AUR L’Università Americana di Roma al Gianicolo organizza ... · Porte aperte per la formazione...

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CON IL PATROCINIO DI

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIOLOGIA, COMUNICAZIONE

MASTERin

TUTELA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI“Maria Rita Saulle”

A.A. 2012/2013

Direttore: Prof. Sergio Marchisio

Anche quest’anno è in corso di svolgimento il Master universitario di II livello in ‘Tutela internazionale dei diritti umani’, intitolato alla memoria della Prof.ssa Maria Rita Saulle e diretto dal Prof. Sergio Marchisio, giunto ormai alla sua XII edizione. Il corso è organizzato con il patrocinio dell’Istituto di Studi Giuridici Internazionali (ISGI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dell’United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (UNICRI). Gli iscritti a questa edizione seguono le lezioni presso il ‘Salone di Studi politici’ al terzo piano dello storico edifi cio di Scienze politiche dell’Università ‘Sapienza’ di Roma.

Il Master è un corso annuale di specializzazione a tempo pieno rivolto a studenti, italiani o stranieri, in posses-so di laurea quadriennale (v.o.) oppure di laurea specialistica/magistrale in Scienze politiche, Giurisprudenza, Economia, Lettere, Sociologia, Scienze della comunicazione. Il corso è fi nalizzato a formare fi gure professionali negli ambiti relativi alle istituzioni nazionali ed internazionali che promuovono e tutelano i diritti umani e/o svolgono comunque attività attinenti a questo settore.

Il programma di questa nuova edizione prevede una ripartizione in quattro moduli didattici (1. Tutela dei diritti umani a livello universale; 2. Sistemi regionali di tutela dei diritti umani; 3. Tutela di categorie specifi che - disa-bili, minori, donne, minoranze; 4. Diritto internazionale umanitario e settori emergenti - crimini internazionali, bioetica, sviluppo sostenibile). Tale programma è integrato dal Corso multidisciplinare di formazione su rifugiati e migranti, organizzato dal Dipartimento di scienze politiche, e da due moduli pratici (1. Attori e partnership nella tutela internazionale dei diritti umani; 2. Approccio di genere, tutela dei diritti umani e promozione della pace), che prevedono la partecipazione di operatori del settore.

Questa edizione del Master ha avuto inizio a gennaio scorso e terminerà a dicembre 2013. Sono previsti stages presso organismi nazionali e internazionali che lavorano nel campo dei diritti umani. Gli iscritti degli anni accade-mici precedenti hanno svolto il periodo di stage presso enti quali le Nazioni Unite (Roma, Ginevra), la Commissio-ne Nazionale Italiana dell’UNESCO, FAO, WFP, UNHCR, UNICRI, ISGI-CNR, Caritas, Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani, Archivio Disarmo, CIR ed i Ministeri degli Esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità.

Sito web: http://w3.uniroma1.it/masterdirittiumani/Per informazioni: tel. 06 4991 0599; e-mail: master.dirittiumani@uniroma1.it

Facebook: Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani

Tutors: Dott.ssa Chiara Pelaia, Dott. Tommaso Natoli,Dott. Gianfranco Gabriele Nucera

IL DIRETTORE DEL MASTERProf. Sergio Marchisio

8 Internazionalizzazione EventiLunedì 25 marzo 2013

Il rettore dell’ateneo Richard Hodges

Meglio cominciare a misurarsi subito con un contesto internazionale

anche l’opportunità di conti-nuare i loro studi presso altre università italiane o stranie-re. E con il programma Aura (Aur Abroad) hanno l’oppor-tunità di effettuare, durante il corso di studi, esperienze for-mative presso ottime univer-sità in Usa, Costa Rica, Cina, Ecuador, Grecia, Giordania e Marocco.Circa cinquecento ragazzi frequentano l’ateneo del Gia-nicolo che secondo le statisti-che è popolato da un 20% di italiani, 68% americani, 15% che arriva da altri Paesi eu-ropei e il resto che si divide

■■■ AUR / L’Università Americana di Roma al Gianicolo organizza gli “Open day” il 13 aprile e l’11 maggio. Scambi dalla Cina alla Giordania

Porte aperte per la formazione stars and stripesnegli altri continenti per un totale di circa quaranta Paesi del mondo. Un ambiente in-ternazionale che rappresenta il viatico per una carriera che permetterà di sfruttare pos-sibilità di lavoro in differenti paesi. Frequentare l’Università costa 15.000 euro “un terzo del co-sto di un ateneo americano”, sottolinea Hodges, da luglio dello scorso anno alla guida dell’Aur. Alcune borse di stu-dio, però, sono a disposizione degli studenti italiani che ri-escono a ottenere il massimo dei voti all’esame di maturità.L’iscrizione all’ateneo non è automatica. Ogni singolo studente deve sostenere un colloquio di selezione che permette di valutare le sue capacità. Il merito e il ta-lento sono le linee guida per la selezione. Per chi avesse ancora qualche problema con l’inglese è previsto un corso accademico intensivo che migliori comprensione, linguaggio, lettura e scrittu-ra per poter partecipare al meglio ai lavori universitari. Si tratta di un “programma ponte”, della durata di un semestre, che permetterà di

migliorare le proprie compe-tenze linguistiche. La stragrande maggioranza degli studenti ha un’età com-presa fra i 17 e i 24 anni con una decisa maggioranza di donne (59%) e una preferenza verso i corsi di relazioni inter-nazionali e business admini-stration e comunicazione. Il 90% degli studenti frequenta full time l’università e dopo la laurea il 53% decide di prose-guire gli studi, il 21% lavora in ambito universitario, l’11% lavora in un settore attinente la sua laurea e il 5% ha cerca-to strade lavorative differenti rispetto ai suoi studi. Mediamente le classi sono composte da sedici studenti guidati da un team accade-mico di alto livello qualita-tivo con docenti americani, europei e italiani che hanno già avuto esperienze simili negli Stati Uniti. Con frequenti lezioni fuori dalle aule, il metodo di stu-dio prevede un approccio in-terdisciplinare con lo studio di differenti materie e corsi di istruzione generale. Gli stage sono parte integrante del programma di studi. Si tratta di esperienze lavora-tive da svolgere durante il terzo e quarto anno presso organizzazioni internazio-nali con sede a Roma come Associated Press, Cnn, Fao o Wfp. E gli studenti sono coinvolti anche in una serie di attività ed eventi che ca-ratterizzano la vita culturale dell’Università Americana di Roma.

Studiare per inserirsi nel mondo del lavoro. Undici corsi tra Bachelor Degrees e Lauree Associate Degrees

All’Università Americana di Roma (Aur) sta arri-

vando il momento degli open day. Il 13 aprile e l’11 maggio le porte del campus si apri-ranno ai visitatori per raccon-tare come è possibile studiare negli Stati Uniti rimanendo in Italia in un ambiente interna-zionale con un alto livello di istruzione, docenti di livello e ottime possibilità di inserirsi nel mondo del business al ter-mine del ciclo di studi, come

sottolinea il rettore dell’ate-neo Richard Hodges.Archeologia, Comunicazio-ne, Film e Digital media, Re-lazioni internazionali, Storia dell’Arte, Belle Arti, Studi interdisciplinari, Italianistica e Business Administration sono i nove corsi di studio offerti dall’ateneo che richie-dono il completamento di almeno 120 crediti. Ai Ba-chelor Degrees si affiancano due Lauree Associate Degrees

in Discipline Umanistiche e Business Internazionale che richiedono il completamento di almeno 60 crediti.La durata dei corsi è di quat-tro anni, ma gli studenti che hanno ottenuto un diploma italiano di scuola superiore accedono direttamente al se-condo anno e il diploma di laurea è equivalente a quel-li ottenuti negli Stati Uniti. Grazie a una serie di accordi bilaterali, gli studenti hanno

Nonostante la crisi, la domanda estera ha ri-

preso quota già da un po’. Le opportunità sul mercato ci sono e, dal canto loro, le im-prese hanno forte capacità di adattamento. In partico-lare, con la sua produzione d’eccellenza e con le realtà più innovative, tecnologiche e all’avanguardia in Italia, il Lazio rimane una delle re-gioni in pole position quan-do si parla di posizionamen-to e di export. Articoli farmaceutici, chi-mico-medicinali e botanici sono uno dei settori mag-giormente competitivi nei mercati internazionali. Nel primo semestre del 2012 sono stati in grado di avvi-cinarsi ai 3 miliardi di euro (il 33,16% del totale Lazio) e di crescere del 34,29%. Al secondo posto le “Sostanze e prodotti chimici”, a po-ca distanza il comparto dei “Mezzi di trasporto” e in quarta posizione il settore del “Coke e prodotti petro-liferi raffinati”. Sono solo al-cuni dei dati principali che, a settembre 2012, sono stati elaborati nell’Osservatorio sull’internazionalizzazio-ne del Lazio (Unioncamere

Tirano gli articoli farmaceutici, i chimico-medicinali e i botanici

Domanda estera ok e il Lazio risponde

Lazio). Tutto torna, in linea con un’economia che, nel Bel Paese, sta imparando a guar-dare con interesse ai mercati globali. La digitalizzazione delle imprese, con tanto di effi-cienza, innovazione e con-

quista di nuovi mercati, è la regola numero uno per non farsi mettere in ginocchio dalla crisi, valida appunto su scala nazionale e non so-lo nel Lazio. E l’osservatorio UniCredit 2012-2013 non

manca di tirare le somme. Tra i tanti aspetti conside-rati l’indagine sottolinea il crescente impegno delle piccole imprese nella ri-cerca di nuovi mercati di sbocco e le modalità con cui ciò avviene. In definiti-va, l’apertura internaziona-le è percepita come grande opportunità di crescita e consolidamento dell’attività di impresa.Ma perché tutto si realizzi servono strategie e modali-tà operative che affianchino quelle tradizionali delle pic-cole imprese, per fare propri i vantaggi offerti dai mercati esteri e prima riservati solo alle aziende più grandi. Il lancio di prodotti o servizi nuovi o rinnovati, oltre alla moltiplicazione dei mercati di approvvigionamento e di sbocco, oggi fanno parte del piano di sviluppo e di cresci-ta di queste piccole imprese. E fattori tattici per l’apertu-ra internazionale sono l’av-vio, lo sviluppo e il conso-lidamento di collaborazioni con altri soggetti attivi sul territorio o all’estero. Prota-goniste anche le nuove tec-nologie, che minimizzano distanze, tempi e costi.

■■■ meRcAto / L’Osservatorio Unioncamere Lazio sull’internazionalizzazione

L’apertura ai mercati internazionali

è percepita come una grande opportunità

di crescita per le imprese. Ma servono strategie

operative rivolte alle piccole imprese