Gazzettino Maggio Giugno

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Gazzettino Maggio Giugno

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APPROFONDIMENTOMalattie sessualmente

trasmissibili (2a puntata)

BENESSEREPrendersi cura delle unghie

SANITÀÈ l’ora della ricetta

elettronica

DIGESTIONEDIFFICILE

visita il nostro sito web: www.docgenerici.it

UN FARMACO GENERICO È SEMPRE UNA SCELTA INTELLIGENTE

GENERICI PER SCELTA

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Malanni di stagione la primavera ne propone in quantità: varie forme di astenia, il senso di stanchezza che ci coglie quasi sempre impreparati; il nutrito corteo di allergie che ci aggrediscono, a partire dalle pollinosi; per finire, quei benedetti problemi di digestione che il periodo acuisce. Nello Speciale abbiamo approfondito quest’ultimo tema con l’aiuto di un gastroenterologo e di un farmacologo, anche per capire quanto i disagi di tipo digestivo - dai crampi alle fitte allo stomaco, dal senso di pesantezza a quello di gonfiore – siano effettivamente imputabili al cambio di stagione. In realtà quei disturbi sono quasi sempre figli di scelte alimentari inopportune che producono dispepsia. Va posta la dovuta attenzione a non consumare cibi troppo caldi o troppo freddi, soprattutto molto speziati. Nel periodo è bene moderare il caffè, oltre agli alcolici e alle sigarette. Con alcune cautele alimentari il problema si risolve senza ricorrere ai farmaci.

Seconda puntata del dossier sulle malattie sessualmente trasmissibili, trattate con puntualità e rigore – ma senza allarmismi - dalla dottoressa Caliendo. Aids e Candidosi, di cui si parla sempre in maniera approssimativa, trovano risposte chiare ed esaurienti. Di un tema, la ricetta elettronica, sentiremo molto parlare nei prossimi mesi perché sarà in grado di snellire il Sistema sanitario nazionale razionalizzando la spesa farmaceutica. Ne abbiamo discusso con un esperto del settore che difende le scelte del mini-stro Brunetta, non ancora tradotte in legge perché al provvedimento manca il pieno consenso dei medici italiani e la copertura finanziaria.

Lo spazio bimbi è dedicato all’igiene dentale dei piccoli, con suggerimenti utili perché la si pratichi con disinvoltura, come se fosse un gioco da fare con i genitori. E ancora, i buoni consigli per evitare che l’approccio fra il piccolo e il dentista nasca sotto i peggiori auspici e mille pregiudizi.

C’è molto altro ancora in questo numero, ricco di spunti ma soprattutto di soluzioni: dal tema dell’herpes a quello delle unghie, per finire, nel comparto amici a quattro zampe, con la problematica delle vaccinazioni per i gatti, dove è utile fare chiarezza.

S.M.

SommarioSPECIALE

Le fatiche della bella stagione

SANITÀLe ricette che non vedi

APPROFONDIMENTOMalattie sessualmente trasmissibili (2a puntata)

CONSIGLIL’herpes, l’infezione part time

BENESSEREPrendersi cura delle unghie

SPAZIO BIMBIIgiene dentale, fin da piccoli

SALUTE A 4 ZAMPEVaccinazioni per gatti

RISPONDE IL FARMACISTA 13

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www.clubsalute.it

Digestione difficile, ahinoi

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Questo periodo, pur gradevolissimo visto che la natura si risveglia dalla quiete dell’in-verno, è una stagione problematica per non poche persone, afflitte da un’evidente aste-nia (senso di stanchezza), da forme allergiche importanti (le pollinosi, a vario titolo) e da di-sagi di tipo digestivo (non imputabili al solo cambiamento climatico). Su quest’ultimo fronte i sintomi sono vari – si va dai crampi alle fitte, dal peso sullo stomaco al senso di gonfiore – e quasi sempre sono figli di scelte alimentari inopportune che danno luogo a dispepsia. Ne abbiamo ragionato con il dot-tor Paolo Michetti, gastroenterologo, e con il professor Stefano Govoni, farmacologo. La parola al gastroenterologo, per la sin-tomatologia. Quando dopo mangiato avvertiamo una sensazione di stanchezza, accompagnata da sbadigli, siamo di fronte a una digestione certamente lenta. La dispepsia può legarsi a una ridotta funzionalità dei movimenti ga-strici, alla carenza di enzimi digestivi prodotti dallo stomaco e dal pancreas, allo stress, al quale ciascuno risponde in maniera del tutto personale, ma può essere diretta conseguen-za di un’errata alimentazione. Questa può essere ricca di cibi difficili da digerire, troppo freddi o troppo caldi, di alimenti troppo spe-ziali, uso eccessivo di caffè e di sostanze noci-ve per lo stomaco: alcuni farmaci, gli alcolici e il tabacco.

Questo non significa che ci si debba rivol-gere immediatamente ai farmaci. Il più delle volte è sufficiente una modifica

del regime alimentare per avere un netto miglioramento. Si tratta di alleggerire e fra-zionare l’alimentazione, evitando un’alta concentrazione di cibo in uno o due pasti della giornata e privilegiando almeno cinque appuntamenti durante il periodo di veglia.

Può dettagliare gli apporti utili?Partiamo dalla prima colazione che impone subito un cambio di strategia: va privilegia-ta una dieta nutriente ma povera di grassi. La scelta deve cadere sul latte parzialmente scremato o sullo yogurt magro, accompa-gnati da fiocchi di cereali integrali. A seguire una spremuta di agrumi che può essere alter-nata a una macedonia, utile a ospitare i già citati cereali integrali. Attenzione agli zucche-ri aggiunti: vanno ridotti, tenendo presente che già sono presenti in un buon numero di alimenti, non li si trova soltanto nei dolci, nei biscotti o nelle merendine. Quanto ai pasti

principali, vanno privilegiati gli alimenti inte-grali e non raffinati, vale a dire pane e pasta integrali almeno due volte alla settimana. Frutta e verdura non devono mai manca-re, dal momento che la primavera è ricca di fragole, pesche, albicocche, nespole, ciliegie, anguria. È sempre meglio consumare verdu-re crude o cotte al vapore. Altra accortezza, un uso parsimonio dei condimenti, in parti-colare dell’olio extravergine d’oliva, ottimo ma in quantitativi ridotti.

Frutta anche per gli spuntini?Se non ci sono problemi di glicemia alta la frutta può essere suggerita anche come spuntino, lontano dai pasti principali, perché le vitamine e i sali minerali vengono meglio assimilati. L’intestino ne beneficerà. Quanto alle bevande, tenersi lontani da quelle con anidride carbonica aggiunta (acqua gassata o bevande zuccherine e frizzanti, genere cole

Le fatiche della bella stagioneNon solo stanchezza e pollinosi nel periodo, ma soprattutto problemi digestivi con cui fare i conti

Lo stomaco si autoprotegge Nello stomaco si producono circa 3 litri di succhi gastrici al giorno. Il succo gastrico è una miscela di acido cloridico e pepsina talmente potente da poter sciogliere una barra di metallo, quindi potrebbe corro-dere le pareti dello stomaco se queste non fossero ben protette. Madre natura ha voluto che la superficie interna dello

stomaco sia dotata di cellule che secerno-no muco che isola le pareti dello stomaco dal succo gastrico. C’è di più: le pareti del-lo stomaco producono anche la gastrina, un ormone che regola la produzione dell’acido cloridico e attiva l’apertura del piloro, la valvola che consente il passag-gio della massa alimentare nel duodeno, la prima parte dell’intestino.

Curiosità

Speciale

o aranciate) e dai succhi di frutta che favori-scono la fermentazione. Da preferire l’acqua naturale, quella municipale fa benissimo.

Veniamo, con il farmacologo, ai prodotti da banco, ai digestivi con enzimi.Sono prodotti a base di lattasi, un enzima che scompone lo zucchero del latte, il lat-tosio. Sono medicinali utili a fronteggiare l’intolleranza al lattosio che rende difficile la digestione del latte. Meno dirette le azioni di altri preparati della categoria. La betaina con-tribuisce a mantenere l’acidità gastrica nella norma. Il sorbitolo può stimolare la motilità intestinale e partecipare così all’effetto dige-stivo. Rivolgetevi naturalmente al vostro far-macista per i suggerimenti utili.

Ci illustra il meccanismo d’azione dei pro-cinetici? Sono farmaci che agiscono sullo stomaco, aumentandone la velocità di svuotamento. Questo concorre a risolvere il senso di nausea e pesantezza che accompagna le difficoltà digestive. Molti procinetici, come la metoclo-pramide, hanno un effetto antinausea preci-so, diretto a inibire il centro del vomito.

di Gianni Poli con la collaborazione di Paolo Michetti, Gastroenterologo

e Stefano Govoni, Farmacologo

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È bene sapereIn caso di bruciori di stomaco e di sensa-zione di acidità, occorre cautelarsi evitan-do questa serie di componenti, del tutto negative: • Fumo• Sovrappeso, stress• Alcolici (è consentito il vino, massimo

a 12° alcolici, consumo giornaliero non oltre il quarto di litro, assunto sempre durante i pasti)

• Alimenti che aumentano l’acidità e favoriscono il reflusso delle secrezio-ni dallo stomaco all’esofago: caffè, tè concentrato, menta, cioccolata, succhi d’arancia, pompelmo, pomodoro)

• Cibi piccanti e speziati. Tra i condimen-ti, evitare cipolla e aglio

• Cibi ricchi in particolare di grassi, diffi-coltosi da digerire (formaggi stagiona-ti, salumi, panna, mascarpone) e anco-ra, i grassi cotti (fritti, brodi e sughi di carne)

• Bevande gassate (aumentano la di-stensione dello stomaco) e acide

Da evitare• Cinture troppo strette e indumenti che

costringono il busto• I piegamenti sul busto. Per allacciarsi le

scarpe, ad esempio, è meglio piegarsi sulle ginocchia

• Pasti troppo caldi• Pasti abbondanti, specialmente di sera• Farmaci antidolorifici e antinfiamma-

tori. Solo se indispensabili, da non as-sumere mai a stomaco vuoto e tenen-do presente il consiglio del medico per una eventuale gastroprotezione con farmaci specifici

Suggerimenti sempre validi • Masticare bene e lentamente• Meglio pasti piccoli e frequenti, a orari

regolari• Concedersi una pausa a fine pasto (ma

evitando il “pisolino”, molto meglio una passeggiata) prima di dedicarsi al lavoro

• Attendere almeno 2-3 ore prima di sdraiarsi dopo mangiato

• In caso di reflussi di secrezioni gastri-che notturne dormire con la testata del letto un po’ rialzata (porre una spessore di 10-20 centimetri sotto il materasso)

Consigli utili

Marchio e logotipo

PROFAR LINEE GUIDA DELL’IDENTITÀ VISIVA

C 90M 0 Y 100K 10

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Marchio e logotipo

Versione a colori in positivo - QUADRICROMIA

Marchio e logotipoVersione a colori in positivoI colori istituzionali corrispondono ai valori di quadricromia sopra indicati.Questa versione si usa su fondo bianco.Il marchio non può essere mai modi�catonè utilizzato insieme ad altri elementi.

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Se ne parla da un po’, ma sembrano ormai maturi i tempi dell’introduzione della ricetta elettronica, di cui si avvantaggeranno non solo i pazienti. Sarà snellito anche il lavoro di medici e farmacisti. L’ha fatta propria il mi-nistro Renato Brunetta, che ha tentato più volte di farla approvare. Senza esito, al mo-mento. Era stata messa in Finanziaria (2009), poi a giugno 2010 nel disegno di legge sulla “Semplificazione burocratica’”. In entrambi i casi il provvedimento non è passato per mancata copertura finanziaria. In realtà me-

dici e farmacisti hanno qualche riserva, di tipo tecnico e attuativo. Troppo brevi i tre anni dettati da Brunetta per andare a regi-me. Ma le ricadute operative, i decreti attua-tivi, sono allo studio dei Ministeri della Salu-te e dell’Economia. Vediamo su quali basi sta per nascere il prov-vedimento, con l’aiuto di un esperto, il dottor Agostino Grignani, amministratore delegato di «Hexante e valente formatore in sanità. “Il modello di riferimento prende le mosse da due provvedimenti approvati negli anni

più recenti: la “tracciabilità del farmaco” e la “tessera sanitaria”. Con quest’ultima, ormai in mano a tutti gli italiani, il Servizio sanita-rio nazionale ha disciplinato il rimborso dei farmaci. Il paziente, insomma, fa già parte del sistema informativo. La “tracciabilità del farmaco” e l’istituzione del bollino unico, identificativo delle singole confezioni di medicinali, giocano un altro ruolo-chiave nel flusso di tariffazione e di rimborso delle ricette. L’attuale sistema di rimborso si basa sulle fustelle, staccate dalle confezioni dei farmaci e applicate sulla ricetta rossa. L’in-sieme delle ricette concorre, a fine mese, al rimborso che il farmacista richiede al Servi-zio sanitario».Cosa accadrà senza la ricetta rossa, che fine faranno le fustelle? «Spariranno anch’esse, in presenza del bollino unico, po-sto nel codice a barre del medicinale. Il far-

Le ricette che non vediSembrano maturi i tempi per la prescrizione elettronica che rivoluzionerà le abitudini degli italiani: medici, farmacisti e pazienti

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Sanità

macista lo leggerà, si collegherà alla banca dati centrale e annullerà cosi la confezione, che esce dal sistema. Consegnata». Al mo-mento, la banca dati dei bollini unici è stata predisposta, ma non è ancora funzionante, dato che non è ancora collegata alla rete delle farmacie. «Senza azzardare pronostici di tempi brevi», continua Grignani, «ci sono i pre-requisiti perché il progetto prenda pie-de. La distribuzione e l’interazione con le prescrizioni di 60 milioni di tessere sanitarie era uno dei passaggi più complessi, sia per dimensione sia per molteplicità degli attori coinvolti. Lo stesso dicasi per l’etichettatura di tutte le confezioni dei medicinali con il bollino unico».«Il 2010 ha portato due importanti novi-tà: un primo sì al valore legale della ricetta elettronica e l’avvio del progetto di trasmis-sione on-line dei certificati di malattia. Sul valore legale molto si è dibattuto, la ricetta rossa è un documento formale, una sorta di “assegno legato al fabbisogno dello Stato”. Nel giugno scorso, si è chiarito che l’invio te-lematico delle ricette dal medico alla strut-tura di riferimento (Sogei) sostituisce a tutti gli effetti la prescrizione medica in formato cartaceo. Non vale la consacrazione della ri-cetta elettronica, ma si stabilisce il principio generale».Le novità arrivano dal fronte della trasmis-sione on-line dei certificati di malattia, dal medico all’Inps. Un argomento dibattuto per quasi un decennio, che ha preso velo-

cità su impulso del ministro Brunetta, con-vinto di dettare obiettivi molto stringenti per il completamento del progetto: 4 mesi, poi prorogati al 31 gennaio di quest’anno. Dal 1° febbraio, ai medici che non hanno effettuato la trasmissione on line, possono essere comminate gravi sanzioni, sino alla perdita della convenzione con il Ssn. Mentre scriviamo, non poche sono le polemiche sui tempi di attesa e la velocità di connessione al sito dell’Inps, nella sostanza il progetto risulta completato con i certificati trasmessi on-line. In funzione della ricetta elettronica il primo attore è il medico che prescrive, se provvede a trasmettere on line la ricetta il progetto non si avvia.Molte decisioni sono ancora in sospeso, a

partire dal modello di ricetta ripetuta. Biso-gna capire se il paziente deve recarsi o meno dal medico per richiederla. Rimane il nodo delle reti di telecomunicazioni, occorrono almeno due collegamenti telematici a ban-che date remote: uno per scaricare l’ordine di ricetta e l’altro per annullare il bollino. La banca dati dei bollini deve vedere l’accesso dei farmacisti. Aspettiamo quindi la legge e i decreti attuativi, ma la strada è tracciata.

di Sergio Meda con la collaborazione del dottor Agostino Grignani,

amministratore delegato di Hexante e formatore

Vediamo in sintesi che cosa capiterà in-troducendo la ricetta elettronica: non esisterà più la carta (la ricetta rossa) so-stituita da un documento elettronico (la ricetta telematica) inviato dal medico prescrittore a una banca dati, alla qua-le i farmacisti accederanno per dispen-sare al paziente i medicinali prescritti. La novità vedrà il pensionamento del “paziente-postino”, vale a dire chi ritira la prescrizione dal medico e la consegna in farmacia per provvedersi dei medicinali.

Al farmacista verrà tolta l’incombenza delle fustelle, cioè lo “stacca” (dai far-maci) e “incolla” (sulla ricetta rossa). Con quella elettronica il sistema sanitario riceverà on-line tutti gli elementi per provvedere alla tariffazione, nasceran-no anche le fatture elettroniche per il rimborso ai farmacisti. Sarà sufficiente, insomma, una connessione telematica fra il medico prescrittore e la farmacia, mentre al paziente competerà il solo ri-tiro dei farmaci.

Andrà in pensione il “paziente-postino”

TORCICOLLO

MAL DI SCHIENADOLORIARTICOLARI

riducono il dolore, mentre combattono l’infi ammazione.e

Momendol è un medicinale a base di naprossene sodico. Momenlocadol è un medicinale a base di diclofenac sodico. Sono medicinali che possono avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 29/03/2010.

CEROTTI PER GLI ARTI

ApprofondimentoMALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

Seconda puntata sulle malattie sessualmente trasmissibili:

in primo piano Aids e Candidosia cura della Dermatologa, Virginia Caliendo

Normaliprecauzioni

Delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) il pubblico sa ben poco, soprattutto ignora le terapie utili a fronteggiarle in tempo utile. Nella prima puntata, comparsa nel numero scorso, abbiamo affrontato le principali tipologie, normalmente trasmesse attraver-so rapporti sessuali non protetti. In dettaglio, sono state esaminate l’herpes e le infezioni genitali da Papillomavirus (HPV). Vediamo ora le altre: Aids e Candidosi.

AiDS

La Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione prodotta dal virus dell’immu-nodeficienza umana (Hiv), un retrovirus che, grazie a un enzima spe-

cifico, la trascrittasi inversa, è in grado di trasformare il patrimonio genetico in un doppio filamento di Dna. Questo va a inserirsi nella cellula infettata (cellula ospite) e da lì dirige la produzione di nuove particelle virali. Le cellule-bersaglio sono i linfociti T. L’infezione da Hiv provoca quindi un indebolimento progressivo del sistema im-munitario (immunodepressione), aumentando il rischio di infezio-ni e malattie più o meno gravi causate da virus, batteri, protozoi e funghi.

Le fasi della malattiaEntrata in contatto con l’Hiv, una persona può diventare sieroposi-tiva e cominciare così a produrre anticorpi diretti contro il virus. Il tempo che intercorre tra il contagio e la comparsa nel sangue degli anticorpi anti-Hiv, la cosiddetta “finestra”, va da 4 a 6 settimane, ma

può raggiungere anche i 6 mesi. Nel periodo, pur risultando ancora sieronegativo, il soggetto può trasmettere l’infezione. L’unico modo di accertarla è il test specifico che indaga la presenza di anticorpi anti-Hiv. Il periodo di incubazione può durare anni, poi subentrano una o più infezioni cosiddette “opportunistiche”. A provocarle sono agenti patogeni che non infettano le persone sane, ma hanno gioco facile con soggetti con sistema immunitario fortemente compro-messo.

Vie di trasmissione Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: per via emati-ca, per via sessuale e per via materno-fetale. La trasmissione per via ematica avviene per contatto diretto tra ferite aperte e sanguinanti e/o lo scambio di siringhe con un soggetto sieropositivo. Una via comune a chi fa uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa (attenzione anche all’utilizzo di aghi monouso per agopuntura, me-soterapia, tatuaggi e piercing). Rammentiamo che, in identica mo-dalità, sono trasmissibili anche altri virus, tra i quali quelli dell’epatite B e C. La trasmissione sessuale dell’infezione da Hiv è la più diffusa al mondo, in ragione dei rapporti, sia eterosessuali sia omosessua-li, non protetti dal profilattico. Avviene durante i rapporti sessuali attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, sperma, sangue) e le mucose. Le ulcerazioni e le lesioni dei genitali causate da altre patologie aumentano il rischio di contagio. La tra-smissione da madre a figlio può avvenire in gravidanza, durante il parto o in allattamento. Il rischio per una donna sieropositiva di tra-

smettere l’infezione al feto è pari al 20%. A torto, sono indiziati di trasmettere il virus dell’Hiv, la tosse, gli star-nuti, i baci, gli abbracci, le lacrime, il sudore, le strette di mano, la stessa donazione di sangue. Sciocco è pensare che luoghi pubblici (ristoranti, bar, piscine, locali notturni, palestre, scuole, asili, luoghi di lavoro, treni, autobus) siano a rischio, come pure i servizi igienici, le punture d’insetto, i vestiti, le maniglie, l’uso di piatti, bicchieri, posa-te, asciugamani e lenzuola.

Il test dell’HivPer sapere se si è contratto l’Hiv occorre sottoporsi al test specifico, non altro che un prelievo di sangue. L’indagine identifica la presenza di anticorpi specifici. Il test va fatto dopo sei mesi dall’eventuale si-tuazione a rischio di contagio. La Legge italiana risale al giugno 1990 e stabilisce che occorre il consenso della persona. Non serve una prescrizione medica, quasi dappertutto il test è gratuito e anonimo. La diagnosi precoce di sieropositività all’Hiv consente di mettere in atto la terapia farmacologica che permette di migliorare la qualità di vita e di vivere più a lungo.

Le terapieOggi i medici propongono ai soggetti sieropositivi la terapia Haart (Higly Active Anti-Retroviral Therapy) sulla base dei cosiddetti “va-lori” dei linfociti CD4 (cellule del sistema immunitario) e della carica virale (numero di particelle di Hiv nel sangue) che misura la velocità di replicazione dell’infezione. La terapia è in genere composta da più

II

farmaci antiretrovirali che permettono di ridurre la carica virale e mi-gliorare la situazione immunitaria. Il medico potrà spiegare meglio quali sono le diverse opzioni terapeutiche, i possibili effetti collate-rali, le modalità di assunzione dei farmaci. E’ necessario non soltanto trovare farmaci sempre nuovi, ma anche adottare terapie combina-te. In questo modo si cerca di ridurre al minimo o quantomeno di ritardare l’insorgenza di ceppi virali resistenti.In sperimentazione sono classi di farmaci che stimolano e supporta-no il sistema immunitario, in attesa di un vaccino che possa associa-re a una azione preventiva anche una possibile azione terapeutica. Occorre aver ben presente che le attuali strategie terapeutiche con-sentono soltanto di tenere sotto controllo l’infezione, non certo di guarirla.

CANDiDoSi

Si calcola che almeno tre donne su quattro ne soffrano almeno una volta nella vita. La Candidosi vaginale è uno dei disturbi femminili più ricorrenti e con frequenti ricadute. Causata dalla Candida albi-cans, l’infezione può rimanere latente per un lungo periodo durante il quale si replica, anche perché il contagio si diffonde non soltan-to per via sessuale. La Candida è un fungo, naturalmente presente all’interno della flora vaginale. In condizioni non patologiche la pre-senza di altri microrganismi ne limita la crescita. Quando l’ambiente vaginale o la sua flora si alterano, la Candida può crescere in modo incontrollato. Passa quindi dalla forma latente e asintomatica alla forma clinica e sintomatica, in condizioni di favore: in presenza di diabete, di “mancanza d’aria” (può interessare le unghie dei piedi per eccessivo uso delle scarpe da ginnastica e prende il nome di piede d’atleta), di scarse difese immunitarie (la bocca dei neonati, dove viene chiamata mughetto) o rappresentare la complicanza di situa-zioni di immunodeficienza acquisita (Aids) e essere la complicanza di una chemioterapia o di patologie immunodepressive. Frequente è anche la candidiasi dopo una terapia antibiotica che elimina dalla vagina il bacillo di Doderlein (centro dell’ecosistema vaginale).

Le cause scatenantiUna donna può essere portatrice di Candida senza avvertirne i sin-tomi (le perdite biancastre che provocano prurito, desquamazione, bruciore mentre si fa la pipì e, a volte, rapporti sessuali dolorosi). L’in-nalzamento del pH della vagina, un ambiente caldo e umido in cui il fungo ben si adatta, causa la proliferazione della Candida, agevolata a volte dall’impiego di antibiotici che modificano la composizione della flora batterica vaginale. Va ricordato come il fungo può migra-re dall’intestino nella vagina, scatenando l’infezione. Altre cause pre-disponenti sono la gravidanza, le mestruazioni e il diabete. Anche lo sperma, alterando il pH vaginale, può causare una proliferazione del fungo.

Un problema non soltanto femminileNemmeno gli uomini sono immuni dal microrganismo, che può causare la balanite e la balanopostite, infezioni che possono interes-sare glande e prepuzio. Entrambe sono caratterizzate dalla forma-zione di microvescicole e micropustole, rossore, prurito, bruciore e,

a volte, perdite biancastre. Spesso, però, l’uomo è portatore asinto-matico della malattia. Dato che i rapporti sessuali aumentano il pH vaginale, la deposizione di funghi con lo sperma può favorirne la trasmissione. Per evitare l’instaurarsi di un ciclo continuo e ripetuto di infezioni è quindi consigliabile che entrambi i partner si sotto-pongano contemporaneamente alla terapia, soprattutto quando il disturbo nella donna è ricorrente. L’infezione da candida può di-ventare cronica con senso di secchezza vaginale, desquamazione e arrossamento. Sino a conclusione della terapia si consiglia di utiliz-zare il preservativo durante i rapporti sessuali per evitare l’infezione vicendevole.

I rimedi utiliIl trattamento locale dell’infezione può essere effettuato con cre-me, gel, lavande, candelette o ovuli vaginali a base di antimicotici. Un’accurata visita ginecologica, con prelievo delle secrezioni vagi-nali e gli esami del sangue e delle urine, permettono la diagnosi cer-ta. A questo punto il medico potrà prescrivere antimicotici per via orale, in grado di eliminare le spore che causano le ricadute.

Alcune norme igieniche Per prevenire l’infezione è bene non indossare indumenti sintetici o aderenti che favoriscono l’innalzamento della temperatura cor-porea locale. Alle signore si consiglia di limitare l’uso dei pantaloni. Ulteriore precetto: non scambiarsi gli asciugamani e curare l’igiene intima con detergenti non troppo aggressivi. Infine, attenzione alle creme a base di cortisone, che stimolano la crescita del fungo.

(2 - fine. La prima puntata è stata pubblicata nel numero di marzo-aprile 2011)

ApprofondimentoMALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

III

Altre patologieDa ultimo, solo in accenno, alcune MST che colpiscono la “zona genitale”: la Sifilide, non ancora debellata, è causata da un batterio, il Treponema pallidum. Ha un tempo di incuba-zione di circa 3 settimane. La guarigione richiede una terapia antibiotica mirata che dev’essere impostata precocemente. La gonorrea, causata dalla Neisseria gonorrhoeae, e la Clami-dia dalla Chlamydia trachomatis , hanno incubazioni di pochi giorni e completa remissione se la terapia antibiotica mirata viene impostata precocemente Ricordiamo ancora alcune parassitosi quali la Scabbia e le Pediculosi.

Adottare comportamenti responsabili è la prevenzione mi-gliore per tutelare se stessi e gli altri. In amore, dunque, è bene non rischiare L’uso del preservativo dev’essere un’abi-tudine, soprattutto se si conosce poco e male il partner, ma anche se si crede di conoscerlo.

MasterAid_GAZZETTINOdellaFARMACIA.pdf 1 14/04/11 08.40

L’herpes è un virus e si distingue in herpes zoster e herpes simplex 1 e 2. Lo zoster è causa della varicella e del cosiddetto fuo-co di S. Antonio (eruzione cutanea simile alla varicella, localizzata e limitata nel tem-po, accompagnata da dolori e sensazione generale di malessere); l’herpes simplex 2 è un’infezione di tipo genitale trasmes-sa per contatto diretto durante i rapporti sessuali; il simplex 1 è il più diffuso, può comparire in varie zone del corpo e co-munemente, colpisce labbra e contorno bocca. L’infezione iniziale di questo virus è spesso sconosciuta – può avvenire anche in tenera età – ed è capace di rimanere per lungo latente nei gangli nervosi, senza che ci si accorga di averlo contratto.

CoMe Si MANifeStA

Dopo aver contratto l’infezione per con-tatto diretto con le ulcere e le aree cutanee infette (infezione primaria) la comparsa dei sintomi è causata dalle riacutizzazio-ni, scatenate da vari fattori, tra cui il sole, lo stress fisico ed emotivo, la febbre, l’im-munodeficienza o la immunodepressione. Perciò può capitare che le lesioni compa-iano solo in determinate situazioni anche dopo anni dal contagio, in base alla pre-disposizione del singolo individuo. C’è chi ne soffre molto spesso nel corso della vita – cui basta un po’ di stress o un bana-lissimo sole primaverile – e chi ne subisce l’attacco solo in particolari situazioni di malessere psicofisico. E anche se l’herpes simplex frequentemente tende a formarsi intorno alla bocca o sulle labbra, può in realtà palesarsi in qualsiasi sede cutanea o mucosa.

SiNtoMi e Cure

I primi sintomi sono rappresentati da bru-ciore e prurito, seguiti dopo alcune ore da piccole vescicole su base infiammata che, dopo alcuni giorni, tenderanno a seccarsi

e a formare una sottile crosta giallastra. La guarigione si completerà dopo circa 8-12 giorni ma, in caso di lesioni recidive, l’her-pes può causare anche cicatrici.Se l’infezione da herpes simplex è grave ed estesa, la profilassi prevede trattamenti sistemici a base di antivirali. Nella maggior parte dei casi però, è sufficiente limitarsi a placare e risolvere piccole eruzioni er-petiche localizzate - come ad esempio le vescicole sulle labbra – con degli antivirali topici, molto efficaci (in particolare) se uti-lizzati durante la fase di bruciore e prurito, avendo l’accortezza di applicarli ogni 4 ore circa.Oltre a questi presidi “classici”, esistono composti fitoterapici topici o sistemici con proprietà disinfettanti e stimolanti per le difese immunitarie: creme a base di misce-le di oli essenziali mitigano la sensazione di bruciore e favoriscono la guarigione dell’herpes. Sono molto diffusi anche i ce-rotti per l’herpes: non rilasciano farmaci ma danno sollievo perché “contengono” l’eruzione erpetica e ne facilitano la riso-luzione. Anche l’omeopatia è un ottimo

rimedio in caso di herpes simplex, sia per curarlo sia per diminuire le recidive (in questo caso, ovviamente, quando l’her-pes non è presente sulle labbra) ma pre-feriamo non elencarvi i prodotti, piuttosto invitarvi a chiedere un consiglio al vostro farmacista.

AlCuNe ACCortezze

Da buon alleato del paziente, la prevenzio-ne si rivela efficace anche in caso di herpes simplex. E se per lo stress non disponiamo di vere e proprie armi - se non vivere senza eccessi - in caso di predisposizione all’her-pes è importante difendersi dal sole: una protezione solare (in stick labiale, ovvia-mente) ad alto fattore è utilissima sia nei primi giorni di esposizione, sia in fase di guarigione per evitare gli inestetismi da effetto cicatrice.

di Valentina Guidi, Farmacista a Milano

Consigli

Infezioni part time

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un’utile infarinatura anatomica a cura della dottoressa Mantoessi per scoprirne funzionalità, disagi e prodotti specifici

Dal punto di vista evolutivo le unghie fanno parte di un ancestrale sistema di difesa e di attacco. Dal un punto di vista funzionale, in-vece, sono strutture di protezione: limitano la distorsione meccanica delle parti distali delle dita e migliorano la presa.Se oggi, per soddisfare i dettami glamour, le unghie devono essere belle e ben cura-te, è altrettanto vero che se sono elastiche, dure e resistenti testimoniano il nostro equilibrio fisiologico. Come per i capelli, l’arresto la diminuzione della crescita delle unghie, è determinato da una sofferenza acuta dell’organismo. Entrambi, unghie e capelli, costituiscono una via di escrezio-ne di sostanze esogene ed endogene, per questo costituiscono reperti diagnostici per la Medicina legale e la Tossicologia forense: vengono analizzati, per esempio, nella diagnosi da avvelenamento da arse-nico e piombo e per la ricerca di droghe e sostanze dopanti. La loro lenta velocità di crescita consente di valutare l’assunzione di sostanze tossiche fino ai sei mesi prece-denti.

zooM

In anatomia le unghie, insieme a peli e ghiandole cutanee, costituiscono gli an-nessi cutanei, formazioni cornee laminari quadrangolari, convesse superiormente, con un margine libero e tre lati inseriti sot-to una piega cutanea, detta vallo unguea-le. La lamina appoggia saldamente fissata all’epidermide superiore della falange di-stale e, con la pelle sottostante, forma il letto ungueale. È formata da lamelle cor-nee sovrapposte tra loro come le tegole di un tetto, tra le quali talvolta gli accumuli

d’aria costituiscono macchie biancastre. La radice dell’unghia è la porzione in par-te nascosta sotto il vallo, in parte visibile come lunula chiara. L’epitelio presente alla radice rappresenta la “matrice ungueale” responsabile dell’accrescimento, possibile fino ad 1 millimetro al giorno.

L’aspetto e lo stato di salute dell’unghia dipendono dall’equilibrato contenuto in cheratine, aminoacidi solforati, soprattut-to cistina, acido glutammico, arginina, vi-tamine quali A, C, E, B6, biotina e minerali come ferro, rame, zinco.

A proposito di unghie

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fAStiDi CoMuNi

La fragilità ungueale si distingue in due quadri clinici: l’onicoressi, nella quale la lamina è assottigliata con striature e fis-surazioni longitudinali e l’onicoschizia la-mellina, caratterizzata da un progressivo sfaldamento degli strati più superficiali con il margine libero che assume un aspetto dentellato.Le cause possono essere l’invecchiamento, ma influiscono molto i fattori ambientali: il contatto con detergenti e sostanze aggres-sive, traumi, affezioni sistemiche o gli stati carenziali. Un altro problema è l’onicomicosi, la micosi delle unghie. Il fattore scatenante è un fun-go che si manifesta come macchia bianca-stra o giallastra, e se trascurato può ispessi-re le unghie e farle sbriciolare ai lati. I funghi

non hanno bisogno di luce per sopravvive-re e proliferano negli ambienti caldi e umi-di, come le docce e le piscine, ma anche in un ambiente scuro, caldo e umido come le scarpe chiuse e poco traspiranti. Un trat-

tamento efficace può richiedere dai 3 ai 6 mesi di tempo ed è più difficoltoso in caso di paziente diabetico o con sistema immu-nitario compromesso. La terapia adeguata è rappresentata da antimicotici, lozioni e creme ad uso topico, affiancata da anitimi-cotici per uso orale (i quali non sono esenti da effetti collaterali di rilievo, come eruzioni cutanee e danni epatici). In casi estremi per rimuovere l’unghia può rivelarsi necessario l’intervento chirurgico.

AtteNzioNe AGli SMAlti

Negli smalti, la sola presenza dei solventi è responsabile dell’indebolimento e della disidratatazione dell’unghia. Ma l’uso con-tinuativo può fare anche peggio e causare degranulazione degli stati superficiali della

lamina (con formazione di chiazzette de-squamanti). Affidatevi quindi a prodotti co-smetici certificati. Ne esistono di rinforzan-ti, indurenti, ammorbidenti per rimuovere le cuticole (le pellicine lungo le unghie),

fino a quelli coloranti. I primi, i rinforzanti, difendono anche la cheratina delle unghie dall’ingiallimento - prodotto talvolta dal contatto diretto con lo smalto - contengo-no nitrocellulosa, bentonite, dimeticone e polimeri acrilati. Gli ammorbidenti, invece, sono a base di silicati di magnesio e allu-minio e glicerina. I pigmenti coloranti sono invece contraddistinti da codice internazio-nale: nei paesi europei la numerazione è il Colour Index che riporta tutti i coloranti impiegabili per legge in campo cosmeti-co (segnalati con la sigla C.I. seguita da un numero) tutti inventariati e al quale fanno riferimento le aziende.

Concludiamo con due considerazioni in materia di salute: affidatevi a centri estetici che operano nel rispetto delle più severe norme di igiene e pulizia e assicuratevi che tutti gli strumenti siano sterilizzati. Una del-le modalità di contagio per l’epatite C, oltre alla trasfusione di sangue infetto, può esse-re il servizio di manicure e pedicure. Inoltre poiché esiste una legge sui cosmetici, è meglio acquistare quelli certificati, perché la salute vale molto di più “dell’unghia di un dito mignolo” e non vale la pena di “man-carla neanche per un’unghia”.

Patrizia Mantoessi, Farmacista a Monza

Benessere

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L’aspetto e lo stato di salute dell’unghia dipendono dall’equilibrato contenuto di cheratine, aminoacidi solforati, vitamine e minerali

Il primo grande problema sono i tabù. Il dentista rientra tra questi. È un signore in camice che i bimbi approcciano solita-mente in emergenza, vuoi per una carie o un disagio dei denti decidui (quelli da latte), se non per problemi alle gengive. Quasi nessuno, tantomeno i genitori, pre-para i piccoli ad affrontare cosa li aspetta: pochi accenni all’anestesia, che significa fastidiosa insensibilità; nessun richiamo al solo rumore fastidioso di un trapano o alla presenza dei molti arnesi di cui il dentista si avvale. Ai piccoli l’armamenta-rio non a caso fa paura. L’impatto è spes-so traumatico, fatti di pianti, strepiti, mille incomprensioni e pregiudizi. Non pochi bambini associano al camice, a qualsiasi camice a quel punto, qualcosa di mol-to negativo. Ma un rimedio semplice è possibile introdurlo: «Basterebbe, spiega la dottoressa Annalisa Salis, odontoiatra

milanese, «che il primo impatto con il dentista il bambino lo avesse fra i due e i tre anni, per una semplice visita di con-trollo, dato che a quell’età si completa la dentizione decidua. Con ogni probabilità il dentista si complimenterebbe con il bimbo dicendo “tutto bene, i tuoi denti sono a posto”. Il bimbo ne sarebbe fiero, il rapporto si avvierebbe senza intoppi, i genitori correttamente fuori gioco, in sala d’attesa, senza possibilità d’interferire. Il dentista o la dentista diventerebbe qua-

si figure amiche, protagonisti in un am-biente confortevole, colorato, dedicato ai bambini. Gli ambulatori che accolgono i piccoli, soprattutto nei centri ospedalieri, sono dotati di televisori che trasmettono cartoni animati mentre il dentista fa i suoi controlli. I bambini si rilassano. Importan-tissimo per un rapporto senza pregiudizi raccontare ai piccoli quel che loro capita, l’ipotesi di un dolore o di un semplice fa-stidio. Guai nascondere loro quello che li aspetta, non te lo perdonerebbero».

Fermo restando che l’igiene orale dei piccoli è affidata ai genitori dalla nasci-ta ai tre anni, è bene ricordare che sino al primo anno è opportuno garantirla passando una garza umida su gengive e dentini dopo ogni pasto. In seguito en-trano in gioco spazzolino e dentifricio. «Per agevolare il loro impiego», chiarisce

la dottoressa Salis «sarebbe sufficiente sollecitare l’emulazione: i genitori do-vrebbero avviare il bambino alle corrette manovre di igiene orale perché in tenera età l’esempio è fondamentale: spazzolino e dentifricio possono diventare pratiche vissute come un gioco collettivo, in fami-glia».

Più in generale, il tema della prevenzione è fondamentale. Sin dai presupposti di un figlio, dalla gestazione.

In base alle linee guida del Ministero del-la salute», specifica la dottoressa Salis, «il fluoro va prescritto alle gestanti per rin-forzare lo smalto dei denti dei nascituri. Va detto che le mamme in gran parte lo sanno, loro per prime richiedono le pasti-glie di fluoro.

Della famiglia si è detto, veniamo alla scuola. Che cosa potrebbe fare quella dei piccoli, dalla materna alle elemen-tari? Potrebbe intervenire in termini di igiene in senso ampio, insegnare alcuni concet-ti di base, anche di igiene dentale, per la tutela e la manutenzione. Anche perché i denti sono materia viva e dobbiamo man-tenerli in salute in ogni stagione della vita. In particolare dovrebbero finire alcu-ni atteggiamenti contradditori: in alcune scuole primarie non sono consentiti gli spazzolini ai bambini, perché le insegnan-ti sostengono che potrebbero scambiarsi batteri, usando in maniera promiscua gli spazzolini.

Non è così, forse?È un timore fuori luogo visto che i pic-coli toccano tutto, ciucciano ogni cosa, si scambiano ogni genere di virus o bat-terio. Piuttosto sarebbe utile se, tutti in-sieme, si lavassero i denti in un tempo definito, ampio, premiando magari chi lo fa a lungo e senza mai usare la forza. Lo sfregamento violento, infatti, può com-promettere il colletto dentale e irritare le gengive. Come gioco, si potrebbero allestire anche dei test, dando una pasti-glia a ciascun bambino e premiando chi, facendone uso, vede ridursi la placca bat-terica che aggredisce ciascuno di noi e va rimossa.

Senza metterle fuori legge, quali at-teggiamenti suggerisce con le meren-dine, i dolci in generale e le bevande zuccherine?Guai proibirle, meglio limitarne l’utilizzo. Una pessima abitudine è quella di man-dare a letto i piccoli con un biberon di tè o di camomilla zuccherata magari met-tendo miele o zucchero sul ciuccio. Sono tutti elementi portatori di carie.

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Giocare sulla fiducial’incontro del bambino col dentista è spesso negativo perché si verifica per un’emergenza, una carie o un disagio intenso. Meglio, per familiarizzare, una visita di controllo, verso i due-tre anni

«Importantissimo per un rapporto senza pregiudizi raccontare ai piccoli quel che loro capita, l’ipotesi di un dolore o di un semplice fastidio. Guai nascondere loro quello che li aspetta, non te lo perdonerebbero»

Il filo interdentale a che età va promosso? È sconsigliato nell’età evolutiva, si do-vrebbe iniziare a fine permuta dei denti decidui.

E i collutori, in che modo sono utili? Parecchi collutori in commercio sono effi-caci antiplacca, ad esempio quelli a base di clorexidina. In gran parte sono blandi antinfiammatori, utili per l’igiene della lingua, la quale non dimentichiamolo è come un tappeto che porta in giro per la bocca ogni genere di batterio. Dei collu-tori beneficia l’alito.

Le gomme specifiche, i chewing gum tanto reclamizzati?Non sostituiscono le normali manovre di igiene orale, ma possono essere utili dopo i pasti perché la masticazione produce un aumento transitorio della secrezione di saliva è può incrementare i meccanismi di difesa locali, a condizione che non siano presenti zuccheri non fermentabili. Non a caso contengono lo xilitolo che è un edul-corante non cariogeno.

di Gianni Poli in collaborazione con la dottoressa Annalisa Salis, Odontoiatra

Spazio bimbi

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Alito frescoin ogni momento.

Alifresh21x85:Layout 1 10-03-2011 15:18 Pagina 1

Con quasi sette milioni di esemplari, il gatto è l’animale da compagnia più diffuso nelle nostre case, ma non sempre a tanto amore corrisponde una doverosa attenzione alla sua salute. Sono, infatti, pochi i gatti che ven-gono portati periodicamente dal veterinario e che vengono sottoposti a regolari cicli di vaccinazioni. «Il gatto è un animale che ma-schera moltissimo le malattie, molto più del cane» afferma Vilma Virano «e spesso ci si accorge che sta male quando la patologia è in fase avanzata e ci sono poche prospettive terapeutiche». Per questo sono importan-ti visite regolari, almeno una volta l’anno. «Problemi a livello del cavo orale, diabete e disturbi renali sono tra le patologie più fre-quenti e sulle quali è possibile intervenire per tempo se si fanno controlli periodici». E la prevenzione è l’arma vincente anche grazie alle vaccinazioni. «Ci sono vaccini che sono considerati indispensabili che si fanno, e si devono fare, a tutti i gatti. La vaccinazio-ne di base è la cosiddetta trivalente (Panleu-copenia, Herpesvirus e Calicivirus). Il primo vaccino si somministra con un’unica iniezio-ne dopo le 8 settimane, il richiamo dopo un mese e poi con cadenza periodica (ogni 1 o 3 anni) in base al consiglio del veterinario cu-rante. Ci sono poi altri vaccini che proteggo-no da malattie importanti, come la Leucemia felina (FeLV) e Chlamidiosi, che andrebbero fatti solo quando necessari, cioè quando si verificano le condizioni che potrebbero por-tare ad un’eventuale infezione. Lo schema vaccinale andrebbe sempre personalizzato a seconda dello stile di vita dell’animale e

sempre su consiglio del veterinario curante, perché ci sono gatti che vivono solo in casa, altri che escono in giardino e altri ancora che abitano in ambienti frequentati da altri

gatti, per cui non è possibile dettare regole che vadano bene per tutti». L’antirabbica per esempio è necessaria solo in alcuni casi: quando si deve ottenere il passaporto per l’espatrio, per la partecipazione ad alcune mostre feline, laddove richiesto, e negli ani-mali che stanno all’aperto in zone in cui la rabbia è presente, come il nord-est d’Italia. Anche per quanto riguarda l’uso e la som-ministrazione di antiparassitari vale lo stesso consiglio della personalizzazione. «Gatti che hanno la possibilità di uscire all’aperto e di entrare in contatto con altri animali avran-no la necessità di una protezione maggiore rispetto a quelli che invece stanno esclusi-vamente in casa. Per questi ultimi, benché il rischio sia decisamente inferiore, non è comunque da escludere: i piccioni sul balco-ne o l’uomo stesso possono portare in casa parassiti, per cui con i primi caldi potrebbe essere utile un trattamento antipulci».

Laura Camanzi in collaborazione con Vilma Virano, Veterinario a Torino

Molto amato,poco protetto Solo un gatto su cinque in italia viene protetto dalle malattie infettive con vaccinazioni regolari, e oltre il 40% non viene mai visitato dal veterinario. È bene informare i proprietari dei rischi a cui vanno incontro i loro piccoli animali di casa. Ne abbiamo parlato con Vilma Virano, medico-veterinario a torino.

Salute a quattro zampe

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ZoomPanleucopenia felina, chiamata anche gastroenterite virale, è più comune nei gattini e nei gatti giovani ed è caratteriz-zata da un alto tasso di mortalità negli ani-mali non vaccinati. Febbre, vomito, man-canza di appetito, disidratazione, diarrea con sangue, dolori addominali e progres-siva debilitazione generale sono i sintomi. Herpesvirosi e Calicivirosi: si tratta di forme respiratorie che quasi sempre si presentano associate. I sintomi possono comprendere tosse, starnuti, febbre, scolo oculare e nasale, cheratite, congiuntivite e, nel caso di Calicivirus, anche ulcere a ca-rico di lingua e bocca. Sono malattie mol-to comuni e facilmente trasmissibili, sog-gette a recidive e cronicizzazioni e verso le quali tutti i gatti devono essere protetti.Leucemia felina, grave malattia infettiva causata da un virus (FeLV) che, attraverso le secrezioni del corpo, in particolar modo la saliva, può essere trasmessa dai gatti infetti a quelli sani. Grave e contagiosa, è un’affezione molto subdola, perché i

sintomi possono manifestarsi anche anni dopo il contagio e può quindi passare a lungo inosservata. I gatti colpiti possono presentare sintomi generici (febbre, man-canza di appetito, depressione, decadi-mento organico) o sintomi in relazione agli organi interessati, come diarrea, alte-razione della funzionalità renale, disturbi neurologici. La mortalità è elevata e i ri-schi sono particolarmente altri nei sog-getti che vivono in collettività o all’aperto. La Chlamidiosi è una malattia oculare rappresentata il più delle volte da una congiuntivite con scolo e che, inizialmen-te chiaro, può diventare muco purulento, a cui può aggiungersi febbre, starnuti e tosse. Spesso la Chlamidiosi è associata e secondaria alle forme respiratorie virali sostenute da Herpesvirus e Calicivirus. L’infezione avviene per contatto diretto tra gatti o tramite le secrezioni congiun-tivali e nasali. È una malattia comune so-prattutto per i felini che vivono all’aperto e in collettività.

Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica LeccheseAnno 9, n° 3 Maggio-Giugno 2011

Reg. Trib. Lecco N. 10/03del 22/09/2003

Direttore responsabile Sergio Meda

Comitato Scientificodottor Paolo Borgarelli

dottoressa Valentina Guidi

CollaboratoriVirginia Caliendo, Laura Camanzi,

Patrizia Mantoessi, Federico Meda, Gianni Poli, Vilma Virano, Claudio Zubani

Coordinamento redazionale

Hand&Made Milano

Impaginazione e graficaDe Marchi di De Marchi Simone

www.de-marchi.com

StampatoreGam Edit Srl – Italy

Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg)

Associazione Nazionale EditoriaPeriodica Specializzata Socio Effettivo

A.N.E.S.ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA

PERIODICA SPECIALIZZATA

Associata al sistema Confindustria

Risponde il Farmacista

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Mi chiarite perché lo stesso farmaco, fino a pochi giorni fa dispensato interamente dalla mutua, ora sono costretta a pagarlo? Mi hanno parlato di differenza di prezzo rispetto all’equivalente, di brevetti. Ma non ho capito granché. GrazieRossella, Novara

risponde Claudio zubani, farmacista a Ballabio (lecco)

Gentile Rossella,ogni farmaco immesso sul mercato e in vendita in farmacia è coperto da brevetto. Que-sto permette all’”inventore” di poter recuperare i tanti soldi che servono per realizzare un nuovo farmaco, senza che altre aziende possano copiarlo. Dopo alcuni anni, come in tutti i settori, il brevetto scade e anche altre realtà produttive possono iniziare a venderlo con un altro nome. Questo è il principio del farmaco equivalente (o generico): stesso principio attivo dell’originale, stesso risultato terapeutico. Cambiano solo gli eccipienti, i quali influ-iscono sul sapore, il colore, la consistenza, il tempo di scioglimento della compressa e ad altre caratteristiche, ma non sull’efficienza, che rimane sempre la stessa. Il caso di Rossella è il seguente: fino al mese scorso il farmaco prescritto dal suo medico era coperto da brevetto, quindi l’unico in vendita in farmacia con quel principio attivo, ed essendo lei esentata completamente, non pagava nulla. Ora, invece, a brevetto scaduto, sono diversi i prodotti in commercio che corrispondono alla sua ricetta. Ed essendo gli equivalenti - a parità di risultato - più economici per il Servizio sanitario nazionale, saranno questi a essere “passati” gratuitamente. Rossella potrà comunque chiedere al farmacista il farmaco “originale” - quello cui era abituata, per intenderci - ma d’ora in poi dovrà farsi carico della differenza di prezzo con il rispettivo equivalente. Spiegarlo in poche righe è complesso, in attesa di un articolo dedicato all’argomento, pro-vate a confrontarvi con il vostro farmacista: scoprirete la bontà dei farmaci equivalenti e vi chiarirete più di un dubbio.

Generici rialzi

Kukident_PaginaDoppiaAzione.FH9 Thu Feb 04 14:44:44 2010 Pagina 1

Colori compositi

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