Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

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MARZO 2013 G li italiani un po- polo di poeti e navigatori? Niente di più falso. Qualcuno di voi mi dirà che però abbiamo avuto anche Dante e Colombo. Colombo è solo uno che ha sbagliato strada. Voleva andare in India ed è finito in America. Allora anche mia moglie è una grande viaggiatrice: voleva portarmi al mare, invece con la macchina si è schiantata sulla porta del garage! Una delle parole che gli stranieri associano di più a Italia è mafia. La mafia ormai la trovi dapper- tutto. Anche al polo nord. La differenza è che da noi, se qualcuno non paga il pizzo, gli danno fuoco alla casa, là de- vono scioglierla con il phon! La verità è che siamo un popolo unico. In nessuna altra parte del mondo trovi un rapporto tanto intenso madre/figlio. In America a 16 anni i figli li mandano via di casa. Da noi a 73 anni se i figli ritardano un’ora i genitori chiamano la polizia! Abbiamo un amore per la patria ori- ginale. Diventiamo patriottici una vol- ta ogni quattro anni, per i mondiali di calcio. In quel periodo sembra di essere tornati nel Risorgimento! Come l’Ita- lia vince una partita si corre in strada a suonare i clacson! Se perde non solo non siamo più patriottici, ma si cambia anche patria. “L’Italia ha perso!”, “che me ne frega, io tifo Spagna!”. Anche il nostro inno è unico. Negli altri inni si parla in modo chiaro di unità e liber- tà, il nostro invece dice soltanto “siam pronti alla morte”. Ma non dice mica la causa! Può essere anche morte natura- le! L’Italia chiamò... chi? Non fa mica i nomi. Ha chiamato te? No, me no. *Comico Andrea Muzzi* Viva l’Italia... a modo nostro C’è chi coltiva la verdura sul balcone di casa e chi invece “scende in campo” negli orti sociali SOCIETÀ CONTADINI DI CITTÀ PAGG.20-21 La stagione “particolare” di Viviano e Neto. In attesa della riapertura del calciomercato SPORT UNA PORTA PER DUE PAG.22 Lei e lei dissero “sì” la s toria PAG.16 La crisi “rilancia” l’usato S e si vuol avere un’idea dell’aria che tira a Firenze (ma più in gene- rale in tutta Italia), forse non è una cat- tiva idea farsi due passi tra gli scaffali dei negozi di oggetti usati. Qua – as- sicurano gli addetti ai lavori – le cose stanno cambiando: “Ultimamente ci hanno portato anche dentiere com- plete di denti d’oro. E questo la dice lunga su quanto grave sia la situazio- ne”, racconta uno di loro. Ci sono poi i commercianti costretti a tirare giù il bandone per sempre, che “quasi ogni giorno passano da noi per smaltire quello che non hanno venduto”. L’al- tro lato della medaglia è la possibilità, per chi è a caccia di affari, di trovare vere e proprie occasioni a poco prez- zo. Non solo nei negozi, ma anche nei mercatini: in città la scelta non manca. Ci sono infine le aste: un mondo spes- so sconosciuto e associato all’idea del lusso, ma non è così. Almeno non sempre. PAGG.10-11 di Ilaria Esposito La “resistenza” degli oratori g iovani PAG.12 PAGG.4-5 Semafori e incroci, soluzioni cercasi PRIMO PIANO L’associazione “Firenze Oltrarno Pattinaggio” tra passato e presente: gli obiettivi non mancano SULLE ROTELLE PAG.25 Per i cittadini (e non solo) sono troppo poche quelle attualmente presenti nel quartiere IL “CASO” FARMACIE PAG.2 Periodico d’informazione locale. Anno VII n.11 del 1 Marzo 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1/FI/46/2012 EDIZIONE DEL QUARTIERE 4 • 27.403 COPIE DISTRIBUITE DA Q 4 Il Giornale del tuo Quartiere Via Signorini 60 angolo via Torcicoda Firenze 055 7877803 3356416106 www.erminimmobiliare.it CANOVA S. BARTOLO A CINTOIA NUOVE COSTRUZIONI IN STRADA INTERNA TRANQUILLA, TERRATETTI E APPARTAMENTI DI VARIE TIPOLOGIE 1226595 Service Firenze Sud Officina Carrozzeria Autonoleggio Soccorso stradale 24h 348 9880529 Via Gen. Dalla Chiesa Ang. Via Ambrosoli - Firenze Sud [email protected] - www.servicefirenze.it 055 6235325

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Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

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MARZO 2013

Gli italiani un po-polo di poeti e

navigatori? Niente di più falso. Qualcuno di voi mi dirà che però abbiamo avuto anche Dante e Colombo. Colombo è solo uno che ha sbagliato strada. Voleva andare in India ed è finito in America. Allora anche mia moglie è una grande viaggiatrice: voleva portarmi al mare, invece con la macchina si è schiantata sulla porta del garage! Una delle parole che gli stranieri associano di più a Italia è mafia. La mafia ormai la trovi dapper-tutto. Anche al polo nord. La differenza è che da noi, se qualcuno non paga il pizzo, gli danno fuoco alla casa, là de-vono scioglierla con il phon! La verità è che siamo un popolo unico. In nessuna altra parte del mondo trovi un rapporto tanto intenso madre/figlio. In America a 16 anni i figli li mandano via di casa. Da noi a 73 anni se i figli ritardano un’ora i genitori chiamano la polizia! Abbiamo un amore per la patria ori-ginale. Diventiamo patriottici una vol-ta ogni quattro anni, per i mondiali di calcio. In quel periodo sembra di essere tornati nel Risorgimento! Come l’Ita-lia vince una partita si corre in strada a suonare i clacson! Se perde non solo non siamo più patriottici, ma si cambia anche patria. “L’Italia ha perso!”, “che me ne frega, io tifo Spagna!”. Anche il nostro inno è unico. Negli altri inni si parla in modo chiaro di unità e liber-tà, il nostro invece dice soltanto “siam pronti alla morte”. Ma non dice mica la causa! Può essere anche morte natura-le! L’Italia chiamò... chi? Non fa mica i nomi. Ha chiamato te? No, me no.

*Comico

Andrea Muzzi*

Viva l’Italia...a modo nostro

C’è chi coltiva la verdura sul balcone

di casa e chi invece “scende in campo”

negli orti sociali

sociEtÀ

CONTADINI DI CITTÀ

PAGG.20-21

La stagione “particolare” di Viviano

e Neto. In attesa della riapertura

del calciomercato

sPort

UNA PORTA PER DUE

PAG.22

Lei e leidissero “sì”

la storia

PAG.16

La crisi “rilancia” l’usato

Se si vuol avere un’idea dell’aria che tira a Firenze (ma più in gene-

rale in tutta Italia), forse non è una cat-tiva idea farsi due passi tra gli scaffali dei negozi di oggetti usati. Qua – as-sicurano gli addetti ai lavori – le cose stanno cambiando: “Ultimamente ci hanno portato anche dentiere com-plete di denti d’oro. E questo la dice lunga su quanto grave sia la situazio-ne”, racconta uno di loro. Ci sono poi i commercianti costretti a tirare giù il

bandone per sempre, che “quasi ogni giorno passano da noi per smaltire quello che non hanno venduto”. L’al-tro lato della medaglia è la possibilità, per chi è a caccia di affari, di trovare vere e proprie occasioni a poco prez-zo. Non solo nei negozi, ma anche nei mercatini: in città la scelta non manca. Ci sono infine le aste: un mondo spes-so sconosciuto e associato all’idea del lusso, ma non è così. Almeno non sempre. PAGG.10-11

di Ilaria Esposito

La “resistenza”degli oratori

giovani

PAG.12

PAGG.4-5

Semafori e incroci,soluzioni cercasi

PRIMO PIANO

L’associazione “Firenze Oltrarno

Pattinaggio” tra passato e presente:

gli obiettivi non mancano

SULLE ROTELLE

PAG.25

Per i cittadini (e non solo) sono

troppo poche quelle attualmente

presenti nel quartiere

IL “CASO” FARMACIE

PAG.2

Periodico d’informazione locale. Anno VII n.11 del 1 Marzo 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1/FI/46/2012

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SALUTE. Una commissione speciale lancia un appello: quattro zone del rione sono sfornite

Una “caccia al tesoro” per 32mila persone. Mezzo quartiere non ha una farmacia vicino a casa: per comprare un antibiotico, uno sci-

roppo per la tosse o un collirio ci vogliono pazienza e gambe buone. Chi è fortunato può contare su un farmacista a seicento metri di di-stanza. In linea d’aria, ovviamente. Poi vanno messe in conto le barriere architettoniche e i collegamenti viari. Per altri, la strada da percor-rere supera il chilometro, senza considerare le difficoltà di mobilità per gli anziani e la “cura dimagrante” imposta ai mezzi pubblici. Da qui al 2014, però, qualcosa potrebbe cambiare, con la riorganizzazione del servizio e un appello lanciato proprio dall’Isolotto. Nel frattempo ci sono novità sul fronte delle aperture notturne: se in tutta Firenze, dallo scorso mese di feb-braio, solo due farmacie lasciano su il bandone tra le 24 e le 8, la buona notizia per il Q4 è che questo è l’unico quartiere in periferia a essere stato “graziato” dal nuovo piano, con il punto in piazza dell’Isolotto attivo no-stop durante le ore di buio. L’altro è quello presente all’interno della stazione di Santa Maria Novella. Tornan-do alla “mappa del medicinale”, sono quattro le zone finite nella lista nera: San Bartolo a Cintoia, Argingrosso, piazza Gaddi-via del Pignoncino e Arcipressi non hanno un punto farmaceutico nel raggio di mezzo chilometro. A livello cittadino quasi la metà delle croci ver-di sono concentrate nel centro storico. Ben 54 punti su circa 120 in totale. La periferia resta a bocca asciutta. Il Q4 ne ha un quinto rispetto all’area centrale, 11 farmacie (quattro comuna-li e sette private). Stessa cifra per Firenze sud. Ventiquattro sono a Campo di Marte, diciotto a Novoli e Rifredi. Fatti due conti, nel quartiere 4 c’è una farmacia ogni seimila abitanti circa, un rapporto tra i peggiori in città. I numeri arri-vano dalla relazione stilata dalla commissione speciale istituita dal Consiglio di Quartiere. Per il team bi-partisan composto da cinque perso-ne – in tempi di spending review è bene farlo notare – non è stato previsto alcun rimborso o gettone di presenza per questa attività. Dopo gli incontri con le associazioni di categoria, la

direzione comunale dei servizi sociali, i centri anziani e l’analisi dei dati, la squadra salva-farmacia ha stilato una relazione indirizzata a Palazzo Vecchio e Regione Toscana. Dentro c’è l’invito a prendere in considerazione le quattro aree di San Bartolo, Argingorsso, piaz-za Gaddi e Arcipressi per la creazione di nuovi punti vendita, in vista di una possibile riorga-nizzazione del settore nel 2014. “Chiediamo che in futuro sia attivato, da parte di Comune e Regione, un rapporto diretto con il Quartiere

su questa materia – afferma Corinna Pugi, gio-vane consigliera alla guida della commissione speciale – consentirebbe di avere una visione privilegiata sulla situazione del territorio”. La task force è nata dopo la segnalazione di alcuni residenti dell’area via del Pignoncino-piazza Gaddi-via Francavilla. Qui, per comprare un medicinale bisogna camminare oltre seicento metri. Intanto, come detto, da febbraio anche il servizio notturno è stato rivoluzionato: solo due farmacie rimangono aperte l’intera not-

te a Firenze, la comunale 13 all’interno della stazione di Santa Maria Novella e – cosa che interessa più da vicino il quartiere – la comu-nale 5 in piazza dell’Isolotto. Per garantire il servizio è stata attivata comunque la consegna a domicilio dei farmaci tra le 24 e le 8. Il nuovo piano, deciso da Comune, Azienda sanitaria e associazioni di categoria, prevede diverse fasce orarie. Nel Q4, tra le 20 e le 24, è attiva la far-macia di via Starnina, mentre quella in piazza dell’Isolotto va avanti tutta la notte.

“Caccia” alla farmacia nel quartiere

Gianni Carpini

Sono undici le rivendite

presenti tra Isolotto

e dintorni,

con un rapporto

tra croci verdi e numero

di abitanti fra i peggiori

in città. L’obiettivo

è vederne nascere altre

L’INIZIATIVA

“Villa Strozzi si tinge di rosa”: poteva essere questo il titolo alternativo del-

la manifestazione legata al mondo femminile organizzata dal Consiglio di Quartiere 4 nel mese più “femminista” che c’è, cioè marzo. Il nome ufficiale dell’iniziativa è “Mestie-re: donna”, che rimanda all’otto marzo del 1908, anno in cui un gruppo di operaie di un’industria tessile di New York scioperò per protesta contro le condizioni in cui era co-stretto a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni, ma l’8 marzo un incendio ferì mortalmente le operaie. Per ricordare quei terribili avvenimenti e per mantenere accesa

l’attenzione sull’essere donna (“un mestiere già quello”, spiegano dalle Attività Cultura-li), è stato messo nero su bianco un elenco di eventi dedicati alla parte rosa dell’universo. Si comincia il 2 marzo con l’inaugurazione di una mostra fotografica organizzata dalla Fiaf - Federazione Italiana Associazioni Fo-tografiche - che abbellirà le pareti di villa Strozzi per tutto il mese. La struttura di via Pisana sarà la cornice del recital di poesia e musica ideato da Rudie Cavaciocchi: a que-sta iniziativa è stata dedicata la data dell’8 marzo. Sempre canzoni e letture il giorno successivo, quando la compagnia teatrale

“Human to Human” metterà in scena una rivisitazione del Diario di Adamo e Eva di Mark Twain. Tra tutte le iniziative presenti nell’agenda di “Mestiere: donna”, una delle idee più interessanti è senza dubbio quella proposta dall’associazione Arcadia. Nel-le giornate del 15, 16 e 17 i volontari della compagnia allestiranno un vero e proprio la-boratorio teatrale su Prezzemolina, l’eroina delle favole di Giambattista Basile: un’espe-rienza, questa, che non avrà limiti d’età, es-sendo rivolta a un pubblico dagli otto agli ot-tanta anni. Per un marzo fortemente colorato di rosa.

È in programma questo mese “Mestiere: donna”. Tanti gli appuntamenti previsti

Un marzo a tinte rosa, tra mostre e laboratori

/F.C.

Anno VII n.11 del 1 Marzo 2013

Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 27.403 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze.

2 Marzo 2013 Isolotto • Legnaia • Soffiano

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IL PUNTO. Il 21 novembre scorso si era verificato il crollo di una parte del soffitto

L’atteso “ritorno” della micropiscina

Dopo il dissequestro è partito l’intervento per rendere

la struttura, amatissima dai residenti, nuovamente agibile.

“Un lavoro lungo e difficile. Ci sono stati la messa in sicurezza

e un monitoraggio totale: fatti simili non si dovranno più ripetere”

La mattina del 21 novembre scorso sui giornali fiorentini trovava ampio spazio la notizia del crollo del soffitto della micropiscina dell’Iso-lotto, in via Baccio Bandinelli. La sera prima,

poco dopo le venti, proprio mentre si stavano cam-biando le bambine appena uscite dal corso di nuoto, una parte della copertura della struttura era crollata per alcune infiltrazioni d’acqua. Fortunatamente nessuna delle cinque bambine rimaste ferite ha subito conse-guenze gravi: due hanno riportato qualche taglio e le-sione, mentre per le altre tre solo piccole escoriazioni. Appena la notizia era arrivata nelle sale di Palazzo Vec-chio, il vicesindaco con delega allo sport Dario Nardel-la aveva preso a cuore la questione, annunciando che “per la piscina faremo tutto ciò che è necessario per capire le dinamiche del cedimento e intervenire perché in futuro non avvengano analoghi episodi”. Non sono ancora passati quattro mesi dall’evento e la micropi-scina, tanto amata dai cittadini del quartiere 4, ha già riaperto battenti (la data prevista per la sua riapertura, quando andiamo in stampa, è il 4 marzo, ndr). “La no-tizia del dissequestro della micropiscina dell’Isolotto rappresenta un importante tassello nel percorso che ci porterà, entro la fine del mese di marzo, alla completa riapertura della struttura – aveva spiegato a riguardo il vicesindaco Nardella - vorrei ricordare che, in sinergia col soggetto gestore dell’impianto, già all’indomani del distacco di parte del solaio, abbiamo predisposto servizi alternativi per mantenere i corsi di nuoto in altre piscine cittadine e che abbiamo subito stanziato 145mila euro per la manutenzione straordinaria del so-laio dell’impianto”. La piscina è gestita dalla società Aquatica e, per sapere qualcosa di più, abbiamo con-tattato il responsabile, Franco Bonciani: “Le due ditte – spiega – hanno lavorato da inizio gennaio con impegno e grosso dispiego di forze. Dopo aver ripristinato le parti cadute, sono passati a sistemare le zone pericolan-

ti e infine è stata rifatta l’impermeabilizzazione su tutta la struttura. L’amministrazione comunale – continua – ha fatto di tutto per mantenere la promessa e anche le ditte ci stanno aiutando a rendere la cosa possibi-le. L’importante per noi di Aquatica è far sapere che, quando riapriremo, ripartiranno tutti i corsi, non ci pia-cerebbe dover dire a qualcuno dei nostri soci che anco-ra la piscina è a metà servizio”. Dello stesso avviso è anche Donatella Villani, presidente della commissione sport del Q4, che ha seguito con molta attenzione tutte le fasi del ripristino della micropiscina: “Finalmente è tempo di riapertura e non potete immaginare quanto sia contenta. È stato un lavoro lungo e difficile, ma adesso se ne vedono i frutti: per riaprire nei tempi che ci erava-mo prefissati sono state messe in campo tutte le risorse disponibili e accumulabili. Siamo molto soddisfatti”. Continuando la conversazione con la presidente Villa-

ni, si scopre che i lavori non si sono limitati al punto in cui si è verificato il crollo: “Ci sono stati una messa in sicurezza e un monitoraggio totale di tutta la struttura, fatti come quelli di novembre non si dovranno più ri-petere. La cittadinanza ha aspettato con ansia la riaper-tura della micropiscina, soprattutto i tanti portatori di handicap che l’affollavano la mattina. Grazie alla sua conformazione (altezza dell’acqua di un metro e venti per tutta la lunghezza della vasca) e alla presenza di un montacarichi a bordo piscina – conclude Villani – è una delle più adatte di Firenze per la ginnastica dolce in acqua”.

Francesca Casagni Nella stanza accanto un allievo è alla prese con le percussioni.

Dall’altra parte del corridoio un grup-petto di giovani sta preparando un balletto hip hop, mentre dalle finestre si vedono arrivare le piccole studenti di danza classica. Più che una vecchia scuola sembra un porto di mare: ra-gazzi con strumenti sotto il braccio, adulti che aspettano la lezione di yoga, piccoli che fanno merenda al bar. Sia-mo alla “Stazione di Confine” di via Attavante, dietro il centro commercia-le di Ponte a Greve e a poca distanza da via Baccio da Montelupo. Da que-sti corridoi passano ogni settimana mille persone, un piccolo esercito che frequenta le tante attività organizza-te. Si va dai corsi di musica al teatro, alla danza alla ginnastica dolce e alla fotografia. Tutti a portata di qualsiasi tasca. Si parte dai 20 euro necessari, ad esempio, per seguire le lezioni di musica d’insieme. E il futuro riserva sorprese: il pool di associazioni che si è aggiudicato la gestione dei 2.500 metri quadrati di proprietà comunale per i prossimi cinque anni sta stu-diando novità. Da qui a settembre il programma di iniziative e laboratori è destinato ad arricchirsi, mentre saran-no potenziate le sale da affittare per le feste di compleanno. Una stanza sarà dedicata al co-working delle associa-zioni: le piccole realtà che hanno bi-sogno di una sede ma non si possono permettere affitti stratosferici avranno la possibilità di gestire in modo con-diviso uno spazio attrezzato. Già di-sponibile la sala concerti dotata di un

impianto audio-video nuovo di pacca, mentre al piano terra resta attivo l’asi-lo nido. “Per la maggior parte sono giovani e giovanissimi a frequentare il nostro centro culturale, sebbene stia aumentando la percentuale di adulti – osserva Giampaolo Franceschini, a capo di una delle associazioni che ge-stisce questa realtà – in un momento non particolarmente positivo anche i più grandi cercano una valvola di sfo-go per combattere in modo creativo le loro ansie”. La Stazione di Confi-ne, nata nel 2004 all’interno di un’ex scuola superiore, dallo scorso gennaio ha un nuovo volto. Palazzo Vecchio, con un bando, ha affidato la gestione a una rete di associazioni, tra cui figura il consorzio di cooperative Metropoli e le due scuole di musica che già esi-

stevano in via Attavante, l’Athenaeum musicale e la scuola Francesco Landi-ni. La struttura è aperta dal lunedì al sabato dalle 8 alle 23, e la domenica in occasione di eventi speciali. Stessi orari per il bar interno: dai tavolini si può navigare su internet grazie alla connessione wi-fi. Per informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria in via Attavante 5, dalle 15 alle 19, o tele-fonare al 340.9339201.

Chitarra, yoga e danzaalla Stazione di confine

LA REALTÀ. Il centro culturale di via Attavante

/G.C.

Nessuna delle bambinecoinvolte aveva riportato gravi conseguenze

Molte le attivitàorganizzate.E il futuroriserva sorprese

3il giornale del tuo quartiere

Page 4: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

ElisabEtta P.Impiegata, 28 anni

“Arrivare da via Foggini nella zona della Federiga in mac-china è un problema: i semafori ci mettono una vita a scatta-re e per arrivare qui bisogna fare un giro lunghissimo. Inol-tre, a piedi non si può passare, perché i semafori pedonali scattano subito”

“Tempie girilunghi”

Marino baldacciPensionato, 62 anni

“In piazza Batoni arrivare in auto significa fare code inter-minabili a un semaforo, vedere il verde, partire e fermarsi subito a un altro rosso. I tempi di attesa sono troppo lunghi e la zona è complicata da attraversare sia per le auto, sia per i pedoni”

“Difficoltàper vetturee pedoni”

GuElfo rosi Pensionato, 74 anni

“Il problema è che appena si arriva all’incrocio della Federi-ga scatta il rosso e se sono le 18 non si riesce a passare più, soprattutto se si viene dalla superstrada. Inoltre, non tutti sono in grado di attraversare le strisce nei tempi richiesti dai semafori. Si dovrebbe fare un sottopasso per le auto e sopra lasciare solo la tramvia”

“Per le autoservirebbe unsottopasso”

L’INCHIESTA. A tre anni dall’inaugurazione della tramvia la viabilità fa ancora discutere

Quei semafori “infiniti” nel quartiereTutti in attesa del verde (e di novità)

“Bisognerebbe essere tutti atleti”. Maria ha sessant’anni ed è appena “approdata” in via Foggini dopo una corsa sulle strisce iniziata sul marciapiede di via Baccio da Montelu-

po, dall’altro lato della tramvia. Si trova nell’intersezione che, andando in direzione del centro, precede la fermata “Federi-ga”. A tre anni dall’inaugurazione della tramvia e dopo una serie di mozioni presentate in consiglio di Quartiere sull’ar-gomento, quello della viabilità, in questa zona e non solo, è ancora un problema. Ai semafori pedonali si aspetta tantissi-mo per il verde, che appena compare diventa giallo e subito rosso. In molti, per passare dal marciapiede di via Foggini a quello di via Baccio da Montelupo e viceversa, allungano il percorso di qualche metro e usano il semaforo tramviario. Così, l’attesa si riduce e il tratto di strada da attraversare è più breve. Gli automobilisti non sono più fortunati: soprattutto in certe ore del giorno, rischiano di fare file chilometriche prima di oltrepassare il tanto sospirato verde. In particola-re, il vero “terrore” di residenti e lavoratori è il rosso di via Antonio del Pollaiolo, al quale molti assegnano il record di durata della zona. Guardando oltre la fermata “Federiga”, in direzione del centro, si trova subito un altro punto critico per il traffico cittadino e del quartiere. Si tratta della rotonda su cui si affacciano via Foggini, viale Etruria, viale Talenti e via Canova. Un incrocio evidentemente complicato da gestire,

Ilaria Esposito

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4 Marzo 2013 Isolotto • Legnaia • Soffiano

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ma soprattutto da attraversare. Lo sottolinea Ilaria – e la sua opinione è condivisa da molti altri – che ha rischiato più volte di essere travol-ta sulle strisce dalle auto in uscita dalla rotonda. “Per segnalare il problema – spiega Ilaria – ho te-lefonato anche ai vigili. Mi hanno risposto che in quel punto a loro non risulta che ci siano stati inci-denti mortali”. Impossibile, poi, parlare di viabilità nel quartiere 4 senza citare piazza Batoni, da tre anni a questa parte al centro delle polemiche. Stando dentro l’abita-colo di un’auto, per attraversare l’incrocio in direzione Talenti, im-mettendosi da via Mortuli, si nota che appena ci si libera di un rosso, se ne trova un altro dopo pochi me-tri. Il risultato, nelle ore di punta, è facilmente immaginabile. Ma, scendendo dall’auto e attraversan-do la piazza a piedi, si nota subito che anche per i semafori pedonali bisogna ancora trovare una sincro-nizzazione ottimale. Come accade nei dintorni della fermata Federiga, per passare da una parte all’altra bisogna accelerare molto il passo e questo, si sa, non è uno sforzo alla portata di tutti. L’amministrazione comunale e il Quartiere 4, da quan-do è stata inaugurata la tramvia, sono intervenuti più volte su queste aree, come su quella della fermata Arcipressi, dove si riscontrano pro-

blemi di viabilità simili. In piazza Batoni, per guadagnare tempo e si-curezza, l’attraversamento sul lato di via Dosio è stato arretrato e ne sono stati creati altri paralleli alla tramvia. Nella zona della Federiga, invece, per snellire il traffico si è ristretto il marciapiede di via del Pollaiolo, creando una terza corsia che ha permesso una più agevole svolta a destra. Adesso, gli accor-gimenti previsti sono legati più che altro alla taratura dei tempi sema-forici. Dal Quartiere fanno sapere che è questione di aggiustamenti progressivi e a costo zero, ma che con le tecnologie disponibili può essere necessario diverso tempo per raggiungere un livello ottimale.

Giuseppe D’Eugenio, presidente del Q4, ammette che “ci sono alcu-ni addensamenti di traffico in certe fasce orarie. Tuttavia – prosegue – stiamo accogliendo quante più osservazioni possibili. La priorità, comunque, resta la sicurezza. In certi casi, a un incrocio vale la pena di aspettare un minuto di più”.

Vera ha una camicetta celeste, ombretto in tinta, occhi vivaci e un desiderio: “Dare uno spazio per socializzare agli an-

ziani dell’Argingrosso”. Le parole di questa signora sono con-divise da gran parte degli over 65 della zona. Nel quartiere, in-fatti, ci sono cinque centri anziani, ma nessuno è a una distanza ragionevole per andarci a piedi, né ci si arriva facilmente con i mezzi. “Sono anni che portiamo avanti questa battaglia – spie-ga Giuliano Sacconi, il portavoce di coloro che si sono riuniti attorno a un’esigenza comune – perché da noi troppe persone

restano chiuse in casa tutto l’inverno. Non sanno dove andare: i luoghi dedicati agli anziani sono troppo lontani per chi non è indipendente”. In quella che Sacconi definisce una “lotta” con le istituzioni, promesse e rassicurazioni non sono mancate. Ma niente, finora, è cambiato. “Eppure – spiega Vera Fusi – noi non chiediamo soldi, né di costruire qualcosa ex-novo. Potremmo usare i locali della ex Barsanti, o quelli attorno a piazza San Se-polcro, tra le case popolari”. Giuseppe D’Eugenio, presidente del Quartiere, dà ragione alla protesta dei cittadini: “È innegabile che quella dell’Argingrosso sia una delle aree in cui la popolazio-ne è più anziana. La richiesta di uno spazio è giusta”. E allora? D’Eugenio continua: “Il problema sarà risolto, questione di mesi. La soluzione non è facile, ma un’idea c’è”. Quale? “È pensabile – spiega il presidente – che si riesca a ricavare uno spazio negli edifici attorno a piazza San Sepolcro”. Nessuna possibilità, in-vece, per la ex Barsanti: “La destinazione d’uso del complesso

– afferma D’Eugenio – sarà ampliata, da ‘scuola’ a ‘terziario’ e ‘housing sociale’. Il suo destino, quindi, è da definirsi e anche le associazioni che ora vi hanno sede saranno spostate a breve”. Per questa ragione, la vecchia scuola non può essere una soluzione, nemmeno temporanea, dal momento che – aggiunge D’Eugenio – “i lavori per renderla idonea a questo scopo costerebbero trop-po”. Le speranze che l’attesa finisca, dunque, ci sono. Più che altro, però, sembra che a mancare siano tempo e pazienza: “È un diritto di ogni anziano – afferma Sacconi – quello di vivere bene gli anni che gli restano, socializzando, facendo amicizia”. E mentre Giuliano si arrabbia, Vera fa quello che può. A memoria, snocciola gli appuntamenti dei centri anziani che può raggiunge-re con l’auto. È mercoledì, il giorno della tombola: “Stasera sento chi vuol venire con me. Io posso guidare, anche se è sempre un rischio portare gente in macchina. E poi ho quattro posti soltanto: qui gli anziani sono molti, molti di più”.

Argingrosso, la “battaglia” degli anziani per uno spazioIL CASO. Gli “over” della zona reclamano un luogo in cui potersi ritrovare per socializzare e fare amicizia

/I.E.

Richiesta giusta, il problemasarà risolto. La questione non è facile, ma un’idea c’è

Previstauna taraturadei tempidegli impianti

Sul banco degli imputati incroci e attraversamenti pedonali,

dove le persone sono costrette a lunghi “stop” o ad accelerare

il passo (ma c’è chi non può farlo) e gli automobilisti rischiano

di restare imprigionati in interminabili incolonnamenti

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stivi castelli dominano il paesaggio. La città riserva grandi sorprese: per scoprirle, basta esplorarla passo dopo passo. Il “Gatto”, sigla che sta per Gruppo ambiente trekking Le Torri, da tre anni organizza ormai, ogni secondo sabato del mese, da ot-tobre a maggio, escursioni su strade

e sentieri per riscoprire il territorio a due passi da casa. Il ritrovo è fis-sato sempre davanti a Villa Vogel, sede del Q4, in via delle Torri, alle 9,30. Le camminate durano circa tre ore, sono a partecipazione libera e riescono a richiamare tra le settan-ta e le cento persone. Il tracciato è deciso di volta in volta. Spesso le passeggiate urbane sconfinano fuo-ri dall’Isolotto: seguendo il corso dell’Arno si raggiungono Scandicci e Badia a Settimo, saltando al di là dal fiume il tracciato tocca le Casci-ne e il parco dei Renai, attraversan-do la passerella dell’Indiano la gita si spinge fino alle moderne architet-ture del Palagiustizia. Poi ci sono le oasi di quiete, come Monte Uliveto e Bellosguardo. “Non bisogna es-sere esperti, bastano scarponcini da trekking, per evitare distorsioni alle caviglie, una bottiglietta d’acqua e una mantellina in caso di pioggia – spiega Stefano Bugetti, presiden-te del gruppo e medico di famiglia – camminando insieme i chilometri sembrano più corti. Spesso durante le nostre passeggiate – racconta sor-ridendo – si ritrovano fianco a fianco

Scarpe comode, una botti-glietta d’acqua e via alla camminata. Ecco il quartie-re a misura di piede. Vicino

a ponte all’Indiano vivono aironi, martin pescatori e garzette. Lungo le strade dell’Isolotto crescono su-ghere secolari. Sulle colline, sugge-

TEMPO LIBERO. Il Gruppo ambiente Le Torri organizza escursioni alla scoperta del territorio

Il “Gatto” con gli stivali (da trekking)

Gianni Carpini

uno degli “abitanti” del territorio (foto di Stefano bugetti)

Una volta al mese sono in programma le “gite urbane”: itinerari

a partecipazione libera per vivere il quartiere e osservarlo

da un altro punto di vista. E per conoscere meglio i vicini di casa

vecchi compagni di scuola oppure vi-cini di casa che, nella fretta della vita quotidiana, si salutano appena”. Per quanto riguarda le escursioni di trek-king urbano, sono 9 marzo, 13 aprile e 11 maggio le prossime date da se-gnare sul calendario. La domenica, invece, il Gatto, 24 anni di attività e 65 iscritti, organizza scampagnate in giro per la Toscana. In questo caso è necessario sottoscrivere la tessera annuale. In programma percorsi sul-le colline del Chianti, un’escursio-ne nei dintorni di San Miniato con baccellata finale e anche un itinera-rio sotto la luna piena ad agosto sul Pratomagno. Sul sito ufficiale, www.

gatto.uon.it, sono riportate tutte le iniziative, i consigli per camminare, le informazioni sulla salute e i link a materiali utili. Tutti i giovedì sera gli iscritti si ritrovano poi al circolo Arci Le Torri in via Lunga 157 per discu-tere dei percorsi, seguire videoproie-zioni o semplicemente per scambiare due chiacchiere. Dall’esperienza del gruppo è nato, l’anno scorso, anche un libro, “Ventisei passeggiate con la tramvia” (a cura di Stefano Bugetti, edizioni Polistampa), che racchiude in 230 pagine suggerimenti per gite a emissioni zero tra Firenze e Scan-dicci, a bordo di Sirio e con le gambe in spalla.i partecipanti a una delle eScurSioni (foto di Stefano bugetti)

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6 Marzo 2013 Isolotto • Legnaia • Soffiano

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Inquinamento e rifi uti, il punto in cittàALL’ARIA APERTA/1. Dai dati emerge che la situazione a Firenze potrebbe essere migliore

Sara Camaiora

Inquinamento e rifiuti, Firenze è promossa o boccia-ta? Respirare a pieni polmoni in città non sembra un’azione troppo salutare, stando almeno ai dati “raccolti” dalle centraline Arpat e diffusi da Legam-

biente Toscana, che ha denunciato elevati livelli di pol-veri sottili, ovvero Pm 10 e Pm 2,5, nell’aria della città. Firenze – viene spiegato – risulta la località toscana che per più giorni, lo scorso anno, ha superato il limite di concentrazione di polveri sottili consentito dalla legge: dal 40esimo posto del 2011, con la centralina di Ponte alle Mosse che registrava 59 giorni di superamento sale, in negativo, di diciassette posizioni, piazzandosi al 23esi-mo posto, con la stessa centralina di Ponte alle Mosse che rileva 68 giorni di superamento e quella di viale Gramsci con 40 giorni sforati. Nelle prime settimane di quest’anno, inoltre, alla centralina di Ponte alle Mosse si sono già registrati undici giorni di superamento, dieci in quella di viale Gramsci. Il dato più preoccupante, però – viene spiegato ancora – è quello che riguarda il biossido di azoto: con una concentrazione del 62,5% di mg/m3, Firenze si è infatti piazzata al primo posto nazionale, pri-mato di cui non andare fieri. Aprendo invece il capitolo rifiuti, secondo gli ultimi dati forniti da Quadrifoglio e relativi al periodo gennaio-novembre 2012, la percen-tuale di raccolta differenziata in città è del 44,92%, per-centuale scesa dello 0,12% rispetto all’anno precedente. La produzione di rifiuti nel 2012 è diminuita del 5,79% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I rifiuti indifferenziati sono in riduzione di oltre il 5 per cento, quelli differenziati di circa il 6 per cento. Da segnalare

poi, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, la diffu-sione sempre maggiore nel centro storico dei cassonetti interrati, con cui si vuol combattere la proliferazione dei rifiuti per le strade. Sono ormai ventisei le postazioni messe a punto, con quelle di via Martelli, via Brunelle-schi, via de’ Medici, via de’ Pecori e via del Proconsolo in grado di accogliere anche la frazione dei rifiuti orga-nici domestici: in queste ultime, infatti, oltre a quelle per la raccolta differenziata del multimateriale (imballaggi in vetro, in plastica, in acciaio, in alluminio e poliaccoppiati come i contenitori Tetra Pak o Tetra Brick), si trova una torretta con un adesivo marrone che indica la possibilità di inserire, ben separata dagli altri rifiuti, la frazione or-ganica, che sarà poi inviata all’impianto di compostaggio

di Case Passerini. Spostandosi di poco dal centro, c’è in-fine una novità che riguarda la zona di San Jacopino: qui sono stati allestiti nuovi contenitori che occupano meno spazio e che permettono di raccogliere separatamente le diverse frazioni di rifiuti compreso l’organico e il vetro, dotati inoltre di una calotta che si apre con una chiavetta elettronica personalizzata sul cassonetto della raccolta indifferenziata. alcuni dei caSSonetti interrati del centro

L’anno scorso le centraline Arpat hanno rilevato il superamento

del limite di concentrazione delle polveri sottili in più giorni.

Nel frattempo si cerca di combattere l’immondizia in strada

Aumentano i cassonettiinterrati nel centro storico.Cambiamenti a San Jacopino

ambiente

E intanto si attendono i nuovi giardiniI parchi che andranno ad aggiungersi all’elenco di quelli già

esistenti nasceranno al posto di strutture ed edifi ci dismessi,

dal Meccanotessile all’ex Caterina de’ Medici. Ma si lavora

anche sugli spazi più piccoli: sostituiti i fi ori nelle rotatorie

l’eX MeccanoteSSile

Sono circa trecento le aree verdi fiorentine. Tante, an-che se i “veri” polmoni ver-di sono solo alcuni, come il

parco delle Cascine, quello dell’An-conella e il giardino di Villa Vogel. Nel conteggio totale sono infatti com-presi anche piccoli giardini o aree interne a rotatorie, zone piccole ma sulle quali comunque sono state fatte

Sara Camaiora

alcune migliorie. Ad esempio, nelle rotatorie sono stati introdotti fiori più selvatici o di campo per riportare in città insetti che mancavano, mentre, per quanto riguarda i giardini nelle zone residenziali, è da segnalare il recupero portato avanti in via Allori, nella zona di via Baracca, che ha por-tato al rifacimento dell’area giochi, alla realizzazione di un campo da cal-cetto e uno da basket per adulti men-tre l’area è stata recintata per intero. “In complesso, in città c’è una buona quantità di verde, anche le aree più piccole richiedono molta attenzione e giustamente i residenti pretendono che anche in queste sia portata avanti una costante manutenzione”, spiega l’assessore all’ambiente del Comu-ne di Firenze Caterina Biti. Venendo alle aree di maggiore estensione, non mancano progetti e novità. Sul parco delle Cascine c’è un masterplan da portare a termine, che prevede una totale riqualificazione. Per quan-to concerne la direzione ambiente, qualcosa è già stato fatto, ovvero la potatura degli alberi di viale degli Olmi, in vista dei prossimi Mondiali di ciclismo. “È un parco monumen-tale, praticamente ogni albero ha un vincolo: è un’area estremamente de-licata e complessa ma vitale per la città”, sottolinea Biti. Presto, però, andranno ad aggiungersi all’elenco di quelle esistenti nuove aree verdi, che nasceranno dal recupero di aree inutilizzate ed edifici dismessi. Un esempio su tutti l’ex Meccanotessi-le. Qui l’area verde sarebbe il primo intervento previsto all’interno del più vasto progetto di riqualificazione, che è stato però stoppato dal patto di sta-bilità. “Speravamo di poter accendere un mutuo nel 2012 ma non lo abbia-mo potuto fare, ora confidiamo in al-tri fondi, in un mutuo o in un allenta-mento dei lacci del patto di stabilità: in ogni caso questo progetto sta vera-mente a cuore dell’amministrazione e faremo di tutto per portarlo a termine prima possibile”, assicura l’assesso-re. Dovrebbero invece partire questo mese i lavori all’ex Caterina de’ Me-dici, dove prima sorgeva l’omonima scuola, per una durata di circa un anno. Qui l’area verde verrà suddivi-sa in tre zone, dedicate a “utenze” di tipo diverso: un’area per ragazzi, con spazi per giocare a basket e calcetto e un piazzale alberato, un’area giochi per bambini e un’area ristoro con un piccolo chiosco per cibo e bevande, oltre a qualche tavolino. “Le panchine e i tavoli da pic-nic saranno realizzati con materiali totalmente riciclati: non soltanto quindi si riporta a uso dei cittadini un’area importante, ma tutto viene fatto con un’attenzione partico-lare all’ambiente”, conclude Biti.

Alle Cascine c’è un masterplan da portare a termine

Alghe di ogni genere, pesci “strani”. Sull’Arno e i suoi

“abitanti”, animali o vegetali che siano, se ne sono dette tante. Ma quanto alla qualità dell’acqua a rassicurare i cittadini è sempre l’assessore all’ambiente Caterina Biti. “Non si tratta di alghe ma di piante acquatiche, un segnale che le acque sono buone: la presenza di una fauna avicola e di cormora-ni, ad esempio è un’altra conferma di questo”. I problemi, però, non mancano, e sui corsi d’acqua va svolta una costante manutenzione sia quando l’acqua “scarseggia”, ovvero in caso di siccità, sia quan-do invece la pioggia incessante fa temere il peggio. Con la siccità della scorsa estate sono emersi i problemi derivanti dall’incuria dei cittadini, a partire dall’accu-mulo di rifiuti di vario genere sia sulle sponde che nell’alveo del fiume, con particolare evidenza nel tratto cittadino, fatto che ha richiesto un’operazione di pulizia straordinaria, svolta in sinergia da Provincia e Consorzio di bonifica. La manutenzione dei fiumi è divi-sa infatti tra Comune e Provincia: quest’ultima, tramite i Consorzi di bonifica, si occupa di garanti-re la sicurezza idraulica e la ma-nutenzione delle sponde (sfalci e rimozioni di arbusti), mentre ai Comuni spetta la rimozione dei rifiuti. Gli sfalci vengono svolti due volte l’anno, in primavera e in autunno, eccezion fatta per alcune zone dove vengono effettuati an-che tre volte. Quanto alle sponde, il discorso è più complesso, e se in molti casi c’è ancora da lavorare parecchio per permettere alle per-sone di vivere appieno il fiume, ci sono punti già facilmente percor-ribili. “Nella zona di Rovezzano, grazie alle nuove piste ciclabili, le sponde sono più frequentate”, ri-corda Biti. Mentre Marco Bottino, presidente del Consorzio di boni-fica dell’area fiorentina, segnala “il lavoro portato avanti sul tratto urbano del torrente Rimaggio a Sesto Fiorentino, ai fini di un per-corso verde a disposizione per la città”.

Come sta il fiume

Arno e spondeosservati speciali

FOCUS

/S.C.

ALL’ARIA APERTA/2. Le aree verdi sotto i riflettori, tra interventi e progettiambiente

foCus

Il Collegio di Presidenza del Consiglio di Quartiere 4 si sta attivando per animare e valorizzare i parchi del sud-ovest fi orentino, rendendoli non solo luoghi di attrazione naturalistica ma anche spazi in grado di ospitare eventi e attività culturali con ri-svolti economici e imprenditoriali. Va inter-pretata in questo senso la richiesta rivolta all’amministrazione comunale di inserire il parco dell’Argingrosso tra gli spazi candida-ti ad ospitare gli eventi dell’estate fi orentina 2013, per la cui gestione e programmazio-ne sta per essere varato un bando pubblico. La candidatura alla dimensione cittadina, che dovrebbe comprendere anche la pos-sibilità di installare un servizio di ristoro, non esclude aff atto la possibilità di promuovere e organizzare nel parco attività a livello di quartiere che dovrebbero anzi rappresen-tare un elemento di continuità per rendere l’Argingrosso un posto sempre più vissuto e frequentato. Nella stessa direzione si muove l’avviso pubblico promosso dal Quartiere per la presentazione di proposte relative all’utiliz-zo del parco di Villa Vogel. Le associazioni, i circoli, le imprese, le società sportive, i grup-pi teatrali, i giovani artisti e qualunque altro soggetto del territorio possono presentare

Mestiere: DONNARassegna di arte e cultura al femminile. Limonaia di Villa Strozzi, Via Pisana 77Dal 2 al 17 marzo mostra fotografi ca a cura di Carlo Ciappi (orario 10,30/12,30 -15,30/17,30); 8 marzo, ore 21, Recital contro la violenza sulle donne, con Rudiae Cavaciocchi;9 marzo, ore 21, Spettacolo di musica e poesie;12 marzo,ore 17,30, Convegno-dibattito sul femminici-dio e sulla violenza domestica;12 marzo ore 21,15, proiezione del fi lm: “Un delfi no nel cielo”, regia di Stefano Terraglia;14 marzo, ore 17, presentazione del libro: “Le senza sto-ria” di Fiorenza Alderighi; 15-16-17 marzo, laboratorio di teatro interattivo. Info: Patrizia Menichelli cell.3387870431

INFO: U� cio Cultura Q.4, via delle Torri 23, tel. 055.2767113-2767135-2767148 attivitacultu-raliq4@comune.� .it

Rassegna di fotogra� aIsophoto 2013, Limonaia di Villa Vogel, Via delle Torri 23Fino al 6 marzo, Gruppo Fotografi co il Prisma: “La cul-tura”7-13 marzo, Gruppo Fotografi co Idea Fotografi ca: “Tre autori tre temi”14-20 marzo, Ass. Deaphoto: “Deaphoto Italy projects”21-27 marzo, Claudio Tamburini: “Passioni”

Ginnastica per adulti alla MontagnolaNuovo ciclo di corsi di ginnastica per adulti alla Palestra della Montagnola. Le iscrizioni saranno aperte nei giorni 18, 19, 21 e 22 marzo, dalle ore 9 alle ore 12 presso la Palestra della Montagnola, in via Giovanni da Montorsoli 1/c. I corsi, bisettimanali, si terranno nei giorni di lunedì e giovedì (inizio 25 marzo) o martedì e venerdì (inizio 26 marzo).Info: Uffi cio Sport Q4, via E. Detti 27, tel. 055-7251117

Tennis gratuitoCorso gratuito di tennis, a cura del Cral Dipendenti Co-munali. Dall’ 11 al 29 marzo 6 lezioni nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Info: Info: Uffi cio Sport Q4, via E. Detti 27, tel. 055-7251117

Rosamimosa9 marzo, ore 16, Stadio di atletica ‘Bruno Betti’, via del Filarete (Soffi ano)Gara di corsa su strada, 8 km, a cura del Gruppo Sportivo Podismo Le Torri

Baseball in gabbia16-17 marzo, ore 15,30, Parco di Villa Vogel, The Cage-Baseball, a cura di Youth For Christ ItaliaUna versione modifi cata del baseball che consente di mettere in pratica una formula sportiva ed educativa in grado di esaltare il valore del rispetto e della lealtà.

iParChi:sPaziPerlanatura…ePerlaCultura

CulturaesPort:ilCartellone

notiziesulterritorioonlineintemPorealeIl giornale esce una volta al mese ma se vuoi conoscere le notizie in tempo reale sul Quartiere 4 (servizi, eventi, spettacoli, segnalazioni, mobilità) visita il sito www.ilreporter.it continuamente aggiornato.

Passaggio a Sud-Ovest

A cura del Quartiere 4

Sede del Quartiere 4Villa Vogel, via delle Torri 23tel. 055.2767132-2767150 fax. 055.2767123e-mail: [email protected] .itweb: http://q4.comune.fi .it

una loro richiesta contenente: breve descrizione e caratteriz-zazione dell’evento proposto, periodo di eff ettuazione, fascia di pubblico a cui è destinata l’iniziativa, esigenze organizzati-ve e stima preventiva dei costi.Entro il 31 marzo le richieste per il parco di Villa Vogel do-vranno pervenire a:Attività Istituzionali Quartiere 4, via delle Torri 23, 50142 Fi-renze. 055.2767150-2767132 istituzionaleq4@comune.� .it Sulla base delle richieste pervenute verrà stilato un calenda-rio di iniziative selezionate in base alla capacità di attrazione e alla sostenibilità dell’evento in rapporto alle caratteristiche ambientali e strutturali del parco.

8 Marzo 2013

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Inquinamento e rifi uti, il punto in cittàALL’ARIA APERTA/1. Dai dati emerge che la situazione a Firenze potrebbe essere migliore

Sara Camaiora

Inquinamento e rifiuti, Firenze è promossa o boccia-ta? Respirare a pieni polmoni in città non sembra un’azione troppo salutare, stando almeno ai dati “raccolti” dalle centraline Arpat e diffusi da Legam-

biente Toscana, che ha denunciato elevati livelli di pol-veri sottili, ovvero Pm 10 e Pm 2,5, nell’aria della città. Firenze – viene spiegato – risulta la località toscana che per più giorni, lo scorso anno, ha superato il limite di concentrazione di polveri sottili consentito dalla legge: dal 40esimo posto del 2011, con la centralina di Ponte alle Mosse che registrava 59 giorni di superamento sale, in negativo, di diciassette posizioni, piazzandosi al 23esi-mo posto, con la stessa centralina di Ponte alle Mosse che rileva 68 giorni di superamento e quella di viale Gramsci con 40 giorni sforati. Nelle prime settimane di quest’anno, inoltre, alla centralina di Ponte alle Mosse si sono già registrati undici giorni di superamento, dieci in quella di viale Gramsci. Il dato più preoccupante, però – viene spiegato ancora – è quello che riguarda il biossido di azoto: con una concentrazione del 62,5% di mg/m3, Firenze si è infatti piazzata al primo posto nazionale, pri-mato di cui non andare fieri. Aprendo invece il capitolo rifiuti, secondo gli ultimi dati forniti da Quadrifoglio e relativi al periodo gennaio-novembre 2012, la percen-tuale di raccolta differenziata in città è del 44,92%, per-centuale scesa dello 0,12% rispetto all’anno precedente. La produzione di rifiuti nel 2012 è diminuita del 5,79% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I rifiuti indifferenziati sono in riduzione di oltre il 5 per cento, quelli differenziati di circa il 6 per cento. Da segnalare

poi, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, la diffu-sione sempre maggiore nel centro storico dei cassonetti interrati, con cui si vuol combattere la proliferazione dei rifiuti per le strade. Sono ormai ventisei le postazioni messe a punto, con quelle di via Martelli, via Brunelle-schi, via de’ Medici, via de’ Pecori e via del Proconsolo in grado di accogliere anche la frazione dei rifiuti orga-nici domestici: in queste ultime, infatti, oltre a quelle per la raccolta differenziata del multimateriale (imballaggi in vetro, in plastica, in acciaio, in alluminio e poliaccoppiati come i contenitori Tetra Pak o Tetra Brick), si trova una torretta con un adesivo marrone che indica la possibilità di inserire, ben separata dagli altri rifiuti, la frazione or-ganica, che sarà poi inviata all’impianto di compostaggio

di Case Passerini. Spostandosi di poco dal centro, c’è in-fine una novità che riguarda la zona di San Jacopino: qui sono stati allestiti nuovi contenitori che occupano meno spazio e che permettono di raccogliere separatamente le diverse frazioni di rifiuti compreso l’organico e il vetro, dotati inoltre di una calotta che si apre con una chiavetta elettronica personalizzata sul cassonetto della raccolta indifferenziata. alcuni dei caSSonetti interrati del centro

L’anno scorso le centraline Arpat hanno rilevato il superamento

del limite di concentrazione delle polveri sottili in più giorni.

Nel frattempo si cerca di combattere l’immondizia in strada

Aumentano i cassonettiinterrati nel centro storico.Cambiamenti a San Jacopino

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E intanto si attendono i nuovi giardiniI parchi che andranno ad aggiungersi all’elenco di quelli già

esistenti nasceranno al posto di strutture ed edifi ci dismessi,

dal Meccanotessile all’ex Caterina de’ Medici. Ma si lavora

anche sugli spazi più piccoli: sostituiti i fi ori nelle rotatorie

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Sono circa trecento le aree verdi fiorentine. Tante, an-che se i “veri” polmoni ver-di sono solo alcuni, come il

parco delle Cascine, quello dell’An-conella e il giardino di Villa Vogel. Nel conteggio totale sono infatti com-presi anche piccoli giardini o aree interne a rotatorie, zone piccole ma sulle quali comunque sono state fatte

Sara Camaiora

alcune migliorie. Ad esempio, nelle rotatorie sono stati introdotti fiori più selvatici o di campo per riportare in città insetti che mancavano, mentre, per quanto riguarda i giardini nelle zone residenziali, è da segnalare il recupero portato avanti in via Allori, nella zona di via Baracca, che ha por-tato al rifacimento dell’area giochi, alla realizzazione di un campo da cal-cetto e uno da basket per adulti men-tre l’area è stata recintata per intero. “In complesso, in città c’è una buona quantità di verde, anche le aree più piccole richiedono molta attenzione e giustamente i residenti pretendono che anche in queste sia portata avanti una costante manutenzione”, spiega l’assessore all’ambiente del Comu-ne di Firenze Caterina Biti. Venendo alle aree di maggiore estensione, non mancano progetti e novità. Sul parco delle Cascine c’è un masterplan da portare a termine, che prevede una totale riqualificazione. Per quan-to concerne la direzione ambiente, qualcosa è già stato fatto, ovvero la potatura degli alberi di viale degli Olmi, in vista dei prossimi Mondiali di ciclismo. “È un parco monumen-tale, praticamente ogni albero ha un vincolo: è un’area estremamente de-licata e complessa ma vitale per la città”, sottolinea Biti. Presto, però, andranno ad aggiungersi all’elenco di quelle esistenti nuove aree verdi, che nasceranno dal recupero di aree inutilizzate ed edifici dismessi. Un esempio su tutti l’ex Meccanotessi-le. Qui l’area verde sarebbe il primo intervento previsto all’interno del più vasto progetto di riqualificazione, che è stato però stoppato dal patto di sta-bilità. “Speravamo di poter accendere un mutuo nel 2012 ma non lo abbia-mo potuto fare, ora confidiamo in al-tri fondi, in un mutuo o in un allenta-mento dei lacci del patto di stabilità: in ogni caso questo progetto sta vera-mente a cuore dell’amministrazione e faremo di tutto per portarlo a termine prima possibile”, assicura l’assesso-re. Dovrebbero invece partire questo mese i lavori all’ex Caterina de’ Me-dici, dove prima sorgeva l’omonima scuola, per una durata di circa un anno. Qui l’area verde verrà suddivi-sa in tre zone, dedicate a “utenze” di tipo diverso: un’area per ragazzi, con spazi per giocare a basket e calcetto e un piazzale alberato, un’area giochi per bambini e un’area ristoro con un piccolo chiosco per cibo e bevande, oltre a qualche tavolino. “Le panchine e i tavoli da pic-nic saranno realizzati con materiali totalmente riciclati: non soltanto quindi si riporta a uso dei cittadini un’area importante, ma tutto viene fatto con un’attenzione partico-lare all’ambiente”, conclude Biti.

Alle Cascine c’è un masterplan da portare a termine

Alghe di ogni genere, pesci “strani”. Sull’Arno e i suoi

“abitanti”, animali o vegetali che siano, se ne sono dette tante. Ma quanto alla qualità dell’acqua a rassicurare i cittadini è sempre l’assessore all’ambiente Caterina Biti. “Non si tratta di alghe ma di piante acquatiche, un segnale che le acque sono buone: la presenza di una fauna avicola e di cormora-ni, ad esempio è un’altra conferma di questo”. I problemi, però, non mancano, e sui corsi d’acqua va svolta una costante manutenzione sia quando l’acqua “scarseggia”, ovvero in caso di siccità, sia quan-do invece la pioggia incessante fa temere il peggio. Con la siccità della scorsa estate sono emersi i problemi derivanti dall’incuria dei cittadini, a partire dall’accu-mulo di rifiuti di vario genere sia sulle sponde che nell’alveo del fiume, con particolare evidenza nel tratto cittadino, fatto che ha richiesto un’operazione di pulizia straordinaria, svolta in sinergia da Provincia e Consorzio di bonifica. La manutenzione dei fiumi è divi-sa infatti tra Comune e Provincia: quest’ultima, tramite i Consorzi di bonifica, si occupa di garanti-re la sicurezza idraulica e la ma-nutenzione delle sponde (sfalci e rimozioni di arbusti), mentre ai Comuni spetta la rimozione dei rifiuti. Gli sfalci vengono svolti due volte l’anno, in primavera e in autunno, eccezion fatta per alcune zone dove vengono effettuati an-che tre volte. Quanto alle sponde, il discorso è più complesso, e se in molti casi c’è ancora da lavorare parecchio per permettere alle per-sone di vivere appieno il fiume, ci sono punti già facilmente percor-ribili. “Nella zona di Rovezzano, grazie alle nuove piste ciclabili, le sponde sono più frequentate”, ri-corda Biti. Mentre Marco Bottino, presidente del Consorzio di boni-fica dell’area fiorentina, segnala “il lavoro portato avanti sul tratto urbano del torrente Rimaggio a Sesto Fiorentino, ai fini di un per-corso verde a disposizione per la città”.

Come sta il fiume

Arno e spondeosservati speciali

FOCUS

/S.C.

ALL’ARIA APERTA/2. Le aree verdi sotto i riflettori, tra interventi e progettiambiente

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Page 10: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

LA “CITTÀ RICICLATA”/1. Lo “sconosciuto” mondo delle aste: non solo lusso, ma anche occasioni

Col naso all’insù, a caccia dell’affare

reportage

C’è chi, naso all’insù, cerca un quadro fra i tanti appesi alle pareti. Qualcun altro passa la mano su un mobile dell’Otto-cento e si precipita a informarsi sul prez-

zo di partenza. I frequentatori dei locali Isveg di via Pog-gio Bracciolini, dove la casa d’aste Pandolfini ha una delle sue sedi di vendita, sono di tutti i tipi, come gli oggetti in esposizione: giovani in cerca d’occasioni per la casa, coppie di mezz’età appassionate d’arte, quadri, madie, gioielli. Il mondo delle aste è sconosciuto o qua-si ai più e spesso viene associato all’idea del lusso: per questa ragione potrebbe apparire immune alla crisi. Non è esattamente così. Per rendersene conto basta passare da via Poggio Bracciolini il giovedì, giorno in cui si può prendere visione dei beni che saranno venduti il venerdì mattina seguente o nelle settimane successive. I prezzi degli oggetti in vendita possono partire da 60 euro, o an-che meno. Il signor Moreno è un appassionato di pittura. Guarda i quadri appesi alle pareti e li attribuisce, con uno sguardo, a uno o all’altro pittore. “Sono tutti ‘mino-ri’ – spiega – i cui prezzi, negli ultimi anni, sono crollati. Ormai si vendono al quaranta per cento in meno rispetto al loro valore”. Secondo Moreno, e anche secondo altri frequentatori di aste e operatori del settore, la ragione è proprio da ricercare nella crisi, che, come risaputo, colpisce soprattutto la fascia media: “Gli oggetti belli e costosi – continua il signor Moreno – si acquistano sem-

pre e non si deprezzano. Ma quelli mediocri e di prezzo medio, rimangono lì dove li hanno esposti. Di questi tempi, chi compra lo fa per rivendere e le cose brutte non portano guadagni. Resiste solo il bello che, al limite, si tiene in casa”. Per ragioni di privacy, gli operatori non ri-spondono a domande su una possibile relazione tra aste e crisi. Ma quando si chiede se le vendite fallimentari siano aumentate, annuiscono tutti in silenzio, gravi e de-cisi. Chi lavora nel settore, inoltre, assicura che da qual-che anno a questa parte sono aumentate le persone che decidono di vendere i beni ereditati o quelli comprati in tempi migliori per avere liquidità. Ma, come sottolinea Barbara, che ha un negozio di antiquariato in centro e da sempre frequenta le aste per lavoro, “certamente il guadagno non è di chi vende, ma di chi compra”. Fra i curiosi, poi, c’è chi entra non per comprare, ma per farsi un’idea del valore dei prodotti ed evitare così i cattivi acquisti. “Domani c’è l’asta dei gioielli – spiega Matteo, 33 anni, che da tempo frequenta via Poggio Braccioli-ni in cerca di occasioni – e io, forse, verrò. Lo faccio soprattutto per sapere a quale prezzo vengono venduti gli oggetti e andare a vedere se cose simili, nei negozi, costano molto di più. In genere è così”. Ma la tentazione di comprare, a volte, è troppo forte e non c’è crisi che tenga: “Ogni tanto cedo – confessa Matteo – perché si riescono a portare a casa cose a prezzi buonissimi, so-prattutto per fare regali a eventuali fidanzate”.

Ilaria Esposito

I frequentatori, come le merci in esposizione, sono delle tipologie più varie, dai giovani in cerca di arredamento

a buon prezzo a coppie più mature appassionate d’arte. In aumento le persone che vendono i beni ereditati

VISTO DA DENTRO

Se di battitori d’asta non ce ne sono poi molti, le donne che fanno questo mestiere sono ancora meno. Lucia

Montigiani lavora da più di dodici anni per la casa d’aste Pandolfini, che ha la sua sede principale a Palazzo Ramirez Montalvo, in borgo degli Albizi. Nella sua carriera ha visto passare opere d’arte, oggetti e compratori di ogni tipo. Una volta le è capitato di battere, inconsapevolmente, anche un dito di Galileo. Era il 2009 e l’oggetto in vendita, con una va-lutazione di partenza inferiore a mille euro, era un reliquiario ottocentesco in legno. Il compratore risalì all’identità della

reliquia solo qualche tempo dopo averla acquistata. Scoperte simili non si fanno tutti i giorni, né gli oggetti che vengo-no battuti sono sempre opere d’arte. Tuttavia, “negli ultimi anni – spiega Montigiani – è emerso chiaramente che a non risentire della crisi sono i pezzi più costosi”. La prosecuzione del ragionamento riflette una tendenza rilevata anche in molti altri settori: “È la classe media che subisce di più la situazio-ne attuale. Di conseguenza, ciò che non si può definire arte, ma non costa proprio poco, ha meno mercato”. Guardando la questione dal lato dei venditori, da sempre c’è chi mette

all’asta i propri oggetti per guadagnare o per disfarsene, ma negli ultimi tempi sono frequenti i casi di chi lo fa per aiutare i figli. Situazioni di questo tipo fanno sì che la sfera delle re-lazioni umane si avvicini al mondo del battitore d’asta e degli operatori del settore. Come spiega Montigiani, “negare il fine commerciale del nostro lavoro sarebbe ipocrita: stabiliamo prezzi da attribuire agli oggetti. È evidente, però, che a questa professione sono legati altri aspetti. Quello del relazionarsi con le persone e, prima di tutto, il piacere di lavorare in mez-zo all’arte”.

Sono pochissime le donne che fanno questo mestiere: abbiamo scambiato quattro chiacchiere con una di loro

Lucia, la “battitrice” che un giorno si trovò davanti un dito di Galileo

/I.E.

LA “CITTÀ RICICLATA”/2. Viaggio negli esercizi che trattano articoli di seconda mano

Nei negozi dove gli oggetti rivivono

reportage

Amedea ha un negozio di oggetti usati in via Berlin-ghieri, nella zona dell’Iso-lotto. Entrando, si vedono

sveglie e radio d’epoca, qualche abito vintage firmato, pellicce e, appesi al soffitto, lampadari di cristallo. In un angolo vicino al bancone una serie di oggetti di cartoleria in plastica fosfo-rescente contrasta palesemente con il resto della merce esposta. “Sono di un negozio qua vicino, che ha chiuso qualche giorno fa – spiega la proprie-taria – ultimamente non è più solo chi svuota la soffitta a portarci le sue cose. Quasi ogni giorno passa da noi un commerciante diverso che cessa l’attività e deve smaltire quello che non ha venduto”. A Firenze esistono due tipologie di negozi dell’usato. Ci sono quelli che hanno scelto di ven-dere qualsiasi cosa, dalle stoviglie in plastica ai libri, passando per i vestiti di qualsiasi qualità e i giocattoli rotti. Qualche esempio? Si possono tro-vare scarpe di marca da bambino a 8 euro, un’insegna luminosa di una

famosa marca di bibite a 30 euro, una cartolina dell’isola del Giglio a 2 euro. Altri, invece, hanno optato per una selezione più rigida della merce da esporre. Nel negozio di Amedea, come altrove, i prezzi possono arriva-re fino a duemila euro e gli oggetti devono rispettare un certo standard di qualità, anche quando il costo non è elevato. A ciascuna delle due opzioni corrisponde, ovviamente, un diverso tipo di frequentatori. Chi vende di tutto si rivolge a chiunque, mentre chi ha fatto una scelta più “di nicchia” in genere ha come clienti persone a caccia del “buon affare”, a volte collezionisti. Sono molti i ne-gozi dell’usato fiorentino che, negli ultimi anni, hanno intrapreso la se-conda strada: selezionare la clientela, spiegano gli addetti ai lavori, aiuta ad averne una fissa. Un elemento, però, accomuna le due tipologie di negozi. Il conto vendita è il meccanismo che va per la maggiore: si portano gli og-getti per una valutazione e, se dopo un certo periodo di tempo rimangono

invenduti, il prezzo cala, fino al riti-ro dall’esposizione. Spesso la merce è anche visibile online, o addirittura su Facebook. Un esempio è quello della pagina “In conto vendita”, dove l’omonimo negozio fiorentino offre valutazioni gratuite e pubblica foto-grafie di oggetti di ogni tipo: dalle mazze da golf ai giocattoli di latta.

Frequentando i negozi dell’usato, a volte, si possono fare veri e propri affari. Lavorarci, invece, significa anche farsi un’idea abbastanza preci-sa dell’aria che tira a Firenze e, più in generale, in Italia. “Ultimamente – racconta Amedea – mi sono state portate anche delle dentiere complete di denti d’oro. Non è una tipologia di

merce che io propongo, ma episodi di questo genere la dicono lunga su quanto grave possa essere la situazio-ne”. E continua: “Una persona, qual-che giorno fa, mi ha messo sul ban-cone una serie di pezzi di argenteria, bellissimi. Li voleva vendere, come hanno fatto altri, per aiutare il figlio disoccupato”.

Ilaria Esposito

Paperon de’ Paperoni definiva “quasi nuova” la sua palandrana

vecchia di anni. Non importa arriva-re fino a questi punti, ma è vero che (complice ancora una volta la crisi) i mercatini dell’usato sono tornati di moda e la passione per il riuso è stata riscoperta. A Firenze anda-re in cerca di occasioni dal sapore vintage non è certo un problema: ogni giorno, in piazza dei Ciompi, si può curiosare tra le bancarelle del classico mercato delle pulci, tutte le seconde domeniche del mese fra quelle del “Mercatino dell’artigia-nato e del piccolo antiquariato” in piazza Santo Spirito e, se non ba-stasse, ogni terza domenica si può dare un’occhiata anche a “Fortezza antiquaria”. Tra i fiorentini, però, c’è chi ha deciso di non fermarsi all’usato e di bandire, almeno ogni tanto, addirittura l’uso del portafo-glio. Al circolo Andreoni di Cover-ciano succede da tre anni, ormai con una certa regolarità. Ogni mese e mezzo un gruppo di una decina di persone organizza un mercato dello scambio completamente gratuito. Il funzionamento è tanto sempli-ce quanto insolito: si appoggiano sul tavolo gli oggetti da regalare e si prendono quelli che si vogliono portare a casa, senza necessaria-

mente rispettare un rapporto uno a uno. Anna, una delle due sorelle che hanno dato vita all’iniziativa, rac-conta che ormai l’appuntamento è conosciuto e frequentatissimo. Ogni volta si presentano dalle 300 alle 400 persone: “È diventata un’occa-sione anche per socializzare, soprat-tutto per i bambini, che qui trovano i giocattoli e li scambiano”. Identico il principio del mercato che viene allestito il primo sabato dei mesi pari alle Caldine dal Gas di Fiesole, in collaborazione con la Fratellanza popolare. Vanna, una degli organiz-zatori, spiega con soddisfazione che “ultimamente sono anche i giovani e gli studenti a frequentare il nostro mercatino, mentre prima non se ne vedevano quasi”.

Baratto e mercatini “anti-crisi”

il Mercato dei cioMpi

TRA LE BANCARELLE. Tante possibilità a Firenze

C’è chi commercia qualsiasi cosa e chi

fa più selezione. Qua ci si fa bene un’idea

dell’aria che tira: “Ora ci portano di tutto,

anche per aiutare i fi gli senza lavoro”

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Page 11: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

LA “CITTÀ RICICLATA”/1. Lo “sconosciuto” mondo delle aste: non solo lusso, ma anche occasioni

Col naso all’insù, a caccia dell’affare

reportage

C’è chi, naso all’insù, cerca un quadro fra i tanti appesi alle pareti. Qualcun altro passa la mano su un mobile dell’Otto-cento e si precipita a informarsi sul prez-

zo di partenza. I frequentatori dei locali Isveg di via Pog-gio Bracciolini, dove la casa d’aste Pandolfini ha una delle sue sedi di vendita, sono di tutti i tipi, come gli oggetti in esposizione: giovani in cerca d’occasioni per la casa, coppie di mezz’età appassionate d’arte, quadri, madie, gioielli. Il mondo delle aste è sconosciuto o qua-si ai più e spesso viene associato all’idea del lusso: per questa ragione potrebbe apparire immune alla crisi. Non è esattamente così. Per rendersene conto basta passare da via Poggio Bracciolini il giovedì, giorno in cui si può prendere visione dei beni che saranno venduti il venerdì mattina seguente o nelle settimane successive. I prezzi degli oggetti in vendita possono partire da 60 euro, o an-che meno. Il signor Moreno è un appassionato di pittura. Guarda i quadri appesi alle pareti e li attribuisce, con uno sguardo, a uno o all’altro pittore. “Sono tutti ‘mino-ri’ – spiega – i cui prezzi, negli ultimi anni, sono crollati. Ormai si vendono al quaranta per cento in meno rispetto al loro valore”. Secondo Moreno, e anche secondo altri frequentatori di aste e operatori del settore, la ragione è proprio da ricercare nella crisi, che, come risaputo, colpisce soprattutto la fascia media: “Gli oggetti belli e costosi – continua il signor Moreno – si acquistano sem-

pre e non si deprezzano. Ma quelli mediocri e di prezzo medio, rimangono lì dove li hanno esposti. Di questi tempi, chi compra lo fa per rivendere e le cose brutte non portano guadagni. Resiste solo il bello che, al limite, si tiene in casa”. Per ragioni di privacy, gli operatori non ri-spondono a domande su una possibile relazione tra aste e crisi. Ma quando si chiede se le vendite fallimentari siano aumentate, annuiscono tutti in silenzio, gravi e de-cisi. Chi lavora nel settore, inoltre, assicura che da qual-che anno a questa parte sono aumentate le persone che decidono di vendere i beni ereditati o quelli comprati in tempi migliori per avere liquidità. Ma, come sottolinea Barbara, che ha un negozio di antiquariato in centro e da sempre frequenta le aste per lavoro, “certamente il guadagno non è di chi vende, ma di chi compra”. Fra i curiosi, poi, c’è chi entra non per comprare, ma per farsi un’idea del valore dei prodotti ed evitare così i cattivi acquisti. “Domani c’è l’asta dei gioielli – spiega Matteo, 33 anni, che da tempo frequenta via Poggio Braccioli-ni in cerca di occasioni – e io, forse, verrò. Lo faccio soprattutto per sapere a quale prezzo vengono venduti gli oggetti e andare a vedere se cose simili, nei negozi, costano molto di più. In genere è così”. Ma la tentazione di comprare, a volte, è troppo forte e non c’è crisi che tenga: “Ogni tanto cedo – confessa Matteo – perché si riescono a portare a casa cose a prezzi buonissimi, so-prattutto per fare regali a eventuali fidanzate”.

Ilaria Esposito

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VISTO DA DENTRO

Se di battitori d’asta non ce ne sono poi molti, le donne che fanno questo mestiere sono ancora meno. Lucia

Montigiani lavora da più di dodici anni per la casa d’aste Pandolfini, che ha la sua sede principale a Palazzo Ramirez Montalvo, in borgo degli Albizi. Nella sua carriera ha visto passare opere d’arte, oggetti e compratori di ogni tipo. Una volta le è capitato di battere, inconsapevolmente, anche un dito di Galileo. Era il 2009 e l’oggetto in vendita, con una va-lutazione di partenza inferiore a mille euro, era un reliquiario ottocentesco in legno. Il compratore risalì all’identità della

reliquia solo qualche tempo dopo averla acquistata. Scoperte simili non si fanno tutti i giorni, né gli oggetti che vengo-no battuti sono sempre opere d’arte. Tuttavia, “negli ultimi anni – spiega Montigiani – è emerso chiaramente che a non risentire della crisi sono i pezzi più costosi”. La prosecuzione del ragionamento riflette una tendenza rilevata anche in molti altri settori: “È la classe media che subisce di più la situazio-ne attuale. Di conseguenza, ciò che non si può definire arte, ma non costa proprio poco, ha meno mercato”. Guardando la questione dal lato dei venditori, da sempre c’è chi mette

all’asta i propri oggetti per guadagnare o per disfarsene, ma negli ultimi tempi sono frequenti i casi di chi lo fa per aiutare i figli. Situazioni di questo tipo fanno sì che la sfera delle re-lazioni umane si avvicini al mondo del battitore d’asta e degli operatori del settore. Come spiega Montigiani, “negare il fine commerciale del nostro lavoro sarebbe ipocrita: stabiliamo prezzi da attribuire agli oggetti. È evidente, però, che a questa professione sono legati altri aspetti. Quello del relazionarsi con le persone e, prima di tutto, il piacere di lavorare in mez-zo all’arte”.

Sono pochissime le donne che fanno questo mestiere: abbiamo scambiato quattro chiacchiere con una di loro

Lucia, la “battitrice” che un giorno si trovò davanti un dito di Galileo

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LA “CITTÀ RICICLATA”/2. Viaggio negli esercizi che trattano articoli di seconda mano

Nei negozi dove gli oggetti rivivono

reportage

Amedea ha un negozio di oggetti usati in via Berlin-ghieri, nella zona dell’Iso-lotto. Entrando, si vedono

sveglie e radio d’epoca, qualche abito vintage firmato, pellicce e, appesi al soffitto, lampadari di cristallo. In un angolo vicino al bancone una serie di oggetti di cartoleria in plastica fosfo-rescente contrasta palesemente con il resto della merce esposta. “Sono di un negozio qua vicino, che ha chiuso qualche giorno fa – spiega la proprie-taria – ultimamente non è più solo chi svuota la soffitta a portarci le sue cose. Quasi ogni giorno passa da noi un commerciante diverso che cessa l’attività e deve smaltire quello che non ha venduto”. A Firenze esistono due tipologie di negozi dell’usato. Ci sono quelli che hanno scelto di ven-dere qualsiasi cosa, dalle stoviglie in plastica ai libri, passando per i vestiti di qualsiasi qualità e i giocattoli rotti. Qualche esempio? Si possono tro-vare scarpe di marca da bambino a 8 euro, un’insegna luminosa di una

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Paperon de’ Paperoni definiva “quasi nuova” la sua palandrana

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Page 12: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

successivo: “Il problema che riscontria-mo noi è piuttosto quello della ‘fuga del dopo-Cresima’: si è indebolito il senso di partecipazione alla vita comunitaria, e i giovani seguono il catechismo in preparazione ai sacramenti, ma succede spesso che dopo si discostino dalla par-rocchia”. L’identikit degli oratori e del-le attività che al loro interno vengono portate avanti non è per il resto molto cambiato rispetto a quello di un tempo: “Generalmente ogni parrocchia indivi-dua un tema annuale attorno al quale si sviluppano le attività dell’oratorio, che sono di tipo pratico e ludico e che di solito includono anche gite a tema e la realizzazione di uno spettacolo”. Già, perché il teatro è uno dei punti di forza delle attività oratoriali, osserva il don: “Ai ragazzi piace anche per la proget-tualità che implica e ci sono anche mol-te compagnie stabili – spiega – come pure non è tramontata la tradizione del ‘campino’ attiguo alle parrocchie, e al-cune hanno anche vere e proprie società sportive”. Lo sport continua insomma a essere un grande collante, un fattore socializzante, oltre che un ingrediente sano della vita dei giovani. Ma, insieme alle attività sportive, negli oratori fio-rentini vengono organizzati anche corsi che strizzano l’occhio ai tempi moder-ni: “Come quelli per imparare un retto uso dei nuovi media – conclude don Lombardi – con incontri che coinvolgo-no ragazzi e genitori. Del resto, quella di approfondire i nuovi media è un’esi-genza rilanciata dagli stessi nostri edu-catori, che di solito sono poco più che coetanei di chi frequenta gli oratori”.

ventù che hanno popolato l’infanzia di diverse generazioni di italiani. A dispet-to di quanto si potrebbe pensare, queste “istituzioni” reggono ancora. Reggono al passare del tempo e reggono alle ac-celerazioni moderne persino a Firenze, dove rappresentano una realtà relativa-mente giovane: “In Toscana, in questo senso, non abbiamo la tradizione tipi-ca della Lombardia o un’esperienza significativa come quella degli oratori romani – spiega don Alessandro Lom-bardi, responsabile del Centro diocesa-no di pastorale giovanile della diocesi fiorentina e vice-rettore del Seminario – da noi, fatta eccezione per quelli ‘sto-rici’ come quello salesiano, gli oratori sono figli del Giubileo del 2000”. Ma i ragazzi dei tempi di Facebook davve-ro ci vanno ancora? “Sì, la percezione che abbiamo noi ‘addetti ai lavori’ non è quella di un abbandono: i bambini e i ragazzi frequentano ancora gli ambienti legati alle parrocchie. Che magari non sono ‘oratori’ in senso stretto e quindi aprono solo in alcuni giorni della set-timana, ma che sono comunque molto amati”. Piuttosto, la questione della “diserzione” si pone in un momento

C’era un tempo in cui combriccole di nonne fi-lavano la lana sull’uscio di casa e ai bambini si

raccontavano favole davanti ai camini, prima di dormire. Oggi queste fotogra-fie sono sgualcite dal tempo, ma del costume sociale che fu restano tanti dettagli, più o meno immutati. Come gli oratori, veri e propri collettori di gio-

A Firenze non c’è stata una fuga dei ragazzi verso luoghi più “moderni”: la conferma

arriva direttamente dagli addetti ai lavori. Oltre alle attività che vengono portate avanti,

continua a piacere molto anche la tradizione del “campino” accanto alla parrocchia

UNIVERSO GIOVANI. Forse un po’ a sorpresa, queste “istituzioni” reggono ancora

Gli oratori? Resistono ai tempi di FacebookBenedetta Strappi

Ci sono notizie brutte e storie a lieto fine. E quella di que-

ste righe fa parte della seconda categoria, e racconta di una squadra di disabili che da un centro riabilitativo di Castello adesso sognano di partire nien-temeno che verso Los Angeles. Per l’esattezza questa è la storia di Gaetano, Giampiero, Rober-ta, Alberto, Rossana, Emiliano, Danilo, Nadia, Massimo. E di Lamberto, che ha solo undi-ci anni, una forma di epilessia grave eppure si sta allenando e si prepara a gareggiare. Loro sono i componenti del team fiorentino di Special Olympics (www.specialolympics.it), il programma sportivo internazio-nale di allenamenti e gare a cui partecipano quattro milioni di disabili di 170 diversi paesi, con campionati invernali ed estivi. Ad aprile il team di Villa San Luigi parteciperà ai campionati nazionali estivi, che quest’anno si terranno ad Arezzo, dal 23 al 28, e che vedranno in gara 28 squadre a rappresentare la To-scana. Ma si punta ancora più in alto: Los Angeles, nel 2015, ospiterà i Mondiali e nulla vie-ta di sognarli. Anche perché le premesse sono ottime: i ragazzi hanno già vinto molte medaglie e si stanno allenando in diver-se specialità, dal canottaggio al calcetto, dal bowling all’equi-tazione e al nuoto. Sono impe-gnatissimi, si allenano tre volte a settimana e hanno una bella agenda, piena di cose da fare e di piccoli, immensi, tassel-li da aggiungere nel cammino della riabilitazione. “Special Olympics rappresenta, e ancora più sono certa che rappresente-rà in futuro, un magnifico mez-zo di valorizzazione di tante abilità e talenti che, posseduti dalla persona disabile intelletti-va, trovano ancora troppo spes-so difficile possibilità di espres-sione e realizzazione”, spiega la direttrice sanitaria del centro Oda di Villa San Luigi, la dotto-ressa Giovanna Sorrentino.

Da Castello a Los Angeles

Il sogno americanodi atleti “speciali”

LA STORIA

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12 Marzo 2013

Page 13: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

successivo: “Il problema che riscontria-mo noi è piuttosto quello della ‘fuga del dopo-Cresima’: si è indebolito il senso di partecipazione alla vita comunitaria, e i giovani seguono il catechismo in preparazione ai sacramenti, ma succede spesso che dopo si discostino dalla par-rocchia”. L’identikit degli oratori e del-le attività che al loro interno vengono portate avanti non è per il resto molto cambiato rispetto a quello di un tempo: “Generalmente ogni parrocchia indivi-dua un tema annuale attorno al quale si sviluppano le attività dell’oratorio, che sono di tipo pratico e ludico e che di solito includono anche gite a tema e la realizzazione di uno spettacolo”. Già, perché il teatro è uno dei punti di forza delle attività oratoriali, osserva il don: “Ai ragazzi piace anche per la proget-tualità che implica e ci sono anche mol-te compagnie stabili – spiega – come pure non è tramontata la tradizione del ‘campino’ attiguo alle parrocchie, e al-cune hanno anche vere e proprie società sportive”. Lo sport continua insomma a essere un grande collante, un fattore socializzante, oltre che un ingrediente sano della vita dei giovani. Ma, insieme alle attività sportive, negli oratori fio-rentini vengono organizzati anche corsi che strizzano l’occhio ai tempi moder-ni: “Come quelli per imparare un retto uso dei nuovi media – conclude don Lombardi – con incontri che coinvolgo-no ragazzi e genitori. Del resto, quella di approfondire i nuovi media è un’esi-genza rilanciata dagli stessi nostri edu-catori, che di solito sono poco più che coetanei di chi frequenta gli oratori”.

ventù che hanno popolato l’infanzia di diverse generazioni di italiani. A dispet-to di quanto si potrebbe pensare, queste “istituzioni” reggono ancora. Reggono al passare del tempo e reggono alle ac-celerazioni moderne persino a Firenze, dove rappresentano una realtà relativa-mente giovane: “In Toscana, in questo senso, non abbiamo la tradizione tipi-ca della Lombardia o un’esperienza significativa come quella degli oratori romani – spiega don Alessandro Lom-bardi, responsabile del Centro diocesa-no di pastorale giovanile della diocesi fiorentina e vice-rettore del Seminario – da noi, fatta eccezione per quelli ‘sto-rici’ come quello salesiano, gli oratori sono figli del Giubileo del 2000”. Ma i ragazzi dei tempi di Facebook davve-ro ci vanno ancora? “Sì, la percezione che abbiamo noi ‘addetti ai lavori’ non è quella di un abbandono: i bambini e i ragazzi frequentano ancora gli ambienti legati alle parrocchie. Che magari non sono ‘oratori’ in senso stretto e quindi aprono solo in alcuni giorni della set-timana, ma che sono comunque molto amati”. Piuttosto, la questione della “diserzione” si pone in un momento

C’era un tempo in cui combriccole di nonne fi-lavano la lana sull’uscio di casa e ai bambini si

raccontavano favole davanti ai camini, prima di dormire. Oggi queste fotogra-fie sono sgualcite dal tempo, ma del costume sociale che fu restano tanti dettagli, più o meno immutati. Come gli oratori, veri e propri collettori di gio-

A Firenze non c’è stata una fuga dei ragazzi verso luoghi più “moderni”: la conferma

arriva direttamente dagli addetti ai lavori. Oltre alle attività che vengono portate avanti,

continua a piacere molto anche la tradizione del “campino” accanto alla parrocchia

UNIVERSO GIOVANI. Forse un po’ a sorpresa, queste “istituzioni” reggono ancora

Gli oratori? Resistono ai tempi di FacebookBenedetta Strappi

Ci sono notizie brutte e storie a lieto fine. E quella di que-

ste righe fa parte della seconda categoria, e racconta di una squadra di disabili che da un centro riabilitativo di Castello adesso sognano di partire nien-temeno che verso Los Angeles. Per l’esattezza questa è la storia di Gaetano, Giampiero, Rober-ta, Alberto, Rossana, Emiliano, Danilo, Nadia, Massimo. E di Lamberto, che ha solo undi-ci anni, una forma di epilessia grave eppure si sta allenando e si prepara a gareggiare. Loro sono i componenti del team fiorentino di Special Olympics (www.specialolympics.it), il programma sportivo internazio-nale di allenamenti e gare a cui partecipano quattro milioni di disabili di 170 diversi paesi, con campionati invernali ed estivi. Ad aprile il team di Villa San Luigi parteciperà ai campionati nazionali estivi, che quest’anno si terranno ad Arezzo, dal 23 al 28, e che vedranno in gara 28 squadre a rappresentare la To-scana. Ma si punta ancora più in alto: Los Angeles, nel 2015, ospiterà i Mondiali e nulla vie-ta di sognarli. Anche perché le premesse sono ottime: i ragazzi hanno già vinto molte medaglie e si stanno allenando in diver-se specialità, dal canottaggio al calcetto, dal bowling all’equi-tazione e al nuoto. Sono impe-gnatissimi, si allenano tre volte a settimana e hanno una bella agenda, piena di cose da fare e di piccoli, immensi, tassel-li da aggiungere nel cammino della riabilitazione. “Special Olympics rappresenta, e ancora più sono certa che rappresente-rà in futuro, un magnifico mez-zo di valorizzazione di tante abilità e talenti che, posseduti dalla persona disabile intelletti-va, trovano ancora troppo spes-so difficile possibilità di espres-sione e realizzazione”, spiega la direttrice sanitaria del centro Oda di Villa San Luigi, la dotto-ressa Giovanna Sorrentino.

Da Castello a Los Angeles

Il sogno americanodi atleti “speciali”

LA STORIA

focus

Page 14: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

appuntamenti

Dalla Fortezza da Basso allo stadio Artemio Franchi. Tanti passi per ricordare. Il 16 marzo, a Firenze, si terrà la diciottesima edizione del-la “Giornata della memoria e dell’impegno in

ricordo delle vittime delle mafie”, organizzata da “Libera” e da “Avviso pubblico”. L’evento si terrà nel capoluogo toscano proprio nell’anno del ventennale della strage dei Georgofili, in seguito alla quale morirono cinque cittadini: i custodi Angela Fiume e il marito Fabrizio Nencioni con le figlie Caterina e Nadia, oltre a Dario Capolicchio, studen-te della Facoltà di architettura. I loro nomi saranno fra quei novecento che nella giornata di sabato 16 marzo verranno letti ad alta voce, allo stadio Artemio Franchi, perché non si dimentichino. Momento centrale della giornata sarà il corteo per le strade cittadine, al quale è prevista la partecipazione di oltre centomila persone. La manifestazione partirà da piaz-za Bambini e Bambine di Beslan, passerà attraverso viale Strozzi, viale Lavagnini, piazza della Libertà e viale Don Minzoni. Attraverso poi il cavalcavia delle Cure, arriverà all’ex viale Maratona passando per viale dei Mille e viale Paoli. L’arrivo allo stadio, meta del corteo, è previsto per le 10,45. Alle 11 inizierà la lettura dei nomi delle vittime, “un elenco terribile dal quale – sottolineano da Libera – man-cano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e contare”. Seguiranno alcuni interventi, fra i quali quello del presidente nazionale di Libera, don Luigi Ciotti, del presi-

dente di Avviso Pubblico Andrea Campinoti e di Giovanna Maggiani Chelli dell’associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili. Gli appuntamenti del 16 marzo continueranno con l’esibizione di Fiorella Mannoia alle 12,45 e, alle 15,30, con i seminari, che si chiuderanno intor-no alle 17,30. In realtà, quella di Libera a Firenze sarà una due giorni. Venerdì 15 marzo, infatti, nel primo pomeriggio i familiari delle vittime della mafia si riuniranno in forma pri-vata a Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, per una riflessione sulla propria condizione. Dunque si sposteranno nella basilica di Santa Croce per una veglia. Alle 21,30, poi, si terrà lo spettacolo teatrale “Ultimo domicilio: sconosciu-to”, di Fiamma Negri e Bruno Cortini. Uno spettacolo che con ironia racconta la storia di una donna e del suo viaggio verso la libertà. Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana, ha spiegato il significato della manifestazione: “Ogni anno attraversiamo idealmente l’Italia perché gli esempi positivi, che possono fare da base per la costruzione di un’identità collettiva, non siano dimenticati”. Fra i cittadini vittime di mafia che Firenze ricorda, oltre a quelli che rimasero coin-volti nella strage dei Georgofili, c’è Rossella Casini, donna fiorentina che, per opporsi alla ‘ndrangheta e alla famiglia del fidanzato, pagò con la vita il proprio coraggio. Il cor-teo di Libera e gli appuntamenti del 15 e 16 marzo avranno come scopo proprio quello di non dimenticare le storie come questa. Più o meno conosciute, spesso del tutto ignote.

Un fi ume di passi per non dimenticareL’EVENTO. Il 16 marzo la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Ilaria Esposito

L’iniziativa, organizzata da “Libera” e “Avviso pubblico”, si terrà

a Firenze nell’anno del ventennale della strage dei Georgofi li.

In programma un corteo dalla Fortezza allo stadio Franchi:

prevista la partecipazione di oltre centomila persone.

Saranno poi letti i nomi di coloro che hanno pagato con la vita

DORMIRE BENE AIUTA LA VOSTRA SALUTE

O.S.A.S. è l’acronimo della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno.L’apnea notturna è una patologia cronica caratterizzata da sonnolenza diurna e russamento nel corso della notte. E’ una sindrome molto comune: si stima che ne soffra il 3% della popolazione, che, senza saperlo, rende questi soggetti più in-clini a sviluppare malattie coronariche, aritmie, ipertensione arteriosa, ictus, infarto del miocardio, diabete mellito di tipo 2.Quando sottoporsi a Polisonnografia?Russate la notte disturbando chi riposa accanto a voi? Soffrite di sonnolenza durante il giorno?. Siete diventati irritabili? Ave-te difficoltà a concentrarvi? Avete problemi di obesità? Allora è il caso di parlarne con il medico perché potreste soffrire di apnee notturne.Come si possono diagnosticare? Innanzitutto viene prescritto un esame molto semplice la Po-lisonnografia domiciliare (un monitoraggio cardio-respiratorio nel sonno a livello domiciliare). Da adesso questo esame è eseguibile nel nostro Presidio di via del Sansovino, 176.Come curarle?Il tracciato della registrazione fornito dalla Polisonnografia deve essere sottoposto all’analisi di un medico specialista il quale saprà consigliarvi come risolverla attraverso l’approccio terapeutico personalizzato (calo ponderale, soluzioni con cpap ovvero ventilazione assistita, devices di avanzamento mandibo-lare, chirurgia otorinolaringoiatrica/maxillo facciale)Per informazioni/prenotazioni chiedere al front desk nelle sedi degli Ambulatori o telefona al numero unico 848-812221 oppure consultate il sito www.misericordia.firenze.it

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14 Marzo 2013

Page 15: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

appuntamenti

Dalla Fortezza da Basso allo stadio Artemio Franchi. Tanti passi per ricordare. Il 16 marzo, a Firenze, si terrà la diciottesima edizione del-la “Giornata della memoria e dell’impegno in

ricordo delle vittime delle mafie”, organizzata da “Libera” e da “Avviso pubblico”. L’evento si terrà nel capoluogo toscano proprio nell’anno del ventennale della strage dei Georgofili, in seguito alla quale morirono cinque cittadini: i custodi Angela Fiume e il marito Fabrizio Nencioni con le figlie Caterina e Nadia, oltre a Dario Capolicchio, studen-te della Facoltà di architettura. I loro nomi saranno fra quei novecento che nella giornata di sabato 16 marzo verranno letti ad alta voce, allo stadio Artemio Franchi, perché non si dimentichino. Momento centrale della giornata sarà il corteo per le strade cittadine, al quale è prevista la partecipazione di oltre centomila persone. La manifestazione partirà da piaz-za Bambini e Bambine di Beslan, passerà attraverso viale Strozzi, viale Lavagnini, piazza della Libertà e viale Don Minzoni. Attraverso poi il cavalcavia delle Cure, arriverà all’ex viale Maratona passando per viale dei Mille e viale Paoli. L’arrivo allo stadio, meta del corteo, è previsto per le 10,45. Alle 11 inizierà la lettura dei nomi delle vittime, “un elenco terribile dal quale – sottolineano da Libera – man-cano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e contare”. Seguiranno alcuni interventi, fra i quali quello del presidente nazionale di Libera, don Luigi Ciotti, del presi-

dente di Avviso Pubblico Andrea Campinoti e di Giovanna Maggiani Chelli dell’associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili. Gli appuntamenti del 16 marzo continueranno con l’esibizione di Fiorella Mannoia alle 12,45 e, alle 15,30, con i seminari, che si chiuderanno intor-no alle 17,30. In realtà, quella di Libera a Firenze sarà una due giorni. Venerdì 15 marzo, infatti, nel primo pomeriggio i familiari delle vittime della mafia si riuniranno in forma pri-vata a Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, per una riflessione sulla propria condizione. Dunque si sposteranno nella basilica di Santa Croce per una veglia. Alle 21,30, poi, si terrà lo spettacolo teatrale “Ultimo domicilio: sconosciu-to”, di Fiamma Negri e Bruno Cortini. Uno spettacolo che con ironia racconta la storia di una donna e del suo viaggio verso la libertà. Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana, ha spiegato il significato della manifestazione: “Ogni anno attraversiamo idealmente l’Italia perché gli esempi positivi, che possono fare da base per la costruzione di un’identità collettiva, non siano dimenticati”. Fra i cittadini vittime di mafia che Firenze ricorda, oltre a quelli che rimasero coin-volti nella strage dei Georgofili, c’è Rossella Casini, donna fiorentina che, per opporsi alla ‘ndrangheta e alla famiglia del fidanzato, pagò con la vita il proprio coraggio. Il cor-teo di Libera e gli appuntamenti del 15 e 16 marzo avranno come scopo proprio quello di non dimenticare le storie come questa. Più o meno conosciute, spesso del tutto ignote.

Un fi ume di passi per non dimenticareL’EVENTO. Il 16 marzo la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Ilaria Esposito

L’iniziativa, organizzata da “Libera” e “Avviso pubblico”, si terrà

a Firenze nell’anno del ventennale della strage dei Georgofi li.

In programma un corteo dalla Fortezza allo stadio Franchi:

prevista la partecipazione di oltre centomila persone.

Saranno poi letti i nomi di coloro che hanno pagato con la vita

Page 16: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

LE STORIE

Non ci sono solo Lorenza e Ingrid. Ma anche Alessio, Fran-cesco e Alessandro. Sono usciti dall’anonimato per portare

alla ribalta delle cronache la questione delle unioni omosessuali. Casi che hanno fatto discutere e riflettere. Chi se lo può permet-tere, prende il volo e va all’estero per sposarsi in paesi come Nor-vegia, Spagna o Canada, dove le nozze gay sono legali. Da noi il certificato ottenuto oltre confine non è altro che carta straccia, ma in molti decidono di iniziare una battaglia legale una volta tornati in Italia. È il caso, ad esempio, di Alessandro Cresci, qua-rantaquattrenne che siede nel consiglio provinciale fiorentino, e

del suo compagno Juanito, di cinque anni più grande. I due hanno pronunciato il fatidico “sì” lo scorso 5 settembre davanti a un funzionario del municipio di Oslo. Tornati a Firenze, hanno repli-cato in modo simbolico la cerimonia in Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia, dopo l’ok del presidente Andrea Barducci. Adesso hanno intrapreso la via delle carte bollate, presentando ricorso dopo il rifiuto della trascrizione nel loro Comune di resi-denza, Pontassieve. Una strada imboccata nel 2007 anche da altri due fiorentini. Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro sei anni fa furono la prima coppia omosessuale a richiedere la pubblicazio-

ne del matrimonio in Palazzo Vecchio, scatenando un polverone e una guerra davanti ai giudici. Andando ancora più indietro, il 21 ottobre 2002, Alessio De Giorgi, noto imprenditore, genovese di nascita ma trapiantato in Toscana, e il suo compagno Christian Panicucci finirono su tutti i giornali. Furono i primi “sposi” gay d’Italia. Si unirono con il “rito” amministrativo dei Pacs, il patto civile di solidarietà valido solo in Francia, pronunciando il fati-dico sì nella sede del consolato francese a Roma. Dopo cinque anni è arrivata la crisi del loro rapporto e sono diventati i primi coniugi gay in Italia a essersi separati.

Sempre più persone volano in direzione di quegli Stati che hanno legalizzato i legami omosessuali

In fuga da Firenze, verso i paesi che hanno detto “sì”

/G.C.

societàUNIONI GAY. Una fiorentina di nascita e una d’adozione raccontano online i preparativi alla cerimonia

Lei, l’altra e il matrimonio in Svezia

Quasi le va di traverso il pranzo. Alla notizia, comincia a ridere e urla: “Che ganze!”. Sua sorella Lorenza le ha appena annunciato il grande evento. Si sposerà con la compagna

Ingrid. Gioia e sorrisi durante una riunione familiare, momenti di una normale casa filmati con un cellulare e finiti su Youtube. Lorenza, fiorentina di 33 anni, e Ingrid, 35enne di origini svedesi ma cresciuta a Firenze, hanno deciso insieme a due amici di creare un diario online per raccontare con video, foto e testi i preparativi per il loro matrimonio. Non in Italia, ma in Svezia, dove le noz-ze tra persone dello stesso sesso sono permesse. Anche in chiesa: nel paese scandinavo l’istituzione religiosa dipende direttamente dallo Stato. Con il loro video-rac-conto stanno emozionando il popolo di internet. Il blog (www.leidissesi.net) è andato più volte in tilt per le trop-pe visite, raccogliendo i commenti – per la maggior parte entusiasti – di migliaia di lettori. Il conto alla rovescia è iniziato: la cerimonia è fissata il 21 giugno 2013, giorno del solstizio d’estate, festa nazionale in Svezia con ben diciotto ore di luce. “Vogliamo mostrare con naturalezza come le nostre nozze siano uguali a tutte le altre – di-cono – ci sono da organizzare tante cose: il catering, il viaggio, la lista degli invitati, come in ogni altro matri-monio”. Le due promesse spose stanno insieme da sette anni. All’inizio Lorenza non era molto convinta di com-piere il grande passo. “Non ne volevo sapere – racconta

sorridendo – non capivo il motivo di farlo in un paese estero, quando l’Italia non riconosce le unioni omoses-suali. Poi – aggiunge più seria – ho compreso: è un atto simbolico, ma una coppia ha bisogno anche di simboli”. Su internet sono finite così le reazioni commosse delle colleghe di lavoro, le interminabili riunioni per decidere il menù nuziale e lo stupore dei bambini, figli delle ami-che, che chiedono: “Mamma, perché non possono farlo in Italia?”. “Mia madre è letteralmente impazzita”, rivela Lorenza. “Ci ha subito richiamate all’ordine – commen-ta divertita Ingrid – portare avanti il proprio lavoro e un blog allo stesso tempo è molto impegnativo: eravamo in-dietro con le partecipazioni, non avevamo comprato gli anelli, per non parlare dei vestiti da sposa. Lei ha alzato il telefono e ci ha ricordato i nostri doveri”. Fra tre mesi parenti e invitati voleranno in Svezia, mentre Lorenza e Ingrid, cariche di tutto il necessario, affronteranno un lungo viaggio in auto, documentandolo tappa dopo tap-pa. “In effetti non è un matrimonio a zero emissioni, e questo ci dispiace molto – precisano – ma non potevamo fare altrimenti, visto che l’Italia non ci permette di spo-sarci”. In futuro il blog potrebbe diventare qualcosa di più. “Vedremo, è nato per dare un volto al concetto di matrimoni omosessuali e potrà continuare a farlo. Dietro questa parola ci sono delle persone comuni, come noi, che stanno insieme da anni e che desiderano solo veder riconosciuto il loro amore”.

Gianni Carpini

Lorenza e Ingrid faranno il grande passo il 21 giugno, all’estero perché in Italia non possono. Intanto hanno

dato vita a un seguitissimo blog: “Vogliamo mostrare come le nostre nozze siano uguali a tutte le altre”

le future SpoSe lorenZa e ingrid

società

Basterà tenere la velocità consigliata per non trovare il rosso al semaforo

successivo. L’obiettivo è contrastare il superamento dei limiti, ma non solo

È entrata da poco in funzione l’onda ver-de semaforica sui viali di circonvalla-zione, un sistema innovativo che, attra-verso il coordinamento degli impianti

semaforici ad opera della centrale operativa della Silfi, indica agli utenti della strada la ve-locità da tenere per trovare tutti i semafori ver-di. Il tutto in una direzione ben chiara, la stessa lungo la quale viaggia da tempo l’associazione “Lorenzo Guarnieri”: l’onda verde semaforica fa parte infatti delle azioni di “Ingegneria” pre-viste dal progetto David, il piano strategico per la sicurezza stradale a Firenze 2011-2020 che ha l’obiettivo di salvare 58 vite umane e di ridurre di mille unità i feriti gravi. E ne fa parte perché il coordinamento semaforico mira a disincentivare il superamento dei limiti di velocità. Ma come funziona? L’onda verde è resa possibile grazie all’utilizzo dell’Urban Traffic Control (Utc), il nuovo sistema di controllo semaforico centraliz-zato. L’Utc gestisce 204 impianti semaforici (tre anni fa erano 80) su un totale di 318: si tratta complessivamente di 3.700 lanterne (900 a led). Per ogni incrocio semaforico gestito dal sistema Utc è possibile inviare comandi di attuazione dei piani semaforici disponibili per l’impian-to. I piani semaforici predefiniti sono sette (tra cui quello per il picco mattutino, il picco sera-le, l’ora di “morbida”, ecc.) e sono predisposti anche piani per eventi quali manifestazioni allo stadio, Pitti Immagine e via dicendo. Ma la novi-tà tocca l’intero territorio, perché il sistema Utc dà la possibilità di gestire le principali direttrici di entrata e di uscita dalla città, ovvero Fi-Pi-Li, Pistoiese, Pratese, Sestese, Bolognese, Firenze Nord, Faentina, Firenze Sud e Senese. Quella avviata nelle scorse settimane è l’ultima fase

Attese addio, ora c’è l’onda verdeBenedetta Strappi

SICUREZZA STRADALE. Da poco è entrata in funzione una novità sui viali di circonvallazione

Ma ci sono anche altri interventi in arrivo, an-cora nell’ambito del progetto David. Tut-

ti con un denominatore comune: proteggere gli utenti deboli della strada attraverso l’introduzione di elementi per ridurre la velocità e modulare la guida di automobilisti e scooteristi. Due, adesso, i principali settori su cui si concentra l’attenzio-ne: le intersezioni e le piste ciclabili. Per quanto riguarda il primo, sono già stati realizzati lavori in via Mafalda di Savoia e via dello Statuto, mentre sono in corso quelli in via di Villamagna e devono

iniziare quelli in via Fabbroni, via Magellano e via dei Della Robbia. Quanto alle piste ciclabili, sono già finiti gli interventi in via del Sansovino, via Massa, via Panciatichi e viale Guidoni. Si la-vora in viale Belfiore, mentre devono iniziare i lavori in via Lazio e via della Sala. Altri punti del progetto David riguardano il miglioramento della visibilità degli attraversamenti pedonali (anche attraverso sistemi di illuminazione notturna), la riduzione della velocità dei veicoli e l’aumento dello spazio disponibile per l’arresto. Già realiz-

zati i lavori sugli attraversamenti pedonali in via Circondaria, via dell’Olmatello, via Reginaldo Giuliani e via Baracca. Sono in corso interventi mirati in via dell’Agnolo, piazza Ravenna, via De Sanctis, via del Pignoncino e lungarno Co-lombo, mentre sono da realizzare quelli in via del Guarlone e via di Ripoli. Complessivamente, per questi lavori sono già stati spesi 720mila euro: a questi si aggiungono i 270mila euro per gli in-terventi in corso e i 790mila euro previsti per i progetti da realizzare.

E ai più “deboli” ci pensa DavidFOCUS. Va avanti il progetto che vuol proteggere le categorie a rischio

/B.S.

del progetto e si è concretizzata con l’installazione delle lanterne semaforiche specifiche per la comunicare agli utenti della strada della velocità da tenere per sfruttare l’onda verde. Queste “lanterne” (che altro non sono se non semafori dove a ogni lampada corrisponde la velocità consigliata per trovare il verde agli incroci successivi: 50, 40 o 30 km/h) sono state collocate sui viali di circonvalla-zione da Strozzi fino all’Arno (ovvero agli incroci Strozzi-Lavagnini, Matteotti-Cherubini, Donatello-Alfieri e piazza Beccaria). Automobilisti e scooteristi non dovranno quindi far altro che tenere la velocità consigliata per trovare il verde al semaforo successivo, ed evitare così di spingere il piede sull’acceleratore in modo inutile, oltre che irresponsabile. Una volta sperimentato, il sistema sarà implementato con ulteriori lanterne su altre direttrici cruciali per il traffico cit-tadino. “Fa piacere vedere che il piano David sta diventando realtà – commenta Stefano Guarnieri – altro arriverà a breve, a dimostrazione che per combattere la violenza stradale dobbiamo muoverci su più fronti, non ultimo quello delle leggi. Per questo stiamo continuando a raccogliere firme per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio stradale”.

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16 Marzo 2013

Page 17: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

LE STORIE

Non ci sono solo Lorenza e Ingrid. Ma anche Alessio, Fran-cesco e Alessandro. Sono usciti dall’anonimato per portare

alla ribalta delle cronache la questione delle unioni omosessuali. Casi che hanno fatto discutere e riflettere. Chi se lo può permet-tere, prende il volo e va all’estero per sposarsi in paesi come Nor-vegia, Spagna o Canada, dove le nozze gay sono legali. Da noi il certificato ottenuto oltre confine non è altro che carta straccia, ma in molti decidono di iniziare una battaglia legale una volta tornati in Italia. È il caso, ad esempio, di Alessandro Cresci, qua-rantaquattrenne che siede nel consiglio provinciale fiorentino, e

del suo compagno Juanito, di cinque anni più grande. I due hanno pronunciato il fatidico “sì” lo scorso 5 settembre davanti a un funzionario del municipio di Oslo. Tornati a Firenze, hanno repli-cato in modo simbolico la cerimonia in Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia, dopo l’ok del presidente Andrea Barducci. Adesso hanno intrapreso la via delle carte bollate, presentando ricorso dopo il rifiuto della trascrizione nel loro Comune di resi-denza, Pontassieve. Una strada imboccata nel 2007 anche da altri due fiorentini. Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro sei anni fa furono la prima coppia omosessuale a richiedere la pubblicazio-

ne del matrimonio in Palazzo Vecchio, scatenando un polverone e una guerra davanti ai giudici. Andando ancora più indietro, il 21 ottobre 2002, Alessio De Giorgi, noto imprenditore, genovese di nascita ma trapiantato in Toscana, e il suo compagno Christian Panicucci finirono su tutti i giornali. Furono i primi “sposi” gay d’Italia. Si unirono con il “rito” amministrativo dei Pacs, il patto civile di solidarietà valido solo in Francia, pronunciando il fati-dico sì nella sede del consolato francese a Roma. Dopo cinque anni è arrivata la crisi del loro rapporto e sono diventati i primi coniugi gay in Italia a essersi separati.

Sempre più persone volano in direzione di quegli Stati che hanno legalizzato i legami omosessuali

In fuga da Firenze, verso i paesi che hanno detto “sì”

/G.C.

societàUNIONI GAY. Una fiorentina di nascita e una d’adozione raccontano online i preparativi alla cerimonia

Lei, l’altra e il matrimonio in Svezia

Quasi le va di traverso il pranzo. Alla notizia, comincia a ridere e urla: “Che ganze!”. Sua sorella Lorenza le ha appena annunciato il grande evento. Si sposerà con la compagna

Ingrid. Gioia e sorrisi durante una riunione familiare, momenti di una normale casa filmati con un cellulare e finiti su Youtube. Lorenza, fiorentina di 33 anni, e Ingrid, 35enne di origini svedesi ma cresciuta a Firenze, hanno deciso insieme a due amici di creare un diario online per raccontare con video, foto e testi i preparativi per il loro matrimonio. Non in Italia, ma in Svezia, dove le noz-ze tra persone dello stesso sesso sono permesse. Anche in chiesa: nel paese scandinavo l’istituzione religiosa dipende direttamente dallo Stato. Con il loro video-rac-conto stanno emozionando il popolo di internet. Il blog (www.leidissesi.net) è andato più volte in tilt per le trop-pe visite, raccogliendo i commenti – per la maggior parte entusiasti – di migliaia di lettori. Il conto alla rovescia è iniziato: la cerimonia è fissata il 21 giugno 2013, giorno del solstizio d’estate, festa nazionale in Svezia con ben diciotto ore di luce. “Vogliamo mostrare con naturalezza come le nostre nozze siano uguali a tutte le altre – di-cono – ci sono da organizzare tante cose: il catering, il viaggio, la lista degli invitati, come in ogni altro matri-monio”. Le due promesse spose stanno insieme da sette anni. All’inizio Lorenza non era molto convinta di com-piere il grande passo. “Non ne volevo sapere – racconta

sorridendo – non capivo il motivo di farlo in un paese estero, quando l’Italia non riconosce le unioni omoses-suali. Poi – aggiunge più seria – ho compreso: è un atto simbolico, ma una coppia ha bisogno anche di simboli”. Su internet sono finite così le reazioni commosse delle colleghe di lavoro, le interminabili riunioni per decidere il menù nuziale e lo stupore dei bambini, figli delle ami-che, che chiedono: “Mamma, perché non possono farlo in Italia?”. “Mia madre è letteralmente impazzita”, rivela Lorenza. “Ci ha subito richiamate all’ordine – commen-ta divertita Ingrid – portare avanti il proprio lavoro e un blog allo stesso tempo è molto impegnativo: eravamo in-dietro con le partecipazioni, non avevamo comprato gli anelli, per non parlare dei vestiti da sposa. Lei ha alzato il telefono e ci ha ricordato i nostri doveri”. Fra tre mesi parenti e invitati voleranno in Svezia, mentre Lorenza e Ingrid, cariche di tutto il necessario, affronteranno un lungo viaggio in auto, documentandolo tappa dopo tap-pa. “In effetti non è un matrimonio a zero emissioni, e questo ci dispiace molto – precisano – ma non potevamo fare altrimenti, visto che l’Italia non ci permette di spo-sarci”. In futuro il blog potrebbe diventare qualcosa di più. “Vedremo, è nato per dare un volto al concetto di matrimoni omosessuali e potrà continuare a farlo. Dietro questa parola ci sono delle persone comuni, come noi, che stanno insieme da anni e che desiderano solo veder riconosciuto il loro amore”.

Gianni Carpini

Lorenza e Ingrid faranno il grande passo il 21 giugno, all’estero perché in Italia non possono. Intanto hanno

dato vita a un seguitissimo blog: “Vogliamo mostrare come le nostre nozze siano uguali a tutte le altre”

le future SpoSe lorenZa e ingrid

società

Basterà tenere la velocità consigliata per non trovare il rosso al semaforo

successivo. L’obiettivo è contrastare il superamento dei limiti, ma non solo

È entrata da poco in funzione l’onda ver-de semaforica sui viali di circonvalla-zione, un sistema innovativo che, attra-verso il coordinamento degli impianti

semaforici ad opera della centrale operativa della Silfi, indica agli utenti della strada la ve-locità da tenere per trovare tutti i semafori ver-di. Il tutto in una direzione ben chiara, la stessa lungo la quale viaggia da tempo l’associazione “Lorenzo Guarnieri”: l’onda verde semaforica fa parte infatti delle azioni di “Ingegneria” pre-viste dal progetto David, il piano strategico per la sicurezza stradale a Firenze 2011-2020 che ha l’obiettivo di salvare 58 vite umane e di ridurre di mille unità i feriti gravi. E ne fa parte perché il coordinamento semaforico mira a disincentivare il superamento dei limiti di velocità. Ma come funziona? L’onda verde è resa possibile grazie all’utilizzo dell’Urban Traffic Control (Utc), il nuovo sistema di controllo semaforico centraliz-zato. L’Utc gestisce 204 impianti semaforici (tre anni fa erano 80) su un totale di 318: si tratta complessivamente di 3.700 lanterne (900 a led). Per ogni incrocio semaforico gestito dal sistema Utc è possibile inviare comandi di attuazione dei piani semaforici disponibili per l’impian-to. I piani semaforici predefiniti sono sette (tra cui quello per il picco mattutino, il picco sera-le, l’ora di “morbida”, ecc.) e sono predisposti anche piani per eventi quali manifestazioni allo stadio, Pitti Immagine e via dicendo. Ma la novi-tà tocca l’intero territorio, perché il sistema Utc dà la possibilità di gestire le principali direttrici di entrata e di uscita dalla città, ovvero Fi-Pi-Li, Pistoiese, Pratese, Sestese, Bolognese, Firenze Nord, Faentina, Firenze Sud e Senese. Quella avviata nelle scorse settimane è l’ultima fase

Attese addio, ora c’è l’onda verdeBenedetta Strappi

SICUREZZA STRADALE. Da poco è entrata in funzione una novità sui viali di circonvallazione

Ma ci sono anche altri interventi in arrivo, an-cora nell’ambito del progetto David. Tut-

ti con un denominatore comune: proteggere gli utenti deboli della strada attraverso l’introduzione di elementi per ridurre la velocità e modulare la guida di automobilisti e scooteristi. Due, adesso, i principali settori su cui si concentra l’attenzio-ne: le intersezioni e le piste ciclabili. Per quanto riguarda il primo, sono già stati realizzati lavori in via Mafalda di Savoia e via dello Statuto, mentre sono in corso quelli in via di Villamagna e devono

iniziare quelli in via Fabbroni, via Magellano e via dei Della Robbia. Quanto alle piste ciclabili, sono già finiti gli interventi in via del Sansovino, via Massa, via Panciatichi e viale Guidoni. Si la-vora in viale Belfiore, mentre devono iniziare i lavori in via Lazio e via della Sala. Altri punti del progetto David riguardano il miglioramento della visibilità degli attraversamenti pedonali (anche attraverso sistemi di illuminazione notturna), la riduzione della velocità dei veicoli e l’aumento dello spazio disponibile per l’arresto. Già realiz-

zati i lavori sugli attraversamenti pedonali in via Circondaria, via dell’Olmatello, via Reginaldo Giuliani e via Baracca. Sono in corso interventi mirati in via dell’Agnolo, piazza Ravenna, via De Sanctis, via del Pignoncino e lungarno Co-lombo, mentre sono da realizzare quelli in via del Guarlone e via di Ripoli. Complessivamente, per questi lavori sono già stati spesi 720mila euro: a questi si aggiungono i 270mila euro per gli in-terventi in corso e i 790mila euro previsti per i progetti da realizzare.

E ai più “deboli” ci pensa DavidFOCUS. Va avanti il progetto che vuol proteggere le categorie a rischio

/B.S.

del progetto e si è concretizzata con l’installazione delle lanterne semaforiche specifiche per la comunicare agli utenti della strada della velocità da tenere per sfruttare l’onda verde. Queste “lanterne” (che altro non sono se non semafori dove a ogni lampada corrisponde la velocità consigliata per trovare il verde agli incroci successivi: 50, 40 o 30 km/h) sono state collocate sui viali di circonvalla-zione da Strozzi fino all’Arno (ovvero agli incroci Strozzi-Lavagnini, Matteotti-Cherubini, Donatello-Alfieri e piazza Beccaria). Automobilisti e scooteristi non dovranno quindi far altro che tenere la velocità consigliata per trovare il verde al semaforo successivo, ed evitare così di spingere il piede sull’acceleratore in modo inutile, oltre che irresponsabile. Una volta sperimentato, il sistema sarà implementato con ulteriori lanterne su altre direttrici cruciali per il traffico cit-tadino. “Fa piacere vedere che il piano David sta diventando realtà – commenta Stefano Guarnieri – altro arriverà a breve, a dimostrazione che per combattere la violenza stradale dobbiamo muoverci su più fronti, non ultimo quello delle leggi. Per questo stiamo continuando a raccogliere firme per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio stradale”.

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L’INIZIATIVA. Ogni sabato alla Casa della Cultura di Ponte di Mezzo si tengono lezioni speciali

In “classe”, in cerca delle proprie radici

esperienze

Hajar ha otto anni e, tutta orgogliosa, annuncia di aver imparato a scrive-re quella difficile lette-

ra araba, quella che in italiano non si pronuncia. Yasmin e Yassin sono i più piccoli, hanno quattro anni e, per ora, guardano i loro compagni di classe con gli occhi sgranati. Più che di scrivere e leggere hanno voglia di fare tanti giochi. Youssef invece di anni ne ha venti, è ormai un “veterano” e, più che imparare, aiuta gli altri bambini. Lo vediamo impegnato con due di loro prove-nienti dal Bangladesh, che riem-piono i loro quaderni in silenzio, scrivendo fitto fitto. Sono solo al-cuni degli oltre quaranta bambini e ragazzi che il sabato pomeriggio,

in una sala della Casa della Cultu-ra di Ponte di Mezzo, partecipano a un corso di arabo molto partico-lare, organizzato dall’associazione di donne magrebine Nissaa e rivol-to a bambini nati in Italia da geni-tori di madrelingua araba. Stranie-ri solo sul documento d’identità, che parlano italiano, anzi, proprio fiorentino, come tiene a ricordare Giuseppe Guagni, il presidente della Casa del Popolo, che quei bambini li considera un po’ tutti come suoi e che spesso si affaccia alla porta della classe coi lucciconi agli occhi, come raccontano le in-segnanti. Un corso un po’ speciale, nato da un progetto particolare. “Sentivamo la necessità di far ri-avvicinare i nostri bambini alla

loro lingua d’origine e alle loro radici – spiega Aouatif, respon-sabile della scuola e insegnante, assieme ad altre tre donne e a un uomo, tutti laureati nel loro paese d’origine, in diverse materie, dalle lingue alle scienze politiche – ab-biamo cominciato l’anno scorso, grazie alla disponibilità della casa del popolo che ci ha permesso di usufruire di questo locale: c’erano sì e no dieci bambini, ora sono più di quaranta. Prima – continua – fa-cevamo lezione il martedì e il gio-vedì, poi ci siamo resi conto che i bambini erano troppo stanchi dalla scuola e abbiamo deciso di svol-gere il corso di sabato”. Bambini di varie nazionalità, marocchini, tunisini, algerini, egiziani, senega-lesi e di molti altri paesi, affollano la classe mentre fuori li aspettano le loro mamme, che ormai hanno socializzato. “È un momento di incontro anche per loro: per que-sto abbiamo organizzato dei cor-si di alfabetizzazione rivolti alle mamme e vorremmo proseguire il nostro progetto anche con labora-tori di artigianato o di cucito, per far conoscere le nostre tradizioni e permettere alle nostre donne di fare pratica e acquisire nuove pro-fessionalità”, prosegue Aouatif. Tante le idee, poche purtroppo le risorse, anche se un aiuto è arri-vato dalla Regione Toscana, che

ha messo a loro disposizione un contributo straordinario per far fronte agli arredi. “State facen-do qualcosa di grande – ha detto loro Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega all’istru-zione – avete iniziato a riempire un vuoto che è dei vostri figli, ma che è anche dei nostri, dato che i corsi sono aperti anche ai bambini italiani: conoscere le lingue è pre-

supposto fondamentale per essere liberi. Questi bambini sono nati nel nostro Paese, ma non hanno la cittadinanza italiana. Sono, come gli altri bimbi stranieri nati qui, in una situazione paradossale e inaccettabile. Il messaggio che vo-gliamo mandare ancora una volta è che chi nasce in Italia è italiano e deve essere riconosciuto come tale”.

Sara Camaiora

Oltre quaranta alunni partecipano

a un corso di arabo molto particolare,

nato per “far riavvicinare i nostri fi gli

alla loro lingua d’origine”, spiega Aouatif,

responsabile della scuola. Bambini

stranieri solo sul documento d’identità,

che nella vita quotidiana parlano

italiano. Anzi, spesso fi orentino

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18 Marzo 2013

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L’INIZIATIVA. Ogni sabato alla Casa della Cultura di Ponte di Mezzo si tengono lezioni speciali

In “classe”, in cerca delle proprie radici

esperienze

Hajar ha otto anni e, tutta orgogliosa, annuncia di aver imparato a scrive-re quella difficile lette-

ra araba, quella che in italiano non si pronuncia. Yasmin e Yassin sono i più piccoli, hanno quattro anni e, per ora, guardano i loro compagni di classe con gli occhi sgranati. Più che di scrivere e leggere hanno voglia di fare tanti giochi. Youssef invece di anni ne ha venti, è ormai un “veterano” e, più che imparare, aiuta gli altri bambini. Lo vediamo impegnato con due di loro prove-nienti dal Bangladesh, che riem-piono i loro quaderni in silenzio, scrivendo fitto fitto. Sono solo al-cuni degli oltre quaranta bambini e ragazzi che il sabato pomeriggio,

in una sala della Casa della Cultu-ra di Ponte di Mezzo, partecipano a un corso di arabo molto partico-lare, organizzato dall’associazione di donne magrebine Nissaa e rivol-to a bambini nati in Italia da geni-tori di madrelingua araba. Stranie-ri solo sul documento d’identità, che parlano italiano, anzi, proprio fiorentino, come tiene a ricordare Giuseppe Guagni, il presidente della Casa del Popolo, che quei bambini li considera un po’ tutti come suoi e che spesso si affaccia alla porta della classe coi lucciconi agli occhi, come raccontano le in-segnanti. Un corso un po’ speciale, nato da un progetto particolare. “Sentivamo la necessità di far ri-avvicinare i nostri bambini alla

loro lingua d’origine e alle loro radici – spiega Aouatif, respon-sabile della scuola e insegnante, assieme ad altre tre donne e a un uomo, tutti laureati nel loro paese d’origine, in diverse materie, dalle lingue alle scienze politiche – ab-biamo cominciato l’anno scorso, grazie alla disponibilità della casa del popolo che ci ha permesso di usufruire di questo locale: c’erano sì e no dieci bambini, ora sono più di quaranta. Prima – continua – fa-cevamo lezione il martedì e il gio-vedì, poi ci siamo resi conto che i bambini erano troppo stanchi dalla scuola e abbiamo deciso di svol-gere il corso di sabato”. Bambini di varie nazionalità, marocchini, tunisini, algerini, egiziani, senega-lesi e di molti altri paesi, affollano la classe mentre fuori li aspettano le loro mamme, che ormai hanno socializzato. “È un momento di incontro anche per loro: per que-sto abbiamo organizzato dei cor-si di alfabetizzazione rivolti alle mamme e vorremmo proseguire il nostro progetto anche con labora-tori di artigianato o di cucito, per far conoscere le nostre tradizioni e permettere alle nostre donne di fare pratica e acquisire nuove pro-fessionalità”, prosegue Aouatif. Tante le idee, poche purtroppo le risorse, anche se un aiuto è arri-vato dalla Regione Toscana, che

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Il cambiamento è partito or-mai da un mesetto, ma an-cora non tutti ci hanno fatto l’abitudine e allora ripetere

le “istruzioni per l’uso” forse non guasta. La guardia farmaceuti-ca notturna, dallo scorso primo febbraio, è stata riorganizzata, e adesso nella fascia oraria che va mezzanotte alle otto di mattina le farmacie aperte in città sono solo due. Una è la “comunale 13” all’interno della stazione di Santa Maria Novella, l’altra è la “comunale 5” in piazza dell’Iso-lotto. Il nuovo assetto prevede nuovi turni per le farmacie, con un’apertura articolata in quattro fasce orarie e una riduzione pro-gressiva delle farmacie in servi-zio con il passare delle ore (per l’elenco completo delle aperture: www.comune.fi.it). Per garantire comunque la risposta ai bisogni dei cittadini, la riorganizzazio-ne prevede anche un servizio di consegna a domicilio dei farmaci

nella fascia notturna che rimane più “sguarnita”. Da mezzanotte alle otto i farmaci potranno infat-ti essere recapitati direttamente a casa del paziente, grazie a un servizio messo a disposizione dal Comune. Il nuovo servizio, frutto di un progetto elaborato e finan-ziato dall’associazione sindacale titolari di farmacie, è gratuito (si paga cioè solo il ticket o il prez-zo del farmaco, che restano a carico dell’utente) per tutti i cit-tadini residenti o domiciliati nel territorio comunale. E siccome è notte, e al buio diventa tutto un po’ più complicato, i “fattorini” delle medicine sono guardie giu-rate in divisa e radiocollegate a una centrale operativa in grado di gestire in tempo reale le chia-mate. Ma per attivare la consegna domiciliare non basta la chiamata del singolo cittadino. Deve inve-ce intervenire la guardia medi-ca (che oggi, per l’esattezza, si chiama “medico di continuità

assistenziale”) per attivare il tut-to, laddove ritenga necessario che il paziente debba cominciare immediatamente la terapia. Allo stesso modo toccherà al medico valutare se il paziente è effettiva-mente impossibilitato a ritirare i farmaci personalmente. Dal pun-to di vista operativo, a seguito della chiamata della guardia me-dica alla centrale operativa, la so-cietà di vigilanza si occuperà di prelevare la ricetta al domicilio dal paziente, di ritirare i farmaci nella farmacia di turno e di con-segnarli direttamente a casa del cittadino. Per ulteriori informa-zioni si possono contattare gli uf-fici della direzione Servizi Socia-li (055.2616820, 055.2767406). La nuova organizzazione è stata concordata da Comune, Dipar-timento del farmaco, Azienda sanitaria di Firenze, Ordine dei farmacisti e Associazione sinda-cale titolari di farmacia della pro-vincia di Firenze.

FARMACIE. Meno punti aperti e consegne a domicilio: cosa è cambiato

Va avanti la “rivoluzione” notturna

Benedetta Strappi

Medicine complementari, ora è tutto nero su bianco

Agopuntura, fitoterapia, omeopatia, omotossicologia e antroposo-fia: per le medicine complementari finalmente è arrivata l’uffi-

cializzazione a livello nazionale. Il che vuol dire controllo maggiore e minor rischio di imbattersi in professionisti mica tanto professionisti. È stato infatti approvato un accordo Stato-Regioni che permetterà un percorso di qualità uniforme in tutta Italia per la formazione dei me-dici, dei veterinari e dei farmacisti. Cosa vuol dire in concreto? Per quanto riguarda i medici, l’accordo consentirà ai professionisti forma-ti di iscriversi in appositi elenchi di esperti, che saranno tenuti dagli ordini professionali competenti per territorio, e agli istituti di forma-zione, pubblici e privati, di erogare corsi accreditati riconosciuti a li-vello nazionale. I medici, per essere definiti “esperti nelle medicine complementari”, come previsto dall’accordo, dovranno seguire master universitari o corsi formativi triennali, oltre a formazione guidata e ti-rocini. Completano l’accordo gli obiettivi formativi, la metodologia didattica, i requisiti dei docenti e le norme transitorie per la fase di prima applicazione. Insomma, tutto nero su bianco, per colmare un vuoto nella legislazione nazionale. Per la verità, la Regione Toscana ha svolto sin dall’inizio un ruolo di primo piano in questa iniziativa, anche grazie all’esperienza maturata con l’approvazione della legge regionale 9/2007, che disciplina la formazione per i medici chirurghi e odontoiatri, i medici veterinari e i farmacisti che praticano agopuntu-ra, omeopatia e fitoterapia. Ora la palla passa alle Regioni: toccherà a loro recepire l’accordo nella propria normativa. Il testo - che era stato proposto dal gruppo tecnico interregionale medicine complementari coordinato dalla Regione Toscana - contiene un allegato che regola la formazione dei medici chirurghi e odontoiatri e si impegna a una successiva regolamentazione anche per veterinari e farmacisti. Questo vuol dire che da oggi l’intero comparto verrà regolamentato, e non sarà una novità per pochi, se si pensa che in Italia sono oltre ventimila i medici che esercitano agopuntura, fitoterapia, omeopatia e altre terapie con farmaci in diluizione, i medici veterinari e i farmacisti impegnati nel settore. E il venti per cento della popolazione (e degli animali) che si cura con queste terapie sarà finalmente tutelato su tutto il territorio nazionale. /G.R.

L’ACCORDO. Più controlli e rischi ridotti

speciale salute 19

Page 20: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

Palettina e rastrello al posto di vanga e zappa. Qualche vaso di medie dimensioni, ottimi quelli in terracotta, l’indispensabile concime, meglio se biologico, e il gioco è fatto. C’è tutto il necessario

per trasformare pochi metri quadri di terrazzo in un “cam-po” a misura di condominio, dove far crescere verdura fresca da portare in tavola. Si parte da una spesa iniziale di poche decine di euro, mentre il risparmio sugli acquisti alimentari, dice chi si è già scoperto “agricoltore di città”, è garantito. E poi c’è la soddisfazione di aver visto cre-scere con i propri occhi quello che va a finire nel piatto. Piante aromatiche, ma anche pomodori, zucchine, lattuga, addirittura le melanzane: fuori dalle finestre può crescere più di quanto si creda, è sufficiente avere una buona illu-minazione e seguire qualche consiglio. Con l’avvicinarsi della bella stagione, il fenomeno dell’orto sul balcone tor-na a impazzare anche a Firenze. Sia una moda che ricalca l’orto urbano di Michelle Obama alla Casa Bianca, una scelta obbligata per alleggerire il carrello della spesa o una decisione per controllare da vicino ciò che va a fi-nire in tavola, fatto sta che negli ultimi tempi sono au-mentati i fiorentini con il pollice verde. Lo sanno bene i negozi specializzati. “Alla fine della scorsa estate, ultimo periodo da sfruttare per le coltivazioni domestiche, tantis-simi clienti chiedevano informazioni su come creare un

orto sul terrazzo – racconta Simone Tofani, responsabile dell’area tecnica della Cooperativa di Legnaia – e ora con l’arrivo della primavera ci aspettiamo un nuovo boom”. Il momento migliore per iniziare è a fine mese, in modo da evitare ritorni di freddo, con piante aromatiche (salvia, ro-smarino ed erba cipollina), fragole, ravanelli e rucola. Ad aprile è la volta di basilico, peperoncini, zucchine, lattuga, melanzane e pomodori. “I vasi devono avere una grandez-za adeguata – avverte Tofani – bisogna tener presente che contengono una quantità limitata di terra, quindi le piante vanno aiutate con sostanze nutritive, usando concimi da sciogliere in acqua, chimici o biologici”. Non bisogna es-sere necessariamente degli esperti. “La spesa iniziale si aggira intorno ai 25 euro – prosegue – la tecnica è abba-stanza semplice e poi, in caso di dubbio, ci si può rivolgere ai negozi specializzati”. Una mano, sebbene a pagamento, può arrivare da Coldiretti: l’associazione degli agricolto-ri mette a disposizione personal trainer della zappa, tutor che forniscono a domicilio le loro consulenze tecniche. Intanto anche Slow Food Firenze ha in cantiere progetti in materia, mentre l’associazione “Fierucola” propone brevi incontri sulla costruzione di orti familiari durante gli even-ti dedicati ad agricoltura e artigianato nello spazio Sam, al vecchio Conventino di via Giano Della Bella (10 marzo, 14 aprile e 12 maggio). La Bibliotecanova dell’Isolotto, infine, ha una sezione dedicata ai libri per coltivare in modo bio, oltre a vantare un suo “bibliorto” curato da un gruppo di volontari sui terrazzamenti dell’edificio.

Gianni Carpini

La verdura? Crescesul balcone di casa

al verdeNATURA IN CITTÀ/1. La terrazza diventa un “podere” dove coltivare gli ortaggi da portare in tavola

L’INIZIATIVA

Bambini, tutti in fila, oggi si esce. La lezione è fuori dalle aule, nel baby-orto. Sono sette le scuole di Firenze, tra asili

nido, materne ed elementari, dove i piccoli imparano sul cam-po insieme a mastre, genitori e nonni. Seminano, annaffiano, vedono crescere le piante e, per finire, gustano il raccolto. Un modo diverso per apprendere i tempi della natura, le stagioni, il rispetto dell’ambiente. Si chiamano “Orti in condotta” e in Ita-lia ne esistono oltre quattrocento, promossi da Slowfood, l’as-sociazione no-profit che in tutto il mondo incoraggia la produ-zione di cibo su piccola scala, sostenibile e di qualità. A Firenze

l’esperienza pilota è partita qualche anno fa dalla scuola ele-mentare Pestalozzi, in zona Santa Croce, mentre da quest’an-no altri sei istituti vedono impegnati i loro piccoli agricoltori in erba, grazie a un progetto auto-finanziato dalla rete locale di Slowfood. Da Firenze sud a Campo di Marte, passando per il Galluzzo, le scuole hanno ritagliato nel proprio giardino un mini-appezzamento dove coltivare in modo biologico verdure ed erbe aromatiche, tutte rigorosamente di varietà locali. Gli insegnanti sono stati formati per seguire da vicino il lavoro nei campetti scolastici e periodicamente vengono affiancati da or-

ticoltori, produttori diretti e cuochi per attività di educazione alimentare. Ma anche nonno e nonna, mamma e papà hanno il loro ruolo. Parenti e genitori vengono coinvolti per mantene-re in buono stato le coltivazioni, soprattutto d’estate, quando gli agricoltori provetti sono a casa per le vacanze. L’iniziativa interesserà nei prossimi tre anni, oltre alla Pestalozzi, gli asili nido Pollicino di viale Ariosto, Palloncini di via Villamagna, Rapa Patata di viale Calatafimi, la scuola materna Grifeo in via delle Lame, la primaria e dell’infanzia Damiano Chiesa in via di Tozzoli e la Papini/Sauro del Galluzzo.

In sette scuole di Firenze, tra asili nido, materne ed elementari, i piccoli imparano a seminare e annaffiare

Bambini, tutti fuori: oggi la lezione “scende in campo”

/G.C.

al verde

Orti sociali, è boom:il ritorno alla terradi giovani e over 60

Un buon motivo per uscire di casa, ritrovarsi all’aria aperta e fare quat-tro chiacchiere per molti anziani. Un’occasione per lasciare l’aula e “sporcarsi le mani” per i ragazzi. Stiamo parlando degli orti sociali, quelle aree di proprietà comunale che fanno parte a tutti gli effetti del

verde pubblico e che vengono affidate per (più o meno brevi) periodi di tempo ai residenti over 60 o, più recentemente, anche ad alunni e classi di alcune scuole. A Firenze vengono gestiti dai singoli Quartieri e, nei primi mesi del 2013, le aree sono state riassegnate sia nel quartiere 1, per i lotti disponibili in via Jahier nella zona delle Cure, sia nel quartiere 4, uno dei più ricchi di spazi con 72 orti a San Lorenzo Greve, 34 a San Bartolo a Cintoia e ben 275 all’Argingrosso (divisi in due lotti di 120 e 155 unità), per un totale complessivo di 381 appezzamenti. Vero e proprio fiore all’occhiello della zona, gli orti del Q4 sono dotati di tutta una se-rie di servizi di supporto per chi ci lavora, come impianti d’irrigazione, armadietti personali, pompe e pozzi artesiani, e proprio qui si è registrata una delle prime “incursioni” di giovani nel mondo degli orti sociali. Nel 2012, infatti, un orto è stato affidato per la completa gestione a quattro studenti dell’Istituto di Agraria. Ma fra i progetti già avviati con successo nel quartiere dell’Isolotto rientra anche il Bibliorto che, come suggerisce il nome, si propone di mixare attività agricola e formazione in biblioteca. Si tratta infatti della coltivazione di cavoli, insalata, melanzane e molte altre verdure, rigorosamente di stagione, sulla terrazza al se-condo piano della BiblioteCanova dell’Isolotto. L’orto, come tutti quelli sociali, è rigorosamente biologico e viene coltivato grazie all’impegno di alcuni volontari con la passione, da molti riscoperta proprio grazie a questa opportunità, per la terra. I “bibliortolani”, come amano definirsi, sono già ben organizzati e puntano a “colonizzare” tutta la terrazza e una parte del giardino sottostante, accanto alla biblioteca. Ma gli orti sociali spopolano anche alle Piagge, dove a novembre scorso, grazie al contributo di Publiacqua, gli orti di via Piemenonte sono stati dotati di diciotto bauli di plastica per contenere le attrezzature e di sette ombrel-loni. Del resto, quella dell’orto sociale è anche una scelta al passo con i tempi, che – tra l’altro – aiuta molti pensionati ad arrivare alla fine del mese, conside-rando soprattutto l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Proprio i vegetali, infatti, stanno registrando un incremento non indifferente dei costi. Spostandosi poi a livello internazionale, oltre al risparmio, gli altri quattro buoni motivi per coltivare un orto in città, secondo il progetto “One Planet Food” del Wwf (www.oneplanetfood.info), sono: diminuire il tasso di cemento in città, stare meno al chiuso e più all’aria aperta, risparmiare Co2 e sostenere la biodiversità.

Serena Wiedenstritt

gli orti Sociali all’argingroSSo

NATURA IN CITTÀ/2. Si chiacchiera, si passa il tempo e si risparmia anche qualcosa sulla spesa

LA CURIOSITÀ

“Nessuno regala più fiori”, si sente dire spesso in giro. Ma, chi li regala ancora, sa da dove vengono? Spesso

no. Una rosa a stelo lungo può costare anche 5 euro perché, prima di arrivare dal fiorista sotto casa, fa un viaggio lungo migliaia di chilometri. Si inizia dal Kenya, nelle zone intorno al lago Naivasha. È qua che viene coltivata la maggior parte delle rose destinate ai mercati europei, perché il costo del lavo-ro è bassissimo. Dall’Africa, i fiori vengono poi trasportati in Olanda, nel mercato di Aalsmer. I fornitori europei partecipano all’asta, dopo aver raccolto gli ordini dei venditori al dettaglio.

Una filiera lunga e complessa, che Ninfa, una fiorista che ha il negozio nei dintorni di piazza della Signoria, ci descrive così: “Chiamo il mio fornitore tutti i giovedì e faccio il mio ordine. La merce parte il venerdì e arriva il sabato mattina. Le rose che ci arrivano sono chiuse e piene di spine. Per questo il lavo-ro che facciamo è da artigiani, non da commercianti: da parte nostra c’è una lavorazione”. La crisi, però, si fa sentire anche per i fioristi, che importando sono costretti a vendere al prezzo stabilito alle aste olandesi. Un negoziante paga una rosa a stelo lungo circa 2,20 euro, più i costi di trasporto. Ecco perché si

arriva a vendere un singolo fiore a 5 euro. “L’unico modo per difendersi – continua Ninfa – è puntare sulle produzioni locali. A Pescia si coltivano rose a stelo corto, che costano meno an-che perché da una sola pianta nascono fiori in quantità”. Per ri-cominciare a regalare bouquet senza far sfiorire il portafoglio, un’altra soluzione è quella di abbandonare il mito della rosa recisa. Da Pescia provengono anche bellissimi gerani, ranun-coli da Sanremo, violaciocche dal Meridione, anturium dalla Puglia. In fondo, rinunciare al classico sarà difficile, ma è pur sempre meglio di niente.

In pochi, regalando una rosa, sanno quanta strada abbia dovuto fare prima di approdare al negozio dietro l’angolo

Il lungo viaggio dei fi ori, migliaia di chilometri per arrivare fi no a noi

/I.E.

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20 Marzo 2013

Page 21: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

Palettina e rastrello al posto di vanga e zappa. Qualche vaso di medie dimensioni, ottimi quelli in terracotta, l’indispensabile concime, meglio se biologico, e il gioco è fatto. C’è tutto il necessario

per trasformare pochi metri quadri di terrazzo in un “cam-po” a misura di condominio, dove far crescere verdura fresca da portare in tavola. Si parte da una spesa iniziale di poche decine di euro, mentre il risparmio sugli acquisti alimentari, dice chi si è già scoperto “agricoltore di città”, è garantito. E poi c’è la soddisfazione di aver visto cre-scere con i propri occhi quello che va a finire nel piatto. Piante aromatiche, ma anche pomodori, zucchine, lattuga, addirittura le melanzane: fuori dalle finestre può crescere più di quanto si creda, è sufficiente avere una buona illu-minazione e seguire qualche consiglio. Con l’avvicinarsi della bella stagione, il fenomeno dell’orto sul balcone tor-na a impazzare anche a Firenze. Sia una moda che ricalca l’orto urbano di Michelle Obama alla Casa Bianca, una scelta obbligata per alleggerire il carrello della spesa o una decisione per controllare da vicino ciò che va a fi-nire in tavola, fatto sta che negli ultimi tempi sono au-mentati i fiorentini con il pollice verde. Lo sanno bene i negozi specializzati. “Alla fine della scorsa estate, ultimo periodo da sfruttare per le coltivazioni domestiche, tantis-simi clienti chiedevano informazioni su come creare un

orto sul terrazzo – racconta Simone Tofani, responsabile dell’area tecnica della Cooperativa di Legnaia – e ora con l’arrivo della primavera ci aspettiamo un nuovo boom”. Il momento migliore per iniziare è a fine mese, in modo da evitare ritorni di freddo, con piante aromatiche (salvia, ro-smarino ed erba cipollina), fragole, ravanelli e rucola. Ad aprile è la volta di basilico, peperoncini, zucchine, lattuga, melanzane e pomodori. “I vasi devono avere una grandez-za adeguata – avverte Tofani – bisogna tener presente che contengono una quantità limitata di terra, quindi le piante vanno aiutate con sostanze nutritive, usando concimi da sciogliere in acqua, chimici o biologici”. Non bisogna es-sere necessariamente degli esperti. “La spesa iniziale si aggira intorno ai 25 euro – prosegue – la tecnica è abba-stanza semplice e poi, in caso di dubbio, ci si può rivolgere ai negozi specializzati”. Una mano, sebbene a pagamento, può arrivare da Coldiretti: l’associazione degli agricolto-ri mette a disposizione personal trainer della zappa, tutor che forniscono a domicilio le loro consulenze tecniche. Intanto anche Slow Food Firenze ha in cantiere progetti in materia, mentre l’associazione “Fierucola” propone brevi incontri sulla costruzione di orti familiari durante gli even-ti dedicati ad agricoltura e artigianato nello spazio Sam, al vecchio Conventino di via Giano Della Bella (10 marzo, 14 aprile e 12 maggio). La Bibliotecanova dell’Isolotto, infine, ha una sezione dedicata ai libri per coltivare in modo bio, oltre a vantare un suo “bibliorto” curato da un gruppo di volontari sui terrazzamenti dell’edificio.

Gianni Carpini

La verdura? Crescesul balcone di casa

al verdeNATURA IN CITTÀ/1. La terrazza diventa un “podere” dove coltivare gli ortaggi da portare in tavola

L’INIZIATIVA

Bambini, tutti in fila, oggi si esce. La lezione è fuori dalle aule, nel baby-orto. Sono sette le scuole di Firenze, tra asili

nido, materne ed elementari, dove i piccoli imparano sul cam-po insieme a mastre, genitori e nonni. Seminano, annaffiano, vedono crescere le piante e, per finire, gustano il raccolto. Un modo diverso per apprendere i tempi della natura, le stagioni, il rispetto dell’ambiente. Si chiamano “Orti in condotta” e in Ita-lia ne esistono oltre quattrocento, promossi da Slowfood, l’as-sociazione no-profit che in tutto il mondo incoraggia la produ-zione di cibo su piccola scala, sostenibile e di qualità. A Firenze

l’esperienza pilota è partita qualche anno fa dalla scuola ele-mentare Pestalozzi, in zona Santa Croce, mentre da quest’an-no altri sei istituti vedono impegnati i loro piccoli agricoltori in erba, grazie a un progetto auto-finanziato dalla rete locale di Slowfood. Da Firenze sud a Campo di Marte, passando per il Galluzzo, le scuole hanno ritagliato nel proprio giardino un mini-appezzamento dove coltivare in modo biologico verdure ed erbe aromatiche, tutte rigorosamente di varietà locali. Gli insegnanti sono stati formati per seguire da vicino il lavoro nei campetti scolastici e periodicamente vengono affiancati da or-

ticoltori, produttori diretti e cuochi per attività di educazione alimentare. Ma anche nonno e nonna, mamma e papà hanno il loro ruolo. Parenti e genitori vengono coinvolti per mantene-re in buono stato le coltivazioni, soprattutto d’estate, quando gli agricoltori provetti sono a casa per le vacanze. L’iniziativa interesserà nei prossimi tre anni, oltre alla Pestalozzi, gli asili nido Pollicino di viale Ariosto, Palloncini di via Villamagna, Rapa Patata di viale Calatafimi, la scuola materna Grifeo in via delle Lame, la primaria e dell’infanzia Damiano Chiesa in via di Tozzoli e la Papini/Sauro del Galluzzo.

In sette scuole di Firenze, tra asili nido, materne ed elementari, i piccoli imparano a seminare e annaffiare

Bambini, tutti fuori: oggi la lezione “scende in campo”

/G.C.

al verde

Orti sociali, è boom:il ritorno alla terradi giovani e over 60

Un buon motivo per uscire di casa, ritrovarsi all’aria aperta e fare quat-tro chiacchiere per molti anziani. Un’occasione per lasciare l’aula e “sporcarsi le mani” per i ragazzi. Stiamo parlando degli orti sociali, quelle aree di proprietà comunale che fanno parte a tutti gli effetti del

verde pubblico e che vengono affidate per (più o meno brevi) periodi di tempo ai residenti over 60 o, più recentemente, anche ad alunni e classi di alcune scuole. A Firenze vengono gestiti dai singoli Quartieri e, nei primi mesi del 2013, le aree sono state riassegnate sia nel quartiere 1, per i lotti disponibili in via Jahier nella zona delle Cure, sia nel quartiere 4, uno dei più ricchi di spazi con 72 orti a San Lorenzo Greve, 34 a San Bartolo a Cintoia e ben 275 all’Argingrosso (divisi in due lotti di 120 e 155 unità), per un totale complessivo di 381 appezzamenti. Vero e proprio fiore all’occhiello della zona, gli orti del Q4 sono dotati di tutta una se-rie di servizi di supporto per chi ci lavora, come impianti d’irrigazione, armadietti personali, pompe e pozzi artesiani, e proprio qui si è registrata una delle prime “incursioni” di giovani nel mondo degli orti sociali. Nel 2012, infatti, un orto è stato affidato per la completa gestione a quattro studenti dell’Istituto di Agraria. Ma fra i progetti già avviati con successo nel quartiere dell’Isolotto rientra anche il Bibliorto che, come suggerisce il nome, si propone di mixare attività agricola e formazione in biblioteca. Si tratta infatti della coltivazione di cavoli, insalata, melanzane e molte altre verdure, rigorosamente di stagione, sulla terrazza al se-condo piano della BiblioteCanova dell’Isolotto. L’orto, come tutti quelli sociali, è rigorosamente biologico e viene coltivato grazie all’impegno di alcuni volontari con la passione, da molti riscoperta proprio grazie a questa opportunità, per la terra. I “bibliortolani”, come amano definirsi, sono già ben organizzati e puntano a “colonizzare” tutta la terrazza e una parte del giardino sottostante, accanto alla biblioteca. Ma gli orti sociali spopolano anche alle Piagge, dove a novembre scorso, grazie al contributo di Publiacqua, gli orti di via Piemenonte sono stati dotati di diciotto bauli di plastica per contenere le attrezzature e di sette ombrel-loni. Del resto, quella dell’orto sociale è anche una scelta al passo con i tempi, che – tra l’altro – aiuta molti pensionati ad arrivare alla fine del mese, conside-rando soprattutto l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Proprio i vegetali, infatti, stanno registrando un incremento non indifferente dei costi. Spostandosi poi a livello internazionale, oltre al risparmio, gli altri quattro buoni motivi per coltivare un orto in città, secondo il progetto “One Planet Food” del Wwf (www.oneplanetfood.info), sono: diminuire il tasso di cemento in città, stare meno al chiuso e più all’aria aperta, risparmiare Co2 e sostenere la biodiversità.

Serena Wiedenstritt

gli orti Sociali all’argingroSSo

NATURA IN CITTÀ/2. Si chiacchiera, si passa il tempo e si risparmia anche qualcosa sulla spesa

LA CURIOSITÀ

“Nessuno regala più fiori”, si sente dire spesso in giro. Ma, chi li regala ancora, sa da dove vengono? Spesso

no. Una rosa a stelo lungo può costare anche 5 euro perché, prima di arrivare dal fiorista sotto casa, fa un viaggio lungo migliaia di chilometri. Si inizia dal Kenya, nelle zone intorno al lago Naivasha. È qua che viene coltivata la maggior parte delle rose destinate ai mercati europei, perché il costo del lavo-ro è bassissimo. Dall’Africa, i fiori vengono poi trasportati in Olanda, nel mercato di Aalsmer. I fornitori europei partecipano all’asta, dopo aver raccolto gli ordini dei venditori al dettaglio.

Una filiera lunga e complessa, che Ninfa, una fiorista che ha il negozio nei dintorni di piazza della Signoria, ci descrive così: “Chiamo il mio fornitore tutti i giovedì e faccio il mio ordine. La merce parte il venerdì e arriva il sabato mattina. Le rose che ci arrivano sono chiuse e piene di spine. Per questo il lavo-ro che facciamo è da artigiani, non da commercianti: da parte nostra c’è una lavorazione”. La crisi, però, si fa sentire anche per i fioristi, che importando sono costretti a vendere al prezzo stabilito alle aste olandesi. Un negoziante paga una rosa a stelo lungo circa 2,20 euro, più i costi di trasporto. Ecco perché si

arriva a vendere un singolo fiore a 5 euro. “L’unico modo per difendersi – continua Ninfa – è puntare sulle produzioni locali. A Pescia si coltivano rose a stelo corto, che costano meno an-che perché da una sola pianta nascono fiori in quantità”. Per ri-cominciare a regalare bouquet senza far sfiorire il portafoglio, un’altra soluzione è quella di abbandonare il mito della rosa recisa. Da Pescia provengono anche bellissimi gerani, ranun-coli da Sanremo, violaciocche dal Meridione, anturium dalla Puglia. In fondo, rinunciare al classico sarà difficile, ma è pur sempre meglio di niente.

In pochi, regalando una rosa, sanno quanta strada abbia dovuto fare prima di approdare al negozio dietro l’angolo

Il lungo viaggio dei fi ori, migliaia di chilometri per arrivare fi no a noi

/I.E.

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Page 22: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

Quella “staffetta” nella porta violaIL CASO. Viviano e Neto stanno vivendo una stagione particolare, tra continui avvicendamenti

eMiliano ViViano

Paradossalmente si sono alternati anche negli ultimi due giorni della sessione invernale del calciomercato. Emilia-no Viviano, fino a qualche giorno prima dello scorso 31 gennaio, sembrava con le valigie fatte in attesa di prende-

re una decisione finale, Neto invece si ritrovava cucita addosso la maglia da titolare della porta viola. La prova con il Napoli, qual-che giorno prima del “fischio finale” del calciomercato inverna-le, del resto sembrava spingere sempre più lontano il “profeta in patria” Emiliano, facendo finalmente conoscere tutte le doti del portiere brasiliano, ormai a Firenze da due anni. Poi, però, ancora una volta i due si sono invertiti. Non nella destinazione finale, che anche nel caso di Neto sembrava essere il Bologna, bensì nella posizione. Agli occhi dei tifosi come a quelli “che contano” di Vincenzo Montella. Qualche errore di troppo a Catania, la confer-

ma della fiducia nei confronti di Viviano, ed ecco che nell’ultimo giorno di mercato l’affare tra i viola e il Bologna per la cessione di Neto sembrava cosa fatta. Una trattativa che poi non si è chiusa per le contropartite che non convincevano i viola, ma che di fatto confermava il nuovo cambio di guardia nel ruolo di portiere titola-re della Fiorentina. E così, dopo essere rimasto fuori all’indomani della sconfitta di Roma a inizio dicembre, Viviano si è ritrovato sotto la “sua” Curva Fiesole a respingere i tiri del Parma. Di nuovo titolare, di nuovo portiere della sua amata Fiorentina. E il rientro è andato bene. Una gestione tutta particolare dei portieri, quella che società e allenatore stanno portando avanti in questa stagione. Con il fiorentino fortemente voluto e inseguito per tutta l’estate af-finché si potesse anche – tra le altre cose, oltre a contare sulle sue doti tecniche – avviare il processo di riavvicinamento della Fio-rentina con la propria gente (dopo un periodo “difficile” da quanto punto di vista), e quel giovane brasiliano di nuovo a sgomitare in allenamento nella speranza di poter finalmente dimostrare tutte

le proprie doti. Poi il campionato, qualche incertezza di Viviano, le voci, i presunti rapporti freddi con il tecnico, e il primo avvi-cendamento dopo la sconfitta di Roma. Da quel momento Neto è salito sull’altalena dei risultati, alternando buone prove a errori madornali come a Udine e Catania. Da qui il nuovo cambio in corsa, con Viviano rigenerato e Neto ancora una volta relegato in panchina. A giugno, con il mercato estivo, la questione dei portieri sarà probabilmente la prima da sciogliere per la Fiorentina, sia nel caso di Emiliano (il cui riscatto dal Palermo costerà la bellezza di 7,5 milioni) che in quello di Neto, probabilmente destinato a cer-care nuova fortuna altrove. Intanto, però, non resta che augurarsi che non ci sia più bisogno di nuovi avvicendamenti, semplice-mente perché il portiere chiamato in causa sta offrendo il giusto apporto. Un apporto fondamentale in vista del finale di stagione. Poi, in estate, si vedrà: la società farà le sue scelte e i giocatori pure. Intanto, però, c’è da arrivare più in alto possibile. E in questa “scalata” poter contare su una porta blindata conta, eccome.

Tommaso Loreto

Il primo era stato fortemente voluto in estate (anche) per avviare il processo di riavvicinamento tra squadra

e città, il secondo cerca la sua consacrazione defi nitiva. E alla riapertura del mercato la questione si riproporrà

sport

Firenze è una città molto passionale. Lo sanno bene i tifosi della Fiorenti-na. Dopo il grande avvio di stagione e un eccezionale mese di dicembre,

con l’inizio del nuovo anno è arrivato un calo fisiologico, figlio di infortuni, sfortuna, e anche di qualche scelta non particolarmente azzeccata. Ma momenti difficili e sconfitte fanno comunque parte dello sport. La “voce tecnica” più amata dai tifosi viola su Premium Calcio, Alberto Di Chiara, dice la sua a Il Re-porter sul momento viola, sul gennaio nero, sul futuro dei gigliati e su quell’allenatore che sta sorprendendo tutti come Vincenzo Mon-tella. Di Chiara, a Firenze, ha avuto la for-tuna di giocare insieme a Roberto Baggio e Stefano Borgonovo. Precisamente dal 1986 al 1991. Con la maglia viola ha affrontato cinque campionati di Serie A, tutti da protagonista. Collezionando 122 presenze e 10 gol. E sicu-ramente è stato un precursore dei giocatori “alla Cuadrado”, apprezzatissimi dallo stes-so Montella. Uno dei primi esterni di fascia moderni in Italia. Acquistato come ala sotto la guida di Sebastiao Lazaroni, allora tecni-co dei viola, fu presto schierato in difesa, sul modello dei terzini d’attacco brasiliani. I suoi cross, in quel momento, erano per la testa di Borgonovo. Un tuffo nel passato per parlare del presente. Ecco le parole di Alberto Di Chiara.Ti aspettavi un “momento no” della Fio-rentina come quello di gennaio?Non si possono prevedere i cali mentali di una squadra, forse si possono prevedere quelli fisi-ci. Alla Fiorentina questo è coinciso anche con un po’ di sfortuna: ma così è il calcio. Direi che i conti vanno fatti a fine campionato.Con l’arrivo di Giuseppe Rossi Firenze so-gna...La Fiorentina già sta correndo per l’Europa senza un attaccante vero a parte un eccellente Toni. Se Rossi sta bene e recupera per aprile, i

Sembra in letargo primaverile, ma non è così. Perché il calciomercato non dorme

mai. Tutt’altro: le società e gli agenti di mer-cato sono ben svegli, e proprio in primavera si costruiscono le squadre per il futuro. Un futu-ro che per la Fiorentina appare roseo, anche se potrebbe esserci un addio in grado di far male ai tanti tifosi gigliati. La Juventus, infatti, fa sul serio per Jo-Jo. I contatti proseguirebbero sot-totraccia, il corteggiamento per il montenegrino andrebbe avanti da tempo, in attesa di trovare i contanti necessari all’operazione. Le alternati-ve, per i viola, si chiamano sempre Quagliarel-la e Matri, più soldi. Ma Macia e Pradé non sembrano voler rinforzare quella che potrebbe essere una diretta rivale. Quindi si guarda an-che all’estero. Poche settimane fa si è esposto pure Mancini. Il futuro di Jovetic potrebbe dun-que essere in Premier League, e anche qui ci potrebbe essere uno scambio con il Manchester City, che sarebbe disposto anche a pagare un eventuale ingaggio del giocatore che potreb-

be vestire la maglia viola. Un nome? Aguero. Classe 1988, l’attaccante argentino piace allo staff, alla dirigenza e ai tifosi. La Fiorentina, inoltre, ha fatto capire che, al di là dei giova-ni, arriverà anche qualche “big”. Si parla di un difensore, un portiere, una punta e un esterno mancino da alternarsi alla pari con Pasqual. Macia e Pradè, ormai l’abbiamo capito, sono però bravissimi a depistare. E d’altronde anche le altre squadre del campionato di serie A sono in pieno movimento. La Juventus ha preso Llo-rente per l’attacco e cercherà un altro top player davanti, l’Inter dovrà assicurarsi una grande punta e riflettere sul tecnico, panchina in bili-co anche al Milan, la Roma dovrà ripartire (di nuovo), Petkovic piace al Borussia Dortmund e allo stesso Milan. Insomma, mezza serie A è già in fibrillazione, soprattutto dopo l’arrivo di Balotelli al Milan, e le “sette sorelle” sono pronte a darsi battaglia sul mercato oltre che in campo. Sembra davvero di essere tornati a qualche anno fa.

Si lavora già per la Fiorentina che saràIL PUNTO. Le trattative non si fermano mai: ecco le mosse che la società studia

alberto di cHiara ai teMpi in cui giocaVa

Lorenzo Mossani

Parla Di Chiara: “I conti alla fi ne”L’INTERVISTA. A tu per tu con uno dei precursori del ruolo “alla Cuadrado”

/Lor.Mos.

viola possono ulteriormente essere competitivi per lo sprint finale. Anche per la Champions.Che tipo di allenatore è Montella, secondo Di Chiara?Montella è un bravissimo allenatore che man-tiene gli equilibri giusti all’interno dello spo-gliatoio. È equilibrato e pacato fuori, non si scompone e fa giocare bene la squadra. E poi è un ex grande giocatore, e per me questo è un valore aggiunto, perché riesce a cogliere le sfumature che chi non ha giocato non potrà mai vedere.

Il bilancio di questa annata – spiega – si potrà fare

soltanto al termine del campionato, ma con Montella

in panchina e Rossi in campo il futuro promette bene

daniele pradÈ

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Quella “staffetta” nella porta violaIL CASO. Viviano e Neto stanno vivendo una stagione particolare, tra continui avvicendamenti

eMiliano ViViano

Paradossalmente si sono alternati anche negli ultimi due giorni della sessione invernale del calciomercato. Emilia-no Viviano, fino a qualche giorno prima dello scorso 31 gennaio, sembrava con le valigie fatte in attesa di prende-

re una decisione finale, Neto invece si ritrovava cucita addosso la maglia da titolare della porta viola. La prova con il Napoli, qual-che giorno prima del “fischio finale” del calciomercato inverna-le, del resto sembrava spingere sempre più lontano il “profeta in patria” Emiliano, facendo finalmente conoscere tutte le doti del portiere brasiliano, ormai a Firenze da due anni. Poi, però, ancora una volta i due si sono invertiti. Non nella destinazione finale, che anche nel caso di Neto sembrava essere il Bologna, bensì nella posizione. Agli occhi dei tifosi come a quelli “che contano” di Vincenzo Montella. Qualche errore di troppo a Catania, la confer-

ma della fiducia nei confronti di Viviano, ed ecco che nell’ultimo giorno di mercato l’affare tra i viola e il Bologna per la cessione di Neto sembrava cosa fatta. Una trattativa che poi non si è chiusa per le contropartite che non convincevano i viola, ma che di fatto confermava il nuovo cambio di guardia nel ruolo di portiere titola-re della Fiorentina. E così, dopo essere rimasto fuori all’indomani della sconfitta di Roma a inizio dicembre, Viviano si è ritrovato sotto la “sua” Curva Fiesole a respingere i tiri del Parma. Di nuovo titolare, di nuovo portiere della sua amata Fiorentina. E il rientro è andato bene. Una gestione tutta particolare dei portieri, quella che società e allenatore stanno portando avanti in questa stagione. Con il fiorentino fortemente voluto e inseguito per tutta l’estate af-finché si potesse anche – tra le altre cose, oltre a contare sulle sue doti tecniche – avviare il processo di riavvicinamento della Fio-rentina con la propria gente (dopo un periodo “difficile” da quanto punto di vista), e quel giovane brasiliano di nuovo a sgomitare in allenamento nella speranza di poter finalmente dimostrare tutte

le proprie doti. Poi il campionato, qualche incertezza di Viviano, le voci, i presunti rapporti freddi con il tecnico, e il primo avvi-cendamento dopo la sconfitta di Roma. Da quel momento Neto è salito sull’altalena dei risultati, alternando buone prove a errori madornali come a Udine e Catania. Da qui il nuovo cambio in corsa, con Viviano rigenerato e Neto ancora una volta relegato in panchina. A giugno, con il mercato estivo, la questione dei portieri sarà probabilmente la prima da sciogliere per la Fiorentina, sia nel caso di Emiliano (il cui riscatto dal Palermo costerà la bellezza di 7,5 milioni) che in quello di Neto, probabilmente destinato a cer-care nuova fortuna altrove. Intanto, però, non resta che augurarsi che non ci sia più bisogno di nuovi avvicendamenti, semplice-mente perché il portiere chiamato in causa sta offrendo il giusto apporto. Un apporto fondamentale in vista del finale di stagione. Poi, in estate, si vedrà: la società farà le sue scelte e i giocatori pure. Intanto, però, c’è da arrivare più in alto possibile. E in questa “scalata” poter contare su una porta blindata conta, eccome.

Tommaso Loreto

Il primo era stato fortemente voluto in estate (anche) per avviare il processo di riavvicinamento tra squadra

e città, il secondo cerca la sua consacrazione defi nitiva. E alla riapertura del mercato la questione si riproporrà

sport

Firenze è una città molto passionale. Lo sanno bene i tifosi della Fiorenti-na. Dopo il grande avvio di stagione e un eccezionale mese di dicembre,

con l’inizio del nuovo anno è arrivato un calo fisiologico, figlio di infortuni, sfortuna, e anche di qualche scelta non particolarmente azzeccata. Ma momenti difficili e sconfitte fanno comunque parte dello sport. La “voce tecnica” più amata dai tifosi viola su Premium Calcio, Alberto Di Chiara, dice la sua a Il Re-porter sul momento viola, sul gennaio nero, sul futuro dei gigliati e su quell’allenatore che sta sorprendendo tutti come Vincenzo Mon-tella. Di Chiara, a Firenze, ha avuto la for-tuna di giocare insieme a Roberto Baggio e Stefano Borgonovo. Precisamente dal 1986 al 1991. Con la maglia viola ha affrontato cinque campionati di Serie A, tutti da protagonista. Collezionando 122 presenze e 10 gol. E sicu-ramente è stato un precursore dei giocatori “alla Cuadrado”, apprezzatissimi dallo stes-so Montella. Uno dei primi esterni di fascia moderni in Italia. Acquistato come ala sotto la guida di Sebastiao Lazaroni, allora tecni-co dei viola, fu presto schierato in difesa, sul modello dei terzini d’attacco brasiliani. I suoi cross, in quel momento, erano per la testa di Borgonovo. Un tuffo nel passato per parlare del presente. Ecco le parole di Alberto Di Chiara.Ti aspettavi un “momento no” della Fio-rentina come quello di gennaio?Non si possono prevedere i cali mentali di una squadra, forse si possono prevedere quelli fisi-ci. Alla Fiorentina questo è coinciso anche con un po’ di sfortuna: ma così è il calcio. Direi che i conti vanno fatti a fine campionato.Con l’arrivo di Giuseppe Rossi Firenze so-gna...La Fiorentina già sta correndo per l’Europa senza un attaccante vero a parte un eccellente Toni. Se Rossi sta bene e recupera per aprile, i

Sembra in letargo primaverile, ma non è così. Perché il calciomercato non dorme

mai. Tutt’altro: le società e gli agenti di mer-cato sono ben svegli, e proprio in primavera si costruiscono le squadre per il futuro. Un futu-ro che per la Fiorentina appare roseo, anche se potrebbe esserci un addio in grado di far male ai tanti tifosi gigliati. La Juventus, infatti, fa sul serio per Jo-Jo. I contatti proseguirebbero sot-totraccia, il corteggiamento per il montenegrino andrebbe avanti da tempo, in attesa di trovare i contanti necessari all’operazione. Le alternati-ve, per i viola, si chiamano sempre Quagliarel-la e Matri, più soldi. Ma Macia e Pradé non sembrano voler rinforzare quella che potrebbe essere una diretta rivale. Quindi si guarda an-che all’estero. Poche settimane fa si è esposto pure Mancini. Il futuro di Jovetic potrebbe dun-que essere in Premier League, e anche qui ci potrebbe essere uno scambio con il Manchester City, che sarebbe disposto anche a pagare un eventuale ingaggio del giocatore che potreb-

be vestire la maglia viola. Un nome? Aguero. Classe 1988, l’attaccante argentino piace allo staff, alla dirigenza e ai tifosi. La Fiorentina, inoltre, ha fatto capire che, al di là dei giova-ni, arriverà anche qualche “big”. Si parla di un difensore, un portiere, una punta e un esterno mancino da alternarsi alla pari con Pasqual. Macia e Pradè, ormai l’abbiamo capito, sono però bravissimi a depistare. E d’altronde anche le altre squadre del campionato di serie A sono in pieno movimento. La Juventus ha preso Llo-rente per l’attacco e cercherà un altro top player davanti, l’Inter dovrà assicurarsi una grande punta e riflettere sul tecnico, panchina in bili-co anche al Milan, la Roma dovrà ripartire (di nuovo), Petkovic piace al Borussia Dortmund e allo stesso Milan. Insomma, mezza serie A è già in fibrillazione, soprattutto dopo l’arrivo di Balotelli al Milan, e le “sette sorelle” sono pronte a darsi battaglia sul mercato oltre che in campo. Sembra davvero di essere tornati a qualche anno fa.

Si lavora già per la Fiorentina che saràIL PUNTO. Le trattative non si fermano mai: ecco le mosse che la società studia

alberto di cHiara ai teMpi in cui giocaVa

Lorenzo Mossani

Parla Di Chiara: “I conti alla fi ne”L’INTERVISTA. A tu per tu con uno dei precursori del ruolo “alla Cuadrado”

/Lor.Mos.

viola possono ulteriormente essere competitivi per lo sprint finale. Anche per la Champions.Che tipo di allenatore è Montella, secondo Di Chiara?Montella è un bravissimo allenatore che man-tiene gli equilibri giusti all’interno dello spo-gliatoio. È equilibrato e pacato fuori, non si scompone e fa giocare bene la squadra. E poi è un ex grande giocatore, e per me questo è un valore aggiunto, perché riesce a cogliere le sfumature che chi non ha giocato non potrà mai vedere.

Il bilancio di questa annata – spiega – si potrà fare

soltanto al termine del campionato, ma con Montella

in panchina e Rossi in campo il futuro promette bene

daniele pradÈ

Per la pubblicità su Il Reporterchiama il numero 055 68221 o contattaci su www.ilreporter.it

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Page 24: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

È Alberto Brasca il nuovo presidente della federazione pugilistica italiana. Brasca, nonostante abbia poi rico-perto importanti ruoli pubblici come

presidente della Provincia di Firenze, vicesin-daco e assessore allo sport in Comune e pre-sidente dell’assemblea di Palazzo Vecchio, ha sempre mantenuto un costante legame con il mondo della boxe, essendo stato un buon pu-gile, tra i dilettanti, quando risiedeva a Luc-ca. Nella storia della federazione pugilistica italiana bisogna tornare indietro al decennio 1947/1958 con Bruno Rossi per ritrovare un toscano ai vertici della boxe azzurra. “Erano i tempi in cui, dopo il calcio e il ciclismo, il pugilato era veramente uno sport di massa – ricorda Brasca – e questo grazie a personaggi come Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi. Quel pugilato oggi non esiste più. Questo in-carico lo considero l’ultimo degli impegni del-la mia carriera e cercherò, con tutte le forze, di riportare questo sport ai vertici”. Il fatto che la boxe non sia comunque passata di moda ma che anzi stia vivendo una seconda primavera lo dimostrano gli ultimi dati degli immatrico-lati. “Il settore dilettantistico sta andando mol-to bene – conferma Brasca – e gli iscritti sono triplicati dal 2000 ad oggi. Questo sport attira anche molte ragazze, tra l’altro belle, e per-sonaggi del mondo dello spettacolo, come le attrici. È un bel segnale. Abbiamo poi conse-guito anche risultati internazionali importanti. Alle Olimpiadi Cammarelle e Russo hanno vinto l’argento e Mangiacapre il bronzo. Sono molto motivato e voglio lavorare per far cre-scere tutto il movimento”. Mancano, proba-

Alberto Brasca si rimette i guantoniSimone Spadaro

BOXE. Un fiorentino ai vertici della federazione pugilistica italiana. Con le idee chiare in testa

Un’atmosfera magica grazie all’entusiasmo di quasi 500 atleti, di tanti tifosi, dell’allegria

dei bambini che hanno reso un compleanno una vera e propria festa. Gioia, divertimento e storia della pallavolo, o meglio dello sport. Il “Pala-Mattioli” era colmo per festeggiarla. Dopo 40 anni è diventata grande, o forse lo è sempre sta-ta. L’Olimpia Poliri festeggia il compleanno con tante certezze e poche recriminazioni. Da sempre è una delle realtà più belle nel settore giovanile fiorentino e toscano, ed è attualmente una delle pochissime forze a voler far crescere anche a li-vello agonistico il volley maschile, con la prima squadra che sta lottando per tornare in un cam-

pionato nazionale. E poi l’accordo con la mitica Ruini, cinque volte campione d’Italia. La società di Riccardo Ponzalli si merita applausi per quello che sta facendo per la pallavolo e non solo. “La filosofia che ci ha sempre contraddistinti – sono le parole del presidente – è sempre stata quella di dare a tutti i ragazzi un’opportunità di gioco e divertimento con la pallavolo. Il risultato del campo ha la sua importanza, ma non è certo la cosa principale che ci spinge ad andare avanti. La gioia e il divertimento di stare insieme, stabilire delle relazioni anche esterne alla palestra, ami-cizie che poi rimangono nel tempo – conclude – sono altrettanto importanti”.

I quarant’anni dell’Olimpia PoliriPALLAVOLO. La società ha celebrato la ricorrenza con una vera e propria festa di sport

/C.M.

È Salvatore Sanzo il nuovo presidente del Coni Toscana.

Netta la vittoria (39 a 18) su Pa-olo Ignesti, numero uno uscente dello sport regionale. L’assem-blea delle federazioni, di atleti, tecnici ed enti di promozione, ha scelto di voltare pagina. Un voto chiaro quello per l’ex fioretti-sta, oro alle Olimpiadi di Atene 2004, che ha promesso dialogo e collaborazione con tutti. Al cen-tro del suo mandato, che durerà fino all’appuntamento di Rio de Janeiro 2016, il recupero degli impianti sportivi ma anche un rinnovato impegno per lo sport nelle scuole. “Occorre introdurre in maniera seria l’attività motoria nelle classi elementari – spie-ga Sanzo – ed è per questo che intendo instaurare una migliore relazione con la Regione e con i Comuni”. Non manca una stoc-cata sui prossimi Mondiali di ciclismo: “Fino ad ora il Coni regionale non ha avuto un ruolo nell’organizzazione – commenta l’ex azzurro – e invece dobbiamo entrare, con grande discrezione, all’interno della struttura che sta già lavorando proficuamente”. Grande soddisfazione da parte di Eugenio Giani, sponsor di Sanzo

e riconfermato delegato provin-ciale per Firenze: “Ha vinto un grande atleta e un grande dirigen-te sportivo, che ora rappresenterà tutto lo sport toscano”. Entrano in Consiglio Giancarlo Gosti, bocce; Elio Sità, volley; Simone Cardullo, basket; e Gerardo Va-liani. Gli altri delegati sono Gior-gio Cerbai ad Arezzo, Daniele Giannini a Grosseto, Giovanni Giannone a Livorno, Enrico Ber-tuccelli a Lucca, Vittorio Bene-detti a Massa Carrara, Giuliano Pizzanelli a Pisa, Gabriele Ma-gni a Pistoia, Massimo Tito Taiti a Prato e Roberto Montermini a Siena.

LA SCELTA. Salvatore Sanzo nominato presidente

Il Coni toscano volta pagina

/Sim.Spa.

SalVatore SanZo

bilmente, quei personaggi che portarono la boxe alla ribalta mondiale come fece Mike Tyson negli anni ’80. “È chiaro che il personaggio aiuta molto. Negli anni ’70 Adriano Panatta vinceva e tutti volevano diventare tennisti, poi c’è stato il fenomeno Alberto Tomba e tutti volevano sciare. Un campio-ne del mondo dei pesi massimi che ha fatto tanto parlare di sé come Tyson aiutò il movimento – continua Brasca – ma forse questo oggi non basta”. E il “fiorentino d’Africa” Leonard Bundu potrebbe diventare un personaggio utile a promuovere il pugilato? “È un campione. Il 6 aprile, a Roma, dovrà affrontare il polacco Rafal Jackievicz per la difesa del titolo europeo dei welter. Se supera questo ostacolo – aggiunge il neo presidente della Fip – è il candidato numero uno per affrontare il campione mondiale. Sarebbe bello poter ospitare a Firenze un match di tale importanza”. La televisione non sembra aiutare più di tanto il movimento, evitando le prime serate e relegan-do spesso i match a ore tarde. “Ed è sbagliato – conclude Brasca – perché il pugilato insegna molti valori. All’estero lo hanno capito, valorizzando que-sto sport. Adesso però tanti canali del digitale terrestre o sul satellite stanno tornando a interessarsi di noi. È uno dei punti sui quali lavorerò”.

sport

alberto braSca (foto di dottor Zed)

24 Marzo 2013

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È Alberto Brasca il nuovo presidente della federazione pugilistica italiana. Brasca, nonostante abbia poi rico-perto importanti ruoli pubblici come

presidente della Provincia di Firenze, vicesin-daco e assessore allo sport in Comune e pre-sidente dell’assemblea di Palazzo Vecchio, ha sempre mantenuto un costante legame con il mondo della boxe, essendo stato un buon pu-gile, tra i dilettanti, quando risiedeva a Luc-ca. Nella storia della federazione pugilistica italiana bisogna tornare indietro al decennio 1947/1958 con Bruno Rossi per ritrovare un toscano ai vertici della boxe azzurra. “Erano i tempi in cui, dopo il calcio e il ciclismo, il pugilato era veramente uno sport di massa – ricorda Brasca – e questo grazie a personaggi come Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi. Quel pugilato oggi non esiste più. Questo in-carico lo considero l’ultimo degli impegni del-la mia carriera e cercherò, con tutte le forze, di riportare questo sport ai vertici”. Il fatto che la boxe non sia comunque passata di moda ma che anzi stia vivendo una seconda primavera lo dimostrano gli ultimi dati degli immatrico-lati. “Il settore dilettantistico sta andando mol-to bene – conferma Brasca – e gli iscritti sono triplicati dal 2000 ad oggi. Questo sport attira anche molte ragazze, tra l’altro belle, e per-sonaggi del mondo dello spettacolo, come le attrici. È un bel segnale. Abbiamo poi conse-guito anche risultati internazionali importanti. Alle Olimpiadi Cammarelle e Russo hanno vinto l’argento e Mangiacapre il bronzo. Sono molto motivato e voglio lavorare per far cre-scere tutto il movimento”. Mancano, proba-

Alberto Brasca si rimette i guantoniSimone Spadaro

BOXE. Un fiorentino ai vertici della federazione pugilistica italiana. Con le idee chiare in testa

Un’atmosfera magica grazie all’entusiasmo di quasi 500 atleti, di tanti tifosi, dell’allegria

dei bambini che hanno reso un compleanno una vera e propria festa. Gioia, divertimento e storia della pallavolo, o meglio dello sport. Il “Pala-Mattioli” era colmo per festeggiarla. Dopo 40 anni è diventata grande, o forse lo è sempre sta-ta. L’Olimpia Poliri festeggia il compleanno con tante certezze e poche recriminazioni. Da sempre è una delle realtà più belle nel settore giovanile fiorentino e toscano, ed è attualmente una delle pochissime forze a voler far crescere anche a li-vello agonistico il volley maschile, con la prima squadra che sta lottando per tornare in un cam-

pionato nazionale. E poi l’accordo con la mitica Ruini, cinque volte campione d’Italia. La società di Riccardo Ponzalli si merita applausi per quello che sta facendo per la pallavolo e non solo. “La filosofia che ci ha sempre contraddistinti – sono le parole del presidente – è sempre stata quella di dare a tutti i ragazzi un’opportunità di gioco e divertimento con la pallavolo. Il risultato del campo ha la sua importanza, ma non è certo la cosa principale che ci spinge ad andare avanti. La gioia e il divertimento di stare insieme, stabilire delle relazioni anche esterne alla palestra, ami-cizie che poi rimangono nel tempo – conclude – sono altrettanto importanti”.

I quarant’anni dell’Olimpia PoliriPALLAVOLO. La società ha celebrato la ricorrenza con una vera e propria festa di sport

/C.M.

È Salvatore Sanzo il nuovo presidente del Coni Toscana.

Netta la vittoria (39 a 18) su Pa-olo Ignesti, numero uno uscente dello sport regionale. L’assem-blea delle federazioni, di atleti, tecnici ed enti di promozione, ha scelto di voltare pagina. Un voto chiaro quello per l’ex fioretti-sta, oro alle Olimpiadi di Atene 2004, che ha promesso dialogo e collaborazione con tutti. Al cen-tro del suo mandato, che durerà fino all’appuntamento di Rio de Janeiro 2016, il recupero degli impianti sportivi ma anche un rinnovato impegno per lo sport nelle scuole. “Occorre introdurre in maniera seria l’attività motoria nelle classi elementari – spie-ga Sanzo – ed è per questo che intendo instaurare una migliore relazione con la Regione e con i Comuni”. Non manca una stoc-cata sui prossimi Mondiali di ciclismo: “Fino ad ora il Coni regionale non ha avuto un ruolo nell’organizzazione – commenta l’ex azzurro – e invece dobbiamo entrare, con grande discrezione, all’interno della struttura che sta già lavorando proficuamente”. Grande soddisfazione da parte di Eugenio Giani, sponsor di Sanzo

e riconfermato delegato provin-ciale per Firenze: “Ha vinto un grande atleta e un grande dirigen-te sportivo, che ora rappresenterà tutto lo sport toscano”. Entrano in Consiglio Giancarlo Gosti, bocce; Elio Sità, volley; Simone Cardullo, basket; e Gerardo Va-liani. Gli altri delegati sono Gior-gio Cerbai ad Arezzo, Daniele Giannini a Grosseto, Giovanni Giannone a Livorno, Enrico Ber-tuccelli a Lucca, Vittorio Bene-detti a Massa Carrara, Giuliano Pizzanelli a Pisa, Gabriele Ma-gni a Pistoia, Massimo Tito Taiti a Prato e Roberto Montermini a Siena.

LA SCELTA. Salvatore Sanzo nominato presidente

Il Coni toscano volta pagina

/Sim.Spa.

SalVatore SanZo

bilmente, quei personaggi che portarono la boxe alla ribalta mondiale come fece Mike Tyson negli anni ’80. “È chiaro che il personaggio aiuta molto. Negli anni ’70 Adriano Panatta vinceva e tutti volevano diventare tennisti, poi c’è stato il fenomeno Alberto Tomba e tutti volevano sciare. Un campio-ne del mondo dei pesi massimi che ha fatto tanto parlare di sé come Tyson aiutò il movimento – continua Brasca – ma forse questo oggi non basta”. E il “fiorentino d’Africa” Leonard Bundu potrebbe diventare un personaggio utile a promuovere il pugilato? “È un campione. Il 6 aprile, a Roma, dovrà affrontare il polacco Rafal Jackievicz per la difesa del titolo europeo dei welter. Se supera questo ostacolo – aggiunge il neo presidente della Fip – è il candidato numero uno per affrontare il campione mondiale. Sarebbe bello poter ospitare a Firenze un match di tale importanza”. La televisione non sembra aiutare più di tanto il movimento, evitando le prime serate e relegan-do spesso i match a ore tarde. “Ed è sbagliato – conclude Brasca – perché il pugilato insegna molti valori. All’estero lo hanno capito, valorizzando que-sto sport. Adesso però tanti canali del digitale terrestre o sul satellite stanno tornando a interessarsi di noi. È uno dei punti sui quali lavorerò”.

sport

alberto braSca (foto di dottor Zed)

“Da oltre venti anni il no-stro team è impegnato a promuovere sul territorio fiorentino la cultura e la

passione per il pattinaggio artistico”: queste le parole che descrivono al meglio una delle più belle realtà del Q4, l’associazione sporti-va dilettantistica “Firenze Oltrarno Pattinag-gio”. La patria del pattinaggio è senza ombra di dubbio l’Olanda, ma anche nell’Oltrarno fiorentino questa disciplina ha trovato terre-no fertile per portare avanti la sua storia. Si narra che nel 1572 un drappello di olandesi fu bloccato dagli spagnoli sui ghiacci davanti al porto di Amsterdam. I soldati spagnoli, ar-mati pesantemente, circondarono gli olande-si asserragliati intorno alle loro navi bloccate nel ghiaccio. Con grande sorpresa gli spa-gnoli videro sbucare gli olandesi che, sfrec-ciando fulminei su pattini, colpivano i nemici e si dileguavano imprendibili. Non stupisce che già nel 1500 gli olandesi disponessero di un’armata di archibugieri su pattino. Infatti, fin dal 1400, i pattinatori olandesi avevano il loro santo protettore, santa Lidwina. Tra realtà e fantasia, questa leggenda che unisce pattini e battaglie arriva fino ai nostri tempi, per farci capire quanta storia ci sia dietro a quattro rotelle sotto a uno scarponcino. “Il frutto del nostro impegno si è concretizzato con l’assegnazione da parte del Comune di Firenze del nuovo e prestigioso Palarotelle. Struttura moderna dotata dei migliori com-fort per l’attività dei nostri atleti”: così con-tinua il racconto della società di pattinaggio artistico. Il Palarotelle è una tensostruttura

Una storia (a rotelle) che viene da lontanoLA REALTÀ. L’associazione “Firenze Oltrarno Pattinaggio” porta avanti una disciplina antica

Carlo Marrone

nuovissima dove la società svolge l’attività pre-agonistica, agonistica e gruppi spetta-colo. La sezione artistica del pattinaggio ha un elevatissimo contenuto atletico e tecnico, che richiede anni e anni di preparazione e un innato senso artistico espressivo. A dif-ferenza della danza, dove è richiesta grande agilità e coordinazione neuromuscolare, nel pattinaggio è richiesta anche molta forza di gambe. Questo deriva dall’elevata velocità di esecuzione delle figure. La maggior energia cinetica consente maggior sviluppo di forza nello stacco e, conseguentemente, tempi di volo più lunghi che consentono evoluzioni più complesse. L’obiettivo della società del Q4 è quello di raggiungere un numero cre-scente di successi sportivi attraverso un’at-tività formativa che coinvolga sempre atleti nuovi e che presti particolare attenzione a iniziative di solidarietà sociale. Il succes-so più rilevante dell’ultimo periodo è senza dubbio quello di Francesco Tonini che, ai recenti Campionati Mondiali di Auckland, è stato vincitore di una splendida medaglia d’argento negli “obbligatori Juniores”. Nella stessa categoria, agli ultimi Europei il gio-vane aveva conquistato la medaglia d’oro. Per tutti i ragazzi e le ragazze dell’associa-zione, poi, è stata una bella soddisfazione vedere premiato il compagno d’allenamenti nell’ambito della decima edizione del Pre-mio Villa Vogel.

Tra aneddoti e leggende, le origini di questa attività si perdono nel passato.

Quanto al presente, invece, la società del Q4 ha le idee chiare: raggiungere

sempre più successi sportivi con un occhio a formazione e solidarietà

sport nel quartiere

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Page 26: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

Roberto Angelini? “Gattomatto”, direbbero i meno preparati, quelli che la musica l’ascoltano solo in macchina alla radio. E invece no,

Angelini, cantautore romano che il 10 mar-zo porta alla Sala Vanni il suo ultimo lavoro “Phineas Gage”, è molto più di uno stornello da cantare sotto la doccia. È un musicista, un autore e, non da ultimo, un ponghista d’ecce-zione. Proprio così. Quali sono i punti di forza del tuo ultimo lavoro, “Phineas Gage”?Mi sono sentito libero di miscelare molte del-le mie influenze. Dall’elettronica ai suoni di legno e corde. Dal calore di strumenti vintage al gelo di effetti digitali. Da brani strumentali alla canzone più canonica. È un disco nato in un mese di improvvisazioni e destinato a es-sere suonato dal vivo con la mia piccola astro-nave da onemanband.Si può dire che la musica sia per te quello che la barra di metallo è stata per Phineas Gage (ispirato alla storia dell’operaio ame-ricano che a metà Ottocento sopravvisse a un incidente sul lavoro, una sbarra gli tra-passò il cranio, ndr)?Mi diverte questo parralelo. Comunque sì. Mi piace.Qual è il pezzo che pensi ti rappresenti di più? In questo momento mi diverte molto suonare Nella testa di Phineas Gage.Cosa cambia nel percorso che va Gatto-matto alle canzoni di oggi?Sono cambiate tantissime cose. Tutto fa parte di un percorso. Se non avessi fatto l’esperien-za del gattomatto forse non avrei fatto tutto il resto.È curiosa la tua passione per il pongo. Dove e come nasce e qual è il nesso tra questo passatempo e la tua attività di musicista?Il pongo è una mia grande passione. È stato anche un lavoro (fotoromanzi, pubblicità, ani-mazioni). Ho pensato potesse diventare il mio primo lavoro. Ci vuole una pazienza mostruo-

sa. Penso che curare l’immagine della propria musica sia importante. Ho quasi sempre pre-ferito legare delle immagini di plastilina ai miei dischi, alle locandine e ai siti.È la prima volta che ti esibisci come solista a Firenze: cosa pensi della città?È una città meravigliosa. La amo e la frequen-to da tanti anni. Quando ero ventenne venivo a strimpellare la chitarra insieme a un ami-co pianista in un jazz club. Poi sono venuto all’anfiteatro romano di Fiesole e al festival della creatività con un tributo a Nick Drake. Qualche anno fa sono tornato a suonare insie-me a Cristina Donà in piazza della Signoria e poi con Niccolò Fabi al teatro con il tour di “Ecco”. Mi sento pronto alla mia prima volta

da solista. Preferisci il Roberto Angelini chitarrista, cantautore o produttore?Accetto le sfumature del mio carattere. Non sono mai soddisfatto fino in fondo di niente e la ricerca è tutto. Ogni attività alimenta l’al-tra.Progetti?Fino a dicembre sarò in tour con Niccolò Fabi, con Piercortese (Discoverland) e con il mio progetto. Sto lavorando alla produzione di tre dischi. Da marzo mi occuperò di musi-care dal vivo la trasmissione di Diego “Zoro” in onda su Rai 3. Sto preparando un tributo a Pink Moon di Nick Drake e al White Album dei Beatles. Prevedo un 2013 intenso.

Cristina Cornelli e Ludovica Zarrilli

ON STAGE/1. Roberto Angelini sbarca alla Sala Vanni con il suo ultimo lavoro da solista

“La musica? Una barra nella testa”Artista talentuoso e cantautore impegnato, ma anche “ponghista”

d’eccezione. La sua carriera riparte da un solo tour che lo farà girare

mezza Penisola, con la promessa di continuare le collaborazioni con Niccolò

Fabi e Diego “Zoro”, che affi ancherà nella sua prossima esperienza televisiva Ci sono la pecora e il lupo, il to-polino e la sua casa sotto terra.

Dove? Nelle sei valigie che Elisabetta Salvatori, attrice e autrice, aprirà sul palcoscenico del teatro di Rifredi, il prossimo 24 marzo, per raccontare altrettante storie. Il titolo dello spet-tacolo, non a caso, è “In viaggio, sto-rie in valigia”. Elisabetta, vent’anni fa, scelse sei fiabe della tradizione popolare di diversi Paesi (la favola della pecora e il lupo, ad esempio, è giapponese). Poi decise di ambienta-re ciascuno di questi racconti in un luogo mobile, piccoli teatri nel teatro. Così, cercò sei valigie di cartone, che le furono regalate da amici, parenti, addirittura da delle suore. Contenitori misteriosi, oggi resi ancora più affa-scinanti da tanti anni di palcoscenico, che hanno regalato loro quella che si dice “un’aria vissuta”. Elisabetta li apre ogni volta che, durante lo spetta-colo, inizia a leggere una storia. Così, a ogni nuovo racconto, corrisponde un ambiente ricostruito in miniatura, ma con tutti i dettagli del caso. Non è la prima volta che “In viaggio, storie in valigia” passa da Firenze. “Sono legatissima a queste favole – spiega Elisabetta – e riproporle mi piace sempre”. L’affetto per uno spettacolo di questo tipo matura soprattutto gra-zie al rapporto con il pubblico: “Ve-dere i bambini che osservano quello che succede con i loro occhi imbaraz-zanti, completamente in balía delle emozioni, per me stessa è uno spetta-colo”. Ma le storie di Elisabetta van-no bene per tutta la famiglia. Anzi, come dice lei stessa, “fanno bene a tutti, grandi e piccini, perché il loro messaggio su temi come l’amicizia e la diversità è positivo e lascia spazio alla speranza”. E continua: “Gli adul-ti arrivano pensando di accompagna-re i figli. Quando si siedono sono sen-za difese. Così cedono e si lasciano coinvolgere”. Uno spettacolo da 7 a 90 anni che, per un’unica serata, tra-sforma il teatro di Rifredi nel luogo magico e incantato in cui tutte le sto-rie più incredibili prendono vita, gra-zie alla maestria di Elisabetta e alle sue valigie fatate, scrigni preziosi che raccolgono storie da non dimenticare mai più.

ON STAGE/2. Al teatro di Rifredi

Dalla valigia al palco,storie per bimbi e non

eliSabetta SalVatori

Dopo il successo della prima edizione del 2012, ecco che tornano gli incontri aperti al pubblico con designer, storici e personalità

del settore, organizzati dall’Ais/Design (Associazione italiana storici del design) con Isia Firenze e SelfHabitat. Appuntamenti a cui segui-rà una tavola rotonda: il fil rouge che li unisce è “il rapporto, spesso problematico, dell’arte e delle discipline del progetto con la tecnica che ha caratterizzato tutto il XX secolo”, spiega Vanni Pasca, pre-sidente dell’Ais/Design. Il 5 marzo l’appuntamento in programma è con Loredana Di Lucchio, dell’Università La Sapienza di Roma, che traccerà un quadro dell’applicazione al design di nuove tecnologie, e con Giulio Iacchetti, che parlerà di Interno italiano, progettazione e produzione di oggetti d’arredo con laboratori artigiani e vendita tramite la rete. Le “Lezioni di design” ospiteranno famosi progettisti come Alberto Meda e Denis Santachiara, e ancora Luca Zevi, cura-tore all’ultima Biennale di Venezia del Padiglione Italia, il 7 maggio, mentre il direttore di Domus Joseph Grima è atteso il 18 giugno al caffè letterario Le Murate.

Florence Number Nine è il nome di una nuova realtà nella scena culturale fiorentina. Una casa d’aste, innanzitutto, che commercia

arte antica e moderna, occidentale e orientale, oggetti preziosi e d’ar-redamento, per collezionisti di tutto il mondo. Ma anche una casa per la cultura, un luogo dove i saperi si incontrano e vengono condivisi, attraverso convegni, conferenze, mostre ed eventi. Nella prestigiosa sede di via del Poggio Imperiale, immersa in una delle zone più affa-scinanti di Firenze, avranno infatti luogo a cadenza periodica incontri con studiosi di fama riconosciuta, che metteranno a disposizione il loro sapere in una cornice di convivialità. Florence Number Nine è un crocevia di oggetti preziosi, da capire, da discutere, da toccare, da apprezzare e, perché no, da comprare. Qui si avvicenderanno con-tinuamente – per natura stessa della casa d’aste – quadri, sculture, tappeti, stampe, gioielli, mobili, vini e accessori, di ogni epoca e pro-venienti da ogni angolo di mondo, e Florence Number Nine li metterà a disposizione degli appassionati per ammirarli – a partire dalla fine di aprile – prima ancora che per acquistarli.

Dalla cattedra alle Murate Aste sì, ma anche incontriDESIGN. A “lezione” con celebri progettisti ARTE. Apre i battenti “Florence Number Nine”

/I.E.

Amanti della buona tavola, state pron-ti, è in arrivo l’ottava edizione di “Taste, in viaggio con le diversità del gusto”. Il salone dedicato alle eccel-

lenze del panorama culinario quest’anno va in scena dal 9 all’11 marzo, come di consueto alla Stazione Leopolda. Il salone che Pitti Immagine dedica al gusto e al food lifestyle – nato dalla collaborazione con il gastronauta Davide Pao-lini – si è affermato come il salotto italiano del mangiare e stare bene, dove si danno appunta-mento i migliori operatori italiani e internazio-nali dell’alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies, i cultori del cibo di qualità e delle nuove tenden-ze del gusto. A questa edizione saranno circa 280 le aziende partecipanti (in crescita rispet-to alle 263 dell’ultima volta), selezionate tra le produzioni di nicchia e d’eccellenza provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia, che proporran-no i loro prodotti e le novità negli spazi della Stazione Leopolda e nell’area Alcatraz, con uno speciale set di allestimento curato dall’architet-to Alessandro Moradei. “Taste è sempre più un punto di riferimento per gli operatori dell’alta gastronomia e della ristorazione, e per il pubbli-co sempre crescente di appassionati di cibo di qualità – ha detto Agostino Poletto, vicediretto-

re generale di Pitti Immagine – è un’esperienza divertente e coinvolgente, un viaggio multi-sen-soriale alla scoperta dei tanti modi in cui oggi si esprime e si sperimenta il gusto”. Se nel marzo scorso il tema era quello dei “protagonisti del gusto”, a questa edizione saranno i luoghi a farla da protagonisti: offellerie, salsamenterie, cremerie, verdurai, piadinerie, pescherie, trip-pai, pizzicagnoli e chi più ne ha più ne metta. Verranno accesi i riflettori sui luoghi in cui il gusto va in scena, i locali e le botteghe che sono parte integrante della nostra tradizione e che da sempre sono sinonimo di qualità. Alla Stazione Leopolda ci saranno le insegne di questi luoghi e le loro vetrine, dalle mille forme, colori e ca-ratteri tipografici, che, attraverso la grafica, ver-ranno raccontate nel modo più ironico, origina-le e coinvolgente. Divertente l’area Taste Tools, dedicata agli oggetti di food e kitchen design, a tutti gli strumenti dello chef, ma anche a quelli di chi ama stare tra i fornelli: capi di abbiglia-mento, attrezzature tecniche e professionali per la cucina. Ma anche il Taste Shop, department store dei cibi esclusivi, il negozio – con oltre 1.500 prodotti in catalogo e con più di 21mila pezzi venduti la scorsa edizione – dove acqui-stare i prodotti esposti e degustati durante il per-corso. Assaggiare per credere.

Leopolda, Eldorado dei buongustaiBarbara Biondi

NEL PIATTO/1. Torna Taste, il salone che porta in città il meglio dell’enogastronomia mondiale

Torna alla ribalta con i suoi personaggi un po’ amari, che fanno ridere (e riflettere insieme) dei paradossi del Bel

Paese. Si intitola “Due italiani veri” lo spettacolo scritto da Andrea Muzzi insieme a Marco Vicari e messo in scena con Massimiliano Galligani che il 16 di marzo approderà al teatro Puccini. In scena due personaggi che “vengono sequestrati da una coppia di alieni sbarcati sulla Terra e portati sul loro pianeta perfetto – spiega Muzzi – un piane-ta dove, ad esempio, la legalità è all’ordine del giorno e si lavora senza raccomandazioni”. I due vorrebbero rimanere in questa specie di paradiso ma, appena gli alieni capiscono di aver rapito due italiani, tentano di fare di tutto per libe-rarsene. Ed è da quel momento in poi che, sul palcoscenico, prendono vita sette sketch che ritraggono l’italiano nelle sue vesti peggiori, “dal babbo ultras, quello che va a vedere la partita del figlio è urla ‘ammazzalo, spezzagli le gambe!’, alla ‘casta’, che vede al centro dell’attenzione dipendenti

pubblici assentesisti e svogliati che però si lamentano della classe politica, come se gli elettori fossero poi molto diver-si dagli eletti”. E ancora c’è la presentazione che somiglia un po’ a quelle fatte a Cupertino, in California, dell’appli-cazione “I-Mafia”, che consente ai boss di raggiungere in qualsiasi momento il proprio referente in Parlamento per concludere nel più breve tempo possibile la trattativa tra Stato e criminalità. Ognuno dei siparietti è “una specie di atto unico – continua il comico – e nelle intenzioni degli autori dovrebbe servire a far scaturire una risata vendicati-va, liberatoria”. Una sorta di presa di coscienza da parte del pubblico, quotidianamente protagonista di storie surreali, che sembrano frutto della fantasia e invece rispecchiano (quasi) fedelmente la realtà. Un’anteprima speciale che i lettori de Il Reporter potranno godersi presentando alla cassa il coupon che trovate qui accanto, che darà diritto a uno sconto sul prezzo del biglietto.

Gli italiani “sbagliati”rivisitati da Andrea Muzzi

LO SPETTACOLO. Al Puccini l’anteprima del nuovo show del comico

NEL PIATTO/2. L’opera prima della nutrizionista fiorentina Valentina Guttadauro

cultura

Appuntamento dal 9 all’11 marzo per soddisfare

anche i palati più esigenti. In mostra nella stazione

settecentesca un concentrato di sapori che verranno

mescolati a seminari e a un negozio senza paragoni

/B.B.

La dieta? Uno stile alimentare e non una restrizione. Parola di Valentina Guttadau-

ro, biologa nutrizionista fiorentina che ha dato alle stampe il suo primo libro, “Mangia bene che ti passa” (Sassoscritto, 120 pagg, 8,90 euro), nel quale spiega come affrontare i for-nelli senza trasformare un’alimentazione sana in un incubo. “Di fatto è un ricettario – spiega Valentina – suddiviso per finalità. Ci sono ri-cette drenanti e ricette vegetariane, ricette con poco colesterolo e altre ricche di omega tre”. E la particolarità sta nel fatto che non ci sono indicazioni riguardo a grammature e dosaggi. “Ognuno – continua la nutrizionista – deve sa-

per dosare la quantità di cibi in base al proprio organismo e alle proprie necessità. Non esiste una dose standard per tutti”. Unica eccezione sono i dolci. “In quel caso è d’obbligo indica-re la quantità di ingredienti necessaria, e visto che io sono molto golosa, ho segnalato diverse ricette, ma i miei preferiti rimangono i muffin e i plumcake alle carote, perfetti per la prima colazione”. L’altro segreto sta nell’andare alla scoperta di ingredienti un po’ meno dif-fusi. “Ad esempio, quando siamo davanti allo scaffale della pasta, qualche volta potremmo buttare l’occhio un poco più in là e prendere una confezione di pizzoccheri della Valtellina,

a base di grano saraceno, una vecchia farina riscoperta che ha delle ottime proprietà”. In-somma, il consiglio è quello di variare un po’ le classiche farine raffinate a cui siamo abitua-ti, ad esempio si potrebbero introdurre quelle di avena e riso, “che hanno un sapore gradevo-lissimo e che spesso vengono sottovalutate”. E poi ancora il seitan, il tofu e una lunga serie di altri alimenti che nelle cento ricette trovano un larghissimo uso. “Il cibo deve essere un piace-re ma anche il punto vita deve rimanere visibi-le – conclude Guttadauro – e se a mangiare si impara fin da piccoli, a cucinare si può impa-rare anche da grandi”. Bon appetit.

A tavola con le ricette per stare in forma

/C.G.la copertina del libro

Page 27: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

Roberto Angelini? “Gattomatto”, direbbero i meno preparati, quelli che la musica l’ascoltano solo in macchina alla radio. E invece no,

Angelini, cantautore romano che il 10 mar-zo porta alla Sala Vanni il suo ultimo lavoro “Phineas Gage”, è molto più di uno stornello da cantare sotto la doccia. È un musicista, un autore e, non da ultimo, un ponghista d’ecce-zione. Proprio così. Quali sono i punti di forza del tuo ultimo lavoro, “Phineas Gage”?Mi sono sentito libero di miscelare molte del-le mie influenze. Dall’elettronica ai suoni di legno e corde. Dal calore di strumenti vintage al gelo di effetti digitali. Da brani strumentali alla canzone più canonica. È un disco nato in un mese di improvvisazioni e destinato a es-sere suonato dal vivo con la mia piccola astro-nave da onemanband.Si può dire che la musica sia per te quello che la barra di metallo è stata per Phineas Gage (ispirato alla storia dell’operaio ame-ricano che a metà Ottocento sopravvisse a un incidente sul lavoro, una sbarra gli tra-passò il cranio, ndr)?Mi diverte questo parralelo. Comunque sì. Mi piace.Qual è il pezzo che pensi ti rappresenti di più? In questo momento mi diverte molto suonare Nella testa di Phineas Gage.Cosa cambia nel percorso che va Gatto-matto alle canzoni di oggi?Sono cambiate tantissime cose. Tutto fa parte di un percorso. Se non avessi fatto l’esperien-za del gattomatto forse non avrei fatto tutto il resto.È curiosa la tua passione per il pongo. Dove e come nasce e qual è il nesso tra questo passatempo e la tua attività di musicista?Il pongo è una mia grande passione. È stato anche un lavoro (fotoromanzi, pubblicità, ani-mazioni). Ho pensato potesse diventare il mio primo lavoro. Ci vuole una pazienza mostruo-

sa. Penso che curare l’immagine della propria musica sia importante. Ho quasi sempre pre-ferito legare delle immagini di plastilina ai miei dischi, alle locandine e ai siti.È la prima volta che ti esibisci come solista a Firenze: cosa pensi della città?È una città meravigliosa. La amo e la frequen-to da tanti anni. Quando ero ventenne venivo a strimpellare la chitarra insieme a un ami-co pianista in un jazz club. Poi sono venuto all’anfiteatro romano di Fiesole e al festival della creatività con un tributo a Nick Drake. Qualche anno fa sono tornato a suonare insie-me a Cristina Donà in piazza della Signoria e poi con Niccolò Fabi al teatro con il tour di “Ecco”. Mi sento pronto alla mia prima volta

da solista. Preferisci il Roberto Angelini chitarrista, cantautore o produttore?Accetto le sfumature del mio carattere. Non sono mai soddisfatto fino in fondo di niente e la ricerca è tutto. Ogni attività alimenta l’al-tra.Progetti?Fino a dicembre sarò in tour con Niccolò Fabi, con Piercortese (Discoverland) e con il mio progetto. Sto lavorando alla produzione di tre dischi. Da marzo mi occuperò di musi-care dal vivo la trasmissione di Diego “Zoro” in onda su Rai 3. Sto preparando un tributo a Pink Moon di Nick Drake e al White Album dei Beatles. Prevedo un 2013 intenso.

Cristina Cornelli e Ludovica Zarrilli

ON STAGE/1. Roberto Angelini sbarca alla Sala Vanni con il suo ultimo lavoro da solista

“La musica? Una barra nella testa”Artista talentuoso e cantautore impegnato, ma anche “ponghista”

d’eccezione. La sua carriera riparte da un solo tour che lo farà girare

mezza Penisola, con la promessa di continuare le collaborazioni con Niccolò

Fabi e Diego “Zoro”, che affi ancherà nella sua prossima esperienza televisiva Ci sono la pecora e il lupo, il to-polino e la sua casa sotto terra.

Dove? Nelle sei valigie che Elisabetta Salvatori, attrice e autrice, aprirà sul palcoscenico del teatro di Rifredi, il prossimo 24 marzo, per raccontare altrettante storie. Il titolo dello spet-tacolo, non a caso, è “In viaggio, sto-rie in valigia”. Elisabetta, vent’anni fa, scelse sei fiabe della tradizione popolare di diversi Paesi (la favola della pecora e il lupo, ad esempio, è giapponese). Poi decise di ambienta-re ciascuno di questi racconti in un luogo mobile, piccoli teatri nel teatro. Così, cercò sei valigie di cartone, che le furono regalate da amici, parenti, addirittura da delle suore. Contenitori misteriosi, oggi resi ancora più affa-scinanti da tanti anni di palcoscenico, che hanno regalato loro quella che si dice “un’aria vissuta”. Elisabetta li apre ogni volta che, durante lo spetta-colo, inizia a leggere una storia. Così, a ogni nuovo racconto, corrisponde un ambiente ricostruito in miniatura, ma con tutti i dettagli del caso. Non è la prima volta che “In viaggio, storie in valigia” passa da Firenze. “Sono legatissima a queste favole – spiega Elisabetta – e riproporle mi piace sempre”. L’affetto per uno spettacolo di questo tipo matura soprattutto gra-zie al rapporto con il pubblico: “Ve-dere i bambini che osservano quello che succede con i loro occhi imbaraz-zanti, completamente in balía delle emozioni, per me stessa è uno spetta-colo”. Ma le storie di Elisabetta van-no bene per tutta la famiglia. Anzi, come dice lei stessa, “fanno bene a tutti, grandi e piccini, perché il loro messaggio su temi come l’amicizia e la diversità è positivo e lascia spazio alla speranza”. E continua: “Gli adul-ti arrivano pensando di accompagna-re i figli. Quando si siedono sono sen-za difese. Così cedono e si lasciano coinvolgere”. Uno spettacolo da 7 a 90 anni che, per un’unica serata, tra-sforma il teatro di Rifredi nel luogo magico e incantato in cui tutte le sto-rie più incredibili prendono vita, gra-zie alla maestria di Elisabetta e alle sue valigie fatate, scrigni preziosi che raccolgono storie da non dimenticare mai più.

ON STAGE/2. Al teatro di Rifredi

Dalla valigia al palco,storie per bimbi e non

eliSabetta SalVatori

Dopo il successo della prima edizione del 2012, ecco che tornano gli incontri aperti al pubblico con designer, storici e personalità

del settore, organizzati dall’Ais/Design (Associazione italiana storici del design) con Isia Firenze e SelfHabitat. Appuntamenti a cui segui-rà una tavola rotonda: il fil rouge che li unisce è “il rapporto, spesso problematico, dell’arte e delle discipline del progetto con la tecnica che ha caratterizzato tutto il XX secolo”, spiega Vanni Pasca, pre-sidente dell’Ais/Design. Il 5 marzo l’appuntamento in programma è con Loredana Di Lucchio, dell’Università La Sapienza di Roma, che traccerà un quadro dell’applicazione al design di nuove tecnologie, e con Giulio Iacchetti, che parlerà di Interno italiano, progettazione e produzione di oggetti d’arredo con laboratori artigiani e vendita tramite la rete. Le “Lezioni di design” ospiteranno famosi progettisti come Alberto Meda e Denis Santachiara, e ancora Luca Zevi, cura-tore all’ultima Biennale di Venezia del Padiglione Italia, il 7 maggio, mentre il direttore di Domus Joseph Grima è atteso il 18 giugno al caffè letterario Le Murate.

Florence Number Nine è il nome di una nuova realtà nella scena culturale fiorentina. Una casa d’aste, innanzitutto, che commercia

arte antica e moderna, occidentale e orientale, oggetti preziosi e d’ar-redamento, per collezionisti di tutto il mondo. Ma anche una casa per la cultura, un luogo dove i saperi si incontrano e vengono condivisi, attraverso convegni, conferenze, mostre ed eventi. Nella prestigiosa sede di via del Poggio Imperiale, immersa in una delle zone più affa-scinanti di Firenze, avranno infatti luogo a cadenza periodica incontri con studiosi di fama riconosciuta, che metteranno a disposizione il loro sapere in una cornice di convivialità. Florence Number Nine è un crocevia di oggetti preziosi, da capire, da discutere, da toccare, da apprezzare e, perché no, da comprare. Qui si avvicenderanno con-tinuamente – per natura stessa della casa d’aste – quadri, sculture, tappeti, stampe, gioielli, mobili, vini e accessori, di ogni epoca e pro-venienti da ogni angolo di mondo, e Florence Number Nine li metterà a disposizione degli appassionati per ammirarli – a partire dalla fine di aprile – prima ancora che per acquistarli.

Dalla cattedra alle Murate Aste sì, ma anche incontriDESIGN. A “lezione” con celebri progettisti ARTE. Apre i battenti “Florence Number Nine”

/I.E.

Amanti della buona tavola, state pron-ti, è in arrivo l’ottava edizione di “Taste, in viaggio con le diversità del gusto”. Il salone dedicato alle eccel-

lenze del panorama culinario quest’anno va in scena dal 9 all’11 marzo, come di consueto alla Stazione Leopolda. Il salone che Pitti Immagine dedica al gusto e al food lifestyle – nato dalla collaborazione con il gastronauta Davide Pao-lini – si è affermato come il salotto italiano del mangiare e stare bene, dove si danno appunta-mento i migliori operatori italiani e internazio-nali dell’alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies, i cultori del cibo di qualità e delle nuove tenden-ze del gusto. A questa edizione saranno circa 280 le aziende partecipanti (in crescita rispet-to alle 263 dell’ultima volta), selezionate tra le produzioni di nicchia e d’eccellenza provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia, che proporran-no i loro prodotti e le novità negli spazi della Stazione Leopolda e nell’area Alcatraz, con uno speciale set di allestimento curato dall’architet-to Alessandro Moradei. “Taste è sempre più un punto di riferimento per gli operatori dell’alta gastronomia e della ristorazione, e per il pubbli-co sempre crescente di appassionati di cibo di qualità – ha detto Agostino Poletto, vicediretto-

re generale di Pitti Immagine – è un’esperienza divertente e coinvolgente, un viaggio multi-sen-soriale alla scoperta dei tanti modi in cui oggi si esprime e si sperimenta il gusto”. Se nel marzo scorso il tema era quello dei “protagonisti del gusto”, a questa edizione saranno i luoghi a farla da protagonisti: offellerie, salsamenterie, cremerie, verdurai, piadinerie, pescherie, trip-pai, pizzicagnoli e chi più ne ha più ne metta. Verranno accesi i riflettori sui luoghi in cui il gusto va in scena, i locali e le botteghe che sono parte integrante della nostra tradizione e che da sempre sono sinonimo di qualità. Alla Stazione Leopolda ci saranno le insegne di questi luoghi e le loro vetrine, dalle mille forme, colori e ca-ratteri tipografici, che, attraverso la grafica, ver-ranno raccontate nel modo più ironico, origina-le e coinvolgente. Divertente l’area Taste Tools, dedicata agli oggetti di food e kitchen design, a tutti gli strumenti dello chef, ma anche a quelli di chi ama stare tra i fornelli: capi di abbiglia-mento, attrezzature tecniche e professionali per la cucina. Ma anche il Taste Shop, department store dei cibi esclusivi, il negozio – con oltre 1.500 prodotti in catalogo e con più di 21mila pezzi venduti la scorsa edizione – dove acqui-stare i prodotti esposti e degustati durante il per-corso. Assaggiare per credere.

Leopolda, Eldorado dei buongustaiBarbara Biondi

NEL PIATTO/1. Torna Taste, il salone che porta in città il meglio dell’enogastronomia mondiale

Torna alla ribalta con i suoi personaggi un po’ amari, che fanno ridere (e riflettere insieme) dei paradossi del Bel

Paese. Si intitola “Due italiani veri” lo spettacolo scritto da Andrea Muzzi insieme a Marco Vicari e messo in scena con Massimiliano Galligani che il 16 di marzo approderà al teatro Puccini. In scena due personaggi che “vengono sequestrati da una coppia di alieni sbarcati sulla Terra e portati sul loro pianeta perfetto – spiega Muzzi – un piane-ta dove, ad esempio, la legalità è all’ordine del giorno e si lavora senza raccomandazioni”. I due vorrebbero rimanere in questa specie di paradiso ma, appena gli alieni capiscono di aver rapito due italiani, tentano di fare di tutto per libe-rarsene. Ed è da quel momento in poi che, sul palcoscenico, prendono vita sette sketch che ritraggono l’italiano nelle sue vesti peggiori, “dal babbo ultras, quello che va a vedere la partita del figlio è urla ‘ammazzalo, spezzagli le gambe!’, alla ‘casta’, che vede al centro dell’attenzione dipendenti

pubblici assentesisti e svogliati che però si lamentano della classe politica, come se gli elettori fossero poi molto diver-si dagli eletti”. E ancora c’è la presentazione che somiglia un po’ a quelle fatte a Cupertino, in California, dell’appli-cazione “I-Mafia”, che consente ai boss di raggiungere in qualsiasi momento il proprio referente in Parlamento per concludere nel più breve tempo possibile la trattativa tra Stato e criminalità. Ognuno dei siparietti è “una specie di atto unico – continua il comico – e nelle intenzioni degli autori dovrebbe servire a far scaturire una risata vendicati-va, liberatoria”. Una sorta di presa di coscienza da parte del pubblico, quotidianamente protagonista di storie surreali, che sembrano frutto della fantasia e invece rispecchiano (quasi) fedelmente la realtà. Un’anteprima speciale che i lettori de Il Reporter potranno godersi presentando alla cassa il coupon che trovate qui accanto, che darà diritto a uno sconto sul prezzo del biglietto.

Gli italiani “sbagliati”rivisitati da Andrea Muzzi

LO SPETTACOLO. Al Puccini l’anteprima del nuovo show del comico

NEL PIATTO/2. L’opera prima della nutrizionista fiorentina Valentina Guttadauro

cultura

Appuntamento dal 9 all’11 marzo per soddisfare

anche i palati più esigenti. In mostra nella stazione

settecentesca un concentrato di sapori che verranno

mescolati a seminari e a un negozio senza paragoni

/B.B.

La dieta? Uno stile alimentare e non una restrizione. Parola di Valentina Guttadau-

ro, biologa nutrizionista fiorentina che ha dato alle stampe il suo primo libro, “Mangia bene che ti passa” (Sassoscritto, 120 pagg, 8,90 euro), nel quale spiega come affrontare i for-nelli senza trasformare un’alimentazione sana in un incubo. “Di fatto è un ricettario – spiega Valentina – suddiviso per finalità. Ci sono ri-cette drenanti e ricette vegetariane, ricette con poco colesterolo e altre ricche di omega tre”. E la particolarità sta nel fatto che non ci sono indicazioni riguardo a grammature e dosaggi. “Ognuno – continua la nutrizionista – deve sa-

per dosare la quantità di cibi in base al proprio organismo e alle proprie necessità. Non esiste una dose standard per tutti”. Unica eccezione sono i dolci. “In quel caso è d’obbligo indica-re la quantità di ingredienti necessaria, e visto che io sono molto golosa, ho segnalato diverse ricette, ma i miei preferiti rimangono i muffin e i plumcake alle carote, perfetti per la prima colazione”. L’altro segreto sta nell’andare alla scoperta di ingredienti un po’ meno dif-fusi. “Ad esempio, quando siamo davanti allo scaffale della pasta, qualche volta potremmo buttare l’occhio un poco più in là e prendere una confezione di pizzoccheri della Valtellina,

a base di grano saraceno, una vecchia farina riscoperta che ha delle ottime proprietà”. In-somma, il consiglio è quello di variare un po’ le classiche farine raffinate a cui siamo abitua-ti, ad esempio si potrebbero introdurre quelle di avena e riso, “che hanno un sapore gradevo-lissimo e che spesso vengono sottovalutate”. E poi ancora il seitan, il tofu e una lunga serie di altri alimenti che nelle cento ricette trovano un larghissimo uso. “Il cibo deve essere un piace-re ma anche il punto vita deve rimanere visibi-le – conclude Guttadauro – e se a mangiare si impara fin da piccoli, a cucinare si può impa-rare anche da grandi”. Bon appetit.

A tavola con le ricette per stare in forma

/C.G.la copertina del libro

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Page 28: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

segnalazioni a [email protected]

“La misura del piede mi rivela il ca-rattere di chi lo possiede”, diceva

Salvatore Ferragamo, che di estremità femminili se ne intendeva. Il 6 era la mi-sura di Marilyn Monroe, venere frivola a cui è dedicata la mostra a Palazzo Feroni Spini. C’è tempo ancora fino all’inizio di aprile per visitare una mostra che ha avu-to il successo che si meritava, così ricca di memorabilia e oggetti appartenuti alla diva delle dive. Un’esposizione accurata che racconta la vita della star partendo dai suoi piedi, dalle bellissime calzature che indos-sava (create per lei, ça va sans dire, anche dal calzolaio delle star Salvatore Ferraga-mo), passando per gli abiti elegantissimi, per gli scatti più belli, per i fermo immagi-ne rubati ai film e arrivando fino a dettagli curiosi e teneri, come l’agenda personale della diva, le ricevute degli acquisti fatti nella boutique newyorkese di Ferragamo, fino al biglietto d’invito per il complean-no di John Fitzgerald Kennedy. Manca un mese alla chiusura della mostra, giusto il tempo per non perdersela.

Fino al primo aprile

Marilyn da Ferragamo,ancora per un mese

/C.G.

L’APPUNTAMENTO/1

In occasione dei quarant’anni dall’apertura del Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti,

la Soprintendenza al Polo Museale fiorentino e l’associazione Amici di Doccia hanno volu-to ricordare questo anniversario con la mostra “Lusso ed eleganza”, che mette in evidenza al contempo la collezione museale di Palaz-zo Pitti e la produzione della manifattura di Doccia del periodo fra la dominazione na-poleonica e la Restaurazione lorenese (1800-1830). Il cambiamento che l’avvento dell’im-pero napoleonico portò nel governo della Toscana ebbe i suoi riflessi nelle discipline artistiche fin dal regno di Etruria (1801-1807) con Luisa di Borbone Parma, ma soprattutto negli anni della presenza di Elisa Baciocchi. La sorella di Napoleone, prima principessa di Lucca e Piombino (1805-1809) e poi grandu-chessa di Toscana (1809-1814), promosse un rinnovato interesse per le arti di cui da tempo si sentiva la mancanza. Il suo mecenatismo non soltanto richiamò a Firenze scultori, pit-tori e musicisti, ma sostenne anche le indu-strie artigiane, incentivando la lavorazione di seta, mobilia e porcellana.

Al museo delle Porcellane

“Lusso ed eleganza”dalla Francia a Doccia

/C.G.

L’APPUNTAMENTO/2Live

Max Gazzè14 marzoViper Theatre

Le canzoni tornano a essere fi rmate dall’ar-tista romano insieme al fratello Francesco: l’ironia delle parole, che talvolta si fa così tagliente da diventare sarcasmo, insieme a testi più intimisti poggiano su musiche che non perdono mai di tensione, con un ritmo sempre serrato ma con aperture di grande respiro sui ritornelli. Bentornato Gazzè.

Renzo Arbore15 marzoTeatro Verdi

Il nuovo spettacolo sarà ancora un grande show (dalle canzoni napoletane ai grandi successi televisivi a quelle sonorità che Arbore chiama le canzoni della memoria), con escursioni verso le musiche del sud del mondo. Il concerto inizierà con alcuni ispirati omaggi al repertorio partenopeo e proseguirà con un ricordo di Totò (con il montaggio degli sketch tratti dai suoi fi lm e l’immancabile Malafemmena) e Murolo, con alcune chicche tratte dal repertorio.

Mumford and sons15 marzoNelson Mandela Forum

Dopo aver raggiunto il primo posto in classifi ca sia in Inghilterra che negli Stati Uniti stracciando ogni record di vendita, in Italia i Mumford & Sons hanno conquistato con “Babel” il quinto posto tra gli album più

venduti. Anticipato dal singolo “I Will Wait”, questo secondo album conferma il successo planetario che la giovane band ha raggiunto in pochi anni.

Note noire quartet17 marzoFoyer Teatro Puccini

Lo spettacolo mostra un sentiero attraverso suoni e forme delle tradizioni zingare che hanno percorso l’Europa nel Novecento: le czardas ungheresi, il valse musette, lo swing, le hora rumene, i canti albanesi e molte altre. Questo eterogeneo panorama musicale che si estende dalla Francia ai Balcani fi no ai pa-esi dell’Est europeo attraversando Alsazia, ex Jugoslavia, Albania, Serbia e Romania viene amalgamato in una sonorità che è tipica dello swing manouche francese, in omaggio al musicista Django Reinhardt e al suo popolo, gli zingari, unici testimoni, ad oggi, della straordinaria varietà e ricchezza di linguaggi musicali che animano la cultura europea.

Eros Ramazzotti 24 e 25 marzoNelson Mandela Forum

I suoi fan più accaniti lo stavano aspettan-do da molto, ed ecco che è tornato. Eros Ramazzotti, che nell’ultimo periodo ha fatto sentire la sua voce su tutte le radio della Penisola, torna a cimentarsi in un tour per far contento chi ha voglia di vederlo (e ascoltarlo) dal vivo. Due le date fi orentine, e poi un viag-gio per tutta l’Italia fi no all’inizio dell’estate, quando il cantante di “Adesso tu” prenderà il volo per Usa, America del sud, Australia e Sud Africa.

vecchio demolito) per scavalco Tav in via del Sodo che dovrebbe collegare il Lippi al Sodo che ancora non è collaudato e funzionante ed oscuro rimane il soggetto che dovrà garantire la manutenzione e la sicurezza per gli utenti (in particolare per ascensori, illuminazione, ecc.); il giardino storico all’italiana all’interno della villa La Quiete (proprietaria è la Regione Toscana, via della Quiete) non è fruibile dalla popola-zione perché non ci sono soldi per mettere in sicurezza la scala di accesso mentre si fanno ricchi “investimenti” che potrebbero essere ri-dotti senza danneggiamento alcuno; la scarsa pulizia di luoghi pubblici (parcheggio Chiuso dei Pazzi) abbandonato ad un utilizzo incivile e molto “particolare”; una manutenzione degli spazi pubblici come i marciapiedi che niente ha a che vedere con la razionalità e dove si ubicano (pensiamo a pagamento!) per mesi segnali di pericolo che sono più pericolosi del problema stesso; il “recupero urbanistico” dell’ex area industriale Cerdec (Via Giuliani) con destinazione abitativa....... purtroppo “qualcu-no” ha provveduto tempestivamente a can-cellare tracce di quanto avvenuto strappando nella stessa giornata cartelli e manifesti lasciati ad indicare i perché di tale manifestazione e camminando all’interno del quartiere mi sono venuti in mente quelli che bruciano le bibliote-che per nascondere un’idea diversa dalla loro. Invece un bravo e un grazie va a quei cittadini che con sacrificio hanno promosso e parteci-pato a questa manifestazione al fine di miglio-rare la vita di tutti..... la prossima volta ci vorrò essere anch’io!!!!!

Claudio Badii

“fiorentini,PensiamounPo’diPiÙallanostraCittà”Gentile redazione,vorrei dire la mia dopo aver letto la lettera della signora Maria Adele Bigagli sul Reporter di febbraio 2013. Io sono d’accordo con la si-gnora, se i fiorentini non si mettono in testa di tenerci un po’ di più alla loro città, è inutile che si facciano nuovi giardini e nuovi lavori, è inutile che ci si lamenti poi quando c’è sporco per strada. Ormai devo dire che sono tante le persone che vedo che quando portano fuori il loro cane poi raccolgono nel sacchettino i loro escrementi, e tante di queste persone che lo fanno, almeno quelle che vedo io, sono gio-vani, e questo mi fa ancora più piacere. Però i nostri marciapiedi sono ancora bombardati da escrementi dei cani, quindi ci sono sicuramen-te tante altre persone che lasciano che il loro animale faccia i suoi bisogni dovunque senza poi pulire. Questo è un comportamento incivi-le, soprattutto per chi ha dei bambini, che oltre alle macchine e a tante altre cose deve stare continuamente attento per strada a dove met-tono i piedi. Io mi ritengo fortunato a vivere in una città bella come Firenze, e allora vorrei dire a tutti i miei concittadini di tenerci un po’ di più al suo rispetto e alla sua pulizia, non ci vuo-le molto, e alla fine tutti saremmo più contenti di vivere nella nostra bella città.Grazie,

Ivano

glisCooter,iltraffiCoeleCorsiePreferenzialiSalve,sono uno scooterista, uno di quelli che ogni mattina, estate o inverno che sia, con il sole o con la pioggia, prende il suo motorino per andare a lavorare. Io non so come fanno le persone in macchina che ogni giorno stanno ore e ore in fila, all’andata e al ritorno, facen-do intasare tutta la città e creando problemi per le ambulanze e i mezzi di soccorso, che devono fare degli slalom incredibili per pas-sare.... non hanno altre possibilità per andare

a lavoro?.... motorino, bicicletta, autobus, ecc.... comunque, spesso in certi punti, anche sui viali, è difficile passare anche con il motorino, perché le macchine non rispettano le corsie e si mettono in mezzo. Avevo letto un po’ di tempo fa che c’era stata la proposta di far pas-sare anche i motorini dalle corsie preferenziali, ma dove è andata a finire quell’idea? Non se ne parla più? Sarebbe molto importante per quelli come me, non penso che si intasereb-bero le corsie preferenziali creando danni agli autobus, e invece si libererebbero un po’ di più le altre strade. Quindi io chiedo che si riprenda in considerazione questa ipotesi, a mio modo di vedere importante per il traffico cittadino. Complimenti per Il Reporter e cordiali saluti.

Uno scooterista fiorentino

“lastoriainfinitadiPiazzadelleCure”Spettabile redazione de Il Reporter,grazie per i vostri articoli sulla vita del quartiere, ci date sempre tante informazioni utili e inte-ressanti che in altri giornali non si leggono. Io sono un abitante delle Cure da 40 anni, e la si-tuazione di piazza delle Cure mi sembra la sto-ria infinita. Ogni volta che ci sono idee e pro-

getti per rifarla c’è sempre qualcuno che non gli va bene, che è contrario e si mette a dire di no. Ora io dico: ma possibile che questa piazza sia destinata a restare così per sempre? Questa volta con l’ultimo progetto che hanno presen-tato alla riunione dei 100 luoghi sembrava che le cose dovessero finalmente cambiare dav-vero, o anche questa volta non sarà così? Io capisco che c’è qualcuno che può non essere d’accordo (i fiorentini non sono mai d’accordo su niente), capisco le difficoltà e le paure dei negozi, ma chi vive qua da tanto tempo come me sa che qualcosa deve esser fatto. Tanto peggio di così non può andare. Ogni giorno ci sono super-ingorghi e code, clacson, inqui-namento, auto parcheggiate nel mezzo della piazza..... quando ci sono i vigili va un po’ me-glio, ma c’è confusione lo stesso.... Così non si può andare avanti, se c’è chi non è d’accordo si potrebbe fare un’altra riunione e riparlarne tut-ti insieme con i politici e i cittadini, ma non si può sempre essere contrari, piazza delle Cure deve essere rifatta. Spero che anche l’ultimo progetto non vada a farsi benedire...Grazie per l’attenzione,

Bruno

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Caro lettore,non bastassero i problemi che ogni città ha già di per sé (soprattutto in tempi non facili come questi, in cui le risorse sono purtroppo quelle che sono) e le difficoltà nel fornire tutti i servizi su cui i cittadini vorrebbero poter contare, ci si mettono spesso e volentieri anche i vandali a complicare ulteriormente la situazione. Gli atti vanda-lici sono gesti da condannare e combattere con più forza possibile, da quelli appa-rentemente “innocui” (ma che innocui non sono mai, seppur per i loro autori a volte non si tratti altro che di bravate) fino ai più gravi. Tanti e diversi sono gli obiettivi di volta in volta messi nel mirino dai vandali di turno: beni privati (come auto e motorini), opere d’arte, strutture e servizi pubblici. E tante e gravi sono, in ogni caso, le conseguenze di questi gesti. Danni (economici e d’immagine) alla città e ai suoi abitanti. Che certo, come detto, non ne hanno bisogno, men che meno in questo momento. Prendersela con i servizi pubblici, poi, è particolarmente odioso, per le difficoltà che si vanno a creare a persone che spesso di difficoltà ne hanno già ab-bastanza. Il malcontento per quello che non va non si può certo esprimere in que-sto modo. Senza dimenticare poi che a pagare per questi gesti siamo tutti noi, in termini economici ma anche di una minore qualità della vita in città. E qua si torna al discorso fatto più volte in passato, ma sempre attuale: impossibile, per chi è de-putato a farlo, controllare la città palmo a palmo, ventiquattro ore su ventiquattro. Può capitare, qualche volta, di cogliere alcuni di questi vandali “all’opera”, ma non sempre può andare così. E allora quello che serve è un rinnovato senso civico, un capire finalmente che fare del male alla città, alle sue strutture e alle sue opere vuol dire far del male a se stessi. E in questo senso è importantissimo il comportamento di tutti i cittadini: ognuno di noi ha il dovere di segnalare quello che sta accadendo quando si trova ad assistere a comportamenti del genere, ognuno di noi ha il do-vere di non voltarsi dall’altra parte, seppur a volte si pensi di non trovarsi di fronte ad atti particolarmente gravi. Perché la città, oltre che di chi deve controllarla per mestiere, ha bisogno dell’impegno e della collaborazione di tutti i suoi abitanti.

Matteo [email protected]

ivandalielePensilinedeibusSpett.le Redazione,ho notato che le nuove pensiline Ataf del mio quartiere sono state seriamente danneggiate dai vandali. Infatti i cristalli di protezione delle bacheche pubblicitarie sono state infranti in almeno 3 pensiline di via Canova e via dell’Argingrosso. Questi atti vandalici vanno pubblicamente condannati ed i responsabili perseguiti penal-mente. Non possiamo permetterci di vedere andare in frantumi migliaia di euro di soldi pubblici che potrebbero servire, per esempio, a pagare mesi di stipendio ad un lavoratore disoccupato. Suggerisco ad Ataf di aspettare a riparare i danni e nel frattempo esporre nelle bacheche danneggiate dei manifesti con slogan forti, del tipo: “Ti divertiresti se qualcuno mandasse in frantumi i vetri di casa tua? Pensaci!”.Cordiali saluti,

un vostro lettore del Q4

lettere

ilsodo,leriChiesteelamanifestazioneDa circa 40 anni vivo al Sodo, antico e piccolo borgo ubicato nel quartiere 5 di Firenze, po-sto tra Careggi e Castello ai piedi della collina che sale in direzione di Monte Morello, dove si possono ammirare ville appartenute alle fami-glie dei Medici, Pazzi e della Rovere (ville dove è nato il Rinascimento ). Il verde in questa zona periferica è ancora padrone ma è un verde inaccessibile, di proprietà privata e da privati utilizzato. Spesso, per motivi familiari, sono co-stretto ad allontanarmi anche per 10/15 giorni e in modo non infrequente, al mio ritorno, mi ritrovo a relazionarmi e confrontarmi con no-vità ed iniziative anche piacevoli e condivisibili. Tutti sappiamo che la qualità di vita (insieme alle condizioni economiche) nei nostri quar-tieri ha subito un rapido peggioramento e questo capita anche al Sodo. Rientrato a casa il 20 di gennaio, mentre passeggiavo per il quartiere, sono venuto a sapere da “concit-tadini” che nel giorno precedente, il sabato, si era svolta una manifestazione pubblica ed autorizzata con corteo, striscioni e cartelli (e con Carabinieri, Polizia e Polizia Municipale) per chiedere un quartiere diverso, più parte-cipato e programmato a misura di cittadino. Diverso? In che cosa diverso? Cosa è stato ri-vendicato??… Intanto è stato richiesto all’am-ministrazione di acquisire uno spazio verde ai lati della nuova (anno 2006) strada per Careg-gi, spazio da utilizzarsi secondo i bisogni della popolazione (giardino, spazi giochi, spazi per cani, luogo di incontro per feste, anche per orti di quartiere, ecc.) e gestito anche direttamen-te da un’associazione di cittadini senza fini di lucro e con realizzazioni di strutture semplici, comunque sicure e da realizzarsi con spese modeste. E poi?…...... sono stati evidenziati problemi che da tempo, troppo tempo, inci-dono sul quartiere negativamente: il fabbrica-to ubicato all’angolo di via Caldieri - via Giuliani costituito da 30 appartamenti, un vasto piano interrato ed un ex-ristorante abbandonati ed inutilizzati (mi domando quanta ricchezza è inutilizzata?) ormai da qualche anno per il quale è stato chiesto il riutilizzo pubblico e di quartiere; giardini già realizzati da anni (già in degrado) ed ancora non aperti come in via di Quarto; orti sociali (via Dazzi) per i quali sono stati spesi fino ad oltre 1 mln di euro ma anco-ra non assegnati e la primavera sta avanzan-do; realizzazione ultimata da tempo di nuovo sovrappasso pedonale (in sostituzione del

Page 29: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

segnalazioni a [email protected]

“La misura del piede mi rivela il ca-rattere di chi lo possiede”, diceva

Salvatore Ferragamo, che di estremità femminili se ne intendeva. Il 6 era la mi-sura di Marilyn Monroe, venere frivola a cui è dedicata la mostra a Palazzo Feroni Spini. C’è tempo ancora fino all’inizio di aprile per visitare una mostra che ha avu-to il successo che si meritava, così ricca di memorabilia e oggetti appartenuti alla diva delle dive. Un’esposizione accurata che racconta la vita della star partendo dai suoi piedi, dalle bellissime calzature che indos-sava (create per lei, ça va sans dire, anche dal calzolaio delle star Salvatore Ferraga-mo), passando per gli abiti elegantissimi, per gli scatti più belli, per i fermo immagi-ne rubati ai film e arrivando fino a dettagli curiosi e teneri, come l’agenda personale della diva, le ricevute degli acquisti fatti nella boutique newyorkese di Ferragamo, fino al biglietto d’invito per il complean-no di John Fitzgerald Kennedy. Manca un mese alla chiusura della mostra, giusto il tempo per non perdersela.

Fino al primo aprile

Marilyn da Ferragamo,ancora per un mese

/C.G.

L’APPUNTAMENTO/1

In occasione dei quarant’anni dall’apertura del Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti,

la Soprintendenza al Polo Museale fiorentino e l’associazione Amici di Doccia hanno volu-to ricordare questo anniversario con la mostra “Lusso ed eleganza”, che mette in evidenza al contempo la collezione museale di Palaz-zo Pitti e la produzione della manifattura di Doccia del periodo fra la dominazione na-poleonica e la Restaurazione lorenese (1800-1830). Il cambiamento che l’avvento dell’im-pero napoleonico portò nel governo della Toscana ebbe i suoi riflessi nelle discipline artistiche fin dal regno di Etruria (1801-1807) con Luisa di Borbone Parma, ma soprattutto negli anni della presenza di Elisa Baciocchi. La sorella di Napoleone, prima principessa di Lucca e Piombino (1805-1809) e poi grandu-chessa di Toscana (1809-1814), promosse un rinnovato interesse per le arti di cui da tempo si sentiva la mancanza. Il suo mecenatismo non soltanto richiamò a Firenze scultori, pit-tori e musicisti, ma sostenne anche le indu-strie artigiane, incentivando la lavorazione di seta, mobilia e porcellana.

Al museo delle Porcellane

“Lusso ed eleganza”dalla Francia a Doccia

/C.G.

L’APPUNTAMENTO/2Live

Max Gazzè14 marzoViper Theatre

Le canzoni tornano a essere fi rmate dall’ar-tista romano insieme al fratello Francesco: l’ironia delle parole, che talvolta si fa così tagliente da diventare sarcasmo, insieme a testi più intimisti poggiano su musiche che non perdono mai di tensione, con un ritmo sempre serrato ma con aperture di grande respiro sui ritornelli. Bentornato Gazzè.

Renzo Arbore15 marzoTeatro Verdi

Il nuovo spettacolo sarà ancora un grande show (dalle canzoni napoletane ai grandi successi televisivi a quelle sonorità che Arbore chiama le canzoni della memoria), con escursioni verso le musiche del sud del mondo. Il concerto inizierà con alcuni ispirati omaggi al repertorio partenopeo e proseguirà con un ricordo di Totò (con il montaggio degli sketch tratti dai suoi fi lm e l’immancabile Malafemmena) e Murolo, con alcune chicche tratte dal repertorio.

Mumford and sons15 marzoNelson Mandela Forum

Dopo aver raggiunto il primo posto in classifi ca sia in Inghilterra che negli Stati Uniti stracciando ogni record di vendita, in Italia i Mumford & Sons hanno conquistato con “Babel” il quinto posto tra gli album più

venduti. Anticipato dal singolo “I Will Wait”, questo secondo album conferma il successo planetario che la giovane band ha raggiunto in pochi anni.

Note noire quartet17 marzoFoyer Teatro Puccini

Lo spettacolo mostra un sentiero attraverso suoni e forme delle tradizioni zingare che hanno percorso l’Europa nel Novecento: le czardas ungheresi, il valse musette, lo swing, le hora rumene, i canti albanesi e molte altre. Questo eterogeneo panorama musicale che si estende dalla Francia ai Balcani fi no ai pa-esi dell’Est europeo attraversando Alsazia, ex Jugoslavia, Albania, Serbia e Romania viene amalgamato in una sonorità che è tipica dello swing manouche francese, in omaggio al musicista Django Reinhardt e al suo popolo, gli zingari, unici testimoni, ad oggi, della straordinaria varietà e ricchezza di linguaggi musicali che animano la cultura europea.

Eros Ramazzotti 24 e 25 marzoNelson Mandela Forum

I suoi fan più accaniti lo stavano aspettan-do da molto, ed ecco che è tornato. Eros Ramazzotti, che nell’ultimo periodo ha fatto sentire la sua voce su tutte le radio della Penisola, torna a cimentarsi in un tour per far contento chi ha voglia di vederlo (e ascoltarlo) dal vivo. Due le date fi orentine, e poi un viag-gio per tutta l’Italia fi no all’inizio dell’estate, quando il cantante di “Adesso tu” prenderà il volo per Usa, America del sud, Australia e Sud Africa.

vecchio demolito) per scavalco Tav in via del Sodo che dovrebbe collegare il Lippi al Sodo che ancora non è collaudato e funzionante ed oscuro rimane il soggetto che dovrà garantire la manutenzione e la sicurezza per gli utenti (in particolare per ascensori, illuminazione, ecc.); il giardino storico all’italiana all’interno della villa La Quiete (proprietaria è la Regione Toscana, via della Quiete) non è fruibile dalla popola-zione perché non ci sono soldi per mettere in sicurezza la scala di accesso mentre si fanno ricchi “investimenti” che potrebbero essere ri-dotti senza danneggiamento alcuno; la scarsa pulizia di luoghi pubblici (parcheggio Chiuso dei Pazzi) abbandonato ad un utilizzo incivile e molto “particolare”; una manutenzione degli spazi pubblici come i marciapiedi che niente ha a che vedere con la razionalità e dove si ubicano (pensiamo a pagamento!) per mesi segnali di pericolo che sono più pericolosi del problema stesso; il “recupero urbanistico” dell’ex area industriale Cerdec (Via Giuliani) con destinazione abitativa....... purtroppo “qualcu-no” ha provveduto tempestivamente a can-cellare tracce di quanto avvenuto strappando nella stessa giornata cartelli e manifesti lasciati ad indicare i perché di tale manifestazione e camminando all’interno del quartiere mi sono venuti in mente quelli che bruciano le bibliote-che per nascondere un’idea diversa dalla loro. Invece un bravo e un grazie va a quei cittadini che con sacrificio hanno promosso e parteci-pato a questa manifestazione al fine di miglio-rare la vita di tutti..... la prossima volta ci vorrò essere anch’io!!!!!

Claudio Badii

“fiorentini,PensiamounPo’diPiÙallanostraCittà”Gentile redazione,vorrei dire la mia dopo aver letto la lettera della signora Maria Adele Bigagli sul Reporter di febbraio 2013. Io sono d’accordo con la si-gnora, se i fiorentini non si mettono in testa di tenerci un po’ di più alla loro città, è inutile che si facciano nuovi giardini e nuovi lavori, è inutile che ci si lamenti poi quando c’è sporco per strada. Ormai devo dire che sono tante le persone che vedo che quando portano fuori il loro cane poi raccolgono nel sacchettino i loro escrementi, e tante di queste persone che lo fanno, almeno quelle che vedo io, sono gio-vani, e questo mi fa ancora più piacere. Però i nostri marciapiedi sono ancora bombardati da escrementi dei cani, quindi ci sono sicuramen-te tante altre persone che lasciano che il loro animale faccia i suoi bisogni dovunque senza poi pulire. Questo è un comportamento incivi-le, soprattutto per chi ha dei bambini, che oltre alle macchine e a tante altre cose deve stare continuamente attento per strada a dove met-tono i piedi. Io mi ritengo fortunato a vivere in una città bella come Firenze, e allora vorrei dire a tutti i miei concittadini di tenerci un po’ di più al suo rispetto e alla sua pulizia, non ci vuo-le molto, e alla fine tutti saremmo più contenti di vivere nella nostra bella città.Grazie,

Ivano

glisCooter,iltraffiCoeleCorsiePreferenzialiSalve,sono uno scooterista, uno di quelli che ogni mattina, estate o inverno che sia, con il sole o con la pioggia, prende il suo motorino per andare a lavorare. Io non so come fanno le persone in macchina che ogni giorno stanno ore e ore in fila, all’andata e al ritorno, facen-do intasare tutta la città e creando problemi per le ambulanze e i mezzi di soccorso, che devono fare degli slalom incredibili per pas-sare.... non hanno altre possibilità per andare

a lavoro?.... motorino, bicicletta, autobus, ecc.... comunque, spesso in certi punti, anche sui viali, è difficile passare anche con il motorino, perché le macchine non rispettano le corsie e si mettono in mezzo. Avevo letto un po’ di tempo fa che c’era stata la proposta di far pas-sare anche i motorini dalle corsie preferenziali, ma dove è andata a finire quell’idea? Non se ne parla più? Sarebbe molto importante per quelli come me, non penso che si intasereb-bero le corsie preferenziali creando danni agli autobus, e invece si libererebbero un po’ di più le altre strade. Quindi io chiedo che si riprenda in considerazione questa ipotesi, a mio modo di vedere importante per il traffico cittadino. Complimenti per Il Reporter e cordiali saluti.

Uno scooterista fiorentino

“lastoriainfinitadiPiazzadelleCure”Spettabile redazione de Il Reporter,grazie per i vostri articoli sulla vita del quartiere, ci date sempre tante informazioni utili e inte-ressanti che in altri giornali non si leggono. Io sono un abitante delle Cure da 40 anni, e la si-tuazione di piazza delle Cure mi sembra la sto-ria infinita. Ogni volta che ci sono idee e pro-

getti per rifarla c’è sempre qualcuno che non gli va bene, che è contrario e si mette a dire di no. Ora io dico: ma possibile che questa piazza sia destinata a restare così per sempre? Questa volta con l’ultimo progetto che hanno presen-tato alla riunione dei 100 luoghi sembrava che le cose dovessero finalmente cambiare dav-vero, o anche questa volta non sarà così? Io capisco che c’è qualcuno che può non essere d’accordo (i fiorentini non sono mai d’accordo su niente), capisco le difficoltà e le paure dei negozi, ma chi vive qua da tanto tempo come me sa che qualcosa deve esser fatto. Tanto peggio di così non può andare. Ogni giorno ci sono super-ingorghi e code, clacson, inqui-namento, auto parcheggiate nel mezzo della piazza..... quando ci sono i vigili va un po’ me-glio, ma c’è confusione lo stesso.... Così non si può andare avanti, se c’è chi non è d’accordo si potrebbe fare un’altra riunione e riparlarne tut-ti insieme con i politici e i cittadini, ma non si può sempre essere contrari, piazza delle Cure deve essere rifatta. Spero che anche l’ultimo progetto non vada a farsi benedire...Grazie per l’attenzione,

Bruno

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

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Caro lettore,non bastassero i problemi che ogni città ha già di per sé (soprattutto in tempi non facili come questi, in cui le risorse sono purtroppo quelle che sono) e le difficoltà nel fornire tutti i servizi su cui i cittadini vorrebbero poter contare, ci si mettono spesso e volentieri anche i vandali a complicare ulteriormente la situazione. Gli atti vanda-lici sono gesti da condannare e combattere con più forza possibile, da quelli appa-rentemente “innocui” (ma che innocui non sono mai, seppur per i loro autori a volte non si tratti altro che di bravate) fino ai più gravi. Tanti e diversi sono gli obiettivi di volta in volta messi nel mirino dai vandali di turno: beni privati (come auto e motorini), opere d’arte, strutture e servizi pubblici. E tante e gravi sono, in ogni caso, le conseguenze di questi gesti. Danni (economici e d’immagine) alla città e ai suoi abitanti. Che certo, come detto, non ne hanno bisogno, men che meno in questo momento. Prendersela con i servizi pubblici, poi, è particolarmente odioso, per le difficoltà che si vanno a creare a persone che spesso di difficoltà ne hanno già ab-bastanza. Il malcontento per quello che non va non si può certo esprimere in que-sto modo. Senza dimenticare poi che a pagare per questi gesti siamo tutti noi, in termini economici ma anche di una minore qualità della vita in città. E qua si torna al discorso fatto più volte in passato, ma sempre attuale: impossibile, per chi è de-putato a farlo, controllare la città palmo a palmo, ventiquattro ore su ventiquattro. Può capitare, qualche volta, di cogliere alcuni di questi vandali “all’opera”, ma non sempre può andare così. E allora quello che serve è un rinnovato senso civico, un capire finalmente che fare del male alla città, alle sue strutture e alle sue opere vuol dire far del male a se stessi. E in questo senso è importantissimo il comportamento di tutti i cittadini: ognuno di noi ha il dovere di segnalare quello che sta accadendo quando si trova ad assistere a comportamenti del genere, ognuno di noi ha il do-vere di non voltarsi dall’altra parte, seppur a volte si pensi di non trovarsi di fronte ad atti particolarmente gravi. Perché la città, oltre che di chi deve controllarla per mestiere, ha bisogno dell’impegno e della collaborazione di tutti i suoi abitanti.

Matteo [email protected]

ivandalielePensilinedeibusSpett.le Redazione,ho notato che le nuove pensiline Ataf del mio quartiere sono state seriamente danneggiate dai vandali. Infatti i cristalli di protezione delle bacheche pubblicitarie sono state infranti in almeno 3 pensiline di via Canova e via dell’Argingrosso. Questi atti vandalici vanno pubblicamente condannati ed i responsabili perseguiti penal-mente. Non possiamo permetterci di vedere andare in frantumi migliaia di euro di soldi pubblici che potrebbero servire, per esempio, a pagare mesi di stipendio ad un lavoratore disoccupato. Suggerisco ad Ataf di aspettare a riparare i danni e nel frattempo esporre nelle bacheche danneggiate dei manifesti con slogan forti, del tipo: “Ti divertiresti se qualcuno mandasse in frantumi i vetri di casa tua? Pensaci!”.Cordiali saluti,

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ilsodo,leriChiesteelamanifestazioneDa circa 40 anni vivo al Sodo, antico e piccolo borgo ubicato nel quartiere 5 di Firenze, po-sto tra Careggi e Castello ai piedi della collina che sale in direzione di Monte Morello, dove si possono ammirare ville appartenute alle fami-glie dei Medici, Pazzi e della Rovere (ville dove è nato il Rinascimento ). Il verde in questa zona periferica è ancora padrone ma è un verde inaccessibile, di proprietà privata e da privati utilizzato. Spesso, per motivi familiari, sono co-stretto ad allontanarmi anche per 10/15 giorni e in modo non infrequente, al mio ritorno, mi ritrovo a relazionarmi e confrontarmi con no-vità ed iniziative anche piacevoli e condivisibili. Tutti sappiamo che la qualità di vita (insieme alle condizioni economiche) nei nostri quar-tieri ha subito un rapido peggioramento e questo capita anche al Sodo. Rientrato a casa il 20 di gennaio, mentre passeggiavo per il quartiere, sono venuto a sapere da “concit-tadini” che nel giorno precedente, il sabato, si era svolta una manifestazione pubblica ed autorizzata con corteo, striscioni e cartelli (e con Carabinieri, Polizia e Polizia Municipale) per chiedere un quartiere diverso, più parte-cipato e programmato a misura di cittadino. Diverso? In che cosa diverso? Cosa è stato ri-vendicato??… Intanto è stato richiesto all’am-ministrazione di acquisire uno spazio verde ai lati della nuova (anno 2006) strada per Careg-gi, spazio da utilizzarsi secondo i bisogni della popolazione (giardino, spazi giochi, spazi per cani, luogo di incontro per feste, anche per orti di quartiere, ecc.) e gestito anche direttamen-te da un’associazione di cittadini senza fini di lucro e con realizzazioni di strutture semplici, comunque sicure e da realizzarsi con spese modeste. E poi?…...... sono stati evidenziati problemi che da tempo, troppo tempo, inci-dono sul quartiere negativamente: il fabbrica-to ubicato all’angolo di via Caldieri - via Giuliani costituito da 30 appartamenti, un vasto piano interrato ed un ex-ristorante abbandonati ed inutilizzati (mi domando quanta ricchezza è inutilizzata?) ormai da qualche anno per il quale è stato chiesto il riutilizzo pubblico e di quartiere; giardini già realizzati da anni (già in degrado) ed ancora non aperti come in via di Quarto; orti sociali (via Dazzi) per i quali sono stati spesi fino ad oltre 1 mln di euro ma anco-ra non assegnati e la primavera sta avanzan-do; realizzazione ultimata da tempo di nuovo sovrappasso pedonale (in sostituzione del

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SIMONE MARTINI interno In interno tranquillo, appartamento quattro vani, 75 mq circa, piano secondo di quattro con ascensore, composto da soggiorno, cucina, due camere, servizio con fine-stra, ripostiglio, due terrazze, cantina e garage. Rif. A402 € 275.000 tratt. www.erminimmobi-liare.it

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ISOLOTTO CANOVA (via Pio Fedi) Appartamento primo piano con ascensore, 75 mq circa, da ri-strutturare, composto da: Ingresso ampio, cucina abitabile, soggiorno, due camere, servizio con finestra, due balconi, terrazza, soffitta, termo-singolo, posto auto assegnato, giardino condo-miniale. Affacci nel verde. Rif. A 419 Richiesta € 230.000 tratt. www.erminimmobiliare.it

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SAN GERVASIO - In palazzina anni ‘70 ubicata in interno tranquillo e silenzioso vendesi splendido appartamento di 80 mq ristrutturato posto ad un ultimo piano con ascensore, molto luminoso e panoramico. E’ composto da ingresso, soggiorno doppio con cucina-pranzo a vista con accesso a 2 balconi, disimpegno, camera matrimoniale grande, camera oltre bagno con finestra e ri-postiglio. Ottime rifiniture, parquet ovunque. Ri-scaldamento termocentrale con predisposizione per il singolo. Posto auto in resede condominiale. Cantina. (classe energetica G) Abacus Immobilia-re. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobi-liare.com Richiesta Euro 330.000,00 trattabili.

055.4684635 - 347.6590279 VIA BARACCA - A poca distanza da Piazza PUCCINI, in palazzo moderno, vendesi ottimo 4 vani di 95 mq con 3 ampi balconi e posto auto di proprietà. Posto al 5 piano con ascensore, lumi-nosissimo con affacci liberi e completamente su giardini, è composto da ingresso, soggiorno con ampio balcone, cucina abitabile con balcone, 3 camere da letto matrimoniali, 2 servizi e riposti-glio. Riscaldamento centrale (classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 295.000,00 trattabili

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CAMPO DI MARTE - PRESSI VIALE DUSE - in strada interna silenziosissima, in palazzina anni ‘60, bel 4 vani luminoso al terzo e ultimo piano con ascensore, composto da ingresso, soggior-no, cucina con accesso a terrazzino, 2 camere matrimoniali, servizio grande finestrato. Da ristrutturare. Cantina carrabile al piano terra di 14 mq e posto auto condominiale a rotazione in corte. Termocentrale, aria condizionata (classe energetica G). Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Rich. Euro 270.000 trattabili

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CALDINE in strada silenziosa al piano terra con ingresso indipendente, delizioso appartamento completamente ristrutturato composto da sa-lone con angolo cottura, camera matrimoniale, camera singola, bagno doppio con vasca e doc-cia, ripostiglio e garage. Classe energetica G in attesa certificazione Richiesta 260.000,00

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EUROPA V.LE al primo piano, luminoso appar-tamento composto da cucina abitabile, salone, 2 camere matrimoniali, bagno e splendida terraz-za abitabile di 140 mq possibilità di ricavare ter-za camera.classe energetica g >175 kwm in at-tesa attestato di certificazione Euro 420.000,00

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BROZZI al primo ed ultimo piano di antica casa contadina, appartamento composto da cucina abitabile, grande salone, camera matrimoniale, singola, ripostiglio, bagno, soffitta e terrazza abitabile. Possibilità di sfruttare le altezze con soppalchi. Classe energetica G in attesa di cer-tificazioneRichiesta € 249.000,00

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EUROPA VIALE al primo piano di bel palazzo appartamento con terrazza abitabile di oltre 140 mq. composto da ingresso, cucina abitabile, grande sala, 2 matrimoniale, oltre servizio Clas-se energetica G in attesa certificazione.Richiesta € 420.000,00

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VALLINA Caratteristica porzione di colonica in pietra con ingresso indipendente. Composta da cucina, sala/soggiorno, camera matrimoniale, cameretta, 2 vani guardaroba, lavanderia, ba-gno. Completano la proprietà resede e grande giardino con alberi da frutto e ulivi. Ottime con-dizioni. Classe energetica G in attesa certifica-zione.Richiesta € 320.000,00

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ISOLOTTO (pressi Torcicoda) Appartamento cin-que vani, 90 mq circa, secondo piano di cinque con ascensore, composto da cucina abitabile, soggiorno, tre camere, servizio, tre terrazze, cantina, parcheggio condominiale. Termosingo-lo. Rif. 503 € 268.000 tratt. www.erminimmo-biliare.it

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CENTRO SANT’ AMBROGIO PRESSI - In buona palazzina appartamento ampio e luminoso in buono stato di manutenzione sito al primo piano con ascensore e composto da ampio ingresso, cucina-tinello con balcone tergale, soggiorno, disimpegno divisione giorno/notte, 2 camere matrimoniali, 1 cameretta singola e 2 servizi. (Classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 450.000,00.

055.4684635 - 347.6590279 CENTRO MANTELLATE - ESCLUSIVA - in palaz-zo ottocentesco di pregio con portiere, apparta-mento signorile al primo piano con ascensore, composto da: grande ingresso, salone doppio, cucina abitabile, 2 camere matrimoniali, 2 bagni, oltre soffitta e cantina. Ottime rifiniture. (classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Ri-chiesta Euro 570.000,00 -

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ZONA PARTERRE - In edificio anni 40 a pochi passi da piazza della Libertà in strada tranquilla e silenziosa, appartamento di 120 mq in buono stato posto al piano terreno e composto da ampio ingresso, soggiorno, cu-cinotto, 3 camere da letto matrimoniali, 3 servizi, pic-cola veranda e giardino di 50 mq oltre ampia cantina. (classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 380.000,00 trattabili -

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LUNGARNO COLOMBO, luminoso appartamento all’ultimo piano, mq 120 composto da salone doppio, cucina abitanile, 2 camere, (possibilità terza camera), due servizi, ripostiglio, 2 balconi e garage.Da ristruttu-rare Classe energetica “G”, richiesta euro 420.000,00.

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BAGNO A RIPOLI 2 km dalla piazza, al primo ed ultimo piano di piccolo terratetto, con ingresso indipendente, appartamento composto da cucina abitabile, ampia sala con camino, 3 camere, oltre soffitta e garage Classe energetica G in attesa certificazione.Richiesta € 360.000,00

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BAGNO A RIPOLI In villa trifamiliare, appartamento con ingresso indipendente di mq. 140, libero su lati con ampia terrazza abitabile e giardino esclusivo. Posto auto. In corso di ristrutturazione.Richiesta € 600.000,00

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BAGNO A RIPOLI nel centro del paese in zona tran-quilla, appartamento di mq.95 composto da cinque vani oltre doppi servizi, ripostiglio, terrazzi, cantina e garage. Termosingolo. Ottimo stato. Classe energetica g - epi > 175 kwh/m2 annoRichiesta € 440.000,00

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COVERCIANO - ATTICO - In palazzina anni ‘60 splen-dido e panoramico attico di 160 mq con terrazzo al piano di 100 mq e 3 balconi. L’immobile è posto ad un ultimo piano con ascensore, unico a piano, di re-cente ristrutturazione con materiali e finiture di pregio. E’ composto da ingresso/soggiorno, ampia zona cu-cina - living con caminetto ed isola cottura, 4 grandi camere matrimoniali, di cui una attualmente adibita a studio con bagno in marmo con vasca, cameretta singola adibita a stanza guardaroba, altro bagno nella zona notte finestrato con doccia. Dalla zona giorno si accede alla terrazza abitabile di cui parte verandata, zona lavanderia e ampio ripostiglio. Completa la pro-prietà box auto per utilitaria e posto auto condominiale a rotazione. (classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 800.000,00 -

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COVERCIANO - in bella palazzina moderna, zona tranquilla e silenziosa, appartamento molto lumi-noso posto ad un secondo piano con ascensore e composto da ingresso, sala doppia con 2 bal-coni, cucina abitabile con balcone verandato, 2 camere matrimoniali, ampia camera singola oltre 2 servizi e ripostiglio. Possibilità di acquisto sepa-rato di posto auto doppio scoperto. Termocentra-le. (classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 415.000 -

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SESTO FIORENTINO querceto nel verde totale con buoni affacci vendesi villino di mq 140 ol-tre a 40 mq di cantinetta e garage giardino pri-vato terrazzo solarium ingresso sala soggiorno cucina bagno ripostiglio 2 camere matrimoniali 1 sing. Bagno tavernetta lavanderia rif to 112

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VILLINO (CALENZANO CENTRO ) in buon con-testo vendesi mq 330 oltre a giardino di mq 450 l’immobile e’ libero su 4 lati articolato su 3 liveli vani totali 10 posti auto 3 loggia privata classe energetica g piano terra tavernetta con loggia camera bagno cucina soggiorno piano primo in-gresso studio soggiorno doppio cucina abitabile bagno 2 camere matrimoniali ripostiglio pino 2° studio palestra studiolo rif vo 109

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SIECI Deliziosa villetta terratetto libera su 3 lati di recente costruzione con bellissimo giardino di 800 mq. Ingresso, sala con camino, sala pranzo, cucina, 2 bagni, 3 camere. Vari accessori quali garage, cantinetta, lavanderia. Ottime finitu-re super accessoriata. Vicina ad ogni servizio. classe energetica “G” in attesa certificazione Richiesta Euro 570.000,00

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VACCIANO in contesto signorile, porzione di villa quadrifamiliare con ingresso indipen-dente e bel giardino su 2 lati. Composta da 2 camere, 2 bagni, cucina abitabile oltre gran-de taverna. Garage, Posto Auto, Balcone, Termosingolo Classe energetica “G”, indice di prestazione >175 kwh/mq annuo- dati in attesa di certificazione Euro 435.000,00

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SAN DONATO IN COLLINA bella villa li-bera su 4 lati, circondata da 3000 mq di giardino composta da: ingresso, salone con camino, sala pranzo, cucina, 4 camere, 4 bagni, taverna, cantina, splendida loggia. A solo ma non isolata. Ideale per più nuclei familiari. Classe energetica “G” in attesa certificazione. Rif 115 Studio Dolfi Imm Euro 850.000,00

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IMPRUNETA LOC. COLLINE in splendida posizione collinare, villa toscana su due livelli di mq.300 oltre garage e accessori. Completa la proprietà un giardino recintato di mq.5000 con piscina e annesso terreno agricolo mq.7000. Da amatori. Classe ener-getica g - epi > 175 kwh/m2 anno

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PIAZZA SAVONOROLA, in contrada interna e silenziosa, bellissimo villino indipendente libero su 4 lati, 140mq, composto da: cucina, sala pranzo, salone, 3 camere, 2 bagni, stan-za lavanderia, 2 terrazze abitabili. Completa la proprietà grande garage di 80 mq. Richie-sta euro 750.000,00 Classe energetica G.

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LEGNAIA vendesi piccola colonica del 1700 molto caratteristica ben rifinito in stile rustico con camino travi in legno aria condizionata composta da ingresso cucina abitabile salone 2 camere ripostiglio 1 bagno termo sing. Parti esterne in comune ottimo stato mq 85 richiesta € 330000,00 rif c 104

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ANTELLA porzione di colonica, composta da soggiorno con camino, sala pranzo, cu-cina /tinello, tre camere, tripli servizi, due ripostigli, lavanderia, posti auto e giardino esclusivo di mq.700. classe energetica g- epi n.d. Richiesta € 690.000,00

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MOLINO DEL PIANO , in posizione pano-ramica, bellissima colonica in pietra, libera su 4 lati, circondata da terreno di proprietà. Composta da salone con camino, cucina abitabile, 4 camere, 2 bagni, cantine e stalle da recuperare.possibilità di divisione per più nuclei familiari .classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certifica-zione Euro 600.000,00

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MOLINO DEL PIANO Collinare, nel verde, splendido contesto ottima esposizione, meravigliosa colonica in pietra, libera su 4 lati con oltre 2000 mq di giardino con ulivi così composta: grande cucina, salone con camino, 3 camere, 2 bagni oltre grande cantina e stalle con possibilità di realiz-zare altra unità. Classe energetica “G” in attesa certificazione. Studio Dolfi Imm Euro 600.000,00

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Page 31: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

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VILLINO (CALENZANO CENTRO ) in buon con-testo vendesi mq 330 oltre a giardino di mq 450 l’immobile e’ libero su 4 lati articolato su 3 liveli vani totali 10 posti auto 3 loggia privata classe energetica g piano terra tavernetta con loggia camera bagno cucina soggiorno piano primo in-gresso studio soggiorno doppio cucina abitabile bagno 2 camere matrimoniali ripostiglio pino 2° studio palestra studiolo rif vo 109

055 414545 - 335 7363640

SIECI Deliziosa villetta terratetto libera su 3 lati di recente costruzione con bellissimo giardino di 800 mq. Ingresso, sala con camino, sala pranzo, cucina, 2 bagni, 3 camere. Vari accessori quali garage, cantinetta, lavanderia. Ottime finitu-re super accessoriata. Vicina ad ogni servizio. classe energetica “G” in attesa certificazione Richiesta Euro 570.000,00

335 7678437 - 331 8532086

VACCIANO in contesto signorile, porzione di villa quadrifamiliare con ingresso indipen-dente e bel giardino su 2 lati. Composta da 2 camere, 2 bagni, cucina abitabile oltre gran-de taverna. Garage, Posto Auto, Balcone, Termosingolo Classe energetica “G”, indice di prestazione >175 kwh/mq annuo- dati in attesa di certificazione Euro 435.000,00

335 7678437 - 331 8532086

SAN DONATO IN COLLINA bella villa li-bera su 4 lati, circondata da 3000 mq di giardino composta da: ingresso, salone con camino, sala pranzo, cucina, 4 camere, 4 bagni, taverna, cantina, splendida loggia. A solo ma non isolata. Ideale per più nuclei familiari. Classe energetica “G” in attesa certificazione. Rif 115 Studio Dolfi Imm Euro 850.000,00

335 7678437 - 331 8532086

BAGNO A RIPOLI - BIGALLO porzione im-mobiliare di mq.120 composta da salone, cucina, tre camere, servizi, oltre terrazza mq. 100. Completa la proprietà taverna con locali accessori finemente ristrutturati mq. 80. Terrreno mq.2.000. Classe energetica g - epi > 175 kwh/m2 annoRichiesta € 690.000,00

055 630656 - 055 631781

COMPIOBBI/SIECI meravigliose porzione di villa storica del 1400, di 200 mq con ingres-so indipendente e giardino privato .salone con camino originale e soffittia cassettone ( altezze 5mt), cucina abitabile con altro camino, sala pranzo, 3 camere, e 2 bagni.classe energetica g

335 7678437 - 331 8532086

IMPRUNETA LOC. COLLINE in splendida posizione collinare, villa toscana su due livelli di mq.300 oltre garage e accessori. Completa la proprietà un giardino recintato di mq.5000 con piscina e annesso terreno agricolo mq.7000. Da amatori. Classe ener-getica g - epi > 175 kwh/m2 anno

055 630656 - 055 631781

PIAZZA SAVONOROLA, in contrada interna e silenziosa, bellissimo villino indipendente libero su 4 lati, 140mq, composto da: cucina, sala pranzo, salone, 3 camere, 2 bagni, stan-za lavanderia, 2 terrazze abitabili. Completa la proprietà grande garage di 80 mq. Richie-sta euro 750.000,00 Classe energetica G.

335 7678437 - 331 8532086

UGOLINO in villetta bifamiliare apparta-mento al piano terra, recentemente ristrut-turato, composto da ingresso, soggiorno con camino, cucina abitabile, due camere matrimoniali, tre bagni, ripostiglio, taverna, vano guardaroba, cantina, giardino esclusivo mq.250 e posto auto. Ottimo. Classe energe-tica g - epi >175kwh/m2 annoRichiesta € 550.000,00

055 630656 - 055 631781

piStoia

COLLINE PISTOIESI marliana goraiolo pre-sentiamo porzione di villa indipendente di mq 120 in strada privata due ingressi giar-dino di mq 300 carrabile recintato terrazza abitabile mq 35 panoramica soggiorno cu-cina abitabile in muratura camino 2 camere matrimoniali ampio bagno finestrato came-rina sottotetto ripostiglio cantina termosin-golo legnaia stato richiesta €180.000,00 rif gor.

055 414545 - 335 7363640

ValdiSieVe

SIECI Deliziosa villetta terratetto libera su 3 lati di recente costruzione con bellissimo giardino di 800 mq. Ingresso, sala con cami-no, sala pranzo, cucina, 2 bagni, 3 camere. Vari accessori quali garage, cantinetta, la-vanderia. Ottime finiture super accessoriata. Vicina ad ogni servizio. classe energetica “G” in attesa certificazione Richiesta Euro 570.000,00

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COLONICHE E TERRENIfirenZe

UGNANO Porzione di colonica libera su tre lati, finemente ristrutturata, composta da ingresso, ampia zona giorno con cucina a vi-sta, camera matrimoniale, cameretta, servi-zio, ampio giardino (600 mq circa) carrabile con due posti auto e pergolato. Travi a vista, luminosa. Rif. C12 € 360.000 tratt. www.er-minimmobiliare.it

055 7877803 - 335 6416106

CERTOSA firenze contesto panoramico vendesi indipendente porzione di colonica ristrutturata libera su 3 lati con vialetto pro-prio parcheggio per 5 auto vani 6 su 2 livelli piano terra ingresso cucina tinello salotto bagno ripostiglio aia e giardino di 400 metri piano 1° 2 camere matrimoniali con cabina armadio e bagno finestrato dependance per ospiti con camerara bagno e giardino di 1200 metri rif c 101

055 414545 - 335 7363640

COLONICA porzione a s. Gersole’ mq 140 su 2 livelli vani 6 con 3 bagni 2 ripostigli dispensa giardino antistante perfetto otti-ma ristrutturazione conservativa 3 posti auto scoperti dependance attigua di mq 40 oltre giardino di mq 150 e forno posi-zione indipendente panoramica nel verde km 5 da porta romana prezzo veramente interessante rif c 103

055 414545 - 335 7363640

LEGNAIA vendesi piccola colonica del 1700 molto caratteristica ben rifinito in stile rustico con camino travi in legno aria condizionata composta da ingresso cucina abitabile salone 2 camere ripostiglio 1 bagno termo sing. Parti esterne in comune ottimo stato mq 85 richiesta € 330000,00 rif c 104

055 414545 - 335 7363640

ANTELLA collinare, porzione di colonica in pietra appena ristrutturata, libera su 3 lati con ingresso indipendente e giardino. Com-posta da cucina, salone, 2 camere, studio, grande taverna con ingresso separato. Pos-sibilità di personalizzazione. Ottima esposi-zione, classe energetica G Euro 620.000,00

335 7678437 - 331 8532086

BAGNO A RIPOLI nelle vicinanze, zona col-linare nel verde, caratteristica porzione di colonica in pietra, tutta ristrutturata com-posta da cucina, sala/soggiorno, camera matrimoniale, 1 singola, stanza guardaro-ba, lavanderia, bagno, giardino di 600 mq con ulivi.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione Euro 320.000,00

335 7678437 - 331 8532086

ANTELLA porzione di colonica, composta da soggiorno con camino, sala pranzo, cu-cina /tinello, tre camere, tripli servizi, due ripostigli, lavanderia, posti auto e giardino esclusivo di mq.700. classe energetica g- epi n.d. Richiesta € 690.000,00

055 630656 - 055 631781

ValdiSieVe

MOLINO DEL PIANO , in posizione pano-ramica, bellissima colonica in pietra, libera su 4 lati, circondata da terreno di proprietà. Composta da salone con camino, cucina abitabile, 4 camere, 2 bagni, cantine e stalle da recuperare.possibilità di divisione per più nuclei familiari .classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certifica-zione Euro 600.000,00

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MOLINO DEL PIANO Collinare, nel verde, splendido contesto ottima esposizione, meravigliosa colonica in pietra, libera su 4 lati con oltre 2000 mq di giardino con ulivi così composta: grande cucina, salone con camino, 3 camere, 2 bagni oltre grande cantina e stalle con possibilità di realiz-zare altra unità. Classe energetica “G” in attesa certificazione. Studio Dolfi Imm Euro 600.000,00

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BECCARIA/OBERDAN in terratetto desti-nazione ufficio 8 vani, 190mq, Termosingo-lo Classe energetica “G”, indice di presta-zione >175 kwh/mq annuo- dati in attesa di certificazione Euro 695.000,00

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porta a prato in buon palazzo anni 75 al 3° piano con ascensore vendiamo appartamento 170 mq 6 vani con in-gresso cucina abitabile studio salone doppio 3 camere matri-moniali ripostiglio 2 bagni con finestra balconi dalla cucina dalla camera e dal salone cantina appartamento in buono stato aria condizionata parquet in tutte le stanze rif a 609

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settignano vicinanza paese in posizione panoramica vista monumenti vendesi particolare appartamento in ottimo contesto con giardino antistante . Garage posto moto . Rifiniture extra-lusso con particolari architettonici di rilievo mq 130 salone dop-pio cucina abitabile camera matrimoniale camerina 2 bagni ripostiglio ulteriore camera cucinotto bagno lavanderia studiolo richiesta euro 650.000,00 trattabili rif a 600

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GiorGini piazza in contesto elegante vendesi appar-tamento di mq 142 vani 6 con 2 bagni ingresso salone triplo 3 camere matrimoniali 2 bagni con finestra cucina abitabile con balcone ripostiglio dispensa aria condizionata riscaldamento attualmente centralizzato ma gia’ predispo-sto a singolo possibilita’ garage di mq 20 richiesta Euro 470.000,00 rif a 611

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d’azeglio in palazzo del’900 proponiamo apparta-mento di 240 mq 7 vani con ingresso soggiorno cucina abitabile sala pranzo /soggiorno studio 3 camere matri-moniali 1 bagno con finestra ripostiglio un balcone dal soggiorno e dalla cucina termo sing. Rif a 706

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castiglioncello vendiamo splendido attico di mq 90 pa-noramico a 200 metri dal mare zona centrale bel servita da servizi commerciali/pubblici terrazza abitabile di mq 70 gara-ge posto auto cantina cucina abitabile 2 camere matrimoniali 1 camera sing. 2 bagni riscaldamento autonomo ottime rifiniture si possono visionare le foto sul nostro sito www.bruni-igo.it richiesta euro 450.000,00 trattabile rif a 412

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MAREMMA vendesi nel parco naturale dell'Uccellina a 5km dal mare, n° 2 appar-tamenti nello stesso complesso di recente costruzione, 1 di 50 mq e l'altro di 70 mq. In ogni appartamento 1 camera, 1 bagno e una cucina-soggiorno. 800 mq di giardino recintato con gazebo, forno per la pizza e barbecue. 2 posti auto. Euro 295.000.

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SESTO FIORENTINO centro vendesi antica attivita’ di torrefazione in fondo con 2 ve-trine e canna fumaria possibilita’ di spazio per tavolini 2 posti auto attuale canone locativo € 900,00 mensili contratto 6+6 rif x1

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FIRENZE SUD all’interno di un importan-te centro commerciale cedesi attivita’ di estetica benessere affermato decennale con vasto parco clienti accreditato si chie-de buonuscita a fronte storico attivita’ im-piantistica attrezzature e accessori rif x3

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CASTIGLIONCELLO vendesi villino perfet-to stato in contesto unico panoramico sul mare con scale di disciesa sugli scogli pia-neggianti di esclusiva proprieta’ con picco-le piscine naturali 140 mq su 2 livelli e 150 mq di giardino privato 2 terrazze abitabili ai piani forno a legna e barbecue 2 posti auto salone 3 camere 2 bagni cucina studio poco distante dal paese trattativa riservata rif vo 110

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FORTE DEI MARMI cinquale a 250 metri dal mare vendesi prestigiosa villa di mq 250 con giardino e piscina riscaldata su 2 livelli piano terra veranda di 40 mq giar-dino cucina abitabile ampio living anti e bagno al primo piano zona notte compo-sto da una suite matrimoniale con ampio bagno riservato due camerette secondo bagno e grande terrazza vista monti e pi-scina al piano mansarda una matrimoniale per ospiti bagno e terrazzino due posti auto e capanno per attrezzi trattativa riservata rif vo 111

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bagno a Ripoli vendesi por-zione di colonica finemente ristrutturata 80 mq con camera, cameretta, cucina, soggiorno, bagno e lavanderia. 700 mq di giardino, con resede. Euro 340.000.

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statuto in buon palazzo anni ‘40 vendesi apparta-mento di mq 150 vani 7 singresso soggiorno doppio cucina abitabile sala pranzo studio 3 camere ripostiglio 2 bagni con finestra balcone verandato dalla cucina e dalla camera cantina termo sing. Piano primo buono stato rif 704

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Firenze Sud vendesi magazzino 195mq con piazzale adatto per carico e scarico merci con bagno di servizio. Possibilità subentro leasing.

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Page 32: Il Reporter - Quartiere 4 - Marzo 2013

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