Volodeisensi Magazine Vol.19

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Il primo Magazine Letterario on-line sfogliabile direttamente dal tuo pc. In questo Numero Intervista Emanuela Arlotta, Rubrica di Filosofia n.2° - Il concetto di fede, Poesie dei nostri autori, e tanto altro..scoprilo tutto all'interno

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SOMMARIO

Mus-e Italia Onlus : L’arte e la scuola......………………………….1

Intervista a Emanuela Arlotta ............................................. 4

Intervista a Diego Romeo .................................................. 10

Intervista a Cony Ray ........................................................ 13

Poesie dei nostri Autori ..................................................... 17

Racconto 1 : ‘A volte, la realtà’- di Giorgia Catalano......... 20

Racconto 2 : ‘Luna Setosa’- di Isabella Verduci ................. 23

Intervista a Alfredo Betocchi ............................................. 25

Rubrica di Filosofia n°2 – Il concetto di fede ..................... 27

Recensione ‘Schianti’ di Leonardo Manetti ...................... 31

Recensione ‘Le stanze della memoria’ di Rosetta Melani . 33

Recensione ‘Dalla parte dell’Anima’ di Emanuela Arlotta 35

La Redazione… .................................................................. 36

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Magazine Volodeisensi

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A cura di Isabella Verduci

Il progetto Mus-e Italia Onlus nasce nel

1999 su iniziativa del maestro Gianfranco

De Bosio e da Luciana Castellina. Dal 2002

la Presidenza è affidata al Cav. del Lavoro

Riccardo Garrone.

Cos'è il Mus-e?

Io ne sono venuta a conoscenza

partecipando alla visione di questo

progetto insieme ad altri genitori un giorno

di fine maggio nella scuola che frequenta

mio figlio.

Mus-e è un' associazione che si realizza

attraverso i bambini e mette in primo piano

l'arte come linguaggio universale capace di

unire etnie diverse, le persone, superare le

differenze.

L'organizzazione è attiva in 28 città italiane,

opera in 186 scuole, coinvolge 12.700

bambini guidati da 288 artisti ed è presente

in 12 paesi europei, in Brasile, in Senegal ed

in Israele creando così progetti

internazionali. Mus-e Italia Onlus è

associata alla Yehudi Menuhin Foundation

(dal nome del fondatore) che ha sede a

Bruxelles.

Questo progetto si propone di educare i

bambini al rispetto della cultura e

dell'integrazione mediante esperienze

artistico-educative: la musica, le arti visuali,

il mimo, il teatro e le arti marziali senza

contatto. Le attività ( a sviluppo triennale,

18/20 settimane all'anno e le lezioni durano

un' ora e trenta a settimana) si svolgono

durante le ore di scuola ed alla presenza

dell'insegnante di classe che condivide il

percorso artistico (collaborazione quindi

tra maestre e gli artisti che provengono da

altre realtà, anche questa è integrazione).

I corsi Mus-e sono gratuiti per le scuole e

le famiglie.

Io descrivo la giornata che ho vissuto con

Mus-e Chiavari Onlus, (dove il progetto è

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attivo dal 2007).

Sono arrivata a scuola come sempre

munita di macchina fotografica sicura di

assistere a qualcosa di speciale dato che il

mio bimbo per mesi mi aveva descritto con

entusiasmo questo progetto.

I bambini si sono presentati nella palestra

un pò intimiditi e sorridenti ma l'imbarazzo

non è durato molto: gli Artisti, coloro che

hanno insegnato loro canti, movimenti, con

voce dolcissima ( e tutti obbedivano in

silenzio!!! Dovrei invitarli a casa mia!!!) li

hanno accompagnati nel magico mondo

dell'Arcobaleno, il tema di quest'anno e,

cosa importante, hanno coinvolto anche i

famigliari.

Era presente la professoressa Anna Maria

Guglielmino, coordinatrice nazionale ed

internazionale di Mus-e che ci ha parlato

del progetto con chiarezza e semplicità.

I bambini hanno iniziato ad intonare canti

dedicati ai colori usando appunto la voce,

ma anche il corpo: infatti durante tutta la

rappresentazione il fisico accompagnava le

richieste degli Artisti...per cantare il

GIALLO si univano con uno schiocco due

sassolini, per il BLU ed il ROSSO si

mimavano oggetti che ricordassero questi

colori...

Con uno xilofono si sono imitati i colori

dell'arcobaleno, uno diverso dall'altro;

intanto ogni bimbo pronunciava il proprio

nome al suono ora più basso, ora più alto

dello strumento...Forse il momento più

coinvolgente è stato l'arrivo di un grosso

telo posto sul pavimento e su un foglio

molto grande i bambini hanno pitturato il

proprio arcobaleno affiancati dai genitori: è

stato bellissimo stare insieme tra tempere

e sorrisi!

Al termine ho raccolto qualche pensiero

dei presenti e tutti erano entusiasti per

aver partecipato:

'Spero che questo progetto sia diffuso

in tutte le scuole, è bellissimo vedere

i nostri figli così coinvolti in qualcosa

che unisce e che entusiasma'

'Che bell'esempio di unione tra i

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colori dell'arcobaleno, così diversi tra

loro come i popoli del mondo...'

'Ormai conosciamo tutte le

canzoncine a memoria! Complimenti

agli Artisti!'

Aggiungerei infatti che gli Artisti sono stati

fantastici con i bambini, grazie quindi a

Francesca Faggioni, Elena Guerrera,

Massimiliano Carretta per la loro

gentilezza, pazienza e passione, al

Coordinamento ed al Consiglio Direttivo.

I bambini si sono molto divertiti e noi

adulti emozionati...

Abbiamo condiviso un progetto che deve

essere conosciuto il più possibile perchè la

scuola serve ad insegnare non soltanto le

materie ma anche a far conoscere la parola

integrazione, solidarietà ed ad allontanare il

razzismo e le divisioni.

La rete Mus-e in Italia vive grazie al

sostegno di istituzioni pubbliche e partners

privati, come fondazioni bancarie, grandi

gruppi industriali, piccole e medie imprese,

professionisti e singoli sostenitori. Per

sostenere questo progetto ci si può

rivolgere al Banco San Giorgio- Agenzia

Darsena- Genova che vi darà ogni

spiegazione per inviare una donazione. Il

sito internet è www.mus-e.it. Qui

troverete gli indirizzi delle altre sedi in

Italia.

Ai prossimi arcobaleni...

Penso che se ci fosse un pizzico di Mus-e

ogni giorno nella nostra vita, non sarebbe

una cattiva idea...ma questa è un'altra

storia...

Isabella Verduci

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Magazine Volodeisensi

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A cura di Cristina Rotoloni

Cara Ema, ho così gradito il tuo

invito al caffé letterario tra le nuvole

che ho desiderato rivederci ancora in

questo luogo così accogliente anche

se immaginario. E‟ arrivata l‟estate e

ho voglia di invitarti a sorseggiare con

me una bibita fresca. Eccoci qui

nuovamente a ridere, scherzare e

confrontarci sulle nostre esperienze

ma questa volta voglio lasciare spazio

a te e alla tua fantastica persona. Ti

rivolgo per questo motivo la

medesima domanda che mi hai fatto

tu, io so chi sei, ma per i nostri lettori

ci racconti chi è Emanuela Arlotta?

Non è mai facile parlare di noi stessi, la

nostra prospettiva è diversa rispetto a

quella di chi ci guarda! Io sono una persona

semplice e per questo molto complessa. La

semplicità si raggiunge attraverso un

percorso personale duro, volto a

scardinare tutte le infrastrutture e le false

ideologie nelle quali siamo chiamati ad

immergerci all‟interno di un sistema sociale

come il nostro. Semplicità significa libertà

di pensiero ed in questo senso credo di

essere molto semplice.

Sono una persona creativa, amo tutte le

sfaccettature dell‟arte che cerco di

sperimentare in primo luogo attraverso la

scrittura, ma non solo. Per me creare

significa trasmettere un messaggio

profondo, un significato, senza il quale

l‟opera rimarrebbe semplicemente un buon

prodotto tecnico.

E sono prima di tutto una donna e una

mamma con una vita normale che con

immensa fatica cerca di coniugare doveri,

lavoro e interessi personali pagando in

prima persona in termini di fatica e tempo.

Ma non potrei fare a meno di dedicarmi ad

ognuna delle mie sfaccettature. I miei figli

sono il mio respiro, la scrittura è il mio

mezzo di comunicazione e la vita è la mia

fonte di ispirazione.

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Magazine Volodeisensi

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Stiamo finendo la nostra bibita e mi

fermo a pensare a come ci siamo

conosciute. Siamo entrate in

contatto per il tuo libro di poesie

“Volodeisensi”. I versi da te scritti mi

hanno da subito colpita nel profondo,

così come le tue video poesie. Il titolo

già dice molto, ma desidero far

conoscere meglio la tua anima. Cosa

rappresentano per te le parole

lasciate indelebili sulla carta o incise

su nastro?

Cara Cristina questo luogo fantastico e

questa bibita fresca sono quanto di meglio

si possa chiedere in questo momento! Le

parole sono il mio mezzo di trasmissione e

di comunicazione. Non scrivo perché mi

piace. La scrittura, per me, è puro istinto,

lo faccio perché lo so fare meglio di altre

cose. E mi piace abbracciare diverse

tecniche di scrittura a seconda

dell‟ispirazione del momento. Quando

devo catturare un‟istantanea uso la poesia,

che nella sua brevità dice tutto. Quando

voglio soffermarmi più tempo perché ho

bisogno di trattare un argomento sotto

vari punti di vista e in maniera più

complessa uso la narrativa. Quando voglio

volare in un mondo fantastico e far vivere

personaggi e luoghi che non abbiano

riscontro con la realtà ma attraverso i quali

veicolare profondi insegnamenti allora

utilizzo la fiaba e la sua potente metafora.

Volodiesensi è stato il mio libro d‟esordio

in poesia, è stato il passaggio dallo scrivere

per me stessa al farlo per essere anche

letta. Un passo, quindi, verso una

maturazione personale che continua giorno

dopo giorno e che non finirà mai.

Mentre scorriamo il menù dei gelati,

mi viene in

mente che è

appena uscita

la tua nuova

raccolta di

poesie

intitolata

“Dalla parte

dell‟Anima”.

Un libro

pubblicato con tanti sacrifici e molta

passione. Parlaci di lui e di cosa

cambia rispetto a Volodeisensi?

E‟ passato del tempo tra le due

pubblicazioni ed è cambiato in parte anche

un po‟ lo stile. Volodeisensi è un primo

approccio e contiene anche poesie scritte

diversi anni fa, „Dalla parte dell‟Anima‟ è più

vicino a quello che sono e che sento oggi.

Entrambi i libri contengono molto di me,

del mio mondo emotivo, sono dei piccoli

concentrati di sensazioni poetiche e

istantanee di vita. Inoltre la grande

differenza è che Volodeisensi è un libro

autoprodotto mentre „Dalla parte

dell‟Anima‟ è stato pubblicato da Galassia

Arte Editore.

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Magazine Volodeisensi

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Il linguaggio poetico mi appartiene

profondamente, lo trovo molto potente ed

efficace, capace di colpire e di raccontare

con la velocità e l‟irruenza di un fulmine.

Visto che fa così caldo scegliamo

entrambe un mega gelato

gustosissimo. Nell‟attesa di poterlo

assaggiare mi soffermo sul fatto che

“Volodeisensi rappresenta per te

molte cose e che è anche il nome

della tua Community letteraria.

Cos‟è “Volodeisensi” e di cosa ti

occupi su questo sito?

Nell‟attesa di rinfrescare la gola ti racconto

un pezzetto del mio passato. La parola

Volodeisensi l‟ho coniata ben 18-19 anni fa,

quando avevo 18 anni. E‟ nata all‟interno di

una poesia dedicata ad una persona, un

ragazzo che avevo perso improvvisamente

e tragicamente in quel periodo. Questa

perdita ha segnato e cambiato radicalmente

la mia vita, trascinandomi attraverso un

percorso di crescita e di sofferenza che mi

ha portata ad uscire fuori da un guscio nel

quale ero intrappolata fin dalla nascita.

Quando la morte ti sfiora tutti i tuoi

dogmi, tutte le tue certezze, tutte le tue

paure si dileguano. Tutto ciò che è reale

diventa relativo, tutto torna al suo posto

come in un puzzle. La morte rabbuia nel

profondo ma illumina la strada giusta e

dona la corretta prospettiva, regala la

capacità di dare il giusto valore alle cose.

Dopo questo lungo percorso di rinascita è

arrivata l‟idea di concretizzare il mio sogno

artistico che nel frattempo si faceva spazio

sempre più prepotentemente in me. Così è

nata la community letteraria

www.volodeisensi.it e accanto ad essa è

nato anche il mio primo libro di poesie e

più tardi Volodeisensi Magazine online.

Finalmente la cameriera ci serve due

enormi bicchieri strabordanti di

gelato, mentre noi parliamo

animatamente dei progetti futuri sul

tuo “Magazine Volodeisensi - l‟Arte a

360°”. Un Magazine che mostra tutta

la tua passione e la tua apertura

verso il mondo dell‟arte. Come è

nata l‟idea di questa rivista Online

dedicata principalmente agli autori

emergenti?

Volodeisensi Magazine nasce, inizialmente,

come contenitore di interviste dedicate agli

autori emergenti. Ma ben presto evolve

verso qualcosa di molto più articolato e si

trasforma in una rivista dedicata al mondo

dell‟arte e della creatività a 360 gradi.

Come ben sai, visto che sei colei che,

insieme a me, ha creduto fortemente in

questo progetto fin dal suo esordio, il

magazine sta ospitando tantissime nuove

personalità artistiche , sia nel campo

letterario che in altri ambiti e sta

crescendo di mese in mese grazie alla

volontà e alla professionalità dei redattori

che ci lavorano non solo con la „penna‟ ma

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soprattutto con il cuore. All‟interno della

rivista si trovano, oltre alle interviste, degli

articoli molto interessanti e spesso anche

curiosi corredati da bellissime fotografie

spesso realizzate dagli stessi redattori.

E‟ proprio piacevole stare sedute qui

insieme, mentre una leggera musica

accompagna le nostre chiacchierate.

Tu segui molto gli autori emergenti,

non solo con la community letteraria

e con il Magazine, ma anche dandogli

visibilità tramite le tue recensioni

molto professionali. Da cosa nasce

questa tua attenzione verso gli altri

autori?

Cara Cristina, l‟arte non è un soliloquio

creativo, ma è soprattutto condivisione.

Quello che io considero un vero artista

non si chiude nel suo bozzolo in

adorazione di se stesso, ma piuttosto cerca

di creare uno scambio culturale e

personale con i lettori ma anche con altri

autori. Si crea, così, un sodalizio artistico e

si procede verso una contaminazione

capace di dar vita a nuove prospettive e

nuove possibilità di espressione.

Ci stiamo gustando pacatamente la

coppa di gelato e affondando nella

crema il cucchiaino ti esprimo a

pieno le emozioni che mi ha donato il

tuo libro “La Sfera”. Sono rimasta

colpita dalla capacità di usare un

testo fresco e sincero per affrontare

argomenti atroci della realtà con il

quale poni un

punto di

riflessione. Mi è

piaciuto molto

anche il

rapporto che ci

descrivi tra

reale e fantasia

lasciando

intendere

quanto breve sia il confine tra i due

mondi. Ti chiedo, per chi non

conosce questa meravigliosa opera, di

trasporci nel tuo immaginario ricco

di emozioni e sentimenti.

La Sfera è un libro denso di significati, è un

piccolo concentrato di messaggi e di

riflessioni su vari argomenti anche molto

forti. E‟ un libro di racconti i cui personaggi

si muovono su scenari diversi, non sempre

palesemente reali. Spesso realtà e fantasia

si intrecciano trasportando il lettore

all‟interno di ambientazioni legate al mondo

onirico. Ho deciso di trattare in questa

maniera queste storie per poter trasferire

più incisivamente la parte emotiva dei

personaggi. Il linguaggio onirico è legato

imprescindibilmente a quello dell‟inconscio

che lo utilizza, spesso, nei sogni per parlarci

dei nostri stati d‟animo più profondi.

Leggendo questo libro si vivono le varie

situazioni, si „sentono‟ sulla propria pelle

quasi fossero reali. Ma si sperimenta anche

la risalita dal dolore, la crescita, il viaggio

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Magazine Volodeisensi

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attraverso il quale si raggiunge un nuovo

livello personale e interiore.

Il gelato è quasi terminato e siamo

tentate di ordinarne un altro. Mentre

decidiamo mi soffermo su uno dei

racconti contenuti nel tuo libro. Molti

sarebbero da citare, ma scelgo

questo perché ogni volta che lo leggo,

piango. La storia s‟intitola “Il Pazzo.

Cosa rappresenta per te questo

brano in grado di ottenere un tal

effetto su chi legge?

„Il pazzo‟ è uno dei racconti racchiusi nel

libro „La Sfera‟ che fa piangere anche me

quando lo rileggo. E‟ un breve scritto di cui

si potrebbe parlare per ore. Le componenti

emotive in gioco sono tantissime: il

rapporto simbiotico tra un padre ed una

figlia, la diversità mal accettata dagli altri, la

presunta insanità mentale di un uomo che

forse vive solo la realtà su un piano

diverso, la dolcezza e la generosità di un

uomo che arriverà a compiere un gesto

inaspettato , il riscatto di una ragazza nei

confronti di chi l‟aveva isolata e additata

per anni, la perdita.

Credo che sia uno dei racconti più toccanti

dell‟intera raccolta.

Scegliamo un caffé per completare la

nostra chiacchierata e siamo felici

perché è in uscita il tuo primo libro di

favole. Immagino che sia un sogno

che si realizza. Sono curiosa di

conoscere il tuo legame con lui e con

questo mondo meraviglioso della

fantasia.

La favola è un mezzo di comunicazione oggi

fortemente sottovalutato. Il linguaggio

semplice, le figure metaforiche e fantastiche

utilizzate per rappresentare dei personaggi,

le infinite possibilità di azione di questi

personaggi, anche in contrapposizione con

le leggi della natura, fanno di questi scritti

dei mezzi potentissimi di trasmissione di

insegnamenti. Le fiabe sono anche ritenute

un mezzo terapeutico per le menti dei

bambini che riescono, attraverso la fantasia,

ad affrontare difficoltà che nella vita reale

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Magazine Volodeisensi

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non riescono a superare, rasserenando,

così, il loro animo ancora immaturo.

Ho sempre amato il mondo fantastico e

adoro perdermi in luoghi e scenari

impossibili e imprevedibili, amo volare oltre

i confini del reale e amo farlo con e per i

bambini oltre che per me stessa.

Quindi, Cristina, la tua affermazione è

corretta : pubblicare il libro di fiabe

„Piccole fiabe per grandi sognatori‟ con Il

Villaggio Ribelle Edizioni è davvero la

realizzazione di un sogno che finalmente si

sta concretizzando!

Ne approfitto per ringraziare il gruppo

editoriale David and Matthaus di cui fa

parte Il Villaggio Ribelle Edizioni ed in

particolare Giovanni Fabiano per aver

creduto in me e per avermi dato questa

splendida opportunità!

E ringrazio anche Gino Tinello per aver

realizzato delle meravigliose illustrazioni a

corredo di questo mio lavoro!

Purtroppo dobbiamo nuovamente

lasciarci, con il desiderio e l‟augurio di

incontrarci presto non solo tra le

nuvole. Abbracciandoti

calorosamente ti chiedo i tuoi

progetti futuri e tutti contatti per

poterti rintracciare.

Grazie amica mia per questo

momento di condivisione.

I miei progetti non esistono mai prima che

si concretizzino! Sono una persona troppo

istintiva per organizzarmi a lungo termine.

Idee ce ne sono tantissime sia per quanto

riguarda la scrittura sia per quanto riguarda

la promozione degli artisti! Posso solo

chiedervi di seguirmi costantemente e di

non esitare a proporre anche voi le vostre

iniziative!

Posso solo anticiparvi che sentirete parlare

molto di Volodeisensi e di Volodeisensi

Magazine online!

Chi vuole contattarmi può farlo attraverso

www.volodeisensi.it, oppure attraverso

www.emanuelaarlotta.it, oppure scrivendo

alla mail [email protected] oppure su

facebook chiedendo amicizia al mio profilo

„Volodeisensi Ema‟.

Mi dispiace dover lasciare questo splendido

bar sulla terrazza del cielo e dover salutare

anche te cara Cristina. Ma ci rivedremo

presto , molto presto!

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Magazine Volodeisensi

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A cura di Cristina Rotoloni

Ciao Diego, ti

diamo il

benvenuto sul

nostro

Magazine e ti

chiediamo di

raccontarci chi

sei e come è

nata la tua

passione per la

scrittura?

Sono una persona normale, come tante: un

padre di famiglia ed un marito innamorato.

In più ho tanti sogni. Per questo mi sono

messo a scrivere: per poter esprime e

raccontare questi sogni. La mia passione

per la scrittura è nata per sopperire alla

necessità di avere uno spazio di fantasia. Fin

da piccolo ho sempre sognato di essere un

Cavaliere che sconfigge un Drago, come

nelle favole: per questo ho sempre amato il

fantasy di ambientazione medievale.

Questo amore mi ha portato a leggere

tantissimi romanzi fantasy che mi facevano

sognare ad occhi aperti. Ho continuato con

i giochi di ruolo, che avevano come

comune denominatore un‟ambientazione di

tipo fantasy medievale. Quando per motivi

di vissuto quotidiano ho dovuto chiudere

questa mia valvola di sfogo, ho rischiato di

esplodere: per questo mi sono messo a

scrivere, per dare voce ai miei sogni.

I “Racconti delle Lande Percorse –

Come nasce un cavaliere” è il tuo

libro d‟esordio ambientato nel

Medioevo e perciò ricco dei fascini e

delle leggende tipiche del periodo,

raccontaci le atmosfere racchiuse in

questo volume.

Come è facile notare, il mio romanzo vuole

essere un racconto epico vecchio stile. Per

questo mi sono ispirato molto a Tolkien e

a Lewis, ma anche a tanti elementi storici di

ispirazione cristiana (i due Imperi rivali

sono liberamente ispirati all‟Impero

Bizantino e all‟Impero Romano).

Richiamando uno stile narrativo da cantare

epico, più che da semplice racconto.

L‟intento è stato quello di creare un

mondo che se pur fantastico, allo stesso

tempo sia anche coerente e credibile, dove

attraverso la narrazione degli eventi si

possa anche trasmettere un valore di

umanità, umiltà, fratellanza e assurdità della

guerra. Per questo il testo è ricco di

descrizioni e di riferimenti morali: per

aiutare il lettore a non confondersi fra

molti riferimenti storici e letterari.

Il protagonista,

Hurik Van Gotten,

è il cavaliere che

nasce e cresce

per il lettore

tramite i flashback

descritti nella

storia, chi è

per te questo

personaggio e

quanto ti rappresenta?

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Magazine Volodeisensi

Pagina 11

Per me Hurik rappresenta l‟evoluzione

naturale della vita, un processo di

formazione continua che partendo da uno

stato adolescenziale si forma, attraverso

varie prove, fino a diventare l‟uomo

descritto. Il suo racconto vuole essere una

metafora di vita in cui molti lettori si

possono ritrovare (connotazioni fantasy a

parte). Proprio per questo, Hurik mi

rappresenta molto. Anch‟io ero un

adolescente irrequieto che attraverso varie

prove (lavoro, matrimonio, paternità,

amicizia) è divenuto un adulto con

responsabilità verso i propri cari ed amici.

Forse in un certo senso ho voluto

descrivere (idealizzata) una mia parabola di

vita.

Come mai scegli di raccontarci come

nasce un Cavaliere? Quali i valori che

vuoi trasmettere e le motivazioni che

ti hanno portato a descriverci questo

tema?

La storia di Hurik vuole essere una

metafora di formazione. Alla fine chiunque

può divenire un Cavaliere, un campione di

virtù (almeno nel senso originario del

termine). Per me infatti il cavaliere non è

solo un guerriero che combatte per una

giusta causa, ma il detentore di molte virtù

morali. Da qui il senso di inserire nelle

trame del racconto molte citazioni sulle

virtù cavalleresche. Questo perché in

questo preciso periodo, in cui molti valori

vengono calpestatati, c‟è il bisogno di

riscoprirli. La scelta (comune a molti

autori, in tante epoche storiche) di usare il

romanzo come veicolo di diffusione di un

ideale: far riscoprire ai lettori, specie più

giovani, con un genere loro gradito, virtù

quali,

l‟amore, il rispetto, la fede.

Nei Fantasy compare spesso la figura

del Drago. Un simbolo mitologico

che si ambienta perfettamente con il

periodo storico che scegli di

raccontarci, ma cosa rappresenta per

te la figura del Drago?

La figura del drago rappresenta la

perfezione, la forma suprema dell‟essere. È

la mia creatura mitologica preferita: ne

sono un vero cultore! Per questo l‟ho

posto al vertice del culto delle Lande

Percorse, sia nel bene che nel male.

Nel nostro Magazine che è dedicato

prevalentemente agli autori

emergenti ci piace conoscere il loro

punto di vista sull‟editoria

contemporanea e sull‟auto-

pubblicazione. Qual è il tuo parere in

merito?

Il mio parere rispecchia la mia esperienza,

che sinceramente non è stata delle migliori.

Purtroppo in Italia (ma forse ovunque)

l‟editoria non gode di buona salute. Ormai

vige solo la legge del marketing, per cui un

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Magazine Volodeisensi

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testo è buono solo se vendibile e non per il

suo valore intrinseco o per i valori che

trasmette. Questo ha portato alla

prolificazione di case editrici di dubbia

qualità. Per questo sono molto felice di

aver scoperto una grande rete di

solidarietà nel web che sostiene ed aiuta gli

autori emergenti, proprio come fate voi.

Un altro tassello molto importante è

questo nuovo fenomeno dell‟auto-

pubblicazione che permette agli esordienti

di entrare in un circuito che altrimenti per

molti sarebbe fuori la propria portata. In

merito qualcuno potrebbe dire che così,

senza più controllo o selezione, saremo

presto sommersi da opere scadenti. Ma

forse è un rischio da correre perché

tragicamente, purtroppo, l‟opera scadente

trova sempre il modo di emergere e

magari anche di diventare un best seller.

Anche se così fosse nella realtà sarà poi il

popolo della rete (che ha sostenuto la sua

pubblicazione) a dare il giudizio finale

sull‟opera e a stroncare oppure validare

l‟autore.

Nel salutarti siamo curiosi di sapere

quando usciranno i restanti volumi di

questa trilogia, se puoi anticiparci

qualcosa e quali sono i tuoi progetti

futuri?

Il secondo è già completato ed in via di

revisione, per cui confido che per la fine

del 2013 inizi del 2014 possa essere

pubblicato. Per il terzo vedremo. Ci sono

altri progetti, questo è certo, ma preferisco

non parlarne perché ancora in fase

embrionale.

Grazie ancora dello spazio concesso; a

presto!

Cristina Rotoloni

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Magazine Volodeisensi

Pagina 13

A cura di Emanuela Arlotta

1. Benvenuto nel nostro Magazine Letterario. La prima cosa che

voglio chiederti è : chi è Cony Ray

e come è nato il rapporto con la

poesia?

Bentrovati e un saluto a tutti i lettori del

vostro Magazine Letterario.

Chi è Cony Ray? E‟ il mio alter ego, con un

nome di battaglia più che uno pseudonimo.

Il rapporto con la poesia è nato nel 1997.

Ho cominciato a leggere raccolte di poeti

americani, in particolare i versi dei poeti

della Beat Generation.

I loro versi mi trasmettevano realtà vissute

sulla propria pelle, mutuando un linguaggio

di strada, quotidiano, confidenziale senza

mai abbandonare la propria formazione

letteraria, il verso, la poesia o perdere il

contatto con la contemporaneità

dell‟America di quegli anni fatta di

inquietudini e contraddizioni. Come nel

cinema il regista Nick Ray racconta nel film

“Gioventù Bruciata”.

Nelle mie letture c‟erano anche i poeti

francesi, inglesi, italiani e i classici greci e

latini.Ma dopo la poesia Beat, rimasi colpito

e affascinato dall‟Antologia di Spoon River

di Edgar Lee Master . In quel periodo

ascoltavo i Velvet Underground e mi

interessava l‟arte e i primi film di Andy

Warhol. Ma la mia attenzione era rivolta

anche ai testi di autori rock come nel caso

di Lou Reed. Nel 1998 ho cominciato a

scrivere versi e a leggere in pubblico le mie

liriche, forse ancora acerbe. E proprio in

quel anno che ho iniziato a scrivere con

una certa assiduità. Ogni luogo era quello

giusto per buttare giù dei versi di giorno e

di notte, di ritorno dalle mie scorribande.

Inconsciamente stavo già lavorando alla mia

opera prima, al mio libro INTERNO 4 (un

film da leggere e vedere tra i versi), che

vive di storie tra disagio sociale e

inadeguatezza costante nel vivere.

2. Cosa rappresenta per te la poesia?

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Magazine Volodeisensi

Pagina 14

Per me la poesia è un‟esistenza oltre la vita.

Un‟esperienza di vita, necessaria.

3. Nel 2008 hai pubblicato „Interno4‟

? Ce ne vuoi parlare?

Interno 4 è un libro fatto con amore per

amore di quella poesia che comunica

ancora prima di essere compresa. Ogni

sensazione ed emozione, ogni goccia del

mio sangue è contenuta nelle liriche del

libro. Amore inteso soprattutto come

forma di rispetto per quanti vivono, in

questo nostro Tempo, una condizione di

disagio sociale.

E‟ un‟opera prima, indipendente e

autoprodotta, di cui ho curato anche il

progetto grafico. La distribuzione e la

promozione è gestita in prima persona.

Interno 4 è il tentativo di fare di un poema,

in chiave moderna, una sorta di “film a

episodi”. Il cinema spesso ha attinto dalla

letteratura. In questo mio lavoro ho

cercato di invertire i ruoli. Ecco che

attraverso i monologhi interiori e non dei

vari personaggi - nessuno escluso - ho dato

voce a quanti, ai margini della cosiddetta

“società civile” e tra di noi, vivono una

condizione di disagio sociale e inadeguatezza

costante nel vivere, e che considero dal

profondo degli eroi. Degli eroi “solitari”,

che non sono certo quelli ”propinati” dalla

televisione o “sfornati” dalla politica. E tutto

nella luminosità di “un film da leggere e

vedere tra i versi” e nella contemporaneità

che spesso manca nel presente della poesia

del nostro Paese.

4. Interno 4 è un libro interamente

autoprodotto. Cosa ti ha spinto a

optare per questo tipo di scelta

piuttosto che affidarti ad un

editore classico?

La scelta è stata dettata dal desiderio di

controllo totale sulla mia opera. Interno 4

è un libro “underground” inteso come

forma di resistenza. Resistenza verso la

politica editoriale in merito ad opere di

poesia della case editrici che operano nel

nostro Paese. Quando le case editrici

pubblicano poesia non è altro che la

ristampa della ristampa dei soliti autori e

non si investe in nuovi talenti. E quando lo

si fa è a carico degli “inediti” non curando

aspetti importanti quali la distribuzione

delle copie e la promozione del libro che è

a carico dell‟autore, spesso inesperto in

questo senso. Le case editrice, secondo

me, dovrebbero essere anche per la poesia

come le radio private per l‟uscita di un

nuovo lavoro discografico. Dovrebbero

avere il coraggio di rischiare in proprio. Ma

non lo fanno poiché la poesia è un genere

letterario che “non vende” in un Paese che

nei secoli ha dato i natali ad innumerevoli

poeti, fondamentali nella storia della

letteratura mondiale e la crescita culturale

di ognuno di noi. Quindi la Poesia

dovrebbe essere nel Dna

dell‟italiano/lettore. E nell‟Istruzione

Pubblica i programmi didattici ministeriali in

questo senso non creano le condizioni per

avvicinare nel modo giusto ed entusiasmare

i giovani alla poesia. La cosa che più mi

rattrista è che la responsabilità è in fin dei

conti dei poeti o meglio di alcuni poeti o di

una sorta di “casta” dei poeti più o meno

ben voluti e accettati dal Potere nel

momento in cui la Poesia nel nostro Paese

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Magazine Volodeisensi

Pagina 15

è ad uso e consumo di salotti “letterari” e

si riduce ad un mezzo teso più per

“apparire” che non per “essere”. La Poesia

deve tornare tra il popolo e non

“ghettizzata”. Come Federico Garcia Lorca

fece per il teatro con l‟esperienza de “La

Baraca”. E i poeti dovrebbero fare uno

sforzo in più. Che tornino nelle piazze,

portino la parola e la ricerca della parola

tra la gente, si facciano, se necessario,

venditori “porta a porta” delle loro opere.

5. Sei il promotore del progetto „La

Poesia E‟ Reale‟ ? Di cosa si tratta?

La Poesia E‟ Reale è un progetto nato nel

2010, assieme agli amici e poeti Gabriele

Peritore e Marco Orlandi. Siamo convinti

della necessità che la poesia ritrovi la

propria identità e centralità all'interno della

comunicazione sociale, attraverso

l'esibizione "live" delle liriche, con un

approccio nuovo nella declamazione delle

stesse, proponendo performance poetiche

che abbiano l'impatto e la dinamica di un

concerto musicale. L'obiettivo

fondamentale è il coinvolgimento e

l'interazione con il pubblico. Da qui è nata

l‟idea di formare una Poetry Band

composta da tre poeti e quella di un

ConcertoPoesia come una sorta di

partitura per tre voci e tre poeti senza

supporto musicale, poiché la musica è nelle

parole e nei differenti timbri vocali dei tre

poeti. La Poesia E‟ Reale, fin dal suo

nascere, ha desiderato fortemente di

mettere la poesia al servizio e a favore di

una causa nobile. Tra le varie opportunità,

poiché siamo sensibili alle cause sociali,

abbiamo deciso quella di sostenere

EMERGENCY.

In occasione di ogni ConcertoPoesia, La

Poesia E‟ Reale sostiene ufficialmente

l‟attività di EMERGENCY attraverso la

vendita, ad un prezzo “speciale”, delle

ultime pubblicazioni dei tre poeti

promotori e protagonisti del progetto,

devolvendo parte dell‟incasso

all‟Organizzazione Ong Onlus. Invito a

visitare il nostro sito web:

http://poesiareale.blogspot.com

6. Nel 2009 hai partecipato al documentario „POETI‟ del regista

Toni D‟Angelo. Cosa ti ha lasciato

questa esperienza?

Partecipare al documentario POETI, grazie

alla stima del poeta Biagio Propato,

protagonista principale, e alla sensibilità e

coraggio di Toni D‟Angelo è stato davvero

un onore per me. POETI è un film bello

perché è fuori dal tempo. Lo puoi vedere

quando vuoi. A distanza anche di molti

anni. E' questo è il tempo della poesia. E'

immagine, è poesia, è parola. Nonostante

che il docu/film abbia concorso per la

sezione “Controcampo italiano” alla 66°

Mostra Internazionale del Cinema di

Venezia, questa esperienza, per me,

rappresenta tuttora un punto di partenza.

Grazie a questa esperienza ho avuto modo

di curare presso il Filmstudio di Roma gli

incontro con il pubblico con alcuni poeti

protagonisti nel documentario e così per

L‟Immaginario Festival a Perugia e al

Festival CineMadeInLazio e di contribuire,

anche in maniera autonoma, alla sua

promozione.

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Magazine Volodeisensi

Pagina 16

7. Alcune delle tue iniziative sono

dedicate alle problematiche sociali

tra cui la lotta all‟AIDS, ad

esempio. Da cosa nasce questo

tuo interesse?

Credo che essere poeta non significa solo

saper comporre dei versi, ma partecipare

attivamente alla vita sociale e politica di un

Paese, specie in un tempo in cui il poeta

sembra essere un marziano, un alieno

nell‟odierna società contemporanea,

almeno nel nostro Paese. Del resto è ciò

che ci ha indicato Dante, come Pasolini. Ma

li cito non per equipararmi alla loro

grandezza. Dal mio canto ho sostenuto nel

luglio 2011 l‟occupazione degli studenti e

docenti dell‟Accademia di Belle Arti di

Roma. Nel luglio 2012 i lavoratori di

Cinecittà in lotta e occupazione per circa

quattro mesi. Ho dedicato e sono stati

pubblicati sul web dei miei versi a seguito

della morte di Angelo Di Carlo, lavoratore

over ‟50 disoccupato da tempo a causa

della crisi economica, e aggiungo sociale e

politica del nostro Bel Paese, che si è dato

fuoco davanti a Montecitorio la scorsa

estate.

8. Prima di salutarti vorrei chiederti quali sono i tuoi progetti futuri e

se tra questi rientra anche la

pubblicazione di un altro libro. A

presto e grazie per essere stato

con noi!

Da qualche tempo sto lavorando ad un

nuovo libro, frutto della realtà che il nostro

Paese sta attraversando da alcuni anni, e

alla possibilità che questo progetto sia

finanziato dagli stessi lettori. Mi piace l'idea

che i lettori siano partecipi dalla genesi

dell'opera. Parallelamente sono alle prese

con la trasposizione in teatro di Interno 4.

Nel salutarvi e ringraziarvi colgo

l'occasione per invitare i lettori del vostro

Magazine Letterario a contattarmi al mio

profilo Facebook per avere informazioni

per poter acquistare la copia di Interno 4.

E che ogni loro gesto sia poesia.

Emanuela Arlotta

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Magazine Volodeisensi

Pagina 17

dei nostri Autori

Questa sono io

Con le mie paure Con le mie ansie Con i miei tormenti Con la mia poesia Con il mio cuore sempre infranto.

Con il mio destino che a volte mi lascia con l'amarezza in bocca.

Questa sono io

Una donna che crede ancora che in questa terra ci sia un po' d'amore per il prossimo.

A volte mi illudo che troverò pace nel mio cuore ma pace non c'è né.

Questa sono io

Maria Rosa Barletta

Oceani

La mia mente vaga, attraverso oceani immensi, per poi proiettarsi in aride spiagge deserte.

Là dove le gelide onde oceaniche

sono immense e fluttuanti.

Ritrovo la linfa di me stessa e sono acqua che scorre leggera,

in oceani di emozioni impercettibili, che scorrono come linfa nelle mie anse.

Maria Rosa Barletta

L'amore atteso

Guardo dalla finestra la luce soffusa che del primo mattino s'infiltra silente nella mia stanza

e solo tu riesci a donarmi spiragli di luce che mi illuminano il giorno e mi inebriano la notte.

Solo tu, mio eterno amore mi dai tutto l'ardore di questo mio essere.

E io ti attendo sulla porta come colei che attende l'amore lontano.

Ma non voglio sognare, voglio solo quel piccolo lume d'amore che ci unisce per sempre!

Maria Rosa Barletta

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Pagina 18

E la Natura disse: “Ama anche me”

Ciao, sono la Natura. Abito qui vicino,

appena fuori dalla tua porta.

Ci incontriamo tutti i giorni, di fretta.

Tu come stai? Spero benissimo.

Io, invece, adesso che è estate, avverto

tutti i miei acciacchi pesarmi

addosso ancora di più, dopo inverno e

primavera terrificanti. Sai che

il nostro rapporto non è uguale a quello

tra Voi persone. D’altra parte

io sono come sono e tale rimango. Però,

il cuore ce l’ho anch'io, anzi

sono molto sensibile, anche troppo. Io ti

vedo, ti sento: quando ridi

e quando piangi.

La mia storia tu la conosci senz'altro:

sono stata creata un bellissimo

giorno ormai lontano ed esistevo già

prima dell’uomo. Poi è arrivato lui

e la sua signora, a seguire sono arrivati

i loro parenti. Poi ancora tante

altre persone, anche molto diverse tra

loro, che cominciarono a metter

su casa. Le case divennero villaggi, i

villaggi paesi, i paesi città, le città

metropoli, sempre di più e sempre più

grandi.

Un giorno vidi che tutti cominciarono

a lavorare: chi in campagna, chi in

fabbrica, chi in negozio, chi in ufficio

(tutto per colpa di un banalissimo…

infortunio provocato da una bellissima

mela). Dopo un po’ di tempo vidi

apparire automobili, navi, aerei, moto,

grossi mezzi di trasporto. Vidi la

gente stare bene e mettersi a spendere

a destra, a manca. Così le case

si riempirono di plastica, scatole,

scatolette, vetro, carta, cartone, legno,

bottiglie, bottigliette, sacchetti, scarti,

avanzi di ogni tipo. Insomma, tutti

ma proprio tutti, i rifiuti del benessere.

Anche dalle fabbriche - accidenti -

cominciarono a uscire scarichi, fumi e

scorie di ogni genere. Il progresso,

purtroppo, si accompagnò al regresso

della civile educazione, diventando

inciviltà. Non solo per le discariche

mancanti o lontane o per i cestini non

a portata di mano: fu per la mente

umana cieca, con i suoi gesti spietati!

Così, le persone pensarono bene di

prendersela con me. I prati, i boschi,

i campi - che sono i miei vestiti -

vennero aggrediti, imbrattati,

violentati.

Le strade di campagna, quelle delle

città e dei paesi, le autostrade - che

sono le mie vene - furono sporcate da

tantissime macchie che non ho più

potuto togliermi. Oceani, mari, laghi,

fiumi, torrenti, ruscelli, gli altri corsi

d'acqua - in cui giocavo gioiosa - con

l’arrivo di troppi veleni divennero la

mia tomba. Sopra le montagne e le

colline - che erano la mia forza - ora

ahimè "firmate" da passaggi selvaggi, il

nostro cielo è adombrato di mille

impurità. E così - oggi - io sto male.

Molto male. E morirò. Pazienza…

Devo farti una confidenza, non ti

offendere, però. Se io muoio, anche tu…

sì...insomma…io non avrei mai voluto

dirtelo...Noi due, abbiamo bisogno

l’uno dell’altro. Io di te, tu di me.

Adesso, dopo aver camminato insieme,

aver bene o male vissuto insieme,

respirato insieme, moriremo insieme.

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Magazine Volodeisensi

Pagina 19

Perciò, voglio lasciarti con un saluto

affettuoso...potrà sembrarti magari

un po’ triste, ma è soltanto un dolce

sospiro...Ti prego, ti supplico, te lo

chiedo in ginocchio: "Ama anche me! Te

ne sarò immensamente grata".

Ciao.

La tua Natura.

( Vitale Tagliaferri)

IL SAPORE DELLA LUNA

Vestita di scuro

come l’amica morte

accompagna sussurri di sogni

e desideri d’amore.

Questa notte magica

porta sesso e libertà.

La pelle suda,

i corpi danzano

e in bocca resta

il sapore della luna.

Marina Lovato

ISTANTE DI POESIA

Con pelle di pallida luna,

profumata di meringa al limone,

sta seduta all’ombra di un’alta betulla,

dalle verdi foglie di un tiepido giugno,

in compagnia di grandi autori e poeti

raccogliendo in poche righe

passato, presente e futuro.

Marina Lovato

LE PROFESSIONI

Il poeta sporca le pagine bianche

di inchiostro corvino e sentimenti

passati.

Lo scrittore vive il suo mondo irreale

nel mondo reale.

Il cantante celebra il ricordo dell’amore

con la bella voce.

Lo scultore regala un significato

profondo

agli oggetti quotidiani apparentemente

banali.

Il politico, ah il politico,

racconta solamente bugie.

Marina Lovato

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Magazine Volodeisensi

Pagina 20

Primo racconto del mese a cura di

Giorgia Catalano

Nadia e Piera abitano agli antipodi; una al

nord, l‟altra nell‟estremo sud Italia. Non si

sono mai incontrate nel mondo reale; sono

diventate amiche grazie ad un social

network.

Nadia è un‟insegnante. Anticonformista,

artista nel cuore e nella vita, è appassionata

di fotografia e pittura ad olio.

Piera è medico. E' una brava dottoressa,

ma rimane pur sempre una donna - come

le dicono sempre i paesani... Di indole

altruista, gioviale e molto sensibile.

Dopo essersi confrontate per un po‟

attraverso la chat, scambiandosi opinioni

ed esperienze di vita ed essersi un po‟

raccontate, si scambiano il numero di

cellulare.

L‟idea di potersi parlare al telefono e

sentire l‟una la voce dell‟altra, le fa sentire

più vicine.

Un giorno, Nadia decide di telefonare a

Piera. Compone il numero, emozionata.

Finalmente, avrebbe parlato sul serio con

questa sua nuova amica e la loro amicizia

non sarebbe stata più soltanto virtuale.

Dopo qualche squillo, risponde una voce

rotta. Piera sta piangendo.

“Piera sono Nadia. Che cosa è successo?”

La donna continua a piangere. Nadia la

lascia sfogare, mettendosi in ascolto

silenzioso di ciò che poteva turbare Piera e

che con le parole, in quel momento, non le

era possibile esprimere. “Piera, sono qui!

Che è successo?”

“Scusami, Nadia. Non è certo un bel modo

di presentarsi, questo! Non lo immaginavo,

certo, così!” Nadia cerca di incoraggiarla:

“Non preoccuparti. Dimmi, piuttosto, che

è successo?” “Di nuovo. E‟ successo di

nuovo, come tutte le altre volte”. Nadia

capisce che Piera si riferisce al marito.

Infatti, le confessa che, appena un‟ora

prima, l‟aveva picchiata per l‟ennesima volta

con la cintura dei pantaloni colpendola sul

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Magazine Volodeisensi

Pagina 21

viso. Piera ha paura, ha male. Ha il viso

tumefatto.

Nadia è atterrita.

Attraverso le chiacchierate in chat si era

resa conto che qualcosa di brutto turbava

Piera; ma non era mai stata così esplicita.

Sembrava la scena di un film, ma quella che

Piera stava raccontando con la voce

tremante per la paura e per il dolore fisico,

alla sua amica, era un'umiliante realtà.

Nadia le consiglia di rivolgersi alle Forze

dell‟Ordine, di denunciarlo, di lasciare il

paese con la figlia. “Ma ci fa seguire”, dice

Piera. “Ho provato tante volte a scappare,

ma non c‟è via d‟uscita. Non sono libera, lui

mi uccide così. Ha un‟altra donna. Non fa

l‟amore con me da 18 anni, esattamente da

quando è nata mia figlia. Ed è da allora che

mi punisce, per avergli donato questa vita

che lui non voleva. E la fa pagare a me e

anche a lei. Devo stare attenta a lei,

soprattutto. A mia figlia. Temo che la

violenti, mentre sono a lavoro. Lei non mi

ha mai detto nulla. Tace. Ma io non ne

posso più. A volte, avrei voglia di togliermi

la vita e di toglierla anche a lei, pur di

essere felici, insieme.

A volte, vorrei fare di più. Togliere la vita a

lui. Andrei in galera, ma almeno mia figlia

sarebbe libera”.

Nadia non poteva credere alle sue

orecchie eppure, quella donna, si era

espressa proprio in quei termini e ciò che

la spingeva a parlare così era la

disperazione. Una donna esasperata da una

situazione della quale era succube da

troppo tempo,ormai.

Di certe scioccanti situazioni aveva letto

sui quotidiani, o ne aveva sentito parlare al

telegiornale, ma mai le era successo che

una persona a lei vicina, si trovasse in simili

condizioni.

Che fare?

Aveva capito che Piera aveva paura di

ripercussioni nei confronti della figlia. E

che, per questo, non aveva mai avuto la

forza di denunciare nulla.

Nadia saluta Piera, promettendole che, in

qualche modo, l'avrebbe aiutata.

In un primo momento, si chiese se fosse

giusto intromettersi nella vita degli altri, ma

si trattava di salvare due donne da un

uomo violento e tiranno.

Questa volta non era un caso di cronaca,

ma una storia che la toccava da vicino.

Nadia si sofferma un attimo a riflettere.

Prende coraggio e telefona subito ad un

suo cugino, che è maresciallo nella Polizia.

Gli racconta ciò che Piera le ha appena

riferito e gli chiede se non sia possibile fare

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Magazine Volodeisensi

Pagina 22

qualche cosa. Era preoccupata per

l‟incolumità di madre e figlia.

L‟uomo le assicura che avrebbe sentito

subito i colleghi competenti per territorio

e che avrebbe denunciato gli episodi di

violenza.

Due giorni dopo, Piera telefona a Nadia

dicendole: “So che sei stata tu ad occuparti

di lui e che lo hai fatto per me. I poliziotti

non hanno fatto domande. Hanno visto i

segni sul mio volto. E, stavolta, anche su

quello di mia figlia. E lo hanno portato via,

senza fare domande, ancora con la cintura

dei pantaloni in una mano e con la bottiglia

di vino, stretta nell‟altra. Grazie, mia nuova

amica. Non ti sarò mai abbastanza

riconoscente. Ma adesso dobbiamo fuggire.

Qui ci sono quelli che ci seguivano per suo

conto ed io ho paura. Per mia figlia, non

per me”.

Furono parole dolorose, ma, almeno, un

grosso peso, Piera se l‟era tolto e adesso,

forse con grande difficoltà, avrebbe potuto

ricominciare a vivere. Per sé e per la sua

ragazza.

Giorgia Catalano

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Page 25: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 23

Secondo racconto del mese a cura di Isabella Verduci

Stasera la luna è setosa. E' sorta da poco

tempo e non mi sono reso conto che

intorno è così buio. Sarà che questo caldo

mi offusca la mente. I miei pensieri chiusi

nel freezer. Domani forse li scongelo. Ora

ho calde allucinazioni... Mi sta stretta

questa notte afosa. L'una, le due. La luna

setosa ammicca beffarda. Al fresco. Come

condizionatore, il cielo. Fortunata. Un

gatto miagola ansimante. I grilli, le cicale

stonano assordanti mentre rimbomba il

silenzio di questa notte scivolosa,

appiccicosa.

Un racconto da terminare, un finale da

stupire, ma come scrivere in questa

febbricitante serata?

Allora bevo un caffè freddo, va giù nello

stomaco come fiele.

La luna dissente. Due smeraldi brillano sui

tetti, passi felpati attendono un mio cenno.

Accendo la tv ma è impossibile stare seduti

tra aria calde e zanzare. Mi assopisco, io ed

il ronzio del ventilatore instancabile.

Sogno te.

Bellissima. E scrivo di te del tuo vivere. Di

quando la luna setosa invidiava le nostre

serate frammentate dal tintinnio lontano

della campana di un peschereccio.

Un vecchio marinaio trascinava le sue

stanche membra e reti, si fondeva con il

buio pece del mare spezzato soltanto dai

tuoi luminosi fendenti, luna incostante.

Il mio amore era come una goccia d'olio

nel mare, galleggiava e non cedeva

all'immenso flutto.

Maledetto caldo, l'incanto è rotto. Resti di

un caffè freddo in fondo alla tazzina.

L'aroma si è consumato, sparito. E così il

mio sonno. Osservo stelle brucianti appese

al cielo. Il gatto dorme su tegole roventi.

Spengo la tv, non l'accendo più. Neanche la

sigaretta: non fumo da mai, perchè dovrei

iniziare ora per spezzare questa notte

immobile?

Le luci delle case si offuscano. Come un

antico refrain che si affievolisce, è una

canzone di tempi antichi, incalzante, si

confonde con l'eco di questo silenzio

imbarazzante.

Provo a scrivere. Che ore sono? Le tre, le

quattro...di notte le ore non hanno tempo,

non hanno colore, sono uguali in ogni

mondo, trascorrono veloci, se dormi, se

sogni. Lente, se si sta davanti ad una tazzina

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Magazine Volodeisensi

Pagina 24

vuota ed accanto ad un gatto sceso dai tetti

roventi.

E quando senza avvisarmi il sonno arriva e

mi stordisce, mi ritrovo trafitto da un

raggio di sole che si fa strada tra le

persiane.

Odore di caffè. Buono. Di biscotti, di frutta

fresca. Ed il mio racconto si è scritto da

solo: '...ed il gatto si svegliò, sentì bussare

alla porta e scappò sui tetti tiepidi, bagnati

dal sole...'

Mi volto ed il tuo sorriso sa di luna

invidiosa, di reti avide di pesci, di ore buie

infinite trascorse troppo lente senza di

te,di tazzine fredde e vuote.

Mi alzo, apro il freezer e ti regalo tutti i

miei pensieri congelati per te.

Buongiorno, amore mio...

Isabella Verduci

Questa silloge poetica

racchiude in sè lo scorrere

delle emozioni, quelle che

giornalmente ci attraversano

la vita, quei piccoli boccioli

pronti a sbocciare lasciando

una sensazione di verità

talvolta amara e talvolta

dolce.

Per maggiori info invia una mail

a [email protected]

Page 27: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 25

Intervista a cura di Emanuela Arlotta

1) Ciao Alfredo, benvenuto su

Volodeisensi Magazine! Tu sei un

appassionato di storia, hai

viaggiato molto e partecipato a

molti congressi, sei anche

appassionato di bandiere e scrivi

su diverse riviste di settore. Come

mai, ad un certo punto, decidi di

scrivere il tuo primo romanzo?

E‟ stato proprio un segno del destino. Una

notte di mezza estate ho fatto un sogno: mi

trovavo su una torre in pietra e, salito

all‟ultimo piano, incontravo uno spettro

terrificante di una donna.

Da questo fatto, che mi ero appuntato per

non dimenticarlo, è nata l‟idea di farne un

racconto breve, poi la penna mi ha preso la

mano ed è nato questo libro.

2) Il tuo primo romanzo si intitola

„L‟OROLOGIO DELLA TORRE

ANTICA‟ ed è il primo di una

trilogia. Ce ne vuoi parlare?

E‟ l‟appassionante storia di una bellissima

fanciulla che, nel XIII secolo, si fa strega per

vendicarsi di un grande dolore e travolge in

una coinvolgente avventura tutti gli altri

personaggi.

Tra streghe, uno spettro, cavalieri crociati,

battaglie sanguinose, teneri momenti

d‟amore ed un gatto nero sornione, la

vicenda attraversa i secoli, passando da un

colpo di scena all‟altro, fino alla sua

incredibile conclusione. E‟ un romanzo

tutto al femminile dove sono le donne che

prendono in mano il loro destino, creando

un grande Male per poi distruggerlo,

facendo trionfare l‟Amore.

3) Misteri, intrighi, amore. Un mix

sicuramente intrigante. Come

nasce l‟idea di questo romanzo?

Come ho detto prima, tutto è nato da un

sogno fatto per caso. Lo spettro è una

bellissima nobildonna, ma mi dispiaceva

farne la cattiva del romanzo (tendo ad

affezionarmi ai personaggi) così mi sono

inventato una strega crudele che la

manovra nell‟ombra. Poi ho voluto anche

raccontare le vicende di questa strega e del

perché è diventata così cattiva. A forza di

retrocedere nel tempo sono arrivato al

XIII secolo, un periodo interessantissimo

dal punto di vista storico (ci furono le

Crociate). In seguito la vicenda si è espansa

nel tempo e ha raggiunto prima l‟epoca

napoleonica, poi la fine dell‟800 e infine gli

anni ‟50 del secolo XX.

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Magazine Volodeisensi

Pagina 26

4) Hai altri manoscritti nel cassetto

oltre alla trilogia dell‟Orologio

della torre antica? Ci vuoi

anticipare qualcosa?

Sta per uscire il secondo romanzo della

saga, per l‟Editore DandM, intitolato: “LA

MAGA TARA”.

Si tratta della continuazione della storia al

punto in cui si è interrotta nel primo libro.

Sarà un‟altra storia fantasy, ma mixata

questa volta con un giallo/spy story. Un

delitto al Museo Etrusco di Arezzo. Ho

pronto inoltre un romanzo di genere

avventuroso, ambientato nell‟Egitto di

questi giorni, sconvolto dai disordini e dalla

rivoluzione. Una famiglia fiorentina viene

coinvolta nel caos politico e incontrerà

perfino un Faraone redivivo. Sto finendo

anche il quarto romanzo, intitolato

“Aquileia” che è puramente storico. La

trama si svolge tutta nell‟arco del 452 d.C.

quando le orde di Attila si riversarono in

Italia provocando lutti e rovine. E‟ anche

una storia d‟amore che coinvolge due

promessi sposi separati dai tragici eventi.

5) Cos‟è per te la scrittura, cosa

rappresenta?

Ho sempre amato scrivere, sin da giovane.

Prima con gli scritti politici, da studente

poi, con la passione per le Bandiere,

pubblicando in Italia e all‟estero articoli del

settore.

Scrivo pure brevi racconti fantastici per

ragazzi, sullo stile: Ai confini della realtà.

Collaboro da diversi anni con un periodico

fiorentino su cui pubblico articoli curiosi,

divertenti e romantici.

6) Come definiresti il tuo stile di

scrittura?

Semplice e colloquiale. Mi piace esprimermi

in maniera che i lettori si sentano a loro

agio, evitando locuzioni arzigogolate e

lunghe tiritere noiose. Il trucco sta

nell‟immergersi nella storia come se la

stessi vivendo io stesso, tenendo per mano

i lettori.

7) Quali sono i tuoi progetti per il

futuro?

L‟OROLOGIO DELLA TORRE ANTICA

sta per uscire negli USA in lingua inglese,

quindi prevedo un impegno con l‟Editore

che mi coinvolgerà in maniera più

approfondita. Ma sono pronto a tutto.

Mi frulla nel cervello il terzo romanzo della

saga dell‟Orologio e prima o poi qualcosa

verrà fuori: ve lo prometto!.

Vi ringrazio di avermi intervistato e saluto

tutti coloro a cui piacerà leggere il mio

romanzo, raccomandando di rivolgersi

direttamente a me per acquistarlo su

Facebook o alla mail:

[email protected] perché non si

trova nelle librerie.

Oltre al libro che costa € 10 + l‟invio,

riceveranno in omaggio 20 articoli tra quelli

che pubblico nel bimensile con cui

collaboro.

Cordiali saluti a tutti.

Alfredo Betocchi

Emanuela Arlotta

Page 29: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 27

Parliamo del concetto di fede.

Spunti riflessivi di Alessandro Bagnato.

Oggi parliamo di un argomento che è stato

sempre di difficile interpretazione, che,

diversa nel tempo, ed ha più volte

provocato una netta separazione tra la

parola e l‟oggetto interpretato. Prendo

spunto per porre a specie la mia riflessione

da una frase del filosofo Gadamer, che

recita: <<La parola è quel mezzo che

interpretandola interroga l‟uomo>>.

In effetti, il filosofo Gadamer non sbaglia in

tale affermazione. Si può già spiegare

questo nell‟atto di spiegazione del termine

fede. Se prendessimo in mano un dizionario

della lingua italiana, troveremo alla voce"

fede” la seguente spiegazione: <<Adesione

incondizionata a un fatto, a un‟idea>>. Già

tale spiegazione offerta dalla nostra lingua

offre più di una chiave interpretativa

dell‟oggetto preso a specie, ossia l‟atto

della fede che è a volte sinonimo di

credere.

Detto questo, ora vorrei spostare

l‟attenzione su una mia chiave di lettura su

ciò che è la fede e su ciò che essa

rappresenta. Quest‟ultima intesa nella sua

grandezza di forma del credere che lega più

persone in un unico ente. Per fare ciò

riporto quanto già scritto nel mio saggio

“Le finestre dei pensieri” edito dalla

Booksprint Edizioni. Trascrivo un estratto

del Capitolo V – Le finestre della natura

umana: <<Le antiche civiltà vedevano nel

sapere l‟arma per superare la monotonia

quotidiana, combattendo però un‟intera

vita per soddisfare la loro fame di sapere. I

loro studi sono ancora oggi per milioni di

appassionati una mole per la loro

conoscenza. Tuttavia, il sapere religioso

può essere considerato come primo punto

della ricerca, perché prima ancora che

l‟uomo iniziasse a vivere e imparasse a

farlo, le sue conoscenze prime si basavano

sulla matematica, la fisica, l‟ingegneria, ma

ebbe subito la necessità di credere in

qualcosa che fosse molto più “al di là” di

sé, che promettesse un vivere migliore.

All‟inizio di tale “percorso”, l‟uomo si

inserisce in un circolo virtuoso che gli

dimostra ciò che ha appreso, cioè che v‟è

un essere soprannaturale, al quale l‟uomo

non si affianca per il momento. Gli

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Magazine Volodeisensi

Pagina 28

dimostra che in cuor suo è forte il

sentimento del sopra-sensibile che

percepisce il bisogno di credere e venerare

oggetti che lo potrebbero raffigurare o

rappresentare, anziché credere nell‟innata

fede. Iniziò a venerare prima oggetti, poi

animali che si rappresentavano come

fenomeni sacri, e in alcune parti del mondo

ancora vi si crede, per poi voltarsi verso i

famosi dèi. Questi erano: i maya, gli egizi; i

greci e i romani, per citarne alcuni tra i

quali adoravano divinità e costruivano

strutture in loro onore. In Egitto si

costruivano immense città, con le piramidi

e immense altre strutture, differenti le une

dalle altre con un loro preciso significato.

In Grecia, più tardi, si passava alla

costruzione di templi dedicati alle divinità. I

maya adoravano divinità che avevano più

l‟aspetto di mostri, ma che per il ''popolo

rivestivano un significato determinante. Agli

dèi venivano offerti dei sacrifici in dono in

segno di riconoscenza. Tutti però volevano

stare il più vicini possibile «all‟immenso di

quanto si possa fare con la quotidianità».

L'immenso rappresentava e rappresenta

l'irraggiungibile, vale a dire qualcosa a cui

l'uomo non sarebbe mai arrivato.

L'immensità garantiva sopravvivenza e più

alti erano i monumenti in onore di essa e

più l'uomo si sentiva e si sente accomunato

ad essa. I sacrifici ideati per ringraziare la

natura dichiarata immensa, avvenivano

quotidianamente e si decideva senza mezzi

termini sulla vita di un altro uomo. Si

decideva la sua permanenza in vita e la sua

morte. Si decideva se per l'uomo era giusto

fare o non fare tale azione e si decideva

negando il diritto di vita di ogni singolo

uomo. A mio parere, nessun uomo, né in

passato, né nel presente e né nel futuro,

poteva o può decidere sulla vita di un suo

simile. Nessuno ha il diritto di farlo,

eppure, non si sa come mai, ogni uomo si

sentiva o si sente in dovere di farlo. Si

nasconde dietro la convinzione che siano

gli dèi, le divinità, l'immenso a indicargli la

via. Per esso organizza guerre, per esso

organizza distruzione e terrore, per esso

organizza la morte di uno stato, di un

popolo, di un singolo uomo. Si nasconde

dietro ad esso, poiché, forse, si sente

appagato e non perseguibile da nessuna

minaccia della sua coscienza, né da nessuna

minaccia da chi temporaneamente ha

distrutto. Però, è la divinità che lo indica.

La divinità indica con il dito puntato che

quell'uomo, quel popolo, quella nazione ha

diritto di vivere e quell'altro no. A me pare

che sia solo una madornale mancanza di

coerenza dell'uomo. Se guardasse dentro la

sua coscienza, si sentirebbe dire che è nato

dalla polvere e in essa tornerà per

l‟eternità. Questo è l'unico elemento

unificatore di tutti gli uomini del mondo. La

ricerca di eguagliare l'immenso ha

contribuito a delineare la forma di un

sapere “religioso” che ebbe i suoi inizi a

partire dalla società fenicia. La società

fenicia tra l'altro diede modo di tramandare

tale formazione di generazione in

generazione nel mondo umano. Le varie

religioni che sono confluite qui hanno un

comune denominatore, un unico carattere

divino chiamato con diversi nomi, ma che

affluisce ad un unico ente divino. Tutte le

religioni create dall'uomo si eguagliano nel

nome divino di Dio. Questo Dio è

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Magazine Volodeisensi

Pagina 29

chiamato con nomi diversi dalle varie

culture, ma allo stesso modo eguaglia e

differenzia. Eguaglia poiché si riuniscono

tutti in una fede incondizionata verso un

ente supremo. Differenzia, perché,

nonostante l'ente supremo sia comune,

ognuno cerca tramite gli uomini che la

rappresentano di primeggiare sugli altri e

avere in tal caso l'egemonia. È l'uomo

stesso che riflette tali elementi e non la

divinità. La divinità indica agli umani una via

perseguibile, una via ove sarà possibile

raggiungere l'immenso, ma l'uomo decide

poi quale via scegliere. Difatti, egli crede

che siccome ha fede in qualcosa di

superiore, egli è unico e universale. In

realtà, l‟uomo ha bisogno, nella sua

esperienza terrena, di credere in qualcosa

che gli dia la possibilità di nascondersi

dietro ad essa. Il credere, però, lo avvicina

al mondo spirituale che lo porta a

cimentarsi nell‟atto della conquista della

fede. Arriva a credere che un ideale sia suo

e questo suo si trasforma in fede, in un

elemento imprescindibile che si manifesta

nell‟atto del credere. Credere e avere fede

provengono dalla stessa radice verbale e

sono l‟uno l‟unione dell‟altro. Il credere è

di per sé in qualcosa, in un‟ideale, in un

pensiero, in un sogno e in un‟immagine è

già un credere giusto e sacrosanto. Bello e

onnisciente perché è di tutti gli uomini.

Giusto e doveroso poiché è semplicemente

unico e raro. Indivisibile perché accomuna

fatalmente tutti gli uomini sotto uno stesso

dire, uno stesso ideale o pensiero, sotto

uno stesso tetto. Il credere rappresenta a

mio modo di vedere l‟atto più nobile che

l‟uomo abbia mai avuto. È nobile perché è

unico, onnisciente e onnipresente. È fermo

in ogni uomo e fedele a tutte le posizioni

avviate dalla memoria. È nobile perché

esprime la stessa forza dell‟uomo che è

nobile per conto proprio. Perciò a mio

parere ogni fede è nobile. Nell‟atto in cui

l‟uomo esprime la propria fede, egli si sente

garante e portavoce di un‟ideale. Dal

momento in cui un uomo libero sente la

necessità di credere in un‟ideale, in una

fede, allora lui stesso assapora la verità del

suo logos. La fede, non è un pensiero o un

ideale ascetico che troviamo solo nella

visione del nostro io. La fede può essere

tutto e può non essere niente. La fede è la

salvatrice dell‟esserci dell‟uomo. Essa è il

dover essere che si familiarizza con la

precarietà della visione umana. La fede è

quel concetto anteposto da dogmi che

interpreta l‟uomo e il suo divenire. La fede

è innata e non cerca ad ogni costo di

visualizzare la percezione tangibile, ma si

manifesta nella natura umana ed è come se

fosse tutto pieno dell‟orgoglio spinoziano.

Spinoza scrisse: «Deus sive natura», per

indicare che Dio e la natura sono la stessa

cosa. Osservando la natura, sostiene

Spinoza, è percepibile scoprire la grandezza

di Dio. Tale grandezza, come del resto in

tutta la filosofia di Spinoza, è una pura

“sostanza” che è fautrice sia del pensiero,

sia della quotidianità fisica. La sua sostanza

crea le funzioni del creatore che si

identificano nella res cogitans e nella res

extensa, ovvero, nel creato. Premesso ciò,

la fede è una ferma adesione dell‟animo a

una verità che si pone dinanzi all‟uomo

come “aleita” mistica. Una verità che non è

mai certa, ma di cui si conosce solamente

l‟esistenza perché fa parte della formazione

di un singolo individuo, credere, conoscere

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Pagina 30

e aspettare il sapere che può essere

aggiunto e seguito dal concepimento

dell‟eterno divino. Qui l‟uomo conosce

fatalmente l‟esistenza del non razionale e

ammette la responsabilità dogmatica della

propria libertà. L‟uomo si sente libero ed è

come se volesse volare aggrappato ad

un‟aquila sui cieli delle realtà umane. Il

sentimento dogmatico non va dispensato o

disprezzato, quasi fosse un elemento

“retrò” della comune plebe, bensì va

applaudito e accolto. Nella fede, ognuno di

noi, già per il fatto di credere, dovrebbe

sentirsi abbagliato e meravigliato da ciò che

la sua mente riesce ad elaborare, anziché

sentirsi privo di un qualcosa o di un

qualcuno. L‟uomo non deve cercare di

abbandonarsi al “Dio”, di abbandonarsi a

ciò che reputa divino e onnipotente, ma

dovrebbe muoversi in simbiosi con esso. La

necessità di una fede si manifesta nella

procedura che si esprime con l‟intelletto

umano per un‟adesione a delle verità che in

tal caso non sono evidenti.>>

Per questo sono pienamente convinto che

anche il più austero degli atei, il più

agnostico, il più miscredente, creda e ha

fede. Una fede non paragonabile in alcuni

momenti alla fede religiosa, ma credono in

qualcosa. Credono in qualcosa che

rinnegano ma che in realtà amano.

Credono perché usano un termine che è

appunto il “credo” che deriva dalla radice

verbale “credere”. Ora, abbiamo visto

precedente che spiegazione troviamo nei

dizionari alla voce “fede”. Andiamo adesso

a conoscere la spiegazione del termine

“credere”. Facendo lo stesso

procedimento del primo caso troveremo:

<<Ritenere vero quanto affermato da

altri>>. Sono convinto che anche chi usi la

negazione di Dio come forma mentis della

sua vita, creda ciecamente nella forza

onnisciente dell‟al di là che abita il nostro

tempo. Credo che già l‟atto della negazione

sia un atto, un fatto, un factum del

credere, e avvallandola alla fine risulta che

si crede.

Tutto il resto è solo dietrologia. È solo

dato da quell‟amore che hanno gli umani

del mistero, del complotto e della

polemica. Tre elementi che forse

Sant‟Agostino avrebbe citato nel suo

capolavoro “Le Confessioni” come le

Distantio Animi.

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Magazine Volodeisensi

Pagina 31

Recensione a cura di Emanuela Arlotta

La vita, in alcuni momenti, sembra toglierci

tutto, ci annega nella disperazione senza

darci spiegazioni. Ma, spesso, con il

trascorrere del tempo, ci rendiamo conto,

invece, che ci sta restituendo qualcosa di

molto importante e inaspettato. Questo è

il caso di Leonardo Manetti.

L‟autore ha iniziato, infatti, a manifestare il

suo mondo interiore attraverso la poesia in

seguito ad un incidente di cui parlerà in

alcune liriche contenute all‟interno della

silloge „sChianti‟ „Attimi di follia, / mare di

urla: / avvolto dallo spavento / si affaccia

l’impotenza.‟ „Il soffitto: la mia finestra, /

bianco il mio paesaggio… / Rassegnato

all’evento, / disteso nel letto‟

All‟interno di questa raccolta si evince con

chiarezza l‟animo trasparente e pulito che

appartiene senza ombra di dubbio

all‟autore, il quale, con il coraggio della

verità, ci conduce attraverso i suoi percorsi

interiori, scardinando ogni barriera pur di

mostrare la sua nuda profondità al lettore.

Le sue riflessioni tendono a riportare chi

legge alla concretezza della semplicità

„Malinconico il correre / riempie le nostre

giornate , / si perde l’essenza / semplice e

genuina‟.

Tra i temi ricorrenti e sapientemente

intrecciati di questo lavoro di Leonardo

Manetti troviamo l‟amore, quello che fa

tremare e che non si camuffa dietro

maschere o paure - „Il cuore strabatte / le

mani tremano / il pensiero vola / le parole si

sbagliano / ogni momento è unico /”Ti Amo

così tanto”‟

Il suo amore per la sua terra, per le sue

origini permea tutta la raccolta e fa da

cornice a molti dei suoi pensieri poetici „Un

fiore mi saluta / dondola nel vento /lieve il suo

fruscio /accarezza la mia pelle / Un albero mi

guarda / sembra dirmi qualcosa, / lieve il suo

fruscio /racconta la sua storia‟.

La sua emotività si percepisce attraverso le

righe, quasi fino a far sfiorare al lettore le

sue oscillazioni. La semplicità di esposizione

diventa complessità di pensiero in un gioco

quasi impercettibile, amore e dolore si

intrecciano e si compensano lirica dopo

lirica, fino a giungere all‟epilogo scritto e

spiegato direttamente dall‟autore

attraverso un dialogo aperto e sincero nel

quale trovare spunti per poter rileggere in

maniera più profonda e consapevole

Page 34: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 32

l‟intero lavoro, sperimentando così,

insieme al poeta, la rinascita dal baratro del

buio e comprendendo insieme a lui la vera

essenza di ogni gesto e di ogni percezione

del quotidiano.

Emanuela Arlotta

Una raccolta di racconti molto

richiesto, che hanno in comune la

capacità di coinvolgere ed

emozionare il lettore fino quasi a

commuoverlo senza mai lasciarlo

indifferente. La Sfera, la storia

portante, narra di Luna, una

donna con una vita 'normale', alle

prese con il presunto tradimento

del suo uomo, che si trova a

vivere un'avventura surreale, in

equilibrio tra sogno e realtà, che

la conduce alla scoperta di una

verità che lei non conosce e non

può nemmeno immaginare.

Richiedi una copia inviando una

mail a [email protected]

Page 35: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 33

Recensione a cura di Rosanna Lanzillotti

“Le stanze della memoria” di Rosetta

Melani. Un romanzo che nella sua

singolarità narrativa racchiude, attraverso

un linguaggio apparentemente semplice ed

accuratamente appropriato, la storia

dell`Italia e degli italiani dal lontano 1913 ad

oltre gli anni 60. E`il racconto di un Paese

lacerato da due guerre mondiali e da un

popolo costretto a confrontarsi con una

realtà troppo distante dalla sua natura

genetica: la guerra, la povertà, la rabbia di

non saper cedere a quel senso di umiltà

che per molti rasenta la pietà. Perché il

popolo italiano ha saputo sempre

dimostrare una grande capacità di ripresa e

dignitosa sopravvivenza anche nei momenti

più duri della sua storia, come ci dimostra

con profonda analisi umana e psicologica, la

scrittrice di questo romanzo.

I personaggi chiave di “Le stanze della

memoria” sono come linee oblique

disegnate con profondo amore e sensibilità,

da una autrice emergente, Rosetta Melani,

che sa dimostrare ampiamente la sua

elevata capacità conoscitiva del genere

umano. Personaggi letterari come Fedora,

apparente protagonista principale, alla

costante ricerca dell`amore vero e sempre,

o quasi sempre, disposta a lottare per

proteggere la sua libertà e soprattutto la

vita dei suoi figli, sembra essere il punto

focale dell`intera narrazione. Scorrendo

però le pagine di questo romanzo ci si

accorge che l`intero racconto non è solo

ciò che narrativamente e letterariamente

appare. Infatti, non è semplice

comprendere quale sia il nodo centrale di

questo romanzo poiché nella sua

complessità di figure letterarie, sia

femminili che maschili, molti sono gli

aspetti che colpiscono dritto al cuore e alla

mente del lettore. La rabbia, l`amore, il

desiderio di vivere nonostante le avversità

della vita. Un insieme di donne

costituiscono la storia di una madre e i suoi

quattro figli, ognuno con caratteristiche

diverse dall`altro; uomini che nella loro

varietà caratteriale e diversificata sanno

essere l`espressione completa, sotto ogni

punto di vista, del genere maschile

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Magazine Volodeisensi

Pagina 34

osservato e descritto con occhio

femminile.

Rosetta Melani rivela in questo suo primo

romanzo una particolare capacità narrativa

nel descrivere i sentimenti del genere

umano. Il suo racconto ambientato in una

regione assai cara a coloro che amano la

lingua italiana, la Toscana, sa essere non

solo la storia di una donna, la sua famiglia e

la sua nazione, ma anche un breve viaggio

tra la terra dei cipressi e la città dello

sviluppo economico, Torino.

Non trascurando però nessun aspetto di

ciò che può unire e descrivere più regioni e

città, come appunto Grosseto e Torino;

più vite e più storie; più racconti e

personaggi che incitano ad una chiara

rivincita su ciò che è stato e ciò che non

sarà più. E`un romanzo che lascia con il

fiato sospeso sino all`ultima frase. Dove

anche la poesia trova il suo giusto spazio

come un passero indifeso trova il suo nido

e la sua consolazione.

Rosanna Lanzillotti

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Page 37: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 35

Recensione a cura di Carla de Falco

E‟ in uscita per Galassia Arte Dalla parte

dell’Anima, la prima silloge poetica edita di

Emanuela Arlotta, scrittrice romana

emergente, ma già nota per la

pubblicazione di opere in prosa. In

copertina un bel quadro di Alessandro

Baldassi.

In questo libro, l‟autrice raffigura con abilità

espressiva quadri intensi e vividi di una

femminilità a tutto tondo, vissuta con

profondità e in un accattivante alternarsi di

interni/esterni.

Suggestiva la levità delle immagini e

sapiente l‟intreccio di colori, profumi, suoni

e gesti.

In Dalla parte dell’Anima, l‟autrice non si

risparmia nel tratteggiarci l‟universo

emotivo femminile. Ci mostra, per

esempio, il desiderio di sentirsi ancora bella

nonostante il passare degli anni (Bella sei

ancora/avvolta in quel silenzio/che mi parla di

stagioni,/d'un triste tramonto/addentato dal

tempo/che ne ha eroso gli attimi/ammutolendo

i suoi colori), ci dipinge la tenerezza

dell‟amore coniugale, imperfetto, ma non

routinario (Seguimi tra i ricordi/ tra lontani e

dissipati semi/ di passate e tormentate

esistenze/ in cui fummo e ancor saremo/

Ancora Insieme), ci racconta l‟affranta noia

della quotidianità (e mi chiedo/ se su quel

fondo/ non ci sia più vita/che nel tuo giaciglio/

di vuoti giorni). Ma l‟autrice trova spazio

anche per temi meno intimi e più sociali: la

malattia, per esempio. Ed il male viene

declinato con tutta la livida, necessaria

disperazione, senza tacere esempi concreti:

dal cancro all‟anoressia (L'inappetenza mi

giova/ mi rende splendida ninfa/ dall'animo

magro/ e dalle ossa in evidenza).

Per concludere, in questo lavoro la Arlotta

rivela una vena poetica altruistica,

consegnandoci versi che servono agli altri

più che a lei stessa. Una poesia, la sua, che

è recupero della memoria e,

contemporaneamente, ponte verso il

futuro mentre l‟autrice si mostra

genuinamente tesa al dialogo col suo

lettore, in un confronto dialettico dal

sapore pienamente contemporaneo.

Prof.ssa Carla de Falco

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Magazine Volodeisensi

Pagina 36

Cristina Rotoloni

Cristina Rotoloni è nata

a Roma il 20 luglio

1977, ma è cresciuta in

provincia di L‟Aquila. In

questa città ha

frequentato x\l‟Istituto

d‟Arte e l‟Accademia di

Belle Arti dove ha

conseguito il diploma di

Laura in Scenografia con il massimo dei voti. Ha collaborato con l‟Istituto Gramma

nella realizzazione degli spettacoli teatrali:

“Metamorfosi dei Corpi” e “Matilde

principessa dispettosa”. Ha collaborato con

l‟associazione Il Camaleonte con corsi

d‟Arte e Immagine per i ragazzi dai 4 ai 16

anni. Si è sempre occupata con passione

dei bambini per i quali ha scritto e illustrato

favole come “Stellino”, “Tom” e “Lìlì”. Ha

pubblicato sul sito “ilmiolibro.it” la sua

raccolta di racconti intitolata “Frammenti

di Vita”, dove oltre al terremoto parla

d‟esperienze forti che toccano l‟esistenza

umana. Al momento sta lavorando al suo

romanzo in prossima uscita dal titolato “Il

Tatuaggio”.

Isabella Verduci

Isabella Verduci è

nata a Chiavari

(Ge) il 18 febbraio

1970. Diploma di

insegnante

elementare, ha

sempre amato

scrivere e

'fotografare' la vita

con una penna o

l'obiettivo. Ha

pubblicato una silloge poetica, 'Petali di

parole' edita da Laura Capone Editore

dedicata al figlio Emanuele. E' un libro

accessibile a tutti,anche ai bambini perchè

contiene pensieri semplici, ninne nanne;

parla delle varie facce dell'amore, della

natura, di mare e paesaggi, di dettagli, di

passione... Dopo trent'anni di scritti, da

qualche tempo si sta dedicando alla stesura

di un racconto ironico semi autobiografico

e tutti coloro che la conoscono e spronano sperano che questo veda la luce prima di

tre decenni!

Laura Capone Editore (LCE)

La Laura Capone Editore è

una casa editrice che

opera online, produce,

distribuisce e promuove

libri nei vari formati

(cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce

nel novembre 2010 e si afferma

velocemente per la correttezza e la

trasparenza operativa. La LCE si pregia di

avere in redazione professionisti di settore

per ogni competenza che, in una stretta

rete di collaborazioni online, si prefiggono

la rivalutazione del talento letterario ed

artistico italiano contemporaneo, anche

attraverso la promozione e distribuzione

elettronica delle nostre opere tradotte.

Per citare solo alcuni collaboratori: la

dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di

lettere antiche, traduttrici quali Chiara

Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali

Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera

(attualmente l‟illustratore più quotato sia in

Italia che all‟estero), il Maestro Marco

Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un

crescendo di professionisti più o meno noti

Page 39: Volodeisensi Magazine Vol.19

Magazine Volodeisensi

Pagina 37

che partecipano con grande competenza,

professionalità e soprattutto passione.

Alessandro Bagnato

Nasce a

Milano nel

1984, anche

se ora è

residente in

un piccolo

ma

incantevole paesino in provincia di Vibo

Valentia, vale a dire, San Costantino di

Briatico, a soli dieci minuti dalla più

conosciuta Tropea. Sin da subito in lui si

manifesta la passione per la scrittura e per

la filosofia e già da piccolo a ben nove anni

pensò di scrivere il suo primo eBook che

doveva avere il titolo di “La povertà e la

felicità della vita”. Si è laureato in Filosofia

e Scienze Umane all‟Università degli studi

della Calabria, e continua a lavorare ai suoi

progetti futuri di scrittura. Lavora e studia

per scrivere un nuovo eBook che sarà

denominato “Ethos”. Sogna di essere

conosciuto un giorno come uno dei più

importanti filosofi contemporanei, e

intanto collabora con riviste culturali e

associazioni filosofiche e cura un blog

personale, donando il suo sapere al servizio

degli altri e sperando che questo sia un

utile strumento per la comprensione e il

miglioramento di ognuno. Nel frattempo

continua a fare ciò che ama di più: studiare

i comportamenti dell‟uomo tramite la

percezione filosofica. Spera un giorno di

realizzare il sogno di scrivere l‟eBook che

pensò quando aveva nove anni.

Emanuela Arlotta Direttrice

Volodeisensi

Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho

sempre avuto una forte propensione

all‟introspezione e alla conseguente

scrittura di poesie e

racconti che indagano

in maniera approfondita

l‟animo umano, quello

legato all‟Io più

profondo. Questa mia

voglia di comunicare ha

superato i limiti della

carta e della distanza

con la creazione di questa community

letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con

passione e amore tutti i giorni e di cui sono

felice facciano parte tante persone che

credono ancora nei sogni. Anche il

Magazine online è una mia idea, realizzata

grazie al supporto informatico di alto livello

di mio marito Leonzio Nocente, il quale è

anche il creatore materiale di

Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell‟informatica da anni

e scrivo da quando sono nata. Ho auto-

pubblicato due libri nella collana

„ilmiolibro‟, uno di poesie „Volodeisensi‟ e

uno di racconti „La Sfera‟, che stanno

riscuotendo molto successo e che presto

saranno disponibili anche in formato

ebook nello store Apple. Ho pubblicato

la silloge poetica „Dalla parte dell‟Anima‟

edita da Galassia Arte Editore.

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Magazine Volodeisensi

Pagina 38

Leonzio Nocente Autore e Referente

Tecnico Volodeisensi

Nato a Francavilla

Fontana il 23 Maggio

1979, Architetto

informatico che

lavora da 14 anni nel

settore IT. Le sue

conoscenze vanno

dallo sviluppo di

portali alle applicazioni in tutti i campi

compreso quello mobile. Nella sua carriera

ha partecipato alla nascita di grandi portali

Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali

Italiane e Americane.

“Questa mia opera epica che ha visto ben due

anni di progettazione e sviluppo è stata la mia

più grande soddisfazione, realizzare il sogno

sempre vivo di una bambina, mia moglie

Emanuela.

Volodeisensi.it non è una semplice community

ma un vero e proprio portale Letterario dove i

sogni diventano realtà.

Sono solo l’autore materiale, un penna su un

foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di

mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a

tanta gente di esprimersi e soprattutto di

essere ascoltata.

Con tanta commozione dedico questo nostro

lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che

crede e crederà in Volodeisensi.it”

Eleonora Siniscalchi

Rosanna Lanzillotti

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