Voltana On Line n.37-2011

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www.voltanaonline.it Voltana On Line 37 2011 Napolitano non indugi: sciolga le Camere di Paolo Madron che, alla faccia dell'Europa e dei mercati, può bastare a se stesso. A questo punto, ovvero a un passo dalla soglia del non ritorno, che co- sa aspetti il Presidente Napolitano a intervenire ?. E per intervenire non intendiamo il reiterato quotidiano uso di meta- fore per dire senza dire (come l'ulti- ma, che parla eufemisticamente di «un'Italia esposta ai rischi di inade- guatezza»), ma la decisione di avva- lersi dell'articolo 88 della Costitu- zione che gli attribuisce la facoltà di sciogliere il parlamento o uno solo dei suoi rami. Il Presidente dovreb- be sapere che troppe allusioni alla fine diventano delusioni. PERICOLO PER LO STATO. Al- lora compia il passo! Non aspetti un minuto di più, e nessuno potrà ecce- pire se non quelli che ci stanno por- tando nel baratro e il cui interesse, quasi per loro stessa ammissione, e di preservare se stessi dall'inevita- bile meritata sparizione. Quando si configura una situazio- ne di pericolo per lo Stato, e l'attua- Se non ora quando. Siamo all'anti- camera della Grecia, al record sto- rico del differenziale tra i titoli di Stato, i cui rendimenti stellari solo una maggioranza sciagurata può dire sostenibili. Come no, sostenibi- lissimi, specie pensando ai 270 mi- liardi di debito in scadenza l'anno prossimo. Abbiamo dati macro che delinea- no la tempesta perfetta che può af- fondarci senza nemmeno darci il tempo di lanciare il salvagente. Per contro, un Governo fermo negli atti, ma non nelle parole in libertà che spara a raffica per autopreservarsi. L'ARTICOLO 88. Dalle gabbie previdenziali al terrorismo incom- bente si estende tutto un campiona- rio di improvvida stoltezza e deso- lante improvvisazione. Nonché di un surrealismo grottesco: abbiamo un Ministro del Tesoro che mentre la casa brucia non trova di meglio che partecipare alla “Festa della zucca”. E uno dello Sviluppo che inneggia alla orgogliosa quanto im- probabile autarchia di un Paese le contesto ne mostra tutti i segni, la Costituzione indica quell'atto non come discrezionale, ma come un suo preciso dovere. Oramai la crisi di credibilità di chi ci governa ha imboccato la strada del non ritorno. L'Europa ci vede come l'anello debole e non crede più nemmeno alle promesse di una lettera che lei stessa ha dettato nell'illusione di arginare la deriva di un'economia troppo grande da sal- vare, e il cui default segnerebbe la fine della moneta unica. Un lettera per altro rimasta finora sulla carta, visto che non è ancora stato convo- cato un Consiglio dei ministri per calendarizzarne i contenuti. LE BUFALE DEL GOVERNO. Ora, si può fingere di credere a tut- to, ma davvero pensa il Quirinale che un governo che in tre anni non ha fatto nulla, se non rassicurato che la situazione dei conti pubblici era non solo sotto controllo, ma struttu- ralmente migliore di quella di altri Paesi dell'Eurozona, possa in sei mesi mettere in pista riforme epo- cali? Si sta parlando molto in queste ore di Governo tecnico, o del Presiden- te, per enfatizzare il ruolo determi- nante che Napolitano può ricoprire nella gestione della crisi. Il problema è che la maggioranza ha sin qui sempre dimostrato di a- vere i numeri per resistere, poten- do contare a oltranza su una pattu- glia di ascari pronta a sostenerla. Dunque è assai impro- (Segue a pag. 2) Togliere le intercettazioni è come eliminare ai medici le Tac. Gian Carlo Caselli Le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza. Rita Levi Montalcini Per spiegare l’ascesa inarre- stabile dello spread Btp-Bund lo “statista” di Arcore addita al popolo un nuovo nemico: l‟Euro, naturalmente. Solo chi è pronto a credere, senza batter ciglio, alla parentela di Ruby con Mubarak, non si pone la più ovvia delle domande: o.k. va bene e allora che cosa com- porta ? Forse che la Germania, la Francia, la Spagna e via eu- ropeando non hanno la nostra stessa moneta, l‟Euro, per l‟appunto ?! E come mai i difetti di questa “strana moneta” si riflettono in modo così pesante solamen- te sul nostro sventurato Paese, ormai secondo alla sola Grecia, in questa spe- cie di gara in retromarcia ? Non sarà che l‟Italia ha Berlusconi come “valore ag- giunto” ? Prima “la crisi non c‟è”(“è l‟opposizione che allarma il Paese”), poi “la crisi (quella che non c‟era, ovvia- mente) è alle nostre spalle”, a seguire “stiamo meglio degli altri paesi euro- pei” (infatti, si è visto !). Nonostante que- ste „toppate‟ Berlusconi non ha perso di credibilità e quando proclama di poter comandare per altri 18 mesi, coloro ai quali proponiamo di finanziare il nostro debito gli credono. Eccome se gli cre- dono ! E, naturalmente, … chiedono tas- si sempre più alti ! Voci e messaggi dal web Dopotutto Berlusconi è credibile ...

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Voltana On Line 37

2011

Napolitano non indugi: sciolga le Camere di Paolo Madron che, alla faccia dell'Europa e dei

mercati, può bastare a se stesso.

A questo punto, ovvero a un passo

dalla soglia del non ritorno, che co-

sa aspetti il Presidente Napolitano a

intervenire ?. E per intervenire non intendiamo

il reiterato quotidiano uso di meta-

fore per dire senza dire (come l'ulti-

ma, che parla eufemisticamente di

«un'Italia esposta ai rischi di inade-

guatezza»), ma la decisione di avva-

lersi dell'articolo 88 della Costitu-

zione che gli attribuisce la facoltà di

sciogliere il parlamento o uno solo

dei suoi rami. Il Presidente dovreb-be sapere che troppe allusioni alla

fine diventano delusioni.

PERICOLO PER LO STATO. Al-lora compia il passo! Non aspetti un

minuto di più, e nessuno potrà ecce-

pire se non quelli che ci stanno por-

tando nel baratro e il cui interesse,

quasi per loro stessa ammissione, e

di preservare se stessi dall'inevita-

bile meritata sparizione. Quando si configura una situazio-

ne di pericolo per lo Stato, e l'attua-

Se non ora quando. Siamo all'anti-

camera della Grecia, al record sto-

rico del differenziale tra i titoli di

Stato, i cui rendimenti stellari solo

una maggioranza sciagurata può

dire sostenibili. Come no, sostenibi-

lissimi, specie pensando ai 270 mi-

liardi di debito in scadenza l'anno

prossimo. Abbiamo dati macro che delinea-

no la tempesta perfetta che può af-

fondarci senza nemmeno darci il

tempo di lanciare il salvagente. Per

contro, un Governo fermo negli atti,

ma non nelle parole in libertà che

spara a raffica per autopreservarsi.

L'ARTICOLO 88. Dalle gabbie previdenziali al terrorismo incom-

bente si estende tutto un campiona-rio di improvvida stoltezza e deso-

lante improvvisazione. Nonché di

un surrealismo grottesco: abbiamo

un Ministro del Tesoro che mentre

la casa brucia non trova di meglio

che partecipare alla “Festa della

zucca”. E uno dello Sviluppo che

inneggia alla orgogliosa quanto im-

probabile autarchia di un Paese

le contesto ne mostra tutti i segni, la

Costituzione indica quell'atto non

come discrezionale, ma come un

suo preciso dovere.

Oramai la crisi di credibilità di chi

ci governa ha imboccato la strada del non ritorno. L'Europa ci vede

come l'anello debole e non crede

più nemmeno alle promesse di una

lettera che lei stessa ha dettato

nell'illusione di arginare la deriva di

un'economia troppo grande da sal-

vare, e il cui default segnerebbe la

fine della moneta unica. Un lettera

per altro rimasta finora sulla carta,

visto che non è ancora stato convo-cato un Consiglio dei ministri per

calendarizzarne i contenuti.

LE BUFALE DEL GOVERNO. Ora, si può fingere di credere a tut-

to, ma davvero pensa il Quirinale

che un governo che in tre anni non

ha fatto nulla, se non rassicurato che

la situazione dei conti pubblici era

non solo sotto controllo, ma struttu-

ralmente migliore di quella di altri Paesi dell'Eurozona, possa in sei

mesi mettere in pista riforme epo-

cali?

Si sta parlando molto in queste ore

di Governo tecnico, o del Presiden-

te, per enfatizzare il ruolo determi-

nante che Napolitano può ricoprire

nella gestione della crisi.

Il problema è che la maggioranza

ha sin qui sempre dimostrato di a-vere i numeri per resistere, poten-

do contare a oltranza su una pattu-

glia di ascari pronta a sostenerla.

Dunque è assai impro- (Segue a pag. 2)

Togliere le intercettazioni

è come eliminare ai medici

le Tac.

Gian Carlo Caselli

Le donne che hanno cambiato

il mondo, non hanno mai avuto

bisogno di mostrare nulla, se

non la loro intelligenza.

Rita Levi Montalcini

Per spiegare l’ascesa inarre-

stabile dello spread Btp-Bund

lo “statista” di Arcore addita al

popolo un nuovo nemico:

l‟Euro, naturalmente. Solo chi è

pronto a credere, senza batter

ciglio, alla parentela di Ruby

con Mubarak, non si pone la

più ovvia delle domande: o.k. va bene e allora che cosa com-

porta ? Forse che la Germania,

la Francia, la Spagna e via eu-

ropeando non hanno la nostra stessa

moneta, l‟Euro, per l‟appunto ?! E come

mai i difetti di questa “strana moneta” si

riflettono in modo così pesante solamen-

te sul nostro sventurato Paese, ormai

secondo alla sola Grecia, in questa spe-cie di gara in retromarcia ? Non sarà che

l‟Italia ha Berlusconi come “valore ag-

giunto” ? Prima “la crisi non c‟è”(“è

l‟opposizione che allarma il Paese”), poi

“la crisi (quella che non c‟era, ovvia-

mente) è alle nostre spalle”, a seguire

“stiamo meglio degli altri paesi euro-

pei” (infatti, si è visto !). Nonostante que-

ste „toppate‟ Berlusconi non ha perso di

credibilità e quando proclama di poter comandare per altri 18 mesi, coloro ai

quali proponiamo di finanziare il nostro

debito gli credono. Eccome se gli cre-

dono ! E, naturalmente, … chiedono tas-

si sempre più alti !

Voci e messaggi dal web

Dopotutto Berlusconi è credibile ...

Page 2: Voltana On Line n.37-2011

MANIFESTAZIONE

NAZIONALE DEL PARTITO

DEMOCRATICO.

Sabato 5 novembre 2011

tutti a Roma.

Alle ore 15 siamo in Piaz-

za San Giovanni.

Da VOLTANA in Piazza

dell‟Unità alle ore 7 parte

il Pullman 2 .

Prenota chiamando il

cell. 340 - 78 22 349

Pagina 2 www.voltanaonline.it

Maria stella Gelmini

Tunnel Ginevra Gran Sasso

tico agriturismo in Val d‟Orcia. Sen-

nonché lo Stato gli chiede di sapere

dove ha trascorso quella determi-

nata notte; e gli chiede di comuni-

carlo nell‟ambito di un potenzial-

mente imbarazzante modulo comu-

ne a tutta la famiglia. C‟è da farne

una questione di principio o no?

L’unica domanda che riguarda

Nicolò nella parte dedicata

all‟istruzione è quella relativa alla

eventuale frequentazione di un asi-

lo nido. Nicolò la trova provocato-

ria, considerato che, come ha già

raccontato, non è stato ammesso

all‟asilo nido in quanto i suoi geni-

tori pagano troppe tasse.

Così, per curiosità, Nicolò ha dato

una scorsa anche alle altre doman-

de di questa sezione; e ha trovato

un po‟ ridicolo che nel paese degli

“esami di stato” lo Stato chieda ai

cittadini che diploma hanno!

Neanche le domande relative al

lavoro interessano direttamente

Nicolò. Ma, nel Paese dei contributi

previdenziali obbligatori anche per

i cosiddetti liberi professionisti, non

basterebbe chiedere all‟INPS?

A Nicolò vengono anche rispar-

miate le domande sulla sua abita-

zione; che vengono però rivolte ai

suoi genitori; ma anche qui: se la

casa è di loro proprietà o no, quan-

to è grande, se ha uno o più bagni,

non dovrebbe risultare dal Catasto?

E se il Catasto non è aggiornato,

piuttosto che spendere soldi per

importunare i cittadini non sarebbe

meglio dedicarli ad aggiornare il

Catasto?

Infine ci sono le domande su co-

me Nicolò si sposta; e qui il limite

del ridicolo è abbondantemente

superato: piuttosto che chiedere a

60 milioni di italiani se prendono il

treno o l‟autobus, non sarebbe più

facile chiedere ai pochi, pochi per-

ché monopolisti, gestori di ferrovie

e trasporti urbani quanti biglietti

hanno venduto?

Infine le domande cosiddette sen-

sibili; alle quali ciascuno può legit-

timamente rifiutarsi di rispondere.

Leggendole Nicolò ha avuto l‟ im-

pressione che, essendo facoltative,

Contro il Censimento di Nicolò D. dal sito www.chicago-blog.it

Anche Nicolò ha ricevuto il suo

bravo modulo per il censimento.

Dapprincipio si è messo di buona

lena a compilarlo; pensando: se lo

Stato spende un po‟ dei miei soldi

per chiedermi alcune informazioni,

ce ne sarà una buona ragione. Man

mano che andava avanti con le do-

mande, si è convinto che si tratta

solo di un altro modo – fra i tanti a

disposizione – per sperperare i sol-

di dei contribuenti; e perdipiù mo-

lestandoli e minacciandoli con

“l‟applicazione delle sanzioni previ-

ste dagli artt. 7 e 11 del d.lgs n.

322/1989”.

Già le prime domande stupiscono.

Si chiedono a Nicolò sesso, luogo e

data di nascita, comune nel quale è

iscritto. Nicolò ha già protestato su

questo blog contro l‟obbligo di i-

scrizione all‟anagrafe; ma, visto che

l‟obbligo c‟è, anche il più ottuso dei

burocrati avrebbe potuto compren-

dere che per avere le “notizie ana-

grafiche” (così è intitolata questa

sezione del modulo), anziché impor-

tunare i cittadini e minacciarli di

sanzioni, sarebbe stato per l‟ appun-

to sufficiente interrogare l‟anagrafe.

La sezione seguente è dedicata a

“stato civile e matrimonio”. Anche

qui, tutto sostituibile con una sem-

plice occhiata alla scheda anagrafi-

ca.

Si passa poi a note più dolenti. La

domanda che può essere imbaraz-

zante, e si badi bene che non rientra

fra quelle alle quali ci si può legitti-

mamente rifiutare di rispondere,

chiede di sapere dove Nicolò si tro-

vava il 9 ottobre 2011. A dire il vero,

Nicolò non ha ancora avuto occasio-

ne di trovarsi in luoghi che preferi-

rebbe non fossero noti. Ma già sa

che potrebbe capitargli. Anzi, ha

cominciato a vagheggiare di roman-

tiche, e riservate, fughe con una

simpatica bimba bionda conosciuta

in vacanza. Non gli è ancora capita-

to; ma se gli capitasse forse preferi-

rebbe dire alla sua mamma – della

cui gelosia comincia ad avere con-

tezza – che si trovava a casa di un

amico, piuttosto che confessare un

trasgressivo soggiorno in un roman-

non si è perso molto tempo a cer-

care formulazioni che d‟essere in-

formazioni di qualche utilità. Nicolò

non è ancora molto ferrato in meto-

dologia delle scienze sociali o in

epidemiologia; ma gli risulta piut-

tosto oscura l‟utilizzabilità a fini

scientifici del numero relativo alle

persone che ammettono di avere

qualche difficoltà nel ricordare o

nel concentrarsi.

Alla fine, Nicolò ha l’impressione

che non si tratti altro che di soldi e

di tempo buttati via. Non saranno

tanto tempo né tanti soldi, ma sono

proprio buttati via. Con l‟aggiunta

perfida di uno Stato che sperpera i

tuoi soldi e il tuo tempo e in più ti

minaccia con “l‟applicazioni delle

sanzioni previste dagli artt. ...”.

ibl - Istituto Bruno Leoni

www.chicago-blog.it

diretto da Oscar Giannino

Se due cinquantenni non

possono accudire il figlio,

perché tanti sessantenni

debbono accudire i nipoti ?

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Pagina 3 www.voltanaonline.it

Maria stella Gelmini

Tunnel Ginevra Gran Sasso

Chi lotta può perdere,

chi non lotta ha già perso.

Ernesto Che Guevara

Un criminale lega le braccia di

una donna a una trave del soffitto

con delle corde. È inerme di fronte

a lui. Sul suo petto disegna con un

pennarello i contorni di un bersa-

glio. Quindi, con una mazza e un

punteruolo, le spacca lo sterno per

estrarle il cuore. Una scena di un

telefilm su una rete nazionale dopo cena. L'orrore è entrato nelle no-

stre case. È un ospite abituale, a

cui siamo assuefatti, spesso atteso

e benvenuto. Quanti hanno avuto

un brivido di piacere nel vedere in

televisione lo strazio di Gheddafi?

Per strada la gente ti guarda tor-

va, i sorrisi sono sempre più rari.

Al tuo saluto per le scale, gli inqui-

lini tirano dritto senza risponderti.

Le discussioni, in ufficio o al tavolo

con gli amici e i parenti la domeni-

ca, sono tutto sfottò e ironia. […]

È il nuovo modo di conversare.

Alla guida della macchina al mattino

ad ogni curva, ogni semaforo, al

minimo intoppo ti esce un vaffancu-

lo catartico. Ti aiuta a diminuire la

pressione. Inspira, espira, fancula.

Inspira, espira, fancula. Siamo im-

mersi nello Stige quotidiano, il fiu-

me infernale del Quinto Cerchio

della Divina Commedia. Iracondi e

inconsapevoli. I nostri spazi si ridu-cono a metri quadri. Topi in gabbie

sovraffollate.

La violenza è una droga. Chi la

produce lo sa. La vende, la spac-

cia, la inserisce nei media. Ada-gio, leggerezza, pensiero, nuvola,

carezza, bacio, felicità, prato, albe-ro, bicicletta, piano, riso, torrente,

amico, tenerezza sono parole che

Recensione di un Beppe Grillo pensiero

Ancora di Beppe Grillo... […] La Val di Susa è l'ultimo forti-

no della Casta, una ridotta di Salò in cui sono arroccati miliardi di euro

per cooperative di area, infiltrazioni

mafiose, lobby politiche. Fallire in

Val di Susa può essere l'inizio della

fine.

Nel fortino sono stati mandati mi-

gliaia di poliziotti, cittadini in divisa

contro cittadini in abiti civili. Le For-

ze dell'Ordine sono circondate da

una rete per fare un buco nel monte

che non serve a nulla. Io non taglie-

rei quella rete, ma ne aggiungerei

invece un'altra e poi un'altra ancora.

A loro protezione. Poi scenderei

nelle città, nelle università d'Italia per spiegare che la Val di Susa è

l'ultima campana per il Potere, for-

nirei dati e cifre per dimostrare che

la Tav è l'ennesimo furto alle casse

dello Stato e al nostro futuro, come

la Gronda di Genova, il Ponte di

Messina, l'Expo di Milano. La Val di

Susa deve andare in Italia, la sua campana deve suonare per tutti.

dal sito www.beppegrillo.it

"Ultimamente ne ho sentite tante,

ma quella sparata […] da Maroni

non ha precedenti. Il Ministro ha

detto che alle prossime manifesta-

zioni, ogni manifestante deve pa-

gare due euro per poter parteci-

pare. Proprio così, avete capito bene: pagare per manifestare. Ma

come, proprio nel Paese dove non paga nessuno, dovrei pagare per

manifestare!? In Italia non pagano i

politici (che evadono, corrompono,

fanno reati di ogni genere), non

pagano gli evasori fiscali (che rien-

trano grazie a “scudi” e “condoni”

vari), non pagano i parlamentari

(che viaggiano gratis e prendono lo

stipendio senza lavorare), […] ecc.

ecc.

E dovrei pagare io, precario da

tre anni, senza una casa né una fa-

miglia a 35 anni?! Dovrei darvi due

euro per poter manifestare in piaz-

za? Certo che 'sti leghisti sono pro-

prio simpatici..."

Voci e messaggi dal web

non si pronunciano neppure più,

per pudore. Questa overdose di

violenza è la causa o l'effetto di una

società malata? Perché la violenza è

diventata una merce, che si proget-

ta, si esporta, si compra? La guerra

è diventata buona, si chiama e-

sportazione di democrazia. I missi-

li che colpiscono i civili sono fuo-

co amico. Le stragi sono quindi de-mocratiche e avvengono in spirito

di amicizia. Colpisce che questa

epidemia di furore sommerso non

sia contrastata da nessuno. Anzi,

che venga alimentata con il sangue

e l'orrore che escono dagli schermi televisivi, mentre i nostri bambini

giocano sul tappeto del salotto e tu

cerchi disperatamente il telecoman-

do per spegnere quell'oggetto im-

mondo che è la televisione.

dal sito www.beppegrillo.it

Informazioni di base, Immagine del

profilo, Amici e familiari, Istruzione e

lavoro, Filosofia di vita, Arte e intrat-

tenimento, Sport, Attività e interessi.

Quella che è privacy con Facebook diventa condivisione. Su Facebook

capita di trovare che alcuni indicano

la mia stessa convinzione religiosa,

ma - quando arrivano alle opzioni politiche o partitiche - mentre io

sfumo in un generico centro-sinistra

costoro indicano un partito o un

leader di un partito. Niente in con-

trario. Osservo solo che in tempi di

grande scetticismo e disincanto può

diventa tutto facilmente poco credi-

bile. Non si può predicare, moralità,

castità, continenza ed indicare co-

me leader chi ne è esattamente

l‟opposto. Non è possibile servire

Dio e Mammona, rubare a Cesare,

non corrispondere la giusta merce-

de agli operai, predicare contro la dispersione del seme e far sesso

con la nipote fosse o meno di Muba-

rark, ecc. !

Profili su Facebook

Page 4: Voltana On Line n.37-2011

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I leader europei si incontre-

ranno questa settimana per

affrontare i problemi del de-

bito crescente nervosismo

degli investitori di tutto il

mondo. Ecco una guida visi-

va alla crisi.

Il grado di rischiosità per i

debiti e per le economie dei

Paesi è indicato dal colore. È

maggiormente preoccupante

quando è rosso.

Le frecce indicano gli squi-

libri nell‟esposizione debito-

ria tra coloro che ricevono

un finanziamento, apparte-

nenti ad un Paese, e le ban-

che che prestano i fondi, di

un altro Paese. Le frecce

puntano dai debitori alle

banche creditrici. La lar-

ghezza delle frecce è pro-

porzionale al debito. Ad e-sempio: il debito per i finan-

ziamenti concessi ai francesi

dalle banche italiane è di

50,6 miliardi di dollari. Inve-

ce il debito per i finanzia-

menti concessi agli italiani

dalle banche francesi è di

416,4 miliardi di dollari. La

differenza - o lo squilibrio -

mostra che il sistema banca-rio francese è più esposto ai

debiti italiani di circa 365,8

miliardi di dollari.

dal sito www.nytimes.com

I grafici qui riprodotti accompagnano l’articolo scritto da XAQUIN G.V., BILL MARSH, ALAN McLEAN , ARCHIE TSE

pubblicato il 22 ottobre 2011 dal New York Times

Tutto è consultabile nel sito http://www.nytimes.com/interactive/2011/10/23/sunday-review/an-overview-of-the-euro-crisis.html

È tutto interconnesso. Una panoramica della crisi dell’Euro.

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Napolitano non indugi...

Uno dei frutti velenosi di questa

crisi è che abbiamo smesso di cre-

dere nel potere della democrazia

di migliorarci la vita. Trovo emble-

matico il dissidio fra due pesi mas-

simi del nostro immaginario, Steve

Jobs e Barack Obama, ricostruito

dal Wall Street Journal. Il padrone

della Apple chiese al Presidente di

garantire la carta verde (il permes-

so di residenza) agli stranieri che

si laureavano in ingegneria negli

Stati Uniti. Obama rispose che sa-

rebbe stato felice di accontentarlo,

ma che gli mancavano i voti per far

approvare la riforma dal Congres-

so. Jobs si imbestialì: «Invece di

farlo, continua a spiegarmi perché

le cose non si possono fare !». Il

peggiore degli insulti per chi, co-

me Obama, era stato eletto con lo

slogan « Yes we can ».

Il cittadino confuso e infelice si

riconoscerà nel pragmatismo auto-

ritario di Jobs. Uno che, non do-

vendo mediare con nessuno, pote-

va trasformare le sue visioni in a-

zioni e i suoi progetti in oggetti.

Obama incarna, invece, l‟ impo-

tenza della politica, che anche

quando si riempie la bocca e il

Il sogno di Maurizio Sacconi, Mi-

nistro del Lavoro nel Governo Ber-

lusconi, Boss e Scilipoti ?

Fare di tutta la popolazione la-

vorativa italiana un gigantesco

serbatoio di contratti di appren-

distato !

Piena di strafalcioni e di fonti in-

certe: così il quotidiano Il Tempo

ha descritto Wikipedia. Wikipedia

è l‟ enciclopedia libera che in que-

ste ore […] protesta contro il ddl

intercettazioni e quanto previsto dal comma 29 che rischia di minare

la libertà di espressione in Rete.

L’articolista rincara la dose con

ulteriori accuse, sottolineando che

l‟enciclopedia «ha fatto impallidi-

re studiosi, spaventato accade-

mici e depistato studenti convinti di avere a portata di mouse una

Treccani». L‟atteggiamento critico

nei confronti di Wikipedia è totale,

esprimendo con chiarezza l‟ auspi-

cio per cui il ddl possa essere ap-

provato così com‟è, comma 29

compreso: «dove hanno fallito pro-

fessoroni e curatori di tomi a cin-

que stelle, potrebbero arrivare le

norme anti-intercettazioni allo stu-

dio del Parlamento. [...] c‟è da spe-

rarci, con forza». L‟articolo del quo-

tidiano Il Tempo propone una visio-

ne superficiale ed anacronistica di

Wikipedia, propinando così ai let-

tori una analisi superficiale e stru-

mentale. Fin dall‟incipit è chiaro

l‟intento perseguito: La nuova legge

sulle intercettazioni potrebbe avere

un merito inaspettato: far scompari-

re Wikipedia. E prima della firma

(di Alberto di Majo), una spallata

ulteriore: [...] non sarebbe meglio

diffondere voci autorevoli? Rispolve-

riamo la Treccani.

Agli utenti la scelta: rispolverare

la Treccani o assicurarsi che il com-

ma 29 non faccia danni? Il tempo

sarà giudice. Il Tempo, invece, la-

scia … il tempo che trova !

COMMENTO: Wikipedia è un pro-

getto libero e universale. Esiste una

Wikipedia in trenta lingue e i pro-

getti Wikipedia sono bene 282 ! Non

so quali siano gli elementi conside-

rati dall’articolista de Il Tempo nel

trarre il suo giudizio. Forse i volonta-

ri italiani che scrivono su Wikipedia

sono qualitativamente inferiori ai

volontari degli altri Paesi ? Magari se

i “professoroni e curatori di tomi a

cinque stelle” si rimboccassero le

maniche e dessero pure loro un con-

tributo volontario (e gratuito) tutti ne

trarrebbero giovamento ! Dimenti-

cavo: e se provassimo ad insegnare

ai giovani “come” si fa una ricerca,

cosa diversa dal “copiare e incolla-

re” conoscenze altrui, fossero pure

tratte da una famosa enciclopedia ?!

Il Tempo definisce Wikipedia come un crogiolo di strafalcioni da far impallidire

studiosi e accademici. Insomma: meglio chiuderla con un ddl. dal sito www.webnews.it

cuore di cambiamento, deve misu-

rarsi con i meccanismi della demo-

crazia che ne rallentano e depoten-

ziano le decisioni.

L’idea che per cambiare la poli-

tica basti cambiare i politici è una

pia illusione che si rinnova a ogni campagna elettorale. Bisogna cam-

biare le regole: di funzionamento e

di rappresentanza. La democrazia

non è burocrazia e nemmeno una

delega al santone di turno. È par-

tecipazione alla vita della propria

comunità. Si può ripartire solo da lì. Prima che i cittadini esasperati

imbocchino la solita scorciatoia del

dispotismo.

Articolo di Massimo Gramellini

Pubblicato su La Stampa del 1°/11/2011

e nel sito www.lastampa.it

babile che in questo

quadro si possano creare delle

maggioranze alternative che do-

vrebbero nascere da un volontario

passo indietro del premier.

UN'AGONIA DELETERIA. Non resta perciò che lo scioglimento

delle Camere come unica via per

uscire dall'impasse. Meglio il voto

di questa interminabile agonia che

rischia di protrarsi per un altro anno

e mezzo. Napolitano non dovrebbe

indugiare oltre. Un indugio che

qualcuno un giorno gli potrebbe

rinfacciare.

Editoriale di Paolo Madron

dal sito www.lettera43.it

Quotidiano online indipendente

Il pensiero unico nazionale è pas-

sato dalle escort al default ... Cosa

resterà di questi ultimi vent’anni ?

Beh, almeno abbiamo arricchito il

nostro lessico con due parole ...

Poi, come diceva Giorgio Gaber,

“A volte un bel culo, fa allegria”.

Forse non è il caso, ma - in momen-

ti come questo - non resta che confi-

dare nella sorte oppure semplice-

mente di aver del culo.

(Segue da pag. 1 )

Non si può, ma si può di Massimo Gramellini

Page 6: Voltana On Line n.37-2011

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di Massimo Gramellini

“In dieci anni la mia

pensione e cresciuta del

18 %, il mio tenore di vi-

ta è rimasto uguale, ma

le spese sono

cresciute del 55 % ! ”

“Questo Paese non si

salverà, la stagione dei

diritti e della libertà si

rivelerà effimera, se non

nascerà in noi un nuovo

senso del dovere.”

Aldo Moro

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Warren Buffett, "Io metterei fine

al deficit in 5 minuti", ha detto a CNBC. "Basta passare una legge che

dice che ogni volta che c'è un deficit

superiore al 3% del PIL, tutti i mem-

bri seduta del Congresso non sono

ammissibili per la rielezione. Il 26mo

emendamento (concessione del di-

ritto di voto per 18 anni) ha richiesto

solo 3 mesi e 8 giorni per essere

ratificato! Perché? Semplice! La gen-

te lo chiedeva. Questo accadde nel

1971 ... prima dei computer, delle e-

mail, dei telefoni cellulari, ecc Dei

27 emendamenti alla Costituzione,

sette (7) hanno richiesto 1 anno o

meno per diventare una legge del

Paese ... tutto a causa della pressio-

ne dell'opinione pubblica.

Warren Buffet sta chiedendo a cia-

scun destinatario di trasmettere la

questa e-mail a una ventina di per-

sone tratte dalla lista degli indirizzi;

chiedendo a loro volta a ciascuna di

esse di fare la medesima cosa.

In tre giorni, molte persone negli

Stati Uniti d'America avranno il mes-

saggio. Questa è un‟idea che do-

vrebbe veramente essere fatta cir-

colare.

* Proposta di riforma del Congresso

- 2011 *

1. Nessun ruolo / Nessun vitalizio.

I membri del Congresso percepi-

scono lo stipendio quando sono in

servizio e non ricevono alcun paga-

mento quando sono fuori ufficio.

2. Il Congresso (passato, presente

e futuro) partecipa alla Social Secu-

rity. Tutti le risorse dei fondi pen-

sione del Congresso passeranno

immediatamente al sistema di sicu-

rezza sociale. Tutti i fondi futuri

confluiranno nel sistema di previ-

denza sociale e il Congresso ne

sarà partecipe con il popolo ameri-

cano. Le disponibilità del sistema

non possono essere utilizzato per

altri scopi.

3. Il Congresso può acquistare un

proprio piano pensione, così come

fanno tutti gli americani.

4. Il Congresso non può continua-

re a votarsi l‟aumento delle retribu-

zioni. Gli aumenti delle paghe dei

membri del Congresso avverrà

scegliendo il minore tra l‟indice dei

prezzi al consumo e il 3%.

5. Il Congresso perde il proprio

attuale sistema di assistenza sanita-

ria e partecipa al sistema sanitario

del popolo americano.

6. Il Congresso deve ugualmente

rispettare tutte le leggi che impon-

gono al popolo americano.

7. Tutti i benefici dei membri del

Congresso del passato e del pre-

sente sono nulli a partire dal

01/01/2012. Questo perché il popo-

lo americano non ha stipulato quei

contratti con i membri del Congres-

so. Gli appartenenti al Congresso,

tutti quei contratti se li sono fatti nel

loro interesse. Servire al Congres-

so è un onore, non è una carriera. I Padri Fondatori immaginarono

cittadini legislatori, così i nostri al

Congresso, completato il loro ser-

vizio, dovrebbero andare a casa e

tornare al loro lavoro.

Se ogni persona contatta un mini-

mo di venti persone, allora ci vor-

ranno solo tre giorni affinché la

maggior parte delle persone negli

USA possa ricevere questo messag-

gio. Può essere il momento.

traduzione di Mario Paganini

Catena di Sant‟Antonio americana...

"Roma ladrona, urlavano i padani.

A capo c'era un tizio un po' buffo, si

chiamava Umberto. E diceva di a-

verlo duro. E oggi, quell'Umberto

[…], sostanzialmente fanculizza il

Presidente della Camera. Perché?

Perché, in diretta Tv, aveva sputta-

nato l'etica del Bossi-pensiero, del

padanismo, annunciando che la moglie del prode padano di verde

vestito è andata in pensione all'età

di 39 anni. Alla faccia di Roma la-

drona, si direbbe. Per quanto tem-

po ancora dobbiamo assistere a

questo siparietto? Per quanto tem-

po ancora dobbiamo chiamare Mi-

nistro un tipo come Umberto?"

Page 7: Voltana On Line n.37-2011

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NEL PROSSIMO FUTURO... di Mario Paganini ria, l‟incompetenza.

Pertanto è possibile condizionare

una persona nelle scelte, indivi-

duandone le debolezze; ad esem-

pio: enfatizzandone i timori, le ansie,

le fisime e le fobie si può ottenere la

risposta attesa, il comportamento

voluto, il voto necessario.

Anche il senso di appartenenza

può alterare la capacità critica e di

discernimento: il proprio beniamino

ha sempre ragione, la squadra del

cuore è sempre vittima dell‟altrui

faziosità, ecc. E, per converso: l‟ an-

tagonista di turno ha sempre torto,

le opposte tifoserie sono sempre

corrotte e in malafede, ecc.

Se, in passato, chi non sapeva ave-

va il buon senso di tacere, oggi chi

non sa vuole parlare, partecipare e,

peggio, vuole contare nel decidere.

C’è un Paese che offre, in proposi-

to, esempi eclatanti. Un ex Ministro di Grazia e Giustizia, pochi giorni

dopo aver lasciato il suo dicastero,

dà addosso alla Magistratura con

argomentazioni indegne di uno che

pure conosce il Diritto. Sempre in

quel Paese il Ministro della Pubblica

Istruzione, dell‟Università e della

Ricerca Scientifica dopo aver fatto

tagli dissennati, ora, con disinvoltu-

ra, cerca di … smarcarsi, attribuen-do ad altri Ministri oppure ai Diri-

genti del ministero la responsabilità

degli eventi.

Se “il pesce marcio puzza dal ca-

po”, con simili esempi e maestri ...

Ma quando la faziosità, l’ incompe-

tenza e la partigianeria caratterizza-

no la maggioranza di un popolo, dif-

ficilmente potremo essere ottimisti

sul futuro di quel Paese.

Si aggiunga che, il diffuso malco-

stume ha convinto i più a curare il

proprio esclusivo interesse. L‟ egoi-

smo diventa una virtù. Il trarre un

ingiusto profitto è “lecito”. Cogliere

vantaggi dalle altrui debolezze è

segno di sorte o dei benevoli.

Si stanno creando, dunque, le con-

dizioni non per l‟auspicabile svolta

autorevole, ma per una impudente

svolta autoritaria. Non sarà una con-

versione delle menti e dei cuori,

bensì una imposizione dall‟alto o,

più probabilmente, dall‟esterno.

Mario Paganini

L’espressione L'état, c'est moi, ("Lo Stato sono io"), viene attribuita

a Luigi XIV, il re francese famoso

per aver instaurato una monarchia

assoluta, accentrando i poteri dello

Stato nella propria persona. La frase

determina la tipologia di regime

politico instaurata dal sovrano, cioè

quella di Stato personale, nel quale si assiste ad una identificazione tra

la persona del monarca e lo Stato.

L’Occidente ha dovuto impegnarsi

a fondo per conseguire un diverso

ordine sociale. Ai giorni nostri il

miglior modo, per rappresentare

gli interessi di un intero popolo, è la democrazia parlamentare elettiva.

Oggi sono i rappresentanti del

popolo che, liberamente eletti, ne

tutelano gli interessi e ne promuo-

vono il benessere. Ma sempre ai

giorni nostri sono emersi alcuni li-

miti: la dittatura della maggioranza, la corruttibilità degli eletti e il non

essere idonei al ruolo o alle funzioni

che si è chiamati a svolgere.

Inoltre mi sembra sia di tutta evi-

denza la volontà veicolata dai mass-

media che fanno tendenza di mette-

re al guinzaglio i Parlamenti.

Accomuna tutto l’Occidente sia

l‟affanno dei sistemi democratici sia

il crescendo di corruzione e malver-

sazione della cosa pubblica. Scelte,

spesso poco felice, accrescono, poi,

oggettivamente il discredito verso i Parlamenti ed i parlamentari. L‟ ap-

puntamento elettorale - certo, libe-

ro e con voto segreto - cessa per-

tanto di essere l‟occasione per ma-

nifestare la propria volontà. Ieri, il

voto di preferenza e la speranza di

competere, alla pari, con lobby,

corporazioni e gruppi più o meno

trasparenti, animava tutti gli eletto-

ri, come spronati dalla speranza (o

illusione) di contare. Ora, con scel-

te fatte ed imposte dall‟alto, per

cooptazione da parte dei segretari di Partito, non c‟è più slancio,

speranza (o illusione).

Ma non è solamente il potere Le-

gislativo ad essere in crisi e/o sotto

assedio. Oggi anche la Giustizia è

al centro di manovre e di pesanti

ricatti.

Se la democrazia elettiva e rap-

presentativa è stata una grande

conquista (anche se ora viene scre-ditata), avrà più gravi conseguen-

ze, per la convivenza di un popolo,

la riproposizione di una Bassa ed

un‟Alta Giustizia.

Chi occupa ruoli di responsabilità

sovente reclama per sé l‟impunità.

Si possono commettere grandi ini-quità o nefandezze, ma una volta

giunti ai vertici, si è al di fuori della

giustizia ordinaria. Così, in Italia,

occupano seggi in Parlamento per-

sone contigue a sistemi malavitosi.

Inoltre, è con i soldi dei contri-

buenti che sono retribuiti parla-

mentari condannati per gravi reati.

La democrazia si manifesta attra-

verso la partecipazione ed i con-

sensi. Purtroppo la corruzione pro-

duce ricchezza e con la ricchezza è

possibile comprare la partecipazio-

ne e il consenso. È una spirale per-

versa. Se uno o più personaggi cor-

rotti possono occupare posti di al-

tissima responsabilità pubblica le scelte operate da costoro andranno

nell‟interesse di pochi e produrran-

no clientele. Le clientele genereran-

no lucri e consensi elettorali, raffor-

zando il potere dei patroni.

Un ruolo importantissimo lo svol-

ge l‟informazione. I mass-media

potranno informare i cittadini op-pure potranno deformare la realtà

ed ingannare i cittadini.

È opportuno ricordare che, quan-

do si compie una qualsiasi scelta,

spesso prevalgono elementi irra-zionali, pertanto: la fretta, la super-

ficialità, l‟abitudine, il conformismo

e la noia hanno un ruolo spesso non

trascurabile. Risultano, invece, de-

terminanti: la paura, la partigiane-

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(Not) Doing Business 2012 di Carlo Stagnaro

150

diti. E, per quel che riguarda la ga-

ranzia dei contratti (che poi è una

misura indiretta dell‟efficienza

nell‟amministrazione della giusti-

zia) servono 1.245 giorni per capire

chi, tra i due contendenti, ha ragio-

ne e chi torto.

Ecco: da qui non si può non parti-

re se si vuole fare qualcosa di buo-

no per il Paese. Tutto il resto sono

chiacchiere fastidiose.

L’articolo di Carlo Stagnaro è tratto dal

sito www.chicago-blog.it

Pagina 8 www.voltanaonline.it

Posso lasciarti, lo sai,

solo il ricordo di sogni interrotti,

di progetti mai terminati

e di parole spesso incomprese,

di errori tenacemente ripetuti,

di silenzi assordanti e di rovinose cadute.

Porta sempre, ti prego, tutto questo con te

e custodiscilo al caldo delle tue giovani tasche.

Fanne tesoro, se puoi.

Domani, forse, potrebbe esser già tardi.

di Paolo Gagliardi

L’EREDITÀ

© Paolo Gagliardi 2011 Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è

vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

È uscita l’edizione 2012 del rap-

porto “Doing Business”, nel quale la

Banca mondiale censisce, attraverso

dieci indicatori, l’attrattività dei di-

versi Paesi rispetto all‟iniziativa im-

prenditoriale. Secondo voi l‟Italia

sale o scende in classifica?

Con l’87mo posto in classifica (su

183), l‟Italia perde quattro posizioni

rispetto all‟anno passato. Nel 2011

avevamo una posizione migliore in

7 dei 10 indicatori, mentre negli al-

tri tre siamo rimasti stabili. L‟ arre-

tramento peggiore, addirittura di

dieci caselle, si registra nella cate-

goria “avviare un‟impresa”, princi-

palmente a causa del miglioramento

dell‟ambiente normativo all‟estero.

Perché il messaggio che ormai da 8

anni ci arriva dalla Banca mondiale

è che il resto del mondo si è posto il

problema di come rendere la vita

più facile alle imprese, e ha cercato

di dare risposte. Noi, no, e anche

quando l‟abbiamo fatto, con intensi-

tà insufficiente.

Come nel passato, dunque, l’Italia

non è forte su nessun terreno, ma su

alcuni è particolarmente debole. Sui

permessi edilizi siamo 96mi. Sugli

allacciamenti alle reti energetiche,

109mi. Sul mercato del credito,

98mi. Sulla facilità a pagare le impo-

ste, 134mi (134 !). Sull‟enforcement

dei contratti, 158mi (su 183 !). Chi

legga la scheda relativa all‟Italia nel

2012, non troverà quasi alcuna diffe-

renza rispetto a quella del 2011, che

era uguale a quella del 2010 che

rifletteva quella dell‟anno prima

ecc. ecc.

Quindi, c’è un motivo se i giornali

oggi non se ne sono occupati. Non

c‟è la notizia. C‟è, però, della so-

stanza che merita di essere appro-

fondita. Ed è, in fondo, semplice: se

il tema della discussione politica di

oggi è il decreto sviluppo, ecco,

nell‟indagine della World Bank ci

sono tutte le indicazioni necessarie

a riempirlo. Non stiamo parlando,

nella maggior parte dei casi, di in-

terventi che abbiano un impatto sul

bilancio pubblico: stiamo parlando

di liberalizzazioni oppure di sempli-

ficazioni o ancora di miglioramento

nella qualità e nell‟efficienza della

pubblica amministrazione (che, in

generale, implica una riduzione dei

costi, specie del costo del lavoro, o

un aumento della produttività, ge-

neralmente attraverso una migliore

organizzazione del lavoro).

Volendo scegliere un indicatore,

quello più significativo è legato al

Fisco. L‟aliquota totale sui profitti

delle imprese è pari al 68,5 per

cento: abbiamo troppe tasse

(dunque troppa spesa, non troppo

poca, come sostengono quelli che

vorrebbero un decreto sviluppo

oneroso per le finanze pubbliche).

Ci vogliono 285 ore all‟anno per

compilare la dichiarazione dei red-

Con il Duce fu più facile.

Mussolini aveva una sua poli-

tica. Berlusconi no: ha solo

permesso agli italiani di fare i

loro comodi. Il suo regime di

autoritarismo morbido ha

ucciso l'orgoglio e l'indigna-

zione dei cittadini.

Giorgio Bocca