Walk on Job, December - January 2011/12

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DICEMBRE - GENNAIO 2011 / 2012 NUMERO OTTO freepress di attualità e mondo del lavoro futuro in movimento www.walkonjob.it inchiesta WELFARE altro che EUROPA UNITA NORVEGIA Per le ragazze madri affitto e studi pagati www.walkonjob.it www.formazione.ilsole24ore.com/bs 24 ORE BUSINESS SCHOOL: LA CHIAVE DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO. SPAGNA Abuso di stage e contratti a termine FRANCIA Salario minimo per disoccupati GRAN BRETAGNA Sussidi per la casa a chi cerca lavoro GERMANIA Tempo indeterminato e alta mobilità «Un uomo dovrebbe sapere qualcosa anche sul proprio Paese prima di andare all'estero» Laurence Sterne FEDERICO RUSSO Dj per vocazione, scrittore per caso OSPITE SPECIALE DAGLI USA AL GIAPPONE Tra studio, ricerca e stage FORMAZIONE JOB ON CALL Il contratto dell’impiego intermittente PREPARARSI AL LAVORO ANNUNCI, le aziende che cercano

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Notizie di lavoro, attualità, università

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DICEMBRE - GENNAIO 2011 / 2012 NUMERO OTTOfreepress di attualità e mondo del lavoro

futuro in movimento

www.walkonjob.itinchiesta

WELFARE altro cheEUROPA UNITA

NORVEGIA

Per le ragazze madriaffitto e studi pagati

www.walkonjob.it

www.formazione.ilsole24ore.com/bs

24 ORE BUSINESS SCHOOL: LA CHIAVE DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO.

SPAGNA

Abuso di stage e contratti a termine

FRANCIA

Salario minimo per disoccupati

GRAN BRETAGNA

Sussidi per la casaa chi cerca lavoro

GERMANIA

Tempo indeterminatoe alta mobilità

«Un uomo dovrebbe sapere qualcosa anche sul proprio Paese prima di andare all'estero» Laurence Sterne

FEDERICO RUSSO Dj per vocazione, scrittore per caso

OSPITE SPECIALE

DAGLI USA AL GIAPPONETra studio, ricerca e stage

FORMAZIONE

JOB ON CALL Il contratto dell’impiego intermittente

PREPARARSI AL LAVORO

ANNUNCI, le aziende che cercano

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«Vorrei lavorare all'estero». Almeno una volta nella vita l'abbiamo pensato tutti… Alla domanda successiva «dove vado?», però non è sempre facile rispondere. E così un po’ per capire come funziona negli altri Paesi e un po’ per vedere se davvero «son messi meglio» dell’Italia, abbiamo visitato per voi 5 stati europei. Ci siamo focalizzati su stage, ricerca di lavoro, contratti e welfare in Germania, Francia, Inghilterra, Spagna e Norvegia.

Quando l’informazione non basta.

Non è forse il modo migliore per iniziare dato che quello

che state per sfogliare è un giornale. Eppure, l’informazione

rappresenta solo il primo passo, mai l’ultimo, mai quello definitivo. Perché se una cosa viene scritta e poi letta, ma non la si condivide davvero, resta lì. Twitter in questo (io lo amo molto, se mi cercate sono @cristinamacca) aiuta tanto a diffondere contenuti. Nei mesi in cui l’Italia è stata vittima di alluvioni è riuscito più di altri a far condividere i numeri per chiamare i soccorsi e le comunicazioni di chi poteva ospitare gli sfollati. Ma la Rete da sola non è sufficiente: le informazioni vanno diffuse, commentate, in una sola parola assaporate. A cosa serve parlare tanto di disoccupazione e precariato se poi queste realtà non vengono comprese, sembrano cose solo da giovani e lontane dal mondo in cui si vive? Me lo sono chiesta mentre ero a pranzo dai genitori di un’amica che si dà tanto da fare e sta per iniziare una nuova avventura. Eppure precaria. Come lei, tutti noi che non abbiamo certezze. Se siete under 35 (ma anche più) lo sapete bene. Ma tante volte, così come in quel pranzo, ho sentito dire che sì c’è la disoccupazione, il precariato ma… «ai nostri tempi noi avevamo comunque già famiglia e un lavoro stabile». Come se la colpa fosse solo nostra. Come se fossimo meno degni o soltanto instabili. Lo erano anche loro; ma non erano come noi. Cosa ci vorrebbe? Il dialogo tra le generazioni. I nostri genitori hanno tanto da insegnarci, ma anche noi abbiamo tanto da dire: rispetto a loro, forse, siamo più malleabili e non abbiamo schemi precostituiti. Ci dobbiamo reinventare ogni giorno, ancora più di loro. Ma il punto di incontro c’è: è la vita. Quella vita che ti porta a fare cose inaspettate, ad andare all’estero e lavorare in una piattaforma o restare in Italia guardando con speranza e impegno ad un nuovo governo e sbirciando - come facciamo qui accanto - nelle strutture economiche e sociali degli altri Paesi europei. Se qualcosa di questo numero vi colpirà parlatene con altri, con i più adulti, per far capire che noi ce la mettiamo tutta, ma che abbiamo bisogno anche di leggi e decisioni giuste. Che nascano dal dialogo tra giovani e meno giovani.

Cristina Maccarrone / [email protected]

GERMANIA, IL TOP DELL’ORGANIZZAZIONESarà che è la principale potenza economica europea, sarà per il rigore della mentalità tedesca, fatto sta che a livello professionale la Germania è spesso descritta come un’«isola felice». Ma lo è veramente? Lo chiediamo a Giuseppe Giaume, export manager che ci si è trasferito 25 anni fa: «Si guadagna in media un 10% in più rispetto all’Italia, gli stipendi lordi sono molto più alti, ma lo sono anche trattenute e detrazioni». Le aziende predi-ligono contratti a tempo indeterminato: «C’è molta più mobilità e per loro è meno difficile “liberarsi” del dipen-dente», prosegue Giuseppe.Per cercare lavoro, oltre a controllare le inserzioni su quo-tidiani (le edizioni del sabato di Allemeine Zeitung, Süd-deutsche Zeitung, Die Welt e Frankfurter Rundschau hanno pagine per gli annunci), in Germania esistono più di 800 Arbeitsämter (uffici di collocamento) e i cittadini comunitari possono utilizzare i loro servizi (www.arbeitsagentur.de). Altro sito interessante è jobboerse.arbeitsagentur.de. «Un consiglio personale è quello di farsi scrivere lettere di presen-tazione dai precedenti datori di lavoro, qui contano molto!».Il Governo tedesco garantisce un sussidio di disoccu-pazione a chi ha lavorato (e versato i contributi) per almeno 12 mesi negli ultimi 2 anni. L'indennità si ag-gira sul 60% del precedente stipendio netto e per chi ha figli sale al 67%. La durata dipende dalla lunghezza dell’ultimo lavoro e dall'età.Gli stage, quasi sempre con retribuzione, sono utiliz-zati durante gli studi come apporto curriculare al proprio percorso. «Ma attenzione: sempre meglio venire qui con un contratto già in mano», prosegue Giuseppe «sono in-gegneri e tecnici i profili più ricercati». Quanto al resto, la Germania può essere definita un Paese poco complicato: «La legislazione è più snella e lineare, gli uffici veloci e funzionali. Trovare casa non è un problema ma i prezzi degli affitti variano: Monaco, ad esempio, è molto cara».Se avete bisogno di aiuto o consigli su italiansonline.net, sezione Dusseldorf, Giuseppe e molti altri expat (termine che indica gli espatriati) potranno darvi una mano.FRANCIA, SALARIO MINIMO GARANTITOLa Francia gode di «buona fama» grazie al suo articolato sistema di welfare. La prima cosa che stupisce noi italiani

è il salario minimo garantito: si chiama Rsa, revenu de solidarité active (www.rsa.gouv.fr), e agevola la vita de-gli over 25 senza reddito o con uno stipendio basso. Un single senza figli né entrate può percepire 466 euro al mese e chi guadagna 500 euro può averne 215 di aiuti. Per chi ha lavorato almeno 122 giorni negli ultimi 18 mesi, e non ha lasciato volontariamente l’impiego, c'è il sussidio di disoccupazione: dal 70% al 50% degli ultimi stipendi, dura fino a 2 anni decrescendo col passare dei mesi, per stimolare il beneficiario a cercare un nuovo lav-oro. La Francia è in prima fila per gli aiuti economici ad artisti e lavoratori intermittenti dello spettacolo (www.intermittent-spectacle.fr). Altro fiore all’occhiello dello stato sociale francese sono le allocations familiales, cioè gli aiuti economici per genitori e famiglie, e le allocations loge-ment che aiutano a pagare mutuo o affitto (per un quadro d'insieme vi rimandiamo a www.dossierfamilial.com).Chi cerca lavoro è obbligato a iscriversi ai Pôle Emploi (www.pole-emploi.fr), gli uffici di collocamento che si occupano anche di verificare i requisiti per i sussidi. Gli iscritti devono dimostrarsi attivi nella ricerca e non possono rifiutare più di 2 o 3 offerte di lavoro ricevute tramite loro. Per entrare nel mondo del lavoro si può tentare la via degli stage: curriculari per i laureandi, dal 2009 retribuiti con 400 euro se durano più di 2 mesi. Al ter-mine dell'esperienza, le imprese non sono obbligate all'assunzione. Il collettivo di stagisti Géneration Précaire punta il dito contro l'abuso in mansioni e settori non pertinenti. La legge però pone dei limiti e le aziende che sgarrano devono convertire lo stage irregolare in contratto a tempo indeterminato. Il mercato cosa offre? «Principalmente tempo indeter-minato e determinato», dice Gian Paolo Accardo, con-direttore della testata Presseurop (www.presseurop.eu). «Esistono anche i co.co.pro, meno diffusi e usati soprat-tutto nei settori dove hanno un senso. E qualche anno fa la proposta di introdurre un contratto con meno garan-zie è stata duramente contestata». Le aziende francesi tendono a proporre il contratto a termine, «ma ottenere un indeterminato è comunque più facile in Francia che in Italia». Il rovescio della medaglia è che «il mercato

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di Giulia Cimpanelli e Ilaria Romano*

INCHIESTA

Walk on job.itbimestrale freepress I www.walkonjob.it [email protected] Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010

Direttore Responsabile Cristina [email protected]

In redazioneElisa Di [email protected]

Progetto Grafico e impaginazione Jasmine Webster

Hanno collaborato a questo numero: AiesecSusanna BagnoliPaolo Beretta

PubblicitàRosanna [email protected]

Editore Jeia s.c.a.r.l. via Scarlatti, 26 - 20124 Milano P.IVA 09788390152

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Giulia CimpanelliCamilla Golzi SaporitiLorenzo PuliciFloriana RisoIlaria Romano

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Uno sguardo sul welfare

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euro).Trattandosi di uno stato assistenziale ognuno è le-gato a un codice fiscale e a fine anno è lo stesso Stato a preparare le dichiarazioni dei redditi dei cittadini.Anche la Nav (www.nav.no), struttura sociale, opera in tal senso: «Sono organizzatissimi: ti iscrivi e ti aiutano a in-serirti nel mondo del lavoro, a scrivere il cv e, se non trovi impiego, ti danno un sussidio di circa 1.150 euro al mese. Il il sistema sociale non fa beneficienza: se hai modo di inserirti nel mondo del lavoro non ti dà il sussidio». Nei confronti delle madri, in particolare delle ragazze madri, si ha un occhio di riguardo: «Danno sussidi di disoccu-pazione, pagano gli studi, l’affitto: fanno in modo che la scelta di tenere il bambino non sia dettata da motivi economici». E non dimentichiamoci che l’università costa 80 euro all’anno e che lo stato garantisce agli studenti prestiti a tassi inesistenti.Il Paese delle Meraviglie, insomma. Avrà almeno un difet-to? «Gli affitti sono carissimi», risponde Caterina, «per un monolocale di 30 metri a Oslo ci vogliono circa 1.500 euro al mese e 8mila euro a metro quadro per comprare casa».Quanto a lavoro e ammortizzatori sociali l'Europa non sembra quindi esattamente «unita». In ogni modo, oggi che le frontiere fanno parte del passato, lavorare all'estero è più a portata di mano. Basta avere le infor-mazioni giuste. Oppure sperare che l’Italia migliori il suo welfare, magari prendendo esempio da qualcuno…

del lavoro è un po' rigido e ci sono disoccupati di lunga durata». INGHILTERRA: LAVORO GIOVANE E COMPETENTEDa Londra Emanuele Norsa, giornalista in un'agenzia di stampa e blogger su www.tre-no.it, descrive invece un mercato del lavoro piuttosto di-namico (nonostante l’alto tasso di disoccupazione giovanile): «Vedo una prevalenza di contratti a tempo indeterminato che possono essere rescissi da azienda o lavora-tore con 1 o 2 mesi di preavviso: significa che i lavori possono finire, ma se ne possono trovare altri in tempi brevi». Il mercato inglese è giovane: «Ho 27 anni e ho avuto manager di 25», dice Emanuele. «I giovani vengono spinti in avanti perché producono molto. All'inizio sono pagati meno, ma hanno possibilità di fare carriera rapidamente». Se volete trasferirvi in UK «il vostro migliore amico dev'essere il sito del Guardian (www.guardian.co.uk; che potete seguire anche su Twitter, ndr ): ha un'ottima sezione dedicata al lavoro», avverte Emanuele. Per far breccia nel cuore delle aziende inglesi servono «competenze: avere cose da offrire. Sono apprezzate le lingue straniere, in particolare extraeuropee». Ci si affaccia al lavoro in 3 modi: «tramite work experience, internship o graduate scheme». La prima è un'esperienza di 1 o 2 settimane all'interno di un'azienda, in genere non retribuita. Gli inglesi la fanno alle superiori, ma può essere utile an-che ai laureati senza esperienza. L'internship è lo stage, «di solito retribuito intorno a 600 pound netti al mese» (circa 700 euro, ma ci sono anche molti stage non retribuiti, ndr). La graduate scheme invece è adottata soprattutto da società molto grandi, che cercano laureati da formare sul campo e inserire in varie mansioni. Chi controlla questi apprendistati? «Il mercato stesso», dice Emanuele: «se fai uno stage sei forza lavoro e le aziende vogliono che tu dia il massimo, quindi ti valorizzano. La filosofia delle risorse umane è che perdere un dipendente costa tempo e risorse: meglio tenersi strette le persone che si hanno e dar loro opportunità di crescita». Anche l’Inghilterra ha un articolato sistema di aiuti eco-nomici. Chi lavora meno di 16 ore a settimana, o non ha un lavoro ma dimostra di cercarlo attivamente, per-cepisce fino a un massimo di 67,5 pound a settimana e, se necessario, un contributo per l’alloggio (info su www.direct.gov.uk). Come in Francia, gli uffici di collocamento (jobcentre) orientano chi cerca un impiego e verificano il diritto ai sussidi, il cui importo decresce man mano che si inizia a camminare con le proprie gambe. SPAGNA, IL SOGNO INFRANTOLa Spagna è il Paese europeo con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, per questo molti expat non consigliano di trasferircisi. «Generalmente un giovane italiano è più formato di uno spagnolo, conosce meglio le lingue e, per il semplice fatto di voler mettere tutto in discussione cambiando nazione, viene apprezzato in fase

di colloquio. Nonostante ciò non credo che, a differenza del passato, venire a lavorare in Spagna convenga an-cora», spiega Lucio Colavero (www.luciocolavero.com), giornalista italiano che vive a Madrid.Quanto ai giovanissimi, c’è un abuso di stage (practicas)

che durano tra 3 mesi ed un anno e non possono prevedere più di 40 ore di lavoro settimanali; spesso non sono retribuiti.«Vengono fatti per lo più con-tratti a tempo determinato e di formazione, anche se non man-

cano i casi di inserimento con tempo indeterminato. Il determinato deve durare al massimo 6 mesi, rinnova-bile per massimo 12 mesi consecutivi. In ogni caso una ditta può avvalersi della stessa persona per massimo 2 anni, se il contratto resta a tempo determinato. Superati questi limiti il datore di lavoro è obbligato ad offrire un tempo indeterminato. L'ultima riforma del settore, che ha provocato lo sciopero generale, dovrebbe spingere l'impresa ad usare questi contratti in quanto riduce la "buonuscita" di base del lavoratore da 45 a 22 giorni per anno lavorato».L'Inem (www.inem.es), istituto nazionale per il lavoro, è molto utile per accedere gratis a corsi di formazione o di lingua, ma anche per informarsi sulle prospettive nel proprio settore: «I corsi sono molti e in linea con gli interessi dichiarati. Sono molto formativi, convenzionati con ditte private di formazione, e sono un diritto di tutti i disoccupati iscritti all'Inem», precisa Lucio.La crisi sta colpendo molto la Spagna: «È stato cancel-lato il bonus bebè e tassati gli aiuti per i giovani che affittano una casa». Il Governo garantisce la disoccupazione «dopo un anno di contributi versati. La somma che si riceve per i primi 6 mesi equivale al 70% della media dell’ultimo stipendio. Passati i primi 6 mesi scende al 60%».Le donne in Spagna hanno diritto a 16 settimane di as-senza dal lavoro per maternità.SECONDA STELLA A DESTRA, DIREZIONE NORVEGIAIl racconto di un giovane che lavora in Norvegia è una favola all’orecchio di un italiano per cui il welfare nor-vegese è come quello dell’Isola che non c’è. «Attenzione però: per venire a lavorare qui è fondamentale una per-fetta conoscenza dell’inglese e magari una di base del norvegese», racconta Caterina Gaeta, 28enne avvocates-sa, che da 2 anni lavora in uno studio legale di Oslo.Lo stipendio per un giovane che entra nel mercato del lavoro è l’equivalente di 45mila euro lordi (36% di tasse) e i contratti sono quasi tutti a tempo indeterminato. «La Norvegia è un Paese socialista, dove lo stato so-ciale funziona bene, quindi le leggi sono eque. I laureati che entrano nel mondo del lavoro in qualunque settore hanno tutti lo stesso stipendio, orario e benefit», spiega Caterina.In Norvegia gli stage esistono, sono normalmente cur-riculari e vengono retribuiti 170 corone lorde all’ora (22 WoJ

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Picadilly Circus, Londra

Stipendi,quanto guadagniamo?

Contratti di lavoro e carriera da un lato, sussidi economici dall’altro. Ma a stipendi come siamo messi? Ecco quanto si guadagna in media annualmente (la cifra s’intende lorda e relativa al 2010) nei Paesi considerati nell’inchiesta.

Ho 27 anni e ho avuto manager di 25…-Emanuele Norsa, Regno Unito-

Norvegia - 44.164 dollari 32.711 euro

Inghilterra - 44.007 dollari 32.595 euro

Germania - 38.324 dollari 28.386 euro

Spagna - 33.656 dollari 24.928 euro

Italia - 32.657 dollari 24.188 euro

Fonte: OECD, Employment Outlook 2011 Statistical Annex,

www.oecd.org/employment/outlook

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Domenico, perché hai deciso di trasferirti all'estero? «Perché dopo la laurea ho passato quasi 2 anni a cercare lavoro, ma le proposte che mi venivano fatte erano semplicemente improponibili».

Perché proprio Londra?«È una città multiculturale e le persone sono abituate ad avere a che fare con gli stranieri. La loro cordialità e disponibilità è stata fondamentale per il mio inserimento, sia lavorativo che sociale».

Quali servizi hai usato per trovare lavoro?«Ho trovato il primo impiego appena arrivato, grazie un amico, in un ristorante italiano. Ma per lavorare nel mio settore, ho usufruito dei siti Internet che met-tono in contatto i professionisti con le aziende. In questo l'Inghilterra è molto più avanti dell'Italia: oltre alle classiche realtà online, infatti, esistono anche delle agenzie che con 40 sterline, circa 46 euro, selezionano le offerte di lavoro più idonee al tuo curriculum, e svolgono molto seriamente questo ruolo».

Hai trovato subito quello che cercavi?«Dopo qualche mese. L'ostacolo più grande, per quanto mi riguarda, è stata la conoscenza della lingua che per le aziende deve essere perfetta».

Hai frequentato corsi di inglese?«Sì, frequento ancora un corso d’inglese presso una scuola di lingua privata. Pago circa 115 euro mensili e decido io per quanto frequentare. Prezzi e organizzazione sono simili anche in Italia e consiglio a chi vuole trasferirsi in Inghilterra di fre-quentare un corso di lingue».

Quali differenze hai trovato tra il mondo lavorativo inglese e quello italiano? «Molte. Le retribuzioni sono più elevate rispetto all'Italia e aumentano con la crescita professionale. Ad esempio, il mio stipendio supera del 30% quello di un informatico in Italia. Le possibilità di fare carriera sono tante e i tempi dipendono esclusivamente da quanto ci si impegna. I contratti sono tutti a tempo indetermi-nato, ma è anche vero che gli scansafatiche non hanno vita facile. La gestione e la ricerca del personale è continua: le aziende sono sempre alla ricerca di giovani da inserire nel loro organico».

L’Inghilterra come si comporta nei confronti dei disoccupati?«Il problema della disoccupazione è presente anche oltre la Manica e ai disoccu-pati sono garantiti dei sussidi. Possono usufruirne sia coloro che hanno lavorato per almeno 2 anni nel Regno Unito e che hanno perso il posto, sia chi ha lavorato per almeno 6 mesi ed è stato licenziato, ma parliamo di somme più basse».

Come viene vissuta la crisi? «I londinesi dicono che la crisi c'è: le aziende hanno ridotto i costi ed i benefit per i dipendenti. Ma, stando ai media, l’economia inglese continua a crescere anche se più lentamente rispetto al passato. A mio parere, però, stanno gestendo bene il momento di difficoltà».

Che tipo di contratto hai attualmente? «Un tempo indeterminato. Lo stipendio è di 1500 sterline, circa 1750 euro, che non è molto se consideriamo la media inglese che supera le 2000 sterline, al-meno nel mio campo. Ma sono qui da 6 mesi quindi mi ritengo soddisfatto».

Intendi tornare in Italia?«Mi piacerebbe poter dire di sì, ma l’Italia non offre le possibilità che ci sono a Londra. Tornerò solo per le vacanze».

di Elisa Di Battista*

Domenico Pasto, 31 annilaureato in Informatica all'Università di MessinaDa sei mesi vive a Londra e lavora come software analyst

Alessandro Rosina, 43 anniprofessore di Demografia e Statistica sociale, Università Cattolica di Milano,autore con E. Ambrosi di Non è un paese per giovani, Marsilio

INTERVISTA DOPPIA

LA PAROLA

ALL'EXPATLA PAROLA

ALL'ESPERTO

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di Floriana Riso* di Cristina Maccarrone*

Cosa si intende per welfare? In italiano suona più o meno come «be-nessere»…«Per welfare pubblico si intende un insieme di politiche attraverso cui lo Stato fornisce protezione sociale ai cittadini, va incontro a bisogni prestabiliti, quali as-sistenza, salute, sicurezza. Di recente si è però sempre più fatto strada un welfare non solo assistenziale, ma più orientato alla promozione del benessere individuale e collettivo, attraverso il sostegno di comportamenti considerati utili e virtuosi per la collettività. Come la conciliazione tra lavoro e famiglia: incentivando l’occupazione femminile per le donne con figli, le famiglie si difendono meglio dalla povertà e con meno costi per lo Stato».

E parlando di famiglie, al momento il loro ruolo sembra sempre più rile-vante…«Sì, anche se la famiglia fa sempre più fatica. Ciò comporta uno scadimento del be-nessere economico e relazionale e un aumento delle disuguaglianze. In un sistema simile, le possibilità di successo nella vita dipendono meno dalle doti individuali e più dalle risorse economiche e culturali dei genitori».

Ma allora a favore di cosa va il nostro sistema assistenziale?«Rispetto agli altri stati è molto più sbilanciato verso le vecchie generazioni. La spesa è infatti assorbita per il 51% alla funzione vecchiaia (dato del 2009), una fetta rilevante va a malattia/sanità (25,8), “superstiti” (9,4) e invalidità (6). Mentre poco è quello che resta per famiglia (4,8) e per le voci più di interesse per i giovani, disoccu-pazione, casa ed esclusione sociale (3%). Su questo campo il nostro sistema è pieno di buchi, specie per i lavoratori con contratti atipici. Per i giovani sono stati fatti solo interventi occasionali, non inseriti in un solido e credibile piano rivolto a favorire la crescita promuovendo le competenze e le capacità delle nuove generazioni».

Perché e come gli altri stati europei fanno di più?«Esistono differenze di fondo di tipo culturale che interagiscono con quelle isti-tuzionali. In estrema sintesi, nel Nord Europa si tende a trasmettere maggiormente il valore dell’indipendenza, dell’imparare a camminare con le proprie gambe e i giovani si buttano prima nella mischia, esponendosi a maggiori rischi, ma è anche vero che vivono in contesti in cui il welfare pubblico offre aiuti più consistenti. In Italia abbiamo bisogno di ragazzi che, soprattutto dopo i 20 anni, si considerino un po’ meno figli, passivamente destinatari di aiuti dai genitori, e un po’ più cittadini, in grado di rinegoziare direttamente con le istituzioni locali e centrali i propri diritti in un mondo che cambia di continuo».

È tutto da buttare o c'è qualche nota positiva, magari da parte delle Re-gioni? «Il progetto “Bollenti Spiriti” della Puglia, attivo dal 2005, fornisce strumenti e fi-nanziamenti che consentono alle nuove generazioni di mettere in campo la propria voglia di fare e le proprie idee. La Toscana ha invece di recente puntato su “Giovani Sì”, un pacchetto strutturato di iniziative mirate a far conseguire l’emancipazione dalla famiglia di origine e l’entrata nel mondo del lavoro. I due aspetti sono in-trecciati: la mancanza di opportunità e contratti al ribasso incentivano i giovani a rimanere nella famiglia di origine e, viceversa, la dipendenza dai genitori porta ad accettare stage gratuiti o lavori sottopagati».

Un voto da 1 a 10 al nostro welfare?«5, ma non così lontano dalla sufficienza. Se si recupera la carenza del pubblico, può tornare a fiorire anche tutto il resto, con più equilibrio. Altrimenti il 5 diventa irrecuperabile e può portare ad una bocciatura definitiva».

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Schneider Electric, specialista nella gestione dell’energia, in collaborazione con EnSiEL, Consorzio Interuniversi-tario Nazionale per Energia e Sistemi Elettrici, bandisce il primo concorso nazionale universitario per la migliore tesi di laurea specialistica o magistrale sull’efficienza energetica dal titolo Think green, be efficient. Rivolto a laureati e laureandi in Ingegneria, Architettura ed Economia e aperto fino al 31 marzo 2012, il concorso premierà gli autori dei tre migliori elaborati. Al primo classificato spetteranno 3mila euro, più la partecipazione gratuita a un percorso formativo di Energy Manager presso un istituto accreditato; al secondo 2mila euro e al terzo mille. In aggiunta, ai tre vincitori Schneider Electric offrirà uno stage formativo presso una delle proprie sedi. Per non farsi sfuggire quest’occasione, con-sultate www.schneider-electric.it.

Avete un romanzo nel cassetto o un’idea buona per scriverne uno? Potete partecipare al premio letterario La Giara in-detto da Rai Eri e indirizzato ad aspiranti scrittori tra i 18 e i 39 anni. Se l’idea vi attrae, segnatevi la data di scadenza, 31 gennaio 2012, entro la quale potete inviare il vostro romanzo originale, inedito e scritto in italiano. La selezione degli elaborati avverrà su base re-gionale attraverso tre fasi di valutazione svolte da parte di una Giuria nominata da Rai Eri. Il premio previsto per il vincitore sarà la pubblicazione e la distribuzione del libro, più la possibilità di partecipare a una serie di trasmissioni televisive Rai per la promozione dell’opera e un’opzione per l’eventuale trasposizione cinematogra-fica o televisiva dell’opera. Al primo classificato verrà anche assegnata La giara d’oro. Per info www.rai.it op-pure scrivete a [email protected].

Siete designer, italiani o stranieri, e vi interessa il set-tore della trasformazione delle materie plastiche? Se avete risposto sì ad entrambe le domande, fa al caso vostro il concorso Technologies Award 2012 indetto da PromaPlast e POLI.design e finalizzato alla selezione di progetti innovativi che sfruttino le potenzialità di speci-fiche tecnologie di produzione e trasformazione, ap-punto, delle materie plastiche. Potete partecipare fino al 10 gennaio 2012 in gruppo o da soli (se lavorate in azienda ricordate di chiedere l’autorizzazione) inviando i vostri progetti. In palio ci sono 9mila euro complessivi: 3mila per il vincitore assoluto del concorso e mille euro per i primi classificati delle sei categorie Special Prize Manufacturing. Regolamento su: www.plastictechnologiesaward.it; mail a [email protected].

UN CONCORSO PER DESIGNER INNOVATIVI

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ULTIME NOTIZIE

RAI ERI PER ASPIRANTI SCRITTORI

Il Museo dell’Emigrazione Pietro Conti bandisce un concorso per la miglior testimonianza video sul tema dell’emigrazione italiana all’estero. Lo scopo dell’iniziativa è di favorire un’attività di ricerca sugli aspetti socio-economici legati all’esodo italiano nel mondo a partire dalla fine dell’Ottocento. Aperto a studenti, professionisti ed esperti amatoriali del tema e dell’audiovisivo, il concorso prevede la produzione di un’inchiesta, un reportage, un documentario, un docu-fiction o una fiction che sviluppi la tematica attraverso il racconto di storie, spaccati e sfumature particolari, quali i motivi della partenza, del viaggio e del ritorno. L’accesso al concorso scade il 29 febbraio 2012 e mette in palio 2mila euro in totale per i vincitori delle quattro categorie in gara. Info su www.emigrazione.it.

RACCONTARE L’EMIGRAZIONE PER IMMAGINI

Premi, master e concorsiAndate avanti e indietro di continuo e vi sembra sempre di perdervi qualcosa?

Magari occasioni come concorsi, premi di laurea e programmi per neolaureati? Se sì, sbirciate su questa pagina: potrete trovare tante possibilità che fanno al caso vostro.

E se non li leggete tra queste righe, vi rimandiamo al nostro sito. In ogni caso, in

bocca al lupo e buona lettura!

Start-UP, il programma di Goodyear Dunlop dedicato a 5 neolaureati di potenziale da inserire all’interno dell’organizzazione in diversi ambiti aziendali. Quest’anno il programma prevede di inserire delle risorse nell’ambito delle vendite, del trade marketing e del finance.Il programma durerà 12 mesi e si articolerà in periodi di training classico, di training on the job e di sviluppo di un proprio project work. Se la motivazione è l’elemento fondamentale, per far parte del team è necessario es-sere laureati, con un’ottima conoscenza della lingua inglese e degli strumenti informatici. Possedere la ca-pacità di vivere attivamente il cambiamento, di lavorare in team, l’iniziativa, la determinazione, l’attitudine di as-sumersi responsabilità sempre crescenti, di ascoltare, di farsi ascoltare. Per saperne di più cliccate su www.goodyear-dunlop.com.

CON START-UP 5 NEOLAUREATI IN AZIENDA

Siete sceneggiatori? Vi dilettate con carta e penna in-ventando storie da raccontare per immagini? Il Busto Arsizio Film Festival, che si svolge nella sua decima edizione dal 24 al 31 marzo 2012, ha indetto il con-corso di sceneggiatura che fa per voi: potete parteci-pare presentando una sceneggiatura inedita (anche se le opere possono essere già state presentate ad altri concorsi, ma non devono essere state realizzate) per un lungometraggio cinematografico il cui premio vale 4mila euro per l’opera giudicata di maggior valore ar-tistico. Ma dal concorso non sono escluse nemmeno sceneggiature di lunghezza diversa e pensate per la tv, che potranno ottenere premi speciali. Per partecipare bisogna inviare la propria sceneggiatura entro il 31 gennaio 2012 all’Associazione B.A. Film Factory, Con-corso di sceneggiatura, Corso Europa 6, 21052, Busto Arsizio (VA). Per info e regolamento: www.baff.it.

SCENEGGIATORI SI NASCE: SPAZIO AI LUNGOMETRAGGI

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QUASI QUASI CI PROVO ANCH’IO

27 aziende per 8 ore di incontri e colloqui con i neolaureati dell’Università Cà Foscari di Venezia che potranno lasciare il proprio cv direttamente nella mani dei selezionatori di alcune grandi imprese nazionali e internazionali. È questo il programma del Career Day che si svolge nell’ateneo veneziano il 29 novembre dalle 10 alle 17 e che permette a laureandi e laureati di presentarsi alle aziende e trovare opportunità di lavoro. Ma non solo: potranno anche parte-cipare ai laboratori tenuti dai responsabili delle risorse umane per imparare come gestire un colloquio. E se è vero che verba volant e scripta manent, verrà presentata la gui-da pratica Mi metto al lavoro, sponsorizzata da FriulAdria – Credit Agricole, per avere nero su bianco i consigli su come scrivere un cv, sostenere un colloquio e selezionare i canali e gli strumenti fondamentali per cercare un impiego. Per info: www.unive.it.

CAREER DAY ALL’UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA

C’è tempo fino al 6 gennaio 2012 per partecipare alla settima edizione del Lucky Strike Talented Designer Award che, bandito dalla prestigiosa Raymond Loewy Founda-tion Italy, si rivolge a tutti gli studenti che abbiano con-cluso un corso di laurea o di post diploma in tutti i rami del design (industrial design, product design, grafica, moda, multimedia, comunicazione e ricerca). Al concorso si partecipa con la propria tesi di laurea o di diploma, pur-ché sia stata discussa tra l’1 ottobre 2010 e il 1 ottobre 2011 e sia accompagnata da una breve descrizione del progetto di massimo 400 parole. Obiettivo del concorso è valorizzare le nuove leve, per i primi tre classificati ci sono in palio 30mila euro: 20 mila per il primo, 7mila per il secondo, 3mila per il terzo. Informazioni e modalità d’iscrizione su www.raymondloewyfoundation.it.

ALLA RICERCA DEI CREATIVI DEL FUTURO

PREMI DI LAUREA PER TESI SULL’EFFICIENZA ENERGETICA

Se siete laureati con una tesi di laurea specialistica in tema di Corporate Governance e di Controllo Interno, po-tete partecipare al bando di concorso dell’Associazione Italiana Internal Auditors che mette in palio 3 premi per i migliori elaborati. Per candidarsi, è necessario essersi laureati avendo discusso la tesi tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2011. Le prime tre tesi classificate saranno premiate con mille euro ciascuna. Per partecipare inviate all’indirizzo mail [email protected] una domanda con le vostre generalità; certificato di laurea con gli esami sostenuti, date e voti; una copia su supporto elettronico della vostra tesi e un riassunto dell’elaborato non più lungo di 2 pagine, oltre a una liberatoria per pubblicare il vostro materiale. Deadline per partecipare: 31 gennaio 2012, altre info su www.wiiaweb.it/formazione.

MILLE EURO ALLE MIGLIORI TESI SU CORPORATE GOVERNANCE

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Questa volta parliamo di contratto a chiamata che, sen-za cambiarne assolutamente il senso, in inglese viene detto job on call o, tornando ancora alla nostra splen-dida lingua, accosta un aggettivo che rende ben chiara la sua natura: lavoro intermittente. Probabilmente, se non avete un lavoro stabile vi sarà capi-tato di mettere la vostra firma su un documento simile. Se invece non ne sapete molto, cerchiamo di aiutarvi a capirne di più e cosa differenzia un job on call dalla collaborazione occasionale. Mentre questa può essere redatta anche in forma scritta (ma non necessariamente) e prevede un pagamento con ritenuta d’acconto senza che vengano versati dei contributi, il job on call è un con-tratto di tipo subordinato (come un tempo determinato, senza però quei vincoli) con cui un lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro per mansioni a carat-tere discontinuo e che riguardano determinati periodi dell’anno. Tale tipo di contratto viene spesso adottato durante le vacanze di Natale, di Pasqua, le ferie estive o nei weekend. Ad introdurlo è stata la legge Biagi nel 2003 con l’intento di regolarizzare il lavoro svolto sal-tuariamente.I VANTAGGI? TANTI PER LE AZIENDEMa andiamo per ordine: esistono due tipologie di job on call, una prevede il pagamento di una indennità di disponibilità da parte del lavoratore e l’altra, invece,

non prevede nessun tipo di compenso aggiuntivo. L’indennità corrisponde al 20% della retribuzione pre-vista dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) e comporta che se il lavoratore non può rispondere alla chiamata, quindi non può accettare il lavoro per il periodo che gli viene richiesto, deve giustificarne il motivo (sia esso malattia o di altra natura). Se non lo fa, ciò può portare alla risoluzione del contratto di lavoro e alla restituzione da parte dell’indennità di disponibilità fino a quel momento percepita. Il datore di lavoro potrebbe anche chiedere il risarcimento del danno subito. Ov-vio che tutto questo non va a favore del lavoratore, ma dell’azienda: per i giorni in cui si è stati chiamati, ma non si è lavorato, l’indennità non viene corrisposta. Non ha invece tutti questi vincoli il contratto a chiamata senza indennità che lascia libero il lavoratore di decidere se lavorare o meno per quelle determinate giornate. Unico inconveniente è che un’azienda si può riservare benis-simo di non contattarvi più e scegliere per quel tipo di lavoro qualcun altro più «disponibile». La legge non glielo vieta e il tipo di contratto non è sicuramente a favore di chi ha bisogno di lavorare. Il contratto di lavoro a chiamata può essere stipulato in qualsiasi settore, ma soltanto nel rispetto di deter-minati requisiti oggettivi e soggettivi che riguardano quelle categorie individuate dai CCNL o dei casi indicati

Sandra: Come funziona a livello contributivo il contratto intermittente e come si proporziono i contributi?«È doveroso fare una premessa: come sottolineato dal nuovo pre-mier Mario Monti, per la pensione si andrà sempre più verso il sistema contributivo. Questo significa che quello che sarà percepito una volta andati in pensione, corrisponderà a quanto versato du-rante gli anni di lavoro. Nel caso del contratto intermittente, quindi, i contributi vengono versati, ma se in quel mese sono stato chiamato 3 volte i contributi riguarderanno solo le effettive giornate di lavoro. Quanto alle cifre, le aziende versano le stesse percentuali di quanto versano per un dipendente assunto a tempo indeterminato (il 38% circa, di cui il 9% è a carico del lavoratore), solo che nel caso del job on call sono proporzionali al periodo in cui si è lavorato».Francesca L.: Ho un contratto di lavoro intermittente e ogni mese la mia paga oraria varia a seconda delle ore che faccio. Non è mai la stessa cifra, come mai? (Lavoro in un'agenzia di scommesse, CCNL terziario/commercio).

«Indicativamente la paga oraria potrebbe variare in relazione alle ore effettuate nel mese se su queste vengono liquidati an-che tutti i ratei di riferimento (ferie, tredicesima, quattordicesima, permessi non goduti). Questa è una cosa che andrebbe stabilita ad inizio contratto. In un caso simile, il vantaggio per il lavoratore è che per ogni ora lavorata ha subito dei soldi in più; per l’azienda di avere liquidato tutto insieme senza dovere emettere buste paga successive per quanto riguarda quel tipo di prestazione». Anna: Salve, vorrei sapere perché un'azienda dovrebbe scegliere un con-tratto a chiamata anziché un tempo determinato e se è più conveniente per il lavoratore.«L’azienda da questo tipo di contratto, che possiamo definire un “contratto in nero legalizzato”, trae solo dei vantaggi, anche perché è la soluzione più facile che può adottare per determinati tipi di lavoro. Se infatti decide che quel tipo di opera non è più richiesta, non ha nessun problema: non contatta più il lavoratore e questo

senza dare nessun tipo di preavviso né tantomeno dovendo corri-spondere un’indennità per la mancata comunicazione della ces-sazione del rapporto di lavoro, a differenza di come avviene per i contratti a tempo determinato e indeterminato. Quanto al lavora-tore, la convenienza sta nell’estrema flessibilità». Manlio: Che durata massima può avere il contratto a chiamata? E per-ché può essere vantaggioso per un precario?«Non è prevista una durata massima, il job on call può essere sia di tipo determinato che indeterminato. L’azienda, come abbiamo detto sopra, può però risolverlo in qualsiasi momento. C’è da dire, però, che dà molta più sicurezza un contratto a progetto se è stata indicata la durata, anziché il job on call: il primo infatti può dare per quel periodo stabilito una continuità che con il contratto a chiamata non c’è perché non è detto che l’azienda ricontatti il lavoratore».Beatrice C.: Buongiorno, mi interesserebbe sapere se esiste un limite di volte in cui il contratto può essere rinnovato. E poi che differenze ci sono con il voucher occasionale? Quale delle due formule è più vantaggiosa, se di vantaggio si può parlare? «È completamente differente la natura: i contratti a chiamata sono legati ad un contratto collettivo cosa che non avviene con i voucher. Con essi la pensione sarà scarsa: i contributi sono del 13% da ver-sare alla Gestione separata, non si maturano ferie e permessi, sono adottati per un massimo di 3mila euro per quanto riguarda disoccu-pati e cassaintegrati, 5mila per le altre categorie. Quanto ai vantaggi, consiglierei di farlo in base alla convenienza economica».

Antonio Mastropietro, consulente aziendale

PRECARIATO PER ECCELLENZA

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IL CONTRATTO A CHIAMATA di Cristina Maccarrone*

PREPARARSI AL LAVORO

Ci metterei la firma

nella tabella delle occupazioni discontinue stabilite (addirittura!) dal Regio Decreto n. 2657 del 1923. Tra le categorie di cui si parla nella tabella (la trovate sul sito dell’Inps, www.inps.it digitando job on call nel motore di ricerca, ci sono custodi, portinai, camerieri, personale di servizio e di cucina negli alberghi, trattorie, esercizi pubblici in genere ecc... In via sperimentale il job on call è usato anche per favorire l’inserimento di disoccupati under 25 o di lavoratori licenziati con più di 45 anni, iscritti ai centri dell’impiego o alle liste di mobilità. Non può essere applicato per sostituire lavoratori in sciopero o da aziende che negli ultimi 6 mesi abbiano licenziato personale o abbiano attivato la cassa integrazione. Sul contratto devono essere riportati: durata della prestazione lavorativa (che può essere determinata o indetermi-nata), luogo di lavoro e modalità della disponibilità, il tempo di preavviso nei confronti del lavoratore (mai inferiore ad un giorno), trattamento economico e nor-mativo e l’eventuale indennità, così come i tempi e le modalità di pagamento. Infine, sul contratto devono es-sere anche definite le misure di sicurezza necessarie per il lavoro che si svolge. Il job on call ha qualche vantaggio a partire dalla retribuzione che è uguale a quella di un pari livello con contratto subordinato (ovviamente calcolata in base alle giornate lavorate). Altra cosa: si possono avere più con-tratti a chiamata insieme o di altra natura, purché non ci siano casi di incompatibilità tra i diversi tipi di lavoro. Infine, ha la sua importanza ai fini pensionistici: essendo versati i contributi un job on call aiuta a «costruire» una pensione, cosa che non accade lavorando in nero o con collaborazione occasionale. Avete altri dubbi?

In cosa consiste il contratto a chiamata? Per saperne di più abbiamo girato le domande che ci sono arrivate tramite il sito e via mail al nostro consulente del lavoro Antonio Mastropietro.

Difficile districarsi oggi come oggi nella giungla dei contratti. E mentre la proposta per un contratto unico da parte del senatore Pietro Ichino attende di essere valutata, continuiamo con la nostra rubrica dedicata appunto alle varie tipologie che regolano i rapporti di lavoro.

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ANALISTA CONTABILE Appassionato/a di sport e della grande distribuzione, dinamico/a e vitale, con senso del team e del servizio cliente, propositivo/a e concreto/a.Neo laureato/a - laureando/a in discipline economiche, dotato di leadership e con ottime capacità organizza-tive e di problem solving, geograficamente mobile.Forte attitudine personale per il settore contabile e fiscale, sarai responsabile di tutte le aree di bilancio e del conto economico di una o più Business Unit del settore Retail. Ti offriamo un percorso di crescita per-sonalizzato, interessanti opportunità di carriera inter-nazionale all'interno di un gruppo in continua crescita, progetti innovativi attraverso i quali potrai essere pro-tagonista delle strategie aziendali e scambiare sinergia all'interno di una squadra professionale e positiva.Tipologia di Contratto: Contratto Inserimento 18 mesiInvia la tua candidatura online.SEDE DI LAVORO: Desio (MB).

ANNUNCI DI LAVORO

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ATTORNEYS Latham & Watkins' leading Italian practice, operating with 20 lawyers from the firm's Rome and Milan offices, represents large and mid-sized Italian and international companies and financial institutions doing business throughout Italy. Our Italian lawyers regularly handle capital markets, mergers and acquisitions, private equity, leveraged finance, insolvency and restructuring and real estate transactions, and also advise Italian and international clients on general corporate and anti-trust matters. Fluent English speaking is required. Our team of international finance and corporate attorneys has participated in some of the most innovative capi-tal markets and mergers and acquisitions transactions. Both offices generally recruit new attorneys and lateral associates to grow the office and respond to increasing client demands.

STAGE MARKETING Siamo alla ricerca di giovani e brillanti neolaureati, con una reale passione per il Marketing, desiderosi di confrontarsi con una formativa esperienza di stage di 6 mesi nel nostro headquarter di Grandate (CO). Gli stageur affiancheranno i Product Manager CHICCO, PIC, LYCIA, CONTROL e SERENITY nella gestione di pro-getti di sviluppo di prodotto (dalle analisi di mercato alla presentazione dei prodotti alla Forza Vendita) ed avranno l'opportunità di interfacciarsi con tutte le fun-zioni delle filiere, dalla R&D al Quality Assurance, dal Buying alla Produzione fino alla Logistica.Il candidato ideale è in possesso di una laurea ad indi-rizzo economico ed un'ottima conoscenza della lingua inglese e dei principali applicativi in ambiente MS Win-dows, in particolare di MS Excel. La persona è dotata di energia, motivazione, creatività, efficacia nelle relazioni ed orientamento al team working.Si offre uno stage di 6 mesi con rimborso spese e ac-cesso gratuito al ristorante aziendale.

STAGE IN AREA SYSTEM INTEGRATION & TECHNOLOGY CONSULTINGAzienda di Management Consulting, Systems Integra-tion & Technology e Outsourcing. Aiutiamo i nostri clienti a realizzare l’innovazione e a ottenere perfor-mance d’eccellenza, supportandoli nella definizione delle strategie e nell’implementazione dei processi, disegnando soluzioni informatiche efficienti e gesten-do in outsourcing intere aree funzionali e infrastrutture tecnologiche. Cerchiamo persone di talento per la nostra workforce Consulting, costituita dai migliori esperti in strategie, processi e soluzioni tecnologiche che af-fiancano le aziende in importanti progetti di sviluppo organizzativo e radicale trasformazione. In particolare, l’inserimento avverrà nell’area Systems Integration & Technology, focalizzata su attività di analisi di processo, implementazione di soluzioni applicative personaliz-zate o integrate quali SAP, Oracle e Siebel, disegno di architetture e infrastrutture tecnologiche. Per le sedi di Milano, Roma, Bergamo e Brescia cerchiamo laureandi in Ingegneria, Economia, Informatica, Matematica e Fi-sica. Sul sito i dettagli.

REVISORE JUNIORSe la professione di revisore contabile ti entusiasma, sei pronto a lavorare per obiettivi, sei motivato ad una car-riera in Ernst & Young e pensi di avere le caratteristiche che stiamo ricercando, candidati per le nostre sedi. L'inserimento in Ernst & Young ti offrirà la formazione, l'esperienza e il coaching necessari per avere successo. Ecco i requisiti richiesti: laurea specialistica in discipline economiche, votazione non inferiore a 100/110, età inferiore a 26 anni , buona conoscenza degli elementi fondamentali di economia aziendale e della lingua in-glese, padronanza dei principali strumenti informatici, attitudine al teamwork, al problem solving e spiccate capacità di analisi, ottime capacità relazionali e comu-nicative e disponibilità a viaggiare. Questa e altre po-sizioni aperte in Ernst&Young sul sito.

STAGE PER L’AREA SMALL BUSINESS - AFA1011miArval offre uno stage per far conoscere il mondo del Noleggio a Lungo Termine all’interno della sua strut-tura dedicata a liberi professionisti e Piccole Medie Im-prese. La risorsa imparerà a comprendere le modalità di una gestione efficace della Clientela fornendo supporto amministrativo e commerciale al team di riferimento in attività legate all’agevolazione dei processi di vendita e all’implementazione dei servizi erogati. Il/la candidato/a ideale è un/a neolaureato/a (laurea specialistica) interessato al mondo automotive e mo-tivato ad iniziare un percorso formativo all’interno di un’azienda leader nel suo settore. Dotato di buone capacità comunicative e relazionali, collaborativo, spirito di iniziativa e determinazione. Di-mestichezza con i principali applicativi informatici.Stage full-time di 6 mesi. Previsto rimborso spese più ticket restaurant.SEDE DI TIROCINIO: Assago (MI)

In collaborazione con Per candidarti agli annunci www.walkonjob.it/annunci-di-lavoro

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NEOLAUREATI/E per l’area del CONTROLLO DI GESTIONE Autogrill offre l’opportunità a laureandi/neolaureati di talento, provenienti dalle facoltà di Economia, Ingegneria Gestionale e Statistica, di fare un’esperienza formativa di alto livello, affiancando il Senior Controller della Business Unit Italia in tutte le attività tipiche del pro-cesso di controllo di gestione: analisi e interpretazione dei dati gestionali; supporto alle funzioni marketing, acquisti ed operations nel monitoraggio di iniziative commerciali e controllo costi; collaborazione nel pro-cesso di chiusura mensile, nell’attività di budgeting e di pianificazione.Offriamo l’opportunità di maturare una esperienza qualificante all’interno di un contesto multinazionale evoluto ed in continua crescita, in grado di offrire alle risorse più meritevoli concrete possibilità di sviluppo professionale.Invia la tua candidatura e scopri anche le altre posizioni aperte su www.autogrill.it, sezione Lavora con noi.

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LAUREATO/A IN ECONOMIA - Rif. JDle Per azienda leader settore automotive si richiede laurea triennale in economia, preferibile esperienza anche di stage nella gestione della contabilità preferibilmente maturata presso società di revisione contabile, indispensa-bile ottima conoscenza lingua inglese scritta e parlata. Completano il profilo buone capacità relazionali, proat-tività e desiderio di crescita professionale. Inserimento diretto a tempo determinato presso azienda cliente fi-nalizzato all’assunzione a tempo indeterminato. Si offre un’ottima opportunità di crescita professionale, azienda solida e strutturata. Sul sito walkonjob.it trovi dettaglio di questo annuncio a altri a cui inviare il tuo CV.SEDE DI LAVORO: Zona Vignate.

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Federico RussoDj, vj, neo scrittore

UN VOLTO DA TV,UNA VOCE DA RADIO

Professionedeejay

Da una piccola radio locale a Rds fino a Deejay il passo è lungo, come ci sei arrivato?«Dopo Operazione Trionfo capii che quello che volevo

fare realmente era la radio. Feci un provino a Rds, dove

mi scelsero e mi trasferii a Roma. Nel 2004 chiamai

personalmente il centralino di Mtv e mi feci passare

chi si occupava del reclutamento dei nuovi vj: proprio

il giorno dopo avrebbero fatto dei provini. Partii subito

per Milano, la selezione andò bene e divenni uno dei

conduttori di TRL. Alcuni anni dopo incontrai Linus, gli

piacqui subito e mi chiese di entrare a far parte di Radio

Deejay».

Raccontata così sembra una strada semplice ma quali sono «gli ingredienti» per farcela?«Determinazione, tanta voglia di lavorare ed impegnarsi,

talento, almeno spero, e di certo anche un po’ di fortuna.

Da quando sono entrato nelle radio la mia vita è cam-

biata: è un lavoro che impone di essere costantemente

informato, molto curioso, creativo e originale».

Come si svolge una tua giornata tipo?«Mi sveglio alle 7, faccio colazione e vado in radio. In

questo periodo io e Marisa (Marisa Passera conduce con

Federico FM – Una splendida giornata, ndr) trasmettia-

mo dalle 9 alle 10. Quando tornerà Fabio (Volo, ndr)

ricominceremo con l’orario serale. Una volta arrivati fac-

ciamo una breve rassegna stampa e decidiamo come

impostare la puntata: abbiamo molta libertà, siamo noi

conduttori a decidere di cosa parlare. Alle 11 mi sposto

dove stiamo girando la sitcom Via Massena, per Deejay

tv e sto lì fino a sera. Una volta finito vado a casa, ceno e

vado a letto, visto che il giorno dopo la sveglia suona di

nuovo alle 7. Il mercoledì, invece, trascorro il pomeriggio

negli studi Sky dove conduco Goal deejay, una trasmis-

sione sportiva realizzata dalla rete in collaborazione con

Radio Deejay, anche questa un’esperienza costruttiva e

divertente».

Da poco è uscito il tuo primo romanzo: da dj a scrittore. Com'è nata questa idea?«Da tempo pensavo che volevo scriverlo. Avevo già la

storia in mente, dall’inizio alla fine. Ho iniziato come

hobby, poi, quando ho iniziato a farlo leggere e piaceva

a tutti, editori compresi, ho pensato di proporlo per la

pubblicazione».

È una storia vera?«Nasce da un fatto drammatico realmente accaduto a un

mio amico, Matteo. È a lui che ho dedicato il romanzo.

Gran parte della storia, però, è nata dalla mia fantasia.

Parlo di amicizia, di quattro amici d'infanzia che si ritro-

vano a Firenze dopo che uno di loro rischia di rimanere

paralizzato in seguito ad un brutto incidente. I tre de-

cidono di fermarsi nella loro città d’origine e attraverso

flashback e giornate trascorse insieme capiscono che è

lì che stanno davvero bene».

Una sorta di «migrazione al contrario», un fenomeno ricorrente secondo te? E che cosa comporta?«È chiamato downshifting: da una parte è una scelta de-

cisamente anticonformista. Non voglio dire che sia più

giusta di altre. Io, per esempio, come molti altri ragazzi,

mi sono trasferito e per ora sto bene dove sono. Sono

certo, però, che in fondo ognuno di noi coltiva il desiderio

segreto di tornare alle origini, prima o poi».

È stato difficile, per un deejay professionista, scrivere un romanzo?«No, è un’altra forma di comunicazione. È stato certa-

mente lungo e impegnativo. Ci ho messo due anni tra

periodi in cui mi fermavo e altri in cui trascorrevo serate

e weekend interi a casa a scrivere. Certamente è una

grande soddisfazione vedere che il libro piace e che

l’ha voluto pubblicare una casa editrice come Einaudi.

Spesso, purtroppo, nascono dei pregiudizi: io voglio sfa-

tare quello del personaggio noto che tra le altre cose

tenta la via della letteratura. Spero che il mio romanzo

lo leggano in tanti e che si rendano conto che è fatto di

sentimenti e qualità».

Come vedi i ragazzi di oggi? Si può ancora credere in prospettive migliori?«Giustamente i giovani non sono contenti della situazione

odierna. Ma ho molta fiducia nella mia generazione e in

quelle successive e sono certo che giungeranno tempi

migliori. E che anche grazie a noi il nostro Paese prima

o poi migliorerà».

Che consiglio daresti ai tuoi coetanei?«Di capire quello che si vuole e «farsi il mazzo» per

ottenerlo. Se ci sono talento e determinazione, più o

meno velocemente, ci si riesce».

Giulia Cimpanelli

La professione di deejay è tanto ambita quanto difficile. Come fare, dunque, ad emergere in un settore al limite tra infor-mazione, spettacolo e musica, tre ambiti nei quali fare carriera è un’impresa a dir poco titanica? Le scuole di pensiero sono diverse. C’è chi, come Federico, consiglia solamente l’esperienza diretta, a partire da piccole radio locali. E c’è chi, invece, ritiene che, come in tutti gli ambiti, sia fon-damentale studiare e frequentare corsi.

Eccone alcuni:

Radiospeaker.it organizza ogni anno a Roma e Milano (10 gennaio - 7 febbraio 2012) il Corso di conduzione e giornalismo radiofonico;

Parlarealmicrofono.it offre, per un mas-simo di 3 partecipanti, un Corso in dizione e conduzione radiofonica a Milano dal 16 gennaio al 19 marzo 2012 (10 incontri di 3 ore, una volta a settimana);

L’accademia09 di Milano propone un Per-corso di Formazione del radio conduttore con un Master in partnership con Discora-dio che offre l’inserimento diretto nel mon-do del lavoro (www.accademia09.it);

C’è anche il corso in Radio Braoadcasting della European schools of economics (www.uniese.it) di Roma diretto da Ste-fano Piccirillo, dj di Radio Kiss Kiss e che vanta insegnanti come Andrea Pellizzari, Federico L’Olandese Volante, Marco Bal-dini e Massimo Di Cataldo. (G. C.)

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L’OSPITE SPECIALE

A 20 anni studiava Giurisprudenza all’Università di Firenze, suonava in una band («nei posti malfamati», come dice prendendosi in giro) e trasmetteva da una radio della Provincia, Radio Sieve, «che si sentiva solamente nella zona del Mugello. Il segnale non arrivava nemmeno a Firenze, così neanche amici e famiglia potevano ascoltarmi», racconta. A 22 anni vince un provino e diventa uno dei partecipanti di Operazione Trionfo, un talent show su Italia1. Nel 2003 inizia a lavorare a Rds e da quel momento la sua carriera è in continua ascesa. Oggi, a 30 anni, Federico Russo è una delle voci di Radio Deejay, nonché uno dei principali volti di Deejay tv e da poco è uscito il suo primo romanzo, Ci si mette una vita.

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Non sono psicologi e nemmeno psicoterapeuti, però aiutano a risolvere problemi personali e ritrovare autostima e potenzialità nascoste per riuscire al meglio nella vita. Parliamo di counselor e coach, figure che si stanno sempre più diffondendo in Italia e non ancora molto conosciute.

scorso maggio (10289/2011, Tribunale di Milano) e

del marzo 2010 (619/2010, Tribunale di Lucca) hanno

chiarito questa «divisione di ruoli», ma nonostante ciò

la querelle continua.

COACH, IL “FACILITATORE” DELLA VITASe il counseling punta più sugli aspetti emotivi, il coaching

- in Italia dai primi anni 2000 - allena le potenzialità

della persona motivandola a raggiungere un traguardo.

Non a caso il coach è definito anche «trainer» o «facili-

tatore» e come per il counseling lavora su clienti che

non soffrono di patologie che solo uno psicologo o uno

psicoterapeuta potrebbero risolvere. Ad ogni modo, il

coaching non è un metodo riservato alle aziende. «Si

può fare anche con un disoccupato, gestendone lo

stress e motivandolo», spiega Luca Stanchieri, presi-

dente dell’Associazione Italiana Coach Professionisti e

fondatore della Scuola di Coaching. Le sedute durano

dai 2 ai 12 mesi e le aree d’intervento sono svariate:

dal Life coaching al Business e Corporate coaching,

dal Personal coaching al Sentimental coaching, oltre

a quello sportivo e per adolescenti. Inesistenti, invece,

Albi e riconoscimenti ufficiali. Per frequentare i corsi

non è fondamentale la laurea, ma la Scuola di Coaching

(sedi: Milano, Roma e Udine) la richiede: in Economia

per il Business coach, o in Filosofia o Psicologia per il

Life coach, ad esempio. Ma tra le tante scuole, come sce-

gliere? «Bisogna assicurarsi», consiglia Stanchieri, «che

la formazione sia orientata esclusivamente al coaching

e sia tenuta da professionisti». In genere, un master

costa circa 2 mila euro, dura 1 anno tra teoria, seminari

e pratica, con frequenza 1 o 2 volte al mese, «perché

tra una lezione e l’altra bisogna lavorare su se stessi»,

precisa Piergiuseppe Laera, 27enne di Bari laureato in

Psicologia e coach dal 2007 (www.gulp.it). «A differenza

dello psicologo “da lettino” mi sono avvicinato al coach-

ing», racconta, «perché si basa sul “qui e ora”». Per ogni

seduta il coach può chiedere dai 30 agli 80 euro, ar-

rivando a 150 per le aziende. Una professione a tutti

gli effetti, a patto di avere passione e farsi imprenditori

di se stessi: «Uso molto Skype», spiega Piergiuseppe,

«per raggiungere chi è distante e abbattere i costi e an-

che quando faccio il formatore in azienda impiego il

metodo del coaching».

Un lavoro su cui ha scommesso con passione: 2 anni

fa ha lasciato un impiego a tempo indeterminato come

formatore per fare il coach e oggi vive di questo.

SPECIALISTA DELLE RELAZIONI D'AIUTOSe state pensando a quelle terapie che durano anni in

cui viene sviscerata l’infanzia del paziente o si analiz-

zano i sogni, vi state sbagliando. Il lavoro del counselor

- in Italia dagli anni ‘80-‘90 ma riconosciuto dal Con-

siglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro solo nel

2000 - non si occupa di patologie e non somministra

test psicologici. In 10-15 colloqui si affronta un problema

specifico (una separazione, un esame, una decisione

da prendere…) e il cliente arriva a una soluzione. Per

diventare professionisti esistono diverse scuole: su In-

ternet se ne trovano tante anche per corrispondenza o

della durata di poche ore. Ma attenzione: i corsi seri

durano 3 anni, costano circa 2000 euro l’anno, sono

accreditati dalle associazioni di categoria e prevedono

almeno 500 ore tra teoria e formazione personale, 150

ore di supervisione (svolta da psicoterapeuti) oltre al

tirocinio e al superamento di un esame. Attualmente in

Italia i counselor sono circa 2500, ma conoscere il dato

«reale» è impossibile: non esiste un Albo né è obbliga-

torio iscriversi alle associazioni di categoria (come As-

socounseling e Società Italiana di Counseling). «Per ac-

cedere alle scuole», spiega Tommaso Valleri, segretario

generale di Assocounseling, «non serve la laurea, ma

molte la richiedono o chiedono esperienza consolidata

nel settore sociale o della relazione d’aiuto». Le branche

del counseling vanno dal personale a quello scolastico,

dall’aziendale al sanitario a quello delle situazioni

d’emergenza. E poi quello gestaltico, quello sistemico-

familiare, fino al bioenergetico e all’art-counseling. «Per

scegliere il corso ideale», precisa Simona Stella, coun-

selor 31enne di Milano (counselingmilano.wordpress.com), «basta seguire le proprie inclinazioni». Simona ha

terminato la scuola meneghina C.S.T.G. e sta proponen-

do agli istituti un progetto rivolto alle estetiste. Perché

questo mestiere lo si deve inventare, ad esempio pro-

muovendosi con locandine, Facebook e Web. Ingranare

nella professione (il tariffario va da 40 a 80 euro l’ora,

con partita IVA) non è immediato e spesso bisogna fare

altri lavori per arrivare a fine mese.

Alcuni psicologi si sentono «scippati» poiché riten-

gono che i counselor non avendo laurea in Psicologia

e abilitazione, possano offrire un servizio pressoché

identico al loro. D’altro canto, i counselor dichiarano di

conoscere bene il confine tra le 2 professioni. In realtà,

parecchi professionisti collaborano dividendosi lo stu-

dio o consigliandosi sui casi. Le ultime sentenze dello

PROFESSIONI

AL LAVORO CON LE

EMOZIONI

Counselor e Coach

WoJ9

Ti senti più psicologa o più counselor?«Io lavoro come psicologa, utiliz-zo il counseling come strumento. Tra pochi mesi completerò l’iter per diventare counselor profes-sionista. Ho deciso di non occu-

parmi dell'aspetto psicopatologico, e di dedicarmi alla prevenzione, al sostegno psicologico e alla promozione del benessere psicologico. Per fare un esempio con-creto, mi occupo del supporto all'individuo nelle crisi di crescita o di adattamento agli eventi più signifi-cativi della vita, di incrementare la consapevolezza, l'autostima, l'auto realizzazione ecc».Counselor e psicologi sono così distanti e “sul piede di guerra” come si dice?«Hanno delle differenze specifiche caratteristiche della professione, ma a mio avviso possono lavorare insieme facendo squadra. Certo, il confine tra consu-lenza psicologica e colloquio di counseling può non essere perfettamente chiaro per i non “addetti ai lavori”: psicologi e counselor hanno formazione dif-ferente, obiettivi diversi nel loro lavoro e usano stru-menti solo in parte simili. Ad esempio, uno psicologo può fare valutazione e diagnosi riguardo disagi e disturbi psicologici e utilizzare test e metodi specifici. Un counselor invece non fa diagnosi, ma può facilitare la comunicazione, sostenere i punti di forza del cliente le sue capacità di autodeterminazione».Un counselor sa “fin dove può arrivare”?«Sì, all'istituto di Gestalt H.C.C. ITALY di Palermo dove ho studiato, il confine dell'attività di counseling è sempre ribadito, e questo credo valga anche per le altre scuole di formazione. Certo, poi non resta che af-fidarsi alla professionalità del singolo professionista». Quali strumenti del counseling adotti in psicologia?«Frequentare un corso di counseling mi ha permesso di approfondire la comunicazione interpersonale, acqui-sire competenze relative all'ascolto e alla relazione col cliente e/o paziente. Competenze molto più pratiche rispetto a quanto appreso durante la laurea in Psicolo-gia, molto più teorica».Di psicologia e counseling riesci a vivere?«Purtroppo no, attualmente sono socia e lavoro presso l'associazione E.Co. Onlus (www.eco-onlus.it) a Paler-mo dove abbiamo attivato un progetto per promuo-vere il counseling negli studi medici locali. Poi tengo corsi sulla comunicazione e mi sono occupata della fase di orientamento e selezione e ri-orientamento nell'ambito del progetto Confezionamento tessile arti-gianale. Per fortuna sono anche istruttrice di pilates, al momento il mio lavoro più redditizio».Per chi fa la tua professione vivere al Sud è semplice?«No, ci sono molti pregiudizi e preconcetti sul chiedere una qualsiasi forma di aiuto psicologico, un po' per ec-cessiva riservatezza, un po' anche per l'idea ancora piut-tosto radicata per cui chi va dallo psicologo è malato, “pazzo”. Inoltre le strutture pubbliche territoriali che offrono questi servizi sono veramente poche. Ma ho vo-glia di insistere e rimanere in Sicilia a fare ciò che mi piace e contribuire al cambiamento di questa terra».Come ti stai facendo conoscere sul territorio?«Cerco di allargare il mio giro di conoscenze e la mia rete di contatti. Lascio i miei biglietti da visita solo a chi mi conosce direttamente. Magari aprirò un sito Web». (E. D.)

Rita Mercanti, 30 anni

PSICOLOGA E COUNSELOR PROFESSIONISTA

INTERVISTE COMPLETE SU WWW.WALKONJOB.IT

di Elisa Di Battista*

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Nella sezione lavora con noi dei siti delle più grandi aziende italiane che sono sul mercato dell’energia, risulta chiaro fin dall’inizio. Uno dei requisiti principali richiesti è la disponibilità a lavorare all’estero, in contesti non sem-pre confortevoli in cui non è semplice ambientarsi. Può trattarsi di una piattaforma petrolifera a decine di chi-lometri dalla terraferma o di un cantiere di trivellazione nel deserto, solo per fare qualche esempio. Specialisti nel-la progettazione d’impianti, ingegneri di processo, esperti in idrocarburi, tutti professionisti, impiegati dalle aziende del settore per strutturare e condurre progetti, per lo più legati alla realizzazione di impianti di trivellazione e sfrut-tamento di petrolio e gas, che una volta affidati richiedono di spostarsi in loco, per seguire tutte le tappe di svilup-po e funzionamento dell’infrastruttura. E spostarsi può significare andare all’altro capo del mondo e doverci restare per molti mesi. Alessandro Pavesi, 28 anni, lavora per Saipem, un’impresa del gruppo Eni, che realizza infrastrutture nel settore petrolifero. Ha un diploma di perito meccanico e nel 2007 ha iniziato a lavorare su progetti internazionali. Oggi è in Algeria, in un impianto di trivellazione: «Ho fatto al-tre esperienze all’estero», racconta, «non nascondo che è dura, anche perché a volte, purtroppo, le cose non vanno come si vorrebbe». Si occupa di Stress Analysis, «per capir-ci», spiega, «verifico le dilatazioni termiche delle tubazioni e con un team che varia da progetto a progetto, svilup-piamo ingegneria di dettaglio, procurament e facciamo supervisione alla costruzione». Inevitabile chiedere com’è lavorare e vivere lontano da casa: «Conciliare vita privata e lavoro in questo caso è davvero difficile, soprattutto per-

ché rientro in Italia ogni 75 giorni, resto più o meno per 3 settimane consecutive. E poi riparto». Si può fare? «Se si ha l’obiettivo di accrescere la propria esperienza, ambire a una nuova posizione e anche guadagnare bene, credo si possa fare», racconta, «soprattutto per quanto riguarda lo stipendio, (che può arrivare anche a 5mila euro al mese, ndr) valutando la situazione del lavoro in Italia, credo proprio di non potermi lamentare». Anche Melania Mastrangelo, 31 anni, laureata in Ingegneria Meccanica, è alla sua prima esperienza all’estero. Si trova ad Arzew, in Algeria, per Saipem: «Sono qui dal giugno 2010 e dovrei restare fino a marzo 2012», ci spiega, «ma potrei rimanere fino alla prossima estate visto che la mole di lavoro è tanta». Si occupa della gestione delle macchine rotanti, turbine e compressori, dei problemi ingegneristici nella fase di installazione. La sua giornata tipo? «Sveglia alle 6, alle 7 tutti in pullman accompagnati con la scorta al lavoro. Ogni mattina ho almeno un meeting con i subcontrattori (i subappaltatori, la costruzione di impianti è affidata in appalto a un soggetto che a sua volta stipula dei subappalti, ndr) per discutere di problemi tecnici e assegnare le priorità». Per non parlare delle conference call con i fornitori e i so-pralluoghi in cantiere, oltre alle montagne di e-mail con fornitori e subcontrattori a cui badare, ai meeting interni con il management e i colleghi di altre aree. «Sicuramente questo tipo di scelta lavorativa», spiega, «implica molte ri-nunce e soprattutto una perdita dei contatti in Italia. Non penso che una donna possa fare questa vita per sempre. Per ora non voglio cambiare lavoro e spero che questa esperienza mi dia modo di ricoprire un ruolo manageriale in futuro».

TRA CANTIERIE PIATTAFORME

di Susanna Bagnoli*

NUOVE FRONTIERE

Un lavoro all'estero

"In ogni attività la passione toglie gran parte della difficoltà

-Erasmo da Rotterdam-teologo e filosofo olandese

Alessandro e Melania hanno contratti a tempo indeter-minato, esattamente come Vladimiro Calabrò, 34 anni, professione ingegnere di processo, con laurea in Chimica Industriale alla Statale di Milano. Anche lui ha una buona raccolta di esperienze all’estero, ora lavora per l’azienda Siirtec Nigi. «Mi occupo di progettazione di impianti di recupero di zolfo per raffinerie», spiega, «e seguo anche il loro avviamento. Sono stato in Ungheria, Cina, Vietnam, adesso sono in Russia per un impianto di gas naturale. Non mi posso lamentare di quanto guadagno e del fatto che questo lavoro permetta di crescere». Confessa che le difficoltà maggiori sono legate all’ambientarsi in un posto che è estraneo, il cibo e l’alloggio non sempre sono all’altezza.Umberto Giongrandi, geologo catanese 39enne esperto di petrolio, ha lavorato anche a bordo di una piattaforma al largo. «Ci vuole forza di carattere», dice, «non è cosa da tutti, anche perché oltre all’isolamento ci sono i rischi per la vita». Ha portato a termine più di 170 pozzi, lavorando per Agip, Texaco, Shell, Noble Energy tra Libia, Texas, Golfo del Messico e Caraibi. «Adesso sono offshore, tra il Mare del Nord e il Mare della Norvegia per conto di ExxonMobil», racconta. «Una carriera petrolifera non è semplice da gestire, ma ha tantissimi vantaggi, si può ar-rivare a guadagnare fino a 1000 euro al giorno, da libero professionista. E poi se sei bravo, dall’estero, continuano a cercarti sempre». E per non perdere i contatti con l’Italia e raccontare dei suoi viaggi di lavoro, ha anche aperto un blog: www.umbertogiongrandi.com.

WoJ10

"

Dottor Furlan, è il nostro mercato del lavoro che “obbliga” a espatriare?«Per quanto riguarda il mio settore di riferimento, posso dire che non è così, anzi non c’è nessuna fuga dei cervelli perché solo pochi ragazzi raccolgono davvero la sfida di andare fuori».E perché ci sarebbe tanta riluttanza?«Manca il coraggio di investire su se stessi, di scegliere un per-corso autonomo e personale di autorealizzazione. Spesso sono gli stessi candidati ad autoescludersi perché non conoscono bene l’inglese e credono di non essere adatti. La nostra realtà azien-dale, ad esempio, è un laboratorio a cielo aperto dove sperimen-tarsi e crescere. C’è margine anche per imparare la lingua se la motivazione è concreta e se ci sono altre competenze di base».Andare all’estero però vuol dire stare molto tempo lontano da casa: perché un giovane dovrebbe vivere un’esperienza simile anche se per un tempo determinato? Qual è il valore aggiunto?

«Sai quanti ingegneri civili in Italia si ritrovano a fare tutt’altro? Piuttosto che restare nel nostro Paese e abbandonare il proprio percorso, dopo avere investito tanto, e così rinunciare ai propri sogni, vale la pena tentare un’esperienza fuori. Diversamente, secondo me è un peccato, uno spreco di energie e risorse». Dal punto di vista professionale quali sono i punti forza?«Sicuramente la possibilità di confrontarsi con grandi opere e con progetti enormi, anche in termini di impegno e di orari di lavoro, permette di acquisire competenze tecniche specifiche e di sviluppare la capacità di gestire le persone e agire con au-tonomia. Dopo circa 2-3 anni la persona ha raggiunto risultati importanti in termini di sviluppo e di capacità di autogestirsi sul lavoro. In più, si lavora in ambienti in cui si mescolano culture diverse e ciò aiuta a crescere anche a livello umano».Detta in questi termini sembrerebbe allettante… «In effetti, quando nei colloqui dipingo questo scenario leggo

nelle espressioni dei miei interlocutori meraviglia e stupore. Poi i ragazzi tornano in famiglia, dagli amici, dalla fidanzata e perdono completamente quello spirito di avventura necessario per affron-tare certe sfide. Si crea un meccanismo di chiusura e controllo che, secondo me, limita l’autorealizzazione di sé e la possibilità di fare un’esperienza sul campo».Si potrebbe però obiettare che i problemi possono nascere al rientro: una persona che è stata fuori per un po’ di tempo non potrebbe risultare troppo “esperta” quindi faticare a trovare lavoro?«Penso che molti cominciano un percorso di vita che magari li porta altrove. E che con il tempo si aprono gli orizzonti di scel-ta quindi non è detto che ci sia la volontà di ritornare. Ad ogni modo, a chi pensa di rientrare in Italia, posso assicurare che in questo campo c’è sempre bisogno di professionalità. E per la nostra realtà gli italiani rappresentano i futuri manager. Se gli altri infatti sono più propensi alla mobilità, è vero che gli italiani hanno alle spalle un solido percorso universitario che offre loro maggiori opportunità di crescita».Per concludere, Salini che profili sta ricercando? «Le nostre ricerche, aperte tutto l’anno, riguardano per lo più ingegneri (civili, meccanici, edili) e laureati in Economia e Com-mercio per ruoli in amministrazione e Finanza. Ma cerchiamo anche giovani geologi, geometri e ragionieri. Tutti assunti con un contratto individuale per l’estero. Purché abbiano coraggio e volontà».

Roberto Furlan, Salini Costruttori

CERCHIAMO CORAGGIO E VOLONTÀEstero: sì o no? Vale la pena investire su un’esperienza fuori se in Italia non si trova quello che si cerca? Per cercare di rispondere a queste domande ed avere un punto di vista “diverso”, ne parliamo con Roberto Furlan, International Human Resources Development Manager di Salini Costruttori, che si occupa di realizzare grandi opere e infrastrutture in tutto il mondo.

Credit ENI

di Lorenzo Pulici*

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Un lavoro all'estero

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NEGLI USA CON FULBRIGHT

Fulbright è il più noto programma di scambi internazionali con gli Stati Uniti, promuove opportunità di studio uni-versitario, ricerca e insegnamento attraverso borse di studio. In Italia, dal 1948 il programma è gestito dalla US-Italy Fulbright Commission. Favorisce gli scambi cul-turali tra il nostro Paese e gli USA in tutti i campi: dalle discipline scientifiche a quelle umanistiche, alle scienze sociali e alle arti. Alle borse di studio, che coprono i costi per il primo anno di un corso postlauream negli Stati Uniti, possono concorrere cittadini italiani laureati (vecchio ordinamento, triennale o specialistica) in tutte le discipline e diplomati in conservatori e accademie di belle arti. I dottorandi possono aspirare a una borsa per progetti di ricerca e i docenti (universitari o di scuola secondaria) a incarichi di insegnamento nelle università americane che aderiscono al programma. Ci sono an-che il bando Fulbright Best, per corsi di imprenditoria e management con annessa internship presso aziende americane, e il Programma Sordità per non udenti, che potranno specializzarsi presso la Gallaudet University a Washington. Requisito comune l'ottima conoscenza della lingua inglese (attestata da certificazioni TOEFL O IELTS). Alcune borse possono essere richieste da studen-ti che hanno già ottenuto autonomamente l'ammissione ad una università statunitense. Tutte comprendono an-che le spese di viaggio e l’assicurazione medica. I bandi per l'anno accademico 2012-2013 sono davvero tanti ed ognuno ha una deadline diversa: alcuni scadono il 5 dicembre 2011, altri tra febbraio e maggio 2012. Info dettagliate su: www.fulbright.it.

Gli stage del programma Global Exchange Opportunites (www.geopportunities.org) si svolgono sempre negli USA, in New England. Durano 12-18 mesi e sono retribuiti con mille dollari netti al mese. Però è richiesta una di-sponibilità economica iniziale di 4500 euro circa: i parte-cipanti devono infatti farsi carico del viaggio e, una volta a destinazione, dell’acquisto o del leasing di un’automobile, necessaria per spostarsi. A spese dell’organizzazione l’alloggio e l’assicurazione medica. Il programma fa per voi se avete più di 21 anni, siete laureati in discipline che hanno a che vedere con le scienze dell’educazione, le scienze sociali e la psicologia, conoscete bene l’inglese e avete almeno un anno di esperienza come educatori, psicologi, assistenti sociali o insegnanti di sostegno. Negli USA vi aspetta una formazione on the job al fianco di colleghi americani. Si parte due volte l’anno, maggio e novembre, e c’è tempo fino a 5 mesi pri-ma per inviare le domande di partecipazione. Il referente

FORMAZIONE

Borse di studio, ricerca e tirocini

IN GIAPPONE ENEGLI USA A COSTO (QUASI) ZERO

italiano è Cristiano Zancarli di Bridge Over Atlantic, cell. 346.5753151, mail [email protected].

Destinazione Sol Levante per il programma Vulcanus dell'Eu-Japan Centre for Industrial Cooperation, joint venture cofinanziata dalla Commissione europea e dal Ministero giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria. È rivolto agli studenti europei di facoltà tecniche o scientifiche e offre la possibilità di effettuare un tirocinio in un'industria giapponese. Il programma, che inizia a settembre e si conclude ad agosto dell'anno successivo, si svolge interamente in Giappone. I parte-cipanti seguono un seminario sul Paese ospitante, un corso intensivo di lingua giapponese della durata di 4 mesi, e poi un tirocinio di 8 mesi. La borsa di studio di 2 milioni di yen copre le spese di viaggio e soggiorno e l'assicurazione. L'alloggio è messo a disposizione, per tutti i 12 mesi, dall'impresa ospitante. I candidati sono selezionati in base alla conoscenza dell'inglese, al cv, alla motivazione e allo spirito di adattamento. Il pros-simo ciclo di Vulcanus parte il primo settembre 2012 e si conclude il 31 agosto 2013. Per candidarsi c'è tempo fino al 20 gennaio 2012. Info su www.eu-japan.eu.

Se siete laureati, conoscete bene il giapponese e volete fare un'esperienza di lavoro e scambio cul-turale sempre con il Giappone, fa per voi il JET Pro-gramme (www.jetprogramme.org). L'acronimo sta per Japan Exchange and Teaching e il programma, che compie 24 anni e nel 2010 ha coinvolto oltre 4mila partecipanti da 36 Paesi del mondo, vuole promuovere l'internazionalizzazione delle piccole realtà urbane giapponesi favorendo la conoscenza reciproca tra gio-vani nipponici e stranieri in ottica peer-to-peer. I parte-cipanti a JET vengono infatti inviati presso prefetture, comuni e scuole private, dove lavorano per un anno (rinnovabile per altri 12 mesi) nei settori dell'assistenza all'insegnamento, delle relazioni internazionali (ac-coglienza ospiti stranieri, traduzione di documenti, organizzazione di eventi) e dell'assistenza in progetti nell'ambito sportivo. L'ambasciata del Giappone in Ita-lia avverte che i candidati italiani devono disputarsi un numero limitatissimo di posti, solitamente nel settore delle relazioni internazionali. Il bando in genere viene reso noto a febbraio sul sito della sede diplomatica, www.it.emb-japan.go.jp. Mentre scriviamo, non abbia-mo notizie sul bando per il 2012, ma se JET vi interessa non perdete di vista il sito: una volta pubblicato, restano pochi giorni per presentare la domanda.

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Non avete trovato quello che cercate? Qui sotto vi segnaliamo dei siti da tenere d’occhio per essere costantemente aggiornati su tirocini e altre oppor-tunità fuori confine. www.unesco.itL'Unesco offre tirocini non retribuiti e borse di studio per giovani ricercatori, che possono essere ordina-rie (cioè previste nel bilancio dell'organizzazione) o straordinarie (cioè cofinanziate dai partner di speci-fici progetti). www.onu.orgAnche l'Onu offre tirocini nei vari campi di in-teresse dell'organizzazione. Possono candidarsi studenti graduate e post-graduate con eccellente conoscenza di inglese e francese. Però bisogna prov-vedere autonomamente al proprio mantenimento e all'assicurazione sanitaria per il periodo di stage. www.imf.orgChi è in procinto di conseguire il dottorato in ma-terie economiche ha tempo fino al 20 dicembre per candidarsi a un tirocinio di 10-13 settimane presso il Fondo Monetario Internazionale. Questa volta il ti-rocinio è retribuito (coperti anche i costi di viaggio e assicurazione sanitaria), ma l'alloggio a Washington è a carico del tirocinante. www.worldbank.orgIl 31 gennaio scade il termine per candidarsi ai tiro-cini offerti della Banca Mondiale per l'estate 2012 (il 31 ottobre di ogni anno invece è la scadenza per i tirocini che si svolgono tra dicembre e marzo). Le internship sono retribuite e durano almeno 4 setti-mane. I candidati devono essere laureati e già iscritti ad un corso postlaurea. Tanti i tirocini presso le istituzioni dell'Unione Euro-pea. Per orientarsi si può partire dal sito della rap-presentanza in Italia della Commissione Europea: ec.europa.eu/italia, sezione Formazione. (I. R.)

L'IDEA IN PIÚ STAGE IN GIRO PER IL MONDO

Testo e foto di Ilaria Romano *

WoJ 12

Sono in corso le selezioni per accedere ai Master fulltime della

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Programmi di scambio, borse di studio, tirocini retribuiti. Tutto pur di andare all’estero per specializzarsi, imparare la lingua e perché no, apprendere una cultura diversa dalla nostra. Ci avete pensato spesso, ma vi sembra troppo dispendioso. E invece non è detto. Esistono borse di studio che permettono di spendere relativamente poco (o meno del previsto) e vi portano addirittura negli States o nel Sol Levante.

FORMAZIONE ON THE JOB

NELLE INDUSTRIE DEL SOL LEVANTE

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DALLA BRIANZA ALL’ESTONIATallin, Estonia, siamo in presenza di un cervello in fuga?«Uh, direi che è un parolone. Sono fuggito per avventura e sono venu-to a Tallin per vivere in un mondo diverso».Niente a che fare quindi con scelte legate allo studio o al lavoro?«Questi sono stati aspetti colla-terali. Più che altro volevo vivere una esperienza diversa e qui c'è un ambiente molto vivo. L'Estonia è un paese incubatore di piccole start up tecnologiche estremamente in-teressanti».

Dalla naturalezza con cui ne parli, il mondo sembra il tuo paese. Non hai nessuna nostalgia? «Un po'. Poi mi rendo conto che questi sono gli anni in cui posso veramente viaggiare liberamente. Ogni tanto mi manca casa, per fortuna riesco a tornare spesso, almeno 2 o 3 volte all'anno rientro in Italia. E questo aiuta».Che studi hai fatto? Hanno inciso su questa tua apertura?«A Milano ho studiato comunicazione, qui sto finendo un master in media interattivi. Sapere che l'Estonia è un paese così avanzato mi ha certamente invogliato nella scelta».Sarebbe così difficile in Italia? E cosa dovremmo fare nel nostro Paese secondo te per «essere più avanti»?«In Italia non siamo riusciti a cogliere al volo le opportunità date dalle nuove tecno-logie, anche per via delle carenze delle infrastrutture tecnologiche, ma negli ultimi tempi ci stiamo riallineando e velocizzando. Ciò che manca è la possibilità per i giovani di realizzare progetti lavorativi con facilità. In Estonia si può aprire una azienda in meno di 20 minuti, basta avere la propria carta d'identità (digitale), un pc e un lettore».Come sono gli stipendi per un giovane neolaureato? Ci sono i ticket restaurant?«I punti di partenza sono estremamente diversi: l'Estonia si sta sviluppando molto velocemente, ma gli stipendi medi sono abbastanza bassi. Quanto al cibo ahimè spes-so le pause pranzo non esistono nemmeno, non è importante come da noi. In molte aziende ci sono spazi cucina collettivi, videogiochi e altre occasioni di relax, ma credo sia normale nelle nuove aziende legate ad Internet».Il «popolo dei precari» esiste anche lì oppure si tratta solo di un approccio culturale diverso che contempla la precarietà come una normale condizione di questo mondo?«Si tratta di un approccio diverso. Cambiare lavoro qui non è considerato uno svan-taggio o un trauma, ma una possibilità per crescere non solo personalmente ma an-che e soprattutto professionalmente».In questa tua esperienza in Estonia hai incontrato difficoltà?«Non direi. Gli stranieri sono molto ben accetti e non viene nemmeno richiesto di parlare l'estone. Tutti parlano inglese. Moltissime cose sono semplificate, quasi tutto è digitalizzato».Da italiano in terra straniera, hai l'impressione che noi abbiamo una marcia in più in tema di creatività e capacità di innovare o stiamo perdendo anche questa peculiarità?

Il novembre 2011 ce lo ricorderemo per un pezzo. Gli sconquassi sui mercati e la nascita di un nuovo Governo hanno monopolizzato i media. È un momento storico; lo è anche per l’università. La presenza nel nuovo Governo di rappresentanti del mondo accademico dà la sensazione che potrebbe iniziare un periodo di riforme che modificherà l’Università per come la conosciamo.Per chi sta vivendo il proprio periodo di studi ma anche per

chi, già laureato e inserito nel mondo del lavoro, ricorda quell’epoca della propria vita, c’è la possibilità di contribuire con idee e testimonianze che possano rendere migliore il futuro: scrivete a [email protected] la vostra proposta per un’università migliore e più capace di preparare al lavoro. Ottavio, 27 anni, da Tallin qui sotto ci racconta un mondo più aperto ai giovani.

FRATELLI D'ITALIA

ALLA RICERCA DELL'INDIPENDENZA

Storie normalmente eccezionali

COMO

di Paolo Beretta*

Leggi le altre storie su www.walkonjob.it/fratelli-d-italia

«Credo che gli italiani si sottovalutino un po'. Riguardo alla meritocrazia, credo ci vor-rà del tempo prima che la nostra società gerontocratica si trasformi: ne gioverebbero tutti. È difficile prevedere cosa succederà nel futuro, ma per uscire dalla crisi sarà necessario cambiare molte cose e a mio avviso lasciare le redini a gente più giovane e consapevole di cosa sta succedendo nel mondo. Gli anziani dovrebbero godersi la loro età in una casa di campagna, non fare politica».Ma tu che lavoro fai?«Il mio lavoro... ne ho tre al momento».Tre? Pensa: stai rubando il lavoro ad almeno due persone…«Ho appena aperto un’azienda di oggetti interattivi per l'intrattenimento, lavoro con u’azienda di marketing che si sta espandendo in Italia, sto facendo una ricerca di mercato e ogni anno in questo periodo mi occupo del videoblog del film festival estone. A tempo perso faccio il deejay».Che mi dici della tua azienda?«È nato tutto per gioco quando con un amico deejay ho iniziato a cercare nuovi modi per suonare musica. Io con esperienza in nuovi media, lui ingegnere elettronico, abbiamo sviluppato un tavolo interattivo che permette a chiunque di suonare come deejay. Il prototipo è stato notato da una grande azienda che ha deciso di aquistarne uno. Ora ne vogliono altri, ma non abbiamo intenzione di fermarci qui».Quindi in questo momento se qualcuno tra chi ci legge vuole cominciare a fare il deejay o vuole fare business con voi, dove deve cercarvi?«Non abbiamo ancora una pagina internet pronta, ma abbiamo una pagina dove carichiamo i nostri pezzi o remix soundcloud.com/the-mojoes. Oppure ci possono scrivere a [email protected]».E se qualche giovane italiano ha delle idee per il tuo progetto? Stai cercando qualcu-no che magari è specializzato in qualcosa che potrebbe tornarti utile?«Siamo in una fase iniziale del nostro progetto ma è sempre aperta la ricerca di nuo-ve idee legate al mondo dell'interattività, dei suoni e dei nuovi media. Se qualcuno volesse venire a trovarci e parlare di qualcosa siamo sempre aperti a nuove idee». Ingegneri, meccatronici, elettronici…o semplicemente persone con idee e passione?«Le idee sono fondamentali, ma sono necessarie competenze varie: programmazione, elettronica, design, marketing. Nei nostri progetti futuri c'è quello di organizzare workshop della durata di un week-end per realizzare cose nuove».Come vedi il futuro?«Impegnatissimo ma entusiasmante, come sempre agli inizi di un progetto. Immagi-no un sacco di lavoro e un sacco di caffè per stare svegli la notte».Creatività e caffè italiani per il futuro… Invece tornando qualche passo indietro: rac-conta un pò la tua quotidianità da studente universitario.(Momento di silenzio) Sei scappato?«Eheheh arrivo, sono in bici. Sto andando a casa del mio socio a lavorare».L'avevo intuito: sei proprio un ragazzo multitasking…«Prodigi del mobile, nel frattempo sono arrivato. Tornando ai miei studi, qui mi sono trovato molto bene. il master che sto frequentando è molto pratico e aiuta ad essere sempre molto coinvolti. Di fatto, alcuni dei progetti che sto realizzando ora sono praticamente spin-off di progetti universitari».Sogni di tornare a fare l'imprenditore in Italia?«Mi piacerebbe, magari tra una decina di anni, se le condizioni dovessero essere favorevoli, ma per ora voglio vivere il resto del mondo».

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FirenzeFino al 7 gennaio 2012MegacitiesLa mostra fotografica di Christian Hoehn mette in scena le metropoli contemporanee esaltandole con una speciale tecnica di stampa retroilluminata. Info: www.sangalloartstation.it

Milano19 febbraio 2012 Le voci della città. Antichi organi, un patrimonio di MilanoInserito all’interno di un fitto calendario partito nell’ottobre 2011, il concerto si svolge nella Basilica di Santa Maria delle Grazie e ha per protagonista il musicista Ermanno Codegoni, che si esibirà all’organo.Info: www.organisti.it

NapoliFino al 15 gennaio 2012Da Sud. Le radici meridionali dell’unità nazionaleLa mostra, allestita a Palazzo Reale, invita a riflettere sui 60 anni che hanno preceduto il plebiscito del 1860: dalla rivoluzione del 1799, ai moti del ’48 fino alla spedizione dei Mille. Info: www.palazzoreale.napoli.it

ParmaFino all’11 dicembre Renata Tebaldi, profonda ed infinitaCostumi, gioielli di scena e abiti del soprano di origini pesaresi sono messi in mostra al Palazzo del Governatore, oltre ai suoi bauli di viaggio, alle lettere e alle foto della diva. Info: www.palazzodelgovernatore.it

RomaFino al 14 gennaio 2012 Metamorphosis. Il Giappone del dopoguerra120 immagini in bianco e nero immortalano le conseguenze, per il Paese del Sol Levante, della seconda guerra mondiale e il percorso compiuto per affermarsi come grande potenza economica mondiale. Info: www.jfroma.it

TorinoFino all’8 gennaio 2012La chimica e l’unità d’ItaliaDalle intuizioni di Avogadro alla creazione dei coloranti, dalla realizzazione dei detergenti fino all’elettrolisi dell’acqua. Sono questi i temi della mostra allestita in occasione dell’Anno Internazionale della Chimica.Info: www.annodellachimica.unito.it

IN GIRO PER L’ITALIA E NEL MONDO

Chissà se il sandalo in foglia d’oro 18 carati, creato da Salvatore Ferragamo nel 1956 per la moglie di un ricco magnate, oltre che attraente è anche comodo da indos-sare. Lasciate da parte questo genere di considerazioni se andate a visitare la mostra Ispirazioni e Visioni, a Firenze fino a marzo 2012, presso il museo Ferragamo (www.museoferragamo.it). Occupatevi solo di ammirare tutto il bello che vedrete, ma soprattutto cogliete l’occasione per visitare questo spazio espositivo, affacciato sulla deliziosa piazza Santa Trinità, e dedicato a una delle più importanti e blasonate griffe italiane. Ferragamo, il «calzolaio delle dive», era napoletano però a Firenze stabilì nel 1926 la sua azienda, rientrando in Italia dopo essere stato

BolognaFino al 29 gennaio 2012Museo del Patrimonio IndustrialeMoto bolognesi. L'Italjet di Leopoldo Tartarini. 1960-1988www.comune.bologna.it/patrimonio-industrialeTicket: 4 €; ridotto: 2 €

Fino al 29 aprile 2012Palazzo d’AccursioPagine da “Emporium” edalla Divina Commediawww.comune.bologna.itTicket: 4 €; ridotto 2 €

FirenzeFino al 22 gennaio 2012Palazzo StrozziDenaro e bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanitàwww.palazzostrozzi.orgTicket: 10 €; ridotto: 7,50-8,50 €

MilanoDal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012Spazio Forma

Mostra fotografica Robert Mapplethorpewww.formafoto.itTicket: 7,50 €; ridotto: 6 €

Novegro (MI) 4-5 febbraio 2012Parco Esposizioni Festival del Fumettowww.festivaldelfumetto.comTicket: 10 €; abbonamento 2 giorni: 7 €

NapoliFino al 6 gennaio 2012Museo del Tesoro di San GennaroLe meraviglie del tesoro di San Gennaro. I gioielliwww. museosangennaro.itTicket: 10 €; ridotto (studenti): 8 €

PalermoFino all’8 gennaio 2012Palazzo Belmonte RisoMostra d’arte: Sotto quale cielo? www.palazzoriso.itTicket: 6 €; ridotto: 3 €

FOCUS ITALIA

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Facciocosevedogente

a cura della redazione*

di Susanna Bagnoli *VISTI PER VOI. Scarpe in mostra al Museo Ferragamoemigrante in America e lì aver iniziato portando le sue calzature a Hollywood. Il ritorno in madrepatria è per cercare mani italiane abili a fare le scarpe, alla faccia delle moderne delocalizzazioni. Dal ’95 il museo con-serva e mostra tutta la creatività, il colore, la bellezza del made in Italy ad opera di Ferragamo. Sono 400 i prototipi e le calzature esposte, scelte in un archivio di oltre 10mila e a rotazione spostate per esibirne altre. Sì perché il museo, oltre a essere un meta per fashion victim è anche una tappa obbligata per gli appassionati dei musei d’impresa. Da vedere la teca che conserva le forme in legno dei piedi di clienti note: Audrey Hepburn, Ava Gardner, Greta Garbo, Sophia Loren, Silvana Man-gano. Ingresso 5 euro.

!

Sarà la World design capital 2012: Helsinki,

capitale della gelida Finlandia, che tanto

fredda non è, è una città a misura di giovane,

ancor di più con i 300 eventi che inizieranno

il 31 dicembre con il New Year’s Eve of Design

(wdchelisinki2012.fi). Approfittate delle tariffe

promozionali di Finnair (finnair.com), una volta

arrivati potete dormire in un ostello di design

centralissimo come Eurohostel (eurohostel.eu)

e godervi la vivacità della città e i locali after-

hour frequentati

dai finlandesi. (G.C.)

Un unico itinerario, punteggiato da oltre 100

castelli, palazzi e rovine e costellato di attrazioni

e panorami a dir poco suggestivi, specie nel

periodo natalizio, si snoda da Mannheim a Pra-

ga lungo la Strada delle Rocche. Il percorso, ben

collegato da trasporti e servito di strutture di

tutti i tipi, si muove tra Germania e Repubblica

Ceca, procede per 1200 chilometri e accompa-

gna in un viaggio su misura.

Tappe, durata, costi e attività

si preparano in autonomia su www.burgenstrasse.de.

(C.G.S.)

20 gradi, sole e cielo azzurro. Aria frizzante e palme secolari all’uscita dell’aeroporto, nel cen-tro e sul lungomare di Alicante. Con 3 ore di volo (www.ryanair.com) si dimentica l’inverno, con 2 passi sull’Explanada de España, la mini-rambla cittadina, si visita una meta poco battuta e tutta da scoprire. Che, tra bancarelle vista mare e al-legria spagnola, sorge ai piedi del Castello di Santa Barbara e conquista il viaggiatore a colpi di storia e movida low cost. Info: www.alicanteturismo.com. (C.G.S.)

No tengo dinero L’ANGOLO DEGLI... SQUATTRINATI

Roccalumera (ME)Parco QuasimodoLa terra impareggiabileMostra su Quasimodowww.parcoquasimodo.itTicket: 5 €

RomaFino al 5 gennaio 2012Scuderie del QuirinaleFilippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400www.scuderiequirinale.itTicket: 10 €; ridotto (under 26): 7,50 €

Fino al 15 gennaio 2012Area Archeologica CentraleNeronewww.pierreci.itTicket: 12 €; ridotto: 7,50 €

VeneziaFino al 22 gennaio 2012Palazzo DucaleVenezia e l’Egitto www.museiciviciveneziani.itTicket: 16 €; ridotto (studenti under 25): 10 €

Un particolare

della mostra

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!!

Martina

QUI MANIPALA !

FOCUS ESTERO

!

WALK ON JOB

vi dà appuntamento a

GENNAIOWoJ15

!

QUI STOCCARDA Alessandro

La slitta di pan di zenzeroRicetta olandese base per il biscotto: 60 gr miele fluido 3 tuorli zenzero in polvere cacao zucchero a velo un albume lievito per dolci cannella noce moscata chiodi di garofano profumo d'arancia

Mescolare farina, miele, zucchero, burro, tuorli, 1 cucchiaino di lievito, 3 di zenzero e 3 di cacao. Impastare e aggiungere il latte ottenendo un impasto elastico. Far riposare per 30 minuti, stendere l'impasto con spessore di 1/2 cm e ritagliare i pezzi a forma di slitta. Infornare a 175° i biscotti di pan di zenzero per 15 minuti e far raffreddare. Preparare la glassa per incollarli e decorarli: lavorare 2 cucchiaiate di albume con zucchero a velo fino a ottenere un composto denso, aggiungendovi poche gocce di limone. Incollare i pezzi, lasciando che la glassa collante si solidifichi.

QUI SAN PIETROBURGOGloria

!Tutto è nato per caso, complice la mia voglia di uscire dalla solita routine, di fare un’esperienza nuova, motivante, che mi rendesse consapevole delle mie capacità e mi aiutasse a superare i miei limiti. Sono partita col progetto Eco-way, destinazione San Pietroburgo, Russia. Una scelta che mi sta permetten-do di vivere un’esperienza a 360 gradi! La Russia è immensa, ti sorprende: si passa dalle magnifiche residenze degli zar, alle opere dell’Hermitage, al giro in battello sui canali del Neva, alla prospettiva Nevskij, strada che è il cuore della città, oppure basta uscire dal centro per imbattersi in piccoli villaggi, nei produkty, tipici negozietti aperti 24 ore dove si trova di tutto, e nelle marshrutke, simbolo dell’ex Unione Sovietica. Il progetto che seguo mi per-mette di lavorare coi bambini ed è bellissimo quanto cercano di insegnarmi il russo: insieme contiamo, ripetiamo i colori e i nomi prima in inglese e poi nella loro lingua! E poi mi confronto con ragazzi di nazionalità differenti, uniti come siamo da una scelta comune che ci sta facendo crescere.

Da circa un anno vivo a Stoccarda, nella regione di Baden-Württem-berg, dove mi sono trasferito per lavoro. La gente è molto cordiale anche se poco espressiva e ci sono posti incantevoli all’interno della foresta nera con laghi e castelli Medioevali. D’estate molte persone si ritrovano sulla strada principale della città e amano prendere il sole nel parco. In inverno nei giorni più miti il punto di ritrovo diventa il bosco dove si fanno dei pic-nic a ridosso dei numerosi laghi. Le strade sono sempre molto affollate soprattutto al centro della città, con ne-gozi di ogni genere e ristoranti dove si possono gustare cibi da ogni parte del mondo. Stoccarda è una città multietnica e molto affasci-nante, anche se avendo vissuto 2 realtà differenti, Italia e Germania, mi sono reso conto di quanto sia diversa la mentalità di questi 2 Paesi nonostante siano entrambi europei, perché secondo me in Germania si vive per lavorare mentre in Italia si lavora per vivere.

ERRATA CORRIGE Sul numero precedente abbiamo erroneamente pubblicato, sotto il titolo “Alessandro,

Qui Stoccarda”, un testo sbagliato. Pubblichiamo qui il testo corretto scusandoci con i

lettori e con il diretto interessato.

È cosi difficile descrivere la mia esperienza in India, mai come in questo caso le parole finiscono per essere riduttive! Il mio stage, inserito all’interno dell’iniziativa Project Reach, mi sta insegnando più di quanto potessi immaginare, dandomi la possibilità di conoscere persone meravigliose, vedere posti affascinanti e così diversi da quelli a cui sono abituata, affrontare sfide che mi spaventavano e che ero convinta, a torto, di non poter superare. Il progetto ha come scopo quello di dedicarsi alle persone affette da virus dell’Hiv e malate di Aids cer-cando di dar loro la speranza per un’esistenza migliore. Da queste settimane ho guadagnato una nuova «famiglia», nuovi amici, il contatto con tanti modi di vivere differenti dal mio e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno. Ora so che anche un sorriso e delle attenzioni rivolti a chi non è abituato ad averne hanno un enorme valore, e posso contribuire a eliminare il pregiudizio tanto diffuso in India che porta all’emarginazione dei malati.

QUI PORTO ALEGREFrancesca

!Sono partita da Milano per il Brasile 3 mesi fa e vivo a Porto Alegre, che è la capitale dello stato Rio Grande do Sul, la parte più europea del Brasile. Qui ho imparato velocemente il portoghese per poter in-segnare nelle classi: sto svolgendo uno stage all’interno del progetto EduAction che consiste nel portare il multiculturalismo nelle scuole pubbliche affiancando le insegnanti. Lo scopo è quello di mostrare ai ragazzi le opportunità che il mondo offre loro e renderli consapevoli che l’educazione e la formazione sono fondamentali per realizzare sogni e obiettivi. Sto imparando a conoscere un contesto diverso dal nostro, grazie anche al fatto che vivo con ragazzi di tutto il mondo. Dopo 3 mesi mi sento a casa ed è anche merito delle persone con cui lavoro e vivo. È una crescita continua e credo che cercherò di prolungare il mio stage per vedere nuovi posti e conoscere meglio la cultura!

in collaborazione con

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