Post on 02-Oct-2018
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Supposte
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Triturazioni
Cenni di farmacocinetica omeopatica
Fase farmacocinetica
Fase farmacodinamica
Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici
Della “Memoria dell’acqua”
Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici
Classificazioni delle diluizioni
Assorbimento sublinguale
Come vanno assunti i medicinali omeopatici
Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici
Schema generico di somministrazione dei rimedi omeopatici
Degli “effetti collaterali"
Aggravamento patogenetico
Aggravamento omeopatico
Interazioni dei medicinali omeopatici
Interazioni tra cute e medicinali omeopatici
Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici
Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici
Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici
Cronofarmacologia omeopatica
Regola mezzogiorno-mezzanotte
53
Tecnologia e forme farmaceutiche in omeopatia
Fonti Ufficiali
Fino a qualche anno fa, in Italia, i rimedi omeopatici venivano preparati in riferimento
alla Farmacopea Francese X Edizione del 1991 o alla Farmacopea Tedesca.
Nel 1992 il Parlamento Europeo emana la Direttiva 92/73/CEE del 22 settembre
1992, che amplia il campo d'applicazione delle precedenti direttive 65/65/CEE e
75/319/CEE concernenti il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari
ed amministrative, determinando le disposizioni in materia di medicinali omeopatici
Nel 1995 col Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 185, pubblicato nella Gazz. Uff.,
22 maggio 1995, n. 117, viene recepita in Italia la norma attuativa della direttiva
92/73/CEE in materia di medicinali omeopatici.
Con questo decreto l’Italia riconosce la validità dei rimedi omeopatici e dell’Omeopatia
definendo il concetto di medicinale omeopatico, come recita l’articolo 1 del decreto:
Art. 1.
1. Ai fini del presente decreto, per " medicinale omeopatico " si intende ogni
medicinale ottenuto da prodotti, sostanze o composti, denominati " materiali di
partenza omeopatici ", secondo un processo di fabbricazione omeopatico descritto
dalla Farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate
ufficialmente dagli Stati membri.
2. Un medicinale omeopatico può contenere anche più principi.
Nel 1997 viene introdotta nella Farmacopea Europea la monografia relativa ai
medicinali omeopatici (Farmacopea Europea 1997, monografia 1038),
Nel 2002, viene introdotta nella Farmacopea Ufficiale XI Edizione 2002, la monografia
delle Preparazioni Omeopatiche (pag. 1088 - 1092), con i seguenti paragrafi:
1. preparazioni omeopatiche;
2. droghe vegetali per preparazioni omeopatiche;
3. tinture madri per preparazioni omeopatiche.
La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XI Edizione 2002, riporta la
Monografia delle “Preparazioni omeopatiche”, pag. 1089-1091, in particolare nel
paragrafo delle diluizioni specifica: “Le diluizioni e le triturazioni sono ottenute dal
materiale di partenza mediante un processo di potenziamento (o dinamizzazione) in
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Alla propria dottrina basata sul principio dei simili Hahnemann diede il nome di
"Omeopatia" e riservò invece il nome di "Allopatia" alla pratica medica secondo la
quale per la cura di una malattia devono essere usati quei farmaci che hanno effetto
contrario ai sintomi della malattia in atto.
Specificità medicamentosa "Ogni medicamento produce effetti specifici nel corpo umano e nessun'altra sostanza
medicinale può dare origine ad altri effetti che siano del tutto simili a quelli".
(Organon)
Secondo questo postulato possiamo affermare che l'interesse del medico omeopatico
non è sicuramente la diagnosi di malattia, bensì la diagnosi di "rimedio", la ricerca del
simillimum, cioè di quel medicamento che nel sano provoca i disturbi "più simili" a
quelli presentati dal paziente in esame. In natura infatti non esiste una sostanza che
somministrata ad un paziente sano produca effetti uguali ad un'altra (patogenesi del
rimedio).
La dose infinitesimale La sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di "stimolare" la reazione,
è la miccia che fa esplodere la bomba e come tale più che elevata nel dosaggio deve
essere "specifica" per i disturbi del paziente.
(Organon)
Diluizione e dinamizzazione aumentano progressivamente
l'azione dei medicamenti. Qualunque sostanza o
medicamento agente sulla vitalità è in grado di
determinare un'alterazione dell'equilibrio della forza vitale
e di conseguenza un cambiamento dello stato di salute
della persona. Questo effetto è dovuto quasi
esclusivamente alla sostanza somministrata e viene
chiamato "effetto primario": è utilizzato dalla medicina allopatica.
Alla somministrazione di una sostanza la forza vitale si oppone con carattere
conservativo sempre a favore della vita, questo grazie al fatto che l'organismo umano
appartiene alla categoria dei "sistemi omeostatici" caratterizzati da una omeostasi
fisiologica regolata da interscambi di informazioni biologiche e da tutte quelle attività
56
che tendono a conservare costanti, o entro certi limiti accettabili, le varianti del
sistema. Chiameremo quindi questo "effetto secondario", utilizzato dalla Medicina
omeopatica.
Considerato che l'azione curativa in medicina omeopatica sfrutta la reazione
dell'organismo, la sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di
"stimolare" la reazione, è la “miccia che fa innescare l’esplosione della bomba” e come
tale più che elevata nel dosaggio deve essere "specifica" per i disturbi del paziente.
Legge di Hering o di guarigione
Nelle "vere guarigioni”, dopo la somministrazione del rimedio corretto, il paziente
giunge allo stato di benessere seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di
eliminazione dei sintomi.
I sintomi spariranno dall'alto verso il basso, azione gravitazionale (vuol dire che
sparirà prima uno stato d'ansia che una pirosi gastrica).
Spariranno dall'interno verso l'esterno azione centrifuga (il miglioramento di
un'asma può far seguito un peggioramento di un eczema cutaneo che poi a sua volta
migliorerà e non viceversa) questo per la caratteristica "centrifuga" della cura
omeopatica che mira a "buttar fuori" la malattia anziché tendere a sopprimerla.
Inoltre, la guarigione si svilupperà eliminando per primo i sintomi comparsi
recentemente e in un secondo tempo i sintomi più vecchi comparsi nel tempo,
secondo una cronologia proporzionale al tempo di insorgenza dei sintomi.
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Un’altra considerazione scaturisce dalla legge di Planck3 che si sviluppa studiando
l'emissione e l'assorbimento della luce da parte dei corpi materiali, e in particolare del
cosiddetto corpo nero (una superficie ideale capace di assorbire ogni tipo di radiazione
incidente). Interpretando tali fenomeni, secondo i principi dell'elettromagnetismo
classico, si avrebbe come conseguenza teorica un aumento indefinito dell'intensità
della radiazione all'aumentare della frequenza, cosa che nella realtà non si verifica.
Osservando questo fenomeno, Planck nel 1889 rese nota la sua ipotesi che gli scambi
di energia nei fenomeni di emissione e di assorbimento delle radiazioni
elettromagnetiche avvengono in forma discontinua (proporzionale alla loro frequenza
di oscillazione, secondo una costante universale), non già in forma continua, come
sosteneva la teoria elettromagnetica classica.
Nel 1901 Planck spiegò il fenomeno con l'ipotesi alla teoria quantistica, secondo la
quale gli atomi assorbono ed emettono radiazioni in modo discontinuo, per quanti di
energia, cioè quantità di energia finita e discreta ("pacchetti", che chiamò quanti). In
tal modo anche l'energia può essere concettualmente rappresentata, come la materia,
sotto forma granulare: i quanti sono granuli di energia indivisibili e il contenuto di
energia di ogni pacchetto nella teoria di Planck è direttamente proporzionale alla
frequenza corrispondente.
Se definiamo E (energia del quanto di luce), v (frequenza luminosa) e h (costante
universale di Plance), avremo:
E = hv
La teoria di Planck non ottenne il pieno successo che meritava perché era stata
formulata su basi empiriche e matematiche, quindi, era da considerare un'ipotesi, non
una legge, utile per spiegare fenomeni di difficile interpretazione.
Il valore della legge quantistica fu reso evidente solo nel 1905 grazie ad Albert
Einstein che, nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico, riprese il concetto
di quanto e ne diede un’interpretazione teorica e una definizione in termini fisici.
Successivamente la teoria di Niels Bohr, sulla struttura atomica, confermò l'ipotesi dei
quanti, considerata una tappa fondamentale nella storia e lo sviluppo della fisica
moderna.
3 Max Planck (Kiel 1858 - Gottinga 1947), fisico tedesco considerato il padre della fisica quantistica, vinse il premio Nobel per la fisica nel 1918. Studiando la radiazione di corpo nero scoprì che il meccanismo di emissione della radiazione non è quello ipotizzato dalla fisica classica, sotto forma di onda continua, ma di "pacchetti" discreti detti quanti.
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“L’organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di alcuna
sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione.
Unicamente l’essenza immateriale – principio vitale, forza vitale – conferisce
all’organismo materiale, nello stato di salute e di malattia tutte le sensazioni e
determina le sue funzioni vitali.”
Organon VI, § 10
In questo paragrafo Hahnemann evidenzia che la carenza della forza vitale può
rendere più vulnerabile un individuo conducendolo verso la malattia; individua nella
carenza della forza vitale una incapacità di difesa e di autoconservazione.
“Quando l’uomo si ammala, dapprincipio è perturbata soltanto questa forza
vitale, (principio vitale) – indipendente e presente ovunque nell’organismo ed
immateriale – dall’azione, nemica alla vita e dinamica, di qualche agente patogeno.
Unicamente il principio vitale perturbato ad uno stato anormale può determinare
nell’organismo sensazioni spiacevoli e conseguenti funzioni irregolari ossia produrre
quel che noi chiamiamo malattia. Di fatti questa potenza, per sé invisibile e
riconoscibile solo nelle sue manifestazioni, nell’organismo mette in evidenza la sua
perturbazione morbosa sotto forma di malattia nei sentimenti ed attività – l’unica
parte dell’organismo aperta ai sensi dell’osservatore e del medico – rilevabile dai
sintomi del male e da null’altro.”
Organon VI, § 11
In questo paragrafo Hahnemann introduce il concetto di perturbazione del principio
vitale, concetto successivamente approfondito da James Tyler Kent6 che individua
l’individuo in una dimora delle espressioni degli affetti, dell’intelligenza, dei sentimenti
e delle emozioni umane, e che la perturbazione di questi sentimenti ed emozioni si
traducono in un disturbo fisico sul corpo, quindi la malattia per J.T. Kent è
l’espressione di una perturbazione mentale che nasce a livello dell’essere e della
propria esistenza. Successivamente, in tempi più recenti questo stesso concetto è
ripreso ed approfondito nei disturbi psicosomatici7.
6 Kent J.T. Lezioni di omeopatia. Edizioni CE. M.O.M. Napoli, 1993.
7 Carbone R. lettura del corpo psicosomatica in chiave olistica. Pilgrim Edizioni, Aulla (MS), 2009.
“Unica la
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D’altra pa
deviazion
pure la ‘
ritorno de
Da quest
omeoapti
tecnologie
alla luce
Pertanto,
debba ast
conoscen
Possiam
azione, s
energeti
di una so
R.Carbon
Inoltre, a
medicinal
chimico e
Principio
8 Si definiscenella tintura
a forza vit
azioni di m
esprimono
ntano tutta
arte lo spa
ne dimostr
‘restitutio
ella salute
te conside
co, quindi
e e le me
di quanto
ritengo ch
tenersi da
za e comp
mo conclu
stimolant
ica sprigi
ostanza o
e
a conclusi
li omeopa
ed un princ
o chimico
e “ceppo omeomadre di una
tale morbo
malattia p
o la pertur
a la malat
arire di tut
rabile dei
ad integr
di tutto l’
razioni so
, voler dim
etodiche i
detto fin
he un med
al proclam
petenza.
udere affe
te l’energ
ionata da
originaria
one e com
tici svolgo
cipio di tip
o
opatico” il mat sostanza.
osamente
ercepibili
rbazione t
ttia.
tte le mani
processi
rum’ del
’organismo
orgono le
mostrare l
mpiegate
ora, quan
dico o farm
are qualsi
ermando
gia vitale
alla diluiz
a costitue
mpletame
ono la loro
po fisico.
teriale di origi
62
perturbat
dai nostri
totale mor
ifestazioni
vitali san
principio
o.”
dissociazio
’efficacia d
per dimos
to mai as
macista ch
asi forma
che un
e di un in
zione infi
ente il cep
nto di qu
o peculiar
ine per la prep
ta provoca
i sensi, co
rbosa del
i di malatt
i – per o
vitale pre
oni dal pe
di un rime
strare un e
surdo ed o
he non con
di giudizio
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ndividuo,
initesima
ppo omeo
anto asse
re attività
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a le malat
ome pure
principio
tia – ossia
pera della
esuppone
Org
ensiero all
edio omeop
effetto far
oggettivam
nosce i prin
o, poiché,
omeopati
in virtù
ale e dalla
opatico8.
erito possi
secondo
medicinale om
ttie, in mo
tutte le a
dinamico
di tutto q
a guarigio
necessari
ganon VI, §
lopatico a
patico util
rmacologic
mente ina
ncipi dell’o
non espr
tico svolg
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la dinami
iamo defin
un princip
meopatico, ide
odo che le
alterazioni
interno e
quanto era
one, come
iamente il
§ 12
l pensiero
izzando le
co appare,
pplicabile.
omeopatia
esso dalla
ge la sua
ua natura
izzazione
nire che i
pio di tipo
entificabile
e
i
e
a
e
l
o
e
,
a
a
a
a
e
i
o
Il princip
progressi
ionica). L
all'aumen
A diluizion
Principio
Il principi
o potenti
impiegata
“quantica
Le sostan
possono
stese sos
principio
La patog
dell’insiem
ponderali
patogene
1. sin
2. sin
3. le m
rife
um
cro
4. cau
5. le d
Una sosta
diluizione
pio chimico
iva" della
La materia
nto delle d
ne infinita,
o fisico
io fisico de
izzazione",
a, contrib
a di tipo vib
nze somm
produrre
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del simillim
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me dei sin
, tossiche
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tomi men
modalità d
eriti all’ora
midità, ven
onologia de
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diluizione
anza per d
e infinitesim
o dell’attiv
stessa sos
a si disso
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, rimane s
ell’attività
, agitando
uendo al
brazionale
inistrate a
una serie
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mum, gua
un rime
ntomi che
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medio è cl
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di un rim
o la soluz
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e”.
Diluizion
a dosi pon
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me;
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nifestazion
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un medicin
dinamizza
63
n rimedio
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n contribut
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o dall’ene
ni e Dinam
derali, no
mi prodrom
itesimale
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drome;
.
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M).
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a
e
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l
a
i
a
i
64
La dinamizzazione consiste nel sottoporre a scuotimento (succussione) la soluzione
per 100 volte, imprimendo un’energia in movimento verticale alternato, secondo la
tecnica hahnemanniana, in cui i due punti morti, superiore ed inferiore della corsa del
movimento, rappresentano i momenti in cui l’energia di massa cinetica si riadatta alle
nuove condizioni di diluizioni e dinamizzazione conferendo alla soluzione un contenuto
energetico peculiare della sostanza di riferimento al ceppo di origine.
Si otterrà così, l’azione omeopatica del rimedio (forza del rimedio, Vis medicatrix), che
verrà espressa in modo inversamente proporzionale alla quantità del rimedio.
La diluizione si ottiene inserendo 1 parte di ceppo omeopatico, sotto forma di tintura
madre in 99 parti di solvente (il solvente è costituito da una soluzione idro-alcolica a
60-70° in volume di alcol) e sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione,
ottenendo così la 1CH (la prima
diluizione centesimale
hahnemanniana).
Dalla soluzione 1CH si prende
una parte di essa e la si versa
in 99 parti solvente
sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione, ottenendo così la 2CH (la
seconda diluizione centesimale hahnemanniana).
Dalla soluzione 2CH si prende una parte di
essa e la si versa in 99 parti solvente
sottoponendo la soluzione ottenuta a
dinamizzazione, ottenendo così la 3CH (la
terza diluizione centesimale
hahnemanniana), si procede con lo stesso
metodo fino alla diluizione voluta, come
indicato nella figura.
La dinamizzazione rappresenta
l’espressione di energia, il conferimento di
energia che una sostanza può sprigionare
quando passa da una condizione di
espressione di massa in cui la compatezza
delle molecole definisce lo stato fisico della
sostanza, ad una condizione di maggior
libertà (diluizione) sviluppando energia
potenziale
Proceden
avrà che
ceppo di
l’effetto d
relativa a
omeopati
tra quest
farmacolo
Quindi po
in funzio
omeopati
Viceversa
similitudin
definire m
L’azione e
si può div
Rimedio
Quando l
avrà com
5CH e la
molecolar
Rimedio
Quando l
omeopati
stechiome
presenta
massa/en
9 Diagrammamedicinali om
e indotta d
do col pro
tra la pri
partenza,
del rimed
al valore
co, energ
ti due gr
ogico all’ef
ossiamo af
one della
ca.
a, un rime
ne omeop
medicinali
e l’attività
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ad azion
a diluizion
unque la
a 11CH (v
re).
ad azion
la diluizio
co ad azio
etrici corr
l’identità
nergia)9.
a realizzato e meopatici pres
dalla dinam
ocesso di
ma e la q
quindi, pa
io sarà e
della mas
etico vibra
adienti di
ffetto ome
ffermare c
legge ip
dio con di
atica, in f
omeopatic
à di un rim
due gruppi
ne massa-
ne del rim
presenza
v. Tabella
ne energia
ne del rim
one energ
risponde a
molecolar
ipotizzato dalsso la SMB-Ita
mizzazione
diluizione
quarta dilu
arte della
espresso d
ssa presen
azionale, s
diluizion
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che un rim
ppocratica
luizione u
unzione d
ci i rimedi
medio ome
, come rap
-energia
medio è so
molecolare
a di co
a
medio om
gia poich
al numero
e o atomic
l’autore, prof.alia, Scuola di
65
e.
e e dinam
uizione ne
sostanza.
dal conten
nte in sol
si avrà da
i si avrà
he avviene
medio alla
di contr
guale o m
ella legge
con diluiz
eopatico, i
ppresenta
otto il limi
e della sos
onfronto t
meopatico
hé, la dilu
di Avoga
ca di una
. Rocco Carboi Medicina Bio
mizzazione
lla soluzio
Pertanto
nuto di m
uzione. L
alla V° dilu
il fenom
e tra la IV
4 CH svo
rari ed è
maggiore a
ippocratic
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n relazion
to in figur
te del nu
stanza, ne
ra diluizio
supera la
uizione tra
dro (6,02
sostanza.
one e presentaterapia di Rom
dei medic
one sarà p
fino alla I
massa, anc
a risposta
uizione in
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° e la V° C
olge azione
definita
alla 5 CH a
ca dei sim
5 CH in p
ne al rappo
ra:
mero di A
ell’intervall
oni omeop
a 12CH, s
la 11CH
2x10-23) e
(v. Diagra
ato durante le ma.
cinali ome
presente t
IV° diluizio
che se in
a e l’azion
poi (5CH
viraggio d
CH.
e di tipo p
diluizione
agisce per
mili, quindi
poi.
orto mass
Avogadro,
lo di diluiz
patiche e
si avrà u
e 12CH,
e quindi,
amma di r
e lezioni di pre
eopatici si
traccia del
one (4CH)
n maniera
ne di tipo
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dall’effetto
ponderale,
e placebo
r azione di
possiamo
sa-energia
quindi, si
zioni tra la
presenza
n rimedio
in termini
non è più
reciprocità
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i
l
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,
o
,
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o
a
i
a
a
o
i
ù
à
i
66
Diagramma di reciprocità massa/energia
Considerando l’insieme coerente delle teorie, le leggi della fisica esposte e i metodi
che contraddistinguono la preparazione di un medicinale omeopatico, possiamo
sintetizzare il meccanismo di azione dei medicinali omeopatici nel paradigma
rappresentato dal diagramma di reciprocità massa/energia. In questo diagramma
l’asse delle ascisse rappresenta l’energia, quindi, l’effetto della dinamizzazione. Mentre
l’asse delle ordinate rappresenta la massa, quindi, l’effetto della diluizione. L’area
superiore all’ascissa rappresenta l’area del corpo fisico, legato alle leggi di causa
effetto, in cui un fenomeno si manifesta secondo le leggi della causalità, dello spazio e
del tempo, seguendo le leggi della fisica gravitazionale e della termodinamica. L’area
inferiore, delimitata dall’asse delle ascisse, rappresenta l’area del corpo energetico,
in cui un fenomeno si manifesta non seguendo le leggi della causalità, dello spazio e
del tempo, ma si verificano in un contesto a-causale, a-temporale e a-spaziale, del
principio del qui ed ora, in riferimento alle leggi della fisica quantistica e del principio
della sincronicità.
Pertanto, possiamo suddividere in tre aree verticale la superficie grafica dell’area di
campo d
nel piano
Ippopcrat
dell’agoni
Nella sec
vibrazion
secondo
della sim
patogene
all’assenz
leggi della
La terza a
dalla dilu
quest’are
spin corre
fondament
orbitale a
Successiva
che due si
essere più
opposti de
Quindi, a
gravitazio
Lo scopo
azione de
ricerche c
di riferime
10 Teodoradi Cesena (F 11 WolfganPremio Nobnumeri qua
di massa
o superior
te (Contr
ismo-anta
conda are
nale, racc
principio
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esi del rim
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area vertic
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a, al disot
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amente (i fis
stemi quan
separati, in
ll’universo.
ppare evid
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di questo
ei rimedi o
che individ
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ni M. SincroFC), 2006.
ng Ernst Pabel nel 1945 ntici uguali.
rappresen
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di Ippopc
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medio; la
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12CH fi
tto dell’are
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ntici di quals
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(v. Teorem
dente che
nomeni che
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uli (Vienna, per la fisica
nta l’area
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la diluizio
rate (Sim
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presenza
a, gli avve
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ncipio di
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ell – nel 196
siasi natura
conservano
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non è pos
e si manife
uole andar
i e vuole
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67
della mas
scisse, in
entur) es
e legato a
perficie g
one 4CH e
milia similib
armacolog
a della so
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rea di ca
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scisse, sot
esclusione”
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nso di rotaz
64 e Alain A
a, che hann
o una mem
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ca e psiche d
igo, 1958) fil quale due
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di recipro
da Pauli e Jun
isico austriacelettroni in
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della fisica
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ntur) espre
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se vengono
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ng a Chopra.
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una volta no
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i approfon
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. Macro edizi
e della fisicaon possono
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e definirono
on possono
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della fisica
viceversa.
canìsmo di
ndimenti e
un’ipotesi
ioni, Diegaro
quantistica.avere tutti i
,
i
,
o
l
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a
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e
e
n
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o
o
.
o
o
i
a
i
e
i
o
. i
CONFRO
Concen(gramm
100 10 1 0.1 (=10-1) 0.01 (=10-2)10-3 10-4 10-5 10-6 10-7 10-8 10-9 10-10 10-11 10-12 10-13 10-14 10-15 10-16 10-17 10-18 10-19 10-20 10-21 10-22 10-23 10-24 I valori in taIl valore de6.022 x 10-
Il concett
come pos
nessuna
diluizione
molecola
La medic
acqua.
ONTO TRA
ntrazione mi/litro)
)
abella sono el numero di-23 unità mol
to che ha
ssa essere
molecola
e di una so
del soluto
cina ufficia
A DILUIZ
Concentmolare* (
1 0.1 (=10-1) 0.01 (=10-2)10-3
10-4
10-5
10-6
10-7
10-8
10-9
10-10 10-11 10-12 10-13 10-14 10-15 10-16 10-17 10-18 10-19 10-20 10-21 10-22 10-23 10-24 10-25 10-26
calcolati in ri Avogadro èlecolari o ato
reso e ren
e efficace
del rime
oluzione s
o e quindi
ale sostie
IONI OM
trazione moli/litro)
T1
) 2345678911111111112222222
riferimento aè approssimomiche)
nde difficil
il rimedio
dio del s
upera 10-
, la massa
ne che ta
68
MEOPATICCEPPO
Diluiziodecimale
TM1234567891011121314151617181920212223242526
ad una sostaato a 1024/
le la vita a
in una so
soluto. Da23 (numero
a residua
ale solven
CHE E PRE
one e (D) ce
TM-1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13
nza X, dal p/molecole/m
all’Omeopa
oluzione in
alla chimic
o di Avoga
sarà cost
nte residuo
ESENZA M
Diluizione ntesimale (C
eso molecolole di sostan
atia è la d
n cui riman
ca sappiam
adro) non
tituita sola
o non pu
MOLECOL
C) Nu
moleappr
1024 1023 1022 1021 1020 1019 1018 1017 1016 1015 1014 1013 1012 1011 1010 109 108 107 106 105 104 103 102 10 1 0 (1/10 l0 (1/100
are definito nza (precisa
difficoltà d
ngono solo
mo che q
si troverà
amente di
ò essere
ARI DEL
mero di ecole/litro rossimato
litri)0 litri)
=100. amente sono
i spiegare
o poche o
quando la
à nessuna
solvente.
altro che
o
e
o
a
a
e
69
Metodi di classificazione dei Medicinali Omeopatici
I metodi di classificazione dei medicinali omeopatici sono espressi con delle sigle o
lettere (D,C,K,LM,FC,P) che rappresentano il metodo di preparazione delle diluizione,
spesso seguite dalla lettera H da Hahnemann, la quale esprime la dinamizzazione,
precedute da un numero (5,7,9,12,15,30,200,10.000 o K,X,XM,XMK) che rappresenta
il grado di diluizione.
Le sigle di preparazione rispecchiano i metodi di diluizione, le più usate in Omeopatia
sono:
DH ⇒ diluizione decimale Hahnemanniana (X o XH)
CH ⇒ diluizione centesimale Hahnemanniana
K ⇒ diluizione korsakoviana
LM ⇒ diluizione cinquantamillesimale
FC ⇒ metodo flusso continuo FC o di Skinner
P ⇒ indica una diluizione potenziata
Classificazione e Nomenclatura dei medicinali omeopatici
I medicinali omeopatici non riportano in etichetta nessuna indicazione clinica o
farmacologia, essi sono identificati dal nome del rimedio, dal grado di diluizione e dal
metodo di preparazione.
Nome della sostanza d’origine ⇒ (Arnica, Belladonna, Sepia)
Numero di diluizioni ⇒ (5, 7, 9, 15, 30, 200)
Sigla del metodo di preparazione ⇒ ( DH, CH, K, LM) ,
Esempi:
Arnica 5 CH ⇒ (leggere: Arnica alla 5° diluizione centesimale Hahnemanniana)
Belladonna 30 DH ⇒ (leggere: Belladonna alla 30° diluizione decimale
Hahnemanniana)
Sepia 200 K ⇒ (leggere: Sepia alla 200° diluizione Korsakoviana)
Lachesis 12 LM ⇒ (leggere: Lachesis alla 12° Cinquantesimale)
I nomi Arnica, Belladonna, Sepia sono i nomi delle rispettive sostanze d’origine
I numeri alla 5°, 30° 200° rappresentano il rispettivo grado di diluizione
Le sigle CH, DH, K, LM rappresentano i metodi di preparazioni
70
Metodo decimale DH
La serie decimale fu introdotta dal Dr.
Hering negli Stati Uniti e poco dopo in
Germania, dove tuttora è la più
impiegata.
MODUS OPERANDI
Si pone in un flacone 1 parte di ceppo
omeopatico prescelto e 9 parti di
solvente (alcool di titolo appropriato):
Rapporto 1:10 e si effettua la dinamizzazione (100 succussioni).
In questo modo si ottiene la 1DH (prima diluizione decimale Hahnemanniana).
Ripetendo l’operazione, mantenendo lo stesso rapporto 1:10, si ottiene la 2° DH, la 3°
DH e così via. Metodo centesimale CH
Questo metodo è sperimentato e inventato da Hahnemann, rappresenta il metodo più
diffuso perché consente vaste possibilità di diluizioni.
MODUS OPERANDI
Si pone in un flacone 1 parte di
ceppo omeopatico prescelto e 99
parti di solvente (alcool di titolo
appropriato): Rapporto 1:100 si
effettua la dinamizzazione (100
succussioni).
In questo modo si ottiene la 1CH
(prima diluizione decimale
Hahnemanniana).
Ripetendo l’operazione, mantenendo lo stesso rapporto 1:100 si ottiene la 2° CH, la
3° CH e così via.
Dai calcoli stechiometrici 2 diluizioni decimali equivalgono ad una diluizione
centesimale, da notare che, da un punto di vista fisico l’energia è diversa; infatti
l’energia
in più, ris
Metodo k
Metodo in
flacone u
basandos
pareti de
contenuto
diluizione
flacone: i
alle pare
goccia),
succussio
MODUS O
Il Dr Ko
svuotame
sulle pare
alle par
svuotame
successiv
contenito
tecnica d
consiste q
I° riempim
con 1 p
solvente
II° dinam
III° svuot
12 Semen Kor
di due dil
spetto ad u
korsakov
nventato d
unico”) ha
si sul conc
l flacone a
o. Questa
e della sos
il liquidi c
eti del re
viene ut
one, invece
OPERAND
rsakoff o
ento, per a
eti ± 0,00
reti. Per
enti e
ve si evit
ri ad og
di produz
quindi di t
mento di u
parte di T
mizzazione
tamento d
rsakov (1788-
uizioni de
una diluizi
viano K
dal Dr Kor
a il vanta
cetto di ad
anche qua
tecnica c
stanza, va
che dopo o
ecipiente
tilizzato p
e, rimane
DI
sservò ch
aderenza,
01 (1:100)
rtanto. I
dina
tavano l’im
gni passa
zione kor
re fasi:
un flacone
TM e 99
del flacone
-1853), medic
cimali è p
one cente
rsakoff12.I
aggio di u
desione ch
ndo quest
he è ugua
aria per il
ogni svuot
(assimilato
per forma
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74
TABELLA DI COMPARAZIONE DELLE DILUIZIONI OMEOPATICHE14 Diluizioni Korsakoviane Diluizioni DH Diluizioni CH Diluizioni LM 1 DH * 2 DH 3 DH 3 K 6 DH * 3 CH 35 K *15 8 DH * 4 CH 60 K 10 DH * 5 CH * 01 / LM 100 K 12 DH 6 CH 200 K * 14 DH 7 CH * 1000 K – MK * 15 DH 9 CH * 10 CH 02 / LM 12 CH * 15 CH * 30 DH * 13 CH 03 / LM 25 CH 06 / LM * 27 CH 09 / LM * 10.000 K – XMK * 60 DH * 30 CH * 010 / LM 35 CH 012 / LM * 50 CH 018 / LM * 65 CH 024 / LM * 80 CH 030 / LM 200 CH * Forme farmaceutiche omeopatiche
La principale via di somministrazione dei medicinali omeopatici è la via orale
sublinguale, le forme farmaceutiche utilizzate in omeopatia sono, in genere, le stesse
comunemente previste dalla tecnica farmaceutica. Le preparazioni farmaceutiche
omeopatiche prevedono varie forme, in particolare, in omeopatia esistono forme
farmaceutiche storiche peculiari, il cui uso può definirsi specifico dei medicinali
omeopatici, rappresentate dai granuli e dai globuli.
Eccipienti
14 La tabella di comparazione delle diluizioni omeopatiche ha un valore indicativo e comunemente accettata dagli operatori dell’omeopatia, non scaturisce da un calcolo matematico, ma da una valutazione basata sulla risposta dei segni prodromici in campo esperienziale. 15 N.B.: Le diluizioni contrassegnate con * sono le diluizioni comunemente prodotte ed utilizzate.
75
Per le preparazioni dei medicinali omeopatici si utilizzano, a seconda della forma
farmaceutica, i seguenti eccipienti:
Nei rimedi solidi (granuli, globuli, compresse) si utilizzano come eccipienti il lattosio
e il saccarosio.
Nei rimedi liquidi (gocce, fiale) si utilizzano come eccipienti acqua distillata, alcool
e glicerolo.
Nei rimedi per uso locale (supposte, Pomate, ovuli) si utilizzano come eccipienti
gliceridi solidi, vasellina lanolina e burro cacao.
Nei rimedi per uso locale (supposte, ovuli, pomate)
Granuli
Sono piccole sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di 50 mg, 10 volte più
grandi dei globuli. Sono presentati in tubi contenenti 80 granuli del peso di circa 4
grammi. Con questa forma si possono utilizzare tutte le diluizioni, si somministrano
più volte al giorno, da 3 a 5 volte, i granuli sono impiegati, in particolare, per il
trattamento di patologie acute.
Globuli
Sono piccolissime sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di circa 5 mg. Si
presentano in tubi contenenti 200 globuli, del peso di circa 1 grammo. Sono
denominati tubo dose e si assumono in un'unica somministrazione. Questa forma
omeo-farmaceutica è utilizzata per le diluizioni medie o alte (15, 30, 200 CH); si
somministrano una volta al dì per i trattamenti in fase acuta, e a periodi (7, 10 , 20
giorni, o mensili) per i trattamenti di tipo cronico, e come rimedi di fondo. Esprime la
forma farmaceutica omeopatica in cui si manifesta il maggior effetto di superficie,
quindi la maggior probabilità di biorisonanza di superficie e di risposta diluizione
/effetto, (dose/effetto).
Gocce
Le gocce sono preparate in veicolo idro-alcoolico a circa 30° V/V, si presentano in
flaconi di vetro opaco farmaceutico da 15 o 30 ml. Con questa forma si preparano
rimedi a basse diluizioni decimali: 1 DH, 3 DH, 6 DH. Si assumono direttamente in
forma pura o diluite in acqua, sorseggiando lentamente da 2 a 4 volte al dì, nella
quantità di 15 a 20 gocce per volta. È una forma principalmente impiegata nel
drenaggio connettivale.
76
Compresse
Le compresse omeopatiche hanno massa di 100 mg, si presentano in confezione di
circa 50 compresse. La somministrazione segue le stesse regole dei granuli.
Fiale orali
Le fiale omeopatiche sono preparate in soluzione fisiologica o idro-alcoolica al 15%
V/V. In fiale da 1 o 2 ml, si somministrano da 1 a 3 volte al dì. Sono principalmente
utilizzate in organoterapia e oligoterapia.
Supposte
Le supposte in forma omeopatica sono preparate incorporando in eccipienti gliceridi
solidi, i ceppi omeopatici di partenza con titolo alcolico del 30% V/V, in quantità di
0,25 g per ogni supposta di 2 g. Si somministrano da 1 a 3 volte al dì, e sono
principalmente utilizzate in organoterapia.
Pomate
Le pomate omeopatiche sono preparate incorporando in eccipienti (vaselina o vaselina
+ lanolina) i ceppi omeopatici di partenza in percentuale di circa il 5% m/m.
Triturazioni
Le triturazioni sono forme farmaceutiche impiegate principalmente nei rimedi
omeopatici con diluizioni LM, utilizzando il lattosio come eccipiente. Si somministra un
cucchiaio dosatore di triturazione sciolta in acqua da 1 a 3 volte al dì.
Altre forme impiegate in omeopatia sono: creme, sciroppo, gel, spray, polvere, ovuli,
candelette vaginali, colliri, ampolle.
77
Cenni di farmacocinetica omeopatica Non esiste una letteratura fiorente in materia di farmacocinetica dei medicinali
omeopatici; partendo dal concetto che l’azione omeopatica si esplica attraverso
l’informazione vibrazionale e la riarmonizzazione vibrazionale dei sistemi biologici,
appare evidente che la farmacocinesi del rimedio omeopatico non ha costituito motivo
di interesse per gli studiosi e ricercatori della tecnica farmaceutica del mondo
accademico.
In questo capitolo, analizzando le fasi della farmacocinesi farmacologica, si avrà modo
di fare gli accostamenti dovuti e trarne le conseguenze utili da estendere ai medicinali
omeopatici.
Di seguito è rappresentato uno scheda del processo di farmacocinetica e
farnacodinamica in farmacologia.
Il farmaco come qualsiasi altro alimento naturale una volta introdotto nell’organismo
umano, per esplicare la propria azione segue essenzialmente due fasi: fase
farmacocinetica e fase farmacodinamica.
La fase farmacocinetica interviene dal momento in cui si assume il farmaco fino alla
dissoluzione, cessione del principio attivo ed eliminazione attraverso gli emuntori.
Mentre la fase farmacodinamica interviene dall’assorbimento del farmaco, segue la
distribuzione sui siti recettoriali e le modalità di interazione con i recettori: studia la
dinamica d’azione e la catalisi del farmaco. In dettaglio avremo i seguenti passaggi.
Fase farmacocinetica
I° fase - fase di assunzione farmaceutica
78
Somministrazione della dose
Disgregazione della forma dosaggio
Dissoluzione del principio attivo
II° fase - fase di disponibilità farmaceutica
Assorbimento
Distribuzione
Metabolismo
Escrezione
Fase farmacodinamica
I° fase - fase di disponibilità biologica
Interazione farmaco-recettore sul distretto tissulare bersaglio
La fase farmacodinamica è la fase specifica dell’azione farmacologia del principio
attivo, pertanto segue la prima legge di Ippocrate, “Contraria contrariis curentur”, ed
è una fase specifica dell’attività chimica dei prodotti allopatici. Di conseguenza di non
interesse per l’azione dei medicinali omeopatici. Parlare di farmacodinamica in
omeopatia significa affrontare tematiche che investono gli aspetti energetici e
vibrazionali.
Gli aspetti energetici risponderanno in modo particolare alla capacità soggettiva e alla
reattività miasmatica16 di un organismo umano, sostanzialmente all’energia vitale del
soggetto, “vis medicatrix”.
Gli aspetti vibrazionali risponderanno alla risposta di biorisonanza dei tessuti alterati.
La frequenza informazionale del medicinale omeopatico nel momento in cui si appaia
con la frequenza informazionale alterata, ma simile in origine alla frequenza
informazionale emessa dal tessuto coinvolto nella malattia, in questo preciso istante,
scatterà la seconda legge di Ippocrate, “similia similibus curentur”. Quindi, per il
principio di similitudine, azione “simillimum”, le informazioni vibratorie alterate del
tessuto malato riceveranno l’informazioni di ripristino dell’attività vibrazionale del
tessuto sano, contemplate nella patogenesi del rimedio omeopatico, ristabilendo la
frequenza originaria intrinseca del sistema tissulare.
16 V. concetto introdotto da Hahnemann per definire la causa e l’origine delle malattie croniche.
79
Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici
La fisiologia moderna, a partire dagli studi di Cannon e di Selye risalenti agli anni ‘20 e
‘30 ha sviluppato l’idea che i sistemi viventi sono regolati in base ai principi
dell’omeostasi o omeodinamica. Questo principio, rispetta in sé le leggi fisiche,
secondo cui ad ogni azione corrisponde una reazione, ed all’uopo i sistemi biologici
rispondono conservando e ristabilendo l’equilibrio delle condizioni bio-fisico-chimico
per la sopravvivenza dei sistemi biologici viventi.
Organi, visceri, tessuti e cellule del corpo umano, sono interconnessi da strutture
anatomiche e sistemi biochimici, collegati tra loro da varie vie di comunicazione
(nervose, umorali, bioelettriche), e tra di loro integrati al fine di mantenere, una
variabile fisiologica, entro un limite d'oscillazione regolato da parametri chimico-fisici
(pressione, temperatura, ph, pressione osmotica, polarità), che rappresentano i
parametri della risposta organica ad una stimolazione proveniente dall’ambiente
esterno, individuabile col binomio: aggressione e adattamento.
Questi parametri bio-chimico-fisici, sono a loro volta interdipendenti e rispondenti a
parametri percettivi emozionali, di natura comunicazionale tra l’Io e l’ambiente
esterno (stress, paura, disadattamento, insoddisfazione). L’omeostasi integra le
esigenze dell’Io, trasmesse attraverso le emozioni, con la risposta organica
modificando e riequilibrando i parametri bio-chimico-fisico del corpo umano,
attraverso l’attivazione dell’asse psico-neuro-endocrino-immunologico: ipotalamo,
ipofisi, sistema endocrino, sistema immunitario.
Questa caratteristica dei sistemi viventi ci indirizza verso l’ipotesi di esistenza di
sistemi cosiddetti “attrattori dinamici”, che possono mutare anche in modo repentino
in base a piccole perturbazioni.
Possiamo definire gli attrattori dinamici sistemi complessi con proprietà peculiari,
legati a fenomeni non contemplati dal pensiero lineare scientifico, ma assimilabili ad
una sorta di rappresentazione dell’uomo nel tempo e nello spazio. Interconnessi e
regolati da Leggi che determinano la connessione tra il micro e macrocosmo, con
riproducibilità dei sistemi che seguono i principi olonomici, cioè, della riproducibilità
del tutto (olos), nella più piccola entità (vedi sistema planetario e struttura dell’atomo,
corpo umano e DNA).
Possiamo immaginare che i sistemi biologici viventi, oltre, al corredo cromosomico
riguardante la riproducibilità fisica, corporea, abbiano in dotazione un corredo di
informazioni di una memoria storica di uno spazio e di un tempo, rappresentanti un
80
inconscio collettivo archetipo, che ne riprova l’esistenza e rispetta il principio di
conservazione.
Questa visione di interconnessione all’interno dell’organismo e tra l’organismo e lo
spazio circostante apre il fronte a tutti quei disturbi classificati come geopatie,
meteoropatie e disequilibri della sfera energetica.
A tale tematica già l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosceva
l'esistenza di effetti particolari che sono la somma di tante alterazioni, non
specificatamente definite ed individuate dal punto di vista medico, riportate nella
seguente definizione: "Comulation effects of Subliminal Everithing (CESE)". Quindi,
non classificate come patologie mediche o malattie, ma disturbi (disequilibri) della
sfera energetica ed emozionale, che creano disequilibri o sovraccarichi riflessi su
determinati organi.
Possiamo supporre che l’interconnessione interna ed esterna di un organismo possa
subire un disturbo di oscillazione della comunicazione collegata. Ripristinando tale
oscillazione mediante una sintonizzazione, cioè mediante il ripristino del cambiamento
della frequenza, riprenderà il normale fluire delle informazioni. Secondo questo
concetto, uno dei possibili meccanismi d’azione dei rimedi omeopatici potrebbe
essere: “la cessione di un’informazione, sottoforma di frequenza e guida di ripristino”.
I sistemi viventi sono dipendenti in modo critico dall’informazione. In biologia,
l'informazione non è solo molecolare, ma anche biofisica.
L'acqua è un solvente di eccellenza e le proprietà fisico-chimiche e biologiche possono
subire modificazioni in seguito a trattamento con onde elettro magnetiche di bassa
frequenza, e a processi di diluizione e succussione tipici del metodo di preparazione
dei medicinali omeopatici.
Studi della Biofisica quantistica riportano all’esistenza di una struttura guida che
avvolge il corpo fisico, tale da formare una sorta di “matrice eterica”17 dell’organismo,
suscettibile di modificazione in funzione dei rapporti con l’ambiente esterno.
La matrice eterica è un sistema biomagnetico-frequenziale che guida tutti i processi
cellulari vitali, la morfologia ed il funzionamento degli organismi viventi, (definito EGF
cioè electromagnetic growing factor ).
Alcuni autori e linee di pensiero sostengono che le manifestazioni patologiche del
corpo fisico vengono sempre precedute da conflitti psichici e contemporaneamente da
cambiamenti di questa matrice eterica. In merito già James Tylor Kent definiva la
malattia: una perturbazione dei sentimenti, dell’affettività, dell’intelligenza e
17 The Eteric Body of Man di L.Bendit- Theosophical Publishing House , Wheaton 1977)
81
dell’amore, sentimenti che dimorano nel corpo umano e che in seguito ad un insulto
si ha un turbamento con riflesso sul corpo. Questa interpretazione della malattia è
confermata dalla medicina psicosomatica, dagli studi di Wilhelm Reich e Franz
Alexander in riferimento al principio della conversione delle rappresentazioni psichiche
ed ai processi di somatizzazione.
Della “Memoria dell’acqua”
Il 30 giugno 1988, fu pubblicato sulla rivista scientifica britannica Nature, un articolo
dal titolo "Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against
IgE". L’articolo sostenuto e firmato da 13 ricercatori (6 francesi, 3 israeliani, 2
canadesi e 2 italiani), coordinati dal biologo francese Jacques Benveniste, direttore
dell’Unité 200 dell’Institut National de la Santé e de la Recherche Médicale (INSERM)
di Parigi, riportava i risultati di uno studio effettuato su una particolare reazione
biologica chiamata "degranulazione dei basofili".
Quando i basofili vengono a contatto con anticorpi (prodotti dalla presenza di un
allergene) essi liberano dai loro granuli (da cui il nome di degranulazione) determinati
mediatori chimici (istamina, leuchina, ecc.). Il risultato clamoroso osservato
dall’esperimento era il seguente: la reazione di
degranulazione continuava a verificarsi anche quando la
soluzione di anticorpi veniva fortemente diluita, fino a
raggiungere una concentrazione di 10 -120
M, (1 mole =
6.02 · 10 23
molecole).
Queste ricerche sono state suffragate, anche dallo
scienziato giapponese Masaru Emoto18, riportate nel suo
libro:”The message from water” tradotto in Inglese dal
biochimico Lee H. Lorenzen, in cui si evidenzia come
informazioni mentali o materiali, opportunamente
trasmesse e comunicate all’acqua, sono in grado di
18 Masaru E. “Healing with Water.” The Journal of Alternative and Complementary Medicine. Volume 10, Number 1,
2004, pp. 19-21
Masaru E. The Hidden Messages in Water. Oregon: Beyond Words Publishing, 2004.
82
modificare la cristallizzazione dell’acqua, riproducendo forme e geometrie di cristalli
diverse e sorprendenti.
Da queste prove si evince, con estrema certezza, che l’acqua può essere caricata, cioè
informata, ed ha la capacità di immagazzinare vari tipi di energie e frequenze,
informazioni, sia di natura benefica che nociva. Le ricerche di Masaru Emoto mettono
in evidenza come attraverso la qualità del pensiero di una persona possa essere
trasmessa all’acqua, e dal tipo di pensiero espresso, si possano ottenere forme
diverse di cristallizzazione dell’acqua.
Similmente con i rimedi omeopatici, grazie a questi postulati, si può ottenere il
trasferimento di informazioni cioè di frequenze diluendo in acqua le varie sostanze che
si vogliono omeopatizzare.
I rimedi omeopatici, attraverso il processo di dinamizzazione (potentizzazione),
diventano rimedi carichi di energia quantica ed informativa, di tipo sottile (non
rilevabile e misurabile con la strumentazione scientifica tradizionale), contenenti la
frequenza energetica od imprinting vibrazionale della sostanza dalla quale sono
derivati.
Ogni sostanza possiede una propria vibrazione o frequenza di risonanza, un imprinting
vibrazionale, un’ impronta energetica peculiare. Quando un rimedio omeopatico viene
somministrato ad una persona sana, il campo elettromagnetico individuale è indotto a
risuonare secondo la frequenza principale della sostanza usata per preparare il rimedio
stesso.
Già Philiph Theophrast Bombast von Hohenheim (1493-1541), detto Paracelso, nel
medioevo definiva questo concetto con il termine di “signatura rerum”, che
rappresenta la lungimiranza ed il primo tentativo di classificazione energetica sottile
dei rimedi terapeutici.
Durante la preparazione dei rimedi omeopatici, in particolare durante la diluizione e
dinamizzazione, l’imprinting vibrazionale energetico e sottile delle piante viene
trasmesso all’acqua per la preparazione dei rimedi omeopatici con proprietà
elettromagnetiche.
La legge fisica di risonanza e la legge della similitudine di Hahnemann presentano
una “similitudine” espressa dall’energia frequenziale emanata dal organo ammalato
con l’esatta banda di frequenza espressa dal rimedio; il tutto grazie alla capacità
dell’acqua di memorizzare, con la dinamizzazione e potentizzazione, le informazioni
sottili del rimedio.
83
Da questo presupposto possiamo capire l’asserzione di Hahnemann in cui individua
che, nella natura, esistono tutti i rimedi per tutte le nostre malattie: esistono, in
natura, tutte le frequenze e le informazioni relative per farci guarire, ma anche per
farci ammalare.
84
Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici
La somministrazione dei medicinali omeopatici, in particolare dei granuli e globuli
omeopatici, costituisce da sempre un argomento di curiosità tra i fruitori
dell’omeopatia e di dissidio tra i sostenitori dell’omeopatia e la classe medica in
generale.
Era opinione comune, e tuttora riportata ancora in auge, considerare il fatto di non
toccare i granuli o globuli con le dita una precauzione per evitare di asportare la
patina di tintura madre spruzzata sul granulo in fase di preparazione, e quindi con una
conseguente perdita di efficacia del rimedio.
Recenti studi concernenti la diffusione dei sistemi, l’analisi di stratigrafia, nonché, la
nuova tecnologia di preparazione dei rimedi omeopatici, dimostrano che la tintura
madre è ripartita omogeneamente e diffusa in profondità nel granulo.
Alla luce di queste considerazioni, le predette giustificazioni, di non toccare i granuli
con le dita, vengono a cadere; quindi, questa modalità di assunzione dei granuli ed
altri rimedi omeopatici, costituirebbe un solo motivo igienico.
Lo scopo di questo lavoro evidenzia quella parte di scientificità applicata alla
somministrazione dei medicinali omeopatici, ricollocando alcune interpretazioni, in
merito alla trattativa, nell’ambito di un discorso logico e suffragato da un minimo di
leggi scientifiche.
Inoltre, il senso di questo lavoro è andato e vuole andare oltre: vuole scrutare il
confine del razionale e dell’irrazionale, delle regole meccanicistiche e delle leggi
istintuali, ed è proprio attraverso la capacità di recepire l’unità, che emergono le
risposte alle credenze anatemiche, aprendo una breccia sul muro della visione
dogmatica polare.
Assorbimento sublinguale
La via di somministrazione per eccellenza dei medicinali omeopatici è la via
sublinguale. I medicinali omeopatici e tutti rimedi naturali di natura vibrazionale
(oligoterapici, organoterapici, litoterapici, Sali di Scüssler) vengono somministrati per
assorbimento, attraverso la via orale, sublinguale.
La mucosa della faccia inferiore della lingua, ha una notevole capacità di
assorbimento, dovuto alla ricca vascolarizzazione. Questa mucosa, svolge un ruolo
importante per l’assorbimento, infatti, il maggiore assorbimento avviene tramite una
85
ghiandola sublinguale che fa parte delle ghiandole salivari. Ogni cosa che sia
masticata o ingerita viene in contatto con essa e con le mucose circostanti; ogni
sostanza viene assorbita e trasferita nella rete di sottili capillari che fanno parte della
struttura della ghiandola sublinguale e riversate direttamente nella circolazione
sanguigna.
Tale assorbimento evita il circolo epatico e l'alterazione che ne consegue, il sangue
venoso che refluisce dalla cavità orale, in generale, sbocca nella vena cava superiore e
procede direttamente verso il cuore, da dove è istantaneamente distribuito nell'intero
torrente circolatorio.
Classificazioni delle diluizioni
Secondo la scuola di omeopatia francese l’impiego dei rimedi omeopatici è classificato
in base a tre criteri di diluizioni principali: basse diluizioni, medie diluizioni e alte
diluizioni.
Questo criterio delimita le aree di pertinenza soggettiva paziente-farmacista-medico
e/o omeopata. Volendo rispettare le ragioni del grande maestro e degli ultimi
approfondimenti nel campo dell’omeopatia, non sfugge, ai benpensanti, l’estraneità
del comportamento medico allopatico dal medico omeopatico, all’ “omeopata”.
Basse diluizioni (5-6-7-9 CH)- (5K)-(6LM)
Le basse diluizioni si usano come rimedi per i disturbi, in genere, in fase acuta,
agiscono fondamentalmente sul corpo fisco; possono essere assimilati ai farmaci di
autoprescrizione, da usare come rimedi di pronto soccorso domestico o consigliati dal
farmacista in alternativa a OTC e SOP, in quei soggetti che possono presentare
ipersensibilità ai normali farmaci e a coloro che desiderano curarsi con metodi
naturali. In relazione al paziente trattato, agiscono sui disturbi del corpo e non
interagiscono con la sfera psichica, svolgono un’azione azione limitata nel tempo e
non modificano la sindrome tipologica del soggetto. Essi rispondono a sintomi locali o
generali. Si somministrano 2 o 3 volte al giorno, nelle forme acute. Svolgono
un’azione fluidificante.
Medie diluizioni (15-30 CH)-(35 K)-(15LM)
Le medie diluizioni non vanno utilizzate per l’autocura, vanno usate su consiglio del
farmacista o prescrizione medica, che abbiano seguito una formazione specialistica o
integrativa alla loro formazione accademica. Si impiegano nella cura di sintomi locali o
86
generali. Si somministrano 2 o 3 volte al giorno, in patologie acute e recidivanti. L’uso
di queste diluizioni comporta un’azione che può, talvolta, modificare la sindrome e
l’assetto tipologico, pertanto, questi pazienti vanno seguito da un farmacista o medico
omeopata. Svolgono un’azione regolarizzatrice.
Alte diluizioni (200-1000-10.000 CH)- (XMK)-(30LM)
Le alte sono sempre più specifiche, agiscono prevalentemente sullo psichismo e su
patologie croniche, metaboliche e ormonali con coinvolgimento della sfera mentale e,
di conseguenza, sul soma.
Queste diluizioni sono riservate all’omeopata che le prescrive in base alla ricerca della
tipologia sensibile e del simillimum. In queste diluizioni sono comprese i rimedi
policresti e/o costituzionali. Svolgono un’azione bloccante.
Si somministrano in granuli da 1 a 3 volte al giorno, fino alla 30CH, diluizioni superiori
(200 CH) si somministrano in tubo dose a distanza di 10, 20 o 30 giorni, o in unica
somministrazione.
Le diluizioni elevate possono più frequentemente provocare reazioni di aggravamento
omeopatico, pertanto, la scuola francese, per evitare i rischi di aggravamento
consiglia la somministrazione scalare in tubo dose secondo una scala bassa e una
scala alta.
Scala bassa: 7 - 9 - 15 - 30 CH ogni 7 giorni.
Scala alta: 30 CH - 200 K - MK - XMK ogni 10 giorni.
87
Come vanno assunti i medicinali omeopatici
Il successo terapeutico di un trattamento omeopatico basato sulla scelta e definizione
del simillimum, richiede il rispetto e l’applicazione di alcune regole e attenzioni,
espresse nel seguente formulario.
I granuli ed i globuli omeopatici devono essere somministrati per via orale sublinguale
e lasciati sciogliere in bocca, sotto la lingua.
Nei lattanti e nei bambini somministrare il rimedio omeopatico, granuli, sciolti in
acqua o latte e nel biberon, senza che ne venga alterata l’efficacia.
Evitare il contatto dei granuli con le dita, i granuli ed i globuli non devono essere
toccati con le dita, ma versati nell’apposito tappo contenitore e lasciati cadere in
bocca, sotto la lingua.
Versare il contenuto dei tubetti di dose unica direttamente sotto la lingua, servendosi
del tappo dosatore, specie se si tratta di granuli e globuli che, in tal modo, si
dissolvono in tempo brevissimo.
L’assorbimento del rimedio omeopatico è basato sull’effetto di superficie, cioè sul
contatto tra la sferula impregnata con la diluizione omeopatica e la mucosa
sublinguale. Il granulo ha un minor effetto di superficie, rispetto ai globuli ed è
preferito per assunzioni ripetute durante la giornata.
Assumere i granuli lontano dai pasti, a bocca pulita e senza sapori in bocca.
Evitare di assumere menta, canfora, sostanze volatili e aromatiche, queste sostanze
possono interferire con l’assorbimento o con l’attività dei rimedi omeopatici.
Hahnemann faceva inalare canfora quando voleva interrompere la sperimentazione
omeopatica in corso su volontari sani.
Evitare l’uso di dentifrici e collutori a base di menta.
La posologia è uguale sia per gli adulti che per i bambini, generalmente è consigliata
l'assunzione contemporanea di 3 o 5 granuli.
Le fiale bevibili si somministrano versando il contenuto direttamente sotto la lingua,
anche seprecedentemente miscelato in poca acqua, e attendere circa 30 secondi
prima di deglutire.
Le gocce vanno assunte versando il numero prescritto, in una piccola quantità d'acqua
o direttamente sotto la lingua, trattenendo il liquido nel cavo orale per circa 30
secondi prima di deglutire.
Evitare l'assunzione contemporanea di rimedi omeopatici con spezie o alimenti
aromatici crudi, cibi piccanti, aglio, cipolla, caffè, thé, camomilla, sigarette ed alcolici.
88
Evitare l'assunzione contemporanea di rimedi omeopatici con alimenti, cosmetici e
farmaci contenenti tannini, e pseudotannini, rabarbaro, cacao, guaranà, matè, caffè,
ipecacuana, idrastis, malva.
Nelle forme acute il rimedio va assunto più volte al giorno, mentre nelle forme
croniche la somministrazione avviene a intervalli più lunghi (settimanali, quindicinali,
mensili) e per un lungo periodo.
La frequenza della somministrazione va diradata progressivamente fino alla
scomparsa del sintomo, in base al miglioramento.
89
Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici
Conservare il tubetto dei granuli o dei globuli fino alla scadenza indicata, il tubetto va
conservato in luogo pulito e secco, al riparo da eventuali eccessi termici e lontano da
fonti di emissione elettromagnetiche: apparecchi radio, televisori, forno a microonde,
telefonino cellulare, altoparlanti, trasformatori, cordless.
Evitare l’esposizione dei medicinali omeopatici a vapori di sostanze chimiche volatili
(tipo canfora, naftalina, cloroformio) o fortemente aromatiche (solventi, essenze,
profumi).
Il calore può disattivare i rimedi omeopatici, pertanto, si raccomanda di non lasciarli
nell’auto e nel cruscotto sotto il sole.
Degli “effetti collaterali”
Per definizione nei rimedi omeopatici oltre la 12° diluizione non è più presente la
sostanza di origine, pertanto, l’assunzione di un medicinale omeopatico non può
produrre effetti collaterali propri e caratteristici del farmaco. Si potrebbe, invece,
parlare di effetti indesiderati ricollegabili all’aggravamento omeopatico tipico
dell’azione centrifuga del rimedio annoverata tra le leggi di Hering e come descritto
successivamente.
Un aggravamento dei sintomi del disturbo rappresenta una risposta significativa del
trattamento, ed ha un significato favorevole, esprime la centratura della similitudine
tra la patogenesi del rimedio e i segni prodromici del soggetto, purché tale
manifestazione sia limitato nel tempo e non comporti rischi per il paziente.
Quindi, in omeopatia l’aggravamento omeopatico rappresenta l’espressione di
evoluzione in via di risoluzione di una patologia. In altre parole è come se i sintomi di
una patologia aggravandosi “vengono buttati fuori dall’organismo”.
Pertanto, possiamo considerare l’aggravamento omeopatico un evento favorevole,
però che va gestito dall’omeopata, farmacista o medico, riducendo la potenza della
soluzione o somministrando basse diluizioni (5CH) molto diluite in acqua, in modo da
favorire l’allontanamento e la dissoluzione energo-vibrazionale della carica polare
informazionale dell’espressione prodromica. In genere un aggravamento non dovrebbe
superare le 72 ore, poiché, rappresentano i tempi necessari per il ripristino ed il
riequilibrio dell’omeostasi corporea19.
19 Cabone R. Lezioni di omeopatia, preparazione dei medicinali omeopatici. SMB ITALIA Scuola di Medicina Bioterapica Roma, A.A. 2005/2006.
90
In casi di aggravamenti marcati e prolungati, dopo l’assunzione del medicinale
omeopatico informare il proprio medico o il proprio farmacista.
L’ingestione accidentale del contenuto dell’intero tubetto non deve allarmare. Può
produrre un aumento o una riduzione della reattività individuale, in questo caso
l’inalazione di canfora, mentolo o ammoniaca ripristina lo stato iniziale di reattività
soggettiva.
Evitare la somministrazione contemporanea di rimedi omeopatici e farmaci
tradizionali, l’azione chimica può annullare la capacità vibrazionale del rimedio
omeopatico.
Aggravamento patogenetico
Si manifesta in seguito a ripetizioni di assunzioni del rimedio, con comparsa di sintomi
propri della patogenesi del rimedio utilizzato impropriamente, senza definizione del
simillimum.
Aggravamento possibile in casi di autocura e di patogenesi del rimedio non
rispondente ai segni prodromici del soggetto.
Aggravamento manifestato in seguito ad assunzioni a basse diluizioni di rimedi non
appropriati e per tempi prolungati, tale da creare tracce di accumulo del ceppo
originario.
Aggravamento omeopatico
L’aggravamento omeopatico costituisce un'intensificazione dei sintomi con regressione
spontanea che va interpretato in senso favorevole. Esso è regolato dalle leggi di
Hering, durante le manifestazioni di aggravamento, si possono manifestare sintomi di
vecchie patologie, poiché, la guarigione e la scomparsa della malattia procede in
senso temporale dalla più recente verso la più vecchia.
L’aggravamento in alcuni casi, manifesta una resistenza dell’organismo come risposta
all’evoluzione dei segni prodromici in fase di guarigione della malattia.
Secondo James Tylor Kent esprime un ritorno di vecchie patologie soppresse e
represse in passato con cure drastiche.
Espressione di una risposta miasmatica proporzionale alla similitudine e alla cronicità.
I segni dell’aggravamento omeopatico si manifestano in riferimento alle seguenti
modalità:
1. al tempo di insorgenza della malattia;
2. all’espressione della cronicità della malattia;
91
3. alla valore della potenza della diluizione del rimedio somministrato.
Interazioni dei medicinali omeopatici
L’interazione dei medicinali omeopatici e la cute, come pure l’interazione con alcuni
alimenti è un argomento di notevole importanza, soprattutto per l’efficacia
terapeutica del rimedio.
Diciamo subito che tutti i rimedi di natura energetica e vibrazionale possono provocare
una risposta individuale, in particolare possono modificare la reattività individuale
producendo o un effetto di reattività endogena in cui la risposta è di tipo vegetativo
parasimpatica, oppure un effetto di reattività esogena in cui si ha una riposta di tipo
vegetativo ortosimpatica.
Nel primo caso avremo un abbassamento della reattività, mentre nel secondo caso
avremo un aumento della reattività. Queste modificazioni, a regressione spontanea, si
avvertono soprattutto quando vengono somministrati rimedi che non rispettano il
principio di similitudine, in particolare nell’auto cura, pertanto in omeopatia, più che
in ogni altra disciplina medica, la guida e il consiglio del terapeuta e del farmacista
omeopata diventa necessario e imprescindibile per una corretta somministrazione e
assunzione dei rimedi.
L’argomento delle interazioni dei medicinali omeopatici è di fondamentale importanza
per gli operatori medici e farmacisti in particolare, che possono essere chiamati a dare
delle risposte congruenti a precise alle osservazioni dei pazienti.
L’interazione principale che si verifica in omeopatia è dovuta principalmente ad un
annullamento della carica, dell’imprinting vibrazionale ottenuto durante il processo di
dinamizzazione. Questo annullamento sostanzialmente si verifica a causa di una
interferenza elettromagnetica sia di natura elettropositiva che elettronegativa.
Il valore del pH è uno dei fattori determinati per l’interferenza elettromagnetica, ed in
particolare è l’elemento determinante per la problematica di somministrazione dei
rimedi omeopatici.
All’uopo, un valore di pH verso l’acidità (da 1 a 7) produrrà una valenza
elettropositiva, mentre un valore di pH basico (da 7 a 14) produrrà una valenza
elettronegativa.
Un altro elemento di interferenza è da ricercare nella carica elettropositiva o
elettronegativa di alcune sostanze: alimenti, farmaci, cosmetici, liquori e bevande
92
varie. Queste sostanze, se vengono assunte in concomitanza al rimedio omeopatico o
quando ancora si conserva il sapore in bocca delle medesime, si avrà un’interferenza
elettromagnetica che annullerà in parte o totalmente l’imprinting vibrazionale del
rimedio.
In particolare, fautori di queste interferenze sono sostanze che chimicamente
presentano nella loro struttura molecolare un accentramento di carica elettrica dovuta
a presenza di doppi legami chimici, doppi legami coniugati, azoto attivo, ossigeno e
zolfo. Queste caratteristiche chimico-fisiche sono presenti in alcuni principi attivi
(alcaloidi, terpeni, fenoli, tannini, oli essenziali, ecc.).
Interazioni tra la cute e medicinali omeopatici
Se analizziamo la costituzione chimico-fisico della pelle notiamo che è composta dal
70% di acqua, 25% di proteine, 2% di grassi, 0,5% di minerali ed il restante 2,5% da
altre sostanze (urea, acido lattico). La pelle è dotata di un suo sistema di
microcircolazione sanguigna e linfatica, produce una secrezione sebacea e sudoripara,
durante la perspiratio insensibilis si forma una miscela di film idro-acido-lipidico,
denominato NMF (natural moisturizing factor).
Il valore del pH della pelle varia dal 4,5 al 5,5 ed è determinato dall’acido lattico,
sostanza presente sulla pelle che svolge il ruolo principale di acidificante cutaneo.
Il ph della pelle e il suo gradiente di acidità, conferisce alla stessa una carica elettrica
positiva, proporzionale all’indice di acidità (pH 4,5 - 5,5), pertanto a contatto col
granulo omeopatico, questa carica elettropositiva interferisce ed annulla
l’informazione elettromagnetica impressa dal ceppo omeopatico sul granulo in seguito
alla nebulizzazione della tintura madre dinamizzata. Constatazione che rende
pressoché da evitare la somministrazione per via orale, in quanto, l’acidità spinta
nell’ambiente gastrico dello stomaco (pH variabile da 1,5 a 2,5) annullerebbe del
tutto la labile informazione elettromagnetica del rimedio omeopatico.
Da quanto espresso, per dare un minimo senso di credibilità scientifica, scaturisce
che, la motivazione principale di non toccare i granuli omeopatici con le dita, è
rappresentata proprio dall’interferenza20 tra acidità della pelle, pH acido, che si
esprime in termini di elettropositività della pelle e l’informazione vibrazionale impressa
20 Carbone R. Dispensa preparazione dei medicinali omeopatici. Corso di omeopatia, Scuola di omeopatia, SMB-Italia, Roma, a.a. 2006-2007.
93
dalla dinamizzazione, espressa sottoforma di vibrazione elettromagnetica, ed in
termini fisici di elettronegatività.
Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici
Gli alcaloidi sono composti ciclici generalmente tossici, caratterizzati dalla presenza di
un atomo di azoto (v. figura) e, generalmente, di carattere basico. Tale gruppo di
composti non è omogeneo: infatti gli alcaloidi sono presenti in svariate piante ed
esercitano differente azione biologica. Sono spesso presenti nelle piante sotto forma di
sali e le piante giovani li contengono in maggiore quantità. Gli alcaloidi sono spesso
detti “alcaloidi ossigenati” in quanto contengono la presenza di ossigeno. Spesso sono
composti otticamente attivi, e la forma levogira è quella più attiva
farmacologicamente.
Tra i composti più importanti, ricordiamo la chinina, la reserpina, la morfina e la
caffeina (attive sul SNC), l’atropina, la scopolamina, la nicotina (attive sul Sistema
Nervoso Autonomo), la teofillina (attiva sull’apparato respiratorio), la colchicina
(estratta dal Colchicum officinale, usata nella gotta).
Il carattere basico degli alcaloidi esprime un forte elettronegatività accentrata a livello
dell’atomo di azoto che ne determina l’interferenza con l’espressione vibrazionale
dei rimedi omeopatici.
N
N
NH
N
O
O
CH3
CH3
Teofillina
N
N
N
N
O
O
CH3
CH3
CH3
Caffeina
N
NCH3
Nicotina
Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici
Gli oli essenziali o essenze sono composti volatili, caratterizzati da un odore forte e
gradevole, insolubili in acqua e solubili in alcol. Sono estratti dalle piante della famiglia
delle Pinacee, Mirtacee, Ombrellifere. Dalle essenze, in seguito a polimerizzazione o
ossidazione, si formano le resine, caratterizzate da una struttura solida e amorfa, non
volatili e con un odore caratteristico. In natura, si trovano disciolti in balsami fluidi, di
94
una certa consistenza, dai quali è possibile estrarre gli oli essenziali. I principali
costituenti degli oli essenziali e delle resine sono gli idrocarburi terpenici, con formula
generale(C5H8)n, o gli idrocarburi aromatici e i loro derivati: esistono infatti essenze e
resine terpeniche o fenoliche.
Tra le prime, ricordiamo il citronellolo, il geraniolo, il citrale, il linalolo, il limonene, il
mentolo, l’eucaliptolo, il pinene, la canfora e il camazulene (presente nella
Camomilla).
Tra le seconde, ci sono l’alcol cinnamico e l’anetolo.
Gli oli essenziali sono caratterizzati dall’azione antisettica, balsamica e
antiparassitaria, da usare con cautela, sono irritanti per le mucose e la cute. Sono
contenuti nell’Arancio amaro, nella Camomilla comune, nella Valeriana, nella Menta,
nell’Arnica, nella Melissa, nel Pino mugo, nell’Anice verde e stellato.
Tra i balsami più importanti ci sono quello del Tolù e il balsamo del Perù, il primo
usato per le sue proprietà balsamiche, il secondo come antisettico.
L’azione irritante e caustica dei terpeni, rappresenta la causa di incompatibilità con la
somministrazione concomitante di rimedi omeopatici, azione da identificare
soprattutto nella stereoisomeria strutturale di queste molecole e nell’addensamento
elettronico di doppi legami nelle prossimità dell’ossigeno. Anche in questo caso
l’elettronegatività polare determina l’interferenza con l’assunzione di rimedi
omeopatici e la conservazione degli stessi che dovrà avvenire lontano da vapori
emessi da queste sostanze.
CH2OH
CH2OH CHO OH
Citronellolo Geraniolo Citrale Linalolo
CH CH
CH2OH CH CHCH3
Alcol cinnamico Anetolo
Camazulene
OHO
O
Limonene Mentolo Eucaliptolo Pinene Canfora
95
Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici
Sono composti a carattere astringente, in quanto sono in grado di coagulare le
proteine: inoltre, poiché inibiscono gli enzimi, possiedono un’attività di protezione nei
confronti dei microrganismi. I tannini sono suddivisi in tannini idrolizzabili, derivati
dell’acido gallico, che vengono idrolizzati dalle tannasi, in tannini condensati, correlati
nella struttura ai flavonoidi, e negli pseudotannini, che non possiedono le
caratteristiche proprietà di tali composti. Tra i tannini idrolizzabili, contenuti nel
Rabarbaro, nell’Uva ursina, nell’Eucalipto e nelle Noci, ci sono la glucogallina e l’acido
ellagico.
Sono tannini condensati, quelli che danno origine ai flobafeni, composti che danno il
caratteristico colore rosso alla corteccia della China.
Gli pseudotannini sono l’acido gallico (presente nel Rabarbaro), le catechine del Cacao
e del Guaranà, l’acido clorogenico nel Matè, Caffè e Noce vomica e l’acido
ipecacuanico, contenuto nell’Ipecacuana..
L’interferenza con la somministrazione di rimedi omeopatici in concomitanza
all’assunzione ed all’uso di prodotti contenenti tannini: dentifrici, collutori, bevande a
base di cacao, caffè, liquori amari. È da ricercare, oltre, al notevole addensamento
polare di queste sostanze (doppi legami, presenza di ossigeno), alla precipua struttura
di queste molecole che possono sviluppare un’azione sequestrante e chelante polare.
Cronofarmacologia omeopatica
In questo capitolo affronteremo alcuni aspetti riguardanti la “cronofarmacologia” dei
rimedi omeopatici.
In omeopatia di particolare importanza sono considerate le modalità e gli
aggravamenti orari di alcuni tipologie di rimedi, tanto da divenire spesso delle note
importanti di orientamento per la scelta del rimedio. La Medicina Tradizionale Cinese,
nella Legge dei Cinque Elementi, associa ad ogni organo un viscere, una stagione, un
OHOH
OH
COOC6H11O5
O
CO
OHOH CO
O OH
OH
Glucogallina Acido ellagico
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97
Quando un organo è ipofunzionante, qualsiasi sostanza o stimolo tendente ad
accentuarne l’attività è dannoso, in quanto non ha l'energia sufficiente per rispondere
allo stimolo ricevuto.
In questi casi è opportuno mettere a riposo quel determinato organo e curare,
stimolare, un emuntorio opposto, in relazione energetica; in tal modo l’organo
sofferente viene messo a riposo per potersi rigenerare e ricaricare energeticamente.
Questo concetto è applicato nel drenaggio in fitoterapia e gemmoterapia22. L’uso di
fitoterapici (tinture madri) come drenanti, prevede l’attivazione degli emuntori
opposti, cioè, si utilizzano piante che agiscono stimolando l’attività dell’emuntorio
opposto, mettendo a riposo l’emuntorio sofferente, in ipofunzione, consentendogli di
autorigenerarsi. Mentre con la Gemmoterapia, la specificità di azione dei derivati
meristematici, verso il R.S.E. (sistema reticolo endoteliale) di determinate cellule e di
determinati tessuti, consente di sviluppare un tropismo d’organo. Pertanto, nel
drenaggio con gemmoterapici si utilizzano macerati glicerici di piante che possiedono
precise affinità nei confronti di organi o apparati che agiscono direttamente sull’organo
sofferente, sviluppando un’azione drenante organotropica.
In sostanza il drenaggio con tinture madri (fitoterapia) avviene usando piante che
svolgono l’azione sull’emuntorio opposto, non sofferente; mentre, il drenaggio con
macerati glicerici (gemmoterapia) avviene usando piante che svolgono l’azione
direttamente sul tessuto dell’emuntorio sofferente, producendo una riattivazione
tissulare.
Regola mezzogiorno-mezzanotte
Secondo la teoria della MTC ogni organo o viscere sviluppa nell’arco della giornata un
minimo ed un massimo energetico, che chiameremo come stato yin o stato yang.
Questi stati di minimo e massimo energetico si susseguono ad intervallo di due ore,
seguendo la sequela della teoria dei cinque elementi, questa rivisitazione ciclica dei
vari elementi viene definita: regola mezzogiorno-mezzanotte.
Ogni Meridiano, e quindi l'organo corrispondente, nell'arco delle 24 ore ha un
intervallo fisso di due ore di massimo energetico (stato yang); dopo dodici ore gli
corrisponderà un minimo energetico (stato yin) di due ore.
22 Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni srl, Villa
d’Agri (PZ), nuova edizione 2008.
Questa co
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Di seguito
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