Voltana On Line n.31-2011

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www.voltanaonline.it Voltana On Line 31 2011 siamo essere noi stessi il nostro mass media. Documentiamoci e cerchiamo di ricordare che cosa propongono i politici per uscire dalla crisi. E,con un minimo di attenzione, realizzere- mo che “non tutti i partiti sono u- guali!” Documentiamoci e cerchiamo di ricordare che cosa propongono i leader sindacali per uscire dalla crisi. E, tra pochi anni, ci stupiremo quando ci capiterà di ricordare che la ricetta di qualche sindacato, per uscire dalla crisi, consisteva nel lavorare come schiavi, senza diritti e senza “feste”, e nel protestare con discrezione, di nascosto e ma- gari di Domenica! E allora non sa- remo più una voce (anonima e con- formista) nel coro dei “tutti i sinda- cati sono uguali!” Quando la misura è colma è pos- sibile solamente una cosa: reagire. Lo sciopero del 6 settembre deve essere un segno. Con esso il popo- lo dei “fessi” manda un segnale, forte e chiaro, al popolo dei “furbi”. Un’altra Storia può essere scritta. Dipende da noi l’esserne tra i possibili autori. Un’adesione, re- sponsabile, convinta e numerosa allo sciopero del 6 settembre ne segnerà l’inizio. Mario Paganini tori abbia rotto un incantesimo. E che le tasche vuote di tanti italiani, in Autunno, faranno il resto. Non sarà più possibile colpevoliz- zare i mass media e/o i tanti leader per lo stato delle cose. Certamente i mass media ci hanno distratto, confuso, disinformato. Certamente i leader politici con i loro teatrini ci hanno disgustato. Certamente i leader sindacali ci hanno guidato male. Ma non tutti i mass media, non tutti i partiti, non tutti i sindacati sono uguali. La realtà esiste. O proviamo a go- vernarla oppure ne resteremo tra- volti e schiacciati. Dobbiamo esistere, resistere e reagire come persone vive! Smettiamo di avere paura di qual- siasi altro ci sia dato d’incontrare! Proviamo a dialogare con lui. Chi ci è “prossimo” non necessariamen- te ci deve essere sempre ostile o nemico. Proviamo ad esporgli i no- stri dubbi ed i nostri bisogni. E ad ascoltare i suoi dubbi ed i suoi biso- gni. Proviamo a condividere una strategia per porre fine ai dubbi ed ai bisogni di tutti e nell’interesse di tutti. Non servono dei mediatori, pos- Ragioniamo: se“i saldi devono restare invariati”, ma i costi della politica non saranno tagliati, ma gli evasori ed i ricchi continueranno a non pagare o pagar poco, mentre i ricchissimi già si stanno defilando, negandoci la loro solidarietà; eb- bene, poche illusioni, a pagare sarà Pantalone! Insomma, i soliti, che già pagano, avranno meno servi- zi, poca pensione e più tasse! Lo sciopero dei giocatori del pal- lone ci ha dato un po’ di tempo per noi stessi e per riflettere, così come un esempio di comportamento. Vent’anni fa ci si infiammava e si scioperava, in tanti e per molti mo- tivi. Vent’anni fa ci si scandaliz- zava se un dirigente percepiva quaranta volte il reddito di un suo operaio o se un campione del mon- do avesse ingaggi equivalenti a due, tre dirigenti. Oggi un dirigente o un big dello sport, ogni anno, accumulano emo- lumenti come 500 e perfino 1.000 lavoratori dipendenti, ma nessuno pare s’indigni. Perché? Che cosa è accaduto? I popoli sulla sponda Sud del mar Mediterraneo sono in rivolta. Moti di piazza sono segnalati in Grecia, in Spagna, in Francia, in Inghilterra e perfino in Polonia. Forse gli italiani stanno pensano che quanto sta accadendo in Italia sia cosa buona e giusta per tutti!? Penso che lo sciopero dei calcia- Io non pago! Paghi tu? Paga lui? No, paghi Pantalone! Mio caro calciatore, potrai permet- terti di scioperare quando: 1) il tuo stipendio non supererà i 1.000 euro mensili; 2) quando la tua sveglia, comprata a 50 centesimi dai cinesi, ti suonerà 6 giorni su 7 alle 6:30 del mattino; 3) quando inizieranno ad arrivarti le bollette di luce, acqua, gas, telefono, assicurazione auto, bollo auto, canone TV e le ricariche del cellulare a tue spese. Ecco, al- lora potrai permetterti di sciopera- re. Vergognatevi ! da Facebook LE FESTIVITA’ DI ALCUNI PAESI A CONFRONTO ITALIA 9 festività religiose (Santa Madre di Dio; Epifania; il Lunedì dell’Angelo; Assunzione; Tutti i Santi; Immacolata Concezione; Natale; Santo Stefano; il Santo Patrono) 3 ricorrenze civili (Liberazione; Festa del Lavoro; Anniversario della Repubblica) FRANCIA 6 festività religiose e 5 civili (Giorno dell’anno; Festa del Lavoro; Festa della Vittoria; Presa della Bastiglia; Armistizio) SPAGNA 9 festività religiose e 4 festività civili (Capodanno; Festa del Lavo- ro; Festa nazionale spagnola; Giorno della Costituzione spagnola) STATI UNITI 2 festività religiose e 10 festività civili (fra le quali, il compleanno di Lincon; il compleanno di Martin Luther King; il Memorial Day; l’Independence Day; la Festa del Ringraziamento) GIAPPONE 16 festività civili (fra le quali, la Festa della Fondazione dello Sta- to; la Festa della Costituzione; la Festa del Popolo; la Festa della Cultura; la Festa del Lavoro; il compleanno dell’Imperatore) Fonte: www.cgil.it

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www.voltanaonline.it

Voltana On Line 31

2011

siamo essere noi stessi il nostro

mass media.

Documentiamoci e cerchiamo di

ricordare che cosa propongono i

politici per uscire dalla crisi. E,con

un minimo di attenzione, realizzere-

mo che “non tutti i partiti sono u-

guali!”

Documentiamoci e cerchiamo di

ricordare che cosa propongono i

leader sindacali per uscire dalla

crisi. E, tra pochi anni, ci stupiremo

quando ci capiterà di ricordare che

la ricetta di qualche sindacato, per

uscire dalla crisi, consisteva nel

lavorare come schiavi, senza diritti

e senza “feste”, e nel protestare

con discrezione, di nascosto e ma-

gari di Domenica! E allora non sa-

remo più una voce (anonima e con-

formista) nel coro dei “tutti i sinda-

cati sono uguali!”

Quando la misura è colma è pos-

sibile solamente una cosa: reagire.

Lo sciopero del 6 settembre deve

essere un segno. Con esso il popo-

lo dei “fessi” manda un segnale,

forte e chiaro, al popolo dei

“furbi”. Un’altra Storia può essere

scritta. Dipende da noi l’esserne tra

i possibili autori. Un’adesione, re-

sponsabile, convinta e numerosa

allo sciopero del 6 settembre ne

segnerà l’inizio. Mario Paganini

tori abbia rotto un incantesimo. E

che le tasche vuote di tanti italiani,

in Autunno, faranno il resto.

Non sarà più possibile colpevoliz-

zare i mass media e/o i tanti leader

per lo stato delle cose.

Certamente i mass media ci hanno

distratto, confuso, disinformato.

Certamente i leader politici con i

loro teatrini ci hanno disgustato.

Certamente i leader sindacali ci

hanno guidato male.

Ma non tutti i mass media, non tutti

i partiti, non tutti i sindacati sono

uguali.

La realtà esiste. O proviamo a go-

vernarla oppure ne resteremo tra-

volti e schiacciati.

Dobbiamo esistere, resistere e

reagire come persone vive!

Smettiamo di avere paura di qual-

siasi altro ci sia dato d’incontrare!

Proviamo a dialogare con lui. Chi

ci è “prossimo” non necessariamen-

te ci deve essere sempre ostile o

nemico. Proviamo ad esporgli i no-

stri dubbi ed i nostri bisogni. E ad

ascoltare i suoi dubbi ed i suoi biso-

gni. Proviamo a condividere una

strategia per porre fine ai dubbi ed

ai bisogni di tutti e nell’interesse di

tutti.

Non servono dei mediatori, pos-

Ragioniamo: se“i saldi devono

restare invariati”, ma i costi della

politica non saranno tagliati, ma gli

evasori ed i ricchi continueranno a

non pagare o pagar poco, mentre i

ricchissimi già si stanno defilando,

negandoci la loro solidarietà; eb-

bene, poche illusioni, a pagare sarà

Pantalone! Insomma, i soliti, che

già pagano, avranno meno servi-

zi, poca pensione e più tasse!

Lo sciopero dei giocatori del pal-

lone ci ha dato un po’ di tempo per

noi stessi e per riflettere, così come

un esempio di comportamento.

Vent’anni fa ci si infiammava e si

scioperava, in tanti e per molti mo-

tivi. Vent’anni fa ci si scandaliz-

zava se un dirigente percepiva quaranta volte il reddito di un suo

operaio o se un campione del mon-

do avesse ingaggi equivalenti a

due, tre dirigenti.

Oggi un dirigente o un big dello

sport, ogni anno, accumulano emo-

lumenti come 500 e perfino 1.000

lavoratori dipendenti, ma nessuno

pare s’indigni. Perché? Che cosa è

accaduto?

I popoli sulla sponda Sud del mar

Mediterraneo sono in rivolta. Moti

di piazza sono segnalati in Grecia,

in Spagna, in Francia, in Inghilterra

e perfino in Polonia.

Forse gli italiani stanno pensano

che quanto sta accadendo in Italia

sia cosa buona e giusta per tutti!?

Penso che lo sciopero dei calcia-

Io non pago! Paghi tu? Paga lui? No, paghi Pantalone!

Mio caro calciatore, potrai permet-

terti di scioperare quando: 1) il tuo

stipendio non supererà i 1.000 euro

mensili; 2) quando la tua sveglia,

comprata a 50 centesimi dai cinesi,

ti suonerà 6 giorni su 7 alle 6:30 del

mattino; 3) quando inizieranno ad

arrivarti le bollette di luce, acqua,

gas, telefono, assicurazione auto, bollo auto, canone TV e le ricariche

del cellulare a tue spese. Ecco, al-

lora potrai permetterti di sciopera-

re. Vergognatevi !

da Facebook

LE FESTIVITA’ DI ALCUNI PAESI A CONFRONTO

ITALIA 9 festività religiose (Santa Madre di Dio; Epifania; il Lunedì

dell’Angelo; Assunzione; Tutti i Santi; Immacolata Concezione;

Natale; Santo Stefano; il Santo Patrono) 3 ricorrenze civili

(Liberazione; Festa del Lavoro; Anniversario della Repubblica)

FRANCIA 6 festività religiose e 5 civili (Giorno dell’anno; Festa del Lavoro;

Festa della Vittoria; Presa della Bastiglia; Armistizio)

SPAGNA 9 festività religiose e 4 festività civili (Capodanno; Festa del Lavo-

ro; Festa nazionale spagnola; Giorno della Costituzione spagnola)

STATI UNITI 2 festività religiose e 10 festività civili (fra le quali, il compleanno

di Lincon; il compleanno di Martin Luther King; il Memorial Day;

l’Independence Day; la Festa del Ringraziamento)

GIAPPONE 16 festività civili (fra le quali, la Festa della Fondazione dello Sta-

to; la Festa della Costituzione; la Festa del Popolo; la Festa della

Cultura; la Festa del Lavoro; il compleanno dell’Imperatore)

Fonte: www.cgil.it

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difficoltà, viene ospitata gratuita-

mente per una notte. La cantonata

madornale non è mai stata corretta

dal quotidiano di De Benedetti, i cui

lettori sono ancora convinti che

Chiaravalle sia un albergone.

Se è con questi metodi che gli anti-

cattolici calcolano la presunta Ici

evasa dalla Chiesa, stiamo freschi !

"L'indifferenza è vi-

gliaccheria, inettitudi-

ne, parassitismo.

L'indifferente è il pe-

so morto della Storia.”

Antonio Gramsci

IL DELIRIO

DELL’ECONOMIA

CENTRO SOCIALE

IL TONDO

FREDDURA Caso Penati

Un’accusa di corruzione al braccio

destro di Bersani ? Che importa ?!

La sinistra è pulita !

«La splendida abbazia di Chiara-

valle alle porte di Milano costa 300

euro, ma è un cinque stelle a tutti gli

effetti», si leggeva (il 10 novembre

2007) su “la Repubblica". Chiaraval-

le, splendida lo è senza dubbio. Ma

un albergo a cinque stelle proprio

no. Come tanti monasteri ha una fo-

resteria, nel suo caso di 7 stanze sin-gole (una doppia è in via di realizza-

zione), dove ospita chi voglia condi-

videre qualche giornata di preghie-

ra con i monaci cistercensi (e in

qualche caso familiari di persone

ricoverate in ospedali milanesi). Le

stanzette, tutte con bagno e in rego-

la con le normative edilizie vigenti,

sono come quella che vedete nella

foto. Agli ospiti viene chiesto un contributo di 40 euro per la pensio-

ne completa, ma se una persona è in

Sapevi che l’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostoli-

ca) e Propaganda Fide sono al secondo e al terzo posto nell’elenco dei con-

tribuenti dell’Agenzia delle Entrate di Roma (dietro un importante Istituto

di previdenza)? E la Caritas? Non «possiede» nulla, ma gestisce, in effetti,

mense e comunità di recupero per ex tossicodipendenti, case per malati

terminali di Aids o per giovani madri in difficoltà. Tuttavia, per i media del

gruppo di Carlo De Benedetti (e in sintonia con le parole d’ordine dei Ra-

dicali e della Massoneria), tutto ciò deve fruttare ampi redditi, pertanto

queste realtà vanno tassate. Da sempre l’applicazione del mobbing media-tico ha i suoi riti: “io so perfettamente che tu esisti, mi rispondi e cerchi il

dialogo, ma io ti ignoro e faccio come se tu non ci fossi”. Via dunque alle

cifre sparate a casaccio e senza citare le fonti... Così gli immobili di pro-

prietà della Chiesa Cattolica, in Italia, prima erano il 30 per cento, poi sono

scesi al 22 e domani chissà... Sono palesi enormità. Poi per le percentuali,

che si riferiscono a Roma, va detto che a Roma tutte le congregazioni reli-

giose del mondo hanno una "casa madre" o una rappresentanza. Inoltre a

Roma molte Conferenze episcopali nazionali hanno i loro collegi, che ospi-

tano i propri studenti mentre frequentano le Pontificie università. Ma un

collegio di seminaristi o di giovani preti, che studiano e pregano, che red-dito può produrre? Avrà soltanto dei costi, come tutti gli Istituti d’ istruzio-

ne. E nessun Istituto d’istruzione paga l’Ici. La campagna contro la Chiesa

non teme le sciocchezze. Leggiamo, ad esempio, l’elogio all’emendamento

dei Radicali «che farebbe cadere l’esenzione dall’Ici (...) per tutti gli immo-

bili della Chiesa non utilizzati per finalità di culto», con questo elenco:

«Quelli in cui si svolgono attività turistiche, assistenziali, didattiche, sporti-

ve e sanitarie, spesso in concorrenza con privati che al fisco non possono

opporre scudi di sorta». È una scure che finirebbe con il decapitare anche

innumerevoli ONG, enti di promozione sportiva laicissimi, scuole non cat-

toliche, realtà culturali, politiche e sindacali. Un massacro che costerebbe

una cifra inaudita (la sola scuola paritaria, pubblica esattamente come la statale, fa "risparmiare" 6 miliardi all’anno) allo Stato! Ma che importa? La

furia demagogica ha bisogno di un facile bersaglio da additare all’odio

popolare. E intanto gli evasori, quelli veri, gongolano.

“Dagli addosso! Dagli al prete!”

Un esempio: Ecco l’esclusivo Resort di Chiaravalle. Da 300 euro al giorno! Controllare che il cervello sia collegato prima di ...

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tite dalla legge sul diritto d'autore I

diritti morali dell'autore; Diritti che

altre persone possono avere sia

sull'opera stessa che su co-me l'o-

pera viene utilizzata, come il diritto

all'immagine o alla tutela dei dati

personali. Ogni volta che

sanno con cosa riempirle, lasciando

a bocca asciutta le piccole emittenti,

che forse qualcosa di nuovo da dire

l'avrebbero, e soprattutto Internet.

Si, perché queste stesse frequenze

radio potrebbero essere utilizzate

per fornire connettività wireless alle

piccole comunità ed alle associazio-

ni, permettendo di colmare, almeno

in parte, quel digital divide che an-

cora affligge il nostro Paese

(qualcuno si ricorda ancora del mi-

liardo di euro promesso ad inizio

legislatura e poi cancellato per fare

spazio a cose più importanti, come il

G8 della Maddalena?).

Ma questa è solo una delle cose di

cui siamo costretti ad occuparci no-

nostante i 38°C di temperatura. L'al-

tra è una proposta di legge che ver-

rà votata il 9 Settembre e che per-

metterà ai soliti noti di estendere il

già estesissimo Diritto d'Autore ed i

meno noti “diritti connessi” (quelli

degli esecutori musicali, per esem-

pio) dagli attuali 50 anni a ben 95!

anticipando una direttiva europea

consigliata dal C.O.R.E.P.E.R. e che

ancora nel 2008 è stata osteggiata

fortemente tanto da indurre il Consi-

glio Europeo a mediare su 75 anni.

In altri termini, quando i vostri nipo-

ti, che ora sono in età prescolare,

saranno morti, i diritti d'autore sulle

canzoni di Sanremo 2010 saranno

ancora attivi. Non occorre una lau-

rea in giurisprudenza per capire

che questa follia deve essere ferma-

ta.

Per questo vi chiediamo di infor-

marvi su questi temi, di diffondere

la voce e di attivarvi per impedire

che queste follie diventino Legge

dello Stato. Il nostro sito e la nostra

mailing list sono a vostra dispozione

per ogni ulteriore spiegazione.

Alessandro Bottoni

Segretario Ass. Partito Pirata Nel sito www.partito-pirata.it/

COMMENTO: Parole di buon senso

trovate in un sito dal nome decisa-

mente provocatorio (o eccessivo ?).

Comunque è un’Associazione con

idee interessanti e non conformiste

che meritano di essere conosciute.

Dopo un anno di duro lavoro (per i

fortunati che un lavoro ancora ce

l'hanno), vorremmo poterci disinte-

ressare per qualche tempo della

vita politica del Paese e rilassarci

sotto l'ombrellone con una copia

della Settimana Enigmistica in una

mano ed una aranciata nell'altra.

Purtroppo, in un Paese come l'Italia,

guidato da un Governo come quello

che abbiamo, questo è un lusso che

non possiamo permetterci.

Tra le molte Leggi e leggine che

questo Governo e la sua rappresen-

tanza al Parlamento Europeo stanno

cercando di far passare “col favore

delle Ferie d'Agosto” ce ne sono

due che, se approvate, avrebbero

degli effetti devastanti sul nostro

universo digitale e culturale. La pri-

ma è l'effetto di una curiosa dimenti-

canza del legislatore. Grazie ad un

vuoto legislativo ed all'inspiegabile

disinteresse dei Ministeri preposti,

è possibile che alcune delle prezio-

se frequenze radio destinate al Digi-

tale Terrestre vengano regalate (si:

proprio regalate) a RAI e Mediaset

senza nessuna gara di appalto e

senza nessun corrispettivo economi-

co. In altri termini, tre o quattro mi-

liardi di euro che lo Stato Italiano si

appresta a regalare a RAI e Media-

set (Berlusconi) nello stesso mo-

mento in cui si appresta a chiedere

a tutti noi “lacrime e sangue” per

evitare il tracollo finanziario del Pa-

ese.

La perdita economica, tuttavia,

sarebbe solo una parte del danno.

Molto peggio di questa c'è il fatto

che queste frequenze finirebbero

nelle mani dei due maggiori domi-

natori del mercato, che già dispon-

gono delle loro frequenze e non

Col favore delle ferie di Alessandro Bottoni

usi o distribuisci quest'opera,

devi farlo secondo i termini di que-

sta licenza, che va comunicata con

chiarezza.

E per saperne di più visita il sito

http://creativecommons.org/

http://www.creativecommons.it/

Creative Commons

segue

Page 4: Voltana On Line n.31-2011

Pagina 4 www.voltanaonline.it

L'asimmetria tra guadagni e perdi-

te incoraggia l'audacia: una volta

superata una certa soglia di rischio,

il gestore finanziario - che piazza

scommesse con i soldi degli altri -

ignora il pericolo.

di Daniel Cohen nel sito www.lavoce.info

L'asimmetria tra guadagni e perdite

incoraggia l'audacia: una volta su-

perata una certa soglia di rischio, il

gestore finanziario che piazza scom-

messe con i soldi degli altri, ignora

il pericolo. Dal punto di vista socia-

le, il problema nasce della diver-

genza degli incentivi . Anche se l'in-

termediario è consapevole che po-

trebbe ricavarne una notevole per-

dita personale, questa non sarà mai

comparabile alle perdite inflitte ai

risparmiatori.

Questa semplice regola - i profitti

sono miei (almeno in parte), mentre

le perdite sono di altri - ci permette

di capire il “meraviglioso mondo

della finanza”. Il gestore vive in un

mondo di valori “panglossiani”, per

utilizzare un'espressione di Paul

Krugman: proprio come il perso-

naggio di Voltaire, l'investitore vede

soltanto il lato positivo dell'affare e

non prende in considerazioni i ri-

schi, non per negligenza, ma razio-

nalmente.

È un meccanismo che spiega le crisi

del debito sovrano degli ultimi qua-

ranta anni. E può aiutarci a com-

prendere la crisi dei subprime dello

scorso anno.

I principi panglossiani spiegano

perché per la finanza sia necessaria

una regolamentazione. Le regole

prudenziali fissano un rapporto mi-

nimo tra capitale delle banche e

ammontare dei loro investimenti.

L'idea è di obbligarle ad avere

sempre la liquidità necessaria per

pagare, e dunque per anticipare, le

potenziali perdite. Viceversa, la

crisi dei subprime dimostra come

funzionano le cose quando attraver-

so vari artifici gli intermediari fi-

nanziari riescono a liberarsi dei

vincoli della regolamentazione.

All'origine della crisi dei subprime

c'è una brillante innovazione . Per

offrire crediti immobiliari a tassi

interessanti a un pubblico più am-

pio di investitori, gli ingegneri di

Wall Street hanno avuto l'idea di

suddividere i portafogli con attività

ipotecarie in diverse tranche: le

tranche di più elevata qualità sono

pagate per prime, seguite da quel-

le di medio livello, mentre le

tranche di livello più basso soppor-

tano il rischio di un eventuale falli-

mento. Si costruisce così un venta-

glio di attività diversificate, che

attraggono vaste categorie di inve-

stitori: fondi pensione per le

tranche a livello più elevato e fondi

speculativi per le attività di rischio.

L'invenzione, realizzata nel 1983 da

una consociata della General Elec-

tric, era inizialmente rivolta ai nor-

mali mutuatari. Nonostante una pri-

ma crisi nel 1994, la tecnica decolla

nel 2000, rendendo possibile l'al-

largamento della platea di famiglie

che possono accedere a prestiti

SUBPRIME, RISCHIARE CON I SOLDI ALTRUI di Daniel Cohen

ipotecari: grazie agli ormai famosi

subprime, anche le classi sociali più

svantaggiate possono finalmente

acquistare una casa a credito. ÈWall

Street che va in soccorso di Harlem

con i prestiti “ninja”, dall'inglese

“no job, no income, no assets”, ov-

vero nessun reddito, nessun lavoro,

nessuna garanzia.

LA PRIMA FASE

Il crollo del sistema dei subprime si

dipana in diverse fasi, ognuna delle

quali rivela la visione panglossiana

degli intermediari finanziari. A mon-

te della crisi, un fatto è diventato

presto chiaro: la qualità di ipoteche

così estese si è profondamente de-

teriorata, anche tenendo conto della

nuova clientela per la quale erano

pensate. L'affidabilità sotto il profilo

del credito dei clienti è stata siste-

maticamente sovrastimata dagli in-

termediari responsabili della con-

cessione dei mutui ipotecari. La cau-

sa del deterioramento è evidente.

Un tempo, con la vecchia scuola del

prestito bancario, gli emittenti di un

prestito era anche coloro che suc-

cessivamente lo incassavano, e dun-

que avevano un incentivo a valutare

correttamente l'affidabilità del clien-

te. Con l'avvento della cartolarizza-

zione dei prestiti, l'agente che emet-

te il prestito lo rivende immediata-

mente sui mercati finanziari. Gli in-

centivi sono completamente cam-

biati: ciò che conta è moltiplicare i

numeri, non valutare la qualità del

cliente.

La questione dei confini tra ciascu-

no di noi e tutto il resto del mondo

impone di cambiare il nostro modo

di pensare e di agire, modificando

radicalmente la nostra posizione nei

confronti dell’universo. Vogliamo

anche noi ,di “Voltana On Line”, dare

un piccolo contributo ad una rivolu-

zione culturale radicale quanto ur-

gente.

C’è chi non vuole morire berlusco-

niano, fascista, comunista; noi vor-

remmo non morire “panglossiani”.

Panglossiano è un neologismo

creato per sottolineare come l’ ov-

vietà, il dare per scontato, come ap-

punto fa Pangloss, il precettore di

Candido descritto da Voltaire, sia

una modalità estremamente perico-

losa. Che il lettore giudichi da solo:

“Pangloss insegnava la metafisico-

teologo-cosmologo-scempiologia.

Egli dimostrava mirabilmente che

non ci sono effetti senza causa. [...] È

provato, diceva, che le cose non po-

trebbero stare altrimenti: essendo

tutto creato in vista di un fine, tutto è

necessariamente interno al fine mi-

gliore. I nasi, notate, sono fatti per

reggere gli occhiali: e noi infatti ab-

biamo gli occhiali. Le gambe sono

evidentemente istituite per essere

calzate: e noi abbiamo appunto le

calzature. Lo scopo delle pietre è di

esser tagliate e murate in castelli: e

Sua Grazia possiede precisamente un

castello bellissimo [...] e i porci es-

sendo creati perché si mangino, noi

mangiamo porco tutto l’anno.”

Chi non desidera morire panglos-

siano … visiti il sito e legga “Voltana

On Line”

( Segue a pag. 5 )

Page 5: Voltana On Line n.31-2011

Pagina 5 www.voltanaonline.it

LA FASE DUE

Ma questo è solo il primo piano del

castello di carte, il secondo è la leg-

gerezza delle banche stesse. Per

approfittare al massimo delle nuove

opportunità nei prestiti ipotecari, le

banche hanno creato nuovi stru-

menti fuori-bilancio, i “veicoli strut-

turati di investimento”, i famigerati

Siv. Immettendo le nuove attività in

questi strumenti ad hoc, le banche si

sono liberate delle regole pruden-

ziali e hanno potuto sfruttare la leva

finanziaria per finanziare operazioni

a credito assai redditizie, senza do-

ver ricorrere al proprio capitale. La

macchina delle scommesse con il

denaro altrui si è così messa in mo-

to.

La crisi iniziata nell'estate 2007 ha

rivelato l'ampiezza del fenomeno: le

perdite vanno dai 422 miliardi di

dollari indicati dall'Oecd ai 945 mi-

liardi dell'Fmi. Qualunque sia la ci-

fra finale, che dipende dell'evolu-

zione della crisi, siamo in presenza

di un effetto di “leverage” al contra-

rio, quello che a Wall Stret chiama-

no appunto “deleveraging”. Le ban-

che sono costrette a ridurre il volu-

me dei prestiti,

(ri)proporzionandolo al capitale,

proprio nel momento in cui questo

si riduce a causa delle perdite. Di-

venta perciò inevitabile una contra-

zione del credito, che generalmente

porta alla recessione.

LA FASE TRE

E siamo così al terzo piano del ca-

stello di carte: la bolla immobiliare .

Il denaro facile degli anni Duemila

ha provocato un'esplosione dei

prezzi delle attività, e in particolare

di quelli immobiliari, che ha per-

messo alle famiglie americane di

vivere acredito. Un sistema estre-

mamente lassista ha fatto sì che il

loro debito aumentasse progressi-

vamente via via che cresceva il va-

lore delle proprietà immobiliari.

Tutto va bene finché i prezzi salgo-

no, quando invece i prezzi cadono,

le famiglie il cui mutuo eccede il

valore della casa possono chiedere

o essere costrette al fallimento.

LA FASE QUATTRO

Entra di nuovo in scena il ragiona-

mento panglossiano, ma questa

volta a farlo è chi chiede il prestito.

Le famiglie più fortemente indebi-

tate hanno un incentivo a scommet-

tere sul protrarsi della crescita,

ignorando il rischio di un rovescia-

mento del mercato. E il rischio

maggiore è nell'andare avanti a

farlo. Negli Stati Uniti, la caduta nel

prezzo delle case ora ha raggiunto

un tasso annuale medio del 10 per

cento. Si è avviato un circolo vizio-

so: la riduzione dei prezzi obbliga

le famiglie a dichiarare bancarotta,

il che porta le banche a mettere

all'asta le case non pagate, con

un'ulteriore riduzione dei prezzi.

Molte di quelle stesse famiglie, poi,

hanno preso in prestito altro denaro

per acquistare automobili, hanno

utilizzato in maniera disinvolta la

carta di credito e così via: il

“deleveraging” delle famiglie più

deboli potrebbe diffondere la crisi

ben al di là dei mutui.

di Daniel Cohen nel sito www.lavoce.info

COMMENTO: Finalmente qualcuno

che ti ha spiegato in modo compren-

sibile quanto è accaduto ! Ma la cosa

buffa è che ... l’articolo è stato pub-

blicato il 16/06/2008 !

Chi dice di fare informazione

dov’era e dov’è ?

( Segue da pag. 4 )

Il reato di vilipendio nei confronti

dei contribuenti italiani non è pre-

sente nel codice penale, ma andreb-

be introdotto al più presto. Chi ha

pagato le tasse in questi anni ha por-tato sulle sue spalle tutto il fardello

di uno Stato che ha legiferato solo

per i furbi, con i condoni, la depena-

lizzazione del falso in bilancio, lo

scudo fiscale e cento altre leggi infa-

mi.

Il Paese è diviso in due, tra i fessi e i

furbi. I fessi si sentono sempre più fessi e pagano sempre più tasse, i

furbi, ormai la maggioranza, si sen-

tono rappresentati da una classe po-

litica bipartisan che se ne fotte di

fargli pagare le tasse. I fessi che pa-

gano le spese sociali anche per i

furbi, dalla sanità, alla scuola, alla

sicurezza non hanno più neppure il

conforto di servizi minimi, anzi devo-

no pagare ancora di più per avere di

meno, dalla sanità ai trasporti. Il fur-

bo fotte il fesso due volte. La prima

lasciandogli per intero l'onere delle

tasse, la seconda accedendo gratis o

quasi gratis ai servizi sociali grazie al

basso reddito dichiarato. Il fesso invece li paga per intero, a iniziare

dalle tasse scolastiche per i figli.

I fessi sanno perfettamente che pa-

gano più tasse degli altri europei perché milioni di furbi non le paga-

no. I fessi sanno anche che i parla-

mentari appartengono ai furbi e non

ai fessi e che fanno di tutto per favo-

rire la categoria alla quale apparten-

gono. E' la solidarietà di classe che li

spinge. Il parlamentare che matura

la pensione dopo una legislatura,

che ha spesso due o tre pensioni e

prende di regola due stipendi, quel-

lo da parlamentare e quello per l'atti-

vità principale che continua a svolge-

re, è senza dubbio un furbo. I fessi,

però, nel loro piccolo si possono in-

cazzare. Ora ancora di più perché gli

è chiaro che la pensione non la ve-

dranno mai e gli aumenti continui dei

servizi primari come l'acqua, l'elet-tricità, i rifiuti, la telefonia, i trasporti

gli divorano lo stipendio che gli ri-

mane. Ci sono due tipi di contribuen-

ti, coloro che versano fino all'ultimo

centesimo perché costretti e quelli

che pagano le tasse per dovere so-

ciale. I primi si sentono dentro una

prigione dalla quale, per motivi di

sopravvivenza, fanno di tutto per e-

vadere e trovare un lavoro in nero. I

secondi stanno chiudendo le loro

aziende, medie e piccole o stanno

entrando in clandestinità. Chi può si

trasferisce all'estero, altri vivono con

i risparmi di una vita dopo aver ven-

duto tutto o non dichiarano più nulla.

I furbi stanno diventando maggio-

ranza assoluta, da voto bulgaro. Quando capiranno che senza i fessi,

tutti sono fottuti, sarà troppo tardi. I

parassiti senza un corpo sano muoio-

no. Il contribuente è oggi l'unico ve-

ro valore rimasto in questo Paese

nello sbando più totale, ma lo sarà

ancora per poco e senza la necessità

di nessuno sciopero fiscale. Il contri-

buente sta infatti per dare le dimis-

sioni ed entrare nel paradiso del mondo dei furbi.

I furbi e i fessi dal sito www.beppegrillo.it/

Page 6: Voltana On Line n.31-2011

Tobin Tax, mito e realtà di Mario Seminerio

info: [email protected]

Nel corso dell’ultimo vertice fran-

co-tedesco Angela Merkel e Nico-

las Sarkozy hanno ribadito l’ esi-genza e la necessità di ricorrere ad

una tassa sulle transazioni finanzia-

rie, sulla falsariga della ormai cele-

berrima Tobin Tax. La proposta non è nuova, nell’Unione europea,

ma resta ad alta probabilità di falli-

mento.

Il comunicato congiunto di Merkel

e Sarkozy precisa di aver richiesto

ai rispettivi ministri delle Finanze di

lavorare congiuntamente ad una

idea di tassa sulle transazioni finan-

ziarie, da formulare operativamente

entro la fine di settembre, allo sco-

po di contribuire ai costi di funzio-

namento della Commissione euro-

pea. Come detto, l’idea non è nuo-

va, l’aveva già avanzata Sarkozy me-

si addietro, come fonte di finanzia-

mento per il bilancio comunitario.

La Tobin Tax, nella formulazio-

ne originaria del 1972, per opera

del Nobel James Tobin, prevede-

va una micro-aliquota d’imposta (tra lo 0,05 e lo 0,1 per cento) sulle

transazioni valutarie, allo scopo di

stabilizzare i mercati dei cambi. Po-

trebbe, in linea del tutto teorica,

essere estesa anche ai mercati dei

derivati di ogni genere. Sul piano

concettuale, poiché i mercati finan-

ziari sono frictionless (cioè senza

attriti), la loro crescita dimensionale

tende a creare perturbazioni anche

gravi all’economia reale, che ha

tempi e modalità evolutive ben più

lente. Una tassa di questo tipo, si

argomenta, servirebbe proprio ad

aumentare il grado di attrito del si-

stema, evitando pericolosi scolla-

menti dall’economia reale.

Il problema di questo tipo di im-

poste, come intuibile, è che devo-

no essere applicate simultanea-

mente da tutti gli attori del mer-

cato, oppure si risolvono in un cla-moroso autogol per chi le applica

autonomamente. Forse è per questo

che la Tobin Tax non è mai stata ap-

plicata, malgrado l’enorme attratti-

vità di una imposta che promette di

raccogliere un gettito talmente im-

ponente da risolvere letteralmente

i mali del mondo. La storia della

imposta sulle transazioni finanzia-

rie, in Europa, è un fiume carsico

ed una prerogativa soprattutto di

Nicolas Sarkozy. Già un anno ad-

dietro il presidente francese pro-

pose una Tobin Tax planetaria du-

rante il vertice Onu contro la po-

vertà, per risolvere una volta per

tutte il problema delle risorse per

gli aiuti alla cooperazione interna-

zionale. Non se ne fece nulla. In

seguito, pochi mesi addietro,

l’Eliseo tornò sul concetto, nel qua-

dro della riforma della governance

europea e delle fonti di finanzia-

mento del bilancio comunitario,

attirandosi le critiche del presiden-

te della Bce, Jean-Claude Trichet, che temeva una dislocazione dei

mercati finanziari a tutto svantaggio

della piazza europea.

Tra gli analisti macroeconomi-

ci circolavano ieri delle tristi a-

menità sull’evoluzione del ruolo

di una imposta che, da strumento

salvifico per l’Africa, ha finito col

divenire il miraggio di un salva-

gente per l’Europa. Potrebbe es-serlo anche per gli Stati Uniti, a ben

vedere, se non fosse che le banche

americane hanno un’influenza su

Washington che è ben superiore a

quella che le consorelle europee

esercitano sulle capitali del vecchio

continente. Senza contare che, an-

che se vi fosse l’assenso americano

(che non c’è né ci sarà), gli scambi

finanziari finirebbero con lo spo-

starsi su Medio Oriente o Asia, e

l’intera costruzione franerebbe.

Il punto è che anche una Tobin

Tax planetaria, ammesso e non

concesso di arrivarci, non risol-

verebbe il problema degli incen-

tivi perversi di cui gode tuttora la

finanza. Ad esempio, il gigantismo delle banche (assoluto e relativo,

anche in base al Pil del paese in cui

operano) deriva dalla logica del

“too big to fail”, che ha finora con-

sentito alle medesime di assumere

rischi sapendo che, in ultima istan-

za, i contribuenti le avrebbero sal-

Tutti i PDF di Voltana On Line sono

disponibili nel sito

www.voltanaonline.it , e nel sito

http://issuu.com/voltanaonline/docs

e in www.facebook.com/home.php .

Pagina 6 www.voltanaonline.it

vate. Una Tobin Tax non agirebbe in

alcun modo su queste disfunzioni.

Tornando ai guai europei, quel-

lo che ci serve è un percorso ver-

so una diversa definizione del bi-

lancio europeo e della natura

stessa dell’Unione. Un percorso al termine del quale ci sono gli euro-

bond: una cessione di sovranità fi-

scale da parte degli stati nazionali,

una riforma del controllo sulla for-

mazione dei bilanci nazionali, la

possibilità di gestire la fuoriuscita di

stati dalla moneta unica in modo

istituzionalizzato (un divorzio con-

sensuale ed amichevole) e, soprat-

tutto, un ruolo non di pura rappre-

sentanza per il parlamento europeo,

per dare forma compiuta agli Stati

Uniti d’Europa. Ricordando che gli

“altri” Stati Uniti, un debito federale

lo hanno già.

articolo di Mario Seminerio

pubblicato da Il Fatto Quotidiano

e nel sito http://phastidio.net

E … STATE CON UN LIBRO

Ovunque voi andiate tenete

sempre a portata di mano un

buon libro.

È un amico prezioso che in

silenzio e con discrezione aiu-

ta a crescere, arricchisce, in-

forma, diverte.

A tutti gli amici di “Voltana

On Line”: auguri di una buona

lettura e di una buona estate !

Page 7: Voltana On Line n.31-2011

Era l'inizio di dicembre 2010, era appena stata varata una mano-

vra di correzione dei conti pubbli-

ci con i soliti tagli lineari, quando

invitammo, senza essere degnati di

cortese risposta, la presidenza del Consiglio e il ministro Tremonti a

provvedere all'eliminazione di una

norma che non ci risulta applicata

in nessun altro paese civile: l'incas-

so di uno stipendio per un mestie-

re che non fai. Quando un dipen-

dente pubblico viene chiamato a

svolgere un incarico presso un mi-

nistero, una commissione parla-

mentare, un'authority o un organi-

smo internazionale, va in «fuori ruolo». Trattandosi di incarico tem-

poraneo, conserva ovviamente il

posto, l'anomalia è che conserva

anche lo stipendio, a cui si aggiun-

ge l'indennità per il nuovo incari-

co. In sostanza due stipendi per un

periodo di tempo spesso illimitato.

Nel 1994 il Csm lanciava l'allarme,

segnalando «il numero crescente

dei magistrati collocati fuori ruolo, la durata inaccettabile di alcune

situazioni, alcune superano il ven-

tennio, quando non il trentennio...

la reiterazione degli incarichi...

con la creazione di vere e proprie

carriere parallele».

Domanda: è ammissibile che

un soggetto che non lavora per un'amministrazione, ma lavora per

Pagina 7 www.voltanaonline.it

Quei super dirigenti statali pagati con un doppio stipendio di Milena Gabanelli e Bernardo Iovene un'altra, venga pagato anche

dall'amministrazione per la quale

non lavora? Sono bravi dirigenti

dello Stato, sicuramente i migliori,

visto che sono sempre gli stessi a

passare cronicamente da un fuori

ruolo ad un altro, lasciando sguarni-

to il posto d'origine perché non pos-

sono essere sostituiti, e i loro colle-

ghi che restano in servizio si devono

far carico anche del loro lavoro. E

poi c'è il danno, il magistrato fuori

ruolo percepisce anche l'indennità

di malattia, mentre quelli in servizio

la perdono. Per arrivare alla beffa, e

cioè possono essere promossi, ov-

vero avanzare di carriera mentre

sono fuori ruolo. Ad esempio Anto-

nio Catricalà è fuori ruolo dal Consi-

glio di Stato da sempre, è stato capo

gabinetto di vari ministri di schiera-

menti opposti, poi all'Agcom, fino al

2005 segretario della presidenza

del Consiglio con Berlusconi, quindi nominato presidente dell'Antitrust.

Non ricopre la carica in Consiglio di

Stato, ma ciononostante nel 2006 da

consigliere diventa presidente di

sezione, e senza ricoprire quel ruolo

incassa uno stipendio di 9.000 euro

netti al mese che si aggiungono ai

528.492,67 annui dell'Antitrust.

A fare carriera senza ricoprire la

carica è anche Salvatore Sechi, di-staccato alla presidenza del Consi-

glio con un'indennità di 232.413,18,

Agli è al frì ch’a’ n’s’véd

ch’al fa fadiga a srés.

L’è e’ bur de’ dè

ch’e’ fa fadiga a ’viés.

Sono le ferite che non si vedono

che faticano a richiudersi.

È il buio del giorno

che fatica ad andarsene.

FADIGAUNTÉ

FATICAUNTÉ

Immagine e poesia di Paolo Gagliardi

(nella foto origami lasciati da sconosciuti visitatori in uno degli stanzoni del lager di Birkenau-Polonia)

e Franco Frattini, nominato presi-

dente di sezione del Consiglio di

Stato il 7 ottobre del 2009 mentre è

ministro della Repubblica (che pe-

rò risulta in aspettativa per manda-

to parlamentare). Consigliere di Stato è anche Donato Marra: perce-

pisce 189.926,38, più un'indennità

di funzione di 352.513,23 perché è

alla presidenza della Repubblica. Il

dottor Paolo Maria Napolitano oltre

allo stipendio di consigliere di Stato

in fuori ruolo, prende 440.410,49

come giudice della Corte costitu-

zionale. Anche Lamberto Cardia,

magistrato della Corte dei conti fuori ruolo, è stato 13 anni alla Con-

sob, ma il 16 ottobre del 2002 è sta-

to nominato presidente di sezione,

«durante il periodo in cui è stato

collocato fuori ruolo», specifica l'uf-

ficio stampa della Corte dei conti,

«ha percepito il trattamento econo-

mico di magistrato, avendo l'emolu-

mento di 430.000 euro corrisposto

dalla Consob, natura di indennità».

Dall’articolo di Milena Gabanelli

e Bernardo Iovene pubblicato nel

sito www.corriere.it/

N.B. Il quotidiano “Corriere della Sera”

aoolica il Copyright agli articoli pubblicati.

Il testo è stato qui riprodotto (senza fini di

lucro) esclusivamente per finalità di docu-mentazione e per dare n’informazione vera-

mente completa e fedele. Non riprodurre se

non dopo aver contattato l’editore e l’autore.

Page 8: Voltana On Line n.31-2011

La foto è stata scattata con un semplice telescopio newtoniano da

25 cm, con tracciamento manuale, e include lo Shuttle attraccato.

Immagini di Ralf Vandebergh, Mike Salway

Dal sito http://alpo-j.asahikawa-med.ac.jp

La Stazione Spaziale Internazionale è diventata da poco uno degli

oggetti più luminosi in cielo grazie all'aggiunta di quattro enormi

nuovi pannelli solari altamente riflettenti; dopo dieci anni di lavo-ro, ha quasi raggiunto la sua configurazione definitiva.

Immagine dal sito www.nasa.gov

Pagina 8 www.voltanaonline.it

Per informazioni e iscrizioni

rivolgersi a

Sabrina Mondini

presso la

Delegazione Comunale di Voltana

Telef. .0545-72885

Le iscrizioni sono aperte

dal 12 al 30 settembre 2011

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Sede: CA’ VECCHIA - VOLTANA

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Inizio:25/10/2011

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Inizio:26/10/2011

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E LIVELLO 2°

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