Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

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I n questo periodo s’è fatto un gran par- lare di “nomadi”, “rom”, “zingari”, “rumeni” spesso confondendoli, spesso etichettandoli. E allora Il Reporter ha de- ciso di passare una giornata con gli abi- tanti del Poderaccio, per fotografare “da dentro” un mondo che di solito è lasciato all’immaginazione e ai luoghi comuni. Risultato: il villaggio non è un ammasso di rottami e sporcizia ma una fila di ca- sette dignitose, molte ben tenute. Quelli che vengono chiamati “zingari” sono persone ospitali, piene di bambini, e soprattutto, lavorano in tanti e dunque si presume abbiano meno bisogno di cor- rispondere a quel luogo comune che li vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto roseo: ha le sue contraddizioni e certe usanze particolari, qui le donne si spo- sano bambine e il matrimonio risponde alle leggi del mercato più che a quelle del cuore. Capita che arrivino al Pode- raccio ragazzine da altri campi d’Italia, e che vivano nella clandestinità (imposta dalla famiglia ospitante, di solito quella del futuro marito) finché non si trovano a partorire. L’Ufficio Immigrazione, quan- do le scopre, ne segnala la presenza, ma capita spesso- raccontano- che la mac- china burocratica s’inceppi e che queste ragazze restino senza un tutor. Un altro capitolo invece è quello della comunità rumena che vive in città: sono 4.453 per- sone, la metà del totale degli immigrati comunitari. Ma l’integrazione c’è e non c’è. APRILE 2009 Una giornata al Poderaccio REPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso Il popolo dei senza lavoro L e cifre della crisi sono agghiac- cianti, le storie di chi ha perso il lavoro lo sono ancora di più. Ab- dulaye, facchino in un albergo, dopo 20 anni deve ricominciare dacca- po, e con il settore turistico in crisi l’impresa non è semplice. Gianni, disegnatore progettista, lavorava al- l’Enseco: poi la dichiarazione di fal- limento dell’azienda, e ora un limbo angosciante. Ancora: Luca, addetto al supporto tecnico in una società che si occupa di telefonia, ha paura di es- sere costretto a “emigrare” al Nord. E poi Serena, ex commessa, e come loro tanti altri: la crisi picchia forte. E c’è chi allora si adatta a fare mestieri messi nel cassetto: vedi quello di ba- dante, che non è più solo appannag- gio delle straniere. PAGG.10-11 PAGG.8-9 Lo sguardo attento de Il Reporter sulla quotidianità fiorentina PAG.22 Sondaggio PAG.15 Vietata la vendita di alcolici da asporto in centro dopo le 22. Cosa ne pensi? In città circolano tante leggende sulla presenza di fantasmi: eccone una singolare rassegna CURIOSITÀ UN TOUR “SPETTRALE” PAGG.16-17 di Puliti-Wiedenstritt P rimo maggio, festa dei lavoratori. Una volta era la festa di tutti, oggi, grazie alla disoccupazione, è diventata una festa per intimi. Una volta il Primo Maggio si fe- steggiava nelle piazze, oggi basta il salotto di casa. I tempi sono cambiati. Una volta il Primo maggio era la festa degli operai che votavano comunista. Oggi i comunisti sono in via di estinzione. Quelli del WWF hanno cambiato simbolo, al posto del pan- da nella bandiera hanno attaccato una fo- tografia di Bertinotti. Una volta un uomo tornava a casa stanco dal lavoro, oggi un uomo torna a casa stanco….e basta. La verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è è precario. Quindi è meglio non trovarlo. Mio fratello aveva un lavoro precario e viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha per- so è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi ci si lamenta se i figli abitano fino a qua- rant’anni in casa con i genitori. La colpa non è mica dei figli! La colpa è dei genito- ri che non se ne vogliono andare! Largo ai giovani, pensate in che situazione vivono: a Firenze otto professori su dieci sono precari. I professori precari sono come dei maghi: appaiono e scompaiono. Non è un trucco, è il contratto a termine! I contratti a termine spesso sono brevissimi. Giorni fa un professore è entrato in classe, ha fatto l’appello e già gli era scaduto il contratto. Il sostituto, invece, ha aperto la porta ed è stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho letto di una scoperta sensazionale: dietro una lavagna, alcuni scienziati hanno ritro- vato l’ultimo insegnante di ruolo, sembra che risalga all’era del paleozoico. Ora è esposto nell’aula di scienze con un cartel- lo al collo “Specie di professore estinta!”. *Comico Andrea Muzzi* Primo maggio, festa tra intimi Il danese Jorgensen è tornato dopo sei mesi di stop: ora parla di sé, tra passato e futuro SPORT “MARTINO” SI RACCONTA PAG.38 di Giovanni Carta PAG.39 PAG.3 Le zone più “temute” dal tramonto all’alba PRIMO PIANO Periodico d’informazione locale. Anno III n.20 del 1 aprile 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DEL QUARTIERE 2 • 41.973 COPIE DISTRIBUITE DA Il Giornale del tuo Quartiere Q 2 Viabilità, verde e nuove costruzioni, come cambierà il quartiere PAG.2 CAMPO DI MARTE 2020 Affiliato AFFILIATO FI - Campo di Marte 055 0515231 VALUTAZIONI GRATUITE E SENZA IMPEGNO 1013960 AFFILIATO FI - Campo di Marte - 055 0515231 Affiliato Pirelli RE Agency. Ogni affiliato è imprenditore indipendente ed autonomo. Affiliato CAMPO MARTE IN TERRA TETTI tutti con ingresso indipendente disponiamo di varie tipologie immobiliari di nuova costruzione composte da soggiorno con cottura due camere servizio ampi spazi esterni. A partire da 200.000 1013961

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Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

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Page 1: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

In questo periodo s’è fatto un gran par-lare di “nomadi”, “rom”, “zingari”,

“rumeni” spesso confondendoli, spesso etichettandoli. E allora Il Reporter ha de-ciso di passare una giornata con gli abi-tanti del Poderaccio, per fotografare “da dentro” un mondo che di solito è lasciato all’immaginazione e ai luoghi comuni. Risultato: il villaggio non è un ammasso di rottami e sporcizia ma una fila di ca-sette dignitose, molte ben tenute. Quelli che vengono chiamati “zingari” sono

persone ospitali, piene di bambini, e soprattutto, lavorano in tanti e dunque si presume abbiano meno bisogno di cor-rispondere a quel luogo comune che li vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto roseo: ha le sue contraddizioni e certe usanze particolari, qui le donne si spo-sano bambine e il matrimonio risponde alle leggi del mercato più che a quelle del cuore. Capita che arrivino al Pode-raccio ragazzine da altri campi d’Italia, e che vivano nella clandestinità (imposta

dalla famiglia ospitante, di solito quella del futuro marito) finché non si trovano a partorire. L’Ufficio Immigrazione, quan-do le scopre, ne segnala la presenza, ma capita spesso- raccontano- che la mac-china burocratica s’inceppi e che queste ragazze restino senza un tutor. Un altro capitolo invece è quello della comunità rumena che vive in città: sono 4.453 per-sone, la metà del totale degli immigrati comunitari. Ma l’integrazione c’è e non c’è.

APRILE 2009

Una giornata al PoderaccioREPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso

Il popolo dei senza lavoro

Le cifre della crisi sono agghiac-cianti, le storie di chi ha perso

il lavoro lo sono ancora di più. Ab-dulaye, facchino in un albergo, dopo 20 anni deve ricominciare dacca-po, e con il settore turistico in crisi l’impresa non è semplice. Gianni, disegnatore progettista, lavorava al-l’Enseco: poi la dichiarazione di fal-limento dell’azienda, e ora un limbo

angosciante. Ancora: Luca, addetto al supporto tecnico in una società che si occupa di telefonia, ha paura di es-sere costretto a “emigrare” al Nord. E poi Serena, ex commessa, e come loro tanti altri: la crisi picchia forte. E c’è chi allora si adatta a fare mestieri messi nel cassetto: vedi quello di ba-dante, che non è più solo appannag-gio delle straniere. PAGG.10-11

PAGG.8-9

Lo sguardo attento de Il Reportersulla quotidianità fiorentina

PAG.22 Sondaggio

PAG.15

Vietata la venditadi alcolici daasporto in centrodopo le 22.Cosa ne pensi?

In città circolano tante leggende

sulla presenza di fantasmi: eccone

una singolare rassegna

CURIOSITÀ

UN TOUR “SPETTRALE”

PAGG.16-17

di Puliti-Wiedenstritt

Primo maggio, festa dei lavoratori.

Una volta era la festa di tutti, oggi, grazie alla disoccupazione, è diventata una festa per intimi. Una volta il Primo Maggio si fe-steggiava nelle piazze, oggi basta il salotto di casa. I tempi sono cambiati. Una volta il Primo maggio era la festa degli operai che votavano comunista. Oggi i comunisti sono in via di estinzione. Quelli del WWF hanno cambiato simbolo, al posto del pan-da nella bandiera hanno attaccato una fo-tografia di Bertinotti. Una volta un uomo tornava a casa stanco dal lavoro, oggi un uomo torna a casa stanco….e basta. La verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è è precario. Quindi è meglio non trovarlo. Mio fratello aveva un lavoro precario e viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha per-so è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi ci si lamenta se i figli abitano fino a qua-rant’anni in casa con i genitori. La colpa non è mica dei figli! La colpa è dei genito-ri che non se ne vogliono andare! Largo ai giovani, pensate in che situazione vivono: a Firenze otto professori su dieci sono precari. I professori precari sono come dei maghi: appaiono e scompaiono. Non è un trucco, è il contratto a termine! I contratti a termine spesso sono brevissimi. Giorni fa un professore è entrato in classe, ha fatto l’appello e già gli era scaduto il contratto. Il sostituto, invece, ha aperto la porta ed è stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho letto di una scoperta sensazionale: dietro una lavagna, alcuni scienziati hanno ritro-vato l’ultimo insegnante di ruolo, sembra che risalga all’era del paleozoico. Ora è esposto nell’aula di scienze con un cartel-lo al collo “Specie di professore estinta!”.

*Comico

Andrea Muzzi*

Primo maggio, festa tra intimi

Il danese Jorgensen è tornato

dopo sei mesi di stop: ora parla

di sé, tra passato e futuro

SPORT

“MARTINO” SI RACCONTA

PAG.38

di Giovanni CartaPAG.39

PAG.3

Le zone più “temute”dal tramonto all’alba

PRIMO PIANO

Periodico d’informazione locale. Anno III n.20 del 1 aprile 2009.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

EDIZIONE DEL QUARTIERE 2 • 41.973 COPIE DISTRIBUITE DA

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Viabilità, verde e nuove costruzioni,

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2 Aprile 2009 Campo di Marte • Cure • Coverciano

A SPASSO NEL FUTURO. Ecco come potrebbe presentarsi il quartiere tra una decina di anni

2020, passeggiata a Campo di MarteI cambiamenti annunciati sono tanti, e spostarsi fi no a Bellariva

dovrebbe essere più facile di adesso. Niente caos di auto in

piazza delle Cure, la galleria della Tav a Ponte al Pino, nuove case

e verde lungo la ferrovia.

E al vecchio Franchi un museo tutto dedicato alla Fiorentina...

E se una mattina qualsiasi ci svegliassimo e ci ritrovassimo nel 2020? Che quartie-re troveremmo fuori dalla porta di casa? I cambiamenti annunciati per i prossimi

anni sono tanti e consistenti, ma orientarsi e spostar-si tra le Cure e Bellariva dovrebbe essere ancora più semplice di adesso. Allora, ecco che ci chiudiamo il portone alle spalle e ci prepariamo ad affrontare il traffico in zona piazza delle Cure, per raggiungere il mercato. Giunti a destinazione, la prima sorpresa: se il caos non è del tutto scomparso, quanto meno le auto scorrono ordinate attorno a una rotonda, alcune si immettono in un sottoattraversamento che passa sotto la ferrovia e sbuca in viale Don Minzoni, in direzione piazza della Libertà, altre svoltano verso lo stadio, nel viale dei Mille.Cerchiamo le macchine e i camion in doppia fila dal lato mercato ma non le troviamo: le bancarelle si sono allargate all’in-terno di quella che un tempo era l’area dell’acque-dotto. Facendo un giro tra i banchi, ci viene voglia di andare a dare un’occhiata al mercato dietro lo stadio, chissà se c’è ancora.Dato che ci troviamo proprio nelle vicinanze della stazione delle Cure, ci andiamo in treno. Si tratta di una sola fermata da qui alla stazione di Campo di Marte, pochi minuti di tragitto, tutti passati a guar-dare fuori dal finestrino. Eh sì, qui di cose ne sono cambiate. All’altezza di Ponte al Pino troviamo la galleria dell’Alta velocità: è qui che i treni più ra-pidi si interrano (per riemergere alla superstazione di Norman Foster agli ex Macelli, immaginiamo). Proseguendo verso Campo di Marte scopriamo che l’area lungo la ferrovia, che un tempo ospitava una serie di capannoni e alcuni binari di servizio, adesso lascia spazio al verde e a nuove costruzioni. Negozi

e uffici al piano terra, appartamenti ai piani supe-riori.Scesi a Campo di Marte, ci troviamo di fronte ai cartelli che indicano la fermata della tramvia: si tratta del proseguimento della linea 3, che porta fino a Rovezzano. Potremmo dunque salire su un’altra carrozza e scendere alla fermata dello stadio, ma è una bella giornata di metà aprile, così proseguiamo a piedi. Usciamo su via Campo d’Arrigo, utilizzan-do il nuovo ingresso della stazione, e ci inoltriamo su viale Fanti.Arrivati all’incrocio con viale dei Mille non possia-mo fare a meno di gettare un’occhiata a quello che è diventato un nuovo parco cittadino, all’interno del-

l’area delimitata da via-le Malta e viale Fanti. Interrato il traffico, viale Paoli si presenta adesso come un raccordo verde che congiunge l’area del Campo di Marte a quel-

la dello stadio di atletica.Pare quasi di stare alle Cascine: alcuni bambini ci passano accanto sui pattini, mentre poco più in là un gruppo di ragazzi improvvisa una partitella di calcio sul prato. Potremmo sederci su una panchina a riposare un po’, ma andiamo avanti, costeggiando l’Artemio Franchi.Davanti all’ingresso incrociamo un gruppetto di turisti: stanno entrando al museo de-dicato alla Fiorentina, ricavato all’interno dello sta-dio in seguito al trasferimento dell’attività calcistica nel nuovo grande impianto, situato ai margini della città. Una coppia sorseggia un caffè al bar con vista sul campo, mentre qualche ragazzo si avventura a fare spese nei negozi di gadget viola, all’interno del vecchio Franchi. Ed eccoci giunti a destinazione, al mercato dietro lo stadio. C’è ancora, naturalmente, e pare goda di ottima salute. Non ci resta che torna-re indietro. Nel tempo.

Paola Ferri

La colonica abbandonatafi nisce in vendita all’asta

RISTRUTTURAZIONI. Già aggiudicate le ex officine del tram

Un nuovo parco cittadino sorgeràall’interno dell’area delimitatada viale Malta e viale Fanti.Il traffi co sarà interrato in viale Paoli

Pezzi di quartiere in vendita al-l’asta. Uno è già stato aggiudi-

cato, l’altro è ancora su piazza. Si tratta di due immobili di particolare prestigio su cui già da tempo aleg-giavano voci di alienazione da parte del Comune. Il primo, quello che ha avuto maggior successo, è il com-plesso delle ex offi cine del tram, in via De André. Con la sua inconfon-dibile facciata in mattoni rossi e le grandi vetrate che si aprono sulla sponda dell’Arno, l’edifi cio fu co-struito negli anni ’30 per ospitare le vetture del tram che necessitavano di manutenzione. E ha mantenu-to la sua funzione di offi cina, per le auto però, fi no ai nostri giorni. Battuto all’asta alla fi ne dello scor-so ottobre, il complesso, con tanto di terreno circostante, è stato ag-giudicato al primo colpo, ma la trattati-va di aliena-zione è ancora in corso. Un nuovo tassello va dunque ad aggiungersi alla rinascita della sponda destra dell’Arno, nel suo tratto più peri-ferico. Dopo l’inaugurazione del giardino De André e del vicino par-cheggio, la ristrutturazione delle ex offi cine, che appare imminente, contribuirà a scacciare l’immagine dell’abbandono da una zona troppo a lungo trascurata. Ha avuto meno fortuna, invece, la colonica di Co-verciano, messa in vendita durante

la stessa seduta, lo scorso ottobre. Situata all’angolo tra via Moreni e via Pistelli, la casa risale alla se-conda metà dell’Ottocento. Oltre 960 metri quadri di superfi cie lor-da, con tanto di resede di esterna di 592 mq, un edifi cio di indubbio valore su cui pende il vincolo della Soprintendenza per i beni architet-tonici. Per questa struttura, il Co-mune avrebbe voluto un milione e 400mila euro, ma anche la seconda asta, tenutasi il 19 febbraio scorso, è andata deserta. Sfumano ancora una volta, dunque, le speranze di chi abita da quelle parti e auspica un risanamento dell’area. La colo-nica, infatti, è vuota da diversi anni e da qualche tempo è al centro del-le attenzioni di alcuni senzatetto,

che l’hanno eletta in più occasioni a dimora. Se le fi nestre al piano terra sono state

murate o sbarrate per evitare il ri-petersi di occupazioni abusive, la tettoia che si trova sul retro rimane una meta piuttosto ambita, al calar delle tenebre. Qui, dietro le fronde cresciute in maniera incontrollata, continua a trovare riparo qualche vagabondo. Una nuova asta in vi-sta? “Questo non è ancora stato stabilito – risponde il dottor Rober-to Gabucci dalla Direzione Patri-monio – il destino della colonica è ancora incerto”.

L’edifi cio all’angolotra via Moreni e via Pistelliè vuoto ormai da annie utilizzato dai senzatetto

/P.F.

Un tunnel di 7 chilometri sotto la città, a par-tire da Campo di Marte fi no a Castello, pas-

sando per l’avveniristica stazione progettata da Norman Foster nell’area degli ex Macelli. Tutto già deciso e prevedibile? Non esattamente. Se è vero che i cantieri della Tav sembrano incombere da un momento all’altro sulla nostra città (con il loro bel carico di scavi, tunnel e camion), i comi-tati non si sono ancora dati pace sulla questione sottoattraversamento. L’alternativa c’è: secondo gli studi resi pubblici dai “No Tav”, il passaggio in superfi cie non solo è fattibile, ma comportereb-be un notevole risparmio. Di tempo, per la realiz-zazione, e di denaro. Quale che sia la soluzione vincente, nel frattempo e fi no alla conclusione dei lavori, la stazione di Campo di Marte si prepara ad accogliere i treni ad Alta velocità. Una situazione provvisoria che necessiterà comunque dell’attiva-zione di servizi e strutture apposite, quali ad esem-pio parcheggi e collegamenti Ataf più intensi.

Alta velocità,sopra o sotto?

FOCUS/1

Le auto sotto terra e sopra il parco. Un’idea che frulla nelle teste e negli uffi ci tecnici

del Comune già da un po’ di tempo, riguardo a viale Paoli. Il progetto, ancora in fase idea-tiva, è quello di dare vita ad un’unica grande area verde che si estenda dal viale Malta fi no ai giardini di Campo di Marte. Un parco circon-dato tutto attorno dal viale Fanti e possibilmen-te dedicato allo sport. La vocazione all’attività fi sica, d’altronde, è già manifesta nella zona, considerato che all’interno dell’area dell’ipo-tetico giardino già trovano posto l’Artemio Franchi, lo stadio di atletica Ridolfi , il campo di rugby e due palestre. A queste strutture, in futuro, potrebbero aggiungersi attrezzature per fare sport all’aria aperta, come campi da tennis o da pallavolo, prati dove imbastire partitelle a pallone, chioschi. E il viale Paoli, anziché sulle quattro ruote dell’auto, potrà essere percorso sui pattini a rotelle.

Via le automobili,spazio allo sport

FOCUS/2

Page 3: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

3il giornale del tuo quartiere primo piano

IL QUARTIERE E I SUOI PERICOLI. Quando le ultime botteghe tirano giù il bandone, le strade sembrano svuotarsi

Quanti di noi hanno mai fatto una passeggiata notturna per il quartiere? Sì, proprio una pas-seggiata, qualcosa di più del

tratto che ci separa dall’auto parcheggiata al portone di casa. Fatta eccezione per i luoghi di aggregazione - pub, ristoranti e qualche raro cinema sopravvissuto - quando le ulti-me botteghe tirano giù il bandone, le strade del circondario sembrano svuotarsi. Al di fuori delle vie di maggior transito, anche le auto di passaggio scarseggiano. Pro e contro di un quartiere tranquillo e silenzio-so. Il silenzio però non sempre si accorda con la tranquillità, se si ha paura ad uscire di casa la sera o ad avventurarsi in determi-nate zone. E ce ne sono, purtroppo, di luo-ghi come questi, anche nel nostro pacifi co quartiere. Posti dove una ragazza diffi cil-mente si avventurerebbe da sola, talvolta neanche di giorno. Zone tristemente legate allo spaccio, per esempio. La situazione dei giardini Caponnetto, sul lungarno del Tem-pio, è già nota da tempo ai cittadini così come alle forze dell’ordine, eppure è crona-ca recente l’arresto di un pusher intento a spacciare proprio nei soliti giardinetti. Ma sono probabilmente le occupazioni abusive degli edifi ci dismessi a creare il maggior allarme tra i residenti. Ultima ferita inferta al quartiere, quella dell’ex ospedale Meyer, dove da qualche mese alloggiano circa 200 cittadini di diverse nazionalità, per lo più di origine africana, in attesa di asilo politico. Un’occupazione contro la quale il rione si è da subito mobilitato: “Ma i mesi passano e quella che doveva essere una sistemazione provvisoria sembra si stia stabilizzando”, si arrabbia una signora che vive nei paraggi. Affonda le radici molto più indietro nel tem-po, invece, l’occupazione di alcune palazzi-ne all’interno del complesso di San Salvi. Quel che spaventa chi abita nei dintorni o chi passa da queste parti, però, non è tanto la presenza degli “inquilini abusivi”, quan-to il buio che cala sul parco quando scuo-le e uffi ci si svuotano. L’area, di proprietà

dell’Asl, è accessibile dall’esterno da più punti - tanti sono gli ingressi che rimangono aperti - e all’interno regna un’oscurità poco rassicurante. “San Salvi continua ad essere un punto interrogativo – afferma Federico Pericoli, capogruppo dell’opposizione al Quartiere 2 – tutta la zona necessiterebbe di maggiori controlli, innanzitutto per evitare che altri edifi ci, compresi quelli di nuova costruzione, possano diventare oggetto di occupazioni abusive”. Altro luogo in cui dif-

fi cilmente una donna - o anche un uomo da solo - nottetempo andrebbe volentieri a fare due passi è la zona tra il ponte di Varlungo e la sponda dell’Arno. Se via del Varlungo gode, per la parte iniziale, della luce e del movimento del Saschall, addentrandosi in direzione del ponte e proseguendo oltre, in via della Funga, l’illuminazione e le sen-sazioni cambiano. L’impressione è che qui sotto sia una “zona franca”, anche se più probabilmente è terreno di battaglia solo per

i writers, che qui si sfi dano a colpi di graffi ti. “Si tratta di problematiche che conosciamo – commenta Gianluca Paolucci, presidente del Q2 – e che abbiamo più volte segnala-to alle forze dell’ordine. Alcune situazioni tendono a ripresentarsi e appaiono diffi cili da estirpare, com’è il caso dei giardini Ca-ponnetto. Ma il costante monitoraggio che manteniamo mi permette di affermare che il nostro quartiere non presenta particolari situazioni di allarme”.

Se anche la sicurezza va a letto presto

Francesca Puliti

É dal tramonto

all’alba che gli abitanti

si sentono meno

tranquilli, soprattutto

in zone come i giardini

Caponnetto, l’area di

San Salvi e vicino agli

edifi ci occupati

L’area sottostante al cavalcavia di piazza Alberti

Il Reporterè un periodico di 7 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 192.404 copie

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Anno II n. 20 del 1 aprile 2009

IL FOCUS

É una sensazione di inquietudine quella che viaggia sopra e sotto i binari. Passe-

relle sopraelevate e sottopassaggi pedonali rappresentano un punto debole in materia di sicurezza. Chi si è trovato a dover valicare il fossato della ferrovia al buio lo sa: sopra o sotto poco cambia. Proviamo a incamminarci mentalmente lungo la strada ferrata che affet-ta in due il quartiere, dalle Cure a Rovezzano. Partendo da quest’ultima stazione cittadina, ci troviamo subito di fronte a un sottopasso di quelli che non godono di ottima fama. Più su, dopo piazza di Varlungo, ne troviamo un altro, carrabile, la cui illuminazione è stata re-

centemente potenziata. Ma forse una ragazza da sola, a piedi, non ci passerebbe comunque. Probabilmente avrebbe qualche timore an-che a scendere nel sottopassaggio di piazza Alberti. Sotto ai ponti, purtroppo, c’è chi ci vive per davvero. Spesso si tratta solo di per-sone che non hanno nessun altro posto dove andare, ma nel dubbio meglio affrontare la salita del cavalcavia. Che però non sembra affatto studiato per accogliere i pedoni, tanto è buio quassù. Pare che l’unica illuminazione sia quella dei fari delle auto, oltre a qualche bagliore che arriva dal basso. Per chi invece si trovasse ad attraversare i binari più a monte,

diciamo a metà di via Mannelli, l’alternativa tra sopra e sotto non si pone. Al massimo è possibile scegliere quale delle due passerel-le prendere. Buio per buio, quella all’altez-za della stazione si presenta se non altro più transitata, almeno fi no a una certa ora, grazie al fl usso dei pendolari. Decisamente meno frequentato, nonché meno illuminato, il pas-saggio più vicino a piazza Alberti. Arrivati invece all’altezza di piazza delle Cure è raro trovare qualcuno che scelga la via sopraele-vata alla galleria: qui c’è Salvatore, perso-naggio conosciuto in tutta la zona, a tenere in ordine, controllare, vivere.

Passerelle e sottopassaggi che attraversano la ferrovia destano più di una preoccupazione

E l’inquietudine viaggia sopra e sotto i binari

/F.P.

Fare luce sulle situazioni di pericolo, potenziare l’illuminazione come

deterrente contro il degrado e l’abban-dono. Questa la ricetta messa in atto fi -nora e tuttora in fase di incremento nel quartiere. “Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto sull’illuminazione, per cercare di allontanare la delinquenza da strade e giardini – aff erma Gianluca Paolucci, presidente del Q2 – basti pen-sare al lavoro fatto in viale Righi, che un tempo appariva molto buio mentre adesso, grazie all’installazione di nuo-vi lampioni, ha tutto un altro aspetto”. Anche via Lungo l’Aff rico ha subito un simile cambiamento, così come via del Guarlone e via Pasquali, i cui impian-ti sono stati rinnovati e potenziati lo scorso anno. Nuovi lampioni sono stati installati poi nei giardini di via Novelli, fi niti nel mirino per la presenza di strani “ceffi ”. Infi ne anche il verde di Bellariva, al termine dei lavori di riqualifi ca, sarà rischiarato da nuova luce, più intensa e di ultima generazione.

Più illuminazionecontro il degrado

SCHEDA

Il Reporter di Campo di Marte, Cure, Coverciano raggiunge 41.973 famiglie nel quartiere 2 di Firenze.

Page 4: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

4 Aprile 2009 Campo di Marte • Cure • Coverciano

L’arrivo della primavera è il momento migliore per dedicarsi a brevi passeggiate intorno

alla città. Proprio ai confi ni di Fi-renze, a Settignano, si nascondono sentieri e percorsi poco conosciuti ma con un certo rilievo storico e naturalistico. Un tratto non molto faticoso ma di grande fascino, per cominciare a muovere i primi passi dopo l’inverno, potrebbe essere la via Vecchia Settignanese. La strada inizia sulla sinistra di via Gabriele D’Annunzio, poco dopo il ponte sul Mensola, in coincidenza con il monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra. Dalla base di que-st’opera, purtroppo in completo di-sfacimento, ha inizio la salita erbo-sa della Vecchia Settignanese: circa quattrocento metri piuttosto ripidi, con splendidi muri a secco, per quanto in alcuni tratti franati. Già da questo punto si comincia a in-tuire il panorama che si aprirà poco più avanti, avvicinan-dosi al pae-se. La strada giunge alla curva di Mezzaratta - chiamata così per la posizione intermedia fra Ponte a Mensola e Settignano - dove sorge l’omonima villa ottocentesca costruita in stile neomedievale. Purtroppo, qui il percorso pedonale si interrompe e si è costretti quindi a riprendere via D’Annunzio, sfi dando le macchine che sfrecciano in discesa verso Fi-renze. Superati questi cento metri,

da una strada sulla sinistra - via dei Ceci - la passeggiata può ripartire. Su via dei Ceci, dopo i cancelli di numerose ville, a destra compare una viuzza dalla quale partono le scale che si arrampicano sul fi anco

della colli-na, per poi sbucare in piazza De-siderio. Il panorama di quest’ultimo

tratto è estremamente suggestivo, ma il suo apice è al belvedere della piazza. In tutto sono necessari circa 20 minuti o poco più per arrivare al centro del paese, senza prendere la macchina così come si faceva un tempo. Alcuni abitanti di Settigna-no, che utilizzerebbero volentieri questa scorciatoia per raggiunge-re le porte della città o semplice-

mente per camminare nelle belle giornate, lamentano però lo stato di abbandono di tutto il percorso, e soprattutto reclamano la necessità di dare continuità alla “passeggiata interrotta” tra la vecchia Settigna-nese e via dei Ceci. Anche il pezzo fi nale della scalinata, avrebbe bi-sogno di qualche serio intervento di manutenzione: i gradini stanno cadendo, manca l’illuminazione e in più punti la strada è completa-mente rovinata. Secondo altri, poi, le potenzialità della zona potrebbe-ro essere tante: innanzitutto perché il bacino del Mensola è una Anpil (area naturale protetta di interesse locale) e poi perché anche il tratto della vecchia Settignanese avrebbe le qualità per inserirsi nella serie di percorsi che vanno dal naturalisti-co allo storico, così come quelli già mappati dal quartiere.

Passeggiate primaverili in vi-sta. Le sponde dei torrenti che

attraversano il quartiere 2 sono pronte ad accoglierle. O quasi. Tra Mugnone, Affrico e Mensola, il più preparato in materia è sicuramente quest’ultimo, forte della sua qua-lifi ca di “Area naturale protetta di interesse locale”. Percorsi pedona-li e vaste aree verdi costeggiano il tratto che dalla collina di Fiesole discende verso il Ponte a Mensola. Un itinerario che sembra fatto ap-posta per chi passeggia in compa-gnia di un amico a quattro zampe. Il fi ume cantato dal Boccaccio nel Ninfale fi esolano è inoltre una meta imprescindibile per i bird watchers di casa nostra. Diffi cile avvistare sacchetti o cartacce tra le fresche e dolci acque, più facile invece scorgere usignoli di fi ume, balle-rine bianche e ranocchie. Non si può dire altrettanto, purtroppo, del percorso del Mugnone all’interno del quartiere. Qui c’è ancora un po’ di lavoro da fare (o ci sono troppi viandanti poco accurati) perché di lattine e carte varie buttate per terra se ne vedono in quantità abbondan-te. Presenze, queste ulti-me, che non s e m b r a n o però intimo-rire i citta-dini. Il Mu-gnone, infatti, è sicuramente il più vissuto tra i torrenti del quartiere. Immerso nel tessuto urbano eppure ancora dimora di tante specie orni-tologiche, non è raro vederci gen-te a pescare o cani a fare il bagno, estate e inverno. E, lungo le rive, grandi e piccini che osservano ana-tre e paperotti, nonché alcuni airo-ni di passaggio. Meno frequentato

l’Affrico, per il tratto non interrato, in zona Salviatino, al confi ne citta-dino con Fiesole. Se fi no a qualche mese fa la zona non godeva di ot-tima fama, da quando sono partiti i lavori di ristrutturazione dell’ex ospedale la situazione si è gradual-mente evoluta. Prima sono spariti alcuni relitti di auto e motorini da tempo abbandonati nella zona, in seguito sono svanite anche alcune baracche che erano sorte lungo gli argini del torrente. Qui avevano trovato casa alcuni senzatetto, prin-

cipalmente di etnia rom. Da qualche mese la sponda ha però tutto un altro aspet-to: eliminate

le sterpaglie, anche la recinzione che delimita l’area privata è stata completamente sostituita. Eppure il percorso dell’Affrico è ancora snobbato dai più, e spesso deserto. Ma forse è bene non fargli troppa pubblicità, così che possa rimanere un’oasi di tranquillità e di natura, a due passi dalle strade più traffi -cate.

PASSEGGIATE/1. Tanti i sentieri e i percorsi poco conosciuti che si nascondono nel Q2

Alla scoperta di via Vecchia Settignanese

Anna Damasco

A piedi sulle sponde dei torrentiPASSEGGIATE/2. Lungo Mugnone, Affrico e Mensola

Alcuni abitanti della zonalamentano però lo statodi abbandono dell’itinerarioe chiedono un intervento

Un tratto non molto faticoso ma di grande fascino per muovere

i primi passi dopo l’inverno è proprio la storica “scorciatoia” che

unisce Firenze al borgo

Le rive dei corsi d’acquasono pronte ad accoglierecon la loro fl ora e faunagli amanti della natura

Il torrente Mugnone alle Cure

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Page 5: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

5il giornale del tuo quartiere

Al supermercato vi è mai capitato di guardare un’etichetta e scopri-re che un alimento proviene da luoghi molto, ma molto lontani?

In quel momento, un indicibile sospetto ci assale e generalmente lasciamo il prodotto lì dove l’abbiamo trovato: si sa, la qualità della vita passa anche dalla tavola. Di fronte al con-tinuo via vai delle merci, il desiderio di cibi freschi e genuini, che dall’azienda arrivino al punto vendita in poche ore, diventa una vera e propria esigenza. E se fino a qualche anno fa i minimarket di stampo toscano doc li aveva-mo un po’ snobbati, adesso sono tornati alla ribalta, anche nel quartiere 2. Ricordare dove sono situati non è immediato, dato che ora-mai un po’ tutti siamo abituati a fare la spesa nelle grandi catene di distribuzione. Però, con uno sforzo di memoria, qualcosa viene fuori. In zona Bellariva troviamo l’azienda agricola Fattoria di Rimaggio e il Buongustaio di via

Quintino Sella, in cui non solo si acquistano i prodotti, ma dove questi si possono anche assaporare sul momento. Verso le Cure, in via Sacchetti, c’è “Il Palagiaccio”, aperto di recente anche in via Gioberti. Senza contare i piccoli supermercati, che spesso dedicano una sezione alle leccornie locali, e le eno-teche, dedicate per lo più ai vini di stampo toscano. Fiducia e tradizione sono le parole chiave di questo commercio che, tra l’altro, attira molti clienti. L’unico dubbio che resta, di fronte a tali specialità gastronomiche, è il prezzo, difficilmente competitivo con quello dei grandi supermercati. Infatti, un problema di non poco conto è che si tende ad abbinare la qualità al costo elevato: un’associazione di idee che non seduce affatto il consumatore e che anzi lo spinge ad “accontentarsi” di altri cibi più abbordabili. E, proprio per questo, “Il Palagiaccio” ha lanciato uno slogan che recita “la qualità non è un lusso”: il suo obiet-

tivo è facilmente intuibile. “Il vero punto di forza degli alimenti di produzione locale è il ‘chilometri zero’ – spiegano dal punto vendita - vale a dire la distanza minima che intercorre tra l’azienda, il punto vendita e le tavole dei

fiorentini. La brevità della catena fa sì che il prezzo si abbassi”. E, in tempi di restrizioni economiche, la prospettiva di tutelare le ta-sche acquistando comunque prodotti di ec-cellenza fa breccia.

Da Bellariva alle Cure, questo tipo di commercio

ha ricominciato ad attirare clienti, desiderosi di cibi

freschi e genuini. Unico dubbio: il prezzo

Il quartiere riprende a mangiare toscano

Simele Kruklidis

CONSUMI/1. Snobbati fino a qualche anno fa, tornano alla ribalta i negozi di prodotti tipici

Sobrietà, decrescita, auto-produzione, senso dell’equilibrio, ri-spetto per la natura. Sono i cinque valori fondamentali della

“decrescita felice”, movimento che in Italia si ispira alle idee di Maurizio Pallante e che ha come obiettivo principale quello di mi-gliorare la qualità della vita delle persone, ritrovando un maggiore equilibrio con la natura, imparando a vivere in modo più sano, con meno stress e meno beni materiali. Il presupposto di partenza è l’idea che la crescita economica non porti necessariamente mag-gior benessere, ma che, all’opposto, a un aumento indiscriminato della produzione e dello sfruttamento delle risorse naturali corri-sponda spesso una diminuzione della qualità della vita. “L’attuale modello di sviluppo ci sta costando troppo sia in termini di sfrut-tamento delle risorse naturali, sia in termini economici – spiega Daniele Ombriti, membro del circolo fiorentino per la decrescita

felice – viviamo questa crisi anche perché si è persa di vista la vita reale delle persone, il valore del lavoro artigianale. Si pensa ad accumulare ricchezze materiali e non si dà importanza ai rapporti fra le persone. Per questo noi parliamo di decrescita in termini di felicità: vogliamo imparare a usare la nostra intelligenza per capire di cosa possiamo fare a meno per vi-vere meglio”. Questa è la teoria, ed è chiara. Ma la pratica? “In pratica, grazie ai tanti incontri formativi che organizziamo, abbiamo scoperto che si può vivere meglio con meno. Meno petrolio e meno energia, ad esempio. Se produciamo da soli lo yogurt, il pane, la marmellata, la verdura, risparmiamo il carburante che serve a noi per andarli a

comprare al supermercato e quello dei camion che trasportano su e giù per il paese questi prodotti. Ed evitiamo anche lo stress del traffico e l’inquinamento. Nello stesso tempo non produciamo ric-chezza, perché acquistiamo meno merci. Per fare un altro esempio

pratico, possiamo imparare a co-struire pannelli solari per riscaldare l’acqua o produrre l’energia elettri-ca che ci serve per le nostre case”. Il circolo della decrescita felice si riunisce periodicamente al Circolo Arci Andreoni, in zona Coverciano,

ed è aperto a tutti gli interessati. Per maggiori informazioni e per il calendario degli incontri si può consultare il sito internet www.meetup.com/circolodecrescitafelicefirenze.

Una risposta (possibile) alla crisi: la “decrescita felice”CONSUMI/2. Al Circolo Andreoni si ritrova il gruppo fiorentino del movimento che propone un nuovo stile di vita

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Page 6: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

6 Aprile 2009 Campo di Marte • Cure • Coverciano

IL PROGETTORIFLETTERE... CAMMINANDOPiccole cose per migliorare la propria qualità di vita: è questo l’obiettivo che si pone l’associa-zione “Trekking Italia” che organizza, insieme al Quartiere 2, un’importante iniziativa volta a sensibilizzare sui temi di una sana alimentazio-ne, del benessere fi sico legato al camminare e della famiglia come nucleo di socializzazione e di formazione. Il progetto, rivolto a bambini e ragazzi in età scolare e ai loro genitori, prevede una serie di incontri che coinvolgerà i parteci-panti in una bella camminata in parchi o zone cittadine rifl ettendo su una dieta equilibrata e sulla riscoperta dei sapori genuini dell’alimen-tazione dei nostri nonni. Ecco gli appuntamenti: domenica 19 aprile con la visita al giardino di Boboli, ritrovo all’ingresso di via Romana e vi-sita del giardino, si parlerà inoltre di come fare merenda; domenica 10 maggio lungo l’Arno, incontro all’ingresso del parco dell’Albereta, passeggiata fi no alla pescaia di Sant’Andrea a Rovezzano, si rifl etterà sull’importanza dell’ac-qua; domenica 31 maggio visita al parco del Pratolino, parlando delle abitudini alimentari dei nostri nonni; domenica 14 giugno, ultimo appuntamento, ci sarà la visita di una fattoria nei dintorni di Firenze per conoscere l’ambiente e gli animali, e i bambini impareranno a fare il pane che consumeranno con il pranzo al sacco. Iscrizioni: sede del Trekking Italia. Informazio-ni al numero 055/2341040.

ASTRONOMIAALLA SCOPERTA DEL CIELOIl cielo sopra di noi è costellato da una miriade di corpi celesti, di cui noi riusciamo a vedere soltanto dei piccoli punti luminosi: ne esaltiamo la bellezza, ma non ne sappiamo molto. Per gli appassionati di astronomia o semplicemente per chi vorrebbe saperne di più, il Quartiere 2 orga-nizza alcuni incontri di astronomia del ciclo “La

volta celeste”. A cura di Antonio Zanardi, gli appuntamenti prossimi saranno lunedì 20 aprile “Ma quanto alto, vecchio e complicato è questo cielo” e lunedì 27 aprile “ Andiamo ad esplo-rare ai confi ni del sistema solare”. Gli incontri si svolgeranno entrambi a Villa Arrivabene, in piazza Alberti 1/a, alle 17. Ingresso libero. In-formazioni: uffi cio cultura, tel. 055/2767828.

STORIA DI UNA CITTA’“FIRENZE E IL ‘900”Con un percorso storico-artistico dagli anni Ven-ti alla Resistenza, fi no alla fondazione della Re-pubblica, il ciclo di incontri “Firenze e il ‘900”, organizzato dal Quartiere 2 e dall’associazione culturale “Regola d’arte”, intende fornire una visuale degli eventi attraverso gli occhi dell’arte. Diverse le conferenze in calendario, dopo i primi due incontri sulla città negli anni Trenta; giove-dì 16 aprile, alle 17, “Figure. La ricerca della scultura dagli anni Venti agli anni Quaranta” a Villa Arrivabene, in piazza Alberti 1/a; venerdì 24 aprile “Visita al museo Marino Marini”, alle 10 in piazza San Pancrazio; giovedì 30 aprile “Aspettando l’alba… Guerra e Resistenza a Fi-renze (1940-1944)” Villa Arrivabene ore 17; ve-nerdì 8 maggio “Insurrezione e liberazione”, un percorso in città da piazza Signoria alle 15,30; giovedì 14 maggio “La pittura alla ricerca della modernità” alle 17 a Villa Arrivabene; venerdì 22 maggio “Visita alla fondazione Primo Conti”, alle 10 a Fiesole in via Duprè 1. Per partecipare occorre prenotarsi ai numeri 333.3833673 (ore 11-13); 347.0057608 (ore 17-19) oppure email [email protected]. Gli eventuali biglietti d’ingresso saranno a carico dei partecipanti.

LA RASSEGNAIL CINEMA GRANDI FIRMEPer la rassegna “Pomeriggio al cinema” ultimo appuntamento dedicato ai grandi di Hollywood, organizzato dal Quartiere con l’associazione

Fuoriscena, venerdì 17 aprile, alle 16, al centro anziani di via Luna 16, “In amore niente rego-le” (Usa 2008), fi lm di e con George Clooney e Reneè Zellwegger. Una commedia sentimenta-le che ha sullo sfondo il football americano. Il protagonista, George Clooney, è un campione di football degli anni venti, deciso a tirare su le sorti della sua squadra. Si scontra però col suo acerrimo nemico sportivo che diventa ri-vale anche nella vita sentimentale, cercando di conquistare il cuore della bella e intraprendente giornalista, Lexie Littleton. Ingresso libero. In-formazioni: 055/2767824-1.

UNIVERSO BAMBINI“UNA CITTA’ DA GIOCARE”Una spruzzata di gioia e divertimento accom-pagna ogni anno l’iniziativa “Una città da gio-care”, organizzata dal Quartiere 2 insieme alla Uisp Firenze, che rinnova anche quest’anno i suoi appuntamenti. Domenica 19 aprile ai giar-dini di via del Mezzetta e domenica 17 maggio in piazza Savonarola, dalle 10.30 alle 18.30, verranno organizzate feste primaverili dedicate ai bambini. Una giornata all’aria aperta, alter-nativa e divertente, nei giardini e nelle piazze del Quartiere. Balli di gruppo, animazione, possibilità di giocare a pallone, tornei, tavolini per disegnare e colorare. E tutti gli spazi saran-no ad accesso libero. Informazioni ai numeri 055.2767836/7846.

ITINERARITREKKING DI PRIMAVERAInvito al Trekking 2009, un progetto del Quar-tiere 2 con l’associazione Trekking Italia, torna quest’anno con una nuova selezione di itinerari. I prossimi appuntamenti di questa primavera sono: domenica 26 aprile “Da Montefi oralle a Badia a Passignano”, un percorso di circa 6 ore fra strade bianche e sentieri che attraversa il grazioso borgo di Montefi oralle, fi no ad ar-

rivare alla Pieve di San Cresci e al Castello di Colognole; dopo il pranzo passeggiata fi no a Badia a Passignano, partenza alle 8 alla stazio-ne di S. M. Novella e rientro alle 19; domenica 10 maggio “Poggibonsi: le sue colline e le sue campagne”, un’affascinante passeggiata nel cuore della Valdichiana fra natura e tradizione, 5 ore di cammino, ritrovo alla stazione S.M.N alle 7.45 e rientro per le 19; domenica 31 maggio “Val d’Orcia: Buonconvento e i suoi dintorni”, escursione nel paesino nella Valle dell’Ombro-ne, fra mura cittadine e deliziose colline, ritrovo al Saschall alle 7.45 e ritorno alle 19.30. Iscri-zione alla sede del Trekking Italia, in via del-l’Oriuolo 17, da martedì a venerdì ore 10-12, e anche 16,30-18,30 martedì, giovedì e venerdì. Info: 055/2341040 in orario di uffi cio. E-mail: fi [email protected].

L’APPUNTAMENTOVILLA FAVARD IN FESTANovità per i grandi e piccini. Sabato 9 maggio, a Villa Favard, in via Aretina 511, dalle 15,30 alle 19,30 è in programma la “Festa a Villa Favard”, giocattoli di una volta, acrobazie, spazio giochi, animazione circense. Un pomeriggio comple-tamente dedicato al divertimento organizzato dal Quartiere 2. Molti gli spettacoli in calenda-rio: le acrobazie aeree e i mimi di Elirudyzuli dal titolo “Destinazione Luna”, un incredibile viaggio immaginario; giochi e giocattoli di una volta proposti dall’associazione “Il Sicomoro”; uno spettacolo circense fra trampoli e giochi di palline dell’associazione culturale Circo tasca-bile; infi ne altro divertimento con il labirinto di fi li, la pesca nei laghetti, i tiri al bersaglio e il pupazzo mangiapalle dell’associazione dell’in-gegneria del Buon Sollazzo. Parteciperà con il suo repertorio anche un gruppo di musicisti della sede distaccata del Conservatorio statale “Cherubini”. Ingresso libero. Informazioni: 055.2767816/7836/7846.

brevi

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Page 7: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

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Page 8: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

l’inchiesta

REPORTAGE. Nei due lotti del villaggio dell’Argingrosso vivono 440 persone

Viaggio nella terra degli “zingari”

Dici campo nomadi e ti viene in mente una cartolina sporca, fatta di capanne sudicie e roulotte sgangherate. Sba-gliato, il luogo comune è da riedifica-

re daccapo. Almeno qui, a Firenze. Ore quindici di un giorno a caso. Al Poderaccio non c’è un cam-panello da suonare. Ci si arriva trotterellando su una salita che si arrampica sulla collina, volti una curva e cambi mondo. Entri in un altro, governa-to da leggi uguali e diverse da quelle del “fuori”. Il villaggio del Poderaccio (nota bene: villaggio, non campo), lotto due, comincia con un bar. Con un furgoncino attrezzato, modello lampredottaio, che vende dolciumi, salatini, specialità etniche. E alcool. Molto, troppo, alcool, a detta di chi il villaggio lo conosce bene. Passato il bar, si arri-va tra le case. Casupole, se si vuol essere fiscali. Bungalow. Tutto insomma, tranne le roulotte che uno s’immagina. In fila, a schiera, di legno. Chi ci abita, 440 persone in tutto divise nei due lot-ti, per queste case paga un affitto di dieci euro al mese. Ma questa è un’altra storia. Il Poderaccio è fatto di gente. Tanta gente: del Kosovo e della Ma-cedonia soprattutto. E la prima cosa che si nota, entrandoci, è una pioggia di bambini. Nanerottoli dagli occhi grandi, che scorrazzano da una parte all’altra, in bici o sui pattini. Giocano, come tutti i bambini del mondo, si rincorrono, si nascondono. La base dei loro giochi è una macchina abban-

donata con le ruote a terra. Si rintanano dentro, fanno cucù dai finestrini e non importa se la tap-pezzeria è una distesa di vetri. “State attenti che vi fate male alle manine” li ammonisce Giusep-pina Baffè, responsabile dell’Ufficio Immigrazio-ne del Quartiere 4. Giuseppina, detta Giusy, tra i corridoi del Poderaccio è un’istituzione. Una via di mezzo tra un’interfaccia con la pubblica ammi-nistrazione e una psicologa. Non si fanno cinque passi senza che qualcuno la fermi. “Giusy trovi un lavoro per me?”. “Giusy ma come faccio per rinnovare permesso soggiorno?”. E soprattutto, la frase più ripetuta è “Giusy, c’è problema con bagno”. I bagni sembrano essere la croce degli abitanti del Poderaccio. Il problema, spiega lei, è che gli scarichi sono comunicanti, e se qualcuno non li tratta come dovrebbe (pare che dentro ci finiscano pannoloni e scarpe) ne fanno le spese tutti. “Tutta la mattina, ho passato tutta la matti-na a pulire. No possibile Giusy”. A parlare è una donna, una madre di famiglia. “Entrate, venite a vedere”. Entriamo. Ci si levano le scarpe, per non sporcare il tappeto. Capito bene. Il luogo comune dello “zingaro sporco” in questo caso si sbriciola alla svelta. E’ tutto in ordine, le pareti piastrellate luccicano, non c’è una cosa fuori posto. Accanto a questa mamma kosovara, c’è il capofamiglia e un ragazzo adolescente. “Vieni guarda mia camera”. E’ minuscola, un divanetto e una scrivania. Ma anche un televisore, un computer e uno stereo. “E’ piccola, ma non ti manca niente”. Il ragazzo quasi si risente. “Guarda che io lavoro”. Ci si siede in-

torno a un tavolo e si beve un caffè. In questa casa lavorano tutti, ma la crisi fa paura anche qui, e la mamma cerca rassicurazioni da Giusy, ha paura di essere licenziata. Un copione simile si ripete nella casetta davanti, ordinata e pulita alla stessa maniera. Anche qui gli adulti lavorano e i bimbi vanno a scuola. I lavoratori al Poderaccio sono tanti. Certo, camminando in giro per il villaggio scopri che Tizio aspetta un processo, Caio è in carcere per spaccio. L’occhio cade anche su un paio di Mercedes fiammanti, e viene da chiedersi da dove arrivi cotanta ricchezza. “Appartengono a famiglie di lavoratori”, taglia corto Giuseppi-na Baffè. Posta questa contraddizione, resta un dato: visti da qui, quelli che chiamiamo zingari non fanno paura. Anche se, fuori le cose stanno in un’altra maniera e i residenti della zona si lamen-tano. Piuttosto sono certe loro dinamiche interne a spaventare un po’. Come la prassi delle spose bambine, il mercimonio di giovanissime vendu-te alla famiglia del futuro sposo. Spesso arrivano da altri campi, ancora rigorosamente minorenni. E al Poderaccio, racconta Giuseppina Baffè, tra-scorrono lunghi mesi nell’ombra, nella casa dei suoceri, quasi recluse. “Solo quando partorisco-no in ospedale diventano ‘visibili’, anche se noi le segnaliamo subito”. Eppure tecnicamente si tratta di minori non accompagnate, “e proprio per questo - conclude la responsabile dell’Ufficio immigrazione- occorrerebbe maggior attenzione, andrebbe attivato subito l’iter previsto dalla legge per tutelarle”.

Giulia Righi

Le casette di legno hanno poco a che vedere con le roulotte sgangherate

del nostro immaginario, i bimbi scorrazzano negli spiazzi e molti degli adulti lavorano.

Certo, le contraddizioni ci sono. Ma tanti luoghi comuni si sbriciolano in poche ore

Uno scorcio del lotto 2

Firenze è terza fra le grandi città italiane quanto a “percezione di

sicurezza” da parte dei suoi abitanti. A raccontarlo è una ricerca sulla per-cezione dell’insicurezza fra i cittadi-ni, realizzata a gennaio e presentata da poco da Anci-Cittalia a Novara. Secondo questo dossier il 62 per cen-to dei fiorentini considera la sua città “molto o abbastanza sicura”. La per-centuale per questo parametro è più alta solo a Venezia (81 per cento) e a Cagliari (77 per cento), mentre sot-to di noi s’incontra Genova (55 per cento), Milano (52 per cento), Torino e Bologna (51 per cento), Roma (45 per cento), Bari (38 per cento), Pa-lermo (30 per cento). A chiudere la lista ci pensa Napoli, dove a sentirsi sicuro è il 9 per cento dei residenti. Ad alimentare il senso di insicurezza per gli abitanti di Firenze concorro-no: la mancanza o la precarietà del lavoro, la scarsa efficacia della giu-stizia, l’aumento delle diseguaglian-ze e la crisi economica. Ancora, per i fiorentini, i fattori che fanno ritenere un luogo insicuro sono soprattutto lo spaccio di droga, il pericolo di fur-ti e scippi e l’alta concentrazione di immigrati. Curiosa la classifica dei posti e delle situazioni che invece fanno sentire tranquilli: Firenze al

primo posto mette “quando si va a fare la spesa” (7,2), seguito dai “cen-tri commerciali (6,9) e da “quando si cammina per le vie del centro” (6,6). Quanto alla geografia della sicurezza, il 52 per cento dei fioren-tini considera la propria città sicura “nella maggior parte dei luoghi”. Il 66 per cento ritiene il proprio quar-tiere “molto o abbastanza sicuro”, mentre il 34 per cento “poco sicuro”. Ma come sono cambiate le cose nel tempo? Il 54 per cento degli abitanti di Firenze pensa che il suo quartiere sia sicuro allo stesso modo, mentre guardando al futuro, il 48 per cento pensa che il problema sicurezza di-venterà più acuto.

Il 62% degli abitanti si sente tranquillo

Firenze? Terza in sicurezza

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PRIMA DOPO

Page 9: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

l’inchiesta

La comunità rumena è la più numerosaPOPOLI. Dei 7.641 stranieri Ue residenti a Firenze, 4.453 provengono dalla Romania

Ogni giorno la parola “rumeno” viaggia di bocca in bocca per tutta Firenze, por-tando con sé decine di significati, quasi sempre negativi: “zingaro”, “rom”, “la-

dro”, “furfante”, “stupratore”, queste sono le princi-pali connotazioni del termine. Ma, al di là della con-fusione linguistica e della facilità con cui si radica lo stereotipo, sarebbe utile, una volta per tutte, capire davvero chi sono i rumeni, cosa fanno e soprattutto se sono pericolosi così come li descrive la cronaca locale. Per imparare qualcosa in più, bisogna partire da un presupposto fondamentale: dal 2007 la Roma-nia fa parte dell’ Unione Europea e questo significa che i rumeni possono muoversi liberamente nel no-stro Paese. Passiamo adesso ai numeri: i residenti rumeni a Firenze rappresentano, da soli, oltre il 50% della popo-lazione comunitaria immigra-ta. Si considera quindi che dei 7.641 stranieri dell’Ue, 4.453 siano rumeni. La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli anni novanta e le statistiche ri-portano dati di immigrazione in crescita costante. Si tratta di centinaia di persone, regolari, che abitano accanto a noi e che passano per lo più inosservate, almeno finché qualche spiacevole fatto di cronaca, che sia un furto o uno stupro, non le mette tutte sotto accusa. Immaginare cosa fanno i rumeni per gua-

dagnarsi il pane quotidiano non è poi così difficile. Nonostante in molti abbiano in mano un diploma ed alcuni anche una laurea (circa il 10,1 per cento), i più intraprendono quei lavori che noi abbiamo da tempo “abbandonato”: di buon grado si reinventa-no muratori, imbianchini, operai, badanti, segretari, camerieri e si adattano bene a qualunque mestiere. La loro distribuzione sul territorio, secondo gli stu-di condotti dal Comune, appare piuttosto uniforme, anche se sembra interessare soprattutto i quartieri 1 e 5 ed in particolar modo l’area di Careggi. Una presenza consistente è visibile anche nelle zone di viale dei Mille, piazza Oberdan, via Faentina, Cure, San Salvi, Bellariva, e nel quartiere 4 verso l’Isolot-to Sud, Legnaia e Ponticelli. Meno coinvolto invece

il quartiere 3. Ad ogni modo, tra-lasciando per un momento i dati, quel che emerge è il ritratto di una comunità vasta, volenterosa, abbastanza bene inserita, ma che fatica a farsi accettare. I fiorenti-ni infatti la temono nella maniera

più assoluta ed i casi di delinquenza riportati dalla cronaca locale di certo non favoriscono il clima di indulgenza. Inutile negarlo, sotto gli occhi di tutti si profila l’enorme difficoltà di convivenza tra culture diverse. Ed il trucco per non farsi prendere dall’in-tolleranza resta sempre lo stesso: non confondere la delinquenza di uno, con l’innocenza di altri.

Simele Kruklidis

La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli

anni novanta, e le statistiche riportano dati di immigrazione in crescita,

con una distribuzione sul territorio fiorentino piuttosto uniforme

In molti hanno il diploma,il 10 per cento la laurea, ma si adattanoa qualsiasi mestiere

L’INTERVISTA

Dall’Ufficio Immigrazione, noto crocevia di stranieri, Fabio

Bracci esprime il suo punto di vista sulla presenza della comunità rume-na a Firenze.Di rumeni si parla tanto, ma in pochi hanno le idee chiare. Perché accade?Il problema è che da qualche anno oramai si è venuto a creare, a Firenze come nel resto d’Italia, un clima di diffidenza e paura che rende difficile l’inserimento degli stranieri. Senza alcun dubbio i media hanno contri-buito in manie-ra decisiva a costruire que-sta immagine distorta, che non ha nulla a che vedere con la realtà. Non è corretto infatti pensare che una comunità possa essere più o meno pericolosa di un’altra.Si tratta di un vero e proprio clima di pressione sociale?Molti rumeni da anni abitano nella nostra città, lavorano regolarmente e, nonostante ciò, continuano a subi-re una forte discriminazione sociale. Loro lo percepiscono e ne devono

subire l’offesa. Credo che questa “stigmatizzazione” sia del tutto in-giustificata, soprattutto perché spesso influisce in maniera negativa sulle persone oneste e sulla loro qualità di vita. Non bisogna mai generalizzare o attribuire la colpa di un crimine ad un’intera comunità: sarebbe un at-teggiamento superficiale e sbagliato, dettato non di rado dall’ignoranza in materia.Chi sono allora i rumeni?I rumeni sono cittadini europei ed in quanto tali posseggono uno sta-

tus civile che dovrebbe tu-telarli da ogni tentativo di emarginazione sociale. A mio parere dun-que, la loro unica sfortuna è stata quella

di essere costretti ad emigrare in un momento storico e sociale delicato, disagevole. A tal proposito, il report sull’immigrazione da noi pubblicato qualche tempo fa, rappresenta per Firenze un importante strumento di conoscenza, utile per aiutare i citta-dini a creare una comunità più coesa e solidale.

Parla Fabio Bracci, Ufficio Immigrazione

“Stigmatizzazione ingiustificata”

/S.K.

I rumeni sono cittadinieuropei ed in quanto taliposseggono uno statuscivile che dovrebbe tutelarli da ogni tentativo di emarginazione sociale

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Page 10: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

CRISI/1. I sindacati calcolano che ci siano 40mila toscani a rischio licenziamento

Quelli che... il lavoro non lo hanno più

Licenziati, non confermati, cassain-tegrati o in mobilità. Se il futuro nel mondo del lavoro non è mai stato così grigio e nebuloso, il pre-

sente non è certo roseo. Lo spettro della crisi è diventato una realtà anche a Firenze, tra-volgendo i lavoratori. A partire dagli atipici, la bufera si è abbattuta anche su coloro che pensavano di avere un posto sicuro, a tempo indeterminato. Se alla fine dell’anno scorso le aziende toscane in serie difficoltà erano circa 660, all’inizio del 2009 la cifra era già salita a 791. Paragonando invece il primo bimestre del 2009 con quello dell’anno scorso si sco-pre che le ore di cassa integrazione sono lie-vitate da 315 mila circa a oltre 440 mila. E le previsioni per i prossimi mesi non fanno ben sperare. Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allar-me all’unisono: secondo le stime dei sindacati sarebbero 40 mila i toscani a rischio licenzia-mento per i quali non si prospetta la possibilità di accedere alla cassa integrazione. A risentire maggiormente del crollo economico-finanzia-rio sono stati finora i settori del tessile, del-l’abbigliamento e delle calzature, già da tem-po insidiati dalla concorrenza straniera. Solo nella provincia fiorentina sono 4.500 i cas-saintegrati provenienti dal mondo della pellet-teria e della moda. Non va meglio al comparto meccanico. Difficile sostenere che la crisi se

la inventano i giornali quando le aziende sotto casa iniziano a chiudere i battenti. Succede a Novoli, dove la Pam manda a casa tutti e 20 i dipendenti, o a Scandicci, dove la Enseco di-chiara fallimento e lascia a piedi 36 persone. Il calo del turismo, poi, ha già cominciato a mie-tere vittime nel settore dell’accoglienza, come dimostra il licenziamento di 45 dipendenti di Excelsior e Grand Hotel. E nel frattempo la fila davanti agli sportelli dei centri per l’im-piego si allunga. Non più soltanto giovani che si affacciano al mondo del lavoro o donne de-siderose di reinserirsi dopo la maternità, ma persone di tutte le età, dal ragazzo al padre di famiglia. Sempre più spesso si tratta di per-sone altamente qualificate, con un’esperienza consistente alle spalle. E progetti futuri che scricchiolano sotto il peso di un presente fatto di incertezze, promesse e risposte date a mez-za bocca. “Bisogna fare di tutto per evitare il licenziamento – afferma Mauro Fuso, segre-tario della Cgil Firenze – fare in modo di te-nere i dipendenti legati all’azienda, attraverso la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, così che possano più facilmente reinserirsi una volta passato il momento peggiore della crisi. Ma non solo, è necessario sostenere il reddito, anche attraverso sgravi fiscali”. Il dialogo con le istituzioni locali, da questo punto di vista, è già stato avviato.

Francesca Puliti

dossier

Quasi 20 anni di lavoro nello stesso alber-go, poi un giorno ti ritrovi a ricominciare

tutto daccapo. Questa la storia di Abdulaye, in Italia dal 1981, impiegato all’Hotel Ambascia-tori come facchino dall’88. “I problemi sono cominciati quando, per tagliare sui costi, è stato deciso di terziarizzare tutto il personale dandolo in gestione a una cooperativa – rac-conta – Un passaggio che non mi sono sentito di accettare, perché non mi offriva le stesse garanzie del mio vecchio contratto. Così ho perso il posto”. Considerato il calo del turi-smo, la ricerca di un altro impiego nel settore si presenta tutt’altro che facile. Dallo scorso dicembre Abdulaye tira avanti con l’assegno di disoccupazione, ma rimane ottimista. “La crisi c’è, ma fortunatamente ci avviamo verso l’alta stagione. Non credo che il contratto a tempo indeterminato sia un sogno irraggiungibile”.

“Dopo quasi 20 anni ricomincio daccapo”

ABDULAYE, FACCHINO

Che l’azienda stava per essere messa in liquidazione i dipendenti dell’Enseco,

società di ingegneria meccanica e di servizi tecnici per le industrie metal-meccaniche, l’hanno saputo a gennaio, nonostante la de-cisione fosse stata presa un mese prima. Fino all’ultimo hanno sperato che potesse essere acquisita. Poi la dichiarazione di fallimento e i libri in tribunale. “Siamo in un limbo, non ancora licenziati, né messi in mobilità, perciò non possiamo neanche accedere all’assegno di disoccupazione – racconta Gianni, 31 anni di cui 11 anni passati all’Enseco nel settore della progettazione – Siamo tutti giovani e altamen-te specializzati, ma ci vengono offerti soltanto contratti a progetto o ci viene chiesto di aprire una partita Iva”. Un passo indietro difficile da accettare per chi ha il matrimonio alle porte, tra un mesetto, e un mutuo già sulle spalle.

“Siamo tutti ancora sospesi in un limbo”

GIANNI, PROGETTISTA

Tagli trasversali al personale, all’interno del-la CommProve, società che da anni opera

nella telefonia mobile producendo sistemi hardware e software. Diciassette le vittime del ridimensionamento aziendale, spiegano dal-la Cgil, a seguito del calo delle vendite. Tutte professionalità medio-alte, lavoratori cresciuti all’interno dell’azienda, per cui si preannun-cia adesso la cassa integrazione straordinaria: “Con la speranza di riprenderci il nostro posto di lavoro, una volta superato il periodo più buio della crisi – auspica Luca, 9 anni di espe-rienza maturati in CommProve, praticamente da quando è stata fondata – Questa è l’unica società di questo tipo in Toscana. La sola alter-nativa che avremmo sarebbe spostarci, lasciare tutto e cercare un altro impiego nel Nord-Ita-lia. Scelta non facile per chi, come me, ha qui gli affetti e una casa appena comprata”.

“La paura è di dovermitrasferire al nord”

LUCA, TECNICO

Ventinove anni e una collezione di contrat-ti a tempo determinato. L’ultimo è scadu-

to alla fine di febbraio, per Serena. Il nome è di fantasia, ma la storia è vera e purtroppo ris-pecchia quella di molte altre ragazze come lei. Dopo un anno come commessa in una pro-fumeria di una grande catena, il trattamento di fine rapporto. Senza appelli. “Ho sperato fino all’ultimo di essere riconfermata – rac-conta – invece niente da fare. Anche un’altra collega ha il contratto in scadenza e con tutta probabilità non sarà richiamata”. E adesso che si fa? “Si ricomincia facendo il giro delle agen-zie interinali. La richiesta però non è molta e oltretutto la mia età comincia già ad essere un ostacolo: non rientrando più nella fascia inte-ressata dall’apprendistato risulto meno appe-tibile per i datori di lavoro, nonostante abbia una discreta esperienza in questo campo”.

“29 anni: la mia età è già un ostacolo”

SERENA, COMMESSA

10 Aprile 2009

992414

Page 11: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

E le italiane tornano a fare le badantiCRISI/2. Non sono più solo le straniere ad accettare questo tipo di lavoro

Serena Wiedenstritt

Iportali di annunci sono un buon indicatore. Da tempo non si trovavano fra le richieste di la-voro le parole “signora italiana” e “badante” o “colf” nella stessa frase. Complice la crisi, in-

vece, oggi, basta una scorsa ai siti più frequentati per scoprire fra tante offerte di ragazze e donne ucraine, rumene e georgiane, un’abbondanza di annunci che suonano come questi due: “Signora 60enne italiana diplomata referenziata cerca lavoro come badante a persona sola con vitto alloggio stipendio massima serietà”, oppure “Signora italiana referenziata, auto munita, abile in cucina e piccoli lavori di sartoria cerca a Firenze lavoro come baby sitter, badante, colf”. Se-guono indirizzi di posta elet-tronica e numeri di telefono. Non sono quindi signore ita-liane alla ricerca di un lavoro qualsiasi, ma che tendono a precisare la necessità di uno stipendio (qualcuno tenterà di assumere badanti promettendo solo vitto ed alloggio?) e le competen-ze, come il saper fare lavori di sartoria che in tempo di crisi non qualificano più. La stessa percezione di una crisi che non guarda in faccia nessuno viene fuo-ri dalle risposte di chi è impiegato nei centri che si occupano di lavoro interinale, che a loro volta sono lavoratori che a causa del sempre minor numero di aziende che cercano personale rischiano a breve di perdere il loro impiego. Raccontano da un’agenzia che si trova a due passi da piazza della Libertà:“Data

la tremenda crisi che stiamo vivendo, quasi tutti (lau-reati e non) si adattano a far tutto, nella speranza che in futuro la situazione possa migliorare e si possa valutare qualche lavoro più consono ai propri studi”. Continuano dall’agenzia: “Qualche extracomunita-rio ritorna a casa perché non ce la fa più a vivere nel nostro paese e si vedono sempre più donne italiane e disperate che si adattano davvero a tutto”. Non si adatta proprio a tutto, ma sicuramente è disposta a scendere a compromessi con la sua storia, la sua for-mazione e soprattutto le sue aspirazioni V.P., trenta-trè anni compiuti da poco e un pensiero fisso: come

arrivare alla fine del mese. Per anni ha combinato studi e la-voretti: “Lavoro da quando ho finito il liceo, come commessa per i saldi estivi, piuttosto che come hostess per convegni”.

Si è laureata in Scienze Politiche e ha fatto anche un semestre in Erasmus, voleva rimanere nell’ambiente accademico, però i fatti l’hanno costretta a cambia-re idea. Ha fatto qualche stage non remunerato e ha avuto contratti dai tre ai sei mesi, tutti per sostituzio-ni. Oggi quando porta i curriculum alle agenzie inte-rinali non perde tempo a spiegare la sue competenze e chiede “un lavoro qualsiasi, va benissimo un call center e non importano i turni”. Se fra due mesi non avrà trovato niente, però, anche lei si adatterà “a fare da dama di compagnia a qualche nonnetta. No, non voglio dire badante”.

I giovani laureati si trascinanotra uno stage non pagatoe contratti di tre mesi

Dalle agenzie interinali spiegano che oramai “tutti accettano tutto”

e si adattano a mestieri diversi. Qualche extracomunitario rimpatria,

e con una laurea in tasca ci si accontenta di un lavoro al call center

dossier 11

L’avvocato Aldo Fittante risponde

Sono titolare di un’azienda toscana i cui prodotti, interamente realizzati in Italia, riscuotono un notevole successo. Constatando che nel mercato vengono sempre più spesso off erti prodotti recanti l’etichetta “Made in Italy” la cui realizzazione è però riconducibile al nostro Paese solo in misura ridotta se non nulla, sono a chiederle delucidazioni in ordine alla regola-mentazione giuridica dell’utilizzo di tale marchio.

Gentile lettore, il tema che mi richiede di approfondire è di estrema attualità e coinvolge da vicino l’oggetto del Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze nell’ambito del quale sono docente in Diritti d’Autore. Il Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Ateneo fi orentino, istituito con la consapevolezza che Firenze e la Toscana rappresentino l’origine della moda del brand e del design – come da sempre sostenuto dal Prof. Massimo Ruffi lli e dal Presidente Prof. Vincenzo Legnante – off re un percorso formativo completo per coloro che vogliano intraprendere la professione di designer. In quest’ottica il problema della tutela del Made in Italy non può non costituire un focus nell’ambito della formazione degli studenti.L’espressione anglosassone “Made in Italy” identifi ca tradizionalmente il prestigio della produzione artigianale ed industriale italiana, ed un conseguente primato dei nostri prodotti nella competizione commerciale internazionale. È chiaro a tutti infatti che l’utilizzazione di questo marchio induce nel consumatore una garanzia di qualità, creatività, stile e design tale da costituire un valore aggiunto in termini di vantaggio concorrenziale delle nostre imprese nella competizione globale.È anche vero però che spesso il valore suggestivo che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare può prestarsi a forme di abuso dannose sia per il consumatore sia, a ben guardare, per le imprese che di esso si avvalgono nel pieno rispetto delle regole del gioco.Infatti, riferendomi alla nostra realtà economica, è un dato di fatto la tendenza soprattutto della grande impresa a competere nel mercato globalizzato trasferendo parte della propria produzione al di fuori del nostro Paese, usufruendo di un sensibile vantaggio soprattutto in termini di costo del lavoro. Ne deriva per il consumatore il concreto rischio di fare affi damento sulle qualità che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare, acquistando però un prodotto nel quale il contributo apportato in termini di realizzazione dal nostro Paese è davvero modesto.In controtendenza invece le piccole e medie imprese italiane che, non disponendo della stessa facilità di reperire risorse, non sono in grado con la stessa facilità di esternalizzare

la propria produzione e, dovendo sopportare costi produttivi più elevati, si trovano in una situazione concorrenzialmente svantaggiata.Facile comprendere le ragioni per le quali da un lato le grandi imprese hanno interesse a che prevalga una regolamentazione giuridica dell’uso del marchio “Made in Italy” meno restritti-va e, viceversa, le piccole e medie imprese sono favorevoli ad una disciplina maggiormente rigorosa.Un problema a ben guardare di politica economica prima ancora che strettamente giuridico.Sotto quest’ultimo profi lo mi preme comunque segnalare che l’intervento recente maggior-mente rilevante in materia si è avuto con la fi nanziaria del 2003, quando il nostro Legislatore ha deciso di rendere maggiormente incisiva la tutela penale del cd. “Made in Italy”. Modi-fi cando l’art. 517 c.p., concernente la “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”, si è provveduto ad includere nella condotta sanzionata dalla riferita norma penale incriminatrice anche la stampigliatura “Made in Italy” su prodotti e merci non originari del nostro Paese nonché l’uso, anche se accompagnato dalla specifi cazione dell’origine o della provenienza estera del prodotto, di segni, fi gure, o quant’altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana. Si pensi al caso, tutt’altro che infrequente, in cui nell’etichetta di un determinato prodotto non realizzato in Italia, accanto ad una indicazione inerente la reale origine del medesimo, si accompagni un riquadro recante la dicitura “Italy” o i colori della bandiera italiana. Se l’intervento in questione, ed altri successivi, si mostravano astrattamente idonei ad off rire una maggiore tutela, nell’applicazione concreta che della norma ha fatto la giurisprudenza ne è derivato tuttavia un notevole svuotamento di contenuto. Mi riferisco a pronunce, anche recenti, della Corte di Cassazione nelle quali i giudici italiani hanno mostrato di accogliere un orientamento particolarmente restrittivo dell’art. 517 c.p., privilegiando l’accezione di “pro-venienza giuridica” rispetto a quella di provenienza materiale o geografi ca del prodotto. In altre parole si è ritenuto che relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affi dabilità tecnica del produttore, per origine o provenienza del prodotto debba intendersi la sua origine imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economica e tecnica del processo produttivo: ne deriva la possibilità che l’imprenditore affi di a terzi l’incarico di produrre materialmente un prodotto secondo le linee guida da lui stabilite, per poi apporvi regolarmente il proprio marchio.Di segno opposto tuttavia le recentissime novità che, ancora allo studio del Parlamento, si candidano a soddisfare le istanze di una regolamentazione più rigorosa e restrittiva dell’uso

del marchio “Made in Italy”. In particolare nell’ambito del disegno di legge n. 1441 ter (A.S. n. 1195 al Senato) si prevede un interessante emendamento specifi camente dedicato alla materia. Si tratta dell’art. 11 bis del riferito A.S. nel quale si specifi ca che un prodotto possa essere messo in commercio con la stampigliatura Made in Italy, solo qualora la sua produzione sia avvenuta esclusivamente o principalmente in Italia, e almeno il 70% dei relativi costi di manifattura siano imputabili a fasi di lavorazione avvenute in Italia. Alla proposta si accompagna anche la previsione dell’obbligo dei produttori di indicare in apposita etichetta, da accompagnare al marchio Made in Italy, la fi liera produttiva del manufatto relativamente al suo ciclo di produzione, specifi cando per ogni fase di lavorazione i Paesi che hanno contribuito alla sua realizzazione.Se la modifi ca dovesse essere licenziata dal Parlamento, ma allo stato i relativi lavori parlamentari sono ancora in itinere, ne deriverebbe un notevole raff orzamento in termini di garanzia sia dell’affi damento che il consumatore ripone nel marchio “Made in Italy” sia della tutela del medesimo come strumento di vantaggio competitivo delle nostre imprese soprattutto piccole e medie – fi ore all’occhiello della nostra economia – nell’agone del mercato globale.

Prof. Avv. Aldo FittantePer contattare il Legale:Posta elettronica: fi [email protected]: 055 2337651 • fax 055 2306552

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A cura del Prof. Avv. Aldo Fittante

Page 12: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

C’è chi li chiama as-sistenti civici, chi volontari della sicu-rezza, chi sentinel-

le, chi presidi di cittadinanza attiva. E c’è chi le chiama, per comodità o convinzione, ronde. Quale che sia la forma espressiva preferita il contenuto resta lo stesso: uomini e donne animati da senso civico e ar-mati esclusivamente di telefonino e blocco notes, impegnati a pattuglia-re il territorio cittadino e segnalare alle forze dell’ordine possibili si-tuazioni di pericolo. Un fenomeno già presente in alcune città d’Italia che il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha cercato di regolamentare nel recente “decreto sicurezza”: sì alle ronde, purché agiscano sotto il coordinamento dei Comuni e sotto la responsabilità del Prefetto. Una decisione che ha spaccato l’opi-nione pubblica e la classe politica, a Firenze come altrove: c’è chi le invoca e chi le condanna. Posizione, quest’ultima, assunta da sempre da Palazzo Vecchio. E dire che Firenze le sue “ronde” le ha avute, e le ha tuttora. Tutte o quasi ideate dall’as-sessore alla sicurezza sociale Gra-ziano Cioni. Dapprima le sentinelle: un esercito di 600 pensionati senza divisa chiamati a segnalare alla po-lizia municipale situazioni di de-grado. Dopo di loro è stata la volta, l’estate scorsa, degli “Angeli neri” (a piedi o sull’autobus), mediatori culturali, secondo la dizione ufficia-le, chiamati (non a titolo gratuito) a dissuadere il fenomeno dell’abusi-vismo commerciale con le sole armi della parola e del dialogo. E come non citare gli steward davanti ai lo-cali notturni, incaricati di preservare dagli schiamazzi la tranquillità dei residenti. Iniziative a cui solo per semplicità pare possibile assegnare l’etichetta di ronde. Diversamente da quanto proposto dal movimen-to giovanile di Alleanza nazionale, che ha offerto la sua collaborazione alla polizia in funzione di presidio del territorio: ragazzi e ragazze con casacchine fluorescenti e telefonini. Una proposta abortita sul nascere per evitare il rischio di scontri tra “rondisti” e “antirondisti”: un para-dosso, già verificatosi in altre città, che ha visto le forze dell’ordine di-stolte dal pattugliamento ordinario e chiamate a garantire la sicurezza degli stessi aspiranti collaboratori degli uomini in divisa. A chiarire la situazione fiorentina ci ha pensato infine il Questore Francesco Ta-gliente: sua la proposta di un “mo-dello Firenze” che vede coinvolti commercianti, tassisti, autisti degli autobus. Persone che per lavoro vi-

In città varie sperimentazioni per pattugliare il territorio “pacificamente”:

dalle sentinelle cioniane agli angeli neri, fino agli steward fuori dai locali.

Tutte iniziative portate avanti senza l’uso di armi e affidate al senso civico dei cittadini

SICUREZZA. Il questore Tagliente punta sulla collaborazione di commercianti, tassisti e autisti

Ronde? No. Qui c’è il “modello Firenze”

attualità

Lorenzo Salusest

vono la città chiamati a svolgere la funzione di avamposti per la sicu-rezza, in collaborazione con le forze dell’ordine. E infine i semplici cit-tadini. La città alle otto di sera tira giù la saracinesca, lasciando le sue vie e le sue piazze in balia del buio e del degrado. Tornare a far vivere la notte, riportando i fiorentini nelle strade di Firenze potrebbe essere la soluzione migliore.

Niente di nuovo sul fronte sicurezza. O almeno su

quello relativo alle cosiddette ronde, le associazioni di cit-tadini incaricati di segnalare casi di disagio sociale o di po-tenziale pericolo. Nonostante la discussione intorno al tema sia animata già da tempo tutto è ancora in stand by: allo stato attuale nessuna forma di “si-curezza partecipata”, estranea all’operato delle forze dell’or-dine, pare essere autorizzata. Una fase di stallo tecnico che tuttavia potrebbe terminare a breve. Il decreto che contiene il piano straordinario di controllo del territorio, approvato lo scor-so 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri, deve essere ancora convertito in legge. Da allora il ministro dell’Interno avrà 60 giorni per emanare un ulteriore decreto che determini gli ambi-ti operativi delle associazioni, i requisiti per la loro iscrizione in appositi albi e le modalità di tenuta di questi ultimi. In attesa di queste indicazioni pratiche la parola d’ordine sembra essere cautela: “E’ prematura al mo-mento ogni iniziativa operativa sul territorio con l’impiego di sentinelle o il coinvolgimento di associazioni di categoria riguar-do a una questione ancora al-l’attenzione del Governo”, ebbe a dire il Prefetto di Firenze An-drea De Martino, all’indomani dell’approvazione del “decreto sicurezza”. Proprio alle strutture prefettizie il Governo ha affidato il compito di conservare e gesti-re gli albi delle associazioni dei volontari della sicurezza. Ma fintantoché il Viminale non avrà chiarito anche i dettagli attuativi e emanato le direttive tecniche, confermano dagli uffici della Prefettura, nessun elenco potrà essere creato e nessun gruppo di volontari potrà candidarsi a svolgere la funzione di sorve-glianza del territorio fiorentino in collaborazione con le forze dell’ordine.

La prefettura attende direttive dal Viminale

“Per ora tutto in stand by”

FOCUS

/L.S.

12 Aprile 2009

A CURA DEL DOTT. GIUSEPPE GARRUBBACari lettori questa settimana vorrei trattareun argomento che ritengo di elevato interesse e del quale, probabilmente, sapete molto poco.Come scrissi nella rubrica del mese passatoavrei parlato della pulizia professionale. Questa operazione si fa dal dentistaalmeno una volta all’anno come integrazionealla pulizia giornaliera con lo spazzolino. Molti di voi ne conoscono l’importanza emolti altri magari si chiederanno: perchéfarsi pulire i denti dal dentista dopo tutto lospazzolamento giornaliero? La pulizia professionale, sostanzialmente si componedi ablazione del tartaro, curetage, smacchiamento dei denti ed eventualmenteterapia laser per eliminare i batteri. Questeoperazioni servono a rimuovere tutta laplacca ed il tartaro accumulatisi nel tempo.È soprattutto importante per eliminare il tartaro (deposito calcareo) sia nella parteesposta del dente che in quella sotto lagengiva. -L’ablazione si pratica con gli ultrasuoni,uno strumento che per mezzo di vibrazionifrantuma il tartaro, permettendone la rimozione.-Il curetage si pratica con dei ferretti appositi (curette) con unaparte terminale a cucchiaio che permettono di rimuovere,manualmente, i depositi di tartaro e placca che si sono insinuati

tra gengiva e dente. Questa condizione è la piùrischiosa: quando la gengiva si infiamma,scollandosi dal dente si creano degli spazi,in gergo chiamati tasche, dove si accumula-no placca e tartaro. Questo dà luogo a unprocesso irreversibile naturalmente cheporta ad un progressivo peggioramento conun accentuarsi della profondità della tasca.È importante la pulizia professionale perché se si trascura tutto questo l’osso siriassorbirà con conseguente vacillamentodei denti (piorrea). In presenza di tale malat-tia delle gengive è consigliabile sottoporsialla pulizia professionale anche più volte durante l’anno per stabilizzare la situazione. -Lo smacchiamento, operazione che permette,per mezzo di una macchina che spruzza unasoluzione di portare via le macchie dallasuperficie dei denti (altra cosa è lo sbiancamentodei denti che non rientra nella pulizia, maserve a modificare il colore del dente).-La terapia laser non fa parte della puliziavera e propria ma può completarla qualoravi fosse una infiammazione o infezione dellegengive. Passando la fibra ottica laser sulbordo della gengiva si uccidono i batteri che

vi si trovano permettendone la guarigione. Questa della pulizia è un’ottima abitudine che ci permetterà diconservare i nostri denti. Ricordatelo!

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Se gli italiani sono un popolo di poeti, san-ti e navigatori, quando si parla di toscani sarebbe bene aggiungere anche la cate-goria degli attori. Sì, perché gli abitanti

del granducato si dilettano da tempo a vestire i panni di nobili e poveracci, giullari, studentelli e imprenditori pur di guadagnarsi le luci della ribalta. Sono tanti gli esempi di ragazzi normali diventati nel corso della vita dei veri e propri per-sonaggi, famosi al grande pubblico. Molti grazie alla comicità, altri grazie ad una recitazione seria e composta. Basti citare Roberto Benigni e Paolo Poli. Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Oppure Francesco Nuti e Alessandro Benvenu-ti, fino a quel nugolo di professionisti giovani e meno giovani che “abitano” palcoscenici impor-tanti e teatri di periferia. Ma cosa fa la Toscana per aiutare gli aspiranti divi a diventare degli at-tori con la “a” maiuscola? Poco, perché evidente-mente Firenze non è Cinecittà, ma abbastanza per dare libero sfogo alle passioni dei novelli Rodolfo Valentino. La Toscana Film Commission è la pri-ma e più attiva realtà nel settore, che promuove e sostiene le produzioni che vengono realizzate nei quattro angoli della regione e pubblica on line bandi e informazioni riguardanti corsi, casting e derivati. In questo periodo, chi volesse cimentar-si nei panni dell’attore, trova pubblicato sul sito (www.mediatecatoscana.it) il bando di Albatros Pictures che cerca attori e attrici per la realizza-zione di “Elena prigioniera dell’indifferenza”, un lungometraggio indipendente firmato da Raffaele Angiolillo. E’ la storia di una donna e dei suoi amori, dilaniati dagli eventi, dalla malattia e da “tangentopoli”. Le riprese sono previste per il prossimo mese di maggio tra Firenze e Prato e la candidatura va mandata entro il 15 aprile. Per

chi invece ha voglia di capire come funziona un set, ma senza pretendere di trasformarlo in una fonte di guadagno, ci sono gli organizzatori del film “Summer Campus” – altra pellicola che ver-rà girata nella provincia di Firenze – che cercano volontari a cui assegnare diversi compiti. Per chi invece fa sul serio, ed ha aspirazioni da regista, non mancano i concorsi. E’ dedicato agli univer-sitari il concorso “Universo-corto”, una selezione di cortometraggi e documentari riservato a stu-denti italiani e stranieri iscritti a corsi di specializ-zazione post lauream (Scadenza per la consegna: 30 maggio) e per rimanere in tema, c’è il “Corto fiction Chianciano terme”, quest’anno dedicato al tema “Corpo, anima, spirito, Dio”. Chi invece pensa di essere più tagliato per la composizione, può prendere parte a “Film video Montecatini 2009”, che mette in palio due soggiorni nella cit-tadina termale per chi realizzerà la più bella sigla per il festival. E per finire, se è l’animazione, la passione che anima la fantasia di qualcuno, c’è pronto un personaggio da realizzare: si chiama “Toni Respiro” e dovrebbe diventare la mascotte del prossimo festival Italia Wave di Livorno. Altro capitolo è quello che riguarda le scuole. Perché per ogni temerario che si precipita sul palco, c’è qualcun altro che studia con metodo costruendosi una professione. Anche da questa punto di vista, la città non è sguarnita. Basta fare un giro nella rete per trovarne diverse: dalla “Scuola nazionale di cinema indipendente” all’istituto “Immagina”, fino a corsi organizzati dalle associazioni più di-verse. E allora… ciak, si gira!

costume

FILM. L’industria cinematografica si diffonde a macchia d’olio. Tra nuovi e vecchi attori

Cinema, tutta la Toscana in un “ciak”Caterina Gentileschi

Sempre più dilagante la passione per il palcoscenico. Aumentano a vista d’occhio le

persone desiderose di mettere in pratica l’arte della recitazione. Ma quante sono le

opportunità? Pur non brillando, Firenze presenta un’offerta variegata e divertente

14 Aprile 2009

www.renzi2009.it - www.matteorenzi.it

È primavera,Firenze.

www.renzi2009.it - www.matteorenzi.itMatteo Renzi Sindaco

Page 15: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

LA LEGGE 194 CHE REGOLAMENTA L’ABORTO DEVE ESSERE CANCELLATA?Il sondaggio è stato effettuato tramite il sito internet www.ilreporter.it,

una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail [email protected]. Totale votanti:1364; Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 783 (57,40%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 483 (35,41%); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 98 (7,19%); Sondag-gio tramite www.ilreporter.it: 876 (64,22); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 503(57,42%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 309 (35,27); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azio-ne: 64 (7,30); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votanti: 276 (20,23%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 159 (57,60); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 98 (35,5); Sì, ma solo

se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 19 (6,88%); Sondaggio trami-te [email protected]: totale votanti: 212 (15,54%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 121 (57,07); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 76 (35,84); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 15 (7,07%); AVVERTENZA: I “sondaggi on line” non sono sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante del-le comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che fornisco-no non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.

Ronde dei cittadini per la sicurezza sul territorio, sei d’accordo?

Così avete risposto il mese scorso

Partecipa al sondaggioPuoi votare sul sito www.ilreporter.itoppure inviaci una mail a [email protected] telefona al numero 840.70.74.74

I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero

Il prefetto ha vietato la venditadi alcolici da asporto e di tutte le bevande in vetroin centro dalle 22 alle 3 di notte.Sei d’accordo?

1. Sì, è una misura utile contro il degrado

2. Sì, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri

3. No, non credo che serva a risolvere i problemi della città

No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te

Sì, serve un maggior controllo nelle strade

Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione7,19%

35,41%

57,40%

Page 16: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Tintinnar di catene e len-zuola bianche che svo-lazzano in bui corridoi? Macché, i fantasmi di

casa nostra sono molto più fanta-siosi. E anche fastidiosi a volte. Da quelli che si mettono a giocare a biliardo nel salone, a quelli che fanno dispetti di ogni tipo fino alle anime buone che addirittura offro-

In città un fantasma tira l’altro MISTERI/1. Palazzo Vecchio, Poggio Imperiale, il campanile di Giotto: ecco la mappa delle “presenze”

Francesca Puliti

curiosità

Leggenda vuole che Firenze sia ricca di spettri che si aggirano

nelle dimore antiche e che a cadenza regolare si fanno sentire. Ma

niente paura: sono buoni e a qualcuno hanno anche offerto un tè...

A sinistra, Gian Gastone de’ Medici. A destra, Anna Cappello

no il tè ai viandanti. Molti sono gli spettri illustri tra le presenze che si aggirano per antichi palazzi e nobili dimore. Personaggi storici come Bianca Cappello, che non si sarebbe ancora data pace per esser stata sepolta lontano dall’aman-te Francesco de’ Medici, o Gian Gastone ultimo discendente della stessa dinastia. Questo aristocra-tico fantasma andrebbe a spasso per le stanze della Villa di Poggio Imperiale. Sì, proprio quella che di giorno appare come un tranquillo luogo di studio. C’è chi assicura di aver sentito i passi e i lamenti del granduca nella notte e chi giura di averlo addirittura visto coi propri occhi mentre si trascinava per gli androni con passo stanco, il fisico appesantito e la parrucca un po’ scomposta dagli anni e dai tormen-ti. Lo spirito di Baldaccio d’An-ghiari, invece, avrebbe scelto come dimora il palazzo per eccellenza, Palazzo Vecchio. E’ qui che il valo-roso capitano di ventura venne tru-cidato il 6 settembre del 1441. Ad attirarlo in trappola fu Bartolomeo Orlandini, che uccidendolo sperava di metter a tacere le accuse di viltà che costui gli aveva rivolto quan-do aveva abbandonato il paese che avrebbe dovuto difendere, Marradi. Secondo un’antica tradizione ogni 50 anni, nell’anniversario della sua morte, il Baldaccio compare in quella che fu la sua magione, il Ca-stello di Sorci, mentre per il resto del tempo se ne sta rintanato nelle stanze del palazzo cittadino. Ma pare che recentemente lo spettro si sia mostrato ad una giovane coppia fiorentina, in una sera d’estate, al piazzale Michelangelo. Al ragaz-zo, fiorentino ma con origini pro-prio di Anghiari, avrebbe indicato con la mano il luogo in cui trovò la morte. Di tutt’altro spirito i fan-tasmi delle due donne che, in una notte dell’immediato dopoguerra, comparvero ad un giovane uomo che transitava in via Bolognese. Madre e figlia chiesero gentilmen-te al ragazzo di scortarle fino a casa e per ringraziarlo, una volta giunti a destinazione, lo fecero accomo-dare e gli offrirono una tazza di tè. Sembrerebbe tutto nella norma, se non fosse per il fatto che il giorno successivo l’uomo ripassò davanti all’abitazione e constatò che era in completo stato di abbandono e che le due signore che ci vivevano erano decedute da oltre 12 anni. Come potrebbero poi mancare le leggende legate agli artisti, che tanta parte hanno avuto nella storia di Firenze? Questa volta non par-liamo dei misteri legati alle opere di geni come Leonardo, ma di un altro tipo di eredità. Ad esempio, se salendo i gradini del più famo-so campanile cittadino avvertite ad un tratto una brezza fresca lo avete trovato: è il folletto di Giotto, spiri-tello amico che lo accompagnò per tutta la vita.

Tra manifestazioni del demonio, tradizioni massoniche e antica

simbologia, Firenze svela un volto sconosciuto ai più, attraverso le parole di Enrico Baccarini, appas-sionato di misteri ed esoterismo, autore di diverse pubblicazioni e libri in tema.C’è molta “materia prima” in cui scavare a Firenze? In che epoca hanno origine le storie più affa-scinanti?Firenze gode di un’enorme strati-ficazione di leggende e tradizioni esoteriche, a partire dal Medioevo fino al XIX secolo, passando attra-verso il Rinascimento. Molte sono le storie che si legano alla famiglia dei Medici, i primi a introdurre tradizioni e pratiche legate all’eso-terismo. E’ noto ad esempio che Francesco I aveva in Palazzo Vec-chio uno studio dove si dedicava alle arti magiche, alla produzione di pozioni e veleni. Intrugli spesso letali che sperimentava sui detenuti del Bargello. Il fatto che lo stesso Francesco e la sua amante Bianca Cappello siano morti avvelenati si tinge di nuovi misteri, messo in re-lazione a queste pratiche. In epoca successiva si sono sviluppate nume-rose tradizioni esoteriche. Ad esem-pio pare che gli Orti Oricellari siano stati teatro di rappresentazioni del-l’Inferno e pratiche magiche duran-te il Rinascimento. Fino ad arrivare al ‘700, quando Firenze è diventata la culla della massoneria, con tutta la simbologia ad essa collegata. Quali sono i luoghi più interes-santi?Molte strade portano i segni di credenze e leggende popolari. Nei dintorni di via Tornabuoni si tro-vano diverse statuette o immagini, poste a 2-3 metri di altezza, che te-stimoniano antiche apparizioni del demonio.E per quel che riguarda l’epoca più recente? Pare che i fantasmi siano ormai fuori moda e che i fiorentini si sia-no scordati, per fortuna, delle visi-te demoniache, così frequenti nel Medioevo. Adesso al massimo si segnalano presenze extraterrestri e ufo sui cieli cittadini.

Parla Enrico Baccarini,studioso di esoterismo

“Ma sembra siano passati di moda”

L’INTERVISTA

/F.P.

16 Aprile 2009

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Page 17: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

curiosità

Adue passi da Santa Maria Novella, lad-dove si incrociano via delle Belle Don-

ne, via del Trebbio e via del Moro formando un piccolo slargo, si erge una colonna sormontata da una croce. E’ la Croce al Trebbio, memento al sanguinoso scontro tra eretici e fedeli che proprio qui ebbe luogo, nel lontano agosto del 1245. Un com-battimento dal-l’esito incerto. E come avreb-be potuto esse-re altrimenti in un posto come quello? Un incrocio di tre strade, un trivio caro al demonio, così racconta una leggenda popolare di origine medievale. La piazzetta rimase a lungo infestata dalla pre-senza del diavolo -dice la leggen-

da- tant’è che vi si affacciava pure una casa maledetta, antica dimora di uno stregone di satana. Narrasi che chiunque osasse mettervi pie-de fosse spinto al suicidio. Questo finché una pia famiglia fiorentina non vi andò ad abitare e riuscì, con la forza delle preghiere, ad esorcizzare quella forza malefica. Battaglie, vendette, amori spezza-ti dalla furia della gelosia. Firenze

ricca di cultu-ra, di passato, di storia. Ma anche di storie. Se le pietre po-tessero parlare, quante sareb-

bero le vicende e gli aneddoti da raccontare. Tra sogno e realtà, tra eventi accertati e ed episodi affi-dati al mito e alla leggenda po-polare. Certo la nostra non è una città “sulfurea” come Torino, la

più esoterica d’Italia, né può con-tare sui labirinti misteriosi che si celano sotto la capitale, ma accade spesso che la verità storica giochi a confondersi con interpretazioni e aggiunte di fantasia. Nonostante il traffico, i clacson, la fretta della vita moderna, pare che alcuni luo-ghi e alcuni palazzi abbiano man-tenuto intatta nel tempo la loro aura. Altri continuano ad ospitare inquilini più o meno graditi, che si manifestano solo al calar del-le tenebre, magari nelle notti più buie e tempestose. E’ il caso del Castello di Vincigliata, dove an-cora, di tanto in tanto, appare il fantasma di una donna di bianco vestita, che piange e si dispera per l’amor perduto. O di quello di Poppi, in Casentino, sulle cui mura pare si arrampichino i fanta-smi di antichi guerrieri, per darsi battaglia nel piazzale. E il cozzar d’armi s’ode ancora nottetempo. Ma è nel cuore di Firenze che si annidano i misteri più avvincenti. Leggenda vuole, ad esempio, che il Palazzo Nonfinito, all’angolo tra via del Proconsolo e Borgo Al-bizi, abbia avuto come architetto nientemeno che il re degli Inferi e che sia stato proprio lui a lasciare incompiuta la sua opera, evitando di completare le decorazioni del secondo piano. Perché? Semplice come ai tempi d’oggi: il proprie-tario del palazzo decise di rescin-dere il contratto. Niente anima, niente facciata.

Croce al Trebbio

Paola Ferri

MISTERI/2. Nella credenza popolare la Croce al Trebbio è uno dei luoghi simbolo

E la leggenda vive in Santa Maria Novella

Due i manieri toscanicelebri in questo senso:il castello di Vincigliatae quello di Poppi

Invece Palazzo Nonfinito,

secondo la tradizione, fu costruito

dal re degli Inferi in persona. Che si fermò

alla realizzazione del primo piano

per una banalissima rescissione

del contratto. Leggere per credere

Venticinque anni vissuti da “viandante” della Toscana, alla ri-cerca di quel patrimonio di misteri, miti, leggende popolari

tramandate di generazione in generazione, che rischiano di esse-re inghiottiti dalla frettolosa vita di tutti i giorni. Luigi Pruneti, saggista e scrittore, ha dedicato numerose opere alla storia e alle antiche tradizioni della nostra regione. L’ultima fatica, scritta as-sieme a Roberto Pinotti, si intitola “Stradario magico insolito di Firenze”.Da dove nasce la sua passione per questa materia?Ho cominciato ad appassionarmi negli anni ’70, dopo aver letto una serie di guide dedicate ai misteri delle città. Nelle mie ricer-che fui ispirato anche dalla rubrica “Domenica dove” di Giorgio Batini, che proponeva ogni settimana un itinerario intrigante, tra storia e immaginazione. Da allora sono venuto a conoscenza di personaggi ed episodi straordinari, scavando nelle credenze popo-lari, nella toponomastica, nelle antiche compilazioni.Tra le tante vicende in cui si è imbattuto, qual è la sua prefe-rita?Una storia di fantasmi, ambientata nella Firenze capitale. A quel tempo gli affitti erano saliti alle stelle, ma una famiglia riuscì a trovare un appartamento a un canone ragionevole in via Ghibel-lina. Il motivo di quel prezzo così basso altro non era che la pre-senza di uno spettro molesto e dispettoso. La vicenda finì addirit-tura in tribunale: la famigliola riuscì ad ottenere la rescissione del contratto.Consigli per gli appassionati. Dove cercare per trovare storie interessanti?Sicuramente la letteratura non manca in questo campo. Consiglie-rei di partire dai testi di storia di Firenze di Davidsohn o di Le-land, o dai periodici più datati dedicati alle tradizioni popolari. E prepararsi a leggere molto e a setacciare altrettanto per trovare ciò che si cerca.

Parla Luigi Pruneti, saggista e scrittore

L’insolito strada per strada

/F.P.

L’INTERVISTA

17

1021292

Page 18: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

gas: abbiamo i pezzi di ricambio per le vostre cucine a gas. Se avete per-dite di gas noi le aggiustiamo, se la cucina fa fumo noi togliamo il fumo della vostra cucina a gas”, echeggia-va un tempo anche tra le strade di Fi-renze. E poi c’era il civaiolo, questa figura antica nata per vender tegami e pentole di coccio, fagioli, ceci, fie-no e biada per i cavalli dei fiaccherai, scaldini, trabiccoli, preti e lumi ad olio. Per civaie, appunto, si inten-devano i semi di leguminose usati quando in città si trovavano ancora tanti orti e campicelli dove molte fa-miglie allevavano un paio di galline. Spesso, erano gli stessi civaioli che vendevano uccelli da compagnia che cinguettavano nelle gabbiette appese all’esterno della bottega, in un’at-mosfera che oggi parrebbe surreale. Sembra di raccontare un mondo che non esiste più, la pellicola di un film in bianco e nero, ma fortunatamente qualcosa è rimasto ancora vivo, a tin-te forti, negli angoli di quella Firenze custode e vigile della propria storia e della propria identità. Certo, negli anni è cambiata la merce in vendita, non più o non solo civaie, ma anche alimenti come il farro, i funghi, i fa-gioli, il pesce e le spezie. Antiche bot-teghe, tramandate da babbo a figliolo, che ancora operano in locali storici e che portano avanti l’attività di fami-glia, diventando veri e propri punti di riferimento nella vita di un quartiere e nella salvaguardia della tradizione. Tirando su il bandone tutte le matti-ne, con costanza e passione.

pellotti, ne ha avute. Ma non solo, figure come l’impagliatore di sedie, l’ombrellaio, il restauratore, l’orolo-giaio sono sempre più rare. Mestieri affascinanti in via di estinzione, tra-volti dall’incalzare del tempo, spes-so dimenticati salvo ricordarcene all’improvviso, quando scatta quella particolare esigenza che solo alcuni specialisti sono in grado di soddisfare. Come non menzionare l’arrotino che passava in tutte le strade con il suo trabiccolo che spesso consisteva in una bicicletta modificata trasformata in mezzo di lavoro con cui affilava le lame dei coltelli. Il famoso “Donne, è arrivato l’arrotino! Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, col-telli da prosciutto! Donne è arrivato l’arrotino e l’ombrellaio. Aggiustia-mo gli ombrelli. Ripariamo cucine a

C’era una volta il cia-battino, c’era una volta l’arrotino, c’era una volta il civaiolo.

C’erano una volta antichi mestie-ri ed oggi non ci sono più, o quasi. Anche se ancora, a fatica, in qualche angolo della città rimane traccia del nostro passato, di quei lavori manuali che senza l’ausilio dell’elettronica e della tecnologia premiavano ingegno e sudore. Oggi, il mestiere del ciabat-tino non è considerato attuale eppu-re, Firenze di botteghe umide, dove i ciabattini insegnavano ai garzoni a torcere lo spago a suon di scap-

Tante le figure che oramai sono divenute assai rare: gli orologiai, gli ombrellai, gli arrotini

con il loro rumoroso megafono, ma anche gli impagliatori di sedie e i ciabattini. E si

finisce per ricordarsi di loro quando servirebbero ma non si trovano più

USI E COSTUMI. Sono poche le botteghe artigianali sopravvissute al tempo che passa

C’erano una volta gli antichi mestieri

amarcord

Giuditta Boeti

Donne, è arrivato l’arrotino!

Arrota coltelli,forbici, forbicine:

chi non se nericorda?

Quando nasce la vostra attività?“Il nostro Civaiolo nasce in via Taddea nel settembre del 1948 grazie ai mie genitori. Sessant’an-ni fa mio babbo Alfredo Poggesi e mia mamma Dina, iniziarono l’attività con la vendita di fieno e biada per i cavalli delle carrozze. Erano gli stessi fiaccherai a venire in bottega a comprare dieci, venti chili di avena. In negozio si ven-devano anche scaldini con la bra-ce dentro, trabiccoli, preti, lumi ad olio, tegami e pentole di coccio, fagioli e ceci. Poi, negli anni suc-cessivi, l’attività fu incrementata con sempre con più articoli”. Cos’è cambiato oggi in bottega?Oggi la bottega, che continua ad essere a conduzione familiare, vanta un vastissimo assortimento di civaie fra cui i famosi e ricer-cati fagioli di Sorana e gli zolfini del Valdarno, spezie da tutto il mondo, erbe aromatiche della Ja-maica e peperoncini piccanti che arrivano dalla Nuova Guinea. Ma anche baccalà, aringhe e lampadi-ne! Ciò che è davvero cambiato è che non ci sono più i pischelli che organizzano gli scherzi di una volta… Mio babbo mi raccontava che i ragazzini venivano in botte-ga a comprare “la terra dell’ombra del Campanile di mezzogiorno” e lui diceva di averla terminata e di possedere solo quella di un quarto al tocco! Oggi, queste scene alla Ugo Tognazzi nel film “Amici miei” non esistono più, ma ci sono i flash dei turisti che incu-riositi immortalano nei loro scatti la nostra bottega, squarcio di una Firenze immutata. Mi piacerebbe che i miei figli continuassero a portare avanti l’attività del nostro Civaiolo, per conservarne l’identi-tà storica e la tradizione. Ma anco-ra sono dei bambini. Un domani si vedrà!”.

Stefano Poggesi, titolare

Via Taddea,60 anni di civaie

L’INTERVISTA

Lo storico civaiolo di via Taddea

/G.B.

18 Aprile 2009

FIRENZE ai FIORENTINI!E’ ORA di CAMBIARE!Cari Amici, il titolo dell’articolo sintetizza il contenuto del-la mia collaborazione a questo Giornale, fin dalla uscita del suo primo numero. Sarà anche lo slogan della mia campagna elettorale; mi presento candidato al Consiglio Comunale di Firenze nella Lista del Popolo delle Libertà per GIOVANNI GALLI Sindaco, dopo 15 anni di appas-sionate battaglie condotte in Consiglio Comunale come esponente di Alleanza Nazionale e per oltre 10 anni come suo capogruppo. Per cambiare Firenze mi rivolgo a persone come Voi, che credono nella onestà e nel lavoro, nella competenza e nella operosità. Mi rivolgo ai Fioren-tini tutti: Cittadini, Artigiani, Commercianti, Lavoratori dipendenti. Giovani - studenti e non – che si trovano ad affrontare i problemi dello studio, del lavoro, della casa.PERCHE’ CAMBIARE? Firenze soffre. Firenze ha perduto la sua identità. Firenze vive - meglio, sopravvive - nel degrado! Città resa asfittica nella sua economia, privata delle sue potenzialità di sviluppo, ferita di giorno da orde di venditori abusivi, ridotta al rango di città-dormitorio dopo le 21, col centro svuotato e le piazze abbandonate a clandestini, ubriachi e spacciatori. FIRENZE CITTA INSICURASono i tanti Comitati di Quartiere che chiedono di ripristinare quella qualità della vita che non c’è più. Sono i Comitati di Cittadini che si battono contro lo scempio della tramvia nel Centro Storico. Sono i Cittadini, i Nego-zianti, gli Artigiani, che chiedono a gran voce SICUREZZA e VITA DIGNITOSA. Sono i Giovani che chiedono luoghi di aggregazione. Sono Tutti che chiedono spazi vivibili per TUTTI.“Il Centro Storico è ridotto a un immondezzaio”, “La sera pre-

ferisco restare in casa,piuttosto che uscire ”, “Gli Amministratori,inflessibili per la pipì di un cane, passano davanti a accampa-menti di barboni, con relativo immondez-zaio, cenci e cartoni e fanno finta di nulla”, “Latrine a cielo aperto, spaccio di droga aperto 24 ore con consumo diretto in loco e nessuno fa nulla”, “Quando mi va bene trovo la serratura del Negozio imbrattata di urina e poi sputi, pezzi di kebab lanciati sulla vetrina. Ci vuole coraggio la mattina a venire a lavorare. : sono i contenuti ricorrenti delle numerose segnalazioni che i cittadini inoltrano al sito Web del quotidiano locale “La Nazione”. I FIORENTINI HANNO AMORE PER LA LORO CITTA’ e RANCORE VERSO l’Amministrazione di Centro-Sinistra. HANNO ANCHE PAURALA CITTA’ HA VOGLIA di SICUREZZA. Sicurezza per le PERSONE. Sicurezza per le ATTIVITA’. Sicurezza per le PROPRIETA’. Sicurezza per il LAVORO.

Cosa fa l’Amministrazione di Centro-Sinistra?Dove è l’Amministrazione di Centro-Sinistra?Ci siamo NOI. E per questo diciamo : “E’ ORA di CAMBIARE ! FIRENZE ai FIORENTINI !

Riccardo SarraCapogruppo di A.N. al Consiglio Comunale di Firenze

INFO

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Riccardo SarraCapogruppo di ANal Consiglio Comunale di Firenze

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Il progetto per le fermate degli autobus

prevede l’introduzione di apparecchi

elettronici (ed eco-compatibili) che forniranno

informazioni sugli autobus in tempo reale:

si potrà conoscere con esattezza

la posizione del mezzo e l’ora di arrivo

provincia

Progettare la città del futuro, proiettare la città nel futuro. E’ questo l’obiet-tivo del viaggio istituzionale negli Usa organizzato dalla Provincia di Fi-renze negli ultimi giorni di marzo. Un tour che ha visto la delegazione guidata dal Presidente Matteo Renzi confrontarsi con i rappresentanti delle

principali istituzioni universitarie della costa orientale degli Stati Uniti, dal Boston Institute, alla Harvard University, al Massachussets Institute of Technologies, con cui la Provincia ha una collaborazione avviata quattro anni fa. Incontri programmati per raccogliere spunti utili e proposte finalizzate a migliorare la mobilità pubblica a Firenze. A partire dall’introduzione delle paline elettroniche, prevista nel prossi-mo bando di gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale, che andranno a sostituire almeno 1500 dei 2500 vetusti cartelli alle fermate degli autobus. Nuovi apparecchi in grado di fornire informazioni in tempo reale relative al traffico e ai mezzi pubblici in arrivo attraverso sofisticate tecnologie in grado di collegare telepa-ticamente autobus e pensiline. Soluzioni non avveniristiche, come hanno dimostrato i ricercatori del MIT, ideatori di un prototipo presentato alla delegazione fiorentina. Un progetto che prevede paline totalmente eco-compatibili, grazie all’alimentazione ad energia eolica e solare. Sulla parete principale sarà possibile consultare orari e fermate interagendo con uno schermo luminoso e leggero. Sarà inoltre possibile co-municare a distanza con le pensiline grazie al dispositivo bluetooth e lo schermo sarà

Angelo Lenosi

Matteo Renzi negli Usa

IL VIAGGIO. La visita del presidente Matteo Renzi negli States ha portato nuovi spunti per migliorare la mobilità

Paline intelligenti per i bus. Made in Usa

Non solo sviluppo tecnologico. Il viaggio americano della delegazione della Provincia di Firenze è stato finalizzato anche alla valorizzazione

delle risorse culturali fiorentine e alla promozione del turismo a stelle e strisce nella nostra città. Nel breve e nel lungo periodo. In questa direzione la presentazione al Rockfeller Center di New York della mostra “Galileo immagini dell’universo”, dedicata alle scoperte del geniale scienziato to-scano. Un’iniziativa, frutto di una collaborazione tra l’Enit e la Provincia di Firenze, che ha rappresentato, nelle parole del presidente della Provin-cia Matteo Renzi, “un modo innovativo di dare respiro internazionale ad un evento di grande valore culturale per Firenze e il suo territorio”. E la

presentazione della mostra dedicata a Galileo non è stata altro che il mo-mento culminante di un quadro di progetti rivolti ad aumentare l’appeal del capoluogo toscano, come ad esempio l’accordo stretto tra la Provincia, Alitalia Agenzia del Turismo e la Fondazione Palazzo Strozzi. Un’intesa che prevede uno scambio di servizi e agevolazioni per i visitatori della mostra dedicata che decideranno di giungere a Firenze con un volo della compagnia italiana. Un passo avanti nel tempo, e uno indietro nella storia: da Galileo a Amerigo Vespucci. In occasione del quinto centenario della morte, ricorrente nel 2012, la Provincia ha intenzione di dedicare al naviga-tore ed esploratore fiorentino una serie di eventi di interesse internazionale

che coinvolgano i cittadini dell’una e dell’altra parte dell’Atlantico. Un pro-getto ambizioso di cui il Presidente Renzi vorrebbe rendere partecipe anche l’ambasciata italiana a Washington. E proprio nella sede diplomatica Renzi ha presentato la proposta di legge istitutiva delle celebrazioni e rinnovato la forte volontà della Provincia, della Regione e dell’Università degli studi di Firenze nell’organizzazione degli eventi che comporranno l’anno “vespuc-ciano”. Eventi che procureranno non solo un indotto in termini turistici, ma costituiranno anche una sorta di ponte culturale e scientifico che andrà a ce-lebrare i viaggi e le scoperte compiute da Amerigo Vespucci, l’esploratore fiorentino a cui l’America deve il suo nome.

IL FOCUS

dotato del touch screen. Grazie a dispo-sitivi satellitari sarà possibile conoscere in qualsiasi momento la posizione esat-ta dell’autobus e di conseguenza sapere in anticipo i tempi di attesa alla fermata. Inoltre, per agevolare le persone ipove-denti, le paline del futuro saranno dota-te anche di un sistema audio. Le nuove apparecchiature rappresentano solo l’inizio di un grande progetto di mo-dernizzazione lanciato dalla delegazio-ne guidata da Renzi agli scienziati del MIT. Un progetto, dal titolo “Florence smart City” (Firenze città intelligente), che ha l’ambizione di disegnare la città del futuro, e consistente nello studio di fattibilità di innovazioni tecnologiche da applicare all’area metropolitana fio-rentina: dall’infomobilità (nuove paline Ataf e non solo), al risparmio energe-tico, dall’estensione delle reti wireless alla gestione tecnologica dei rifiuti. Un piano coordinato dalla Fondazione per la Ricerca e l’innovazione, che vede lavorare a stretto contatto Provincia e Università di Firenze, e che si avvarrà della supervisione scientifica dei ricer-catori del MIT di Boston e dei contri-buti provenienti dai centri di ricerca di aziende leader mondiali nel campo dell’innovazione tecnologica. Progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei fiorentini e di tenere la città al passo con i tempi. Perché il futuro non può attendere.

Questa ed altre iniziative consentiranno di rilanciare l’indotto turistico

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politica Firenze

Un passato da calciatore, un presente da gior-nalista sportivo, un futuro da amministra-tore pubblico. Giovanni Galli, ex portiere di Fiorentina, Milan e Nazionale, è il can-

didato sindaco del centrodestra. Guiderà una lista civica che correrà a fianco del Popolo della Libertà. Smessi i panni del calciatore, e abbandonati gli studi di Media-set, Galli è pronto per lanciarsi verso una sfida nuova. Sulla scrivania all’interno del suo quartier generale ri-tratti di famiglia e una cartellina contenente i dossier sui problemi di Firenze. La corsa verso Palazzo Vecchio è iniziata. Una sfida molto impegnativa. Cosa l’ha spinta ad ac-cettare la proposta?L’amore per la mia città. In tutti questi anni in cui mi sono dedicato alle attività sociali sono stato a stretto contatto con i fiorentini, ho vissuto al loro fianco la quo-tidianità, le difficoltà ed i problemi che ogni cittadino si trova costretto ad affrontare. Mi sono reso conto che Firenze così non può funzionare. Per questo motivo ho deciso di impegnarmi in prima persona, accogliendo l’invito giunto dal Popolo della Libertà. Del resto non ho tessere di partito in tasca, ma ho sempre avuto fidu-cia in Silvio Berlusconi. Ho avuto modo di conoscerlo nella sua veste di imprenditore, e gli riconosco grandi capacità.Adesso ad attenderla c’è una partita lunga circa due mesi. Che campagna elettorale sarà?Mi confronterò con la gente, camminando lungo le stra-de della città, in centro come in periferia. Ascolterò i miei concittadini, le loro necessità e le problematiche che solleveranno. Il programma scaturirà fuori da que-sti incontri. Non bisogna offrire agli elettori un menù a prezzo fisso, promesse in cambio di un voto. Vorrei creare un progetto di condivisione assieme ai fiorenti-ni. Se si fideranno mi voteranno, altrimenti voteranno qualcun altro. Un progetto all’interno del quale ci saranno sicura-mente alcune priorità. Quali?Innanzitutto garantendo la sicurezza dei cittadini, tornan-do a far vivere le strade di Firenze. Il governo ha proposto l’impiego dell’Esercito, non vedo perché respingere que-sta iniziativa. Nessuno vuole una camionetta dell’Eser-cito in piazza Duomo, ma potremmo dislocare i militari presso i consolati, consentendo agli agenti di polizia di presidiare il territorio. Inoltre dobbiamo risolvere i pro-blemi legati alla mobilità e alla viabilità, a partire dalla messa in discussione dei progetti della tramvia. Infine

dobbiamo incrementare le politiche sociali. Sono queste le principali questioni aperte. Non sono io a dirlo, ma i fiorentini con cui mi sto confrontando. L’obiettivo princi-pale è riqualificare la città, migliorare la sua immagine a livello nazionale e internazionale. Dobbiamo trasmettere un messaggio: Firenze sta ripartendo. Restiamo sulle iniziative sociali. Un tema a lei molto caro. L’amministrazione comunale deve essere al fianco di chi è in difficoltà, attraverso lo sviluppo di progetti di integra-zione e inclusione dedicati a chi ne ha bisogno. E il mio pensiero va soprattutto ai ragazzi con disabilità. Abbiamo il dovere di fare qualcosa per loro e allo stesso tempo dare forza e orgoglio alle loro famiglie. E le politiche di integrazione riguardano anche gli extracomunitari. Dob-biamo comprendere le loro ragioni ed accoglierli. Purché siano in regola. Questo per rispetto nei loro confronti, perché non sopporto l’idea di vederli dormire per terra o sotto un ponte. Dobbiamo dar loro la possibilità di riscat-tarsi. Che non tradiscano la nostra fiducia, però. Sarà una sfida difficile, con avversari molto ostici. Paura di perdere?Assolutamente no, perché la partita è aperta. In tutta la mia carriera non ho mai avuto paura di perdere, e non ce l’ho neanche oggi. E del resto non ho neanche paura di vincere. Sono pronto ad affrontare questa nuova sfida.

Giovanni Galli

La sua elezione è passata sotto traccia, non per sue responsa-

bilità, ma per circostanze esterne chiamate primarie. Del resto non poteva essere altrimenti, visto che Simone Naldoni ha ricevuto l’in-vestitura a segretario metropoli-tano del Partito democratico il 14 febbraio scorso. E dire che, mentre il Pd si confrontava animatamen-te sul nome del futuro candidato a sindaco per il centrosinistra, la dirigenza locale convergeva in maniera quasi unanime sul nome di Naldoni quale erede di Andrea Barducci, autosospesosi dall’inca-rico per dedicarsi anima e corpo alla corsa per la conquista della poltrona di presidente della Pro-vincia di Firenze. Una successione che avrebbe potuto generare ulte-riori scontri, ma così non è stato. Nonostante le fibrillazioni inter-ne tutto è filato liscio (tre i voti contrari, quattro gli astenuti), con somma soddisfazione dei vertici democratici. E di Naldoni stesso. Che per svolgere al meglio il suo nuovo ruolo ha scelto di avere al suo fianco un esecutivo ridotto da diciotto a otto membri, rigoro-samente equiparatiti tra uomini e donne.Un collegio,quello guidato da Naldoni, che avrà il compito di collaborare con il coordinatore cittadino Giaco-mo Billi ed il se-gretario regionale Andrea Manciulli, con l’obiettivo pri-mario di completa-re lo scacchiere delle candidature locali e prepararsi alla campagna elettorale, per far sì che il Pd con-fermi a giugno i successi eletto-rali ottenuti sotto la segreteria di Andrea Barducci. Predecessore con cui Naldoni ha alcuni punti in comune: entrambi sestesi, en-trambi provenienti dall’area ex Ds, entrambi con alle spalle una

lunga esperienza politica.Quaran-taquattro anni, laureato in storia contemporanea, Simone Naldoni è stato infatti segretario comunale Ds dal 1997 al 2001, incarico ab-bandonato per entrare nello stes-so anno nella giunta comunale di Scandicci. Ruolo nel quale è stato riconfermato anche nell’ammini-strazione guidata da Simone Ghe-ri: attualmente Naldoni ricopre la carica di assessore alle politiche sociali e alla sanità e alla casa, ol-tre ad essere, dal 2004, presidente

della Società della Salute dell’area Fi-renze Nord-Ovest. Impegni politici e professionali a cui il neosegretario

metropolitano del Partito demo-cratico ha affiancato nel tempo la passione per il calcio (con un pas-sato da giocatore di buon livello ed un presente da tifoso della Fio-rentina) e quella per la musica di Fabrizio De André. Interessi che adesso più di prima Naldoni dovrà far conciliare con il suo nuovo im-portante ruolo.

Simone Naldoni

Angelo Lenosi

“Sono pronto per la sfida.E non ho paura di vincere”

AL VOTO. Giovanni Galli, candidato sindaco del centrodestra

Simone Naldoni, l’uomodell’unità ritrovata del Pd

/L.S.

IL PERSONAGGIO. E’ il nuovo segretario metropolitano

La dirigenza locale lo ha scelto quasi all’unanimità

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Page 22: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Una rondine non fa primavera, ma una gita sì. Come animali usciti dal letargo, ap-pena un raggio di sole riscalda le giornate, i fi orentini si organizzano e partono per avvincenti gite domenicali. All’insegna della sobrietà, questo è certo. Niente di lontanamente paragonabile alle paranze che metterebbero in scena i melodram-matici napoletani, che per un picnic por-tano con sé una vagonata di cibo pronto. I toscani si accontentano di una bella man-giata in una trattoria di provincia, maga-ri sotto un pergolato fi orito, nella quale si illudono SEMPRE di mangiare (e bere) bene e di spendere poco. Niente di meno probabile. Una volta fi nito il banchetto, si avviano alla scoperta di borghi e paesini, girandoli con facce stupite e compiaciute, come se si trovassero su un altro pianeta.

Dalle porte delle casine in pietra, spesso si aff acciano inglesi e tedeschi che hanno messo radici da tempo tra ulivi e vigneti. Gente che ormai, il toscano doc, lo man-gia a colazione. E poi c’è un’altra scuola di pensiero. Quelli che il weekend vanno al mare. Si fa per dire, ovviamente. La tem-peratura ancora non consente di mettersi in costume a prendere il sole, ma molti dei pionieri della Versilia si avventurano verso la spiaggia per il solo gusto di mangiare del pesce, sfoggiare occhialoni e pantalo-ni bianchi e fare una passeggiata sul lun-gomare a guardare le vetrine. Dopodichè, senza neanche mettere un piede sulla sabbia, si godono una coda rientrando in città. Il tutto per il solo gusto di raccontare sornioni ai colleghi in uffi cio: “Ah! Questo fi ne settimana sono stato al mare”. Sarà.

QUANDO BEL TEMPOFA RIMA CON GITA

tempo libero

FUORI PORTA. Con il ritorno della bella stagione inizia il periodo delle gite all’aria aperta

Primavera, la scampagnata è servita

Dopo lunghi mesi trascorsi a patire il freddo e la pioggia, fi nalmente possiamo svegliarci dal letargo: è primavera. Il sole è ancora pallido ed incerto, ma accarezza la pelle quel tan-to che basta per far venir voglia di lasciare i nostri accoglienti rifugi invernali, per godere della natura che di nuovo fi orisce e delle città che tornano ad animarsi. Di primo acchito

tutti vorrebbero fuggire lontano, lasciandosi alle spalle il lavoro e le preoccupazioni, ma il più delle volte il portafoglio magro ed i giorni liberi riducono ampiamente il raggio di scelta delle destinazioni. Tanto più se a spostarsi è un’intera famiglia, poiché il costo della gita sale non di poco. Così, sono sempre più numerosi i fi orentini che, unendo l’utile al dilettevole, decidono di rimanere entro i confi ni della Toscana, spendendo poco ed offrendosi una piccola vacanza di tutto rispetto. Dalle splendide colline del Chianti alle cittadine medievali, tutta la regione offre centinaia di spunti per trascorre una giornata o un intero fi ne settimana all’insegna della cultura e del benessere. Un suggerimento? Il primo passo utile per organizzarsi è capire che genere di escursione si vuole intraprendere: questo signifi ca non solo valutare risorse e tempo utile, ma optare anche per una meta che metta d’accordo tutti. Per esempio, la vacanza culturale che segue tappa dopo tappa musei, conventi ed opere d’arte, è adatta ad un turista più maturo o magari ad una coppia: da evitare invece se si hanno bambini, che con tutte le

Simele Kruklidis

ITINERARIO 1 GIORNO Mugello, antichi mulini ad acquaUna piccola gita all’insegna della tradizione, per riscoprire i mestieri del passato, fa tappa nel Mugel-lo. Questa zona è infatti disseminata di otto splendidi mulini ad acqua, oggi visitabili su prenotazio-ne, alcune case-museo che raccolgono antichi attrezzi da lavoro e graziose botteghe artigiane. A Borgo San Lorenzo c’è il Mulino Margheri, risalente all’anno 845 ed il Mulino di Grezzano, del 1580 circa, divenuto vero e proprio museo. Spostandosi a Firenzuola e dintorni, si incontrano il mulino di Valtellere, splendidamente restaurato, quello più spartano di Razzaiole ed il mulino dei Lotti: a pochi passi da qui, vale una visita il Museo della pietra serena, aperto nei week end.

ITINERARIO 2 GIORNI Dalle cave di Carrara alle Alpi La prima tappa verso le conche marmifere conduce a Carrara: qui, le splendide cave di Fantiscritti, Colonnata e Ravaccione costituiscono il lato più imponente dei bacini apuani ed off rono una super-ba vista dei maestosi ravaneti sui fi anchi dei Monti Serrone Maggiore e Spallone. La sera, di ritorno a Carrara, si può fare una tappa nel luminoso paesino di Torano e la suggestiva piazza Alberica. Il giorno seguente si arriva in poco tempo a Campocecina, località montana delle Alpi Apuane set-tentrionali: dei numerosi sentieri panoramici che si possono imboccare, il monte Borla ed il monte Sagro regalano la visione di una natura rigogliosa.

ITINERARIO 3 GIORNI Volterra – Larderello – Massa MarittimaIl primo giorno dell’ itinerario è dedicato a Volterra: si parte subito dal museo etrusco Guarnacci, uno tra i più antichi e completi del suo genere e, dopo pranzo, vivamente consigliato è un giro in piazza dei Priori, sulla quale si aff acciano splendidi edifi ci, come il Palazzo Vescovile o Palazzo Pretorio. Da non perdere il Duomo e l’anfi teatro romano. Il secondo giorno, dopo grandi curve panoramiche sulle colline, si arriva a Saline, antico centro per l’estrazione del sale minerale ed ai soffi oni boraciferi di Larderello. L’ultimo giorno del mini viaggio tocca Massa Marittima, le spiagge di Follonica ed in particolar modo Cala Violina, baia sabbiosa di grande bellezza, premiata anche da Legambiente.

TOUR

probabilità si annoierebbero. I luoghi “papabili” sono a dir poco numerosi: per citarne alcuni, c’è l’ab-bazia di Monte Oliveto, quella Benedettina di San Gaudenzio, ed ancora la certosa di Farneta a Lucca, ed il convento de la Verna in Casentino. Ma la gita può essere orientata anche alla salute, ed in tal caso sono d’obbligo le escursioni nel verde e le camminate lungo le viuzze dei borghi d’altri tempi. Oppure può essere dedicata alla gastronomia, facendo un salto a Colonnata o scovando qualche sagra di paese. Di possibilità ce ne sono per tutti i gusti ed età, dai ruderi di Castelvecchio, alle cave di Carrara, dai colori del Casentino ai mulini del Mugello, dal parco migliarino di San Rossore ai soffi oni di Larde-rello. Si tratta solo di prendere carta e penna ed organizzare, mappa in mano, il percorso più adatto alle vostre esigenze. Dopodiché, infi latevi vestiti comodi, zaino in spalla e, perché no, organizzate un bel pic-nic: la gita perfetta di inizio primavera è servita.

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Dr. Marco Lazzeri Mercoledì Dalle 18.00 alle 18.45

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Reumatologia

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Molto presto la Misericordia di Fi-renze offrirà un servizio spe-

cialistico medico-legale. Tale attività, spesso fraintesa o male interpretata a causa di banali luoghi comuni o ac-cattivanti serie televisive, presenta un ventaglio applicativo assai ampio. Nel-la vita quotidiana, infatti, possono fre-quentemente presentarsi, purtroppo, condizioni patologiche legate in qual-che modo all’ambito giudiziario, assi-curativo privato o sociale, tali da ne-cessitare una interpretazione medica applicata al diritto. In tali circostanze diventa fondamentale il parere spe-cialistico del medico legale. Parlando in termini più semplici, la me-dicina legale è una branca dell’arte medica rivolta a tutti, dai minori ai pen-sionati, dai lavoratori dipendenti agli autonomi, dagli occupati ai disoccupa-ti, dai disabili in prima persona e ai loro familiari. Le applicazioni di tale discipli-na sono molteplici. Il medico legale, il quale prima di tutto è un medico, con un suo bagaglio culturale di base di medicina e chirurgia, si occupa di pro-blematiche eterogenee, in ambito di

invalidità civile, di handicap, di I.N.P.S., I.N.A.I.L., causalità di servizio e collo-camento lavorativo mirato; si occupa di problematiche assicurative, tossi-cologiche, giudiziarie in ambito civilisti-co e penalistico. Questo nuovo servi-zio specialistico offerto, dunque, che spesso può essere affiancato da altri specialisti in diverse discipline mediche e chirurgiche, è finalizzato a facilitare e risolvere problematiche complesse, ma frequentemente anche banali, che la quotidianità può presentare ad ogni cittadino, qualunque sia la sua età, la sua occupazione, la sua scolarità ed il suo contesto socio-familiare. In prima persona, affiancato dalla Dott.ssa Federica Formichetti, anch’essa specialista in Medicina Legale, mi oc-cuperò della gestione ambulatoriale del suddetto servizio. La mia forma-zione specialistica in materia si è svol-ta presso l’Università di Firenze ove, peraltro, ho conseguito anche la lau-rea in Medicina e Chirurgia. Dopo la laurea, durante la scuola di specializ-zazione, ho svolto numerose sostitu-zioni in ambito di medicina generale e

di continuità assistenziale. Durante tali attività ho avuto modo di conoscere realtà sociali assai varie, eterogenee e spesso critiche, e le mie conoscenze di medicina legale e medicina socia-le mi hanno permesso di consigliare numerose famiglie e di garantire loro il raggiungimento di un qualche privi-legio, del quale spesso ignoravano il diritto, che la nostra Società ed il no-stro Sistema Sanitario Nazionale, di tipo universalistico, offrono ad ogni cittadino. Tali consigli, che erano sem-pre in aggiunta ad un parere medico di base, finalizzato ad una diagnosi o ad una terapia, hanno spesso sveglia-to un sorriso che ha, se non eliminato, quanto meno alleviato una sofferenza. Il mio desiderio, dunque, nello svolgi-mento di questa attività specialistica offerta dalla Misericordia di Firenze, è quello di riuscire a garantire al cittadino l’effettivo godimento dei diritti agli aiuti ed ai servizi che derivano da uno stato patologico pregresso o attuale, e dei quali, molto spesso, ne viene ignorata l’esistenza.

Dott. Giuseppe Panichi

Medicina legale:una nuova specializzazioneper gli ambulatori della Misericordia

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Assessorato alla formazioneDirezione lavoro e formazione

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LA CURIOSITÀ

Un nuovo padiglione, dedica-to a Leonardo da Vinci, si affiancherà al vecchio, inti-tolato ad Amerigo Vespucci.

Così Torregalli raddoppia, con un nuovo spazio che ospiterà gli ambulatori, la day surgery, il centro trasfusionale, i servizi di anatomia patologica, hospice, psichiatria, i laboratori e altri servizi. L’ampliamento è di 14 mila metri quadri (contro i 18 mila metri quadrati del vecchio padiglione) e i posti letto passano da 367 a 418.Il nuovo San Giovanni di Dio ha comportato un in-vestimento di 26 milioni di euro, di cui 20 milioni per strutture e impianti e 6 milioni per gli arredi, le apparecchiature sanitarie e l’allestimento completo di due sale multi-mediali. Con la nuova struttura si raggiun-ge un importante primato, che garantisce ai cittadini ancora di più il diritto alla salute: la Toscana diventa la regione con il patri-monio immobiliare sanitario più nuovo

d’Italia e quella dove si sono realizzati gli investimenti più consistenti e si sono rinno-vate tutte le strutture sanitarie. Il progetto e la realizzazione della struttura di Torregalli sono stati ispirati ai principi di umanizza-zione, inserimento ambientale e flessibilità, perché il paziente possa non solo ricevere le cure migliori, ma anche trascorrere la de-genza, lunga o breve che sia, in un ambien-te accogliente. Così i tre piani fuori terra si sviluppano attorno a quattro chiostri verdi che consentono di godere di illuminazione naturale in tutti gli ambienti. La galleria di accesso funziona come una cerniera fra il nuovo padiglione (Leonardo da Vinci) e il vecchio padiglione (Amerigo Vespucci) con una riorganizzazione dei flussi e degli spazi: nel nuovo padiglione troverà spazio l’area dedicata all’“outpatients” e ai servi-zi, mentre nel vecchio resterà l’area degen-za. Il passaggio è costituito da un elemento vetrato e trasparente, che garantisce luce e

un ambiente più piacevole a chi si reca in ospedale.La struttura è a basso impatto am-bientale, di altezza contenuta e con blocchi che richiamano le colline vicine. Il progetto insomma è stato pensato per aumentare gli spazi, migliorare la qualità degli ambienti e la vivibilità per chi lavora o deve trattener-si in ospedale, senza alterare il paesaggio.Le tecnologie utilizzate e i materiali, oltre a

rispondere ai requisiti tecnici per una strut-tura ospedaliera, offrono prestazioni sup-plementari sia sotto il profilo della durata e dell’ economia gestionale, sia dal punto di vista del comfort ambientale. E così il nuovo Torregalli ha contribuito a realizzare in Toscana una rete ospedaliera moderna, efficiente, accogliente, a risparmio energe-tico ed ecosostenibile.

Un padiglione nuovo si affianca a quello vecchio:

spazi nuovi per la day surgery, il centro trasfusionale,

l’anatomia patologica, l’hospice, il reparto

di psichiatria, i laboratori e altri servizi

Con il raddoppio di Torregalli, in ospedale arriva an-che la musica. Il progetto, fortemente voluto dalla

Regione Toscana, si chiama “Classica dentro” e propone la diffusione via radio di musica classica negli ospedali del Servizio sanitario regionale. Il progetto, unico in Ita-lia, si pone lo scopo di umanizzare la sanità, rendendo il tempo passato in ospedale il più possibile sereno per tutti: pazienti, familiari e operatori sanitari che si trovano a trascorrere la giornata in queste strutture. Il progetto prevede la diffusione della musica di Rete Toscana Clas-

sica in tutti gli ospedali della Toscana. All’interno del pa-linsesto della radio saranno inoltre presentati, a intervalli di 10 minuti, contenuti informativi di carattere sanitario: due “edizioni” ogni ora saranno a cura della Regione To-scana; altre quattro saranno invece curate dalla singola struttura, che potrà diffondere informazioni personaliz-zate rivolte agli utenti. Ogni struttura potrà decidere libe-ramente in quali aree e in che fascia oraria far ascoltare la radio.Il progetto, realizzato dalla Fondazione Sistema To-scana, è praticamente a costo zero. Rete Toscana Classica

trasmette in streaming ed è già disponibile su internet. E’ sufficiente quindi istallare un programma su un normale computer per gestire la programmazione e l’inserimento delle news locali e regionali. Il servizio è già stato speri-mentato per 6 mesi a Careggi e a San Giovanni di Dio a Firenze e nell’Ospedale della Versilia, dove è stato effet-tuato uno studio sul gradimento da parte degli utenti per individuare le aree e i reparti dove la trasmissione è più opportuna (ad esempio: nelle sale d’attesa piuttosto che nei reparti).

Anche al San Giovanni di Dio via al progetto per rendere più serene degenze e attese

In corsia arriva la musica classica e l’ospedale diventa più “umano”

Torregalli raddoppia e cambia look

Serena Wiedenstritt

SANITÀ. Completato l’intervento: il complesso è stato ampliato grazie ad un investimento di 26 milioni di euro

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Acceleratore, freno e frizio-ne. Una vita passata in coda. Con la radio che parla, il vi-cino d’automobile che va in

escandescenza e il piede impegnato a dare un po’ di gas. Ma non troppo. Questo è l’infausto destino di chi, soprattutto per lavoro, si trova quotidianamente a dover affrontare interminabili ingorghi. Com-plice la noia, la rabbia, la fretta e la sug-gestione, piccoli tragitti sembrano viaggi interminabili e monotoni. Ma quanto tem-po spendiamo in media all’interno delle nostre auto? Tantissimo. Secondo le stime della società di consulenza Vision e Va-lue - che di recente ha discusso a Napoli delle problematiche legate allo smog e al mancato rispetto del protocollo di Kyoto - sarebbero più di 116 ore per ogni fioren-tino. Un’eternità. Quasi 5 giorni all’anno sprecati nel traffico. Calcolando una me-dia (intensa) di 800 chilometri al giorno,

in cinque giorni si potrebbe percorrere la distanza che separa Firenze da Mosca. E invece, nella migliore delle ipotesi, si va da piazza Beccaria a Novoli con una ve-locità media che si aggira intorno ai 28 chilometri orari. Più o meno la velocità di una carrozza. Siamo messi un po’ me-glio di Napoli, dove nei casi peggiori si va avanti ad un passo lumaca di circa 16 chilometri all’ora, di Palermo, 19 km/h, e di Torino, 22 km/h. Sono 237mila i vei-coli che circolano in città (sei fiorentini su dieci possiedono un’auto) e qualche furbo esasperato prova a tendere tranelli alle code cercando tragitti alternativi, pur di non stare inchiodato nel sottopassaggio alla Fortezza o a Bottai. Percorsi collinari nemmeno troppo segreti, che il lavorato-re medio utilizza per evitare semafori e isterismi. Tra i tracciati più utilizzati, c’è sicuramente Le Bagnese, stradina stretta e piena di buche, diventata nel tempo una

vera e propria arteria che collega Scan-dicci al Galluzzo senza dover passare dal centro. Altro escamotage è quello utiliz-zato da chi tenta di evitare il tratto viale Europa/viale Giannotti per arrivare velo-cemente da Firenze sud a piazza France-sco Ferrucci, passando dalle Cinque vie e da via Benedetto Fortini. E ancora c’è Bellosguardo, che da Piazza Tasso arriva fino a Soffiano risparmiando al guidato-re la confusione che viene dal piazzale di Porta Romana e dal cantiere della tramvia sul viale Talenti. Spesso sono strade tanto belle e panoramiche quanto insicure, e in alcuni tratti sono talmente strette da per-mettere il passaggio di un solo veicolo per volta. Nessuna certezza di arrivare pun-tuali o di impiegare meno tempo, perché talvolta queste alternative sono anche più lunghe. Ma poco importante. L’essenziale è non stare fermi a schiacciare ininterrot-tamente acceleratore, frizione e freno.

INGORGHI. E’ moltissima la gente che passa le sue giornate nelle code sparse per la città

Traffico, il valzer della frizione

Caterina Gentileschi

237mila sono le auto che girano vorticosamente per Firenze

e 116 sono le ore che statisticamente ogni cittadino ha trascorso

in macchina lo scorso anno. Troppo spesso spostamento fa rima

con patimento, e i fiorentini cercano delle scappatoie

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PIAZZALE DI PORTA ROMANA - CASELLO A1 FIRENZE CERTOSA5 KMTEMPO PREVISTO*: 8 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 18 MINUTI

STAZIONE SANTA MARIA NOVELLA - AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI8 KMTEMPO PREVISTO: 17 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 35 MINUTI

PIAZZA FRANCESCO FERRUCCI - OSMANNORO11 KMTEMPO PREVISTO: 24 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 38 MINUTI

VIALE EUROPA - PIAZZA LIBERTÀ5 KMTEMPO PREVISTO: 14 MINUTITEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 28 MINUTI

STADIO - SASCHALL LUNGARNO ALDO MORO3 KMTEMPO PREVISTO: 8 MINUTITEMPO EFFETTIVO: 25 MINUTI

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Eccoci lì fuori dal conces-sionario, chiavi luccicanti in una mano e contratto di vendita nell’altra. Pensiamo

che il più sia fatto. Ma quanto ci costa davvero possedere un’auto? Se pensa-vate che la spesa fosse tutta nell’acqui-sto, vi sbagliavate di grosso. Perché ol-tre a comprarla poi c’è da mantenerla, la macchina, e ogni voce in capitolo ha un prezzo. Tante le variabili, una sola certezza: l’auto è una rimessa continua. Ma, si sa, in pochi rinuncerebbero alle quattro ruote: un rapporto di attacca-mento quasi affettivo finisce per legarci al nostro caro (è proprio il caso di dirlo) veicolo.Senza contare la svalutazione dell’auto, concentrando l’attenzione solo sugli aspetti legati all’uso e alla manutenzione, il nostro mezzo ci costa in media 2 mila e 300 euro l’anno, il che significa poco meno di una banco-nota da 200 al mese e poco più di sei euro al giorno. Stiamo parlando di cifre

medie ovviamente, calcolate in base ai comportamenti di un guidatore altret-tanto medio e sui consumi di un’utili-taria. Partiamo dalle spese obbligatorie. L’assicurazione, innanzitutto, un esbor-so compreso tra 500 e oltre mille euro. L’oscillazione dipende ovviamente da tanti fattori: tipo di polizza scelta (ad esempio furto e incendio, kasko ecc.), modello ed età dell’auto, profilo e “sto-ria” del guidatore, solo per citarne al-cuni. In genere le assicurazioni online permettono di risparmiare notevolmen-te, ma sono sconsigliate ai cosiddetti “guidatori a rischio”, ad esempio i gio-vani sotto i 25 anni e chi ha alle spalle diversi incidenti. Passiamo al bollo, altra spesa fissa ogni anno: in questo caso si va dal centinaio ad oltre 250 euro. A questi costi annuali dobbiamo aggiungere quello della revisione (una sessantina di euro dopo i primi quattro anni e in seguito ogni due) e quello del tagliando, come minimo un’altra ban-conota verde. Ma la vera nota dolente riguarda il denaro “bruciato” in ben-zina: un pieno annuale da quasi mille

euro. Mettiamo che il nostro guidatore medio percorra circa 10 mila chilome-tri l’anno, considerando il consumo di un’utilitaria pari a circa 12-13 km con un litro e un prezzo della benzina as-sestatosi attorno a 1,16 euro al litro, il conto è presto fatto: 966 euro solo di carburante. Se il prezzo del diesel è or-mai pressoché in linea con quello della verde, i chilometri percorsi con un litro risultano superiori e si riesce dunque a risparmiare qualcosa sul conto finale. Infine ci sono olio, gomme & Co. Se per il primo in genere basta una cin-quantina di euro ogni 10mila chilome-tri, le seconde rappresentano una spesa ben più consistente: dai 70 ai 90 euro a gomma, cifra che però si spalma su un periodo di tempo più prolungato. Il nostro diligente automobilista dovrà poi ricordarsi di cambiare le pasticche dei freni prima di cominciare a sentirle stridere paurosamente. E sarà un’altra mazzata di 120 euro.Poi ci sono le spie che si guastano, i fanalini che si rompo-no, i fari che si bruciano, per non par-lare degli interventi più costosi, come riparare il climatizzatore o rimettere gli airbag che magari si sono aperti in uno scontro. Alla voce “manutenzione” tro-viamo anche un’altra serie di piccole e grandi spesucce, dai tergicristalli (una trentina di euro l’uno, anche se in al-cuni grandi supermercati si possono trovare a 15-20), ai tappetini, fino al cambio della batteria, che diventa più frequente se si tiene l’auto parcheggia-ta sempre all’aperto. Calcoliamo così un’altra cinquantina di euro l’anno tut-to compreso, e il conto è servito. Resta-no fuori dal conteggio tutte le monetine che se ne vanno semplicemente per parcheggiare, ingoiate dai parchimetri. Ma questo è un capitolo a parte.

Tra i capitoli di spesa più “pesanti” ci sono l’assicurazione, il

carburante, la revisione, il bollo e la manutenzione. Per non parlare

degli imprevisti e di fanalini e affini che si rompono. Il risultato?

Circa 2.300 euro l’anno che se ne vanno

QUATTRORUOTE. In media la macchina risucchia al suo proprietario quasi 200 euro al mese

Cara automobile, quanto mi costi

Francesca Puliti

FOCUS

Utilizzare l’auto solo quando ti serve e pagar-la solo per quel che effettivamente la usi. Un

sogno? No, si chiama Car sharing. Il servizio na-sce da una semplice constatazione: spesso accade che la nostra auto rimanga ferma anche per diversi giorni, ma paghiamo assicurazione, bollo, ecc. per l’intero anno. Oltretutto chi vive in città in genere non brucia esattamente centinaia di chilometri al giorno, ma si limita a spostarsi da casa a lavoro, ad accompagnare i bambini a scuola o in piscina e arri-

vare al supermercato. Da qui l’idea di condividere il mezzo: basta abbonarsi, fare una telefonata per pre-notare il veicolo e andare a prenderlo nei parcheggi dedicati. A partire dal 2005, quando il servizio è stato attivato nella nostra città, i soci sono cresciuti fino a raggiungere quota 1150 circa. “Si tratta per lo più di famiglie – spiega il dottor Roberto Burigana, amministratore di CarSharing Firenze – anche se vi è anche una piccola quota di aziende con cui abbia-mo un rapporto costante, oltre agli enti pubblici”.

Nella maggior parte dei casi l’auto viene richiesta per un periodo breve, al massimo un weekend, ma più spesso per una giornata o anche un paio d’ore nel pomeriggio. “Attualmente viaggiamo sulle 240 fatture al mese – continua Burigana – ma contiamo di ampliare il giro nei prossimi mesi”. La prossima frontiera sarà quella di posizionare alcune auto della flotta nei parcheggi dei grandi insediamenti abitati-vi, così da sconfiggere anche la pigrizia di arrivare al luogo di sosta più vicino.

Il servizio, attivo dal 2005, consente di noleggiare un veicolo anche per poche ore

Un trucco per risparmiare? Condividere l’auto con il Car Sharing

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L’Arno, dentro e fuori. Quello che vive sopra il fiume è un mondo da cartolina, istanta-nee che fanno il giro del mondo: Ponte Vecchio, i lungarni, gli Uffizi. Poi c’è un

altro mondo, più sconosciuto ma non meno affascinan-te, che popola le acque non più d’argento dell’Arno: una popolazione ittica che negli ultimi anni ha visto modificare in modo sostanziale i suoi componenti. In mezzo a questi due mondi vivono – forse sopravvivono – quei fiorentini da sempre innamorati dell’Arno: pe-scatori, canottieri, barcaioli. Gen-te che vive ancora la magia di un fiume, croce e delizia di una città, capace di tenere tutti con il fiato sospeso nei giorni di piena e poi di emozionarli nelle sere d’estate, quando le luci dei lampioni disegnano la superficie del-l’acqua e creano capolavoro naturali. L’Arno non è più come una volta. Né dentro, né fuori. Tra le otto catego-rie ittiche inserite nella lista delle cento peggiori specie invasive a livello mondiale, ben cinque sono presenti nelle acque fiorentine (tra cui il famigerato “Siluro” di origine asiatica, che divora tutto ciò che trova, o quasi). E questa è una delle principali minacce per la fauna it-tica locale, assieme all’inquinamento e all’alterazione degli habitat fluviali. I pescatori si consolano con le grosse carpe che ancora popolano il fiume e che con colpi di coda si lasciano andare a convulsi caroselli, nel

tentativo di afferrare il cibo offerto da qualche turista. Ma la pesca “piange”. Negli ultimi quattro anni – da quanto emerge da un studio dell’Assessorato provin-ciale agricoltura, caccia e pesca – si è registrato un calo di pescosità di circa il 50 per cento. Il cestino del pe-scatore si è così ridotto da 4 a circa 2 chili. Le specie it-tiche presenti nel tratto fiorentino dell’Arno sono circa 40, di cui il 50 per cento alloctone, cioè non originarie dei corsi d’acqua italiani. Le motivazioni che causano il dimezzamento della pescosità sono molteplici.Oltre

ai danni prodotti dal “Siluro” an-che l’uomo fa la sua parte. Detriti di ogni genere, sacchetti di im-mondizia, calcinacci, siringhe ed erba lasciata crescere senza cura, corrono lungo le sponde del fiume

che diventa inesorabilmente deposito di rifiuti.Ma gli amanti dell’Arno riescono a vivere ancora la loro pas-sione. Nonostante tutto. A cominciare dai pescatori che in ogni periodo dell’anno presidiano il fiume. “L’Arno non è mai solo – dice Pier Luigi Ghilarducci, autore del libro “Nell’acqua e sulle rive” – Sulle rive, in barca, sulle briglie, l’esile profilo di una canna che si protende nell’acqua non manca mai. Nel tratto che va dal Ponte alle Grazie al Ponte Vecchio dove secondo la canzone di Spadaro ‘si specchiava il firmamento’, le acque del-l’Arno sono sempre solcate dalle veloci imbarcazioni dei canottieri fiorentini”.

Arno, vecchi amori e nuovi intrusiPESCA. La popolazione ittica del fiume di Firenze è cambiata e subisce le minacce del temibile Siluro

Giuditta Boeti

Le specie ittiche presenti nel tratto fiorentino sono circa quaranta

Le sue acque, ormai assai poco d’argento, sono popolate

da pesci venuti da lontano: alcune specie sono anche molto

invasive, e il risultato è che la pescosità si è dimezzata.

Ma i pescatori non demordono

Ifiorentini hanno smesso di “vi-vere” l’Arno in modo diretto

e quotidiano, come facevano un tempo. Non ci sono più gli sta-bilimenti balneari (nella zona di Bellariva, almeno fino all’alluvio-ne del ‘66, gli argini erano puliti e l’acqua era limpida e cristallina) anche se, alla come accade nelle odierne Beauty Farm, sulla bri-glia di Santa Rosa, tra il Ponte alla Carraia e il Ponte Vespucci, durante l’estate, si esibiscono ba-gnanti in cerca di un’abbronzatura “domestica”. Sono sparite anche le donne che risciacquavano i panni nelle pescaie. E i renaioli hanno smesso di grattare il letto del fiume per trovare la “rena” che costituiva la parte pregiata delle malte da costruzione. Bastava af-facciarsi dai lungarni per vedere quegl’infaticabili uomini all’azio-ne: in mezzo al fiume, estate ed inverno, dalla mattina alla sera, con l’immancabile cappello sber-tucciato in testa calato sugli occhi. Ma, oggi come allora, chi pesca in città può ritenersi fortunato per-ché alzare il proprio trofeo in aria ed osservarlo alle spalle della ve-trata degli Uffizi, piuttosto che del campanile di Ognissanti, o della

Torre di Arnolfo, o della Chiesa del Cestello, è un’emozione uni-ca. Almeno il fascino è rimasto immutato. Sono cambiati i tempi e di conseguenza gli strumenti della pesca hanno subito modifiche, ma per chi è interessato a conoscere le attrezzature usate dai pionieri della pesca, tra cui un’ingegno-sa macchina “acchiappa insetti”, è possibile visitare (l’ingresso è gratuito) l’Art Athletic Center di Walter Rontani, in via Maggio a Firenze, unico museo al mondo nel quale è raccolta un’importan-tissima collezione di attrezzi spor-tivi usati sin dal XV secolo nelle varie discipline.

Tante le figure legate a queste acque

C’era una volta il renaiolo

/G.B.

BIANCO E NERO

hobby30 Aprile 2009

COMUNICATOAI SENSI DELL’ARTICOLO 7 COMMA 1 DELLA LEGGE N. 28 DEL 22 FEBBRAIO 2000

“Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”

La società Web & Press Edizioni Srl editrice del mensile di informazione Il Reporter di Firenze, Fiesole e impruneta, nelle edizioni attualmente pubblicate e in quelle che dovessero essere pubblicate da qui all’ 8 Giugno 2009, a norma della legge n.28 del 22.02.2000 e relative delibere delle autorità competenti, comunica le CONDIZIONI che intende applicare PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ED EUROPEE INDETTE PER I GIORNI 7 E 8 GIUGNO 2009.

Agli annunci pubblicati di tutti i partiti, di tutte le liste, di tutti i movimenti politici e di tutti i candidati verranno applicate le seguenti tariffe in Euro che si debbono intendere al netto dell’Iva al 4% prevista dalla normativa vigente:

LISTINO ELETTORALE CON COPERTURA GLOBALE DI TUTTA LA CITTÀ DI FIRENZE E PER I COMUNI DI FIESOLE E IMPRUNETA

FORMATI Edizione Firenze Edizione Fiesole Edizione Impruneta Edizione Firenze+ Fiesole + Impruneta

Pagina InteraCM 25,5 X 36 H € 4.500,00 € 1.200,00 € 1.200,00 € 5.500,00

Mezza PaginaCM 25,5 X 15,6 H € 3.500,00 € 900,00 € 900,00 € 4.300,00

30 ModuliCM 25,5 X 10,2 H € 3.250,00 € 825,00 € 825,00 € 4.150,00

27 ModuliCM 15,1 X 15,6 H € 3.000,00 € 750,00 € 750,00 € 4.000,00

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FORMATI Quartiere 1 Quartiere 2 Quartiere 3 Quartiere 4 Quartiere 5

Pagina InteraCM 25,5 X 36 H € 1.150,00 € 1.450,00 € 750,00 € 950,00 € 1.550,00

Mezza PaginaCM 25,5 X 15,6 H € 925,00 € 1.150,00 € 450,00 € 750,00 € 1.200,00

30 ModuliCM 25,5 X 10,2 H € 800,00 € 1.000,00 € 375,00 € 650,00 € 1.000,00

27 ModuliCM 15,1 X 15,6 H € 750,00 € 900,00 € 325,00 € 550,00 € 900,00

18 ModuliCM 15,1 X 10,2 H € 600,00 € 700,00 € 250,00 € 400,00 € 700,00

La pubblicazione degli avvisi alle tariffe sopra indicate è prevista, per tutti i numeri in diffusione dal 1.5.2009 sino all’ultimo numero consentito dalle previsioni normative prima della consultazione elettorale cui detti avvisi fanno riferimento.

Tutti i soggetti politici aventi diritto avranno garantita la parità di accesso agli spazi per i messaggi politici elettorali. Il criterio di accettazione delle prenotazioni si basa sul principio della progressione temporale e saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti e conformi alle previsioni del documento analitico di cui più sotto sino ad esaurimento degli spazi riservati ai messaggi politici elettorali.

Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico previste dalla normativa vigente ed in particolare dall’art. 7 comma 2 della legge n. 28 del 22.2.2000.

Tutte le inserzioni devono recare la dicitura “messaggio politico elettorale” ed indicare il soggetto politico committente.

Non sono previsti sconti di quantità né sconti o provvigioni di agenzia.

Il pagamento dovrà essere effettuato anticipatamente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione.

Il materiale per la pubblicazione dovrà pervenire completo del nome dei richiedenti ed il materiale di stampa agli uffici della Web & Press Edizioni non meno di 10 giorni lavorativi prima della data di pubblicazione dell’annuncio.

L’Editore si riserva di integrare e/o modificare il presente comunicato preventivo ove necessario a seguito della pubblicazione delle delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di attuazione della legge n. 22 febbraio 2000 n. 28.

E’ stato predisposto un documento analitico a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, depositato presso la redazione in Via Kassel, 17/7 Firenze.

Le richieste di preventivi e/o pubblicazioni dovranno essere indirizzate alla Web & Press Edizioni Via Kassel, 17/7 50126 Firenze – 055.68.22.1 – 848.80.88.68 – Fax 055.68.22.336.

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1-2 VANICAMPO MARTE (Calatafimi adiacente) BilocaleSoggiorno angolo cottura camera matrimonialeservizio Ristrutturato Luminoso Anche uso ufficioEuro 195.000 trattabili Rif L567

CAMPO MARTE Nuova edificazione Grandemonolocale Piano primo Ascensore TerrazzaCantina Accessoriato Climatizzato Materiali dipregio Luminoso Euro 200.000,00 Rif L597

3 VANIS. DONATO IN COLLINA (Paese) 60 mq Doppiservizi Giardino Resede Terrazza abitabileGarage Ingresso indipendente PanoramicoPronta consegna Euro 225.000,00 Rif L470

S. NICCOLO’ Caratteristico appartamento sop-palcato di 50 mq Palazzo d’epoca Piano 3°ulti-mo Ascensore Panoramico Accessoriato Travi avista Ristrutturato Ottima redditività-Euro290.000,00 Rif L478

PIAZZA SIGNORIA (adiacente) 3,5 vani Pianoultimo Soggiorno/cucinotto 2 camere (1 soppal-cata) servizio Travi a vista PanoramicoPregevole ristrutturazione Euro 350.000 Rif L560

COVERCIANO (Rondinella) 2,5 vani Piano ter-reno rialzato Palazzo decoroso cucina-soggior-no matrimoniale servizio finestrato RipostiglioBalcone Cantina 20 mq Appena ristrutturatoEuro 245.000,00 Rif-L588

S. JACOPINO (Galliano adiacente) 3 grandivani Piano intermedio Palazzo signorile Bal-cone Termosingolo Luminoso Condizioni medieNo frazionamento Euro 195.000 Rif-L545

CENTRO STORICO (Cherubini adiacente) 3vani Ingresso angolo cottura/soggiorno 2 came-re (1 soppalcata) servizio Termosingolo Soffittih 4 mt Silenzioso Euro 280.000 Rif-L606

4 VANIDE AMICIS In villino Piano terra 4 vani oltretaverna Giardino 120 mq Lussuosa ristruttura-zione Accessoriato Come nuovo Euro650.000,00 trattabili Rif-L505

SCANDICCI (Rinaldi pendici) Panoramicoappartamento 4 vani Piano 2° ultimo Piccolapalazzina Ripostiglio Terrazza BalconeTermosingolo Ottime condizioni Silenzioso Euro310.000,00 Rif-L513

S. MARGHERITA A MONTICI (pressi) 4 vani incolonica Piano 1° ultimo Travi a vista Ingressoindipendente Climatizzato Pronta consegnaPosti auto Rif-L579.Top List

CAMPO MARTE (S.Gervasio) 4,5 vani Pianoalto Ascensore Soggiorno-cucinotto 2 matrimo-niali 1 singola servizio Balcone RipostiglioTermosingolo Luminoso Euro 295.000 Rif L589

CAMPO MARTE (Fanti) 4 vani Giardino 120 mqIngresso cucina soggiorno 2 camere servizioTermosingolo Balcone Finemente ristrutturatoSoffitti h.4 mt Climatizzato Silenzioso Euro460.000,00 Rif L614

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Restauro fra-zionamento di antica fattoria 4 vani 80 mq caGiardino Garage Consegna Settembre 2009Euro 275.000,00 trattabili Rif L618

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Restauro fra-zionamento di antica fattoria 4 vani 90 mqPiano primo Balcone Giardino GarageConsegna Settembre 2009 Euro 290.000,00trattabili Rif L623

LE SIECI 4 grandi vani 100 mq ca Ingressocucina abitabile soggiorno 2 matrimoniali servi-zio Ripostiglio Balcone Piccolo garage Buonecondizioni Euro 225.000,00 Rif L631

5 VANIERTA CANINA (S.Niccolò) 5 vani Terrazza abi-tabile Piccola Palazzina OttocentescaTermosingolo Cantina Ottimi affacci nel verdeDivisibile Ottima ubicazione Euro 580.000,00trattabili Rif-L525

CENTRO STORICO Caratteristico appartamen-to 5 vani Piano ultimo Palazzina d’epoca 3camere Doppi servizi Ristrutturato BalconeLuminoso Accessoriato Euro 450.000 Rif-L580

CAMPO MARTE (Calatafimi) 4,5 vani Pianointermedio Ascensore Soggiorno cucina

2 matrimoniali 1 singola servizio BalconeTermosingolo Luminoso Buoni affacciSilenzioso Euro 320.000,00 Rif-L593

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Restauro fra-zionamento di antica fattoria 5 vani 120 mq caGiardino Garage Consegna Settembre 2009Euro 370.000,00 trattabili Rif L617

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Restauro fra-zionamento di antica fattoria 5 vani 110 mqPiano primo e mansarda Terrazza 13 mqGiardino Garage Consegna Settembre 2009Euro 310.000,00 trattabili Rif L622

S. MARCELLINO Nuova edificazione 115 mqca su 2 livelli Terrazza abitabile Giardino carra-bile 180 mq Rifiniture alto pregio Pronta conse-gna Euro 450.000,00 trattabili Rif L625

S. MARCELLINO Nuova edificazione 105 mqca Piano ultimo su 2 livelli Ascensore Terrazzaabitabile Posto auto Rifiniture alto pregio Prontaconsegna Euro 455.000,00 trattabili Rif L627

6 VANI ED OLTREPIAZZA DELLA COSTITUZIONE (adiacente) 7vani Piano primo Ascensore Palazzo signorileRipostigli Balconi Possibilità garage CantinaDivisibile Silenzioso Luminoso Euro 550.000,00trattabili Rif-L536

PIAZZA FARDELLA (contrada) 7,5 vani 170mq ca Piano 2° Ascensore Balconi GarageCantina Completamente ristrutturatoVeramente bello Silenzioso Luminoso Euro850.000,00 Rif-L607.Top List

FANTI (adiacente) 6 ampi vani Palazzo signori-le Recentemente ristrutturato Doppi serviziPossibilità ampliamento terrazza LuminosoPosto auto in affitto Rif-L554

SALVIATINO 7 vani Giardino 50 mq Soggiornodoppio cucina 4 camere 3 servizi SilenziosoPossibilità ampliamento superficie 20 mqPrezzo trattabile Rif-L575

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Restauro fra-zionamento di antica fattoria 7 vani 180 mq caGiardino Garage Consegna Settembre 2009Euro 490.000,00 trattabili Rif L620

CENTRALISSIMO (Duomo) Attico 140 mq caunico a piano Terrazza abitabile panoramicissi-ma sui Monumenti Ascensore in approvazioneDa ristrutturare Possibilità doppi volumi Euro650.000,00 Rif-L616

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Restauro fra-zionamento di antica fattoria 7 vani 140 mq caGiardino Garage Consegna Settembre 2009Euro 400.000,00 trattabili Rif L621

S. MARCELLINO Nuova edificazione 130 mqca Piano ultimo su 2 livelli Ascensore Terrazzeabitabili 65 mq Posto auto Rifiniture alto pregioPronta consegna Euro 570.000,00 trattabili RifL630

VILLE VILLETTE E TERRATETTIS. DONATO IN COLLINA (Paese) Terratettonuova costruzione 4,5 vani Giardino 80 mqResede 30 mq Balcone Garage doppioPanoramico Climatizzato Euro 335.000,00 Rif-470

LUNGO L’AFFRICO (Ramazzini) Terratettoprimi ‘900 Mansarda Balcone Giardino CantinaDivisibile 2 unità Silenzioso Luminoso Daristrutturare Euro 850.000,00 trattabili Rif-L520

FIESOLE Collinare panoramico terratetto 150mq ca 3 livelli Soggiorno doppio 3 camereServizi Taverna Residence esclusivo GiardinoPosti auto Silenzioso Euro 650.000,00 Rif-L547

CAMPO MARTE (Fanti) Villino anni ‘20, 2 unità200 mq totali Giardino 150 mq Soffitta Doppioingresso Parzialmente locato 101enne Euro680.000,00 Rif-L561

SALVIATINO Terratetto 180 mq ca Giardino2000 mq Ingresso indipendente Soffitti a voltinePregevole restauro Accessoriata ConfortataOttimi affacci Posti auto Rif-L590.Top List

COLONICHE E TERRENIFIESOLE (6 Km Piazza) Porzione terratettocolonica 120 mq ca Bifamiliare Ristrutturatarecentemente Particolari d’epoca Terreno 2.500mq Posizione panoramica Euro 670.000,00 Rif-L503

S. DONATO IN COLLINA (Le Corti) Colonicamq 150 Terrazza mq 60 Piscina privata Oliveta1 ha Accessoriata Possibilità permuta 4/5 vaniRif-L522. Top List

S. MARGHERITA A MONTICI (pressi)Panoramico fienile indipendente 170 mq caGiardino 1800 mq Possibilità piscina Ingressoindipendente Parcheggio Possibilità personaliz-zazione Rif-L584.Top List

S. CASCIANO Splendida villa del 1400 mq 500Dependance/limonaia Piscina Terreno 5.000mq Ristrutturata Forno Parcheggio privatoAccessoriata Posizione dominante Rif-L601.Luxury Properties

S. MARGHERITA A MONTICI (pressi) Porzionecolonica 110 mq Giardino lastricato 200 mqIngresso indipendente Parcheggio Pronta con-segna Panoramica Materiali pregiati Rif-L583.Top List

TROGHI (Collinare 300 mt s.l.m) Pregevolerestauro e frazionamento di antica fattoria inappartamenti di varie metrature dotati di giardi-no e garage Euro 2.500,00/mq Rif-L605

TERRENO EDIFICABILE (S.Donato in Collina)Progetto approvato 1300 mq ca di superficie dacostruire Posizione leggero declivio Facilitàaccesso macchine operatrici Euro 750.000,00Rif-L615

BAGNO A RIPOLI Progetto approvato per fra-zionamento di villa in 10 unità abitative per untotale di 1100 mq ca Terreno Parcheggi Ottimaubicazione Trattativa riservata Rif L624

IMMOBILI DI PRESTIGIOCHIANTI SENESE Casa padronale 700 mqoltre fienile Piscina Splendida posizione pano-ramica Parco Informazioni in agenzia Rif-L586.Luxury Properties

IMPRUNETA (San Gersolè pressi) Splendidostorico casale del 1400 mq 620 Posizione domi-nante e panoramica Completano la proprietà 2appartamenti in fienile Piscina Rif-L587.Luxury Properties

PONTE VECCHIO Caratteristico loft 90 mqTerrazzino vista Arno Contesto esclusivoSoggiorno doppio cucina camera servizio Altarappresentanza Trattativa riservata Rif-L581.Top List

FIESOLE Dimora storica “unica” 1000 mq caImportante gioiello affacciato sulle colline fio-rentine Informazioni e trattative riservate Rif-L600. Luxury Properties

COLLINE SCANDICCI-SIGNA Prestigiosoappartamento in villa storica 160 mq Pianonobile Ascensore Posti auto Confortato ParcoPosizione panoramica Condizioni perfette Rif-L604. Top List

COMMERCIALI UFFICIFONDI VENDITACENTRALISSIMO (Duomo) Fondo commercia-le con vetrina e soppalco Ottima redditivitàStrada altissimo prestigio e passaggio pedona-le Rif-564. Top List

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OSMANNORO Capannone 2000 mq Ottimaposizione commerciale Libero 4 lati Piazzalecarico/scarico Vari ingressi Ottima rappresen-tanza Divisibile Confortato Prezzo di mercatoRif-L596

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PIAZZA FARDELLA (contrada) 6 vani Pianoultimo Ascensore 3 Camere Doppi ServiziPosto Auto Referenziatissimi Contratto 3+2Libero Luglio Euro 1.500,00 mensili Rif L594

CAMPO MARTE (Via Sirtori) 4 vani Piano 2°Ascensore Soggiorno cucina abitabile 2 came-re servizio Balconi Arredato Contratto 4+4 Euro850,00 mensili Rif L613

AFFITTI COMMERCIALIPIAZZA LIBERTA’ Fondo commerciale 420 mq2 livelli Posizione angolare Strada alto transitoe passaggio Posto auto Adatto banche studimedici Rif L559

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Page 32: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Atu per con Maurizio Vanni, cura-tore della mostra “Le porte della

fantasia” nella Sala d’Arme, professio-nista giovane ed esperto che lavora da anni nell’arte contemporanea. Maurizio, quali sono per il curatore le Porte della Fantasia?Sono il risultato di una mostra site specific che ha come elementi princi-pali proprio la porta e la fantasia. Tutti i quadri in mostra sono della stessa dimensione, 150 centimetri per un metro. Ogni quadro rappresenta una porta. La porta è un passaggio, una sorta di stargate, che presuppone ci sia qualcosa al di qua e qualcosa al di là. Un confine immaginario posto dal-l’uomo. E poi c’è la fantasia, la fantasia dell’artista, che è quella che fa vivere un sogno ad occhi aperti ma proiettato nel quotidiano. E poi c’è l’esercito di terracotta…E poi c’è un esercito di pace che fa da spartiacque nella grande sala di Palaz-zo Vecchio. Da tempo una vox popoli lega il suo nome all’imminente apertura di un museo a Lucca.Ancora è tutto in fieri, ma posso an-ticipare che a maggio verrà aperto un museo internazionale, dal carattere non conservatore. Un luogo che sarà in grado di offrire molti servizi. Ospi-terà idee frizzanti e particolari e sarà caratterizzato da un veloce susseguir-si di mostre temporanee, il tutto nella cornice di un palazzo del Cinquecento proprio nel centro della città. /C.G.

La sala d’arme esplode di colori. Arcobaleni volanti, barchette a forma di ghe-riglio, alberelli appuntiti e

oceani dalle sfumature blu intenso. E a controllare che tutte le tinte ri-mangano ordinate al posto, ci pen-sa un silenzioso squadrone di busti femminili in terracotta. Sono questi i protagonisti della mostra firmata da Giuliano Ghelli - “Le porte della fan-tasia” - che potrà essere visitata anco-ra fino al 22 aprile. 62 opere collocate nel suggestivo spazio espositivo della Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dal-le mani esperte del curatore Mauri-zio Vanni. “Questa mostra non sarà una mostra per me, sarà un’emozio-ne, non paragonabile a nessun’altra della mia lunga e fortunata carriera. - spiega Giuliano Ghelli - A volte i so-gni si realizzano anche per chi è abi-tuato a regalarli”. Accanto alle tele farà la sua apparizione il “pacifico” esercito di terracotta, busti di donna alti 70 centimetri sui quali l’artista applica i simboli della sua pittura e incide brani di poesie di Campana, Saramago, Majakovskij, a significare che le vere vittorie si ottengono attra-verso l’arma della cultura. “Giuliano Ghelli affronta la terracotta con il piglio del giovane artista che deve conquistare la materia, con l’inco-scienza di colui che desidera ancora meravigliarsi per nuove scoperte e inedite soluzioni artistiche - spiega il

curatore Maurizio Vanni - ma anche con la consapevolezza dell’artista af-fermato, testimone del proprio tem-po, che vuole inviare un messaggio preciso al mondo”. In contempora-nea a quella di Palazzo Vecchio, una mostra collaterale è stata allestita presso la galleria Mirabili di Firen-ze, dove sono esposte oltre 50 opere relative alla ricerca artistica degli ultimi dieci anni. Il catalogo, curato da Maurizio Vanni ed edito dalla Carlo Cambi Editore, raccoglie le immagini dei dipinti esposti in sala d’Arme, le fotografie delle realizza-zioni delle sculture nelle fornaci sto-riche di Impruneta e dell’esposizione dell’Esercito di Terracotta di ritorno dalle mostre in Spagna, Portogallo, Marocco e dall’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Oltre al saggio del curatore, nel catalogo è inserita un’introduzione di Paolo Cocchi, assessore alla cultura della Regione Toscana. Durante l’organizzazione della mostra, evidentemente di buon auspicio, Ghelli ha ricevuto l’incari-co dall’amministrazione comunale della città di Siena per la realizza-zione del Palio dell’Assunta, del 16 Agosto 2009, ed è stato premiato per la 44esima edizione del Premio Internazionale “Le Muse” a Firenze. Entrambe le mostre sono ad ingres-so gratuito. Sala d’Arme: aperta dal martedì alla domenica. Galleria Mi-rabili: dal martedì al sabato.

Caterina Gentileschi

Un arcobaleno color GhelliLA MOSTRA. Nella Sala d’Arme, fino al 22, ci sono le opere dell’artista fiorentino

Spirali del barone rampante

Le porte delle fantasia?Uno stargate sul mondo

L’INTERVISTA

952258

Page 33: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Firenze in apprensione per il Mag-gio. Il cartellone del 72esimo Mag-gio Musicale Fiorentino è arrivato in via definitiva dopo essere stato

cancellato e riprogrammato rispetto a quello presentato quasi un anno fa. Il motivo sono i pesanti tagli alla cultura e allo spettacolo che hanno costretto alla cura dimagrante anche uno dei festival più blasonati d’Italia, orgoglio e spirito di una città. Un cartellone sofferto, ma garantito anche per quest’anno, presentato assieme alla campagna di sensi-bilizzazione “senza musica mai” nella quale i musicisti appaiono privi dei loro strumenti. Suoni voci, gesti è il nuovo titolo, per signi-ficare la pluralità dei contributi degli artisti che interverranno. Bilanci e guai finanziari a parte, a chi gli chiede che Festival dob-biamo aspettarci il sovrintendente France-sco Giambrone assicura: “Sarà un Maggio bello anche se ripensato rispetto a quello programmato prima che cambiassero in maniera così evidente le condizioni di base, ma un Maggio che mantiene alcuni ele-menti fondamentali che ne fanno uno degli appuntamenti culturali più interessanti del nostro Paese. Conserverà l’eccellenza che si conquista anche attraverso i nomi. Vedrà protagonista infatti Zubin Metha il direttore principale che completa il ciclo wagneriano insieme ad altri grandissimi come Muti, Ab-bado e Bartoletti”. Tutto pronto quindi per il debutto il 29 aprile con il Crepuscolo degli dei di Richard Wagner, frutto della collabo-razione tra Metha e la Fura Dels Baus. Al-tro fiore all’occhiello del Festival la prima assoluta dell’opera contemporanea Patto di sangue di Matteo D’Amico. “Quest’an-no è la volta di nuova produzione- spiega il Direttore artistico Paolo Arcà – Il lavoro del compositore italiano Matteo D’Ami-co. Certamente la possibilità di mettere in scena nuovi titoli è la dimostrazione della

fiducia che noi abbiamo nel teatro musicale, che non si ferma al repertorio ma vive nella contemporaneità”. Un omaggio alla carrie-ra è quello che il Festival tributa a Sir Peter Maxwell Davies, il compositore inglese che festeggia nel 2009 il 75° compleanno e che sarà presente a Firenze il 29 maggio al con-certo a lui dedicato dal Contempoartensem-ble diretto da Mauro Ceccanti. A chiudere il Festival il 1° luglio il tradizionale Galà di

danza e il grande Concerto diretto da Metha, con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Anche quest’anno il Festival ospita Maggio Off, la rassegna parallela con una proposta meno tradizionale che si apre ad altri generi musicali. L’altro lato della musica è il tema di questa terza edizione che si inaugura il 22 maggio e prosegue con altri cinque ap-puntamenti fino al 24 giugno, festa di San Giovanni.

Sara Ghilardi

L’APPUNTAMENTO. In arrivo la 72esima edizione del festival più importante della città

Un Maggio con la cinghia tirataApre i battenti il 29 e porta al Comunale un cartellone ridimensionato nei costi,

a causa del taglio netto dei finanziamenti statali. Il risultato?

Una manifestazione oculata e di qualità, con pochi ospiti ma dai nomi altisonanti

Lo spettacolo inaugurale e anche la punta di diamante del 72° Maggio Musicale Fio-

rentino, nonostante i tagli che hanno costretto a rivedere il resto del programma, è il Götterdäm-merung, ‘Il crepuscolo degli dei’ di Richard Wa-gner, diretto da Zubin Mehta nell’allestimento della Fura dels Baus. Il 29 aprile l’opera chiude-rà la tetralogia dell’anello di Nibelungo, messa in scena nel corso della collaborazione triennale tra il Teatro del Maggio e la compagnia teatrale catalana famosa nei cinque continenti. Una si-nergia fruttuosa che ha già visto la realizzazione quest’anno del Siegfried nella programmazione invernale con un ottimo successo. Nel “Crepu-scolo degli dei” la tensione e la drammaticità ar-rivano all’apice. Spettacolare e avanguardistico l’allestimento della Fura dels Baus compagnia nota soprattutto per la sua impostazione radicale e anticonformista, le installazioni provocatorie e tecnologiche e la ricerca continua del coinvol-gimento degli spettatori nella rappresentazione. Piena la sintonia con il Maestro Metha che ha più volte dichiarato: “In tutta la mia carriera non mi era mai capitato di avere un rapporto così felice con un regista come con Carlus Padris-sa”. I miti pagani prenderanno così vita ancora una volta immersi nell’arte d’avanguardia, tra i mille colori di una scena che dà man forte all’orchestra nel proiettare il pubblico diretta-mente nel sogno e nella fiaba. Il tutto secondo la concezione wagneriana del teatro totale, nel più fedele rispetto dello spirito innovatore del maestro tedesco.

FOCUS

Wagner, atto terzoSul palco c’è la Fura

/S.G.

cultura 33

Mai più soli a casa

970860

Mai più soli a casaPER INFORMAZIONI EDATTIVAZIONE CHIAMA

TELESOCCORSO - TELEASSISTENZAE’ un progetto di sostegno ed assistenza a domicilio per gli anziani che si basa

sull’utilizzo del telefono e della televisione

Page 34: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

L’uomo guida, la donna segue. Lui le cinge la schiena con la destra e con la sinistra le tiene la mano, in un abbraccio che è insieme pas-

sione allo stato puro, sensualità e ritmo. Il tutto al suono di una musica struggente e a tratti drammatica. E’ il tango argentino, un pensiero triste che si balla secondo la cele-bre definizione dello scrittore argentino Luis Borges. Una danza che sintetizza anche un modo di essere e di sentire, nella quale l’im-provvisazione e l’affiatamento la fanno da padroni. Dai sobborghi di Buenos Aires dove è nato nella seconda metà dell’800 il tango ha affascinato mezzo mondo. Anche Firenze per alcuni giorni diventa capitale di questa danza con il Firenze Tango Festival, uno degli eventi più attesi dai tangheri e dagli amanti dell’autentica cultura del tango ar-gentino in Italia e al-l’estero, ideato da Patricia Hilliges e Matteo Panero, ballerini di grande esperienza che insegnano in molte città in Italia e in Euro-pa ed hanno partecipato ad alcuni tra i più importanti festival a livello nazionale ed eu-

ropeo. La settima edizione del Firenze Tango Festival si svolgerà dal 23 al 26 aprile in vari luoghi della città. Le due giornate principali si terranno al Saschall e interverranno balle-rini e insegnanti internazionali, oltre a musi-cisti di primo livello. Stages di tango salon, nuevo e milonguero, milonga, vals, tecnica, chacarera, canyengue sono gli ingredienti di questa edizione. Accanto agli elementi della tradizione via libera anche alla sperimenta-zione con la sala del Tango Lounge dedicata all’ascolto e al ballo di selezioni musicali di musica di tango elettronico ed alternativo. E poi c’è Swingintango una formazione jazz che suona temi di tango tradizionale con ar-rangiamenti jazz. Molto atteso dagli amanti

delle emozioni del tango, lo spettacolo di venerdì 24 intito-lato quest’anno “co-lores de tango”. “Chi percorre le strade di Buenos Aires è in-

vaso dalla forza dei colori della città, delle case, della vita dei quartieri in cui è nato e vive il tango.” Un omaggio ai colori che fra mille sfumature esprimono le emozioni più profonde che sono parte della vita del tango.

Protagonisti di questo viaggio: il rosso dei tramonti incendiati, delle passioni che esplo-dono improvvise, il blu dei cieli, del mare, del ricordo, il giallo delle terre sconfinate, del silenzio, del rimpianto per la patria lonta-

na, il nero della notte che tutto avvolge come una furente passione. Protagonista l’Ensem-ble Hyperion, un’orchestra di tango formata da 8 elementi, cantante e 5 coppie di ballerini di fama internazionale.

Ad aprile Firenze si veste di tangoCamilla Sanpietrini

IL FESTIVAL. Dal 23 al 26 torna l’appuntamento per gli amanti del ballo argentino

Accanto agli elementi della tradizione via liberaanche alla sperimentazione con il Tango Lounge

“La pacifica rivoluzione Toscana”, così è stato definito il corteo che il 17 Aprile

1859 partì da piazza Indipendenza e arrivò in piazza della Signoria issando la bandiera tri-colore sulla facciata di Palazzo Vecchio, dopo la cacciata dalla città del granduca Leopoldo II. Comincia così la storia di un’indipendenza tutta toscana, che ebbe un ruolo fondamen-tale nell’unificazione dell’intero Paese. Per ricordare questo pezzo importante di storia made in Tuscany, il 27 aprile apre i battenti nella sala d’arme di Palazzo Vecchio la mostra “27 aprile 1859: l’alba dell’unità nazionale a Firenze e in Toscana”. Gli oggetti in mostra,

disposti in ordine rigorosamente cronologico, sono dipinti, disegni, stampe, incisioni, bandi e manifesti dedicati ai fatti e alle figure più rappresentative del periodo, ma anche carica-ture e allegorie tratte dai giornali satirici della metà dell’Ottocento. E ancora si potranno am-mirare divise, armi, monete e francobolli, oltre ai tre scranni ritrovati di recente, che facevano parte del corredo del parlamento fiorentino e sui quali sedevano Bettino Ricasoli, Adria-no Mari e Ubaldino Peruzzi. Una carrellata completa che ripercorre gli anni dell’indipen-denza, cominciata nel granducato e finita con l’Unità d’Italia nel 1861. Proprio in occasione

delle celebrazioni per l’unità nazionale, che verranno festeggiate nel 2011 e delle quali sa-ranno protagoniste le tre capitali d’Italia – Fi-renze, Torino e Roma – il comune di Firenze promuove questa iniziativa per poter scandire un momento dopo l’altro gli eventi che hanno portato l’Italia all’unificazione definitiva ed evidenziare il ruolo fondamentale che la città ebbe all’interno del processo risorgimentale italiano. Gli oggetti in mostra sono stati mes-si a disposizione da numerosi enti prestatori tra cui la Fondazione Spadolini, il museo del Risorgimento e la galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Fino al 7 giugno.

Se l’unità nazionale comincia in ToscanaL’EVENTO. Alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio una mostra ricorda “la pacifica rivoluzione”

/L.V.Z.

cultura34 Aprile 2009

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Page 35: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

SPECIALE SALUTE 35

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LA PERIATRITE DELLA SPALLA La periatrite della spalla è una espressionegenerica di una sindrome dolorosa causata da una patologia periarticolare. Si distinguono diverse sindromi: spalla dolorosa semplice (tendinite del m. sovraspinoso o del capo lungo del m. bicipite brachiale), spalla dolorosa acuta(associata a borsite calcifica subacromiale), spalla bloccata o congelata (capsulite adesiva), sindrome da conflitto sotto-acromiale (rottura della cuffia deirotatori). E’ frequente sia in attività lavorative che sportive, per traumi efficienti,microtraumi ripetuti, sovraccarico funzionale notevole. Si manifesta clinicamentecon limitazione funzionale e dolore che si accentuano nei movimenti attivi e passivi. Generalmente il dolore è localizzato sulla faccia antero laterale dellaspalla con possibile irradiazione sulla faccia anteriore del braccio.Il trattamento all’inizio è conservativo associando terapia farmacologia per viagenerale e locale. Efficace è la terapia fisica strumentale (Ultrasuoni, Ionoforesi, Tens,Laserterapia, Tecarterapia). Per potenziare i risultati della terapia medica efisica è indispensabile il trattamento riabilitativo per riattivare la motilitàarticolare compromessa specie nella spalla bloccata, per rinforzare i gruppimuscolari deficitari, con automotivazione del paziente per un migliorerecupero funzionale della spalla.

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Page 36: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Il giallo di un documento di identità misteriosamente sparito sta dietro la gestione contesa dell’ ex Quarter, il centro per l’arte contemporanea

di Viale Giannotti. Il Quarter di Gavina-na chiuso dal 2006 e lasciato al degrado, è stato l’oggetto di un bando del Comune, per riqualificarlo e rimetterlo in funzione. Una gara alla quale hanno partecipato l’Ac-cademia delle Belle Arti e l’associazione Extre Toscana. Ma il progetto presentato dall’Accademia non era stato neanche valu-tato a causa della documentazione arrivata incompleta per ben due volte alla commis-sione giudicante. Una vicenda complicata da questioni esclusivamente burocratiche: la fotocopia di un documento smarrita ha fatto accantonare un’idea potenzialmente molto interessante per la città. Un pasticcio, un rompicapo che ha mandato su tutte le furie il presidente dell’Accademia Paolo Target-ti che quel documento rivendica di averlo consegnato. Fatto sta che l’aggiudicazione della gara è andata all’Associazione Extre Toscana che ha già pronto il programma di eventi, mostre ed esposizioni .Un esito che ha suscitato malumori per l’esclusione di una realtà storica importante come l’Acca-demia, bisognosa di nuovi spazi, che però ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar per andare fino in fondo a questa vicenda. Di come sono andate le cose si era rammari-cato anche il Presidente della Commissione Cultura Dario Nardella. Il fatto evidente è che una gara senza almeno due alternative da prendere in considerazione non è una gara, almeno dal punto di vista dei conte-

Le elezioni amministrative sono vicine, molti candidati sono già in pista e alle prese con le strategie per un’efficace e, si spera, vincen-

te campagna elettorale. Questione delicata, con cui gli aspiranti sindaci e presidenti dovranno fare i conti, è il fondamentale rapporto con la stampa e i media in generale. Per quelli un po’ a digiuno, candidati e non, viene in soccorso un recentissimo libro edito dall’editore fioren-tino Mauro Pagliai: “Napoleone in sala stampa”, strategie d’immagine nella storia, scritto dal giornalista e regista Rai Gabriele Parenti. Il volu-metto (pagg. 176, euro 10) ripercorre a grandi linee la storia dei grandi politici e comunicatori del passato. Scopriamo così che “spin doctor” è il termine coniato dal giornalista americano William Safire nel 1984

per definire i consulenti politici che elaborano strategie d’immagine. Nei secoli scorsi molti statisti sono stati anche degli ottimi spin doctor per la capacità di rendere popolari alcune scelte politiche, di volgere a proprio favore un evento negativo. Giulio Cesare e Napoleone sono stati dei veri maestri in questo campo. Ci sono state poi situazioni in cui campagne di stampa hanno determinato le scelte politiche o perso-naggi il cui reale profilo è sublimato nel mito (da Lawrence d’Arabia a Che Guevara). Gabriele Parenti ha realizzato vari programmi per le reti nazionali della Rai e per Rai International. Autore di documentari e di docu-fiction, attualmente coordina i programmi culturali della sede Rai di Firenze.

Leader e politici, in un libro le istruzioni per l’usoLA RECENSIONE. Il volume del regista e giornalista Gabriele Parenti

Ex-Quarter

Sara Ghilardi

Ex Quarter, una storia infinitaARTE CONTEMPORANEA. Bagarre tra Accademia e ExTre per l’aggiudicazione dell’appalto

/Ciro Becchimanzi

nuti. Per salvare capra e cavoli è intervenuto l’Assessorato alla Cultura con la proposta di nuovi spazi.“Ancora deve essere tutto ag-giudicato” ha messo le mani avanti l’Asses-sore Giani “Io spero comunque di prevenire eventuali riscorsi al Tar trovando anche per l’Accademia una giusta collocazione per le esigenze didattiche che ha prospettato”. Allo studio c’è infatti la proposta di assegnare al-l’Accademia un paio di padiglioni del Par-terre, che ben si adatterebbero allo scopo didattico. Niente gestione in tandem quindi, come si era pensato in un primo momento, ma una soluzione che lascerebbe a ciascuno i suoi spazi, trovando una soluzione per il Quarter senza ulteriori ritardi, visto che da marzo la struttura avrebbe dovuto entrare nuovamente in funzione se non ci fosse stato l’intoppo di una fotocopia.

cultura36 Aprile 2009

Studio Odontoiatrico Dr.ssa Daniela Soave - Via de’ Tommasi, 4 Firenze

Oggi invece questagrave malattia puòessere combattuta eaddirittura prevenirla. Questa malattia colpiscesia le persone in eta’avanzata che personerelativamente giovani.Si osserva anche inpersone che hannouna estrema cura deidenti e li pulisconoquotidianamente.Il sanguinamento dei

denti, gonfiore delle gengive, arrossamento, sensibilita’al caldo e al freddo sono campanelli di allarme e sidovrebbe immediatamente chiedere un appuntamentocon un dentista parodontologo per valutare la gravita’di questa patologia se si vuole evitare il progredire dellamalattia e conseguente caduta dei denti.Il paradontologo ha molte armi a disposizione per combatterla.La visita consiste in un sondaggio delle tasche eseguitacon una sonda apposita, di una panoramica dellabocca per valutare lo stato dell’osso e la perdita diattacco.La visita deve essere accurata e dopo di che studiatauna terapia personalizzata.

La terapia non può e non deve essere limitata alla semplice detartrasi, che al momento può dare sollievo,ma può recidivare dopo 3-4 settimane in quanto non siè scoperto la causa reale deve essere impostato unpiano di trattamento preciso:Dopo la detartrasi va effettuato un test batteriologico oal DNA a seconda dei casi, per individuare i batteri presenti nelle tasche parodontali ed in caso positivoeffettuare una terapia sistemica e locale con antibiotici.Alle persone che non tollerano gli antibiotici, osono contrari ad essi la Dr.sssa Daniela Soaveeffettua una TERAPIA OMEOPATICA APPOSITAALTRETTANTO EFFICACE. In aggiunta va eseguita la levigatura dei denti per asportare la placca sottogengivale e quando si ritiene necessario fare delle applicazioni LASER perdecontaminare e biostimolare i siti infetti in manieracompletamente indolore.La TERAPIA LASER è un’arma molto potente contro la PIORREA, ed oggi viene usato di routinenello studio della dr.ssa Daniela Soave ed è moltoefficace.Con questo protocollo si ottengono risultati duraturi, edin molti casi anche la remissione totale della malattia.Va ricordato però che la malattia è sempre in agguatoe vanno poi eseguiti controlli periodici per evitare lerecidive.

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C’ERA UNA VOLTA LA PIORREAC’ERA UNA VOLTA LA PIORREA, E LA GENTE

SI ARRENDEVA ALL’INEVITABILE: LA PERDITA DEI DENTI!

Page 37: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Mostre

Ferdinado I De’ Medici. Maiestate tantumDal 2 Maggio all’1 NovembreMuseo delle Cappelle Medicee – San Lorenzo

Il granduca Ferdinando I

(1549 – 1609) fu tra le figure

eminenti della dinastia me-

dicea, e il quarto centenario

della sua morte verrà ricorda-

to con una mostra, promossa

dal Polo Museale fiorentino

unitamente all’Opificio delle

Pietre Dure, che da Ferdinan-

do fu fondato. La mostra, che

ha per titolo il motto persona-

le di Ferdinando I (Maiestate

tantum), si concentra su due

eventi emblematici, entrambi

legati a quella politica di

affermazione dinastica che fu

di guida all’operato di Ferdi-

nando. Le nozze con Cristina

di Lorena, della famiglia dei

reali di Francia, e il prezioso

altare-ciborio per il mauso-

leo di famiglia, la Cappella

dei Principi, scelta a sede

dell’esposizione.

I marmi vivi. Gian Lorenzo Bernini e la nascita del ritratto baroccoFino al 12 luglioMuseo Nazionale del Bargello

Dopo la mostra “Bernini and

the Birth of Baroque Portrait

Sculpture” organizzata dal

Getty Musem di Los Angeles

e dalla National Gallery di

Ottawa (5 agosto 2008 - 8

marzo 2009), anche Firenze

rende omaggio all’artista e

alle sue eccezionali qualità di

ritrattista: con il busto di Co-

stanza Bonarelli, il Museo Na-

zionale del Bargello possiede

infatti la testimonianza più

emozionante e più celebre

della svolta che Gian Lorenzo

Bernini (1598-1680) operò

nel genere della ritrattistica

scultorea.

Concerti

Max Gazzè6 AprileTeatro Puccini

Il progetto live “Casi ciclici”

è prima di tutto uno spetta-

colo audio visivo. Le canzoni

seguono un ordine preciso e

sono accompagnate da im-

magini che rendono parole e

musica visibili, ne dilatano il

contenuto, le interpretano e

le estendono. Un film sonoro

in cui Max coinvolgerà il pub-

blico nel suo modo eclettico

e originale. Elettro-acustico

perché la voglia di sperimen-

tazione di Max trascende i

generi musicali e per questo

progetto ha scelto musicisti

provenienti da mondi musi-

cali diversi e apparentemente

incompatibili: Megahertz

(teremin e sintetizzatori)

Sergio Carnevale (batteria),

Silvia Catasta (flauto traverso

e ottavino) e il Quartetto

d’Archi EdoDea.

Nomadi19 AprileSaschall

I Nomadi stanno per tornare

con un disco di canzoni

nuove ed un tour. Ad aprile

è prevista infatti l’uscita del

nuovo album, il primo con

materiale inedito da studio

dal 2006, anno in cui pub-

blicarono “Con me o contro

di me”. Due inediti erano

stati inseriti anche nell’album

live con la Omnia Symphony

Orchestra uscito nel 2007,

ma ormai la voglia di canzoni

nuove tra i fan era altissima.

L’occasione per ascoltare

dal vivo queste composizioni

sarà il tour già in prepara-

zione che partirà anch’esso

ad aprile. Al momento non

si hanno indiscrezioni circa

il titolo del nuovo disco o

particolari sul contenuto.

Tiziano Ferro22 AprileNelson Mandela Forum

Un tour che porta a Firenze

il nuovo album di Tiziano

Ferro, “Alla mia età”, uscito

in contemporanea in 42 paesi

del mondo. E’ il quarto della

sua carriera iniziata nel 2001,

a soli 21 anni, con il singolo

“Xdono” e l’album “Rosso

Relativo”. Il titolo dell’album

suggerisce il contenuto

autobiografico di questo

suo nuovo lavoro. Tiziano

riassume in 12 canzoni tutto

quello che il suo cuore ha

metabolizzato in questi ultimi

due anni. Questo album lo ha

visto collaborare con Ivano

Fossati e Franco Battiato con

cui ha scritto rispettivamente

i brani ‘Indietro’ e ‘Il tempo

stesso’ e con Kelly Rowland

con cui ha duettato nel bonus

track ‘Breathe gentle’ (versio-

ne inglese del pezzo con

Fossati).

Nek23 AprileSaschall

Il nuovo tour di Nek, è il risul-

tato di un lavoro durato più

di due anni. Tanto è passato

dall’uscita di “Nella stanza

26” a “Un’altra direzione”,

titolo dell’ultimo album.

Un disco di composizioni

originali, capace di ripercorre

un’evoluzione personale

che rimane fedele alla sua

raffinatezza stilistica, ma

allo stesso tempo allarga il

proprio orizzonte artistico,

spaziando dal lento classico

di “Se non ami” alle atmosfe-

re sincopate di “Le mie mani”

con una chitarra reggae

dall’incedere percussivo.

Fiorella Mannoia29 AprileSaschall

Dopo il successo del tour

legato alla raccolta “Canzoni

nel tempo”, che ha visto

l’artista nelle piazze d’Italia

durante tutta l’estate 2008,

Fiorella Mannoia torna ad esi-

birsi dal vivo per presentare il

suo nuovo lavoro “Il Movi-

mento del dare”. E’ un album

che contiene collaborazioni

con alcuni dei più grandi

autori della musica italiana

tra cui Ligabue, Fossati,

Jovanotti, Battiato e molti

altri. Sono canzoni, quelle

contenute nel nuovo album,

che sembrano non scritte per

lei, ma quasi da lei, tanta è la

capacità di Fiorella di sapersi

immedesimare nelle parole

degli uomini che scrivono

per lei e al tempo stesso la

capacità degli autori di riu-

scire a scandagliare l’animo

femminile e di esprimere

sono cose che (di solito) “gli

uomini non dicono”.

Teatro

Corrado Guzzanti7 AprileNelson Mandela Forum

Dopo gli ultimi anni passati

tra apparizioni tv, cinema

ed editoria, Corrado torna in

scena a grande richiesta, con

uno spettacolo interamente

dedicato ai suoi personaggi

vecchi e nuovi.

Gigi Proietti16 e 17 Aprile Nelson Mandela Forum

Con il suo nuovo show, Gigi

rende omaggio a tanti grandi

del teatro e a un genere, il

“ Varietà” che tanto fece

divertire e ancora oggi

diverte il pubblico di ogni età,

condizione e censo. Accom-

pagnato come sempre dalla

sua orchestra di fedelissimi,

dieci elementi scelti tra i

migliori musicisti italiani,

la compagnia di attori, il

balletto, e le figlie Susanna

e Carlotta, Proietti nello

spettacolo alterna canzoni

romane a grandi successi

internazionali; liriche d’amore

e sketch esilaranti; nuovi e

vecchi personaggi con una

chicca d’autore: l’atto unico “

Pericolosamente” di Eduardo

De Filippo.

Nel mezzo del cammin. Canti e canzoni dall’inferno di Dante23 e 24 AprileTeatro di Rifredi

Una rivisitazione moderna

dell’Infreno dantesco, curata,

realizzata e diretta da Angelo

Savelli e interpretata da

Carlo Monni, insieme a Nicola

Pecci, Andrea Bruno Savelli,

Massimo Grigò, Marzia

Risaliti.

Amore e psiche. La favola dell’asino d’oroDal 14 al 19 AprileTeatro della Pergola

“L’Asino d’oro” è uno dei due

grandi romanzi “moderni”

dell’antichità romana (e non

solo) insieme al “Satyricon”

di Petronio, e non a caso,

dopo aver affrontato lo

scorso anno il Satyricon, ora

mi impegno nella messa in

scena dell’Asino d’oro (cono-

sciuto anche col titolo di Me-

tamorfosi). E così come per il

Satyricon mi ero concentrato

sull’episodio della Cena di

Trimalcione, per l’asino, non

ho preso l’intero romanzo

ma la sua parte centrale,

senz’altro la più bella, poetica

e suggestiva, “la favola di

Amore e Psiche”.

Visite guidate

Archeologia Narrante Dal 15 Aprileal 14 GiugnoCentro di Restauro e archeo-antropologia

Nell’ambito dell’iniziativa

“Archeologia narrante” del

Ministero dei Beni e delle

Attività Culturali, dal 15 aprile

al 15 giugno 2009 sarà pos-

sibile effettuare visite guidate

ai laboratori del Centro di

Restauro e di Archeo-antro-

pologia della Soprintendenza

per i Beni Archeologici

della Toscana. Le visite si

svolgeranno, su prenotazione,

la mattina dei giorni lunedì,

mercoledì e venerdì. Sarà

possibile prenotare anche

visite pomeridiane, limita-

tamente al mese di maggio,

per i giorni lunedì e merco-

ledì. I partecipanti potranno

apprendere le principali fasi

delle attività svolte e osser-

vare gli interventi in corso,

inoltre, verranno illustrate le

caratteristiche degli appa-

recchi e delle attrezzature

impiegate. Le prenotazioni

potranno essere effettuate

dal lunedì al venerdì dalle

ore 10,00 alle ore 12,00

ai seguenti numeri: Centro

di Restauro 055.0949311

o 055.0949336. Laborato-

rio di Archeo-antropologia

055.253273

segnalazioni a [email protected]

Page 38: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

“Martino” è tornato. E ora pensa al futuroFIORENTINA. Il danese sta vivendo la sua quinta stagione (la più complicata) in maglia viola

Martin Jorgensen

Martin Jorgensen, 35 anni il prossimo 6 ottobre, sta vivendo la sua quinta stagio-

ne in maglia viola. Stagione che, senza dubbio - assieme alla prima - è quella più complicata. Il da-nese è stato fuori dal campo per quasi sei mesi a causa di un virus provocato dal morso di un inset-to. “Non vengo da un periodo semplice. Per la prima volta sono rimasto tanti mesi senza calcio, è stata durissima, anche perché ho dovuto fare diversi controlli – rac-conta -. Come stavo? Sempre ab-bastanza sereno, anche se a Firen-ze sono circolate un sacco di voci. Prima nessuno aveva il coraggio di dirmi cosa avevo, me l’hanno detto dopo, quando avevano ca-pito che tutto si sarebbe risolto. Comunque – continua - ho preso quel virus da un insetto, non so quando, certamente prima del ri-tiro a Castelrotto, una settimana o forse quindici giorni prima”. Il suo rientro nella partita di ritor-no con l’Ajax, assieme a quello di Almiron - in una gara che, alla fi ne, ha visto la Fiorentina uscire dalla Coppa Uefa - è stato messo sotto accusa dalla critica. Acqua passata, ormai. Il centrocampista, con tante esperienze in difesa e in attacco, vive invece ora una si-tuazione di stallo a causa del suo contratto in scadenza a giugno. Il ds Pantaleo Corvino ha detto che l’accordo non si è trovato per 50mila euro... “Se la cifra fosse stata 50mila euro avrei già fi rma-to – spiega “Martino” - dipende da tutte e due le parti, io sono ot-timista, anche se devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza sapere dove giocare. Spera-vo di chiudere il discorso in poco tempo. Comunque non sono de-luso o arrabbiato”. Il suo futuro,

nel caso sfumasse il rinnovo con la società viola, è in Danimarca. “Mi tengo in contatto con Brian Nielsen (diesse dell’Aarhus, il suo primo club da professioni-sta, ndr), è un amico, ma prima di tutto vorrei evitare di giocar-mi gli ultimi anni cambiando squadra. Si tratta di capire quanti e quali passi si possa fare l’uno verso l’altro. In Italia? Solo alla Juve!” (ride, ndr). Una cosa è cer-ta, quindi. Quando Martin appen-derà le scarpette al chiodo vivrà con la sua famiglia in Danimarca, dove, probabilmente seguirà l’at-tività di famiglia. “Forse lavorerò con la mia famiglia, i miei hanno un’agenzia di viaggio (trentacin-que pullman) ad Aarhus – dice - anche se vorrei restare sempre vicino al mondo del calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore dei bambini, non mi vedo come di-rettore sportivo o team manager”. L’ipotesi di vederlo nelle vesti di dirigente viola, infatti, era solo uno scherzo tra lui, Corvino e Mencucci. Se continuasse a gio-care a calcio fi no al 2010, Jorgen-sen, che ha praticamente giocato in tutti i ruoli - tranne da portiere e difensore centrale - potrebbe di-ventare l’unico calciatore danese ad aver partecipato a tre mondia-li. Intanto, con la maglia viola ci sono da conquistare i preliminari di Champions. Obiettivo diffi cile ma non impossibile, per Martin. “Quest’anno è mancata un po’ di convinzione ed esperienza. Scen-devamo in campo con la mentali-tà di essere più forti degli altri, sia come singoli che come collettivo. Bisogna essere più umili. Per il quarto posto – conclude - sono fi ducioso, abbiamo reagito alla critica e lavorato per la squadra: dopo la partita con l’Inter ho visto la reazione che serviva”.

Cristina Guerri

Ha fatto il suo rientro in campo dopo sei mesi di stop a causa di un

virus che, per diverso tempo, ha fatto discutere (e preoccupare)

Firenze. Ora, lasciato il peggio alle spalle, Jorgensen - che ha il

contratto in scadenza – è concentrato sul suo rinnovo. “Sono

ottimista, ma devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza

sapere dove giocare”. E da “grande” sogna di allenare i bambini

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Page 39: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Non sono solo Mutu & Co. i protagonisti della dome-nica. Perché, per 11 ma-glie viola che scendono

in campo, ci sono migliaia di tifosi a sostenerle. E sono proprio loro, forse,

i veri protagonisti. A cui Il Reporter ha deciso ora di dare spazio. Lorenzo la partita la vede in maratona. “Come va quest’anno? C’è un problema di modulo tattico, oltre che di condizio-ne fi sica – dice - il centrocampo non corre. Penso che sia diffi cile raggiun-gere il quarto posto, anche se sono fi ducioso. Il contratto di Jorgensen?

Dipende quanto vuole, anche se per un anno glielo rinnoverei. Rimpianti per Pazzini? No. sono sempre stato un suo sostenitore, avevo anche la ma-glia, però oggettivamente non faceva gol neanche a spingerlo. In futuro mi piacerebbe vedere la Fiorentina in un nuovo stadio, non importa dove, basta che abbia 50.000 posti e sia coperto. La dirigenza viola? non si potrebbe averne una migliore”. Andrea è ab-bonato da 11 anni. “L’ultima stagione con Cecchi Gori non l’ho fatto perché ero contro di lui – racconta - anche se compravo il biglietto. Prima andavo in curva, ora mi godo la tribuna. Que-sta è stata una stagione di alti e bassi; credo che non ce la faremo ad andare in Champions... spero di sbagliarmi, ma la penso così. Sono affezionato al Franchi, ma purtroppo è obsoleto. Lo stadio nuovo va bene anche a Sesto, quello del Bayern Monaco è fuori dal centro della città. Rimpiangere Pazzi-ni? Troppo facile, ora”. Paolo ha l’ab-bonamento da ben 7 anni in Fiesole. Si defi nisce un po’ un cane sciolto, non facendo parte di nessun gruppo organizzato. “I Della Valle hanno investito molto, soprattutto su due giocatori, Vargas e Gilardino. Uno, i’ Gila, li ha ripagati, l’altro ancora deve esplodere. L’anno prossimo – chiosa - manderei via parecchi giocatori per stare tra le prime quattro-cinque del campionato. Chi vorrei? Ivanovic e Diego, anche se sogno Messi. Jor-gensen va premiato con il rinnovo, è un giocatore di cuore che si è anche in ruoli non suoi quando ce n’era biso-

gno. Il Pazzo? È’ uno dei migliori at-taccanti italiani, anche se l’ho sempre criticato”. Alessandro va allo stadio dal ‘75. “E’ un’annata al di sotto delle aspettative, con tutti i giocatori che sono arrivati in estate – commenta - che cambiamenti farei? La Fiorentina

avrebbe bisogno di una persona di immagine, a livello dirigenziale, che ci metta la faccia, tipo Antognoni. Lo stadio? Il Franchi è antico, è stato co-struito durante il periodo fascista, sa-rebbe da rimodernare. Sennò meglio costruirne uno nuovo”.

di Giovanni Carta

Cristina Guerri

Andrea ha l’abbonamento da 11 anni

(“ma l’ultima stagione con Cecchi Gori

non l’ho fatto”), Paolo è un “afi cionado”

della Fiesole, Alessandro va allo stadio

dal ‘75. E ora dicono la loro

Vita da tifosi (ogni maledetta domenica)FUORI DAL CAMPO. Mutu & Gila? No, i veri protagonisti viola sono i supporter

sport

Le barriereda abbattereChissà se Firenze avrà mai uno sta-dio nuovo. Nell’attesa - a dire il vero neanche tanto trepidante - di saper-lo, pensiamo a cosa abbiamo a dispo-sizione adesso. Lo stadio comunale oggi intitolato ad Artemio Franchi, progettato da Pier Luigi Nervi nel 1929, fu costruito tra il 1930 e il 1932. A conferma dei corsi e ricorsi storici, allora si discuteva sulla localizzazio-ne: alle Cascine o alle Cure? Alla fine si optò per la capiente area della Piazza d’Armi, dedicata a Marte, dio della guerra. C’era anche la pista di atletica, sacrificata nel 1990 quando lo stadio fu ritoccato per ospitare quattro gare dei campionati del mon-do. Da allora nessun altro interven-to, nel rispetto della sacralità del mo-numento nazionale, se si escludono quelli, esterni, imposti dal decreto anti-violenza del 2007: i tornelli e la recinzione metallica di pre-filtrag-gio, orrendo scempio “regalato” alla già tartassata popolazione residente. Guardando al futuro, è desiderabile una manovra al contrario: l’abbatti-

mento delle barriere che separano gli spettatori dal campo di gioco. Come si vede già in molti stadi europei, a partire dall’ex-hooligana Inghilterra, e come si dovrebbe vedere - salvo imprevisti - allo stadio Olimpico di Roma in occasione della prossima finale di Champions League. Senza per forza scadere nella retorica, sono tante le barriere da abbattere nello sport. A cominciare dal basso, dai campi di periferia, dalle miriadi di società sportive che stanno assumen-do sempre più un ruolo fondamenta-le come nuovi centri di aggregazione sociale e palestre di vita per bambi-ni e adolescenti. E’ in queste realtà che va fatto lo sforzo maggiore per diffondere valori di solidarietà, di onestà e correttezza, di fair-play, di sportività. Perché non serve applau-dire il “terzo tempo” dei campioni sul tappeto rosso se i nostri giovani campioni crescono sull’onda della competitività esasperata e sulla spin-ta di genitori-ultrà al di là della rete che circonda il campo di gioco.

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Page 40: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

Nel 1957 Don Mario Alberto Lupori fondò una delle più gloriose società sportive d’Italia: la San Michele

Cattolica Virtus. In breve tempo, la po-lisportiva divenne un importante centro di aggregazione per migliaia di giovani. Negli ultimi anni la San Michele, oggi guidata da don Massimiliano Gabbricci, ha anche curato la formazione religio-sa dei ragazzi impegnati nel gioco del calcio e delle ragazze della pallavolo femminile. Ma è soprattutto nel calcio che la Cattolica Virtus è sempre stata una delle maggiori “sforna talenti” in città, riuscendo a vincere titoli nazionali e regionali: l’ultimo in ordine di tempo la Coppa Toscana categoria Allievi nella passata stagione, in finale contro lo Spor-ting Arno. Ma le coppe in bacheca non sono il solo vanto della società. Il sogno è quello di regalare al calcio professioni-stico giovani stelle. Non è sempre stata solo utopia. Alcuni esempi? Il campione del mondo 1982 Paolo Rossi e il nazio-nale Andrea Barzagli. Tutt’oggi, a ogni partita disputata in casa sono presenti os-servatori di tutte le “big” d’Italia. I “se-natori” della gloriosa società fiorentina ammettono, infatti, che negli ultimi dieci anni il livello del calcio giovanile made in Italy, soprattutto da un punto di vista tecnico, si è abbassato, rendendo molto più difficile un ricambio generazionale. Altra differenza con gli anni ’80 e i pri-missimi anni ’90 è semplice: c’è molto

più abbandono in età giovanile di allievi che non hanno nel calcio un futuro re-munerativo. E’ proprio per questo che la San Michele Cattolica Virtus cerca, oltre che far crescere i propri atleti da un punto di vista educativo e spirituale, di selezionare i ragazzi che possano avere una prospettiva, soprattutto dalla Secon-da Divisione fino alla Serie A. Ormai in Serie D o in Eccellenza gli stipendi dei calciatori non sono tali da permet-tere una sopravvivenza in una società sempre più ai margini della povertà.

Senza offrire illusioni o posti di lavoro, la Cattolica ha come obiettivo i primi posti dagli Esordienti fino agli Juniores, grazie all’ausilio del ds Marco Marchi e di esperti dirigenti che forniscono ai pro-pri tecnici, tutti qualificati, un organico di prima scelta. Un altro vanto per tutte le persone che sono vicine all’ambiente della San Michele è che la prima squa-dra è composta da ragazzi e da uomini che indossano da sempre, o quasi, la ma-glia giallorossa, maglia che per qualsiasi giocatore è un ricordo indelebile.

Cattolica Virtus, la maglia che non ti scordiLorenzo Mossani

VIAGGIO NEL PALLONE. Ottava tappa del tour de Il Reporter tra i club sportivi di casa nostra

L’Arno d’argento risplende il firmamento. E’ proprio

così, perché solo di stelle - nel caso della Canottieri Comuna-li Firenze - si può parlare. Tanti successi e molte ambizioni anche per il futuro. Il Reporter ha chie-sto al direttore sportivo Alessan-dro Piccardi quali sono i segreti di così tanti successi.Senza considerare l’olimpioni-ca Stefania Cicali, prodotto del vostro vivaio, quali sono stati i risultati della vostra stagione agonistica?Direi che è andata sopra ogni aspettativa. La nostra società ha chiuso infatti il 2008 con un ver-detto ufficiale di grande prestigio: siamo stati la terza società italia-na di canoa. Nella classifica fina-le la società biancorossa è prece-duta solo dall’Idroscalo Club con 12513,5 punti e, di pochissimo, dalla Canoa San Giorgio con 9854, contro i nostri 9533,8. Dopo un 2008 così avete già ini-ziato il 2009 conquistando titoli su titoli. Quali sono gli obiettivi più importanti?Nella canoa olimpica allenata da Marco Guazzini abbiamo grandi ambizioni con Susanna Cicali, sorellina di Stefania, che a ritmo di pagaiate sta ripercorrendo i successi avuti dalla sorella. Nel mese di luglio sarà sempre im-pegnata con la Nazionale nella categoria Juniores. La speranza è di riuscire a portare qualche piaz-zamento importante agli Europei e ai Mondiali.Mentre nelle altre discipline?Nella canoa fluviale allenata da Niccolò Pandolfini abbiamo in

partenza diverse certezze: i fra-telli Fianchisti nel K1, Ricardo Tonini nel C1, tutti categoria Se-nior, e tanti giovani che stanno crescendo e cercando di raggiun-gere il livello dei nostri atleti più forti. Nella canoa polo, allenata da Massimiliano Sizzi, cerchia-mo di puntare ai play-off, abbia-mo lavorato molto in questi mesi per allestire una formazione che possa raggiungere i vertici della classifica, iscrivendo inoltre altre tre formazioni ai campionati di Serie B, Under 21 e Juniores al-lenate da Massimo Chiti. Anche in questa disciplina siamo sicura-mente una solida realtà.Capitolo a parte sono il dra-gonboat, la canoa polinesiana e il podismo, altre attività svolte dalla Canottieri Comunali...Nel dragonboat siamo ormai un punto di riferimento in Europa, tanto che in Francia hanno chie-sto il nostro aiuto per importare questa disciplina come in altre città italiane. La canoa polinesia-na e il podismo sono portati avan-ti con entusiasmo dai nostri soci e sono un vanto per una società con sempre più energia e voglia di fare.Quest’anno festeggiate i set-tantacinque anni dalla vostra nascita, quali saranno le inizia-tive?Inutile elencarle tutte, siamo rientrati nel pre-ingresso delle società centenarie e stiamo orga-nizzando gare e manifestazioni per tutte le categorie. Vogliamo onorare questa stagione nel mi-gliore dei modi, non lasciando niente al caso.

L’INTERVISTA. Parla il direttore sportivo Piccardi

Canottieri Firenze,75 anni di successi

/L.M.

sport

In campo con la Cattolica Virtus

40 Aprile 2009

LA ATI costituita da Solgenera s.r.l. delGRUPPO CONSIAG S.p.A. da EmpowerEnergy Group S.r.l. e Columbus S.r.l.,intende realizzare un progetto volto apromuovere la diffusione di impianti foto-voltaici in Toscana. Il progetto prevedel’installazione di 1.000 sistemi fotovoltaici,ciascuno con potenza nominale pari a 3kWp (sufficiente a garantire il fabbisognoenergetico domestico medio di unafamiglia), nel territorio di ciascunaprovincia della Toscana, con assegnazionea ciascun Comune di una quota diripartizione. Ogni singolo impianto usufruirà degliincentivi sull’energia elettrica prodottaattraverso il meccanismo del “Conto Energia” disciplinato dal DM 19/02/2007 e dunque messi a disposizione dalloStato italiano.Chiunque possegga un edificio con caratteristiche tali da consentire l’installazione di un impianto con potenzanominale pari a 3 kWp grazie all’ATI e agli incentivi messi a disposizione dalla normativa del nostro Paese edinoltrando una specifica domanda alla ATI, potrà partecipare alla selezione e e rendere possibile il sogno di non pagare più le bolltte per l’energia elettrica. Sarà la ATI ad occuparsi dell’intero progetto: dai sopralluoghi necessari,alla realizzazione ed installazione degli impianti; dai collaudi previsti dalla legge, a tutte le attività necessarie all’attivazione degli incentivi previsti dal Conto Energia.Il progetto sarà realizzato con la collaborazione delle Amministrazioni Locali interessate, l’Assessorato all’Ambientedel Comune di Firenze, le Province ed i Comuni aderenti all’iniziativa, le Associazioni di categoria.la partecipazione al progetto prevede l’invio di una domanda di adesione da compilarsi attraverso un modulo fornitodalla ATI. Successivamente all’ammissione alla selezione sarà verificata la presenza di tutti i requisiti richiesti per l’installazione dell’impianto.

azzerare il costo dell’energia elettrica oggi e’ possibilegrazie al Conto Energia e al progetto 1000 Tetti

PROGETTO 1.000 TETTI FOTOVOLTAICI

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1023707

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Il Giro d’Italia compie 100 anni. Il 9 maggio, la corsa rosa ripartirà dal Lido di Venezia marcando le strade italiane

per un totale di 3.395,5 chilome-tri. Un giro che si annuncia scop-piettante per la presenza di molti “big” del ciclismo: oltre al giovane madrileno, vincitore del giro 2008, Alberto Contador, le collaudate star Sastre, Evans e Menchov tra gli stranieri e Garzelli, Simoni, Cune-go, Di Luca, Basso e Petacchi tra gli italiani. Anche se la grande stel-la del centenario pare essere Lance Armstrong, che correrà al Giro per la prima volta nella sua carriera alla ricerca di conferme dopo il rientro nel mondo delle competizioni. Un tracciato adatto a tutti e quindi im-prevedibile, che sarà il palcoscenico

ideale per un’edizione spettacolare: le Alpi arrivano dopo soli quattro giorni, uno sconfinamento in Austria e uno in Francia e la conclusione del 31 maggio a Roma avverrà con una crono individuale. Per celebrare il Centenario, il Giro d’Italia 2009 ricorderà i grandi campioni che ne hanno scritto i capitoli più belli: la 13esima tappa, 150 chilometri tra Lido di Camaiore e Firenze, sarà de-dicata a Gino Bartali, il campione di Ponte a Ema che ha segnato la storia del nostro paese dalla fine degli anni ‘30 ai primi anni ‘50. Lambirà tutte le città fondatrici del 1909, avrà un inno inedito e un logo speciale dedi-cato ai 100 anni. In più una maglia rosa rivisitata eccezionalmente da Dolce & Gabbana e una mascotte particolare, Girbecco lo Stambec-

co, animale simbolo di caparbietà, forza e onestà, doti che serviranno ai protagonisti della corsa più amata dagli italiani. La città di Firenze cor-re con il fiorentino Leonardo Scar-selli e Dario David Cioni, nato in In-ghilterra ma residente sulle colline di Montelupo Fiorentino, entrambi corridori della neoformazione italo-ucraina della Isd, che vanta come consulente tecnico e d’immagine il campione Mario Cipollini. Questa edizione, che raccoglie l’esperienza di un secolo in rosa, vuole essere all’insegna di un ciclismo che pro-muova i valori di eticità e qualità nel rispetto della tradizione, ma che allo stesso tempo sia attuale e guardi al futuro della disciplina. Nel 1909 il vincitore fu Luigi Ganna: chi sarà quello del 2009?

CICLISMO. L’edizione speciale della gara toccherà anche Firenze

Cento anni di Giro: un secolo in rosa

Ivana Vita

Correrà al Giro d’Italia per la se-sta volta il fiorentino Leonardo

Scarselli, classe 1975, professionista dal 2000: abbiamo chiesto a lui cosa significhi prendere parte alla corsa a tappe più amata dagli appassionati del ciclismo.Debutto della Isd al giro: come si tro-va nella sua nuova squadra?Bene, è una squadra piccola, appena nata, ma ben organizzata e con tanta voglia di crescere. Cosa significa per un corridore pren-dere parte al Giro d’Italia?Il Giro, per un italiano, è la manife-stazione più importante dell’anno, ri-chiama tanta gente. Ci sono altre corse belle come la Milano–Sanremo, il Giro di Lombardia, ma non hanno lo stesso fascino. La gente associa il ciclismo al Giro d’Italia.La tappa fiorentina sarà dedicata a Gino Bartali: come la vive?Noi toscani abbiamo avuto la fortuna di ammirare un ciclista eccellente che è il simbolo stesso di questo sport. Non possiamo che esserne fieri. Peccato che si tratti di una tappa tutta in pianura, quindi si prospetta un arrivo in volata. Fosse stata una tappa intermedia si po-teva aspirare a qualcosa di diverso. Io cercherò di affiancare la mia squadra affinché si possa arrivare a una vittoria.Mario Cipollini è il consulente tec-nico e d’immagine della Isd: una garanzia?Mario è un grandissimo campione, con lui ovunque vai trovi le porte aperte. E’ un onore averlo come uomo immagine e come presenza all’interno della squa-

dra. E’ molto importante perché anche se la nostra è una squadra piccola, lui ha creduto in un progetto che ha ambizioni ben più ampie.C’è qualcosa che deve cambiare nel mondo del ciclismo?Al contrario di quanto si dice, nel ci-clismo è già cambiato tanto, solo che è uno sport popolare che ha meno aiuti economici e politici di altri ed è stato fin troppo facile prenderlo di mira. Fino al 1995 sembrava uno sport pulito, poi siamo stati noi ciclisti a chiedere mag-giori controlli e lì è scoppiata una bom-ba. Certo, è vero che abbiamo sbagliato tanto in questi anni ed è giusto che chi sbaglia sia punito, ma si è arrivati a una situazione paradossale. Adesso abbia-mo la reperibilità a casa 24 ore su 24, neanche i carcerati, e se salti tre con-trolli prendi una squalifica. Comunque molto è stato fatto e, se oggi avessi un figlio, non avrei alcun problema a farlo correre in bici.

IL PERSONAGGIO. L’atleta alla sua sesta partecipazione

Scarselli guida i fiorentini alla conquista della corsa

/I.V.

Leonardo Scarselli

Per celebrare

l’anniversario

saranno ricordati

i campioni che ne

hanno scritto la

storia: la 13esima

tappa dedicata

a Gino Bartali

sport 41

INES 42 anni, straniera ma in Italia già da molti anni. La vita non è stata generosa con me ma voglio tornare a sorridere, a ballare, a essere felice con un uomo buono, comprensivo ma soprattutto allegro.ADELE 63 enne, nonostante sia rimasta vedova ho comunque reagito alla vita. Mi occupo a tempo pieno del mionipotino ma non tralascio tantissimi altri interessi quali il teatro, la lettura e i tornei di carte. Mi piace molto viaggiare, ballare e vorrei trovare un compagno giovanile e allegro con il quale condividere momenti splendidi.ELIA 26 enne. Sono simpatico, solare, giocoso, amo molto lo sport, i cavalli e trascorrere il tempo libero all’ariaaperta. Ma allo stesso tempo guardo avanti, alla famiglia che voglio per me, alla ragazza che vorrà condividere conme questo progetto entusiasmante.AMEDEO 45enne, sono un concertista, la musica ha accompagnato la mia vita fin da bambino e mi ha preso cositanto da farmi tralasciare altri valori importanti che adesso voglio ritrovare insieme a te! Ti cerco carina, nubile esoprattutto disposta a condividere i valori di una vera famiglia.

ANTONELLA 38enne nubile, impiegata; sono una ragazza riflessiva e divertente. Vorrei finalmente conoscere qualcuno che desideri cambiare la propria vita in meglio. Da soli si riesce a vivere ma in due sipuò toccare il cielo con un dito.FRANCESCA bella 40enne, separata. Sono mora, con la pelle ambrata. Cerco un uomo non fumatore,interessato ad una conoscenza non superficiale. So essere coinvolgente e passionale.LUCIA 42enne. Libera professionista, mamma single. Cerco un uomo passionale e divertente che sappiarendermi felice.MARTA 46anni, laureata, educata e di classe. Sensibile e dolce, odio le bugie e l’ipocrisia. Cerco unaanima gemella per costruire un percorso insieme.ALESSANDRA 47enne, particolarmente sensibile ma dal carattere estremamente forte. Amo cercare nellepersone e cose la semplicità, pur essendo io, una donna ambiziosa. Mi ritengo di bella presenza. Cercoun uomo come me, distinto, di bella presenza, esigente, ma profondamente legato ai principi morali e allafamiglia.BARBARA 51enne vedova. Ho trascorso tanti anni in solitudine, ora cerco un compagno: curato, a modo,anche con figli, semplice, libero e come me amante del ballo.ARIANNA 55 anni, begl’occhi verdi, mora, affettuosa, dolce, sensibile, “impiegata”, cerco compagno intelligente, romantico, sensibile che ami la famiglia.TATIANA 58enne. Non sono italiana ma vivo in questa bellissima regione che è la Toscana già da tantianni, nella mia terra ho lasciato tutto, specialmente i miei affetti più cari, e dal momento che sono qui vorrei ricominciare tutto da capo. Se ci sei e sei disposto ad accompagnarmi in questo strano ed entusiasmante viaggio, chiamami!ROSITA 64enne. Ho vissuto intensamente la mia vita, ora sono in pensione e cerco un uomo per condividere il tempo libero, che sia allegro e ottimista.

GIAMPAOLO 27enne. Sono un ragazzo simpatico, allegro e altruista, realizzato professionalmente. Cerco unaragazza giovane simpatica e intelligente che creda nei veri valori e che sia disposta a costruire un rapporto basato sulla fiducia reciproca.ALESSANDRO 34enne celibe, buon carattere, aspetto piacevole, molto serio e riservato, affettivamente maturo, conoscerebbe buona presenza, minuta, carattere dolce, seriamente motivata.LEONARDO Ho 35 anni anche se ne dimostro meno, sono un ragazzo sportivo e estroverso. Dopo un lungo fidanzamento mi sono trovato da solo, ma vorrei ricominciare proprio da te e con te, semplice, carina ma soprattutto allegra e coinvolgente! Ti aspetto!FABIO 40enne. Dopo una lunga relazione voglio ricominciare da un rapporto romantico e appagante con unaragazza che ami il mare, il cinema, la letteratura.MARIO 45enne, architetto. So che esistono le donne intelligenti, le donne serie, so che l’amore trionfa sempre!L’anno prossimo non voglio andare al cinema da solo la sera di S. Valentino, voglio una donna per condividere tutto!FABRIZIO 50 anni. Sarei il classico uomo da sposare ma non ho ancora trovato una ragazza che stia al miofianco. Ho tanto da dare e vorrei tanto ricevere. Cerco una ragazza dolce, che condivida valori ed interessi.Vorrei costruire un rapporto solido e arrivare a qualcosa di veramente importante.MI CHIAMO ALESSANDRO mi ritengo un uomo carismatico e passionale. Ho 54anni, sono un imprenditoredi bella presenza. Non fumatore. Cerco una Signora massimo 50enne.ANTONIO medico 59enne. Sono una persona solare, allegra e comunicativa, e questo mi aiuta molto nel miolavoro, che amo. Ma c’è un vuoto nella mia vita che vorrei che tu riempissi, portando nelle mie giornate quelcalore che solo una DONNA sa dare.ALFIO 72 anni. Sono un uomo del sud, radicato un po’ alle mie origini e anche al senso della famiglia. La perdita di mia moglie mi ha colto di sorpresa, ma io non ci sto a stare da solo! Credo, anzi so di sicuro, diavere molte qualità e soprattutto tanto affetto da dare ad una donna che come me si sia ritrovata da sola esoprattutto non abbia voglia di affrontare il futuro in solitudine. 992584

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42 Aprile 2009

Nido d’infanzia 6 mesi / 3 anniCentro per la cultura

Dell’infanzia

per informazioni

055.5535688 - [email protected]

iscrizioni annoeducativo 2009 - 2010

Il nido d’infanzia Barbapapà accoglie bambini/e da 6 mesi a 3anni di età. L’ambiente, completamente ristrutturato con materia-li, arredi e pitture ecocompatibili, è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 7.307.30 alle ore 18.3018.30 (è possibile, su richiesta, prolungare l’orario fino alle 19.00) e il sabatosabato dalle 09.00 alle 13.00. Gli am-bienti sono ampi e luminosi e si affacciano su un grande giardino e una corte interna. L’asilo organizza laboratori, atelier e incon-laboratori, atelier e incon-tri a tema sull’infanziatri a tema sull’infanzia con la partecipazione di professionisti al-aatamente qualificati. Sono inoltre previsti pomeriggipomeriggi didi giocogioco per bambini più grandi. La cucina interna prepara quotidianamente il pranzo e le merende per i bambini con alimenti di origine biolo-gica. L’asilo si avvale della presenza costante di un pediatrapediatra ed uno aapsicologopsicologo di riferimento. Le iscrizioni sono aperte tutto l’anno.La struttura rimane aperta anche nei mesi di luglioluglio e agostoagosto, conla possibilità di frequenza settimanale.

viale a.volta, 72 - via g.cavalcanti, 4 firenze

QUEI PASSAGGIPEDONALI MAI APERTI

Io abito a Rovezzano, un quartiere di Firenze Sud, e vi scrivo per segnalare un malfunzio-namento della via pedonale sul viale Generale Dalla Chiesa (se di malfunzionamento si può

parlare). Sul lato destro della palestra Virgin e su quello sinistro del ristorante Otel ci sono due bellissimi passaggi pedonali con tanto di acces-so per gli invalidi (premetto che io sono invali-do) per arrivare al parco lungo l’Arno. Peccato che sono chiusi. Costruiti circa 4 anni fa non sono mai stati aperti (il presidente del quartiere mi ha fatto sapere che possono venire aperti solo durante le gare di pesca!!!). Chi vuole anda-re al parco lungo l’Arno deve fare un giro molto più lungo (nel mio caso devo prendere l’auto). Sarebbe auspicabile che visti i soldi spesi per le opere, le stesse fossero fruibili di giorno a tutti gli abitanti del quartiere. Ringrazio per l’atten-zione sperando in un eco alla mia richiesta.Cordiali saluti,

Vanni Milli

TAVOLINI E DIRITTI

Ricominciamo con i tavolini per via Borgo San Lorenzo e a noi abitanti sta anche bene se però saranno salvaguardati i nostri diritti e cioè: 1) che la sera si possa entrare con la macchi-na per caricare e scaricare come stabilito dalle leggi del comune e confermato dal cartello all’inizio della strada.2) I tavolini siano messi a debita distanza per non ostacolare in alcun momento il passaggio di mezzi di soccorso.3) I ristoranti rispettino gli orari di chiusura e scoraggino gli schiamazzi notturni conside-rando che nella strada ci sono molti abitanti non solo turisti che si vogliono divertire

Lettera firmata

QUANDO ATTRAVERSARE LA STRADA DIVENTA UN PROBLEMA

Gentile Direttore, noi di via di Scandicci, da anni, abbiamo se-gnalato un gravissimo problema riguardante l’attraversamento pedonale, di fronte alla cro-ce lignea della chiesa di San Paolo a Soffiano. In sostanza in questo punto si è costretti a stare in equilibrio in circa cm. 40 di spazio su una sorta di marciapiedino (che non può es-

sere chiamato tale), tra bus ed auto che sfrec-ciano (immaginate i motociclisti) in spregio della incolumità e della vita altrui. Abbiamo coinvolto: l’URP-Quartere 4 (Limonaia)- Dott. Giuseppe D’Eugenio, il Comando Vigili Urba-ni-P.M. Isolotto-Legnaia, Città Sicura con Con-ferma Registrazione Caso Utenti (conclamata ed accertata estrema pericolosità incolumità utenza), caso estremamente pericoloso a cui è stato attribuito il numero 080403-1051-31877-09, la Nazione di Firenze, presa d’atto per la presa in carico dalla SAS (Società- Co-mune di Firenze per la Gestione Integrata dei servizi di Mobilità Urbana..). Chiedevamo un parapetto bianco/rosso per mettere in sicu-rezza almeno i bambini. Ci si è limitati solo ad una ripennellatura deludente...e ancor peg-gio! Siamo stanchi di avere paura nell’attesa di attraversare la strada, appoggiati al muro, stringendo i nostri bambini mentre le auto ci sfiorano sempre più veloci, incuranti del-la nostra difficoltà, da gente priva di senso civico! Siamo stanchi di doverci affidare alla fortuna ogni volta che si percorre quel peri-colosissimo marciapiede (se così può definir-si), costretti a mettere i piedi sull’asfalto, col rischio di essere urtati da auto guidate a gran velocità senza il minimo rispetto per i pedo-ni. Mettono, talvolta, gli autovelox in punti meno pericolosi del nostro, argomentando l’incidenza degli infortuni... ma allora dov’è andata a finire la prevenzione?!.Il 18.02.2009 è stato depositato, all’Ufficio-Comando Vigili Urbani N.O.T.-Isolotto-Legnaia-Quartiere 4, l’insieme della richiesta di installazione auto-velox con gli Allegati delle firme dei cittadini, stanchi di questo lassismo a spregio dei citta-dini che pagano profumatamente le tasse a fronte di un menefreghismo che ci spinge a ricorrere al Vostro risaputo e civico interessa-mento per il buon funzionamento del nostro quartiere. Ancor prima, ossia il 03.02.2009, è stata depositata altrettanta richiesta, in abbi-namento alla installazione autovelox, anche della ringhiera protettiva bianco/rossa. Ci rispondono che ci passa il 118, ma il 118 ne è dispensato proprio perché è la tutela del

cittadino e che tutto si può fare, basta met-terci i dovuti cartelli di preavviso stradali!!..Sono ormai tre anni di lotta contro un muro di gomma che non ci saremmo mai aspettati da una Firenze che tuttavia amiamo e che ci teniamo stretta al cuore! Fate qualcosa! Gra-zie infinite.

ANCORA A PROPOSITODELLA CARTA FATA

Sul numero di marzo, Reporter riporta la rispo-sta quasi seccata dell’Ataf a proposito dell’abo-lizione della Carta Fata. La riduzione, dice l’Ataf “si basava sull’equazione del tutto ipotetica e demagogica: anziano uguale povero”. Rispon-do che il fatto di essere anziano giustifica di per se un trattamento preferenziale. Esempio: musei, cinema ed altro. Nel caso Ataf, si deve in primis considerare che un ultra 75enne non si diverte a fare diverse corse al giorno e quindi usa l’autobus per lo stretto necessario. C’è un abbonamento studenti (per giovani) favorito (e studente non vuol dire povero) quindi ci pote-va essere e rimanere un abbonamento favorito per i vecchi. Nel mio caso ho usato FATA sino al mese di novembre 2008 e quindi per tanti anni. Ora che ne ho 84 FATA non c’è più e la carta Mago è sparita sul nascere : è toccata a chi è ar-rivato prima. Pagare l’abbonamento ordinario di 350 euro per fare da 10 o se va bene 15 corse al mese solo per la comodità di non obliterare il biglietto è uno spreco anche per i non poveri. Quindi per me l’Ataf ha torto marcio.

Lettera firmata

“LE MIE IDEE PER LE CASCINE”

Credo di non scoprire niente dicendo che Le Cascine sono qualcosa di impagabile per Fi-renze e che se non ci fossero bisognerebbe inventarle, un po’ come Central Park per New York. E allora, se così è, perché non miglio-rarne la fruibilità per tutte le categorie di fre-quentatori: pedoni con e senza cani, mamme e nonni con carrozzine, podisti, pattinatori e ciclisti? Per esempio, si potrebbero identifica-

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere

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re specifiche piste ciclabili (e pattinabili), in particolare sui viali Washington, dell’Indiano, del Pegaso e dell’Aeronautica, migliorando la convivenza fra i predetti ed eliminando, o quantomeno minimizzando, discussioni sui rispettivi diritti (non ho citato il viale Lincoln in quanto è talmente largo da ospitare age-volmente tutti e, data la presenza del mer-cato il martedì, non sarebbe probabilmente pratico dipingere del rosso-pistaciclabile una sua parte). Ci sarebbero anche altri aspetti da esaminare, come ad esempio l’utilizzo della passerella dell’Isolotto da parte delle moto, ma non voglio abusare dell’ospitalità e mi fermo qui, sperando di riuscire a sollevare un po’ d’interesse da parte dei settori competen-ti dell’amministrazione (a proposito, vi risulta che esista un indirizzo e-mail di quest’ultima alla quale il cittadino possa fare segnalazioni dirette?). Grazie dell’attenzione e complimen-ti per la rubrica.

CIMITERO DI BROZZI,IL “CRATERE” NEL PARCHEGGIO

Gentile Redazione,per ragioni non difficili da immaginare mi reco spesso al cimitero di Brozzi, in via di San Mar-tino a Brozzi. Lascio abitualmente l’auto all’in-terno del grande parcheggio posto proprio di fronte all’ingresso del cimitero, per non ostaco-lare il traffico fermandomi lungo la strada. L’in-gresso del parcheggio però è caratterizzato da parecchi mesi da un tombino sconnesso e da

un “cratere” che diventa sempre più profondo. Per quanto si possa procedere lentamente e con attenzione, è quasi impossibile non pren-dere l’uno o l’altro con una delle ruote. Capi-sco che in tempi di crisi, dovendo pensare ai costi della tramvia, non ci siano più soldi per riparare le buche, ma nel caso specifico, sen-za spendere un solo Euro si potrebbe lo stesso rimediare. Infatti, come appare sempre dalle foto, il passaggio è diviso in due parti da una colonnina di ferro a sostegno di una catena. Eb-bene la catena è sempre abbassata dalla parte della buca ed è sempre alzata dalla parte con l’asfalto integro. Possibile? Proprio così! Troppo evidente per essere casuale. Forse invecchian-do comincio a perdere qualche colpo, ma non riesco proprio a trovare una soluzione logica di questa scelta. C’è forse un tacito accordo con la lobby dei meccanici e dei carrozzieri? O forse la scelta è stata fatto proprio perché assoluta-mente illogica?Grazie, cordiali saluti

Giovanni Garofalo

L’AREA VERDE AL BUIO

Da ben sei mesi l’area verde, con albereta e area per cani, tra via vecchia di Pozzolatico e via Cicognani è al buio. Abbiamo cercato inu-tilmente di contattare il Comune, il Quartiere 3, per far presente questo disagio, ma sembra che l’area in questione sia di nessuno. Tante persone dopo le diciotto, in particolare signore con cani non si addentrano per paura e fanno anche bene visto i tempi che corrono. Possibile che tra tutti gli incaricati del quartiere nessuno possa interessarsi del caso, chiamando un elet-tricista? Forze dovremmo rivolgerci ai servizi segreti oppure aspettare che qualche male in-tenzionato approfitti del buio per fare del male a qualcuno? Siamo nel buio più totale, se esiste qualcuno che ci può aiutare, grazie. Distinti e preoccupati saluti,

Franco Berti

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Partendo col dire che il male (soprattutto quando si parla di patologie serie, come in questo caso) non an-drebbe mai augurato a nessuno, è vero che quello dell’uso improprio dei permessi per invalidi è un problema che deve essere risolto. L’Italia, si sa, è il paese dei “furbetti”, e purtroppo ormai non stupisce più di tanto leggere di individui sorpresi a utilizzare un permesso non loro magari per parcheggiare il più vicino possibile allo stadio il giorno della partita o per entrare all’interno della Ztl e farsi un bel giro in centro. Sono tante, troppe le notizie di questo tipo che si leggono sui giornali, e che vedono “protagoniste” persone che sembra-no proprio non fermarsi davanti a nulla, fino a utilizzare contrassegni di amici o perfino della madre morta. Comportamenti che si commentano da soli, e che non possono essere etichettati se non come vergogno-si. Ma, probabilmente, “vergogna” è una parola non conosciuta da chi utilizza un permesso invalidi senza averne diritto. Scopo, come è facilmente intuibile, di questi permessi è quello di rendere (almeno un po’) la vita più facile a chi ne ha bisogno. Per questo, l’utilizzo “disinvolto” di questi permessi – per qualsiasi motivo – da parte di coloro a cui non sono destinati è un comportamento da condannare senza appello. Mesi fa, Il Reporter si era già occupato della questione, censurando il fenomeno dell’utilizzo improprio dei contras-segni per invalidi: ma, da allora, la cronaca cittadina ha mostrato come nuovi casi del genere non siano mancati. E se è vero che le forze dell’ordine hanno il dovere (compito peraltro a volte non facile) di controllare che comportamenti del genere non si ripetano, è altrettanto vero che non dovrebbe nemmeno essercene bisogno. L’idea di utilizzare un permesso per invalidi pur non essendolo non dovrebbe neanche sfiorare la testa di nessuno, e non è una questione di maggiore o minore sensibilità o di “leggerezza” da parte di chi, facendolo una volta, pensa in fondo di non far del male a nessuno. È una questione di civiltà.

Marco Agnoletti

PERMESSI INVALIDI, LA PIAGA DELL’USO IMPROPRIO Trovo ridicolo leggere articoli e indagini nei confronti di persone che fanno uso improprio del taglian-do invalidi pur essendo sani come pesci. Non sto a polemizzare sulle vetture, per le quali certe volte ci vuole l’ascensore per salirci dentro, figuriamo per un invalido. I commenti dei vigili da me interpellati? (a 50 metri da spazi per invalidi occupati da auto normali senza autorizzazione) “Non possiamo interve-nire perché non autorizzati dal comando per quel tipo di situazione”. (Ma liberi i vigili di girare in coppia e fermarsi al bar a parlare di Juve o Milan). Mercato di Sant’Ambrogio, 10/15 posti occupati in maniera fissa da personaggi del mercato che con i loro banchi hanno bisogno dell’affettuosa presenza della loro auto. Non solo, se fai loro osservare che non hanno diritto di stare lì, ti mandano anche a quel pae-se e se si tenta di avvertire i vigili trovati nella strada accanto, li si trova impegnati in altre faccende. Io sono costretto a cercare posto oltre piazza Beccaria il più delle volte, o lasciarla lontana dal posto dove devo andare perché impossibilitato a fare sforzi, portare pesi e quanto altro. Dimenticavo 4 interventi al cuore, coronopatia cronica, cardiopatia ischemica, e ultimo il mese scorso intervento a cuore battente. Non voglio pietismi, ma auguro a questi signori arroganti e prepotenti di usare il permesso per invalidi perché gli è arrivata addosso la stessa patologia che ho io. Con i miei più sinceri auguri.

Lettera firmata

lettere

Page 44: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

terra e cielo

Aprile, anche la tavola si veste di primavera, il menu si arricchisce dei colori e dei sapori

della bella stagione, ma soprattutto della legge-rezza necessaria per affrontare le giornate più lunghe e il caldo estivo in arrivo. In primavera inizia la depurazione del nostro corpo con i frutti che ci offre la bella stagione, dopo che in inverno i grassi e le calorie contenuti nei cibi son serviti per sopportare le temperature rigide. Mettiamo pure da parte le noci, le mandorle, le nespole e i cachi e andiamo a cercare le fragole, le cilie-gie e le prime pesche. Quello che è interessante e di cui abbiamo bisogno sono poi i germogli e le insalatine fresche, ma anche alcuni formaggi, tipo il marzolino fatto con il latte delle pecore che hanno mangiato l’erba verde appena germogliata e ricca di clorofilla. A proposito di germogli ri-cordiamo i teneri e prelibati asparagi con la loro azione depurativa e diuretica. Poi c’è l’erba pri-maverile principe: il tarassaco, amarognola quasi sempre presentata cotta in tavola, è gradevolissi-

ma anche cruda, tagliata a listarelline e condita con un po’ di aceto di mele e olio extra vergine di oliva. Notevolissima anche qui la proprietà de-purativa e drenante. Se depurarsi è la parola d’or-dine è pur vero che l’uovo di Pasqua è sempre l’uovo di Pasqua. Quest’anno lo prepariamolo da soli con almeno tre vantaggi: il cioccolato lo sce-gliamo noi, così come la sorpresa e poi vedrete che anche il portafoglio ringrazierà.

L’uovo è più buonose è fai da te• Procurarsi gli appositi stampi per uova nei ne-

gozi specializzati, casalinghi o grandi magazzi-ni ben forniti.

• Scegliere il cioccolato a piacimento, fondente o al latte, per una quantità indicativa di 500 gram-mi circa.

• Sciogliere il cioccolato a bagnomaria o nel mi-croonde mescolando bene per assicurarsi che non rimangano grumi.

• Versarlo nello stampo dalla parte cava facendo-lo roteare in modo da foderarlo completamente con uno strato il più possibile omogeneo. Ri-petere l’operazione per entrambe le metà del-l’uovo

• Lasciare indurire per un paio d’ore in frigorifero e poi togliere le due metà premendo delicata-mente dietro i due mezzi stampi. Inserire in una delle due parti la sorpresa avvolta in un sacchet-tino per alimenti.

• Con la lama di un coltello scaldato ammorbidi-re i bordi delle due metà e unire.

• Per la decorazione acquistare dei fiorellini di cialda, intingerli in un pochino di cioccolato sciolto da usare come collante.

/Rubrica a cura di Sara Ghilardicon i consigli dello Chef Angelo Mazzi,

Presidente Associazione Cuochi Fiorentini

IN CUCINA. Con il primo caldo arrivano cibi leggeri e le “istruzioni” per l’uovo

Stagione nuova, ricette nuoveLe stelle della Maga Lula

Ariete 20 marzo • 20 aprileSul lavoro, questo sarà mese il delle novità. Inattese: po-

trebbe arrivare una proposta che vi coglierà alla sprov-

vista, e che scardinerà le vostre certezze, proponendovi

di lasciare la cosiddetta “via vecchia per la nuova”. Tutto

calmo sul fronte dell’amore: ma non sedetevi sugli allori,

il partner richiede attenzioni costanti.

Toro 21 aprile • 21 maggioSiete un po’ irascibili, tendete ad addossare al partner

colpe che magari non ha. Forse è il caso di fare un bel

respirone, e di pensare che in fondo non è tutto così

nero. Sul lavoro invece la strada è in discesa, è il tempo

della raccolta dopo una faticosa semina, e il portafoglio

potrebbe gioirne.

Gemelli 22 maggio • 21 giugnoIl prossimo mese vi riserverà una vita sociale traboccan-

te di spunti e occasioni, ma non è il caso di montarsi

la testa per questo imprevisto exploit, per non rischiare

di prendere abbagli. Sul lavoro, le “buone nuove” tanto

attese dovranno aspettare ancora un pochino, ma siate

fiduciosi: è questione di tempo.

Cancro 22 giugno • 22 luglioSerenità, entusiasmo e passione: sono questi gli ingre-

dienti del mese in corso, e per chi ha il cuore impegnato

si prospetta un periodo decisamente sereno. I single

dovranno invece portare pazienza. Sul lavoro tutto tace,

e prosegue senza grandi scossoni lungo i binari della

routine.

Leone 23 luglio • 22 agostoSarete molto pretenziosi, e questo sarà il mese dell’estre-

ma pignoleria nel giudicare certi aspetti del carattere del

partner: tutto normale, basta non esagerare e non chie-

dere troppo. Sul lavoro potrebbero arrivare svolte: van-

taggiose per certi versi, assai impegnative per altri.

Vergine 23 agosto • 22 settebreOttimo momento per la vita di coppia, dove tutto scorre

all’insegna della sintonia. I cuori in cerca di compagnia

troveranno pane per i loro denti. Sul versante lavorativo

si preannunciano giorni di grande impegno: non vi fate

abbattere, ne vale la pena e arriverà il momento della

ricompensa.

Bilancia 23 settembre • 22 ottobreIl mese in corso si trascinerà dietro un carico di profondo

scetticismo: siete in cerca di rassicurazioni ma, una volta

ottenute, non vi bastano. E quindi è il caso di rilassarsi un

pochino, e di tenere a freno le irrequietezze dell’anima.

Sul lavoro ci sarà qualche imprevisto, ma sarete bravis-

simi a risolverli.

Scorpione 23 ottobre • 22 novembreNon è il mese migliore per le faccende sentimentali. Ci

sarà qualche scontro con il partner, e forse scegliere di

stargli meno col fiato sul collo potrebbe essere la deci-

sione migliore. Ottimo momento invece per la carriera, la

strada è in discesa e potrebbe essere in arrivo qualche

entrata decisamente interessante.

Sagittario 23 novembre • 21 dicembreLa primavera fa bene all’amore: a quello che c’è già, e a

quello che deve ancora arrivare per i single, che questo

mese avranno di che gioire. In campo professionale inve-

ce è il momento di mettere tutto in stand by ed aspettare

tempi migliori, le uscite tendono ad essere più importanti

delle entrate.

Capricorno 22 dicembre • 20 gennaioLe stelle consigliano di iniziare a mettere in cantiere

l’ipotesi di un passo in avanti, potrebbe essere l’ora di

assecondare il partner nel suo desiderio di stabilizzazio-

ne. Sul lavoro ci sono stati momenti migliori: ma come

sempre le cose sono destinate ad evolvere rapidamente

in modo positivo.

Acquario 21 gennaio • 19 aprileSembra che in questo periodo le faccende di cuore non

vi tocchino: ma in realtà, e lo sapete voi per primi, ci

tenete molto e state solo temporeggiando. In campo

professionale è l’ora delle responsabilità: occorre assu-

mersele, e rendersi conto del fatto che stanno diventando

importanti.

Pesci 20 aprile • 19 marzoIn amore, finalmente vi sentite compresi e la vita a due

smette di darvi fastidiosi grattacapi. Anche per i cuori in

cerca di capanne le cose non si mettono affatto male. Sul

lavoro si prospetta un periodo di tranquillità, specialmen-

te dal punto di vista relazionale: le acque si calmano e gli

screzi diminuiscono.Angelo Mazzi

44 Aprile 2009

La fortezzadelle idee e della creativitàA Firenze dal 25 aprile al 3 maggio 2009 va in scena ART La Mostra mercato Internazionale dell’Artigianato.Quest’anno il ‘fatto a mano’ fa tendenza e l’handmade è un po’ l’ultima mania dei modaioli. Nella delicata congiuntura economica internazionale che stiamo vivendo si fa sem-pre più strada la ricerca di tutto quello che è ben fatto, con un occhio di riguardo per quelle opere di esperti artigiani in grado di garantire, come un tempo, durata e qualità. E mentre pullulano in libreria saggi sulle virtù del lavoro ma-nuale scritti da illustri studiosi e sociologi italiani e stranie-ri, sempre più attuale e calzante è la celebre aff ermazione di Emanuel Kant” La mano è la fi nestra della mente”. A chi voglia lasciarsi trasportare dal fascino intramonta-bile e dalla seduzione del ‘fatto a mano’, l’appuntamento è dal 25 Aprile al 3 Maggio 2009 alla Fortezza da Basso di Firenze con ART – la Mostra Mercato Internazionale dell’Artigianato, giunta alla 73° edizione. La mostra sarà aperta al pubblico con il seguente orario: tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 23,00 (ultimo giorno: chiusura alle ore 20,00).

Quest’anno, a quella che noi e i nostri “nonnini”ricordiamo più semplicemente come “La Mostra dell’Artigianato”,ci sarà anche la Fondazione Montedominicon i suoi prodotti griff ati 1476E così l’evento acquisterà il sapore e il fascino delle cose di un tempo, con la presentazione dei “camicioni da notte del nonno e della nonna” ispirati a quelli ritrovati negli armadi del “Guardaroba Storico” di Montedomini che verranno esposti insieme ad un’originale linea di abbigliamento e accessori “Montedomini 1476” nel rispetto della tradizione fi orentina: giacche da camera, vestaglie, boxer, simpatiche pochette da taschino, accappatoi, asciugamani, ma anche occhiali, profumi, saponette, confetture, mieli speciali, e anche selezionato Vino a Scroscio, il tutto per … veri intenditori! Il ricavato della vendita sarà devoluto ai progetti di supporto agli anziani della Fondazione Montedomini

Come aiutare la Fondazione MontedominiLa Fondazione è aperta e chiunque voglia dare il proprio contributo è ben accetto: l’Azienda di Servizi alla Persona continuerà ad occuparsi dei servizi per la terza età, mentre la Fondazione si dedicherà alla ricerca di risorse da destinare a iniziative di sostegno agli anziani bisognosi. Il conto corrente (c/c) postale a cui far riferimento è: 83174292 Intestato a “Fondazione Montedomini” - Oppure per il bonifi co bancario utilizzare il seguente codice IBAN: IT 50 Y 07601 02800 000083174292

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Page 45: Il reporter-Quartiere 2-aprile 2009

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