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Seminario di formazione per animatori e animatrici di comunità – Roma, 28 nov – 2 dic 2006 1 IL COLLOQUIO DI ORIENTAMENTO Definizione Le finalità del colloquio Il contesto del colloquio Il ruolo dell’orientatore La struttura del colloquio La fase di accoglienza Cenni sugli strumenti

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IL COLLOQUIO DI ORIENTAMENTO

• Definizione

• Le finalità del colloquio

• Il contesto del colloquio

• Il ruolo dell’orientatore

• La struttura del colloquio

• La fase di accoglienza

• Cenni sugli strumenti

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Che cos’è il colloquio di orientamento

E’ uno strumento per favorire l’ampliamento di conoscenza relativamente ad una situazione per la quale è richiesta una presa di decisione e si basa

essenzialmente sul concetto di relazione

Nella relazione sono importanti:

• I contenuti • Il modo in cui avviene la comunicazione

• le motivazioni • le dinamiche conscie/inconscie

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Gli aspetti del colloquio

1) aspetto cognitivo: contenuti - informazioni trasmesse

2) aspetto emozionale/relazionale: la relazione è

influenzata dalle caratteristiche degli utenti e degli operatori (personalità, motivazioni, conoscenze, aspettative)

3) aspetto motivazionale: intenzionalità

tempo /luogo/scopo preciso

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Lo scopo del colloquio

• Raccogliere informazioni sull’utente • Favorire l’utente nella conoscenza di se stesso

• Favorire lo sviluppo della capacità dell’utente di progettare, decidere e realizzare la sua scelta in autonomia

due finalità

� definire in termini chiari e operativi il problema presentato dall’utente

� stabilire con l’utente un rapporto di fiducia e collaborazione

per rendere attivo un processo generale che partendo dalla conoscenza del sé arriva all’elaborazione di un progetto professionale e allo sviluppo di competenze

utili per l’inserimento nel mdl

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Il contesto del colloquio Le azioni orientative si differenziano in rapporto a:

- bisogni specifici degli utenti

- contesto organizzativo in cui si realizzano - formazione professionale degli operatori

Elementi di contesto del colloquio Le finalità della struttura in cui si realizza il colloquio - educativa (es. Centri di formazione professionale, scuole, università, ecc.)

- informativa (es: informagiovani) - sostegno orientativo (es. centri per l’impiego)

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Il ruolo dell’orientatore

� creare clima di accettazione e fiducia � manifestare sincero interesse per la relazione interpersonale (non solo atteggiamento serio e riservato ma parole di incoraggiamento, ecc.) � rivolgere domande appropriate (la sensazione da dare è far scoprire qualcosa di nuovo su se stessi, utilità) � mantenere un comportamento neutrale (mostrare interesse e disponibilità senza cadere nell’eccessivo coinvolgimento)

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� sviluppare capacità di ascolto interne e esterne (delle sensazioni, ecc.) � porsi dal punto di vista dell’altro, no giudizi o disapprovazione

� facilitare la comunicazione � riformulare: non solo domande, ma sottolineature, collegamenti, soffermarsi su eventi significativi, riprendere particolari e chiarirli, ecc.) � verificare la comprensione senza interpretazioni personali � rassicurare l’utente sul fatto di essere stato ascoltato

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informazione e formazione

� opportunità, limiti del contesto

� contenuti delle professioni

� opportunità legislative

� conoscenza del mdl locale

� legislazione sulla condizione femminile

� formazione al femminile

� esercizi pubblici del territorio

� ricerca attiva del lavoro

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GLI ASPETTI METODOLOGICI

gli obiettivi operativi

1) stabilire un rapporto di collaborazione e fiducia reciproca (chiarire all’utente l’importanza della fase di analisi del bisogno, di esplorazione di interessi, capacità, condizioni attuali e fare un ipotesi di proseguimento)

2) far emergere una serie di informazioni

specifiche, come base per il costruire il lavoro

3) restituire all’utente i dati emersi dal

colloquio (come proseguire) 4) chiedere all’utente la conferma della sua

disponibilità a continuare il percorso intrapreso

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il setting

influisce sulla qualità del rapporto: • sul ruolo dell’operatore • sull’atteggiamento e le aspettative dell’utente in rapporto al ruolo dell’operatore, al contesto in cui si trova, ecc.

la stanza: ambiente riservato

accogliente silenzioso

rispetto degli orari

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la conduzione del colloquio

può essere strutturato, non strutturato, semi strutturato (con flessibilità nel primo caso e la guida di ipotesi nel secondo) Per l’orientatore: � definire prima alcune aree che devono essere indagate a seconda della tipologia dell’utente (es. con i giovani preferire domande

iniziali meno coinvolgenti, ascolto non valutativo)

� registrare i dati (prendere appunti)

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la registrazione dei dati

è consigliabile prendere appunti sulla base di griglie . permette di non distogliere l’attenzione anche dal non verbale . permette di non utilizzare registratori o altri strumenti che potrebbero disturbare l’utente

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la strutturazione del colloquio

3 fasi

1) fase iniziale

• accoglienza

• analisi aspettative e motivazioni

• chiarimenti delle modalità di svolgimento

• specificazione e chiarimento del problema

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2) fase centrale

• approfondimento delle diverse aree decise precedentemente, a seconda delle caratteristiche dell’utente (storia, iter scolastico/formativo, esperienza lavorativa)

• aspettative, interessi, competenze acquisite, valori, sentimenti e vissuti legati a queste esperienze

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3) fase finale

• sintesi delle informazioni emerse dal colloquio

• restituzioni dei dati all’utente

• formulazione degli obiettivi per il proseguimento dell’intervento

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organizzazione dei dati

• basarsi sulla griglia • completamento degli appunti con osservazioni ecc. personali

• sintesi dei dati raccolti (verbali e non )

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organizzazione dei dati: accorgimenti

• comprendere il significato delle informazioni (se interessi, aspirazioni e competenze possono essere utilizzate per il progetto professionale)

• relativizzare il senso di alcune dimensioni verificare se alcuni comportamenti sono rimasti stabili nel tempo

• se si sono modificati

• se c’è la possibilità di lavorare sul loro miglioramento

• la motivazione che ha determinato un certo comportamento

• i sentimenti che accompagnano gli eventi

• essere consapevoli delle possibili interferenze

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La capacità di condurre un colloquio migliora con l’esperienza. Occorrono momenti di autovalutazione e confronto con altri operatori

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LE DOMANDE

• domande aperte/chiuse

• dirette indirette

• formulate in modo chiaro

• adattare a suscitare risposta precisa

• espresse in tono tranquillo e rassicurante

• linguaggio adeguato all’utente

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ordine delle domande

• con i giovani: iniziare con domande più neutre (meno coinvolgimento emotivo)

• con adulti: domande che acconsentono di raccontare la propria esperienza lavorativa (raccontare ciò che si conosce mette a proprio agio)

• passaggi da un argomento all’altro: con domande di transizione o esprimendo apertamente il motivo

• non essere pressanti

• dare il tempo di riflettere

• attenzione a non suggerire o influenzare le risposte

• cauti nel provocare nel soggetto reazione emotive che non possono essere elaborate o contenute in un colloquio di orientamento

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FASE INIZIALE

4 MOMENTI

1) accoglienza

per mettere l’utente a proprio agio, predisporre un clima favorevole

(sorriso, stretta di mano, benvenuto, ovvi ma necessari per superare un clima di

ansia o diffidenza)

� permettere di conoscersi, aprirsi all’altro

� abbassare le difese

� spiegare il tempo necessario

� la necessità di essere aperti e sinceri nelle risposte

� si esplicita che si tratta di un lavoro di collaborazione

� si compila la scheda personale

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2) motivazioni e analisi della domanda

� quali le principali domande poste dall’utente

� quali i bisogni sottesi a tali domande

DOMANDA IMPLICITA, DOMANDA ESPLICITA

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3) le aspettative

� che cosa si aspetta l’utente da questo incontro

� che cosa pensa che possiamo fare per lui

� conosce come si svolge il nostro intervento

per liberare il campo da aspettative illusorie

E DEFINIRE IL PATTO ORIENTATIVO:

• offerta di lavoro • soluzioni già pronte (cosa fare, soprattutto per i più giovani, senza un progetto professionale)

� essere realistici rispetto a ciò che l’operatore e l’ente possono fare per l’utente

� spiegare che il colloquio è un mezzo di sostegno alla definizione di un percorso personale per andare verso il lavoro (non e’ un colloquio di selezione)

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4) individuazione del problema

� andare al di là della semplice definizione del problema ed evidenziare i contenuti più rilevanti:

� i sentimenti che suscita il problema

� le situazioni conflittuali

� i disturbi nei rapporti sociali-familiari

� il giudizio delle persone vicine

� focalizzare la mancanza o perdita di lavoro

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FASE CENTRALE

Storia scolastica professionale e personale dell’individuo L’immagine che l’individuo si è creato su se stesso

1) eventi della vita

2) esperienza scolastico-formativa

3) esperienza lavorativa

4) interessi e aspirazioni professionali

5) risorse personali

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1) eventi della vita

gli eventi particolarmente significativi, che hanno

influenza sul presente del soggetto (da riferire a scelte o comportamenti particolari)

preferibilmente domande indirette, volte all’individuazione e valorizzazione di competenze

messe in atto in determinate situazioni

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2) esperienza scolastico-formativa

la scuola dell’obbligo e superiore l’università

gli aspetti più generali della formazione professionale

domande: la soddisfazione nei confronti della scuola i motivi dell’abbandono di percorsi di studio

come può essere definitiva l’esperienza scolastica i rapporti con i compagni/insegnati i problemi/le difficoltà incontrate

le esperienze di lavoro fatte durante gli studi

la finalità: capire l’atteggiamento nei riguardi

dell’apprendimento, le competenze e le aspirazioni professionali

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3) esperienza lavorativa

finalità: quali sono le abitudini di lavoro, i valori, le

competenze acquisite, lo stile nel prendere decisioni, se questi fattori si sono modificati nel tempo

ricostruire le cause oggettive che hanno determinato la perdita di lavoro

fornire chiavi di lettura della propria esperienza professionale distinguendola dal vissuto personale

domande:

i successi ottenuti e gli obiettivi raggiunti i fallimenti e gli errori

quali competenze erano richieste per un certo lavoro i motivi per cui è stato abbandonato un certo lavoro

i rapporti con i superiori

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4) interessi e aspirazioni professionali

domande quale attività lavorativa le piacerebbe svolgere in

futuro quale settore lavorativo suscita maggiormente il suo

interesse

finalità capire i motivi alla base del lavoro desiderato

(le rappresentazion sociali, i contrasti tra aspirazioni e possibilità occupazionali o ostacoli altri)

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fase finale

Chiusura verso il progetto:

� rinvio

� elaborazione di un progetto

� scelta

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fase finale

• breve sintesi di quanto emerso nel colloquio

• comunicazione di elementi di riflessione

• formulazione di obiettivi successivi in funzione della soluzione del problema

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La restituzione

Obiettivi:

rendere consapevole l’individuo di alcuni elementi utili per la formulazione di possibili soluzioni del problema e per l’elaborazione di un programma di azione successiva

La restituzione avviene in due tappe:

1) formalizzare il percorso effettuato e farne prendere coscienza all’utente

- riformulare il problema invitando l’utente ad esprimersi sul livello di accordo/disaccordo

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2) indagare le ipotesi di progetto dell’utente

è l’utente a ricostruire, a livello di autopercezione , le principali acquisizioni conseguite tramite le esperienze (personali, professionali, formative) ed a individuare una o più ipotesi

di sviluppo del progetto personale, anticipare fattori ostacolanti e strategie di superamento (fonti di sostegno personali o ambientali a cui fare riferimento)

- indagare il senso di autoefficacia, il livello di autostima

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I BISOGNI DELL’UTENTE

Giovani adulti 18-25 anni

� capire il mondo adulto

� trovare il posto nella società

� verificare quali opportunità ci sono per realizzare le proprie aspirazioni

� consolidare la nuova identità effettuando scelte

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3 gruppi

1. il lavoro giusto per me

� ricerca al termine del percorso scolastico di opportunità lavorative corrispondenti al profilo professionale e personale

� ricerca di un nuovo lavoro

� indipendenza economica

� identita’

� ricoprire ruolo adulto di responsabilità

� realizzare aspirazioni e capacità

il lavoro rappresenta un aspetto essenziale sul quale investire energie e risorse alla ricerca di soddisfazione personale e riconoscimento sociale (anche giovani che inizialmente hanno accettato un lavoro per la soddispazione dei bisogni primari, ora cercano un lavoro per una realizzazione personale)

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2. il riscatto sociale

a seguito dell’abbandono scolastico, alla ricerca di un’occasione per uscire dalla marginalità sociale, per avere un ruolo e relazioni sociali paritarie

le domande � info sui corsi � che cosa devo fare per inserirmi nel mdl con le giuste competenze

� per che cosa sono portato (capacità interessi, aspirazioni, potenzialità)

l’assenza di lavoro rafforza l’esclusione sociale il lavoro è un mezzo di emancipazione sono disponibili a formazione/riqualificazione

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2. una via per l’indipendenza economica

Il lavoro è soprattutto un mezzo per assicurarsi l’indipendenza economica. Non sono presenti grandi aspettative di carriera o prestigio o preferenze rispetto all’attività. Non hanno avuto una formazione scolastica/professionalizzante Non hanno sperimentato un lavoro gratificante Bisogno: riformulare un progetto professionale, motivarli a seguirlo

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INOCCUPATI

Caratteristiche intermedie fra giovani in cerca della prima occupazione e disoccupati di lunga durata

ci ho provato ma

� in che cosa ho sbagliato

� non so come cominciare ecc,

� (bisogno di fiducia e imparare a cercare a lavoro)

� chi sono ora

� come faccio a uscire da situazione di incertezza

(bisogno e paura di cambiare la propria condizione, di abbandonare un ruolo, di essere valorizzato, ecc.; bisogno di aiuto per uscire da situazione di ansia e incertezza, di supporto emotivo e conoscitivo per la presa di decisione).

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DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA Perdita di lavoro:

insorgere di problemi psicologici (conseguenze sull’equilibrio pscicofisico, sull’uso del tempo, sulle relazioni familiari, sui progetti)

� svalutazione verso la propria identita

� ansietà, stress, instabilità

� perdita di fiducia nella capacità di cambiare la situazione

� passività, apatia, rassegnazione

bisogno: recupero autostima e risorse dell’individuo

� la responsabilità della famiglia

� abitudine alla passività

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la perdita del ruolo sociale

Domande: sarò in grado di farcela?

C’è un lavoro adatto a me e alla mia esperienza?

Bisogni: recupero della propria autostima

condivisione con altri della propria esperienza

recupero del senso del tempo