Voltana On Line n.23-2012

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23 2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it anche nostrano) certamente attri- buisce un valore al controllo del territorio, alla disponibilità di colle- gamenti e di trasporti celeri, alle competenze e serietà delle mae- stranze, alla competenza delle Am- ministrazioni Pubbliche cui deve rivolgersi ed alla regole da ottem- perare per non incorrere in sanzio- ni. In Italia non è possibile tutto que- sto. Infatti, in alcune zone del nostro Paese la politica delle assunzioni del personale è gestita da “padrini” locali. Anche l’ubicazione degli im- pianti pare sia gestita da “padrini” locali. Spesso, per stipulare dei contratti occorre aver ricevuto indi- cazioni, suggerimenti o un benesta- re. Talvolta non è sufficiente una “normale” assicurazione per garan- tire la sicurezza degli impianti. La rete dei trasporti a volte non è effi- ciente. Non solo nei collegamenti con la Sicilia o con la Sardegna, ma la Salerno - Reggio Calabria è di- ventata un simbolo (negativo). A tutto si aggiunga una pletora (allucinante) di adempimenti nor- Sono in tanti a ripeterci che “Gli imprenditori stranieri non investono in Italia per via dell’articolo 18 e delle garanzie che tale articolo assi- cura ai lavoratori.” Sorvoliamo sulla applicabilità di tale articolo a “tutti” i lavoratori (per le piccole aziende, infatti, non è mai esistito! Com’è possibile fare una simile affermazione ed essere in buonafe- de?!). Sorvoliamo sul fatto che, in questi ultimi tempi, hanno fatto car- riera personaggi non proprio capa- ci, competenti e trasparenti. E, tra questi personaggi, molti hanno di- mostrato di apprezzare (e compen- sare esageratamente) la segretaria procace e non il diligente dipen- dente, soprattutto se si interessava di questioni sindacali. È, infatti, sot- to gli occhi di tanti il trattamento (opposto) riservato al sindacalista “giallo” (o “del padrone”) fannul- lone, rispetto al lavoratore che sim- patizza per la “FIOM”. E dopo tutti questi sorvoli (di non breve gittata) planiamo su altri lidi. Un imprenditore (straniero, ma mativi ed amministrativi. Occorrono abili Azzeccagarbugli per districar- si in un mare di formalismi, incom- prensibili (e inaccettabili) per im- prenditori stranieri, specie se di provenienza anglofona o mitteleuro- pea. Un americano od un tedesco proprio non sanno capacitarsi il perché di tanta carta ed il perché di tante Amministrazioni da consultare o dalle quali ottenere visti e autoriz- zazioni! Insomma “l’articolo 18” sta alla crisi dell’Italia come Kate Mid- dleton desnuda sta alla crisi eco- nomica internazionale. Tentativi infami di indurre in distrazione! Nel Paese, però, sta avanzando una fisiologica (e promettente) rea- zione ad una inefficiente e costosa classe politica responsabile del de- clino. Sì, perché l’attuale situazione è il risultato delle scelte ed azioni dei politici del centro e della perife- ria. Di quelli che siedono in Parla- mento e di quelli assisi in un Consi- glio Comunale. Della maggioranza e dell’opposizione. Poche leggi. E comprensibili. di Mario Paganini ( Segue a pag. 8 ) Domenica 16 è stata effettuata una corsa di prova (v. foto) per il controllo apparati dopo i lavori di rimozione dei deviatoi e dei binari 1 e 3 dalla sta- zione (inaugurata nel lontano 1889, elettrificata e potenziata con il terzo binario tra il 1978 e il 1980) e ora - purtroppo - depotenziata e declassata a fer- mata. Giornata storica vissuta in modo quasi "intimo" (eravamo solo io e i tecnici di RFI presenti alla pro- va) nell'indifferenza delle persone che, come tutte le domeniche mattina, affollano il bar antistante alla stazione. C’è comunque da dire che i lavori (che non sono ancora terminati) sono stati eseguiti con criterio, senza lasciare in posa armamento (binari, scambi, pali elettrici) ormai inutile, e cosa più importante, l’abbattimento delle barriere architettoniche con la costruzione di un’efficiente e spazioso marciapiede rialzato che permette un più agevole accesso ai treni a tutti, ma in particolare ai disabili. Sempre in tema di disabilità il suddetto marciapiede include manufatti con scanalature e rialzi che permettono ai non vedenti di muoversi in sicurezza all’interno della struttura. Lunedì 17 è ripreso il servizio dei treni sulla nostra linea. Flavio Contoli Il 17 settembre è ripreso il servizio ferroviario nella rinnovata stazione di Voltana Foto di Flavio Contoli Foto di Flavio Contoli Foto di Flavio Contoli

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2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it

anche nostrano) certamente attri-

buisce un valore al controllo del

territorio, alla disponibilità di colle-

gamenti e di trasporti celeri, alle

competenze e serietà delle mae-

stranze, alla competenza delle Am-

ministrazioni Pubbliche cui deve

rivolgersi ed alla regole da ottem-

perare per non incorrere in sanzio-

ni. In Italia non è possibile tutto que-

sto. Infatti, in alcune zone del nostro

Paese la politica delle assunzioni

del personale è gestita da “padrini”

locali. Anche l’ubicazione degli im-

pianti pare sia gestita da “padrini”

locali. Spesso, per stipulare dei

contratti occorre aver ricevuto indi-

cazioni, suggerimenti o un benesta-

re. Talvolta non è sufficiente una

“normale” assicurazione per garan-

tire la sicurezza degli impianti. La

rete dei trasporti a volte non è effi-

ciente. Non solo nei collegamenti

con la Sicilia o con la Sardegna, ma

la Salerno - Reggio Calabria è di-

ventata un simbolo (negativo). A

tutto si aggiunga una pletora

(allucinante) di adempimenti nor-

Sono in tanti a ripeterci che “Gli

imprenditori stranieri non investono

in Italia per via dell’articolo 18 e

delle garanzie che tale articolo assi-

cura ai lavoratori.” Sorvoliamo sulla

applicabilità di tale articolo a

“tutti” i lavoratori (per le piccole

aziende, infatti, non è mai esistito!

Com’è possibile fare una simile

affermazione ed essere in buonafe-

de?!). Sorvoliamo sul fatto che, in

questi ultimi tempi, hanno fatto car-

riera personaggi non proprio capa-

ci, competenti e trasparenti. E, tra

questi personaggi, molti hanno di-

mostrato di apprezzare (e compen-

sare esageratamente) la segretaria

procace e non il diligente dipen-

dente, soprattutto se si interessava

di questioni sindacali. È, infatti, sot-

to gli occhi di tanti il trattamento

(opposto) riservato al sindacalista

“giallo” (o “del padrone”) fannul-

lone, rispetto al lavoratore che sim-

patizza per la “FIOM”.

E dopo tutti questi sorvoli (di non

breve gittata) planiamo su altri lidi.

Un imprenditore (straniero, ma

mativi ed amministrativi. Occorrono

abili Azzeccagarbugli per districar-

si in un mare di formalismi, incom-

prensibili (e inaccettabili) per im-

prenditori stranieri, specie se di

provenienza anglofona o mitteleuro-

pea. Un americano od un tedesco

proprio non sanno capacitarsi il

perché di tanta carta ed il perché di

tante Amministrazioni da consultare

o dalle quali ottenere visti e autoriz-

zazioni!

Insomma “l’articolo 18” sta alla

crisi dell’Italia come Kate Mid-

dleton desnuda sta alla crisi eco-

nomica internazionale. Tentativi

infami di indurre in distrazione!

Nel Paese, però, sta avanzando

una fisiologica (e promettente) rea-

zione ad una inefficiente e costosa

classe politica responsabile del de-

clino. Sì, perché l’attuale situazione

è il risultato delle scelte ed azioni

dei politici del centro e della perife-

ria. Di quelli che siedono in Parla-

mento e di quelli assisi in un Consi-

glio Comunale. Della maggioranza

e dell’opposizione.

Poche leggi. E comprensibili. di Mario Paganini

( Segue a pag. 8 )

Domenica 16 è stata effettuata una corsa di prova

(v. foto) per il controllo apparati dopo i lavori di

rimozione dei deviatoi e dei binari 1 e 3 dalla sta-

zione (inaugurata nel lontano 1889, elettrificata e

potenziata con il terzo binario tra il 1978 e il 1980)

e ora - purtroppo - depotenziata e declassata a fer-

mata.

Giornata storica vissuta in modo quasi "intimo"

(eravamo solo io e i tecnici di RFI presenti alla pro-

va) nell'indifferenza delle persone che, come tutte

le domeniche mattina, affollano il bar antistante

alla stazione.

C’è comunque da dire che i lavori (che non sono

ancora terminati) sono stati eseguiti con criterio,

senza lasciare in posa armamento (binari, scambi,

pali elettrici) ormai inutile, e cosa più importante,

l’abbattimento delle barriere architettoniche con la costruzione di un’efficiente e spazioso marciapiede rialzato che permette un più agevole accesso ai treni a tutti, ma in particolare ai disabili. Sempre in tema di disabilità il

suddetto marciapiede include manufatti con scanalature e rialzi che permettono ai non vedenti di muoversi in

sicurezza all’interno della struttura.

Lunedì 17 è ripreso il servizio dei treni sulla nostra linea.

Flavio Contoli

Il 17 settembre è ripreso il servizio ferroviario nella rinnovata stazione di Voltana

Foto di Flavio ContoliFoto di Flavio ContoliFoto di Flavio Contoli

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Il Papa ai politici cattolici genitori che si mettono al servizio

dei figli per aiutarli a trarre fuori il

meglio di sé''. ''La famiglia, cellula

originaria della società - ha preci-

sato ancora il Pontefice - è pertanto

radice che alimenta non solo la sin-

gola persona, ma anche le stesse

basi della convivenza sociale''.

' 'Un autentico progresso della so-

cietà umana - ha scandito Benedet-

to - non potrà dunque prescindere

da politiche di tutela e promozio-

ne del matrimonio e della comu-

nità che ne deriva, politiche che spetterà non solo agli Stati ma alla

stessa Comunità internazionale a-

dottare, al fine di invertire la ten-

denza di un crescente isolamento

dell'individuo, fonte di sofferenza e

di inaridimento sia per il singolo

sia per la stessa comunità''. Il riferi-

mento implicito del Pontefice è alle

iniziative legislative con le quali

vengono riconosciute le coppie di

fatto etero e omosessuali e i matri-

moni fra persone dello stesso ses-

so, approvate in molti Paesi euro-

pei, in diverse nazioni dell'America

Latina e in alcuni stati del nord A-

merica.

Il Pontefice invita in fine la politi-

ca, per affrontare la crisi, a rimet-

tere al centro il fine etico dell'e-

No all'aborto e all'eutanasia, no al

riconoscimento di coppie di fatto

etero e gay ma difesa della famiglia

come unione fra uomo e donna fon-

data sul matrimonio. Il Papa, incon-

trando a Castel Gandolfo i parteci-

panti all'incontro dell'Internazionale

democratico-cristiana guidata dal

suo presidente Pier Ferdinando

Casini, ribadisce la linea del Vati-

cano 'Il rispetto della vita in tutte le

sue fasi, dal concepimento fino al

suo esito naturale - con conseguen-

te rifiuto dell'aborto procurato,

dell'eutanasia e di ogni pratica

eugenetica - è un impegno che si

intreccia con quello del rispetto

del matrimonio, come unione

indissolubile tra un uomo e una

donna e come fondamento a sua volta della comunità di vita

familiare''.

''È nella famiglia, fondata sul ma-

trimonio e aperta alla vita - ha riba-

dito il Papa - che la persona speri-

menta la condivisione, il rispetto e

l'amore gratuito, ricevendo al tem-

po stesso, dal bambino al malato,

all'anziano, la solidarietà che gli

occorre''. ''Ed è ancora la famiglia -

ha detto Ratzinger - a costituire il

principale e più incisivo luogo edu-

cativo della persona, attraverso i

conomia. ''Un rilievo crescente - ha

affermato - assume l'attuale situa-

zione economica, la cui comples-

sità e gravità giustamente preoc-

cupa, ma dinanzi alla quale il cri-stiano è chiamato ad agire e ad e-

sprimersi con spirito profetico, ca-

pace cioè di cogliere nelle trasfor-

mazioni in atto l'incessante quanto

misteriosa presenza di Dio nella

storia, assumendo così con reali-

smo, fiducia e speranza le nuove

emergenti responsabilità''.

In questo contesto, ''il contributo

politico ed istituzionale di cui voi

siete portatori non potrà quindi li-

mitarsi a rispondere alle urgenze di

una logica di mercato, ma dovrà

continuare ad assumere come cen-

trale e imprescindibile la ricerca

del bene comune, rettamente inte-

so, come pure la promozione e la

tutela della inalienabile dignità del-

la persona umana''.

Lancio di agenzia

Dal sito www.adnkronos.com

Te le dirò con gli occhi, quelle parole silenziose,

per essere sicuro che ti scivolino dentro

fino nel più profondo del cuore.

PAROLE SILENZIOSE

A t’li dirò cun j oc, cal paról moti,

pr ësar sicur ch’al t’ṣghènla deintar

fèna int e’ fònd de’ cór.

PARÓL MOTI

Immagine di Carla Mazzotti . “Sulle mura del castello di

© Paolo Gagliardi - Opera pubblicata ai sensi della Legge 22

aprile 1941 n.633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Vietata

qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizza-

zione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

© Poesia di Paolo Gagliardi .

Montjuic” Barcellona (Spagna) Estate - 2012 .

Tutti i numeri sono disponibili

dell’ARCHIVIO del sito www.voltanaonline.it

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Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 23 - 2012

La perdita delle parole di Erri De Luca

parola che riguarda per esempio i

flussi migratori.

Il fatto che la parola sia così priva

di responsabilità però ha un vantag-

gio, dal mio punto di vista, perché c’è una grande curiosità e un rinno-

vato interesse per l’uso di una paro-

la non pubblicitaria, non politica,

non economica, per l’uso di una pa-

rola narrativa. Mi capita di andare

in giro per dei festival di narrativa,

di letteratura, di parola, anche di

parola ragionata, come il festival

della mente di Sarzana, ecco, viene

da andare in giro in queste località, dove si inaugurano degli incontri

pubblici tra narratori, parlatori e

persone venute ad ascoltare e que-

sti incontri sono gremiti, sono affol-

lati.

C’è una domanda di parole consi-

stenti, che portino responsabilità e

non siano solo di semplice comuni-

cazione, che facciano avvenire uno

scambio tra le persone che parlano e quelle che ascoltano. Comunque

anche se siamo in tempi ciarlatani

c’è uno spazio, una domanda, per la

parola, per la parola giusta, per la parola esatta, per quella che coin-

volge, e io credo che la nuova gio-

ventù di questo paese oltre che sen-

tirne il bisogno riesce a trovare an-

che applicazione e a trovare gusto

per questo nuovo tipo di parola. Cerchiamo di difendere la nostra

integrità di persone anche attraver-

so il linguaggio, usando quello ap-

L’argomento della perdita di signifi-

cato e di peso della parola mi ri-

guarda, perché sono uno che traffi-

ca con la scrittura e quindi più che

perdita di senso della parola credo

che nei nostri tempi ci sia una per-

dita di responsabilità della parola e

cioè la parola è diventata prevalen-

temente pubblicitaria, cioè deve servire in quel momento esaltare il

proprio argomento e il proprio pro-

dotto, ma poi non porta a nessuna

responsabilità, se afferma il falso e

può essere smentita in ogni mo-

mento, anche successivamente, la

parola pubblica senza che chi la

abbia pronunciata falsa ne subisca

le conseguenze. Uno può dire una

qualunque affermazione senza biso-gno di verificarla, di controllarla,

anzi sapendo anche che è impreci-

sa, usando e spacciando un vocabo-

lario falso, senza che se ne porti

discredito alla sua carriera e autori-

tà.

C’è una perdita di responsabili-

tà della parola.

Faccio un esempio: quando i no-

stri governanti parlano di ondate

migratorie usano deliberatamente un vocabolo abusivo, quello di on-

data, ma suggestivo. Perché se si

tratta di ondate, la parola stessa suggerisce che una terraferma dal-

le ondate si debba difendere con

barriere, scogliere, dighe, non è

così! Non sono ondate, si tratta inve-

ce di flussi. Se li chiamiamo propria-

mente flussi non troviamo più

l’immagine che li voglia strozzare,

impedire, bloccare. I flussi, si tratta

propriamente di questi, di flussi di

nuova energia, di nuova vita, di nuove forze, che vengono a rinfor-

zare le fibre di una comunità nazio-

nale come la nostra, che è invec-

chiata, che produce poco lavoro

manuale, che non si piega al lavoro

manuale, facilmente e che quindi

utilizza milioni di braccia che ven-

gono dal sud e est del mondo.

Utilizza a suo profitto milioni di

queste braccia che non sono state

invitate, sono stati appunto flussi che hanno rinnovato e rinnovano le

energie e l'economia di questo pae-

se, ma appunto i poteri spacciano

vocabolario falso e allora uno che è

tenuto a usare con proprietà il pro-

prio dizionario cerca di contraddire

e di ribadire una versione diversa,

una versione più appropriata della

propriato, il linguaggio più giusto,

c’è una giustizia nelle parole, o una

ingiustizia, che dobbiamo ricono-

scere e dobbiamo rivendicare.

La faccenda è che uno si impadroni-

sce del proprio vocabolario a forza

di leggere, di leggere tanto, a me è

capitato così, fino da ragazzino, di imbottirmi la testa e anche di soffo-

care un po’ del mio tempo libero,

buona parte di questo, leggendo,

leggendo e straleggendo, e questo

mi ha dato un diritto di cittadinan-

za dentro la lingua.

Non sono un cliente della lingua,

non mi faccio mettere in bocca le

parole dall’imbonitore di turno, ma

sono il proprietario della mia lin-

gua, il residente della mia lingua e

dunque ho una forza maggiore di

protezioni, ho anticorpi in più gra-

zie al fatto che ho letto un sacco.

E allora il mio consiglio unico e pos-sibile è quello di appassionarsi di

lettura e non far passare nessun

giorno senza questa compagnia. Io

sono uno che ha avuto fortuna con i

libri grazie a questo sistema di pas-

saparola, uno che ha letto una mia

pagina, un mio libro, un mio rac-

conto, poi l’ha consigliato agli altri,

ecco, il sistema di passaparola,

questo meccanismo magnifico, oriz-zontale, da persona a persona, è il

più efficace strumento di comunica-

zione che abbiamo. Passaparola!

Articolo di Erri De Luca

Pubblicato nel sito www.beppegrillo.it

Vuoi vedere che portava sfortuna ?!

Da Premier promise di andare a vedere la finale dei Mondiali di calcio, e

l’Italia uscì negli ottavi. Poi andò su Prodi, e li vincemmo.

Parlò di rilancio dell’economia, e scoppiò la più grave crisi economico-

finanziaria di sempre.

Fece gli auguri a Bush, e arrivò l’ 11 settembre.

Si legò a Mubarak e a Gheddafi, e sappiamo tutti come è andata a finire.

Ogni volta che faceva una dichiarazione, lo spread peggiorava ...

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E se ripudiassimo il debito ? perché altre sono le risposte da da-

re a banche, assicurazioni e fondi di

investimento che vogliono approfit-

tare delle difficoltà degli stati per

arricchirsi per sé.

Quando questi signori, generica-

mente definiti mercati, pretendono

di prendere gli Stati alla gola, vanno

rimessi al loro posto, ricordando

loro due cose: 1) la sovranità non

appartiene ai mercati, ma al popolo;

2) l'interesse collettivo è preminen-

te rispetto agli interessi individuali

e se lo Stato è in difficoltà deve u-

scirne salvaguardando i diritti di

tutti e i beni comuni.

Ecco perché penso che l'unica

risposta da dare alla speculazione

sia il congelamento del debito,

ossia la sospensione del paga-

mento degli interessi e della re-

stituzione del capitale in attesa di tempi migliori. Una scelta sostenuta

da tre considerazioni: 1) oltre l'80%

Trovo assurdo che stiamo zitti

mentre a Roma stanno demolendo

servizi, sicurezza sociale e beni co-

muni in nome del debito pubblico.

La mia opinione è che se proprio

dobbiamo andare verso il pareggio

di bilancio dobbiamo farlo tassando

i redditi alti, organizzando seria-

mente la lotta all'evasione fiscale,

impedendo la fuga dei capitali nei

paradisi fiscali, riducendo le spese

militari, ritirandoci dalle missioni

colonialistiche, riducendo gli sti-

pendi degli eletti, eliminando gli

sprechi di palazzo.

Dotarsi di un sistema fiscale equo,

eliminare i privilegi ed evitare lo

spreco di denaro pubblico è un do-

vere che abbiamo indipendente-

mente dal debito pubblico ed è

sbagliato parlarne solo quando c'è

un attacco speculativo contro lo Sta-

to. Anzi, quello è proprio il momen-

to in cui non dobbiamo parlarne,

del debito pubblico è detenuto da

banche, assicurazioni e fondi in

gran parte esteri; 2) il debito pub-

blico si è formato anche grazie ai

contributi dati a banche e imprese

per tirarle fuori dal fallimento; 3)

l'ammontare degli interessi (80 mi-

liardi di euro all'anno pari al 20%

delle entrate tributarie) ha già ripa-

gato abbondantemente il capitale

prestato originariamente, pertanto

si tratta di una rendita pura.

Sollecito tutti ad esprimersi rispet-

to a questa presa di posizione, per-

ché non trovo giusto finire come i

polli spennati e perché non va bene

che in nome dei guadagni di pochi

seghiamo il ramo della democrazia

su cui sediamo e torniamo indietro

di secoli rispetto a valori come e-

quità, solidarietà, diritti.

Francesco Gesualdi

Centro Nuovo Modello di Sviluppo

Se non capisco, non pago ! Tutti (a

p a r o l e )

contrastano

il debito.

Pochissimi

ne cono-

scono la

n a t u r a .

N e s s u n o cerca di

spiegarlo a

chi più ne patisce gli effetti. Per in-

vertire la rotta, il Centro nuovo mo-

del lo d i svi lup po (Cnms , www.cnms.it) ha lanciato la campa-

gna “Debito pubblico: se non capi-

sco non pago”, mettendo in rete

una dispensa informativa da far cir-

colare il più possibile.

Il tutto concentrato in 34 slide illu-

strative: dai 2mila miliardi di euro

del debito italiano in “cos’è e a

quanto ammonta” al ruolo degli in-

teressi del “come si forma”; dalla

genesi del debito nostrano negli

anni bui tra il 1980 e il 1996 al volto dei creditori - perlopiù attori del

mercato finanziario -; dal peso degli

speculatori (Barclays e BlackRock

amministrano ciascuno quasi 4mila

miliardi di dollari) alla progressiva

perdita di sovranità monetaria do-

vuta alla moneta comune (“l’incubo

d’Europa”); dai 2,3 miliardi di euro

versati dai governi dell’eurozona

alle banche tra il 2008 e il 2011 al pavloviano concetto di “crescita”.

Per info: [email protected]

Dal sito www.altreconomia.it

Per saperne di più visita il sito:

http://www.giampa.it/GCLugo/GCL

ugo.asp

Trovata su

Internet e

segnalata da

Pierpaolo

Page 5: Voltana On Line n.23-2012

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 23 - 2012

Su Internet c’è un nuovo sito, con

i VIDEO sui fatti e la gente di

VOLTANA ! Per il momento non è

completo, ma è una situazione

momentanea che tuttavia consen-

te di mostrare - fin da subito, al

mondo della “Rete” - tanti eventi.

Buona navigazione !

Trovata su

Internet e

segnalata da

Milena

Trovata su

Internet e

segnalata da

Silvia

Amami o odiami, entrambi sono a

mio favore.

Se mi ami sarò sempre nel tuo

cuore.

Se mi odi sarò sempre nella tua

mente.

William Shakespeare

1. Fai pace con il tuo passato, così

non rovinerà il tuo presente.

2. Quello che gli altri pensano di

te, non ti riguarda.

3. Il tempo guarisce quasi tutto.

Dai al tempo del tempo.

4. Nessuno è la ragione delle tua

felicità, eccetto te stesso.

5. Non paragonare la tua vita a

quella degli altri, non hai idea

di che cosa è fatto il loro viag-

gio.

6. Smettila di pensare troppo. Va

bene non sapere tutte le rispo-

ste.

7. Sorridi. Non possiedi tutti i pro-

blemi del mondo!

Attilio Befera … presidente di Equi-

talia … 473 mila euro all’anno …

39,416 mila euro al mese … 9,854

mila euro alla settimana.

Trovata su

Internet e

segnalata da

Rita

“Imparerai a tue spese che nel

lungo tragitto della vita incontrerai

tante maschere e pochi volti.”

Luigi Pirandello

Trovata su

Internet e

segnalata da

Patrizia

Il 21 settembre è la giornata internazionale della pace

La celebriamo riproponendovi l'appello di EMERGENCY "Uno straccio di Pace"

La politica è

l'arte di servirsi

degli uomini fa-

cendo loro inten-

dere di servirli.

Louis Dumur, Piccoli aforismi,

1892

Trovata su

Internet e

segnalata da

Paolo

Trovata su

Internet e

segnalata da

Paolo

La situazione

politica in Italia è

grave, ma non è

seria.

Ennio Flaiano, Diario notturno,

1956

La politica, co-

me tutti sanno, ha

cessato da molto

tempo di essere

scienza del buon

governo, ed è

diventata invece

arte della con-

quista e della conservazione

del potere.

Luciano Bianciardi,

La vita agra,

1962

Trovata su

Internet e

segnalata da

Paolo

UNO STRACCIO DI PACE

“L’Italia ripudia la guerra”, dice la nostra Costituzione e lo dice - all’indomani del

secondo conflitto mondiale - perché il nostro Paese ha vissuto sulla sua pelle

l’orrore della guerra e non vuole che si ripeta mai più.

Eppure, da allora, il “ripudio della guerra” è stato spesso negato, la nostra

Costituzione violata.

Chi governa ci dice che la guerra può essere “umanitaria”: sappiamo che non è

vero, la guerra porta sempre morte e distruzione, la guerra è la distruzione

dell’umanità.

Ci dicono che la guerra può essere giusta, necessaria, e “inevitabile”: sappi che

non è vero, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla.

Ci dicono che in guerra le vittime civili sono solo “effetti collaterali”: non è vero,

i civili sono le prime vittime della guerra, di qualsiasi guerra.

Ci dicono che tutti i soldi buttati in spese militari sono necessari a mantenere la

sicurezza: noi crediamo che quei soldi andrebbero investiti in ospedali, scuola,

lavoro, pensioni, perché è questo che serve ai cittadini del mondo, non i

cacciabombardieri, sicurezza è avere un presente dignitoso e poter sperare

in un futuro per i nostri figli.

Ci dicono che la guerra serve a costruire la pace: non è vero, sappiamo che solo la

pratica dei diritti umani può costruire la pace, la guerra serve solo ad aumentare

la violenza, la distruzione, ad alimentare altra guerra.

I potenti del mondo possono levare alta la loro voce quando raccontano queste

bugie, invece i cittadini del mondo - che sanno benissimo che la guerra è

il problema, e non la soluzione - spesso non hanno voce.

Per questo motivo abbiamo pensato di dare voce a chi non ce l’ha: con un semplice

pezzo di stoffa bianca, uno “straccio dio pace”. Appeso alla borsetta, al balcone,

legato al guinzaglio del cane, all’antenna della macchina, al passeggino del

bambino, alla cartella di scuola … un modo semplice e immediato per esprimere il

nostro ripudio della guerra, del terrorismo, della violenza.

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Chi pensa che il problema della

corruzione della politica sia un fatto

episodico (legato a vizi individuali) e

non sistemico si sbaglia di grosso.

Il politico vive una fragilità struttura-

le perché il suo percorso è ad alto

rischio e il suo successo profonda-

mente correlato con la disponibilità

di risorse economiche. La prassi tipi-

ca del nostro Paese, per la quale la

politica è una professione e non un

servizio temporaneo che professioni-

sti offrono al Paese, aumenta ancora

di più questa fragilità strutturale. Il

politico, infatti, sa benissimo che

questo suo slancio di generosità nel

mettersi al servizio della cosa pub-

blica (slancio che è genuinamente

alla radice di molte carriere politi-

che) implica il costo opportunità di

non investire o di non aver investito

nella costruzione di una propria re-

altà professionale. La sopravvivenza

non solo politica, ma occupazionale

del politico dipende dunque dalla

rielezione nella successiva tornata

elettorale o dall’abilità di essersi

procurati amici attraverso la politica

che possano offrire, successivamen-

te, una posizione di prestigio.

L’ultima possibilità è quella di una

carica in un Ente a partecipazione

pubblica, offerta dal partito di ap-

partenenza agli sconfitti.

In queste condizioni di stabilità

così precarie il primo problema del

politico è la sua sopravvivenza futura

e la quantità di risorse finanziarie a

disposizione diventano un fattore

fondamentale di successo. Non è un

caso che il Fiorito, di cui oggi tutti

parlano, era un re delle preferenze.

La corruzione o l’utilizzo disinvolto di

fondi pubblici, al di là di elementi

folcloristici (le ostriche, le feste in

costume) che i giornali si divertono

in questi giorni a sottolineare è dun-

que una questione di sopravvivenza.

Il problema non è solo da un lato

perché i corrotti esistono solo in pre-

senza di corruttori. I “corruttori” non

sono solo organizzazioni criminali,

ma tutti i cittadini e le associazioni

quando offrono il loro appoggio al

politico in cambio di scambio di fa-

vori, più o meno espliciti, che com-

portano per il politico esborsi mone-

tari (dall’”innocente” finanziamento

di coppe o targhe, alla sponsorship

"Dove lavoro (a Bruxelles in una

piccola ditta) è stato appena assun-

to un ragazzo italiano che in Italia

non era mai riuscito a trovare un

lavoro. Viene da Firenze, non dal

profondo sud. Prima di partire ha

seguito in fretta e furia un corso di

francese e appena arrivato ha tro-

vato un posto da commesso. Dopo

un mese ha pensato di tentare la

strada dei suoi studi e rispondendo

ad un annuncio è capitato da noi

per fare un test di prova. Dopo 2

giorni è stato confermato ed ora è

un mio collega con contratto a tem-

po indeterminato. Una cosa sempli-

ce semplice che però in Italia acca-

de raramente. Come mai? Per non

deprimere chi legge non scrivo

come l'ho trovato io l'impiego qui,

dico solo che parlavo si e no 30 pa-

role di francese. Quello che in Italia

è impossibile nel nord Europa è

normale. Qui è normale che se gli

impiegati pubblici sono in pausa

caffè ed arriva un cittadino allo

sportello la pausa finisce. Qui è

normale risolvere i problemi con

l'ufficio imposte con una semplice

lettera o e-mail. Provate a farlo in

Italia. Qui quando un bambino si

ammala si ha la possibilità di otte-

nere un infermiere a domicilio per

Euro 15 al giorno (la differenza la

paga lo Stato naturalmente). Una

baby sitter o una donna delle puli-

zie regolarizzate e tramite agenzia

costano euro 6 all'ora (la differenza

la paga lo stato naturalmente). Ogni

comune ha il suo park container

per gettare le immondizie separate.

Ogni residente ha la possibilità an-

che di prelevare dallo stesso, quin-

di i libri, i DVD, le biciclette, elet-

trodomestici funzionanti ecc sono a

disposizione di chi li vuole."

Fabrizio B., Linkebeek (Belgio)

Pubblicato nel sito www.beppegrillo.it

di una manifestazione, ecc.). Mag-

giori le risorse economiche del poli-

tico, maggiore la sua capacità di

“comprare” consenso. Se non apria-

mo gli occhi e non capiamo che que-

sta è la radice profonda, di quello

che osserviamo, non finiremo mai di

stupirci per la pervasività e la diffu-

sione di certe pratiche.

Esistono vie d’uscita ? Ce ne sono

almeno tre, ma non sono alla portata

di tutti.

Una prima possibile via d’uscita è

la strategia alla Renzi o alla Obama,

ovvero l’utilizzo della rete per una

raccolta fondi capillare, che metta

assieme tante piccole donazioni da

un numero elevatissimo di cittadini.

È una via realisticamente praticabile

solo per quei pochissimi politici ba-

ciati (non senza loro meriti) da una

grande notorietà, da candidati dotati

di particolare statura morale e visi-

bilità da riuscire a creare un canale

di comunicazione diretto con gli e-

lettori che mobilita il ( Segue a pag. 7 )

info: [email protected]

in Italia ... Provate a farlo La corruzione: compagna indispensabile

della politica ? di Leonardo Becchetti

Page 7: Voltana On Line n.23-2012

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 23 - 2012

voto d’opinione. Per

tutti gli altri pensare di raccogliere

risorse consistenti in questo modo è

oggettivamente difficile. Un’altra

risposta a questo problema struttu-

rale è la via scelta dal movimento

Cinque Stelle. Ovvero un format uni-

co fondato sulla visibilità del movi-

mento e del suo carismatico fondato-

re che può fare a meno della visibili-

tà dei singoli candidati (che infatti

sono per lo più sconosciuti). Inoltre

il modello Cinque Stelle, cavalcando

proprio la protesta contro la corru-

zione della politica, trasforma questo

fattore di debolezza di qualunque

politico (l’incapacità di attingere a

fonti finanziarie importanti) parados-

salmente nel fattore di forza e pro-

paganda della propria azione politi-

ca. Un’ultima categoria relativamen-

te immune al problema è quella dei

prestati temporaneamente alla poli-

tica (come i tecnici ora al Governo),

meglio ancora se professori perché

con una professione stabile e sicura

cui possono tornare appena termi-

nata l’avventura politica (non è un

caso se i “più distaccat i”

dall’esperienza politica, anche quan-

do la scelgono, sono proprio i pro-

fessori).

Per tutto il resto della stragrande

maggioranza dei politici nostrani che

non hanno la fortuna di appartenere

a queste tre categorie (la quasi tota-

lità) il problema sussiste e il tema

dell’accumulazione di risorse econo-

miche diventa l’ossessione principa-

le, che progressivamente si trasfor-

ma da mezzo a fine, generando quel

piano inclinato su cui scivola la loro

moralità; un piano inclinato in grado

di trasformare capi scout in tesorieri

corrotti ed incalliti.

Quando ragioniamo sulla riforma

elettorale sarebbe bene avere a

mente anche il problema strutturale

della corruzione. Da questo punto di

vista il ritorno ad un sistema propor-

zionale con voto di preferenza su

grandi collegi rappresenterebbe il

peggiore dei mondi possibili.

L’esigenza di vincere la battaglia

delle preferenze, su di un territorio

molto vasto, alza, immediatamente, il

livello dello scontro e la soglia mini-

ma di risorse finanziarie per ottenere

la rielezione (con conseguenze im-

maginabili). Meglio piccoli o picco-

lissimi collegi dove pochi candidati

di coalizione si scontrano per vincere

il voto d’opinione dei residenti di

quell’area.

Neppure la soluzione americana

(quella di rendere visibili tutti i finan-

ziatori) sembra essere immune da

limiti e conseguenze negative. In

cambio di maggiore trasparenza essa

amplifica il potere delle lobbies ren-

dendo i candidati quasi dei ventrilo-

qui che parlano per conto dei loro

finanziatori.

Il problema è, dunque, sistemico e

non esistono soluzioni facili. Questo

vuol dire che continueremo a scopri-

re storie come quella del Lazio, ma-

gari ad orologeria, come effetto di

battaglie politiche che cercano di

indebolire ora l’una ora l’altra parte.

Piuttosto che fingere di scandalizzarsi

sarebbe molto più utile capire a fon-

do il problema e riflettere su soluzio-

ni in grado di rimuovere le sue cause

strutturali.

Articolo di Leonardo Becchetti

Pubblicato il 22 settembre 2012

dal quotidiano la Repubblica

È tratto dal sito http://felicita -sostenibile

.blogautore.repubblica.it/2012/09/22/

( Segue da pag. 6 )

La corruzione: compagna indispensabile della politica ?

Ci sono tre cose nella vita

che non tornano mai indie-

tro …

Le parole, il tempo e le oc-

casioni perse.

Ci sono tre cose nella vita

che possono distruggerti …

Le bugie, l’orgoglio e la

gelosia …

Ci sono tre cose nella vita

che non dovresti mai perde-

re …

La pazienza, la speranza e

l’onestà …

Ci sono tre cose nella vita

dal valore immenso …

La famiglia, l’amore e

l’amicizia!

Trovata su Internet e segnalata da

Norma

Trovata su

Internet

e segnalata

da

Elisa

Page 8: Voltana On Line n.23-2012

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 23 - 2012

Dal 2 ottobreDal 2 ottobreDal 2 ottobre

Tutti i martedì al Centro SocialeTutti i martedì al Centro SocialeTutti i martedì al Centro Sociale

“““Ca’ VecchiaCa’ VecchiaCa’ Vecchia” di Voltana” di Voltana” di Voltana

CORSI DI SALSACORSI DI SALSACORSI DI SALSA

Ore 20,30 Salsa Cubana Ore 20,30 Salsa Cubana Ore 20,30 Salsa Cubana PrincipiantiPrincipiantiPrincipianti

Ore 21,30 Salsa Cubana Ore 21,30 Salsa Cubana Ore 21,30 Salsa Cubana IntermedioIntermedioIntermedio

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La prima lezione è gratuitaLa prima lezione è gratuitaLa prima lezione è gratuita

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Mascia 338 Mascia 338 Mascia 338 --- 409840940984094098409

Mila 338 Mila 338 Mila 338 --- 964374796437479643747

Tiberio 339 Tiberio 339 Tiberio 339 --- 103313810331381033138

Maestri A.N.M.B.Maestri A.N.M.B.Maestri A.N.M.B.

Perché, accanto agli

avvicendamenti (rari) di chi è chia-

mato alla guida del Paese o di un

Comune, c’è anche una funzione di

controllo, di informazione e di

denuncia, alle quali tutti hanno

mancato!

Poche leggi. E comprensibili. di Mario Paganini

Ore 19,00

Introduzione

Saluto dell’Amministrazione

Comunale

Ore 19,20

Relazione (parte prima)

Ore 20,30

Pausa cena-buffet

A cura del G.A.S.

Ore 21,00

Relazione (seconda parte)

Discussione

Ore 23,30

Chiusura del seminario

Darò spazio ad esperienze e de-

nunce.

Ecco le prime due segnalazioni.

1° - Fermato per un controllo è stato

sanzionato amministrativamente

perché non aveva esposto il ta-

gliando dell’assicurazione (nel pa-

nico susseguente trovava parte del

contratto, ma non il tagliando).

L’integerrimo, mentre infligge la

sanzione, consulta il computer ed

ammette “vedo che l’ha pagata, ma

io debbo far rispettare la Legge !”.

Non conta la sostanza, la priorità

alla forma !

2° - La professoressa, nonostante

gli anni, è lucidissima. Vuole dare

in affitto un appartamentino a degli

studenti, farcendo le cose in regola.

Non vuole ricorrere ad una agenzi-

a. Su una pubblicazione specializ-

zata ha trovato un facsimile di con-

tratto, redatto per la circostanza.

Facilissimo completarlo con i dati

dei ragazzi (tutti italiani, fortunata-

mente per lei). Poi l’Ufficio del Re-

gistro, che insinua i primi dubbi.

Poi l’autorità di polizia, che insinua

altri dubbi. Alla “nostra” professo-

( Segue da pag. 1 )

ressa non manca la cocciutaggine.

Cerca e si documenta. Dopo giorni,

però, si rassegna e getta la spugna.

Si reca ad una agenzia di soli affitti.

Quel contratto andava benissimo!

La competenza di altri, invece …

La “prof” non ha perso

l’autostima, però ha perso tempo e

denaro. Ora sulla Pubblica Ammini-

strazione ha le idee più chiare !