Voltana On Line n.31-2011
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![Page 1: Voltana On Line n.31-2011](https://reader036.fdocumenti.com/reader036/viewer/2022081811/568bd38a1a28ab2034918036/html5/thumbnails/1.jpg)
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Voltana On Line 31
2011
siamo essere noi stessi il nostro
mass media.
Documentiamoci e cerchiamo di
ricordare che cosa propongono i
politici per uscire dalla crisi. E,con
un minimo di attenzione, realizzere-
mo che “non tutti i partiti sono u-
guali!”
Documentiamoci e cerchiamo di
ricordare che cosa propongono i
leader sindacali per uscire dalla
crisi. E, tra pochi anni, ci stupiremo
quando ci capiterà di ricordare che
la ricetta di qualche sindacato, per
uscire dalla crisi, consisteva nel
lavorare come schiavi, senza diritti
e senza “feste”, e nel protestare
con discrezione, di nascosto e ma-
gari di Domenica! E allora non sa-
remo più una voce (anonima e con-
formista) nel coro dei “tutti i sinda-
cati sono uguali!”
Quando la misura è colma è pos-
sibile solamente una cosa: reagire.
Lo sciopero del 6 settembre deve
essere un segno. Con esso il popo-
lo dei “fessi” manda un segnale,
forte e chiaro, al popolo dei
“furbi”. Un’altra Storia può essere
scritta. Dipende da noi l’esserne tra
i possibili autori. Un’adesione, re-
sponsabile, convinta e numerosa
allo sciopero del 6 settembre ne
segnerà l’inizio. Mario Paganini
tori abbia rotto un incantesimo. E
che le tasche vuote di tanti italiani,
in Autunno, faranno il resto.
Non sarà più possibile colpevoliz-
zare i mass media e/o i tanti leader
per lo stato delle cose.
Certamente i mass media ci hanno
distratto, confuso, disinformato.
Certamente i leader politici con i
loro teatrini ci hanno disgustato.
Certamente i leader sindacali ci
hanno guidato male.
Ma non tutti i mass media, non tutti
i partiti, non tutti i sindacati sono
uguali.
La realtà esiste. O proviamo a go-
vernarla oppure ne resteremo tra-
volti e schiacciati.
Dobbiamo esistere, resistere e
reagire come persone vive!
Smettiamo di avere paura di qual-
siasi altro ci sia dato d’incontrare!
Proviamo a dialogare con lui. Chi
ci è “prossimo” non necessariamen-
te ci deve essere sempre ostile o
nemico. Proviamo ad esporgli i no-
stri dubbi ed i nostri bisogni. E ad
ascoltare i suoi dubbi ed i suoi biso-
gni. Proviamo a condividere una
strategia per porre fine ai dubbi ed
ai bisogni di tutti e nell’interesse di
tutti.
Non servono dei mediatori, pos-
Ragioniamo: se“i saldi devono
restare invariati”, ma i costi della
politica non saranno tagliati, ma gli
evasori ed i ricchi continueranno a
non pagare o pagar poco, mentre i
ricchissimi già si stanno defilando,
negandoci la loro solidarietà; eb-
bene, poche illusioni, a pagare sarà
Pantalone! Insomma, i soliti, che
già pagano, avranno meno servi-
zi, poca pensione e più tasse!
Lo sciopero dei giocatori del pal-
lone ci ha dato un po’ di tempo per
noi stessi e per riflettere, così come
un esempio di comportamento.
Vent’anni fa ci si infiammava e si
scioperava, in tanti e per molti mo-
tivi. Vent’anni fa ci si scandaliz-
zava se un dirigente percepiva quaranta volte il reddito di un suo
operaio o se un campione del mon-
do avesse ingaggi equivalenti a
due, tre dirigenti.
Oggi un dirigente o un big dello
sport, ogni anno, accumulano emo-
lumenti come 500 e perfino 1.000
lavoratori dipendenti, ma nessuno
pare s’indigni. Perché? Che cosa è
accaduto?
I popoli sulla sponda Sud del mar
Mediterraneo sono in rivolta. Moti
di piazza sono segnalati in Grecia,
in Spagna, in Francia, in Inghilterra
e perfino in Polonia.
Forse gli italiani stanno pensano
che quanto sta accadendo in Italia
sia cosa buona e giusta per tutti!?
Penso che lo sciopero dei calcia-
Io non pago! Paghi tu? Paga lui? No, paghi Pantalone!
Mio caro calciatore, potrai permet-
terti di scioperare quando: 1) il tuo
stipendio non supererà i 1.000 euro
mensili; 2) quando la tua sveglia,
comprata a 50 centesimi dai cinesi,
ti suonerà 6 giorni su 7 alle 6:30 del
mattino; 3) quando inizieranno ad
arrivarti le bollette di luce, acqua,
gas, telefono, assicurazione auto, bollo auto, canone TV e le ricariche
del cellulare a tue spese. Ecco, al-
lora potrai permetterti di sciopera-
re. Vergognatevi !
da Facebook
LE FESTIVITA’ DI ALCUNI PAESI A CONFRONTO
ITALIA 9 festività religiose (Santa Madre di Dio; Epifania; il Lunedì
dell’Angelo; Assunzione; Tutti i Santi; Immacolata Concezione;
Natale; Santo Stefano; il Santo Patrono) 3 ricorrenze civili
(Liberazione; Festa del Lavoro; Anniversario della Repubblica)
FRANCIA 6 festività religiose e 5 civili (Giorno dell’anno; Festa del Lavoro;
Festa della Vittoria; Presa della Bastiglia; Armistizio)
SPAGNA 9 festività religiose e 4 festività civili (Capodanno; Festa del Lavo-
ro; Festa nazionale spagnola; Giorno della Costituzione spagnola)
STATI UNITI 2 festività religiose e 10 festività civili (fra le quali, il compleanno
di Lincon; il compleanno di Martin Luther King; il Memorial Day;
l’Independence Day; la Festa del Ringraziamento)
GIAPPONE 16 festività civili (fra le quali, la Festa della Fondazione dello Sta-
to; la Festa della Costituzione; la Festa del Popolo; la Festa della
Cultura; la Festa del Lavoro; il compleanno dell’Imperatore)
Fonte: www.cgil.it
![Page 2: Voltana On Line n.31-2011](https://reader036.fdocumenti.com/reader036/viewer/2022081811/568bd38a1a28ab2034918036/html5/thumbnails/2.jpg)
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difficoltà, viene ospitata gratuita-
mente per una notte. La cantonata
madornale non è mai stata corretta
dal quotidiano di De Benedetti, i cui
lettori sono ancora convinti che
Chiaravalle sia un albergone.
Se è con questi metodi che gli anti-
cattolici calcolano la presunta Ici
evasa dalla Chiesa, stiamo freschi !
"L'indifferenza è vi-
gliaccheria, inettitudi-
ne, parassitismo.
L'indifferente è il pe-
so morto della Storia.”
Antonio Gramsci
IL DELIRIO
DELL’ECONOMIA
CENTRO SOCIALE
IL TONDO
FREDDURA Caso Penati
Un’accusa di corruzione al braccio
destro di Bersani ? Che importa ?!
La sinistra è pulita !
«La splendida abbazia di Chiara-
valle alle porte di Milano costa 300
euro, ma è un cinque stelle a tutti gli
effetti», si leggeva (il 10 novembre
2007) su “la Repubblica". Chiaraval-
le, splendida lo è senza dubbio. Ma
un albergo a cinque stelle proprio
no. Come tanti monasteri ha una fo-
resteria, nel suo caso di 7 stanze sin-gole (una doppia è in via di realizza-
zione), dove ospita chi voglia condi-
videre qualche giornata di preghie-
ra con i monaci cistercensi (e in
qualche caso familiari di persone
ricoverate in ospedali milanesi). Le
stanzette, tutte con bagno e in rego-
la con le normative edilizie vigenti,
sono come quella che vedete nella
foto. Agli ospiti viene chiesto un contributo di 40 euro per la pensio-
ne completa, ma se una persona è in
Sapevi che l’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostoli-
ca) e Propaganda Fide sono al secondo e al terzo posto nell’elenco dei con-
tribuenti dell’Agenzia delle Entrate di Roma (dietro un importante Istituto
di previdenza)? E la Caritas? Non «possiede» nulla, ma gestisce, in effetti,
mense e comunità di recupero per ex tossicodipendenti, case per malati
terminali di Aids o per giovani madri in difficoltà. Tuttavia, per i media del
gruppo di Carlo De Benedetti (e in sintonia con le parole d’ordine dei Ra-
dicali e della Massoneria), tutto ciò deve fruttare ampi redditi, pertanto
queste realtà vanno tassate. Da sempre l’applicazione del mobbing media-tico ha i suoi riti: “io so perfettamente che tu esisti, mi rispondi e cerchi il
dialogo, ma io ti ignoro e faccio come se tu non ci fossi”. Via dunque alle
cifre sparate a casaccio e senza citare le fonti... Così gli immobili di pro-
prietà della Chiesa Cattolica, in Italia, prima erano il 30 per cento, poi sono
scesi al 22 e domani chissà... Sono palesi enormità. Poi per le percentuali,
che si riferiscono a Roma, va detto che a Roma tutte le congregazioni reli-
giose del mondo hanno una "casa madre" o una rappresentanza. Inoltre a
Roma molte Conferenze episcopali nazionali hanno i loro collegi, che ospi-
tano i propri studenti mentre frequentano le Pontificie università. Ma un
collegio di seminaristi o di giovani preti, che studiano e pregano, che red-dito può produrre? Avrà soltanto dei costi, come tutti gli Istituti d’ istruzio-
ne. E nessun Istituto d’istruzione paga l’Ici. La campagna contro la Chiesa
non teme le sciocchezze. Leggiamo, ad esempio, l’elogio all’emendamento
dei Radicali «che farebbe cadere l’esenzione dall’Ici (...) per tutti gli immo-
bili della Chiesa non utilizzati per finalità di culto», con questo elenco:
«Quelli in cui si svolgono attività turistiche, assistenziali, didattiche, sporti-
ve e sanitarie, spesso in concorrenza con privati che al fisco non possono
opporre scudi di sorta». È una scure che finirebbe con il decapitare anche
innumerevoli ONG, enti di promozione sportiva laicissimi, scuole non cat-
toliche, realtà culturali, politiche e sindacali. Un massacro che costerebbe
una cifra inaudita (la sola scuola paritaria, pubblica esattamente come la statale, fa "risparmiare" 6 miliardi all’anno) allo Stato! Ma che importa? La
furia demagogica ha bisogno di un facile bersaglio da additare all’odio
popolare. E intanto gli evasori, quelli veri, gongolano.
“Dagli addosso! Dagli al prete!”
Un esempio: Ecco l’esclusivo Resort di Chiaravalle. Da 300 euro al giorno! Controllare che il cervello sia collegato prima di ...
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do modificata dalla licenza.
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diritti:Le eccezioni, libere utilizza-
zioni e le altre utilizzazioni consen-
tite dalla legge sul diritto d'autore I
diritti morali dell'autore; Diritti che
altre persone possono avere sia
sull'opera stessa che su co-me l'o-
pera viene utilizzata, come il diritto
all'immagine o alla tutela dei dati
personali. Ogni volta che
sanno con cosa riempirle, lasciando
a bocca asciutta le piccole emittenti,
che forse qualcosa di nuovo da dire
l'avrebbero, e soprattutto Internet.
Si, perché queste stesse frequenze
radio potrebbero essere utilizzate
per fornire connettività wireless alle
piccole comunità ed alle associazio-
ni, permettendo di colmare, almeno
in parte, quel digital divide che an-
cora affligge il nostro Paese
(qualcuno si ricorda ancora del mi-
liardo di euro promesso ad inizio
legislatura e poi cancellato per fare
spazio a cose più importanti, come il
G8 della Maddalena?).
Ma questa è solo una delle cose di
cui siamo costretti ad occuparci no-
nostante i 38°C di temperatura. L'al-
tra è una proposta di legge che ver-
rà votata il 9 Settembre e che per-
metterà ai soliti noti di estendere il
già estesissimo Diritto d'Autore ed i
meno noti “diritti connessi” (quelli
degli esecutori musicali, per esem-
pio) dagli attuali 50 anni a ben 95!
anticipando una direttiva europea
consigliata dal C.O.R.E.P.E.R. e che
ancora nel 2008 è stata osteggiata
fortemente tanto da indurre il Consi-
glio Europeo a mediare su 75 anni.
In altri termini, quando i vostri nipo-
ti, che ora sono in età prescolare,
saranno morti, i diritti d'autore sulle
canzoni di Sanremo 2010 saranno
ancora attivi. Non occorre una lau-
rea in giurisprudenza per capire
che questa follia deve essere ferma-
ta.
Per questo vi chiediamo di infor-
marvi su questi temi, di diffondere
la voce e di attivarvi per impedire
che queste follie diventino Legge
dello Stato. Il nostro sito e la nostra
mailing list sono a vostra dispozione
per ogni ulteriore spiegazione.
Alessandro Bottoni
Segretario Ass. Partito Pirata Nel sito www.partito-pirata.it/
COMMENTO: Parole di buon senso
trovate in un sito dal nome decisa-
mente provocatorio (o eccessivo ?).
Comunque è un’Associazione con
idee interessanti e non conformiste
che meritano di essere conosciute.
Dopo un anno di duro lavoro (per i
fortunati che un lavoro ancora ce
l'hanno), vorremmo poterci disinte-
ressare per qualche tempo della
vita politica del Paese e rilassarci
sotto l'ombrellone con una copia
della Settimana Enigmistica in una
mano ed una aranciata nell'altra.
Purtroppo, in un Paese come l'Italia,
guidato da un Governo come quello
che abbiamo, questo è un lusso che
non possiamo permetterci.
Tra le molte Leggi e leggine che
questo Governo e la sua rappresen-
tanza al Parlamento Europeo stanno
cercando di far passare “col favore
delle Ferie d'Agosto” ce ne sono
due che, se approvate, avrebbero
degli effetti devastanti sul nostro
universo digitale e culturale. La pri-
ma è l'effetto di una curiosa dimenti-
canza del legislatore. Grazie ad un
vuoto legislativo ed all'inspiegabile
disinteresse dei Ministeri preposti,
è possibile che alcune delle prezio-
se frequenze radio destinate al Digi-
tale Terrestre vengano regalate (si:
proprio regalate) a RAI e Mediaset
senza nessuna gara di appalto e
senza nessun corrispettivo economi-
co. In altri termini, tre o quattro mi-
liardi di euro che lo Stato Italiano si
appresta a regalare a RAI e Media-
set (Berlusconi) nello stesso mo-
mento in cui si appresta a chiedere
a tutti noi “lacrime e sangue” per
evitare il tracollo finanziario del Pa-
ese.
La perdita economica, tuttavia,
sarebbe solo una parte del danno.
Molto peggio di questa c'è il fatto
che queste frequenze finirebbero
nelle mani dei due maggiori domi-
natori del mercato, che già dispon-
gono delle loro frequenze e non
Col favore delle ferie di Alessandro Bottoni
usi o distribuisci quest'opera,
devi farlo secondo i termini di que-
sta licenza, che va comunicata con
chiarezza.
E per saperne di più visita il sito
http://creativecommons.org/
http://www.creativecommons.it/
Creative Commons
segue
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Pagina 4 www.voltanaonline.it
L'asimmetria tra guadagni e perdi-
te incoraggia l'audacia: una volta
superata una certa soglia di rischio,
il gestore finanziario - che piazza
scommesse con i soldi degli altri -
ignora il pericolo.
di Daniel Cohen nel sito www.lavoce.info
L'asimmetria tra guadagni e perdite
incoraggia l'audacia: una volta su-
perata una certa soglia di rischio, il
gestore finanziario che piazza scom-
messe con i soldi degli altri, ignora
il pericolo. Dal punto di vista socia-
le, il problema nasce della diver-
genza degli incentivi . Anche se l'in-
termediario è consapevole che po-
trebbe ricavarne una notevole per-
dita personale, questa non sarà mai
comparabile alle perdite inflitte ai
risparmiatori.
Questa semplice regola - i profitti
sono miei (almeno in parte), mentre
le perdite sono di altri - ci permette
di capire il “meraviglioso mondo
della finanza”. Il gestore vive in un
mondo di valori “panglossiani”, per
utilizzare un'espressione di Paul
Krugman: proprio come il perso-
naggio di Voltaire, l'investitore vede
soltanto il lato positivo dell'affare e
non prende in considerazioni i ri-
schi, non per negligenza, ma razio-
nalmente.
È un meccanismo che spiega le crisi
del debito sovrano degli ultimi qua-
ranta anni. E può aiutarci a com-
prendere la crisi dei subprime dello
scorso anno.
I principi panglossiani spiegano
perché per la finanza sia necessaria
una regolamentazione. Le regole
prudenziali fissano un rapporto mi-
nimo tra capitale delle banche e
ammontare dei loro investimenti.
L'idea è di obbligarle ad avere
sempre la liquidità necessaria per
pagare, e dunque per anticipare, le
potenziali perdite. Viceversa, la
crisi dei subprime dimostra come
funzionano le cose quando attraver-
so vari artifici gli intermediari fi-
nanziari riescono a liberarsi dei
vincoli della regolamentazione.
All'origine della crisi dei subprime
c'è una brillante innovazione . Per
offrire crediti immobiliari a tassi
interessanti a un pubblico più am-
pio di investitori, gli ingegneri di
Wall Street hanno avuto l'idea di
suddividere i portafogli con attività
ipotecarie in diverse tranche: le
tranche di più elevata qualità sono
pagate per prime, seguite da quel-
le di medio livello, mentre le
tranche di livello più basso soppor-
tano il rischio di un eventuale falli-
mento. Si costruisce così un venta-
glio di attività diversificate, che
attraggono vaste categorie di inve-
stitori: fondi pensione per le
tranche a livello più elevato e fondi
speculativi per le attività di rischio.
L'invenzione, realizzata nel 1983 da
una consociata della General Elec-
tric, era inizialmente rivolta ai nor-
mali mutuatari. Nonostante una pri-
ma crisi nel 1994, la tecnica decolla
nel 2000, rendendo possibile l'al-
largamento della platea di famiglie
che possono accedere a prestiti
SUBPRIME, RISCHIARE CON I SOLDI ALTRUI di Daniel Cohen
ipotecari: grazie agli ormai famosi
subprime, anche le classi sociali più
svantaggiate possono finalmente
acquistare una casa a credito. ÈWall
Street che va in soccorso di Harlem
con i prestiti “ninja”, dall'inglese
“no job, no income, no assets”, ov-
vero nessun reddito, nessun lavoro,
nessuna garanzia.
LA PRIMA FASE
Il crollo del sistema dei subprime si
dipana in diverse fasi, ognuna delle
quali rivela la visione panglossiana
degli intermediari finanziari. A mon-
te della crisi, un fatto è diventato
presto chiaro: la qualità di ipoteche
così estese si è profondamente de-
teriorata, anche tenendo conto della
nuova clientela per la quale erano
pensate. L'affidabilità sotto il profilo
del credito dei clienti è stata siste-
maticamente sovrastimata dagli in-
termediari responsabili della con-
cessione dei mutui ipotecari. La cau-
sa del deterioramento è evidente.
Un tempo, con la vecchia scuola del
prestito bancario, gli emittenti di un
prestito era anche coloro che suc-
cessivamente lo incassavano, e dun-
que avevano un incentivo a valutare
correttamente l'affidabilità del clien-
te. Con l'avvento della cartolarizza-
zione dei prestiti, l'agente che emet-
te il prestito lo rivende immediata-
mente sui mercati finanziari. Gli in-
centivi sono completamente cam-
biati: ciò che conta è moltiplicare i
numeri, non valutare la qualità del
cliente.
La questione dei confini tra ciascu-
no di noi e tutto il resto del mondo
impone di cambiare il nostro modo
di pensare e di agire, modificando
radicalmente la nostra posizione nei
confronti dell’universo. Vogliamo
anche noi ,di “Voltana On Line”, dare
un piccolo contributo ad una rivolu-
zione culturale radicale quanto ur-
gente.
C’è chi non vuole morire berlusco-
niano, fascista, comunista; noi vor-
remmo non morire “panglossiani”.
Panglossiano è un neologismo
creato per sottolineare come l’ ov-
vietà, il dare per scontato, come ap-
punto fa Pangloss, il precettore di
Candido descritto da Voltaire, sia
una modalità estremamente perico-
losa. Che il lettore giudichi da solo:
“Pangloss insegnava la metafisico-
teologo-cosmologo-scempiologia.
Egli dimostrava mirabilmente che
non ci sono effetti senza causa. [...] È
provato, diceva, che le cose non po-
trebbero stare altrimenti: essendo
tutto creato in vista di un fine, tutto è
necessariamente interno al fine mi-
gliore. I nasi, notate, sono fatti per
reggere gli occhiali: e noi infatti ab-
biamo gli occhiali. Le gambe sono
evidentemente istituite per essere
calzate: e noi abbiamo appunto le
calzature. Lo scopo delle pietre è di
esser tagliate e murate in castelli: e
Sua Grazia possiede precisamente un
castello bellissimo [...] e i porci es-
sendo creati perché si mangino, noi
mangiamo porco tutto l’anno.”
Chi non desidera morire panglos-
siano … visiti il sito e legga “Voltana
On Line”
( Segue a pag. 5 )
![Page 5: Voltana On Line n.31-2011](https://reader036.fdocumenti.com/reader036/viewer/2022081811/568bd38a1a28ab2034918036/html5/thumbnails/5.jpg)
Pagina 5 www.voltanaonline.it
LA FASE DUE
Ma questo è solo il primo piano del
castello di carte, il secondo è la leg-
gerezza delle banche stesse. Per
approfittare al massimo delle nuove
opportunità nei prestiti ipotecari, le
banche hanno creato nuovi stru-
menti fuori-bilancio, i “veicoli strut-
turati di investimento”, i famigerati
Siv. Immettendo le nuove attività in
questi strumenti ad hoc, le banche si
sono liberate delle regole pruden-
ziali e hanno potuto sfruttare la leva
finanziaria per finanziare operazioni
a credito assai redditizie, senza do-
ver ricorrere al proprio capitale. La
macchina delle scommesse con il
denaro altrui si è così messa in mo-
to.
La crisi iniziata nell'estate 2007 ha
rivelato l'ampiezza del fenomeno: le
perdite vanno dai 422 miliardi di
dollari indicati dall'Oecd ai 945 mi-
liardi dell'Fmi. Qualunque sia la ci-
fra finale, che dipende dell'evolu-
zione della crisi, siamo in presenza
di un effetto di “leverage” al contra-
rio, quello che a Wall Stret chiama-
no appunto “deleveraging”. Le ban-
che sono costrette a ridurre il volu-
me dei prestiti,
(ri)proporzionandolo al capitale,
proprio nel momento in cui questo
si riduce a causa delle perdite. Di-
venta perciò inevitabile una contra-
zione del credito, che generalmente
porta alla recessione.
LA FASE TRE
E siamo così al terzo piano del ca-
stello di carte: la bolla immobiliare .
Il denaro facile degli anni Duemila
ha provocato un'esplosione dei
prezzi delle attività, e in particolare
di quelli immobiliari, che ha per-
messo alle famiglie americane di
vivere acredito. Un sistema estre-
mamente lassista ha fatto sì che il
loro debito aumentasse progressi-
vamente via via che cresceva il va-
lore delle proprietà immobiliari.
Tutto va bene finché i prezzi salgo-
no, quando invece i prezzi cadono,
le famiglie il cui mutuo eccede il
valore della casa possono chiedere
o essere costrette al fallimento.
LA FASE QUATTRO
Entra di nuovo in scena il ragiona-
mento panglossiano, ma questa
volta a farlo è chi chiede il prestito.
Le famiglie più fortemente indebi-
tate hanno un incentivo a scommet-
tere sul protrarsi della crescita,
ignorando il rischio di un rovescia-
mento del mercato. E il rischio
maggiore è nell'andare avanti a
farlo. Negli Stati Uniti, la caduta nel
prezzo delle case ora ha raggiunto
un tasso annuale medio del 10 per
cento. Si è avviato un circolo vizio-
so: la riduzione dei prezzi obbliga
le famiglie a dichiarare bancarotta,
il che porta le banche a mettere
all'asta le case non pagate, con
un'ulteriore riduzione dei prezzi.
Molte di quelle stesse famiglie, poi,
hanno preso in prestito altro denaro
per acquistare automobili, hanno
utilizzato in maniera disinvolta la
carta di credito e così via: il
“deleveraging” delle famiglie più
deboli potrebbe diffondere la crisi
ben al di là dei mutui.
di Daniel Cohen nel sito www.lavoce.info
COMMENTO: Finalmente qualcuno
che ti ha spiegato in modo compren-
sibile quanto è accaduto ! Ma la cosa
buffa è che ... l’articolo è stato pub-
blicato il 16/06/2008 !
Chi dice di fare informazione
dov’era e dov’è ?
( Segue da pag. 4 )
Il reato di vilipendio nei confronti
dei contribuenti italiani non è pre-
sente nel codice penale, ma andreb-
be introdotto al più presto. Chi ha
pagato le tasse in questi anni ha por-tato sulle sue spalle tutto il fardello
di uno Stato che ha legiferato solo
per i furbi, con i condoni, la depena-
lizzazione del falso in bilancio, lo
scudo fiscale e cento altre leggi infa-
mi.
Il Paese è diviso in due, tra i fessi e i
furbi. I fessi si sentono sempre più fessi e pagano sempre più tasse, i
furbi, ormai la maggioranza, si sen-
tono rappresentati da una classe po-
litica bipartisan che se ne fotte di
fargli pagare le tasse. I fessi che pa-
gano le spese sociali anche per i
furbi, dalla sanità, alla scuola, alla
sicurezza non hanno più neppure il
conforto di servizi minimi, anzi devo-
no pagare ancora di più per avere di
meno, dalla sanità ai trasporti. Il fur-
bo fotte il fesso due volte. La prima
lasciandogli per intero l'onere delle
tasse, la seconda accedendo gratis o
quasi gratis ai servizi sociali grazie al
basso reddito dichiarato. Il fesso invece li paga per intero, a iniziare
dalle tasse scolastiche per i figli.
I fessi sanno perfettamente che pa-
gano più tasse degli altri europei perché milioni di furbi non le paga-
no. I fessi sanno anche che i parla-
mentari appartengono ai furbi e non
ai fessi e che fanno di tutto per favo-
rire la categoria alla quale apparten-
gono. E' la solidarietà di classe che li
spinge. Il parlamentare che matura
la pensione dopo una legislatura,
che ha spesso due o tre pensioni e
prende di regola due stipendi, quel-
lo da parlamentare e quello per l'atti-
vità principale che continua a svolge-
re, è senza dubbio un furbo. I fessi,
però, nel loro piccolo si possono in-
cazzare. Ora ancora di più perché gli
è chiaro che la pensione non la ve-
dranno mai e gli aumenti continui dei
servizi primari come l'acqua, l'elet-tricità, i rifiuti, la telefonia, i trasporti
gli divorano lo stipendio che gli ri-
mane. Ci sono due tipi di contribuen-
ti, coloro che versano fino all'ultimo
centesimo perché costretti e quelli
che pagano le tasse per dovere so-
ciale. I primi si sentono dentro una
prigione dalla quale, per motivi di
sopravvivenza, fanno di tutto per e-
vadere e trovare un lavoro in nero. I
secondi stanno chiudendo le loro
aziende, medie e piccole o stanno
entrando in clandestinità. Chi può si
trasferisce all'estero, altri vivono con
i risparmi di una vita dopo aver ven-
duto tutto o non dichiarano più nulla.
I furbi stanno diventando maggio-
ranza assoluta, da voto bulgaro. Quando capiranno che senza i fessi,
tutti sono fottuti, sarà troppo tardi. I
parassiti senza un corpo sano muoio-
no. Il contribuente è oggi l'unico ve-
ro valore rimasto in questo Paese
nello sbando più totale, ma lo sarà
ancora per poco e senza la necessità
di nessuno sciopero fiscale. Il contri-
buente sta infatti per dare le dimis-
sioni ed entrare nel paradiso del mondo dei furbi.
I furbi e i fessi dal sito www.beppegrillo.it/
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Tobin Tax, mito e realtà di Mario Seminerio
info: [email protected]
Nel corso dell’ultimo vertice fran-
co-tedesco Angela Merkel e Nico-
las Sarkozy hanno ribadito l’ esi-genza e la necessità di ricorrere ad
una tassa sulle transazioni finanzia-
rie, sulla falsariga della ormai cele-
berrima Tobin Tax. La proposta non è nuova, nell’Unione europea,
ma resta ad alta probabilità di falli-
mento.
Il comunicato congiunto di Merkel
e Sarkozy precisa di aver richiesto
ai rispettivi ministri delle Finanze di
lavorare congiuntamente ad una
idea di tassa sulle transazioni finan-
ziarie, da formulare operativamente
entro la fine di settembre, allo sco-
po di contribuire ai costi di funzio-
namento della Commissione euro-
pea. Come detto, l’idea non è nuo-
va, l’aveva già avanzata Sarkozy me-
si addietro, come fonte di finanzia-
mento per il bilancio comunitario.
La Tobin Tax, nella formulazio-
ne originaria del 1972, per opera
del Nobel James Tobin, prevede-
va una micro-aliquota d’imposta (tra lo 0,05 e lo 0,1 per cento) sulle
transazioni valutarie, allo scopo di
stabilizzare i mercati dei cambi. Po-
trebbe, in linea del tutto teorica,
essere estesa anche ai mercati dei
derivati di ogni genere. Sul piano
concettuale, poiché i mercati finan-
ziari sono frictionless (cioè senza
attriti), la loro crescita dimensionale
tende a creare perturbazioni anche
gravi all’economia reale, che ha
tempi e modalità evolutive ben più
lente. Una tassa di questo tipo, si
argomenta, servirebbe proprio ad
aumentare il grado di attrito del si-
stema, evitando pericolosi scolla-
menti dall’economia reale.
Il problema di questo tipo di im-
poste, come intuibile, è che devo-
no essere applicate simultanea-
mente da tutti gli attori del mer-
cato, oppure si risolvono in un cla-moroso autogol per chi le applica
autonomamente. Forse è per questo
che la Tobin Tax non è mai stata ap-
plicata, malgrado l’enorme attratti-
vità di una imposta che promette di
raccogliere un gettito talmente im-
ponente da risolvere letteralmente
i mali del mondo. La storia della
imposta sulle transazioni finanzia-
rie, in Europa, è un fiume carsico
ed una prerogativa soprattutto di
Nicolas Sarkozy. Già un anno ad-
dietro il presidente francese pro-
pose una Tobin Tax planetaria du-
rante il vertice Onu contro la po-
vertà, per risolvere una volta per
tutte il problema delle risorse per
gli aiuti alla cooperazione interna-
zionale. Non se ne fece nulla. In
seguito, pochi mesi addietro,
l’Eliseo tornò sul concetto, nel qua-
dro della riforma della governance
europea e delle fonti di finanzia-
mento del bilancio comunitario,
attirandosi le critiche del presiden-
te della Bce, Jean-Claude Trichet, che temeva una dislocazione dei
mercati finanziari a tutto svantaggio
della piazza europea.
Tra gli analisti macroeconomi-
ci circolavano ieri delle tristi a-
menità sull’evoluzione del ruolo
di una imposta che, da strumento
salvifico per l’Africa, ha finito col
divenire il miraggio di un salva-
gente per l’Europa. Potrebbe es-serlo anche per gli Stati Uniti, a ben
vedere, se non fosse che le banche
americane hanno un’influenza su
Washington che è ben superiore a
quella che le consorelle europee
esercitano sulle capitali del vecchio
continente. Senza contare che, an-
che se vi fosse l’assenso americano
(che non c’è né ci sarà), gli scambi
finanziari finirebbero con lo spo-
starsi su Medio Oriente o Asia, e
l’intera costruzione franerebbe.
Il punto è che anche una Tobin
Tax planetaria, ammesso e non
concesso di arrivarci, non risol-
verebbe il problema degli incen-
tivi perversi di cui gode tuttora la
finanza. Ad esempio, il gigantismo delle banche (assoluto e relativo,
anche in base al Pil del paese in cui
operano) deriva dalla logica del
“too big to fail”, che ha finora con-
sentito alle medesime di assumere
rischi sapendo che, in ultima istan-
za, i contribuenti le avrebbero sal-
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disponibili nel sito
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vate. Una Tobin Tax non agirebbe in
alcun modo su queste disfunzioni.
Tornando ai guai europei, quel-
lo che ci serve è un percorso ver-
so una diversa definizione del bi-
lancio europeo e della natura
stessa dell’Unione. Un percorso al termine del quale ci sono gli euro-
bond: una cessione di sovranità fi-
scale da parte degli stati nazionali,
una riforma del controllo sulla for-
mazione dei bilanci nazionali, la
possibilità di gestire la fuoriuscita di
stati dalla moneta unica in modo
istituzionalizzato (un divorzio con-
sensuale ed amichevole) e, soprat-
tutto, un ruolo non di pura rappre-
sentanza per il parlamento europeo,
per dare forma compiuta agli Stati
Uniti d’Europa. Ricordando che gli
“altri” Stati Uniti, un debito federale
lo hanno già.
articolo di Mario Seminerio
pubblicato da Il Fatto Quotidiano
e nel sito http://phastidio.net
E … STATE CON UN LIBRO
Ovunque voi andiate tenete
sempre a portata di mano un
buon libro.
È un amico prezioso che in
silenzio e con discrezione aiu-
ta a crescere, arricchisce, in-
forma, diverte.
A tutti gli amici di “Voltana
On Line”: auguri di una buona
lettura e di una buona estate !
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Era l'inizio di dicembre 2010, era appena stata varata una mano-
vra di correzione dei conti pubbli-
ci con i soliti tagli lineari, quando
invitammo, senza essere degnati di
cortese risposta, la presidenza del Consiglio e il ministro Tremonti a
provvedere all'eliminazione di una
norma che non ci risulta applicata
in nessun altro paese civile: l'incas-
so di uno stipendio per un mestie-
re che non fai. Quando un dipen-
dente pubblico viene chiamato a
svolgere un incarico presso un mi-
nistero, una commissione parla-
mentare, un'authority o un organi-
smo internazionale, va in «fuori ruolo». Trattandosi di incarico tem-
poraneo, conserva ovviamente il
posto, l'anomalia è che conserva
anche lo stipendio, a cui si aggiun-
ge l'indennità per il nuovo incari-
co. In sostanza due stipendi per un
periodo di tempo spesso illimitato.
Nel 1994 il Csm lanciava l'allarme,
segnalando «il numero crescente
dei magistrati collocati fuori ruolo, la durata inaccettabile di alcune
situazioni, alcune superano il ven-
tennio, quando non il trentennio...
la reiterazione degli incarichi...
con la creazione di vere e proprie
carriere parallele».
Domanda: è ammissibile che
un soggetto che non lavora per un'amministrazione, ma lavora per
Pagina 7 www.voltanaonline.it
Quei super dirigenti statali pagati con un doppio stipendio di Milena Gabanelli e Bernardo Iovene un'altra, venga pagato anche
dall'amministrazione per la quale
non lavora? Sono bravi dirigenti
dello Stato, sicuramente i migliori,
visto che sono sempre gli stessi a
passare cronicamente da un fuori
ruolo ad un altro, lasciando sguarni-
to il posto d'origine perché non pos-
sono essere sostituiti, e i loro colle-
ghi che restano in servizio si devono
far carico anche del loro lavoro. E
poi c'è il danno, il magistrato fuori
ruolo percepisce anche l'indennità
di malattia, mentre quelli in servizio
la perdono. Per arrivare alla beffa, e
cioè possono essere promossi, ov-
vero avanzare di carriera mentre
sono fuori ruolo. Ad esempio Anto-
nio Catricalà è fuori ruolo dal Consi-
glio di Stato da sempre, è stato capo
gabinetto di vari ministri di schiera-
menti opposti, poi all'Agcom, fino al
2005 segretario della presidenza
del Consiglio con Berlusconi, quindi nominato presidente dell'Antitrust.
Non ricopre la carica in Consiglio di
Stato, ma ciononostante nel 2006 da
consigliere diventa presidente di
sezione, e senza ricoprire quel ruolo
incassa uno stipendio di 9.000 euro
netti al mese che si aggiungono ai
528.492,67 annui dell'Antitrust.
A fare carriera senza ricoprire la
carica è anche Salvatore Sechi, di-staccato alla presidenza del Consi-
glio con un'indennità di 232.413,18,
Agli è al frì ch’a’ n’s’véd
ch’al fa fadiga a srés.
L’è e’ bur de’ dè
ch’e’ fa fadiga a ’viés.
Sono le ferite che non si vedono
che faticano a richiudersi.
È il buio del giorno
che fatica ad andarsene.
FADIGAUNTÉ
FATICAUNTÉ
Immagine e poesia di Paolo Gagliardi
(nella foto origami lasciati da sconosciuti visitatori in uno degli stanzoni del lager di Birkenau-Polonia)
e Franco Frattini, nominato presi-
dente di sezione del Consiglio di
Stato il 7 ottobre del 2009 mentre è
ministro della Repubblica (che pe-
rò risulta in aspettativa per manda-
to parlamentare). Consigliere di Stato è anche Donato Marra: perce-
pisce 189.926,38, più un'indennità
di funzione di 352.513,23 perché è
alla presidenza della Repubblica. Il
dottor Paolo Maria Napolitano oltre
allo stipendio di consigliere di Stato
in fuori ruolo, prende 440.410,49
come giudice della Corte costitu-
zionale. Anche Lamberto Cardia,
magistrato della Corte dei conti fuori ruolo, è stato 13 anni alla Con-
sob, ma il 16 ottobre del 2002 è sta-
to nominato presidente di sezione,
«durante il periodo in cui è stato
collocato fuori ruolo», specifica l'uf-
ficio stampa della Corte dei conti,
«ha percepito il trattamento econo-
mico di magistrato, avendo l'emolu-
mento di 430.000 euro corrisposto
dalla Consob, natura di indennità».
Dall’articolo di Milena Gabanelli
e Bernardo Iovene pubblicato nel
sito www.corriere.it/
N.B. Il quotidiano “Corriere della Sera”
aoolica il Copyright agli articoli pubblicati.
Il testo è stato qui riprodotto (senza fini di
lucro) esclusivamente per finalità di docu-mentazione e per dare n’informazione vera-
mente completa e fedele. Non riprodurre se
non dopo aver contattato l’editore e l’autore.
![Page 8: Voltana On Line n.31-2011](https://reader036.fdocumenti.com/reader036/viewer/2022081811/568bd38a1a28ab2034918036/html5/thumbnails/8.jpg)
La foto è stata scattata con un semplice telescopio newtoniano da
25 cm, con tracciamento manuale, e include lo Shuttle attraccato.
Immagini di Ralf Vandebergh, Mike Salway
Dal sito http://alpo-j.asahikawa-med.ac.jp
La Stazione Spaziale Internazionale è diventata da poco uno degli
oggetti più luminosi in cielo grazie all'aggiunta di quattro enormi
nuovi pannelli solari altamente riflettenti; dopo dieci anni di lavo-ro, ha quasi raggiunto la sua configurazione definitiva.
Immagine dal sito www.nasa.gov
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Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi a
Sabrina Mondini
presso la
Delegazione Comunale di Voltana
Telef. .0545-72885
Le iscrizioni sono aperte
dal 12 al 30 settembre 2011
LABORATORIO MOSAICO
Sede: CA’ VECCHIA - VOLTANA
Giorno: GIOVEDI’
Ore: 20.30 – 22.30
Contributo:€ 65.00 13 LEZIONI
Inizio:20/10/2011
SPAGNOLO DI BASE
E PER CHI VIAGGIA
Sede: CA’ VECCHIA - VOLTANA
Giorno: MARTEDI’
Ore: 20.30 – 22.30
Contributo:€ 100.00 20 LEZIONI
Inizio:25/10/2011
INGLESE PRATICO
Sede: CA’ VECCHIA - VOLTANA
Giorno: MERCOLEDI’
Ore: 20.30 – 22.30
Contributo:€ 100.00 20 LEZIONI
Inizio:26/10/2011
INFORMATICA
CORSO BASE: LIVELLO 1°
E LIVELLO 2°
Sede: SCUOLA MEDIA - VOLTANA
Giorno: LUNEDI’
Ore: 19.00–21.00 (Liv. 1°)
Ore: 21.00–23.00 (Liv. 2°)
Contributo:€ 90.00 10 LEZIONI
Inizio:17/10/2011
UNIVERSITA’ PER ADULTI - LUGO CORSI A VOLTANA A.S. 2011 - 2012