Il reporter-Fiesole-aprile 2009

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I n questo periodo s’è fatto un gran par- lare di “nomadi”, “rom”, “zingari”, “rumeni” spesso confondendoli, spesso etichettandoli. E allora Il Reporter ha de- ciso di passare una giornata con gli abi- tanti del Poderaccio, per fotografare “da dentro” un mondo che di solito è lasciato all’immaginazione e ai luoghi comuni. Risultato: il villaggio non è un ammasso di rottami e sporcizia ma una fila di ca- sette dignitose, molte ben tenute. Quelli che vengono chiamati “zingari” sono persone ospitali, piene di bambini, e soprattutto, lavorano in tanti e dunque si presume abbiano meno bisogno di cor- rispondere a quel luogo comune che li vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto roseo: ha le sue contraddizioni e certe usanze particolari, qui le donne si spo- sano bambine e il matrimonio risponde alle leggi del mercato più che a quelle del cuore. Capita che arrivino al Pode- raccio ragazzine da altri campi d’Italia, e che vivano nella clandestinità (imposta dalla famiglia ospitante, di solito quella del futuro marito) finché non si trovano a partorire. L’Ufficio Immigrazione, quan- do le scopre, ne segnala la presenza, ma capita spesso- raccontano- che la mac- china burocratica s’inceppi e che queste ragazze restino senza un tutor. Un altro capitolo invece è quello della comunità rumena che vive in città: sono 4.453 per- sone, la metà del totale degli immigrati comunitari. Ma l’integrazione c’è e non c’è. APRILE 2009 Una giornata al Poderaccio REPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso Il popolo dei senza lavoro L e cifre della crisi sono agghiac- cianti, le storie di chi ha perso il lavoro lo sono ancora di più. Ab- dulaye, facchino in un albergo, dopo 20 anni deve ricominciare dacca- po, e con il settore turistico in crisi l’impresa non è semplice. Gianni, disegnatore progettista, lavorava al- l’Enseco: poi la dichiarazione di fal- limento dell’azienda, e ora un limbo angosciante. Ancora: Luca, addetto al supporto tecnico in una società che si occupa di telefonia, ha paura di es- sere costretto a “emigrare” al Nord. E poi Serena, ex commessa, e come loro tanti altri: la crisi picchia forte. E c’è chi allora si adatta a fare mestieri messi nel cassetto: vedi quello di ba- dante, che non è più solo appannag- gio delle straniere. PAGG.10-11 PAGG.8-9 Lo sguardo attento de Il Reporter sulla quotidianità fiorentina PAG.22 Sondaggio PAG.15 Vietata la vendita di alcolici da asporto in centro dopo le 22. Cosa ne pensi? In città circolano tante leggende sulla presenza di fantasmi: eccone una singolare rassegna CURIOSITÀ UN TOUR “SPETTRALE” PAGG.16-17 di Puliti-Wiedenstritt P rimo maggio, festa dei lavoratori. Una volta era la festa di tutti, oggi, grazie alla disoccupazione, è diventata una festa per intimi. Una volta il Primo Maggio si fe- steggiava nelle piazze, oggi basta il salotto di casa. I tempi sono cambiati. Una volta il Primo maggio era la festa degli operai che votavano comunista. Oggi i comunisti sono in via di estinzione. Quelli del WWF hanno cambiato simbolo, al posto del pan- da nella bandiera hanno attaccato una fo- tografia di Bertinotti. Una volta un uomo tornava a casa stanco dal lavoro, oggi un uomo torna a casa stanco….e basta. La verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è è precario. Quindi è meglio non trovarlo. Mio fratello aveva un lavoro precario e viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha per- so è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi ci si lamenta se i figli abitano fino a qua- rant’anni in casa con i genitori. La colpa non è mica dei figli! La colpa è dei genito- ri che non se ne vogliono andare! Largo ai giovani, pensate in che situazione vivono: a Firenze otto professori su dieci sono precari. I professori precari sono come dei maghi: appaiono e scompaiono. Non è un trucco, è il contratto a termine! I contratti a termine spesso sono brevissimi. Giorni fa un professore è entrato in classe, ha fatto l’appello e già gli era scaduto il contratto. Il sostituto, invece, ha aperto la porta ed è stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho letto di una scoperta sensazionale: dietro una lavagna, alcuni scienziati hanno ritro- vato l’ultimo insegnante di ruolo, sembra che risalga all’era del paleozoico. Ora è esposto nell’aula di scienze con un cartel- lo al collo “Specie di professore estinta!”. *Comico Andrea Muzzi* Primo maggio, festa tra intimi Il danese Jorgensen è tornato dopo sei mesi di stop: ora parla di sé, tra passato e futuro SPORT “MARTINO” SI RACCONTA PAG.38 di Giovanni Carta PAG.39 PAG.3 Risarcimento ridotto, chiuso il caso Tizzano PRIMO PIANO Periodico d’informazione locale. Anno III n. 23 del 1 aprile 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DI FIESOLE • 7.724 COPIE DISTRIBUITE DA Il Giornale del tuo Comune Oltre duemila persone per un evento atteso da cinque anni PAG.2 INAUGURATA PIAZZA MINO Affiliato AFFILIATO FI - Campo di Marte 055 0515231 VALUTAZIONI GRATUITE E SENZA IMPEGNO 1013960 AFFILIATO FI - Campo di Marte - 055 0515231 Affiliato Pirelli RE Agency. Ogni affiliato è imprenditore indipendente ed autonomo. Affiliato CAMPO MARTE IN TERRA TETTI tutti con ingresso indipendente disponiamo di varie tipologie immobiliari di nuova costruzione composte da soggiorno con cottura due camere servizio ampi spazi esterni. A partire da 200.000 1013961

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Il reporter-Fiesole-aprile 2009

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In questo periodo s’è fatto un gran par-lare di “nomadi”, “rom”, “zingari”,

“rumeni” spesso confondendoli, spesso etichettandoli. E allora Il Reporter ha de-ciso di passare una giornata con gli abi-tanti del Poderaccio, per fotografare “da dentro” un mondo che di solito è lasciato all’immaginazione e ai luoghi comuni. Risultato: il villaggio non è un ammasso di rottami e sporcizia ma una fila di ca-sette dignitose, molte ben tenute. Quelli che vengono chiamati “zingari” sono

persone ospitali, piene di bambini, e soprattutto, lavorano in tanti e dunque si presume abbiano meno bisogno di cor-rispondere a quel luogo comune che li vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto roseo: ha le sue contraddizioni e certe usanze particolari, qui le donne si spo-sano bambine e il matrimonio risponde alle leggi del mercato più che a quelle del cuore. Capita che arrivino al Pode-raccio ragazzine da altri campi d’Italia, e che vivano nella clandestinità (imposta

dalla famiglia ospitante, di solito quella del futuro marito) finché non si trovano a partorire. L’Ufficio Immigrazione, quan-do le scopre, ne segnala la presenza, ma capita spesso- raccontano- che la mac-china burocratica s’inceppi e che queste ragazze restino senza un tutor. Un altro capitolo invece è quello della comunità rumena che vive in città: sono 4.453 per-sone, la metà del totale degli immigrati comunitari. Ma l’integrazione c’è e non c’è.

APRILE 2009

Una giornata al PoderaccioREPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso

Il popolo dei senza lavoro

Le cifre della crisi sono agghiac-cianti, le storie di chi ha perso

il lavoro lo sono ancora di più. Ab-dulaye, facchino in un albergo, dopo 20 anni deve ricominciare dacca-po, e con il settore turistico in crisi l’impresa non è semplice. Gianni, disegnatore progettista, lavorava al-l’Enseco: poi la dichiarazione di fal-limento dell’azienda, e ora un limbo

angosciante. Ancora: Luca, addetto al supporto tecnico in una società che si occupa di telefonia, ha paura di es-sere costretto a “emigrare” al Nord. E poi Serena, ex commessa, e come loro tanti altri: la crisi picchia forte. E c’è chi allora si adatta a fare mestieri messi nel cassetto: vedi quello di ba-dante, che non è più solo appannag-gio delle straniere. PAGG.10-11

PAGG.8-9

Lo sguardo attento de Il Reportersulla quotidianità fiorentina

PAG.22 Sondaggio

PAG.15

Vietata la venditadi alcolici daasporto in centrodopo le 22.Cosa ne pensi?

In città circolano tante leggende

sulla presenza di fantasmi: eccone

una singolare rassegna

CURIOSITÀ

UN TOUR “SPETTRALE”

PAGG.16-17

di Puliti-Wiedenstritt

Primo maggio, festa dei lavoratori.

Una volta era la festa di tutti, oggi, grazie alla disoccupazione, è diventata una festa per intimi. Una volta il Primo Maggio si fe-steggiava nelle piazze, oggi basta il salotto di casa. I tempi sono cambiati. Una volta il Primo maggio era la festa degli operai che votavano comunista. Oggi i comunisti sono in via di estinzione. Quelli del WWF hanno cambiato simbolo, al posto del pan-da nella bandiera hanno attaccato una fo-tografia di Bertinotti. Una volta un uomo tornava a casa stanco dal lavoro, oggi un uomo torna a casa stanco….e basta. La verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è è precario. Quindi è meglio non trovarlo. Mio fratello aveva un lavoro precario e viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha per-so è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi ci si lamenta se i figli abitano fino a qua-rant’anni in casa con i genitori. La colpa non è mica dei figli! La colpa è dei genito-ri che non se ne vogliono andare! Largo ai giovani, pensate in che situazione vivono: a Firenze otto professori su dieci sono precari. I professori precari sono come dei maghi: appaiono e scompaiono. Non è un trucco, è il contratto a termine! I contratti a termine spesso sono brevissimi. Giorni fa un professore è entrato in classe, ha fatto l’appello e già gli era scaduto il contratto. Il sostituto, invece, ha aperto la porta ed è stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho letto di una scoperta sensazionale: dietro una lavagna, alcuni scienziati hanno ritro-vato l’ultimo insegnante di ruolo, sembra che risalga all’era del paleozoico. Ora è esposto nell’aula di scienze con un cartel-lo al collo “Specie di professore estinta!”.

*Comico

Andrea Muzzi*

Primo maggio, festa tra intimi

Il danese Jorgensen è tornato

dopo sei mesi di stop: ora parla

di sé, tra passato e futuro

SPORT

“MARTINO” SI RACCONTA

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di Giovanni CartaPAG.39

PAG.3

Risarcimento ridotto,chiuso il caso Tizzano

PRIMO PIANO

Periodico d’informazione locale. Anno III n. 23 del 1 aprile 2009.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

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Oltre duemila persone per un evento

atteso da cinque anni PAG.2

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2 Aprile 2009 il giornale del tuo Comune

L’INAUGURAZIONE. Si è tenuto lo scorso 14 marzo il tanto atteso taglio del nastro dell’area

I fi esolani si riprendono piazza Mino

Cerimonia solenne per un evento aspettato da cinque anni e costato

tre milioni e mezzo di euro. Tanti i presenti illustri. Il momento clou è

stata l’apertura al pubblico del front-offi ce, dove saranno trasferiti

alcuni uffi ci pubblici. Avanti le indagini sull’incendio della vigilia

Dopo la paura del rogo al Municipio, è stato un vero e proprio bagno di folla a salutare l’inaugurazione uffi ciale di piazza Mino. Il sindaco Fabio Incatasciato lo aveva infatti

promesso: “A costo di lavorare tutta la notte non vo-glio assolutamente rinunciare a questa che è una festa per tutta la città di Fiesole”. E così è stato: operai, ma anche semplici cittadini e artigiani del posto, coordi-nati fi no all’ultimo dallo stesso Incatasciato, hanno fatto le ore piccole ma, alla fi ne, sono riusciti a pulire dignitosamente le pareti annerite dall’incendio, che ha danneggiato i locali del nuovo front-offi ce del Palazzo Comunale, alla vigilia dell’inaugurazione. “Abbiamo lavorato per diciotto ore consecutive, gli operai della ditta sono tornati da Napoli ma anche tanti cittadini ci hanno dato una mano con una gara di solidarietà dav-vero generosa. Un grazie di cuo-re a tutti”, ha proseguito il primo cittadino fi esolano. Oltre duemi-la, infatti, le persone che sabato 14 marzo hanno voluto assistere al taglio del nastro, avvenuto per mano del sindaco Incatasciato, che insieme al vicesindaco Giancarlo Gamannossi ha fatto da padrone di casa a una cerimonia ricca di momenti importanti. Ad aprire la manifestazione è stato il professor Listri che ha presentato l’esposizio-ne dello scultore Enzo Pazzagli dal titolo “Arte per Arte” allestita sulla terrazza del Municipio. Ben due gli interventi musicali che hanno visto alternarsi la Fi-larmonica di Fiesole e la Scuola di musica di Fiesole; poi la benedizione del vescovo Giovannetti, il lancio di palloncini bianchi e blu sulle note dell’inno di Ma-meli. Insomma, un’inaugurazione davvero solenne per un evento atteso da cinque anni e costato 3 milioni e mezzo di euro. Tanti i presenti illustri. C’erano am-

ministratori pubblici come gli ex sindaci Alessandro Pesci e Aldo Frangioni, ma anche l’ex rettore Paolo Blasi e l’ex presidente Fiat Paolo Fresco, che - fi eso-lano d’adozione - ha speso parole di apprezzamento per “l’importante e bel traguardo raggiunto dal sinda-co nonostante gli ostacoli incontrati in questi anni”. A nome della Regione è intervenuto l’assessore Ric-cardo Conti che, insieme al presidente della Provincia Matteo Renzi, si è congratulato con la giunta fi esola-na. Il momento clou è stata poi l’apertura al pubblico del front-offi ce, i locali interessati dall’incendio, dove saranno trasferiti alcuni uffi ci pubblici. Qui era alle-stita un’altra mostra di carattere storico-archeologico, dedicata ai progetti della piazza e ai ritrovamenti. La cittadinanza ha potuto così, per la prima volta, vedere il basolato, l’antica fognatura romana e il pozzo me-

dievale. L’inaugurazione non ha comunque fermato le polemiche sui lavori. “Non ci sembra – com-menta la lista civica ‘Fisole Tua’ - che ci sia nulla da festeggiare nella conclusione di un’opera che, come poche altre, ha visto

il massacro di pubblico denaro”. “Con tutti i milioni spesi per la realizzazione - sottolinea il Pdl - si sono scordati di rifare l’ingresso alla piazza in via Beato Angelico, i marciapiedi, le ringhiere, la pensilina del-la fermata dei bus”. Rifondazione Comunista invece, riferendosi all’incendio ha espresso “solidarietà al sindaco Incatasciato, all’intera amministrazione e ai cittadini tutti che non meritano questo deprecabile ge-sto, a poche ore dalla restituzione di un bene comune, dopo aver investito e atteso già fi n troppo ”. Sul fronte delle indagini, intanto, Digos, polizia municipale e ca-rabinieri non trascurano alcun particolare per accerta-re l’origine di un incendio dai mille misteri.

Giovanna Del Naia

L’inaugurazione della piazza

La cittadinanza ha vistoper la prima voltal’antica fognatura romanae il pozzo medievale

Procedono a pieno ritmo i lavori dell’Auditorium, lo spazio poli-

funzionale di piazza del Mercato, nel centro di Fiesole. “E’ vero, abbiamo dato più scadenze sull’avanzamento del cantiere che poi non sono state rispettate, ma stavolta, come tutti possono vedere, siamo in dirittura di arrivo - assicura il vicesindaco e as-sessore ai lavori pubblici Gianfranco Gamannossi - la consegna del primo lotto dei lavori è ormai prossima. Il che signifi ca aver completato 4 mi-lioni di euro di lavori, ovvero la co-struzione completa dell’immobile, impianti compresi ed esclusi soltan-to gli arredi, le strutture di palco e il bar, cose che vanno nel secondo lotto. Per questo intervento - pro-segue l’amministratore - del costo ulteriore di un milione e mezzo di euro, sare-mo in grado di fare l’ap-palto entro giugno e a settembre daremo il via anche ai lavori fi nali”. L’obiettivo è arrivare alla consegna dell’opera per la primavera 2010. Costo “chiavi in mano” dell’Auditorium circa 5mi-lioni e 700mila euro, di cui oltre due milioni fi nanziati dalla Regione. “Poiché la ditta non ha avanzato ri-serve - sottolinea Gamannossi - non dovremmo avere neppure sorprese di carattere economico. Insomma, dopo piazza Mino, siamo in dirittu-ra d’arrivo anche di questo progetto,

che è il secondo grande cantiere del centro storico di Fiesole”. Un primo risultato apprezzabile si avrà entro il mese. A benefi ciarne sarà la Filar-monica di Fiesole, che dopo quattro anni di esilio alla Palazzina Man-gani può tornare fi nalmente nella sua sede storica di via Marini. “Il sacrifi cio sarà comunque ripagato da un intervento che ha permesso di ampliare e ammodernare tutti i lo-cali - sottolinea ancora Gamannos-si - i lavori dell’Auditorium hanno infatti comportato la ristrutturazione dell’edifi cio adiacente che è stato si-gnifi cativamente migliorato e messo a norma in tutte le sue parti”. Dopo cinque anni di cantiere, l’Audito-rium resta comunque un “sorveglia-to speciale”, specie per i residenti

della zona. Il progetto, d e s t i n a t o a ospitare uno spazio polivalen-te con una

sale per oltre 300 posti, è infatti da alcuni ritenuto “sproporzionato” e “inutile” per le esigenze della città. Ma soprattutto non piace la collo-cazione. Per costruirlo è stato in-fatti necessario ridurre lo spazio di piazza del Mercato, punto di riferi-mento degli anziani di Fiesole. Ma a preoccupare è anche la viabilità di accesso e la sosta, ritenute inade-guate a sostenere il traffi co che una struttura di tali dimensioni si presu-me creerà.

Auditorium avanti tutta,ora l’opera vede la luce

LAVORI. L’obiettivo: consegna a primavera 2010

Il vicesindaco Gamannossi: Siamo in dirittura d’arrivo.A settembre daremo il viaanche all’intervento fi nale

/G.D.N.

Page 3: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

3Fiesole Primo Piano

LA SENTENZA. É sensibilmente diminuito il risarcimento che l’amministrazione dovrà pagare al proprietario dell’area

Si è sensibilmente ridotto il risarci-mento del danno che il Comune di Fiesole dovrà pagare al proprietario di un’ampia area collinare in loca-

lità Tizzano - Le Fornaci, nell’alta valle del torrente Sambre, su cui nel 1964 fu prevista una lottizzazione edilizia di circa 25mila me-tri cubi poi cancellata senza una giusta moti-vazione dal piano regolatore del 1971 e dalle successive previsioni urbanistiche. La Corte d’Appello di Firenze ha infatti fi ssato la con-danna in 5.861,78 euro dell’epoca che, calco-lando le rivalutazioni, si tradurrà in una cifra tra 150 e 200mila euro. Si tratta comunque di un importo nettamente inferiore alle varie pe-rizie e controperizie milionarie, che in questi quaranta anni di contenzioso hanno fatto teme-re per la stabilità economica della stessa am-ministrazione fi esolana. La vicenda Tizzano è uno dei casi giudiziari più controversi degli ultimi tempi. Per la mancata lottizzazione di quei terreni, infatti, il proprietario fece causa al Comune di Fiesole ottenendo ragione sia dalla giustizia amministrativa negli anni ‘90, sia da-vanti al tribunale civile nel 2000, quando furo-no stabiliti 13,5 miliardi di lire di risarcimento a favore del privato (pari a 7 milioni di euro). Poi, in appello, nel 2001, vinse il Comune, ma un successivo ricorso del privato in Corte di Cassazione impose di ridiscutere il processo di secondo grado. Ora la sentenza di appello, se-condo cui il Comune di Fiesole dovrà risarcire il danno limitatamente alle spese sostenute dal privato. La Corte d’Appello, infatti, riconosce sì alla controparte un risarcimento legittimo, ma lo ha ridotto esclusivamente alle spese di progettazione e all’assistenza legale soste-nute tra il lontano 1966 e il 1970: allo stesso tempo ha stabilito che non vi debba essere risarcimento per il valore immobiliare di quel terreno che, proprio in virtù della validità de-gli strumenti urbanistici comunali, non poteva essere edifi cato. Sul versante amministrativo, infatti, il Tar - nel 2005 - ha stabilito che tutti gli strumenti urbanistici adottati dal Comune

dopo il Piano Regolatore del 1971 erano vali-di, ribadendo quindi che l’area di Tizzano era inedifi cabile. In sintesi, i 5.861,78 euro che il Comune dovrà risarcire corrispondono esclu-sivamente agli 11 milioni e 350mila lire spesi dal privato negli anni ’60 per la progettazione e le consulenze legali per il rilascio dei per-messi. L’amministrazione comunale, se da una parte continua a essere convinta che non ci sia nessuna responsabilità per il proprio operato, allo stesso tempo trova comunque, dopo tanti

anni, conferma all’azione politica e urbanisti-ca sostenuta all’epoca, improntata alla difesa del territorio e del paesaggio. “Questa sen-tenza mette un punto a una vicenda giudizia-ria andata avanti oltre 40 anni - commenta il sindaco Fabio Incatasciato - provo una grande soddisfazione perché non c’era in gioco solo la stabilità economica di un’intera comunità, visto che 7 milioni di risarcimento avrebbero dissestato le casse comunali, ma anche la sua storia urbanistica, esemplare in Toscana, di di-

fesa delle colline e del paesaggio. Mi riferisco – continua - agli amministratori e in particola-re al sindaco Adriano Latini, ma anche ad Aldo Frangioni e ad Alessandro Pesci, che hanno tenuto la barra dritta su tutta l’intera vicenda. Penso – conclude Incatasciato - anche a chi ha gestito l’urbanistica a Fiesole dalla fi ne degli anni ‘60 ad oggi: da Fiorenzo Miniati, allora assessore, all’attuale Marcello Cocchi, fi no a grandi amministratori come Antonello Nuzzo, Carlo Chiappi, Alessandro Marangoni”.

E dopo 40 anni si chiude il caso Tizzano

Daniela Giovannetti

Si aggirerà tra 150 e

200mila euro la cifra

da sborsare: la Corte

d’Appello l’ha ridotta alle

sole spese sostenute

dal privato. Il terreno non

poteva essere edifi cato.

La soddisfazione

del sindaco

L’area di Tizzano (foto: Germogli/Fotocronache)

Il Reporterè un periodico di 7 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 192.404 copie

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Anno II n. 23 del 1 aprile 2009

LA CRONISTORIA

La vicenda di Tizzano ha inizio nel 1964, quando il proprietario di una

vasta area nell’alta valle del Sambre ottie-ne una convenzione per realizzare su un proprio podere alcune villette per un totale di circa 25mila metri cubi. Nel successivo Piano Regolatore del 1971 la proposta di lottizzazione non viene però inserita per ragioni di tutela paesaggistica, ma la deci-sione non viene motivata in maniera suffi -ciente. Nelle successive varianti al Prg del 1983 e del 1990 e nel Piano Strutturale del 1999, l’esclusione di quella lottizzazione viene sempre confermata. Il proprietario,

sentendosi danneggiato, ricorre al Tar, che gli dà ragione proprio appellandosi alla inadeguata motivazione. Lo stesso fa nel 1991 il Consiglio di Stato. Il 22 luglio 1999 arriva la sentenza numero 500 del-la Cassazione, che riconosce per la prima volta il diritto di un privato ad essere ri-sarcito dall’Ente Pubblico. La decisione è recepita nel 2000 dal Consiglio di Stato, e lo stesso anno il Tribunale di Firenze con-danna il Comune di Fiesole a risarcire 526 milioni di lire (del 1971), cifra che rivalu-tata supera i 13 miliardi di lire. Il 29 mag-gio 2001 la Corte d’Appello di Firenze ac-

coglie il ricorso presentato dal Comune di Fiesole, respingendo “in toto” la richiesta di risarcimento. Nel 2003 la Corte di Cas-sazione accoglie il nuovo ricorso del pri-vato, e riafferma il risarcimento del danno, rinviando alla Corte d’Appello di Firenze la quantifi cazione della cifra. Il 5 febbraio scorso si pronuncia infi ne la Corte d’Ap-pello. Sul versante amministrativo, intan-to, il Tar ha stabilito nel 2005 come tutti gli strumenti urbanistici adottati dal Comune dopo il Piano Regolatore del 1971 siano validi, ribadendo quindi l’area di Tizzano inedifi cabile.

Nell’alta valle del Sambre era stata prevista una lottizzazione edilizia di circa 25mila metri cubi

La lunga e controversa vicenda giudiziaria iniziata nel 1964

/D.G.

Dalla vicenda Tizzano è arrivato anche un rivoluzionario principio

nell’interpretazione della legge. Si tratta della sentenza numero 500 della Corte di Cassazione, che, con una “svolta stori-ca”, introduce un’interpretazione nuova della legislazione in vigore, secondo la quale il cittadino leso in un suo interes-se legittimo da una pubblica ammini-strazione ha diritto al risarcimento del danno. Per la prima volta si punta quindi ad equiparare il comportamento della pubblica amministrazione a quello dei cittadini e viceversa: su un piano, dun-que, di parità. La sentenza numero 500 è emessa il 22 luglio del 1999 dalle sezioni unite della Corte di Cassazione, alla qua-le è ricorso il Comune, durante una delle innumerevoli fasi di questa lunghissima vertenza. La Corte di Cassazione non entra nel merito della vicenda Tizzano, ma si limita - si fa per dire - a sancire per la prima volta questo diritto, destinato a riscrivere la giurisprudenza italiana in termini di equità.

La “svolta storica”della Cassazione

SCHEDA

Il Reporter di Fiesole raggiunge 7.724 famiglie nel Comune di Fiesole.

Page 4: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

4 Aprile 2009 il giornale del tuo Comune

Di pattuglia sulle strade delle diverse frazioni del comune per control-lare il territorio nel cuo-

re della notte. E’ questo l’obiettivo dell’unità operativa della polizia municipale, in servizio dalle 21 alle 2 di notte. Vari gli aspetti legati alla sicurezza affrontati dal servizio, per cercare di essere il più possibile vicino alla popolazione. Accanto all’effetto deterrente per scorag-giare la microcriminalità c’è infatti quello di pronto intervento in caso di incidenti stradali, ma anche per eventi particolari, come è successo recentemente durante un incendio in una abitazione privata. “Per que-sto, anche alla luce degli ultimi fatti criminali avvenuti, come la rapina in una villa di San Domenico, an-che nel 2009 la polizia municipale di Fiesole, in accordo con la Prefet-tura di Firenze – spiega il coman-dante Paolo Cappellini - ha confer-mato il servizio di pattugliamento notturno con le stesse mo-dalità dell’anno passato”. I turni si svolgono dalle nove di sera alle due di notte. La squadra è operativa tre vol-te la settimana in giorni di-versi, e prevede l’impiego di tre unità: una pattuglia all’ester-no e un ispettore in sala radio per coordinare il servizio. Il servizio notturno potrà però essere rivisto e mirato in occasione di eventi o spettacoli, specie nel periodo estivo durante il quale l’attenzione si con-centra soprattutto sul capoluogo. Chiaramente la sicurezza è al pri-mo posto nelle attenzioni del pattu-

gliamento. Ma quando si è fuori la notte può succedere di tutto. “Non è raro che la pattuglia venga distol-ta dal controllo del territorio per interventi irrimandabili. Da tempo abbiamo infatti fi rmato una con-

venzione con la Prefettura per cui nei giorni in cui il servizio notturno è attivo il rilievo dei sinistri stradali nel territorio comunale viene svolto esclusivamente dalla polizia muni-cipale. Inoltre, siamo chiamati an-che per eventi particolari, come ul-timamente è successo per un grosso incendio di una abitazione privata - spiega ancora il comandante Cap-

pellini - per quanto riguarda la ri-levazione dei sinistri stradali, nel 2009 dovrebbe essere acquistato un etilometro omologato, per po-ter distogliere il meno possibile gli agenti dal servizio attivo, in quanto,

ultimamente, non avendo in dotazione tale apparec-chio, la pattuglia, quando il caso lo rende necessario, è costretta ad accompagnare il guidatore alla sede di al-tri corpi di polizia per poter

espletare i necessari accertamenti, con conseguente perdita di tempo”. Sempre sul fronte della sicurezza, inoltre, è da ricordare la conferma - anche per il 2009 - della polizza assicurativa, da tempo stipulata dal Comune di Fiesole, che risarcisce, anche se solo in parte, gli eventuali danni subiti dai cittadini a seguito di furti nelle abitazioni.

Una porta telematica sulla strada di San Francesco e il solare ter-

mico sulle scuole di Borgunto. Sono queste le due principali novità fra i lavori pubblici che saranno realizzati nel corso del 2009, e che la Giunta di Fiesole ha inserito in un atto di indirizzo che mette “nero su bianco” le opere da realizzare entro l’anno. A chiedere la stesura del documento è stato il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Giancarlo Gaman-nossi, anche in risposta alle polemi-che che periodicamente sollevano le opposizioni e nelle quali più di una volta è stato lamentato il mancato rispetto degli impegni presi. “Con questo atto si danno certezze ai cit-tadini - ha detto il vicesindaco - ab-biamo preso degli impegni precisi su quello che dobbiamo fare e ora, qualunque cosa accada, questi ca-pitoli di spesa non potranno venire cancellati”. Il capitolo di intervento principale riguarda la manutenzione straordinaria delle strade comunali. “Investiremo 350mila euro - prose-gue Gamannossi - il rifacimento del-la bitumatura e della segnaletica in-teresserà via dei Roccettini, via della Selva, via di Caldine e via di Fontalle. Inoltre, entro prima-vera, sarà sistemata completamente via di Mimmole, mentre in via del Bargellino, Sant’Ansano, via degli Scalpellini e via Campati saranno sistemati muri a retta e parapetti pericolanti”. Per quando riguarda la viabilità, da se-gnalare anche l’installazione di una porta telematica in via di San Fran-cesco, per evitare il passaggio alle auto non autorizzate. A presidiare l’ingresso sarà ci sarà infatti una te-lecamera che fotograferà - e di con-

seguenza multerà - tutti gli “abusivi”, che ancora oggi continuare a salire sulla strada panoramica con un mez-zo a motore nonostante il divieto. 250mila euro, invece, andranno per la rete idrica. In accordo con Acque Toscane sarà interrato l’acquedotto di Quintole, sostituita la tubatura di via del Girone, di via Buffalmacco e di un tratto di via dei Bosconi. Inter-venti alle fogne sono invece previsti a Fontelucente. Per il patrimonio co-munale, infi ne, si spenderanno 200 mila euro. Gli interventi principali

saranno la sostituzione delle plafo-niere negli edifi ci scolastici, la puli-zia e la sistemazione delle recinzioni dell’area archeologica, l’ultimazione dei bagni pubblici e l’installazione di panelli termici e solari sulla palestra della scuola media di Borgunto. Si tratta del primo intervento realizzato in questa direzione su un edifi cio co-munale.

POLIZIA MUNICIPALE. Confermato anche quest’anno il pattugliamento serale dalle 21 alle 2

Il controllo notturno piace (e prosegue)

Daniela Giovannetti

Porta telematica in via San FrancescoLAVORI PUBBLICI. Gli interventi “incancellabili” del 2009

Accanto all’effetto deterrenteper scoraggiare la microcriminalitàc’è il servizio di pronto interventoin caso di incidenti stradali

Polizia municipale a Fiesole

Nel mirino la sicurezza di tutte le frazioni del comune, ma non

solo. Il servizio si svolge tre volte alla settimana, ma in estate

potrà essere rivisto

La telecamera eviteràil transito dei non autorizzati.Tra gli altri lavori i pannellisolari sulla scuola a Borgunto

Via San Francesco

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Page 5: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

5Fiesole

Parte da lontano lo spirito umanitario e di solidarietà che anima l’associa-zionismo delle Caldine. Prima ancora che per la frazione si potesse parlare

di paese (bisognerà attendere la metà dell’800 e l’arrivo della ferrovia Faentina), signori e contadini delle campagne deciso di dare vita a una compagnia laicale con la precisa fi nalità di aiutare il prossimo in diffi coltà. Nacque così l’antica compagnia di San Sebastiano, che dal 1500 al 1785 operò nella comunità di Sant’An-drea a Sveglia. Questo spirito di volontariato ha comunque continuato a vivere con alterne fortune fi no al 1964, quando accadde un fatto increscioso: una donna in procinto di partori-re fu costretta raggiungere l’ospedale su di un carro trainato da buoi, perché non era stato tro-vato altro mezzo di trasporto. L’episodio toccò profondamente la popolazione. Fu così deciso di fondare una nuova associazione autonoma, che nel 1965 si chiamerà “Fratellanza Popolare

Valle del Mugnone”. In questi ultimi tempi il lavoro della pubblica assistenza è notevolmen-te cresciuto. La soppressione del medico dalle ambulanze, nata dalla revisione del 118, non ha infatti fi accato lo spirito dell’associazione che è, come sempre, molto attiva e determinata nel mettersi al servizio degli altri. Da qui la deci-sione di proseguire nell’impegno di mantene-re la squadra di volontari che, a turni di 4 ore, garantisce ininterrottamente il servizio delle emergenze, in ausilio del 118, notte compresa. Ma l’incremento dell’attività tocca soprattutto i servizi sociali, cioè quelle prestazioni offer-te gratuitamente in aiuto delle famiglie. “Ab-biamo un attivo gruppo di volontari – spiega Giulia Baragli - ma le cose da fare sono tante. Chiunque voglia venire a darci una mano è dunque ben accetto”. “Tante persone associano la parola volontario alla parola ambulanza, ma non sempre è così - prosegue Giulia - la Fratel-lanza Popolare offre infatti molti modi per fare

volontariato. C’è la protezione civile, parteci-piamo a servizi in manifestazioni sportive, so-ciali, concerti, svolgiamo servizio in campo alle partite in casa della Fiorentina. Inoltre abbiamo anche la possibilità di poter effettuare scambi fra volontari, ovvero andare a prestare sevizio

in quelle associazioni che richiedono aiuto”. Da anni esiste infatti una collaborazione con una Pubblica Assistenza dell’Isola d’Elba che i volontari vanno tutte le estati ad aiutare e dove passano una settimana di vacanza. Per maggio-ri informazioni contattare lo 055/5040090.

Non solo servizio sulle ambulanze, ma anche

protezione civile, presenza a partite e concerti e aiuti

alle famiglie. Per questo servono nuovi volontari

I volontari della Fratellanza popolare della Valle del Mugnone

Volontariato, un mondo dai mille volti

Giovanna Del Naia

CALDINE. In aumento, negli ultimi tempi, il lavoro della “Fratellanza Popolare Valle del Mugnone”

Dimmi come cammini e ti dirò chi sei. O meglio: come stai. Un numero sempre maggiore di stu-di ha accertato che molte patologie, più o meno dolorose, trovano la loro origine in un modo sba-

gliato di muoversi. Una corretta postura nella deambulazione è alla base dunque della nostra salute e della qualità della no-stra vita. Lo sa bene il dottor Alessandro Pezzatini, una lau-rea in scienze dell’educazione motoria e membro dell’unione nazionale Chinesiologi, nonché atleta agonista con primati a livello mondiale nella marcia, che dopo aver sperimentato su di sé e su altri sportivi le sue tecniche, ha aperto una struttu-ra specializzata in questo tipo di intervento, dove utilizza il Dom, una macchina da lui brevettata, che mira a correggere la postura e a contrastare gli adattamenti disfunzionali pro-

gressivamente invalidanti. Tutto ciò avviene al “Walkness Firenze Uno”, il centro per la riattivazione neuro-muscolare, che dal settembre 2008 è operativo in piazza dei Mezzadri alle Caldine, presso la sede della Fratellanza Popolare della Valle del Mugnone.Dottore, chi sono i vostri pazienti?Chiunque abbia diffi coltà di movimento e in modo speciale nel camminare, sia soggetti patologici che non.In cosa consiste l’ intervento?Iniziamo con l’analisi del cammino, da eseguire con una pedana baropodometrica computerizzata modulare. In pratica il paziente sale su questo strumento e in maniera molto semplice si registrano il valore, la direzione e i tempi delle forze prodotte dai piedi duran-te il contatto con il suolo, sia in maniera statica che dinamica.

E dopo cosa succede?Iniziamo il riequilibrio della postura del cammino utilizzando il Dom (Deambulatore Ortodinamico Microgravitario). In pratica al soggetto viene fi ssata una cintura sotto le costole, che lo sosterrà e gli consentirà una deambulazione su un tapis roulant in condizioni di peso ridotto. L’applicazione ha una durata massima di 25 minuti e viene ripetuta due volte a settimana. A questa si associano poi esercizi da eseguire a casa. In genere il risultato arriva dopo un mese di trattamento.Costi?La valutazione iniziale viene 85 euro, le sedute 55. Ma c’è uno sconto del 10 per cento per i soci della Fratellanza Popolare. Per informazioni: 055.549166 interno 128; dottor Pezzatini 333.5790502; dottor Lotti 347.7829125.

Correggere la postura per vivere meglio? Ci pensa il “Dom”BENESSERE. Muoversi in modo sbagliato provoca molte patologie: ecco la macchina brevettata da Alessandro Pezzatini

/G.D.N.

Le ragioni del nostro NO all’accordo separato, firmato il 22 gennaio sulla riforma degli assetti contrattuali, sono nella mancanza di tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni, perchè scardina il valore nazionale del contratto collettivo di lavoro con deroghe peggiorative nella contrattazione aziendale di II° livello, perchè peggiora aprioristicamente il diritto allo sciopero. Il Governo e le imprese hanno intrapreso la strada dell’accordo separato scegliendo di dividere il sindacato. La crisi produttiva e sociale che stiamo attraversando richiede scelte coraggiose e risolute che devono essere com-prese, condivise e sottoscritte da tutte le forze sociali, per essere accettate dalle persone alle quali si rivolgono - prima di tutto lavoratori e pensionati - e confermate attraverso la consultazione e il voto. Per tutto questo la CGIL ha promosso il Referendum che nel nostro territorio ha prodotto questi risultati. Ti invitiamo a sostenere le ragioni del nostro sindacato : partecipa alla mani-festazione del 4 aprile a Roma

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CALDINE (c/o la Casa del Popolo)Orari apertura: Giovedì dalle 17,00 alle18,00PIAN DI S. BARTOLO (c/o la Casa del Popolo)Un mercoledì al mese da Settembre a Giugnoinsieme all’operatore dell’INCA

LE NOSTRE SEDI

Telefono Sede di Fiesole 05559564E-mail: [email protected]

REFERENDUM SULL’ACCORDO SEPARATO SPI CGIL INFORMA

VOTANTI 203VOTI CONTRARI ALL’ACCORDO SEPARATO 200VOTI FAVOREVOLI 3SCHEDE BIANCHE 0SCHEDE NULLE 0

Appare evidente che la posizionedella CGIL è condivisa!

PENSIONATI e LAVORATORITUTTI INSIEME a Roma il 4 APRILE

Risultati Referendum sull’accordonelle assemblee per il tesseramento 2009

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Page 6: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

6 Aprile 2009 il giornale del tuo Comune

Con l’arrivo della bella stagione torna la voglia di stare all’aria aperta, e torna anche l’invito del “Gambero” a riscoprire le opportunità offerte dal

territorio fi esolano. Fra le varie possibilità, gli ambientalisti ne rilanciano con entusiasmo due. Si tratta del percorso pedonale lungo le sponde del torrente Mugnone e quello che, risalendo il Sambre, porta al borgo abbandonato di Casa Cu-cina, dove sembra sia nascosta anche una tomba etrusca.PERCORSO 1La passeggiata, di due chilometri, è semplice e adatta a famiglie con bambini. L’inizio del percorso è al giardino e orto botanico di Pian di Mugnone, dove è possibile fare conoscenza con una serie di piante, classifi cate con un cartellino che ne riporta il nome. Una volta arrivati a un grande pino ci troviamo al “sasso nero”, dove sgorga una fontanella d’acqua. In prossimità del ponticello abita una colonia di nutrie: per veder-le basta buttare un pezzo di pane. La passeggiata

continua fi no al Bersaglio e da da qui alle Caldi-ne. Il sentiero appare più selvaggio. Molti gli uc-celli che si possono incontrare nella passeggiata: l’airone cenerino, le garzette, il martin pescato-re, le gallinelle d’acqua e i germani, ma anche l’usignolo, la capinera, il pettirosso, la ballerina bianca e gialla. Chi volesse fare una piccola de-viazione dal Bersaglio, una volta attraversata la Faentina e oltrepassato il ponte della ferrovia, si ritrova in un grande prato chiamato “Il Cicale-to”, dove al margine del bosco, a fi ne aprile, cre-

scono alcune orchidee particolarmente belle come l’Ophrys Insec-tifera .PERCORSO 2Occorre lasciare la macchina al ponte sul

Sambre, sotto Ontignano, e risalire lungo il fi ume fi no a superare un mulino, dove si deve deviare a destra per circa 300 metri. Il tempo di percorrenza è di circa due ore lungo il torrente, che nell’acqua pulitissima ospita numerosi gran-chi di fi ume e gamberi. Gli alberi presenti sono la roverella, il carpino nero e gli ontani. Per

quanto riguarda le orchidee, da ricordare due specie particolari, prive di clorofi lla: il Limodo-rum Abortivum e la Neottia Nidus Avis. Ma la vera sorpresa è a monte: seguendo il sentiero in salita, dove i due rami del Sambre si unisco-no, ecco che si arriva al borgo abbandonato di Casa Cucina. A fi anco del primo edifi cio c’è una costruzione bassa formata da grosse pietre squa-

drate, che si dice sia una tomba, la cui costruzio-ne è databile intorno al VII secolo a.C. Secondo uno studio, su una delle pietre che formano la parete sinistra della cella, a circa 150 centime-tri da terra, ci sarebbe ancora, seppure labile, traccia di un’iscrizione di cui è stata proposta la seguente lettura: A vil Ri oppure Avil RI l, la cui traduzione sembra sia “morì all’età di 50 anni”.

Un tratto della passeggiata lungo il torrente Mugnone

Daniela Giovannetti

PERCORSI. Con l’arrivo della primavera, il “Gambero” propone due itinerari alla scoperta del territorio

A spasso nella natura, tra fi umi e sorprese

Durante queste passeggiatepossono essere ammiratee conosciute diverse speciedi fi ori, piante e animali

Tante le possibilità per gli amanti del verde, senza

nemmeno doversi allontanare troppo da casa: il tracciato

lungo le sponde del Mugnone e quello che, risalendo il

Sambre, porta al borgo abbandonato di Casa Cucina.

Dove sembra che si nasconda anche una tomba etrusca...

1023242

Page 7: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

7Fiesole

“Cordoglio” a Compiobbi per l’abbattimento del grande pioppo di piazza Mazzini, avvenuto improvvisamente

nelle scorse settimane. Neppure la conferma che la pianta era ormai malata e vecchia ha infatti fermato le lamentele per il modo in cui l’ope-razione è stata gestita. “Abbiamo appreso la notizia dalla stampa - sottolineano con ramma-rico da Compiobbi - eppure questo era ‘l’albero distintivo’ di Compiobbi”. Sebbene gli storici abbiano accertato che il nome Compiobbi deri-vi dal latino “compluvium” (ovvero luogo dove confl uiscono le acque, forse a causa della pre-senza di più affl uenti che qui sfociano in Arno), è diffi cile non pensare che l’abbondanza di fi lari di pioppi lungo i torrenti non abbia in qualche modo contribuito alla toponomastica locale. Anche per questo, il vedere andar giù proprio l’albero “monumentale” del paese ha sollevato tanto rammarico. La pianta era nata spontanea-mente sulle sponde del torrente Sambre. Accan-to a lei numerosi altri alberi della stessa specie,

Malato (e pericoloso?), abbattuto il pioppoCOMPIOBBI. L’albero “distintivo” del paese era da tempo immemorabile in piazza Mazzini

Giovanna Del Naia che però con il tempo avevano perso vigore e poi erano morti. Non così invece per questo pioppo che, da tempo immemorabile, era lì a caratterizzare quell’angolo di piazza Mazzini. E in tanti godevano della sua compagnia. C’è infatti chi ricorda che “ogni anno, a primavera, le sue chiome portavano una ventata di refrige-rio” ai cittadini che sostavano seduti sul muretto a conversare, mentre a Natale si prestavano ad essere addobbate con le luci dai commercianti. Eppure era già da qualche anno che il Comune cercava di abbatterlo. La sua “esecuzione” era stata rinviata solo per problemi burocratici: es-sendo nato sulle sponde di un torrente, infatti, si dovevano mettere d’accordo i vari Enti compe-tenti. A gennaio gli ultimi sopralluoghi e, dopo la conferma che l’albero era ormai malato e quindi destinato a morire, il via libera all’abbat-timento anticipato. A pesare contro di lui è stata però soprattutto l’accusa di minare la sicurezza stradale. Secondo il Comune, infatti, le fronde dell’imponente chioma avrebbero limitato la vi-sibilità agli autisti di camion e pullman in tran-sito sull’Aretina, mentre le foglie in autunno e la lanugine in primavera avrebbero reso il fondo stradale pericoloso, tanto da causare in passato anche alcuni incidenti. Inoltre, sempre secondo il Comune, l’albero avrebbe minacciato anche la stabilità di un muro a retta e del vicino ponte. “Le radici di questi alberi tendono ad andare in profondità; non hanno quindi la caratteristica di destabilizzare muri e ponti - ribattono però da Compiobbi - per quanto riguarda il pericolo derivante dalle foglie, forse sarebbe stato suf-fi ciente spazzarle almeno qualche volta in au-tunno e fare qualche potatura in più”. Solidale con i residenti è anche il gruppo naturalistico del Gambero, che si augura che il pioppo abbattuto sia presto sostituito da un nuovo albero.

La pianta era vecchia,

destinata a morire e

– secondo il Comune

– dannosa per la

sicurezza stradale. Il

“cordoglio” degli abitanti

La base del pioppo abbattuto

In occasione dei cento anni dalla nascita del Futurismo,

Fiesole presenta l’esposizione “Primo Conti. Capolavori del fu-turismo e dintorni”, ospitata nel-la Basilica di Sant’Alessandro dal 18 al 31 maggio. L’iniziativa vuol rendere omaggio all’inten-sa partecipazione del Maestro a quella stagione e all’azione da lui successivamente intrapresa per la valorizzazione del movi-mento e della sua memoria. La mostra - promossa dalla Provin-cia di Firenze, dal Comune di Firenze, dal Comune di Fiesole, dalla Fondazione Primo Conti di Fiesole e curata da Chiara Toti con la collaborazione di Maria Donata Spadolini - propone al pubblico, quasi nella sua interez-za, il corpus delle opere futuriste realizzate dall’artista a partire dall’autunno del 1917. La mostra affi anca alle opere pittoriche una sezione di grafi ca con una sele-zione di quaranta disegni (tra cui anche alcuni inediti provenienti da taccuini e manoscritti) che te-stimoniano l’evolversi del cam-mino dell’artista dai primigeni accostamenti al lessico futurista già nel 1914 fi no al recupero for-

male degli anni Venti. Complete-rà infi ne il percorso una sezione documentaria che ricorderà le sue frequentazioni futuriste e alcuni degli eventi che segnarono la sua formazione. Tutto il materiale documentario esposto in mostra proviene dall’Archivio di Primo Conti, conservato a Villa Le Co-ste (in via Dupré, a due passi dal centro di Fiesole), un tempo resi-denza di Primo Conti e ora sede della Fondazione e del Muso Primo Conti, voluto dal Maestro stesso. Il catalogo della mostra sarà edito da Pagliai Polistampa con introduzione del professor Enrico Crispolti.

Autoritratto con accappatoio

Omaggio al Maestro alla Basilica di Sant’Alessandro

Primo Conti e il Futurismo

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Page 8: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

l’inchiesta

REPORTAGE. Nei due lotti del villaggio dell’Argingrosso vivono 440 persone

Viaggio nella terra degli “zingari”

Dici campo nomadi e ti viene in mente una cartolina sporca, fatta di capanne sudicie e roulotte sgangherate. Sba-gliato, il luogo comune è da riedifica-

re daccapo. Almeno qui, a Firenze. Ore quindici di un giorno a caso. Al Poderaccio non c’è un cam-panello da suonare. Ci si arriva trotterellando su una salita che si arrampica sulla collina, volti una curva e cambi mondo. Entri in un altro, governa-to da leggi uguali e diverse da quelle del “fuori”. Il villaggio del Poderaccio (nota bene: villaggio, non campo), lotto due, comincia con un bar. Con un furgoncino attrezzato, modello lampredottaio, che vende dolciumi, salatini, specialità etniche. E alcool. Molto, troppo, alcool, a detta di chi il villaggio lo conosce bene. Passato il bar, si arri-va tra le case. Casupole, se si vuol essere fiscali. Bungalow. Tutto insomma, tranne le roulotte che uno s’immagina. In fila, a schiera, di legno. Chi ci abita, 440 persone in tutto divise nei due lot-ti, per queste case paga un affitto di dieci euro al mese. Ma questa è un’altra storia. Il Poderaccio è fatto di gente. Tanta gente: del Kosovo e della Ma-cedonia soprattutto. E la prima cosa che si nota, entrandoci, è una pioggia di bambini. Nanerottoli dagli occhi grandi, che scorrazzano da una parte all’altra, in bici o sui pattini. Giocano, come tutti i bambini del mondo, si rincorrono, si nascondono. La base dei loro giochi è una macchina abban-

donata con le ruote a terra. Si rintanano dentro, fanno cucù dai finestrini e non importa se la tap-pezzeria è una distesa di vetri. “State attenti che vi fate male alle manine” li ammonisce Giusep-pina Baffè, responsabile dell’Ufficio Immigrazio-ne del Quartiere 4. Giuseppina, detta Giusy, tra i corridoi del Poderaccio è un’istituzione. Una via di mezzo tra un’interfaccia con la pubblica ammi-nistrazione e una psicologa. Non si fanno cinque passi senza che qualcuno la fermi. “Giusy trovi un lavoro per me?”. “Giusy ma come faccio per rinnovare permesso soggiorno?”. E soprattutto, la frase più ripetuta è “Giusy, c’è problema con bagno”. I bagni sembrano essere la croce degli abitanti del Poderaccio. Il problema, spiega lei, è che gli scarichi sono comunicanti, e se qualcuno non li tratta come dovrebbe (pare che dentro ci finiscano pannoloni e scarpe) ne fanno le spese tutti. “Tutta la mattina, ho passato tutta la matti-na a pulire. No possibile Giusy”. A parlare è una donna, una madre di famiglia. “Entrate, venite a vedere”. Entriamo. Ci si levano le scarpe, per non sporcare il tappeto. Capito bene. Il luogo comune dello “zingaro sporco” in questo caso si sbriciola alla svelta. E’ tutto in ordine, le pareti piastrellate luccicano, non c’è una cosa fuori posto. Accanto a questa mamma kosovara, c’è il capofamiglia e un ragazzo adolescente. “Vieni guarda mia camera”. E’ minuscola, un divanetto e una scrivania. Ma anche un televisore, un computer e uno stereo. “E’ piccola, ma non ti manca niente”. Il ragazzo quasi si risente. “Guarda che io lavoro”. Ci si siede in-

torno a un tavolo e si beve un caffè. In questa casa lavorano tutti, ma la crisi fa paura anche qui, e la mamma cerca rassicurazioni da Giusy, ha paura di essere licenziata. Un copione simile si ripete nella casetta davanti, ordinata e pulita alla stessa maniera. Anche qui gli adulti lavorano e i bimbi vanno a scuola. I lavoratori al Poderaccio sono tanti. Certo, camminando in giro per il villaggio scopri che Tizio aspetta un processo, Caio è in carcere per spaccio. L’occhio cade anche su un paio di Mercedes fiammanti, e viene da chiedersi da dove arrivi cotanta ricchezza. “Appartengono a famiglie di lavoratori”, taglia corto Giuseppi-na Baffè. Posta questa contraddizione, resta un dato: visti da qui, quelli che chiamiamo zingari non fanno paura. Anche se, fuori le cose stanno in un’altra maniera e i residenti della zona si lamen-tano. Piuttosto sono certe loro dinamiche interne a spaventare un po’. Come la prassi delle spose bambine, il mercimonio di giovanissime vendu-te alla famiglia del futuro sposo. Spesso arrivano da altri campi, ancora rigorosamente minorenni. E al Poderaccio, racconta Giuseppina Baffè, tra-scorrono lunghi mesi nell’ombra, nella casa dei suoceri, quasi recluse. “Solo quando partorisco-no in ospedale diventano ‘visibili’, anche se noi le segnaliamo subito”. Eppure tecnicamente si tratta di minori non accompagnate, “e proprio per questo - conclude la responsabile dell’Ufficio immigrazione- occorrerebbe maggior attenzione, andrebbe attivato subito l’iter previsto dalla legge per tutelarle”.

Giulia Righi

Le casette di legno hanno poco a che vedere con le roulotte sgangherate

del nostro immaginario, i bimbi scorrazzano negli spiazzi e molti degli adulti lavorano.

Certo, le contraddizioni ci sono. Ma tanti luoghi comuni si sbriciolano in poche ore

Uno scorcio del lotto 2

Firenze è terza fra le grandi città italiane quanto a “percezione di

sicurezza” da parte dei suoi abitanti. A raccontarlo è una ricerca sulla per-cezione dell’insicurezza fra i cittadi-ni, realizzata a gennaio e presentata da poco da Anci-Cittalia a Novara. Secondo questo dossier il 62 per cen-to dei fiorentini considera la sua città “molto o abbastanza sicura”. La per-centuale per questo parametro è più alta solo a Venezia (81 per cento) e a Cagliari (77 per cento), mentre sot-to di noi s’incontra Genova (55 per cento), Milano (52 per cento), Torino e Bologna (51 per cento), Roma (45 per cento), Bari (38 per cento), Pa-lermo (30 per cento). A chiudere la lista ci pensa Napoli, dove a sentirsi sicuro è il 9 per cento dei residenti. Ad alimentare il senso di insicurezza per gli abitanti di Firenze concorro-no: la mancanza o la precarietà del lavoro, la scarsa efficacia della giu-stizia, l’aumento delle diseguaglian-ze e la crisi economica. Ancora, per i fiorentini, i fattori che fanno ritenere un luogo insicuro sono soprattutto lo spaccio di droga, il pericolo di fur-ti e scippi e l’alta concentrazione di immigrati. Curiosa la classifica dei posti e delle situazioni che invece fanno sentire tranquilli: Firenze al

primo posto mette “quando si va a fare la spesa” (7,2), seguito dai “cen-tri commerciali (6,9) e da “quando si cammina per le vie del centro” (6,6). Quanto alla geografia della sicurezza, il 52 per cento dei fioren-tini considera la propria città sicura “nella maggior parte dei luoghi”. Il 66 per cento ritiene il proprio quar-tiere “molto o abbastanza sicuro”, mentre il 34 per cento “poco sicuro”. Ma come sono cambiate le cose nel tempo? Il 54 per cento degli abitanti di Firenze pensa che il suo quartiere sia sicuro allo stesso modo, mentre guardando al futuro, il 48 per cento pensa che il problema sicurezza di-venterà più acuto.

Il 62% degli abitanti si sente tranquillo

Firenze? Terza in sicurezza

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Page 9: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

l’inchiesta

La comunità rumena è la più numerosaPOPOLI. Dei 7.641 stranieri Ue residenti a Firenze, 4.453 provengono dalla Romania

Ogni giorno la parola “rumeno” viaggia di bocca in bocca per tutta Firenze, por-tando con sé decine di significati, quasi sempre negativi: “zingaro”, “rom”, “la-

dro”, “furfante”, “stupratore”, queste sono le princi-pali connotazioni del termine. Ma, al di là della con-fusione linguistica e della facilità con cui si radica lo stereotipo, sarebbe utile, una volta per tutte, capire davvero chi sono i rumeni, cosa fanno e soprattutto se sono pericolosi così come li descrive la cronaca locale. Per imparare qualcosa in più, bisogna partire da un presupposto fondamentale: dal 2007 la Roma-nia fa parte dell’ Unione Europea e questo significa che i rumeni possono muoversi liberamente nel no-stro Paese. Passiamo adesso ai numeri: i residenti rumeni a Firenze rappresentano, da soli, oltre il 50% della popo-lazione comunitaria immigra-ta. Si considera quindi che dei 7.641 stranieri dell’Ue, 4.453 siano rumeni. La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli anni novanta e le statistiche ri-portano dati di immigrazione in crescita costante. Si tratta di centinaia di persone, regolari, che abitano accanto a noi e che passano per lo più inosservate, almeno finché qualche spiacevole fatto di cronaca, che sia un furto o uno stupro, non le mette tutte sotto accusa. Immaginare cosa fanno i rumeni per gua-

dagnarsi il pane quotidiano non è poi così difficile. Nonostante in molti abbiano in mano un diploma ed alcuni anche una laurea (circa il 10,1 per cento), i più intraprendono quei lavori che noi abbiamo da tempo “abbandonato”: di buon grado si reinventa-no muratori, imbianchini, operai, badanti, segretari, camerieri e si adattano bene a qualunque mestiere. La loro distribuzione sul territorio, secondo gli stu-di condotti dal Comune, appare piuttosto uniforme, anche se sembra interessare soprattutto i quartieri 1 e 5 ed in particolar modo l’area di Careggi. Una presenza consistente è visibile anche nelle zone di viale dei Mille, piazza Oberdan, via Faentina, Cure, San Salvi, Bellariva, e nel quartiere 4 verso l’Isolot-to Sud, Legnaia e Ponticelli. Meno coinvolto invece

il quartiere 3. Ad ogni modo, tra-lasciando per un momento i dati, quel che emerge è il ritratto di una comunità vasta, volenterosa, abbastanza bene inserita, ma che fatica a farsi accettare. I fiorenti-ni infatti la temono nella maniera

più assoluta ed i casi di delinquenza riportati dalla cronaca locale di certo non favoriscono il clima di indulgenza. Inutile negarlo, sotto gli occhi di tutti si profila l’enorme difficoltà di convivenza tra culture diverse. Ed il trucco per non farsi prendere dall’in-tolleranza resta sempre lo stesso: non confondere la delinquenza di uno, con l’innocenza di altri.

Simele Kruklidis

La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli

anni novanta, e le statistiche riportano dati di immigrazione in crescita,

con una distribuzione sul territorio fiorentino piuttosto uniforme

In molti hanno il diploma,il 10 per cento la laurea, ma si adattanoa qualsiasi mestiere

L’INTERVISTA

Dall’Ufficio Immigrazione, noto crocevia di stranieri, Fabio

Bracci esprime il suo punto di vista sulla presenza della comunità rume-na a Firenze.Di rumeni si parla tanto, ma in pochi hanno le idee chiare. Perché accade?Il problema è che da qualche anno oramai si è venuto a creare, a Firenze come nel resto d’Italia, un clima di diffidenza e paura che rende difficile l’inserimento degli stranieri. Senza alcun dubbio i media hanno contri-buito in manie-ra decisiva a costruire que-sta immagine distorta, che non ha nulla a che vedere con la realtà. Non è corretto infatti pensare che una comunità possa essere più o meno pericolosa di un’altra.Si tratta di un vero e proprio clima di pressione sociale?Molti rumeni da anni abitano nella nostra città, lavorano regolarmente e, nonostante ciò, continuano a subi-re una forte discriminazione sociale. Loro lo percepiscono e ne devono

subire l’offesa. Credo che questa “stigmatizzazione” sia del tutto in-giustificata, soprattutto perché spesso influisce in maniera negativa sulle persone oneste e sulla loro qualità di vita. Non bisogna mai generalizzare o attribuire la colpa di un crimine ad un’intera comunità: sarebbe un at-teggiamento superficiale e sbagliato, dettato non di rado dall’ignoranza in materia.Chi sono allora i rumeni?I rumeni sono cittadini europei ed in quanto tali posseggono uno sta-

tus civile che dovrebbe tu-telarli da ogni tentativo di emarginazione sociale. A mio parere dun-que, la loro unica sfortuna è stata quella

di essere costretti ad emigrare in un momento storico e sociale delicato, disagevole. A tal proposito, il report sull’immigrazione da noi pubblicato qualche tempo fa, rappresenta per Firenze un importante strumento di conoscenza, utile per aiutare i citta-dini a creare una comunità più coesa e solidale.

Parla Fabio Bracci, Ufficio Immigrazione

“Stigmatizzazione ingiustificata”

/S.K.

I rumeni sono cittadinieuropei ed in quanto taliposseggono uno statuscivile che dovrebbe tutelarli da ogni tentativo di emarginazione sociale

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CRISI/1. I sindacati calcolano che ci siano 40mila toscani a rischio licenziamento

Quelli che... il lavoro non lo hanno più

Licenziati, non confermati, cassain-tegrati o in mobilità. Se il futuro nel mondo del lavoro non è mai stato così grigio e nebuloso, il pre-

sente non è certo roseo. Lo spettro della crisi è diventato una realtà anche a Firenze, tra-volgendo i lavoratori. A partire dagli atipici, la bufera si è abbattuta anche su coloro che pensavano di avere un posto sicuro, a tempo indeterminato. Se alla fine dell’anno scorso le aziende toscane in serie difficoltà erano circa 660, all’inizio del 2009 la cifra era già salita a 791. Paragonando invece il primo bimestre del 2009 con quello dell’anno scorso si sco-pre che le ore di cassa integrazione sono lie-vitate da 315 mila circa a oltre 440 mila. E le previsioni per i prossimi mesi non fanno ben sperare. Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allar-me all’unisono: secondo le stime dei sindacati sarebbero 40 mila i toscani a rischio licenzia-mento per i quali non si prospetta la possibilità di accedere alla cassa integrazione. A risentire maggiormente del crollo economico-finanzia-rio sono stati finora i settori del tessile, del-l’abbigliamento e delle calzature, già da tem-po insidiati dalla concorrenza straniera. Solo nella provincia fiorentina sono 4.500 i cas-saintegrati provenienti dal mondo della pellet-teria e della moda. Non va meglio al comparto meccanico. Difficile sostenere che la crisi se

la inventano i giornali quando le aziende sotto casa iniziano a chiudere i battenti. Succede a Novoli, dove la Pam manda a casa tutti e 20 i dipendenti, o a Scandicci, dove la Enseco di-chiara fallimento e lascia a piedi 36 persone. Il calo del turismo, poi, ha già cominciato a mie-tere vittime nel settore dell’accoglienza, come dimostra il licenziamento di 45 dipendenti di Excelsior e Grand Hotel. E nel frattempo la fila davanti agli sportelli dei centri per l’im-piego si allunga. Non più soltanto giovani che si affacciano al mondo del lavoro o donne de-siderose di reinserirsi dopo la maternità, ma persone di tutte le età, dal ragazzo al padre di famiglia. Sempre più spesso si tratta di per-sone altamente qualificate, con un’esperienza consistente alle spalle. E progetti futuri che scricchiolano sotto il peso di un presente fatto di incertezze, promesse e risposte date a mez-za bocca. “Bisogna fare di tutto per evitare il licenziamento – afferma Mauro Fuso, segre-tario della Cgil Firenze – fare in modo di te-nere i dipendenti legati all’azienda, attraverso la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, così che possano più facilmente reinserirsi una volta passato il momento peggiore della crisi. Ma non solo, è necessario sostenere il reddito, anche attraverso sgravi fiscali”. Il dialogo con le istituzioni locali, da questo punto di vista, è già stato avviato.

Francesca Puliti

dossier

Quasi 20 anni di lavoro nello stesso alber-go, poi un giorno ti ritrovi a ricominciare

tutto daccapo. Questa la storia di Abdulaye, in Italia dal 1981, impiegato all’Hotel Ambascia-tori come facchino dall’88. “I problemi sono cominciati quando, per tagliare sui costi, è stato deciso di terziarizzare tutto il personale dandolo in gestione a una cooperativa – rac-conta – Un passaggio che non mi sono sentito di accettare, perché non mi offriva le stesse garanzie del mio vecchio contratto. Così ho perso il posto”. Considerato il calo del turi-smo, la ricerca di un altro impiego nel settore si presenta tutt’altro che facile. Dallo scorso dicembre Abdulaye tira avanti con l’assegno di disoccupazione, ma rimane ottimista. “La crisi c’è, ma fortunatamente ci avviamo verso l’alta stagione. Non credo che il contratto a tempo indeterminato sia un sogno irraggiungibile”.

“Dopo quasi 20 anni ricomincio daccapo”

ABDULAYE, FACCHINO

Che l’azienda stava per essere messa in liquidazione i dipendenti dell’Enseco,

società di ingegneria meccanica e di servizi tecnici per le industrie metal-meccaniche, l’hanno saputo a gennaio, nonostante la de-cisione fosse stata presa un mese prima. Fino all’ultimo hanno sperato che potesse essere acquisita. Poi la dichiarazione di fallimento e i libri in tribunale. “Siamo in un limbo, non ancora licenziati, né messi in mobilità, perciò non possiamo neanche accedere all’assegno di disoccupazione – racconta Gianni, 31 anni di cui 11 anni passati all’Enseco nel settore della progettazione – Siamo tutti giovani e altamen-te specializzati, ma ci vengono offerti soltanto contratti a progetto o ci viene chiesto di aprire una partita Iva”. Un passo indietro difficile da accettare per chi ha il matrimonio alle porte, tra un mesetto, e un mutuo già sulle spalle.

“Siamo tutti ancora sospesi in un limbo”

GIANNI, PROGETTISTA

Tagli trasversali al personale, all’interno del-la CommProve, società che da anni opera

nella telefonia mobile producendo sistemi hardware e software. Diciassette le vittime del ridimensionamento aziendale, spiegano dal-la Cgil, a seguito del calo delle vendite. Tutte professionalità medio-alte, lavoratori cresciuti all’interno dell’azienda, per cui si preannun-cia adesso la cassa integrazione straordinaria: “Con la speranza di riprenderci il nostro posto di lavoro, una volta superato il periodo più buio della crisi – auspica Luca, 9 anni di espe-rienza maturati in CommProve, praticamente da quando è stata fondata – Questa è l’unica società di questo tipo in Toscana. La sola alter-nativa che avremmo sarebbe spostarci, lasciare tutto e cercare un altro impiego nel Nord-Ita-lia. Scelta non facile per chi, come me, ha qui gli affetti e una casa appena comprata”.

“La paura è di dovermitrasferire al nord”

LUCA, TECNICO

Ventinove anni e una collezione di contrat-ti a tempo determinato. L’ultimo è scadu-

to alla fine di febbraio, per Serena. Il nome è di fantasia, ma la storia è vera e purtroppo ris-pecchia quella di molte altre ragazze come lei. Dopo un anno come commessa in una pro-fumeria di una grande catena, il trattamento di fine rapporto. Senza appelli. “Ho sperato fino all’ultimo di essere riconfermata – rac-conta – invece niente da fare. Anche un’altra collega ha il contratto in scadenza e con tutta probabilità non sarà richiamata”. E adesso che si fa? “Si ricomincia facendo il giro delle agen-zie interinali. La richiesta però non è molta e oltretutto la mia età comincia già ad essere un ostacolo: non rientrando più nella fascia inte-ressata dall’apprendistato risulto meno appe-tibile per i datori di lavoro, nonostante abbia una discreta esperienza in questo campo”.

“29 anni: la mia età è già un ostacolo”

SERENA, COMMESSA

10 Aprile 2009

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Page 11: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

E le italiane tornano a fare le badantiCRISI/2. Non sono più solo le straniere ad accettare questo tipo di lavoro

Serena Wiedenstritt

Iportali di annunci sono un buon indicatore. Da tempo non si trovavano fra le richieste di la-voro le parole “signora italiana” e “badante” o “colf” nella stessa frase. Complice la crisi, in-

vece, oggi, basta una scorsa ai siti più frequentati per scoprire fra tante offerte di ragazze e donne ucraine, rumene e georgiane, un’abbondanza di annunci che suonano come questi due: “Signora 60enne italiana diplomata referenziata cerca lavoro come badante a persona sola con vitto alloggio stipendio massima serietà”, oppure “Signora italiana referenziata, auto munita, abile in cucina e piccoli lavori di sartoria cerca a Firenze lavoro come baby sitter, badante, colf”. Se-guono indirizzi di posta elet-tronica e numeri di telefono. Non sono quindi signore ita-liane alla ricerca di un lavoro qualsiasi, ma che tendono a precisare la necessità di uno stipendio (qualcuno tenterà di assumere badanti promettendo solo vitto ed alloggio?) e le competen-ze, come il saper fare lavori di sartoria che in tempo di crisi non qualificano più. La stessa percezione di una crisi che non guarda in faccia nessuno viene fuo-ri dalle risposte di chi è impiegato nei centri che si occupano di lavoro interinale, che a loro volta sono lavoratori che a causa del sempre minor numero di aziende che cercano personale rischiano a breve di perdere il loro impiego. Raccontano da un’agenzia che si trova a due passi da piazza della Libertà:“Data

la tremenda crisi che stiamo vivendo, quasi tutti (lau-reati e non) si adattano a far tutto, nella speranza che in futuro la situazione possa migliorare e si possa valutare qualche lavoro più consono ai propri studi”. Continuano dall’agenzia: “Qualche extracomunita-rio ritorna a casa perché non ce la fa più a vivere nel nostro paese e si vedono sempre più donne italiane e disperate che si adattano davvero a tutto”. Non si adatta proprio a tutto, ma sicuramente è disposta a scendere a compromessi con la sua storia, la sua for-mazione e soprattutto le sue aspirazioni V.P., trenta-trè anni compiuti da poco e un pensiero fisso: come

arrivare alla fine del mese. Per anni ha combinato studi e la-voretti: “Lavoro da quando ho finito il liceo, come commessa per i saldi estivi, piuttosto che come hostess per convegni”.

Si è laureata in Scienze Politiche e ha fatto anche un semestre in Erasmus, voleva rimanere nell’ambiente accademico, però i fatti l’hanno costretta a cambia-re idea. Ha fatto qualche stage non remunerato e ha avuto contratti dai tre ai sei mesi, tutti per sostituzio-ni. Oggi quando porta i curriculum alle agenzie inte-rinali non perde tempo a spiegare la sue competenze e chiede “un lavoro qualsiasi, va benissimo un call center e non importano i turni”. Se fra due mesi non avrà trovato niente, però, anche lei si adatterà “a fare da dama di compagnia a qualche nonnetta. No, non voglio dire badante”.

I giovani laureati si trascinanotra uno stage non pagatoe contratti di tre mesi

Dalle agenzie interinali spiegano che oramai “tutti accettano tutto”

e si adattano a mestieri diversi. Qualche extracomunitario rimpatria,

e con una laurea in tasca ci si accontenta di un lavoro al call center

dossier 11

INES 42 anni, straniera ma in Italia già da molti anni. La vita non è stata generosa con me ma voglio tornare a sorridere, a ballare, a essere felice con un uomo buono, comprensivo ma soprattutto allegro.ADELE 63 enne, nonostante sia rimasta vedova ho comunque reagito alla vita. Mi occupo a tempo pieno del mionipotino ma non tralascio tantissimi altri interessi quali il teatro, la lettura e i tornei di carte. Mi piace molto viaggiare, ballare e vorrei trovare un compagno giovanile e allegro con il quale condividere momenti splendidi.ELIA 26 enne. Sono simpatico, solare, giocoso, amo molto lo sport, i cavalli e trascorrere il tempo libero all’ariaaperta. Ma allo stesso tempo guardo avanti, alla famiglia che voglio per me, alla ragazza che vorrà condividere conme questo progetto entusiasmante.AMEDEO 45enne, sono un concertista, la musica ha accompagnato la mia vita fin da bambino e mi ha preso cositanto da farmi tralasciare altri valori importanti che adesso voglio ritrovare insieme a te! Ti cerco carina, nubile esoprattutto disposta a condividere i valori di una vera famiglia.

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Page 12: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

C’è chi li chiama as-sistenti civici, chi volontari della sicu-rezza, chi sentinel-

le, chi presidi di cittadinanza attiva. E c’è chi le chiama, per comodità o convinzione, ronde. Quale che sia la forma espressiva preferita il contenuto resta lo stesso: uomini e donne animati da senso civico e ar-mati esclusivamente di telefonino e blocco notes, impegnati a pattuglia-re il territorio cittadino e segnalare alle forze dell’ordine possibili si-tuazioni di pericolo. Un fenomeno già presente in alcune città d’Italia che il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha cercato di regolamentare nel recente “decreto sicurezza”: sì alle ronde, purché agiscano sotto il coordinamento dei Comuni e sotto la responsabilità del Prefetto. Una decisione che ha spaccato l’opi-nione pubblica e la classe politica, a Firenze come altrove: c’è chi le invoca e chi le condanna. Posizione, quest’ultima, assunta da sempre da Palazzo Vecchio. E dire che Firenze le sue “ronde” le ha avute, e le ha tuttora. Tutte o quasi ideate dall’as-sessore alla sicurezza sociale Gra-ziano Cioni. Dapprima le sentinelle: un esercito di 600 pensionati senza divisa chiamati a segnalare alla po-lizia municipale situazioni di de-grado. Dopo di loro è stata la volta, l’estate scorsa, degli “Angeli neri” (a piedi o sull’autobus), mediatori culturali, secondo la dizione ufficia-le, chiamati (non a titolo gratuito) a dissuadere il fenomeno dell’abusi-vismo commerciale con le sole armi della parola e del dialogo. E come non citare gli steward davanti ai lo-cali notturni, incaricati di preservare dagli schiamazzi la tranquillità dei residenti. Iniziative a cui solo per semplicità pare possibile assegnare l’etichetta di ronde. Diversamente da quanto proposto dal movimen-to giovanile di Alleanza nazionale, che ha offerto la sua collaborazione alla polizia in funzione di presidio del territorio: ragazzi e ragazze con casacchine fluorescenti e telefonini. Una proposta abortita sul nascere per evitare il rischio di scontri tra “rondisti” e “antirondisti”: un para-dosso, già verificatosi in altre città, che ha visto le forze dell’ordine di-stolte dal pattugliamento ordinario e chiamate a garantire la sicurezza degli stessi aspiranti collaboratori degli uomini in divisa. A chiarire la situazione fiorentina ci ha pensato infine il Questore Francesco Ta-gliente: sua la proposta di un “mo-dello Firenze” che vede coinvolti commercianti, tassisti, autisti degli autobus. Persone che per lavoro vi-

In città varie sperimentazioni per pattugliare il territorio “pacificamente”:

dalle sentinelle cioniane agli angeli neri, fino agli steward fuori dai locali.

Tutte iniziative portate avanti senza l’uso di armi e affidate al senso civico dei cittadini

SICUREZZA. Il questore Tagliente punta sulla collaborazione di commercianti, tassisti e autisti

Ronde? No. Qui c’è il “modello Firenze”

attualità

Lorenzo Salusest

vono la città chiamati a svolgere la funzione di avamposti per la sicu-rezza, in collaborazione con le forze dell’ordine. E infine i semplici cit-tadini. La città alle otto di sera tira giù la saracinesca, lasciando le sue vie e le sue piazze in balia del buio e del degrado. Tornare a far vivere la notte, riportando i fiorentini nelle strade di Firenze potrebbe essere la soluzione migliore.

Niente di nuovo sul fronte sicurezza. O almeno su

quello relativo alle cosiddette ronde, le associazioni di cit-tadini incaricati di segnalare casi di disagio sociale o di po-tenziale pericolo. Nonostante la discussione intorno al tema sia animata già da tempo tutto è ancora in stand by: allo stato attuale nessuna forma di “si-curezza partecipata”, estranea all’operato delle forze dell’or-dine, pare essere autorizzata. Una fase di stallo tecnico che tuttavia potrebbe terminare a breve. Il decreto che contiene il piano straordinario di controllo del territorio, approvato lo scor-so 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri, deve essere ancora convertito in legge. Da allora il ministro dell’Interno avrà 60 giorni per emanare un ulteriore decreto che determini gli ambi-ti operativi delle associazioni, i requisiti per la loro iscrizione in appositi albi e le modalità di tenuta di questi ultimi. In attesa di queste indicazioni pratiche la parola d’ordine sembra essere cautela: “E’ prematura al mo-mento ogni iniziativa operativa sul territorio con l’impiego di sentinelle o il coinvolgimento di associazioni di categoria riguar-do a una questione ancora al-l’attenzione del Governo”, ebbe a dire il Prefetto di Firenze An-drea De Martino, all’indomani dell’approvazione del “decreto sicurezza”. Proprio alle strutture prefettizie il Governo ha affidato il compito di conservare e gesti-re gli albi delle associazioni dei volontari della sicurezza. Ma fintantoché il Viminale non avrà chiarito anche i dettagli attuativi e emanato le direttive tecniche, confermano dagli uffici della Prefettura, nessun elenco potrà essere creato e nessun gruppo di volontari potrà candidarsi a svolgere la funzione di sorve-glianza del territorio fiorentino in collaborazione con le forze dell’ordine.

La prefettura attende direttive dal Viminale

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Page 13: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

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Page 14: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Se gli italiani sono un popolo di poeti, san-ti e navigatori, quando si parla di toscani sarebbe bene aggiungere anche la cate-goria degli attori. Sì, perché gli abitanti

del granducato si dilettano da tempo a vestire i panni di nobili e poveracci, giullari, studentelli e imprenditori pur di guadagnarsi le luci della ribalta. Sono tanti gli esempi di ragazzi normali diventati nel corso della vita dei veri e propri per-sonaggi, famosi al grande pubblico. Molti grazie alla comicità, altri grazie ad una recitazione seria e composta. Basti citare Roberto Benigni e Paolo Poli. Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Oppure Francesco Nuti e Alessandro Benvenu-ti, fino a quel nugolo di professionisti giovani e meno giovani che “abitano” palcoscenici impor-tanti e teatri di periferia. Ma cosa fa la Toscana per aiutare gli aspiranti divi a diventare degli at-tori con la “a” maiuscola? Poco, perché evidente-mente Firenze non è Cinecittà, ma abbastanza per dare libero sfogo alle passioni dei novelli Rodolfo Valentino. La Toscana Film Commission è la pri-ma e più attiva realtà nel settore, che promuove e sostiene le produzioni che vengono realizzate nei quattro angoli della regione e pubblica on line bandi e informazioni riguardanti corsi, casting e derivati. In questo periodo, chi volesse cimentar-si nei panni dell’attore, trova pubblicato sul sito (www.mediatecatoscana.it) il bando di Albatros Pictures che cerca attori e attrici per la realizza-zione di “Elena prigioniera dell’indifferenza”, un lungometraggio indipendente firmato da Raffaele Angiolillo. E’ la storia di una donna e dei suoi amori, dilaniati dagli eventi, dalla malattia e da “tangentopoli”. Le riprese sono previste per il prossimo mese di maggio tra Firenze e Prato e la candidatura va mandata entro il 15 aprile. Per

chi invece ha voglia di capire come funziona un set, ma senza pretendere di trasformarlo in una fonte di guadagno, ci sono gli organizzatori del film “Summer Campus” – altra pellicola che ver-rà girata nella provincia di Firenze – che cercano volontari a cui assegnare diversi compiti. Per chi invece fa sul serio, ed ha aspirazioni da regista, non mancano i concorsi. E’ dedicato agli univer-sitari il concorso “Universo-corto”, una selezione di cortometraggi e documentari riservato a stu-denti italiani e stranieri iscritti a corsi di specializ-zazione post lauream (Scadenza per la consegna: 30 maggio) e per rimanere in tema, c’è il “Corto fiction Chianciano terme”, quest’anno dedicato al tema “Corpo, anima, spirito, Dio”. Chi invece pensa di essere più tagliato per la composizione, può prendere parte a “Film video Montecatini 2009”, che mette in palio due soggiorni nella cit-tadina termale per chi realizzerà la più bella sigla per il festival. E per finire, se è l’animazione, la passione che anima la fantasia di qualcuno, c’è pronto un personaggio da realizzare: si chiama “Toni Respiro” e dovrebbe diventare la mascotte del prossimo festival Italia Wave di Livorno. Altro capitolo è quello che riguarda le scuole. Perché per ogni temerario che si precipita sul palco, c’è qualcun altro che studia con metodo costruendosi una professione. Anche da questa punto di vista, la città non è sguarnita. Basta fare un giro nella rete per trovarne diverse: dalla “Scuola nazionale di cinema indipendente” all’istituto “Immagina”, fino a corsi organizzati dalle associazioni più di-verse. E allora… ciak, si gira!

costume

FILM. L’industria cinematografica si diffonde a macchia d’olio. Tra nuovi e vecchi attori

Cinema, tutta la Toscana in un “ciak”Caterina Gentileschi

Sempre più dilagante la passione per il palcoscenico. Aumentano a vista d’occhio le

persone desiderose di mettere in pratica l’arte della recitazione. Ma quante sono le

opportunità? Pur non brillando, Firenze presenta un’offerta variegata e divertente

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Page 15: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

LA LEGGE 194 CHE REGOLAMENTA L’ABORTO DEVE ESSERE CANCELLATA?Il sondaggio è stato effettuato tramite il sito internet www.ilreporter.it,

una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail [email protected]. Totale votanti:1364; Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 783 (57,40%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 483 (35,41%); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 98 (7,19%); Sondag-gio tramite www.ilreporter.it: 876 (64,22); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 503(57,42%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 309 (35,27); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azio-ne: 64 (7,30); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votanti: 276 (20,23%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 159 (57,60); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 98 (35,5); Sì, ma solo

se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 19 (6,88%); Sondaggio trami-te [email protected]: totale votanti: 212 (15,54%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 121 (57,07); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 76 (35,84); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 15 (7,07%); AVVERTENZA: I “sondaggi on line” non sono sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante del-le comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che fornisco-no non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.

Ronde dei cittadini per la sicurezza sul territorio, sei d’accordo?

Così avete risposto il mese scorso

Partecipa al sondaggioPuoi votare sul sito www.ilreporter.itoppure inviaci una mail a [email protected] telefona al numero 840.70.74.74

I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero

Il prefetto ha vietato la venditadi alcolici da asporto e di tutte le bevande in vetroin centro dalle 22 alle 3 di notte.Sei d’accordo?

1. Sì, è una misura utile contro il degrado

2. Sì, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri

3. No, non credo che serva a risolvere i problemi della città

No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te

Sì, serve un maggior controllo nelle strade

Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione7,19%

35,41%

57,40%

Page 16: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Tintinnar di catene e len-zuola bianche che svo-lazzano in bui corridoi? Macché, i fantasmi di

casa nostra sono molto più fanta-siosi. E anche fastidiosi a volte. Da quelli che si mettono a giocare a biliardo nel salone, a quelli che fanno dispetti di ogni tipo fino alle anime buone che addirittura offro-

In città un fantasma tira l’altro MISTERI/1. Palazzo Vecchio, Poggio Imperiale, il campanile di Giotto: ecco la mappa delle “presenze”

Francesca Puliti

curiosità

Leggenda vuole che Firenze sia ricca di spettri che si aggirano

nelle dimore antiche e che a cadenza regolare si fanno sentire. Ma

niente paura: sono buoni e a qualcuno hanno anche offerto un tè...

A sinistra, Gian Gastone de’ Medici. A destra, Anna Cappello

no il tè ai viandanti. Molti sono gli spettri illustri tra le presenze che si aggirano per antichi palazzi e nobili dimore. Personaggi storici come Bianca Cappello, che non si sarebbe ancora data pace per esser stata sepolta lontano dall’aman-te Francesco de’ Medici, o Gian Gastone ultimo discendente della stessa dinastia. Questo aristocra-tico fantasma andrebbe a spasso per le stanze della Villa di Poggio Imperiale. Sì, proprio quella che di giorno appare come un tranquillo luogo di studio. C’è chi assicura di aver sentito i passi e i lamenti del granduca nella notte e chi giura di averlo addirittura visto coi propri occhi mentre si trascinava per gli androni con passo stanco, il fisico appesantito e la parrucca un po’ scomposta dagli anni e dai tormen-ti. Lo spirito di Baldaccio d’An-ghiari, invece, avrebbe scelto come dimora il palazzo per eccellenza, Palazzo Vecchio. E’ qui che il valo-roso capitano di ventura venne tru-cidato il 6 settembre del 1441. Ad attirarlo in trappola fu Bartolomeo Orlandini, che uccidendolo sperava di metter a tacere le accuse di viltà che costui gli aveva rivolto quan-do aveva abbandonato il paese che avrebbe dovuto difendere, Marradi. Secondo un’antica tradizione ogni 50 anni, nell’anniversario della sua morte, il Baldaccio compare in quella che fu la sua magione, il Ca-stello di Sorci, mentre per il resto del tempo se ne sta rintanato nelle stanze del palazzo cittadino. Ma pare che recentemente lo spettro si sia mostrato ad una giovane coppia fiorentina, in una sera d’estate, al piazzale Michelangelo. Al ragaz-zo, fiorentino ma con origini pro-prio di Anghiari, avrebbe indicato con la mano il luogo in cui trovò la morte. Di tutt’altro spirito i fan-tasmi delle due donne che, in una notte dell’immediato dopoguerra, comparvero ad un giovane uomo che transitava in via Bolognese. Madre e figlia chiesero gentilmen-te al ragazzo di scortarle fino a casa e per ringraziarlo, una volta giunti a destinazione, lo fecero accomo-dare e gli offrirono una tazza di tè. Sembrerebbe tutto nella norma, se non fosse per il fatto che il giorno successivo l’uomo ripassò davanti all’abitazione e constatò che era in completo stato di abbandono e che le due signore che ci vivevano erano decedute da oltre 12 anni. Come potrebbero poi mancare le leggende legate agli artisti, che tanta parte hanno avuto nella storia di Firenze? Questa volta non par-liamo dei misteri legati alle opere di geni come Leonardo, ma di un altro tipo di eredità. Ad esempio, se salendo i gradini del più famo-so campanile cittadino avvertite ad un tratto una brezza fresca lo avete trovato: è il folletto di Giotto, spiri-tello amico che lo accompagnò per tutta la vita.

Tra manifestazioni del demonio, tradizioni massoniche e antica

simbologia, Firenze svela un volto sconosciuto ai più, attraverso le parole di Enrico Baccarini, appas-sionato di misteri ed esoterismo, autore di diverse pubblicazioni e libri in tema.C’è molta “materia prima” in cui scavare a Firenze? In che epoca hanno origine le storie più affa-scinanti?Firenze gode di un’enorme strati-ficazione di leggende e tradizioni esoteriche, a partire dal Medioevo fino al XIX secolo, passando attra-verso il Rinascimento. Molte sono le storie che si legano alla famiglia dei Medici, i primi a introdurre tradizioni e pratiche legate all’eso-terismo. E’ noto ad esempio che Francesco I aveva in Palazzo Vec-chio uno studio dove si dedicava alle arti magiche, alla produzione di pozioni e veleni. Intrugli spesso letali che sperimentava sui detenuti del Bargello. Il fatto che lo stesso Francesco e la sua amante Bianca Cappello siano morti avvelenati si tinge di nuovi misteri, messo in re-lazione a queste pratiche. In epoca successiva si sono sviluppate nume-rose tradizioni esoteriche. Ad esem-pio pare che gli Orti Oricellari siano stati teatro di rappresentazioni del-l’Inferno e pratiche magiche duran-te il Rinascimento. Fino ad arrivare al ‘700, quando Firenze è diventata la culla della massoneria, con tutta la simbologia ad essa collegata. Quali sono i luoghi più interes-santi?Molte strade portano i segni di credenze e leggende popolari. Nei dintorni di via Tornabuoni si tro-vano diverse statuette o immagini, poste a 2-3 metri di altezza, che te-stimoniano antiche apparizioni del demonio.E per quel che riguarda l’epoca più recente? Pare che i fantasmi siano ormai fuori moda e che i fiorentini si sia-no scordati, per fortuna, delle visi-te demoniache, così frequenti nel Medioevo. Adesso al massimo si segnalano presenze extraterrestri e ufo sui cieli cittadini.

Parla Enrico Baccarini,studioso di esoterismo

“Ma sembra siano passati di moda”

L’INTERVISTA

/F.P.

16 Aprile 2009

Page 17: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

curiosità

Adue passi da Santa Maria Novella, lad-dove si incrociano via delle Belle Don-

ne, via del Trebbio e via del Moro formando un piccolo slargo, si erge una colonna sormontata da una croce. E’ la Croce al Trebbio, memento al sanguinoso scontro tra eretici e fedeli che proprio qui ebbe luogo, nel lontano agosto del 1245. Un com-battimento dal-l’esito incerto. E come avreb-be potuto esse-re altrimenti in un posto come quello? Un incrocio di tre strade, un trivio caro al demonio, così racconta una leggenda popolare di origine medievale. La piazzetta rimase a lungo infestata dalla pre-senza del diavolo -dice la leggen-

da- tant’è che vi si affacciava pure una casa maledetta, antica dimora di uno stregone di satana. Narrasi che chiunque osasse mettervi pie-de fosse spinto al suicidio. Questo finché una pia famiglia fiorentina non vi andò ad abitare e riuscì, con la forza delle preghiere, ad esorcizzare quella forza malefica. Battaglie, vendette, amori spezza-ti dalla furia della gelosia. Firenze

ricca di cultu-ra, di passato, di storia. Ma anche di storie. Se le pietre po-tessero parlare, quante sareb-

bero le vicende e gli aneddoti da raccontare. Tra sogno e realtà, tra eventi accertati e ed episodi affi-dati al mito e alla leggenda po-polare. Certo la nostra non è una città “sulfurea” come Torino, la

più esoterica d’Italia, né può con-tare sui labirinti misteriosi che si celano sotto la capitale, ma accade spesso che la verità storica giochi a confondersi con interpretazioni e aggiunte di fantasia. Nonostante il traffico, i clacson, la fretta della vita moderna, pare che alcuni luo-ghi e alcuni palazzi abbiano man-tenuto intatta nel tempo la loro aura. Altri continuano ad ospitare inquilini più o meno graditi, che si manifestano solo al calar del-le tenebre, magari nelle notti più buie e tempestose. E’ il caso del Castello di Vincigliata, dove an-cora, di tanto in tanto, appare il fantasma di una donna di bianco vestita, che piange e si dispera per l’amor perduto. O di quello di Poppi, in Casentino, sulle cui mura pare si arrampichino i fanta-smi di antichi guerrieri, per darsi battaglia nel piazzale. E il cozzar d’armi s’ode ancora nottetempo. Ma è nel cuore di Firenze che si annidano i misteri più avvincenti. Leggenda vuole, ad esempio, che il Palazzo Nonfinito, all’angolo tra via del Proconsolo e Borgo Al-bizi, abbia avuto come architetto nientemeno che il re degli Inferi e che sia stato proprio lui a lasciare incompiuta la sua opera, evitando di completare le decorazioni del secondo piano. Perché? Semplice come ai tempi d’oggi: il proprie-tario del palazzo decise di rescin-dere il contratto. Niente anima, niente facciata.

Croce al Trebbio

Paola Ferri

MISTERI/2. Nella credenza popolare la Croce al Trebbio è uno dei luoghi simbolo

E la leggenda vive in Santa Maria Novella

Due i manieri toscanicelebri in questo senso:il castello di Vincigliatae quello di Poppi

Invece Palazzo Nonfinito,

secondo la tradizione, fu costruito

dal re degli Inferi in persona. Che si fermò

alla realizzazione del primo piano

per una banalissima rescissione

del contratto. Leggere per credere

Venticinque anni vissuti da “viandante” della Toscana, alla ri-cerca di quel patrimonio di misteri, miti, leggende popolari

tramandate di generazione in generazione, che rischiano di esse-re inghiottiti dalla frettolosa vita di tutti i giorni. Luigi Pruneti, saggista e scrittore, ha dedicato numerose opere alla storia e alle antiche tradizioni della nostra regione. L’ultima fatica, scritta as-sieme a Roberto Pinotti, si intitola “Stradario magico insolito di Firenze”.Da dove nasce la sua passione per questa materia?Ho cominciato ad appassionarmi negli anni ’70, dopo aver letto una serie di guide dedicate ai misteri delle città. Nelle mie ricer-che fui ispirato anche dalla rubrica “Domenica dove” di Giorgio Batini, che proponeva ogni settimana un itinerario intrigante, tra storia e immaginazione. Da allora sono venuto a conoscenza di personaggi ed episodi straordinari, scavando nelle credenze popo-lari, nella toponomastica, nelle antiche compilazioni.Tra le tante vicende in cui si è imbattuto, qual è la sua prefe-rita?Una storia di fantasmi, ambientata nella Firenze capitale. A quel tempo gli affitti erano saliti alle stelle, ma una famiglia riuscì a trovare un appartamento a un canone ragionevole in via Ghibel-lina. Il motivo di quel prezzo così basso altro non era che la pre-senza di uno spettro molesto e dispettoso. La vicenda finì addirit-tura in tribunale: la famigliola riuscì ad ottenere la rescissione del contratto.Consigli per gli appassionati. Dove cercare per trovare storie interessanti?Sicuramente la letteratura non manca in questo campo. Consiglie-rei di partire dai testi di storia di Firenze di Davidsohn o di Le-land, o dai periodici più datati dedicati alle tradizioni popolari. E prepararsi a leggere molto e a setacciare altrettanto per trovare ciò che si cerca.

Parla Luigi Pruneti, saggista e scrittore

L’insolito strada per strada

/F.P.

L’INTERVISTA

17

LA ATI costituita da Solgenera s.r.l. delGRUPPO CONSIAG S.p.A. da EmpowerEnergy Group S.r.l. e Columbus S.r.l.,intende realizzare un progetto volto apromuovere la diffusione di impianti foto-voltaici in Toscana. Il progetto prevedel’installazione di 1.000 sistemi fotovoltaici,ciascuno con potenza nominale pari a 3kWp (sufficiente a garantire il fabbisognoenergetico domestico medio di unafamiglia), nel territorio di ciascunaprovincia della Toscana, con assegnazionea ciascun Comune di una quota diripartizione. Ogni singolo impianto usufruirà degliincentivi sull’energia elettrica prodottaattraverso il meccanismo del “Conto Energia” disciplinato dal DM 19/02/2007 e dunque messi a disposizione dalloStato italiano.Chiunque possegga un edificio con caratteristiche tali da consentire l’installazione di un impianto con potenzanominale pari a 3 kWp grazie all’ATI e agli incentivi messi a disposizione dalla normativa del nostro Paese edinoltrando una specifica domanda alla ATI, potrà partecipare alla selezione e e rendere possibile il sogno di non pagare più le bolltte per l’energia elettrica. Sarà la ATI ad occuparsi dell’intero progetto: dai sopralluoghi necessari,alla realizzazione ed installazione degli impianti; dai collaudi previsti dalla legge, a tutte le attività necessarie all’attivazione degli incentivi previsti dal Conto Energia.Il progetto sarà realizzato con la collaborazione delle Amministrazioni Locali interessate, l’Assessorato all’Ambientedel Comune di Firenze, le Province ed i Comuni aderenti all’iniziativa, le Associazioni di categoria.la partecipazione al progetto prevede l’invio di una domanda di adesione da compilarsi attraverso un modulo fornitodalla ATI. Successivamente all’ammissione alla selezione sarà verificata la presenza di tutti i requisiti richiesti per l’installazione dell’impianto.

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Page 18: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

gas: abbiamo i pezzi di ricambio per le vostre cucine a gas. Se avete per-dite di gas noi le aggiustiamo, se la cucina fa fumo noi togliamo il fumo della vostra cucina a gas”, echeggia-va un tempo anche tra le strade di Fi-renze. E poi c’era il civaiolo, questa figura antica nata per vender tegami e pentole di coccio, fagioli, ceci, fie-no e biada per i cavalli dei fiaccherai, scaldini, trabiccoli, preti e lumi ad olio. Per civaie, appunto, si inten-devano i semi di leguminose usati quando in città si trovavano ancora tanti orti e campicelli dove molte fa-miglie allevavano un paio di galline. Spesso, erano gli stessi civaioli che vendevano uccelli da compagnia che cinguettavano nelle gabbiette appese all’esterno della bottega, in un’at-mosfera che oggi parrebbe surreale. Sembra di raccontare un mondo che non esiste più, la pellicola di un film in bianco e nero, ma fortunatamente qualcosa è rimasto ancora vivo, a tin-te forti, negli angoli di quella Firenze custode e vigile della propria storia e della propria identità. Certo, negli anni è cambiata la merce in vendita, non più o non solo civaie, ma anche alimenti come il farro, i funghi, i fa-gioli, il pesce e le spezie. Antiche bot-teghe, tramandate da babbo a figliolo, che ancora operano in locali storici e che portano avanti l’attività di fami-glia, diventando veri e propri punti di riferimento nella vita di un quartiere e nella salvaguardia della tradizione. Tirando su il bandone tutte le matti-ne, con costanza e passione.

pellotti, ne ha avute. Ma non solo, figure come l’impagliatore di sedie, l’ombrellaio, il restauratore, l’orolo-giaio sono sempre più rare. Mestieri affascinanti in via di estinzione, tra-volti dall’incalzare del tempo, spes-so dimenticati salvo ricordarcene all’improvviso, quando scatta quella particolare esigenza che solo alcuni specialisti sono in grado di soddisfare. Come non menzionare l’arrotino che passava in tutte le strade con il suo trabiccolo che spesso consisteva in una bicicletta modificata trasformata in mezzo di lavoro con cui affilava le lame dei coltelli. Il famoso “Donne, è arrivato l’arrotino! Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, col-telli da prosciutto! Donne è arrivato l’arrotino e l’ombrellaio. Aggiustia-mo gli ombrelli. Ripariamo cucine a

C’era una volta il cia-battino, c’era una volta l’arrotino, c’era una volta il civaiolo.

C’erano una volta antichi mestie-ri ed oggi non ci sono più, o quasi. Anche se ancora, a fatica, in qualche angolo della città rimane traccia del nostro passato, di quei lavori manuali che senza l’ausilio dell’elettronica e della tecnologia premiavano ingegno e sudore. Oggi, il mestiere del ciabat-tino non è considerato attuale eppu-re, Firenze di botteghe umide, dove i ciabattini insegnavano ai garzoni a torcere lo spago a suon di scap-

Tante le figure che oramai sono divenute assai rare: gli orologiai, gli ombrellai, gli arrotini

con il loro rumoroso megafono, ma anche gli impagliatori di sedie e i ciabattini. E si

finisce per ricordarsi di loro quando servirebbero ma non si trovano più

USI E COSTUMI. Sono poche le botteghe artigianali sopravvissute al tempo che passa

C’erano una volta gli antichi mestieri

amarcord

Giuditta Boeti

Donne, è arrivato l’arrotino!

Arrota coltelli,forbici, forbicine:

chi non se nericorda?

Quando nasce la vostra attività?“Il nostro Civaiolo nasce in via Taddea nel settembre del 1948 grazie ai mie genitori. Sessant’an-ni fa mio babbo Alfredo Poggesi e mia mamma Dina, iniziarono l’attività con la vendita di fieno e biada per i cavalli delle carrozze. Erano gli stessi fiaccherai a venire in bottega a comprare dieci, venti chili di avena. In negozio si ven-devano anche scaldini con la bra-ce dentro, trabiccoli, preti, lumi ad olio, tegami e pentole di coccio, fagioli e ceci. Poi, negli anni suc-cessivi, l’attività fu incrementata con sempre con più articoli”. Cos’è cambiato oggi in bottega?Oggi la bottega, che continua ad essere a conduzione familiare, vanta un vastissimo assortimento di civaie fra cui i famosi e ricer-cati fagioli di Sorana e gli zolfini del Valdarno, spezie da tutto il mondo, erbe aromatiche della Ja-maica e peperoncini piccanti che arrivano dalla Nuova Guinea. Ma anche baccalà, aringhe e lampadi-ne! Ciò che è davvero cambiato è che non ci sono più i pischelli che organizzano gli scherzi di una volta… Mio babbo mi raccontava che i ragazzini venivano in botte-ga a comprare “la terra dell’ombra del Campanile di mezzogiorno” e lui diceva di averla terminata e di possedere solo quella di un quarto al tocco! Oggi, queste scene alla Ugo Tognazzi nel film “Amici miei” non esistono più, ma ci sono i flash dei turisti che incu-riositi immortalano nei loro scatti la nostra bottega, squarcio di una Firenze immutata. Mi piacerebbe che i miei figli continuassero a portare avanti l’attività del nostro Civaiolo, per conservarne l’identi-tà storica e la tradizione. Ma anco-ra sono dei bambini. Un domani si vedrà!”.

Stefano Poggesi, titolare

Via Taddea,60 anni di civaie

L’INTERVISTA

Lo storico civaiolo di via Taddea

/G.B.

18 Aprile 2009

FIRENZE ai FIORENTINI!E’ ORA di CAMBIARE!Cari Amici, il titolo dell’articolo sintetizza il contenuto del-la mia collaborazione a questo Giornale, fin dalla uscita del suo primo numero. Sarà anche lo slogan della mia campagna elettorale; mi presento candidato al Consiglio Comunale di Firenze nella Lista del Popolo delle Libertà per GIOVANNI GALLI Sindaco, dopo 15 anni di appas-sionate battaglie condotte in Consiglio Comunale come esponente di Alleanza Nazionale e per oltre 10 anni come suo capogruppo. Per cambiare Firenze mi rivolgo a persone come Voi, che credono nella onestà e nel lavoro, nella competenza e nella operosità. Mi rivolgo ai Fioren-tini tutti: Cittadini, Artigiani, Commercianti, Lavoratori dipendenti. Giovani - studenti e non – che si trovano ad affrontare i problemi dello studio, del lavoro, della casa.PERCHE’ CAMBIARE? Firenze soffre. Firenze ha perduto la sua identità. Firenze vive - meglio, sopravvive - nel degrado! Città resa asfittica nella sua economia, privata delle sue potenzialità di sviluppo, ferita di giorno da orde di venditori abusivi, ridotta al rango di città-dormitorio dopo le 21, col centro svuotato e le piazze abbandonate a clandestini, ubriachi e spacciatori. FIRENZE CITTA INSICURASono i tanti Comitati di Quartiere che chiedono di ripristinare quella qualità della vita che non c’è più. Sono i Comitati di Cittadini che si battono contro lo scempio della tramvia nel Centro Storico. Sono i Cittadini, i Nego-zianti, gli Artigiani, che chiedono a gran voce SICUREZZA e VITA DIGNITOSA. Sono i Giovani che chiedono luoghi di aggregazione. Sono Tutti che chiedono spazi vivibili per TUTTI.“Il Centro Storico è ridotto a un immondezzaio”, “La sera pre-

ferisco restare in casa,piuttosto che uscire ”, “Gli Amministratori,inflessibili per la pipì di un cane, passano davanti a accampa-menti di barboni, con relativo immondez-zaio, cenci e cartoni e fanno finta di nulla”, “Latrine a cielo aperto, spaccio di droga aperto 24 ore con consumo diretto in loco e nessuno fa nulla”, “Quando mi va bene trovo la serratura del Negozio imbrattata di urina e poi sputi, pezzi di kebab lanciati sulla vetrina. Ci vuole coraggio la mattina a venire a lavorare. : sono i contenuti ricorrenti delle numerose segnalazioni che i cittadini inoltrano al sito Web del quotidiano locale “La Nazione”. I FIORENTINI HANNO AMORE PER LA LORO CITTA’ e RANCORE VERSO l’Amministrazione di Centro-Sinistra. HANNO ANCHE PAURALA CITTA’ HA VOGLIA di SICUREZZA. Sicurezza per le PERSONE. Sicurezza per le ATTIVITA’. Sicurezza per le PROPRIETA’. Sicurezza per il LAVORO.

Cosa fa l’Amministrazione di Centro-Sinistra?Dove è l’Amministrazione di Centro-Sinistra?Ci siamo NOI. E per questo diciamo : “E’ ORA di CAMBIARE ! FIRENZE ai FIORENTINI !

Riccardo SarraCapogruppo di A.N. al Consiglio Comunale di Firenze

INFO

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Riccardo SarraCapogruppo di ANal Consiglio Comunale di Firenze

Page 19: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

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Dr. Maria Ilaria Legnaioli Lunedì Dalle 15.30 alle 18.00

Dr. Luigi Vitale Martedì Dalle 15.00 alle 18.00

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Dr. Claudia Ponchietti Mercoledì Dalle 15.00 alle 17.15

Dr. Vanni Borgioli Sabato Dalle 09.00 alle 12.15

Ortopedia

Dr. Filippo Poccianti Lunedì Dalle 13.00 alle 14.15

Giovedì Dalle 13.30 alle 14.30

Dr. Leonardo Sacchi Giovedì Dalle 08.30 alle 11.00

Dr. Paolo Donati Venerdì Dalle 12.00 alle 14.00

Mercoledì Dalle 12.15 alle 13.45

Dr. Francesco Menotti Sabato Dalle 08.30 alle 10.30

Otorinolaringoiatria

Dr. Ferriero Gennaro Lunedì Dalle 17.30 alle 19.00

Sabato Dalle 08.30 alle 10.00

Dr. Chiara Cavicchi Lunedì Dalle 11.00 alle 13.00

Venerdì Dalle 16.30 alle 19.00

Dr. Geri Toccafondi Martedì Dalle 10.00 alle 11.15

Mercoledì Dalle 14.00 alle 15.30

Dr. Tommaso Savino Martedì Dalle 15.00 alle 16.10

Dr. Alonzo Attilio Mercoledì Dalle 08.30 alle 10.00

Giovedì Dalle 12.00 alle 13.30

Dr. Marco Lazzeri Mercoledì Dalle 18.00 alle 18.45

Dr. Pontone Filippo Giovedì Dalle 15.00 alle 16.45

Pediatria e chirurgia pediatrica

Dr. Giovanni Grisolia Lunedì Dalle 16.30 alle 17.30

Giovedì Dalle 11.00 alle 12.00

Pneumologia

Dr. Alessandro Romeo Martedì Dalle 09.00 alle 10.00

Psicologia - Psicoterapia

Dr. Claudia Bricci Mercoledì Dalle 09.00 alle 10.30

Dr. Lisa Alessandri Martedì Dalle 12.30 alle 15.00

Reumatologia

Dr. Maria Letizia Conforti Venerdì Dalle 09.00 alle 10.00

Urologia

Dr. Pierluigi Sangiovanni Martedì Dalle 18.00 alle 19.00

Altre Prestazioni - Iniezioni intramuscolari

Dal lunedì al Sabato Dalle 08.00 alle 10.00

Molto presto la Misericordia di Fi-renze offrirà un servizio spe-

cialistico medico-legale. Tale attività, spesso fraintesa o male interpretata a causa di banali luoghi comuni o ac-cattivanti serie televisive, presenta un ventaglio applicativo assai ampio. Nel-la vita quotidiana, infatti, possono fre-quentemente presentarsi, purtroppo, condizioni patologiche legate in qual-che modo all’ambito giudiziario, assi-curativo privato o sociale, tali da ne-cessitare una interpretazione medica applicata al diritto. In tali circostanze diventa fondamentale il parere spe-cialistico del medico legale. Parlando in termini più semplici, la me-dicina legale è una branca dell’arte medica rivolta a tutti, dai minori ai pen-sionati, dai lavoratori dipendenti agli autonomi, dagli occupati ai disoccupa-ti, dai disabili in prima persona e ai loro familiari. Le applicazioni di tale discipli-na sono molteplici. Il medico legale, il quale prima di tutto è un medico, con un suo bagaglio culturale di base di medicina e chirurgia, si occupa di pro-blematiche eterogenee, in ambito di

invalidità civile, di handicap, di I.N.P.S., I.N.A.I.L., causalità di servizio e collo-camento lavorativo mirato; si occupa di problematiche assicurative, tossi-cologiche, giudiziarie in ambito civilisti-co e penalistico. Questo nuovo servi-zio specialistico offerto, dunque, che spesso può essere affiancato da altri specialisti in diverse discipline mediche e chirurgiche, è finalizzato a facilitare e risolvere problematiche complesse, ma frequentemente anche banali, che la quotidianità può presentare ad ogni cittadino, qualunque sia la sua età, la sua occupazione, la sua scolarità ed il suo contesto socio-familiare. In prima persona, affiancato dalla Dott.ssa Federica Formichetti, anch’essa specialista in Medicina Legale, mi oc-cuperò della gestione ambulatoriale del suddetto servizio. La mia forma-zione specialistica in materia si è svol-ta presso l’Università di Firenze ove, peraltro, ho conseguito anche la lau-rea in Medicina e Chirurgia. Dopo la laurea, durante la scuola di specializ-zazione, ho svolto numerose sostitu-zioni in ambito di medicina generale e

di continuità assistenziale. Durante tali attività ho avuto modo di conoscere realtà sociali assai varie, eterogenee e spesso critiche, e le mie conoscenze di medicina legale e medicina socia-le mi hanno permesso di consigliare numerose famiglie e di garantire loro il raggiungimento di un qualche privi-legio, del quale spesso ignoravano il diritto, che la nostra Società ed il no-stro Sistema Sanitario Nazionale, di tipo universalistico, offrono ad ogni cittadino. Tali consigli, che erano sem-pre in aggiunta ad un parere medico di base, finalizzato ad una diagnosi o ad una terapia, hanno spesso sveglia-to un sorriso che ha, se non eliminato, quanto meno alleviato una sofferenza. Il mio desiderio, dunque, nello svolgi-mento di questa attività specialistica offerta dalla Misericordia di Firenze, è quello di riuscire a garantire al cittadino l’effettivo godimento dei diritti agli aiuti ed ai servizi che derivano da uno stato patologico pregresso o attuale, e dei quali, molto spesso, ne viene ignorata l’esistenza.

Dott. Giuseppe Panichi

Medicina legale:una nuova specializzazioneper gli ambulatori della Misericordia

Page 20: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Il progetto per le fermate degli autobus

prevede l’introduzione di apparecchi

elettronici (ed eco-compatibili) che forniranno

informazioni sugli autobus in tempo reale:

si potrà conoscere con esattezza

la posizione del mezzo e l’ora di arrivo

provincia

Progettare la città del futuro, proiettare la città nel futuro. E’ questo l’obiet-tivo del viaggio istituzionale negli Usa organizzato dalla Provincia di Fi-renze negli ultimi giorni di marzo. Un tour che ha visto la delegazione guidata dal Presidente Matteo Renzi confrontarsi con i rappresentanti delle

principali istituzioni universitarie della costa orientale degli Stati Uniti, dal Boston Institute, alla Harvard University, al Massachussets Institute of Technologies, con cui la Provincia ha una collaborazione avviata quattro anni fa. Incontri programmati per raccogliere spunti utili e proposte finalizzate a migliorare la mobilità pubblica a Firenze. A partire dall’introduzione delle paline elettroniche, prevista nel prossi-mo bando di gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale, che andranno a sostituire almeno 1500 dei 2500 vetusti cartelli alle fermate degli autobus. Nuovi apparecchi in grado di fornire informazioni in tempo reale relative al traffico e ai mezzi pubblici in arrivo attraverso sofisticate tecnologie in grado di collegare telepa-ticamente autobus e pensiline. Soluzioni non avveniristiche, come hanno dimostrato i ricercatori del MIT, ideatori di un prototipo presentato alla delegazione fiorentina. Un progetto che prevede paline totalmente eco-compatibili, grazie all’alimentazione ad energia eolica e solare. Sulla parete principale sarà possibile consultare orari e fermate interagendo con uno schermo luminoso e leggero. Sarà inoltre possibile co-municare a distanza con le pensiline grazie al dispositivo bluetooth e lo schermo sarà

Angelo Lenosi

Matteo Renzi negli Usa

IL VIAGGIO. La visita del presidente Matteo Renzi negli States ha portato nuovi spunti per migliorare la mobilità

Paline intelligenti per i bus. Made in Usa

Non solo sviluppo tecnologico. Il viaggio americano della delegazione della Provincia di Firenze è stato finalizzato anche alla valorizzazione

delle risorse culturali fiorentine e alla promozione del turismo a stelle e strisce nella nostra città. Nel breve e nel lungo periodo. In questa direzione la presentazione al Rockfeller Center di New York della mostra “Galileo immagini dell’universo”, dedicata alle scoperte del geniale scienziato to-scano. Un’iniziativa, frutto di una collaborazione tra l’Enit e la Provincia di Firenze, che ha rappresentato, nelle parole del presidente della Provin-cia Matteo Renzi, “un modo innovativo di dare respiro internazionale ad un evento di grande valore culturale per Firenze e il suo territorio”. E la

presentazione della mostra dedicata a Galileo non è stata altro che il mo-mento culminante di un quadro di progetti rivolti ad aumentare l’appeal del capoluogo toscano, come ad esempio l’accordo stretto tra la Provincia, Alitalia Agenzia del Turismo e la Fondazione Palazzo Strozzi. Un’intesa che prevede uno scambio di servizi e agevolazioni per i visitatori della mostra dedicata che decideranno di giungere a Firenze con un volo della compagnia italiana. Un passo avanti nel tempo, e uno indietro nella storia: da Galileo a Amerigo Vespucci. In occasione del quinto centenario della morte, ricorrente nel 2012, la Provincia ha intenzione di dedicare al naviga-tore ed esploratore fiorentino una serie di eventi di interesse internazionale

che coinvolgano i cittadini dell’una e dell’altra parte dell’Atlantico. Un pro-getto ambizioso di cui il Presidente Renzi vorrebbe rendere partecipe anche l’ambasciata italiana a Washington. E proprio nella sede diplomatica Renzi ha presentato la proposta di legge istitutiva delle celebrazioni e rinnovato la forte volontà della Provincia, della Regione e dell’Università degli studi di Firenze nell’organizzazione degli eventi che comporranno l’anno “vespuc-ciano”. Eventi che procureranno non solo un indotto in termini turistici, ma costituiranno anche una sorta di ponte culturale e scientifico che andrà a ce-lebrare i viaggi e le scoperte compiute da Amerigo Vespucci, l’esploratore fiorentino a cui l’America deve il suo nome.

IL FOCUS

dotato del touch screen. Grazie a dispo-sitivi satellitari sarà possibile conoscere in qualsiasi momento la posizione esat-ta dell’autobus e di conseguenza sapere in anticipo i tempi di attesa alla fermata. Inoltre, per agevolare le persone ipove-denti, le paline del futuro saranno dota-te anche di un sistema audio. Le nuove apparecchiature rappresentano solo l’inizio di un grande progetto di mo-dernizzazione lanciato dalla delegazio-ne guidata da Renzi agli scienziati del MIT. Un progetto, dal titolo “Florence smart City” (Firenze città intelligente), che ha l’ambizione di disegnare la città del futuro, e consistente nello studio di fattibilità di innovazioni tecnologiche da applicare all’area metropolitana fio-rentina: dall’infomobilità (nuove paline Ataf e non solo), al risparmio energe-tico, dall’estensione delle reti wireless alla gestione tecnologica dei rifiuti. Un piano coordinato dalla Fondazione per la Ricerca e l’innovazione, che vede lavorare a stretto contatto Provincia e Università di Firenze, e che si avvarrà della supervisione scientifica dei ricer-catori del MIT di Boston e dei contri-buti provenienti dai centri di ricerca di aziende leader mondiali nel campo dell’innovazione tecnologica. Progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei fiorentini e di tenere la città al passo con i tempi. Perché il futuro non può attendere.

Questa ed altre iniziative consentiranno di rilanciare l’indotto turistico

Una proposta di legge per istituire l’anno Vespucciano

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Page 21: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

politica Firenze

Un passato da calciatore, un presente da gior-nalista sportivo, un futuro da amministra-tore pubblico. Giovanni Galli, ex portiere di Fiorentina, Milan e Nazionale, è il can-

didato sindaco del centrodestra. Guiderà una lista civica che correrà a fianco del Popolo della Libertà. Smessi i panni del calciatore, e abbandonati gli studi di Media-set, Galli è pronto per lanciarsi verso una sfida nuova. Sulla scrivania all’interno del suo quartier generale ri-tratti di famiglia e una cartellina contenente i dossier sui problemi di Firenze. La corsa verso Palazzo Vecchio è iniziata. Una sfida molto impegnativa. Cosa l’ha spinta ad ac-cettare la proposta?L’amore per la mia città. In tutti questi anni in cui mi sono dedicato alle attività sociali sono stato a stretto contatto con i fiorentini, ho vissuto al loro fianco la quo-tidianità, le difficoltà ed i problemi che ogni cittadino si trova costretto ad affrontare. Mi sono reso conto che Firenze così non può funzionare. Per questo motivo ho deciso di impegnarmi in prima persona, accogliendo l’invito giunto dal Popolo della Libertà. Del resto non ho tessere di partito in tasca, ma ho sempre avuto fidu-cia in Silvio Berlusconi. Ho avuto modo di conoscerlo nella sua veste di imprenditore, e gli riconosco grandi capacità.Adesso ad attenderla c’è una partita lunga circa due mesi. Che campagna elettorale sarà?Mi confronterò con la gente, camminando lungo le stra-de della città, in centro come in periferia. Ascolterò i miei concittadini, le loro necessità e le problematiche che solleveranno. Il programma scaturirà fuori da que-sti incontri. Non bisogna offrire agli elettori un menù a prezzo fisso, promesse in cambio di un voto. Vorrei creare un progetto di condivisione assieme ai fiorenti-ni. Se si fideranno mi voteranno, altrimenti voteranno qualcun altro. Un progetto all’interno del quale ci saranno sicura-mente alcune priorità. Quali?Innanzitutto garantendo la sicurezza dei cittadini, tornan-do a far vivere le strade di Firenze. Il governo ha proposto l’impiego dell’Esercito, non vedo perché respingere que-sta iniziativa. Nessuno vuole una camionetta dell’Eser-cito in piazza Duomo, ma potremmo dislocare i militari presso i consolati, consentendo agli agenti di polizia di presidiare il territorio. Inoltre dobbiamo risolvere i pro-blemi legati alla mobilità e alla viabilità, a partire dalla messa in discussione dei progetti della tramvia. Infine

dobbiamo incrementare le politiche sociali. Sono queste le principali questioni aperte. Non sono io a dirlo, ma i fiorentini con cui mi sto confrontando. L’obiettivo princi-pale è riqualificare la città, migliorare la sua immagine a livello nazionale e internazionale. Dobbiamo trasmettere un messaggio: Firenze sta ripartendo. Restiamo sulle iniziative sociali. Un tema a lei molto caro. L’amministrazione comunale deve essere al fianco di chi è in difficoltà, attraverso lo sviluppo di progetti di integra-zione e inclusione dedicati a chi ne ha bisogno. E il mio pensiero va soprattutto ai ragazzi con disabilità. Abbiamo il dovere di fare qualcosa per loro e allo stesso tempo dare forza e orgoglio alle loro famiglie. E le politiche di integrazione riguardano anche gli extracomunitari. Dob-biamo comprendere le loro ragioni ed accoglierli. Purché siano in regola. Questo per rispetto nei loro confronti, perché non sopporto l’idea di vederli dormire per terra o sotto un ponte. Dobbiamo dar loro la possibilità di riscat-tarsi. Che non tradiscano la nostra fiducia, però. Sarà una sfida difficile, con avversari molto ostici. Paura di perdere?Assolutamente no, perché la partita è aperta. In tutta la mia carriera non ho mai avuto paura di perdere, e non ce l’ho neanche oggi. E del resto non ho neanche paura di vincere. Sono pronto ad affrontare questa nuova sfida.

Giovanni Galli

La sua elezione è passata sotto traccia, non per sue responsa-

bilità, ma per circostanze esterne chiamate primarie. Del resto non poteva essere altrimenti, visto che Simone Naldoni ha ricevuto l’in-vestitura a segretario metropoli-tano del Partito democratico il 14 febbraio scorso. E dire che, mentre il Pd si confrontava animatamen-te sul nome del futuro candidato a sindaco per il centrosinistra, la dirigenza locale convergeva in maniera quasi unanime sul nome di Naldoni quale erede di Andrea Barducci, autosospesosi dall’inca-rico per dedicarsi anima e corpo alla corsa per la conquista della poltrona di presidente della Pro-vincia di Firenze. Una successione che avrebbe potuto generare ulte-riori scontri, ma così non è stato. Nonostante le fibrillazioni inter-ne tutto è filato liscio (tre i voti contrari, quattro gli astenuti), con somma soddisfazione dei vertici democratici. E di Naldoni stesso. Che per svolgere al meglio il suo nuovo ruolo ha scelto di avere al suo fianco un esecutivo ridotto da diciotto a otto membri, rigoro-samente equiparatiti tra uomini e donne.Un collegio,quello guidato da Naldoni, che avrà il compito di collaborare con il coordinatore cittadino Giaco-mo Billi ed il se-gretario regionale Andrea Manciulli, con l’obiettivo pri-mario di completa-re lo scacchiere delle candidature locali e prepararsi alla campagna elettorale, per far sì che il Pd con-fermi a giugno i successi eletto-rali ottenuti sotto la segreteria di Andrea Barducci. Predecessore con cui Naldoni ha alcuni punti in comune: entrambi sestesi, en-trambi provenienti dall’area ex Ds, entrambi con alle spalle una

lunga esperienza politica.Quaran-taquattro anni, laureato in storia contemporanea, Simone Naldoni è stato infatti segretario comunale Ds dal 1997 al 2001, incarico ab-bandonato per entrare nello stes-so anno nella giunta comunale di Scandicci. Ruolo nel quale è stato riconfermato anche nell’ammini-strazione guidata da Simone Ghe-ri: attualmente Naldoni ricopre la carica di assessore alle politiche sociali e alla sanità e alla casa, ol-tre ad essere, dal 2004, presidente

della Società della Salute dell’area Fi-renze Nord-Ovest. Impegni politici e professionali a cui il neosegretario

metropolitano del Partito demo-cratico ha affiancato nel tempo la passione per il calcio (con un pas-sato da giocatore di buon livello ed un presente da tifoso della Fio-rentina) e quella per la musica di Fabrizio De André. Interessi che adesso più di prima Naldoni dovrà far conciliare con il suo nuovo im-portante ruolo.

Simone Naldoni

Angelo Lenosi

“Sono pronto per la sfida.E non ho paura di vincere”

AL VOTO. Giovanni Galli, candidato sindaco del centrodestra

Simone Naldoni, l’uomodell’unità ritrovata del Pd

/L.S.

IL PERSONAGGIO. E’ il nuovo segretario metropolitano

La dirigenza locale lo ha scelto quasi all’unanimità

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Page 22: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Una rondine non fa primavera, ma una gita sì. Come animali usciti dal letargo, ap-pena un raggio di sole riscalda le giornate, i fi orentini si organizzano e partono per avvincenti gite domenicali. All’insegna della sobrietà, questo è certo. Niente di lontanamente paragonabile alle paranze che metterebbero in scena i melodram-matici napoletani, che per un picnic por-tano con sé una vagonata di cibo pronto. I toscani si accontentano di una bella man-giata in una trattoria di provincia, maga-ri sotto un pergolato fi orito, nella quale si illudono SEMPRE di mangiare (e bere) bene e di spendere poco. Niente di meno probabile. Una volta fi nito il banchetto, si avviano alla scoperta di borghi e paesini, girandoli con facce stupite e compiaciute, come se si trovassero su un altro pianeta.

Dalle porte delle casine in pietra, spesso si aff acciano inglesi e tedeschi che hanno messo radici da tempo tra ulivi e vigneti. Gente che ormai, il toscano doc, lo man-gia a colazione. E poi c’è un’altra scuola di pensiero. Quelli che il weekend vanno al mare. Si fa per dire, ovviamente. La tem-peratura ancora non consente di mettersi in costume a prendere il sole, ma molti dei pionieri della Versilia si avventurano verso la spiaggia per il solo gusto di mangiare del pesce, sfoggiare occhialoni e pantalo-ni bianchi e fare una passeggiata sul lun-gomare a guardare le vetrine. Dopodichè, senza neanche mettere un piede sulla sabbia, si godono una coda rientrando in città. Il tutto per il solo gusto di raccontare sornioni ai colleghi in uffi cio: “Ah! Questo fi ne settimana sono stato al mare”. Sarà.

QUANDO BEL TEMPOFA RIMA CON GITA

tempo libero

FUORI PORTA. Con il ritorno della bella stagione inizia il periodo delle gite all’aria aperta

Primavera, la scampagnata è servita

Dopo lunghi mesi trascorsi a patire il freddo e la pioggia, fi nalmente possiamo svegliarci dal letargo: è primavera. Il sole è ancora pallido ed incerto, ma accarezza la pelle quel tan-to che basta per far venir voglia di lasciare i nostri accoglienti rifugi invernali, per godere della natura che di nuovo fi orisce e delle città che tornano ad animarsi. Di primo acchito

tutti vorrebbero fuggire lontano, lasciandosi alle spalle il lavoro e le preoccupazioni, ma il più delle volte il portafoglio magro ed i giorni liberi riducono ampiamente il raggio di scelta delle destinazioni. Tanto più se a spostarsi è un’intera famiglia, poiché il costo della gita sale non di poco. Così, sono sempre più numerosi i fi orentini che, unendo l’utile al dilettevole, decidono di rimanere entro i confi ni della Toscana, spendendo poco ed offrendosi una piccola vacanza di tutto rispetto. Dalle splendide colline del Chianti alle cittadine medievali, tutta la regione offre centinaia di spunti per trascorre una giornata o un intero fi ne settimana all’insegna della cultura e del benessere. Un suggerimento? Il primo passo utile per organizzarsi è capire che genere di escursione si vuole intraprendere: questo signifi ca non solo valutare risorse e tempo utile, ma optare anche per una meta che metta d’accordo tutti. Per esempio, la vacanza culturale che segue tappa dopo tappa musei, conventi ed opere d’arte, è adatta ad un turista più maturo o magari ad una coppia: da evitare invece se si hanno bambini, che con tutte le

Simele Kruklidis

ITINERARIO 1 GIORNO Mugello, antichi mulini ad acquaUna piccola gita all’insegna della tradizione, per riscoprire i mestieri del passato, fa tappa nel Mugel-lo. Questa zona è infatti disseminata di otto splendidi mulini ad acqua, oggi visitabili su prenotazio-ne, alcune case-museo che raccolgono antichi attrezzi da lavoro e graziose botteghe artigiane. A Borgo San Lorenzo c’è il Mulino Margheri, risalente all’anno 845 ed il Mulino di Grezzano, del 1580 circa, divenuto vero e proprio museo. Spostandosi a Firenzuola e dintorni, si incontrano il mulino di Valtellere, splendidamente restaurato, quello più spartano di Razzaiole ed il mulino dei Lotti: a pochi passi da qui, vale una visita il Museo della pietra serena, aperto nei week end.

ITINERARIO 2 GIORNI Dalle cave di Carrara alle Alpi La prima tappa verso le conche marmifere conduce a Carrara: qui, le splendide cave di Fantiscritti, Colonnata e Ravaccione costituiscono il lato più imponente dei bacini apuani ed off rono una super-ba vista dei maestosi ravaneti sui fi anchi dei Monti Serrone Maggiore e Spallone. La sera, di ritorno a Carrara, si può fare una tappa nel luminoso paesino di Torano e la suggestiva piazza Alberica. Il giorno seguente si arriva in poco tempo a Campocecina, località montana delle Alpi Apuane set-tentrionali: dei numerosi sentieri panoramici che si possono imboccare, il monte Borla ed il monte Sagro regalano la visione di una natura rigogliosa.

ITINERARIO 3 GIORNI Volterra – Larderello – Massa MarittimaIl primo giorno dell’ itinerario è dedicato a Volterra: si parte subito dal museo etrusco Guarnacci, uno tra i più antichi e completi del suo genere e, dopo pranzo, vivamente consigliato è un giro in piazza dei Priori, sulla quale si aff acciano splendidi edifi ci, come il Palazzo Vescovile o Palazzo Pretorio. Da non perdere il Duomo e l’anfi teatro romano. Il secondo giorno, dopo grandi curve panoramiche sulle colline, si arriva a Saline, antico centro per l’estrazione del sale minerale ed ai soffi oni boraciferi di Larderello. L’ultimo giorno del mini viaggio tocca Massa Marittima, le spiagge di Follonica ed in particolar modo Cala Violina, baia sabbiosa di grande bellezza, premiata anche da Legambiente.

TOUR

probabilità si annoierebbero. I luoghi “papabili” sono a dir poco numerosi: per citarne alcuni, c’è l’ab-bazia di Monte Oliveto, quella Benedettina di San Gaudenzio, ed ancora la certosa di Farneta a Lucca, ed il convento de la Verna in Casentino. Ma la gita può essere orientata anche alla salute, ed in tal caso sono d’obbligo le escursioni nel verde e le camminate lungo le viuzze dei borghi d’altri tempi. Oppure può essere dedicata alla gastronomia, facendo un salto a Colonnata o scovando qualche sagra di paese. Di possibilità ce ne sono per tutti i gusti ed età, dai ruderi di Castelvecchio, alle cave di Carrara, dai colori del Casentino ai mulini del Mugello, dal parco migliarino di San Rossore ai soffi oni di Larde-rello. Si tratta solo di prendere carta e penna ed organizzare, mappa in mano, il percorso più adatto alle vostre esigenze. Dopodiché, infi latevi vestiti comodi, zaino in spalla e, perché no, organizzate un bel pic-nic: la gita perfetta di inizio primavera è servita.

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Page 23: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Giornale di informazione del ComuneN.4 - Aprile 2009 www.comune.fiesole.fi.it

informazioni 055/055

CASO TIZZANO:ARRIVATA SENTENZALa sentenza del 5 febbraio 2009 della Corte d’Appello sul caso Tizzano, che vedeva contrapposto il Comune di Fiesole all’Avvocato Vitali in merito alla lot-tizzazione dell’area Tizzano/Le Fornaci, sulle colline che dominano l’alta Valle del Sambre, segna un punto decisivo sulla vicenda giudiziaria protrattasi oltre 40 anni, costituendo uno dei casi urbanistici più controversi negli ultimi anni in Italia. Una lunga storia che ha visto il Comune di Fiesole citato da parte di un proprietario di terreni a cui il Piano Regolatore del 1971 cancellò un’ampia lottizzazione (oltre 25mila metri cubi) convenzionata nel 1964.E’ la vicenda che ha dato vita alla sentenza 500/99 della Corte di Cassazione, una “svolta storica” che riconosceva per la prima volta in Italia il diritto di un privato ad essere risarcito dall’Ente Pubblico per aver subito un danno. In questi giorni la sentenza quantifica per la prima volta in modo chiaro il danno in questione: si ridimensionano in modo drastico le pretese della controparte che rispetto ad una richiesta di decine di milioni, riduce a poche centinaia di migliaia di euro (tra 150 e 200 mila) la cifra in favore dell’avvocato Vitali. La Corte d’Appello, infatti, riconosce sì alla controparte un risarcimento legittimo, ma lo riduce esclusivamente alle spese di progettazione e all’assistenza legale sostenute tra il lontano 1966 e il 1970; allo stesso tempo stabilisce come non vi debba es-sere risarcimento per il valore immobiliare di quel terreno che, proprio in virtù della validità degli strumenti urbanistici comunali, non poteva essere edifica-to. In sintesi si tratta di risarcire da parte del Comune di Fiesole per 11.350.000 lire pari a € 5.861,78, da rivalutare con gli interessi visto che si tratta di una cifra relativa agli anni ’60. L’Amministrazione Comunale se da una parte continua ad essere convinta che non ci sia nessuna responsabilità per il proprio ope-rato, allo stesso tempo trova finalmente dopo molti decenni ridimensionate le pretese di un privato rispetto all’azione politica e urbanistica improntata alla tutela ed alla difesa del territorio e del paesaggio, così come riconosciuto precedentemente dal Tar. Viene ad essere ridimensionato un paradosso che rischiava di mandare in dis-sesto un’amministrazione pubblica (ricordiamo che il Tribunale di Firenze ave-va condannato Fiesole a pagare quasi 7 milioni di euro nel 2000) per aver, in anni decisivi della pianificazione urbanistica in Toscana, salvato un’intera colli-na. “Grande soddisfazione perché non c’era in gioco solo la stabilità economica di un’intera comunità, ma anche la sua storia urbanistica, esemplare in Toscana, di difesa delle colline e del paesaggio: mi riferisco agli amministratori ed in partico-lare al Sindaco Adriano Latini, ma anche ad Aldo Frangioni e ad Alessandro Pesci che hanno tenuto la barra dritta su tutta l’intera vicenda; penso anche a chi ha gestito l’urbanistica a Fiesole dalla fine degli anni ‘60 ad oggi: da Fiorenzo Miniati, allora Assessore, all’attuale Marcello Cocchi fino a grandi amministratori come Antonello Nuzzo, Carlo Chiappi, Alessandro Marangoni. Una sentenza attesa quella che giunge oggi nei nostri uffici. La buona pratica amministrativa richiede che non si debba mai dare per scontato l’esito di un giudizio. Sarebbe un compor-tamento superficiale e perfino arrogante. Non è stato il nostro. Ora si può leggere nel giudizio quello che in parte ci aspettavamo ed è motivo di grande soddisfazio-ne. La ragione del nostro compiacimento non riguarda però solo il passato. Anzi, riteniamo riguardi soprattutto il prossimo futuro. Una tornata amministrativa si sta chiudendo che le procedure e le scelte che abbiamo alle nostre spalle non han-no nulla a che fare con scorciatoie, abusi, facilitazioni o quant’altro. Vogliamo si discuta ancora a lungo e con impegno sul bello e sul migliore, vogliamo si abbia cura del bene per la comunità che amministriamo ma questo deve avvenire con pratiche certe, rispetto delle norme e delle regole attuative e con la trasparenza delle opinioni di tutti e di ognuno. Così abbiamo fatto e così intendiamo continua-re a fare. Possiamo guardare al lavoro che ci aspetta anche nei prossimi anni con le risorse e la tranquillità che anche questa occasione ci offre”.La vicenda di Tizzano ha inizio nel 1964, quando l’avvocato Giorgio Vitali, proprietario di una vasta area nell’Alta valle del Sambre, ottiene ( ancora in assenza di strumenti urbanistici) una convenzione per lottizzare un terreno e realizzare su un proprio podere alcune villette per un totale di circa 25 mila metri cubi.Nel successivo Piano Regolatore del 1971 la proposta di lottizzazione non vie-ne inserita per ragioni di tutela paesaggistica di una delle zone collinari più suggestive del nostro territorio, ma la decisione di non confermare nel Piano Regolatore la convenzione stipulata con l’avvocato Vitali viene fatta senza una motivazione sufficiente. Nelle successive varianti al Piano Regolatore del 1983 e del 1990 e nel Piano Strutturale del 1999, l’esclusione di quella lottiz-zazione viene sempre confermata. Il proprietario, sentendosi danneggiato, ricorre al Tar, che gli dà ragione proprio appellandosi alla inadeguata motiva-zione. Nel 1991 ricorre anche al Consiglio di Stato, e ottiene di nuovo ragione. Il 22 luglio 1999 arriva la sentenza n.500 della Cassazione, che è considerata dalla giurisprudenza una “svolta storica” perché riconosce per la prima volta in Italia il diritto di un privato di essere risarcito dall’Ente Pubblico per aver subito un danno. Nel marzo 2000 il Consiglio di Stato recepisce l’orientamen-to della Cassazione, e stabilisce che anche i giudici amministrativi potranno condannare le pubbliche amministrazioni a risarcire i danni ingiusti subiti dai

cittadini. Il 30 marzo 2000 il Tribunale di Firenze condanna il Comune di Fiesole a risarci-re poco più di 526 milioni (del 1971) all’avvocato Vitali. Alla somma va aggiunta la rivalutazione annuale e gli interessi dal luglio 1971 alla pubblicazione della sentenza, immediatamente eseguibile. Secondo i calcoli del Comune, si trat-terebbe di oltre 13 miliardi di lire. Il 29 maggio 2001 la Corte d’Appello di Firen-ze accoglie il ricorso presentato dal Comune di Fiesole contro la sentenza del Tribunale, respingendo “in toto” la richiesta di risarcimento dell’Avvocato Vita-li e condannandolo a pagare tutte le spese processuali, ma nel 2003 la Corte di Cassazione accoglieva il nuovo ricorso di Vitali e riaffermava il risarcimento del danno, rinviando alla Corte d’Appello di Firenze la quantificazione della cifra. Il 5 febbraio 2009, dopo aver espletato una C.T.U., la Corte d’Appello si è pro-nunciata. Sul versante amministrativo, invece, il Tar ha stabilito nel 2005 come tutti gli strumenti urbanistici adottati dal Comune dopo il Piano Regolatore del 1971 siano validi, ribadendo quindi l’area di Tizzano inedificabile.

ALLA VIGLIA DELL’INAUGURAZIONE INCENDIO NEI LOCALIDEL MUNICIPIOLa notte della vigilia dell’inaugurazione della piazza e dei nuovi spazi, il fumo che usciva dal Palazzo Comunale di Fiesole ha messo in allerta un cittadino il quale ha chiamato la Polizia Municipale Fiesolana. Dopo aver avvisato i Vigili del Fuoco, gli agenti della Municipale hanno tentato di entrare nel Palazzo Comunale ma a causa del fitto fumo non sono riusciti ad oltrepassare il pian terreno. I pompieri, indossando le maschere, hanno individuato nei nuovi locali del Comune il focolaio da cui era scaturita la combustione. All’interno dello spazio oltre alla centralina elettrica erano stivati vernici, alcuni attrezzi, tra i quali una idropulitrice e un flessibile, ma nessuno di questi strumenti era allacciato ad un presa di corrente, risultando pertanto da escludere un corto circuito. L’indagine dei Vigili del Fuoco per stabilire le cause è tutt’ora in cor-so. Questi, tuttavia, pur non avendo prove evidenti, non tralasciando l’ipotesi di dolo e, pertanto, hanno formulato una notizia di reato, prassi standard in queste circostanze.

FIESOLE, 14 MARZO 2009: INAUGURAZIONEPIAZZA MINO E NUOVI SPAZISi è tenuta regolarmente il 14 marzo 2009 un importante appuntamento per i fiesolani: è stata infatti, inaugurata Piazza Mino, che vede il termine dei lavori di ristrutturazione. Una complessa opera di riqualificazione che ha impegnato l’Amministrazione Comunale per oltre quattro anni. Un progetto ambizioso che ha restituito alla cittadinanza uno spazio fondamentale, pensato attraver-so un mirato intervento di valorizzazione che ha coniugato le esigenze del presente alla salvaguardia del patrimonio del passato. “Piazza Mino torna ad essere il cuore del capoluogo, grazie alla vasta area pedonale, un grande spazio civico –ha affermato il Sindaco Fabio Incatasciato-, dove la cittadinanza potrà incontrare direttamente le attività comunali e i servizi quotidiani. Un vero e proprio luogo di incontro che ricrea la centralità delle relazioni tra la popolazione. E’ stata un’operazione lunga che ha coinvolto molte persone: dalle maestranze, ai tecnici, passando per l’amministrazione comunale tutta, a ognuno va il mio ringraziamento. Ma il mio grazie più sentito è diretto alla pazienza dei fiesolani, i quali hanno riconfermato, nonostante i disagi, un carattere solidale ed aperto”. Il variegato il programma del pomeriggio: dal saluto musicale, sotto il Loggiato del Municipio, di Harmoniae della Scuola di Musica di Fiesole, all’intervento della Filarmonica Comunale di Fiesole. Si è aperta anche l’esposizione alle-stita nei nuovi spazi comunali di carattere storico-archeologico dedicata ai progetti della piazza ed ai ritrovamenti. La cittadinanza ha potuto ammirare il basolato, l’antica fognatura romana e la grande cisterna medievale per la raccolta delle acque. E’ stato inoltre donato “La vita nuova di Piazza Mino” il volume, edito da Polistampa, dedicato alla storia della piazza, che ripercorre un arco temporale di duecento anni. Il libro, come una sorta di moderno zibal-done di memorie, riporta interessanti notizie: da appunti di storia sulle origini della piazza, deposito archeologico pluristratificato, a informazioni legate alla toponomastica. Inoltre, una ricca e ben documentata sezione riguarda i la-vori di rifacimento, le problematiche urbanistiche e le soluzioni adottate nel rispetto e nella salvaguardia del patrimonio archeologico e civile, ossia alla funzione civica della piazza stessa. Il volume è stato curato dall’Archivio Co-munale, da Mario Cantini, da Marco de Marco, da Paolo Mazzoni e da Simone Boninsegni. Per rendere ancora più prestigiosa l’iniziativa di riapertura è stata

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organizzata un’importante esposizione di Enzo Pazzagli dal titolo “Arte per Arte”. Dieci magnifiche sculture andranno ad arredare lo spazio antistante il Palazzo Comunale.Sono stati presenti all’inaugurazione di Piazza Mino il Sindaco, Fabio Incata-sciato, il Vice Sindaco, Giancarlo Gamannossi, il Presidente della Provincia,Matteo Renzi, l’Assessore all’Urbanistica e Viabilità della Regione Tosca-na, Riccardo Conti, l’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Eugenio Giani e il Vescovo di Fiesole, Luciano Giovannetti.

A FIESOLE IN DIFESADELLA SCUOLA PUBBLICASI RICORRE AL TARL’Amministrazione Comunale di Fiesole ha svolto un ruolo attivo presso i co-mitati spontanei Insegnanti- Genitori del territorio che si sono uniti contro i de-creti Tremonti-Gelmini in materia di scuola, diventando il concreto interprete degli interessi della comunità e partecipando unitamente a genitori e inse-gnanti, al ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio in difesa della scuola pubblica. Contro la riforma Gelmini, l’avvocato Corrado Mauceri sta preparan-do due ricorsi che vedono come attori, per la prima volta un Ente Locale e i suoi cittadini ,e l’associazione <Scuola della Repubblica> che riunisce 2000 ricorrenti tra genitori e insegnati del territorio di Firenze. Le motivazioni che hanno spinto il Comune di Fiesole ad assumere questo ruolo risiede principal-mente nella convinzione che i tagli drastici nel settore dell’istruzione vadano a compromettere la qualità della scuola, modificando radicalmente l’organiz-zazione didattica e l’offerta formativa della scuola pubblica con la riduzione del tempo scuola obbligatorio e la reintroduzione del maestro unico, opzio-ne per altro non richiesta dai genitori delle scuole del territorio di Fiesole. I provvedimenti contestati violano le competenze dell’autonomia scolastica, e quelle della Regione in materia di istruzione. Gìà ad ottobre 2008, il Comune di Fiesole si era schierato senza indugio dalla parte della scuola pubblica, sen-tita come un luogo imprescindibile di crescita e formazione, spazio di cittadi-nanza e pari opportunità, facendosi promotore di pubbliche assemblee che hanno visto riunite tutte le componenti del mondo della scuola.“Per la prima volta in Italia un’amministrazione pubblica delibera un ricorso al Tar. La Città di Fiesole, insieme a genitori, studenti e insegnanti, è divenuta un luogo di mobilitazione concreta - sottolinea il Sindaco Fabio Incatasciato- contro una legge che prevede soltanto meno risorse e meno docenti, svi-lendo in tal modo il diritto universale all’istruzione pubblica garantito dalla Costituzione. Questa operazione si è rivelata una manovra non riformista, ma totalmente reazionaria, nel senso che azzera anni di sperimentazione e di ri-cerca pedagogica cancellando la cultura della scuola come alto valore peda-gogico e formazione attiva”.

INAUGURAZIONE 18 APRILE 2009 VIA DEGLI ARTIGIANIE CENTRO ARTIGIALE Il 18 aprile alle ore 15.30 l’inaugurazione di Via degli Artigiani e del Centro Arti-gianale. Sono, infatti, giunti al termine i lavori nell’area dell’Ex Campo Sportivo di Fiesole relativi alla realizzazione del nuovo edificio ad uso artigianale ed un nuovo parcheggio pubblico per 92 posti auto di cui 2 posti riservati a persone diversamente abili.L’edificio, sede di 9 attività artigianali, ha dato una risposta alle esigenze degli artigiani che già operavano sul territorio, consentendo loro oltre all’amplia-mento dei propri spazi, anche la possibilità di adeguarsi agevolmente alle mutate normative in materia di luoghi di lavoro.Inoltre, particolarmente apprezzata e funzionale è l’opera di urbanizzazione legata all’edifico, cioè il nuovo ampio parcheggio pubblico che andrà ad in-tegrare quello di Via Bastianini, che, una volta completata anche la riorga-nizzazione della viabilità esistente (allargamento di un tratto di Via Sermei e creazione di un marciapiede lungo Via del Campo Sportivo) e dei nuovi per-corsi pedonali (da Via Sermei a Via Matteotti) -opere anche queste in fase di ultimazione- consentirà di dare una risposta definitiva alle necessità di spazi di parcheggio, garantendo al contempo un miglior collegamento con il centro storico. “Partendo dal contesto ambientale in cui siamo andati ad intervenire- affer-ma l’Assessore all’urbanistica Marcello Cocchi- è stata posta particolare attenzione sia nella scelta della soluzione architettonica dell’edificio, sia in quella dei materiali di finitura, delle nuove alberature e dei corpi illuminanti, abbiamo infatti deciso di optare per l’utilizzo di quelli a basso impatto lumi-noso. Particolare soddisfazione la risposta che abbiamo dato alla città in fatto di parcheggi pubblici, infatti la realizzazione di questi nuovi posti auto gratuiti incrementa il sistema della sosta nel centro di Fiesole. Anche l’opera di riqua-lificazione delle scarpate è un nostro punto di orgoglio, che ha reso maggior-mente vivibile il territorio sia dal punto di vista di pubblica utilizzazione, sia di salubrità della zona”

4 APRILE APRE IL SOTTOPASSO FERROVIARIO DEL GIRONESono ultimati i lavori per la realizzazione del nuovo sottopasso ferroviario del Girone e verranno inaugurati il 4 aprile 2009 alle ore 10.00.Come previsto dall’accordo sottoscritto dal Comune di Fiesole, con Rete Fer-roviaria Italiana Spa e la Soc. Edilmoderna soggetto privato attuatore delle tra-sformazioni previste nella zona AT11- Girone Alto, il nuovo sottopasso consen-tirà, una volta terminati i lavori relativi alle urbanizzazioni legate all’intervento di costruzione nuovi edifici residenziali, un collegamento più agevole e sicuro

tra la Via Aretina e la Via di San Jacopo, e, soprattutto, con le nuove aree di ver-de pubblico e i 90 posti auto previsti nel progetto. Questo nuovo sottopasso permetterà, inoltre, di intercludere al traffico veicolare il sottopasso esistente e renderlo esclusivamente ad uso dei pedoni.Collegato a tale intervento è stata, inoltre, realizzata, previo accordi specifici con ANAS, su via Aretina (SS 67) un’ampia zona per fermata autobus sulla qua-le verrà installata una pensilina. “Questo spazio, oltre a garantire la sicurezza, - sottolinea l’Assessore all’Urbanistica Marcello Cocchi - va a incentivare la fruizione del mezzo pubblico. Inoltre, nell’ottica di ottimizzare l’intervento ur-banistico, si è proceduto alla completa riorganizzazione dell’impianto sema-forico e di tutti gli attraversamenti pedonali ed aree di sosta.”

SISTEMA INFORMATIVO GEOGRAFICO WEB - CONVEGNOL’Amministrazione Comunale fiesolana ha deciso di collaborare con l’azienda Zerobyte Sistemi s.r.l. di Firenze, per l’avvio del progetto meglio denominato “Sistema Informativo Geografico Web”. Il progetto parte in forma sperimentale e ha l’obiettivo di rendere consultabile e a portata di click molteplici informazioni georeferenziate, in particolare per quanto riguarda: Protezione civile; Urbanistica (vie, numeri civici); Informazio-ni turistiche e culturali per la localizzazione di eventi sul territorio fiesolano. Scopo della sperimentazione è quello di rendere il SIG lo strumento principale per la localizzazione di funzioni, servizi, strutture e attività sul territorio fiesola-no. A breve sarà possibile un accesso riservato ai professionisti che dovranno accreditarsi presso l’Ufficio preposto del Comune. La presentazione ufficia-le del sistema avverrà in data: Martedì 7 Aprile 2009 alle ore 9,30 presso “Casa Marchini Carrozza”, Via Portigiani, 3 Fiesole accanto al Teatro Ro-mano.

ASSOCIAZIONE AMICI DELL’ARCHIVIO COMUNALEDI FIESOLEEcco il resoconto di un anno di vita dell’Associazione Amici dei Musei:11 marzo 2008: costituzione dell’Associazione 2 aprile 2008: La Nazione dà notizia della costituzione dell’Associazione; 24 maggio 2008: Presentazione ufficiale dell’Associazione nel giardino dell’archiviocon l’intervento del Sindaco e della Filarmonica di Fiesole, abbinata all’espo-sizione dei pannelli della mostra “Archivi in vetrina”; 25 maggio 2008: La Na-zione pubblica il resoconto della giornata; Luglio 2008: Il giornale Reporter di Fiesole da notizia della costituzione dell’Associazione; 1 settembre 2008: partecipazione alla commemorazione dell’anniversario della Liberazione di Fiesole con la redazione dell’opuscolo “Ex-archivio – Il passaggio della guerra a Fiesole” stampato dal Comune di Fiesole e presentato dal Presidente del-l’Associazione; 27 settembre 2008: partecipazione alle Giornate Europee del Patrimonio con la mostra “Il Teatro Romano va in scena – Memorie del festival estivo all’aperto più antico d’Italia attraverso le fonti archivistiche” e contem-poraneamente alla manifestazione Teatri Aperti, con l’intervento del quartet-to Cambini della Scuola di Musica di Fiesole e lo spettacolo teatrale “Donne al singolare” eseguito dal gruppo Ascarè Teatranti di Fiesole.; 4 novembre 2008: intervento del Presidente Mario Cantini e dell’associata arch. Ines Romitti alla manifestazione indetta del Comune per il 90° Anniversario della Grande Guerra 1915 – 1918, con la presentazione del materiale archivistico relativo a Fiesole; 31 gennaio 2009: Partecipazione alla Giornata della Memoria 2009 organizzata dal Comune di Fiesole ed incentrata sulle leggi razziali, con l’ in-tervento del Presidente in base alle notizie ricavate dai documento dell’Archi-vio. Contributo dell’Associazione nella redazione del volume “La vita nuova di Piazza Mino” edito dal Comune di Fiesole in occasione dell’inaugurazione dei lavori del 14 marzo 2009, curandone la parte storica ricavata dai documento d’archivio. Anno scolastico 2008/2009: per la didattica della storia, l’associata Maria Venturi ha organizzato e sta conducendo, con la classe 3/F della scuola media di Compiobbi, una ricerca storica sul passaggio della 2° Guerra Mondia-le a Fiesole, lavoro che è stato accolto favorevolmente dal Comune di Fiesole per il programma di educazione dei ragazzi alla pace attraverso la memoria, in particolare della Resistenza, promosso dall’Assessorato alla Formazione del Comune di Fiesole. L’Associazione, inoltre, insieme all’Archivio comunale, ha aderito al Calendario delle manifestazioni ed eventi culturali programmati per il 2009 dal Ministero dei Beni Culturali ed in particolare alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione prevista per il 16 ottobre prossimo, con un evento dedi-cato ai Profumi e sapori dell’alimentazione a Fiesole dal Medio Evo ad oggi. L’associazione ha tenuto durante l’anno varie riunioni, presso la sede dell’Ar-chivio comunale, per coordinare e programmare la propria attività, in partico-lare con l’intervento dei soci nell’organizzazione delle varie manifestazioni ed iniziative promosse.

GUERRA E PACE NEI DOCUMENTI:LE LINEE GUIDA DI UN PROGETTOIl panorama nazionale delle esperienze di didattica della storia si presenta estremamente variegato e ricco di esperienze di qualità, stimolanti ed appas-sionanti. Queste esperienze hanno modificato sia il modo degli insegnanti di porsi nei confronti dell’insegnamento della storia e dell’uso delle fonti, che delle istituzioni culturali e, soprattutto degli archivi, nei confronti di un pub-blico non specializzato. Il documento, in quanto bene culturale, prima che di didattica della storia, è strumento di formazione civica. La sua conoscenza, quindi, si impone in via primaria nella scuola dell’obbligo, per garantire a tutti quell’esperienza che non deve restare privilegio esclusivo di chi può porta-re i propri studi a livello superiore od universitario. Sta per prendere l’avvio

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un’esperienza didattica maturata dalla collaborazione tra l’Assessorato alla Formazione del Comune di Fiesole, l’associazione Amici dell’Archivio Comu-nale di Fiesole e la scuola media di Compiobbi, frazione di Fiesole Si tratta della prima esperienza per ciascuno dei partecipanti (la classe di terza me-dia, sezione F, dell’Istituto Comprensivo Fiesole a Compiobbi, composta di 18 alunni; l’insegnante di lettere, Daniele Galanti; l’esperto geografo dell’Istituto Geografico Militare, Roberto Giannoni; l’associazione culturale Maga Magò, nella persona di Daniele Caini; l’archivista, Maria Venturi, che partecipa a que-sta esperienza come membro degli Amici dell’Archivio Comunale di Fiesole), di una specie di scommessa sulla possibilità di avvicinare i ragazzi a temi stori-ci importanti, in tempi in cui prevale la tendenza a sottovalutare l’importanza della memoria per vivere in un costante presente, e sulla possibilità d’intro-durre degli adolescenti a metodi di lavoro propri della ricerca storica, lontani nella loro gradualità e complessità dall’immediatezza di risultati propria dei meccanismi culturali ed educativi attuali. E perché di scommessa si tratta, è parso interessante “fissare” le linee guida del progetto prima del suo inizio. Le finalità che si propone il progetto sono in primo luogo l’educazione all’im-pegno e alla democrazia, educazione non può che basarsi sulla conoscenza critica della nostra storia. E la storia non è solo quella che si legge nei libri, ma anche quella della quotidianità, fatta di luoghi, di persone appartenenti al territorio in cui viviamo e di piccoli eventi della vita di ogni giorno. A questo scopo è stato scelto il tema della resistenza, così come è stata vissuta negli ul-timi mesi della seconda guerra mondiale nel territorio del Comune di Fiesole. Il percorso prenderà in esame la lettura e analisi di due memorie strettamente radicate nel territorio fiesolano: Diario di Monsignor Rodolfo Berti e P. MANI, Tempo di guerra, Firenze 2001. Il primo è il diario tenuto dal proposto della parrocchia di San Romolo, cattedrale di Fiesole, durante il mese dell’agosto 1944 in cui Fiesole si trovò in prima linea, essendosi i tedeschi arroccati sul-l’altura per contrastare l’avanzata alleata su Firenze; il secondo è la storia ro-manzata del tempo di guerra nella zona di Ontignano (frazione di Fiesole), ma con personaggi autentici ed episodi realmente accaduti. Il quarto gruppo (sei alunni), gli “investigatori”, dovranno rispondere ai quesiti posti dai compagni: “dove si trovava il rifugio allestito nella cantina della casa del Tal dei Tali?”, “si possono sapere i nomi delle sette persone fucilate il 6 agosto vicino a Fieso-le?”, cos’è il “Giogo” verso cui vennero deportati 250 fiesolani e perché si parla di “lavori di fortificazione?” E così via. Il gruppo avrà a disposizione un pc per le ricerche in rete, ma anche una serie di testi di storia locale, dei quali solo alcuni contengono notizie e fotografie relative ai fatti e ai personaggi riferiti dalle due fonti analizzate. L’analisi dei testi sarà volta a ricostruire quella che si potrebbe chiamare “geografia della memoria”. Gli alunni saranno divisi in quattro gruppi. I primi due (quattro alunni per ciascuno), chiamati gli “storici”, avranno il compito di leggere le fonti ed enucleare da esse gli episodi riferiti, con i relativi luoghi e date, e con i protagonisti (nome cognome, età, sesso), elaborando dai dati due tabelle. Il terzo gruppo (quattro alunni) saranno i “geografi”. A loro gli “storici” affideranno il compito di indicare sulle carte for-nite al gruppo (a scala diversa: Italia Centrale, il Comune di Fiesole nel contesto dei Comuni limitrofi; il territorio del comune a scala 1:25000; il territorio del comune con l’indicazione dei nomi delle strade) i luoghi precisi riferiti dalle due fonti. A tale scopo i “geografi” elaboreranno una tabella con il nome del luogo, le coordinate geografiche, e il riferimento alle due tabelle degli episodi compilate dagli “storici. Si prevede di svolgere questo percorso in due intere mattine e due pomeriggi (due ore) nell’arco di due settimane, ponendo an-che come obiettivo aggiunto quello di far cogliere ai ragazzi le diversità tra le due fonti che pure descrivono la stessa particolare esperienza, lasciar nascere curiosità e voglia di approfondire aspetti ed episodi, di conoscere i protago-nisti, di individuare e visitare i luoghi della memoria. A questa fase di analisi e ricostruzione seguiranno altre iniziative che saranno, però, precisate in corso d’opera, a seconda delle richieste e delle preferenze emerse tra gli alunni. Al momento si prevedono: una visita all’Archivio Comunale di Fiesole per con-testualizzare sui documenti quanto appreso dalle fonti, ma anche interviste a protagonisti, escursioni ai luoghi della resistenza, espressioni teatrali. Come nel caso delle iniziative suddette, vogliamo lasciare campo libero all’esperien-za di queste due settimane, anche se abbiamo in mente una serie di possibili esiti. Potrà essere l’elaborazione grafica e su carte geografiche dei dati raccolti o l’elaborazione multimediale dei medesimi; la drammatizzazione teatrale di episodi storici che abbiano colpito maggiormente l’attenzione oppure la rea-lizzazione di visite guidate - dai ragazzi - sui luoghi della resistenza fiesolana o la ricerca dei testimoni sopravvissuti e la raccolta, filmata, delle loro esperienze In realtà, quello a cui miriamo è riuscire a mettere in contatto degli adolescenti con la realtà concreta di un tempo per loro lontano, ma che richiama a respon-sabilità e valori di oggi e di sempre; riuscire, inoltre, a svolgere un lavoro tec-nicamente corretto, per quanto rapido, che suggerisca ai ragazzi come si può indagare sui fatti e che la realtà non deve mai essere assunta come un’entità incontrovertibile, ma piuttosto esaminata da diversi punti di vista.

I PROGETTI DI PSICOLOGIA SCOLASTICA Anche nell’anno scolastico in corso sono stati confermati e ampliati tutti i pro-getti di psicologia scolastica svolti dalla Dottoressa Valentina Cappelli, psico-loga.Dato l’esito dello scorso anno dello spazio d’ascolto molto positivo e che ha vi-sto moltissime richieste, è stato confermato anche per questo anno con la di-sponibilità di un’ora in più alla settimana. gli orari dello spazio d’ascolto sono i seguenti: I e III martedì del mese nella scuola media di Borgunto, mentre il II ed il IV martedì del mese nella scuola media di Compiobbi.Lo spazio è aperto a tutti i genitori e insegnanti dell’Istituto Comprensivo Balducci (scuole materne, elementari e medie) e ai ragazzi delle due scuole medie dietro autorizzazione di entrambi i genitori.I ragazzi delle scuole medie sono coinvolti in una serie di progetti di sensibi-lizzazione e prevenzione al bullismo ai disturbi dell’alimentazione, che colpi-scono in modo “epidemico” proprio in questa fascia di età, e per le classi terze

di Compiobbi anche un corso relativo all’affettività.Le novità di quest’anno sono: - un corso rivolto a tutti i genitori dell’istituto comprensivo che ha come tematica generica alcune”riflessioni sulla genito-rialità”. Durante questi incontri i genitori avranno modo di portare i loro dub-bi e le loro esperienze dopo aver riflettuto insieme rispetto ad una tematica che riguarda i principali disagi possibili nella crescita. Alcuni di questi incontri si sono già tenuti ( quattro, due a Fiesole e due a Compiobbi) e altri quattro sono in programma con il seguente orario: giovedì 12 marzo scuola media Borgunto h. 21.00, giovedì 19 marzo scuola media Compiobbi h. 21.00, gio-vedì 7 maggio h.21.00 scuola media Borgunto e giovedì14 maggio h. 21.00 scuola media Compiobbi.- I corsi di prevenzione al Bullismo rivolti anche alle scuole elementari che han-no aderito.- La possibilità di seguire, con l’autorizzazione delle famiglie, alcuni ragazzi a rischio di dispersione scolastica.

FIESOLE 18 APRILE-31 MAGGIO 2009 PRIMO CONTI. CAPOLAVORI DEL FUTURISMOE DINTORNIIn occasione dei cento anni dalla nascita del Futurismo, l’esposizione Primo Conti. Capolavori del futurismo e dintorni, ospitata nella Basilica di Sant’Alessan-dro a Fiesole, vuole rendere omaggio all’intensa partecipazione del Maestro a quella stagione e all’azione da lui successivamente intrapresa per la valo-rizzazione del movimento e della sua memoria. La mostra - promossa dalla Provincia di Firenze, dal Comune di Firenze, dal Comune di Fiesole, dalla Fon-dazione Primo Conti di Fiesole e curata da Chiara Toti con la collaborazione di Donata Spadolini - propone al pubblico quasi nella sua interezza il corpus del-le opere futuriste realizzate dall’artista a partire dall’autunno del 1917, quando in seguito all’incontro con Giacomo Balla e Filippo Tommaso Marinetti, Conti accordò la sua entusiastica adesione al gruppo fiorentino gravitante intorno a “L’Italia Futurista”. Dipinti quali Cocomeraia, Simultaneità di ambienti, Profughe alla stazione, Strada di paese, esemplificano infatti un percorso assai vario disperimentazione tecnica e compositiva che egli portò avanti in stretto connu-bio con l’attività letteraria; attraverso l’Oste burlone o il Demetrio felice la mo-stra intende invece ricordare le esperienze che segnarono il passaggio, tra il 1919 e il 1920, dal futurismo ad una originale metafisica da osteria che trovava allora eco ne Il Centone, rivista fondata da Primo Conti e Corrado Pavolini. La mostra affianca alle opere pittoriche una sezione di grafica con una selezione di quaranta disegni (tra cui anche alcuni inediti provenienti da taccuini e ma-noscritti) che testimoniano l’evolversi del cammino dell’artista dai primigeni accostamenti al lessico futurista già nel 1914 fino al recupero formale degli anni Venti. Completerà infine il percorso, una sezione documentaria che ri-corderà le sue frequentazioni futuriste e alcuni degli eventi che segnarono la sua formazione come la mostre futuriste di “Lacerba” e di “Boccioni sculto-re” presso la Libreria Gonnelli nel 1913-1914. Tutto il materiale documentario esposto in mostra proviene dall’Archivio di Primo Conti, oggi conservato nel Centro di Documentazione sulle Avanguardie Storiche istituito dallo stesso Conti presso la Fondazione fiesolana che dal 1980 porta il suo nome, centro che, essendosi negli anni arricchito di numerosi fondi di argomento futurista (tra gli altri ricordiamo quelli di Giovanni Papini, Francesco Cangiullo, Achille Lega, Emilio Notte, Francesco Meriano, Neri e Vieri Nannetti, Corrado Pavolini, Osvaldo Peruzzi, Lucio Venna, Emilio Settimelli, Francesco Balilla Pratella), si attesta oggi a livello nazionale come fondamentale luogo di studio del movi-mento. Il catalogo della mostra sarà edito da Pagliai Polistampa con introdu-zione del Prof. Enrico Crispolti.

CONSIGLIO COMUNALEIN ADUNANZASTRAORDINARIA APERTAIn base alla petizione di oltre 700 cittadini di Fiesole, è stato indetto giovedì 12 febbraio 2009 alle ore 17.00 un Consiglio Comunale con Adunanza Straor-dinaria Aperta. Il Consiglio Comunale ha preso in esame l’ordine del giorno sul tema della Sanita’ ed Assistenza sul territorio del Comune di Fiesole. Dopo l’introduzione del Presidente Di Salvo e la lettura dell’ordine del giorno pro-posto congiuntamente da tutti i capigruppo comunali hanno preso la parola i consiglieri Pucci (Sinistra Europea - Rifondazione Comunista), Gasperi Campa-ni (Lista Civica Fiesole Tua), Fedeli (Sinistra Europea - Rifondazione Comunista). Hanno preso la parola, anche, i consiglieri Baccari (Il Popolo delle Libertà) e Tarchi (Uniti per Fiesole–L’Ulivo), oltre all’Assessore alla Sanità del Comune di Fiesole, Serena Spinelli. Erano presenti al Consiglio, e sono intervenuti, l’Ing. Luigi Marroni, Direttore Generale ASL di Firenze, il Sindaco Fabio Incatascia-to, la sig.ra Lucia Testi della SPI CGIL, il sig. Cosimo Latini del Laboratorio Si-nistra Fiesolana, il Sig. Ulivi Piero del Comitato Difesa Ospedale Camerata, poi il Sig. Roberto Soragi, Infermiere Ospedale Camerata. Successivamente, hanno portato il loro contributo all’adunanza Paolo Cammelli, Segretario del PD a Fiesole, il Sig. Mauro Costantini, Assemblea Cittadini Proponente, poi il Dott. Simone Naldoni, Presidente della Società della Salute zona Nord Ovest. E’ intervenuti nuovamente il Sindaco Incatasciato e ha concluso Enrico Ros-si, Assessore Regione Toscana al Diritto alla Salute. Il Consiglio ha subito una breve pausa per la riunione dei Capigruppo. Quando la seduta riprende il Presidente Di Salvo ha dato la parola alla Consigliera Fedeli (Sinistra Europea - Rifondazione Comunista), al Sindaco Incatasciato, ai consiglieri Orsecci (Uniti per Fiesole–L’Ulivo), Socci (Il Popolo delle Libertà) e Gasperi Campani (Lista Civica Fiesole Tua). Il Consiglio è infine passato alla votazione dell’ordine del giorno che stato approvato all’unanimità.

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I “Fogli di Fiesole” sonoa cura del Comune di Fiesole

COMUNE Informazioni 055/055Centralino 055/59611Urp 055/599478Segreteria Sindaco 055/5961227Polizia Municipale 055/597177Uff. Inf. Turistiche 055/598720Archivio Storico 055/5961306Biblioteca Comunale 055/599659Centro Incontri 055/6593090Musei e Teatro Romano 055/5961293Difensore Civico 055/599478

FARMACIE Farmacia Benvenuti 055/6593057Farmacia Caldine 055/5040028Farmacia Magonio 055/6594233Farmacia Perna 055/59214Farmacia S. Bernardino 055/599262Farmacia di Trespiano 055/401119

TRASPORTI A.T.A.F. 800/424500Li-nea 800/449910Trenitalia 892021

SANITA’ Croce Azz. Pontassieve 055/6593712

Frat. Pop. V.Mugnone 055/5040090Presidio Camerata 055/2758568Amb. Girone 055/6593712Amb. Caldine 055/5040090Amb. Compiobbi 055/6593787Guardia Medica 055/5001664Misericordia di Compiobbi 055/6593011Misericordia di Fiesole 055/59213Mis. Pian di San Bartolo 055/401474

SCUOLE Media Borgunto 055/5961525Media Compiobbi 055/5961560Elementare Borgunto 055/5961515Elementare Girone 055/5961550Elementare Compiobbi 055/5961566Elementare Pian di Mugnone 055/5961500Materna Pian di Mugnone 055/5961501Materna Caldine 055/540167Materna Compiobbi 055/6593309Materna Girone 055/690829Materna Pian di San Bartolo 055/401245Materna Fiesole 055/597063

ALTRI NUMERI Acque Toscane 800/755246Toscana Energia 800/509124Toscana Energia- Guasti 800/862048Enel/Guasti 800/900800Carabinieri Fiesole 055/59136Esattoria Comunale 055/630882CUP 840/003003Safi - Rifiuti ingombranti 800/139300Safi - Ufficio tariffa 800/485822S.P.I. Cgil - Fiesole 055/59564Tesoreria Comunale (CRF) 055/59212Ufficio Postale di Fiesole 055/597861Cimiteri di Fiesole SpA 055/59292Protezione Animali 055/213296Numero Verde Antitruffa 800/335588Radio Taxi Fiesole 055/4242Centro Antiviolenza Donne 055/602311Protezione Civile 800/015161Radio Taxi 055/4798-4390Telefono Azzurro 055/215737Trib. Diritti del Malato 338/8407500Società della Salute 055/4498205

EMERGENZE Polizia 113Carabinieri 112Vigili del Fuoco 115Emergenze Sanitarie 118

ORARI COMUNEAmbiente, Archivio Storico, Assistenza e PoliticheSociali, Contabilità, Cultura, Entrate, Lavori Pubblici, Personale, Polizia Amministrativae Commercio, Provveditorato, Scuola, Segreteria Generale e del Consiglio Comunale,Servizi Tecnologici Esterni, Sport, Trasporti Pubblici, Urbanistica e Edilizia Residenziale

Martedì 8.00-13.00Giovedì 8.00-13.00 e 14.00-18.30

Anagrafe e Stato CivileLunedì e Martedì 8.00-13.00Giovedì 8.00-13.00 e 14.00-18.30

Polizia Municipale, Protocollo, Segreteria del Sindaco, Ufficio Relazioni con il Pubblico

Lunedì-Venerdì 8.00-13.00Giovedì 8.00-13.00 e 14.00-18.30

BREVITURNI FARMACIE DEL MESE DI APRILEEcco l’elenco dei turni delle farmacie del territorio fiesolano per il mese di Aprile: Sabato 4 e Domenica 5 - Farmacia Perna, Fiesole, Piazza Mino 15 Tel. 055.58.78.412; Sabato 4 - Far-macia Magonio, loc. Girone, via Aretina 10 Tel. 055 6594233; Domenica 5- Farmacia Ben-venuti, loc. Compiobbi, via Aretina 194 Tel. 055 6594878- Sabato 11 - Farmacia Benvenuti, loc. Compiobbi, via Aretina 194 Tel. 055 6594878; Domenica 12 Farmacia Magonio, loc. Girone, via Aretina 10 Tel. 055 6594233; Lunedì 13 - Farmacia Benvenuti, loc. Compiob-bi, via Aretina 194 Tel. 055 6594878; Sabato 18 e Domenica 19 - Farmacia Perna, Fiesole, Piazza Mino 15 Tel. 055.58.78.412; Domenica 19 - Farmacia Benvenuti, loc. Compiobbi, via Aretina 194 Tel. 055 6594878; Sabato 25 - Farmacia Benvenuti, loc. Compiobbi, via Aretina 194 Tel. 055 6594878; Domenica 26 - Farmacia Magonio, loc. Girone, via Aretina 10 Tel. 055 6594233; Sabato 25 e Domenica 26 - Farmacia S. Bernardino Borgunto, Via Colzi 8/B Tel: 055.59.92.62

PRESENTAZIONE LIBRISabato 4 aprile alle ore 10.30 nella Sala Consiliare- piazza Mino 26, la presentazione del volume “L’Italia dei Doveri” di Maurizio Viroli, interverranno insieme all’autore Fabio In-catasciato, Sindaco di Fiesole e Angela Mancuso. Venerdì 17 aprile nel pomeriggio, tavola rotonda sul tema dell’informazione a partire da “Informazione e controinformazione” di Pio Baldelli. Ingresso libero.Domenica 19 aprile 2009 alle ore 11.00 presso la Basilica di Sant’Alessandro si terrà la presentazione del libro “La cucina Futurista” di Marinetti e Fillia, edizioni Viennepierre. Seguirà un aperitivo futurista, a cura del ristorante fiesolano I’ Polpa. Inoltre, i bibliofili potranno visitare anche in piazza Mino la mostra Mercato del Libro, aperta tutta la gior-nata.

MERCATIDomenica 5 aprile in piazza Mino il Mercato del Piccolo Antiquariato a Fiesole, mentre la Vigilia di Pasqua, sabato 11 aprile, la piazza del Capoluogo ospiterà “Aspettando la Pa-squa - arti e sapori”, la fiera mercato di prodotti tipici. A Caldine invece l’appuntamento con Caldine in Fiera, la filiera corta in terra di Fiesole. Il 13 aprile, Festeggiamo Insieme la Pasquetta, un mercato che diventa un’occasione per visitare in Colle Lunato per la consueta gita fuori porta. Mentre 25 e 26 aprile piazza Mino sarà lo scenario per la Festa di Primavera il mercato organizzato dall’associazione Fiesole Attiva

INIZIATIVE4 aprile 2009 alle ore 15.00 il Comune di Fiesole organizza un’asta benefica a favore della Fondazione Tommasino Bacciotti. L’asta vedrà battute importanti opere di artisti italia-ni, battitori di eccezione: Pier Francesco Listri, Gaetano Gennai e Fabio Fornaci. Sabato 25 aprile Fiesole ricorda la Liberazione con le consuete celebrazioni: alle ore 10,00 in Piazza Mino- lato Municipio- apposizione della corona e formazione del Corteo, alle ore10.30 nel Parco della Rimembranza San Francesco apposizione di una corona alla Lapide dei Caduti ed alle 11,00 in piazza Mino Concerto della Filarmonica “G. Verdi” di Fiesole diret-ta dal Maestro Davide Micheloni. Anche le frazioni commemoreranno la Liberazione: a Montebeni, al Monumento dei Caduti, alle ore 11.30, e a Compiobbi, in piazza Mazzini, alle 12,00 si svolgerà la cerimonia di apposizione della corona alla Lapide dei Caduti. Inol-tre nel Chiostro della Badia Fiesolana a San Domenico alle ore 16.30 nell’ambito della rassegna “Il fiore del Partigiano” l’adattamento drammaturgico di Costanza Benardi “La lunga strada per la libertà” con Manuela Critelli, Gianluca Truppa, Massimo Tarducci, Ilaria innocenti alla fisarmonica e Canti eseguiti da Eva Mabellini a cura di Massimo Tar-ducci in collaborazione con il Quartiere 2 Firenze. A seguire alle ore 18.00, proiezione del documentario “Canto per il sangue dimenticato” regia di Luigi Faccini, sulla strage di Niccioleta nell’anniversario della morte di Padre Balducci. Sabato 11 aprile alle ore 16.30, nell’ambito del 25 aprile, al Circolo di Lettura di Compiobbi sarà presentato dall’autore e protagonista Oliviero Giambini il libro: “10 maggio 1943”. Questo libro è il frutto della

volontà di Oliviero Giambini di raccontare l’esperienza vissuta in prima persona durante le campagne d’Africa e di Russia, nel pieno svolgersi della Seconda Guerra Mondiale. Sarà presente all’evento l’Assessore Maria Luisa Moretti. Ingresso libero. E sempre nell’ambito delle celebrazioni della Liberazione, al Circolo di Lettura di Fiesole il 18 aprile lo scrittore Juri Meda presenterà il suo libro: “E’ arrivata la bufera”. L’infanzia italiana e l’esperienza della guerra totale (1940-1950). Il volume affronta con ampiezza di vedute il rapporto tra l’infanzia italiana e la guerra nel corso del Novecento, mostrando in quale misura e secon-do quali modalità la guerra totale influenzò irrimediabilmente la vita quotidiana dell’in-fanzia italiana. Prendendo le mosse dalla formazione dell’immaginario bellico infantile per mezzo dell’intervento propagandistico del regime fascista nella scuola e nella società civile, l’autore passa a dimostrare la massiccia mobilitazione dell’infanzia sviluppatasi in seguito allo scoppio della guerra e l’inevitabile coinvolgimento dell’infanzia in quella che è stata definita la “guerra ai civili”, con la morte di migliaia di bambini. Lo studio prosegue e si conclude nell’immediato dopoguerra, durante il quale i devastanti effetti della guerra seguitarono a farsi sentire a lungo, con l’incremento della delinquenza minorile, lo spet-tro della fame e il flagello dei residuati bellici e delle bombe inesplose, che causarono la morte o la mutilazione di altre migliaia di bambini. Saranno presenti all’evento: l’Assesso-re Maria Luisa Moretti e un rappresentante dell’Istituto Storico della Resistenza.Dal 19 al 26 aprile 2009 in Sala Toniolo a Fiesole, Primo Festival del Libro per Bambini a Fiesole, libri in mostra, un illustratore, ed eventi durante l’arco della manifestazione. Inaugurazione domenica 19 aprile alle ore 17.00. Ingresso libero. Progetto WORD(L)D, finanziato dalla Provincia di Firenze con risorse del Fondo Sociale Europeo e nasce dalla progettazione congiunta tra la Cooperativa Sociale Macrè e i Comuni di Fiesole e Campi Bisenzio. Attività di insegnamento di base della lingua inglese per un totale di 60 ore rivolte alle categorie sociali svantaggiate, un altro modulo di 60 ore di lingua italiana per immigrati e l’ultimo modulo di 20 ore di lavoro congiunto sulle opportunità della citta-dinanza attiva.Al circolo La Pace di Compiobbi inizia un corso di Karate per bambini dai 5 anni in su. L’attività si svolgerà il lunedì pomeriggio e prevede un massimo di 8 bambini iscritti. Per informazioni e prenotazioni: 339 521852.

PRAMMAZIONE SCUOLADI MUSICA DI FIESOLEEcco la programmazione del mese di Aprile..Lunedì 6 aprile ore 21.00 – Teatro Verdi (Firenze) CONCERTO DI PASQUA, G. Rossini PETI-TE MESSE SOLENNELLE, Pietro De Maria, pianoforte, Andrea Lucchesini, pianoforte, Anto-nino Siringo, armonium, SCHOLA CANTORUM F. LANDINI, Fabio Lombardo Maestro del coro, Nicola Paszkowski Direttore. Ingresso: primo settore 12 € interi, ridotti 10 €, secondo settore 8 € interi, 4 € ridotti. Prevendita biglietteria del Teatro Verdi.Giovedì 16 aprile ore 21.00 Cenacolo di S. Croce, Piazza S. Croce LE PAROLE DELLA MUSI-CA, MARIO BRUNELLO, violoncello, musiche di AA.VV.,Prenotazione obbligatoria a [email protected]ì 21 aprile ore 21, Teatro Verdi (Firenze)ORCHESTRA DELLA TOSCANA e ORCHESTRA GIOVANILE ITALIANA, Gabriele Ferro, diret-tore musiche di J. Barhms, M. Ravel. Ingresso: primo settore 14 € interi, ridotti 12 €, secondo settore 12 € interi, 10 € ridotti. Prevendita biglietteria del Teatro Verdi.Sabato 25 aprile ore 11.00 Villa La Torraccia, Auditorium SinopoliPIANO DUO, Maureen Jones, pianoforte, Massimiliano Baggio, pianoforte, musiche di W.A. Mozart, J. Brahms, S. Rachmaninov, Ingresso: intero 8 € - ridotto 5 € - 2 € ridotto allievi Scuola di Musica di FiesoleMercoledì 29 aprile ore 21.00 Cenacolo di S. Croce, Piazza S. CroceLE PAROLE DELLA MUSICABRUNO CANINO a colloquio con FRANCESCO ERMINI POLACCImusiche di F.J. Haydn, F. Mendelssohn, G. Martucci, Prenotazione obbligatoria a [email protected]

Page 27: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

LA CURIOSITÀ

Un nuovo padiglione, dedica-to a Leonardo da Vinci, si affiancherà al vecchio, inti-tolato ad Amerigo Vespucci.

Così Torregalli raddoppia, con un nuovo spazio che ospiterà gli ambulatori, la day surgery, il centro trasfusionale, i servizi di anatomia patologica, hospice, psichiatria, i laboratori e altri servizi. L’ampliamento è di 14 mila metri quadri (contro i 18 mila metri quadrati del vecchio padiglione) e i posti letto passano da 367 a 418.Il nuovo San Giovanni di Dio ha comportato un in-vestimento di 26 milioni di euro, di cui 20 milioni per strutture e impianti e 6 milioni per gli arredi, le apparecchiature sanitarie e l’allestimento completo di due sale multi-mediali. Con la nuova struttura si raggiun-ge un importante primato, che garantisce ai cittadini ancora di più il diritto alla salute: la Toscana diventa la regione con il patri-monio immobiliare sanitario più nuovo

d’Italia e quella dove si sono realizzati gli investimenti più consistenti e si sono rinno-vate tutte le strutture sanitarie. Il progetto e la realizzazione della struttura di Torregalli sono stati ispirati ai principi di umanizza-zione, inserimento ambientale e flessibilità, perché il paziente possa non solo ricevere le cure migliori, ma anche trascorrere la de-genza, lunga o breve che sia, in un ambien-te accogliente. Così i tre piani fuori terra si sviluppano attorno a quattro chiostri verdi che consentono di godere di illuminazione naturale in tutti gli ambienti. La galleria di accesso funziona come una cerniera fra il nuovo padiglione (Leonardo da Vinci) e il vecchio padiglione (Amerigo Vespucci) con una riorganizzazione dei flussi e degli spazi: nel nuovo padiglione troverà spazio l’area dedicata all’“outpatients” e ai servi-zi, mentre nel vecchio resterà l’area degen-za. Il passaggio è costituito da un elemento vetrato e trasparente, che garantisce luce e

un ambiente più piacevole a chi si reca in ospedale.La struttura è a basso impatto am-bientale, di altezza contenuta e con blocchi che richiamano le colline vicine. Il progetto insomma è stato pensato per aumentare gli spazi, migliorare la qualità degli ambienti e la vivibilità per chi lavora o deve trattener-si in ospedale, senza alterare il paesaggio.Le tecnologie utilizzate e i materiali, oltre a

rispondere ai requisiti tecnici per una strut-tura ospedaliera, offrono prestazioni sup-plementari sia sotto il profilo della durata e dell’ economia gestionale, sia dal punto di vista del comfort ambientale. E così il nuovo Torregalli ha contribuito a realizzare in Toscana una rete ospedaliera moderna, efficiente, accogliente, a risparmio energe-tico ed ecosostenibile.

Un padiglione nuovo si affianca a quello vecchio:

spazi nuovi per la day surgery, il centro trasfusionale,

l’anatomia patologica, l’hospice, il reparto

di psichiatria, i laboratori e altri servizi

Con il raddoppio di Torregalli, in ospedale arriva an-che la musica. Il progetto, fortemente voluto dalla

Regione Toscana, si chiama “Classica dentro” e propone la diffusione via radio di musica classica negli ospedali del Servizio sanitario regionale. Il progetto, unico in Ita-lia, si pone lo scopo di umanizzare la sanità, rendendo il tempo passato in ospedale il più possibile sereno per tutti: pazienti, familiari e operatori sanitari che si trovano a trascorrere la giornata in queste strutture. Il progetto prevede la diffusione della musica di Rete Toscana Clas-

sica in tutti gli ospedali della Toscana. All’interno del pa-linsesto della radio saranno inoltre presentati, a intervalli di 10 minuti, contenuti informativi di carattere sanitario: due “edizioni” ogni ora saranno a cura della Regione To-scana; altre quattro saranno invece curate dalla singola struttura, che potrà diffondere informazioni personaliz-zate rivolte agli utenti. Ogni struttura potrà decidere libe-ramente in quali aree e in che fascia oraria far ascoltare la radio.Il progetto, realizzato dalla Fondazione Sistema To-scana, è praticamente a costo zero. Rete Toscana Classica

trasmette in streaming ed è già disponibile su internet. E’ sufficiente quindi istallare un programma su un normale computer per gestire la programmazione e l’inserimento delle news locali e regionali. Il servizio è già stato speri-mentato per 6 mesi a Careggi e a San Giovanni di Dio a Firenze e nell’Ospedale della Versilia, dove è stato effet-tuato uno studio sul gradimento da parte degli utenti per individuare le aree e i reparti dove la trasmissione è più opportuna (ad esempio: nelle sale d’attesa piuttosto che nei reparti).

Anche al San Giovanni di Dio via al progetto per rendere più serene degenze e attese

In corsia arriva la musica classica e l’ospedale diventa più “umano”

Torregalli raddoppia e cambia look

Serena Wiedenstritt

SANITÀ. Completato l’intervento: il complesso è stato ampliato grazie ad un investimento di 26 milioni di euro

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Page 28: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Acceleratore, freno e frizio-ne. Una vita passata in coda. Con la radio che parla, il vi-cino d’automobile che va in

escandescenza e il piede impegnato a dare un po’ di gas. Ma non troppo. Questo è l’infausto destino di chi, soprattutto per lavoro, si trova quotidianamente a dover affrontare interminabili ingorghi. Com-plice la noia, la rabbia, la fretta e la sug-gestione, piccoli tragitti sembrano viaggi interminabili e monotoni. Ma quanto tem-po spendiamo in media all’interno delle nostre auto? Tantissimo. Secondo le stime della società di consulenza Vision e Va-lue - che di recente ha discusso a Napoli delle problematiche legate allo smog e al mancato rispetto del protocollo di Kyoto - sarebbero più di 116 ore per ogni fioren-tino. Un’eternità. Quasi 5 giorni all’anno sprecati nel traffico. Calcolando una me-dia (intensa) di 800 chilometri al giorno,

in cinque giorni si potrebbe percorrere la distanza che separa Firenze da Mosca. E invece, nella migliore delle ipotesi, si va da piazza Beccaria a Novoli con una ve-locità media che si aggira intorno ai 28 chilometri orari. Più o meno la velocità di una carrozza. Siamo messi un po’ me-glio di Napoli, dove nei casi peggiori si va avanti ad un passo lumaca di circa 16 chilometri all’ora, di Palermo, 19 km/h, e di Torino, 22 km/h. Sono 237mila i vei-coli che circolano in città (sei fiorentini su dieci possiedono un’auto) e qualche furbo esasperato prova a tendere tranelli alle code cercando tragitti alternativi, pur di non stare inchiodato nel sottopassaggio alla Fortezza o a Bottai. Percorsi collinari nemmeno troppo segreti, che il lavorato-re medio utilizza per evitare semafori e isterismi. Tra i tracciati più utilizzati, c’è sicuramente Le Bagnese, stradina stretta e piena di buche, diventata nel tempo una

vera e propria arteria che collega Scan-dicci al Galluzzo senza dover passare dal centro. Altro escamotage è quello utiliz-zato da chi tenta di evitare il tratto viale Europa/viale Giannotti per arrivare velo-cemente da Firenze sud a piazza France-sco Ferrucci, passando dalle Cinque vie e da via Benedetto Fortini. E ancora c’è Bellosguardo, che da Piazza Tasso arriva fino a Soffiano risparmiando al guidato-re la confusione che viene dal piazzale di Porta Romana e dal cantiere della tramvia sul viale Talenti. Spesso sono strade tanto belle e panoramiche quanto insicure, e in alcuni tratti sono talmente strette da per-mettere il passaggio di un solo veicolo per volta. Nessuna certezza di arrivare pun-tuali o di impiegare meno tempo, perché talvolta queste alternative sono anche più lunghe. Ma poco importante. L’essenziale è non stare fermi a schiacciare ininterrot-tamente acceleratore, frizione e freno.

INGORGHI. E’ moltissima la gente che passa le sue giornate nelle code sparse per la città

Traffico, il valzer della frizione

Caterina Gentileschi

237mila sono le auto che girano vorticosamente per Firenze

e 116 sono le ore che statisticamente ogni cittadino ha trascorso

in macchina lo scorso anno. Troppo spesso spostamento fa rima

con patimento, e i fiorentini cercano delle scappatoie

zoom

PIAZZALE DI PORTA ROMANA - CASELLO A1 FIRENZE CERTOSA5 KMTEMPO PREVISTO*: 8 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 18 MINUTI

STAZIONE SANTA MARIA NOVELLA - AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI8 KMTEMPO PREVISTO: 17 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 35 MINUTI

PIAZZA FRANCESCO FERRUCCI - OSMANNORO11 KMTEMPO PREVISTO: 24 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 38 MINUTI

VIALE EUROPA - PIAZZA LIBERTÀ5 KMTEMPO PREVISTO: 14 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 28 MINUTI

STADIO - SASCHALL LUNGARNO ALDO MORO3 KMTEMPO PREVISTO: 8 MINUTITEMPO EFFETTIVO: 25 MINUTI

* IL TEMPO PREVISTO È CALCOLATO IN BASEAD UNA VELOCITÀ DI 45 KM/H

QUANTO TEMPO CI VUOLE?

28 Aprile 2009

Page 29: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Eccoci lì fuori dal conces-sionario, chiavi luccicanti in una mano e contratto di vendita nell’altra. Pensiamo

che il più sia fatto. Ma quanto ci costa davvero possedere un’auto? Se pensa-vate che la spesa fosse tutta nell’acqui-sto, vi sbagliavate di grosso. Perché ol-tre a comprarla poi c’è da mantenerla, la macchina, e ogni voce in capitolo ha un prezzo. Tante le variabili, una sola certezza: l’auto è una rimessa continua. Ma, si sa, in pochi rinuncerebbero alle quattro ruote: un rapporto di attacca-mento quasi affettivo finisce per legarci al nostro caro (è proprio il caso di dirlo) veicolo.Senza contare la svalutazione dell’auto, concentrando l’attenzione solo sugli aspetti legati all’uso e alla manutenzione, il nostro mezzo ci costa in media 2 mila e 300 euro l’anno, il che significa poco meno di una banco-nota da 200 al mese e poco più di sei euro al giorno. Stiamo parlando di cifre

medie ovviamente, calcolate in base ai comportamenti di un guidatore altret-tanto medio e sui consumi di un’utili-taria. Partiamo dalle spese obbligatorie. L’assicurazione, innanzitutto, un esbor-so compreso tra 500 e oltre mille euro. L’oscillazione dipende ovviamente da tanti fattori: tipo di polizza scelta (ad esempio furto e incendio, kasko ecc.), modello ed età dell’auto, profilo e “sto-ria” del guidatore, solo per citarne al-cuni. In genere le assicurazioni online permettono di risparmiare notevolmen-te, ma sono sconsigliate ai cosiddetti “guidatori a rischio”, ad esempio i gio-vani sotto i 25 anni e chi ha alle spalle diversi incidenti. Passiamo al bollo, altra spesa fissa ogni anno: in questo caso si va dal centinaio ad oltre 250 euro. A questi costi annuali dobbiamo aggiungere quello della revisione (una sessantina di euro dopo i primi quattro anni e in seguito ogni due) e quello del tagliando, come minimo un’altra ban-conota verde. Ma la vera nota dolente riguarda il denaro “bruciato” in ben-zina: un pieno annuale da quasi mille

euro. Mettiamo che il nostro guidatore medio percorra circa 10 mila chilome-tri l’anno, considerando il consumo di un’utilitaria pari a circa 12-13 km con un litro e un prezzo della benzina as-sestatosi attorno a 1,16 euro al litro, il conto è presto fatto: 966 euro solo di carburante. Se il prezzo del diesel è or-mai pressoché in linea con quello della verde, i chilometri percorsi con un litro risultano superiori e si riesce dunque a risparmiare qualcosa sul conto finale. Infine ci sono olio, gomme & Co. Se per il primo in genere basta una cin-quantina di euro ogni 10mila chilome-tri, le seconde rappresentano una spesa ben più consistente: dai 70 ai 90 euro a gomma, cifra che però si spalma su un periodo di tempo più prolungato. Il nostro diligente automobilista dovrà poi ricordarsi di cambiare le pasticche dei freni prima di cominciare a sentirle stridere paurosamente. E sarà un’altra mazzata di 120 euro.Poi ci sono le spie che si guastano, i fanalini che si rompo-no, i fari che si bruciano, per non par-lare degli interventi più costosi, come riparare il climatizzatore o rimettere gli airbag che magari si sono aperti in uno scontro. Alla voce “manutenzione” tro-viamo anche un’altra serie di piccole e grandi spesucce, dai tergicristalli (una trentina di euro l’uno, anche se in al-cuni grandi supermercati si possono trovare a 15-20), ai tappetini, fino al cambio della batteria, che diventa più frequente se si tiene l’auto parcheggia-ta sempre all’aperto. Calcoliamo così un’altra cinquantina di euro l’anno tut-to compreso, e il conto è servito. Resta-no fuori dal conteggio tutte le monetine che se ne vanno semplicemente per parcheggiare, ingoiate dai parchimetri. Ma questo è un capitolo a parte.

Tra i capitoli di spesa più “pesanti” ci sono l’assicurazione, il

carburante, la revisione, il bollo e la manutenzione. Per non parlare

degli imprevisti e di fanalini e affini che si rompono. Il risultato?

Circa 2.300 euro l’anno che se ne vanno

QUATTRORUOTE. In media la macchina risucchia al suo proprietario quasi 200 euro al mese

Cara automobile, quanto mi costi

Francesca Puliti

FOCUS

Utilizzare l’auto solo quando ti serve e pagar-la solo per quel che effettivamente la usi. Un

sogno? No, si chiama Car sharing. Il servizio na-sce da una semplice constatazione: spesso accade che la nostra auto rimanga ferma anche per diversi giorni, ma paghiamo assicurazione, bollo, ecc. per l’intero anno. Oltretutto chi vive in città in genere non brucia esattamente centinaia di chilometri al giorno, ma si limita a spostarsi da casa a lavoro, ad accompagnare i bambini a scuola o in piscina e arri-

vare al supermercato. Da qui l’idea di condividere il mezzo: basta abbonarsi, fare una telefonata per pre-notare il veicolo e andare a prenderlo nei parcheggi dedicati. A partire dal 2005, quando il servizio è stato attivato nella nostra città, i soci sono cresciuti fino a raggiungere quota 1150 circa. “Si tratta per lo più di famiglie – spiega il dottor Roberto Burigana, amministratore di CarSharing Firenze – anche se vi è anche una piccola quota di aziende con cui abbia-mo un rapporto costante, oltre agli enti pubblici”.

Nella maggior parte dei casi l’auto viene richiesta per un periodo breve, al massimo un weekend, ma più spesso per una giornata o anche un paio d’ore nel pomeriggio. “Attualmente viaggiamo sulle 240 fatture al mese – continua Burigana – ma contiamo di ampliare il giro nei prossimi mesi”. La prossima frontiera sarà quella di posizionare alcune auto della flotta nei parcheggi dei grandi insediamenti abitati-vi, così da sconfiggere anche la pigrizia di arrivare al luogo di sosta più vicino.

Il servizio, attivo dal 2005, consente di noleggiare un veicolo anche per poche ore

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Page 30: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

L’Arno, dentro e fuori. Quello che vive sopra il fiume è un mondo da cartolina, istanta-nee che fanno il giro del mondo: Ponte Vecchio, i lungarni, gli Uffizi. Poi c’è un

altro mondo, più sconosciuto ma non meno affascinan-te, che popola le acque non più d’argento dell’Arno: una popolazione ittica che negli ultimi anni ha visto modificare in modo sostanziale i suoi componenti. In mezzo a questi due mondi vivono – forse sopravvivono – quei fiorentini da sempre innamorati dell’Arno: pe-scatori, canottieri, barcaioli. Gen-te che vive ancora la magia di un fiume, croce e delizia di una città, capace di tenere tutti con il fiato sospeso nei giorni di piena e poi di emozionarli nelle sere d’estate, quando le luci dei lampioni disegnano la superficie del-l’acqua e creano capolavoro naturali. L’Arno non è più come una volta. Né dentro, né fuori. Tra le otto catego-rie ittiche inserite nella lista delle cento peggiori specie invasive a livello mondiale, ben cinque sono presenti nelle acque fiorentine (tra cui il famigerato “Siluro” di origine asiatica, che divora tutto ciò che trova, o quasi). E questa è una delle principali minacce per la fauna it-tica locale, assieme all’inquinamento e all’alterazione degli habitat fluviali. I pescatori si consolano con le grosse carpe che ancora popolano il fiume e che con colpi di coda si lasciano andare a convulsi caroselli, nel

tentativo di afferrare il cibo offerto da qualche turista. Ma la pesca “piange”. Negli ultimi quattro anni – da quanto emerge da un studio dell’Assessorato provin-ciale agricoltura, caccia e pesca – si è registrato un calo di pescosità di circa il 50 per cento. Il cestino del pe-scatore si è così ridotto da 4 a circa 2 chili. Le specie it-tiche presenti nel tratto fiorentino dell’Arno sono circa 40, di cui il 50 per cento alloctone, cioè non originarie dei corsi d’acqua italiani. Le motivazioni che causano il dimezzamento della pescosità sono molteplici.Oltre

ai danni prodotti dal “Siluro” an-che l’uomo fa la sua parte. Detriti di ogni genere, sacchetti di im-mondizia, calcinacci, siringhe ed erba lasciata crescere senza cura, corrono lungo le sponde del fiume

che diventa inesorabilmente deposito di rifiuti.Ma gli amanti dell’Arno riescono a vivere ancora la loro pas-sione. Nonostante tutto. A cominciare dai pescatori che in ogni periodo dell’anno presidiano il fiume. “L’Arno non è mai solo – dice Pier Luigi Ghilarducci, autore del libro “Nell’acqua e sulle rive” – Sulle rive, in barca, sulle briglie, l’esile profilo di una canna che si protende nell’acqua non manca mai. Nel tratto che va dal Ponte alle Grazie al Ponte Vecchio dove secondo la canzone di Spadaro ‘si specchiava il firmamento’, le acque del-l’Arno sono sempre solcate dalle veloci imbarcazioni dei canottieri fiorentini”.

Arno, vecchi amori e nuovi intrusiPESCA. La popolazione ittica del fiume di Firenze è cambiata e subisce le minacce del temibile Siluro

Giuditta Boeti

Le specie ittiche presenti nel tratto fiorentino sono circa quaranta

Le sue acque, ormai assai poco d’argento, sono popolate

da pesci venuti da lontano: alcune specie sono anche molto

invasive, e il risultato è che la pescosità si è dimezzata.

Ma i pescatori non demordono

Ifiorentini hanno smesso di “vi-vere” l’Arno in modo diretto

e quotidiano, come facevano un tempo. Non ci sono più gli sta-bilimenti balneari (nella zona di Bellariva, almeno fino all’alluvio-ne del ‘66, gli argini erano puliti e l’acqua era limpida e cristallina) anche se, alla come accade nelle odierne Beauty Farm, sulla bri-glia di Santa Rosa, tra il Ponte alla Carraia e il Ponte Vespucci, durante l’estate, si esibiscono ba-gnanti in cerca di un’abbronzatura “domestica”. Sono sparite anche le donne che risciacquavano i panni nelle pescaie. E i renaioli hanno smesso di grattare il letto del fiume per trovare la “rena” che costituiva la parte pregiata delle malte da costruzione. Bastava af-facciarsi dai lungarni per vedere quegl’infaticabili uomini all’azio-ne: in mezzo al fiume, estate ed inverno, dalla mattina alla sera, con l’immancabile cappello sber-tucciato in testa calato sugli occhi. Ma, oggi come allora, chi pesca in città può ritenersi fortunato per-ché alzare il proprio trofeo in aria ed osservarlo alle spalle della ve-trata degli Uffizi, piuttosto che del campanile di Ognissanti, o della

Torre di Arnolfo, o della Chiesa del Cestello, è un’emozione uni-ca. Almeno il fascino è rimasto immutato. Sono cambiati i tempi e di conseguenza gli strumenti della pesca hanno subito modifiche, ma per chi è interessato a conoscere le attrezzature usate dai pionieri della pesca, tra cui un’ingegno-sa macchina “acchiappa insetti”, è possibile visitare (l’ingresso è gratuito) l’Art Athletic Center di Walter Rontani, in via Maggio a Firenze, unico museo al mondo nel quale è raccolta un’importan-tissima collezione di attrezzi spor-tivi usati sin dal XV secolo nelle varie discipline.

Tante le figure legate a queste acque

C’era una volta il renaiolo

/G.B.

BIANCO E NERO

hobby30 Aprile 2009

COMUNICATOAI SENSI DELL’ARTICOLO 7 COMMA 1 DELLA LEGGE N. 28 DEL 22 FEBBRAIO 2000

“Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”

La società Web & Press Edizioni Srl editrice del mensile di informazione Il Reporter di Firenze, Fiesole e impruneta, nelle edizioni attualmente pubblicate e in quelle che dovessero essere pubblicate da qui all’ 8 Giugno 2009, a norma della legge n.28 del 22.02.2000 e relative delibere delle autorità competenti, comunica le CONDIZIONI che intende applicare PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ED EUROPEE INDETTE PER I GIORNI 7 E 8 GIUGNO 2009.

Agli annunci pubblicati di tutti i partiti, di tutte le liste, di tutti i movimenti politici e di tutti i candidati verranno applicate le seguenti tariffe in Euro che si debbono intendere al netto dell’Iva al 4% prevista dalla normativa vigente:

LISTINO ELETTORALE CON COPERTURA GLOBALE DI TUTTA LA CITTÀ DI FIRENZE E PER I COMUNI DI FIESOLE E IMPRUNETA

FORMATI Edizione Firenze Edizione Fiesole Edizione Impruneta Edizione Firenze+ Fiesole + Impruneta

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La pubblicazione degli avvisi alle tariffe sopra indicate è prevista, per tutti i numeri in diffusione dal 1.5.2009 sino all’ultimo numero consentito dalle previsioni normative prima della consultazione elettorale cui detti avvisi fanno riferimento.

Tutti i soggetti politici aventi diritto avranno garantita la parità di accesso agli spazi per i messaggi politici elettorali. Il criterio di accettazione delle prenotazioni si basa sul principio della progressione temporale e saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti e conformi alle previsioni del documento analitico di cui più sotto sino ad esaurimento degli spazi riservati ai messaggi politici elettorali.

Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico previste dalla normativa vigente ed in particolare dall’art. 7 comma 2 della legge n. 28 del 22.2.2000.

Tutte le inserzioni devono recare la dicitura “messaggio politico elettorale” ed indicare il soggetto politico committente.

Non sono previsti sconti di quantità né sconti o provvigioni di agenzia.

Il pagamento dovrà essere effettuato anticipatamente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione.

Il materiale per la pubblicazione dovrà pervenire completo del nome dei richiedenti ed il materiale di stampa agli uffici della Web & Press Edizioni non meno di 10 giorni lavorativi prima della data di pubblicazione dell’annuncio.

L’Editore si riserva di integrare e/o modificare il presente comunicato preventivo ove necessario a seguito della pubblicazione delle delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di attuazione della legge n. 22 febbraio 2000 n. 28.

E’ stato predisposto un documento analitico a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, depositato presso la redazione in Via Kassel, 17/7 Firenze.

Le richieste di preventivi e/o pubblicazioni dovranno essere indirizzate alla Web & Press Edizioni Via Kassel, 17/7 50126 Firenze – 055.68.22.1 – 848.80.88.68 – Fax 055.68.22.336.

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Atu per con Maurizio Vanni, cura-tore della mostra “Le porte della

fantasia” nella Sala d’Arme, professio-nista giovane ed esperto che lavora da anni nell’arte contemporanea. Maurizio, quali sono per il curatore le Porte della Fantasia?Sono il risultato di una mostra site specific che ha come elementi princi-pali proprio la porta e la fantasia. Tutti i quadri in mostra sono della stessa dimensione, 150 centimetri per un metro. Ogni quadro rappresenta una porta. La porta è un passaggio, una sorta di stargate, che presuppone ci sia qualcosa al di qua e qualcosa al di là. Un confine immaginario posto dal-l’uomo. E poi c’è la fantasia, la fantasia dell’artista, che è quella che fa vivere un sogno ad occhi aperti ma proiettato nel quotidiano. E poi c’è l’esercito di terracotta…E poi c’è un esercito di pace che fa da spartiacque nella grande sala di Palaz-zo Vecchio. Da tempo una vox popoli lega il suo nome all’imminente apertura di un museo a Lucca.Ancora è tutto in fieri, ma posso an-ticipare che a maggio verrà aperto un museo internazionale, dal carattere non conservatore. Un luogo che sarà in grado di offrire molti servizi. Ospi-terà idee frizzanti e particolari e sarà caratterizzato da un veloce susseguir-si di mostre temporanee, il tutto nella cornice di un palazzo del Cinquecento proprio nel centro della città. /C.G.

La sala d’arme esplode di colori. Arcobaleni volanti, barchette a forma di ghe-riglio, alberelli appuntiti e

oceani dalle sfumature blu intenso. E a controllare che tutte le tinte ri-mangano ordinate al posto, ci pen-sa un silenzioso squadrone di busti femminili in terracotta. Sono questi i protagonisti della mostra firmata da Giuliano Ghelli - “Le porte della fan-tasia” - che potrà essere visitata anco-ra fino al 22 aprile. 62 opere collocate nel suggestivo spazio espositivo della Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dal-le mani esperte del curatore Mauri-zio Vanni. “Questa mostra non sarà una mostra per me, sarà un’emozio-ne, non paragonabile a nessun’altra della mia lunga e fortunata carriera. - spiega Giuliano Ghelli - A volte i so-gni si realizzano anche per chi è abi-tuato a regalarli”. Accanto alle tele farà la sua apparizione il “pacifico” esercito di terracotta, busti di donna alti 70 centimetri sui quali l’artista applica i simboli della sua pittura e incide brani di poesie di Campana, Saramago, Majakovskij, a significare che le vere vittorie si ottengono attra-verso l’arma della cultura. “Giuliano Ghelli affronta la terracotta con il piglio del giovane artista che deve conquistare la materia, con l’inco-scienza di colui che desidera ancora meravigliarsi per nuove scoperte e inedite soluzioni artistiche - spiega il

curatore Maurizio Vanni - ma anche con la consapevolezza dell’artista af-fermato, testimone del proprio tem-po, che vuole inviare un messaggio preciso al mondo”. In contempora-nea a quella di Palazzo Vecchio, una mostra collaterale è stata allestita presso la galleria Mirabili di Firen-ze, dove sono esposte oltre 50 opere relative alla ricerca artistica degli ultimi dieci anni. Il catalogo, curato da Maurizio Vanni ed edito dalla Carlo Cambi Editore, raccoglie le immagini dei dipinti esposti in sala d’Arme, le fotografie delle realizza-zioni delle sculture nelle fornaci sto-riche di Impruneta e dell’esposizione dell’Esercito di Terracotta di ritorno dalle mostre in Spagna, Portogallo, Marocco e dall’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Oltre al saggio del curatore, nel catalogo è inserita un’introduzione di Paolo Cocchi, assessore alla cultura della Regione Toscana. Durante l’organizzazione della mostra, evidentemente di buon auspicio, Ghelli ha ricevuto l’incari-co dall’amministrazione comunale della città di Siena per la realizza-zione del Palio dell’Assunta, del 16 Agosto 2009, ed è stato premiato per la 44esima edizione del Premio Internazionale “Le Muse” a Firenze. Entrambe le mostre sono ad ingres-so gratuito. Sala d’Arme: aperta dal martedì alla domenica. Galleria Mi-rabili: dal martedì al sabato.

Caterina Gentileschi

Un arcobaleno color GhelliLA MOSTRA. Nella Sala d’Arme, fino al 22, ci sono le opere dell’artista fiorentino

Spirali del barone rampante

Le porte delle fantasia?Uno stargate sul mondo

L’INTERVISTA

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Firenze in apprensione per il Mag-gio. Il cartellone del 72esimo Mag-gio Musicale Fiorentino è arrivato in via definitiva dopo essere stato

cancellato e riprogrammato rispetto a quello presentato quasi un anno fa. Il motivo sono i pesanti tagli alla cultura e allo spettacolo che hanno costretto alla cura dimagrante anche uno dei festival più blasonati d’Italia, orgoglio e spirito di una città. Un cartellone sofferto, ma garantito anche per quest’anno, presentato assieme alla campagna di sensi-bilizzazione “senza musica mai” nella quale i musicisti appaiono privi dei loro strumenti. Suoni voci, gesti è il nuovo titolo, per signi-ficare la pluralità dei contributi degli artisti che interverranno. Bilanci e guai finanziari a parte, a chi gli chiede che Festival dob-biamo aspettarci il sovrintendente France-sco Giambrone assicura: “Sarà un Maggio bello anche se ripensato rispetto a quello programmato prima che cambiassero in maniera così evidente le condizioni di base, ma un Maggio che mantiene alcuni ele-menti fondamentali che ne fanno uno degli appuntamenti culturali più interessanti del nostro Paese. Conserverà l’eccellenza che si conquista anche attraverso i nomi. Vedrà protagonista infatti Zubin Metha il direttore principale che completa il ciclo wagneriano insieme ad altri grandissimi come Muti, Ab-bado e Bartoletti”. Tutto pronto quindi per il debutto il 29 aprile con il Crepuscolo degli dei di Richard Wagner, frutto della collabo-razione tra Metha e la Fura Dels Baus. Al-tro fiore all’occhiello del Festival la prima assoluta dell’opera contemporanea Patto di sangue di Matteo D’Amico. “Quest’an-no è la volta di nuova produzione- spiega il Direttore artistico Paolo Arcà – Il lavoro del compositore italiano Matteo D’Ami-co. Certamente la possibilità di mettere in scena nuovi titoli è la dimostrazione della

fiducia che noi abbiamo nel teatro musicale, che non si ferma al repertorio ma vive nella contemporaneità”. Un omaggio alla carrie-ra è quello che il Festival tributa a Sir Peter Maxwell Davies, il compositore inglese che festeggia nel 2009 il 75° compleanno e che sarà presente a Firenze il 29 maggio al con-certo a lui dedicato dal Contempoartensem-ble diretto da Mauro Ceccanti. A chiudere il Festival il 1° luglio il tradizionale Galà di

danza e il grande Concerto diretto da Metha, con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Anche quest’anno il Festival ospita Maggio Off, la rassegna parallela con una proposta meno tradizionale che si apre ad altri generi musicali. L’altro lato della musica è il tema di questa terza edizione che si inaugura il 22 maggio e prosegue con altri cinque ap-puntamenti fino al 24 giugno, festa di San Giovanni.

Sara Ghilardi

L’APPUNTAMENTO. In arrivo la 72esima edizione del festival più importante della città

Un Maggio con la cinghia tirataApre i battenti il 29 e porta al Comunale un cartellone ridimensionato nei costi,

a causa del taglio netto dei finanziamenti statali. Il risultato?

Una manifestazione oculata e di qualità, con pochi ospiti ma dai nomi altisonanti

Lo spettacolo inaugurale e anche la punta di diamante del 72° Maggio Musicale Fio-

rentino, nonostante i tagli che hanno costretto a rivedere il resto del programma, è il Götterdäm-merung, ‘Il crepuscolo degli dei’ di Richard Wa-gner, diretto da Zubin Mehta nell’allestimento della Fura dels Baus. Il 29 aprile l’opera chiude-rà la tetralogia dell’anello di Nibelungo, messa in scena nel corso della collaborazione triennale tra il Teatro del Maggio e la compagnia teatrale catalana famosa nei cinque continenti. Una si-nergia fruttuosa che ha già visto la realizzazione quest’anno del Siegfried nella programmazione invernale con un ottimo successo. Nel “Crepu-scolo degli dei” la tensione e la drammaticità ar-rivano all’apice. Spettacolare e avanguardistico l’allestimento della Fura dels Baus compagnia nota soprattutto per la sua impostazione radicale e anticonformista, le installazioni provocatorie e tecnologiche e la ricerca continua del coinvol-gimento degli spettatori nella rappresentazione. Piena la sintonia con il Maestro Metha che ha più volte dichiarato: “In tutta la mia carriera non mi era mai capitato di avere un rapporto così felice con un regista come con Carlus Padris-sa”. I miti pagani prenderanno così vita ancora una volta immersi nell’arte d’avanguardia, tra i mille colori di una scena che dà man forte all’orchestra nel proiettare il pubblico diretta-mente nel sogno e nella fiaba. Il tutto secondo la concezione wagneriana del teatro totale, nel più fedele rispetto dello spirito innovatore del maestro tedesco.

FOCUS

Wagner, atto terzoSul palco c’è la Fura

/S.G.

cultura 33

Page 34: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

L’uomo guida, la donna segue. Lui le cinge la schiena con la destra e con la sinistra le tiene la mano, in un abbraccio che è insieme pas-

sione allo stato puro, sensualità e ritmo. Il tutto al suono di una musica struggente e a tratti drammatica. E’ il tango argentino, un pensiero triste che si balla secondo la cele-bre definizione dello scrittore argentino Luis Borges. Una danza che sintetizza anche un modo di essere e di sentire, nella quale l’im-provvisazione e l’affiatamento la fanno da padroni. Dai sobborghi di Buenos Aires dove è nato nella seconda metà dell’800 il tango ha affascinato mezzo mondo. Anche Firenze per alcuni giorni diventa capitale di questa danza con il Firenze Tango Festival, uno degli eventi più attesi dai tangheri e dagli amanti dell’autentica cultura del tango ar-gentino in Italia e al-l’estero, ideato da Patricia Hilliges e Matteo Panero, ballerini di grande esperienza che insegnano in molte città in Italia e in Euro-pa ed hanno partecipato ad alcuni tra i più importanti festival a livello nazionale ed eu-

ropeo. La settima edizione del Firenze Tango Festival si svolgerà dal 23 al 26 aprile in vari luoghi della città. Le due giornate principali si terranno al Saschall e interverranno balle-rini e insegnanti internazionali, oltre a musi-cisti di primo livello. Stages di tango salon, nuevo e milonguero, milonga, vals, tecnica, chacarera, canyengue sono gli ingredienti di questa edizione. Accanto agli elementi della tradizione via libera anche alla sperimenta-zione con la sala del Tango Lounge dedicata all’ascolto e al ballo di selezioni musicali di musica di tango elettronico ed alternativo. E poi c’è Swingintango una formazione jazz che suona temi di tango tradizionale con ar-rangiamenti jazz. Molto atteso dagli amanti

delle emozioni del tango, lo spettacolo di venerdì 24 intito-lato quest’anno “co-lores de tango”. “Chi percorre le strade di Buenos Aires è in-

vaso dalla forza dei colori della città, delle case, della vita dei quartieri in cui è nato e vive il tango.” Un omaggio ai colori che fra mille sfumature esprimono le emozioni più profonde che sono parte della vita del tango.

Protagonisti di questo viaggio: il rosso dei tramonti incendiati, delle passioni che esplo-dono improvvise, il blu dei cieli, del mare, del ricordo, il giallo delle terre sconfinate, del silenzio, del rimpianto per la patria lonta-

na, il nero della notte che tutto avvolge come una furente passione. Protagonista l’Ensem-ble Hyperion, un’orchestra di tango formata da 8 elementi, cantante e 5 coppie di ballerini di fama internazionale.

Ad aprile Firenze si veste di tangoCamilla Sanpietrini

IL FESTIVAL. Dal 23 al 26 torna l’appuntamento per gli amanti del ballo argentino

Accanto agli elementi della tradizione via liberaanche alla sperimentazione con il Tango Lounge

“La pacifica rivoluzione Toscana”, così è stato definito il corteo che il 17 Aprile

1859 partì da piazza Indipendenza e arrivò in piazza della Signoria issando la bandiera tri-colore sulla facciata di Palazzo Vecchio, dopo la cacciata dalla città del granduca Leopoldo II. Comincia così la storia di un’indipendenza tutta toscana, che ebbe un ruolo fondamen-tale nell’unificazione dell’intero Paese. Per ricordare questo pezzo importante di storia made in Tuscany, il 27 aprile apre i battenti nella sala d’arme di Palazzo Vecchio la mostra “27 aprile 1859: l’alba dell’unità nazionale a Firenze e in Toscana”. Gli oggetti in mostra,

disposti in ordine rigorosamente cronologico, sono dipinti, disegni, stampe, incisioni, bandi e manifesti dedicati ai fatti e alle figure più rappresentative del periodo, ma anche carica-ture e allegorie tratte dai giornali satirici della metà dell’Ottocento. E ancora si potranno am-mirare divise, armi, monete e francobolli, oltre ai tre scranni ritrovati di recente, che facevano parte del corredo del parlamento fiorentino e sui quali sedevano Bettino Ricasoli, Adria-no Mari e Ubaldino Peruzzi. Una carrellata completa che ripercorre gli anni dell’indipen-denza, cominciata nel granducato e finita con l’Unità d’Italia nel 1861. Proprio in occasione

delle celebrazioni per l’unità nazionale, che verranno festeggiate nel 2011 e delle quali sa-ranno protagoniste le tre capitali d’Italia – Fi-renze, Torino e Roma – il comune di Firenze promuove questa iniziativa per poter scandire un momento dopo l’altro gli eventi che hanno portato l’Italia all’unificazione definitiva ed evidenziare il ruolo fondamentale che la città ebbe all’interno del processo risorgimentale italiano. Gli oggetti in mostra sono stati mes-si a disposizione da numerosi enti prestatori tra cui la Fondazione Spadolini, il museo del Risorgimento e la galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Fino al 7 giugno.

Se l’unità nazionale comincia in ToscanaL’EVENTO. Alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio una mostra ricorda “la pacifica rivoluzione”

/L.V.Z.

cultura34 Aprile 2009

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Page 35: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

SPECIALE SALUTE 35

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LA PERIATRITE DELLA SPALLA La periatrite della spalla è una espressionegenerica di una sindrome dolorosa causata da una patologia periarticolare. Si distinguono diverse sindromi: spalla dolorosa semplice (tendinite del m. sovraspinoso o del capo lungo del m. bicipite brachiale), spalla dolorosa acuta(associata a borsite calcifica subacromiale), spalla bloccata o congelata (capsulite adesiva), sindrome da conflitto sotto-acromiale (rottura della cuffia deirotatori). E’ frequente sia in attività lavorative che sportive, per traumi efficienti,microtraumi ripetuti, sovraccarico funzionale notevole. Si manifesta clinicamentecon limitazione funzionale e dolore che si accentuano nei movimenti attivi e passivi. Generalmente il dolore è localizzato sulla faccia antero laterale dellaspalla con possibile irradiazione sulla faccia anteriore del braccio.Il trattamento all’inizio è conservativo associando terapia farmacologia per viagenerale e locale. Efficace è la terapia fisica strumentale (Ultrasuoni, Ionoforesi, Tens,Laserterapia, Tecarterapia). Per potenziare i risultati della terapia medica efisica è indispensabile il trattamento riabilitativo per riattivare la motilitàarticolare compromessa specie nella spalla bloccata, per rinforzare i gruppimuscolari deficitari, con automotivazione del paziente per un migliorerecupero funzionale della spalla.

PRESTAZIONI• Terapie strumentali:

- ultrasuoni - ionoforesi - - idrogalvanoterapia -

- elettroterapia antalgica - infrarossi -- elettrostimolazioni muscolari -

- compex - magnetoterapia -- trazione vertebrale -

• Tecar terapia• Laserterapia (a diodi-CO2)

• Terapie manuali:massaggio - pompage - linfodrenaggio

• Riabilitazione neuro-motoria efunzionale

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Page 36: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Il giallo di un documento di identità misteriosamente sparito sta dietro la gestione contesa dell’ ex Quarter, il centro per l’arte contemporanea

di Viale Giannotti. Il Quarter di Gavina-na chiuso dal 2006 e lasciato al degrado, è stato l’oggetto di un bando del Comune, per riqualificarlo e rimetterlo in funzione. Una gara alla quale hanno partecipato l’Ac-cademia delle Belle Arti e l’associazione Extre Toscana. Ma il progetto presentato dall’Accademia non era stato neanche valu-tato a causa della documentazione arrivata incompleta per ben due volte alla commis-sione giudicante. Una vicenda complicata da questioni esclusivamente burocratiche: la fotocopia di un documento smarrita ha fatto accantonare un’idea potenzialmente molto interessante per la città. Un pasticcio, un rompicapo che ha mandato su tutte le furie il presidente dell’Accademia Paolo Target-ti che quel documento rivendica di averlo consegnato. Fatto sta che l’aggiudicazione della gara è andata all’Associazione Extre Toscana che ha già pronto il programma di eventi, mostre ed esposizioni .Un esito che ha suscitato malumori per l’esclusione di una realtà storica importante come l’Acca-demia, bisognosa di nuovi spazi, che però ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar per andare fino in fondo a questa vicenda. Di come sono andate le cose si era rammari-cato anche il Presidente della Commissione Cultura Dario Nardella. Il fatto evidente è che una gara senza almeno due alternative da prendere in considerazione non è una gara, almeno dal punto di vista dei conte-

Le elezioni amministrative sono vicine, molti candidati sono già in pista e alle prese con le strategie per un’efficace e, si spera, vincen-

te campagna elettorale. Questione delicata, con cui gli aspiranti sindaci e presidenti dovranno fare i conti, è il fondamentale rapporto con la stampa e i media in generale. Per quelli un po’ a digiuno, candidati e non, viene in soccorso un recentissimo libro edito dall’editore fioren-tino Mauro Pagliai: “Napoleone in sala stampa”, strategie d’immagine nella storia, scritto dal giornalista e regista Rai Gabriele Parenti. Il volu-metto (pagg. 176, euro 10) ripercorre a grandi linee la storia dei grandi politici e comunicatori del passato. Scopriamo così che “spin doctor” è il termine coniato dal giornalista americano William Safire nel 1984

per definire i consulenti politici che elaborano strategie d’immagine. Nei secoli scorsi molti statisti sono stati anche degli ottimi spin doctor per la capacità di rendere popolari alcune scelte politiche, di volgere a proprio favore un evento negativo. Giulio Cesare e Napoleone sono stati dei veri maestri in questo campo. Ci sono state poi situazioni in cui campagne di stampa hanno determinato le scelte politiche o perso-naggi il cui reale profilo è sublimato nel mito (da Lawrence d’Arabia a Che Guevara). Gabriele Parenti ha realizzato vari programmi per le reti nazionali della Rai e per Rai International. Autore di documentari e di docu-fiction, attualmente coordina i programmi culturali della sede Rai di Firenze.

Leader e politici, in un libro le istruzioni per l’usoLA RECENSIONE. Il volume del regista e giornalista Gabriele Parenti

Ex-Quarter

Sara Ghilardi

Ex Quarter, una storia infinitaARTE CONTEMPORANEA. Bagarre tra Accademia e ExTre per l’aggiudicazione dell’appalto

/Ciro Becchimanzi

nuti. Per salvare capra e cavoli è intervenuto l’Assessorato alla Cultura con la proposta di nuovi spazi.“Ancora deve essere tutto ag-giudicato” ha messo le mani avanti l’Asses-sore Giani “Io spero comunque di prevenire eventuali riscorsi al Tar trovando anche per l’Accademia una giusta collocazione per le esigenze didattiche che ha prospettato”. Allo studio c’è infatti la proposta di assegnare al-l’Accademia un paio di padiglioni del Par-terre, che ben si adatterebbero allo scopo didattico. Niente gestione in tandem quindi, come si era pensato in un primo momento, ma una soluzione che lascerebbe a ciascuno i suoi spazi, trovando una soluzione per il Quarter senza ulteriori ritardi, visto che da marzo la struttura avrebbe dovuto entrare nuovamente in funzione se non ci fosse stato l’intoppo di una fotocopia.

cultura36 Aprile 2009

Page 37: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Mostre

Ferdinado I De’ Medici. Maiestate tantumDal 2 Maggio all’1 NovembreMuseo delle Cappelle Medicee – San Lorenzo

Il granduca Ferdinando I

(1549 – 1609) fu tra le figure

eminenti della dinastia me-

dicea, e il quarto centenario

della sua morte verrà ricorda-

to con una mostra, promossa

dal Polo Museale fiorentino

unitamente all’Opificio delle

Pietre Dure, che da Ferdinan-

do fu fondato. La mostra, che

ha per titolo il motto persona-

le di Ferdinando I (Maiestate

tantum), si concentra su due

eventi emblematici, entrambi

legati a quella politica di

affermazione dinastica che fu

di guida all’operato di Ferdi-

nando. Le nozze con Cristina

di Lorena, della famiglia dei

reali di Francia, e il prezioso

altare-ciborio per il mauso-

leo di famiglia, la Cappella

dei Principi, scelta a sede

dell’esposizione.

I marmi vivi. Gian Lorenzo Bernini e la nascita del ritratto baroccoFino al 12 luglioMuseo Nazionale del Bargello

Dopo la mostra “Bernini and

the Birth of Baroque Portrait

Sculpture” organizzata dal

Getty Musem di Los Angeles

e dalla National Gallery di

Ottawa (5 agosto 2008 - 8

marzo 2009), anche Firenze

rende omaggio all’artista e

alle sue eccezionali qualità di

ritrattista: con il busto di Co-

stanza Bonarelli, il Museo Na-

zionale del Bargello possiede

infatti la testimonianza più

emozionante e più celebre

della svolta che Gian Lorenzo

Bernini (1598-1680) operò

nel genere della ritrattistica

scultorea.

Concerti

Max Gazzè6 AprileTeatro Puccini

Il progetto live “Casi ciclici”

è prima di tutto uno spetta-

colo audio visivo. Le canzoni

seguono un ordine preciso e

sono accompagnate da im-

magini che rendono parole e

musica visibili, ne dilatano il

contenuto, le interpretano e

le estendono. Un film sonoro

in cui Max coinvolgerà il pub-

blico nel suo modo eclettico

e originale. Elettro-acustico

perché la voglia di sperimen-

tazione di Max trascende i

generi musicali e per questo

progetto ha scelto musicisti

provenienti da mondi musi-

cali diversi e apparentemente

incompatibili: Megahertz

(teremin e sintetizzatori)

Sergio Carnevale (batteria),

Silvia Catasta (flauto traverso

e ottavino) e il Quartetto

d’Archi EdoDea.

Nomadi19 AprileSaschall

I Nomadi stanno per tornare

con un disco di canzoni

nuove ed un tour. Ad aprile

è prevista infatti l’uscita del

nuovo album, il primo con

materiale inedito da studio

dal 2006, anno in cui pub-

blicarono “Con me o contro

di me”. Due inediti erano

stati inseriti anche nell’album

live con la Omnia Symphony

Orchestra uscito nel 2007,

ma ormai la voglia di canzoni

nuove tra i fan era altissima.

L’occasione per ascoltare

dal vivo queste composizioni

sarà il tour già in prepara-

zione che partirà anch’esso

ad aprile. Al momento non

si hanno indiscrezioni circa

il titolo del nuovo disco o

particolari sul contenuto.

Tiziano Ferro22 AprileNelson Mandela Forum

Un tour che porta a Firenze

il nuovo album di Tiziano

Ferro, “Alla mia età”, uscito

in contemporanea in 42 paesi

del mondo. E’ il quarto della

sua carriera iniziata nel 2001,

a soli 21 anni, con il singolo

“Xdono” e l’album “Rosso

Relativo”. Il titolo dell’album

suggerisce il contenuto

autobiografico di questo

suo nuovo lavoro. Tiziano

riassume in 12 canzoni tutto

quello che il suo cuore ha

metabolizzato in questi ultimi

due anni. Questo album lo ha

visto collaborare con Ivano

Fossati e Franco Battiato con

cui ha scritto rispettivamente

i brani ‘Indietro’ e ‘Il tempo

stesso’ e con Kelly Rowland

con cui ha duettato nel bonus

track ‘Breathe gentle’ (versio-

ne inglese del pezzo con

Fossati).

Nek23 AprileSaschall

Il nuovo tour di Nek, è il risul-

tato di un lavoro durato più

di due anni. Tanto è passato

dall’uscita di “Nella stanza

26” a “Un’altra direzione”,

titolo dell’ultimo album.

Un disco di composizioni

originali, capace di ripercorre

un’evoluzione personale

che rimane fedele alla sua

raffinatezza stilistica, ma

allo stesso tempo allarga il

proprio orizzonte artistico,

spaziando dal lento classico

di “Se non ami” alle atmosfe-

re sincopate di “Le mie mani”

con una chitarra reggae

dall’incedere percussivo.

Fiorella Mannoia29 AprileSaschall

Dopo il successo del tour

legato alla raccolta “Canzoni

nel tempo”, che ha visto

l’artista nelle piazze d’Italia

durante tutta l’estate 2008,

Fiorella Mannoia torna ad esi-

birsi dal vivo per presentare il

suo nuovo lavoro “Il Movi-

mento del dare”. E’ un album

che contiene collaborazioni

con alcuni dei più grandi

autori della musica italiana

tra cui Ligabue, Fossati,

Jovanotti, Battiato e molti

altri. Sono canzoni, quelle

contenute nel nuovo album,

che sembrano non scritte per

lei, ma quasi da lei, tanta è la

capacità di Fiorella di sapersi

immedesimare nelle parole

degli uomini che scrivono

per lei e al tempo stesso la

capacità degli autori di riu-

scire a scandagliare l’animo

femminile e di esprimere

sono cose che (di solito) “gli

uomini non dicono”.

Teatro

Corrado Guzzanti7 AprileNelson Mandela Forum

Dopo gli ultimi anni passati

tra apparizioni tv, cinema

ed editoria, Corrado torna in

scena a grande richiesta, con

uno spettacolo interamente

dedicato ai suoi personaggi

vecchi e nuovi.

Gigi Proietti16 e 17 Aprile Nelson Mandela Forum

Con il suo nuovo show, Gigi

rende omaggio a tanti grandi

del teatro e a un genere, il

“ Varietà” che tanto fece

divertire e ancora oggi

diverte il pubblico di ogni età,

condizione e censo. Accom-

pagnato come sempre dalla

sua orchestra di fedelissimi,

dieci elementi scelti tra i

migliori musicisti italiani,

la compagnia di attori, il

balletto, e le figlie Susanna

e Carlotta, Proietti nello

spettacolo alterna canzoni

romane a grandi successi

internazionali; liriche d’amore

e sketch esilaranti; nuovi e

vecchi personaggi con una

chicca d’autore: l’atto unico “

Pericolosamente” di Eduardo

De Filippo.

Nel mezzo del cammin. Canti e canzoni dall’inferno di Dante23 e 24 AprileTeatro di Rifredi

Una rivisitazione moderna

dell’Infreno dantesco, curata,

realizzata e diretta da Angelo

Savelli e interpretata da

Carlo Monni, insieme a Nicola

Pecci, Andrea Bruno Savelli,

Massimo Grigò, Marzia

Risaliti.

Amore e psiche. La favola dell’asino d’oroDal 14 al 19 AprileTeatro della Pergola

“L’Asino d’oro” è uno dei due

grandi romanzi “moderni”

dell’antichità romana (e non

solo) insieme al “Satyricon”

di Petronio, e non a caso,

dopo aver affrontato lo

scorso anno il Satyricon, ora

mi impegno nella messa in

scena dell’Asino d’oro (cono-

sciuto anche col titolo di Me-

tamorfosi). E così come per il

Satyricon mi ero concentrato

sull’episodio della Cena di

Trimalcione, per l’asino, non

ho preso l’intero romanzo

ma la sua parte centrale,

senz’altro la più bella, poetica

e suggestiva, “la favola di

Amore e Psiche”.

Visite guidate

Archeologia Narrante Dal 15 Aprileal 14 GiugnoCentro di Restauro e archeo-antropologia

Nell’ambito dell’iniziativa

“Archeologia narrante” del

Ministero dei Beni e delle

Attività Culturali, dal 15 aprile

al 15 giugno 2009 sarà pos-

sibile effettuare visite guidate

ai laboratori del Centro di

Restauro e di Archeo-antro-

pologia della Soprintendenza

per i Beni Archeologici

della Toscana. Le visite si

svolgeranno, su prenotazione,

la mattina dei giorni lunedì,

mercoledì e venerdì. Sarà

possibile prenotare anche

visite pomeridiane, limita-

tamente al mese di maggio,

per i giorni lunedì e merco-

ledì. I partecipanti potranno

apprendere le principali fasi

delle attività svolte e osser-

vare gli interventi in corso,

inoltre, verranno illustrate le

caratteristiche degli appa-

recchi e delle attrezzature

impiegate. Le prenotazioni

potranno essere effettuate

dal lunedì al venerdì dalle

ore 10,00 alle ore 12,00

ai seguenti numeri: Centro

di Restauro 055.0949311

o 055.0949336. Laborato-

rio di Archeo-antropologia

055.253273

segnalazioni a [email protected]

Page 38: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

“Martino” è tornato. E ora pensa al futuroFIORENTINA. Il danese sta vivendo la sua quinta stagione (la più complicata) in maglia viola

Martin Jorgensen

Martin Jorgensen, 35 anni il prossimo 6 ottobre, sta vivendo la sua quinta stagio-

ne in maglia viola. Stagione che, senza dubbio - assieme alla prima - è quella più complicata. Il da-nese è stato fuori dal campo per quasi sei mesi a causa di un virus provocato dal morso di un inset-to. “Non vengo da un periodo semplice. Per la prima volta sono rimasto tanti mesi senza calcio, è stata durissima, anche perché ho dovuto fare diversi controlli – rac-conta -. Come stavo? Sempre ab-bastanza sereno, anche se a Firen-ze sono circolate un sacco di voci. Prima nessuno aveva il coraggio di dirmi cosa avevo, me l’hanno detto dopo, quando avevano ca-pito che tutto si sarebbe risolto. Comunque – continua - ho preso quel virus da un insetto, non so quando, certamente prima del ri-tiro a Castelrotto, una settimana o forse quindici giorni prima”. Il suo rientro nella partita di ritor-no con l’Ajax, assieme a quello di Almiron - in una gara che, alla fi ne, ha visto la Fiorentina uscire dalla Coppa Uefa - è stato messo sotto accusa dalla critica. Acqua passata, ormai. Il centrocampista, con tante esperienze in difesa e in attacco, vive invece ora una si-tuazione di stallo a causa del suo contratto in scadenza a giugno. Il ds Pantaleo Corvino ha detto che l’accordo non si è trovato per 50mila euro... “Se la cifra fosse stata 50mila euro avrei già fi rma-to – spiega “Martino” - dipende da tutte e due le parti, io sono ot-timista, anche se devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza sapere dove giocare. Spera-vo di chiudere il discorso in poco tempo. Comunque non sono de-luso o arrabbiato”. Il suo futuro,

nel caso sfumasse il rinnovo con la società viola, è in Danimarca. “Mi tengo in contatto con Brian Nielsen (diesse dell’Aarhus, il suo primo club da professioni-sta, ndr), è un amico, ma prima di tutto vorrei evitare di giocar-mi gli ultimi anni cambiando squadra. Si tratta di capire quanti e quali passi si possa fare l’uno verso l’altro. In Italia? Solo alla Juve!” (ride, ndr). Una cosa è cer-ta, quindi. Quando Martin appen-derà le scarpette al chiodo vivrà con la sua famiglia in Danimarca, dove, probabilmente seguirà l’at-tività di famiglia. “Forse lavorerò con la mia famiglia, i miei hanno un’agenzia di viaggio (trentacin-que pullman) ad Aarhus – dice - anche se vorrei restare sempre vicino al mondo del calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore dei bambini, non mi vedo come di-rettore sportivo o team manager”. L’ipotesi di vederlo nelle vesti di dirigente viola, infatti, era solo uno scherzo tra lui, Corvino e Mencucci. Se continuasse a gio-care a calcio fi no al 2010, Jorgen-sen, che ha praticamente giocato in tutti i ruoli - tranne da portiere e difensore centrale - potrebbe di-ventare l’unico calciatore danese ad aver partecipato a tre mondia-li. Intanto, con la maglia viola ci sono da conquistare i preliminari di Champions. Obiettivo diffi cile ma non impossibile, per Martin. “Quest’anno è mancata un po’ di convinzione ed esperienza. Scen-devamo in campo con la mentali-tà di essere più forti degli altri, sia come singoli che come collettivo. Bisogna essere più umili. Per il quarto posto – conclude - sono fi ducioso, abbiamo reagito alla critica e lavorato per la squadra: dopo la partita con l’Inter ho visto la reazione che serviva”.

Cristina Guerri

Ha fatto il suo rientro in campo dopo sei mesi di stop a causa di un

virus che, per diverso tempo, ha fatto discutere (e preoccupare)

Firenze. Ora, lasciato il peggio alle spalle, Jorgensen - che ha il

contratto in scadenza – è concentrato sul suo rinnovo. “Sono

ottimista, ma devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza

sapere dove giocare”. E da “grande” sogna di allenare i bambini

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Page 39: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Non sono solo Mutu & Co. i protagonisti della dome-nica. Perché, per 11 ma-glie viola che scendono

in campo, ci sono migliaia di tifosi a sostenerle. E sono proprio loro, forse,

i veri protagonisti. A cui Il Reporter ha deciso ora di dare spazio. Lorenzo la partita la vede in maratona. “Come va quest’anno? C’è un problema di modulo tattico, oltre che di condizio-ne fi sica – dice - il centrocampo non corre. Penso che sia diffi cile raggiun-gere il quarto posto, anche se sono fi ducioso. Il contratto di Jorgensen?

Dipende quanto vuole, anche se per un anno glielo rinnoverei. Rimpianti per Pazzini? No. sono sempre stato un suo sostenitore, avevo anche la ma-glia, però oggettivamente non faceva gol neanche a spingerlo. In futuro mi piacerebbe vedere la Fiorentina in un nuovo stadio, non importa dove, basta che abbia 50.000 posti e sia coperto. La dirigenza viola? non si potrebbe averne una migliore”. Andrea è ab-bonato da 11 anni. “L’ultima stagione con Cecchi Gori non l’ho fatto perché ero contro di lui – racconta - anche se compravo il biglietto. Prima andavo in curva, ora mi godo la tribuna. Que-sta è stata una stagione di alti e bassi; credo che non ce la faremo ad andare in Champions... spero di sbagliarmi, ma la penso così. Sono affezionato al Franchi, ma purtroppo è obsoleto. Lo stadio nuovo va bene anche a Sesto, quello del Bayern Monaco è fuori dal centro della città. Rimpiangere Pazzi-ni? Troppo facile, ora”. Paolo ha l’ab-bonamento da ben 7 anni in Fiesole. Si defi nisce un po’ un cane sciolto, non facendo parte di nessun gruppo organizzato. “I Della Valle hanno investito molto, soprattutto su due giocatori, Vargas e Gilardino. Uno, i’ Gila, li ha ripagati, l’altro ancora deve esplodere. L’anno prossimo – chiosa - manderei via parecchi giocatori per stare tra le prime quattro-cinque del campionato. Chi vorrei? Ivanovic e Diego, anche se sogno Messi. Jor-gensen va premiato con il rinnovo, è un giocatore di cuore che si è anche in ruoli non suoi quando ce n’era biso-

gno. Il Pazzo? È’ uno dei migliori at-taccanti italiani, anche se l’ho sempre criticato”. Alessandro va allo stadio dal ‘75. “E’ un’annata al di sotto delle aspettative, con tutti i giocatori che sono arrivati in estate – commenta - che cambiamenti farei? La Fiorentina

avrebbe bisogno di una persona di immagine, a livello dirigenziale, che ci metta la faccia, tipo Antognoni. Lo stadio? Il Franchi è antico, è stato co-struito durante il periodo fascista, sa-rebbe da rimodernare. Sennò meglio costruirne uno nuovo”.

di Giovanni Carta

Cristina Guerri

Andrea ha l’abbonamento da 11 anni

(“ma l’ultima stagione con Cecchi Gori

non l’ho fatto”), Paolo è un “afi cionado”

della Fiesole, Alessandro va allo stadio

dal ‘75. E ora dicono la loro

Vita da tifosi (ogni maledetta domenica)FUORI DAL CAMPO. Mutu & Gila? No, i veri protagonisti viola sono i supporter

sport

Le barriereda abbattereChissà se Firenze avrà mai uno sta-dio nuovo. Nell’attesa - a dire il vero neanche tanto trepidante - di saper-lo, pensiamo a cosa abbiamo a dispo-sizione adesso. Lo stadio comunale oggi intitolato ad Artemio Franchi, progettato da Pier Luigi Nervi nel 1929, fu costruito tra il 1930 e il 1932. A conferma dei corsi e ricorsi storici, allora si discuteva sulla localizzazio-ne: alle Cascine o alle Cure? Alla fine si optò per la capiente area della Piazza d’Armi, dedicata a Marte, dio della guerra. C’era anche la pista di atletica, sacrificata nel 1990 quando lo stadio fu ritoccato per ospitare quattro gare dei campionati del mon-do. Da allora nessun altro interven-to, nel rispetto della sacralità del mo-numento nazionale, se si escludono quelli, esterni, imposti dal decreto anti-violenza del 2007: i tornelli e la recinzione metallica di pre-filtrag-gio, orrendo scempio “regalato” alla già tartassata popolazione residente. Guardando al futuro, è desiderabile una manovra al contrario: l’abbatti-

mento delle barriere che separano gli spettatori dal campo di gioco. Come si vede già in molti stadi europei, a partire dall’ex-hooligana Inghilterra, e come si dovrebbe vedere - salvo imprevisti - allo stadio Olimpico di Roma in occasione della prossima finale di Champions League. Senza per forza scadere nella retorica, sono tante le barriere da abbattere nello sport. A cominciare dal basso, dai campi di periferia, dalle miriadi di società sportive che stanno assumen-do sempre più un ruolo fondamenta-le come nuovi centri di aggregazione sociale e palestre di vita per bambi-ni e adolescenti. E’ in queste realtà che va fatto lo sforzo maggiore per diffondere valori di solidarietà, di onestà e correttezza, di fair-play, di sportività. Perché non serve applau-dire il “terzo tempo” dei campioni sul tappeto rosso se i nostri giovani campioni crescono sull’onda della competitività esasperata e sulla spin-ta di genitori-ultrà al di là della rete che circonda il campo di gioco.

39

Page 40: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Nel 1957 Don Mario Alberto Lupori fondò una delle più gloriose società sportive d’Italia: la San Michele

Cattolica Virtus. In breve tempo, la po-lisportiva divenne un importante centro di aggregazione per migliaia di giovani. Negli ultimi anni la San Michele, oggi guidata da don Massimiliano Gabbricci, ha anche curato la formazione religio-sa dei ragazzi impegnati nel gioco del calcio e delle ragazze della pallavolo femminile. Ma è soprattutto nel calcio che la Cattolica Virtus è sempre stata una delle maggiori “sforna talenti” in città, riuscendo a vincere titoli nazionali e regionali: l’ultimo in ordine di tempo la Coppa Toscana categoria Allievi nella passata stagione, in finale contro lo Spor-ting Arno. Ma le coppe in bacheca non sono il solo vanto della società. Il sogno è quello di regalare al calcio professioni-stico giovani stelle. Non è sempre stata solo utopia. Alcuni esempi? Il campione del mondo 1982 Paolo Rossi e il nazio-nale Andrea Barzagli. Tutt’oggi, a ogni partita disputata in casa sono presenti os-servatori di tutte le “big” d’Italia. I “se-natori” della gloriosa società fiorentina ammettono, infatti, che negli ultimi dieci anni il livello del calcio giovanile made in Italy, soprattutto da un punto di vista tecnico, si è abbassato, rendendo molto più difficile un ricambio generazionale. Altra differenza con gli anni ’80 e i pri-missimi anni ’90 è semplice: c’è molto

più abbandono in età giovanile di allievi che non hanno nel calcio un futuro re-munerativo. E’ proprio per questo che la San Michele Cattolica Virtus cerca, oltre che far crescere i propri atleti da un punto di vista educativo e spirituale, di selezionare i ragazzi che possano avere una prospettiva, soprattutto dalla Secon-da Divisione fino alla Serie A. Ormai in Serie D o in Eccellenza gli stipendi dei calciatori non sono tali da permet-tere una sopravvivenza in una società sempre più ai margini della povertà.

Senza offrire illusioni o posti di lavoro, la Cattolica ha come obiettivo i primi posti dagli Esordienti fino agli Juniores, grazie all’ausilio del ds Marco Marchi e di esperti dirigenti che forniscono ai pro-pri tecnici, tutti qualificati, un organico di prima scelta. Un altro vanto per tutte le persone che sono vicine all’ambiente della San Michele è che la prima squa-dra è composta da ragazzi e da uomini che indossano da sempre, o quasi, la ma-glia giallorossa, maglia che per qualsiasi giocatore è un ricordo indelebile.

Cattolica Virtus, la maglia che non ti scordiLorenzo Mossani

VIAGGIO NEL PALLONE. Ottava tappa del tour de Il Reporter tra i club sportivi di casa nostra

L’Arno d’argento risplende il firmamento. E’ proprio

così, perché solo di stelle - nel caso della Canottieri Comuna-li Firenze - si può parlare. Tanti successi e molte ambizioni anche per il futuro. Il Reporter ha chie-sto al direttore sportivo Alessan-dro Piccardi quali sono i segreti di così tanti successi.Senza considerare l’olimpioni-ca Stefania Cicali, prodotto del vostro vivaio, quali sono stati i risultati della vostra stagione agonistica?Direi che è andata sopra ogni aspettativa. La nostra società ha chiuso infatti il 2008 con un ver-detto ufficiale di grande prestigio: siamo stati la terza società italia-na di canoa. Nella classifica fina-le la società biancorossa è prece-duta solo dall’Idroscalo Club con 12513,5 punti e, di pochissimo, dalla Canoa San Giorgio con 9854, contro i nostri 9533,8. Dopo un 2008 così avete già ini-ziato il 2009 conquistando titoli su titoli. Quali sono gli obiettivi più importanti?Nella canoa olimpica allenata da Marco Guazzini abbiamo grandi ambizioni con Susanna Cicali, sorellina di Stefania, che a ritmo di pagaiate sta ripercorrendo i successi avuti dalla sorella. Nel mese di luglio sarà sempre im-pegnata con la Nazionale nella categoria Juniores. La speranza è di riuscire a portare qualche piaz-zamento importante agli Europei e ai Mondiali.Mentre nelle altre discipline?Nella canoa fluviale allenata da Niccolò Pandolfini abbiamo in

partenza diverse certezze: i fra-telli Fianchisti nel K1, Ricardo Tonini nel C1, tutti categoria Se-nior, e tanti giovani che stanno crescendo e cercando di raggiun-gere il livello dei nostri atleti più forti. Nella canoa polo, allenata da Massimiliano Sizzi, cerchia-mo di puntare ai play-off, abbia-mo lavorato molto in questi mesi per allestire una formazione che possa raggiungere i vertici della classifica, iscrivendo inoltre altre tre formazioni ai campionati di Serie B, Under 21 e Juniores al-lenate da Massimo Chiti. Anche in questa disciplina siamo sicura-mente una solida realtà.Capitolo a parte sono il dra-gonboat, la canoa polinesiana e il podismo, altre attività svolte dalla Canottieri Comunali...Nel dragonboat siamo ormai un punto di riferimento in Europa, tanto che in Francia hanno chie-sto il nostro aiuto per importare questa disciplina come in altre città italiane. La canoa polinesia-na e il podismo sono portati avan-ti con entusiasmo dai nostri soci e sono un vanto per una società con sempre più energia e voglia di fare.Quest’anno festeggiate i set-tantacinque anni dalla vostra nascita, quali saranno le inizia-tive?Inutile elencarle tutte, siamo rientrati nel pre-ingresso delle società centenarie e stiamo orga-nizzando gare e manifestazioni per tutte le categorie. Vogliamo onorare questa stagione nel mi-gliore dei modi, non lasciando niente al caso.

L’INTERVISTA. Parla il direttore sportivo Piccardi

Canottieri Firenze,75 anni di successi

/L.M.

sport

In campo con la Cattolica Virtus

40 Aprile 2009

Page 41: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

Il Giro d’Italia compie 100 anni. Il 9 maggio, la corsa rosa ripartirà dal Lido di Venezia marcando le strade italiane

per un totale di 3.395,5 chilome-tri. Un giro che si annuncia scop-piettante per la presenza di molti “big” del ciclismo: oltre al giovane madrileno, vincitore del giro 2008, Alberto Contador, le collaudate star Sastre, Evans e Menchov tra gli stranieri e Garzelli, Simoni, Cune-go, Di Luca, Basso e Petacchi tra gli italiani. Anche se la grande stel-la del centenario pare essere Lance Armstrong, che correrà al Giro per la prima volta nella sua carriera alla ricerca di conferme dopo il rientro nel mondo delle competizioni. Un tracciato adatto a tutti e quindi im-prevedibile, che sarà il palcoscenico

ideale per un’edizione spettacolare: le Alpi arrivano dopo soli quattro giorni, uno sconfinamento in Austria e uno in Francia e la conclusione del 31 maggio a Roma avverrà con una crono individuale. Per celebrare il Centenario, il Giro d’Italia 2009 ricorderà i grandi campioni che ne hanno scritto i capitoli più belli: la 13esima tappa, 150 chilometri tra Lido di Camaiore e Firenze, sarà de-dicata a Gino Bartali, il campione di Ponte a Ema che ha segnato la storia del nostro paese dalla fine degli anni ‘30 ai primi anni ‘50. Lambirà tutte le città fondatrici del 1909, avrà un inno inedito e un logo speciale dedi-cato ai 100 anni. In più una maglia rosa rivisitata eccezionalmente da Dolce & Gabbana e una mascotte particolare, Girbecco lo Stambec-

co, animale simbolo di caparbietà, forza e onestà, doti che serviranno ai protagonisti della corsa più amata dagli italiani. La città di Firenze cor-re con il fiorentino Leonardo Scar-selli e Dario David Cioni, nato in In-ghilterra ma residente sulle colline di Montelupo Fiorentino, entrambi corridori della neoformazione italo-ucraina della Isd, che vanta come consulente tecnico e d’immagine il campione Mario Cipollini. Questa edizione, che raccoglie l’esperienza di un secolo in rosa, vuole essere all’insegna di un ciclismo che pro-muova i valori di eticità e qualità nel rispetto della tradizione, ma che allo stesso tempo sia attuale e guardi al futuro della disciplina. Nel 1909 il vincitore fu Luigi Ganna: chi sarà quello del 2009?

CICLISMO. L’edizione speciale della gara toccherà anche Firenze

Cento anni di Giro: un secolo in rosa

Ivana Vita

Correrà al Giro d’Italia per la se-sta volta il fiorentino Leonardo

Scarselli, classe 1975, professionista dal 2000: abbiamo chiesto a lui cosa significhi prendere parte alla corsa a tappe più amata dagli appassionati del ciclismo.Debutto della Isd al giro: come si tro-va nella sua nuova squadra?Bene, è una squadra piccola, appena nata, ma ben organizzata e con tanta voglia di crescere. Cosa significa per un corridore pren-dere parte al Giro d’Italia?Il Giro, per un italiano, è la manife-stazione più importante dell’anno, ri-chiama tanta gente. Ci sono altre corse belle come la Milano–Sanremo, il Giro di Lombardia, ma non hanno lo stesso fascino. La gente associa il ciclismo al Giro d’Italia.La tappa fiorentina sarà dedicata a Gino Bartali: come la vive?Noi toscani abbiamo avuto la fortuna di ammirare un ciclista eccellente che è il simbolo stesso di questo sport. Non possiamo che esserne fieri. Peccato che si tratti di una tappa tutta in pianura, quindi si prospetta un arrivo in volata. Fosse stata una tappa intermedia si po-teva aspirare a qualcosa di diverso. Io cercherò di affiancare la mia squadra affinché si possa arrivare a una vittoria.Mario Cipollini è il consulente tec-nico e d’immagine della Isd: una garanzia?Mario è un grandissimo campione, con lui ovunque vai trovi le porte aperte. E’ un onore averlo come uomo immagine e come presenza all’interno della squa-

dra. E’ molto importante perché anche se la nostra è una squadra piccola, lui ha creduto in un progetto che ha ambizioni ben più ampie.C’è qualcosa che deve cambiare nel mondo del ciclismo?Al contrario di quanto si dice, nel ci-clismo è già cambiato tanto, solo che è uno sport popolare che ha meno aiuti economici e politici di altri ed è stato fin troppo facile prenderlo di mira. Fino al 1995 sembrava uno sport pulito, poi siamo stati noi ciclisti a chiedere mag-giori controlli e lì è scoppiata una bom-ba. Certo, è vero che abbiamo sbagliato tanto in questi anni ed è giusto che chi sbaglia sia punito, ma si è arrivati a una situazione paradossale. Adesso abbia-mo la reperibilità a casa 24 ore su 24, neanche i carcerati, e se salti tre con-trolli prendi una squalifica. Comunque molto è stato fatto e, se oggi avessi un figlio, non avrei alcun problema a farlo correre in bici.

IL PERSONAGGIO. L’atleta alla sua sesta partecipazione

Scarselli guida i fiorentini alla conquista della corsa

/I.V.

Leonardo Scarselli

Per celebrare

l’anniversario

saranno ricordati

i campioni che ne

hanno scritto la

storia: la 13esima

tappa dedicata

a Gino Bartali

sport 41

L’avvocato Aldo Fittante risponde

Sono titolare di un’azienda toscana i cui prodotti, interamente realizzati in Italia, riscuotono un notevole successo. Constatando che nel mercato vengono sempre più spesso off erti prodotti recanti l’etichetta “Made in Italy” la cui realizzazione è però riconducibile al nostro Paese solo in misura ridotta se non nulla, sono a chiederle delucidazioni in ordine alla regola-mentazione giuridica dell’utilizzo di tale marchio.

Gentile lettore, il tema che mi richiede di approfondire è di estrema attualità e coinvolge da vicino l’oggetto del Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze nell’ambito del quale sono docente in Diritti d’Autore. Il Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Ateneo fi orentino, istituito con la consapevolezza che Firenze e la Toscana rappresentino l’origine della moda del brand e del design – come da sempre sostenuto dal Prof. Massimo Ruffi lli e dal Presidente Prof. Vincenzo Legnante – off re un percorso formativo completo per coloro che vogliano intraprendere la professione di designer. In quest’ottica il problema della tutela del Made in Italy non può non costituire un focus nell’ambito della formazione degli studenti.L’espressione anglosassone “Made in Italy” identifi ca tradizionalmente il prestigio della produzione artigianale ed industriale italiana, ed un conseguente primato dei nostri prodotti nella competizione commerciale internazionale. È chiaro a tutti infatti che l’utilizzazione di questo marchio induce nel consumatore una garanzia di qualità, creatività, stile e design tale da costituire un valore aggiunto in termini di vantaggio concorrenziale delle nostre imprese nella competizione globale.È anche vero però che spesso il valore suggestivo che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare può prestarsi a forme di abuso dannose sia per il consumatore sia, a ben guardare, per le imprese che di esso si avvalgono nel pieno rispetto delle regole del gioco.Infatti, riferendomi alla nostra realtà economica, è un dato di fatto la tendenza soprattutto della grande impresa a competere nel mercato globalizzato trasferendo parte della propria produzione al di fuori del nostro Paese, usufruendo di un sensibile vantaggio soprattutto in termini di costo del lavoro. Ne deriva per il consumatore il concreto rischio di fare affi damento sulle qualità che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare, acquistando però un prodotto nel quale il contributo apportato in termini di realizzazione dal nostro Paese è davvero modesto.In controtendenza invece le piccole e medie imprese italiane che, non disponendo della stessa facilità di reperire risorse, non sono in grado con la stessa facilità di esternalizzare

la propria produzione e, dovendo sopportare costi produttivi più elevati, si trovano in una situazione concorrenzialmente svantaggiata.Facile comprendere le ragioni per le quali da un lato le grandi imprese hanno interesse a che prevalga una regolamentazione giuridica dell’uso del marchio “Made in Italy” meno restritti-va e, viceversa, le piccole e medie imprese sono favorevoli ad una disciplina maggiormente rigorosa.Un problema a ben guardare di politica economica prima ancora che strettamente giuridico.Sotto quest’ultimo profi lo mi preme comunque segnalare che l’intervento recente maggior-mente rilevante in materia si è avuto con la fi nanziaria del 2003, quando il nostro Legislatore ha deciso di rendere maggiormente incisiva la tutela penale del cd. “Made in Italy”. Modi-fi cando l’art. 517 c.p., concernente la “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”, si è provveduto ad includere nella condotta sanzionata dalla riferita norma penale incriminatrice anche la stampigliatura “Made in Italy” su prodotti e merci non originari del nostro Paese nonché l’uso, anche se accompagnato dalla specifi cazione dell’origine o della provenienza estera del prodotto, di segni, fi gure, o quant’altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana. Si pensi al caso, tutt’altro che infrequente, in cui nell’etichetta di un determinato prodotto non realizzato in Italia, accanto ad una indicazione inerente la reale origine del medesimo, si accompagni un riquadro recante la dicitura “Italy” o i colori della bandiera italiana. Se l’intervento in questione, ed altri successivi, si mostravano astrattamente idonei ad off rire una maggiore tutela, nell’applicazione concreta che della norma ha fatto la giurisprudenza ne è derivato tuttavia un notevole svuotamento di contenuto. Mi riferisco a pronunce, anche recenti, della Corte di Cassazione nelle quali i giudici italiani hanno mostrato di accogliere un orientamento particolarmente restrittivo dell’art. 517 c.p., privilegiando l’accezione di “pro-venienza giuridica” rispetto a quella di provenienza materiale o geografi ca del prodotto. In altre parole si è ritenuto che relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affi dabilità tecnica del produttore, per origine o provenienza del prodotto debba intendersi la sua origine imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economica e tecnica del processo produttivo: ne deriva la possibilità che l’imprenditore affi di a terzi l’incarico di produrre materialmente un prodotto secondo le linee guida da lui stabilite, per poi apporvi regolarmente il proprio marchio.Di segno opposto tuttavia le recentissime novità che, ancora allo studio del Parlamento, si candidano a soddisfare le istanze di una regolamentazione più rigorosa e restrittiva dell’uso

del marchio “Made in Italy”. In particolare nell’ambito del disegno di legge n. 1441 ter (A.S. n. 1195 al Senato) si prevede un interessante emendamento specifi camente dedicato alla materia. Si tratta dell’art. 11 bis del riferito A.S. nel quale si specifi ca che un prodotto possa essere messo in commercio con la stampigliatura Made in Italy, solo qualora la sua produzione sia avvenuta esclusivamente o principalmente in Italia, e almeno il 70% dei relativi costi di manifattura siano imputabili a fasi di lavorazione avvenute in Italia. Alla proposta si accompagna anche la previsione dell’obbligo dei produttori di indicare in apposita etichetta, da accompagnare al marchio Made in Italy, la fi liera produttiva del manufatto relativamente al suo ciclo di produzione, specifi cando per ogni fase di lavorazione i Paesi che hanno contribuito alla sua realizzazione.Se la modifi ca dovesse essere licenziata dal Parlamento, ma allo stato i relativi lavori parlamentari sono ancora in itinere, ne deriverebbe un notevole raff orzamento in termini di garanzia sia dell’affi damento che il consumatore ripone nel marchio “Made in Italy” sia della tutela del medesimo come strumento di vantaggio competitivo delle nostre imprese soprattutto piccole e medie – fi ore all’occhiello della nostra economia – nell’agone del mercato globale.

Prof. Avv. Aldo FittantePer contattare il Legale:Posta elettronica: fi [email protected]: 055 2337651 • fax 055 2306552

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A cura del Prof. Avv. Aldo Fittante

Page 42: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

QUEI PASSAGGIPEDONALI MAI APERTI

Io abito a Rovezzano, un quartiere di Firenze Sud, e vi scrivo per segnalare un malfunzio-namento della via pedonale sul viale Gene-rale Dalla Chiesa (se di malfunzionamento si può parlare). Sul lato destro della palestra Virgin e su quello sinistro del ristorante Otel ci sono due bellissimi passaggi pedonali con tanto di accesso per gli invalidi (premetto che io sono invalido) per arrivare al parco lungo l’Arno. Peccato che sono chiusi. Costruiti cir-ca 4 anni fa non sono mai stati aperti (il pre-sidente del quartiere mi ha fatto sapere che possono venire aperti solo durante le gare di pesca!!!). Chi vuole andare al parco lungo

l’Arno deve fare un giro molto più lungo (nel mio caso devo prendere l’auto). Sarebbe au-spicabile che visti i soldi spesi per le opere, le stesse fossero fruibili di giorno a tutti gli abi-tanti del quartiere. Ringrazio per l’attenzione sperando in un eco alla mia richiesta.Cordiali saluti,

Vanni Milli

TAVOLINI E DIRITTI

Ricominciamo con i tavolini per via Borgo San Lorenzo e a noi abitanti sta anche bene se però saranno salvaguardati i nostri diritti e cioè: 1) che la sera si possa entrare con la mac-china per caricare e scaricare come stabilito dalle leggi del comune e confermato dal car-tello all’inizio della strada.2) I tavolini siano messi a debita distanza per non ostacolare in alcun momento il passag-gio di mezzi di soccorso.3) I ristoranti rispettino gli orari di chiusura e scoraggino gli schiamazzi notturni conside-rando che nella strada ci sono molti abitanti non solo turisti che si vogliono divertire

Lettera firmata

QUANDO ATTRAVERSARE LA STRADA DIVENTA UN PROBLEMA

Gentile Direttore, noi di via di Scandicci, da anni, abbiamo segnalato un gravissimo problema riguar-dante l’attraversamento pedonale, di fronte alla croce lignea della chiesa di San Paolo a Soffiano. In sostanza in questo punto si è costretti a stare in equilibrio in circa cm. 40 di spazio su una sorta di marciapiedino (che non può essere chiamato tale), tra bus ed auto che sfrecciano (immaginate i mo-tociclisti) in spregio della incolumità e della vita altrui. Abbiamo coinvolto: l’URP-Quarte-re 4 (Limonaia)- Dott. Giuseppe D’Eugenio, il Comando Vigili Urbani-P.M. Isolotto-Le-gnaia, Città Sicura con Conferma Registra-zione Caso Utenti (conclamata ed accertata estrema pericolosità incolumità utenza), caso estremamente pericoloso a cui è stato attribuito il numero 080403-1051-31877-09, la Nazione di Firenze, presa d’atto per la pre-sa in carico dalla SAS (Società- Comune di Firenze per la Gestione Integrata dei servizi di Mobilità Urbana..). Chiedevamo un para-petto bianco/rosso per mettere in sicurezza almeno i bambini. Ci si è limitati solo ad una ripennellatura deludente...e ancor peggio! Siamo stanchi di avere paura nell’attesa di attraversare la strada, appoggiati al muro, stringendo i nostri bambini mentre le auto

ci sfiorano sempre più veloci, incuranti del-la nostra difficoltà, da gente priva di senso civico! Siamo stanchi di doverci affidare alla fortuna ogni volta che si percorre quel peri-colosissimo marciapiede (se così può definir-si), costretti a mettere i piedi sull’asfalto, col rischio di essere urtati da auto guidate a gran velocità senza il minimo rispetto per i pedo-ni. Mettono, talvolta, gli autovelox in punti meno pericolosi del nostro, argomentando l’incidenza degli infortuni... ma allora dov’è andata a finire la prevenzione?!.Il 18.02.2009 è stato depositato, all’Ufficio-Comando Vigili Urbani N.O.T.-Isolotto-Legnaia-Quartiere 4, l’insieme della richiesta di installazione auto-velox con gli Allegati delle firme dei cittadini, stanchi di questo lassismo a spregio dei citta-dini che pagano profumatamente le tasse a fronte di un menefreghismo che ci spinge a ricorrere al Vostro risaputo e civico interessa-mento per il buon funzionamento del nostro quartiere. Ancor prima, ossia il 03.02.2009, è stata depositata altrettanta richiesta, in abbi-namento alla installazione autovelox, anche della ringhiera protettiva bianco/rossa. Ci rispondono che ci passa il 118, ma il 118 ne è dispensato proprio perché è la tutela del cittadino e che tutto si può fare, basta met-terci i dovuti cartelli di preavviso stradali!!..Sono ormai tre anni di lotta contro un muro di gomma che non ci saremmo mai aspettati da una Firenze che tuttavia amiamo e che ci teniamo stretta al cuore! Fate qualcosa! Gra-zie infinite.

ANCORA A PROPOSITODELLA CARTA FATA

Sul numero di marzo, Reporter riporta la ri-sposta quasi seccata dell’Ataf a proposito dell’abolizione della Carta Fata. La riduzione, dice l’Ataf “si basava sull’equazione del tutto ipotetica e demagogica: anziano uguale po-vero”. Rispondo che il fatto di essere anziano giustifica di per se un trattamento preferen-ziale. Esempio: musei, cinema ed altro. Nel caso Ataf, si deve in primis considerare che un ultra 75enne non si diverte a fare diverse corse al giorno e quindi usa l’autobus per lo stretto necessario. C’è un abbonamento stu-denti (per giovani) favorito (e studente non vuol dire povero) quindi ci poteva essere e rimanere un abbonamento favorito per i vecchi. Nel mio caso ho usato FATA sino al mese di novembre 2008 e quindi per tanti anni. Ora che ne ho 84 FATA non c’è più e la carta Mago è sparita sul nascere : è toccata a chi è arrivato prima. Pagare l’abbonamento ordinario di 350 euro per fare da 10 o se va bene 15 corse al mese solo per la comodità

di non obliterare il biglietto è uno spreco an-che per i non poveri. Quindi per me l’Ataf ha torto marcio.

Lettera firmata

“LE MIE IDEE PER LE CASCINE”

Credo di non scoprire niente dicendo che Le Cascine sono qualcosa di impagabile per Fi-renze e che se non ci fossero bisognerebbe inventarle, un po’ come Central Park per New York. E allora, se così è, perché non migliorar-ne la fruibilità per tutte le categorie di fre-quentatori: pedoni con e senza cani, mamme e nonni con carrozzine, podisti, pattinatori e ciclisti? Per esempio, si potrebbero identifi-care specifiche piste ciclabili (e pattinabili), in particolare sui viali Washington, dell’Indiano, del Pegaso e dell’Aeronautica, migliorando la convivenza fra i predetti ed eliminando, o quantomeno minimizzando, discussioni sui rispettivi diritti (non ho citato il viale Lincoln in quanto è talmente largo da ospitare age-volmente tutti e, data la presenza del mer-cato il martedì, non sarebbe probabilmente pratico dipingere del rosso-pistaciclabile una sua parte). Ci sarebbero anche altri aspetti da esaminare, come ad esempio l’utilizzo della passerella dell’Isolotto da parte delle moto, ma non voglio abusare dell’ospitalità e mi fermo qui, sperando di riuscire a sollevare un po’ d’interesse da parte dei settori com-petenti dell’amministrazione (a proposito, vi risulta che esista un indirizzo e-mail di que-st’ultima alla quale il cittadino possa fare se-gnalazioni dirette?).Grazie dell’attenzione e complimenti per la rubrica.

CIMITERO DI BROZZI,IL “CRATERE” NEL PARCHEGGIO

Gentile Redazione,per ragioni non difficili da immaginare mi reco spesso al cimitero di Brozzi, in via di San Martino a Brozzi. Lascio abitualmente l’auto all’interno del grande parcheggio posto pro-prio di fronte all’ingresso del cimitero, per

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere42 Aprile 2009

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Page 43: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

non ostacolare il traffico fermandomi lungo la strada. L’ingresso del parcheggio però è caratterizzato da parecchi mesi da un tom-bino sconnesso e da un “cratere” che diventa sempre più profondo. Per quanto si possa procedere lentamente e con attenzione, è quasi impossibile non prendere l’uno o l’altro con una delle ruote. Capisco che in tempi di crisi, dovendo pensare ai costi della tramvia, non ci siano più soldi per riparare le buche, ma nel caso specifico, senza spendere un solo Euro si potrebbe lo stesso rimediare. Infatti, come appare sempre dalle foto, il pas-saggio è diviso in due parti da una colonnina di ferro a sostegno di una catena. Ebbene la catena è sempre abbassata dalla parte della buca ed è sempre alzata dalla parte con l’asfalto integro. Possibile? Proprio così! Troppo evidente per essere casuale. Forse invecchiando comincio a perdere qualche colpo, ma non riesco proprio a trovare una soluzione logica di questa scelta. C’è forse un tacito accordo con la lobby dei meccanici e dei carrozzieri? O forse la scelta è stata fatto proprio perché assolutamente illogica?Grazie, cordiali saluti

Giovanni Garofalo

L’AREA VERDE AL BUIO

Da ben sei mesi l’area verde, con albereta e area per cani, tra via vecchia di Pozzolatico e via Cicognani è al buio. Abbiamo cercato inutilmente di contattare il Comune, il Quar-tiere 3, per far presente questo disagio, ma sembra che l’area in questione sia di nessu-no. Tante persone dopo le diciotto, in par-ticolare signore con cani non si addentrano per paura e fanno anche bene visto i tempi che corrono. Possibile che tra tutti gli incari-cati del quartiere nessuno possa interessarsi del caso, chiamando un elettricista? Forze dovremmo rivolgerci ai servizi segreti oppu-re aspettare che qualche male intenzionato approfitti del buio per fare del male a qual-cuno? Siamo nel buio più totale, se esiste qualcuno che ci può aiutare, grazie. Distinti e preoccupati saluti,

Franco Berti

BUCHE E SOSTA SELVAGGIAA CAREGGI

Spett. redazione, vorrei, ancora una volta, segnalare la caoti-ca circolazione stradale nei pressi del polo ospedaliero di Careggi. Buche nelle strade dove passano ambulanze dirette al C.T.O. con gente a bordo. Sosta selvaggia e nessun vigile presente. In Via Dino del Garbo esiste il

divieto di sosta con rimozione in ambo i lati, comunque le macchine sostano incuranti e, non solo, pagano anche il parchimetro. Se un’ambulanza proveniente dal centro è di-retta all’ospedale, pur con i segnalatori acu-stici attivati, non riesce a passare, in quanto le macchine in transito sono solo su due file. Le macchine che dalla via Stenone o da via Grocco devono immettersi in via Taddeo Al-derotti non riescono a passare se non trova-no una persona che dà loro la precedenza. Non sarebbe stato più facile fare l’ingresso da via Banti, dove esiste un semaforo ? Saluti e … cercate di pensarci voi.

Bruno Bardossi

LO “STATO D’ASSEDIO”DI SAN BARTOLO A CINTOIA

Gentilissima redazione,vi scrive un folto gruppo di cittadini di San Bartolo a Cintoia. Il titolo nell’oggetto parla chiaro, “Stato d’assedio”, sì perché i cittadini di San Bartolo sono stufi di subire ogni bene-detta settimana, venerdì, sabato e domenica compresi, le intemperanze dei “ballerini” che escono dal Circolo A.R.C.I. e che alle una di notte si comportano come se fosse mez-zogiorno. Purtroppo la piazzetta adiacente al circolo è come una cassa di risonanza, e qualsiasi rumore viene amplificato, ma tutto ciò non toglie che l’educazione delle perso-ne potrebbe far sì che invece di mettersi a parlare a voce alta, e magari anche a urlare ed a suonare i clacson delle proprie auto, po-trebbero andarsene con maniera più garba-ta. A proposito di auto, vi inviterei a vedere il parcheggio selvaggio che viene sistematica-mente attuato nelle occasione descritte, e ci domandiamo se ci fosse bisogno di un qual-siasi mezzo di soccorso che dovesse passare dalla strada e dalla piazzetta, come potrebbe andare a finire. Per concludere vi informiamo che a cento metri dal circolo, ci sono par-cheggi, quasi sempre semivuoti, che potreb-bero ospitare diverse decine di automobili, e oltretutto sono distanti dalle abitazioni.

Un folto gruppo di cittadinidi San Bartolo a Cintoia

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Partendo col dire che il male (soprattutto quando si parla di patologie serie, come in questo caso) non andrebbe mai augurato a nessuno, è vero che quello dell’uso improprio dei per-messi per invalidi è un problema che deve essere risolto. L’Italia, si sa, è il paese dei “furbetti”, e purtroppo ormai non stupisce più di tanto leggere di individui sorpresi a utilizzare un permes-so non loro magari per parcheggiare il più vicino possibile allo stadio il giorno della partita o per entrare all’interno della Ztl e farsi un bel giro in centro. Sono tante, troppe le notizie di questo tipo che si leggono sui giornali, e che vedono “protagoniste” persone che sembrano proprio non fermarsi davanti a nulla, fino a utilizzare contrassegni di amici o perfino della ma-dre morta. Comportamenti che si commentano da soli, e che non possono essere etichettati se non come vergognosi. Ma, probabilmente, “vergogna” è una parola non conosciuta da chi utilizza un permesso invalidi senza averne diritto. Scopo, come è facilmente intuibile, di questi permessi è quello di rendere (almeno un po’) la vita più facile a chi ne ha bisogno. Per questo, l’utilizzo “disinvolto” di questi permessi – per qualsiasi motivo – da parte di coloro a cui non sono destinati è un comportamento da condannare senza appello. Mesi fa, Il Reporter si era già occupato della questione, censurando il fenomeno dell’utilizzo improprio dei contrassegni per invalidi: ma, da allora, la cronaca cittadina ha mostrato come nuovi casi del genere non siano mancati. E se è vero che le forze dell’ordine hanno il dovere (compito peraltro a volte non facile) di controllare che comportamenti del genere non si ripetano, è altrettanto vero che non dovrebbe nemmeno essercene bisogno. L’idea di utilizzare un permesso per invalidi pur non essendolo non dovrebbe neanche sfiorare la testa di nessuno, e non è una questione di maggiore o minore sensibilità o di “leggerezza” da parte di chi, facendolo una volta, pensa in fondo di non far del male a nessuno. È una questione di civiltà.

Marco Agnoletti

PERMESSI INVALIDI, LA PIAGA DELL’USO IMPROPRIO Trovo ridicolo leggere articoli e indagini nei confronti di persone che fanno uso improprio del tagliando invalidi pur essendo sani come pesci. Non sto a polemizzare sulle vetture, per le quali certe volte ci vuole l’ascensore per salirci dentro, figuriamo per un invalido. I com-menti dei vigili da me interpellati? (a 50 metri da spazi per invalidi occupati da auto normali senza autorizzazione) “Non possiamo intervenire perché non autorizzati dal comando per quel tipo di situazione”. (Ma liberi i vigili di girare in coppia e fermarsi al bar a parlare di Juve o Milan). Mercato di Sant’Ambrogio, 10/15 posti occupati in maniera fissa da personaggi del mercato che con i loro banchi hanno bisogno dell’affettuosa presenza della loro auto. Non solo, se fai loro osservare che non hanno diritto di stare lì, ti mandano anche a quel paese e se si tenta di avvertire i vigili trovati nella strada accanto, li si trova impegnati in altre faccende. Io sono costretto a cercare posto oltre piazza Beccaria il più delle volte, o lasciarla lontana dal posto dove devo andare perché impossibilitato a fare sforzi, portare pesi e quanto altro. Dimenticavo 4 interventi al cuore, coronopatia cronica, cardiopatia ischemica, e ultimo il mese scorso intervento a cuore battente. Non voglio pietismi, ma auguro a questi signori arroganti e prepotenti di usare il permesso per invalidi perché gli è arrivata addosso la stessa patologia che ho io. Con i miei più sinceri auguri.

Lettera firmata

lettere

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Incuria e degradoInviateci le vostre segnalazioni corredate di fotoall’indirizzo [email protected]

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Page 44: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

terra e cielo

Aprile, anche la tavola si veste di primavera, il menu si arricchisce dei colori e dei sapori

della bella stagione, ma soprattutto della legge-rezza necessaria per affrontare le giornate più lunghe e il caldo estivo in arrivo. In primavera inizia la depurazione del nostro corpo con i frutti che ci offre la bella stagione, dopo che in inverno i grassi e le calorie contenuti nei cibi son serviti per sopportare le temperature rigide. Mettiamo pure da parte le noci, le mandorle, le nespole e i cachi e andiamo a cercare le fragole, le cilie-gie e le prime pesche. Quello che è interessante e di cui abbiamo bisogno sono poi i germogli e le insalatine fresche, ma anche alcuni formaggi, tipo il marzolino fatto con il latte delle pecore che hanno mangiato l’erba verde appena germogliata e ricca di clorofilla. A proposito di germogli ri-cordiamo i teneri e prelibati asparagi con la loro azione depurativa e diuretica. Poi c’è l’erba pri-maverile principe: il tarassaco, amarognola quasi sempre presentata cotta in tavola, è gradevolissi-

ma anche cruda, tagliata a listarelline e condita con un po’ di aceto di mele e olio extra vergine di oliva. Notevolissima anche qui la proprietà de-purativa e drenante. Se depurarsi è la parola d’or-dine è pur vero che l’uovo di Pasqua è sempre l’uovo di Pasqua. Quest’anno lo prepariamolo da soli con almeno tre vantaggi: il cioccolato lo sce-gliamo noi, così come la sorpresa e poi vedrete che anche il portafoglio ringrazierà.

L’uovo è più buonose è fai da te• Procurarsi gli appositi stampi per uova nei ne-

gozi specializzati, casalinghi o grandi magazzi-ni ben forniti.

• Scegliere il cioccolato a piacimento, fondente o al latte, per una quantità indicativa di 500 gram-mi circa.

• Sciogliere il cioccolato a bagnomaria o nel mi-croonde mescolando bene per assicurarsi che non rimangano grumi.

• Versarlo nello stampo dalla parte cava facendo-lo roteare in modo da foderarlo completamente con uno strato il più possibile omogeneo. Ri-petere l’operazione per entrambe le metà del-l’uovo

• Lasciare indurire per un paio d’ore in frigorifero e poi togliere le due metà premendo delicata-mente dietro i due mezzi stampi. Inserire in una delle due parti la sorpresa avvolta in un sacchet-tino per alimenti.

• Con la lama di un coltello scaldato ammorbidi-re i bordi delle due metà e unire.

• Per la decorazione acquistare dei fiorellini di cialda, intingerli in un pochino di cioccolato sciolto da usare come collante.

/Rubrica a cura di Sara Ghilardicon i consigli dello Chef Angelo Mazzi,

Presidente Associazione Cuochi Fiorentini

IN CUCINA. Con il primo caldo arrivano cibi leggeri e le “istruzioni” per l’uovo

Stagione nuova, ricette nuoveLe stelle della Maga Lula

Ariete 20 marzo • 20 aprileSul lavoro, questo sarà mese il delle novità. Inattese: po-

trebbe arrivare una proposta che vi coglierà alla sprov-

vista, e che scardinerà le vostre certezze, proponendovi

di lasciare la cosiddetta “via vecchia per la nuova”. Tutto

calmo sul fronte dell’amore: ma non sedetevi sugli allori,

il partner richiede attenzioni costanti.

Toro 21 aprile • 21 maggioSiete un po’ irascibili, tendete ad addossare al partner

colpe che magari non ha. Forse è il caso di fare un bel

respirone, e di pensare che in fondo non è tutto così

nero. Sul lavoro invece la strada è in discesa, è il tempo

della raccolta dopo una faticosa semina, e il portafoglio

potrebbe gioirne.

Gemelli 22 maggio • 21 giugnoIl prossimo mese vi riserverà una vita sociale traboccan-

te di spunti e occasioni, ma non è il caso di montarsi

la testa per questo imprevisto exploit, per non rischiare

di prendere abbagli. Sul lavoro, le “buone nuove” tanto

attese dovranno aspettare ancora un pochino, ma siate

fiduciosi: è questione di tempo.

Cancro 22 giugno • 22 luglioSerenità, entusiasmo e passione: sono questi gli ingre-

dienti del mese in corso, e per chi ha il cuore impegnato

si prospetta un periodo decisamente sereno. I single

dovranno invece portare pazienza. Sul lavoro tutto tace,

e prosegue senza grandi scossoni lungo i binari della

routine.

Leone 23 luglio • 22 agostoSarete molto pretenziosi, e questo sarà il mese dell’estre-

ma pignoleria nel giudicare certi aspetti del carattere del

partner: tutto normale, basta non esagerare e non chie-

dere troppo. Sul lavoro potrebbero arrivare svolte: van-

taggiose per certi versi, assai impegnative per altri.

Vergine 23 agosto • 22 settebreOttimo momento per la vita di coppia, dove tutto scorre

all’insegna della sintonia. I cuori in cerca di compagnia

troveranno pane per i loro denti. Sul versante lavorativo

si preannunciano giorni di grande impegno: non vi fate

abbattere, ne vale la pena e arriverà il momento della

ricompensa.

Bilancia 23 settembre • 22 ottobreIl mese in corso si trascinerà dietro un carico di profondo

scetticismo: siete in cerca di rassicurazioni ma, una volta

ottenute, non vi bastano. E quindi è il caso di rilassarsi un

pochino, e di tenere a freno le irrequietezze dell’anima.

Sul lavoro ci sarà qualche imprevisto, ma sarete bravis-

simi a risolverli.

Scorpione 23 ottobre • 22 novembreNon è il mese migliore per le faccende sentimentali. Ci

sarà qualche scontro con il partner, e forse scegliere di

stargli meno col fiato sul collo potrebbe essere la deci-

sione migliore. Ottimo momento invece per la carriera, la

strada è in discesa e potrebbe essere in arrivo qualche

entrata decisamente interessante.

Sagittario 23 novembre • 21 dicembreLa primavera fa bene all’amore: a quello che c’è già, e a

quello che deve ancora arrivare per i single, che questo

mese avranno di che gioire. In campo professionale inve-

ce è il momento di mettere tutto in stand by ed aspettare

tempi migliori, le uscite tendono ad essere più importanti

delle entrate.

Capricorno 22 dicembre • 20 gennaioLe stelle consigliano di iniziare a mettere in cantiere

l’ipotesi di un passo in avanti, potrebbe essere l’ora di

assecondare il partner nel suo desiderio di stabilizzazio-

ne. Sul lavoro ci sono stati momenti migliori: ma come

sempre le cose sono destinate ad evolvere rapidamente

in modo positivo.

Acquario 21 gennaio • 19 aprileSembra che in questo periodo le faccende di cuore non

vi tocchino: ma in realtà, e lo sapete voi per primi, ci

tenete molto e state solo temporeggiando. In campo

professionale è l’ora delle responsabilità: occorre assu-

mersele, e rendersi conto del fatto che stanno diventando

importanti.

Pesci 20 aprile • 19 marzoIn amore, finalmente vi sentite compresi e la vita a due

smette di darvi fastidiosi grattacapi. Anche per i cuori in

cerca di capanne le cose non si mettono affatto male. Sul

lavoro si prospetta un periodo di tranquillità, specialmen-

te dal punto di vista relazionale: le acque si calmano e gli

screzi diminuiscono.Angelo Mazzi

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Page 45: Il reporter-Fiesole-aprile 2009

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