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ANNO IX - SPECIALENUMERO 1 - MARZO 2010
Assessorato Agricoltura, Montagna, Tutela Flora e Fauna, Parchi e aree protette
a tutto campo — Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 5615 del 11/06/2002Direttore Responsabile: Michele FassinottiCaporedattore: Angela Maria MinervaDirezione, Redazione e Amministrazione: Corso Inghilterra 7 - 10138 TorinoTel. +39 011 861 6161 - Fax +39 011 861 6482Testi a cura di: Paolo Ferro e Annalisa TurchiProgetto grafico e impaginazione: Provincia di Torino, Servizio Agricoltura, Ufficio Produzioni vegetaliFoto: Archivio Fotografico Provincia di Torino “Andrea Vettoretti” (AFPT)
Per informazioni:
SERVIZIO AGRICOLTURA Dirigente Servizio: Antonio Parrini Corso Inghilterra 7 - 10138 TorinoTel. +39 011 8616161 - Fax +39 011 8616494E-mail: paolo.ferro@provincia.torino.it
Orario per il pubblico: lunedì e giovedì 9.00 - 12.00/14.00 - 16.00
www.provincia.torino.it
MAISAttività divulgativa della campagna 2009
i campi on farm
andamento climatico in provincia di Torino nel 2009
speciale diabroticaconsigli pratici per il 2010
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Nel 2009 il Servizio Agricoltura della Provincia di Torino, nell’ambito del programma di divulgazione, ha partecipato a diverse attività nel settore cerealicolo. Per quanto riguarda il mais, ha coordinato la realizzazione di 4 campi di confronto varietale on farm, rientranti nella rete coordinata a livello nazionale dal CRA – Istituto Nazionale per la Cerealicoltura di Bergamo ed a livello regionale dal CAPAC Piemonte. Ha inoltre promosso e realizzato, con il supporto scientifico del Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio della Facoltà di Agraria di Torino, un progetto volto alla caratterizzazione qualita-tiva degli ibridi di mais; infine ha svolto attività di monitoraggio della presenza di diabrotica del mais e di sensibilizzazione degli imprenditori agricoli riguardo a questo problema emergente.
In questo numero sono riportati i risultati produttivi dei campi on farm, sia a livello provinciale sia a livello regionale; sono fornite informazioni utili per contrastare la diffusione di diabrotica.
ANDAMENTO CLIMATICO IN PROVINCIA DI TORINO NEL 2009La primavera del 2009 è stata molto piovosa, come è evi-dente dai grafici 1 e 2 relativi all’andamento climatico veri-ficatosi a Cavour e Romano Canavese (dati provenienti dalla Rete Agrometeorologica del Piemonte - Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura - Settore Fitosanitario Sezione di Agrometeorologia). Le abbondanti precipitazioni di marzo e di aprile hanno generalmente impedito le semine e, nei pochi casi in cui è stato possibile seminare anticipatamen-te (prima del 10 aprile), hanno causato molti problemi nel-la fase di emergenza delle piante. Generalmente le semine sono avvenute, quindi, nei primi giorni di maggio, molto più tardi rispetto alla media degli ultimi anni.
Durante le prime fasi di sviluppo delle piante sono stati regi-strati attacchi di nottue migratorie (arrivate dal nord Africa in più riprese durante l’inverno ed i primi mesi primaverili, sfruttando i venti di scirocco).
Questa concomitanza di fenomeni ha costretto in alcuni casi i maiscoltori a riseminare.
Il mese di maggio è stato particolarmente caldo ed ha favori-to, generalmente, un buono sviluppo della pianta.
La fioritura è avvenuta molto tardi, ossia nella prima quindi-cina di luglio, in concomitanza col picco di sfarfallamento de-gli adulti di diabrotica. Nello stesso mese, in particolar modo nel canavese, si è registrato un netto calo delle precipitazio-ni rispetto alla media del periodo. Il mese di agosto è stato molto caldo, creando problemi soprattutto nelle colture in asciutta, ostacolando un buon riempimento delle cariossidi.
Località Ente gestore Data semina
Feletto Impresa Verde 04/05/2009
Torrazza Piemonte OATA - Liberi Professionisti 15/04/2009
Vigone Impresa Verde 24/04/2009
Carignano Agritecna 12/05/2009
Tabella 1
In generale le rese sono state mediamente elevate nelle zone a sud di Torino, dove il mais è generalmente irriguo; dove il mais è coltivato in asciutta si sono registrati dei cali intorno al 20% rispetto al raccolto del 2008.
I CAMPI ON FARMNel 2009 la Provincia di Torino ha finanziato e coordinato la realizzazione di 4 campi di confronto varietale di mais, i cui dati sono riportati nella tabella 1.
I campi sono stati condotti da agricoltori, con il supporto tec-nico degli Enti erogatori della consulenza tecnica ed il coor-dinamento del Servizio Agricoltura della Provincia.
Il confronto ha riguardato complessivamente 19 ibridi di particolare interesse per i nostri areali; Famoso ed Eleonora sono stati utilizzati come ibridi di riferimento tra tutti i campi della Rete Interregionale.
Gli ibridi sono stati seminati seguendo lo schema sperimen-tale predisposto dal CRA di Bergamo.
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Cavour
0
5
10
15
20
25
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
Precipitazioni medie 2003-2008 Precipitazioni 2009 Temperature medie 2003-2008 Temperature 2009
Romano Canavese
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Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre0
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Precipitazioni medie 2003-2008 Precipitazioni 2009 Temperature medie 2003-2008 Temperature 2009
Grafico 1 - Andamento climatico a Cavour
Grafico 2 - Andamento climatico a Romano Canavese
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Nella tabella 2 sono riportati i dati produttivi dei campi rea-lizzati nella provincia di Torino; sono indicate le rese espresse in quintali ad ettaro al 15,5% di umidità della granella e l’in-dice produttivo1.
Nel grafico 3 sono riportati gli indici produttivi degli ibridi di mais messi a confronto nei 12 campi della rete on farm in Piemonte (7 in provincia di Cuneo, 1 in provincia di Biella, 4 in provincia di Torino).
Come si può vedere, nei nostri areali gli ibridi DKC 6677 (clas-
1 Posta uguale a 100 la produzione media del campo, l’indice produttivo indica in percentuale la resa della varietà. Valori superiori a 100 indicano una produzione sopra la media, viceversa valori inferiori a 100 indicano produzioni inferiori alla media.
se 600) e DKC 6089 (classe 500) sono risultati i più produttivi, il primo confermando il dato proveniente dalla rete S.I.C. - Sperimentazione Interregionale Cereali2.
L’ibrido DKC 6089 ha invece dimostrato una produzione media maggiore, ma anche un’elevata instabilità produttiva (rappresentata nel grafico dalla lunghezza della barra).
L’ibrido più produttivo della classe 500 nei campi della rete S.I.C. è risultato essere il PR33A46 che, al contrario, nei campi on farm del Piemonte non ha manifestato tale potenzialità.
2 Informatore Agrario, supplemento al n. 3/2010.
Vigone Carignano Feletto Torrazza Piemonte
Ibrido Ditta Classe FAO
Produzione al 15,5%
(q/ha)
Indice produttivo
Produzione al 15,5%
(q/ha)
Indice produttivo
Produzione al 15,5%
(q/ha)
Indice produttivo
Produzione al 15,5%
(q/ha)
Indice produttivo
ATALIANO Limagrain 600 173,3 108,7 122,3 93,2
CARELLASemilla Fito Italia
600 137,0 98,7 124,5 94,9
CONSUELOIsta Veneto Sementi
500 136,6 98,4 143,4 104,8 142,6 108,7
DKC 6089 Dekalb 500 141,0 88,4 152,0 115,9
DKC 6315 Dekalb 600 135,4 97,5 137,7 100,6
DKC 6666 Dekalb 600 144,4 104,0 145,1 106,1
DKC 6677 Dekalb 600 158,3 99,3 148,3 108,4
DKC 6688 Dekalb 600 151,9 109,4 127,9 97,5
ELEONORA Pioneer 700 140,1 100,9 169,8 106,5 136,1 99,4 131,7 100,3
HELENNK SEMENTI SYNGENTA
600 162,7 102,1 143,6 104,9
JOHN RV Venturoli 500 132,9 95,7 135,3 103,1
KERMESS KWS 600 161,4 101,3 137,0 100,1
LG 36.07 Limagrain 500 164,9 103,5 134,1 98,0
NK FAMOSONK SEMENTI SYNGENTA
500 144,7 104,2 163,3 102,4 112,1 81,9 109,5 83,4
NK VITORINONK SEMENTI SYNGENTA
600 129,7 93,4 109,7 83,6
PR32F73 Pioneer 600 138,3 99,6 151,1 94,8 157,8 120,2
PR32G44 Pioneer 600 136,3 98,2 135,6 99,1
PR33A46 Pioneer 500 141,9 89,0 130,3 99,3
SNH 7603 Coopsementi 600 165,9 104,0 132,3 96,7
Tab. 2 - Dati produttivi dei campi varietali realizzati in provincia di Torino
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Graf. 3 – Indici produttivi medi, minimi e massimi degli ibridi di mais messi a confronto (in colore giallo sono indicate le classi FAO 500, in blu le classi FAO 600 ed in arancione la classe 700)
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
NK V
ITOR
INO
JOHN
PR32
G44
NK F
AMOS
O
CARE
LLA
KERM
ESS
PR33
A46
SNH
7603
ELEO
NORA
DKC
6666
ATAL
IANO
HELE
N
LG 3
6.07
DKC
6315
CONS
UELO
PR32
F73
DKC
6688
DKC
6089
DKC
6677
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Nel 2009 sono stati segnalati attacchi di diabrotica in varie zone della provincia di Torino, soprattutto nel Chivassese e nel Canavese, che hanno suscitato forte preoccupazione nei vari operatori della filiera.
Durante l’annata, inoltre, sono state fornite valutazioni, spes-so discordanti, dell’entità dei danni causati dall’insetto, au-mentando ulteriormente la preoccupazione e la confusione nel comparto.
Con questa pubblicazione il Servizio Agricoltura della Provin-cia di Torino vuole fornire un aiuto agli agricoltori per riuscire ad affrontare concretamente tale avversità.
ChE COs’è DIAbROTICA?Diabrotica è un insetto di recente introduzione, originario del Centro America. Si è propagata massicciamente negli Stati Uniti dagli anni ’70, da quando si è diffusa la coltura del mais in monosuccessione. Si è ben adattata negli Stati centrali (Iowa, Illinois), caratterizzati da un clima con inverni molto umidi.
I primi esemplari rinvenuti in Europa risalgono al 1992 nei pressi dell’aeroporto di Belgrado; alla fine degli anni ’90 i primi esemplari sono comparsi anche nel nord Italia. In Piemonte si sono registrate le prime catture nel 2000 nella provincia di No-vara, e da lì si è diffusa in direzione est – ovest e nord – sud.
Nella provincia di Torino, quindi, le zone del canavese e del chivassese sono quelle dove da più tempo è presente l’inset-to. Diabrotica svolge un ciclo annuale, come schematizzato in figura 1.
La femmina durante l’estate depone oltre 1000 uova nel ter-reno, a circa 15 cm di profondità, esclusivamente in campi dove è presente il mais. La vitalità delle uova svernanti è fa-
sPECIALE DIAbROTICA
vorita da un andamento climatico umido (copertura nevosa durante l’inverno, abbondanti precipitazioni primaverili).
La schiusura delle uova si registra mediamente intorno a metà maggio; le larve vivono nel terreno, si nutrono preva-lentemente di radici di mais ed hanno una limitata mobilità (si spostano al massimo di 50 cm). Possono nutrirsi anche di radici di altre graminacee, quali orzo, grano, Agropyron spp., ma il loro sviluppo risulta assai stentato e non portano a termine il processo di metamorfosi in adulto. Tale attività dura per circa 8 settimane, dopodiché la larva si trasforma in pupa, sempre nel terreno.
Il picco di sfarfallamento degli adulti nei nostri areali si regi-stra mediamente durante la seconda settimana di luglio; le forme adulte si nutrono della parte epigea del mais, in modo particolare di polline, di sete e provocano erosioni fogliari. Gli adulti possono nutrirsi anche su altre graminacee, su cu-curbitacee, su soia ed altre leguminose.
Poco tempo dopo il picco di sfarfallamento inizia la deposi-zione delle uova e gli adulti muoiono durante l’estate
DANNII danni di diabrotica sono causati sia dalle larve sia dagli adulti. Le larve provocano i maggiori danni: possono rodere com-pletamente l’apparato radicale di una pianta e determinarne l’allettamento cui può seguire la morte della pianta (nei casi più gravi) o una sua ripresa, grazie all’emissione di radici av-ventizie, che fa assumere allo stocco il portamento detto “a collo d’oca”. Grazie alla spiccata caratteristica del mais a pro-durre radici avventizie capita che, anche a seguito di attacchi massicci di larve di diabrotica, la coltura non manifesti cali di rese evidenti. Studi dimostrano che anche con danni radicali
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Inverno Primavera
Estate ed Autunno
Larva I II
III
PupaAdulto
Uovo
> 1000uova/femmina
a 20° C
Ciclo Biologico
Source: P. Reynaud
da 1 a 6 settimane
da 2 a
3 settim
ane
da 7 a 9 settimane
Maggio
Figura 1 – Ciclo di diabrotica (fonte www.diabract.org)
elevati (valore 3 della Node Injury Scale3) non si registrano cali produttivi se la coltura non è sottoposta a stress (ovvero se vengono effettuate rincalzature, concimazioni ed irriga-zioni adeguate, ed in caso di assenza di vento).
I danni maggiori provocati dagli adulti sono determinati dal-l’erosione delle sete che, in casi eccezionali, possono deter-minare una mancata allegagione di porzioni della spiga.
ChE COsA è sUCCEssO NEL 2009?Il manifestarsi di danni da larve di diabrotica e l’elevata presenza di adulti registrati nel 2009 dipendono da una serie di fattori:
1) L’ “esplosione” della popolazione di diabrotica rientra nell’andamento normale della dinamica di popolazione di un insetto di nuova introduzione in assenza di misu-re di contrasto attuate nelle annate precedenti. L’insetto,
3 http://www.ent.iastate.edu/pest/rootworm/nodeinjury/nodeinjury.html
come già riportato precedentemente, da tempo è studia-to e monitorato sul nostro territorio (vedi numeri 1/2002, 2/2003, 6/2003, 2-3/2004, 6/2005, 6/2006, 1/2008 di “A tutto campo”) ed era atteso, prima o poi, tale fenomeno.
2) L’andamento climatico dell’inverno 2008/2009 e della primavera 2009, caratterizzato da abbondanti precipita-zioni, ha favorito l’insetto poiché è stata garantita l’idrata-zione delle uova svernanti.
3) Il ritardo delle semine dell’annata ha fatto in modo che le piante di mais si siano trovate ad uno stadio fenologico arretrato rispetto alla norma nel momento della massi-ma attività delle larve; di conseguenza le erosioni radicali hanno avuto un effetto molto più evidente sulla pianta.
4) Non è ancora ben chiaro se la sospensione cautelativa dei concianti neonicotinoidi nel 2009 abbia determinato una minore mortalità delle larve, anche se sembra accertato che il loro ruolo sul contenimento della popolazione del-l’insetto sia limitato.
Tali elementi, accompagnati da un andamento climatico ini-ziale sfavorevole alla coltura del mais, hanno spesso deter-
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minato una percezione dei danni molto più elevata del reale; in realtà danni economici imputabili a diabrotica hanno inte-ressato lo 0,72% della SAU a mais piemontese4.
È necessario, comunque, non sottovalutare la pericolosità dell’insetto ed adottare tutti gli accorgimenti possibili per limitare danni maggiori nel prossimo futuro.
COME COMbATTERE L’INsETTO?Prima di analizzare le strategie di lotta attuabili per contra-stare diabrotica, è necessario precisare che:
• nella provincia di Torino l’insetto è presente da molti anni ed in quantità massiccia. Oramai è insediato stabilmente nel territorio e non è più possibile eradicarlo;
• la sua diffusione e la sua pericolosità dipendono esclusiva-mente dalla coltivazione del mais in monosuccessione;
• le strategie di lotta devono avere lo scopo di ridurre la popo-lazione e non semplicemente di limitare i danni.
Diabrotica si può combattere con accorgimenti di tipo agro-nomico o chimico.
Lotta agronomicaRotazione: poiché le larve di diabrotica si nutrono quasi esclusivamente di radici di mais ed hanno una limitatissi-ma mobilità nel terreno, con l’avvicendamento colturale si provoca la loro morte perché non trovano piante di cui alimentarsi. È sufficiente che la rotazione venga attuata per un anno dopo due anni, al massimo tre, di monosuc-cessione a mais.
Vantaggi:
• di facile applicazione
• impatto ambientale nullo
• estremamente efficace.
svantaggi:
lo svantaggio principale è collegato alla strutturazione della maggior parte delle aziende maidicole che spes-so sono vincolate a tale coltura. Per tali aziende diventa onerosa la coltivazione di seminativi alternativi al mais. Tuttavia è da tenere in considerazione che le indicazioni dell’Unione Europea riguardo alle tecniche colturali che dovranno essere attuate in un futuro prossimo al fine di ottenere i contributi agricoli, prevedono l’uso della difesa integrata e di tecniche alternative ai mezzi chimici, fra le quali la rotazione colturale.
semina ritardata: consiste nel seminare il mais dopo che almeno il 50% delle uova svernanti di diabrotica si sono schiuse, ossia mediamente dopo il 20 maggio.
4 Terra e Vita, n. 6/2010
Vantaggi:
• di facile applicazione
• impatto ambientale nullo
• efficace.
svantaggi:
• resa in granella inferiore rispetto alla semina anticipata
• la pianta risulta più esposta ad attacchi di piralide
• maggiore pericolo di contaminazione da micotossine in campo.
Mais GM: è stato brevettato un mais geneticamente mo-dificato resistente a diabrotica. Produce delle sostanze insetticide che uccidono le larve nel momento in cui si nutrono delle sue radici. La coltivazione di mais GM è co-munque vietata in Italia.
Vantaggi specifici:
• di facile applicazione
• efficace
• permette di coltivare il mais in monosuccessione per più anni.
svantaggi specifici:
• non è applicabile su tutta la superficie investita a mais; al-meno il 20% della superficie a mais aziendale deve essere seminata con mais convenzionale, per evitare che sorga-no fenomeni di resistenza.
• se compaiono ceppi di diabrotica resistenti al mais GM (rischio elevato), diventa totalmente inefficace.
Lotta chimicaTrattamento adulticida: consiste nel trattare il mais con insetticidi durante il picco di sfarfallamento degli adulti, ossia intorno alla seconda settimana di luglio, allo scopo di abbattere la numerosità della popolazione.
Vantaggi:
• efficace a limitare i danni degli adulti e a ridurre la popo-lazione larvale nell’anno successivo
• in generale permette di coltivare il mais in monosuccessione
• se effettuato al momento opportuno, può essere efficace anche per controllare la piralide.
svantaggi:
• elevati costi
• deve essere effettuato entro una settimana dal picco di sfarfallamento
• elevato impatto ambientale
• non può essere effettuato quando il mais è in fioritura.
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Metodi per ridurre i danniEsiste una serie di accorgimenti per limitare i danni in zone dove la popolazione di diabrotica non è elevata oppure quan-do si coltiva il mais in rotazione in aree fortemente infestate.
Scelta varietale: è necessario scegliere degli ibridi con apparato radicale molto espanso, con elevata attitudine ad emettere radici secondarie e con punto di inserzione della spiga basso.
Semina anticipata: è necessario anticipare il più possibile la semina per avere delle piante molto vigorose al momento della fuoriuscita delle larve e per cercare di anticipare il più possibile la fioritura, in modo da limitare i danni sulle sete.
GeodiSinfeStanti: limitano i danni radicali, soprattutto se distribuiti alla rincalzatura (da effettuare a metà maggio) piut-tosto che alla semina
concia con neonicotinoidi: riduce sensibilmente i danni all’apparato radicale, ma non contribuisce alla riduzione della popolazione. Attualmente il suo uso è vietato.
ChE COsA PREVEDE LA LEGGE?Con il decreto ministeriale dell’8 aprile del 2009 vengono resi obbligatori il monitoraggio da parte dei Servizi Fitosanitari Regionali (SFR) e la lotta contro diabrotica sull’intero territo-rio nazionale. In base a tale decreto, inoltre, l’intero Piemonte risulta “zona infestata”.
Tale classificazione prevede che il SFR, al superamento delle soglie di intervento, oltre ad attivare attività di divulgazione delle conoscenze sulla biologia dell’organismo e sui criteri di lotta e di controllo, prescriva agli agricoltori le misure per ridurre la popolazione, quali la rotazione colturale, il tratta-mento adulticida, la semina ritardata.
ChE COsA FARE NEL 2010?Innanzitutto ogni agricoltore deve valutare, per ogni appez-zamento che intende seminare a mais, se i rischi per danni da diabrotica sono elevati; tale valutazione deve essere effet-tuata prima della semina poiché, come è stato precedente-mente illustrato, sono i danni provocati dalle larve a destare le maggiori preoccupazioni.
Il diagramma di flusso (vedi pagina successiva) è di supporto per valutare il livello di rischio di danni da diabrotica in un appezzamento.
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Nel 2009 erano visibili danni
da larve di diabrotica (piante allettate,
piante a “collo d’oca”?
Sull’appezzamento è stato coltivato mais in monosuccessione
negli ultimi due anni?
L’appezzamento è in un comune a rischio di danni elevato (*)
Livello di rischiobAssO
Livello di rischioELEVATO
Livello di rischioMEDIO
SI
NO
SI
SI
NO
NO
In caso di livello di rischio basso, se possibile continuare ad attuare la rotazione delle colture in modo tale che il mais non venga coltivato per più di 2, massimo 3 anni, in monosuccessione. Nel caso in cui si scelga di non attuare la rotazione, dal secondo anno di monosuccessione di mais effettuare trattamenti adulticidi.
In caso di livello di rischio medio, se possibile iniziare dal 2010 la rotazione colturale evitando di investire a mais quegli ap-pezzamenti in cui si è attuata la monosuccessione di tale coltura negli ultimi 3 anni. In alternativa, effettuare già da quest’an-no trattamenti adulticidi. Per cercare di ridurre il rischio di danni da larve, adottare gli accorgimenti descritti nel paragrafo “Metodi per ridurre i danni”.
Se vengono investiti a mais gli appezzamenti che risultano essere a livello di rischio elevato, i danni da larve possono raggiun-gere livelli economicamente rilevanti. Poiché i metodi chimici utilizzabili non sono in grado di diminuire la popolazione larvale, si raccomanda di applicare la rotazione, seminando una coltura diversa dal mais nel 2010. Dal 2011 l’appezzamento per cui attualmente si prevede un elevato rischio, sarà considerato a basso rischio; successivamente si potranno quindi adottare delle strategie a lungo termine che potranno anche prescindere dalla rotazione. Nel caso in cui si scelga comunque di seminare il mais nel 2010 in tali appezzamenti, adottare tutti gli accorgimenti indicati nel caso di livello di rischi medio, nella consapevolez-za, però, di poter andare incontro comunque a danni economicamente rilevanti.
(*) per definire il livello di rischio di un comune per danni da diabrotica, fare riferimento alla pubblicazione della Provincia di Torino “Individuazione di aree a rischio per danni da diabrotica” scaricabile dall’indirizzo web http://www.provincia.torino.it/agrimont/agricoltura_sviluppo/pubblicazioni
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LIMITI NELL’IMPIEGO DI PRODOTTI A bAsE DI TERbUTILAZINARiceviamo dal Settore Fitosanitario Regionale e pubblichiamo.
A partire dal 1 gennaio 2008 non è più possibile utilizzare erbicidi contenenti la sola terbutilazina. I vecchi formulati a base di terbutilazina, infatti, potevano essere venduti e im-piegati al massimo entro il 31/12/2007.
Con la campagna agraria 2008 sono in commercio e vanno impiegati esclusivamente formulati che contengono la ter-butilazina in miscela con altre sostanze attive diserbanti.
Sulle etichette di tutte queste miscele sono riportate le se-guenti limitazioni all’impiego della terbutilazina:
• Rispettare una fascia di sicurezza non trattata, distan-te almeno 5 metri dai corpi idrici superficiali.
• Nelle aree definite vulnerabili, ai sensi del D.L.vo 152/2006, impiegare ad anni alterni ed esclusivamen-te con interventi localizzati sulla fila di semina.
Come già segnalato lo scorso anno, si comunica che per la
campagna in corso, relativamente alla limitazione d’impiego che prevede i trattamenti ad anni alterni con distribuzione localizzata sulla fila di semina, l’area in cui permane tale limi-tazione coincide con gli areali definiti TO08 e TO09. Di con-seguenza:
• nei suddetti areali, chi avesse impiegato diserbanti conte-nenti Terbutilazina nel 2009, nell’anno in corso non potrà utilizzarli sugli stessi appezzamenti;
• mentre là dove è stata impiegata Terbutilazina nel 2008 e non nel 2009, nell’attuale campagna la sostanza attiva po-trà essere utilizzata, ma sempre con distribuzione localizza-ta sulla fila di semina e facendo ricorso a formulati che la contengono in miscela con altri erbicidi.
Le superfici che ricadono nei due areali suddetti sono ripor-tate nella Tabella di pagina 12.
Ulteriori approfondimenti sempre relativi alle aree vulnera-bili da fitofarmaci sono riportati all’indirizzo: http://www.re-gione.piemonte.it/acqua/aree/areevulne.htm.
Si precisa, infine, che la limitazione relativa ai mantenimen-to di una fascia di sicurezza non trattata, distante almeno 5 metri dai corpi idrici superficiali va comunque rispettata su tutto il territorio regionale e nazionale.
12pagina
FOGLI DI MAPPA, RELATIVI COMUNI DI APPARTENENZA E ZONE IDROGEOLOGICAMENTE sEPARATE (Z.I.s.), NEI QUALI sONO VIGENTI LE PREsCRIZIONI PREVIsTE IN ETIChETTA PER LA sOsTANZA ATTIVA TERbUTILAZINA.
ComuneFogli di mappa ricadenti nelle zone vulnerabili da prodotti fitosanitari
z.i.s. codice denominazione
Provincia di Torino
TO08 001009 Andezeno da 006 a 011, 013, 014
TO08 001012 Arignano da 011 a 017
TO08 001048 Cambiano 004, da 007 a 021
TO09 001058 Carignano da 006 a 015, da 032 a 038, 040, 041, 093, 097
TO09 001059 Carmagnola da 001 a 049, 054, da 057 a 092, da 098 a 118, da 124 a 146, 164, da 166 a 172
TO08 001078 Chieri da 025 a 034, da 037 a 046, da 053 a 063, da 066 a 093
TO08 001123 Isolabella tutti
TO09 001127 La Loggia 020
TO08 001153 Mombello di Torino 008
TO08 001156 Moncalieri sezione censuaria di Moncalieri: 019, 022, 023, da 025 a 028, da 039 a 056
TO09 001156 Moncalieri sezione censuaria di Moncalieri: da 057 a 066
TO08 001197 Poirino da 001 a 029, 031, da 039 a 055, da 076 a 095, da 106 a 108
TO09 001197 Poirino 030, da 032 a 038, da 056 a 075, da 096 a 105, da 109 a 138
TO08 001203 Pralormo da 001 a 009, 011, 012, 019, 020
TO09 001203 Pralormo da 021 a 029, da 038 a 049, 056
TO08 001215 Riva presso Chieri tutti
TO08 001257 Santena da 001 a 012
TO09 001257 Santena da 013 a 025
TO08 001280 Trofarello da 004 a 015, da 018 a 021
TO09 001308 Villastellone tutti
Provincia di Cuneo
TO09 004041 Caramagna Piemonte da 005 a 007
TO09 004062 Ceresole d’Alba da 001 a 035
TO09 004140 Monteu Roero 001, 006, 007
TO09 004222 Sommariva del Bosco da 001 a 004
Provincia di Asti
TO08 005012 Buttigliera d’Asti da 001 a 003, da 007 a 013
TO08 005033 Cellarengo da 001 a 005
TO08 005052 Dusino San Michele 001, da 008 a 010
TO08 005101 San Paolo Solbrito 001, 002
TO08 005112 Valfenera da 001 a 004, da 007 a 011, 013, 014, 016
TO08 005118 Villanova d’Asti da 001 a 003, da 009 a 050