Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti...

24

Transcript of Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti...

Page 1: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle
Page 2: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Vita NostraPeriodico di informazione e formazione e vita consacrata delle Suore Francescane Alcantarine - numero 19 - Maggio 2012

Direttore: Sr Annachiara RizzoRedattore: Sr Barbara Letizia MaffeiImpaginazione e grafica: Sr Marilda Sportelli

Suore Francescane AlcantarineVia Maffeo Vegio, 15 00135 Roma

www.alcantarine.orgmail: [email protected]

Le animatrici di fraternità e formatrici in pellegrinaggio ad Arenas de San Pedro

Page 3: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Carissime sorelle,

la ricorrenza dei 450 anni della morte di s. Pietro d’Alcantara mi offre l’occasione di rivisitare insieme a voi la vita del nostro Santo, definito come “un gigante del-lo Spirito” che, come diceva s. Teresa d’Avila parlava per esperienza delle cose di Dio. Insieme a questo evento ri-cordiamo anche, con profonda gratitudine, i 50 anni della nostra presenza in Spagna. Per questi motivi è stata orga-nizzata la formazione delle animatrici di fraternità e forma-trici ad Arenas de S. Pedro nello scorso mese di aprile. È stato per tutte noi un regalo della Provvidenza l’aver potu-to “Toccare” e “contemplare” i luoghi alcantarini: Alcan-tara, l’ermita di Paniagua, el Palancar, los Majarretes, Oro-pesa oltre al Santuario di s. Pedro ad Arenas. Questi luoghi aiutano a capire ciò che caratterizza la nostra spiritualità e ci incoraggiano a riappropriarci dello stile di essenzialità, semplicità e minorità tanto necessario oggi.Fra Giacomo Bini, ministro generale OFM nel 1999 in occa-sione del V Centenario della nascita di s. Pietro d’Alcan-tara così scriveva: “Può un uomo come s. Pietro d’Alcan-tara, nella cui vita si manifesta «somma povertà, profonda umiltà e disprezzo di ciò che sa di superfluo, comodità pro-pria e temporalità» dire qualcosa a noi uomini della fine del XX secolo? Fra Giacomo sottolinea tre aspetti della vita di s. Pietro che possono orientare oggi la nostra vita e nutrire la no-stra spiritualità:

• “Uomo di profonda contemplazione. S. Pietro d’Al-cantara è uomo di Dio, è un gigante dello Spirito perché lasciò che Dio crescesse in lui”. Come s. Pietro d’Alcanta-ra, abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza del «cuore e mente volti al Signore».

• “Uomo in atteggiamento di costante ricerca e di-scernimento. Pietro d’Alcantara fu un uomo in cammino, «pellegrino e forestiero» (1 Pt. 2,11), non solo nel senso fisico ma soprattutto ne suo costante atteggiamento di discer-nimento e di ricerca della volontà del Signore”. “Noi uo-mini di oggi (…) abbiamo bisogno di recuperare la libertà che porta alla povertà, il percorso che stimola la creati-vità, l’anelito della Patria per lasciare strutture fatiscenti, sicurezze che ci legano, certezze che ci immobilizzano. Il discernimento di quello che il Signore ci sta chiedendo qui e adesso deve essere la nostra costante preoccupazio-ne”.

• “Uomo al servizio degli altri come maestro spiritua-le”. “S. Pietro d’Alcantara fu un grande maestro spiritua-le perché fu un uomo di Dio. Insegnò le vie del Signore in base alla sua esperienza di Dio”. “Nel mondo di oggi ci sono molte persone, in particolare giovani, che hanno profonda fame di Dio. A noi tocca saziare questa fame grazie ad una profonda esperienza di Colui che è amore. A noi tocca portarli ai pozzi di acqua viva affinché sazino la loro sete di eternità”. Credo che, riflettendo su questi apetti della vita del nostro Santo, possiamo attingere la luce e le forze necessarie per interiorizzare e vivere il progetto di Dio nella nostra vita.L’esempio luminoso di s. Pietro d’Alcantara che nono-stante la sua “dura penitenza - dice s. Teresa - era molto affabile… e di lucido intelletto”, ci incoraggi a guardare con speranza il futuro e ad affrontare con lucida serenità i tempi difficili ma sicuramente fecondi. Il Signore doni a tutti la sua pace!

Sr. Amalia Coluccia Superiora generale

Editoriale

Page 4: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

DESCRIZIONE DELLA CRISI ECONOMICA/FINANZIARIA DEL 2008

La crisi finanziaria iniziata nell’agosto del 2007 è una crisi siste-mica sorta negli Stati Uniti e rapidamente diffusasi nei mercati finanziari dei paesi più sviluppati. Da una lettura di questa crisi emerge che essa si fonda su QUATTRO ELEMENTI STRUTTURALI E COMPORTAMENTALI:

1. La strutturamonetaria incentrata sulla fissazionedeitassidi interessedapartedellaBancacentraleabbinataaunaprolungatapoliticadibassitassidiinteresseabreveter-mine

La politica monetaria basata sulla fissazione dei tassi di inte-resse comporta immissioni di liquidità da parte della Banca centrale al sistema bancario che possono essere potenzial-mente molto elevate. Per comprendere appieno questo concetto si immagini la Banca centrale come un distributore di benzina con una cisterna enorme. Il prezzo della benzina è fissato la Banca centrale-benzinaio e non viene cambiato se la domanda di benzina sale. È chiaro che se il prezzo del-la benzina è basso la quantità di benzina acquistata dalle banche-automobilisti sarà elevato. Con questa struttura non c’è alcun vincolo alla liquidità-benzina che la Banca cen-trale-benzinaio immette sul mercato, è quindi il mercato che determina la quantità di liquidità generata dalla Banca cen-trale. In presenza di una politica monetaria così strutturata, la Federal Reserve Bank (FED) nel periodo che va dal terzo trimestre 2001 al primo trimestre 2005 aveva fissato tassi nomi-nalmente bassi (in quanto dopo l’attacco alle Torri Gemelle l’economia americana stava crescendo a ritmi inferiori degli anni precedenti).

2. Ladiffusionedeimutuiimmobiliari

I bassi tassi di interesse hanno causato una forte convenien-za ad espandere gli impieghi da parte delle banche in tutti i settori e in particolare in quello dei mutui immobiliari, la cui

domanda si è fortemente e rapidamente incrementata anche grazie alla diffusione di mutui con rate iniziali mol-to basse. Inoltre, parte di questi mutui sono stati offerti a una clientela con livelli di reddito medio-bassi e che aveva la necessità di coprire con il mutuo gran parte del costo di acquisto della casa (a volte copriva anche il 100% dell’acquisto della casa): i famosi mutui subprime. Va sottolineato che la diffusione di questi mutui è stata favorita dal governo degli Stati Uniti anche attraverso modifiche alla regolamentazione sui mutui. Questo ac-cadeva perché da un lato c’era l’obiettivo politico di una “casa per tutti” e cioè una casa anche per le mino-ranze etniche e la popolazione a basso reddito, dall’al-tro c’era la necessità di ridare stimolo all’economia degli Stati Uniti dopo la attacco dell’11 settembre, dato che il settore immobiliare è uno dei settori che più velocemen-te è in grado di favorire la crescita economica.Il processo espansivo del credito è stato potenziato attra-verso la creazione di società esterne (un’istituzione finan-ziaria indipendente) chiamate Special Purpose Vehicles (SPV) le quali acquistavano il portafoglio prestiti della banca (i mutui) e lo pagavano indebitandosi. Formal-mente emettevano una serie di obbligazioni chiamati Asset-Backed Securites (ABS) che davano ai detentori il diritto di ricevere i flussi di cassa (gli interessi e il capi-tale) generati dal portafoglio prestiti ora detenuto dalla SPV. L’acquisto del titolo implica, però, per l’acquirente, l’accollarsi di una percentuale del rischio di insolvenza del portafoglio prestiti della banca che ora è detenuto dalla SPV. In sostanza gli ABS consentivano di redistribuire il rischio di credito dei mutui di molti clienti di una banca su un numero elevato di investitori, i compratori di ABS.La nascita e la diffusione dei prodotti strutturati ha par-zialmente svincolato la concessione del credito delle banche alle imprese e alle famiglie dal tasso di crescita dei depositi, in quanto i prestiti stessi «impacchettati» e ceduti tramite le SPV al mercato sotto forma di obbliga-zioni ABS generavano liquidità per le banche venditrici. Liquidità che queste banche potevano utilizzare per la concessione di nuovo credito a imprese e famiglie.

Quale guadagno …?

Page 5: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

3. Ilruolodellesocietàdirating

La forte crescita finanziaria è stata resa possibile anche gra-zie ai rating attribuiti agli ABS. In un mercato globale, con decine di migliaia di emittenti e di tipi di prodotti finanziari strutturati e non, è impossibile un’accurata e consapevole valutazione da parte degli investitori dei rischi dell’attività fi-nanziarie complesse e poco trasparenti come gli ABS. Di qui il ricorso ai rating delle società specializzate che in modo semplice (un voto che va da AAA per un titolo poco rischio-so a CCC per un titolo molto rischioso) forniscono un’indi-cazione della rischiosità dei diversi prodotti strutturati. Le loro valutazioni avevano sottovalutato i rischi di credito e di liquidità degli ABS che si potevano manifestare in presenza di un innalzamento del tasso di interesse da parte della Ban-ca centrale. Questo fece sì che gli ABS furono comprati da una vasta gamma di banche, fondi pensione, compagnie di assicurazione, altri fondi e anche investitori privati, tutti in-coraggiati a investire dal rating generalmente alto dato a questi strumenti.Sicché, mentre l’espansione del credito raggiungeva clienti sempre più rischiosi, si pensi ai clienti dei mutui subprime, il mondo finanziario (dalle banche, fondi pensione, alle so-cietà di assicurazione) valutava gli strumenti finanziari come attività poco rischiosi.

4. Regoledivigilanzainsufficienti

Inoltre, attraverso dei meccanismi finanziari che permette-vano alle banche di usare debiti a breve termine per finan-ziare l’acquisto di attività finanziarie o impieghi a lungo ter-mine, ci fu un forte aumento degli attivi, dei passivi e della rischiosità delle banche che non trovarono ostacolo nelle regole di vigilanza. Le banche infatti avevano raggiunto li-velli di leva contabile (totale attivo/capitale netto) elevatis-simi: da 35 a 60 volte il patrimonio netto. Ciò era potuto ac-cadere perché (1) anche le regole dell’autorità di vigilanza si rifacevano agli stessi modelli di valutazione del rischio ap-plicati dagli operatori di mercato; (2)parte del credito veni-va generato da società che non sottostavano alla vigilanza bancaria: le SPV.

I SEGNALI DELLA CRISIQuando è emerso in misura sempre più crescente lo squili-brio?Quando la FED nella seconda metà del 2005 ha iniziato ad aumentare i tassi elevandoli gradualmente (l’economia era infatti in crescita ed era quindi opportuno riportare i tas-si di interesse ai livelli di normalità) e questo ha portato a un aumento delle rate dei mutui e molte famiglie non sono più stato in grado di pagarle.I primi segnali si sono avuti dapprima con il concretizzarsi del rischio di credito e poi con l’insolvenza dei mutuatari. Le banche, inoltre, erano diventate proprietarie di molte abitazioni a seguito della mancata riscossione dei mutui e cominciarono a metterle all’asta provocando una forte ri-duzione dei prezzi delle case. Con la riduzione del valore delle case ci fu un’ulteriore epidemia di mancati rimborsi dei mutui immobiliari poiché, nel momento in cui il loro de-bito viene a eccedere il valore della casa, molti mutuatari preferirono smettere di pagare e rinunciare alla proprietà.Di conseguenza ci furono elevate perdite nei portafogli di mutui su cui erano stati poi emessi i titoli ABS. Le prime a es-sere coinvolte sono le banche e le altre istituzioni finanziarie che avevano acquistato grandi quantitativi di ABS e che ora, a seguito delle perdite di valore di queste, non sanno più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle attività finanziarie, generando quindi la caduta

dei prezzi di attività finanziarie quali azioni e obbligazioni non necessariamente legate al mercato dei mutui o quello immobiliare degli Stati Uniti. Infatti molte banche europee avevano stretti rapporti finanziari con il Nord America e tenevano comportamenti simili. Il caso più vistoso fu quel-lo della Northern Rock Bank: nelle strade di Londra erano decenni che non si vedevano più le proverbiali intermina-bili file di clienti fuori dalla sede di una banca, ansiosi di recuperare i proprie depositi prima del temuto collasso di questa.

DALL’ECONOMIA FINANZIARIA ALL’ECONOMIA REALE

Fin qui abbiamo parlato di crediti, azioni, banche, fondi di investimento, insomma di finanza. Se la crisi avesse riguar-dato solo queste entità e questi soggetti, forse non sarem-mo qui a parlarne. Certo, migliaia di miliardi di dollari di risparmiatori e imprese andati in fumo e il crollo delle ma-stodontiche banche (a danno dei loro proprietari, di chi ci lavorava, di chi aveva prestato loro denaro) non sono cose da poco. Ma la storia ci insegna che il danno mag-giore lo fa quello che succede dopo, perché ogni grande crisi finanziaria trascina con sé una crisi anche della cosid-detta «economia reale»: produzione, consumi, investimen-ti, occupazione (e quindi disoccupazione).Il primo meccanismo di trasmissione dello shock dal settore finanziario a quello reale è la drastica riduzione dell’offerta di credito agli operatori economici da parte delle banche. Ogni perdita che essi subiscono sui loro investimenti finan-ziari il rapporto tra capitale proprio e capitale di terzi; per riequilibrarlo occorre emettere nuove azioni (ma in tempi di crisi gli azionisti sono riluttanti a sottoscrivere), o vendere titoli che si detengono (però in questi casi i prezzi sono sgra-devolmente bassi) altrimenti non resta che ridurre i prestiti

Page 6: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

alla clientela. Ma chi si vede ridotto il credito, ben presto riduce le sue spese, che nel caso dell’impresa (la principale categoria di debitori) consistono in gran parte in prodotti di altre imprese e in stipendi. Anche chi incassa di meno a sua volta spende di meno, così via. A questa sequenza di effetti a catena si aggiunse un altro effetto dello stesso segno, non di rado maggiore dei primi: vedendo quello che sta succe-dendo, anche le imprese non ancora affette da riduzioni di ordinativi iniziano a temere che possa toccare anche a loro e quindi adottano piani di produzione più cauti, per non trovarsi con magazzini pieni di merce invenduta.Il risultato è ancora una volta una riduzione degli acquisti di merci e dell’impiego di manodopera. E la cosa non si fer-ma alle imprese: vedendo ridursi i posti di lavoro, anche le famiglie non ancora colpite dai tagli occupazionali iniziano a temere di poter anch’esse in futuro sperimentare la disoc-cupazione, e quindi rinviano a tempi migliori le spese non

indispensabili, come il rinnovo del mobilio o la sostituzione dell’auto. In breve, quando il barometro volge al peggio, ciascuno cerca di acquistare di meno, ma il risultato è che alla fine tutti si troveranno costretti a vendere di meno, in un circolo vizioso che può protrarsi anche a lungo.La domanda che nasce a questo punto è: COSA PUÒ GARANTIRE CHE IL CIRCOLO VIZIOSO SI ARRESTI E CHE SI AVVII, INVECE UN CIRCOLO VIRTUOSO?

FINE 1° PARTE – CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO

p. Marco Asselle ofm

Page 7: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Il 21 ottobre ha avuto inizio il II Capitolo delle Stuoie, che ha riunito a Castellammare di Stabia tutte le comunità francescane alcantarine. Così ha presentato l’evento sr. Amalia Coluccia, Superiora generale:Con la novena a s. Pietro d’Alcantara ci siamo preparate a celebrare la sua solennità. È una occasione questa che sicuramente risveglia in ciascuna di noi il desiderio di essere donne dello Spirito, donne secondo il cuore di Dio come lo era s. Pietro d’Alcantara. “Questo santo mi illuminò in tutto” disse s. Teresa d’Avila.È ciò che vogliamo chiedere al nostro Santo: una vita illumi-nata dalla grazia e un cuore rivolto al Signore.Con la certezza della presenza del Signore e dell’intercessio-ne dei nostri fondatori ci prepariamo a vivere i prossimi even-ti:

Sabato 22 ottobre 2011, anniversario della morte di don Vin-cenzo Gargiulo, nostro Fondatore, insieme lodiamo e ringra-ziamo il Signore perché, dopo 31 anni dal terremoto dell’Ir-pinia, viene riaperta al culto, con il Rito di Benedizione e la Celebrazione Eucaristica, la nostra chiesa “S. Maria del Ro-sario” presso la Casa Madre Santa Croce in Castellammare di Stabia (NA). Come sappiamo, in questi anni ci sono stati alcuni interventi della Sovraintendenza ai Beni culturali di Na-poli, ma solo quando l’Istituto ha deciso di investire, a livel-lo economico, nella ristrutturazione e restauro della chiesa, l’opera è stata quasi completata. Continuiamo a fidarci del-la Provvidenza!

Domenica 23 ottobre 2011 diamo inizio alla nuova realtà della Provincia unica in Italia con la lettura del Decreto di unificazione e di erezione canonica della Provincia italiana

e ci prepariamo ad accogliere con grande apertura di cuore e con fede le sorelle chiamate a guidare e accompagnare il cammino della nuova Provincia.Concluderemo questi momenti con la celebrazione eu-caristica nella Parrocchia dello Spirito Santo.

Nella tarda serata del venerdì sono giunte a Castellam-mare di Stabia le comunità della provincia San Francesco e della Circoscrizione. L’accoglienza delle sorelle delle comunità vicine è stata calda e affettuosa…Il primo appuntamento, nella mattinata di sabato, è stato vissuto nella chiesa di Santa Croce, finalmente pronta per tornare ad essere luogo di intensa spiritualità per il nostro Istituto. L’emozione è tanta: alcune sorelle, che hanno vissuto qui i primi anni di formazione e lunghi anni di apo-stolato, ci testimoniano la grande trepidazione per la ria-pertura di questa chiesa, strettamente legata alle nostre origini fondazionali.La preghiera delle lodi ha dato avvio alla giornata e la memoria liturgica del Beato Giovanni Paolo II, con il ri-cordo del transito del nostro Fondatore don Vincenzo Gargiulo, ci ha assicurato la certezza di una benedizione celeste che passa attraverso l’umile servizio alla Chiesa.La madre generale, sr. Amalia Coluccia, da’ il benvenuto a tutte, ripercorrendo le tappe storiche che questo luogo ha vissuto e sofferto. La chiusura dopo il terremoto del no-vembre del 1980 è stata l’ultima ferita che questo tempio ha attraversato, ma l’incessante preghiera e la grande provvidenza hanno favorito la riapertura che quest’oggi celebriamo.Sr. Amalia presenta quindi Don Antonino D’Esposito , vi-ce-parroco della parrocchia San Salvatore di Scanzano.

II Capitolo delle Stuoie

C/MARE DI STABIA, 21 – 23 OTTOBRE 2011

Page 8: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Con la sua lectio divina sul tema della benedizione del Tempio nella Sacra Scrittura, ha aiutato l’assemblea a prepararsi spiri-tualmente per la solenne celebrazione del pomeriggio.L’intervento dell’arch. Raffaella Forgione, che ha diretto i la-vori di restauro della chiesa, hanno consentito di comprende-re meglio l’entità dei lavori eseguiti e la pregevolezza artistica della chiesa.Nel pomeriggio, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Felice Cece, arcivescovo di Castellammare di Sta-bia, si è ufficialmente aperta al culto la Chiesa di Santa Maria del Rosaio presso Santa Croce. A seguire, un fraterno momen-to di condivisione e agape fraterna.

La mattina della domenica, ancora riunite nella chiesa di San-ta Croce, l’atteso momento dell’erezione della nuova provin-cia unica in Italia.Lunghi applausi e commozione hanno accompagnato la pro-clamazione dei nomi delle sorelle che hanno accolto con ge-nerosità la chiamata al servizio dell’autorità: sr. Mariella Verani, Superiora provinciale, sr. Sonia Gennari, Vicaria, sr. Michela del-

Invitataa salutare l’assembleadelle suore, subitodopolanomina,sr.Mariellacosìhacondivisoilsentirediquelmomento:

Tutte noi, Suore Alcantarine, da oggi siamo chia-mate ad accogliere una grande novità, certamente. Ma credo importante che tutte ricordiamo che ci aspetta una nuova casa in questa Provincia. La nostra chiamata è costruire l’unità tra province. Cose grandi, che pure na-scono nella piccolezza. Ma così è germinato il Regno di Dio: se ci credi cresce, se lo vuoi distruggere, puoi farlo.

la Volpe, sr. Pasqualina Zambrano, sr. Lucia Di Martino, Consigliere, sr. Fabiana Morelli, Economa. Dopo la pro-fessione di fede della neo-Superiora Provinciale e l’ab-braccio di obbedienza, in processione e camminando al ritmo pacato e riflessivo della preghiera del Rosario, ci siamo recate verso la parrocchia dello Spirito San-to, per vivere la celebrazione eucaristica presieduta da Don Franco Piazza.

L’ultimo momento fraterno si è svolto nella elegante cornice del ristorante Villa Cimmino. Grande ringrazia-mento a chi ha concluso il suo servizio a favore delle fraternità, accoglienza e fiducia nei confronti di coloro che contribuiscono a dare inizio alla nuova realtà: ad-ventura!

Sr. Barbara Letizia Maffei

La condizione per realizzare ogni chiamata è la fede: ed oggi la nostra fede può risvegliare il sogno che portiamo dentro, perché il futuro è nella bellezza di chi crede ancora nei pro-pri sogni. Da questo sogno possiamo attingere le energie per essere segno. Crediamo dunque al sogno che Dio ha su di noi: a noi la capacità di vederlo e raccoglierlo nella piccolezza di questo nuovo inizio.

Page 9: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

OmeliaperlabenedizionedellaChiesadiS.Croce-22Ottobre2011

Andiamo con gioia alla casa del Signore (cfr.Sl 121).La casa del Signore di cui parla il Salmo è il tempio di Gerusalemme, ma nella lettura che ne fa il Nuovo Te-stamento, casa del Signore è il corpo di Gesù, la sua umanità. Dal Vangelo di Giovanni, infatti, sappiamo che Gesù dis-se un giorno: “distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò” (Gv2,19). Quelli che l’ascoltavano lo contestarono, ma l’Evangeli-sta precisa che Gesù parlava del tempio del suo corpo, in effetti Gesù faceva riferimento al mistero della sua cro-cifissione, morte e risurrezione. Quel mistero che si prolun-ga e si ripresenta nella comunità dei discepoli di Gesù, che chiamiamo Chiesa e S.Paolo chiama anche tempio di Dio. Nel brano della lettera ai Corinzi, riportato nella prima lettura, l’apostolo dice: “fratelli non sapete che voi siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Santo è il tempio di Dio che siete voi”( 1Cor 3,16-17), presenza visibile di Gesù nella storia. Questo è il significato origina-rio del termine Chiesa, che poi viene applicato anche al luogo dove la comunità si raduna per celebrare l’Euca-ristia, altri sacramenti e, in generale, il culto liturgico. La chiesa di S. Croce, che viene riaperta al culto, ricorda nel suo nome la croce di Cristo che è tutt’uno con la sua morte e con la sua risurrezione. Il ritrovarci qui raccolti per benedire questa chiesa, dopo molti anni, per la cele-brazione dei divini misteri, ci deve impegnare ad essere sempre più Chiesa, comunità di discepoli di Cristo, che vivono della sua stessa vita, nell’unità di un solo corpo. E’ ciò che esprimiamo con le parole fraternità, comunione, unità, sinodalità. Tutto questo è reso possibile dalla parte-cipazione all’unico Spirito. Nel brano di Vangelo, Gesù nel colloquio con la Samari-tana dice: “Viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori

adoreranno il Padre in Spirito e Verità” (Gv4, 23). In effetti su coloro che si aprono con docilità alla Sua azio-ne, lo Spirito Santo effonde la carità, l’amore che c’è in Dio e che si è rivelato nel cuore umano di Cristo. Quell’amore che ci porta all’imitazione di Gesù, anzi alla ripresentazione del mistero di Cristo nella nostra umanità. Questo dovrebbe essere l’ideale di ogni cristiano, che di fatto si realizza nei Santi. E’ ciò che avvenne in maniera stupenda e singolarissima in Francesco, il santo che nella docilità allo Spirito Santo è di-ventato immagine viva e autentica di Gesù ed è diventato modello di vita per tanti, in particolare per coloro che han-no fatta propria la spiritualità francescana. La comunità delle Suore Francescane Alcantarine fa oggi anche uno speciale ricordo del Capitolo delle stuoie (FF 1761-62), cui parteciparono 5 mila frati. Tra essi c’erano an-che molti frati, colti e dotti, i quali fecero il tentativo con la mediazione del cardinale Ugolino di modificare la Regola, uniformandola alla Regola di S.Agostino, di S.Bernardo o S.Domenico, ma Francesco disse un no netto e deciso. Ecco le sue parole: “Fratelli miei, il Signore mi ha chiamato per la via della semplicità e umiltà.....Il Signore mi ha detto che io dovevo essere come un novello pazzo in questo mondo e non ci ha voluto condurre per altra via che quella di questa scienza... Io voglio per me questo privilegio dal Signore: non aver nessun privilegio dagli uomini, fuorché quello di essere rispettoso con tutti e di convertire la gente più con l’esem-pio che con le parole, conforme all’ideale della regola”.Un novello pazzo! In effetti S. Francesco si trova sulla stessa linea di S. Paolo che parla della follia della croce, sapienza di Dio e stoltezza per gli uomini. Che S.Francesco ci aiuti ad imparare la scienza della Croce, abbracciando il Crocifisso con il cuore colmo di gratitudine, ma anche portando le croci della nostra vita quotidiana, nella pace e nella speranza della loro fecondità per noi e per quelli che sono affidati alle nostre cure.

Page 10: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

18 ottobre 1562. Alle sei del mattino moriva Fr. Pedro de Al-cantara in Arenas, nella casa del medico che lo curava, luo-go ora occupato dalla residencia per gli anziani che porta il suo nome. Il giorno seguente, la gente accompagnava i suoi resti mortali alla Ermita de S. Andrés del Monte per deporlo nella madre terra, ultimo passo del suo pellegrinaggio. Presso questo eremo, fr. Pedro e i suoi frati avevano iniziato a costrui-re un piccolo convento, che egli non poté vedere concluso.

18 ottobre 2011. Alle sei del mattino ha inizio il pellegrinaggio sul sentiero di S. Pedro verso la Cappella dove riposano i resti del gran penitente. È l’ultimo giorno della novena, durante la quale più di un centinaio di persone hanno camminato tutte le mattine pregando il Rosario, una tradizione che si fa risalire alla prima metà del secolo scorso.Solo Dio e il pellegrino conoscono le motivazioni che spingo-no a tale esercizio: una promessa, una richiesta, un ringrazia-mento a Dio… Lo sforzo, l’ascesi che richiede l’alzarsi presto, cerca di imitare, anche se minimamente, l’asceta e atleta dello Spirito che fu Fr. Pedro de Alcantara. Il sentiero si trasfor-ma così nella parabola di chi è la Via, la Verità e la Vita.Arrivando al Santuario, il suono della campana che inonda la valle con il suo canto metallico riceve il gruppo dei viandanti. Si celebrano la novena e l’Eucarestia, poi si deve tornare ai lavori di ogni giorno. Il giorno 18 ottobre, con una preghiera al termine della Messa, hanno inizio le celebrazioni del 450° anniversario della morte di S. Pedro de Alcantara.La novena vespertina inizia alle ore 16,00 con la recita del Rosario, al quale segue l’Eucarestia, che quest’anno è stata presieduta da Don José-Maria García Somoza, che fu par-roco di Arenas e attuale Vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Avila. Con le sue omelie ci ha illuminato sul Vangelo e sulla vita e gli scritti di S. Pedro, per gettare le reti dell’evangelizzazione qui e ora.Pellegrinaggio. Da alcuni anni, amici e devoti del Santo han-no iniziato un pellegrinaggio, in due tappe, da Oropesa al santuario di S. Pedro. È come un ricordo dell’ultimo camino percorso da Fr. Pedro già malato. Anno dopo anno si è an-dato incrementando il numero dei pellegrini che, a piedi o a cavallo, rendono il loro omaggio al penitente francescano. Questo cammino desidera commemorare e ricordare quelli che, nei secoli passati, intraprendeva la gente dei luoghi vici-ni alla tomba di S. Pedro ai vespri della festa, per celebrare la solennità del loro Santo venerato e amato.Ci sono pellegrini eccezionali, come quelli che percorrono centinaia di chilometri in bicicletta, seguendo strade alcan-tarine per arrivare alla meta, il Santuario di Arenas; o quelli che, durante l’anno, percorrono a piedi diversi sentieri e luo-ghi frequentati dal Santo, culminando con il pellegrinaggio al

Santuario il giorno della festa.La festa. Il giorno 19, alle 6,00 del mattino, cominciano a movimentarsi il Santuario e le sue vicinanze: inizia la fe-sta. Dalle 6,30 alle 11,00, circa ogni mezz’ora, si celebra una messa nella Cappella. Poco a poco, l’aria si riempie di mormorii, la luce di colore; vanno accorrendo pelle-grini che cercano posto per partecipare alla solenne celebrazione del mezzogiorno, presieduta quest’anno da D. Cruz Herráez e nella quale hanno concelebrato frati venuti da altri conventi, e numerosi sacerdoti della zona. Il popolo di Dio affolla la zona dove ha luogo la celebrazione, alla quale partecipa attivamente: si tratta di una celebrazione davvero popolare.Terminata la celebrazione eucaristica, i pellegrini si di-sperdono nei luoghi intorno al convento, per condivide-re e consumare in pace, gioia, amicizia e in famiglia il pranzo preparato per la festa.La processione del Santo inizia alle 16,00; è il culmine di tutta la novena e la festa, sovrabbondanza di gioia e devozione. Quest’anno, con i canti, nella processione hanno risuonato parole degli scritti del Santo. Così, con questa variazione sul tema e in forma semplice è iniziata la celebrazione del 450° anniversario della sua morte.Pellegrini della verità e del bene: è una delle esperien-ze che possiamo sperimentare nella celebrazione della festa e della novena di S. Pedro d’Alcantara. Ci sono persone che la celebrano con una motivazione chia-ra; altre non sanno perché, ma cercano qualcosa o Qualcuno; ci sono coloro che partecipano alla novena come ultima spiaggia per non cadere nella peggiore delle disperazioni per i colpi ricevuti dalla vita.In ogni caso, i pellegrinaggi mattutini ci ricordano che abbiamo una Meta nella nostra vita, Dio Padre; e una Via, Gesù Cristo e il suo Vangelo. Come ci direbbe S. Pedro, raccogliendo una parola di S. Francesco d’Assisi, non abbiamo qui la nostra dimora stabile. Dobbiamo vi-vere la nostra esistenza come un pellegrinare facendo il bene, costruendo la pace e desiderando l’incontro con il Signore.

fr. Carlo Bermejo(tratto da Santuario. Revista

de formación e información francescana, n° 203, gen-feb 2012)

Celebrazioni 450° Anniversariodalla morte di S. Pietro d’Alcantara 1562-2012

Page 11: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

450°ANNIVERSARIODELLAFONDAZIONEDELCONVENTODI

ARENAS DI SAN PEDRO 1561–2011

Certo quando S. Pedro decise di stabilirsi in quella che era conosciuta come la Ermita de S. Andrés, nel territorio di Arenas, non poteva im-maginare che negli anni la sua fondazione si sa-rebbe trasformata nell’imponente edificio che nel secolo XVIII è stato realizzato dall’architetto Ventura Rodriguez, uno dei più rappresentativi del periodo. In occasione dell’apertura delle celebrazioni per il 450° anniversario di presenza dei Frati france-scani in Arenas, si è svolta, dal 31 luglio al 7 ago-sto 2011, presso il Santuario di Arenas la Semana Franciscana, possibilità concreta di mostrare ai partecipanti la figura di S. Pedro d’Alcantara e il patrimonio culturale custodito all’interno del Convento.La settimana ha proposto vari eventi significativi, guidato dalla sapiente organizzazione di p. Julio Herranz ofm, guardiano del Santuario: concer-ti, esposizioni artistiche presso il Santuario, con-ferenze, visite guidate ed escursioni sui luoghi alcantarini dell’Estremadura, che hanno visto l’attiva partecipazione delle nostre consorelle di Arenas e la presenza di sr. Mariangela Ferrari, consigliera generale.

Sr. Barbara Letizia Maffei

Page 12: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

RESIDENCIA S. PEDRO DE ALCANTARA

Nel mese di giugno 2011 l’iniziativa della Semana Cultural, promossa dalla residenza S. Pedro de Al-cantara in Arenas, ha compiuto i 25 anni di vita. Per una felice coincidenza, ha visto la presenza della madre generale sr. Amalia Coluccia, e l’arrivo di due novizie, Rosaria Carpentieri e Elisa Schiavo. Le inizia-

XXV Semana Cultural tive della settimana hanno animato gli ospiti della Re-sidencia con serate di canto, ballo e intrattenimento culturale.

Sr. Barbara Letizia Maffei

Page 13: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

CONVEGNOMISSIONARIOCASAFRATEJACOPA,

4–6NOVEMBRE2011

Dal 4 al 6 novembre a Casa Frate Jacopa si è svolto un incontro molto atteso e desiderato. Circa novanta perso-ne di tutte le età e provenienze, soprattutto laici, ma an-che numerose suore, si sono riunite per riflettere insieme sulla realtà delle missioni “Ad gentes” della nostra fami-glia francescana alcantarina. L’incontro è stato pensato con l’intento di riunire tutte le persone che sostengono in diverso modo le nostre missioni, per dar loro un’occasio-ne di scambio di informazioni, di conoscenza reciproca e per iniziare un cammino di formazione. Dopo la prima serata di presentazioni e di introduzione, nella mattinata di sabato sono state presentate due meditazioni: la pri-ma sui fondamenti biblici e magisteriali della missione “Ad gentes” e la seconda sui tratti francescani che contrad-distinguono tale missione. Il pomeriggio è stato dedicato ai lavori di gruppo e alla conoscenza delle nostre diverse realtà missionarie, presentate tramite dei power point da alcune nostre consorelle da poco rientrate da questi pa-esi. La mattina della domenica è stata molto importante perché è stata dedicata ad ascoltare le sintesi dei lavori dei gruppi e alla presentazione delle urgenze pastorali proprie di ogni paese nei quali operiamo. L’ultima parte della mattinata è stata dedicata alla sintesi di tutto il la-voro svolto, che ha evidenziato alcuni aspetti: il primo è quello di un bisogno di formazione e di animazione spiri-tuale che è stato evidenziato da quasi tutti i gruppi: infatti si è coscienti del rischio di cadere in un attivismo che può a volte distorcere la stessa natura del nostro operare. Si è quindi auspicato l’inizio di una formazione che segua la traccia delle quattro priorità che reggono il nostro es-sere francescane alcantarine: la preghiera, la fraternità, la povertà/minorità e la missione e che possono essere

vissute, debitamente adattate, anche dai laici che voglio-no condividere in qualche modo il nostro modo di seguire Gesù. Si è inoltre insistito sul nostro modo di dare testimo-nianza qui, dove il Signore ci chiama a vivere, e sono state fatte proposte concrete di impegno nei confronti di fratelli o sorelle che, nelle nostre città o sulle nostre strade, vivono situazioni di estrema difficoltà.Sono stati individuati e proposti alcuni progetti concreti nel-le nostre missioni che necessitano di intervento urgente e, perché l’impegno concreto sia sempre sostenuto dalla pre-ghiera, è stato proposto di formare una fraternità spiritua-le missionaria, la proposta è molto semplice e può essere allargata ad amici e a conoscenti: si tratta di pregare una decina del rosario possibilmente sempre nella stessa ora del giorno e di segnalarcela. Noi suore prenderemo nota di tutte le ore del giorno contrassegnate dalla preghiera di ciascuno e le abbineremo ad una nostra consorella in mis-sione comunicandole il nome della persona che sta pre-gando per lei. Se l’iniziativa prenderà piede allargheremo il raggio delle preghiere. Durante le celebrazioni eucaristiche del sabato e della do-menica mattina siamo stati aiutati a gustare la Parola di Dio dalle omelie sapienti e profonde di padre Guglielmo Spirito, frate francescano conventuale.Ringraziando il Signore per questa esperienza certamente arricchente, ci siamo dati appuntamento per il prossimo incontro, fissato per febbraio.

Sr. Antonella Messina

Tuo fratello dov’è?

Page 14: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Su invito di suor Antonella Messina, attualmente responsabi-le e coordinatrice per la “Sensibilizzazione missionaria” delle Suore Missionarie Alcantarine, io e Marina, in compagnia di “mamma Bruna”, abbiamo partecipato al convegno mis-sionario che si è svolto nella “magica cornice” di pace, pre-ghiera e condivisione della “Porziuncola” e di “Casa Frate Jacopa”, nei pressi di Assisi.L’incontro era rivolto a tutti, ma in particolare ai gruppi, alle associazioni, alle parrocchie, alle famiglie ed ai singoli che solitamente contribuiscono materialmente, moralmente e spiritualmente a sostenere le missioni che le Suore Alcanta-rine gestiscono nel mondo.Tre giorni passati ad analizzare e a riflettere sulla figura e sul ruolo del missionario oggi, soprattutto in questi momenti di estrema incertezza economica, sociale e di fede. L’esem-pio dei primi missionari della storia della Chiesa, San Paolo in particolare, che attraverso le sue Lettere ci ha donato forse la più grande testimonianza di missionarietà nel mon-do; passando inevitabilmente attraverso l’esperienza di Francesco, povero tra i poveri del suo tempo (ma anche del nostro!), esempio ineguagliabile di conversione, amore e fraternità; fino ad arrivare a testimonianze recenti, che ci hanno condotto a riflessioni sul significato di “essere missio-nari” oggi.Trascorrendo insieme splendidi momenti di condivisione, nei quali attraverso la preghiera, l’ascolto, il canto e il dibattito, abbiamo potuto confrontarci su vari problemi di missiona-rietà ed evangelizzazione, non soltanto per quanto riguarda il così detto “Terzo Mondo”, ma soprattutto di come si può “essere” missionari nella nostra società, purtroppo “ricca”… di enormi contraddizioni, ingiustizie, emarginazioni, povertà morali prima che economiche.“Missionari” non vuol dire soltanto aiutare il prossimo in un luogo lontano, che spesso ci “tocca” emotivamente ma non materialmente, non fisicamente, non… ci “sporca” le mani, ma richiede anche uno sforzo nel saper accogliere in “casa nostra” tutti coloro che magari non riteniamo alla “nostra altezza”, magari non parlano la nostra lingua, ma-gari non professano la nostra religione, ma sono comunque esseri umani con l’unica “colpa” di essere un po’ meno for-tunati e non per questo meno amati da Dio come ama noi. “Missionari” non soltanto di bene, speranza e fede, ma so-prattutto “missionari” di Pace.

Senz’altro una bellissima esperienza che servirà per conti-nuare con rinnovato entusiasmo e fede il nostro ed il vostro cammino missionario.

Beppe

…mentre cerco e non trovo parole che non suonino banali per ringraziare il Signore e tutte le sorelle di Casa Frate Ja-copa, mentre il pensiero non cessa di ritornare ai volti e ai nomi delle persone con le quali ho avuto il dono di condivi-dere la prima tappa dell’incontro missionario “Tuo fratello dov’è?”, mi ritornano alla mente le parole di alcuni canti imparati da bambina; e scopro sempre di più che il Signore è grande, perché parla ad ognuno dei suoi figli attraverso il linguaggio che ritiene meglio recepibile da ciascuno di loro… in questo caso si tratta proprio del linguaggio prezio-so ed universale della musica.Mi sembra che i testi riportati alla mia memoria dal Signore in questa occasione siano proprio lo specchio del nostro vissuto, il significato profondo del nostro stare insieme in quelle tre giornate.Li riporto, per poterli condividere e meditare con voi.“Siamo arrivati da mille strade diverse, in mille modi diversi, in mille momenti diversi, perché il Signore ha voluto così. Ci ha chiamato per nome, ci ha detto “Siete liberi! Se cerca-te la mia strada, la mia strada è l’amore… “ Ci ha donato questa casa, ci ha detto “Siate uniti! Se amate la mia casa, la mia casa è la pace…”…ora siamo un unico cuore, per-ché il Signore ha voluto così.”E poi ancora un altro, imparato alla scuola elementare dal-la maestra Suor Alfonsina Apollonio, che ore già vive ac-canto a Dio. Diceva così:“Signore, in questa casa oggi ci hai chiamati: noi veniamo a te come figli tuoi. Dai posti più diversi siamo da te Signore, come la folla un tempo che udiva la Tua voce; dai posti più lontani siamo allo stesso altare, come fratelli veri uniti nel Tuo nome”.Proprio questo è stata per noi l’esperienza del convegno, a partire dalla scelta di dire il nostro “sì” all’invito delle sorelle di Casa Frate Jacopa, nonostante le difficoltà e gli impe-gni quotidiani che tutti ben conosciamo e viviamo, e che molto spesso prendono il sopravvento sulla cura della vita

Page 15: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

spirituale, nonostante i nostri cuori conoscano bene quali siano le reali priorità.Poi il trovarci radunati tutti insieme con le peculiari carat-teristiche di ciascuno, coi doni e coi talenti che Dio ci ha dato, e che non possiamo fare a meno di restituire a Lui nelle forme più diverse, quelle che lo Spirito Santo non manca di suggerirci, se ci mettiamo all’ascolto della Pa-rola e di quanto, nei piccoli e grandi segni quotidiani del-la presenza di Dio nella nostra vita, riusciamo a scorgere.Il sorriso, l’accoglienza fraterna, la disponibilità, la gioia condivisa in semplicità, un pasto preparato ed offerto con amore, non sono che alcuni tra i frutti della preghie-ra messa al primo posto; di questo ci sono state di esem-pio le sorelle di Casa Frate Jacopa, tanto nei nostri diretti confronti, quanto nei riguardi degli “ultimi” che, insieme con i volontari laici impegnati nei diversi progetti, hanno scelto come opzione per la vita.Abbiamo avuto modo di conoscere ancora più da vici-no le realtà delle missioni in Ciad, in Albania e in Nica-ragua, grazie alle immagini che ci sono state mostrate unitamente alla testimonianza di chi si è messo in gioco in prima persona, sul posto, oppure da casa propria con il servizio a distanza.Lo stupore e la gioia sono grandi quando si tocca con mano che, sebbene i notiziari dicano sovente altro, esi-stono davvero i modi, le persone e gli strumenti, per cam-biare a poco a poco il mondo. Il piccolo gesto compiuto da molti e diffuso a macchia d’olio diventa il grande mi-racolo, e noi ne siamo testimoni.La Grazia da chiedere ora è quella di “rimanere”, affin-chè la luce di questi giorni rimanga viva e ben visibile al mondo, affinchè l’entusiasmo della nostra “full immer-sion” nella pace di Assisi non si affievolisca, una volta ri-entrati alle proprie città, dove le voci di sora Katia e sora Antonella (tutt’uno con sora chitarra e frate cembalo!)risuonano come eco scolpite nei nostri cuori.Portiamo a casa in dono una colorata coroncina missio-naria con l’impegno di sgranarla ogni giorno; sarà bello se riusciremo a comunicare a Casa Frate Jacopa l’ora in cui sceglieremo di recitare quel Padre Nostro e quelle dieci Ave Maria per le missioni, nell’intento di non lasciare mai scoperte da preghiera almeno tutte le ore della gior-nata, se non quelle della notte.Grazie a tutti e lode a Dio, nella speranza di incontrarci di nuovo a Febbraio, per la seconda parte del convegno. Amen, Osanna, Alleluja!

Monica

Fraternità... Preghiera... Missione-Evangelizzazione... Mi-norità-Povertà...C’è un mondo che si muove intorno ai quattro precetti della regola di vita francescana e all’universo missiona-rio delle suore alcantarine, con le loro attività in Albania, Brasile, Nicaragua, Tchad e in ogni angolo d’Italia dove sono presenti.Il dato emerge evidente dalla tre giorni “Tuo fratello dov’è?”, organizzata da venerdì 4 a domenica 6 novem-bre a Casa Frate Jacopa, punto di riferimento dell’ospi-talità e dei laboratori di formazione a Santa Maria degli Angeli.Ci siamo incontrati qui, da strade diverse, rappresentanti di una piccola avanguardia di quell’esercito di pace che lavora, nel proprio piccolo, a corona delle missioni alcan-tarine. Le nostre “isole” di attività hanno gettato ponti di collegamento reciproci e le altre realtà di volontariato hanno assunto un volto, quello di chi si spende per portar-le avanti. Anche le missioni hanno preso forme e “caratteri

somatici”, calate nei paesi che le ospitano, scoperti uno a uno. La sensazione che ti resta addosso, al di là di tutte le rifles-sioni espresse, sentite o pensate, è quella, rassicurante, di non “muoversi” da soli per “un” fine, ma di stare in campo in squadra con una strategia comune, impegnati a cercare di costruire in pace un piccolo tassello di mondo.La difficoltà più grossa dell’incontro è riuscire a condividere, soffocando l’imbarazzo di parlarsi tra persone appena cono-sciute, abituate a vivere rispettando gli spazi della “forma”. Difficile in poche ore mettere sul piatto comune le ragioni che spingono ad agire, spesso senza sapere dove arriverai e perché hai scelto quella strada. Ognuno custodisce gelo-samente il suo vissuto, ciascuno ha il suo cassetto di stimoli e speranze, che è difficile aprire a prima vista.Cosa ha portato Il giardino di Titta in Ciad? Perché quell’an-golo di Africa si è ritagliato spazio nei nostri giorni, tra il lavoro e gli interessi, tra gli amori, le famiglie e le amicizie? Cosa ha guidato altri in Albania o Nicaragua? L’anello che ci lega è il “fascino” subìto entrando in contatto con le alcantarine, mis-sionarie nelle nostre città evolute, occidentali, attrezzate di merci, scelte, frenesia. Una calamita vivace ci ha coinvolto, contagiato e proiettato alla ricerca e alla scoperta di talenti che avremmo potuto far fruttare, ci ha convinto che molto si può fare.Cosa portiamo a casa da Assisi? Gli impegni, certo... La ne-cessità di divulgare le adozioni a distanza in Nicaragua, di finanziare le borse di studio in Albania, di sostenere il foyer per ragazze e il dispensario medico in Tchad....E qualche domanda da farci, nascosta tra parole che, su qualche scelta, ci invitano silenziosamente ad allargare l’oriz-zonte, a ripensare gli obiettivi guardando a quelli da cui tutto è cominciato e a capire se, per strada, non abbiamo lasciato qualcosa o qualcuno.Ma nella borsa da viaggio da riaprire a casa chiudiamo an-che i sorrisi e la gratitudine ricevuti, la fiducia riposta nelle no-stre attività e nella costanza di portarle avanti, la voglia di saperne di più su cosa fanno gli altri, il desiderio di trovare il dato comune, il «consenso - per citare le amiche alcantarine - con cui cammina la fraternità».

Cristina Nebbia e Maurizia PonzioIl Giardino di Titta ONLUS

Page 16: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Ascolta ancora e imparacome lampade con centinaia di raggi possono esistere in una sola casa,come diecimila profumi possono esistere in un solo seno.Anche se esistono in un piccolo spazio, essi hanno un’ampia stanza per divertirsi.Così è anche il paradiso: sebbene sia pieno di esseri spiritualiè un ampio spazio per il divertimento.

(s. Efrem il Siro – Inni sul paradiso)

All’alba: Arancione. A quest’ora il mondo è arancione. Almeno qui a Roma, nella zona di Circonvallazione Clodia. Le luci della strada, quelle delle prime macchine che svegliano la città, le foglie degli alberi. Poi l’inverno porterà via questo colore dell’autunno. Arancione è il colore della stagione nella quale comincia l’avventura dell’Atelier di teologia.

Ore 6.00: Bianco. A quest’ora cominciamo a svegliarci, alcune di noi indossano il velo. Bianco. Qualcuno è già in cucina a pre-parare la colazione. Basteranno due litri d’acqua e un litro e mezzo di latte. Anche questo è bianco. Il refettorio aspet-ta quelli che verranno fra un po’: tredici persone. Il colore dei piatti: bianco.

Ore 7.30: Oro. A quest’ora il tempo si ferma. Il tempo diventa do-rato. Stiamo sulla piazza d’oro dell’Apocalisse. L’Atelier di Teologia

celebra l’Eucarestia. Ma è l’Eucarestia che fa l’Atelier. Oro, all’inizio e alla fine della giornata, quando davanti a Lui e alla Sua presenza, illuminati solo da una piccola e debole candela, ci ritroviamo a riconsegnare a Lui tutto quanto abbiamo vissuto, e quella luce, così pic-cola, è capace di illuminare la nostra notte, ogni notte. Oro è il colore della bellezza delle altre liturgie alle quali abbiamo partecipato: nel rito slavo-bizantino e gre-co-cattolico. Attraente, luminoso, come l’oro. Oro è anche il colore delle aureole dei nostri ami-ci: i santi. Ognuno di noi e’ stato scelto da un santo. Anco-ra non sappiamo perchè sant’Efrem ha scelto sr. Metka, santa Maria Egiziaca voleva conoscere fra’ Daniele, san-ta Teresina padre Jozko e san Basilio sr. Pina... Forse il mo-tivo non esiste. L’amicizia è un dono gratuito nella libertà dell’Amore. Ore 9.00: Grigio. Quasi argento. E’ il colore della tavola megaga-lattica del salone di studio. Spesso ci incontriamo là, alle 9.00. Vengono i nostri amici e maestri, i professori. Portano con loro la scienza, la conoscenza, la passione, l’esperien-za. E ci presentano altri amici: i Padri della Chiesa, i santi, i teologi. Da loro impariamo come cogliere, nel grigio della quotidianità, il filo rosso dell’amore di Dio. Grigio. Quasi argento. E’ il colore del vestito del-le suore Orsoline, che ospitano per il primo anno questa esperienza dell’Atelier di teologia nella loro casa. Vestono di grigio, ma è il grigio che ha scaldato il loro cuore di ca-rità e pazienza, verso di noi, verso il prossimo, verso i lavori del cantiere della casa.

Come pietre vive, scelte e preziose

L’ATELIER DI TEOLOGIA “CARDINAL ŠPIDLÍK”

Page 17: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

I colori delle nostre giornate sono molti. Le ore, i giorni, le settimane, vengono colorati in diversi modi, con tinte varie, con tante sfumature. Diventano come le tessere di un mosaico. Formeranno un quadro che si intitolerà: la vita dell’Atelier di Teologia. Le tessere, oltre che nelle mani di Dio, stanno nelle mani di un padre, don Gian Battista e di una madre, sr Sere-nella e di noi undici studenti, uomini e donne, provenienti da diversi Paesi, dalla Polonia, dalla Slovenia, dal Madagascar, dall’Albania, dall’Italia, ma ci sono anche quei Paesi che sono portati nel cuore di chi li ha appena lasciati, il Brasile, l’Ecuador, il Benin, paesi del mondo. Tutti belli, tutti diversi, come diverse sono le nostre famiglie religiose, e ognuno è qui con il suo bagaglio, le sue tradizioni, le sue preghiere... Cosa rappresenterà questo quadro? Non lo sap-piamo... tutto dipende dalla carità. Solo lei, collante uni-versale, può unire e tenere insieme queste tessere, uniche e irripetibili.

Povere sembrano le corone dei re paragonate alla ricchezza della tua

dove è intrecciata la purezza, dove brilla la fede, dove splende l’umiltà,

dove la santità è mescolata e un grande amore risplende.

O grande re di tutti i fiori, quanto è perfetta la bellezza della tua corona.Benedetto Colui che ce l’ha data da intessere!

(S. Efrem il Siro - Inni sulla Resurrezione)

Sr. Roberta M. Cassone

Ore 13.00: Verde. Come la vita, la fotosintesi. Come l’insalata che mangiamo a quest’ora. La carità si concretizza e non rima-ne astratta. Passa per il minestrone servito, per la verdura, le mele. Passa attraverso tutto quello che prepariamo in cu-cina. Per quei giovedì nei quali la carità si fa compagnia e ognuno condivide le sue specialità, i suoi gusti, come il placki ziemniaczane, le palacinke o la polenta taragna. Verde è anche il colore dei prati, il colore delle no-stre uscite. Quelle comunitarie: verso la zona delle Tre Fon-tane, luogo del martirio di San Paolo o il giardino dell’incon-tro con le Piccole sorelle di Charles de Foucauld. Quelle per i più sportivi: come le “scalate” verso Monte Mario. Ore 15.00: Blu. Come il cielo, che è uguale per tutti. Blu, come la nostra umanità. Che pulisce la casa, che lava i piatti, che stira le tuniche degli altri, che gira con l’aspirapolvere, che armeggia con il mocio. I secchi dei moci sono tutti blu.

Ore 20.00: Rosso. Come il fuoco, come l’Amore, come Dio. Rosso come la passione e l’amore che ci hanno trasmes-so le persone incontrate: per il mondo siriaco del professor Sebastian Brock, per il popolo armeno del Vescovo Clau-dio Gugerotti, per la chiesa ortodossa di padre Germano Marani, per la spiritualità del popolo romeno del teologo Joan Ica, per il deserto del loro Paese, la Siria, dei monaci Jiad e Uda e per la liturgia delle chiese sorelle di padre Ro-bert Taft. Il luogo privilegiato dell’incontro: la cena; dove la convivialità si fa condivisione e l’esperienza di uno diventa la storia di tutti. Rosso come quel filo che attraversa tutti quelli che passano per questa casa e che incrociano anche solo per un mo-mento le nostre storie, amici degli amici, in un giro di relazio-ni che allarga il cuore: Rosso.

L’ATELIER DI TEOLOGIA “CARDINAL ŠPIDLÍK”

Dal 2010 l’équipe del Centro Aletti, con la col-laborazione delle Suore Orsoline di Verona, ha inaugurato l’Atelier di te-ologia “Cardinal Špidlík”,

che quest’anno vede tra i suoi iscritto anche la nostra sorella sr. Roberta Maria Cassone. Atelier è una parola che allude ad un ambito in cui con-fluiscono la vita, le relazioni, la tradizione, la creatività, il sapere e il saper fare: dunque un luogo di formazione organica, dove si impara a pensare, a cogliere le ispi-razioni, a studiare e ad agire tenendo continuamente insieme la vita nello Spirito, la Chiesa, la cultura, la storia e la teologia, riappropriandosi dell’intera tradizione del-la Chiesa indivisa. L’Atelier è un ambito di vita comu-ne residenziale, che consente di calare lo studio nella concreta realtà ecclesiale: la carità è infatti il principio della conoscenza dei misteri di Dio e della vita, e sen-za l’esercizio dell’ascesi della carità non esiste nessuna conoscenza dei contenuti spirituali. Le giornate preve-dono circa 10 ore di lavoro al giorno, tra lezioni, letture, esercitazioni e lavoro personale.

Page 18: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Con grande gioia comunichiamo agli amici di Vita Nostra l’avvenuta inaugurazione del Foyer “Anuari-te” per giovani ragazze a Doba, Tchad.I primi mesi di attività annotano molte soddisfazioni e alcune difficoltà, che non intaccano l’entusiasmo per la nuova avventura. Sette bambine delle campagne vivono nella missione, dove per un mese hanno fre-quentato i corsi intensivi propedeutici al regolare pia-no di studi, necessari perché gli insegnanti potessero capire quale anno scolastico le alunne sarebbero state realmente in grado di affrontare presso l’Échole Catholique Associée che confina con la residenza. Il proposito di inserire in sesta elementare, pari alla no-stra quinta, Prudence, Elisabeth, Genevieve, Charité, Olive, Sylvie e Therèse, si è scontrato con la realtà e ha costretto le suore a dividere le bimbe in due classi, perché qualcuna ha ancora problemi di alfabetizza-zione.Le prime sfide, per tutte le ragazze, sono con le nuo-ve norme igieniche e sanitarie da rispettarsi nel Foyer, aspetti di un nuovo rispetto per sé stesse e di con-creta apertura ad una migliore prospettiva di vita. La prima nuova certezza è il pasto quotidiano, che ha consentito alle bimbe più piccole di avvicinarsi al

peso forma, per la gioia dei genitori, chiamati a versa-re una retta di 25.000 franchi (pari a 35 euro) per 9 mesi di college, alla quale si aggiunge un sacco di miglio. Una quota minima, proprio per non penalizzare le ra-gazze di campagna.L’attenzione rivolta a queste giovani spera di porre le basi per costruire un futuro per ognuna di loro e il loro paese. Ringraziamo di cuore tutti coloro che in vario modo hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziati-va e che ancora sono attivi nel sostenerla!

NEWS MISSIONI

Page 19: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

canale che il Signore usava per rendere fecondo i l suo regno . Inverno: stagione in cui la natura riposa e si rigenera nell’attesa di una rinnovata fecondità. La parola di Dio seminata nel campo del nostro cuore ispira e matura in opere di pace, di giustizia, di carità. È quell’olio della lampada che non si è consumato! Come le vergini che entrano alle nozze con lo Sposo appena ascoltano il gri-do: “Ecco lo Sposo, andategli incontro!” E così con lo scorrere delle quattro stagioni, originate dalle Quattro Tempora, antica tradizione liturgica, ab-biamo avuto la possibilità di rivivere lo scorrere della nostra vita, spesa in preghiera, in adorazione, in con-templazione, nel lavoro impegnato e nell’apostolato vario, nelle diverse case e opere dell’Istituto, nella gioia di consegnare al Padre il dono dell’amore ricevuto e ridonato a quanti il Signore stesso ha messo sul nostro cammino!

Sr Beniamina Mossuto e sorelle tutte della fraternità di Stella Maris

Vogliamo dire, con animo grato e riconoscente, un profondo grazie alla carissima Sr Maria Raffaela Le-tizia, perché mediante i suoi incontri di formazione permanente, ci ha donato la possibilità di fare me-moria degli innumerevoli doni e grazie particolari con cui Dio ha accompagnato ed accompagna anco-ra la nostra vita, guidandola per il giusto cammino di fede, di speranza e di amore. Gli argomenti di conversazione e di approfondimen-to sono state le qualttro stagioni dell’anno: Primave-ra, Estate, Autunno, Inverno,nei loro vari aspetti, hanno sottolineato un cammino ciclico che non si può conoscere se non dopo aver-lo percorso interamente, passo per passo. Argomenti che hanno risvegliato in noi la certezza di non essere sole per la strada della vita, ma di essere accompa-gnate dalla bontà e fedeltà di Colui che ha detto: <<Non vi lascerò soli!>>Primavera: cosa vuole ricordare questa stagione a tutte noi? L’abbiamo paragonata al tempo del risve-glio, del “ricominciare”, al tempo che è soprattutto primavera dello Spirito, che ci fa capaci di amare, di lasciarci amare, di ascoltare, di condividere, di sce-gliere il bene e di rifiutare il male, di credere che ogni fiore nasce solo alla fine di un lungo inverno … Estate: stagione dell’amore responsabile, dell’amo-re ricevuto e donato, il tempo della messe, il tempo dell’incontro con le persone di tutti i tempi per co-struire una sola famiglia, il tempo del ringraziamento al Padre per aver vegliato e sostenuto nei momenti di gioia e di dolore ciascuna di noi attraverso i quali (momenti) abbiamo raggiunto una maturità e una fede profonda insieme alla consapevolezza del biso-gno di pregare e crescere in quei valori che ci hanno aiutato nelle scelte di ogni giorno, nella luce della verità. Autunno: stagione in cui si raccolgono i frutti maturi. Si fa festa perché Dio ha benedetto il lavoro compiuto, giorno dopo giorno, siamo state collaboratrici di Dio nei vari progetti di vita. L’autunno è la stagione in cui siamo chiamate a riconoscere i disegni di Dio con la testimonianza di fede e senso di responsabilità. Abbiamo ascoltato per noi la storia del Bambù che si arricchisce per noi di un senso più profondo: quando era ancora giovane il bambù viveva e cresceva solo per se stesso e amava la propria bellezza. Al contra-rio, nel suo stato povero e distrutto, era diventato un

Le quattro stagioni

Page 20: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

tua volontà e non la mia “. Questa meravigliosa statua di Gesù prostrato a terra, tocca la profondità più intima del proprio essere e in-duce ad unirsi ai sentimenti toccanti del Cristo che, solo per amore dell’umanità, per me in particolare, ognuna sicuramente lo ha ripetuto con sincerità, ha dato se stesso sino a morire sulla croce. Gesù ha scelto lo strumento di salvezza più potente: la Croce perché in essa è la vita, la sorgente di ogni grazia e di ogni progresso; viene spontaneo, allora, di elevare un cantico di ringraziamento alla sua grande misericordia.Questo momento di contemplazione e di preghiera è stato suggellato dalla Celebrazione Eucaristica resa solenne dai canti delle nostre sorelle più giovani ve-nute con noi perché invitate dalla superiora suor Ro-sina Di Molfetta per rendere più vivace e armoniosa questa bella giornata, e perché no, dare una mano di aiuto alle sorelle in carrozzella.L’omelia del celebrante, molto sobria, ha rafforzato i nostri sentimenti di riconoscenza e di gratitudine ver-so il Padre che sacrifica il suo unico Figlio per dare al mondo pace e salvezza. Inoltre, ci ha esortato a con-tinuare, sulla scia dei nostri fondatori, a interpretare i segni dei tempi, per rispondere alle esigenze via via emergenti, frutto di preghiera, di rinuncia, di sacrificio nascosto, senza mai mancare di fiducia in Colui che tutto opera per la gloria del Padre e per la fedeltà di coloro che credono nella verità.Ha concluso l’omelia dicendoci di vivere in pienezza la nostra consacrazione, consapevole della ricchezza che essa costituisce per la comunità ecclesiale, nella varietà dei suoi carismi e delle sue istituzioni.Prima di lasciare questo luogo meraviglioso, la provin-ciale suor Rita Senatore ha scattato per ognuna delle partecipanti la foto ricordo accanto alla grande sta-tua di Gesù, e quindi l’insieme del gruppo,composto di ben 34 gitanti.Anche nel pullmann, come pure al ristorante e du-rante il momento ricreativo, suor Rita, con piacere, fis-sava l’obiettivo per le più svariate pose a ricordo di questa splendida giornata.Il pranzo al ristorante, non lontano dal “Getsema-ni”, attentamente scelto dalla superiora sr Rosina e da sr Anna Paoletti, è stato sobrio, vario e variega-to: dall’antipasto al dolce-gelato con vino e bibite a scelta.Molto indovinata è stata la sosta, dopo il pranzo, in-torno alla grande piscina situata nel giardino del risto-rante ove qualcuna si è anche serenamente distesa nelle apposite solarie, e qui le giovani sorelle ci han-no rallegrato con canti, balletti, scenette con grande soddisfazione nel vedere noi anziane sorridere e gioire senza avvertire un minimo di stanchezza.Nel viaggio di ritorno, sicuramente, ognuna nel suo cuore ha ringraziato il Padre buono del grande dono spirituale e materiale ricevuto, ed inoltre tutte, grandi e piccine, abbiamo espresso un sentito grazie con un caloroso battimani alla nostra carissima superiora suor Rosina che, come sempre, non ha mancato di donar-ci, anche, un grazioso “souvenir” e a suor Anna, sua preziosa collaboratrice. A lode di Cristo!

Ai margini di un resoconto così fantasioso e sereno voglio esprimere solo un grazie a chi ha voluto e reso possibile questa esperienza a me, sorella più giova-ne, a contatto con la “memoria vivente” della nostra famiglia religiosa. Sono sinceramente commossa, ho imparato ad ascoltare, ad osservare, a riconoscere la presenza del Signore non più nella storia della salvezza narrata dalla Bibbia, ma nella storia di nostre sorelle, che hanno speso semplicemente e “miracolosamen-te” la loro vita in una donazione totale e senza sconti. La vita religiosa non si impara a tavolino, non si impara leggendo i libri, si impara condividendo la sacralità di ogni vita! Ho - sì - messo a frutto quanto conosco, le tecniche studiate, ma il cuore … ha un altro linguag-gio, il cuore arriva oltre le ridotte certezze del sapere! Non so sintetizzare cosa mi porto, mi porto metaforica-mente il “cuore” di queste sorelle, mi porto realmente delle sorelle, che ho visto interessate, pronte a dialo-gare, a mettersi in discussione, a parlare di loro stesse, senza reticenze, mi porto i loro dolori, le ingiustizie vissu-te, le gioie date e ricevute. Mi porto la realizzazione di attimi in cui è possibile sentirsi sorelle veramente, nella fede, non perché tutto va bene, anzi proprio quando tutto sembra far parte di un’altra epoca, di un altro stile di vita vocazionale! Quando si toccano le corde del cuore le distanze che si definiscono inter- genera-zionali diventano invisibili! I confini si riducono! Perché le emozioni da secoli sono le stesse e il Signore parla al cuore al di là dei confini dei tempi e dei luoghi! Ho trovato cuori pronti a sperare, a credere, a “spartire”! Care sorelle “maestre” grazie di cuore … spesso ho condiviso con voi ciò che ho provato … ma sento che la vita sempre regala attimi di luce nelle tenebre … e voi per me siete state questo!

Sr Maria Raffaela Letizia

“STELLAMARIS”19maggio2011

Grande movimento nella fraternità di “Stella Maris”. Anche quest’anno le sorelle sono state protagoniste di una bella avventura: la gita presso il Santuario del Getsemani di Paestum (Salerno), da 90 anni gestito dai padri oblati di San Giuseppe .La grande statua della Madonna della Luna, che tro-neggia all’ingresso del santuario, sembra accogliere i pellegrini ed esortarli a fare tesoro di quanto il Cristo suggerisce nel cuore di ciascuno. Annessa al santuario vi è la Casa di Spiritualità dove tante persone sostano per cercare ristoro spirituale: è un luogo in cui arte e natura aiutano ad elevarsi a Dio.La splendida scultura in marmo di Gesù in preghiera, come nell’orto degli ulivi, invita a soffermarsi sul mes-saggio della fedeltà alla volontà di Dio lasciatoci da Cristo nella sua passione.Dinanzi a tanta bellezza spirituale viene spontaneo mettersi in preghiera per affidare al Signore le proprie sofferenze, le preoccupazioni, i timori e dire come Lui ”Padre allontana da me questo calice, ma sia fatta la

Page 21: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

PROFESSIONEPERPETUA

Il giorno 31 ottobre 2011 la nostra Famiglia religio-sa ha gioito con tutta la Chiesa per il dono della professione perpetua di suor Loredana Meninno, suor Lucia Benedetta Rabbito, suor Maria Concet-ta Gaudioso, suor Suzanne Kanku Bakambamba Tshikumba, suor Valeria Pasquali. Il rito si è svolto nella Basilica Papale di S. Maria degli Angeli in Porziuncola, durante la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Arturo Aiello, Vescovo di Tea-no-Calvi. La redazione di Vita Nostra augura alle neo-professe perpetue un cammino fecondo di benedizioni del Signore.

PROFESSIONETEMPORANEA11FEBBRAIO2012

Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?Con queste parole vogliamo lodare e ringraziare il Signore per il dono di nuove vocazioni alla sua Chiesa nella no-stra Famiglia religiosa. Auguriamo a suor Federica Busi, suor Maria Rosaria Carpentieri, suor Anna Coppola, suor Chiara Poma, suor Chiara Benedetta Trivellato e suor Elisa Schiavo un gioioso inizio nella certezza della presenza del Signore. Auguri!

i nostri auguri a ....

La redazione di Vita Nostra si congratula con sr. Veronica Amata Donatello per l’incarico ricevuto lo scorso ottobre dalla Conferenza Episcopale Italiana di responsabile del Settore Disabili presso l’Ufficio Catechistico Nazionale. Inoltre, sr. Veronica collaborerà anche con l’Ufficio di pastorale sanitaria della CEI: è una gioia per la nostra Famiglia religiosa poter partecipare, attraverso l’attività pastorale di questa sorella, in modo più diretto al servizio svolto dagli Uffici della Chiesa italiana.

50°AnniversariodiProfessione25marzo2012

“L’anima mia magnifica il Signore”

Ringraziamo il Signore per la fedeltà con la quale ha cu-stodito il cammino di: Sr. Teresina de Gennaro, Sr. Leonia Rafanelli, Sr. Carmela Magrone, Sr. Giuseppina Diamanti, Sr. Paolina De Vecchis e gli domandiamo di continuare a ricolmare queste nostre sorelle con abbondanti doni di Grazia!

Page 22: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

Piccoli ma significativi gesti di solidarietà DAI BAMBINI DEL CATECHISMO – PALESE (BA)

Page 23: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle
Page 24: Le animatrici di fraternità e - Alcantarine€¦ · più come far fronte ai propri debiti (peraltro imprudente-mente elevati); questo costrinse molte banche a vendere parte delle

LafraternitàdiBisceglieviinvitadal15al17Giugnoa:

Le ricchezze e i sogni dei ragazzi spesso rimangono nasco-sti nell’indifferenza degli adulti. Occorre spazio e tempo per liberare in loro l’entusiasmo e il “desiderare” qualcosa di grande. Stare accanto a loro, in tutto questo, è un privi-legio riservato a pochi; noi ne siamo testimoni e con gioia stiamo preparando questo evento con loro e per loro.

Tre giorni i appuntamenti di vario genere che coinvolgeran-no tutto il territorio. Uno spazio per giocare, ascoltare, can-tare, recitare, gioire ... un’avventura che vogliamo vivere fino in fondo, anzi, fino in CIMA..... vi aspettiamo ...