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pag. 2 - Suore Francescane Alcantarine

Vita Nostra

Periodico di informazione e formazione e vita consacrata delle Suore Francescane

Alcantarine

NUMERO 15 - Febbraio 2010

Direttore: Sr. Annachiara RizzoRedattore: Sr. Barbara Letizia MaffeiImpaginazione e grafica: Sr. Marilda Sportelli

VITA NOSTRASuore Francescane Alcantarine - via Maffeo Vegio, 15 Roma

www.alcantarine.org mail: [email protected]

P3Visita canonica in Brasile

TOP 50

Chiesaperseguitata

P4 P7Centenario di Materdomini

P13ProgettoMissioniAlcantarine

P2090 Anni di Sr. Giuseppina

P21Esperienza in Casa alloggio

P24Erezionecanonicain Nicaragua

P25Celebrazioni

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Vita Nostra - pag. 3

Provincia N. S. APARECIDA

BrasileCalendario delle visita canonicadi Sr. Amalia Coluccia

Febbraio - Marzo - 2010

Febbraio1, 2, 3: Casa Provincial (SP)5, 6, 7: Instituto N. Sra. De Fátima (Pompéia) (SP)9,10,11,12: Casa dos Amigos de Santo Antônio Porto Alegre(RS)14, 15, 16, 17: Instituto Santo Antônio de Pádua (Itabirito) (MG)18, 19, 20, 21: Recanto S.José e Novicido (Belo Horizonte) (MG) 22, 23, 24: Instituição N. Sra. De Nazaré (Contagem) (MG)25, 26, 27, 28/ 1º. Marzo: Instituto Padre Leonardo Carrescia (RJ)

Marzo2, 3, 4: Educandário S. Pedro de Alcântara (RJ)5, 6, 7: Casa N. Sra. Das Dores (RJ)8, 9, 10: Casa Me. Eugênia Catalano (RJ)11, 12, 13: Instituto N. Sra. Aparecida Paty do Alferes (RJ)15, 16, 17,18,19: Casa Pe. Vicente Gargiulo Serrado Ramalho ( BA)

“I Superiori… insieme con i religiosi loro affi-dati si adoperino per costruire in Cristo una comunità fraterna nella quale si ricerchi Dio e lo si ami sopra ogni cosa” (CJC 619)

San Francesco raccomandava tanto ai mi-nistri di visitare i frati prima di tutto per ser-vire e amministrare «le fragranti parole» del Signore e poi per «ammonire», nel senso di “riportare” le sorelle alla memoria della chiamata e della fedeltà di Dio, e per «cor-reggere» essendo perfettamente coscien-ti del peccato all’interno della fraternità. Don Vincenzo Gargiulo nelle Costituzio-ni del 1874 affida alla Custode Maggiore il compito di “esaminare innanzi a Dio…se tutto procede secondo lo Spirito del N.P.S. Francesco e vivano da vere Fi-glie povere di S. Pietro d’Alcantara”: la vi-sita alle fraternità è dunque un tempo di ascolto reciproco, di comune riflessione ed è un servizio alla crescita umana e spi-rituale per servire meglio il Regno di Dio.Così sr. Amalia ci ricordava che «il pri-mo obiettivo del mio incontro con voi è quello di prendere sempre più coscien-za, insieme, di essere chiamate a fare esperienza dell’amore e della misericor-dia di Dio e a testimoniare con la vita la bellezza di questo dono» (Circ. 6/2009).Chiediamo al Signore per sr. Amalia e tutte le sorelle della Provincia N. S. Aparecida di lasciarsi innanzitutto incontrare dal Signore per farsi guidare dalla luce della Sua Parola: così la Sua presenza illuminerà la realtà e disporrà il cuore a vivere questa esperienza in un clima di fiducia e di dialogo fraterno.

Buon viaggio sr. Amalia!

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“Nella storia della Chiesa non mancherà mai la persecuzione”, ha affermato Bene-detto XVI nell’Udienza generale di merco-ledì 10 gennaio, “ma questa diventa fonte di missione”.

E’ l’esempio della Chiesa dei primi se-coli che ci insegna e che ci permet-te di “comprendere che la Croce ri-mane sempre centrale nella vita della Chiesa e anche nella nostra vita personale”. “Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione ha sotto-lineato –. E proprio la persecuzione diven-ta” “fonte di missione per i nuovi cristiani”. Il successore di Pietro ha quindi citato una

Nella foto in alto: Cardinale Van Thuân, conden-sa la storia e le sofferenze del ‘900. Prigioniero per 13 anni nelle carceri del suo Paese, sotto la dittatura comunista

famosa frase di Tertulliano “Noi ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani”. Così, anche secondo il Pontefice, “il valore della testimonianza è insostituibile, poiché ad essa conduce il Vangelo e di essa si nutre la Chiesa”. “Anche nella nostra vita la croce, che non mancherà mai, diventa benedizione”, ha aggiunto.la Chiesa “con la carità e l’amore fino alla fine, annuncia Cristo crocifisso, fino al punto di accettare anche il martirio”: “carità e annuncio vanno sempre insieme”

Sr. Barbara Letizia Maffei

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La Corea del Nord ha un triste primato per un paese in cui ogni attività religiosa è con-siderata come un tentativo di insurrezione contro la stabilità del regime dittatoriale di Kim Jong-II. I cristiani sono costretti ad af-frontare terribili persecuzioni, bersaglio in tutto il paese di arresti, torture e persino uccisioni.

La Corea del Nord è tristemente nota per i campi di lavori forzati (veri e propri cam-pi di concentramento), dove spariscono i cristiani ma anche chiunque osi opporsi al regime. Il disperato tentativo del dittatore di estirpare con la violenza il Cristianesimo è vano, tanto che secondo le nostre fonti esso continua a crescere.

Quest’anno l’Iran guidato da Ahmadi-nejad vive enormi difficoltà interne, soprattutto dopo la rielezione del succitato presi-dente, un evento che ha dato vita a un’ondata di mani-festazioni popolari, all’ammissione da parte del governo di brogli elettorali e all’inumana repressio-ne nel sangue di ogni opposizione.

Il regime teocratico iraniano si fonda sull’Islam radicale, perciò negli ultimi tempi i cristiani sono stati ancor più perseguitati rispetto al passato, attraverso irruzioni, per-quisizioni, arresti e vessazioni di ogni tipo. Così in Arabia Saudita, che si caratterizza per la costante mancanza di libertà religio-sa.

La Somalia continua il preoccupante atteg-giamento di contrasto con il Cristianesimo: nell’aprile del 2009 il Parlamento, istituzio-ne che insieme al governo risulta totalmen-te incapace di mantenere un ordine minimo nel territorio, ha trovato il tempo di votare

all’unanimità l’introduzione della legge islamica. I cristiani vengono monitorati, controllati, seguiti e perseguitati dal gover-no e dai militanti islamici (questi ultimi in costante aumento nel territorio, secondo una specifica strategia del terrore di Al Qa-eda); i credenti risiedono per lo più nella zona sud del paese e vivono la loro fede nel segreto, come credenti nascosti, in co-stante pericolo di vita.

L’Islam è la religione ufficiale anche nelle Maldive, Afghanistan, Yemen e Maurita-nia, con un’esponenziale crescita di eventi persecutori nei confronti dei cristiani, tra cui vale la pena ricordare l’assassinio di un giovane padre di famiglia nel giugno scor-so, l’arresto e la tortura di altri 35 in luglio e la detenzione di altri 150 in agosto. Iden-

tica la situazione in Laos, dove il gover-no continua la sua politica discrimina-toria e repressiva.

In Uzbekistan si de-nuncia un palese deterioramento del-le condizioni dei cri-

stiani, arrestati, multati, interrogati e psico-logicamente vessati dalla polizia, e spesso obbligati dai familiari a “tornare all’Islam”.

Molto si potrebbe dire sulle ondate di vio-lenza in India e in Nigeria, dove nei primi mesi del nuovo anno si sono verificati ter-ribili episodi che hanno seminato morte e terrore per le strade dei quartieri dove co-esistono cristiani e musulmani, così come sulla disastrosa situazione in Eritrea, Paki-stan e Iraq, senza dimenticare la contrad-dittoria posizione della Cina, in cui cresce con forza il Cristianesimo ma non manca-no le discriminazioni e le vessazioni nei confronti dei cristiani.

Anche il Vietnam, l’Azerbaijan, il Tajiki-stan, Indonesia, la Turchia, la Tunisia e il

Perseguitati nel Mondo

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Kyrgyzstan vivono un deterioramento delle libertà religiose. Il Vietnam in particolare è teatro di un confronto su larga scala tra governo e credenti; vengono espropriate le proprietà delle chiese, a ciò seguono delle manife-stazioni di protesta, durante le quali i credenti vengono arrestati e malme-nati.Ed ultimamente anche dall’Egitto giungono notizie preoccupanti circa le violenze subite dalla minoranza di cristiani copti nel Sud del paese. A

gennaio migliaia di cristiani in tutta la Malaysia si sono riuniti in preghie-ra, in chiese ormai sorvegliate da un potenziato servizio di sicurezza, ma altri due luoghi di culto del Pa-ese sono stati attaccati con ordigni incendiari: l’ennesimo episodio di intolleranza scatenato dalla diatriba sull’uso del termine “Allah” da parte dei non musulmani.

Atlante delle Chiese Cristiane perseguitate

(Notizie tratte da: http://www.ansa.it/; http://www.zenit.org/index.php?l=italian; http://www.incontraregesu.it/cristianiperseguitati/atlante.html)

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“Relazione sull’origine, sviluppo e fina-lità dell’opera che si svolge nella casa di Materdomini di Roccapiemonte

Il 29 novembre 1909 la Superiora suor Angela Lo Re, suor Brigida Califano, suor Luigia di S. Rosa e suor Candida Restuc-ci, siamo venute ad aprire il laboratorio in questa casa di Materdomini. Due signori vecchi benestanti, don Gennarino De Fi-gliolia di anni 90 e la sig.ra Elisabetta De Sio di anni 82, fecero la donazione al no-stro Istituto Suore Francescane Alcantari-ne, di tutta la proprietà del loro figlio avvo-cato, il quale aveva ereditato dai suoi zii Don Alfonso De Figliolia sacerdote, Don Luigi De Figliolia signorino e dallo zio giu-dice pure De Figliolia, questa grande casa con attiguo giardino di due moggi. […]

Con i signori vecchi in santa armonia ho vissuto per otto anni! Mi raccontava la Si-gnora che il figlio avvocato morì pazzo per-ché si fissò che se mangiava faceva pec-

cato mortale, quindi stretti i denti non fu più possibile farlo mangiare, morì dopo cinque mesi. Nella sua pazzia diceva sempre che della sua proprietà si doveva fare un’opera di beneficenza per il bene della gioventù, quindi un Istituto di suore e un centro di stu-di. Saputosi questo in foro esterno, vennero a visitare spesso la Signora parecchie suo-re di sei o sette ordini religiosi. Mi diceva la signora che s’erano confusi e non sapeva-no decidersi a chi dovevano lasciare questa proprietà. Sciolse il problema il Guardiano pro tempore del Santuario di Materdomini padre Antonio di Serino, facendo le polize di tutti gli istituti e una poliza di S. France-sco; l’Istituto che usciva dopo S. Francesco prendeva la proprietà. Si fecero delle pre-ghiere, si benedissero le polize, e la poliza che uscì dopo S. Francesco fu quella delle Suore Francescane Alcantarine di Castel-lammare. Che grazia grande! Fu proprio destinata dal cielo quest’opera affidata alle suore Alcantarine! […]

Affluirono tante giovanette da consolare i

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signori Figliolia, specialmente quando vede-vano parecchie giovanette, che uscendo da qui maestre, aprivano nei loro paesi scuole di ricamo e cucito, così le ragazze aumenta-vano di giorno in giorno. […]

Don Gennarino morì […] e nei suoi dolori mi raccomandò tanto la casa e le opere che dovevo intraprendere per l’istruzione cate-chistica della gioventù e volle promesso che ogni giorno si deve fare un’ora di catechismo nel laboratorio. Mi raccomandò pure che i quadri di tutta la famiglia non si dovevano buttare, che dobbiamo fare carità ai poveri in loro suffragio e qui batteva sempre che del superfluo dovevo sempre farne carità per le loro anime. […] La signora morì dopo tre anni […] morirono contenti e soddisfatti del loro lascito affidato a noi!”

(dall’antica relazione sulla fondazione della casa)

Nelle foto in alto: le nostre prime sorelle a Materdomini

Nella foto a lato: Sr. Santina Fiorella

Nella foto a lato: Sr. Antonietta Ragone

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UN PO’ DI STORIA…Le origini dell’Istituto ci consegnano quale prima casa di formazione, dal 1881,

la Casa madre Santa Croce, da sempre “cuore pensante” della nostra famiglia reli-giosa; nell’ottobre del 1917 a ragione “sia dell’aria assai umida e sia della posizione e molteplicità dell’opere” raccolte presso la Casa madre, venne inoltrata la richiesta per il trasferimento della sede canonica del noviziato a Materdomini, Roccapiemon-te (SA). Già nel 1920 si rese necessario procedere all’apertura di un secondo no-viziato con sede a Chianciano (SI), che rimase in realtà attivo pochi anni. Madre Pazienza Gargano, nel 1924, vide coronarsi il suo desiderio di traslare la sede della formazione a Roma, certa che ciò “porterà gran vantaggio spirituale alla comunità”.

“Il noviziato trasferito a Roccapiemonte

La madre generale suor Pazienza Gargano passò il noviziato da Castellammare a Ma-terdomini il 13 dicembre 1917. Finalmente, dopo sette anni, il 29 ottobre 1924, lo fece trasferire nella casa centrale di Roma. La maestra delle novizie qui è stata suor Idel-fonsa Vitaliani. Tolto il noviziato, le stanze furono adibite per convitto di interne e per le scuole elementari. […] Nel 1924 abbiamo aperto anche l’asilo in-fantile ed è sempre andato bene […] Il gin-nasio s’è aperto nell’anno 1934.”

(dall’antica relazione sulla fondazione della casa)

nella foto: Sr. Antonietta Iodice nella foto: Sr. Serafina Spadavecchia

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L’attività educativa delle suore france-scane alcantarine di Roccapiemonte affonda le sue radici nel lontano 1909,

quando l’istituto (allora casa colonica) veni-va donato da una nota famiglia di Mercato S. Severino (i Figliolia). Le suore iniziarono di lì a poco la loro attività dando vita ad una prestigiosa scuola di ricamo che accolse nu-merose giovani laiche del luogo e dei paesi limitrofi. Insegnarono quest’arte con passione e pazienza tramandandola di generazione in generazione.

Il laboratorio di ricamo fu operativo per diver-si anni, tanto che vide tra le tante allieve, ol-tre mia nonna materna, anche mia madre, la quale ne conserva gelosamente ancora una foto.

Alcuni anni dopo fu istituita la scuola e da quel momento in poi le suore si sono sempre oc-cupate dell’educazione e dell’istruzione dei bambini. La scuola primaria e dell’infanzia “MATERDOMINI” così denominata in onore di

MARIA, ”la madre del Signore” è stata

e rappresenta ancora oggi

un motivo di vanto, un vero e pro-p r i o “ f i o r e all ’oc-c h i e l -

lo” della nostra Roccapiemonte. Genera-zioni di giovani sono stati a scuola dalle suore; una vera e propria tradizione, dun-que, che si tramanda di padre in figlio.

Attualmente vivo l’esperienza scolastica presso le suore sia come insegnante che come mamma, avendo due bambine che frequentano la scuola primaria l’una e la scuola dell’infanzia l’altra, ma ancora pri-ma l’ho vissuta come alunna. Quanti ricordi in questa adorata scuola! Ricordi meravi-gliosi e nostalgici raffiorano alla mia men-te ogni volta che scrutando i volti dei miei alunni mi rivedo bambina tra quei banchi, quando mai avrei immaginato di ritornare da insegnante in quella stessa scuola che tanto mi ha dato e che mi ha trasmesso quei valori cristiani che oggi cerco di tra-smettere con la stessa passione e con la stessa convinzione con le quali mi sono state trasmesse dalle mie carissime mae-stre: suor Agnese Scelzo, suor Rosina Di Molfetta, Suor Enza Senatore, la maestra Marisa e la Maestra Rosanna. Di tutte loro e dei loro preziosi insegnamenti conservo un dolcissimo ricordo.

Le suore si sono sempre avvalse, nella loro opera educativa, della collaborazio-ne dei laici, dando tra l’altro lavoro a tan-te persone. Tuttora la scuola è vissuta da una comunità costituita naturalmente dalle suore e da insegnanti laici. Questa colla-borazione assume un’importanza partico-lare, come ha affermato la stessa madre generale (suor Amalia) nell’incontro con noi insegnanti durante la recente visita ca-nonica nella comunità di Roccapiemonte.

Essa rappresenta una ricchezza e un’oc-casione di crescita umana, spirituale e professionale per tutti. In quanto “scuola cattolica” si basa su quei valori che rap-presentano il fondamento della religione cattolico-cristiana. Tutta l’attività didattica dall’italiano alla matematica, dalla musica

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all’informatica, ruota attorno a questi valori quali l’amore, l’onestà, l’impegno nel lavoro, la tolleranza, la lealtà, l’attenzione particola-re a chi è in difficoltà. L’attuazione di una comunità educativa co-struita sulla base di valori progettuali condivi-si è sì un compito impegnativo ma facilmente realizzabile quando tra i diversi componenti si instaura un’intesa basata sulla fiducia, sul-la collaborazione, sul rispetto dei ruoli e delle rispettive professionalità. I bambini che fre-quentano la nostra scuola sono bambini “fe-

lici”; sì, proprio così, sono felici di andare a scuola perché già al mattino, al loro arrivo a scuola, vengono accolti con gioia e dolcezza dalle suore della portineria; essi inoltre sono” felici di apprendere” perché la nostra scuola fonda l’apprendimento sull’esperienza diret-ta e sulla partecipazione attiva dei bambini alle attività didattiche. Non un apprendimen-to statico, dunque, ma un apprendimento nel quale l’alunno svolge un ruolo da protagoni-sta, divenendo l’artefice del proprio sapere. Una scuola del fare e dell’agire, dove si dà

libero spazio alle uscite a sfondo didat-tico, alle attività laboratoriali, all’intervento di operatori extra scolastici: come la recente vi-sita di una giornalista alla classe quinta, per l’approfondimento di conoscenze relative ai testi informativi, o l’intervento del fumettista che ci ha mostrato come nasce un fumetto o la visita del medico alla scuola dell’infanzia, o ancora l’intervento della compagnia di at-tori inglesi che ha dato vita ad un esilarante spettacolo interattivo in lingua inglese. Una scuola dove i bambini sono “primi attori” nel senso pieno della parola, come quando sono stati protagonisti di un vero e proprio cortometraggio intitolato “L’isola del dino-sauro” il cui testo fu inventato e scritto da loro stessi. Il filmato fu poi inviato al “Giffoni film festival “per la partecipazione ad un con-corso, con grande soddisfazione di tutta la scuola. Come mamma e come maestra ex

alunna, sento di poter affermare con orgo-glio che la nostra è una scuola “completa” che “… promuove lo sviluppo integrale del bambino…” grazie all’offerta di una varietà di linguaggi e di opportunità alla luce degli insegnamenti di Gesù, nella salda consape-volezza da parte di tutti gli insegnanti di ave-re una grossa responsabilità che è quella di “gettare un seme” come ha detto suor Ama-lia nell’incontro di cui ho già parlato, per la formazione dei futuri uomini del domani, con la speranza che siano capaci di trasmette-re gli insegnamenti e i valori appresi e che contribuiscano così alla costruzione di un mondo migliore.

Marilina Campanileex-alunna, mamma e insegnante

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Centenario della presenza in roCCapiemontedelle suore FranCesCane alCantarine

“…testimoni della Sua presenza”Roccapiemonte, 6-9 maggio 2010

GIOVEDÌ 6 MAGGIOMattina: incontro per i giovani dell’Istituto per Geo-metri Materdomini- H. 19.00 S. Messa celebrata da Mons. Gioacchino Illiano in Parrocchia S. Giovanni Battista - H. 21.00 CONCERTO: “Ti racconto la Sua presenza” Coro delle Suore Francescane Alcantarine in Santuario Materdomini

VENERDÌ 7 MAGGIO- H. 8.00 Celebrazione delle Lodi in Santuario Materdomini- Mattina: Incontro per i giovani del Liceo Scientifico in Roccapiemonte- H. 19.00 S. Messa in Santuario Materdomini- H. 21.00 catechesi per i giovani: “Francesco: un racconto della Sua presenza” p. Pietro Isacco in parrocchia S. Maria del Ponte

SABATO 8 MAGGIOH. 8.00 Celebrazione delle Lodi in Santuario MaterdominiH. 12.00 Supplica alla Madonna di Pompei in Santuario MaterdominiH. 19.00 S. Messa in parrocchia S. Giovanni BattistaH. 21.00 Recital: “…testimoni della Sua presenza” Giardino delle Alcantarine

DOMENICA 9 MAGGIOINCONTRI CON LE REALTA’ PARROCCHIALIH. 9.30 S. Messa H.10.30/11.30 incontro per i bambini del catechismo/ministrantiH. 11.30/12.30 incontro per gli adolescenti in parrocchia S. Giovanni BattistaH. 11.00 S. Messa H. 12.00 Incontro per i gruppi di adulti in parrocchia S. Maria al PonteH. 10.30 S. Messa H. 11.30 Incontro per gli adolescenti in Santuario MaterdominiH. 20.00 Liturgia Mariana presieduta dal Provinciale dei frati minori, processione dal giardino delle Alcantarine al Santuario Materdomini

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fatto stesso che annuncia loro il Cristo, rivela agli uomini in maniera genuina la verità intor-no alla loro condizione e alla loro vocazione integrale, poiché è Cristo il principio e il mo-dello dell’umanità nuova, cioè di quell’umani-tà permeata di amore fraterno, di sincerità, di spirito di pace, che tutti vivamente desidera-no. (Cfr. AG 1.7.8)

Anche la nostra famiglia religiosa, fedele alla missione della Chiesa, si dedica alla promo-zione umana e sociale dei fratelli nel mondo, perché scoprano la loro dignità di figli di Dio. Siamo partecipi delle sfide e delle gioie che le nostre sorelle in terra di missione affronta-no per essere testimonianza viva del vangelo che annunciano e certamente ogni nostra fra-ternità segue con l’affetto e la preghiera l’av-ventura missionaria delle nostre fraternità più lontane.In modo particolare però la redazione di Vita Nostra ha inteso dedicare uno spazio alla pre-sentazione dei Progetti che le nostre sorelle in terra di missione stanno cercando di rea-lizzare, per contribuire con sempre maggiore efficacia alla costruzione del Regno di Dio.

Numerosi e generosi sono i contributi che i nostri benefattori in questi anni ci hanno do-nato, consentendo la realizzazione di molte opere in terra di missione, oppure sostenendo

Inviata per mandato divino alle genti per essere «sacramento universale di sal-vezza» la Chiesa, rispondendo a un tem-po alle esigenze più profonde della sua cattolicità ed all’ordine specifico del suo fondatore , si sforza di portare l’annuncio del Vangelo a tutti gli uomini. Ed infatti gli stessi apostoli, sui quali la Chiesa fu fondata, seguendo l’esempio del Cristo, «predicarono la parola della verità e ge-nerarono le Chiese» . È pertanto compito dei loro successori perpetuare quest’ope-ra, perché «la parola di Dio corra e sia glorificata» (2 Ts 3,1) ed il regno di Dio sia annunciato e stabilito su tutta quanta la terra.

Benché quindi Dio, attraverso vie che lui solo conosce, possa portare gli uomini che senza loro colpa ignorano il Vangelo a quella fede « senza la quale è impossi-bile piacergli», è tuttavia compito impre-scindibile della Chiesa, ed insieme suo sacrosanto diritto, diffondere il Vangelo; di conseguenza l’attività missionaria con-serva in pieno - oggi come sempre - la sua validità e necessità.

L’attività missionaria è anche intimamen-te congiunta con la natura umana e con le sue aspirazioni. Difatti la Chiesa, per il

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annualmente più di 400 bambini con le ado-zioni a distanza. E’ questa l’occasione per ringraziarli anche dalle pagine della nostra

Brasile

rivista, certe che il Signore saprà ricompen-sare la loro generosità.

Accogliere i bambini è ciò che caratterizza la missione della nostra famiglia france-scana alcantarina fin dagli inizi della nostra presenza in Brasile. L’obiettivo è quello di favorire una crescita integrale dei ragazzi che ci vengono affidati, per far maturare in loro la consapevolezza di dover rispondere con la vita al progetto che Dio ha su di loro. La nostra realtà educativa in Brasile cerca di rivolgersi con particolare attenzione ai bambini provenienti da famiglie in difficoltà o abbandonati, garantendo loro l’accesso all’istruzione e la possibilità di essere accol-ti anche nei tempi della giornata nei quali le famiglie non possono prendersi cura di loro. La gestione economica delle strutture non

è sempre facile e gli aiuti statali non sono sempre sufficienti. La sfida della gratuità e del servizio ai più poveri è impegnativa ma certo sostenuta dalla Provvidenza. Il soste-gno alle nostre attività educative a favore dei meno abbienti viene da altre fraternità impegnate in attività apostoliche maggior-mente remunerative, ma anche dalle “ado-zioni a pioggia” che l’Istituto promuove a favore delle attività in Brasile: i benefattori, come il Signore ha promesso, non si sono fatti vincere in generosità. La nostra fiducia è nella fedeltà di Dio al progetto educativo che ha consegnato alla nostra famiglia reli-giosa come parte del suo carisma.

“Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me”

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Nicaragua

La scuola F. Lopez – Rio Blanco

La nostra presenza in Nicaragua, nel 1981, è iniziata proprio a Rio Blanco, dove le pri-me quattro suore giunte dall’Italia inizia-rono il lavoro pastorale nella parrocchia, nella missioni nel territorio di montagna e dedicandosi all’educazione dei bambini con la scuola materna.Da allora l’attività educativa delle Suore Alcantarine non ha mai cessato di essere per gli abitanti del posto un punto di riferi-

mento per offrire ai più piccoli della cittadina una crescita umana e culturale integrale e positiva. Su invito ripetuto dei genitori degli alunni della scuola materna, le suore hanno accettato di proseguire l’insegnamento anche per i bambini della scuola elementare.Al momento la nostra scuola è frequentata da 440 alunni, suddivisi in 13 classi su due turni giornalieri.Gli spazi disponibili all’interno della vecchia costruzione della scuola materna risultano ormai assolutamente insufficienti per garan-

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tire a tutti i bambini uno spazio e dei servizi adeguati.Pur tra tante incertezze, si è deciso quindi di avviare la costruzione di altre aule in un terreno adiacente alla nostra casa.La Provvidenza non ha mancato di interveni-re e ad oggi sono già state realizzate tre aule scolastiche al piano terra. Si sta ora cercan-

do di raccogliere i fondi necessari per poter completare la costruzione delle aule del pri-mo piano, la sistemazione definitiva del tetto, dei servizi igienici, di una sala mensa per i ragazzi e di un’aula per gli insegnanti.adeguati.

Progetto Borse di studio - Albania

In questi anni di accompagnamento ai nostri ragazzi abbiamo riscontrato che al termine della scuola media la maggior parte di loro non ha possibilità né di uno sbocco profes-sionale né di una continuità scolastica. Abbiamo sentito, perciò, l’esigenza di po-ter offrire loro l’opportunità di continuare gli studi. In Albania, infatti, finita l’emergenza iniziale nella quale erano necessari inter-venti particolari, si tratta ora di favorire in-terventi mirati allo sviluppo intellettuale dei bambini e dei ragazzi. Riteniamo infatti che la domanda attuale della nazione sia rivolta al versante educativo e culturale nel senso che ora è necessario collaborare alla co-struzione di persone che sappiano “pensa-re” e che possano domani contribuire alla ricostruzione futura del paese. E’ urgente quindi adoperare ogni mezzo per preparare queste persone nuove, per dare loro istru-

zione e cultura. Crediamo molto in questo investimento perché pensiamo sia arrivato il momento di smettere di dare “cose” a queste persone, ma sia importante aiutarli a formar-si per poter poi diventare loro stessi artefici della rinascita del loro paese. In questa ottica, abbiamo pensato di offrire delle “borse di studio” ad alcuni ragazzi e ra-gazze che hanno frequentato il nostro centro diurno fin da quando erano piccoli, per per-mettere loro di frequentare le scuole superio-ri. Conoscendo le loro famiglie, sapevamo che senza un aiuto esterno non avrebbero potuto sostenere le spese richieste dalla scuola. In cambio chiediamo ai ragazzi un particolare impegno nello studio. Abbiamo riposto molte speranze in questo gruppetto di ragazzi: abbiamo allestito per loro una sala in cui studiare e una biblioteca, perché possano aprire sempre di più la loro mente e speriamo di poter assumere un’inse-gnante per offrire loro ripetizioni private nelle

Albania

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materie in cui trovano più difficoltà. So-prattutto per quanto riguarda il ginnasio, la poca serietà e la corruzione dei professori delle scuole pubbliche ci hanno indotto a iscrivere i ragazzi in alcune scuole private che garantiscono serietà e buona prepara-zione. In questi casi ci impegniamo a pa-gare le rette che sono piuttosto elevate e che le famiglie di provenienza dei ragazzi non avrebbero la possibilità di pagare.Sei ragazze e due ragazzi, frequentano il ginnasio, una sorta di liceo scientifico che prepara a frequentare l’università. Tre

ragazzi invece, frequentano scuole profes-sionali: uno frequenta la scuola commer-ciale per il turismo, mentre due frequentano la scuola professionale per meccanici. Dal questo anno accademico stiamo sostenen-do anche, un ragazzo e una ragazza che si sono iscritti alla facoltà di scienze infermie-ristiche, presso una università privata qui in Albania il cui diploma è riconosciuto anche in Italia. L’impegno finanziario per portare avanti questo progetto è particolarmente gravoso; fin dall’inizio siamo state sostenu-te dalla Provvidenza che ci è sempre stata

vicina e che non ha mai abbandonato que-sti ragazzi. Dopo alcuni anni di permanen-za in Albania crediamo fermamente che questa sia la via privilegiata da percorrere e siamo felici di poter contribuire in qual-che modo a questo “sogno”, che già si sta realizzando nei nostri ragazzi.

La responsabile della fraternitàsuor Antonella Messina

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Tchad

Carissimi amici,con la speranza nel cuore vi proponiamo di costruire insieme a noi un ponte di so-lidarietà sul quale tutti possiamo cammi-nare, incontrarci, conoscerci e gustare la bellezza di andare verso l’altro, invece di restare chiusi nelle nostre case e “nei no-stri mondi”.La nostra missione in Ciad ha bisogno di voi per un progetto che vorremmo realiz-zare: una casa per le studenti che vengo-no dalle campagne alla città per prose-guire gli studi secondari. Il nostro sogno è quello di dare la possibilità a queste giovani di studiare ed essere educate nella serenità e alla luce di valori umani e spirituali, di far crescere queste ragazze come donne degne e forti per il domani di questa nazione che, come molti altri pa-esi africani, ha bisogno di giovani nuovi per essere nuovo!La cittadina di Doba purtroppo non offre spazi salutari per i giovani che sono lette-ralmente storditi dall’arrivo della moderni-

tà e in questo clima di disorientamento in modo particolare le ragazze si bruciano per nulla o sono comuqnue costrette a vivere in condizioni di vita precarie pur di frequentare il liceo o le scuole professio-nali che per fortuna cominciano ad appa-rire almeno qui a Doba. Queste giovani sono assetate di conoscenza, di voglia di imparare e di costruirsi un futuro miglio-re, ma il prezzo da pagare per arrivare al diploma o ad un impiego a volte è la loro vita stessa…

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Il nostro Foyer per le ragazze è un no a que-sto male che mina la popolazione ciadiana alla radice perché sta minando la vita delle sue giovani.E’ per questo che vi chiediamo aiuto perché anche voi possiate insieme a noi mettere il vostro mattoncino per costruire questa no-stra casa per le ragazze del Ciad, casa che sarà anche la vostra e che spero un giorno potrete vedere con i vostri occhi e continua-re ad aiutarci nella formazione di questa gioventù attraverso atelier vari di arti e me-stieri, ai quali potrete contribuire con i vostri

talenti, magari nel periodo delle vacanze, in modo da offrire questa possibilità an-che ad altri giovani di Doba e non solo alle ragazze residenti.

Sr. Paola Letizia PieraccioniResponsabile della fraternità

Queste giovani sono assetate di

conoscenza, di voglia di imparare e di costruirsi

un futuro migliore

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Ringrazio Dio per la sua

fantasia e la sua fede innamorata

La nostra fraternità di Manoppello ha gioito con sr. Giuseppina Pennuzzi per il dono della vita, giunta ai suoi 90 anni!

La redazione di Vita Nostra ringrazia con lei il Signore per la Sua bontà che l’ha con-dotta con fedeltà e grazia per così lunghi anni e… cento di questi giorni!

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La mia esperienza in Casa Alloggio

Gesù ha l’AIDS! Ce ne preoccupiamo abbastanza?

Gesù disse: “Ero malato e non siete venuti a visitarmi.”

Guardando con gratitudine al passato:quando nel 2003 mi fu prospettata la pos-sibilità di offrire la mia collaborazione nella Casa Alloggio, l’ho accolta come una sfida alla mia professione-missione di infermiera e nel contempo come un’opportunità al mio cammino di donna consacrata!Ho avuto subito la sensazione che avrei ricevuto molto più di quanto avrei potuto donare e che questo luogo di sofferenza sarebbe stato per me un’intensa palestra di umanità e quindi – proprio per questo – un’autentica scuola di spiritualità! Sì, perché i nostri “ragazzi” portano con loro ognuno la propria storia fatta di esperienze particolari, non assimilabili, uniche…come unici sono loro e come tali, chiedono a noi di essere ascoltati nei loro bisogni non solo di salute fisica, ma anche di benessere sociale.

Abbiamo l’obbligo morale di offrire loro un’as-sistenza e una protezione olistica. Non pos-siamo accampare scuse e affermare che non siamo all’altezza, che questi malati sono com-plessi: non si farà mai abbastanza contro l’HIV e l’AIDS se non si affronta la complicata natura della malattia nella sua interezza e soprattutto se non si prende in considerazione il mistero della sofferenza, della vita e della morte da un lato, e la necessità di vivere con tutte le po-tenzialità residue che ha chi è contagiato da questa patologia dall’altro.E’ un’avventura ardua, ma affascinante! In questi anni non di rado ho avuto modo di en-trare in contatto con le emozioni dei nostri re-sidenti: la gioia per una festa di compleanno, l’entusiasmo per i preparativi di un’uscita, la spensieratezza dei giorni di vacanza, l’allegria per la visita di un parente o un amico, la felicità per un regalo inatteso… come pure ho condivi-so con loro la tristezza per qualche momen-to buio, la preoccupazione per un amico/a in ospedale, l’amarezza per certi “pregiudizi”, la sofferenza per la lontananza da persone care,

…ricordando i dieci anni della Casa Alloggio…

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la paura ogni volta che “sorella morte” ci ha visitati portandoci via qualcuno.Quanta gioia condivisa e quanto dolore par-tecipato in questi anni!Di fronte a questo “miracolo” come non rin-graziare il buon Dio e restituire tutto a Lui perché custodisca il bene che ha permesso passasse tra noi e… tramite ognuno di noi!La gratitudine mi nasce spontanea dal cuo-re, nella certezza che la mia ricompensa non può essere altro che lo stesso Cristo Soffe-rente nei malati che assisto – pur con i miei limiti! – come meglio posso e so.

Vivendo con intensità il presente:nel 1988 l’OMS decise di celebrare ogni 1° dicembre la Giornata Mondiale di dialogo e di informazione sull’AIDS, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e le pub-bliche autorità nella lotta contro la malattia di cui la letteratura scientifica aveva comincia-to a parlare agli inizi degli anni ’80.

In occasione di quest’evento, Giovan-ni Paolo II, nel suo messaggio augurale, sottolineò che «ogni sforzo intrapreso nei confronti della tutela della salute pubblica si realizza solo nel rispetto di ogni persona e di tutta la persona, prevenendo la diffu-sione della malattia e prendendosi cura di coloro che ne sono colpiti. Il grado di civiltà di ogni società potrà essere misurato dalla maniera in cui ciascuna saprà rispondere alle esigenze della vita, dal suo inizio sino al suo termine naturale, in ciascun istan-te ed in ogni fase della sua evoluzione». Mi piace riportare queste parole del papa per ricordare a me stessa la motivazione di fondo e l’obiettivo del mio servizio a questi fratelli malati di AIDS che sono fragili, ma preziosi… e come tali… vanno amati uno a uno come se di loro fossi “madre”!

Sognando con audacia il futuro:e allora cosa fare? Mi prendo la libertà di

“Ero malato e non siete venuti a visitarmi.”

“sognare” con chi mi legge!L’attenzione al tema HIV/AIDS può, e forse deve, trasformarsi a fronte di un’emergenza mai terminata e di un fenomeno persisten-temente in crescita. Il fenomeno dell’AIDS è una patologia del-lo spirito che oltre al corpo coinvolge tutta la persona, i rapporti interpersonali, la vita sociale e familiare ed è spesso accompa-gnato da una crisi di valori morali. A questo proposito, Giovanni Paolo II afferma: “Non si è lontani dal vero se si afferma che, paral-lelamente al diffondersi dell’AIDS è venuta manifestandosi una sorta di immunodefi-cienza sul piano dei valori esistenziali, che

non può non riconoscersi come una vera patologia dello spirito” (Disc. Ai parteci-panti alla IV Conferenza Internazionale: Vivere: perché? L’AIDS, 13-15 novembre 1989, in Dolentium Hominum 13 (anno V-n.1) 1990. Forse ricordare i dieci anni della Casa Al-loggio “Raggio di Sole” può avere un sen-so ed acquista un significato che va “oltre il tempo” se ci serve per fermarci a fare il punto della situazione per ri-partire con rinnovato impegno nella nostra missione e anche per promuovere e proporre inizia-tive di sensibilizzazione e di prossimità, quali ad esempio:

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a) ascoltare i nostri residenti, permettendo loro di esprimersi. Non ascolto passivo ma interattivo, capace di mettere al centro la per-sona e non la sua malattia; b) sensibilizzare la comunità a farsi carico di questo tipo di sofferenza, vigilando sui pre-giudizi, sulla disinformazione e sull’ assenza di un clima solidaristico;c) ridire e ridirsi le ragioni di una Presenza che si fa “segno” e “luce” nel difficile cam-mino di fratelli e sorelle - sì sofferenti – ma protesi verso nuove opportunità e nuove speranze di vita;d) essere capaci di integrazione vera tra ap-

proccio sanitario e accompagnamento so-ciale che sia segno della fraternità e dell’ec-clesialità, perché l’accoglienza non sia solo dare un tetto, un letto ed un piatto caldo, ma costruire insieme un percorso di vita!

La CARITA’, quando nasce davvero dal sentirsi Chiesa e dall’Eucaristia, cerca ogni uomo che soffre per dirgli che anche nel-la sua condizione è possibile far nascere il germe dell’Amore!

Sr Maria Catena TrimarchiSuora francescana alcantarina

(estratto dalla presentazione del libro “Raggio di sole, la

casa dei volti: dieci anni di speranza”

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Il 29 novembre 2009 la Superiora generale sr. Amalia Coluccia ha canonicamente eretto la Delegazione re-gionale “Inmaculada Conceptión de María”, che com-prende le fraternità alcantarine in Nicaragua: “Reina de la Paz” a Rio Blanco, “N. S. de Guadalupe” a Se-baco, “S. Pedro de Alcantara” a Managua.

Durante la sua visita, sr. Ester Pinca – Consigliera ge-nerale -, nel contesto di un evento di fraternità par-tecipato da tutte le sorelle presenti in Nicaragua, ha comunicato che sr. Amalia Coluccia, Superiora gene-rale, ha nominato:

sr. Ester Pigosso Delegata regionale

sr. Angela Maria Garcia Reyes Consigliera di delegazione

sr. Enriqueta Rivas Somoza Economa di delegazione

sr. Maria Elsa Castilblanco Urbina Consigliera di delegazione

e ha inoltre nominato superiora della fraternità “Reina de la paz” di Rio Blanco sr. Yamileth Gutierrez Marti-nez.Accogliamo con gioia la notizia di questo nuovo im-portante passo compiuto dalle nostre sorelle in Nica-ragua e affidiamo al Signore il cammino futuro della Congregazione in quella terra.

nella foto, da sinistra a destra: sr. Angela Maria Garcia Reyes, sr. Ester Pigosso, sr. Enriqueta Rivas Somoza, sr. Maria Elsa Castilblanco.

EREZIONE CANONICA DELLA DELEGAZIONE DEL NICARAGUA

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25° PROFESSIONE RELIGIOSA

1. Sr. Heriberta Rivas Torres 2. Sr. Loredana Vitale 3. Sr. Emanuela Pavoni 4. Sr. Rita Senatore 5. Sr. Maria Nelci Machry

50° PROFESSIONE RELIGIOSA

1. Sr. Consolacão Machado 2. Sr. Liliana Arenaccio 3. Sr. Adriana Resta 4. Sr. Angela Milan 5. Sr. Corrada Farallo 6. Sr. Vincenzina Summo 7. Sr. Antonietta Tucciarone 8. Sr. Maria De Bellis 9. Sr. Rosalinda Genio 10. Sr. Felicia Latronico 11. Sr. Luisa D’Alessandro

60° PROFESSIONE RELIGIOSA

1. Sr. Enrica Iacuzio 2. Sr. Josefina Gentile 3. Sr. Alfonsina Russo 4. Sr. Paolina Costantino 5. Sr. Emilia Cassese 6. Sr. Margherita Di Gennaro 7. Sr. Corrada Capannolo 8. Sr. Demetria Modafferi 9. Sr. Celestina Micantonio 10. Sr. Daria Del Rio

11. Sr. Regina Lamberti 12. Sr. Feliciana Cosco 13. Sr. Gabriella Colicchia 14. Sr. Michelina Cipriani 15. Sr. Angela Giuliani 16. Sr. Virginia Genovesi

75° PROFESSIONE RELIGIOSA

Sr. Fiorenza Quattrone

La fedeltà di Dio dura per sempre

Giubilei25° 50° 60° 75° di professione religiosa

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13 FEBBRAIO 2009 – CASA MADONNA DELLA PACE (ASSISI)

L’amore di Dio le ha guidate in mezzo a noi…. Ed hanno chiesto di essere accolte nella fraternità francescana alcantarina per imparare a seguire Cristo crocifisso in una vita pove-ra, obbediente e casta, a vivere la perfetta letizia sulle orme di S. Francesco d’Assisi e di S. Pietro d’Alcantara.La nostra famiglia religiosa è in festa per l’ingresso in noviziato di Donatella Maltese, Marina Di Martino, Federica Busi, Chiara Benedetta Trivellato, Chiara Poma, Elisa Salvaterra, Luisa Bellando, Elisa Schiavo, Anna Coppola, Maria Rosaria Carpentieri, Marta Chiacchiarelli. (Nella foto in alto da sinistra a destra)Il nostro grazie a sr. Elena Gozzi che, dopo averle accompagnate nel tempo del postulato, continuerà il percorso di formazione e discernimento con loro nel noviziato. Buon cammino!

Ci congratuliamo con Edith Elizabeth Garcia Corea che il 30 gennaio 2010 a Managua ha iniziato il cammino del no-viziato sotto la guida di sr. Angela Gar-cia Reyes.Ringraziamo sr. Maria Elsa Castilblan-

co, maestra del postulato, per il servizio prestato durante il cammino di Edith.La affidiamo alla protezione di Ma-

ria, insieme alle altre novizie Amelia ed Esmirna, che l’8 febbraio hanno termi-nato l’anno canonico.

Entrata in noviziato

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Il 19 dicembre 2009 a Sebaco (Nicara-gua) sr. Angélica Maria Gurdián Mejía ha emesso la professione perpetua nella no-stra famiglia Alcantarina. Ha ricevuto i voti sr. Ester Pigosso, Delegata regionale della Superiora maggiore.Affidiamo alla protezione di Maria “nostra specialissima Madre” , il desiderio di con-sacrazione nella fedeltà espresso da sr.

Angélica e con lei ringraziamo il Signore che non manca di arricchire di abbondanti grazie le nostre missioni in Nicaragua.

PROFESSIONE PERPETUA

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A. MERINI, Poema della croce, Piacenza, Frassinelli, 2004.In questo libro straordinario la poesia di Alda Merini evoca, con una forza visionaria di rara suggestione ed intensità, il momento più tragi-co ed emblematico della vita di Cristo. Accanto all’immagine doloro-sa, crudele e dolcissima, di Dio fatto uomo che muore per la salvezza di un mondo malato, è dipinta la Vergine, donna fatta Chiesa. Madre e Figlio appaiono in tutta la loro fragilità umana di smarrimento e paura ma, nello stesso tempo, si stagliano come figure luminosissime e im-mense. Arricchito dalla presentazione di G. Ravasi, il testo costituisce un dono prezioso per tutti coloro che amano la poesia e non cessano di interrogarsi sul significato della vita e della fede.

M. AUGÉ, Quaresima Pasqua Pentecoste, Milano, San Paolo, 2002.

Il libro è un sussidio agile ed adatto ad un grande pubblico, pensato per tutti coloro che desiderano conoscere meglio, per celebrare con maggiore partecipazione, i tempi forti dell’anno liturgico. L’autore, insegnante presso il Pontificio Istituto S. Anselmo, rifugge da ogni tecnicismo e rubricismo e si rivolge con particolare attenzione a co-loro che svolgono il servizio pastorale di animatori delle assemblee liturgiche e di catechisti, allo scopo di fornire loro gli strumenti essen-ziali per guidare le assemblee parrocchiali nella comprensione effica-ce del significato profondo di ciò che viene celebrato.

H. U. VON BALTHASAR, Teologia dei tre giorni, Brescia, Que-riniana, 2000.

Il notissimo teologo ci guida, con la sua perspicace profondità, alla contemplazione del Mistero cristiano nella sua sconvolgente rivela-zione: il lettore è progressivamente condotto, attraverso la riflessione sui contenuti essenziali propri dei tre giorni del Triduo Santo, ad ina-bissarsi con il Signore Gesù nelle profondità del male e degli inferi per risalire con Lui alla gloria della vita dell’Amore trinitario. Si tratta di una lettura impegnativa ma affascinante, assolutamente non scontata, capace di nutrire la meditazione personale e comunitaria sui giorni centrali dell’anno liturgico.

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