Il reporter-Quartiere 4-Ottobre 2011

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OTTOBRE 2011 U n pregiudicato è stato fermato mentre guidava una macchina rubata con una gamba sola e una stampella! Ormai si guida l’auto in condizioni sempre più precarie. Una volta ci si ubriacava alle feste, oggi molti bevono solo in macchi- na. Tant’è che la Fiat, per soddisfare le esigenze di mercato, farà uscire due nuo- vi modelli: la Fiat Chianti e la Fiat Bru- nello di Montalcino. Poi ci sono quelli che trasformano la macchina in un uffi- cio: telefonano, scrivono. Un mio amico addirittura in macchina ha montato un centralino, se lo chiami e la linea è oc- cupata ti risponde direttamente la segre- teria dal bagagliaio! Le donne, invece, usano l’auto come fosse un centro esteti- co: si truccano, si pettinano. Mia moglie ha sostituito la lucina dell’interno auto con una lampada alogena. Così quando guida si fa pure le lampade! Infatti io, che ho la pelle chiara, quando la mattina accompagno i figli a scuola devo met- termi sempre la crema protettiva! Ma io penso che la razza più pericolosa di au- tomobilista sia il vecchino. L’ottantenne automunito che guida d’estate nelle ore più calde è un’arma di distruzione di massa. Volete risolvere la situazione nel- la striscia di Gaza? Mandate laggiù sei vecchini con la Panda! Tutto quello che gli si parerà davanti lo raderanno al suo- lo! I vecchini potrebbero risolvere anche il problema della criminalità. Falli gira- re con la macchina per Scampia, vedrai dopo qualche giorno quanti camorristi in meno ci saranno! Ai vecchini non andrebbe data la patente, per loro è più giusto il porto d’armi! *Comico Andrea Muzzi* Quegli 80enni automuniti Un bastone per amico e tanti problemi. Breve viaggio in centro per capire cosa c’è da cambiare REPORTAGE LA CITTÀ DI CHI NON VEDE PAG.15 Tramontata la Cittadella viola, ecco la nuova idea: l’impianto alla Mercafir. Con negozi, uffici e ristoranti SPORT LA PARTITA DELLO STADIO PAG.26 C’erano una volta le cabine del telefono a marcord PAG.14 Crisi, che succede a Firenze B asta sfogliare qualsiasi giornale o sintonizzarsi su un tg per imbatter- si in una serie di termini sconosciuti o quasi, ma comunque dal suono sinistro. Btp, bot, bund, spread, default e chi più ne ha più ne metta. Parliamo di econo- mia e mercati azionari, questo è chiaro più o meno a tutti. Ma cosa significano queste parole? C’è davvero da averne paura? E soprattutto, come può incide- re questo universo “misterioso” sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle loro tasche? Per capirne qualcosa di più Il Reporter ha chiesto lumi a un esperto del settore, il preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze Francesco Giunta. Che non nasconde che quelli che ci aspettano non saranno tempi facili. Così come non facili sono i tempi per il lavoro. Tra precariato e contratti sempre più brevi, la situazio- ne non è affatto rosea. E allora si cerca di capire come uscirne. Prima che sia troppo tardi. PAGG.8-9 di Carpini - Donnici Per imparare non è mai tardi in c lasse PAGG.10-11 PAGG.4-5 Parcheggi, si cambia Novità in arrivo PRIMO PIANO Molte le novità nell’area tecnica, ma il Legnaia, oltre alla Promozione, sta lavorando in tutti i settori SEMPRE AUDACE PAG.31 Viaggio a Monticelli, dove nacque il grande scrittore. Un’amica racconta l’infanzia di Tiziano A “CASA” TERZANI PAG.6 Periodico d’informazione locale. Anno V n.77 del 3 ottobre 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DEL QUARTIERE 4 • 27.403 COPIE DISTRIBUITE DA Q 4 Il Giornale del tuo Quartiere 1146089 TRASLOCHI SESTINI TRASLOCHI Dal 1873 FIRENZE Tel. 055 2299858 Cell. 348 3864022 PRATO Tel. 055 8960404 ROMA Tel. 06 44240451 Cell. 348 3864030 www.sestinitraslochi.com [email protected] Produzione gelato artigianale 1154022 Piazza Batoni, 18 Firenze tel e fax 055 71.40.76 Venezianina EFFETTUIAMO FORNITURE PER LA RISTORAZIONE MilleFoglie DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ 13:30-20:30 SABATO E DOMENICA 10:30-13:30 15:30-20:30 Il massimo per le FESTE DI COMPLEANNO! Allinterno della Sala CRAZY BOWLING Via del Cavallaccio - Firenze Tel. 055 7879622 - 328 7962983 Vieni..Gioca...Divertiti! Vieni..Gioca...Divertiti! LOASI DEL DIVERTIMENTO! LOASI DEL DIVERTIMENTO! LOASI DEL DIVERTIMENTO! LOASI DEL DIVERTIMENTO! LOASI DEL DIVERTIMENTO! Un luogo ideale e sicuro dove far gio- care tuo figlio con animazioni e giochi (per bambini da 1 a 10 anni) mentre voi siete al cinema o al bowling. 1154367

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Il reporter-Quartiere 4-Ottobre 2011

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OTTOBRE 2011

Un pregiudicato è stato fermato

mentre guidava una macchina rubata con una gamba sola e una stampella! Ormai si guida l’auto in condizioni sempre più precarie. Una volta ci si ubriacava alle feste, oggi molti bevono solo in macchi-na. Tant’è che la Fiat, per soddisfare le esigenze di mercato, farà uscire due nuo-vi modelli: la Fiat Chianti e la Fiat Bru-nello di Montalcino. Poi ci sono quelli che trasformano la macchina in un uffi-cio: telefonano, scrivono. Un mio amico addirittura in macchina ha montato un centralino, se lo chiami e la linea è oc-cupata ti risponde direttamente la segre-teria dal bagagliaio! Le donne, invece, usano l’auto come fosse un centro esteti-co: si truccano, si pettinano. Mia moglie ha sostituito la lucina dell’interno auto con una lampada alogena. Così quando guida si fa pure le lampade! Infatti io, che ho la pelle chiara, quando la mattina accompagno i figli a scuola devo met-termi sempre la crema protettiva! Ma io penso che la razza più pericolosa di au-tomobilista sia il vecchino. L’ottantenne automunito che guida d’estate nelle ore più calde è un’arma di distruzione di massa. Volete risolvere la situazione nel-la striscia di Gaza? Mandate laggiù sei vecchini con la Panda! Tutto quello che gli si parerà davanti lo raderanno al suo-lo! I vecchini potrebbero risolvere anche il problema della criminalità. Falli gira-re con la macchina per Scampia, vedrai dopo qualche giorno quanti camorristi in meno ci saranno! Ai vecchini non andrebbe data la patente, per loro è più giusto il porto d’armi!

*Comico

Andrea Muzzi*

Quegli 80enni automuniti

Un bastone per amico e tanti problemi.

Breve viaggio in centro per capire

cosa c’è da cambiare

REPORTAGE

LA cITTÀ dI cHI NON Vede

PAG.15

Tramontata la Cittadella viola, ecco

la nuova idea: l’impianto alla Mercafi r.

Con negozi, uffi ci e ristoranti

SPORT

LA PARTITA deLLO STAdIO

PAG.26

C’erano una voltale cabine del telefono

amarcord

PAG.14

Crisi, che succede a Firenze

Basta sfogliare qualsiasi giornale o sintonizzarsi su un tg per imbatter-

si in una serie di termini sconosciuti o quasi, ma comunque dal suono sinistro. Btp, bot, bund, spread, default e chi più ne ha più ne metta. Parliamo di econo-mia e mercati azionari, questo è chiaro più o meno a tutti. Ma cosa significano queste parole? C’è davvero da averne paura? E soprattutto, come può incide-re questo universo “misterioso” sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle loro

tasche? Per capirne qualcosa di più Il Reporter ha chiesto lumi a un esperto del settore, il preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze Francesco Giunta. Che non nasconde che quelli che ci aspettano non saranno tempi facili. Così come non facili sono i tempi per il lavoro. Tra precariato e contratti sempre più brevi, la situazio-ne non è affatto rosea. E allora si cerca di capire come uscirne. Prima che sia troppo tardi. PAGG.8-9

di Carpini - Donnici

Per impararenon è mai tardi

in classe

PAGG.10-11

PAGG.4-5

Parcheggi, si cambiaNovità in arrivo

PRIMO PIANO

Molte le novità nell’area tecnica,

ma il Legnaia, oltre alla Promozione,

sta lavorando in tutti i settori

SeMPRe AudAce

PAG.31

Viaggio a Monticelli, dove nacque

il grande scrittore. Un’amica

racconta l’infanzia di Tiziano

A “cASA” TeRZANI

PAG.6

Periodico d’informazione locale. Anno V n.77 del 3 ottobre 2011.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

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Piazza Batoni, 18 Firenze tel e fax 055 71.40.76

Venezianina

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DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ 13:30-20:30 SABATO E DOMENICA 10:30-13:30 15:30-20:30

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care tuo figlio con animazioni e

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mentre voi siete al cinema o al bowling.

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PROGeTTI. Seconda vita in vista per l’ex biblioteca. A San Bartolo un mini-stadio per la palla ovale

Le baracche verdi dell’ex biblio-teca vanno giù e, al loro posto, nasce un nuovo spazio pubblico per associazioni, conferenze e

iniziative culturali. A poca distanza novi-tà in vista anche per la palla ovale: dopo anni di attesa si concretizza il progetto per la costruzione di un campo da rugby e fo-otball americano a San Bartolo a Cintoia, il primo tassello per il futuro polo sportivo della città. Entrano nel vivo i due progetti che, nel giro di qualche anno, offriranno ai cittadini del quartiere nuovi spazi per cul-tura e sport. Un piano anticipato durante le assemblee dei 100 luoghi, che lo scorso 28 settembre hanno toccato anche le due aree dell’Isolotto e San Bartolo a Cintoia. Per quanto riguarda il primo progetto, in viale dei Pini, al posto dei locali che ospitavano la vecchia biblioteca, sorgerà un edificio di cinquecento metri quadrati, distribuiti su due piani. Un vero e proprio contenitore per diverse attività: dalla sala conferenze agli spazi per le associazioni, dall’angolo caffè all’emeroteca, che oltre alla raccol-ta di giornali e riviste potrà essere utiliz-zata per presentazioni di libri e iniziative culturali. Poi sarà realizzata una terrazza, al secondo piano, da cui godere della vi-sta sull’Arno e sul parco delle Cascine. Il nuovo fabbricato, i cui lavori si dovrebbero concludere nel corso del 2013, sarà a bas-so impatto ambientale, essendo realizzato in parte in pietra e in legno, con tanto di pareti verdi. Le superfici esterne si “colore-ranno” grazie a piante rampicanti che, oltre ad avere un ruolo estetico, consentiranno anche di risparmiare energia. Il costo dei lavori si aggira intorno al milione di euro e i cantieri del primo lotto (per una somma di 500mila euro) partiranno il prossimo anno. Sul fronte dello sport, invece, buone noti-zie per San Bartolo a Cintoia, dove nascerà un mini-stadio dedicato alla palla ovale. Il piano di Palazzo Vecchio prevede la crea-zione di un campo da rugby e football ame-ricano (delle dimensioni di 120 metri per

70), di una tribuna da 750 spettatori e di un impianto di illuminazione. Sotto la tri-buna prenderanno posto gli spogliatoi, con bagni e docce accessibili anche a persone con ridotta capacità motoria, due spogliatoi per gli arbitri con servizi, l’infermeria, un ufficio, le sedi delle società, un piccolo ma-gazzino e il locale dei quadri elettrici. Gli atleti accederanno direttamente al campo grazie a un tunnel interrato che attraverserà il sottotribuna e sbarcherà con una rampa di

scale sul terreno di gioco. Per gli spettatori è invece prevista una zona ristoro, anche questa dotata di servizi igienici. La prima parte dei lavori è stata già finanziata ed è attualmente in corso. Secondo le previsioni del Comune, dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Poi il cronoprogramma de-gli interventi, per un costo stimato in 1,6 milioni di euro, continuerà con gli altri due lotti, a partire dalla copertura della tribu-na. E l’inaugurazione ufficiale del campo

potrebbe riservare una sorpresa. L’ammi-nistrazione comunale sta infatti lavorando per portare, nel mese di febbraio, a San Bartolo a Cintoia il match tra Italia e In-ghilterra valido per il “6 nazioni” under 20. I contatti tra Palazzo Vecchio e la federa-zione di rugby sono già in corso. Il campo da rugby e football americano rappresenta il primo pezzo del nuovo polo sportivo del-la città, che si estenderà su un’area di circa dieci ettari.

Giù le baracche verdi, spazio alla cultura

Luca Squarcialupi

In viale dei Pini sorgerà

un “contenitore”

per diverse attività:

sale per conferenze

e associazioni, caffè

ed emeroteca. Intanto,

l’impianto per rugby

e football diventa realtà

il rendering del nuovo spazio in viale dei pini

SIPARIO

Come ogni anno, con l’arrivo dell’autunno ri-parte la stagione dei teatri fiorentini. E anche

il quartiere 4 si prepara al nuovo anno. Venerdì 25 novembre il Teatro Cantiere Florida inaugu-rerà la sua stagione con lo spettacolo di danza “Re-Play”, dedicato a Pina Bausch, in concomi-tanza con l’uscita in Italia del film/documentario “Pina” dedicato alla coreografa di fama mondia-le. Concept e interpretazione a cura di Antonio Carallo, ex danzatore della Bausch. Tanta danza quest’anno al Teatro Florida, che ha inserito nel programma 2011/2012 molte compagnie loca-li come Versilia Danza, Simona Bucci, Lyrich Dance Company e molte altre. “Spazio alla dan-

za d’autore toscana - conferma Ilaria Baldo, di-rezione organizzativa del teatro - compagnie che girano in Italia ma anche all’estero e che spesso non trovano spazio nella loro città”. Per quanto riguarda il teatro di prosa, da segnalare lo spetta-colo “Due vecchiette vanno al nord”, divertente e surreale commedia con Licia Maglietta, indi-menticabile attrice del film “Pane e Tulipani”, mentre la Compagnia Elsinor, residente presso il teatro, presenterà un classico, “Macbeth”. In oc-casione dell’anniversario della morte di Amerigo Vespucci il Teatro Florida propone poi “La preda e la chimera. Esplorazione per voce e arpa clas-sica”, progetto di poesia e musica a cui collabora

il direttore artistico del teatro, Franco Palmieri. Interessante esempio di teatro musicale lo spetta-colo “Volare. Omaggio a Domenico Modugno”, con le interpretazioni delle canzoni del grande cantante. Per lo speciale progetto quartiere pre-visti due fuori programma, a gennaio la Compa-gnia delle Seggiole di esibirà in “Acqua Cheta”, commedia brillante, mentre a marzo la Compa-gnia Diversamente Recitanti metterà in scena “Veduta dal Pignone”. “Da metà novembre tor-neranno le ormai famose Domeniche a teatro per le famiglie - conclude Baldo - con molte novità in arrivo”. Per il programma completo: www.te-atrocantiereflorida.it.

Riparte la stagione del Cantiere Florida, con alcune novità. Omaggi a Vespucci e Modugno

Tutti a teatro, a ritmo di danza (ma non solo)

/B.R.

Anno V n.77 del 3 ottobre 2011

Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 27403 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze.

2 Ottobre 2011 Isolotto • Legnaia • Soffiano

VIA GuBBIO. Accanto alla palestra dove si allenano i Rossi è stata costruita un’area ad hoc

Baby calcianti crescono. Nel nuovo campo

Qui la squadra si preparerà per il torneo del prossimo anno.

Il “Ciara”: “Stiamo formando un gruppo di ragazzi dai 14 ai 18

anni, ci sarà da divertirsi ma anche da lavorare. Per i minorenni

c’è stato un grosso aiuto da parte degli operatori di strada”

Andando in giro per l’Isolotto, nella zona dell’Argingrosso, può capitare di imbatter-si in gruppi di giovani “ben piazzati” che corrono lungo le strade della zona. Niente

paura, sono i calcianti della squadra dei Rossi del Cal-cio Storico, che si allenano nella palestra di via Assisi già dal 2006 e che ora possono contare su un nuovo spazio per gli allenamenti. Si tratta del campo che è stato costruito in via Gubbio, proprio di fianco alla pa-lestra che ormai da cinque anni è diventata il loro pun-to di ritrovo. Il “Ciara”, personaggio molto conosciuto nell’ambiente, ricorda l’arrivo della squadra all’Isolot-to. “Siamo venuti qui – racconta - negli anni Novan-ta, per ripartire con dei ragazzi nuovi. Eravamo senza sede e senza campo, ci accomodammo le prime volte in via Massa, ospiti delle ‘docce’ dell’Isolotto. Poi – continua - tramite il presidente del Quartiere di allora, Eros Cruccolini, e tramite Buio, il nostro presidente, riuscimmo a trasferirci negli ex locali della Barsanti quando la scuola fu spostata”. Il campo dell’Isolotto che ha visto crescere la squadra dei Rossi inizialmente era del tutto diverso da come è adesso. Con il passa-re degli anni (e l’aiuto e il lavoro di molte persone) è andato a migliorare. “Questo è ciò che dobbiamo fare anche noi come squadra - prosegue il “Ciara” - si deve migliorare imparando dagli errori che sono stati fatti, quest’anno specialmente”. Un chiaro riferimento al passato torneo del calcio storico, durante il quale la squadra di Santa Maria Novella non ha ottenuto buoni risultati, deludendo le aspettative dei suoi tifosi. “Molte volte, lo dico per esperienza, è proprio dalle sconfitte che si riesce a ripartire e ad avere una deter-minazione diversa - assicura l’ex calciante dei Rossi - quando si vince spesso e le cose vanno troppo bene si tende subito a rilassarsi”. Per quanto riguarda inve-ce un bilancio generale del torneo dello scorso anno, il “portavoce” dei Rossi è molto soddisfatto. “A me è

piaciuto tantissimo il torneo dello scorso anno - dice il “Ciara” - ringrazio Michele Pierguidi (presidente del Calcio Storico Fiorentino, ndr) perché da uomo che non sapeva molto di questo gioco ha iniziato a co-noscere le persone, ha lavorato duro e i risultati alla fine si sono visti. Questa manifestazione è tornata ai livelli di prima”. E per quanto riguarda la squadra che si allena all’Isolotto non mancano le novità in arrivo. “Stiamo formando una squadra di ragazzi, che vanno dai 14 ai 18 anni, ci sarà da divertirsi ma anche da lavorare. Per i ragazzi minorenni c’è stato un grosso aiuto da parte degli operatori di strada con cui stiamo facendo un lavoro insieme, abbiamo iniziato a fargli fare delle partite, a farli venire da noi in palestra”. Si-curamente, questa iniziativa rappresenta un sostegno e un aiuto per tanti giovani del quartiere che, anche tramite il passaparola, potranno trovare nella palestra

di via Assisi un punto di aggregazione che li aiuterà a inserirsi nel gruppo. Il calcio storico fiorentino da sempre attira moltissime persone, da varie parti della città ma, come sottolinea il “Ciara”, “la maggior parte dei ragazzi che fanno parte del gruppo appartengono alla zona, alla palestra stessa. Noi abbiamo questa sede e siamo aperti tutto l’anno, chi ci vuol venire a trovare sa dove siamo”. Speranze per il 2012? “Tante vittorie, cancellando così la prestazione dell’anno scorso, non tanto come risultato ma proprio per l’atteggiamento. Si può anche perdere in questo gioco, ma bisogna uscire a testa alta”.

Barbara Rossi

il campo di via gubbio

Ovunque ci si giri sembrano es-serci immagini di corpi scolpiti,

donne sorridenti che, in tenuta ginni-ca, invitano a iscriversi alla palestra più innovativa. Poi, distogliendo lo sguardo, ecco le impietose pagi-ne dei giornali, e il pensiero corre all’ultimo estratto conto, quello che ricorda che sì, a fine mese in qualche modo arriveremo, ma che dovremo stringere la cinghia. Quindi, l’idea di iscriversi a un corso abbandona subi-to chi si trova in questa condizione, mentre lo specchio magari riflette un fisico non più così tonico. Ma chi l’ha detto che per fare sport bisogna per forza rinchiudersi fra quattro mura? L’allenamento all’aria aperta sembra essere la nuova frontiera del fitness, e sempre più persone chie-dono ai personal trainer di allenarsi al parco vicino casa. Il quartiere 4 ha la fortuna di avere molti giardini dove far ginnastica. Il consiglio che i preparatori danno è quello di non improvvisarsi “campioni” e, soprat-tutto, di non strafare. Il metodo che può dare più risultati è quello chia-mato “circuit training”, nel quale vengono create diverse stazioni, o meglio postazioni, di esercizi, con la classica “serie” che finisce al ter-mine delle stazioni. I risultati che si possono raggiungere con questo tipo di allenamento sono: miglioramenti per quanto riguarda la motivazione e scarico dello stress accumulato in uf-ficio, diminuzione della percentuale di massa grassa e tonificazione gene-rale del muscolo scheletrico. Il tutto

avendo a disposizione, per i nostri polmoni, aria pura. In poche parole, allenarsi a circuito in total body aiuta a migliorare le prestazioni di forza funzionale, aiuta a perdere grasso, a tonificare i muscoli e a restare in for-ma. Ma come si può provare a prepa-rare un circuito di allenamento total body? Le cose di cui c’è bisogno sono tre, tutte piuttosto semplici da reperire: uno spazio di circa quindici metri quadrati, una superficie piana e la forza di gravità. Ipotizzando un circuito semplice, ecco tre stazioni tipo: la prima stazione è quella dei piegamenti sulle braccia, la seconda stazione lo “squat jump”, cioè pie-gare le gambe, saltare in alto per poi ritornare in posizione di partenza, mentre nell’ultima stazione addomi-

nali distesi. Per portare avanti l’alle-namento ci vuole molta forza di vo-lontà. Ottobre, comunque, dovrebbe regalare ancora belle giornate, ideali per fare sport all’aperto. Ma se poi il freddo e la voglia di compagnia prenderanno il sopravvento, si può sempre provare a dare un’occhiata ai gruppi d’acquisto, che spesso of-frono sconti invitanti per i pacchetti palestra.

Sport in tempi di crisiLa forma è “low cost”

ZOOM. Benessere per il corpo. E per il portafoglio

/F.C.

Siamo aperti tutto l’anno, chi ci vuol venire a trovare sa dove siamo

Qualche consiglioper fareginnasticarisparmiando

3il giornale del tuo quartiere

F. DE PASQUALE Imprenditrice, 52 anni

“Non mi pare di aver avuto mai particolari problemi per quanto riguarda i parcheggi nella zona Isolotto-Legnaia. Non credo però che ci saranno dei cambiamenti quando saranno finiti i lavori con i due garage, quello di via Viani e quello di via del Sansovino, dato che si tratta di box che verranno venduti”

“Non homai avutoproblemi”

SAMANTA MORANDIImpiegata, 27 anni

“Dal mio punto di vista forse non ci sono molti parcheggi nel nostro quartiere. Mi capita spesso di vedere che molte persone parcheggiano davanti ai divieti di sosta o in punti in cui la visibilità è limitata, come all’uscita di una via, quindi mi viene da pensare che non siano presenti molti posti per le auto”

“Non ci sono moltiparcheggi”

MATTEO GIUFFRÈ Idraulico, 28 anni

“Sicuramente per i residenti del quartiere 4 non ci sono pro-blemi di parcheggio, direi che non abbiamo grandi difficoltà in questa zona a posteggiare le automobili. In realtà il con-siglio che mi sento di dare è quello di creare più parcheggi per i motoveicoli, che spesso sono costretti a parcheggiare al posto delle macchine”

“Servonopiù postiper le moto”

IL PuNTO. I lavori, autorizzati nel 2007, erano però fermi ormai da alcuni anni

Via del Sansovino, il parcheggio si faràNovità in vista per la sosta nel quartiere

Il parcheggio in via del Sansovino si farà. Dopo anni di stop ai lavori, finalmente il garage interrato verrà portato a termine. I lavori, che erano stati autorizzati nel 2007 e che erano fermi da alcuni anni a causa di materiale inquinato

trovato durante gli scavi, possono ripartire grazie all’appro-vazione, risalente allo scorso settembre, di una delibera del-la giunta comunale che ha permesso di “rimettere in moto” il cantiere. Si tratterà di un parcheggio interrato con l’area in su-perficie destinata a verde pubblico. I lavori dovrebbero termi-nare nel giro di otto mesi. “Speriamo che sia pronto nei primi mesi del 2012”, si augura Franco Traballesi, vicepresidente del Quartiere 4. Rispetto al progetto iniziale, sono stati apportati alcuni cambiamenti. Per prima cosa i posti previsti non saranno più 259 ma 250, suddivisi in due piani: il primo piano inter-rato prevede 15 posti auto, 86 box e 2 posti moto, mentre il secondo piano prevede 15 posti auto, 93 box e due posti moto. Nonostante sia stato ridotto il numero dei posti, la proprietà resta impegnata a versare all’amministrazione comunale la ci-fra di 180mila euro, a titolo di monetizzazione dei posti auto che avrebbe dovuto cedere in base a un precedente accordo. Le modifiche urbanistiche più consistenti riguarderanno non solo la riduzione dei posti, ma anche l’accesso al parcheggio e l’area verde in superficie. La proprietà, infatti, si occuperà an-che dell’area di superficie che sarà destinata a verde pubblico. Area in cui, secondo la delibera approvata, è prevista l’elimi-

Barbara Rossi

il cantiere di via del sansovino

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4 Ottobre 2011 Isolotto • Legnaia • Soffiano

nazione dei giochi d’acqua presenti nel progetto iniziale. Per motivi le-gati alla viabilità, inoltre, l’accesso carrabile al garage sotterraneo av-verrà da via Bertoldo di Giovanni e non più da via del Sansovino, come era stato proposto in precedenza. La giunta comunale, inoltre, ha delibe-rato “consistenti modifiche alle volu-metrie tecniche al piano giardino per accedere all’interrato riferite sostan-zialmente alle partizioni interne e alle rampe di collegamento”. Grandi cambiamenti in arrivo, dunque, nel quartiere 4. È infatti in “corso d’ope-ra” anche un altro grande parcheggio all’Isolotto, anch’esso interrato e con un’area verde in superficie, nel famoso Quadrilatero Verde, tra via Viani, via dei Platani, via Signorini e via Torcicoda. I lavori, iniziati nei primi mesi del 2011, dovrebbero ter-minare entro il 2012. Quest’ultimo progetto prevede la realizzazione di due autorimesse interrate non per-tinenziali, per un totale di 181 box, con sovrastante giardino pubblico all’interno del quale sono previste un’area per cani e un’area ludica con giochi per bambini. Due iter diversi per quanto riguarda questi due par-cheggi. Mentre per i lavori in via del Sansovino i residenti non si sono mai lamentati, nemmeno durante l’inter-ruzione dei lavori, per il parcheggio al Quadrilatero Verde i residenti del-la zona non si sono mostrati molto

favorevoli, come dimostra la petizio-ne popolare “Lasciamo ai nostri figli alberi e non parcheggi - Sottoscrizio-ne per chiedere l’esproprio del qua-drilatero verde e la sua destinazione a parco pubblico per la cittadinan-za”, risalente al 2007 e firmata da più di tremila persone. Questi due nuovi spazi interrati, pronti nel 2012, sono parcheggi in vendita. Ma come è, in-vece, l’attuale situazione di parcheg-gio per i residenti del quartiere 4? “A dire il vero non ci sono grossi pro-blemi per parcheggiare - affermano alcuni residenti dell’Isolotto - maga-ri un po’ più di difficoltà si può avere nei giorni della pulizia stradale”. In generale, la situazione dei parcheggi per i residenti risulta abbastanza sod-

disfacente, anche se qualcuno avan-za lamentele sul fatto che in zone periferiche come quella dell’Isolotto sussistano ancora parcheggi con il sistema della sosta a rotazione.

Animale simbolo del male o “simpatico” alleato contro le zanzare? Passano gli anni, ma le discussioni sui pipistrelli

non si fermano. Anche nell’estate da poco finita il Quartiere 4 ha deciso di sostenere “Un pipistrello per amico”, il progetto del Museo di Storia Naturale di Firenze. Per contribuire alla con-servazione di questo straordinario gruppo animale, gli zoologi del Museo di storia naturale di Firenze, con la collaborazione di Unicoop Firenze, hanno messo a punto un progetto per la diffusione delle bat-box, piccole casette di legno da utilizzare

per offrire nuovi rifugi a questi efficienti predatori di insetti. E all’Isolotto le adesioni non sono mancate. A riguardo, il profes-sor Giacomo Maltagliati, del gruppo di lavoro “Un pipistrello per amico”, spiega: “Purtroppo non possiamo dire quante sono le bat-box posizionate nel quartiere. Alcuni anni fa ne posizio-nammo direttamente una piccola quantità insieme ai responsa-bili della zona, ma adesso è praticamente impossibile riuscire a sapere quante bat-box i cittadini abbiano effettivamente posi-zionato autonomamente e quante di queste sono colonizzate”. Parlando di dati, il professor Maltagliati continua: “Per quanto riguarda le indicazioni di posizionamento, poco è cambiato ri-spetto alla rilevazione del 2009. Sono cambiati principalmente i numeri, molte di più le bat-box vendute, almeno 35mila, men-tre quelle che fanno parte della sperimentazione circa 1.500”. Non è facile molto facile individuare sulle facciate delle case le bat-box, ma ci siamo riusciti e abbiamo chiesto a Carlotta,

ventitreenne studentessa universitaria, cosa l’abbia spinta a in-stallare una casa per pipistrelli sotto la gronda del proprio tetto: “Ho dovuto discutere molto con i miei genitori, ma alla fine sono riuscita ad averla vinta”, racconta. Le chiediamo su quali argomentazioni abbia basato la sua “arringa”: “Sulla lotta alle zanzare! Mia madre si è sempre lamentata per quanti insetti d’estate la prendevano di mira, e quello è stato l’argomento de-cisivo. Ho scoperto che l’azione predatoria sulla zanzara tigre è senz’altro ridotta rispetto a quella sulla zanzara comune, da quando abbiamo posizionato la bat-box le cose sono decisa-mente migliorate”. A fine incontro chiediamo a Carlotta quale sia la falsità sui pipistrelli che più le piacerebbe maggiormente sfatare: “Quella dei capelli, è assolutamente impossibile che qualche amico di amico abbia dovuto usare un qualche intruglio dai poteri miracolosi per potersi togliere dalla testa un pipistrel-lo. Si tratta solo di vecchie superstizioni”.

All’Isolotto, a caccia di bat-box. “Ecco perché l’ho messa”LOTTA ALLe ZANZARe. Non è facile capire quante siano le “case” per i pipistrelli presenti nel rione

/F.C.

Animali simbolo del male o alleati contro gli insetti? Non si ferma la discussione

C’è chisi lamentaper il sistemaa rotazione

lavori in corso al Quadrilatero verde

Una delibera della giunta comunale ha permesso di “rimettere

in moto” il cantiere, con alcuni cambiamenti rispetto al progetto

iniziale. In corso d’opera anche l’intervento al Quadrilatero Verde.

Ma trovare un posto lungo le strade non sembra poi così difficilepiù notizie su

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5il giornale del tuo quartiere

lasciato Firenze, direzione l’estre-mo oriente. Il giornalista viaggia-tore mosse i suoi primi passi qui, tra il 147 e il 151 di via Pisana, tra l’abitazione dei genitori, dei nonni e quella dell’amica d’infanzia. Anna Orlandini, classe 1943, con Tiziano crebbe fianco a fianco, divisa solo

da un muro. Le due famiglie erano amiche di vecchia data, la cantina degli Orlandini fungeva da rifugio durante la seconda guerra mondia-le per entrambi i nuclei, così Anna fu una sorta di sorella acquisita per Tiziano, che era figlio unico. “Lo ricordo come un ragazzo semplice, normale, sempre a portata di mano. Era uno di casa”: la signora Anna si illumina ogni volta che pronuncia il nome del suo celebre compagno di infanzia. “Pensi, la prima foto che mi è stata scattata risale al mio battesimo. Mi ritrae in giardino, in-sieme a mia mamma e con accanto Tiziano”. Anna ricorda tutti i detta-gli della storia di Terzani: gli studi universitari a Pisa (“Era uno stu-dente brillante”), il matrimonio con Angela Staude (“Non ho mai visto una coppia così affiatata”), il lavoro per la Olivetti (“Tiziano era respon-sabile del personale estero”). E poi il master in Inghilterra, la borsa di studio negli Usa e infine l’Asia e le corrispondenze giornalistiche dal Vietnam, da Pechino e dalle capi-tali asiatiche. Negli scaffali del loro salotto, la signora Anna e il marito

Il viaggio iniziò 73 anni fa, a Monticelli. In una modesta casa al 147 di via Pisana, il 14 settembre 1938 venne alla luce

Tiziano Terzani. Un bel giovanot-to che nel pieno dell’adolescenza faceva impazzire le ragazzine del rione, ma che ben presto avrebbe

IL QuARTIeRe e LA SuA STORIA. A Monticelli l’abitazione dove nacque il celebre scrittore

Ecco “casa Terzani”. Il viaggio iniziò qui

Gianni Carpini

via pisana 147, casa natale di tiziano terzani

Parla l’amica d’infanzia: “Era un ragazzo semplice, ma molto

intelligente”. In Un indovino mi disse lo stesso autore cita

il rione e racconta dei suoi genitori, cui era fortemente legato

Renato conservano i libri di Tiziano Terzani, tutti regalati dallo stesso au-tore e rigorosamente con dedica. “Ad Anna mia antica compagna d’infan-zia a Monticelli”, si legge sula prima pagina di Asia, “Per Anna, la prima della primissima copia. Perché que-sto libro è nato fra il 147 e il 149 di via Pisana, dove lei è stata testimone dei difficili passi”, è scritto su Un in-dovino mi disse. “L’unico libro che non sono riuscita a finire è L’ultimo giro di giostra, dove Tiziano raccon-ta del suo cancro. Mi sono fermata, non sono riuscita ad andare avanti – racconta Anna – ricordo ancora quando mi comunicò il fatto. Era a

New York e si era da poco operato. Mi telefonò e mi disse tutto, perché non voleva che lo venissi a sapere da altri. Per me fu una grande dimostra-zione di affetto”. E proprio a Mon-ticelli Terzani tornava spesso per trovare i genitori, come anche a Or-signa, paese sull’Appennino pistoie-se dove lo scrittore ha passato i suoi ultimi giorni. “Era legatissimo alla madre e al padre – racconta Anna – la famiglia Terzani era modesta (lui un operaio meccanico, lei una casa-linga), ma nonostante ciò permisero a Tiziano di studiare e questo lui non l’ha mai dimenticato. È stato sempre molto riconoscente”.la dedica su “un indovino mi disse”

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L’influenza è uno dei più grandi problemi per la sanità pubblica: si stima che in Italia ogni anno circa 8000 persone muoiano a causa delle sue complicanze, per polmonite (circa 1000) o altre patologie (circa 7000) soprattutto persone anziane e soggetti che hanno una malattia cronica.Come sappiamo i virus influenzali hanno tendenza a variare tutti gli anni. Per questo ogni anno viene pun-tualmente proposta dal Ministero della Salute e dalla Regione, la campagna di vaccinazione antinfluenzale, che partirà ufficialmente dalla metà del mese di Otto-bre e durerà fino alla fine di dicembre. Tutta la ASL 10 di Firenze è impegnata nella organizzazione con tutti i suoi operatori, medici e pediatri di famiglia, medici igienisti, assistenti sanitari, infermieri, e con tutte le strutture, i presidi territoriali, i presidi ospedalieri, le Direzioni Sanitarie, il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento delle Cure Primarie con la collaborazio-ne anche delle Aziende Ospedaliere Universitarie di Careggi e Meyer. Per ridurre la percentuale dei malati e delle compli-canze è necessario raggiungere elevate coperture vaccinali :almeno 75% nei soggetti di età < a 65 anni almeno il 75% nei soggetti ad alto rischio di tutte le età Particolare impegno è chiesto quest’anno anche a tutti gli operatori sanitari che vaccinandosi possono proteg-gere non solo se stessi e i propri familiari ma anche i soggetti a rischio, degenti, soggetti con patologie gravi con i quali sono a contatto quotidianamente.

Scegliendo infatti di vaccinarsi si protegge non solo il soggetto ma anche quelle persone a lui vicino per le quali contrarre l’influenza potrebbe essere pericoloso.

Perché è importante vaccinarsi?L’influenza è una infezione respiratoria che si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra per-sona e attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie L’incubazione della malattia è breve, in genere 2 giorni, durante i quali si è già contagiosi; il periodo di conta-giosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per 3-5 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane, prima che manifestino i sintomi .Il virus resiste bene nell’ambiente e si diffonde bene in luoghi chiusi ed affollati (scuole, cinema, autobus).Normalmente la malattia si risolve in pochi giorni, tuttavia in alcune persone può causare complicanze anche gravi.Le complicanze più gravi sono le polmoniti e il peggio-ramento di malattie preesistenti (malattie cardiovasco-lari, respiratorie, di carattere immunitario,ecc .).A chi si rivolge la campagna?La vaccinazione è la principale misura di protezione rivolta i alle persone che sono a rischio di sviluppare forme gravi della malattia• Persone di età ≥ 65 anni• Persone di tutte le età

-con patologie di base che aumentano il rischio di complicazioni in caso di infezione (malattie croniche cardiache, respiratorie, renali, intestinali, del sangue, tumori, immunodepressione, ecc…)Inoltre è raccomandata per: - medici e personale sanitario di assistenza, - soggetti che svolgono attività essenziali per la comu-nità (Forze di Polizia, Vigili del Fuoco),- familiari o contatti stretti di soggetti ad alto rischio, -donne che all’inizio della stagione epidemica si trovi-no al secondo e terzo trimestre di gravidanza, -ricoverati in strutture per lungodegenti,-allevatori, addetti al trasporto di animali vivi, veterinari.

Il vaccino è offerto gratuitamente a tutte le categorie indicate.

La composizione del vaccino è uguale a quella dell’an-no scorso e contiene quindi anche il virus A H1N1 che ha continuato a circolare in tutti i Paesi. La circolazione del virus H1N1 per la seconda stagione consecutiva suggerisce la possibilità che possa continuare a circo-lare il prossimo inverno. E’ indispensabile rivaccinarsi anche se ci siamo vaccinati l’anno scorso perché la protezione decade con il tempo. Occorre sottolineare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura 6 -8 mesi per poi decadere.Negli adulti ad alto rischio e negli anziani la vaccinazio-ne può essere associata al vaccino antipneumococci-co e /o l’antidiftotetanica.

Quante dosi sono necessarie?Una sola dose di vaccino è sufficiente per i soggetti di tutte le età con esclusione dell’età infantile.Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi a distanza di almeno 4 settimane.Ci sono effetti collaterali?I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi e pertanto non possono dare infezioni da virus influenzali. Da ricordare che nella stagione fredda sono presenti forme respiratorie e simil -influenzali che possono essere provocate da molteplici agenti batterici e virali. Gli effetti collaterali più comuni dopo la sommini-strazione del vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, rossore, gonfiore nel sito di iniezione.

Dove rivolgersi per la vaccinazione?Dal proprio medico o pediatra di famiglia; in alter-nativa al punto vaccinale territoriale del Distretto di riferimento.Gli operatori sanitari e le altre categorie di lavoratori si possono rivolgere a seconda dell’organizzazione, anche al loro presidio di lavoro oltre che al proprio medico di famiglia.

La vaccinazione è la principale misura di prote-zione ma bisogna ricordare che oltre al vaccino sono molto importanti altre misure di prote-zione.

Misure di igiene e protezione individuale.La trasmissione del virus dell’influenza può avvenire per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Le misure di protezione personali utili a ridurre la trasmissione del virus dell’influenza sono:1) Lavaggio delle mani (in assenza di acqua uso di

gel alcolici) fortemente raccomandato (Seb-bene tale gesto sia sottovalutato è la misu-ra più importante e più efficace)

2) Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, buttare i fazzo-letti e lavarsi le mani) raccomandato

3) Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale raccomandato

4) Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali) raccomandato.

Dott.ssa Maria Grazia SantiniResponsabile U.F. Igienee Sanità Pubblica Zona FirenzeAzienda Sanitaria di Firenze

campagnadi vaccinazioneantinfluenzale 2011-2012

Informazione a cura della Società della Salute

Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: [email protected] • www.sds.firenze.it

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Servizi per il Quartiere 4

6 Ottobre 2011 Isolotto • Legnaia • Soffiano

L’influenza è uno dei più grandi problemi per la sanità pubblica: si stima che in Italia ogni anno circa 8000 persone muoiano a causa delle sue complicanze, per polmonite (circa 1000) o altre patologie (circa 7000) soprattutto persone anziane e soggetti che hanno una malattia cronica.Come sappiamo i virus influenzali hanno tendenza a variare tutti gli anni. Per questo ogni anno viene pun-tualmente proposta dal Ministero della Salute e dalla Regione, la campagna di vaccinazione antinfluenzale, che partirà ufficialmente dalla metà del mese di Otto-bre e durerà fino alla fine di dicembre. Tutta la ASL 10 di Firenze è impegnata nella organizzazione con tutti i suoi operatori, medici e pediatri di famiglia, medici igienisti, assistenti sanitari, infermieri, e con tutte le strutture, i presidi territoriali, i presidi ospedalieri, le Direzioni Sanitarie, il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento delle Cure Primarie con la collaborazio-ne anche delle Aziende Ospedaliere Universitarie di Careggi e Meyer. Per ridurre la percentuale dei malati e delle compli-canze è necessario raggiungere elevate coperture vaccinali :almeno 75% nei soggetti di età < a 65 anni almeno il 75% nei soggetti ad alto rischio di tutte le età Particolare impegno è chiesto quest’anno anche a tutti gli operatori sanitari che vaccinandosi possono proteg-gere non solo se stessi e i propri familiari ma anche i soggetti a rischio, degenti, soggetti con patologie gravi con i quali sono a contatto quotidianamente.

Scegliendo infatti di vaccinarsi si protegge non solo il soggetto ma anche quelle persone a lui vicino per le quali contrarre l’influenza potrebbe essere pericoloso.

Perché è importante vaccinarsi?L’influenza è una infezione respiratoria che si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra per-sona e attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie L’incubazione della malattia è breve, in genere 2 giorni, durante i quali si è già contagiosi; il periodo di conta-giosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per 3-5 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane, prima che manifestino i sintomi .Il virus resiste bene nell’ambiente e si diffonde bene in luoghi chiusi ed affollati (scuole, cinema, autobus).Normalmente la malattia si risolve in pochi giorni, tuttavia in alcune persone può causare complicanze anche gravi.Le complicanze più gravi sono le polmoniti e il peggio-ramento di malattie preesistenti (malattie cardiovasco-lari, respiratorie, di carattere immunitario,ecc .).A chi si rivolge la campagna?La vaccinazione è la principale misura di protezione rivolta i alle persone che sono a rischio di sviluppare forme gravi della malattia• Persone di età ≥ 65 anni• Persone di tutte le età

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La borsa va giù, l’umore pure. I mercati sono sorvegliati speciali, ma la difficoltà di questa crisi economica sta

proprio nel capire cosa, in effetti, stia succedendo. A complicare il tutto, poi, c’è l’oscurità di alcuni termini tecnici e una materia non certo così accessi-bile alle persone comuni. Per fare un po’ di chiarezza, tra allarmi e previsio-

La crisi “in soldoni”: cosa sta succedendo?cONTI IN TAScA. Come i mercati azionari incidono sulla vita quotidiana. Il punto della situazione

Gianni Carpini

primo piano

Ci aspettano tempi duri, questo è certo. Colpa del debito

pubblico: un prezzo salato che gli italiani devono pagare, ma non

bastano le manovre “lacrime e sangue”. Parla Francesco Giunta,

preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze

ni catastrofiche, ci siamo rivolti a un esperto in materia: il professor Fran-cesco Giunta, preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze. I timori che molti hanno sono fondati? “Le previsioni non sono affatto rosee – spiega Giunta – fino a oggi ero rimasto cauto davanti ai vari allarmismi, ma adesso la situazione è diventata seria. È come una malattia: si crede sempre che colpisca gli altri, ma quando arri-va il nostro turno è un problema”. Una cosa è chiara: altro che nuvole minac-ciose, la situazione sui mercati è critica e sull’Italia è attesa una bufera che non toccherà solo il mondo finanziario, ma si estenderà anche alla vita quotidiana. Colpa soprattutto del debito pubbli-co. Spiegata in soldoni, la questione è più o meno questa: lo Stato ha così tanti debiti da non riuscire a ripagarli. Questo provoca a sua volta un aumento degli interessi sul “vecchio” debito e il conto diventa nel tempo ancora più salato, fino a rischiare di arrivare a un livello insostenibile. Il Paese lavora, crea quel poco di ricchezza che per-mettono i tempi di magra, e tutto va sprecato nel pagare gli interessi, men-tre il super-debito cresce. Un cane che si morde la coda. “Quello italiano è un debito enorme, uno tra i più grandi al mondo – continua Giunta – che non è stato contratto per sviluppare il Pa-ese, bensì per una spesa sfrenata, con un sistema pensionistico che non ha eguali e una sanità dove a tutti è stato garantito per anni più che tutto. Il pro-blema sta qui: il nostro debito corre più velocemente della nostra economia”. Il rischio è quello di un default, eccola qui la parola chiave: in pratica l’Italia rischia il fallimento e chi ha investito in buoni del tesoro, quelli con cui lo Stato racimola denaro da “investire”, di non vedere più il becco di un quattri-no. “Si affaccia sempre di più lo spettro di un default controllato – dice Giun-ta – ossia una situazione che compor-ta l’uscita dall’euro e il ritorno a una moneta molto svalutata, per favorire le esportazioni, come era la lira. Ma non illudiamoci: questa situazione cree-rà necessariamente dei contraccolpi drammatici sulla sfera sociale, come la disoccupazione e il potere di acquisto sempre minore per le famiglie”. Ma come uscire dal tunnel? Ovviamente nessuno ha una ricetta magica. “Dal mio punto di vista – afferma Giunta – bisogna mettere mano una volta per tutte alle pensioni. È inevitabile l’in-nalzamento dell’età pensionabile, vista anche l’aspettativa di vita nel nostro Paese. Poi è necessaria una drastica ri-duzione di spesa, ma sviluppando dei sistemi di controllo. Infine diminuire la pressione fiscale sulla parte produttiva del Paese, per cercare di rimettere in marcia il motore dell’economia”.

Su cosa agire: pensioni, spesa e meno tasse per le industrie

Bund, spread, btp, default. Una valanga di termini oscu-

ri, diventati improvvisamente pane quotidiano di tg e quotidia-ni. Ecco qui una breve guida per capirci qualche cosa di più.DEBITO (pubblico)È il debito dello Stato, che per ra-cimolare soldi mette sul mercato delle obbligazioni (dette anche “bond”), tramite alcune aste pe-riodiche. Il meccanismo, in pra-tica, è questo: lo Stato promette a chi investe che - se gli presterà dei soldi - riavrà tutto il capitale versato più, alla fine del periodo stabilito, gli interessi. Il punto cri-tico sta qui: più gli interessi sono alti, più lo Stato “ci rimette”.BTP-BOT-BUNDSono tutti dei titoli di Stato, tra-mite cui vengono recuperati fondi da investire. I btp (buoni del teso-ro poliennali) e i bot (buoni ordi-nari del tesoro) sono obbligazioni italiane. I bund invece sono titoli di stato tedeschi e sono il punto di riferimento in Europa: l’econo-mia della Germania è considerata dagli addetti ai lavori come la più solida del vecchio continente e perciò quella che è più in grado di far fronte ai debiti.SPREADÈ una sorta di “termometro del rischio”. In base a questo indice viene valutata l’affidabilità finan-ziaria di un Paese. Più è alto, più gli esperti considerano uno Stato incapace di far fronte ai suoi de-biti, più alti saranno gli interessi che verranno pretesi per com-prare i titoli. Lo spread si calcola prendendo in considerazione la differenza di rendimento di un ti-tolo di Stato con un titolo di riferi-mento (in Europa i bund tedeschi, considerati i “più soldi”). Questa differenza è decisa dal mercato.DEFAULTEcco il termine tanto temuto dai mercati finanziari. In soldoni è il “fallimento” dello Stato: un Paese non è più in grado di far fronte ai suoi debiti e quindi è incapace di rendere i soldi a chi ha investito nei suoi titoli, che di fatto diven-tano carta straccia.

Le parole chiave

Una breve guidaper capirci di più

LA SCHEDA

/G.C.

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8 Ottobre 2011

Posto per sempre, uno su dieci ce la faLAVORO. I contratti a tempo indeterminato continuano a rappresentare un “lusso” per pochi intimi

Ginevra Donnici

Oltre centomila avviamenti al lavoro nei pri-mi sei mesi del 2011, con un incremento di seimila rapporti lavorativi rispetto all’anno scorso. Sono i dati registrati nel primo se-

mestre dai centri per l’impiego della provincia di Fi-renze. In particolare, dalla ripartizione degli avviamenti lavorativi suddivisa per territorio risulta che i tre cen-tri per l’impiego di Firenze (67,7%), Sesto Fiorentino (10,7%) e Scandicci (6,8%) intercettino l’85,2% del to-tale. In questo quadro, la presenza delle donne a livello provinciale incide per il 50,08%. Da gennaio a giugno di quest’anno sono 6.199 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione in deroga. “Rispetto a questi lavora-tori coinvolti in situazioni di crisi – spiega il presidente della Provincia Andrea Barducci – l’amministrazione provinciale ha realizzato una serie di attività denomi-nate ‘politiche attive per l’occupazione’, ovvero corsi per i lavoratori posti in cassa integrazione in deroga e quelli in cassa integrazione ordinaria e straordinaria, oltre a molteplici strumenti per finanziare la formazio-ne dei giovani che hanno difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. Una serie di interventi, dunque, con cui la Provincia ha voluto sostenere, e continuerà a farlo, in maniera fattiva i lavoratori coinvolti in processi di crisi aziendali”. La crescente flessibilizzazione del mercato del lavoro ha dato vita a forme contrattuali decisamente precarie: il numero dei contratti a progetto nel perio-do gennaio-maggio 2011 è pari a 7.802. Oltre il 57,3% si concentra nella fascia d’età che va dai 26 ai 44 anni (anche se, dato non trascurabile, oltre duemila casi han-

no riguardato persone con un’età maggiore di 45 anni). Emblematico anche il dato relativo alla nazionalità: i contratti a progetto sono quasi interamente rivolti ai cit-tadini italiani (91%). Scoraggiante anche la durata dei contratti a progetto: solo il 57% supera i quattro mesi di tempo. I contratti a tempo indeterminato continuano a rappresentare un miraggio per nove lavoratori su die-ci. Basti considerare che tra gennaio e maggio gli av-viamenti contrattualizzati con un tempo indeterminato hanno rappresentato un magro 9,97% del totale. Altro dato rilevante è quello che lega la nazionalità ai con-tratti a tempo indeterminato: ben il 41,1% coinvolge i lavoratori stranieri, “un motivo può essere ricercato nel-le qualifiche maggiormente richieste che esigono una

bassa professionalità e un’ampia disponibilità di orari”, spiegano dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. Anche la cassa integrazione rimane su livelli elevati, con oltre 7,3 milioni di ore richieste all’Inps. Numeri che mettono in luce una minore ricchezza per l’intera provincia: infatti, considerando le ore lavorabili in un anno (1.700), è come se 4.320 tra lavoratori e la-voratrici non avessero mai svolto nessuna attività.

A farla da padrona è il precariato, soprattutto tra i giovani.

Si accorcia anche la durata degli impieghi: molti sono inferiori

a quattro mesi. La cassa integrazione resta su livelli elevati

Attivate alcune politiche per l’occupazione, come corsi per chi si trova in diffi coltà

primo piano

Come mostra l’articolo qui a fian-co, i dati sull’occupazione in pro-

vincia di Firenze nel primo semestre del 2011 non sono molto incorag-gianti. Il Reporter ha interpellato in proposito l’assessore provinciale al lavoro Elisa Simoni.Assessore, che inverno ci aspetta?Al momento la situazione è molto complicata. Dopo il debole cenno di ripresa registrato a giugno, il grave andamento economico che sta carat-terizzando il Paese ha reso le nostre aziende molto più caute. Non c’è ac-cenno di crescita e il risultato è una disoccupazione preoccupante, in più i nuovi posti di lavoro sono caratteriz-zati da una marcata precarietà. La formazione può giocare un ruo-lo per uscire da questo stallo?La distanza tra formazione e lavoro è marcata, per questo lavoriamo in un’ottica di competenze integrate: coinvolgendo le imprese e sperimen-tando nuove forme di servizi ai lavo-ratori. Un esempio su tutti è la “Città del lavoro” che sorgerà a Figline, un unico contenitore all’interno del qua-le trovano spazio il Centro per l’im-piego, il Centro Formativo Territoria-le e le imprese: insomma, una nuova idea di formazione che tenga insieme tutti i passaggi dal training iniziale fino all’inserimento lavorativo.

Come assessore al lavoro, qual è la sua maggiore preoccupazione per il futuro?I nostri sforzi sono utili in un’ottica di ripresa, altrimenti sono solo delle situazioni tampone all’interno di una voragine. Le azioni messe in campo funzionano solo se cambia la rotta e qui sta la mia maggiore preoccupazio-ne, considerando le scelte dell’attuale governo. Sul versante del mercato del lavoro è evidente che non possiamo competere sul costo del lavoro, come abbiamo tentato di fare. Possiamo farcela solamente se investiamo in qualità, sia delle nostre produzioni che nella formazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

L’INTeRVISTA. Parla l’assessore Elisa Simoni

“Sperimentiamo nuovi servizi”

/G.D.

l’assessore elisa simoni

TECARTERAPIA: L’AVANGUARDIA DELLARIABILITAZIONE NEL PRESIDIO DI VIA DEL SANSOVINO

La tecarterapia è un macchinariomolto usato in riabilitazione, la cui

azione si basa sul principio di curare ilcorpo sfruttando le nostre energie interne

e i naturali meccanismi di auto-rigenerazionedi tessuti e muscoli.La tecarterapia (Trasferimento Energetico CapacitivoResistivo), dunque, è una tecnica che stimola energia dall’in-terno dei tessuti biologici, attivando ed accelerando i naturali pro-cessi riparativi e antiinfiammatori. L’idea di trasferire energia aitessuti infortunati è comune a molte terapie usate in riabilitazione(Marconi terapia, Magnetoterapia, Laser-terapia ecc.), ma tuttesomministrano energia proveniente dall’esterno.La tecarterapia richiama invece le cariche elettriche dall’inter-no del corpo sfruttando il modello del condensatore, cioè dueconduttori separati da un isolante, ottenendo così un effetto ter-mico endogeno (che nasce dall’interno). Il vantaggio dellatecarterapia rispetto ad altre terapie fisiche, è che, facendoprovenire l’energia dall’interno, va ad interessare anche gli stratiprofondi dei tessuti, difficilmente trattabili con fonti energeticheprovenienti dall’esterno, per i possibili danni alla cute e per unainevitabile difficoltà di trasferimento energetico.Gli effetti biologici della tecarterapia sono: un aumento del-l’attività metabolica con aumento della produzione di ATP, unaumento della circolazione ematica e del drenaggio linfatico perla vasodilatazione indotta dal calore (e quindi una migliore ossi-genazione dei tessuti), il riassorbimento degli edemi e di conse-guenza, in generale, un incremento della velocità dei processiriparativi.Altra caratteristica peculiare della Tecarterapia è quella di asso-ciare due modalità di funzionamento (Capacitiva eResistiva), che agiscono in modo selettivo e complementare.

La prima agisce specificatamente su muscoli, sistema vascolaree linfatico; la seconda sui tessuti di maggiore resistenza comeossa, cartilagini e grossi tendini, che, per loro natura, sono altri-menti caratterizzati da una scarsa reattività agli effetti di biostimo-lazione. I dati scientifici evidenziano che la tecarterapia può signi-ficativamente ridurre fino a dimezzare i tempi di recupero su varitipi di patologie osteo-articolari e muscolo tendinee.Già dopo le prime applicazioni si possono constatare gli effettifavorevoli della terapia, come un immediato sollievo dal dolore euna migliore mobilità articolare. Per le sue caratteristiche questaterapia può essere applicata in tempi molto ravvicinati al traumae può essere associata senza problemi ad altre terapie fisiche o laterapia manuale.La Tecarterapia viene eseguita in modo semplice e sicuro.Associata a massaggi manuali, e facilitata nella sua azione da unacrema conduttiva, agisce attraverso vari tipi di piastre-elettrodi, didifferenti dimensioni, che producono solo un lieve calore sullaparte interessata. In una seduta, che dura circa venti minuti, ilivelli energetici vengono regolati e personalizzati, a discrezionedel terapista, in modo da adattarsi alle caratteristiche di ciascunpaziente e agli obiettivi terapeutici.LE APPLICAZIONI della tecarterapia: La tecarterapia integra in modo decisivo l’intervento terapeuticomanuale nelle patologie osteoarticolari acute e croniche. Il suoimpiego è quindi fondamentale:

1) nel recupero post-operatorio ad interventi ortopedici o fratture,per una rapida ripresa della mobilità e il ripristino del tonomuscolare e della funzionalità dei legamenti.2) nelle terapie riabilitative per il recupero di distorsioni, lesionitendinee, tendiniti borsiti, esiti di traumi ossei e legamentosi,distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti. 3) artralgie croniche di varia eziologia, come indubbia è la suautilità anche nella cura delle diverse forme di osteoporosi, mal dischiena o tutte le più diffuse patologie a carico dell’apparatoosteo-muscolare, sia conseguenza di pratiche sportive o della“comune” vita di tutti i giorni4) edemi e linfedemi

RIASSUMENDO la tecarterapia ha una azione: PROFONDA: L’azione terapeutica è profonda e omogenea, senzadispersione di energia.RAPIDA: I tempi di recupero sono ridotti. Il paziente si sentemeglio sin dalla prima seduta.SELETTIVA: L’effetto biologico si sviluppa esclusivamente nellazona in cui viene applicata.SPECIFICA: Le modalità d’azione sono differenti a seconda deltipo di tessuto su cui si agisce: muscoli, ossa o tendini.SICURA: La terapia è semplice e sicura. Tutti gli strumenti sonosottoposti a rigorosi test scientifici.FLESSIBILE: I livelli e l’intensità d’azione sono personalizzati, inbase agli obiettivi terapeutici e alla risposta del paziente.COMPATIBILE: la Tecar-terapia è compatibile con altre terapie etecniche, di cui spesso potenzia l’efficacia.INDOLORE: Grazie al suo carattere biocompatibile e noninvasivo non è assolutamente dolorosa.

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La carica delle matricole. Sono gli studenti universitari, come da tradi-zione, gli ultimi a tornare in aula, tra non poche novità. Le iscrizioni, per

i corsi di laurea “a numero aperto” si chiudo-no nei prossimi giorni, mentre alcuni colleghi del “numero chiuso” sono già sui libri, dopo le prove di selezione che si sono svolte nelle prime settimane di settembre. Quest’anno ac-cademico gli studenti dell’Università di Firen-ze possono scegliere tra 139 corsi: 66 di primo livello (la cosiddetta “laurea breve”), altrettanti di secondo livello (la specialistica) e sette a ci-clo unico. Anche per il 2011/2012 c’è stata una sforbiciata sull’offerta formativa, seppur limi-tata rispetto al ridimensionamento degli anni passati: sono sette i corsi di laurea cancellati. Negli ultimi tre anni l’ateneo fiorentino ha in-fatti razionalizzato la didattica, tagliando cir-ca il 30 per cento dei corsi, per ridurre costi e sprechi. “Un processo di riorganizzazione già da tempo avviato – spiega Anna Nozzoli, pro-rettore alla didattica e ai servizi agli studenti dell’Università di Firenze – perseguito ai fini

del conseguimento della qualità e della soste-nibilità in termini di docenze e di strutture”. E l’università, quest’anno, parlerà più inglese che in passato, con due nuovi corsi, dedicati sia agli studenti italiani che a quelli stranieri, europei o extraeuropei, le cui lezioni sono te-nute completamente in lingua straniera. Si trat-ta del corso di laurea magistrale in “Economia dello sviluppo avanzata” (development econo-mics) e del curriculum “Architectural design”, che fa capo al corso di laurea magistrale in architettura. A questi si aggiunge l’esperienza già attiva da diversi anni insieme all’Universi-tà di Parigi, la Sorbona, per il conseguimento del doppio titolo italiano e francese in giuri-sprudenza. Sul fronte dei corsi a numero pro-

grammato, ossia dove i posti sono contati ed è perciò prevista una prova di selezione, la lista si è allungata, comprendendone cinque in più: scienze farmaceutiche applicate, farmacia, chimica e tecnologia farmaceutiche, scienze biologiche e biotecnologie. Quest’anno a Fi-renze sono stati gettonatissimi i corsi di laurea dedicati alle professioni sanitarie (da fisiote-rapia a infermieristica, da ostetricia a logope-dia): ben 3.392 studenti hanno fatto domanda per partecipare al test, ma – tra loro – solo un terzo ha conquistato la possibilità di accede-re (966 persone, per l’esattezza). Segue, nella top ten dei corsi a numero chiuso più richiesti, medicina. Un vero e proprio esercito di aspi-ranti camici bianchi si è presentato alla prova (il numero chiuso è previsto in tutta Italia e quest’anno, per la prima volta, si è svolta una prova unica insieme a odontoiatria). A Firenze erano trecento i posti a disposizione per medi-cina e ventotto per odontoiatria. Hanno prova-to a spuntarla in 2.077, con qualche defezione dell’ultimo minuto. Le domande per l’esame erano state, infatti, 2.265.

IN AuLA/1. I numeri del nuovo anno accademico a Firenze. Ecco l’offerta formativa

L’ateneo 2012, tra matricole e novità

Luca Squarcialupi

Insegnamenti completamente in inglese (in alcuni casi), sette corsi in meno,

“posti contati” in aumento. Gettonatissimi i test per le professioni sanitarie,

da fi sioterapia a ostetricia. Tanti anche gli aspiranti camici bianchi

L’INTERVISTA/1

Savas è un ragazzo turco iscritto al primo anno di Ingegneria all’Università di Firenze. Ha spiegato a Il Reporter le ragioni

che lo hanno spinto a venire a studiare in Italia, raccontando le sue prime impressioni sulla facoltà e le sue speranze per il futuro.Com’è nata l’idea di venire a studiare a Firenze?Ho cominciato a studiare l’italiano da quando frequentavo il liceo ad Istanbul, e mi ha sempre affascinato la grande cultura di questo Paese. Ho letto molto sulla sua storia, dall’impero romano fino al Rinascimento. Per me era un sogno venire a studiare nella stessa città dove sono vissuti personaggi storici come Machiavelli e i Me-

dici. In Italia si vive bene, e l’università ha un costo più accessibile rispetto ad altri paesi europei.Hai incontrato difficoltà a iscriverti?Devo dire che la burocrazia è complicata, ma il personale dell’uni-versità è stato sempre gentile e disponibile. Non ho avuto nessuna difficoltà per il fatto di essere straniero. Quali sono state le tue prime impressioni sull’Università fioren-tina?La struttura della facoltà mi è piaciuta molto. Qualche professore spiega un po’ troppo veloce, e a volte qualcosa sfugge. Con i colle-

ghi di corso mi sono trovato bene, anche perché conosco abbastanza bene la lingua, e questo aiuta molto a integrarsi.Cosa farai quando completerai gli studi?Dopo la laurea vorrei restare a lavorare in Italia, è un Paese bellis-simo, c’è rispetto per gli stranieri e io qui non mi sono mai sentito discriminato. So che negli altri paesi europei gli ingegneri vengono pagati meglio, ma sarei disposto anche a guadagnare un po’ di meno pur di rimanere qui. Ma ho sentito che anche qui sta diventando dif-ficile. Se dopo la laurea non riuscirò a trovare lavoro, a malincuore lascerò l’Italia, come purtroppo fanno anche tanti italiani.

Savas è arrivato da Istanbul per iscriversi a Ingegneria. “Pur di restare qui sarei disposto a guadagnare meno”

“Un sogno vivere nella città di Machiavelli e dei Medici”

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10 Ottobre 2011

Sui banchi a ogni età e in qualsiasi momento. È questo il concetto che sta alla base dell’Univer-sità dell’età libera, anche se “la maggior parte del nostro pubblico è racchiuso proprio in quel

nome, età libera, e si presume che chi ha più tempo libe-ro a disposizione siano i pensionati - racconta Elisabetta Boddi, responsabile del progetto - ma spesso e volentie-ri si iscrivono anche ragazzi, soprattutto ai laboratori”. Esiste dall’anno scolastico 1983/84 e, nel corso di questi quasi trent’anni, ha visto i suoi studenti crescere a di-smisura di numero, arrivando fino a quasi 2.500 iscritti ogni anno. Ci sono affezionatissimi che non potrebbero pensare di passare un inverno (e una primavera) sen-za l’appuntamento fisso delle lezioni, ma c’è anche un nutrito gruppo di nuovi iscritti che ogni anno si avvici-na ai corsi con l’adrenalina e la felicità di un bambino al primo giorno di scuola. “Ci sono corsi di ogni genere - spiega Boddi - alcuni sono già rodati e riscuotono molto successo, quindi tentiamo di riproporli di anno in anno, mentre altri variano da un periodo all’altro. Cerchiamo di calibrare le nostre scelte anche in base a quello che ci viene richiesto”. Dalla storia dell’arte alla musica fino al giardinaggio, passando per la salute, l’informatica e la fotografia: queste le materie proposte ogni anno. Secon-

do una tabella di marcia che regola le iscrizioni, i solerti studenti vanno a immatricolarsi ai corsi che hanno scelto dall’opuscolo che viene distribuito. “Abbiamo un sacco di studenti affezionati, lo dimostra il fatto che, nonostante le iscrizioni inizino a fine ottobre, già ad agosto comin-ciamo a ricevere le prime chiamate per avere informazio-ni - continua Boddi - e sono gli stessi affezionati che, a ti-tolo puramente volontario, mettono a disposizione il loro tempo per aiutare il nostro staff nei giorni delle iscrizioni e della distribuzione dei depliant con il programma com-pleto”. Sviluppato in collaborazione con l’Università de-gli studi di Firenze, il programma definitivo viene stilato dopo aver ricevuto e vagliato un pacchetto contenente una proposta per corsi pratici e teorici proveniente da Unifi, ai quali poi si aggiungono progetti esterni, anche questi da selezionare in base alla fattibilità e ai fondi disponibili. “Approfondimento, analisi e uno sguardo nuovo su argo-menti che in ogni caso vengono metabolizzati bene da un pubblico con un livello culturale medio-alto”. Ma, oltre alle lezioni “frontali” e agli interessi che ciascuno coltiva, il valore aggiunto sta nella possibilità di socializzare, pro-prio come all’università. “È quel qualcosa in più che crea aggregazione e favorisce lo scambio e la nascita di nuove amicizie”. Informazioni ai numeri 055-26.25.84.0/1/2/4.

Dal giardinaggio alla storia dell’arte, dalla musica all’incisione,

dall’economia alla fotografi a passando per l’informatica: queste

alcune delle materie proposte. E qui nascono anche amicizie

IN AuLA/2. L’Università dell’età libera offre opportunità per tutti: adulti, pensionati e non solo

Quegli studi che non fi niscono mai

Caterina Gentileschi

L’INTERVISTA/2

“Se si hanno degli interessi mi sembra giusto coltivarli, e per coltivarli l’Università dell’età libera mi è sempre

sembrato un ottimo sistema. Almeno da quando la frequento io”. Maria Conti è una signora attiva e impegnata, in pensione da più di dieci anni e da quasi altrettanti assidua frequentatrice dei corsi dell’Università dell’Età libera, messi a disposizione dal Comune di Firenze. “Le sale sono sempre gremite, tutte le lezioni frequentate da un corposo numero di persone. Mi sem-bra un segno evidente che il servizio funzioni e che la gente sia felice di partecipare all’iniziativa”. Maria è un’appassionata di

storia dell’arte da tutta la vita, e da quando si è ritirata dal lavo-ro ha avuto anche più tempo a disposizione per coltivare que-sto suo amore. “Seguo con interesse le lezioni di storia dell’ar-te da quasi dieci anni e ormai ho imparato anche a conoscere i docenti. Come capita a scuola, anche qui ce ne sono alcuni che hanno una capacità più spiccata nell’esporre gli argomenti di cui tratta il corso, mentre altri, pur essendo molto preparati, faccio fatica a seguirli. Ad esempio cerco sempre di accapar-rarmi un posto alle lezioni di Stefano De Rosa, che seguo sem-pre con molto piacere. E col quale mi è capitato anche di par-

tecipare a una gita di gruppo all’estero, alla quale hanno preso parte pure altri colleghi che avevano seguito le lezioni insieme a me”. Arte ma non solo. “Mi è capitato anche di frequentare qualche corso di storia, e all’inizio ho fatto anche delle lezio-ni di filosofia. Mi aiutano a capire, ad approfondire temi che magari ho già approcciato da sola ma che non conosco fino in fondo. Avere la possibilità di apprendere da chi ne sa più di me mi dà la possibilità di aprire gli occhi, di conoscere le cose più in profondità, di vedere più in là e di custodire un bagaglio un po’ più importante”.

Maria Conti, signora attiva e impegnata, ne è un’assidua frequentatrice. “Le sale sono sempre gremite”

“Le lezioni? Cibo per la mente. Aiutano a coltivare gli interessi”

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È stata una piccola rivolu-zione, quella delle “picco-le” sale. Forse inaspettata, sicuramente gradita. Uno

dopo l’altro alcuni cinema fiorenti-ni che, per un motivo o per l’altro, avevano chiuso i battenti, hanno da poco riaperto al pubblico. Stiamo parlando di Colonna, Spazio Uno e Principe, tornati dopo l’estate al “servizio” dei fiorentini con non po-che novità. Il Reporter.it ha seguito “in diretta” le loro vicende, annun-ciando una dopo l’altra le riaperture di spazi che, sulla scia di esempi che purtroppo non mancano in città, in molti temevano che potessero restare chiusi ancora a lungo. Ma così non è stato, e gli amanti del cinema hanno ora più scelta. Scelta che aumenterà ancora a breve (si parla dei primi giorni di dicembre, dopo che inizial-mente il giorno X era stato indicato nel 18 novembre), quando ad aprire i battenti sarà nientemeno che il mul-tiplex. Discusso, temuto, invocato a seconda dei pareri e delle persone, il multisala è ormai sul punto di ac-cendere le luci, portando con sé nella zona di San Donato, ma in genera-

1. Lutto per Vittoria Puccini, morta la madre

2. Scomparsa di Licitra, il dolore del Maggio

3. Università: la carica degli aspiranti dottori

4. Digitale terrestre: Toscana a rischio blackout, arriva la legge salva-tv

5. Arriva il ticket, medicinali più cari: rivoluzione nelle farmacie

1. La band che fa ballare Firenze: video-intervista agli Zoo Park

2. Sciopero: quasi 20mila in piazza a Firenze, alta adesione

3. Pienone per Renzi alla festa del Pd. Tra tanti applausi e qualche fi schio

4. Commando contro portavalori: spari sull’Autopalio

5. Ugola d’oro, Bocelli trionfa a New York

1. Miss Italia: ecco le trenta fi naliste

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3. La più bella d’Italia è lei: Stefania Bivone

4. La protesta della rifi colona: Renzi fi schiato davanti al Verdi

5. San Jacopino, al via i lavori: ecco come sarà

SuL WeB. Piccole sale riaperte, in arrivo anche il multiplex: tutte le novità su www.ilreporter.it

La “rivoluzione” dei cinema è on line

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LA STAGIONEVIOLA IN TEMPO

REALE SU

MAXICANTIERI,TUTTE LE NOVITÀ

IN DIRETTA SU

Digitale terrestre, scatta il countdown. A Firenze la

nuova era della tv inizierà il 18 novembre: ci siamo, insomma. Ma quando i fiorentini accende-ranno la “nuova” televisione, in Toscana c’è chi l’avrà fatto già da qualche giorno. La prima zona della regione a dire addio al vec-chio analogico sarà la Lunigiana: qui la rivoluzione digitale scatterà il 7 novembre. Poi sarà la volta di Mugello, Casentino e isola d’El-ba, seguite da tutte le altre provin-ce. Il calendario completo del “te-muto” switch-off è sul nostro sito, www.ilreporter.it, dove si posso-no trovare anche rischi, consigli e istruzioni su come gestire al me-glio questo passaggio, per non ri-schiare di trovarsi di fronte a uno schermo fuori uso. Perché, come detto, quella del digitale terrestre sarà una rivoluzione. Ed è meglio farsi trovare preparati.

ISTRuZIONI

TV dIGITALe,cALeNdARIOe cONSIGLI

le nell’intera città, tutta una serie di novità. Apertura e novità che, come già successo per gli altri cinema, si potranno seguire in tempo reale su www.ilreporter.it. Agli amanti del cinema e non solo non resta dunque che cliccare sul sito, per non perdersi le ultime news a riguardo e farsi tro-vare preparati al momento del taglio

del nastro. Restando in tema di tem-po libero e grandi aperture in arrivo, si avvicina anche l’ora del nuovo Parco della Musica: il 21 dicembre è fissata l’inaugurazione della sala grande, alla presenza nientemeno che del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, con un concerto per i 150 anni dell’Unità d’Italia, anche

se poi i lavori proseguiranno. Anche l’avvicinamento a questa importante data sarà seguito su Il Reporter.it. E basta poi spostarsi di pochi metri per trovare un altro, attesissimo appun-tamento in arrivo, anche se questa volta la musica sarà sostituita dalla politica. Dopo l’appuntamento dello scorso anno, dal 28 al 30 ottobre si terrà la Leopolda-bis, con il sindaco Renzi che presenterà un elenco con “cento cose da fare per cambiare l’Italia”. Anche in questo caso, c’è da scommetterci, gli occhi di mezza Italia saranno puntati sulla vecchia stazione fiorentina: tra questi ci sa-ranno anche quelli del nostro sito, che racconterà in diretta tutto quello che succederà. E poi in arrivo ci sono (tanto per cambiare) cantieri, lavori e divieti: su www.ilreporter.it tutte le notizie che servono per vivere al me-glio, ogni giorno, la città e non solo.

TEMPO LIBERO,INIZIATIVE

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12 Ottobre 2011

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IL cASO. Agcom e Telecom elimineranno quelle meno utilizzate entro la fine dell’anno

Addio cabine, vittime dell’high techSono trentasei i telefoni

pubblici che spariranno

dalle strade nostrane.

Dopo aver segnato

un’epoca soccombono

davanti alla diffusione

dei cellulari. Ma c’è

un modo per salvarli

“Pronto? Pronto... Number nine, number nine, pronto Zanzi-bar? Qui Napoli cinque. Ho cinquemila dollari di roba,

fra virgolette, roba. Cose buone dal mondo”. Era il 1982 quando un giovanissimo Alessan-dro Benvenuti terrorizzava un’anziana signora in coda alla cabina telefonica di piazza della Libertà fingendosi un corriere della droga in-sieme ad Atina Cenci e Francesco Nuti, in una delle scene più celebri del film A ovest di Pape-rino. Bei tempi andati quelli in cui davanti alle cabine del telefono ci si ritrovava a gruppetti, in attesa del proprio turno, aspettando di dire alla mamma che si rimaneva un altro po’ fuori con gli amici o trepidando per sussurrare paro-le dolci all’innamorato di turno. Passati anche i tempi in cui le schede telefoniche erano og-getti da custodire con cura e i veri collezionisti le compravano per conservarle intonse, senza nemmeno staccare il triangolino in alto che ne rivelava l’avvenuto utilizzo. Per non parlare poi dei gettoni, con quell’apparecchio un po’ retrò inciso davanti, entrati ormai a far parte della preistoria delle nostre abitudini quotidia-ne. La stessa preistoria in cui sono destinate a finire molte delle cabine sparse per Firenze che, essendo da troppo tempo inutilizzate, ver-ranno eliminate dal panorama cittadino. Addio ricordi, addio servizio, addio a 36 apparecchi sparsi nei punti più disparati della città, che entro la fine dell’anno verranno smantellati. Dal centro alla periferia, addio insomma alle

vecchie cabine, che nel corso degli anni hanno anche cambiato look, diventando prima rosse con gli sportelli tipo saloon, poi più piccole ed ergonomiche. E anche gli stessi telefoni pub-blici si sono evoluti nel corso degli anni: gli ul-timi offrono addirittura la possibilità, a chi ne è capace, di mandare sms. Ma nemmeno la tec-nologia è servita a scongiurare l’abbandono, e allora ecco che Telecom, insieme all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, hanno deciso di toglierne un bel po’, almeno quelle in cui viene fatta meno di una chiamata al giorno, che a pensarci bene sono tantissime. Basta aguzzare un po’ la vista per notare che la stragrande maggioranza è sempre desolata

e vuota, morta sotto il peso della tecnologia e dei nuovi accessoriatissimi cellulari. Qualcu-no continua ad attaccarci bigliettini, adesivi e annunci, con la speranza che qualcuno passan-do di lì ci faccia caso. Ma anche quelli stanno pian piano scomparendo: meglio attaccarli di soppiatto alle fermate dell’autobus, “alme-no lì è sicuro che qualcuno una sbirciatina la dà”. Le uniche a essere certamente mantenute saranno le cabine di caserme, scuole e ospe-dali. Se però al telefono pubblico sotto casa proprio non si vuol rinunciare, si può scrivere una email a [email protected], per chiedere di salvarla. Motivando la richiesta e incrociando le dita.

una scena tratta dal Film a ovest di paperino (1982)

Ludovica V. Zarrilli

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14 Ottobre 2011

Due passi, due di numero, accanto a una persona che non vede. Basta questo per capire quanto diffici-li possano diventare anche azioni

semplici e quotidiane come attraversare una strada. Il signor Fabio Ulivastri è un non veden-te, e il suo bastone, in mezzo al traffico di gente e auto in piazza San Marco, vale più di un ami-co. Il Reporter ha fatto con lui un breve viag-gio in giro per la città. Poche tappe: da piazza San Marco a piazza Indipendenza e da qui alla stazione. Il bilancio? I promossi: gli autobus. Cinque su cinque presi, a bordo avevano il navi-gatore parlante che scandisce il nome delle fer-mate. Altra promozione per la pensilina di piaz-za Indipendenza. Qui, premendo un pulsante, è possibile ascoltare l’elenco degli autobus in arrivo, e anche per i non vedenti tutto diventa più semplice. Chi invece non supera l’esame è la nostra bella stazione di Santa Maria Novella: “Qui purtroppo manca un percorso tattile che consenta a chi arriva dall’altra parte della sta-zione di raggiunere la fermata della tramvia sul lato Alamanni – spiega Ulivastri – e solo una volta arrivati proprio davanti al binario si trova per terra una striscia coi rilievi per non veden-ti, che consente di salire a bordo in sicurezza, potendo prendere le misure”. E non va meglio se si sceglie di aggirare l’interno stazione pas-sando dall’esterno, di fronte alle gradinate, per raggiungere la stessa meta: “Qui, ad esempio, sempre per chi deve prendere la tramvia, c’è da superare un dislivello molto alto, per attraversa-re lungo la parte dei binari ‘morti’ e arrivare alla fermata”. E anche all’interno la stazione riser-va un’altra brutta sorpresa: “Rattrista sentire la voce dall’altoparlante che invita a allontanarsi dalla linea gialla, senza poter sapere quale sia, visto che non è segnalata in altro modo per i non vedenti”. E allora resta una speranza, spie-ga il signor Ulivastri: “Speriamo davvero che, magari in occasione dei mondiali di ciclismo, Firenze possa attrezzarsi e rimediare a incove-nienti come questi, che in molte città all’estero e in Italia sono stati superati”.

I problemi non sono pochi e il bastone, in mezzo al traffi co di gente e auto, è più che un amico. Promossi

gli autobus, così come la pensilina “parlante” di piazza Indipendenza. Da rivedere invece Santa Maria Novella

alla stazione, allontanarsi dalla linea gialla le scale della stazione smn, senza un percorso tattile

discesa diFFicoltosa dall’autobus causa macchina davanti

per aggirare l’attraversamento dell’interno stazione, gradini comunQue altissimi davanti ai binari morti della tramvia

la pensilina parlante in piazza indipendenza piazza san marco

La (diffi cile) Firenze di chi non vede

Benedetta Strappi

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La new entry è Elisabetta Meucci,

nominata assessore alle politiche

del territorio. Le polemiche non sono

mancate, ma Renzi taglia corto:

“Simbolo della lotta all’antipolitica”

politica

Fedele al soprannome che gli è stato affibbiato, il “rottamatore”, Matteo Renzi ha da poco ridisegnato la sua giunta, dandole il solo colore del Pd e lasciando senza incarichi Idv, Sel e Psi. Un rimpasto di componenti e deleghe che non ha mancato di provocare qualche critica. “Da buon

novello Podestà – commenta Cinzia Niccolai, coordinatrice cittadina dei dipie-tristi - il sindaco si è cucito addosso una giunta monocolore, estromettendo di fatto dall’amministrazione di Firenze ogni forma di confronto, dialogo e plura-lismo premiati dai cittadini alle urne. Alla faccia del rinnovamento”. Ancora più caustico il leader nazionale dei socialisti Riccardo Nencini, che ha paragonato il sindaco a un novello Duca di Atene, che governò proprio la nostra città, in modo dispotico, nel 1342: “Si apre ora - afferma il leader socialista - una nuo-va questione politica, fatta di impegni non mantenuti. Soprattutto per chi vuole appartenere alla categoria dei rinnovatori, la prima dote è mantenere la parola data. Per quello che può valere, e lo dico con amarezza, pensavo che questo sindaco la rispettasse’’. Ma ecco chi è la new entry: Elisabetta Meucci (Pd), at-tuale presidente della commissione urbanistica del Comune, che è stata nominata assessore alle politiche del territorio (delega fino a oggi mantenuta da Renzi). “Sono contenta e soddisfatta di poter continuare il mio lavoro avviato in com-missione’’, la sua prima dichiarazione. La Meucci prende il posto di Elisabetta Cianfanelli, Psi. Quest’ultima, deleghe a moda e turismo, naturalmente non ha gradito l’estromissione: “Nessuno mi ha detto perché”, ha spiegato. “Prendiamo

Antonio Passanese

cOMuNe. Nelle scorse settimane è stato attuato un rimpasto di deleghe e componenti

Giunta nuova a Palazzo Vecchioatto che si è formalizzata la rottura di un patto elettorale con i cittadini: tanti auguri a Renzi e al suo monocolore”, è stato invece il commento di Fa-bio Evangelisti, segretario regionale dell’Idv, che in consiglio comunale conta due consiglieri e in passato ave-va anche l’assessore Cristina Scaletti, passata però successivamente nella giunta regionale. Da allora l’Idv ha chiesto un riconoscimento della pro-pria appartenenza alla maggioranza (o un assessore o la presidenza del con-siglio comunale) senza ottenere finora risultati. “La giunta non può essere frutto di una trattativa tra le parti poli-tiche - ha tagliato corto Renzi - questa giunta è espressione delle scelte del sindaco che se ne assume le responsa-bilità, non nasce dalla mediazione tra i partiti ed è simbolo della lotta all’an-tipolitica, perché ci sono otto assessori mentre lo statuto comunale consenti-rebbe di nominarne 16”. “La giunta con otto componenti - ha aggiunto il primo cittadino - è la dimostrazione di voler esigere da noi stessi quello che chiediamo agli altri: quando chie-diamo dimezzamento del numero dei parlamentari come un segnale di lotta all’antipolitica, pensiamo che dobbia-mo essere nelle condizioni di mettersi in gioco in prima persona”. Renzi ha infine ringraziato Cianfanelli per il servizio svolto per la città.

IL PUNTO

Impegnati come siamo stati ultimamente a leggere gossip e inter-cettazioni sulla vita privata e pubblica di Silvio Berlusconi, “primo

ministro a tempo perso”, come da lui stesso detto a una sua “ami-chetta” durante una conversazione telefonica, la nuova manovra fi-nanziaria (che rischia di costarci cara) è sembrata quasi passare in secondo piano. La situazione, analizzando i dati, desta più di una preoccupazione. Dai conti fatti dall’Anci risulta che Firenze avrà un taglio dei trasferimenti pubblici pari a 82 milioni di euro. Questo, in soldoni, significa che la manovra peserà su ogni residente per 224

euro. In Toscana va peggio agli abitanti di Forte dei Marmi (397 euro a testa) e Castiglione della Pescaia (366 euro). Insomma, secondo le stime dell’Anci su dati Ifel/ministero dell’Interno, la finanziaria approvata con il voto di fiducia costerà ai comuni toscani 458 mi-lioni di euro (in meno). Di questi, soltanto 68 sono da attribuire a un effettivo taglio nei trasferimenti, mentre i restanti 390 sono risorse presenti nelle casse dei Comuni che non possono essere utilizzate perché bloccate dai vincoli imposti dal patto di stabilità. La situa-zione è così preoccupante che a Firenze, qualche settimana fa, sono

scesi in piazza perfino i commercianti. Con un sit-in davanti a Palaz-zo Vecchio hanno voluto attirare l’attenzione su un settore a loro dire fin troppo bersagliato. I negozianti sono stati ricevuti dal vicesinda-co Nardella, a cui hanno espresso le preoccupazioni per le decisioni del governo. Inclemente, infine, la fotografia scattata da Ornella De Zordo, capogruppo in consiglio comunale di “perUnaltracittà”: “La manovra Tremonti-Berlusconi è iniqua perché colpisce i redditi me-dio bassi e applica tagli lineari anche nella riduzione delle detrazioni fiscali. Affossa il Paese sempre più nella depressione”.

Secondo la stima dell’Anci la finanziaria peserà su ogni residente del capoluogo per 224 euro

Manovra, in città arriveranno ottantadue milioni in meno

/A.P.

16 Ottobre 2011

politica

piazza san Firenze torre di san niccolÒ

teatro puccini parco della musica

Cento luoghi, cento assemblee e cen-to idee per cambiare il volto di Fi-renze e per pensare a quella che sarà la città del futuro. ‘’Il modo miglio-

re per essere credibili è fare le cose – ha spie-gato il sindaco Matteo Renzi a margine delle riunioni che, la sera del 28 settembre scorso, hanno animato centro storico e periferia – non solo promettiamo di cambiare la città, ma pro-viamo a farlo. Questa è la risposta migliore all’antipolitica: diamo un segnale di diversità rispetto ai politici che chiacchierano e basta’’. Il primo cittadino, durante un sopralluogo al nuovo Palazzo di Giustizia di Novoli – inau-gurazione prevista a dicembre - ha sottolinea-to l’importanza di queste assemblee, “perché si tratta di un grande momento di confronto sul domani, perché sindaco e assessori non possono decidere da soli”. I cittadini, interve-nuti (dove più e dove meno) per dire la loro, per criticare, dare suggerimenti, discutere e anche per visitare i cantieri, hanno formulato una serie di proposte, che saranno passate al vaglio dell’amministrazione e, naturalmente, delle casse di Palazzo Vecchio. Tre gli argo-menti “protagonisti” ci sono stati sicurezza, cultura e pedonalizzazioni. Nella riunione di Porta al Prato i residenti hanno chiesto una ri-

Il futuro di Firenze in cento incontriAntonio Passanese

L’INIZIATIVA. La notte del 28 settembre sono tornate le assemblee contemporanee

Cittadini e amministratori hanno discusso di

Palagiustizia, Murate e molto altro ancora: ecco

proposte e progetti. Il sindaco: “Grande momento di

confronto”. Le opposizioni: “Solo uno spot elettorale”

qualificazione della zona non solo in termini di estetica, ma soprattutto di sicurezza. “Chie-diamo una vigilanza serrata soprattutto di notte. Via Palazzuolo, a una certa ora, diventa terra di conquista di ubriachi, persone moleste e vandali”. Sono stati poi presentati progetti su una nuova pavimentazione, sull’illuminazione e sulle aree verdi. Ma ciò che ha destato gran-de interesse è stato il rendering per il recupe-ro dell’area “di ricovero” del Brindellone. I locali saranno ristrutturati, si manterranno le porte in legno del ‘500 (previo restauro) e sarà apposta una finestra in vetro per dare a tutti la possibilità di vedere (non solo a Pasqua) il carro tanto caro alla città. Il progetto doveva essere realizzato nel 2013, ma l’amministra-zione è riuscita ad anticipare i tempi: a Pasqua 2012 dovrebbe essere tutto pronto. Alle Mu-rate, invece, si è parlato del nuovo mercato di Sant’Ambrogio e del prossimo Parco Urbano per l’Innovazione. L’assessore Claudio Fanto-ni ha annunciato la nascita di un incubatore di imprese, soprattutto giovanili, nell’arco di tre anni. Ma i cittadini hanno chiesto lumi an-che su parcheggi, sulla destinazione dell’aula bunker (allorquando il tribunale si sposterà a Novoli), sugli spazi da destinare ai giovani e sul verde pubblico. In una delle assemblee più

partecipate della città, quella al tribunale di San Firenze, è stato presentato il progetto di recupero dell’opera. Il palazzo non verrà chiu-so, continuerà a vivere. Momentaneamente sarà gestito dal Comune con diverse iniziative, a iniziare dall’Anno Vespucciano (nel 2012 ri-corrono i 500 anni dalla nascita di Amerigo Vespucci). Poi, attraverso un bando, ne sarà affidata la gestione. Tra le riunioni più sentite quelle che hanno riguardato la pedonalizza-zione di via Gioberti, il rilancio di Montedo-mini, l’ex Meccanotessile - dove non è man-cata qualche contestazione - e l’area Mercafir, per la presentazione del nuovo stadio. “Abbia-mo l’occasione - ha detto Renzi - di cambiare e la città ha bisogno di cose concrete, non di chiacchiere. Noi ci stiamo mettendo il cuore: chiediamo ai cittadini di aiutarci perché que-sta città è troppo bella per lasciarla sola”. Le opposizioni in consiglio comunale, però, non ci stanno e derubricano i 100 luoghi a “grande

spot elettorale”. L’accusa al sindaco è precisa: “Troppo impegnato a celebrare la sua imma-gine e troppo preso a lanciare spot – afferma il Pdl – Renzi si scorda di Firenze e dei suoi problemi. I cento luoghi sono serviti soltan-to a promuovere l’immagine del sindaco e si sono rilevati un vero boomerang. Nemmeno il sindaco si aspettava così poca partecipazione e così tante critiche. I cittadini si aspettava-no che l’amministrazione illustrasse cosa ha fatto dopo un anno, invece si sono sentiti fare soltanto promesse e rinviare ancora al pros-simo anno per i veri progetti”. “I fiorentini sono desiderosi di contare davvero nelle scel-te dell’amministrazione e non solo di essere chiamati a un incontro episodico – aggiunge Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltra-città - i nodi cruciali della città o sono già stati decisi e non messi in discussione anche se c’è un forte dissenso, o sono rimasti nel vago an-che dopo i 100 luoghi”.

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Quasi quarantamila, con l’obiettivo di arrivare presto a cinquantami-la. Sono i numeri del-

le adesioni alla proposta di legge sull’omicidio stradale, per inasprire le pene per chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol o droga.È questa una delle “battaglie” dell’associazione Guarnieri, a fian-co di cui si schiera ormai da qualche mese anche Il Reporter.L’obiettivo dell’associazione è tanto semplice quanto importante: aumen-tare la sicurezza sulle strade, dove continuano ad avvenire tragedie (come quella di Lorenzo Guarnieri, ma non solo) che spezzano vite e famiglie, mentre coloro che le pro-vocano “rischiano” di restare impu-

niti o quasi. Ecco allora la raccolta di firme per la proposta di legge. Aderire è facile. Ci sono due modi. Si può farlo attraverso internet, dal sito www.omicidiostradale.it: in questo modo per firmare la proposta di legge basta compilare pochissimi campi.In alternativa si ritagliare dallo spa-zio qui a fianco il modulo da firmare (o scaricarlo dal sito), compilarlo e spedirlo all’associazione Guarnieri, alla Casella Postale 4209 - Ufficio Campo di Marte, 50100 Firenze.Chi volesse altre informazioni può visitare anche il sito dell’associa-zione (www.lorenzoguarnieri.com), scrivere a [email protected] o telefonare allo 055.578910 o al 339.2961348.

Pubblichiamo in questa pagina il modulo

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cinquantamila sottoscrizioni si avvicina

Se  vuoi  aderire  alla  proposta  di  legge  puoi  farlo  compilando  il  modulo  e  inviandolo  in  busta  chiusa  a:  Associazione  Lorenzo  Guarnieri,  Casella  postale  4209  -­‐  Ufficio  Campo  Marte,  50100  Firenze  

SPecIALe. Prosegue l’impegno de Il Reporter a fianco dell’associazione Guarnieri

Omicidio stradale,fi rme per la legge

la campagna

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18 Ottobre 2011

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RINAScITe. Torna l’ipotesi nuovo stadio e si aprono prospettive inedite per quello vecchio

E se l’Artemio Franchi diventasse Cittadella della movida? Senza ancora aver vagliato l’opinio-ne dei cittadini, Eugenio Gia-

ni, dall’alto della carica di presidente del consiglio comunale, consigliere regionale ed ex assessore allo sport nell’era Dome-nici, avanza una nuova idea per riquali-ficare il vecchio caro stadio di Campo di Marte. C’è da scommetterci: la maggior parte di chi abita intorno allo stadio non la prenderà bene. Ma la proposta ha una sua forza. Mentre prende campo l’ipotesi della cittadella viola-bis nell’area Mer-cafir (vedi il servizio a pag. 26), Palazzo Vecchio ripesca tutti i futuri possibili per il Franchi, ispirati un paio d’anni fa da quella che sembrava l’imminente dipartita della Fiorentina verso Castello. Così ecco rispuntare l’idea Stadio-Museo e quella dello Stadio-Centro commerciale, all’in-terno del quale potrebbero trovare spazio negozi e ristoranti più o meno a tema cal-cistico. Tutte proposte con una loro logica, ma in parte superate dagli eventi. Nell’ipo-tesi Giani campo e spalti non perderebbero la loro funzione, bensì sarebbero destinati ad accogliere il rugby, compreso il grande rugby, quello dell’attesissimo Sei Nazioni. Nella stagione estiva, inoltre, il Franchi si trasformerebbe in arena per concerti, mol-to più di quanto non lo sia adesso. Il che si-gnificherebbe parecchio dal punto di vista del sostegno economico al progetto. Basti pensare agli incassi derivanti dagli spon-sor delle grandi occasioni. Il presidente del consiglio comunale (nonché ex presidente del Coni) ha pensato anche alla sistema-zione degli uffici, dove attualmente ha sede la società gigliata. Qui andrebbero gli uffici del Coni (appunto) e delle federazio-ni, con il doppio vantaggio di “risparmiare centinaia di migliaia di euro che vengono spesi per l’affitto dei locali ogni anno – dichiara Giani - e di mettere lo sport fio-rentino in condizione di fare sistema”. E i restanti spazi coperti che non sono uffici? Qui viene il bello: “Potrebbero essere con-centrati lì i locali d’intrattenimento e di tendenza – spiega Giani – togliendo dal caos interi pezzi di città. Come ad esempio la zona di piazza Santa Croce, dove ogni sera sciamano migliaia di giovani. Firenze potrebbe dormire tranquilla”. Prima però Giani dovrà convincere i residenti di viale Fanti e dintorni, quelli che l’anno scorso hanno cominciato a protestare non appe-na ne è stato aperto uno solo di locali di tendenza, sotto la curva Ferrovia. Allora si chiamava “Estate viola” ed era il primo

tentativo di utilizzare lo stadio come luogo di socialità in senso esteso, non solo a uso e consumo delle partite di calcio. L’esperi-mento è durato una sola stagione, punteg-giata da varie chiamate notturne ai vigili per contestare il volume della musica. Ed è facile prevedere sonore proteste nel caso in

cui il progetto andasse avanti, in una zona generalmente tranquilla e silenziosa a par-tire dall’ora di cena. Dalla sua, la cittadella della movida avrebbe l’ampio parcheggio di viale Maratona, un bel punto a favore in confronto alle affollate stradine del centro. Né si profilano all’orizzonte ostacoli buro-

cratici o niet da parte della Soprintenden-za. I tempi per il riadattamento potrebbero essere piuttosto contenuti, altro “goal” da mettere in conto. Ma prima c’è da fare il nuovo stadio. E da convincere i fiorentini a lasciarsi alle spalle la nostalgia per quello vecchio.

Franchi: dopo la Fiorentina, la movida

Paola Ferri

Rugby in campo e locali

notturni negli spazi

coperti. Eugenio Giani

sogna la Cittadella

dell’intrattenimento

giovanile tra viale Fanti

e viale Maratona. E tanti

concerti in estate

l’artemio Franchi

CAMPO DI MARTE

Giochi spaccati, cestini inutilizzabili, pan-chine in fin di vita e quadri elettrici or-

fani di sportelli. È il desolante scenario che si lasciano dietro i piccoli (di età) e grandi (come danni) vandali che hanno messo nel mirino i giardini di Campo di Marte, già mes-si a dura prova da una frequentazione assidua, per non dire di massa, quando si parla di par-tite della Fiorentina. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le segnalazioni da parte dei cittadini, anche direttamente al presidente del Quartiere, Gianluca Paolucci, che non ha po-tuto far altro che girarle direttamente alla co-mandante della polizia municipale, Antonella

Manzione, implorando maggiori controlli. Entro un mese, però, qualcosa dovrebbe cam-biare. Sono stati già messi a gara i lavori di riqualificazione dei giardini, un’operazio-ne da 160mila euro e diversi mesi di tempo. Tant’è che gli operai dovrebbero mettersi al lavoro già a fine mese e concludere l’opera entro primavera dell’anno prossimo. I soldi ci sono e in conto sono stati messi nuovi giochi per bambini, arredi urbani (leggi panchine e tavoli da picnic) e il rifacimento dell’impianto di irrigazione. A provvedere ad alcuni giochi a molla dovrebbe essere la Fiorentina, celebre vicina di casa dei giardinetti. Compresa nel

pacchetto anche la ristrutturazione dell’anfi-teatro, in previsione di un nuovo ciclo di spet-tacoli estivo, “fondi permettendo”, dichiara Paolucci. Buone nuove anche sotto il profilo “pozzanghere permanenti”, altro problema che affligge da tempo alcune aree del quar-tiere, già denunciato da Il Reporter. Sono già stati messi in programma alcuni interventi per porre rimedio alle pozze di viale Malta e dei giardini Caponnetto, sul lungarno Colombo. I lavori, però, saranno effettuati l’anno prossi-mo, in anticipo sugli acquazzoni primaverili, ma fuori tempo massimo per la stagione delle piogge in arrivo con l’autunno.

Partiranno entro la fine di questo mese i lavori di riqualificazione

Giardini e giochi a rischio vandali, arrivano i rinforzi

/P.F.

luoghi20 Ottobre 2011

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AVVISOSCADENZA CONCESSIONI CIMITERIALI TRENTENNALI

Per informazioni i concessionari e/o i loro aventi titolo possono rivolgersi:

• PER IL CIMITERO DI TRESPIANO: Ufficio Concessioni Cimiteriali, Via Bolognese, n.449 - Firenze, dalle ore 8,30 alleore 12,30 dal lunedì al sabato.Per informazioni telefoniche, chiamare dal lunedì al sabato i seguenti numeri: 055 2625532 / 2625533 / 2625534 / 2625535.

• PER TUTTI GLI ALTRI cimiteri comunali: Ufficio Concessioni Cimiteriali, Via delle Gore n. 60 - Firenze (presso leCappelle del Commiato) dalle ore 8,30 alle ore 12,30, dal lunedì al sabato. Per informazioni telefoniche, chiamare dal lunedìal venerdì i seguenti numeri: 055 2625518 / 2625519.

Il Comune di Firenze avvisa la cittadinanza che sono scadute le concessioni trentennali per la tumulazione di salme in loculio cripte nei cimiteri comunali fiorentini, rilasciate negli anni 1978 e 1979.

Le informazioni complete e l’elenco delle concessioni scadute sono pubblicate nell’Albo pretorio on line del Comuneall’indirizzo internet: http://aol.comune.firenze.it/Affissioni.aspx

I concessionari e/o i loro aventi titolo possono richiedere il rinnovo della concessione scaduta, per la medesima salma,per il periodo di anni 30 (trenta), provvedendo al pagamento della tariffa in vigore.

Il mancato rinnovo comporta la estumulazione d’ufficio delle salme e la riacquisizione del loculo da parte del Comune.

IL cASO. Proposto anche un referendum per capire cosa ne pensano i residenti

Tutto è ricominciato dopo la proposta di un referendum. Ad avanzarla è stato Magdi Cristiano Allam, europarlamentare e presidente di “Io amo l’Italia” che, tramite lo strumento della consultazione popolare, vorrebbe invitare i fiorentini a esprimere la propria opinione sulla questione moschea: i cittadini, insomma,

la vogliono oppure no? Il problema fondamentale, dal punto di vista di Magdi Cristiano Allam, pare essere il degrado ambientale, l’instabilità e l’insicurezza che si svilupperebbe attorno a queste strutture. Secondo Marco Stella, capogruppo del Pdl in consiglio comunale, i fiorentini sono sempre stati molto aperti verso le altre culture, non hanno bisogno di una moschea per dimostrare la propria collaborazione verso differenti comunità ma, soprattutto, sono stanchi del degrado e della mancanza di regole. Anche se “non si può parlare di un re-ferendum comunale - sostiene Marco Stella - sarebbe adeguato un sondaggio per orientarci rispetto al parere dei residenti”. Niente in contrario nel dare spazio a un nuovo luogo di culto musulmano, dignitoso e capace di accogliere i numerosi fedeli, ma gli interrogativi sollevati dal consigliere sono soprattutto di ordine economico e strutturale: dove sorgerebbe? Con quali soldi sarebbe costruita? Quanto suolo occuperebbe? E anche vero, però, che di mo-schee se ne trovano a Milano, Roma, nella vicina Bologna, dove (almeno al momento) non sono stati registrati problemi di integrazione territoriale. Ma ogni regione ha le sue necessità e, a Firenze, è solo da qualche tempo che si è sentita l’esigenza di costruire o individuare un sito più appropriato. Anzitutto più spazioso, visto che il numero di musulmani è andato crescendo negli ultimi anni. E poi più adeguato, se si considera che attualmente il luogo di culto presente nel centro storico si trova all’interno di un ex garage. Awad Hussein, fondato-re della comunità musulmana di Firenze, spiega: “I cittadini ci hanno sempre accolto bene ed è nell’interesse di tutti continuare a dialogare tra diverse culture. Anche sulla possibilità di trovare un altro posto dove celebrare le nostre funzioni religiose, che comunque finan-zieremmo con i soldi della nostra comunità”. Per quanto riguarda l’interrogativo su quale e quanto spazio occuperebbe la moschea, la questione è ancora aperta. Per trovare quelle che potrebbero essere soluzioni adeguate alla città, l’amministrazione comunale si è messa in contatto con l’associazione “Sociolab” (www.unamoscheaperfirenze.it), finanziata dalla Regione Toscana come previsto dalla l.r. 69/2007 che, previa raccolta firme dei cittadini, ha avuto l’incarico di dare il via a un articolato percorso di partecipazione. Sarà aperto un confronto pubblico con il coinvolgimento di un eterogeneo e rappresentativo gruppo di cit-tadini, per raccogliere dubbi e opinioni dei residenti così da fornire, in un secondo tempo, le informazioni richieste dai fiorentini riguardo la cultura musulmana e l’eventuale costru-zione di una moschea. Al tavolo dei garanti siederà anche Cristina Giachi, assessore comu-nale alle Politiche Giovanili, che sostiene: “È sbagliato un rifiuto pregiudizioso, quanto una proposta accettata incondizionatamente. Quello che vorremmo ottenere – aggiunge - non è una moschea a Firenze, ma la moschea di Firenze, cioè un punto di riferimento per tutti i cit-tadini. Lavoreremo per questo”. Maurizio Certini, presidente del centro culturale “Giorgio La Pira”, vede la moschea come “un valore aggiunto per la nostra città, in grado di creare una continuità con quell’illustre passato rappresentato dalla nostra carta costituzionale”.

Moschea in città, si riapre il dibattito

C’è chi teme degrado e insicurezza e chi sostiene che sarebbe

un valore aggiunto. Ancora da risolvere la questione dello spazio

(quanto e dove) che dovrebbe occupare

luoghi 21

A Firenze sono già in cura in trecento, e il centro regionale di riferimento per la ce-

liachia dell’adulto di Careggi è impegnatissimo in questa attivi-tà. In quale? Nella cura, e nella diagnosi, dell’“altra celiachia”. Ovvero di quella patologia che in inglese hanno chiamato “gluten-sensitivity”. Sensibilità al gluti-ne, in italiano. Una malattia a se stante, per la verità, diversa dalla celiachia ma simile ad essa per i sintomi. Ma vediamo di capirne qualcosa di più. Anche in que-sto caso il problema fondamen-tale è il glutine: “Esistono vari modi attraverso i quali il glutine può creare problemi: c’è chi av-verte i suoi aspetti tossici anche senza essere celiaco – spiega il professor Antonio Calabrò, re-sponsabile del Centro Regionale di riferimento di Careggi, che dei suoi studi ha parlato al Festival della Salute che si è tenuto a Via-reggio tra la fine di settembre e l’inizio di questo mese – e cioè anche senza avere una risposta immunitaria a questa sostanza, non avendo i geni presenti inve-ce nei celiaci, per i quali la pa-togenesi è di tipo autoimmune”. Ma quali sono i sintomi? E come riconoscerli? Molti sono in co-mune con quelli della celiachia (e del colon irritabile, con cui spes-so la sensibilità al glutine viene confusa): gonfiore addominale, problemi intestinali, ma anche cefalee, problemi ostetrico-gi-necologici (come la difficoltà ad avere bambini, per le donne), malattie reumatiche. E, prosegue ancora il professor Antonio Cala-brò, si tratta davvero di una ma-lattia molto diffusa, studiata dagli esperti ormai da una quindicina di anni. “Si stima che i celiaci

siano l’uno per cento della popo-lazione, e noi siamo convinti che la sensibilità al glutine sia diffusa almeno cinque-sei volte di più. E dunque stimiamo che in Italia ci possano essere tre milioni di ammalati di questa patologia”. E proprio a Firenze si sta lavorando intensamente per mettere a punto un metodo per diagnosticarla: a differenza della celiachia, infatti, non è una patologia riconosciuta dal sistema sanitario nazionale,

e chi ne soffre, tanto per fare un esempio, ad oggi non può benefi-ciare delle esenzioni. A Careggi, invece, si sta mettendo a punto un metodo per diagnosticarla: si tratta di “un’impronta metabo-lica”, ovvero di un meccanismo basato su esami del sangue, delle urine e sulla risonanza magneti-ca che - un po’ come avviene con le impronte digitali - consentirà, una volta validato, di identificare in modo univoco questa malattia.

LA ScOPeRTA. In Italia sono stimati tre milioni di ammalati

“L’altra celiachia”, questa sconosciutaBenedetta Strappi

Diabete, obesità e depressione:tutti i rischi della vita sedentaria

L’antidoto alla seden-tarietà, quarta cau-

sa di morte in Italia, si chiama “gruppo di cam-mino”. Di cosa si tratta? Semplice: di un progetto sociale che invita le per-sone a muoversi, cammi-nare insieme a un gruppo di preparatissimi laure-ati in scienze motorie per “mettere in moto la macchina umana e fare in modo che non si usuri restando ferma”. Un pro-getto che è stato speri-mentato dalla Provincia di Lucca. Sembrerebbe una banalità, e invece muoversi seguendo un ritmo preciso e costan-te, abbinando alle cam-minate uno stile di vita sano ed equilibrato, aiuta a ridurre notevolmente l’in-cidenza di malattie cardiovascolari (spesso fatali) e di patologie legate a doppio filo con l’inattività come il diabete, l’obesità e la depressio-ne. “L’obiettivo finale – spiega Carmine Di Muro, tra i promotori del progetto – è quello di mettere in funzione il cosiddetto metabolismo basale, che consente, facendo un’attività fisica regolare di almeno tren-ta minuti consecutivi abbinata a una dieta equilibrata, di perdere peso anche quando poi si sta seduti sul divano. L’esercizio deve arrivare a essere concepito come ciò che realmente è, ovvero una terapia, che aiuta a vivere di più e meglio”. E effettivamente di terapia si tratta se si pensa che facendo una regolare (e regolarmente controllata) attività fisica, camminando in gruppo a passo svelto con costanza, si migliora notevolmente la qualità della vita. “Seguendo con costanza un ciclo di cammino - continua Di Muro – una persona di 50 anni può arrivare ad avere le capacità di lavoro di un sedentario di 40. È un dato che forse a una fascia di utenti di mezza età fa poca impressione, ma se pensiamo che un ottantenne potrebbe riuscire ad avere la capacità e la salute di un settantenne, la scala di valori cambia sensibilmente”. Il dato sconfor-tante è che il 36% degli uomini e il 46% delle donne italiane non fanno sport, mentre i bambini del Bel Paese possono vantare il triste primato di più obesi d’Europa. Rimanendo in Toscana, “la Versilia è uno dei territori in cui si fa meno attività fisica e dove l’incidenza di malattie cardiovascolari sta aumentando pericolosamente – continua Di Muro - per questo abbiamo organizzato queste squadre di cammino che inse-gnano alla gente come e quanto camminare, spiegando con attenzione la postura corretta, la posizione di testa, ginocchio e l’appoggio del pie-de e tenendo sotto controllo anche i miglioramenti di ciascuno”. /B.B.

IL PROGeTTO. È la quarta causa di morte in Italia

È la sensibilità al glutine: patologia a se

stante, ma sintomi simili. A Firenze si

lavora a un metodo per diagnosticarla

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mangia&bevi

Non ci sperate, gli esperti del settore, quelli che tornano ogni volta col cesto pieno,

non vi diranno mai in che pezzo di bosco andare a frugare. Ma alcuni trucchi

ve li sveliamo noi. A patto che mettiate nel piatto solo ciò che conoscete bene

IN TAVOLA/1. Regole, limiti e consigli: guida pratica per aspiranti “cacciatori” di porcini & Co.

Al via la stagione dei funghiDove, come e quando cercarli

Fritti, trifolati, in zuppa o sott’olio. Parte del piacere dei funghi, si sa, sta nel cer-carseli da soli nel bosco. E la stagione è appena cominciata. Ecco tutto ciò che

devono sapere esperti e cercatori alle prime armi. Partiamo dalle regole, onde evitare di incorrere in poco golose multe. Prima di tutto è necessario dotarsi dell’apposito tesserino: l’autorizzazione è rilasciata dalla Regione, previo pagamento di 13 euro per sei mesi o di 25 per un anno intero. I ver-samenti devono essere effettuati sul conto corrente postale n. 6750946 intestato alla Regione, mentre per le informazioni ci si può rivolgere al numero verde 800.860.070 (o consultare il sito web della Regione). Non pagano solo gli under 14 (purché accompagnati da un adulto autorizzato), mentre per i residenti in comuni montani le quote sono dimezzate. Il limite per la raccolta è fissato in tre

chili al giorno (dieci per chi sta in montagna). È bene sapere, inoltre, che alcuni boschi privati fanno pagare un sovrapprezzo (ma generalmente fanno avvicinare gli avventori con l’auto al luo-go della “caccia”). In questo caso si parla di 5/10 euro a testa. Passiamo poi all’attrezzatura: scarpe adatte, borraccia e cesto in vimini gli elementi fondamentali. Già, perché i funghi raccolti devono poter disseminare sul terreno le spore, altrimenti l’anno prossimo il raccolto sarà alquanto magro. Un “fungarolo” non vi svelerà mai dove trova i suoi funghi, ma i meno esperti possono andare sul sicuro quasi ovunque in Toscana. La zona più rinomata è la Lunigiana, ma tutto l’Appennino è prolifico, così come il Casentino. I più volentero-si possono spingersi anche nel Grossetano, con la certezza che il lungo tragitto sarà ripagato da una gustosa raccolta. L’importante è scegliere il tempo giusto: il momento migliore, dicono gli esperti, è 12-14 giorni dopo un’abbondante pioggia (e ancor meglio se nel mentre è ritornato un po’ di sole). La

produzione, quest’anno, considerato l’attardarsi dell’estate, potrebbe continuare fino a novembre inoltrato. Recarsi sul posto di buon mattino in ge-nere aiuta, quantomeno a bruciare la concorrenza. C’è poi chi presta attenzione anche ai cicli lunari: luna crescente dovrebbe corrispondere a fungo ab-bandonate, almeno in teoria. E una volta sul posto? Setacciate il terreno con lo sguardo, scrutando con particolare attenzione le radici dei castagni, dove si nascondono più volentieri i rinomati porcini, ma anche la base di lecci, faggi e abeti. Abbiate rispet-to per l’ambiente e per chi seguirà le vostre orme, il che significa non rastrellare il sottobosco e non cogliere i funghi troppo piccoli. E non vi formaliz-zate troppo sulle specie più comuni: anche gli ovo-li (in insalata o al cartoccio), le mazze di tamburo (ottime alla griglia) e i gallinacci (nel sugo della pasta) possono dare non poche soddisfazioni in ta-vola. Ma attenzione: se non conoscete a menadito la materia, rivolgetevi all’Asl, onde evitare brutte sorprese a poche ore dalla scorpacciata.

Paola Ferri

ANDREA LANDINIFattoria delle Ginestre

“La Dop è cosa buona e giusta, ma non basta a difendere i piccoli produttori da un mercato schiavo dei grandi. I costi di produzione nella Toscana più interna sono troppo elevati, il rischio è che si smetta di curare gli ulivi. Di questo passo il nostro olio andrà a scomparire. A meno che non aumenti la consapevolezza nei consumatori”

“Olio toscanoa rischioestinzione”

F.LLI MARCHIONNIAzienda agricola di Vigliano

“Non è detto che produrre biologico significhi spendere di più, anzi. Ma il rischio imprenditoriale è più alto, perché si è più esposti a eventuali insetti nocivi o malattie delle piante. Fino a 5-6 anni fa si trattava di una scelta da pionieri non sempre ripagata dai risultati, oggi non è più così, il bio è sempre più diffuso”

“Adessoil bioconviene”

NICCOLÒ D’AFFLITTOFattoria Castelruggero

“Nel caso specifico del vino la filiera corta non ha molto senso e non è sempre la scelta migliore. Anzi, spesso per i piccoli produttori è più facile vendere all’estero che sul territorio nazionale. Il vino ha sempre viaggiato molto, fin dai tempi dei romani. Anche se qualche bottiglia la teniamo per i ristoranti vicini, perché un po’ ci si affeziona”

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24 Ottobre 2011

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Sarà un’annata da dimenticare per molti, da collezio-nare per altri. Strana stagione quella in corso, vino e olio parlando, con un’estate secca e prolungata, tanto da costringere la maggior parte dei produttori

toscani ad anticipare la raccolta di almeno un paio di setti-mane. Con la diretta conseguenza che di vino quest’anno se ne produrrà meno, ma di altissima qualità e anche più denso e alcolico, probabilmente. Per non parlare dell’olio: come dicono gli esperti del settore, il 2011 sarebbe già stato con-trassegnato come un anno di “scarica”, ovvero di bassa pro-duzione, ma niente di strano nel ciclo degli olivi. Sennonché la siccità ha ridotto ancora le aspettative. E i produttori si attrezzano come possono per far fronte a incassi ristretti o quantomeno riveduti. Per la Coldiretti la strategia da seguire è quella della filiera corta. “È faticoso portare il grosso delle imprese su questa strada – spiega Andrea Pruneti – ma la direzione è quella giusta”. Quella che ha portato all’apertura del primo punto vendita in stile supermercato con prodotti a chilometri zero a Poggibonsi. Entro l’anno ne spunterà uno anche a Pisa. “La vera sfida è far nascere una ‘bottega amica’ a Firenze”. Ma per sfondare sul territorio cittadino ci vorrà ancora un po’. Spesso, allora, succede che la strada migliore per sopravvivere sia quella dell’export. “Per i piccoli pro-duttori – assicura Niccolò D’Afflitto, enologo e ‘collezio-nista’ di centinaia di varietà di pomodori a Castelruggero,

alle porte di Firenze – è più facile vendere all’estero che in Italia: pagamenti più puntuali, clienti più affidabili e costan-ti”. Germania, Svizzera e Usa i compratori tradizionali, ma si stanno affacciando sul mercato anche Russia, Giappone e altri Paesi orientali. L’alternativa è differenziarsi, magari puntando sul biologico. “Ormai non si tratta più di un feno-meno di nicchia – racconta Paolo Marchionni, produttore bio a Malmantile – ma di una scelta, prima di tutto etica, condivisa da molti. Anche se qualcuno continua a nascon-derla, a causa di un diffuso pregiudizio verso il vino bio”. C’è poi chi fa il passo successivo e si butta sull’agricoltu-ra biodinamica. Detto in parole povere (ma dietro ci sono infiniti studi e soprattutto prove pratiche) si tratta di ricre-are un ambiente vitale intorno alle coltivazioni, attraverso colture promiscue, diffusa presenza di animali, corni di bue sotterrati nei campi, cicli lunari e altre “stregonerie”, come le chiamano gli stessi produttori. Insomma una filosofia di vita, prima che un mestiere. Perché produrre olio e vino è innanzitutto una passione. E meno male, perché altrimen-ti il nostro paesaggio non sarebbe più lo stesso. “Oggi chi coltiva olio in Toscana, specialmente nei dintorni di Firenze – avverte Andrea Landini, assaggiatore d’olio e produttore – lo fa soprattutto per soddisfazione personale, ma andandoci costantemente in rimessa. I costi – continua – sono molto elevati, a fronte di un mercato schiavo delle grandi multina-zionali. Molti ‘piccoli’ stanno già abbandonando gli oliveti per altre attività più redditizie. E nel giro di pochi anni le nostre colline potrebbero cambiare completamente aspetto”.

Francesca Puliti

ANDREA ZANFEIFattoria Cerreto Libri

“Questo è un mestiere che si fa più che altro per difendere il luogo in cui si vive. Per questo abbiamo scelto l’agricoltura biodinamica, che permette alle piante di crescere in un ambien-te più ricco e meno contaminato possibile. L’azienda diventa una sorta di acquario all’interno del quale ogni cosa contribui-sce a mantenere l’equilibrio dell’insieme, uomo compreso”

“Biodinamicoper scelta.Di vita”

TINA RADASSAOLa Tinaia, Scandicci

“Con l’agricoltura non si sopravvive, è fondamentale com-pensare con l’attività dell’agriturismo. Inoltre non basta stare nel campo, bisogna saper vendere i propri prodotti, mettersi davanti a un pc e darsi molto da fare. In questo modo riusciamo a spedire il vino nel Nord Italia. A com-prare l’olio vengono personalmente anche dalla Norvegia”

“Salvisolo grazieal turismo”

STEFANO BELTRAMILa Colombaia Ville di Bagnolo

“Il mercato è in stallo da alcuni anni, gli Usa non traina-no più le vendite. Tra vendere sotto costo e vendere meno preferiamo la seconda. E speriamo nei paesi in via di svi-luppo, affinché l’export possa riprendersi. In Italia, infatti, comandano le grandi case. E neanche le leggi ci aiutano, c’è ancora troppa burocrazia”

“Speriamonei paesiemergenti”

IN TAVOLA/2. L’estate prolungata ha ridimensionato i raccolti, non la qualità. E i “piccoli” si attrezzano

Poco vino ma super, mentre l’olio arranca

25

quadrati sarebbero destinati a ospita-re un’area commerciale, con tanto di negozi, uffici ma anche ristoranti e al-berghi (magari con vista sul campo da gioco): anche Firenze – così come già avviene in altre città europee – avrebbe dunque il suo stadio da vivere non sol-tanto la domenica, ma tutta la settima-na. Oltre al terreno di gioco, a Novoli potrebbero poi essere realizzati anche alcuni campi d’allenamento. Insomma, un progetto decisamente all’avanguar-dia. Guardando più nel dettaglio allo stadio, l’idea sarebbe quella di realiz-zare un impianto da circa quarantamila posti (ovvero della capienza necessaria per poter ospitare le finali delle coppe europee) tutto rigorosamente al coper-to. Addio domeniche bagnate, quindi, trascorse con un occhio ai giocatori in campo e l’altro al cielo. Fin qui l’idea del sindaco Renzi. Ora in qualche modo la palla passa ai Della Valle, che tante speranze avevano riposto sul pro-getto della Cittadella viola a Castello. Tramontata quella ipotesi, ecco che torna ad affacciarsi la possibilità di un nuovo stadio per la Fiorentina. Un ar-gomento, questo, di cui in città si discu-te da anni: ora sono attesi altri giorni di discussioni e valutazioni. Tra l’altro, se il progetto riuscirà ad attirare l’interes-se di tutte le parti in causa, i tempi per la sua realizzazione potrebbero essere sorprendentemente brevi: già in pochi mesi potrebbe arrivare il via libera alla costruzione della nuova casa viola. Per “rispondere” così a tempo di record alla Juventus. La partita, insomma, è appena cominciata.

Fiorentina. È questo il piano del sinda-co Renzi, affascinato dall’idea di rega-lare al club gigliato e ai suoi tifosi un progetto all’avanguardia. L’area indivi-duata si estende su una superficie di 36 ettari (da notare che lo stadio inaugura-to da poco dai “nemici” della Juventus è stato realizzato in uno spazio di 34 ettari, e quindi la Fiorentina “vince-rebbe” anche questa speciale partita che si gioca – una volta tanto – fuori dal campo) e, cosa non di poco conto, quel terreno appartiene completamente al Comune: insomma, spetta soltanto a Palazzo Vecchio decidere cosa far-ne, senza dover bussare ad altre porte. “Rimpicciolire la Mercafir per renderla più efficiente è importante e doveroso. Lo faremo”, ha detto il sindaco, che poi ha aggiunto che così “si libera uno spa-zio molto suggestivo e intrigante che porterebbe posti di lavoro, ricchezza, oltre che una casa per la Fiorentina”. Ma veniamo al progetto, presentato nell’ambito dei cento luoghi. Secondo l’idea del sindaco, quella che potrebbe nascere nell’area Mercafir sarebbe una sorta di “piccola” Cittadella: stadio sì, ma non solo. Oltre trentamila metri

Lo stadio nuovo s’ha da fare. E poco importa se l’ipotesi originaria (ovvero la maxi-cittadella viola a Castello) è

ormai definitivamente tramontata, per motivi vari e fin troppo noti. Perché la nuova idea c’è già, così come lo spa-zio. Area Mercafir, Novoli, a due passi dall’autostrada e dall’aeroporto: po-trebbe nascere qui la nuova casa della

Tramontata l’ipotesi della cittadella viola a Castello, ecco che spunta un piano-bis:

un’arena da quarantamila posti interamente al coperto, con tanto di negozi, uffi ci,

ristoranti e alberghi. Il tutto a pochi passi da autostrada e aeroporto

PALLONe e PROGeTTI. La nuova idea di Renzi: costruire l’impianto nell’area Mercafir

Stadio, la partita si sposta a NovoliIvo Gagliardi

il progetto del nuovo stadio

Palestra, piscina, sala video e, finalmente, dei sacro-

santi spogliatoi a fianco dei campini. Il mini-centro sporti-vo viola è fatto, finito e inau-gurato. I giocatori ci hanno messo piede poco dopo l’inizio del campionato, insieme a un Andrea Della Valle gongolan-te e a un Matteo Renzi altret-tanto soddisfatto. L’happy end, infatti, arriva dopo molti anni di discussioni, durante i qua-li si sono alternate al timone viola diverse proprietà e vari inquilini all’interno di Palazzo Vecchio. “Questo è un giorno di festa – ha detto il sindaco durante la cerimonia di inau-gurazione - che chiude una vicenda che si trascinava da 29 anni, tre gestioni viola e sei sindaci. Dopo problemi, pole-miche e veti – ha aggiunto – si dà un segnale di concretezza che fa capire che a Firenze le cose le stiamo facendo”. Set-te milioni il conto totale della “dependance”, investimento che la società riprenderà sem-plicemente stornandoli dall’af-fitto degli impianti sportivi (il che significa niente canone per cinque stagioni). A presenzia-re al taglio del nastro anche il presidente del consiglio comu-nale Eugenio Giani, proprio lui che tanto si era speso, da asses-sore allo sport durante la scor-sa legislatura, per “sloggiare” i vigili dalle due palazzine di viale Maratona. Proprio duran-te l’ultimo mandato Domenici, infatti, la questione campini aveva subito un’accelerata. Una volta risolto il problema della nuova collocazione della muni-cipale (trasferita in via Frusa), si erano però aperti nuovi fron-ti di dibattito (per non dire con-flitto) tra l’amministrazione comunale e la società gigliata. Ora, però, i campini sono una realtà. E ai tifosi non resta che sperare che la profezia di Pran-delli fosse vera: grazie al cen-tro sportivo, qualche punto in più a fine campionato.

Nato il centro sportivo

E venne l’oradei “campini”

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Jo-Jo vola, Gilardino si ferma a UdinecHI SALe e cHI SceNde. La rinascita del montenegrino fa esplodere nuovamente l’entusiasmo

stevan Jovetic

“Sic transit gloria mundi”, così passa la gloria di questo mondo. O, se preferite assimilare il latino al calcese nostrano, “Sic transit trauma mundi”, così passano anche i traumi di questo mondo.

E se un giorno rischi di sentirti nelle più profonde stalle, poco dopo, se ne hai le capacità, puoi persino risalire fino alle stelle. Lo sa bene Stevan Jovetic, uno che probabilmente sul calenda-rio deve aver bruciato le pagine susseguenti all’agosto 2010. Un’estate da inferno, quella in questione, segnata da un ginoc-chio praticamente esploso per una semplice torsione. Per di più, pur con tutto il rispetto del caso, effettuata per saltare il tackle di un certo Mario Ariel Bolatti che, come dire, non rientra pro-priamente nella schiera dei campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Ma a JoJo dev’essere, giustamente, interessato

molto poco il come sia avvenuto quel terribile crack, anche per-ché a osservare la strada da percorrere da quel 3 agosto 2010 c’era da sentirsi male. Fatto sta che il talento montenegrino ha affrontato e superato il suo calvario. Rimandando il momento del rientro, ma bruciando le tappe per tornare quel prototipo di campione che mezza Europa pareva invidiare ai viola. Tredici mesi dopo, Jovetic ce l’ha fatta. Ha chiuso il cerchio su un in-fortunio di quelli da incubo (chiedere a gente come Baggio per maggiori info) e adesso si gode il futuro. La doppietta contro il Parma messa a segno a fine settembre, alla quarta giornata (la terza effettiva considerando lo sciopero), ha sancito il ritorno definitivo di uno dei talenti più scintillanti dell’attuale panora-ma calcistico non solo italiano. Così, la Fiorentina si aggrappa ai suoi riccioli, Mihajlovic incluso, per riprendersi quello spic-chio d’Europa mai nemmeno sfiorato nel corso dell’ultima sta-gione. Succede però che, per un ritorno, ci sia anche un arrive-derci. Niente di paragonabile a quanto accaduto a Jo-Jo, certo,

ma pur sempre uno stop del quale il protagonista avrebbe fatto volentieri a meno (e i tifosi pure). Alberto Gilardino ha avuto modo, a Udine, di conoscere fin troppo bene le doti di Handano-vic, portiere dell’Udinese a suo tempo anche nel mirino del Ba-yern Monaco, e soprattutto di apprezzarne la potente struttura fisica. Perchè l’uscita del numero uno friulano sul ginocchio del centravanti (era il 18 settembre) costerà un’assenza dai campi di un mese e mezzo, oltre a una microfrattura del piatto tibiale. Un infortunio che ha costretto il Gila a osservare da bordo campo, con le stampelle poggiate a lato, il ritorno del fenomeno Jove-tic al gol. Quasi in un insopportabile passaggio di testimone o, peggio, di stampelle. Buon per i viola, però, che per la fine di questo mese Gilardino possa tornare a disposizione di Sinisa, perchè con una coppia a pieni giri come quella composta da Jovetic e dal bomber di Biella la Fiorentina ha un attacco da favola. Il tutto, come sempre o almeno fin dai tempi dei latini, sfiga permettendo.

Tommaso Loreto

Dall’inferno dell’estate 2010 al paradiso di questo inizio di campionato: gol, giocate di classe e uomo squadra.

Jovetic ha le caratteristiche per trascinare i viola. Brutto infortunio, invece, per la punta, che tornerà a fi ne mese

sport

Aspettando il 25 ottobre. Per molti italia-ni la “signora” più amata, sportivamen-te parlando, è la Juventus, ma non per buona parte di Firenze. Dallo scudetto

cucito sul petto dei bianconeri, ma nel cuore dei fiorentini, del 1981/82, la Juventus è la rivale nu-mero uno. Una stagione difficile si può trasforma-re in un campionato “discreto” vincendo contro la Vecchia Signora. Uno dei successi più belli rima-ne quello firmato dalla “B2” Baggio-Borgonovo. Quell’anno la coppia realizza 29 dei 44 gol messi a segno, in totale, in campionato dalla Fiorentina: 14 Borgonovo, 15 Baggio. Il più bello è proprio quello realizzato contro la Juventus, quando il punteggio era ancorato sull’1-1. Era la stagione dell’esplosione di Borgo-gol, preso in prestito dal Milan all’inizio del campionato del 1988. Borgo-novo che, anche grazie a quel gol, fu chiamato in Nazionale. Capitolo a parte merita invece la vitto-ria più amara, quella dopo la cessione di Roberto Baggio. Il Divin Codino rimase a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando venne acquistato proprio dalla Vecchia Signora per la cifra record, per quei tempi, di 25 miliardi di lire. La tifoseria viola, con-sapevole di perdere uno dei più grandi giocatori di sempre, scese in piazza protestando contro la dirigenza e il presidente Pontello, in una manife-stazione cui parteciparono grandi e piccini. Firen-ze fu unita come non mai. I disordini causarono anche diversi feriti e arrivarono fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri (che preparavano i Mondiali) e al giocatore stesso, che arrivò a ricevere sputi da alcuni pseudo-soste-nitori. L’allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un episodio singolare al riguardo: “Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio pas-sò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un ge-sto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un fi-glio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch’io”. La lontananza non spegne

Odi et amo, recitava Catullo. In questo caso la Lesbia fiorentina si chiama Ales-

sio Cerci. Prima contestato, poi esploso con la maglia viola: è ormai un idolo di molti tifosi viola. Cresciuto nella Roma, ha scelto di le-garsi alla società del cuore con un contratto da professionista sottoscritto il 21 marzo 2005, con scadenza a giugno 2008. Fabio Capello lo fece debuttare in Serie A a sedici anni e mezzo a Marassi contro la Sampdoria. L’anno dopo passò al Brescia. Ma la sua esplosione fu nel neopromosso Pisa. Il tecnico Giampie-ro Ventura lo inventò ala destra. Il 9 settembre 2007 segnò il suo primo gol tra i professio-nisti a Cesena. In quel campionato arrivò a segnare dieci reti con la casacca nerazzurra, realizzando due doppiette, contro il Modena e contro il Cesena. Il 19 aprile 2008, dopo due mesi e mezzo d’assenza per un infortunio al ginocchio, al rientro dal primo minuto nella trasferta a Lecce esce in barella in lacrime per un nuovo infortunio. Rottura del menisco

mediale, un’infiammazione del crociato ante-riore: venne operato nella giornata di merco-ledì 23 aprile 2008 dal professor Pier Paolo Mariani, lo stesso che aveva operato tre giorni prima Francesco Totti per un infortunio simi-le. Poi la parentesi con l’Atalanta (stagione ancora con troppi infortuni) e infine il ritor-no a Roma, dove realizzò i suoi primi gol in giallorosso contro il Kosice e una doppietta contro Cska Sofia, sempre in Europa League. Successivamente il passaggio in viola. Il 21 agosto scorso ha messo a segno la prima rete stagionale nella gara di Coppa Italia contro il Cittadella, vinta 2-1 dai viola, trovando subito la rete anche in campionato, alla prima gior-nata, in Fiorentina-Bologna 2-0. Gli ultimi gol della passata stagione e il grande inizio di quella in corso sono storia contemporanea. Gioca da “vecchia ala” alla Bruno Conti, ma a Firenze si preferisce chiamarlo esterno of-fensivo o, semplicemente, “Alessio Cerci, il nostro Messi”.

La favola di Alessio Cerci, “il nostro Messi”IL PeRSONAGGIO. Inizio non semplice per l’esterno offensivo, ora per molti è un idolo

Lorenzo Mossani

Aspettando la rivale storica: la JuventusLA PARTITA. Quest’anno la sfida tra i ragazzi di Mihajlovic e i bianconeri è più importante che mai

/L.M.

i grandi amori, e così fu. Baggio, infatti, restò per sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitan-do non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Oltre all’episodio della sciarpa, rimane ancora indelebi-le nei ricordi dei tifosi il rifiuto di calciare un ri-gore durante Fiorentina-Juventus (1-0) dell’aprile 1991. Gol di Fuser e rigore di De Agostini parato da Mareggini. Roby poi salutò i suoi ex tifosi rac-cogliendo una sciarpa viola lanciata dagli spalti, in un’atmosfera surreale di applausi e fischi. Ora il 25/10 non è lontano: buona Juventus-Fiorentina a tutti (i tifosi viola, naturalmente).

Si avvicina il match che già di per sé vale

una stagione: l’appuntamento è il 25 a Torino.

In passato indimenticabili i gol di Borgonovo e Baggio

29

Doppio sponsor, passaggio di categoria in quella che si doveva chiamare Lega 3 (dopo A1 e A2, per intenderci) ma che, alla fine, si chiamerà Divisione

Nazionale A, e particolare attenzione al settore giovanile. Riparte la stagione della Pallacanestro Firenze, che quest’anno ha un doppio sponsor: Brandini-Claag. “Importante per noi tanto che Brandini, che da sempre si occupa di automobili, ha voluto sposare il progetto con Giovanni, figlio di Maurizio, che ha assunto il ruolo di vicepresi-dente”, precisa subito il presidente del sodalizio fiorentino Luca Borsetti. “Quello che inizieremo è il primo campionato dilettanti in uno sport dove c’è il professionismo – aggiunge Borsetti – e ab-biamo allestito un buon mix con molti giovani di talento, alcuni giocatori più esperti e un nuovo tecnico, Riccardo Paolini, proveniente da Perugia e con un bel palmares alle spalle”. Il veterano è ancora una volta il capitano Francesco Rotella. “Rimane il trait d’union tra passato e presente. Abbiamo giovani talentuosi ma anche ragazzi di categoria e dal buon rendimento. Con Rotella – ricorda Borsetti – i giocatori d’esperienza sono Dario Scodavolpe, Andrea Capitanelli e Stefano Rabaglietti. Proprio Rabaglietti, fiorentino, per la prima volta giocherà nella sua città. È cresciuto nella Laurenziana e ha giocato in A2 a Pistoia e a Udine. La sua esperienza sarà importante”. Gran-de novità è, inoltre, il ritorno nel palasport che ha visto giocare JJ Anderson ed Ebeling ai tempi della Neutro Roberts. Le partite della Brandini-Claag Pallacanestro Firenze si disputeranno, in-fatti, al Mandela Forum. “E vorremmo rivedere il palasport gremito come ai bei tempi”, sospira Borsetti. “Mi piacerebbe coinvolgere tutti coloro

Il basket torna a casa, sognando l’A1Simone Spadaro

IL PuNTO. Doppio sponsor e partite al Mandela Forum per la Pallacanestro Firenze

La Firenze dell’ovale è pronta ad andare in meta anche con le linee più “verdi”, puro concen-

trato di voglia di arrivare, classe e determinazione. Luigi Baldi, team manager della squadra di Serie A, ci aiuta a fare un quadro di quei giovani che, dal vivaio fiorentino, si sono appena affacciati o sono in procinto di farlo alla realtà della squadra Senior: “Sono tanti i ragazzi che a Firenze hanno intrapreso la strada di un rugby ‘particolare’ fatto di tradizione, tifo e calore, con l’ambizione di sa-lire in Eccellenza”. Iniziamo a scoprirli da quelli che hanno già debuttato in prima squadra: Matteo Passaleva (‘91), Demba Diaw (‘91), Tommaso Di Francescantonio (‘91) e Duccio Ghelardi (‘92).

“Tutte future stelle, ma una merita un capitolo a parte. Francesco Menon, classe ‘91 - dice Baldi - è uno dei nostri fiori all’occhiello. Ha fatto parte delle Nazionali Under 18, 19 e 20, partecipando ai tornei ufficiali internazionali. Menon è stato pro-tagonista dell’Italia Under 20 che, ai recenti Mon-diali, ha conquistato la permanenza tra le nazionali di prima fascia. Gli ultimi due anni Francesco li ha passati all’Accademia ‘Ivan Francescato’ di Tirre-nia, dove è maturato tecnicamente e fisicamente. Ha debuttato due anni fa in prima squadra, l’anno scorso si è ripreso bene da un infortunio e ha fatto una bella seconda parte di campionato, compresa la finale contro il Calvisano”.

Alla scoperta dei talenti della palla ovaleRuGBY. Hanno già debuttato in prima squadra e rappresentano il futuro della società

/Lor.Mos.

Ripartono i campionati di pal-lanuoto. Il settebello azzurro è

Campione del Mondo e il torneo di A1 maschile riparte sotto i riflettori dei media. La Rari Nantes Florentia si presenta rinnovata. In panchina Leonardo Sottani, che ha lasciato la fascia di capitano a Federico Pa-gani, con un nuovo straniero, Al-bert Espanol Lifante, proveniente dal Barceloneta, l’arrivo di Miche-le Lapenna dal Savona e il rientro di Coppoli. Hanno lasciato Firenze Radu, passato al Mladost (la perdi-ta del centroboa è stata la più dolo-rosa), Ninfa (tornato dal prestito a Catania) e Rauzino (quest’ultimo ha deciso di cessare l’attività). Squadra più giovane e con molte ambizioni, quella di questa stagione. Il Recco del pratese (ex Rari) Stefano Tem-pesti parte con i favori del prono-stico. Il Savona rimane l’avversaria più accreditata. La Florentia si pone ancora, con Posillipo e Brescia, tra le squadre outsider che puntano ai playoff scudetto e che cercheranno di dar fastidio alle due battistrada. Il progetto, come sottolineato dal pre-sidente Andrea Pieri nel corso della presentazione di Sottani, è triennale. Lavorando sul vivaio la Rari deve cercare di tornare a recitare un ruolo di primo piano nel panorama nazio-

nale e cercare di tornare a lottare per lo scudetto. Torna, invece, il derby tra Menarini Fiorentina Waterpolo e Ngm Firenze Pallanuoto in A1 fem-minile. In estate si sono fatti tenta-tivi per arrivare a una fusione delle due società, per creare così un’unica realtà capace di combattere contro Orizzonte Catania e Recco (che ha acquisito il titolo sportivo del Rapal-lo). In questa stagione le due società, con l’aiuto dell’assessore allo sport di Palazzo Vecchio Dario Nardella, torneranno a parlarsi per trovare una sintesi che possa portare a un’unica, grande società di pallanuoto femmi-nile capace di portare un altro scu-detto a Firenze.

PALLANuOTO. Riparte la stagione, con molte novità

In piscina si alza il sipario

/Sim. Spa.

laura repetto in azione

che hanno fatto tanto per il basket a Firenze. Oltre ad Anderson ed Ebeling, anche Rudy D’Amico, Marco Calamai, che ha avuto un ruolo fondamentale nel ripor-tare il basket al Mandela Forum, e i tanti giocatori italiani che hanno contribuito a rendere grande il basket a Firenze”, aggiunge il presidente. Che non si nascon-de sugli obiettivi di stagione: “Puntiamo ad agganciare i play off promozione. Il campionato è molto duro. Giocheremo con grandi squadre, dal Trentino alla Sicilia, e spesso avremo turni infrasettimanali al giovedì. Il progetto è triennale – continua – e ci deve portare alla serie A2. Raggiunto l’obiettivo occorrerà trovare risorse per tentare l’accesso in A1. Firenze merita di giocare nella massima serie, ma già la Divisione Nazionale A è di grande rilevanza”. Il basket ha vissuto molti anni d’oblio e ora con questo progetto si tenta una riscossa. Ma se non si parla di calcio, quanto è difficile emergere a Firenze? “Le società sportive devono fare sistema. Abbiamo ottimi rapporti con la Rari Nantes Florentia. Ecco, l’ammi-nistrazione comunale e il Coni provinciale, che hanno fatto tanto per aiutarci, dovrebbero aiutarci a fare sistema. Pallacanestro, pallavolo, pallanuoto e anche calcio dovrebbero confrontarsi per condividere interessi comuni. Solo così – con-clude Borsetti – possiamo difendere il patrimonio sportivo di Firenze”.

sport30 Ottobre 2011

La stagione sportiva appena iniziata è senza dubbio carica di novità per l’Audace Legnaia, cambiamenti im-portanti sia a livello societario che

di campionati a cui prenderanno parte le va-rie squadre del sodalizio gialloblu’. Silvano Baldassari è il nuovo Presidente della Società, subentrato il 5 luglio al dimissionario (per li-miti di età) Mario Franciolini, che comunque rimane nel consiglio con l’importante ruolo di Vice Presidente. Baldassari ha dovuto subito gestire una situazione di emergenza in quan-to il precedente Direttore Sportivo del Setto-re Giovanile ed il Responsabile della Scuola Calcio hanno deciso, per motivazioni diver-se, di non sposare più la causa gialloblù. Le loro defezioni, avvenute nel periodo cruciale (quando si costruiscono cioè le squadre per la stagione a venire) hanno creato molta de-stabilizzazione nell’ambiente ma, seppur con notevoli difficoltà, la dirigenza di via Dosio è riuscita a costruire le squadre per partecipare a tutti i campionati come nella stagione prece-dente. Altra figura importante ai vertici della società è Lorenzo Vitale che rientra a Legnaia con il ruolo di Direttore Tecnico Generale, con Massimiliano Piccioli che assume la carica di Direttore Amministrativo, il cui compito prin-cipale sarà quello di curare i rapporti con le istituzioni. I ruoli vacanti sono stati occupati da Doriano Degli Innocenti, che sarà il nuo-vo Direttore Sportivo del settore Giovanile, e da Andrea Magherini, che si occuperà della Scuola Calcio, oltre a mantenere la panchina della prima squadra impegnata quest’anno nel campionato di Promozione dopo la vittoria

Legnaia, una Promozione piena di novitàIL PuNTO. Tanti cambiamenti per una delle società regine del Q4. L’obiettivo? Crescere ancora

Carlo Marrone

della scorsa Coppa Toscana di Prima Cate-goria. Gli obiettivi della società sono quelli della permanenza in Promozione con la prima squadra, e puntare ai regionali con gli Junio-res. Per il settore giovanile il traguardo princi-pale è ambizioso, si cerca di migliorare quanto fatto nella stagione precedente considerando che, a partire dai tecnici fino alle rose delle squadre, molteplici sono stati i cambiamenti. Degli Innocenti è comunque fiducioso perché tutti i nuovi allenatori con Andrea Rocchigiani (ex calciatore viola) in testa sposano in pieno i suoi principi di correttezza, lavoro e profes-sionalità. Rocchigiani sarà il responsabile di tutta la categoria Allievi e siederà direttamente in panchina con gli Allievi A, mentre Andrea Pisacane guiderà la formazione degli Allievi B. Nella categoria Giovanissimi Luciano Bon-gi (anche per lui un rientro in gialloblu dopo un anno di pausa) guiderà i Giovanissimi A, mentre i Giovanissimi B sono stati affidati a Vincenzo Petteruti che per la preparazione ha voluto portare i propri ragazzi per alcuni gior-ni a Maresca (un’altra novità per il Legnaia). Andrea Magherini, dopo il successo ottenuto con la prima squadra, è quindi anche il nuovo responsabile della Scuola Calcio; un impegno non indifferente, ma al tecnico sanfredianino piacciono le grandi sfide e si impegnerà sicu-ramente al massimo per ottenere i migliori ri-sultati possibili su entrambi i fronti. Per il suo nuovo ruolo ha idee ambiziose e innovative.

Lorenzo Vitale è rientrato nel club con il ruolo di direttore tecnico, con Massimiliano

Piccioli che assume la carica di direttore amministrativo. Doriano Degli Innocenti

è il ds del settore giovanile, Andrea Magherini si occuperà della scuola calcio

mario Franciolini e massimiliano piccioli

sport nel quartiere

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Millesettecento metri in un palazzo del Trecento bastano appena per racchiudere l’universo onirico di un ragazzo che, guardando le va-

ligie dei clienti facoltosi dell’hotel Savoy per cui lavorava, a Londra, immaginava già di disegnare le borse delle star più acclamate del globo. È una storia così, un po’ romantica, con un bel lieto fine, di quelle che fanno credere nei sogni che si avvera-no. È la storia di Guccio Gucci, che novanta anni fa fondava la storica maison oggi conosciuta in tutto il mondo. E proprio per celebrare i primi novanta anni di moda del marchio nato a Firenze (e ormai “emigrato” in Francia da quando è stato acquistato dal gruppo di Francois Pinault) il direttore crea-tivo Frida Giannini ha dato vita al museo Gucci, inaugurato gli ultimissimi giorni di settembre nel Palazzo della Mercanzia, in piazza della Signoria, all’angolo con via dei Gondi. Il best of dell’archi-vio storico della maison distribuito su tre piani che da molto tempo la Giannini, insieme al presidente Patrizio di Marco, sognava di sistemare in una casa in grado di raccontare la storia, i sogni, i modelli più riusciti e i classici diventati un must have per le donne di mezzo mondo. Come la fantasia inven-tata su misura di una Grace Kelly già diventata la

principessa di Monaco, che entrata nella boutique milanese chiese qualcosa di davvero speciale, ed ecco pronta la fantasia Flora, rimasta tutt’oggi tra i classici più amati della collezione Gucci. Chissà se Charlotte Casiraghi, nipote della star di Hollywo-od approdata a Montecarlo, quando è arrivata al party di inaugurazione ha riconosciuto tra i tanti pezzi esposti quello realizzato su misura per la sua

amatissima nonna. E chissà cosa avranno pensato le moltissime personalità che sono arrivate da tutto il mondo per partecipare al party di inaugurazione. Forse hanno pensato a una bella operazione di re-styling, forse a un fortino ripieno di sogni. In parte realizzati e in parte da realizzare. Che da oggi in avanti diventerà meta di pellegrinaggio per chi il mondo Gucci vuol conoscerlo più da vicino.

uno scorcio interno del museo

Ludovica V. Zarrilli

LA NOVITÀ. Ha aperto i battenti lo spazio dedicato alle collezioni storiche della casa di moda fiorentina

Maison Gucci, novant’anni in un museoSi è insediata proprio nel cuore della città, nel Palazzo della Mercanzia, a due passi

da Palazzo Vecchio. Da lì l’esposizione della griffe diffonde il verbo della classe

e dell’eleganza, raccontando la storia a lieto fi ne di un giovane che faceva

il “lift boy” all’hotel Savoy di Londra e già sognava di disegnare le borse più belle Sarà presente anche Carolina di Han-nover, come lo scorso anno nel Sa-

lone dei Cinquecento, anche se questa volta l’evento si terrà il 14 ottobre nella splendida cornice della città di Monte-carlo. E c’è già chi assicura che sarà un appuntamento indimenticabile. Pochi altri particolari sono noti riguardo “La Città di Firenze”, serata di gala che sug-gella l’antico rapporto tra Firenze e il principato di Monaco. Gli inviti ai per-sonaggi fiorentini di rilievo nel mondo dell’imprenditoria, della nobiltà e non solo sono partiti da tempo, e si è scate-nata la caccia per essere presenti a quel-lo che si preannuncia l’evento mondano dell’anno. Si tratta della seconda edizio-ne di quel Ballo del Giglio che lo scorso 15 ottobre raccolse in Palazzo Vecchio i più importanti esponenti del capoluogo toscano e della capitale monegasca. Alla cena e al ballo, che si ispira al celebre Ballo della Rosa del Principato di Mon-tecarlo, intervenne anche Sua Altezza Reale la Principessa Carolina di Hanno-ver. Dalla serata furono ricavate risorse per la creazione di un fondo di benefi-cenza per l’Associazione Amade Italia (Associazione Mondiale Amici dell’In-fanzia), che si occupa della tutela dei diritti dei minori, e per il finanziamen-to del restauro della statua di Hermes, in Palazzo Vecchio. L’appuntamento, che unisce mondanità e solidarietà, quest’anno replica nella meraviglio-sa cornice di Montecarlo, mantenendo l’organizzazione del Consolato Onora-rio del Principato di Monaco a Firenze in collaborazione con “Enic meetings & events”, ma con alcune importanti novità. L’arte si confermerà protago-nista dell’evento, portando in primo piano l’importante patrimonio della città di Firenze. Ampio spazio, inoltre, sarà riservato agli aspetti economici e all’imprenditoria della città, con alcuni momenti dedicati a creare occasione di business per il made in Florence nella capitale monegasca. Non solo, l’evento si allargherà a coprire più appuntamenti dalle diverse sfaccettature, anche se il momento della serata più scenografico e suggestivo resterà il ballo, con l’orche-stra che suonerà melodie dolci, insieme agli abiti da sera, che sembreranno an-cor più eleganti grazie all’ambientazio-ne da fiaba del Principato.

L’eVeNTO

Firenze a Montecarloper la serata di gala

il principato di monaco

Si chiama I love dogs ed è il brunch che la mattina di domenica 16 ottobre il Piazzale del gusto dedica agli amici a quattro zampe, con

padroncini al seguito, s’intende. Una giornata studiata su misura di qua-drupede che il ristorante nato al posto dei famosi impianti di pattinaggio Bologna, al piazzale Michelangelo, organizza per regalare momenti pia-cevoli a tutti gli amanti degli animali. L’idea, nata dalla passione che i quattro giovani proprietari hanno per i quadrupedi, è quella di offrire una meritata occasione di svago ai cagnolini, mentre i rispettivi proprietari sorseggiano un drink al bar. Detta così sembrerebbe solo un’occasione per portare Fido a spasso e invece no, i veri protagonisti saranno proprio loro: verrà distribuita a tutti una gustosa ciotola di croccantini, avranno un campo giochi completamente a disposizione e verrà messa in scena una prova di agility dog, mentre su un monitor verranno proiettati fil-mati “canini” in una vera e propria rassegna di cine-dog. E infine ci sarà una pittrice, che passerà il suo tempo realizzando i ritratti alle bestiole. Proprio così, la fiorentina Elena Facchini, artista di professione specializ-

zata in copie d’autore, trompe l’oeil e decorazioni murali, metterà colori e abilità al servizio dei clienti del Piazzale del gusto, ritraendo le loro espressioni più curiose e tenere. “Abbiamo tanto spazio disponibile e ci è capitato spesso nei mesi estivi di vedere i cani dei nostri clienti scorraz-zare contenti tra i tavoli e negli immediati dintorni – spiegano i titolari del locale – e allora ci siamo detti: perché non organizzare un evento che piaccia sia ai cani sia ai loro padroni, dove non ci sia semplicemente un’area per farli giocare ma una serie di servizi ad hoc? I love dogs nasce così (e ha già all’attivo una serata riuscitissima, ndr) con la collaborazione di una serie di soggetti che si sono prodigati per aiutarci a realizzarla”. Con il patrocinio e la presenza dei volontari Enpa – Ente nazionale pro-tezione animali - e la collaborazione di alcuni soggetti prvati, il Piazzale del gusto è riuscito ad approntare questa occasione speciale. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti, proprietari di cani e semplici curiosi. Unica atten-zione da tener presente: tutti gli amici a quattro zampe dovranno essere tenuti al guinzaglio. Info: Piazzale del gusto - Tel 055/0139903.

Al brunch con l’amico a quattro zampeL’INIZIATIVA. Animali protagonisti: agility dog, una pittrice personale e croccantini a volontà

/C.G.

/B.B.

Botti di vino, degustazioni e una serie di negozi aperti per una serata molto speciale. Si chiama Ottobre Rosso l’evento enomusicale che

il Centro Commerciale Naturale di via Porta Rossa ha organizzato per venerdì 21 ottobre, in collaborazione con la Banca del Chianti e il con-tributo della Camera di Commercio di Firenze. Lungo la strada verranno allestiti punti di ristoro ad hoc per assaggiare una serie di pregiati nettari messi a disposizione dalle aziende vinicole Poggio Torselli, Villa Monte-paldi, Roncigliano e Ansonica, il tutto accompagnato da un concerto di musica jazz che vedrà impegnato il Garrison Fewell trio, ensamble d’ec-cezione composto da Garrison Fewell alla chitarra, Franco Santarnecchi alle tastiere e Piero Borri alla batteria. Già dal pomeriggio - dalle 17.15

in avanti - i passanti potranno fermarsi ad assaggiare qualche bicchiere dei vini offerti per l’occasione, mentre per il concerto si dovrà aspettare il calare della sera: il trio jazz comincerà la sua esibizione non più tardi delle 20.15. Nel frattempo si potrà gironzolare tra una vetrina e l’altra, dedicandosi allo shopping nella parte di via Porta Rossa che va da via Pellicceria a via Tornabuoni. “L’obiettivo - spiega il presidente del Cen-tro commerciale naturale, Daniele Grazzini - sarebbe quello, magari in futuro, di far aderire al Centro commerciale naturale tutte le attività della strada, in modo da poter considerare tutta via Porta Rossa come un’unica identità”. In occasione dell’evento verrà anche allestito un corner per la raccolta fondi destinata all’ospedale pediatrico Meyer.

Vino e shopping in via Porta RossaHAPPY HOuR. Nella strada del centro una serata a base di degustazioni e musica

/B.B.

Firenze culla del Rinascimento? Sì, ma non solo. La città del giglio è stata an-

che la casa di uno dei più importanti maestri del Novecento, architetto di fama ricordato da tutti i fiorentini come il progettista della stazione di Santa Maria Novella. Una pas-seggiata per le strade di Firenze, un viaggio nell’architettura moderna e contemporanea, un omaggio a uno dei più grandi architetti e urbanisti italiani: Giovanni Michelucci. È questa l’idea che sta dietro a “Michelucci a piedi”, l’evento pensato dall’Ordine degli architetti della Provincia di Firenze per an-dare alla riscoperta della figura dell’architet-

to che progettò la stazione di Santa Maria Novella e delle opere che ha lasciato in città. L’iniziativa – organizzata e promossa in col-laborazione con la Fondazione Centro Studi e Professione Architetto, con il patrocinio della Fondazione Michelucci – è aperta tut-ti i cittadini. In cosa consiste? Niente di più semplice. Il 14 ottobre, l’iniziativa prevede un percorso a piedi per le strade di Firenze che avrà come “tappe” alcune delle opere di Michelucci in città, che sarà possibile visi-tare con la guida di uno storico dell’archi-tettura moderna e contemporanea: la stazio-ne ferroviaria di Santa Maria Novella e la

Palazzina Reale, la sede della Cassa di Ri-sparmio, le Poste Centrali di via Pietrapiana, la Casa di via dello Sprone. Per partecipare all’evento è necessario iscriversi (il numero massimo di partecipanti è di quaranta per-sone): il costo è di 10 euro, 7 euro per gli iscritti all’Ordine degli architetti, 5 euro per gli studenti e le persone con più di 65 anni. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 055.2608671 o inviare una email a [email protected]. Il modu-lo di iscrizione e il programma si trovano sul sito dell’Ordine, all’indirizzo www.ordine-architetti.fi.it.

Passeggiando nei luoghi dell’architettoL’ANNIVeRSARIO/2. Un viaggio negli spazi ideati dal grande progettista

/C.G.la stazione di santa maria novella

A vent’anni dalla scomparsa del grande maestro dell’architettura, la fondazio-ne Michelucci e il Comune di Fiesole organizzano un itinerario espositivo

di 70 disegni, articolato in cinque sezioni: stri-sce familiari, natura e architettura, brani di città, spazi comunitari e il segno artigiano, che esplora un sentiero inedito della personalità del grande maestro del Novecento. È la mostra “Giovanni Michelucci. Disegni inediti”, fino al 30 ottobre nella sala del Basolato di piazza Mino, che si inserisce nel programma di iniziative “Le città di Michelucci”, promosso dalla Fondazione Mi-chelucci per il ventennale della morte di uno dei più grandi protagonisti dell’architettura del No-vecento, nelle città e con le città in cui l’architet-to ha vissuto e operato. Questa mostra, organiz-zata in collaborazione con il Comune di Fiesole (con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze, del Comune di Pistoia e dell’Ordine degli Architetti di Firenze) propone una raccolta di disegni inedi-ti – elaborati da Michelucci tra gli inizi degli anni Trenta e la fine degli anni Ottanta – che in parte sono conservati nell’archivio disegni della Fon-dazione fiesolana, in parte concessi da amici e collaboratori dell’architetto. Nei disegni a mano libera si manifesta, nella sua forma più autenti-

ca, l’originalità creativa di Giovanni Michelucci. Una mostra sui disegni inediti di uno dei protago-nisti dell’architettura del Novecento, una mostra che costituisce un contributo originale alla cono-scenza dei suoi percorsi di ricerca nell’affrontare le sfide progettuali, della sua energia grafica nel descrivere la spazialità immaginata. Anche i di-segni che non sono apparentemente ascrivibili a un progetto preciso - in molti dei quali la natura emerge come riferimento costante - costituisco-no una cospicua fonte di suggerimenti per l’atti-vità progettuale. Il catalogo della mostra a cura della Fondazione Giovanni Michelucci, edito dal Centro Di, illustra la documentazione grafica ac-compagnata da un testo descrittivo dell’itinerario espositivo e comprende due saggi introduttivi dal titolo “Michelucci a Fiesole” e “Come tracce di percorso”. Nell’ambito della mostra sono previ-sti due incontri dedicati alla presentazione della seconda edizione del libro di Giovanni Miche-lucci “Brunelleschi mago”, Medusa, 2011 (con prefazione di Paolo Portoghesi e postfazione di Corrado Marcetti) e della guida realizzata a cura della Fondazione Michelucci in collaborazione con il MiBAC/PaBAAC e la Regione Toscana “L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi – Una guida alla selezione delle opere di rilevante interesse storico - artistico”, Alinea, 2011.

I disegni inediti di Giovanni MichelucciCaterina Gentileschi

L’ANNIVeRSARIO/1. In mostra a Fiesole settanta schizzi mai visti realizzati di pugno dal maestro

uno dei disegni esposti

Sono state riaperte al pubblico dopo quasi die-ci anni di buio le due sale dedicate al periodo

Tolemaico e Romano-Copto, che vanno a com-pletare l’opera di riorganizzazione durata molti anni. Fino a oggi le sale del museo egizio presen-tavano il materiale dall’Epoca Predinastica fino all’Epoca Tarda, ordinato cronologicamente, mentre gli oggetti posteriori erano collocati in al-tre sale o nei depositi. Il nuovo allestimento delle due sale vede anche la presenza di pezzi celebri, molti dei quali mai esposti in precedenza. Tra questi da segnalare sono senz’altro i sarcofagi di epoca romana, un corredo funebre completo e alcuni significativi esemplari di monete d’oro, tra cui una appartenente ad Alessandro Magno e una a Cleopatra. Riprenderanno posto, ma in una nuova collocazione, il ritratto di donna del Fayum e una Sfinge Tolemaica in granito. Tutti i pezzi della nuova esposizione sono stati accura-tamente revisionati e preparati da Giuseppe Ven-

Museo Egizio, torna alla luce l’allestimento completoIL PuNTO. Riaperte le sale tolemaica e romano-copta, con reperti mai esposti al pubblico prima d’ora

uno dei sarcoFagi in mostra

cultura

turini, il restauratore incaricato dal museo per la cura e la conservazione di tutti i reperti egizi. La prima sala è dedicata ai reperti di epoca Tolemai-ca. Fra il materiale esposto, particolare rilevanza viene data al corredo della defunta Takerheb, costituito dal sarcofago, dal prezioso cartonnage con decorazione in foglia d’oro e dai suoi oggetti funerari, ovvero bende iscritte, ipocefalo, ipopo-di, bracciali e amuleti. Oltre a stele e maschere funerarie, saranno esposte alcune statuette, og-getti di vita quotidiana e un’importante sfinge in pietra. Nella seconda sala, dedicata al periodo ro-mano, è esposto uno dei reperti più importanti e famosi del museo, il ritratto di donna del Fayum, insieme a una selezione della ricchissima colle-zione di tessuti copti provenienti dagli scavi nel sito della città di Antinoe, eseguiti dall’Istituto Papirologico Vitelli di Firenze. Nella sala si tro-vano anche dei sarcofagi di epoca romana mai esposti prima.

Attraverso queste opere si manifesta,

nella sua forma più autentica, l’originalità

di un professionista tra i protagonisti

più creativi e prolifi ci di tutto il Novecento

/B.B.

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segnalazioni a [email protected]

Un passo alla volta è arri-vato alla quarta edizio-ne, e anche quest’anno chiama a raccolta gli

amanti della bass music più ricer-cata. Si chiama “Trick or Beat”, ed è l’evento organizzato da Switch - creative social network - in col-laborazione con Numa Crew che, dal 29 al 31 ottobre, prenderà casa tra la Limonaia di Villa Strozzi e Multiverso, lo spazio recentemente aperto in via Campo d’Arrigo, dove tra una session di musica elettroni-ca e l’altra, gli aficionados avranno anche la possibilità di partecipare a conferenze, laboratori e incontri sulle reti sociali, sull’economia e sul lavoro. Guest star del festival è l’australiano Dub FX, che la notte di Halloween si esibirà accompa-gnato dai dj del collettivo Numa Crew, divenuta ormai portabandie-ra della dubstep made in Italy. Una data esclusiva quella di Benjamin Stanford (alias Dub Fx), street per-former e producer di caratura inter-nazionale. Il suo live di beat box – imita tutti i suoni di una batteria e di altri strumenti con l’uso della

Spazio a musica, incontri e laboratori nella tre giorni intitolata

“Trick or Beat”, appuntamento giunto alla sua quarta edizione

che abbina alla ricerca sonora una serie di dibattiti a tema

L’eVeNTO. Dal 29 al 31 ottobre sound contemporanei protagonisti in città

Il 101esimo luogo? È “elettronico”Ludovica V. Zarrilli

dub FX

voce – è a dir poco travolgente: con i suoi loop, la sua pedaliera e la sua voce crea un intricato e origina-lissimo sound che spazia dall’hip hop al dubstep, passando per ritmi reggae e soul. “Molte le novità di questa quarta edizione - spiega-no Leonard e Donni della Numa Crew - innanzitutto dura un giorno in più dello scorso anno, e poi ab-biamo cercato di scegliere artisti di nicchia ma che coinvolgano la gen-te”. Musica ma non solo. “Non è la solita serata in discoteca - dice Antonio Ardiccioni, presidente di Switch - c’è infatti molto altro. Tra le altre cose abbiamo organiz-zato una tavola rotonda intitolata il 101esimo luogo (sulla falsa riga dei 100 luoghi del sindaco Ren-zi, ndr) per andare alla ricerca di un luogo in grado di ospitare la cultura elettronca contemporanea nell’area metropolitana fiorentina. In quell’occasione presenteremo un dossier dei posti che abbiamo individuato, andando a cercare so-prattutto nelle aree industriali”. Tra i protagonisti del Trick or beat ci saranno anche le installazioni, ma non solo. Per il programma com-pleto e tutte le informazioni visitare il sito www.switchproject.net.

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Una vetrina di oggetti ricercati, che si apre a clientele e a gusti diversi-

ficati, ma anche uno spazio di incontro dove saranno allestite mostre esclusive di oggetti nati dalla creatività dei più famosi progettisti, lezioni di storia del design, vernissage e incontri con esperti di architettura. Vi saranno esposte produ-zioni delle migliori aziende del settore e saranno presentati alcuni oggetti assolu-tamente inediti, per la prima volta a Fi-renze. Questo e altro è Selfhabitat, stori-co negozio fiorentino la cui vita è legata a doppio filo con la storia del design. E chi pensa di non saperne abbastanza è invita-to a partecipare agli eventi che, a partire dalla fine di ottobre, Selfhabitat organiz-zerà in luoghi diversi della città, partendo dalla suggestiva location della biblioteca delle Oblate, dove verranno organizzate alcune lezioni di storia del design. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.selfhabitat.it.

Publiacqua ha compiuto 10 anni. Per av-viare una riflessione sui temi dell’acqua e

sul decennale dell’azienda che gestisce il ser-vizio idrico delle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo, parte una mostra iti-nerante che comincia a Firenze, nella Galle-ria delle carrozze (via Cavour). L’obiettivo è raccontare il ciclo industriale dell’acqua, dal-la potabilizzazione alla depurazione, e far co-noscere in profondità il lavoro di Publiacqua attraverso pannelli illustrativi, foto, video, po-stazioni multimediali, giochi di ruolo. A par-tire dal 19 ottobre la mostra sarà itinerante e si sposterà nei territori dove opera Publiacqua: Prato, Pistoia, Valdarno, Valdisieve, Mugello e Chianti. La mostra è strutturata in quattro sezioni principali dedicate ad autonomia idri-ca, fognatura, qualità dell’acqua e servizi e rapporto con i cittadini, con un occhio par-ticolare rivolto alla partecipazione.

agenda

Cultura e innovazione

Lezioni di storianello store di design

Galleria delle carrozze

La vita dell’acqua in una mostra itinerante

/B.B.

/C.G.

L’INIZIATIVA

L’eSPOSIZIONe

Concerti

J Ax12 OttobreObihall (ex Saschall)

Dopo la pubblicazione di alcuni brani inediti come “Dentro me”, uscito lo scorso aprile, e i più recenti “Musica da rabbia” e il singolo ufficiale “Domenica da coma”, J Ax ha presentato lo scorso 30 agosto, giorno del suo compleanno, il suo nuovo album di inediti “Meglio prima (?)”. Il disco, che contiene sedici brani, esce in due versione, una standard e una versione Deluxe che contiene anche il Dvd con le riprese del Live a Milano dell’ultimo Tour. Meglio Prima é stato annun-ciato con l’uscita del nuovo videoclip che ha superato le migliaia di visualizzazioni già dai primi giorni; su facebook invece, nella FanPage di J Ax , é possibile vedere dei brevi filmati registrati in prima per-sona durante gli incontri per la presentazione del disco. Unica data in Toscana per J-Ax e la sua band, composta da Space One, Fabio-B, Guido Style, Dj Zak e Steve Luchi, é fissata per il prossimo 12 ottobre al Saschall di Firenze.

Mario Biondi13 ottobreTeatro Verdi

Mario Biondi, la voce più “black” del panorama musicale italiano, è sempre più ambito all’estero: l’artista catanese farà parte del cartellone di due prestigiosi festival jazz d’Euro-pa, il Bratislava Jazz Festival e il Montreux Jazz Festival. L’ennesima consacrazione per Biondi, che sin dall’inizio della sua carriera si è guadagnato la stima oltreconfine da parte di pubblico e addetti ai lavori, grazie anche alle eccellen-ti collaborazioni con artisti internazionali, tra cui quella con Burt Bacharach. Reduce dal grande successo discogra-fico di “Yes You”, il doppio cd live prodotto da Tattica, e dal successo cinematografico del film d’animazione Rio, dove ha prestato la voce ad uno dei protagonisti della pellicola, ha

poi girato l’Italia con un nuovo tour, accompagnato sul palco da una Big Orchestra da 40 elementi, proprio come 40 sono i suoi anni.

Pfm con Orchestra della Toscana25 ottobreTeatro Verdi

“PFM in Classic” è il nuovo progetto firmato Pfm, dove la band, seguendo la propria indole sperimentale, rileggerà e si muoverà attraverso le note di Grandi Maestri della Musica, per cercare, ancora una volta, di oltrepassare i confini dei generi musicali sofferman-dosi nel territorio libero delle emozioni. Oltre alla presenza di brani composti da musicisti italiani, come Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini, Giacomo Puccini, sono stati inserite le composizioni di grandi artisti europei, tra i quali Saint Sans, Edgar, Dvorgiak, Mahaler, Mo-zart; lo spettatore verrà quindi guidato in una dimensione dove la musica diventa sorpre-sa, immaginazione e potenza descrittiva. Alcuni titoli che verrano presentati in “PFM in Classic saranno l’ Intermezzo da “La cavalleria Rusticana”, l’ Overture del “Nabucco”, “ Il Flauto Magico” di Mozart.

Modà18 ottobreMandela Forum

Prosegue senza sosta il Viva i Romatici Tour dei Modà. Dopo una lunga estate che li ha visti impegnati in tutta Italia, prosegue nella versio-ne indoor uno dei concerti più fortunati del 2011. Non si ferma quindi il fenomeno Modà, iniziato lo scorso anno con il singolo “Sono Già Solo” (per 40 settimane consecutive al vertice delle classifiche). La band rivelazione dell’anno, riconoscimento effettivamente ricevuto ai Wind Music Awards e ai Venice Music Awards, ha poi consolidato il suo successo grazie alla partecipazione alla sessantunesima edizione del Festival di Sanremo, con il bra-no “Arriverà” (eseguito insieme

ad Emma), che si è aggiudicato il secondo posto nella catego-ria dei Big.

Francesco de Gregori28 ottobreViper Theatre

Grande ritorno per Francesco De Gregori che sarà in tour ad ottobre 2011 e lo farà tornando ad esibirsi nei club. Francesco De Gregori spiega cosi la scel-ta di suonare in questi spazi: “Voglio andare in giro in quei posti dove passa la musica più viva, dove c’è un pubblico speciale, non addomesticato. Dopo tanti teatri, dopo un bagno di velluti rossi, sento il bisogno di una dimensione più ‘disordinata’.” Con De Gregori suoneranno i musicisti che da alcuni anni lo affiancano: Stefano Parenti alla batteria, Alessandro Arianti al pianofor-te, Alessandro Valle al pedal steel guitar e alla chitarra, Lucio Bardi e Paolo Giovenchi alle chitarre e naturalmente Guido Guglielminetti, storico capobanda, al basso.

Le mostre

Folon nel Giardino delle rose Mostra permanenteGiardino delle rose

Il suo desiderio lo aveva già espresso prima di abbando-nare prematuramente questo mondo. “Io sogno di trovare un giorno in Toscana, un luogo, con un giardino, con una bella casa tranquilla, dove poter lasciare tutte queste opere perché esistano anche dopo di me”, aveva detto Jean Michel Folon, grande artista belga che in vita aveva molto amato la città del giglio. Dalla fine dello scorso mese dieci sculture in

bronzo donate dalla moglie di Folon fanno bella mostra di sè nella splendida cornice del giardino delle rose (che per l’occasione rimarrà aperto senza soluzione di continuità per un anno intero). Per fare un regalo all’artista e un regalo a tutti coloro che avranno modo di ammirarle.

France Odeondal 20 al 23 ottobre cinema Odeon

Nella prestigiosa sala a due passi da piazza Strozzi verrà presentato il film The Artist di Michel Hazanavicius, con Bérénice Berjo e Jean Du-jardin, vincitore del premio per la miglior interpretazione maschile all’ultimo festival di Cannes e Le Moine di Dominik Moll con Vincent Cassel.Quest’anno anche i produttori francesi Jean-Louis Livi e Xavier Delmas hanno deciso di venire in trasferta a Firenze per lanciare, con una proiezione speciale in anteprima assoluta, l’uscita francese di 10 JOURS EN OR di Nicolas Brossette , film destinato al vasto pubblico delle famiglie, interpretato da popolarissimo attore Franck Dubosc.

Babele: non pervenutaFino al 22 ottobre Tethys gallery

Stefano Amantini, Lucia Baldini, Massimo Borchi, Guido Cozzi, Daniele Falletta, Carlo Gianferro, Marco Paoli, Pastis, Harri Peccinotti, Sandro Santioli, Alessandro Sardelli, Sandro Vannini, Fabio Zonta. Dodici fotografi per raccontare un anno di lavoro, un anno di scatti, un anno di stili diversi a confronto in questa “babele” di immagini.

La bella Italia - Arte e identità delle città capitaliFino al 4 marzoPalazzo Pitti

Che l’Italia fosse patria comune, unita dalla lingua, dalla religione, dall’eredità consegnataci da Roma antica, questo lo si è sempre saputo. Fino dai tempi di Dante Ali-ghieri e di Francesco Petrarca. Su un tale comune e condiviso sentire si sono innestate le storie particolari delle singoli capitali preunitarie: Torino e Milano, Genova e Bologna, Fi-renze e Venezia, Napoli, Roma, Palermo. Ognuna di queste capitali è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei dif-ferenti destini, delle particolari identità dei popoli d’Italia.

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aperta la bocca che avrebbe divorato i miei rifiuti. Contenta sì, di esserci riuscita, ma molto disgusta-ta di aver dovuto toccare con i miei polpastrelli quella fessura che altri avevano già toccato, resa sporca e appiccicosa e riempita inevitabilmente di germi! “Ma perché – pensai io – hanno abolito quella meravigliosa cosa che era quel pedale che consentiva di gettare la spazzatura senza con-taminarsi le mani?”. Mah!... Comunque il giorno dopo qualcuno con un briciolo di intelligenza in più di chi li ha scelti e commissionati ha stampato al computer e attaccato una striscia di carta con su scritto: “Tirare qui” ed una bella freccia. Mi sono sentita meno sola perché intuii che non ero stata l’unica a non capire... Dunque ne stavo parlando con la mia collega perché proprio quel giorno pioveva a dirotto e avevo vissuto un’altra bella avventura con il mio “Robot-mangiaspazzatura-interrato” ( che interrato non è; è solo più lonta-no dal mio portone ). Esco di casa tenendo nella mano destra l’ombrello, nella sinistra il sacchetto di rifiuti e... mi serviva assolutamente un’altra mano per aprire quell’aggeggio!!!!! Feci delle acro-bazie indescrivibili. Presi il manico dell’ombrello tra i denti, poi con la destra aprii quel dannato pertugio e con la sinistra finalmente mi liberai dei miei scarti alimentari. La mia collega dopo avermi ascoltato mi disse: “Beh, potevi appoggiare a terra il sacchetto, poi aprire il cassonetto, e quindi infi-lare la spazzatura”. “Toh! - risposi - grazie di avermi dato questo suggerimento”. Sono stata proprio sciocca a non pensarci da sola. Mi sentii ancora una volta un po’ stupida e mi proposi di seguire il consiglio della amica-collega (soprattutto per salvaguardare i miei denti....). Il giorno successivo non pioveva più, ma, in occasione del rito quo-tidiano della liberazione dalla spazzatura, decisi di provare a seguire il prezioso consiglio datomi il giorno prima. Sorpresa delle sorprese, quando aprii il cassonetto con una mano, facendo finta di avere nell’altra un ombrello, e feci per raccogliere da terra il sacchetto dei rifiuti, mi accorsi che la “bocca” si era immediatamente richiusa... Già, in-fatti l’oggetto misterioso, oltre ad essere privo di pedale per la sua apertura, è dotato di una rigida molla che, dopo aver faticato un po’ a vincerne la resistenza, si richiude immediatamente!!!!!!!!!!! In-somma, quando piove bisogna lasciare a casa la spazzatura, sperando in un giorno di sole, e por-tare sempre con sé un fazzolettino detergente per evitare tetano e colera. Ma per Firenze pulita e bella si fa questo ed altro.

Marcella Martinez

“CenaColodiandreadelsarto,manCalasegnaletiCa”Buongiorno! Ho appena terminato di leggere l’articolo sulle bellezze nascoste del quartiere 2, dove si parlava anche del Cenacolo dell’Andrea Del Sarto, che è veramente così poco visitato. Però va anche detto che non c’è una segnaletica che lo indichi, tanto che spesso i turisti sono costretti a chiedere dove si trova perché è effettivamente in una strada secondaria e ci arriva solo chi veramente lo sa. Perché quindi non proporre a chi di dovere di mettere dei cartelli che lo segnalino? Un’altra cosa: questo museo rientra nella famosa “card”? Penso che sarebbe importante inserirlo se ancora non c’è! Grazie per l’attenzione,

Maria Adele Bigagli

erbaCCeeviabilità,PonteagrevereClamaattenzioneSpettabile redazione,sono una cittadina del quartiere 4 e vorrei portare, Vostro tramite, all’attenzione dei Sigg. amministra-tori del nostro Comune quanto segue: abito in Via Mariotto di Nardo (zona Ponte a Greve) in uno dei tre edifici costruiti ben 36 fa. Esistono di fianco dei suddetti edifici due piccole zone di proprietà del Comune che si trovano in completo abbandono.

Nello stesso punto c’è un incrocio di 3 strade (via del Roncolino, via Bugiardini e via del Ponte a Gre-ve) anche questo non regolato dove si verificano spesso incidenti stradali. Inoltre per metà di via del Roncolino e tutta via del Ponte a Greve non esistono marciapiedi. La sopra descritta situazione è stata fatta presente alle autorità preposte mol-te volte, anche in un recente passato. Ci era stato promesso che avrebbero provveduto, creando due mini-parcheggi e una rotonda allo scopo di riqualificare la zona ed evitare quindi sia pericoli di incidenti stradali che pericoli derivanti da erbacce secche che potrebbero provocare incendi. Faccio presente che questa zona piena di erbacce non viene mai pulita, una volta al mese come le strade limitrofe, e quindi un ricettacolo di immondizia di ogni genere. Spero tanto, come tutti gli altri abi-tanti della zona, che questa lettera possa servire a risvegliare l’attenzione dei nostri Sigg. ammini-stratori. Vi ringrazio a nome di tutta la comunità se vorrete pubblicarla sul Vostro giornale e porgo i miei cordiali saluti.

Carla Calosi

“a1,nuovonomePerfirenzeCertosa:PerChÈ?”Salve,volevo semplicemente segnalare il discutibile cam-bio di denominazione dell’uscita Firenze Certosa sulla A1, che è stata modificata in Firenze Impruneta. Quale è il senso di questo cambiamento? Non fa che ingenerare confusione. Con la conseguenza, tra le altre, di dover ristampare tutti i depliants informativi delle aziende turistiche e non del Chianti fiorentino che avevano preso Firenze Certosa come punto di riferimento e che ora devono cambiare gettando al vento i vecchi depliants e dovendo spendere per ri-stamparne dei nuovi. Dover correggere tutte le indi-cazioni date alle agenzie, tour operators, gruppi che visitano da Firenze le nostre fattorie, i castelli, le can-tine, etc... Tanto lavoro in più con aggravio di spese (che di questi tempi si fanno sentire maggiormen-te); forse qualcuno di Impruneta voleva valorizzare il suo territorio a discapito di altri? Spero che non ci siano interessi privati in questo pasticcio.Grazie.

Simone Giannozzi

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.it

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Gentili Maria Cristina e Marco,torniamo a parlare, con la vostra lettera, di sporcizia e degrado nei luoghi pubblici, temi (com-prensibilmente) molto cari ai nostri lettori, che spesso ci raccontano di situazioni di abbandono e trascuratezza proprio nei posti in cui, come i giardini, vorrebbero trascorrere qualche ora di relax e tranquillità. È (purtroppo) piuttosto evidente: tanti, troppi luoghi versano spesso in condizio-ni indegne di una città bella e civile come Firenze. Vero che servono controlli, vero che compito delle pubbliche amministrazioni dovrebbe essere quello, oltre che di realizzare aree verdi per i cittadini e per i loro amici a quattro zampe, di occuparsi della loro manutenzione, vero infine che è doveroso segnalare dove questo non avviene: detto tutto ciò, lo ripetiamo ancora una volta, sta anche a noi cittadini comportarci come persone degne di tal nome e rispettare, con la no-stra condotta, gli spazi di tutti. Non basterebbero infatti tutti i controlli di questo mondo se i fre-quentatori di giardini & Co. continuassero a gettare – e a lasciare – di tutto per terra. Per quanto riguarda, nello specifico, l’area di Campo di Marte, ci auspichiamo che i problemi segnalati nella sua lettera vengano affrontati e risolti. Con più attenzione da parte di tutti, tanto delle istituzioni quanto dei cittadini.

Matteo Francini

giardini,areeCaniesPorCiziaI giardini di Campo di Marte si stanno degradando sempre di più e nessuno, apparentemente, se ne occupa. Per quanto concerne le due aree per cani che si trovano di fronte al giornalaio, c’è innanzitutto la maleducazione di molti “cittadini” che non raccolgono gli escrementi del loro animale, poi ci sono le foglie che cadono dagli alberi che vengono lasciate lì a marcire insieme agli escrementi, al tutto si uniscono sacchetti e bottiglie di plastica, giornali, e altri oggetti che lì non dovrebbero trovarsi (accendini, pezzi di stoffa e quant’altro si può trovare in luoghi pubbli-ci abbandonati). Questa mattina ho trovato nella parte più nascosta anche una cacca umana con tanto di kleenex! Faccio presente, nel caso non si fosse ancora capito, che questa parte dei giardini non viene pulita dagli operatori ecologici, vengono vuotati solo i cestini. Quando piove il luogo diventa un vero pantano e le numerose buche si riempiono di acqua. Per quello che concerne il resto del giardino, malgrado la pulizia giornaliera degli addetti, alla mattina presto si trova di tutto: bottiglie rotte, cartacce, etc. specialmente nei pressi dell’entrata delle palestre. Non ci si può lamentare solo dei ragazzini che uscendo o entrando dalle palestre buttano tutto a terra, ma anche dei ragazzotti più grandi che vengono ai giardini per dormire sulle panchine, gettare i petardi che terrorizzano i cani e, con grande divertimento, danneggiano le strutture esistenti. Anche nell’area dei bambini piccoli molte mamme non buttano nel cestino dei rifiuti i resti delle merendine, la carta o altro che i loro cari pargoli buttano a terra. Questo comporta che le mamme e le nonne civili che non insozzano i luoghi devono fare comunque un’attenzione strettissima e/o ripulire costantemente affinché i piccoli non portino alla bocca delle schifezze. Mi sono rivolta anche al Q2 per quanto concerne l’area cani affinché questa venga pulita almeno una volta la settimana, che le foglie vengano levate prima delle piogge autunnali chiedendo pure che ci sia un minimo controllo su questo bene pubblico che è frequentatissimo affinché sia preservato. Con le multe date si potrebbe pagare lo stipendio della persona addetta a far rispettare regole esistenti ed esposte ai giardini ma che non vengono assolutamente rispettate.Cordialmente,

Maria Cristina Bonerandi e Marco Gamondi

lettere

i“furbettidelContrassegno”,unasegnalazioneSpett. Redazione,tramite Voi vorrei far giungere al Sindaco, del quale apprezzo molto l’operato, la segnalazione di questo episodio al quale ho assistito giove-dì mattina della scorsa settimana, riguardante il tema scottante dei “furbastri” della ZTL e dell’uso illegale del contrassegno per i disabili contro il quale il Sindaco sta portando avanti una più che sacrosanta crociata che, secondo me, dovrebbe essere ancora di più inasprita ed inflessibile. Stavo passeggiando insieme a mia moglie in Por Santa Maria e, pensando di trovarci in zona pedonale, eravamo in mezzo di strada, quando alle nostre spalle abbiamo sentito un clacson suonare insi-stentemente. Ci siamo voltati ed abbiamo visto il cofano minaccioso di un lussuoso e mastodonti-co suv ad un paio di metri da noi. Ovviamente ci siamo velocemente fatti da parte, mentre il “be-stione” proseguiva la sua marcia fino ad arrestarsi davanti alla gioielleria posta alla sinistra della stra-da in direzione del Ponte Vecchio. Dal suddetto suv è agilmente scesa una elegante signora che con passo altrettanto svelto è entrata nel nego-zio. Degno di nota il fatto che il parabrezza del mezzo in questione ostentasse il contrassegno per disabili!!!!!!!!! Peccato che tutto ciò si sia svolto a pochi metri di distanza da un gruppetto di tre vigli urbani che imperterriti hanno continuato a chiacchierare affabilmente tra di loro.Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti

Carlo Alberto Marilli

“lamiaPrimavoltaConiCassonettiinterrati”Qualche tempo fa mi sono trovata a parlare con la mia collega delle novità che il Sindaco Renzi avrebbe messo in atto per migliorare la qualità della vita di noi cittadini fiorentini; il discorso è ca-duto sul progetto di eliminare i vecchi cassonetti e di sostituirli con altri “interrati”. Mi sono sentita orgogliosa di poter dire che nella mia zona ( quar-tiere 1 ) “godevo” già di questo privilegio da alcu-ni giorni, ma che purtroppo l’impatto che avevo vissuto il primo giorno in cui provai ad utilizzarli non fu proprio piacevole. Infatti rimasi un po’ di tempo ad osservare quell’oggetto misterioso aspettando che mi arrivasse qualche segnale che me ne illustrasse l’uso. Nulla! Giro intorno, osser-vo, leggo le scritte, ma niente mi aiutava a capi-re. Le scritte inneggiavano esclusivamente alla bellezza di lui medesimo e alla pulizia di Firenze (sigh!). Cercai un pedale, un pulsante che potesse farmi accedere alla “bocca” divoratrice del mio sacchetto di rifiuti indifferenziati. Su di me sento gli occhi dei passanti mandarmi segnali di pietà e commiserazione. Spingo, tiro, sollevo quello che immaginavo potesse essere l’orifizio. Non una scritta per gli ignari cittadini che per la prima volta si trovano davanti a quella specie di grigio Robot. Non so come, ma, con un guizzo che mi fece stupire di me stessa, capii che tirando verso di me, a mani nude, un bordo d’acciaio, si sarebbe

36 Ottobre 2011

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