L’impresa Unozainocolmo di speranza · 2019. 4. 23. · pria vita. Invece, seiniziassi-mo...

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ILPERSONAGGIOL’impresa di PaoloPreviato,daVeronafinoin Siciliaapiediper sensibilizzaresullafibrosicistica Uno zaino colmo di speranza “Il viaggio durerà quattro mesi.Nellatappaa Romasperodi poterincontrare il Papa” Serena Ponzin E già iniziato, per il 59enne Paolo Previato, il cammino per donare un respiro libero ai malati di fibrosi cistica . Giunto alla terza edizione dell impresa Uno zaino col- mo di speranza in collabora- zione con la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, l ingegnere informatico rodi- gino proseguecon i suoi viag- gi: da Verona fino in Sicilia, percorrendo 3000 chilometri a piedi, per invitare quante più persone possibili a soste- nere la ricerca e a sensibiliz- zarle sulla conoscenzadi que- sta malattia genetica. Un iniziativa, quella del cammino, che nasce nel 2017 quando Paolo, a seguito del suo licenziamento, si avvici- na al volontariato. Poi l in - contro con Cristina, la mam- ma di Francesca,una giovane polesana scomparsa prema- turamente a causa della ma- lattia, in sua memoria ha percorso il tragitto verso San- tiago de Compostela. Il 15 aprile, da Valpolicella, dove attualmente abita, Paolo è partito per la sua terza avven- tura, un itinerario, questa volta, tutto italiano, che po- trete seguire virtualmente sul suo profilo Instagram paoloprev , dove condivide- rà giornalmente scatti e pen- sieri sul viaggio. I cammini contro la fibrosi cistica continuano, cosa ti spinge ad andare avanti? A farne una questione perso- nale? Mi considero giovane, ho ancora molto da dare, per questo, tempo ed energia, li spendo nel volontariato. Si- curamente aver riscontrato una risposta positiva, dal punto di vista umano, da par- te delle persone, è la motiva- zione che mi spinge a conti- nuare. Sì, è diventata una questione personale, nono- stante nella mia vita non ci siano stati collegamenti di- retti con la malattia. Ma per sentirsi vicini a chi vive un esperienza di vita comple- tamente diversa dalla tua, per creare un legame, questo non è necessario. Negli anni, ho conosciuto molti bambini e ragazzi nati con la fibrosi, inizi a volergli bene, a sentirli come tuoi. In generale, ulti- mamente, sono in tanti colo- ro chepreferiscono chiudersi, pensare unicamente alla pro- pria vita. Invece, seiniziassi- mo a pensareagli altri, per gli altri e con gli altri, potremmo esserepotenzialmente tocca- ti da tutti e dalle loro storie. Lo stessotipo di radice, quello che abbiamo con la nostra fa- miglia, potremmo espander- lo a chi ne ha bisogno, averla con tutta l umanità, si può estendere con altrettanta for- za . Hai deciso di intraprendere un itinerario tutto italiano qu est anno, c è un motivo particolare? Diciamo di sì. L anno scorso sono stato contattato, duran- te il cammino verso Canter- bury, dalla radio Francigena, tramite cellulare gli inviavo il mio resoconto giornaliero della tappa in cui mi trovavo. All inizio non immaginavo, ma, con grande sorpresa, ho scoperto che molti malati di fibrosi cistica l ascoltavano, alcuni di loro mi hanno con- tatto, riferendomi quanto gli fosse piaciuta la mia iniziati- va. L idea dell itinerario ita- liano, quindi, si può dire sia partita da alcuni di loro, che mi hanno invitato a seguire un percorso sulla geografia delle persone che ho cono- sciuto. Le mie tappe, i punti geografici, infatti raggiungo- no il più possibile le persone, che sono state in contatto con me in questi anni . Quanto durerà il viaggio? Quali saranno le tue tappe? Il viaggio durerà 4 mesi. Il percorso sarà il più pedonale possibile. Ho cercato di rac- cordare vari percorsi, uno molto bello, ad esempio, sarà la Via di SanFrancesco,anche il Sentiero degli Dei. Partirò da Valpolicella e proseguirò per Rovereto, Trento, Bassa- no, Sacile, Udine, Montebel- luna, Trieste, tornerò per Ve- nezia, Padova, sarò anche a Rovigo, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Matera, Croto- ne, Reggio Calabria, prende- Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 21 SUPERFICIE : 51 % AUTORE : Serena Ponzin 21 aprile 2019

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Page 1: L’impresa Unozainocolmo di speranza · 2019. 4. 23. · pria vita. Invece, seiniziassi-mo apensareagli altri, pergli altri econgli altri, potremmo esserepotenzialmente tocca-ti

ILPERSONAGGIOL’impresadi PaoloPreviato,daVeronafino in Siciliaapiediper sensibilizzaresullafibrosicistica

Unozaino colmo di speranza“Il viaggio dureràquattro mesi.Nellatappaa Romasperodi poterincontrare il Papa”

Serena Ponzin

E’ già iniziato, per il 59ennePaolo Previato, il cammino“per donare un respiro liberoai malati di fibrosi cistica ” .Giunto alla terza edizionedell ’impresa “Uno zaino col-mo di speranza” in collabora-zione con la Fondazioneper laRicerca sulla Fibrosi Cistica,l ’ingegnere informatico rodi-gino proseguecon i suoi viag-gi: da Verona fino in Sicilia,percorrendo 3000 chilometria piedi, per invitare quantepiù persone possibili a soste-nere la ricerca e a sensibiliz-zarle sulla conoscenzadi que-sta malattia genetica.Un ’ iniziativa, quella delcammino, che nascenel 2017quando Paolo, a seguito delsuo licenziamento, si avvici-na al volontariato. Poi l ’ in -contro con Cristina, la mam-ma di Francesca,una giovanepolesana scomparsa prema-turamente a causa della ma-lattia, in sua memoria hapercorso il tragitto versoSan-tiago de Compostela. Il 15aprile, da Valpolicella, doveattualmente abita, Paolo èpartito per la sua terza avven-tura, un itinerario, questavolta, tutto italiano, che po-trete seguire virtualmentesul suo profilo Instagram“paoloprev” , dove condivide-rà giornalmente scatti epen-sieri sul viaggio.I cammini contro la fibrosicistica continuano, cosa ti

spinge ad andare avanti? Afarne una questione perso-nale?“ Mi considero giovane, hoancora molto da dare, perquesto, tempo ed energia, lispendo nel volontariato. Si-curamente aver riscontratouna risposta positiva, dalpunto di vista umano, dapar-te delle persone, è la motiva-zione che mi spinge a conti-nuare. Sì, è diventata unaquestione personale, nono-stante nella mia vita non ci

siano stati collegamenti di-retti con la malattia. Ma persentirsi vicini a chi viveun ’esperienzadi vita comple-tamente diversa dalla tua,per creare un legame, questonon ènecessario. Negli anni,ho conosciuto molti bambinie ragazzi nati con la fibrosi,inizi avolergli bene, a sentirlicome tuoi. In generale, ulti-mamente, sono in tanti colo-ro chepreferiscono chiudersi,pensare unicamente alla pro-pria vita. Invece, seiniziassi-mo apensareagli altri, perglialtri econ gli altri, potremmoesserepotenzialmente tocca-ti da tutti e dalle loro storie.Lostessotipo di radice, quelloche abbiamo con la nostra fa-miglia, potremmo espander-lo achi ne ha bisogno, averlacon tutta l ’umanità, si puòestenderecon altrettanta for-za” .Hai deciso di intraprendereun itinerario tutto italianoqu est ’anno, c’è un motivo

particolare?“ Diciamo di sì. L’anno scorsosono stato contattato, duran-te il cammino verso Canter-bury, dalla radio Francigena,tramite cellulare gli inviavo ilmio resoconto giornaliero

della tappa in cui mi trovavo.Al l ’ inizio non immaginavo,ma, con grande sorpresa, hoscoperto che molti malati difibrosi cistica l’ascol tavano,alcuni di loro mi hanno con-tatto, riferendomi quanto glifosse piaciuta la mia iniziati-va. L’ idea dell’ itinerario ita-liano, quindi, si può dire siapartita da alcuni di loro, chemi hanno invitato a seguireun percorso sulla geografiadelle persone che ho cono-

sciuto. Le mie tappe, i puntigeografici, infatti raggiungo-no il più possibile le persone,che sono state in contatto conme in questi anni ” .Quanto durerà il viaggio?Quali saranno le tue tappe?“ Il viaggio durerà 4 mesi. Ilpercorso sarà il più pedonalepossibile. Ho cercato di rac-cordare vari percorsi, unomolto bello, adesempio, saràla Via di SanFrancesco,ancheil Sentiero degli Dei. Partirò

da Valpolicella e proseguiròper Rovereto, Trento, Bassa-no, Sacile, Udine, Montebel-luna, Trieste, tornerò per Ve-nezia, Padova, sarò anche aRovigo, Bologna, Firenze,Roma, Bari, Matera, Croto-ne, Reggio Calabria, prende-

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21 aprile 2019

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rò il traghetto esicuramentemi fermerò a Palermo, dovec’è una grossa delegazione,Messina, e se riesco, cometappa ultima, Trapani, preci-samente a Erice, spero incompagnia di mia figlia. Lì, itramonti sono meravigliosi,sarebbe la fine ideale del mioviaggio ” .Chi ti supporterà? Amici,parenti? Sono previste ini-ziative benefiche?“ A supportarmi ci saranno gliamici conosciuti sul cammi-no ovirtualmente edi vecchiadata, i volontari, la famiglia,ognuno di loro mi accompa-gnerà per un pezzoo mi ver-ranno a trovare. Inizierò ilpercorsocon il papàdi Maria,che mi accompagnerà per untratto. A Montebelluna in-contrerò una volontaria dellaFondazione insieme ad alcu-ne persone conosciute in que-sti anni. Poi Alessio, un ra-gazzo malato di fibrosi cisti-

ca, farà una tappa con me, aSacile. Nel tratto Firenze-Ro-ma ci sarà la zia di un bambi-no, anche lui malato, ad ac-compagnarmi. In Calabriaincontrerò la testimonial del-la Fondazione. A Rovigo, in-vece vedrò la mamma diFrancesca, Cristina, che or-ganizzerà un piccolo ritrovo,e poi qualche amico di vec-chia data che farà un trattocon me, forse sugli Appenni-ni. Sì, sono coordinato dalledelegazioni, che sicuramenteorganizzeranno eventi, ini-ziative di informazione erac-colta fondi ancora da stabilein basealle tappe” .Quali sono le tue speranzeche riponi in questo viag-gio?Cosa ti aspetti?“Speroche le famiglie e i ma-lati abbiano un ritorno positi-

vo di sentimento, spero di fa-redelbenealle personechehoincontrato e incontrerò. Con-to, inoltre, di poter incontra-re il Papadurante la mia sostaa Roma, per consegnarli lamaglietta della Fondazione,se dovessi riuscirci lancereiun forte messaggio” .Il tuo progetto di sensibiliz-zazione è legato al cammi-no, perché proprio il cam-mino? A Santiago avevi unquaderno, cosa ci annota-vi?“A Santiago avevoun quader-no dove scrivevo il resocontodella mia giornata, ma nonera di tipo riflessivo, più do-cumentativo. Ogni giorno miannotavo qualcosa di bello equalcosa di brutto, mi riferi-scoagli imprevisti che posso-no capitare durante il viag-gio. Mi sono resoconto, manmano che passava il tempo,che annotavo sempre menocose brutte, mentre il belloaumentava. Questo per direcheil cammino, combinandolo spaziocon il tempo, in unaprogressione naturale, favo-risce l ’osservazioneela rifles-sione” .

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Paolo Previato si è messo in cammino lo scorso 15 aprile

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