita dei quartieri in cui è nato e vive il tango.” Un omaggio ai colori che fra mille sfumature esprimono le emozioni più profonde che sono parte della vita del tango.
Protagonisti di questo viaggio: il rosso dei tramonti incendiati, delle passioni che esplo-dono improvvise, il blu dei cieli, del mare, del ricordo, il giallo delle terre sconfinate, del silenzio, del rimpianto per la patria lonta-
na, il nero della notte che tutto avvolge come una furente passione. Protagonista l’Ensem-ble Hyperion, un’orchestra di tango formata da 8 elementi, cantante e 5 coppie di ballerini di fama internazionale.
Ad aprile Firenze si veste di tangoCamilla Sanpietrini
IL FESTIVAL. Dal 23 al 26 torna l’appuntamento per gli amanti del ballo argentino
Accanto agli elementi della tradizione via liberaanche alla sperimentazione con il Tango Lounge
“La pacifica rivoluzione Toscana”, così è stato definito il corteo che il 17 Aprile
1859 partì da piazza Indipendenza e arrivò in piazza della Signoria issando la bandiera tri-colore sulla facciata di Palazzo Vecchio, dopo la cacciata dalla città del granduca Leopoldo II. Comincia così la storia di un’indipendenza tutta toscana, che ebbe un ruolo fondamen-tale nell’unificazione dell’intero Paese. Per ricordare questo pezzo importante di storia made in Tuscany, il 27 aprile apre i battenti nella sala d’arme di Palazzo Vecchio la mostra “27 aprile 1859: l’alba dell’unità nazionale a Firenze e in Toscana”. Gli oggetti in mostra,
disposti in ordine rigorosamente cronologico, sono dipinti, disegni, stampe, incisioni, bandi e manifesti dedicati ai fatti e alle figure più rappresentative del periodo, ma anche carica-ture e allegorie tratte dai giornali satirici della metà dell’Ottocento. E ancora si potranno am-mirare divise, armi, monete e francobolli, oltre ai tre scranni ritrovati di recente, che facevano parte del corredo del parlamento fiorentino e sui quali sedevano Bettino Ricasoli, Adria-no Mari e Ubaldino Peruzzi. Una carrellata completa che ripercorre gli anni dell’indipen-denza, cominciata nel granducato e finita con l’Unità d’Italia nel 1861. Proprio in occasione
delle celebrazioni per l’unità nazionale, che verranno festeggiate nel 2011 e delle quali sa-ranno protagoniste le tre capitali d’Italia – Fi-renze, Torino e Roma – il comune di Firenze promuove questa iniziativa per poter scandire un momento dopo l’altro gli eventi che hanno portato l’Italia all’unificazione definitiva ed evidenziare il ruolo fondamentale che la città ebbe all’interno del processo risorgimentale italiano. Gli oggetti in mostra sono stati mes-si a disposizione da numerosi enti prestatori tra cui la Fondazione Spadolini, il museo del Risorgimento e la galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Fino al 7 giugno.
Se l’unità nazionale comincia in ToscanaL’EVENTO. Alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio una mostra ricorda “la pacifica rivoluzione”
/L.V.Z.
cultura34 Aprile 2009
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Il giallo di un documento di identità misteriosamente sparito sta dietro la gestione contesa dell’ ex Quarter, il centro per l’arte contemporanea
di Viale Giannotti. Il Quarter di Gavina-na chiuso dal 2006 e lasciato al degrado, è stato l’oggetto di un bando del Comune, per riqualificarlo e rimetterlo in funzione. Una gara alla quale hanno partecipato l’Ac-cademia delle Belle Arti e l’associazione Extre Toscana. Ma il progetto presentato dall’Accademia non era stato neanche valu-tato a causa della documentazione arrivata incompleta per ben due volte alla commis-sione giudicante. Una vicenda complicata da questioni esclusivamente burocratiche: la fotocopia di un documento smarrita ha fatto accantonare un’idea potenzialmente molto interessante per la città. Un pasticcio, un rompicapo che ha mandato su tutte le furie il presidente dell’Accademia Paolo Target-ti che quel documento rivendica di averlo consegnato. Fatto sta che l’aggiudicazione della gara è andata all’Associazione Extre Toscana che ha già pronto il programma di eventi, mostre ed esposizioni .Un esito che ha suscitato malumori per l’esclusione di una realtà storica importante come l’Acca-demia, bisognosa di nuovi spazi, che però ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar per andare fino in fondo a questa vicenda. Di come sono andate le cose si era rammari-cato anche il Presidente della Commissione Cultura Dario Nardella. Il fatto evidente è che una gara senza almeno due alternative da prendere in considerazione non è una gara, almeno dal punto di vista dei conte-
Le elezioni amministrative sono vicine, molti candidati sono già in pista e alle prese con le strategie per un’efficace e, si spera, vincen-
te campagna elettorale. Questione delicata, con cui gli aspiranti sindaci e presidenti dovranno fare i conti, è il fondamentale rapporto con la stampa e i media in generale. Per quelli un po’ a digiuno, candidati e non, viene in soccorso un recentissimo libro edito dall’editore fioren-tino Mauro Pagliai: “Napoleone in sala stampa”, strategie d’immagine nella storia, scritto dal giornalista e regista Rai Gabriele Parenti. Il volu-metto (pagg. 176, euro 10) ripercorre a grandi linee la storia dei grandi politici e comunicatori del passato. Scopriamo così che “spin doctor” è il termine coniato dal giornalista americano William Safire nel 1984
per definire i consulenti politici che elaborano strategie d’immagine. Nei secoli scorsi molti statisti sono stati anche degli ottimi spin doctor per la capacità di rendere popolari alcune scelte politiche, di volgere a proprio favore un evento negativo. Giulio Cesare e Napoleone sono stati dei veri maestri in questo campo. Ci sono state poi situazioni in cui campagne di stampa hanno determinato le scelte politiche o perso-naggi il cui reale profilo è sublimato nel mito (da Lawrence d’Arabia a Che Guevara). Gabriele Parenti ha realizzato vari programmi per le reti nazionali della Rai e per Rai International. Autore di documentari e di docu-fiction, attualmente coordina i programmi culturali della sede Rai di Firenze.
Leader e politici, in un libro le istruzioni per l’usoLA RECENSIONE. Il volume del regista e giornalista Gabriele Parenti
Ex-Quarter
Sara Ghilardi
Ex Quarter, una storia infinitaARTE CONTEMPORANEA. Bagarre tra Accademia e ExTre per l’aggiudicazione dell’appalto
/Ciro Becchimanzi
nuti. Per salvare capra e cavoli è intervenuto l’Assessorato alla Cultura con la proposta di nuovi spazi.“Ancora deve essere tutto ag-giudicato” ha messo le mani avanti l’Asses-sore Giani “Io spero comunque di prevenire eventuali riscorsi al Tar trovando anche per l’Accademia una giusta collocazione per le esigenze didattiche che ha prospettato”. Allo studio c’è infatti la proposta di assegnare al-l’Accademia un paio di padiglioni del Par-terre, che ben si adatterebbero allo scopo didattico. Niente gestione in tandem quindi, come si era pensato in un primo momento, ma una soluzione che lascerebbe a ciascuno i suoi spazi, trovando una soluzione per il Quarter senza ulteriori ritardi, visto che da marzo la struttura avrebbe dovuto entrare nuovamente in funzione se non ci fosse stato l’intoppo di una fotocopia.
cultura36 Aprile 2009
L’avvocato Aldo Fittante risponde
Sono titolare di un’azienda toscana i cui prodotti, interamente realizzati in Italia, riscuotono un notevole successo. Constatando che nel mercato vengono sempre più spesso off erti prodotti recanti l’etichetta “Made in Italy” la cui realizzazione è però riconducibile al nostro Paese solo in misura ridotta se non nulla, sono a chiederle delucidazioni in ordine alla regola-mentazione giuridica dell’utilizzo di tale marchio.
Gentile lettore, il tema che mi richiede di approfondire è di estrema attualità e coinvolge da vicino l’oggetto del Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze nell’ambito del quale sono docente in Diritti d’Autore. Il Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Ateneo fi orentino, istituito con la consapevolezza che Firenze e la Toscana rappresentino l’origine della moda del brand e del design – come da sempre sostenuto dal Prof. Massimo Ruffi lli e dal Presidente Prof. Vincenzo Legnante – off re un percorso formativo completo per coloro che vogliano intraprendere la professione di designer. In quest’ottica il problema della tutela del Made in Italy non può non costituire un focus nell’ambito della formazione degli studenti.L’espressione anglosassone “Made in Italy” identifi ca tradizionalmente il prestigio della produzione artigianale ed industriale italiana, ed un conseguente primato dei nostri prodotti nella competizione commerciale internazionale. È chiaro a tutti infatti che l’utilizzazione di questo marchio induce nel consumatore una garanzia di qualità, creatività, stile e design tale da costituire un valore aggiunto in termini di vantaggio concorrenziale delle nostre imprese nella competizione globale.È anche vero però che spesso il valore suggestivo che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare può prestarsi a forme di abuso dannose sia per il consumatore sia, a ben guardare, per le imprese che di esso si avvalgono nel pieno rispetto delle regole del gioco.Infatti, riferendomi alla nostra realtà economica, è un dato di fatto la tendenza soprattutto della grande impresa a competere nel mercato globalizzato trasferendo parte della propria produzione al di fuori del nostro Paese, usufruendo di un sensibile vantaggio soprattutto in termini di costo del lavoro. Ne deriva per il consumatore il concreto rischio di fare affi damento sulle qualità che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare, acquistando però un prodotto nel quale il contributo apportato in termini di realizzazione dal nostro Paese è davvero modesto.In controtendenza invece le piccole e medie imprese italiane che, non disponendo della stessa facilità di reperire risorse, non sono in grado con la stessa facilità di esternalizzare
la propria produzione e, dovendo sopportare costi produttivi più elevati, si trovano in una situazione concorrenzialmente svantaggiata.Facile comprendere le ragioni per le quali da un lato le grandi imprese hanno interesse a che prevalga una regolamentazione giuridica dell’uso del marchio “Made in Italy” meno restritti-va e, viceversa, le piccole e medie imprese sono favorevoli ad una disciplina maggiormente rigorosa.Un problema a ben guardare di politica economica prima ancora che strettamente giuridico.Sotto quest’ultimo profi lo mi preme comunque segnalare che l’intervento recente maggior-mente rilevante in materia si è avuto con la fi nanziaria del 2003, quando il nostro Legislatore ha deciso di rendere maggiormente incisiva la tutela penale del cd. “Made in Italy”. Modi-fi cando l’art. 517 c.p., concernente la “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”, si è provveduto ad includere nella condotta sanzionata dalla riferita norma penale incriminatrice anche la stampigliatura “Made in Italy” su prodotti e merci non originari del nostro Paese nonché l’uso, anche se accompagnato dalla specifi cazione dell’origine o della provenienza estera del prodotto, di segni, fi gure, o quant’altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana. Si pensi al caso, tutt’altro che infrequente, in cui nell’etichetta di un determinato prodotto non realizzato in Italia, accanto ad una indicazione inerente la reale origine del medesimo, si accompagni un riquadro recante la dicitura “Italy” o i colori della bandiera italiana. Se l’intervento in questione, ed altri successivi, si mostravano astrattamente idonei ad off rire una maggiore tutela, nell’applicazione concreta che della norma ha fatto la giurisprudenza ne è derivato tuttavia un notevole svuotamento di contenuto. Mi riferisco a pronunce, anche recenti, della Corte di Cassazione nelle quali i giudici italiani hanno mostrato di accogliere un orientamento particolarmente restrittivo dell’art. 517 c.p., privilegiando l’accezione di “pro-venienza giuridica” rispetto a quella di provenienza materiale o geografi ca del prodotto. In altre parole si è ritenuto che relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affi dabilità tecnica del produttore, per origine o provenienza del prodotto debba intendersi la sua origine imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economica e tecnica del processo produttivo: ne deriva la possibilità che l’imprenditore affi di a terzi l’incarico di produrre materialmente un prodotto secondo le linee guida da lui stabilite, per poi apporvi regolarmente il proprio marchio.Di segno opposto tuttavia le recentissime novità che, ancora allo studio del Parlamento, si candidano a soddisfare le istanze di una regolamentazione più rigorosa e restrittiva dell’uso
del marchio “Made in Italy”. In particolare nell’ambito del disegno di legge n. 1441 ter (A.S. n. 1195 al Senato) si prevede un interessante emendamento specifi camente dedicato alla materia. Si tratta dell’art. 11 bis del riferito A.S. nel quale si specifi ca che un prodotto possa essere messo in commercio con la stampigliatura Made in Italy, solo qualora la sua produzione sia avvenuta esclusivamente o principalmente in Italia, e almeno il 70% dei relativi costi di manifattura siano imputabili a fasi di lavorazione avvenute in Italia. Alla proposta si accompagna anche la previsione dell’obbligo dei produttori di indicare in apposita etichetta, da accompagnare al marchio Made in Italy, la fi liera produttiva del manufatto relativamente al suo ciclo di produzione, specifi cando per ogni fase di lavorazione i Paesi che hanno contribuito alla sua realizzazione.Se la modifi ca dovesse essere licenziata dal Parlamento, ma allo stato i relativi lavori parlamentari sono ancora in itinere, ne deriverebbe un notevole raff orzamento in termini di garanzia sia dell’affi damento che il consumatore ripone nel marchio “Made in Italy” sia della tutela del medesimo come strumento di vantaggio competitivo delle nostre imprese soprattutto piccole e medie – fi ore all’occhiello della nostra economia – nell’agone del mercato globale.
Prof. Avv. Aldo FittantePer contattare il Legale:Posta elettronica: fi ttante@fol.itTelefono: 055 2337651 • fax 055 2306552
STUDIO LEGALE FITTANTEVIA MICHELE DI LANDO, 6
TEL. +39 055 2337651 FAX +39 055 2306552
E.MAIL: FITTANTE@FOL.ITWWW.STUDIOLEGALEFITTANTE.IT
A cura del Prof. Avv. Aldo Fittante
Mostre
Ferdinado I De’ Medici. Maiestate tantumDal 2 Maggio all’1 NovembreMuseo delle Cappelle Medicee – San Lorenzo
Il granduca Ferdinando I
(1549 – 1609) fu tra le figure
eminenti della dinastia me-
dicea, e il quarto centenario
della sua morte verrà ricorda-
to con una mostra, promossa
dal Polo Museale fiorentino
unitamente all’Opificio delle
Pietre Dure, che da Ferdinan-
do fu fondato. La mostra, che
ha per titolo il motto persona-
le di Ferdinando I (Maiestate
tantum), si concentra su due
eventi emblematici, entrambi
legati a quella politica di
affermazione dinastica che fu
di guida all’operato di Ferdi-
nando. Le nozze con Cristina
di Lorena, della famiglia dei
reali di Francia, e il prezioso
altare-ciborio per il mauso-
leo di famiglia, la Cappella
dei Principi, scelta a sede
dell’esposizione.
I marmi vivi. Gian Lorenzo Bernini e la nascita del ritratto baroccoFino al 12 luglioMuseo Nazionale del Bargello
Dopo la mostra “Bernini and
the Birth of Baroque Portrait
Sculpture” organizzata dal
Getty Musem di Los Angeles
e dalla National Gallery di
Ottawa (5 agosto 2008 - 8
marzo 2009), anche Firenze
rende omaggio all’artista e
alle sue eccezionali qualità di
ritrattista: con il busto di Co-
stanza Bonarelli, il Museo Na-
zionale del Bargello possiede
infatti la testimonianza più
emozionante e più celebre
della svolta che Gian Lorenzo
Bernini (1598-1680) operò
nel genere della ritrattistica
scultorea.
Concerti
Max Gazzè6 AprileTeatro Puccini
Il progetto live “Casi ciclici”
è prima di tutto uno spetta-
colo audio visivo. Le canzoni
seguono un ordine preciso e
sono accompagnate da im-
magini che rendono parole e
musica visibili, ne dilatano il
contenuto, le interpretano e
le estendono. Un film sonoro
in cui Max coinvolgerà il pub-
blico nel suo modo eclettico
e originale. Elettro-acustico
perché la voglia di sperimen-
tazione di Max trascende i
generi musicali e per questo
progetto ha scelto musicisti
provenienti da mondi musi-
cali diversi e apparentemente
incompatibili: Megahertz
(teremin e sintetizzatori)
Sergio Carnevale (batteria),
Silvia Catasta (flauto traverso
e ottavino) e il Quartetto
d’Archi EdoDea.
Nomadi19 AprileSaschall
I Nomadi stanno per tornare
con un disco di canzoni
nuove ed un tour. Ad aprile
è prevista infatti l’uscita del
nuovo album, il primo con
materiale inedito da studio
dal 2006, anno in cui pub-
blicarono “Con me o contro
di me”. Due inediti erano
stati inseriti anche nell’album
live con la Omnia Symphony
Orchestra uscito nel 2007,
ma ormai la voglia di canzoni
nuove tra i fan era altissima.
L’occasione per ascoltare
dal vivo queste composizioni
sarà il tour già in prepara-
zione che partirà anch’esso
ad aprile. Al momento non
si hanno indiscrezioni circa
il titolo del nuovo disco o
particolari sul contenuto.
Tiziano Ferro22 AprileNelson Mandela Forum
Un tour che porta a Firenze
il nuovo album di Tiziano
Ferro, “Alla mia età”, uscito
in contemporanea in 42 paesi
del mondo. E’ il quarto della
sua carriera iniziata nel 2001,
a soli 21 anni, con il singolo
“Xdono” e l’album “Rosso
Relativo”. Il titolo dell’album
suggerisce il contenuto
autobiografico di questo
suo nuovo lavoro. Tiziano
riassume in 12 canzoni tutto
quello che il suo cuore ha
metabolizzato in questi ultimi
due anni. Questo album lo ha
visto collaborare con Ivano
Fossati e Franco Battiato con
cui ha scritto rispettivamente
i brani ‘Indietro’ e ‘Il tempo
stesso’ e con Kelly Rowland
con cui ha duettato nel bonus
track ‘Breathe gentle’ (versio-
ne inglese del pezzo con
Fossati).
Nek23 AprileSaschall
Il nuovo tour di Nek, è il risul-
tato di un lavoro durato più
di due anni. Tanto è passato
dall’uscita di “Nella stanza
26” a “Un’altra direzione”,
titolo dell’ultimo album.
Un disco di composizioni
originali, capace di ripercorre
un’evoluzione personale
che rimane fedele alla sua
raffinatezza stilistica, ma
allo stesso tempo allarga il
proprio orizzonte artistico,
spaziando dal lento classico
di “Se non ami” alle atmosfe-
re sincopate di “Le mie mani”
con una chitarra reggae
dall’incedere percussivo.
Fiorella Mannoia29 AprileSaschall
Dopo il successo del tour
legato alla raccolta “Canzoni
nel tempo”, che ha visto
l’artista nelle piazze d’Italia
durante tutta l’estate 2008,
Fiorella Mannoia torna ad esi-
birsi dal vivo per presentare il
suo nuovo lavoro “Il Movi-
mento del dare”. E’ un album
che contiene collaborazioni
con alcuni dei più grandi
autori della musica italiana
tra cui Ligabue, Fossati,
Jovanotti, Battiato e molti
altri. Sono canzoni, quelle
contenute nel nuovo album,
che sembrano non scritte per
lei, ma quasi da lei, tanta è la
capacità di Fiorella di sapersi
immedesimare nelle parole
degli uomini che scrivono
per lei e al tempo stesso la
capacità degli autori di riu-
scire a scandagliare l’animo
femminile e di esprimere
sono cose che (di solito) “gli
uomini non dicono”.
Teatro
Corrado Guzzanti7 AprileNelson Mandela Forum
Dopo gli ultimi anni passati
tra apparizioni tv, cinema
ed editoria, Corrado torna in
scena a grande richiesta, con
uno spettacolo interamente
dedicato ai suoi personaggi
vecchi e nuovi.
Gigi Proietti16 e 17 Aprile Nelson Mandela Forum
Con il suo nuovo show, Gigi
rende omaggio a tanti grandi
del teatro e a un genere, il
“ Varietà” che tanto fece
divertire e ancora oggi
diverte il pubblico di ogni età,
condizione e censo. Accom-
pagnato come sempre dalla
sua orchestra di fedelissimi,
dieci elementi scelti tra i
migliori musicisti italiani,
la compagnia di attori, il
balletto, e le figlie Susanna
e Carlotta, Proietti nello
spettacolo alterna canzoni
romane a grandi successi
internazionali; liriche d’amore
e sketch esilaranti; nuovi e
vecchi personaggi con una
chicca d’autore: l’atto unico “
Pericolosamente” di Eduardo
De Filippo.
Nel mezzo del cammin. Canti e canzoni dall’inferno di Dante23 e 24 AprileTeatro di Rifredi
Una rivisitazione moderna
dell’Infreno dantesco, curata,
realizzata e diretta da Angelo
Savelli e interpretata da
Carlo Monni, insieme a Nicola
Pecci, Andrea Bruno Savelli,
Massimo Grigò, Marzia
Risaliti.
Amore e psiche. La favola dell’asino d’oroDal 14 al 19 AprileTeatro della Pergola
“L’Asino d’oro” è uno dei due
grandi romanzi “moderni”
dell’antichità romana (e non
solo) insieme al “Satyricon”
di Petronio, e non a caso,
dopo aver affrontato lo
scorso anno il Satyricon, ora
mi impegno nella messa in
scena dell’Asino d’oro (cono-
sciuto anche col titolo di Me-
tamorfosi). E così come per il
Satyricon mi ero concentrato
sull’episodio della Cena di
Trimalcione, per l’asino, non
ho preso l’intero romanzo
ma la sua parte centrale,
senz’altro la più bella, poetica
e suggestiva, “la favola di
Amore e Psiche”.
Visite guidate
Archeologia Narrante Dal 15 Aprileal 14 GiugnoCentro di Restauro e archeo-antropologia
Nell’ambito dell’iniziativa
“Archeologia narrante” del
Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali, dal 15 aprile
al 15 giugno 2009 sarà pos-
sibile effettuare visite guidate
ai laboratori del Centro di
Restauro e di Archeo-antro-
pologia della Soprintendenza
per i Beni Archeologici
della Toscana. Le visite si
svolgeranno, su prenotazione,
la mattina dei giorni lunedì,
mercoledì e venerdì. Sarà
possibile prenotare anche
visite pomeridiane, limita-
tamente al mese di maggio,
per i giorni lunedì e merco-
ledì. I partecipanti potranno
apprendere le principali fasi
delle attività svolte e osser-
vare gli interventi in corso,
inoltre, verranno illustrate le
caratteristiche degli appa-
recchi e delle attrezzature
impiegate. Le prenotazioni
potranno essere effettuate
dal lunedì al venerdì dalle
ore 10,00 alle ore 12,00
ai seguenti numeri: Centro
di Restauro 055.0949311
o 055.0949336. Laborato-
rio di Archeo-antropologia
055.253273
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
“Martino” è tornato. E ora pensa al futuroFIORENTINA. Il danese sta vivendo la sua quinta stagione (la più complicata) in maglia viola
Martin Jorgensen
Martin Jorgensen, 35 anni il prossimo 6 ottobre, sta vivendo la sua quinta stagio-
ne in maglia viola. Stagione che, senza dubbio - assieme alla prima - è quella più complicata. Il da-nese è stato fuori dal campo per quasi sei mesi a causa di un virus provocato dal morso di un inset-to. “Non vengo da un periodo semplice. Per la prima volta sono rimasto tanti mesi senza calcio, è stata durissima, anche perché ho dovuto fare diversi controlli – rac-conta -. Come stavo? Sempre ab-bastanza sereno, anche se a Firen-ze sono circolate un sacco di voci. Prima nessuno aveva il coraggio di dirmi cosa avevo, me l’hanno detto dopo, quando avevano ca-pito che tutto si sarebbe risolto. Comunque – continua - ho preso quel virus da un insetto, non so quando, certamente prima del ri-tiro a Castelrotto, una settimana o forse quindici giorni prima”. Il suo rientro nella partita di ritor-no con l’Ajax, assieme a quello di Almiron - in una gara che, alla fi ne, ha visto la Fiorentina uscire dalla Coppa Uefa - è stato messo sotto accusa dalla critica. Acqua passata, ormai. Il centrocampista, con tante esperienze in difesa e in attacco, vive invece ora una si-tuazione di stallo a causa del suo contratto in scadenza a giugno. Il ds Pantaleo Corvino ha detto che l’accordo non si è trovato per 50mila euro... “Se la cifra fosse stata 50mila euro avrei già fi rma-to – spiega “Martino” - dipende da tutte e due le parti, io sono ot-timista, anche se devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza sapere dove giocare. Spera-vo di chiudere il discorso in poco tempo. Comunque non sono de-luso o arrabbiato”. Il suo futuro,
nel caso sfumasse il rinnovo con la società viola, è in Danimarca. “Mi tengo in contatto con Brian Nielsen (diesse dell’Aarhus, il suo primo club da professioni-sta, ndr), è un amico, ma prima di tutto vorrei evitare di giocar-mi gli ultimi anni cambiando squadra. Si tratta di capire quanti e quali passi si possa fare l’uno verso l’altro. In Italia? Solo alla Juve!” (ride, ndr). Una cosa è cer-ta, quindi. Quando Martin appen-derà le scarpette al chiodo vivrà con la sua famiglia in Danimarca, dove, probabilmente seguirà l’at-tività di famiglia. “Forse lavorerò con la mia famiglia, i miei hanno un’agenzia di viaggio (trentacin-que pullman) ad Aarhus – dice - anche se vorrei restare sempre vicino al mondo del calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore dei bambini, non mi vedo come di-rettore sportivo o team manager”. L’ipotesi di vederlo nelle vesti di dirigente viola, infatti, era solo uno scherzo tra lui, Corvino e Mencucci. Se continuasse a gio-care a calcio fi no al 2010, Jorgen-sen, che ha praticamente giocato in tutti i ruoli - tranne da portiere e difensore centrale - potrebbe di-ventare l’unico calciatore danese ad aver partecipato a tre mondia-li. Intanto, con la maglia viola ci sono da conquistare i preliminari di Champions. Obiettivo diffi cile ma non impossibile, per Martin. “Quest’anno è mancata un po’ di convinzione ed esperienza. Scen-devamo in campo con la mentali-tà di essere più forti degli altri, sia come singoli che come collettivo. Bisogna essere più umili. Per il quarto posto – conclude - sono fi ducioso, abbiamo reagito alla critica e lavorato per la squadra: dopo la partita con l’Inter ho visto la reazione che serviva”.
Cristina Guerri
Ha fatto il suo rientro in campo dopo sei mesi di stop a causa di un
virus che, per diverso tempo, ha fatto discutere (e preoccupare)
Firenze. Ora, lasciato il peggio alle spalle, Jorgensen - che ha il
contratto in scadenza – è concentrato sul suo rinnovo. “Sono
ottimista, ma devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza
sapere dove giocare”. E da “grande” sogna di allenare i bambini
935740
LA PERIATRITE DELLA SPALLA La periatrite della spalla è una espressionegenerica di una sindrome dolorosa causata da una patologia periarticolare. Si distinguono diverse sindromi: spalla dolorosa semplice (tendinite del m. sovraspinoso o del capo lungo del m. bicipite brachiale), spalla dolorosa acuta(associata a borsite calcifica subacromiale), spalla bloccata o congelata (capsulite adesiva), sindrome da conflitto sotto-acromiale (rottura della cuffia deirotatori). E’ frequente sia in attività lavorative che sportive, per traumi efficienti,microtraumi ripetuti, sovraccarico funzionale notevole. Si manifesta clinicamentecon limitazione funzionale e dolore che si accentuano nei movimenti attivi e passivi. Generalmente il dolore è localizzato sulla faccia antero laterale dellaspalla con possibile irradiazione sulla faccia anteriore del braccio.Il trattamento all’inizio è conservativo associando terapia farmacologia per viagenerale e locale. Efficace è la terapia fisica strumentale (Ultrasuoni, Ionoforesi, Tens,Laserterapia, Tecarterapia). Per potenziare i risultati della terapia medica efisica è indispensabile il trattamento riabilitativo per riattivare la motilitàarticolare compromessa specie nella spalla bloccata, per rinforzare i gruppimuscolari deficitari, con automotivazione del paziente per un migliorerecupero funzionale della spalla.
PRESTAZIONI• Terapie strumentali:
- ultrasuoni - ionoforesi - - idrogalvanoterapia -
- elettroterapia antalgica - infrarossi -- elettrostimolazioni muscolari -
- compex - magnetoterapia -- trazione vertebrale -
• Tecar terapia• Laserterapia (a diodi-CO2)
• Terapie manuali:massaggio - pompage - linfodrenaggio
• Riabilitazione neuro-motoria efunzionale
• Ginnastica vertebrale segmentarla• Ginnastica posturale• Visite Specialistiche:
- Fisiatria - Ortopedia - Neurologia -- Oculistica - Dermatologia -
- Medicina dello Sport -
CENTRO DI RIABILITAZIONE FISIOTERAPIADirettore Sanitario Prof. E. Piccoli
Sede: Via C. Franceschi Ferrucci 48 (FI)Tel. 055 6541049 fax. 055 6541085 e-mail: camessas@libero.it
Informazioni - Prenotazioni: Lunedi - Venerdi ore 08,30 - 19,30
Non sono solo Mutu & Co. i protagonisti della dome-nica. Perché, per 11 ma-glie viola che scendono
in campo, ci sono migliaia di tifosi a sostenerle. E sono proprio loro, forse,
i veri protagonisti. A cui Il Reporter ha deciso ora di dare spazio. Lorenzo la partita la vede in maratona. “Come va quest’anno? C’è un problema di modulo tattico, oltre che di condizio-ne fi sica – dice - il centrocampo non corre. Penso che sia diffi cile raggiun-gere il quarto posto, anche se sono fi ducioso. Il contratto di Jorgensen?
Dipende quanto vuole, anche se per un anno glielo rinnoverei. Rimpianti per Pazzini? No. sono sempre stato un suo sostenitore, avevo anche la ma-glia, però oggettivamente non faceva gol neanche a spingerlo. In futuro mi piacerebbe vedere la Fiorentina in un nuovo stadio, non importa dove, basta che abbia 50.000 posti e sia coperto. La dirigenza viola? non si potrebbe averne una migliore”. Andrea è ab-bonato da 11 anni. “L’ultima stagione con Cecchi Gori non l’ho fatto perché ero contro di lui – racconta - anche se compravo il biglietto. Prima andavo in curva, ora mi godo la tribuna. Que-sta è stata una stagione di alti e bassi; credo che non ce la faremo ad andare in Champions... spero di sbagliarmi, ma la penso così. Sono affezionato al Franchi, ma purtroppo è obsoleto. Lo stadio nuovo va bene anche a Sesto, quello del Bayern Monaco è fuori dal centro della città. Rimpiangere Pazzi-ni? Troppo facile, ora”. Paolo ha l’ab-bonamento da ben 7 anni in Fiesole. Si defi nisce un po’ un cane sciolto, non facendo parte di nessun gruppo organizzato. “I Della Valle hanno investito molto, soprattutto su due giocatori, Vargas e Gilardino. Uno, i’ Gila, li ha ripagati, l’altro ancora deve esplodere. L’anno prossimo – chiosa - manderei via parecchi giocatori per stare tra le prime quattro-cinque del campionato. Chi vorrei? Ivanovic e Diego, anche se sogno Messi. Jor-gensen va premiato con il rinnovo, è un giocatore di cuore che si è anche in ruoli non suoi quando ce n’era biso-
gno. Il Pazzo? È’ uno dei migliori at-taccanti italiani, anche se l’ho sempre criticato”. Alessandro va allo stadio dal ‘75. “E’ un’annata al di sotto delle aspettative, con tutti i giocatori che sono arrivati in estate – commenta - che cambiamenti farei? La Fiorentina
avrebbe bisogno di una persona di immagine, a livello dirigenziale, che ci metta la faccia, tipo Antognoni. Lo stadio? Il Franchi è antico, è stato co-struito durante il periodo fascista, sa-rebbe da rimodernare. Sennò meglio costruirne uno nuovo”.
di Giovanni Carta
Cristina Guerri
Andrea ha l’abbonamento da 11 anni
(“ma l’ultima stagione con Cecchi Gori
non l’ho fatto”), Paolo è un “afi cionado”
della Fiesole, Alessandro va allo stadio
dal ‘75. E ora dicono la loro
Vita da tifosi (ogni maledetta domenica)FUORI DAL CAMPO. Mutu & Gila? No, i veri protagonisti viola sono i supporter
sport
Le barriereda abbattereChissà se Firenze avrà mai uno sta-dio nuovo. Nell’attesa - a dire il vero neanche tanto trepidante - di saper-lo, pensiamo a cosa abbiamo a dispo-sizione adesso. Lo stadio comunale oggi intitolato ad Artemio Franchi, progettato da Pier Luigi Nervi nel 1929, fu costruito tra il 1930 e il 1932. A conferma dei corsi e ricorsi storici, allora si discuteva sulla localizzazio-ne: alle Cascine o alle Cure? Alla fine si optò per la capiente area della Piazza d’Armi, dedicata a Marte, dio della guerra. C’era anche la pista di atletica, sacrificata nel 1990 quando lo stadio fu ritoccato per ospitare quattro gare dei campionati del mon-do. Da allora nessun altro interven-to, nel rispetto della sacralità del mo-numento nazionale, se si escludono quelli, esterni, imposti dal decreto anti-violenza del 2007: i tornelli e la recinzione metallica di pre-filtrag-gio, orrendo scempio “regalato” alla già tartassata popolazione residente. Guardando al futuro, è desiderabile una manovra al contrario: l’abbatti-
mento delle barriere che separano gli spettatori dal campo di gioco. Come si vede già in molti stadi europei, a partire dall’ex-hooligana Inghilterra, e come si dovrebbe vedere - salvo imprevisti - allo stadio Olimpico di Roma in occasione della prossima finale di Champions League. Senza per forza scadere nella retorica, sono tante le barriere da abbattere nello sport. A cominciare dal basso, dai campi di periferia, dalle miriadi di società sportive che stanno assumen-do sempre più un ruolo fondamenta-le come nuovi centri di aggregazione sociale e palestre di vita per bambi-ni e adolescenti. E’ in queste realtà che va fatto lo sforzo maggiore per diffondere valori di solidarietà, di onestà e correttezza, di fair-play, di sportività. Perché non serve applau-dire il “terzo tempo” dei campioni sul tappeto rosso se i nostri giovani campioni crescono sull’onda della competitività esasperata e sulla spin-ta di genitori-ultrà al di là della rete che circonda il campo di gioco.
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Nido d’infanzia 6 mesi / 3 anniCentro per la cultura
Dell’infanzia
per informazioni
055.5535688 - 346.6608231www.asilobarbapapa.itinfo@asilobarbapapa.it
iscrizioni annoeducativo 2009 - 2010
Il nido d’infanzia Barbapapà accoglie bambini/e da 6 mesi a 3 anni di età. L’ambiente, completamente ristrutturato con materia-li, arredi e pitture ecocompatibili, è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 7.307.30 alle ore 18.3018.30 (è possibile, su richiesta, prolungare l’orario fino alle 19.00) e il sabatosabato dalle 09.00 alle 13.00. Gli am-bienti sono ampi e luminosi e si affacciano su un grande giardino e una corte interna. L’asilo organizza laboratori, atelier e incon-laboratori, atelier e incon-tri a tema sull’infanziatri a tema sull’infanzia con la partecipazione di professionisti al-aatamente qualificati. Sono inoltre previsti pomeriggipomeriggi didi giocogioco per bambini più grandi. La cucina interna prepara quotidianamente il pranzo e le merende per i bambini con alimenti di origine biolo-gica. L’asilo si avvale della presenza costante di un pediatrapediatra ed uno aapsicologopsicologo di riferimento. Le iscrizioni sono aperte tutto l’anno.La struttura rimane aperta anche nei mesi di luglioluglio e agostoagosto, conla possibilità di frequenza settimanale.
viale a.volta, 72 - via g.cavalcanti, 4 firenze
Nel 1957 Don Mario Alberto Lupori fondò una delle più gloriose società sportive d’Italia: la San Michele
Cattolica Virtus. In breve tempo, la po-lisportiva divenne un importante centro di aggregazione per migliaia di giovani. Negli ultimi anni la San Michele, oggi guidata da don Massimiliano Gabbricci, ha anche curato la formazione religio-sa dei ragazzi impegnati nel gioco del calcio e delle ragazze della pallavolo femminile. Ma è soprattutto nel calcio che la Cattolica Virtus è sempre stata una delle maggiori “sforna talenti” in città, riuscendo a vincere titoli nazionali e regionali: l’ultimo in ordine di tempo la Coppa Toscana categoria Allievi nella passata stagione, in finale contro lo Spor-ting Arno. Ma le coppe in bacheca non sono il solo vanto della società. Il sogno è quello di regalare al calcio professioni-stico giovani stelle. Non è sempre stata solo utopia. Alcuni esempi? Il campione del mondo 1982 Paolo Rossi e il nazio-nale Andrea Barzagli. Tutt’oggi, a ogni partita disputata in casa sono presenti os-servatori di tutte le “big” d’Italia. I “se-natori” della gloriosa società fiorentina ammettono, infatti, che negli ultimi dieci anni il livello del calcio giovanile made in Italy, soprattutto da un punto di vista tecnico, si è abbassato, rendendo molto più difficile un ricambio generazionale. Altra differenza con gli anni ’80 e i pri-missimi anni ’90 è semplice: c’è molto
più abbandono in età giovanile di allievi che non hanno nel calcio un futuro re-munerativo. E’ proprio per questo che la San Michele Cattolica Virtus cerca, oltre che far crescere i propri atleti da un punto di vista educativo e spirituale, di selezionare i ragazzi che possano avere una prospettiva, soprattutto dalla Secon-da Divisione fino alla Serie A. Ormai in Serie D o in Eccellenza gli stipendi dei calciatori non sono tali da permet-tere una sopravvivenza in una società sempre più ai margini della povertà.
Senza offrire illusioni o posti di lavoro, la Cattolica ha come obiettivo i primi posti dagli Esordienti fino agli Juniores, grazie all’ausilio del ds Marco Marchi e di esperti dirigenti che forniscono ai pro-pri tecnici, tutti qualificati, un organico di prima scelta. Un altro vanto per tutte le persone che sono vicine all’ambiente della San Michele è che la prima squa-dra è composta da ragazzi e da uomini che indossano da sempre, o quasi, la ma-glia giallorossa, maglia che per qualsiasi giocatore è un ricordo indelebile.
Cattolica Virtus, la maglia che non ti scordiLorenzo Mossani
VIAGGIO NEL PALLONE. Ottava tappa del tour de Il Reporter tra i club sportivi di casa nostra
L’Arno d’argento risplende il firmamento. E’ proprio
così, perché solo di stelle - nel caso della Canottieri Comuna-li Firenze - si può parlare. Tanti successi e molte ambizioni anche per il futuro. Il Reporter ha chie-sto al direttore sportivo Alessan-dro Piccardi quali sono i segreti di così tanti successi.Senza considerare l’olimpioni-ca Stefania Cicali, prodotto del vostro vivaio, quali sono stati i risultati della vostra stagione agonistica?Direi che è andata sopra ogni aspettativa. La nostra società ha chiuso infatti il 2008 con un ver-detto ufficiale di grande prestigio: siamo stati la terza società italia-na di canoa. Nella classifica fina-le la società biancorossa è prece-duta solo dall’Idroscalo Club con 12513,5 punti e, di pochissimo, dalla Canoa San Giorgio con 9854, contro i nostri 9533,8. Dopo un 2008 così avete già ini-ziato il 2009 conquistando titoli su titoli. Quali sono gli obiettivi più importanti?Nella canoa olimpica allenata da Marco Guazzini abbiamo grandi ambizioni con Susanna Cicali, sorellina di Stefania, che a ritmo di pagaiate sta ripercorrendo i successi avuti dalla sorella. Nel mese di luglio sarà sempre im-pegnata con la Nazionale nella categoria Juniores. La speranza è di riuscire a portare qualche piaz-zamento importante agli Europei e ai Mondiali.Mentre nelle altre discipline?Nella canoa fluviale allenata da Niccolò Pandolfini abbiamo in
partenza diverse certezze: i fra-telli Fianchisti nel K1, Ricardo Tonini nel C1, tutti categoria Se-nior, e tanti giovani che stanno crescendo e cercando di raggiun-gere il livello dei nostri atleti più forti. Nella canoa polo, allenata da Massimiliano Sizzi, cerchia-mo di puntare ai play-off, abbia-mo lavorato molto in questi mesi per allestire una formazione che possa raggiungere i vertici della classifica, iscrivendo inoltre altre tre formazioni ai campionati di Serie B, Under 21 e Juniores al-lenate da Massimo Chiti. Anche in questa disciplina siamo sicura-mente una solida realtà.Capitolo a parte sono il dra-gonboat, la canoa polinesiana e il podismo, altre attività svolte dalla Canottieri Comunali...Nel dragonboat siamo ormai un punto di riferimento in Europa, tanto che in Francia hanno chie-sto il nostro aiuto per importare questa disciplina come in altre città italiane. La canoa polinesia-na e il podismo sono portati avan-ti con entusiasmo dai nostri soci e sono un vanto per una società con sempre più energia e voglia di fare.Quest’anno festeggiate i set-tantacinque anni dalla vostra nascita, quali saranno le inizia-tive?Inutile elencarle tutte, siamo rientrati nel pre-ingresso delle società centenarie e stiamo orga-nizzando gare e manifestazioni per tutte le categorie. Vogliamo onorare questa stagione nel mi-gliore dei modi, non lasciando niente al caso.
L’INTERVISTA. Parla il direttore sportivo Piccardi
Canottieri Firenze,75 anni di successi
/L.M.
sport
In campo con la Cattolica Virtus
40 Aprile 2009
Il Giro d’Italia compie 100 anni. Il 9 maggio, la corsa rosa ripartirà dal Lido di Venezia marcando le strade italiane
per un totale di 3.395,5 chilome-tri. Un giro che si annuncia scop-piettante per la presenza di molti “big” del ciclismo: oltre al giovane madrileno, vincitore del giro 2008, Alberto Contador, le collaudate star Sastre, Evans e Menchov tra gli stranieri e Garzelli, Simoni, Cune-go, Di Luca, Basso e Petacchi tra gli italiani. Anche se la grande stel-la del centenario pare essere Lance Armstrong, che correrà al Giro per la prima volta nella sua carriera alla ricerca di conferme dopo il rientro nel mondo delle competizioni. Un tracciato adatto a tutti e quindi im-prevedibile, che sarà il palcoscenico
ideale per un’edizione spettacolare: le Alpi arrivano dopo soli quattro giorni, uno sconfinamento in Austria e uno in Francia e la conclusione del 31 maggio a Roma avverrà con una crono individuale. Per celebrare il Centenario, il Giro d’Italia 2009 ricorderà i grandi campioni che ne hanno scritto i capitoli più belli: la 13esima tappa, 150 chilometri tra Lido di Camaiore e Firenze, sarà de-dicata a Gino Bartali, il campione di Ponte a Ema che ha segnato la storia del nostro paese dalla fine degli anni ‘30 ai primi anni ‘50. Lambirà tutte le città fondatrici del 1909, avrà un inno inedito e un logo speciale dedi-cato ai 100 anni. In più una maglia rosa rivisitata eccezionalmente da Dolce & Gabbana e una mascotte particolare, Girbecco lo Stambec-
co, animale simbolo di caparbietà, forza e onestà, doti che serviranno ai protagonisti della corsa più amata dagli italiani. La città di Firenze cor-re con il fiorentino Leonardo Scar-selli e Dario David Cioni, nato in In-ghilterra ma residente sulle colline di Montelupo Fiorentino, entrambi corridori della neoformazione italo-ucraina della Isd, che vanta come consulente tecnico e d’immagine il campione Mario Cipollini. Questa edizione, che raccoglie l’esperienza di un secolo in rosa, vuole essere all’insegna di un ciclismo che pro-muova i valori di eticità e qualità nel rispetto della tradizione, ma che allo stesso tempo sia attuale e guardi al futuro della disciplina. Nel 1909 il vincitore fu Luigi Ganna: chi sarà quello del 2009?
CICLISMO. L’edizione speciale della gara toccherà anche Firenze
Cento anni di Giro: un secolo in rosa
Ivana Vita
Correrà al Giro d’Italia per la se-sta volta il fiorentino Leonardo
Scarselli, classe 1975, professionista dal 2000: abbiamo chiesto a lui cosa significhi prendere parte alla corsa a tappe più amata dagli appassionati del ciclismo.Debutto della Isd al giro: come si tro-va nella sua nuova squadra?Bene, è una squadra piccola, appena nata, ma ben organizzata e con tanta voglia di crescere. Cosa significa per un corridore pren-dere parte al Giro d’Italia?Il Giro, per un italiano, è la manife-stazione più importante dell’anno, ri-chiama tanta gente. Ci sono altre corse belle come la Milano–Sanremo, il Giro di Lombardia, ma non hanno lo stesso fascino. La gente associa il ciclismo al Giro d’Italia.La tappa fiorentina sarà dedicata a Gino Bartali: come la vive?Noi toscani abbiamo avuto la fortuna di ammirare un ciclista eccellente che è il simbolo stesso di questo sport. Non possiamo che esserne fieri. Peccato che si tratti di una tappa tutta in pianura, quindi si prospetta un arrivo in volata. Fosse stata una tappa intermedia si po-teva aspirare a qualcosa di diverso. Io cercherò di affiancare la mia squadra affinché si possa arrivare a una vittoria.Mario Cipollini è il consulente tec-nico e d’immagine della Isd: una garanzia?Mario è un grandissimo campione, con lui ovunque vai trovi le porte aperte. E’ un onore averlo come uomo immagine e come presenza all’interno della squa-
dra. E’ molto importante perché anche se la nostra è una squadra piccola, lui ha creduto in un progetto che ha ambizioni ben più ampie.C’è qualcosa che deve cambiare nel mondo del ciclismo?Al contrario di quanto si dice, nel ci-clismo è già cambiato tanto, solo che è uno sport popolare che ha meno aiuti economici e politici di altri ed è stato fin troppo facile prenderlo di mira. Fino al 1995 sembrava uno sport pulito, poi siamo stati noi ciclisti a chiedere mag-giori controlli e lì è scoppiata una bom-ba. Certo, è vero che abbiamo sbagliato tanto in questi anni ed è giusto che chi sbaglia sia punito, ma si è arrivati a una situazione paradossale. Adesso abbia-mo la reperibilità a casa 24 ore su 24, neanche i carcerati, e se salti tre con-trolli prendi una squalifica. Comunque molto è stato fatto e, se oggi avessi un figlio, non avrei alcun problema a farlo correre in bici.
IL PERSONAGGIO. L’atleta alla sua sesta partecipazione
Scarselli guida i fiorentini alla conquista della corsa
/I.V.
Leonardo Scarselli
Per celebrare
l’anniversario
saranno ricordati
i campioni che ne
hanno scritto la
storia: la 13esima
tappa dedicata
a Gino Bartali
sport 41
Studio Odontoiatrico Dr.ssa Daniela Soave - Via de’ Tommasi, 4 Firenze
Oggi invece questagrave malattia puòessere combattuta eaddirittura prevenirla. Questa malattia colpiscesia le persone in eta’avanzata che personerelativamente giovani.Si osserva anche inpersone che hannouna estrema cura deidenti e li pulisconoquotidianamente.Il sanguinamento dei
denti, gonfiore delle gengive, arrossamento, sensibilita’al caldo e al freddo sono campanelli di allarme e sidovrebbe immediatamente chiedere un appuntamentocon un dentista parodontologo per valutare la gravita’di questa patologia se si vuole evitare il progredire dellamalattia e conseguente caduta dei denti.Il paradontologo ha molte armi a disposizione per combatterla.La visita consiste in un sondaggio delle tasche eseguitacon una sonda apposita, di una panoramica dellabocca per valutare lo stato dell’osso e la perdita diattacco.La visita deve essere accurata e dopo di che studiatauna terapia personalizzata.
La terapia non può e non deve essere limitata alla semplice detartrasi, che al momento può dare sollievo,ma può recidivare dopo 3-4 settimane in quanto non siè scoperto la causa reale deve essere impostato unpiano di trattamento preciso:Dopo la detartrasi va effettuato un test batteriologico oal DNA a seconda dei casi, per individuare i batteri presenti nelle tasche parodontali ed in caso positivoeffettuare una terapia sistemica e locale con antibiotici.Alle persone che non tollerano gli antibiotici, osono contrari ad essi la Dr.sssa Daniela Soaveeffettua una TERAPIA OMEOPATICA APPOSITAALTRETTANTO EFFICACE. In aggiunta va eseguita la levigatura dei denti per asportare la placca sottogengivale e quando si ritiene necessario fare delle applicazioni LASER perdecontaminare e biostimolare i siti infetti in manieracompletamente indolore.La TERAPIA LASER è un’arma molto potente contro la PIORREA, ed oggi viene usato di routinenello studio della dr.ssa Daniela Soave ed è moltoefficace.Con questo protocollo si ottengono risultati duraturi, edin molti casi anche la remissione totale della malattia.Va ricordato però che la malattia è sempre in agguatoe vanno poi eseguiti controlli periodici per evitare lerecidive.
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C’ERA UNA VOLTA LA PIORREAC’ERA UNA VOLTA LA PIORREA, E LA GENTE
SI ARRENDEVA ALL’INEVITABILE: LA PERDITA DEI DENTI!
QUEI PASSAGGIPEDONALI MAI APERTI
Io abito a Rovezzano, un quartiere di Firenze Sud, e vi scrivo per segnalare un malfunzio-namento della via pedonale sul viale Gene-rale Dalla Chiesa (se di malfunzionamento si può parlare). Sul lato destro della palestra Virgin e su quello sinistro del ristorante Otel ci sono due bellissimi passaggi pedonali con tanto di accesso per gli invalidi (premetto che io sono invalido) per arrivare al parco lungo l’Arno. Peccato che sono chiusi. Costruiti cir-ca 4 anni fa non sono mai stati aperti (il pre-sidente del quartiere mi ha fatto sapere che possono venire aperti solo durante le gare di pesca!!!). Chi vuole andare al parco lungo
l’Arno deve fare un giro molto più lungo (nel mio caso devo prendere l’auto). Sarebbe au-spicabile che visti i soldi spesi per le opere, le stesse fossero fruibili di giorno a tutti gli abi-tanti del quartiere. Ringrazio per l’attenzione sperando in un eco alla mia richiesta.Cordiali saluti,
Vanni Milli
TAVOLINI E DIRITTI
Ricominciamo con i tavolini per via Borgo San Lorenzo e a noi abitanti sta anche bene se però saranno salvaguardati i nostri diritti e cioè: 1) che la sera si possa entrare con la mac-china per caricare e scaricare come stabilito dalle leggi del comune e confermato dal car-tello all’inizio della strada.2) I tavolini siano messi a debita distanza per non ostacolare in alcun momento il passag-gio di mezzi di soccorso.3) I ristoranti rispettino gli orari di chiusura e scoraggino gli schiamazzi notturni conside-rando che nella strada ci sono molti abitanti non solo turisti che si vogliono divertire
Lettera firmata
QUANDO ATTRAVERSARE LA STRADA DIVENTA UN PROBLEMA
Gentile Direttore, noi di via di Scandicci, da anni, abbiamo segnalato un gravissimo problema riguar-dante l’attraversamento pedonale, di fronte alla croce lignea della chiesa di San Paolo a Soffiano. In sostanza in questo punto si è costretti a stare in equilibrio in circa cm. 40 di spazio su una sorta di marciapiedino (che non può essere chiamato tale), tra bus ed auto che sfrecciano (immaginate i mo-tociclisti) in spregio della incolumità e della vita altrui. Abbiamo coinvolto: l’URP-Quarte-re 4 (Limonaia)- Dott. Giuseppe D’Eugenio, il Comando Vigili Urbani-P.M. Isolotto-Le-gnaia, Città Sicura con Conferma Registra-zione Caso Utenti (conclamata ed accertata estrema pericolosità incolumità utenza), caso estremamente pericoloso a cui è stato attribuito il numero 080403-1051-31877-09, la Nazione di Firenze, presa d’atto per la pre-sa in carico dalla SAS (Società- Comune di Firenze per la Gestione Integrata dei servizi di Mobilità Urbana..). Chiedevamo un para-petto bianco/rosso per mettere in sicurezza almeno i bambini. Ci si è limitati solo ad una ripennellatura deludente...e ancor peggio! Siamo stanchi di avere paura nell’attesa di attraversare la strada, appoggiati al muro, stringendo i nostri bambini mentre le auto
ci sfiorano sempre più veloci, incuranti del-la nostra difficoltà, da gente priva di senso civico! Siamo stanchi di doverci affidare alla fortuna ogni volta che si percorre quel peri-colosissimo marciapiede (se così può definir-si), costretti a mettere i piedi sull’asfalto, col rischio di essere urtati da auto guidate a gran velocità senza il minimo rispetto per i pedo-ni. Mettono, talvolta, gli autovelox in punti meno pericolosi del nostro, argomentando l’incidenza degli infortuni... ma allora dov’è andata a finire la prevenzione?!.Il 18.02.2009 è stato depositato, all’Ufficio-Comando Vigili Urbani N.O.T.-Isolotto-Legnaia-Quartiere 4, l’insieme della richiesta di installazione auto-velox con gli Allegati delle firme dei cittadini, stanchi di questo lassismo a spregio dei citta-dini che pagano profumatamente le tasse a fronte di un menefreghismo che ci spinge a ricorrere al Vostro risaputo e civico interessa-mento per il buon funzionamento del nostro quartiere. Ancor prima, ossia il 03.02.2009, è stata depositata altrettanta richiesta, in abbi-namento alla installazione autovelox, anche della ringhiera protettiva bianco/rossa. Ci rispondono che ci passa il 118, ma il 118 ne è dispensato proprio perché è la tutela del cittadino e che tutto si può fare, basta met-terci i dovuti cartelli di preavviso stradali!!..Sono ormai tre anni di lotta contro un muro di gomma che non ci saremmo mai aspettati da una Firenze che tuttavia amiamo e che ci teniamo stretta al cuore! Fate qualcosa! Gra-zie infinite.
ANCORA A PROPOSITODELLA CARTA FATA
Sul numero di marzo, Reporter riporta la ri-sposta quasi seccata dell’Ataf a proposito dell’abolizione della Carta Fata. La riduzione, dice l’Ataf “si basava sull’equazione del tutto ipotetica e demagogica: anziano uguale po-vero”. Rispondo che il fatto di essere anziano giustifica di per se un trattamento preferen-ziale. Esempio: musei, cinema ed altro. Nel caso Ataf, si deve in primis considerare che un ultra 75enne non si diverte a fare diverse corse al giorno e quindi usa l’autobus per lo stretto necessario. C’è un abbonamento stu-denti (per giovani) favorito (e studente non vuol dire povero) quindi ci poteva essere e rimanere un abbonamento favorito per i vecchi. Nel mio caso ho usato FATA sino al mese di novembre 2008 e quindi per tanti anni. Ora che ne ho 84 FATA non c’è più e la carta Mago è sparita sul nascere : è toccata a chi è arrivato prima. Pagare l’abbonamento ordinario di 350 euro per fare da 10 o se va bene 15 corse al mese solo per la comodità
di non obliterare il biglietto è uno spreco an-che per i non poveri. Quindi per me l’Ataf ha torto marcio.
Lettera firmata
“LE MIE IDEE PER LE CASCINE”
Credo di non scoprire niente dicendo che Le Cascine sono qualcosa di impagabile per Fi-renze e che se non ci fossero bisognerebbe inventarle, un po’ come Central Park per New York. E allora, se così è, perché non migliorar-ne la fruibilità per tutte le categorie di fre-quentatori: pedoni con e senza cani, mamme e nonni con carrozzine, podisti, pattinatori e ciclisti? Per esempio, si potrebbero identifi-care specifiche piste ciclabili (e pattinabili), in particolare sui viali Washington, dell’Indiano, del Pegaso e dell’Aeronautica, migliorando la convivenza fra i predetti ed eliminando, o quantomeno minimizzando, discussioni sui rispettivi diritti (non ho citato il viale Lincoln in quanto è talmente largo da ospitare age-volmente tutti e, data la presenza del mer-cato il martedì, non sarebbe probabilmente pratico dipingere del rosso-pistaciclabile una sua parte). Ci sarebbero anche altri aspetti da esaminare, come ad esempio l’utilizzo della passerella dell’Isolotto da parte delle moto, ma non voglio abusare dell’ospitalità e mi fermo qui, sperando di riuscire a sollevare un po’ d’interesse da parte dei settori com-petenti dell’amministrazione (a proposito, vi risulta che esista un indirizzo e-mail di que-st’ultima alla quale il cittadino possa fare se-gnalazioni dirette?).Grazie dell’attenzione e complimenti per la rubrica.
CIMITERO DI BROZZI,IL “CRATERE” NEL PARCHEGGIO
Gentile Redazione,per ragioni non difficili da immaginare mi reco spesso al cimitero di Brozzi, in via di San Martino a Brozzi. Lascio abitualmente l’auto all’interno del grande parcheggio posto pro-prio di fronte all’ingresso del cimitero, per
Inviaci le tue lettere aredazione@ilreporter.itLettere e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni
lettere42 Aprile 2009
COS E LA FLUOROPROFILASSI?
Dr. Daniele Dolci - ODONTOIATRA - Via Salento 21 (FI) - tel. 055 7878109Zona Il Cavalaccio Hotel Hilton Multisala Warner Village - STUDIO ODONTOIATRICO convenzionato con Asso Cral Italia
La Fluoroprofilassi è la somministrazione di fluo-ro per la prevenzione della carie, è una metodi-ca sicura e di indubbia utilità, come dimostrato damolti studi scientifici. Tuttavia, poiché risulti real-mente efficace è necessario che l'utilizzo iniziquanto più precocemente possibile e siacostante nel tempo.Le dosi e le metodiche di assunzione del fluoro (maiprendere il fluoro con il latte, molto meglio con l'ac-qua) devono essere indicate al genitore dal pediatrain modo che possa essere controllata la quantitàrealmente assunta dal fanciullo ed evitare sovrado-saggi che, se protratti per lunghi periodi, possonoessere causa di segni bianchi sui denti (fluorosi).Il fluoro esplica la sua azione integrandosi nellastruttura dei denti durante la loro formazione all'in-terno delle ossa mascellari, rendendoli maggior-mente resistenti alla azione della carie. Dalla nasci-ta fino ai 3 anni di età è indicata la somministra-zione quotidiana di compresse o gocce in con-centrazioni che dovranno aumentare parallelamen-te alla crescita del bambino: sarà l'unica fonte
aggiuntiva di fluoro ed è sconsigliato utilizzaredentifrici che ne contengano onde evitare l'even-tuale fluorosi.Da questo momento in poi, fino ai 6 anni, il geni-tore può iniziare ad utilizzare 2 volte al giorno undentifricio specifico, a basso contenuto difluoro per poi passare dopo i 6 anni ad usare ildentifricio per adulti a maggiore concentrazio-ne di fluoro, quale unica fonte dell'elemento. Neicasi in cui vi siano elementi dentari, sia di fanciul-li che di adulti, con problemi di mineralizzazione ocon sintomi di predisposizione cariogena , saràmolto utile eseguire periodiche applicazioni topi-che di gel al fluoro, specialmente dopo le sedute diigiene orale.E' opinione abbastanza diffusa che la "pulizia deidenti" (detartrasi) possa arrecare danni allestrutture dentali, ma non è assolutamente vero.Questo può accadere se non si usano strumentiadeguati e se l'operatore non è sufficientementecompetente.
Nello studio del Dr. Dolci si eseguono tutti i tipi dicure dentali, conservative e protesiche, con parti-colare attenzione alla nuova metodica VALPLASTR, all'IMPLANTOLOGIA, agli elementi protesici inCERAMICA INTEGRALE e in ZIRCONIO, privi dimetallo e particolarmente adatti per i settori ante-riori della bocca, nonché ai trattamenti delledisfunzioni delle articolazioni mandibolari con l'u-tilizzo dei BITE.
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non ostacolare il traffico fermandomi lungo la strada. L’ingresso del parcheggio però è caratterizzato da parecchi mesi da un tom-bino sconnesso e da un “cratere” che diventa sempre più profondo. Per quanto si possa procedere lentamente e con attenzione, è quasi impossibile non prendere l’uno o l’altro con una delle ruote. Capisco che in tempi di crisi, dovendo pensare ai costi della tramvia, non ci siano più soldi per riparare le buche, ma nel caso specifico, senza spendere un solo Euro si potrebbe lo stesso rimediare. Infatti, come appare sempre dalle foto, il pas-saggio è diviso in due parti da una colonnina di ferro a sostegno di una catena. Ebbene la catena è sempre abbassata dalla parte della buca ed è sempre alzata dalla parte con l’asfalto integro. Possibile? Proprio così! Troppo evidente per essere casuale. Forse invecchiando comincio a perdere qualche colpo, ma non riesco proprio a trovare una soluzione logica di questa scelta. C’è forse un tacito accordo con la lobby dei meccanici e dei carrozzieri? O forse la scelta è stata fatto proprio perché assolutamente illogica?Grazie, cordiali saluti
Giovanni Garofalo
L’AREA VERDE AL BUIO
Da ben sei mesi l’area verde, con albereta e area per cani, tra via vecchia di Pozzolatico e via Cicognani è al buio. Abbiamo cercato inutilmente di contattare il Comune, il Quar-tiere 3, per far presente questo disagio, ma sembra che l’area in questione sia di nessu-no. Tante persone dopo le diciotto, in par-ticolare signore con cani non si addentrano per paura e fanno anche bene visto i tempi che corrono. Possibile che tra tutti gli incari-cati del quartiere nessuno possa interessarsi del caso, chiamando un elettricista? Forze dovremmo rivolgerci ai servizi segreti oppu-re aspettare che qualche male intenzionato approfitti del buio per fare del male a qual-cuno? Siamo nel buio più totale, se esiste qualcuno che ci può aiutare, grazie. Distinti e preoccupati saluti,
Franco Berti
BUCHE E SOSTA SELVAGGIAA CAREGGI
Spett. redazione, vorrei, ancora una volta, segnalare la caoti-ca circolazione stradale nei pressi del polo ospedaliero di Careggi. Buche nelle strade dove passano ambulanze dirette al C.T.O. con gente a bordo. Sosta selvaggia e nessun vigile presente. In Via Dino del Garbo esiste il
divieto di sosta con rimozione in ambo i lati, comunque le macchine sostano incuranti e, non solo, pagano anche il parchimetro. Se un’ambulanza proveniente dal centro è di-retta all’ospedale, pur con i segnalatori acu-stici attivati, non riesce a passare, in quanto le macchine in transito sono solo su due file. Le macchine che dalla via Stenone o da via Grocco devono immettersi in via Taddeo Al-derotti non riescono a passare se non trova-no una persona che dà loro la precedenza. Non sarebbe stato più facile fare l’ingresso da via Banti, dove esiste un semaforo ? Saluti e … cercate di pensarci voi.
Bruno Bardossi
LO “STATO D’ASSEDIO”DI SAN BARTOLO A CINTOIA
Gentilissima redazione,vi scrive un folto gruppo di cittadini di San Bartolo a Cintoia. Il titolo nell’oggetto parla chiaro, “Stato d’assedio”, sì perché i cittadini di San Bartolo sono stufi di subire ogni bene-detta settimana, venerdì, sabato e domenica compresi, le intemperanze dei “ballerini” che escono dal Circolo A.R.C.I. e che alle una di notte si comportano come se fosse mez-zogiorno. Purtroppo la piazzetta adiacente al circolo è come una cassa di risonanza, e qualsiasi rumore viene amplificato, ma tutto ciò non toglie che l’educazione delle perso-ne potrebbe far sì che invece di mettersi a parlare a voce alta, e magari anche a urlare ed a suonare i clacson delle proprie auto, po-trebbero andarsene con maniera più garba-ta. A proposito di auto, vi inviterei a vedere il parcheggio selvaggio che viene sistematica-mente attuato nelle occasione descritte, e ci domandiamo se ci fosse bisogno di un qual-siasi mezzo di soccorso che dovesse passare dalla strada e dalla piazzetta, come potrebbe andare a finire. Per concludere vi informiamo che a cento metri dal circolo, ci sono par-cheggi, quasi sempre semivuoti, che potreb-bero ospitare diverse decine di automobili, e oltretutto sono distanti dalle abitazioni.
Un folto gruppo di cittadinidi San Bartolo a Cintoia
invia la tua segnalazionealla nostra redazione
redazione@ilreporter.it
Partendo col dire che il male (soprattutto quando si parla di patologie serie, come in questo caso) non andrebbe mai augurato a nessuno, è vero che quello dell’uso improprio dei per-messi per invalidi è un problema che deve essere risolto. L’Italia, si sa, è il paese dei “furbetti”, e purtroppo ormai non stupisce più di tanto leggere di individui sorpresi a utilizzare un permes-so non loro magari per parcheggiare il più vicino possibile allo stadio il giorno della partita o per entrare all’interno della Ztl e farsi un bel giro in centro. Sono tante, troppe le notizie di questo tipo che si leggono sui giornali, e che vedono “protagoniste” persone che sembrano proprio non fermarsi davanti a nulla, fino a utilizzare contrassegni di amici o perfino della ma-dre morta. Comportamenti che si commentano da soli, e che non possono essere etichettati se non come vergognosi. Ma, probabilmente, “vergogna” è una parola non conosciuta da chi utilizza un permesso invalidi senza averne diritto. Scopo, come è facilmente intuibile, di questi permessi è quello di rendere (almeno un po’) la vita più facile a chi ne ha bisogno. Per questo, l’utilizzo “disinvolto” di questi permessi – per qualsiasi motivo – da parte di coloro a cui non sono destinati è un comportamento da condannare senza appello. Mesi fa, Il Reporter si era già occupato della questione, censurando il fenomeno dell’utilizzo improprio dei contrassegni per invalidi: ma, da allora, la cronaca cittadina ha mostrato come nuovi casi del genere non siano mancati. E se è vero che le forze dell’ordine hanno il dovere (compito peraltro a volte non facile) di controllare che comportamenti del genere non si ripetano, è altrettanto vero che non dovrebbe nemmeno essercene bisogno. L’idea di utilizzare un permesso per invalidi pur non essendolo non dovrebbe neanche sfiorare la testa di nessuno, e non è una questione di maggiore o minore sensibilità o di “leggerezza” da parte di chi, facendolo una volta, pensa in fondo di non far del male a nessuno. È una questione di civiltà.
Marco Agnoletti
PERMESSI INVALIDI, LA PIAGA DELL’USO IMPROPRIO Trovo ridicolo leggere articoli e indagini nei confronti di persone che fanno uso improprio del tagliando invalidi pur essendo sani come pesci. Non sto a polemizzare sulle vetture, per le quali certe volte ci vuole l’ascensore per salirci dentro, figuriamo per un invalido. I com-menti dei vigili da me interpellati? (a 50 metri da spazi per invalidi occupati da auto normali senza autorizzazione) “Non possiamo intervenire perché non autorizzati dal comando per quel tipo di situazione”. (Ma liberi i vigili di girare in coppia e fermarsi al bar a parlare di Juve o Milan). Mercato di Sant’Ambrogio, 10/15 posti occupati in maniera fissa da personaggi del mercato che con i loro banchi hanno bisogno dell’affettuosa presenza della loro auto. Non solo, se fai loro osservare che non hanno diritto di stare lì, ti mandano anche a quel paese e se si tenta di avvertire i vigili trovati nella strada accanto, li si trova impegnati in altre faccende. Io sono costretto a cercare posto oltre piazza Beccaria il più delle volte, o lasciarla lontana dal posto dove devo andare perché impossibilitato a fare sforzi, portare pesi e quanto altro. Dimenticavo 4 interventi al cuore, coronopatia cronica, cardiopatia ischemica, e ultimo il mese scorso intervento a cuore battente. Non voglio pietismi, ma auguro a questi signori arroganti e prepotenti di usare il permesso per invalidi perché gli è arrivata addosso la stessa patologia che ho io. Con i miei più sinceri auguri.
Lettera firmata
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terra e cielo
Aprile, anche la tavola si veste di primavera, il menu si arricchisce dei colori e dei sapori
della bella stagione, ma soprattutto della legge-rezza necessaria per affrontare le giornate più lunghe e il caldo estivo in arrivo. In primavera inizia la depurazione del nostro corpo con i frutti che ci offre la bella stagione, dopo che in inverno i grassi e le calorie contenuti nei cibi son serviti per sopportare le temperature rigide. Mettiamo pure da parte le noci, le mandorle, le nespole e i cachi e andiamo a cercare le fragole, le cilie-gie e le prime pesche. Quello che è interessante e di cui abbiamo bisogno sono poi i germogli e le insalatine fresche, ma anche alcuni formaggi, tipo il marzolino fatto con il latte delle pecore che hanno mangiato l’erba verde appena germogliata e ricca di clorofilla. A proposito di germogli ri-cordiamo i teneri e prelibati asparagi con la loro azione depurativa e diuretica. Poi c’è l’erba pri-maverile principe: il tarassaco, amarognola quasi sempre presentata cotta in tavola, è gradevolissi-
ma anche cruda, tagliata a listarelline e condita con un po’ di aceto di mele e olio extra vergine di oliva. Notevolissima anche qui la proprietà de-purativa e drenante. Se depurarsi è la parola d’or-dine è pur vero che l’uovo di Pasqua è sempre l’uovo di Pasqua. Quest’anno lo prepariamolo da soli con almeno tre vantaggi: il cioccolato lo sce-gliamo noi, così come la sorpresa e poi vedrete che anche il portafoglio ringrazierà.
L’uovo è più buonose è fai da te• Procurarsi gli appositi stampi per uova nei ne-
gozi specializzati, casalinghi o grandi magazzi-ni ben forniti.
• Scegliere il cioccolato a piacimento, fondente o al latte, per una quantità indicativa di 500 gram-mi circa.
• Sciogliere il cioccolato a bagnomaria o nel mi-croonde mescolando bene per assicurarsi che non rimangano grumi.
• Versarlo nello stampo dalla parte cava facendo-lo roteare in modo da foderarlo completamente con uno strato il più possibile omogeneo. Ri-petere l’operazione per entrambe le metà del-l’uovo
• Lasciare indurire per un paio d’ore in frigorifero e poi togliere le due metà premendo delicata-mente dietro i due mezzi stampi. Inserire in una delle due parti la sorpresa avvolta in un sacchet-tino per alimenti.
• Con la lama di un coltello scaldato ammorbidi-re i bordi delle due metà e unire.
• Per la decorazione acquistare dei fiorellini di cialda, intingerli in un pochino di cioccolato sciolto da usare come collante.
/Rubrica a cura di Sara Ghilardicon i consigli dello Chef Angelo Mazzi,
Presidente Associazione Cuochi Fiorentini
IN CUCINA. Con il primo caldo arrivano cibi leggeri e le “istruzioni” per l’uovo
Stagione nuova, ricette nuoveLe stelle della Maga Lula
Ariete 20 marzo • 20 aprileSul lavoro, questo sarà mese il delle novità. Inattese: po-
trebbe arrivare una proposta che vi coglierà alla sprov-
vista, e che scardinerà le vostre certezze, proponendovi
di lasciare la cosiddetta “via vecchia per la nuova”. Tutto
calmo sul fronte dell’amore: ma non sedetevi sugli allori,
il partner richiede attenzioni costanti.
Toro 21 aprile • 21 maggioSiete un po’ irascibili, tendete ad addossare al partner
colpe che magari non ha. Forse è il caso di fare un bel
respirone, e di pensare che in fondo non è tutto così
nero. Sul lavoro invece la strada è in discesa, è il tempo
della raccolta dopo una faticosa semina, e il portafoglio
potrebbe gioirne.
Gemelli 22 maggio • 21 giugnoIl prossimo mese vi riserverà una vita sociale traboccan-
te di spunti e occasioni, ma non è il caso di montarsi
la testa per questo imprevisto exploit, per non rischiare
di prendere abbagli. Sul lavoro, le “buone nuove” tanto
attese dovranno aspettare ancora un pochino, ma siate
fiduciosi: è questione di tempo.
Cancro 22 giugno • 22 luglioSerenità, entusiasmo e passione: sono questi gli ingre-
dienti del mese in corso, e per chi ha il cuore impegnato
si prospetta un periodo decisamente sereno. I single
dovranno invece portare pazienza. Sul lavoro tutto tace,
e prosegue senza grandi scossoni lungo i binari della
routine.
Leone 23 luglio • 22 agostoSarete molto pretenziosi, e questo sarà il mese dell’estre-
ma pignoleria nel giudicare certi aspetti del carattere del
partner: tutto normale, basta non esagerare e non chie-
dere troppo. Sul lavoro potrebbero arrivare svolte: van-
taggiose per certi versi, assai impegnative per altri.
Vergine 23 agosto • 22 settebreOttimo momento per la vita di coppia, dove tutto scorre
all’insegna della sintonia. I cuori in cerca di compagnia
troveranno pane per i loro denti. Sul versante lavorativo
si preannunciano giorni di grande impegno: non vi fate
abbattere, ne vale la pena e arriverà il momento della
ricompensa.
Bilancia 23 settembre • 22 ottobreIl mese in corso si trascinerà dietro un carico di profondo
scetticismo: siete in cerca di rassicurazioni ma, una volta
ottenute, non vi bastano. E quindi è il caso di rilassarsi un
pochino, e di tenere a freno le irrequietezze dell’anima.
Sul lavoro ci sarà qualche imprevisto, ma sarete bravis-
simi a risolverli.
Scorpione 23 ottobre • 22 novembreNon è il mese migliore per le faccende sentimentali. Ci
sarà qualche scontro con il partner, e forse scegliere di
stargli meno col fiato sul collo potrebbe essere la deci-
sione migliore. Ottimo momento invece per la carriera, la
strada è in discesa e potrebbe essere in arrivo qualche
entrata decisamente interessante.
Sagittario 23 novembre • 21 dicembreLa primavera fa bene all’amore: a quello che c’è già, e a
quello che deve ancora arrivare per i single, che questo
mese avranno di che gioire. In campo professionale inve-
ce è il momento di mettere tutto in stand by ed aspettare
tempi migliori, le uscite tendono ad essere più importanti
delle entrate.
Capricorno 22 dicembre • 20 gennaioLe stelle consigliano di iniziare a mettere in cantiere
l’ipotesi di un passo in avanti, potrebbe essere l’ora di
assecondare il partner nel suo desiderio di stabilizzazio-
ne. Sul lavoro ci sono stati momenti migliori: ma come
sempre le cose sono destinate ad evolvere rapidamente
in modo positivo.
Acquario 21 gennaio • 19 aprileSembra che in questo periodo le faccende di cuore non
vi tocchino: ma in realtà, e lo sapete voi per primi, ci
tenete molto e state solo temporeggiando. In campo
professionale è l’ora delle responsabilità: occorre assu-
mersele, e rendersi conto del fatto che stanno diventando
importanti.
Pesci 20 aprile • 19 marzoIn amore, finalmente vi sentite compresi e la vita a due
smette di darvi fastidiosi grattacapi. Anche per i cuori in
cerca di capanne le cose non si mettono affatto male. Sul
lavoro si prospetta un periodo di tranquillità, specialmen-
te dal punto di vista relazionale: le acque si calmano e gli
screzi diminuiscono.Angelo Mazzi
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